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NUORO: Rapinato un commerciante,Sassari: arrestato dalla Polizia

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NUORO: Rapinato un commerciante,Sassari: arrestato dalla Polizia
Immigrazione: noi impotenti di fronte allo sciopero delle impronte
“Fa ancora incredibilmente notizia, come fosse una rarità, quello che è stato battezzato
‘sciopero delle impronte’, e cioè il rifiuto categorico da parte dei migranti giunti in
Italia, di farsi fotosegnalare. Ma questa, invece, è una storia vecchia che si ripete ovunque
ed al di là delle chiacchiere di qualcuno che ha parlato di metodi efficaci per gli Operatori
delle Forze dell’Ordine che potrebbero procedere comunque come per magia ai riconoscimenti, la
verità è che se uno o più soggetti non intendono collaborare e non si fanno fotosegnalare
l’unica maniera per procedere sarebbe usare la forza, ma nessuno di noi vuole né può farlo. Di
fronte a tutto questo siamo completamente impotenti… Hai voglia a snocciolare anatemi come
stanno facendo in altri Paesi che ci accusano di essere in malafede e di non identificare i
profughi volutamente. Se poi nei folti gruppi di ‘scioperanti’ vi siano malintenzionati,
delinquenti, terroristi, assassini, stupratori e così via, lo scopriremo solo quando, magari,
avranno portato a compimento i propri propositi illeciti, e sarà troppo tardi, ma non per i
soliti commenti ipocriti di chi fingerà sconcerto ed indignazione”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo le
ultime notizie, giunte questa volta da Rovigo, relativo al cosiddetto “sciopero delle
impronte”. È il fenomeno, ormai quasi di massa, legato ai sempre più numerosi profughi che
rifiutano di sottoporsi all’identificazione mediante il rilievo dell’impronta digitale. La
Polizia del capoluogo veneto, come spiegato dai media, ha “ritenuto di non procedere a forza,
anche a tutela dei propri uomini”. La mancata identificazione viene infatti punita con la
semplice denuncia a piede libero. Molti migranti rifiutano di farsi identificare nella
speranza di varcare il confine, per poi presentare la richiesta d’asilo in un altro Paese
europeo, evidentemente più gradito. E questo evidentemente consci, anzi sicuri, di riuscire a
cavarsela, e di poter lasciare le Questure senza che nessuno possa trattenerli.
“E’ assolutamente indispensabile – conclude Maccari – che tanto i riconoscimenti quanto la
verifica dei presupposti necessari per la richiesta di asilo vengano effettuati prima che i
migranti sbarchino in massa sulle coste italiane, e questo una volta di più considerato quanto
bassa sia la percentuale di persone che poi ottengono effettivamente lo status di rifugiato,
ed a quante venga invece negato – davvero tantissime – dopo un periodo che però, fra una
pronuncia e l’altra dell’Autorità, si protrae per un tempo intollerabile. Un tempo in cui
queste migliaia di persone possono andare dove gli pare e lo fanno, proprio come quelli che
non si sono fatti identificare e che sono veri e propri fantasmi che si aggirano sul
territorio”.
Immigrazione. I deliri pro stranieri finiranno con lo scatenare una guerra
“Clandestini che viaggiano gratis imbarcati di nascosto in posti che ai normali cittadini
costano centinaia di euro; stranieri che delinquono in ogni modo e sempre più sfrontatamente;
richiedenti asilo che accoltellano chi dà loro da mangiare; e persino la possibilità di
pregare come abbiamo sempre fatto che adesso ci viene negata per non turbare gli animi di chi,
di fatto, si sta imponendo in ogni modo nelle nostre vite. Sembra di assistere ad una commedia
dell’assurdo, ma invece è una tragica realtà. Gli italiani sono sempre più discriminati, le
tensioni sociali crescono ad ogni giorno che passa, le leggi per gestire l’immigrazione e
soprattutto per rispondere a chi delinque in quel contesto sono completamente insufficienti ed
oltre il limite del sopportabile. Così scoppierà una guerra, altro che accoglienza e ius soli
per gli adulti di cui vaneggia la Boldrini”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo le
tante notizie legate al fenomeno dell’immigrazione che in questi giorni hanno riempito le
cronache. A partire da quella relativa al viaggio da Porto Torres a Genova, su un traghetto
della Tirrenia, effettuato da un folto gruppo di clandestini che da giorni chiedevano di
lasciare l’isola. Agli immigrati riservato un settore di comode poltrone occupate gratis,
mentre i turisti hanno viaggiato su materassini ed in sacchi a pelo anche perché i biglietti
sono alquanto costosi. Nei giorni scorsi stesso copione sulla nave che da Cagliari è andata a
Civitavecchia.
Nel centro di prima accoglienza Pampuri di Brescia, poi, tre nigeriani richiedenti asilo
pretendevano che il cuoco della struttura concedesse loro un secondo piatto di pasta. Davanti
al suo rifiuto, però, lo hanno colpito con un coltello ferendolo. Per questo motivo la
Prefettura di Brescia li ha allontanati, “…..allontanati? E chi dobbiamo aspettare per
destinarli con un viaggio velocissimo alle patrie galere?” si infuria Maccari.
Da ultimo, dopo una lunga lista di brutte notizie di cronaca che hanno tutte per protagonisti
immigrati, non ultima la tragedia di Brescia con l’omicidio dei coniugi titolari di una
pizzeria, la notizia che l’ufficio liturgico diocesano di Vittorio Veneto ha proibito ad un
gruppo di Alpini di leggere in chiesa la loro storica preghiera. La Diocesi ha imposto di
“sbianchettare” una frase giudicata troppo dura nei confronti degli stranieri: “Rendi forti le
nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria
civiltà cristiana”.
E proprio mentre il malcontento impazza, in una delle ultime interviste, il Presidente della
Camera Laura Boldrini decide di cavalcare lo “ius soli” e propone di “regalare” la
cittadinanza anche agli stranieri adulti.
Torino, muore durante un trattamento sanitario obbligatorio, il Coisp: “Prepariamoci alla
crocifissione dei ‘cretini’ intervenuti.
“La storia si ripete. Ed i soliti cretini intervenuti per un servizio disposto da altri,
entrano ufficialmente nella girone infernale dei disgraziati che hanno la sciagura di aver
scelto la divisa, qualunque essa sia. Ancora una vicenda legata ad un soggetto dalle
particolari condizioni di salute, ancora una vicenda dai contorni sbiaditi e confusi, ancora
una volta, però, sul luogo dei fatti non c’era chi potesse garantire la tutela di tutti,
soprattutto di Operatori incolpevoli che hanno eseguito ordini, senza che nessuno desse loro
mezzi o indicazioni particolari, ed adesso subiscono la criminalizzazione che nessuno ci fa
mai mancare. Prima ci chiamano, poi ci assalgono, poi ci lapidano, il copione non è più
sopportabile”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo
il decesso di Andrea Soldi, descritto dai media come un uomo di 45 anni e 150 chili di peso,
morto a Torino nel corso dell’esecuzione di un Trattamento sanitario obbligatorio. Ad
immobilizzare l’uomo, gli Agenti della Polizia municipale chiamati dal Centro di salute
mentale dell’Asl 2, intervenuti assieme allo psichiatra ed ai sanitari del 118. Sul caso la
Procura ha aperto un’indagine, coordinata dal procuratore Raffaele Guariniello, per accertare
le cause della morte di Soldi.
“Inutile dire che i media hanno subito gridato al caso di violenza ingiustificata delle Forze
dell’Ordine – aggiunge Maccari -, descrivendo il soggetto deceduto come uno che,
inspiegabilmente, è finito al centro di un provvedimento alquanto significativo dell’Asl, ed i
soliti ‘cretini’ intervenuti come pazzi che non avevano nulla da fare ed hanno pensato bene di
accanirsi contro un tizio scelto a caso tra la folla! Addirittura qualcuno ha parlato
nientemeno che di un Vigile che ha stretto Soldi per la gola fino a che non è diventato nero,
come a volerlo ammazzare… affermazioni di cui certamente i responsabili saranno chiamati a
rispondere. Se infatti si afferma che la Polizia Municipale va in giro a strangolare la gente
si dovrebbero quantomeno avere le idee chiare sull’argomento di cui si sta parlando e prove un
po’ più concrete che supportino accuse del genere. Quelli intervenuti erano Pubblici Ufficiali
in servizio, con una reputazione, un onore ed uno stato di servizio, oltre che uomini con una
morale ed un’etica che meriterebbero un pizzico di rispetto in più”.
“Basta con quest’orrore delle persone in divisa che fanno male alla gente senza ritegno –
conclude Maccari -. Basta con queste menzogne, sempre pronte a fiorire sulla bocca di chi ama
sentirsi protagonista davanti ad una telecamera fregandosene se getta così ombre gravissime
sulla vita di gente che lavora. Basta con i media sempre pronti a creare il caso giornalistico
purchè si parli male delle Forze di Polizia. Basta con questo clima odioso ed assurdo.
Lavorare così non si può più. E’ indispensabile che un magistrato sia sempre presente accanto
a noi, che si tratti di fare un Tso,
o ordine pubblico allo stadio, o
vigilanza ad un corteo ecc… ecc…”.
Gallipoli, muore dopo la discoteca, il Coisp: “Ancora una vita spezzata che non doveva finire
così, ma nessuno osa dire quale sia il vero motivo alla base di tutto"
“Ancora un morto che si doveva evitare, ancora una giovane vita spezzata a causa di tanti
fattori fra i quali, è innegabile allo stato dei fatti allargando la visione alla realtà che
ci circonda, un approccio allegro e completamente fuori misura con alcol, droghe, ed altri
atteggiamenti dissoluti che fanno ‘tanto figo’ non solo e non tanto fra i giovani, ma,
purtroppo, anche fra i genitori che, per sentirsi e mostrarsi ‘amici dei figli’, invece che
mantenere la sacrosanta fermezza nell’educarli preferiscono mostrarsi accondiscendenti,
‘complici’, strizzando magari l’occhietto a comportamenti trasgressivi che non hanno niente a
che fare con le bravate della giovane età, ma normalmente significano aprire la strada
all’ammissione della violazione delle regole a piacimento.
La verità, anche se nessuno osa dirlo, è che si ha sempre più paura di educare, non si sa
trovare altro modo per mantenere autorevolezza e per stringere forti legami con i figli, e
allora meglio assecondarli, mostrandogli, nei fatti, che regole e, perché no anche leggi, non
contano poi tanto, esattamente come quei cretini che le fanno rispettare. Al di là di ogni
falso e ipocrita commento politically correct, noi che in strada lavoriamo un giorno dopo
l’altro, una notte dopo l’altra, conosciamo molto ma molto bene comportamenti ed atteggiamenti
soprattutto dei più giovani che, in certe circostanze, mostrano un volto quasi abominevole, un
atteggiamento che supera ogni concetto di spavalderia e di spregiudicatezza, e che sfocia in
un misto di perdita di controllo e di repulsione per tutto ciò che possa apparire loro come un
freno alla loro mancanza di inibizioni. Lo vediamo bene osservando le reazioni che si hanno di
fronte alle divise, reazioni violente, incontenibili, che non di rado sono sfociate in
tragedie incommensurabili, basti pensare a vicende come quelle dei giovani Aldrovandi, di Uva,
o del Carabiniere Santarelli, e tante tante altre, atroci, drammatiche, che mai e poi mai
avrebbero dovuto verificarsi. Tanti hanno paura a dire come la pensano, anche perché di questi
tempi per farlo si perde il posto di lavoro, e ci si ritrova la maggior parte della politica e
dei commentatori di social network e salotti televisivi contro, ma noi troviamo più deleterio
ed inconcepibile non farlo: le famiglie che perdono il controllo e la conoscenza dei figli;
quelle che nella debolezza di non saper fronteggiare le loro difficoltà non chiedono aiuto a
chi di competenza; quelle che tentennano nel segnare un confine netto fra ciò che è giusto e
ciò che è sbagliato, fra regole e violazioni antisociali; quelle che non trasmettono il
rispetto dovuto agli altri, alle Istituzioni che rappresentano i cittadini, alle divise che,
al di là dei cretini che le vestono, significano comunque sacrificio in nome degli altri, sono
innegabilmente responsabili, gravemente responsabili, per tanti eventi drammatici e criminali
che si verificano”.
E’ il duro commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente
di Polizia, seguito alla drammatica notizia della morte di un altro giovane appena uscito
dalla discoteca, questa volta a Gallipoli. Lorenzo Toma si è accasciato davanti all’entrata
del locale ed ha perso conoscenza. Inutili i soccorsi. Il 19enne, originario di Lecce, è morto
dopo essere uscito dalla discoteca di Santa Cesarea Terme, uno dei locali più famosi sulla
costa adriatica del Salento. La stessa discoteca che il 12 agosto ha organizzato una “Cocoricò
night”, serata a sostegno del locale emiliano che, dopo la morte per overdose di ecstasy del
giovanissimo avventore Lamberto Lucaccioni, è stato chiuso per quattro mesi dal prefetto di
Rimini.
Dopo la tragedia il Sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, ha scritto sul suo profilo
Twitter: “Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un
18enne la settimana in disco. Se non sai educare, non procreare”. Ma il Primo cittadino si è
scusato poche ore dopo.
Allo stesso modo ha mostrato di pensarla anche Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio
sui diritti dei minori: “Se le famiglie fossero più responsabili non ci sarebbe alcun bisogno
di leggi e gruppi di pressione per garantire ai minori la tutela dei loro diritti. Più che
primarie agenzie di socializzazione sono divenute uffici deleganti”, ha dichiarato in una nota
il sociologo.
“E’ clamoroso – aggiunge Maccari – vedere che chi ha il coraggio di dire la verità poi si
rimangi le proprie parole per paura delle conseguenze, per paura di non essere accettato da
una società che deve ammettere tutto e giustificare tutto a tutti i costi. La cosa ci fa
subito tornare in mente l’incredibile vicenda che ha coinvolto l’allora Prefetto di Perugia,
Antonio Reppucci, che si era espresso con parole pesantemente critiche nei confronti delle
famiglie che ‘non si accorgono che i loro figli hanno problemi con la droga’, e l’indomani è
stato nientemeno che rimosso dal suo incarico… E’ sconcertante, ma è la triste verità: tutto
pur di non difendere le regole e chi le rappresenta. E’ una verità che conosciamo molto bene,
ne facciamo le spese ad ogni piè sospinto, con colleghi crocifissi ed abbandonati a
conseguenze terribili a causa di un lavoro che va decisamente contro ciò che certe famiglie
sembrano approvare: fai quel che ti pare e non farti dire come ti devi comportare da
sconosciuti con la divisa”.
SAN TEODORO E BUDONI: CONTROLLI DELLA POLIZIA DI STATO IN DISCOTECHE E LOCALI PUBBLICI.
Su disposizione del Questore di Nuoro, Paolo FASSARI, dalle 22.00 di ieri sino alle 6.00 di
stamattina, è stato svolto un servizio straordinario a San Teodoro e Budoni con lo scopo di
controllare locali pubblici e discoteche e reprimere l’assunzione e lo spaccio di stupefacenti
e la guida in stato di ebbrezza.
Sono stati impiegati complessivamente 30 uomini della Polizia Stradale, del Reparto
Prevenzione Crimine Sardegna, del Commissariato di Siniscola e della Squadra Mobile.
Durante i controlli sono state sequestrate modiche quantità di sostanze stupefacenti per uso
personale e segnalate all’Autorità Amministrativa due persone per assunzione di droghe.
Una persona è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza e gli è
stata ritirata la patente.
Sono state contestate tre violazioni amministrative in altrettante discoteche, che non avevano
esposto le tabelle informative obbligatorie sui sintomi correlati all’assunzione di bevande
alcoliche e erano prive dell’apparecchiatura necessaria per rilevare il tasso alcolemico degli
avventori.
Sono state identificate oltre 300 persone e controllati 70 veicoli.
Sono state contestate 30 violazioni al codice della strada.
“Abbiamo voluto svolgere questa attività straordinaria – ha dichiarato il Questore – perché è
molto importante stare sul territorio in un particolare periodo dell’anno quale quello delle
ferie estive. Siamo soddisfatti di non avere rilevato carenze nella sicurezza delle discoteche
controllate.”
A Venezia il Prefetto vanta reati in calo, il Coisp smentisce
“Il Prefetto di Venezia aumenta sensibilmente il malessere di tutti i cittadini che hanno a
che fare con il suo ufficio. Eppure dovrebbe ben sapere che le bugie non servono a nulla, e se
vengono da un rappresentante delle Istituzioni non solo gli fanno perdere ogni autorevolezza,
ma non fanno che esacerbare ancora di più gli animi dei cittadini che si sentono abbandonati e
presi in giro, per non parlare dei mal di pancia che causano agli Appartenenti alle Forze
dell’Ordine che non si possono descrivere a parole! Ma come diavolo si fa a parlare di reati
in calo a favore di microfoni mentre, contemporaneamente, nel Veneziano il Tavolo tecnico del
Comitato Ordine e Sicurezza invoca sempre più poliziotti rendendo necessario il massiccio
invio di rinforzi di Reparto Prevenzione Crimine. Basta con le prese in giro! La gente non si
può più tener buona con le menzogne, ed i Poliziotti non ne possono più di questo
atteggiamento che vorrebbe minimizzare una situazione al limite del collasso”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo
che in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza il Prefetto di Venezia,
Domenico Cuttaia, ha presentato i dati relativi all’andamento della criminalità nei primi
sette mesi dell’anno, facendo riferimento ad una diminuzione dei furti, un calo dei reati di
violenza contro le persone, del numero delle rapine e dei danneggiamenti. In provincia di
Venezia, secondo quanto riportato dalla stampa dopo la riunione, il numero dei reati sarebbe
in sensibile calo, segnando un -15%, anche se il numero assoluto delle denunce resta alto:
22.380.
Appena il tempo di diffondere questi dati, però, e nel giro di 24 ore i fatti hanno dato un
brusco risveglio smentendo categoricamente quel clima di fiducia che il Prefetto aveva tentato
di diffondere: una maxi-rissa ha sconvolto Mestre rendendo necessario l’intervento di Polizia
e Carabinieri; a Jesolo Lido un marocchino irregolare ha tentato di dileguarsi per sottrarsi
all’espulsione dando vita ad un inseguimento stile “guardie e ladri”; un tossicodipendente è
stato accoltellato in stazione; sette venditrici ambulanti si sono prese a schiaffi e pugni in
pieno centro…
“Viene da chiedersi: ma il signor Prefetto dove vive? La cronaca quotidiana di Venezia –
incalza Maccari – dimostra chiaramente tutto il contrario di quanto lui vuole affermare, e noi
che ne siamo protagonisti lo sappiamo bene. Le denunce aumentano, anche se tanti neppure
denunciano più perché magari è la terza – quarta volta che subiscono furti e simili, sono
aumentati i reati violenti e soprattutto lo spaccio di droga”.
“Il nostro obiettivo – conclude Maccari – non è certamente fare allarmismo o generare sfiducia
nelle Forze dell’Ordine, sempre pronte a tutto, comunque e nonostante le baggianate che ci
propina il Governo. Ma la verità è il minimo che dobbiamo alla gente, perché capisca come
stanno le cose, perché capisca il motivo per il quale alziamo tanto la voce chiedendo, urlando
che ci serve ben altro per lavorare in realtà sempre più compromesse, anche per aumentare la
sicurezza percepita oltre che quella reale. Ci servono uomini, ci servono numeri, ci servono
mezzi, ci serve che si cominci a trattare l’argomento Sicurezza, e di conseguenza anche noi
cretini che operiamo per essa, con la serietà necessaria e non come fosse argomento da spot
pubblicitario”.
Arrestato corriere della droga a Porto Torres. La Polizia di Stato sequestra oltre 31 kg di
hashish.
Viaggiava a bordo di un’autovettura noleggiata in Spagna ed era appena sbarcato a Porto Torres
proveniente da Barcellona, quando gli uomini della Squadra Mobile di Nuoro in collaborazione
con quelli della Squadra Mobile di Sassari e della Sezione Volanti lo hanno sottoposto a un
controllo, mentre la sua macchina era ferma in panne.
Così, ieri pomeriggio, è stato arrestato Giovanni Porcu, 58 anni originario di Cagliari ma
residente a Malaga, in Spagna, mentre trasportava sulla sua Renault Laguna station wagon, 31
kg di hashish di ottima qualità.
L’autovettura si era fermata in panne lungo la SS 131, alla periferia di Porto Torres, in
direzione di Cagliari ed è stata notata da una Volante della Questura di Sassari.
La Polizia ha perquisito a fondo il veicolo, sino ad arrivare a smontarne parti della
carrozzeria e il serbatoio. Proprio nel serbatoio gli uomini della mobile hanno trovato la
droga, suddivisa in 56 panetti sigillati con nastro isolante per pacchi.
La macchina si era fermata perché i panetti avevano ostruito l’alimentazione del carburante.
Lo stupefacente sequestrato ha un valore di circa 300 mila euro e per l’ottima qualità sarebbe
stato venduto fra gli otto e i dieci euro al grammo.
Porcu è stato condotto nel carcere di Bancali.
POLIZIA DI STATO. Oristano, arrestato per resistenza e lesioni a P.U.
Nella serata di ieri, in Oristano, a seguito di una lite scaturita a causa di
un avventore che aveva “abusato” di bevande alcoliche all’interno di un locale
pubblico sito in via Cagliari, G.M., 26enne rumeno, è stato tratto in arresto
per i reati di resistenza e lesioni a P.U., danneggiamento e minacce.
Nel corso della mattinata odierna, presso il Tribunale di Oristano si è svolto
il processo per direttissima, nel corso del quale l’uomo è stato condannato
per i reati contestati a 4 mesi di arresto con pena sospesa.
DESULO: LA POLIZIA DI SATO ARRESTA GIOSTRAIO RICERCATO PER RAPINA.
Nel tardo pomeriggio di ieri la Polizia di Stato di Nuoro ha tratto in arresto Mario VINOTTI
VEGAS, 36 anni, di Torino, giostraio, ricercato per aver partecipato a quattro rapine a mano
armata in gioielleria, consumate a Torino nel mese di marzo e aprile 2014.
La Squadra Mobile di Nuoro, in collaborazione con quella di Sassari e con gli uomini del
Commissariato di Orgosolo, ha individuato il VINOTTI a Desulo, dopo averne ricostruito gli
spostamenti in diversi paesi della provincia, dove si era recato per svolgere la sua attività
di giostraio, durante le varie feste e sagre estive.
Su VINOTTI pendeva un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Torino
per tre rapine consumate e una tentata, in concorso. Tutte le rapine erano state consumate a
Torino e i malviventi si erano impossessati complessivamente di oltre 90.000 euro in gioielli
e 450 euro in contanti. La Squadra Mobile di Torino aveva svolto le indagini ed era riuscita a
individuare e a arrestare gli altri due complici del VINOTTI.
Le gioiellerie rapinate sono “Olimpo Gioielli” di Via Vercelli, fatto avvenuto il 1 marzo
2014; “Morosini Gioieli” di Via Fabrizi, fatto avvenuto il 4.4.2015 e ancora il 16.4.2014;
gioielleria Neirotti di C.so Regina Margherita, fatto del 26.4.2014.
Il VINOTTI si era trasferito in Sardegna per lavorare.
VINOTTI dovrà rispondere anche di detenzione illegale e porto di pistola.
L’arrestato è stato condotto nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro.
Sassari: la Polizia di Stato arresta presunto terrorista.
La Polizia di Stato di Sassari ha dato esecuzione ad una misura cautelare di custodia in
carcere nei confronti di un cittadino Pakistano extracomunitario accusato di associazione con
finalità di terrorismo e di aver partecipato, con ruolo esecutivo, all’organizzazione del
gravissimo attentato commesso il 28.10.2009 presso il mercato di Peshawar.
L’uomo fermato all’aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino in arrivo dal volo proveniente
da Islamabad avrebbe ospitato prima a Roma, successivamente ad Olbia, un presunto kamikaze
deputato a compiere un attentato nel territorio italiano
L’operazione condotta dagli agenti della DIGOS di Sassari in collaborazione con la DIGOS di
Roma e la Polizia di Frontiera di Roma-Fiumicino rientra nel quadro della vasta operazione
antiterrorismo del 24 aprile u.s., che ha visto l’esecuzione di nr. 18 ordinanze di custodia
cautelare in carcere nei confronti di diversi cittadini pakistani ed afgani facenti parte di
un’organizzazione criminale transnazionale che operava in buona parte del territorio nazionale
anche per finanziare le principali organizzazioni terroristiche internazionali.
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