Supernonna Clotilde, 97 anni, infaticabile curiosa alla tastiera di un
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Supernonna Clotilde, 97 anni, infaticabile curiosa alla tastiera di un
PDF Compressor Pro 22 1 febbraio 2016 “Sa ’eccia no intendia ca morria, ma intendia ca imparu obìa...” Supernonna Clotilde, 97 anni, infaticabile curiosa alla tastiera di un computer S appiamo fin troppo bene che oggigiorno serve molto poco per diventare famosi in rete, anche se per poche ore. Basta il video giusto e il gioco è fatto. Uno scherzo al compagno di classe malcapitato che ha il sapore del bullismo, una parodia stonata di una cantante famosa, e altro, ancora più triste, come minorenni che mettono a disposizione i loro corpi su internet, brevi video in cui si mortificano e a volte sconfinano nella pornografia. Questi sono i video che diventano virali negli ultimi tempi. Milioni di visualizzazioni in pochi giorni, per circostanze che rimarranno per sempre in rete e faranno il giro del mondo con un solo click. Queste settimane, però, a Samassi è accaduto qualcosa di diverso. Un’anziana ospite della Società Cooperativa Sociale “Lago e Nuraghe” è diventata famosa grazie ad un video pubblicato su facebook che sta per raggiungere le 90.000 visualizzazioni. Niente di provocatorio od offensivo, ma la semplice prova che il progresso interessa tutti gli individui di ogni età. La protagonista di queste vicende si chiama Clotilde Serpi, e nasce nel 1918 a Ussaramanna. Vado a farle visita nella casa di riposo in mattinata, mi accoglie con affetto e ci accomodiamo nell’ufficio del direttore Alessio Setti. Nonna Clotilde vuole che sia sempre presente durante le sue interviste, in questi giorni ci ha fatto l’abitudine. L’unione Sarda, la Nuova Sardegna, altri giornali online e poi è il turno della televisione: Videolina, Rai Uno e chissà che non ci saranno altre visite per lei… Spera in Maria de Filippi o Barbara D’Urso, magari. Seduta nel posto d’onore, alla scrivania, è già pronta a mettere le sue mani sulla tastiera. Avete capito bene, nonna Clotilde alla veneranda età di 97 anni sa usare il computer. Il video virale la immortala mentre scrive dei versi su word e poi dice: “Magari poi condividiamo su facebook!” Ecco perché vado da lei, voglio conoscere la sua storia e come è arrivata ad usare il pc. Inizia a parlare senza tanti fronzoli e incomincia un fantastico viaggio nel tempo che mi riporta indietro di quasi cento anni, Clotilde ha una memoria di ferro. Mi racconta dei genitori, dei fratelli che ricorda nome per nome e per ordine di nascita (e sono dieci, mica è poco), addirittura talvolta si scusa perché fa confusione con qualche data e io in cuor mio rido di gusto, perché lei dice di non ricordare certi avvenimenti e poi arriva a dirmi le generalità del primo emigrato in America di Ussaramanna…È una donna energica, ma dai toni gentili, è stata temprata dalla povertà, dagli stenti a cui i nostri nonni furono costretti a causa della guerra, è diventata forte per mantenere la sua famiglia e i vari lutti che hanno accompagnato la sua esistenza non l’hanno mai piegata. Le piace parlare ed è un’abile cantastorie, ma lei stessa mi dice che ci sarebbe tanto da dire e la storia diventerebbe troppo lunga e io mi bevo ogni sua parola con trasporto dimenticandomi delle lancette dell’orologio che girano. Da Ussaramanna giunge, poi, a Cagliari e lavora presso diverse famiglie benestanti come donna di servizio, per poi fare ritorno a casa durante i bombardamenti, fidanzata con un vecchio compagno delle elementari decidono di sposarsi mentre lui è in congedo ed è dopo la fine della guerra che possono incominciare la loro vita insieme. Clotilde ha due figli, un maschio e una femmina, che con le rispettive famiglie si trovano lontano da lei, il marito le ha dovuto dire addio a soli 62 anni a causa della leucemia e lei dopo aver continuato a trascorrere la sua esistenza fra alti e bassi è giunta a Samassi ormai sei anni fa. Quando le chiedo come si trova, guarda subito Alessio e gli sorride, poi mi rivela che per lei sono tutti suoi nipoti, è felicissima di trovarsi al “Lago e Nuraghe” e la considera ormai la sua grande famiglia. A metà intervista squilla un cellulare, non è il mio e neanche quello del direttore… Nonna Clotilde risponde come se niente fosse e scambia alcune frasi con sua sorella per poi riattaccare e scusarsi per l’interruzione. «Sa usare anche il cellulare?» le domando curiosa.«Certo, solo che non so ancora scrivere i messaggini, servirebbe qualcuno che mi insegnasse a tempo perso!» Avrebbe tanto voluto continuare gli studi, ma, a causa delle ristrettezze economiche e i tempi in cui è vissuta non ha potuto, ma non si è mai persa d’animo e ha coltivato la sua vena poetica durante gli anni. Scrive tante poesie, ringraziamenti e lettere, ne ha quaderni pieni e certe sono diventate anche famose, per esempio quella che ha scritto al Papa nel 2014, la cui risposta capeggia fieramente incorniciata nell’ufficio del direttore. Dal calamaio che le riempiva mani e vestiti di inchiostro è passata alla tastiera del computer con facilità e curiosità, a dimostrazione che la tecnologia non è solo per i giovani. Si propone di farmi vedere e in pochi minuti scrive con la tastiera alcuni versi che dedica ai papà. Mi dice con un sorriso: «Sa, signorina, la Rai mi ha chiesto che ne pensassi delle donne, ma degli uomini non parliamo mai? Ho deciso di scrivere per loro, oggi.» Ha le idee chiare su che cosa sia l’amore e me lo sottolinea con serietà.«Non importa se si è sposati, compagni o altri termini che usate oggi… Fondamentale è l’amore, volersi bene e vivere insieme con armonia. L’unica cosa? Le mani in tasca! Non si deve mai arrivare a mettere le mani addosso, è normale discutere ma senza esagerare. Quindi sempre le mani a posto, e non è un rimprovero solo per gli uomini, ma anche per le donne!» Nonna Clotilde è anche tanto simpatica e ironica e mi regala diversi aneddoti divertenti, ma improvvisamente pare rattristarsi e si scusa preventivamente per ciò che sta per dirmi, guar- da in alto e chiede perdono a Dio, prende un bel respiro e incomincia a parlare: «Sto per dire una cosa brutta, ma è ciò che penso. Oggigiorno, è brutto dirlo, - rimarca per l’ennesima volta - sarebbe meglio non mettere al mondo figli. Esiste talmente tanta cattiveria in questo mondo… Mi fa paura e spero tanto che il Signore possa cambiare la situazione, altrimenti potrà solo peggiorare e chissà dove finiremo. La cattiveria, quando si arma, riesce a prevalere sul bene e a far tanto soffrire, glielo assicuro!» Si rende conto che le sue rivelazioni mi danno da pensare e con un sorriso mi tranquillizza cercando di cambiare poi argomento. Io la riempio di domande e ho bisogno di soddisfare diverse mie curiosità, ma non posso andare troppo fuori tema e con un sospiro riprendiamo a parlare di computer e tecnologia. È la quarta volta che traffica con la tastiera di un pc e deve ringraziare nuovamente il direttore della struttura che la ospita se ciò è stato possibile, il suo grande desiderio è stato esaudito. I suoi occhi sono vispi e curiosi, hanno una luce particolare, hanno sete di sapere e conoscere il più possibile. Nonna Clotilde alla bella età di 97 anni vuole ancora imparare, quando avrebbe tanto da insegnare, ma mi rivela che non esiste età per apprendere e la sua curiosità non l’abbandonerà mai finché sarà viva. Dopo averla salutata la lascio al computer, collegata su facebook per rispondere ai numerosi contatti che le hanno fatto i complimenti sulla pagina della Società Cooperativa Sociale “Lago e Nuraghe”. Una mattinata produttiva che rimarrà impressa nella mia memoria per sempre. Ringrazio nonna Clotilde per avermi ricordato che nonostante le difficoltà della vita, le prove a cui ci sottopone, il dolore con cui ci mette alla prova e le altre vicissitudini non dobbiamo mai arrenderci. È tutto parte del gioco chiamato vita, serve a temprare l’essere umano per ricordargli di non arrendersi mai. Il 26 gennaio la storia di signora Clotilde viene raccontata a “Storie Vere”, l’inserto di Uno Mattina condotto da Eleonora Daniele e curato dal regista tv Riccardo Nisini. C’è un proverbio africano che dice che «un vecchio che muore è una biblioteca che brucia» non ci sono parole più azzeccate per definire gli anziani, è il nostro più grande tesoro ed è bene imparare a valorizzarlo prima che sia troppo tardi. Carola Onnis Barumini D ov e e qu a n d o d on a r e Sarà realizzato un ostello nell’ex stazione ferroviaria Ormai è ufficiale: il Comune ha ricevuto dalla Regione un finanziamento di 542 mila euro per ristrutturare il fabbricato dell’ex stazione ferroviaria per adibirlo a ostello della gioventù. A breve inizieranno i lavori nell’edificio, ormai in disuso da decenni, per realizzare 14 posti letto, al cui interno sarà realizzato anche uno spazio espositivo riferito alla storia delle ferrovie a Barumini. Tra l’altro, l’Arst ha predisposto la valorizzazione della vecchia linea ferroviaria trasformandola in pista ciclabile, che parte da Isili, attraversa Nuragus e Gesturi, con punto di arrivo proprio all’ex stazione di Barumini. Un pezzo di storia tanto caro ai baruminesi, che usufruirono del tratto di ferrovia per 41 anni, allora il sistema di trasporto terrestre più veloce, successivamente sostituita con servizi automobilistici. L’edificio della stazione ospitava la stanza del telegrafo allora utilizzato per le comunicazioni di servizio per la circolazione dei treni, le sale d’attesa di seconda e terza classe, biglietteria e magazzino merci, tutto al piano terreno. Mentre al piano rialzato vi era l’alloggio per il personale e il capo stazione. A distanza ormai di decenni avrà un look e utilizzo completamente diverso. Carlo Fadda dalle ore 8.00 alle 12.00 Arbus Piazza Mercato............................................................sabato 6 febbraio Furtei Piazza Municipio...................................................domenica 21 febbraio Gonnosfanadiga Via Mameli 1..........................................sabato 27 febbraio Guspini Via Don Minzoni 107...............................................sabato 20 febbraio Sanluri Piazza San Pietro......................................................sabato 13 febbraio San Gavino Ospedale .......................................... martedì - giovedì - sabato Sardara Via Oristano............................................................sabato 27 febbraio Serramanna Poliambulatorio C.so Europa..................domenica 14 febbraio Serrenti Via A. Gramsci...................................................domenica 14 febbraio Villacidro Via Guido Rossa ..................................................sabato 6 febbraio PDF Compressor Pro 1 febbraio 2016 Peste e corna di Edmunduburdu TORNIAMO A BOMBA A vanti, è ora, più sberle a chi lavora: così, più o meno, si gridava qualche decennio fa, e forse il concetto è ancora più che valido. Ma chi diamine sono i lavoratori? Individui pieni di entusiasmo, di capacità, di correttezza professionale, e maltrattati dai datori di lavoro, stando a qualche sindacalista, oppure fannulloni senza nerbo, stando ad altri, assenteisti e irresponsabili. Un po’ come i nostri manager e capi d’azienda, strapagati dieci, cento o più volte il semplice dipendente, qualcuno modesto e serio, qualche altro incapace ma arrogante. La differenza tra i primi e i secondi è che se un’azienda, non importa se pubblica o privata, va a rotoli, i dipendenti vengono licenziati o messi in cassa integrazione e i manager restano al loro posto o liquidati a suon di milioni. I primi infatti hanno sindacati semplicemente velleitari, i secondi santi protettori in cielo. Ci siamo ridotti male e nessuno pare in grado di ridarci un briciolo di giustizia. I politici si azzannano sul tema del pelo nell’uovo, anziché sulla valanga che cade, e tutto resta fermo. Politici servi di capicorrente o di capipartiti, con i quali tuttavia contrattano il loro futuro di servitori della patria a patto d’essere riconfermati nei loro ruoli di parlamentari o di amministratori di qualcosa che solo a loro fa comodo. E quando non bastano le convinzioni personali fanno valere le loro credenze religiose o strani principi, dimostrandosi ancora servi di un qualcosa che con la vita reale delle persone non ha niente a che fare. Esempi ne sono i contrastanti punti di vista tra le diverse modalità di adozioni, di unioni, di considerazione dei cosiddetti diversi, di sanzioni per immigrati clandestini (ma c’è davvero qualcuno che crede che un immigrato sia in grado di pagare le multe che si prevedono in questi casi?), di aborto, termine vita, educazione, lavoro, pensioni, occupazioni, garanzie eccetera? E se questo non bastasse, ora finalmente arrivano norme da approvare su guidatori senza patente e su lavoratori assenteisti. Il buon senso e la capacità di comprendere altri punti di vista per trovare qualche accordo in tempi decenti non esistono. Se non è quello alla bibbia o al vangelo o al papa o a un’altra religione o a esigenze particolari di qualcuno c’è alla fin fine il richiamo alla costituzione che, seppure di grande visione, è sta- IL COMMENTO ta comunque scritta quasi una settantina d’anni fa mentre tempi, abitudini ed esigenze della popolazione sono cambiati. E così politici, imprenditori, sindacalisti e predicatori continuano a contestarsi giorno dopo giorno e una riforma qualsiasi, magari di assoluto rilievo, tarda a essere decisa e approvata. E quando questo succede occorrono ancora mesi o anni perché possa essere attuabile, cioè portata a termine. E se poi a questa si aggiungono i codici e i codicilli, i distinguo troppo spesso difficilmente interpretabili e le varie eccezioni a seconda delle circostanze e delle caratteristiche si ottengono norme comprensibili solo in funzione dei diversi e spesso contrastanti punti di vista. E le persone che dovrebbero adattarsi alle nuove norme cosa possono fare? Però, alla fine, il Senato ha approvato la sua riforma con i voti favorevoli (salvo qualche assente) della maggioranza, dei verdiniani e di qualcuno di Forza Italia, mentre come sempre il tonante Brunetta parla di riforma farsa e assicura che il referendum sarà per Renzi una disfatta. E poi la questione delle unioni civili e delle adozioni da parte di un partner dei figli dell’altro, dato che tutti si sentono in dovere di stabilire codici comportamentali che limitano non la libertà propria ma quella altrui e si programmano manifestazioni di laici e di family day, gli uni contro gli altri, anziché tutti per il rispetto della persona e dei diritti individuali. Un bimbo che si trova a vivere con due genitori dello stesso sesso ma in armonia è meno felice di uno che vive con due genitori di sesso diverso che non vanno d’accordo? Però, intanto, un passo avanti è stato fatto con la questione dei non patentati alla guida magari di macchine non loro e degli assenteisti timbratori in proprio e per conto terzi, dove l’ago della bilancia è stato un po’ troppo tenero con i primi (solo multe la prima volta che li becchi? e non è possibile che stiano girando senza patente da anni?) e finalmente calci nel sedere agli altri. Non sarebbero stati inappropriati i calci anche a chi va in giro senza patente, o si vuole ancora una volta non educare, ma consentire di ignorare o infrangere le regole dimenticando che è tempo di smetterla con i furbetti di ogni genere? C’è speranza che il cervello umano cresca? di Rinaldo Ruggeri QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE La rettitudine per un politico deve essere un requisito imprescindibile, come lo spirito di servizio e la conoscenza. Tutte queste caratteristiche sono passate in secondo piano, oggi ha spazio il politico che vende sogni e sfodera un look accattivante. Un ammaliatore che spesso parla alla pancia della gente, con falsità e disonestà intellettuale. Questo modo di essere di certi politici odierni lo vediamo in modo esplicito quando affrontano la questione del terrorismo cosiddetto islamico. Un politico accorto, un politico che studia e approfondisce i problemi non commetterebbe mai gli strafalcioni strategici che si stanno facendo. Accreditare la tesi che tutti gli islamici sono dei terroristi o dei fiancheggiatori, oltre ad essere una falsità, è una idiozia politica. Questa politica dozzinale, che non nota le differenze, che non sa discernere il grano dalle zizanie, lavora per la causa terrorista, agevolandone il proselitismo. Un politico preparato ed intelligente sa cogliere le differenze ed operare su di esse per isolare i terroristi. Bisogna isolare i terroristi creando il vuoto intorno a loro con una politica di accoglienza e di integrazione. Questa politica comporta per l’Occidente certamente dei costi, però sempre meno delle spese militari che si fanno nelle guerre odierne, non dichiarate. Per accogliere dobbiamo essere consapevoli che abbiamo a che fare con una cultura diversa dalla nostra. In materia di libertà e di emancipazione della donna, l’Islam ha molte analogie con il nostro passato e, in alcuni casi, con il nostro presente. Il Cristianesimo storicamente non ha niente da invidiare a nessuno in materia di repressione delle libertà. Ancora oggi, parte dei cattolici del nostro paese vogliono imporre ai cittadini italiani, con la forza delle leg- gi, le loro convinzioni spacciandole per universali. Questo tentativo è palese in materia di unioni civili, si vuole bloccare o snaturare la legge in discussione in Parlamento. Nessuno vieta ai cattolici di sposarsi come meglio credono, con chi vogliono o con i riti che ritengono giusti. Perché devono vietare ad altri ciò che a loro è consentito? Il matrimonio è stato storicamente un lusso delle classi benestanti, sancito da unioni civili o da accordi fra famiglie. Per dodici secoli la Chiesa ha convissuto e operato in questa situazione sociale, solo con il Concilio Lateranense IV del 1215 si inizia a parlare di matrimonio fra cattolici come sacramento. Strano, tutti i papi che si sono succeduti fino al Basso Medioevo erano distratti o non avevano capito che il matrimonio era un sacramento. Ci sono voluti oltre trecento anni di discussione nella Chiesa per stabilire definitivamente che il matrimonio è un sacramento (Concilio di Trento 1545-1563 ). Sono stati uomini come noi, e non Dio, come la storia dimostra, a dare un’aureola di sacralità al matrimonio. Fu il papa Innocenzo III a santificare il matrimonio, uomo non certo pio secondo il libri di storia. Sotto il suo papato si svolse il Concilio Lateranense IV, Concilio che diede organicità alla lotta agli eretici con l’inquisizione. Fu sotto il suo papato che la comunità cristiana dei Catari (Albigesi), ritenuti eretici, furono trucidati. Tristemente famoso fu il massacro di Béziers del 22 luglio 1209, vennero sterminati circa 20.000 abitanti fra uomini, donne e bambini. A fine crociata contro l’eresia dei Catari si calcola che vennero uccisi oltre un milione di individui. Cambiano i tempi ma la logica è sempre la stessa: reprimere con la forza delle armi e delle leggi chi reclama libertà e uguaglianza dei diritti. 23 LETTERE ARBUS: IL FALÒ DI SANT’ANTONIO NEL CIRCUITO REGIONALE DEI FUOCHI La nona edizione dei fuochi di Sant’Antonio ad Arbus ha lasciato aria di festa, tantissimi i complimenti e gli attestati di elogio ricevuti. Nonostante il grande freddo in tanti non hanno voluto rinunciare all’appuntamento che, dopo 9 anni, è tornato nella parte sud del paese. Sono state tante le famiglie con gli animali al seguito, oltre ogni nostra più rosea previsione visto anche le condizioni meteo, ma ci ha fatto piacere notare parecchie persone venute dai paesi limitrofi, tenuto conto del periodo destagionalizzato è per noi più che positivo. Fra qualche settimana ci sarà il rinnovo del gruppo dirigente, sono ampiamente soddisfatto del risultato conseguito in questi anni di presidenza, termino il mandato consapevole di lasciare l’associazione in ottima salute e in buone mani composta tra l’altro da persone validissime e motivate che insieme a me non si sono arrese davanti alle difficoltà, non potevo che chiudere questo mandato con questo grande risultato. Dal 2007 abbiamo sempre realizzato in proprio questo evento che ha avuto un consenso sempre maggiore, ma per questa edizione la differenza l’hanno fatto proprio le numerose famiglie che hanno partecipato e che sono state la parte attiva per la realizzazione del falò. I presupposti per inserire la nostra iniziativa nel circuito regionale dei fuochi di Sant’Antonio ci sono tutti, l’iter è già in cantiere dal mese di novembre e siamo convinti che questo risultato sia il punto d’arrivo e il premio per il lungo lavoro svolto in questo costante decennio di attività continuativa. Tante le difficoltà ben note, burocratiche, amministrative ed economiche, ancora oggi non conosciamo l’esito dell’istanza prodotta con il “ nuovo bando “ per ottenere un qualche minimo contributo a fronte delle spese sostenute. Aldilà di 6 tavoli, 12 panche e 2 cartelli stradali, altri quattro avuti da una impresa locale, altro non ci è stato dato; speriamo che ciò che è successo per la festa dell’emigrato sia solo una brutta pagina di questa lunga estate. Sentirsi dire da chi di dovere che per le spese, nonostante obbligati ad inserire “Con il Patrocinio economico del Comune di Arbus” e il logo, “la manifestazione è a vostro rischio “ non va per niente bene, soprattutto quando ci si impegna per l’intera comunità. Sarebbe forse il caso di chiedere il parere a tutti quei cittadini che hanno presenziato all’evento, verificare se hanno o meno il diritto di vedere qualche loro contributo dirottato a questo tipo di attività culturali; usanze e tradizioni dimenticate nel tempo fanno parte del bagaglio culturale di ogni comunità e noi da sempre siamo qui presenti nel territorio adoperandoci in tal senso. Graizie quindi ai parroci per la rinnovata presenza ma in particolare a don Gian Luca Carrogu per l’ospitalità e per averci messo a disposizione gli spazi dell’Oratorio San Giuseppe, all’associazione Pecora Nera di Arbus, alla Protezione Civile e a quanti ci hanno sostenuto. Luciano Lampis Presidente dell’associazione folcloristica Sant’Antonio PANE AL PANE E VINO AL VINO: RISPOSTA Egregio direttore, mi permetta di rispondere con due righe al commento che mi riguarda, presente nella Gazzetta del primo gennaio a pagina 22 intitolato “Pane al pane e vino al vino” avente firma “Efisio Cadoni - Villacidro”. «Egregio Signor Cadoni, non sono arrivato alla fine del suo chilometrico intervento. Non me ne voglia, ma mi sono annoiato già dalle primissime battute. Capisco comunque lo sforzo e per questo la ringrazio per tutte le ore che mi ha dedicato, cercando informazioni generiche e etimologiche su vocabolari, enciclopedie o su Google allo scopo di potermi rispondere al meglio (rispondere a me e non parlare del concetto in sé). Grazie». Saimen Piroddi PDF Compressor Pro 24 1 febbraio 2016 Pabillonis Sant’Antonio Abate: sagra di tradizioni contadine A Pabillonis la sagra di Sant’Antonio, protettore del fuo co, ha seguito ancora la tradizione con antiche usanze che hanno visto in primo luogo l’accensione di un enorme falò comunitario, la distribuzione intorno al fuoco di piatti di ceci con cotenna di maiale, del pane benedetto e la benedizione degli animali domestici. Tutto si è svolto come programmato dal comitato organizzatore, presieduto da Domenico Pia, che si è prodigato con impegno per garantire la buona riuscita della manifestazione. Particolarmente suggestiva la cerimonia della benedizione degli animali domestici che molti cittadini hanno portato davanti alla chiesa di Fatima. Alle 19, nello spazio pubblico di via Sardegna, un folto pubblico ha assistito alla benedizione e accensione del falò da parte del parroco don Luca Pittau e al bellissimo spettacolo pirotecnico. Subito dopo il comitato ha iniziato la distribuzione, per tutti i presenti, dei ceci con cotenna di maiale, del pane, arrosti vari e vino locale, mentre sul sagrato della chiesa si sono esibiti numerosi ballerini accompagnati dalla musica di Mat- Gonnosfanadiga tia Murru all’organetto, Antonello Carta alla fisarmonica e da Angela e Pepe. Suggestivi i riti religiosi che si sono svolti sabato e domenica con la benedizione del pane per i poveri, la processione con il simulacro del santo accompagnato dal gruppo Folk Santu Juanni e dal suono delle launeddas. Domenica, infine, dopo la messa, nel salone parrocchiale il comitato organizzatore ha distribuito a tutta la popolazione i malloreddus allo zafferano e il pane benedetto. Dario Frau Pabillonis. Organizzata dalla Pro loco Su Fogadoni e altri cinque fuochi in onore del Santo Gonnosfanadiga ha festeggiato Sant’Antonio Abate. La festa, organizzata dalla omonima associazione costituita nel duemila, è sempre stata ospitata nella parrocchia Madonna di Lourdes, dove si trova il simulacro del santo. Quest’anno per lavori di restauro della chiesa a farsene carico è stata la parrocchia del Sacro Cuore. La grande partecipazione di fedeli è stata un segnale di «unione e comunione» afferma don Giorgio Lisci, che ha celebrato la santa messa e benedetto il pane. Dopo la processione è stato acceso il falò. Significativa la presenza, nonostante il freddo, di tante persone e di tutte le istituzioni locali. “Su Fogadoni” è stato allestito con quaranta quintali di legna. Gianni Demelas, presidente del comitato di san’Antonio, ricorda: «Fino a due anni fa, grazie alle offerte, riuscivamo a distribuire millecinquecento pasti. Con l’avvento della crisi sono due anni che non offriamo da mangiare, ma continuiamo ad organizzare le celebrazioni, il grande fuoco, la distribuzione del pane e l’offerta dell’immagine del santo in terracotta e cartacea con la preghiera». La comunità di Gonnosfanadiga è tanto devota a San’Antonio che sono stati allestiti altri fuochi in cinque zone diverse del paese. Numerosa la partecipazione attorno ad ogni falò: «Come associazione - asserisce Cesare Frongia, dell’associazione culturale Il Coriandolo - organizziamo il fuoco da circa dieci anni, è sufficiente recuperare la legna per allestirlo, qualche sponsor che contribuisca all’organizzazione degli assaggi per i partecipanti e fare il passaparola con gli inviti ad amici, parenti e conoscenti e quanti vogliano condividere insieme un momento di serenità e la festa è assicurata». «Ben vengano tanti fuochi - sottolinea Gianni Demelas - sarebbe bello che per la prossima edizione la processione potesse tracciare un percorso con tante tappe quanti sono i fuochi allestiti, come segno di benedizione degli stessi”. Elena Fadda È stata la Pro Loco a rinnovare, anche quest’anno, l’antica usanza di Su trigu cottu: offrire al mattino dell’ultimo giorno di dicembre una ciotola di grano bollito condito con la sapa (mosto cotto). Non sarebbe di buon auspicio, infatti, iniziare l’anno nuovo senza l’assaggio di questo particolare alimento,simbolo di prosperità e di fertilità. Su trigu cottu, inoltre, secondo la tradizione, è anche un toccasana per gli animali: un tempo veniva dato ai buoi, alle pecore e a tutti gli animali da cortile, perché li preservava dalle malattie della bocca. Una tradizione che a Pabillonis, le donne anziane seguono ancora scrupolosamente secondo le antiche consuetudini. «I preparativi incominciano già il 29 dicembre con la ricerca del grano, che viene cernito con i crivelli in ferro o in giunco e poi messo in ammollo in acqua fredda. Nel tardo pomeriggio del giorno dopo, il cereale viene fatto bollire in una grossa pentola, e dopo 5 o 6 ore di cottura il recipiente viene ricoperto di paglia, per mantenersi caldo fino alla mattina seguente (quando verrà mangiato)», spiega Lui- Si è ripetuta l’antica usanza de Su trigu cottu gia (Elisa) Manca 92 anni che, nonostante l’età, anche quest’anno ha preparato su trigu cottu per tutto il vicinato. Luigi Erdas, il presidente della Pro Loco, insieme ai volontari dell’associazione, per mantenere viva questa usanza, in piazza San Giovanni ha allestito uno stand dove, per tutta la mattinata di giovedì, è stato offerto su trigu cottu a tutta la popolazione, in caratteristici tegami di terracotta. (d. f.) Pabillonis Grandi e piccoli alla tombolata della Prociv Ancora una volta è stato un successo la Tombolata organizzata dalla Prociv. Adulti, bambini, famiglie intere hanno riempito i tavoli della sala principale del centro di aggregazione sociale di via Su Rieddu per partecipare all’estrazione dei numeri vincenti. Un’iniziativa che ha permesso alla comunità di trascorrere tre serate all’insegna del sano divertimento e di lieti momenti socializzanti. Soddisfatti anche gli organizzatori che hanno ringraziato tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della manifestazione. (d. f.) PDF Compressor Pro 1 febbraio 2016 EMOTIVAMENTE di Alice Bandino LETTERE psicologa [email protected] EMOZIONI E RICORDI Mi scrive una lettrice per condividere il proprio disagio causato dal ricordo di eventi emotivi passati che prepotentemente stanno interferendo nel suo presente. Le più recenti ricerche sull’argomento propendono per dare una centralità alle emozioni nel processo del ricordo, ovvero tendiamo a tenere in memoria eventi che son stati intensamente emotivi quando li abbiamo vissuti (positivi/negativi), indipendentemente dal quando e con chi son avvenuti. I ricordi piacevoli son più facilmente ricordabili di quelli negativi, in un’ottica di sopravvivenza della specie, una sorta di auto-medicazione del nostro organismo che delega la mente a relegare spiacevolezza e sofferenza nell’oblio privilegiando gli eventi positivi che hanno suscitato quindi emozioni positive. Un turbinìo di emozioni vissuto nell’infanzia o nell’adolescenza potrebbe quindi essere riportato in memoria in qualsiasi momento durante l’arco della nostra vita? Parrebbe di no; sembra esserci una tendenza a rivivere particolari ricordi in base all’umore che abbiamo nel presente e pare che con l’avanzare dell’età si tenda a “lasciare scivolar via”i ricordi spiacevoli e a trattenere in memoria quelli piacevoli, sempre per una questione di omeostasi (equilibrio) organica: meno spiacevolezza psichica equivale a meno dolore, a meno stress e quindi a minori rischi di salute stress-correlati (le comunità scientifiche di PsicOncologia e PsicoNeuroEndocrinoImmunologia da tempo si occupano della correlazione tra stress e insorgenza del cancro ad esempio). Se un ricordo turba, può farlo in maniera positiva o negativa. Spesso può essere il campanello d’allarme per capire che stiamo vivendo percorsi inadeguati alle nostre reali emozioni/motivazioni. I ricordi possono essere funzionali in positivo per mi- 25 gliorarci, per attivare quei meccanismi di resilienza utili per affrontare eventuali eventi stressogeni fisiologici del ciclo di vita. Se i ricordi turbano vanno affrontati e non evitati; la regolazione delle emozioni associate ai ricordi, ci permette di contestualizzarli per raggiungere il giusto benessere psico-fisico. Il cambiamento necessita di una buona dose di coraggio, di molta autostima e di autoconsapevolezza delle proprie emozioni. Come sempre le emozioni sono al centro del nostro mondo interiore con conseguenze sul mondo reale, non è tanto il ricordo che turba, quanto il significato emotivo che abbiniamo ad esso, e questo potrebbe essere il punto di partenza anche per la lettrice. La signora potrebbe capire (con un sostegno psicologico o con l’invio a un percorso di psicoterapia), quali son le emozioni legate ai ricordi e perché queste la turbano proprio in questo preciso momento. SGARBI E FEISBUKISTI QUOTIDIANI: BUONE NOTIZIE PER I BILANCI COMUNALI 2016 Dopo diversi anni arrivano notizie positive nella predisposizione dei bilanci comunali per il 2016. Grazie alle misure inserite nella legge di stabilità nazionale, tutte le amministrazioni comunali sono poste nelle condizioni di abbassare le imposte locali e di far ripartire le opere pubbliche. Ecco in sintesi le novità più rilevanti. 1. Viene eliminata la Tasi sulla prima casa: questo significa che i sardaresi, ad esempio, risparmiano circa 130.000 euro, mentre il comune dovrebbe (condizionale d’obbligo) ricevere una compensazione dallo Stato. 2. Viene dimezzata l’Imu sulle case concesse gratuitamente ai figli. La legge di stabilità ha previsto una riduzione del 50% sull’imponibile delle abitazioni date in comodato (registrato) d’uso ai figli. In soldoni, a Sardara, a parità di aliquota, si pagherà la metà dell’Imu versata nel 2015. 3. Esenzione Imu per i terreni agricoli. A decorrere dall’anno 2016 sono considerati esenti da IMU i terreni agricoli nei comuni presenti nella Circolare del Ministero delle finanze n. 9 del 14 giugno 1993 (Sardara compresa). In soldoni non si pagherà più l’Imu sui terreni agricoli. 4. Allentamento del patto di stabilità: è la novità più importante. Permetterà di far ripartire tutti i lavori del passato e sospesi dal 2012. Per gli anni futuri permetterà di poter spendere quanto incassiamo. In soldoni, a Sardara, sarà possibile investire 200.000 euro annui aggiuntivi rispetto al triennio appena trascorso. È evidente quindi che non si tratta di amministrazioni “cattive prima” e “brave adesso” ma semplicemente di vincoli normativi sempre decisi a Roma. Se tutti coloro che si occupano della “cosa pubblica” avessero maggiore onestà intellettuale nel spiegare anche i tecnicismi ed una minore propensione alla demagogia e al populismo questo Paese (Italia) sarebbe migliore. Anzi normale. Peppe Garau sindaco di Sardara POSTO ERGO SUM di Nino Cannella Il 23 Dicembre Vittorio Sgarbi è stato ricoverato per un problema clinico improvviso, e ha postato in facebook l’immagine di sé come paziente post-operatorio intervistato appena dopo una situazione chirurgica felicemente risolta. Mi è piaciuto ascoltargli un (per me) intelligente appunto di varia umanità sul letto ospedaliero, davanti ad una videocamera (o smartphone che fosse) che lui stesso presumibilmente avrà richiesto tra una pastiglia e l’altra. Parole di chi sa quel che ha da dire anche intorno ad un grave momento personale di ordine sanitario. Ed io stesso ho voluto inviargli un messaggio di fraterno augurio, solidarizzando con chi testimoniava con serenità di giudizio una grave vicenda avversa. Ma non l’ho fatto perché ne venisse a conoscenza. Lungi da me il pensiero! I “mi piace” erano centomila, e i commenti migliaia e migliaia, col mio che non poteva che risultare disperso come una goccia d’acqua nell’Atlantico. Ma forse perché il mio “commento” è finito dalle parti del mio “diario”, ho curiosato, trovando oltre ad una fiumana di clikkate a più zeri relative a lui, un successivo post di Sgarbi che contestava il menù della sua situazione alimentare in campo ASL. Questo il testo: “ho chiesto cappelletti in brodo e mi hanno portato un tè.” Era il supremo canto di un cantante in un karaoke fatto con le dita…o era l’ultima sgarbiàna occasione per pigliar per culo il mondo in browser? Non era certamente della stessa dignità espressiva del dantesco “Amor ch’a nullo amato amar perdona”, né un “Addio monti sorgenti dall’acqua ed elevati al cielo”, o l’esordio del carme “I Sepolcri”, ma non per questo verrebbe di dire che “tasteggiare” con tanto “feisbukpensiero” serve soltanto a conquistare illustri anonimi demenzialmente sparsi nel Web, e ad asservirli alla propria “visibilità”, anche a costo di comunicati vistosamente ebeti che facebook sa rendere ricchissimi. Soprattutto di “mi piace”… “A a facc’d’o’ k…!” Una tempesta di “mi piace”, e una grandinata di commenti su cappelletti (o tortellini che fossero)! Vista l’autorevole notorietà del feisbukiano in questione, ho trovato la cosa un po’ridicola.., e ho voluto inviare un altro mio commento, stavolta un po’ più ruvido. Sparso anch’esso tra ventimila altri, e tra migliaia di “mi piace”, eccomi ad aver rovesciato un’altra goccia d’acqua nell’oceano. Diteggiando qua e là, però, mi è capitato di scoprire che erano tutti in rete, e non senza curiosità ho voluto regalarmi un’ora di clik in proposito, e cercare…cercare…cercare. Che dire? Centinaia e centinaia di kazzate lette l’una dietro l’al- tra, e non tutte servite in piatto d’argento e guanti di velluto. Migliaia e migliaia di kazzate commentanti una feisbuKazzata tirata su probabilmente per attirare le mosche al miele, o da tutt’altra parte. A questo punto la cultura del voler “pigliar per culo” il mondo sembrerebbe essere diventata una cosa “sgarbianamente molto seria”. La direi “ai limiti dell’interpretazione”. Detrattori, ammiratori e soprattutto ammiratrici da tutte le parti, a dire la loro su una comunicativa che come messaggio è una mediatica esagerazione che farebbe ridere anche chi sta piangendo, ma che purtroppo sa agganciarsi ottimamente al carrozzone di questo mondo (che fa acqua e clik da tutte le parti). Potenze degli dei che banchettano tra le nuvole della piazza pazza! A dirigere il concerto (…e con successo…) i cappelletti! Minimo si sfiorava la rissa tra Reggio Emilia e Modena…sulla paternità della ricetta o del d.o.c. E il felice destino di queste chiassosissime minchiate sarebbe il numero delle clikkate raggiunte? Più zeri ci sono…e meglio è? Ti auguro ogni bene, Vittorio, e in ogni caso non prendertela; un post sui pasti di un convalescente alimentato in ospedale, per quanto celebre, non è una gran notizia. Qualche volta sarebbe il caso di lasciar perdere certe insipide occasioni da postare! A meno che quest’Italia formato “mi piace” non avesse bisogno di disquisire tra tortellini e cappelletti per confortare, sulla tua bocca e sul tuo nome, l’origine e la denominazione geografica garantita della pastasciutta emiliana con ripieno di prosciutto e parmigiano. Riposarsi, in certe situazioni, e lasciar perdere facebook e la sua raffica di zeri è meglio che fare protagonismo della serie POSTO ERGO SUM. Secondo me questi “mi piace”, questi tam-tam delle cincischiate clikkate a tutti i costi, non dovrebbero servirti. Tanto vale procurarteli, allora… Con tutto il tempo che si spende picconando nei tasti di facebook, e con tutto quello che s’ha da fare nei propri immensi impegni di giornata, occorrerà impiegare per lo meno un esercito di impiegatucci addetti a selezionare tra centomila quella scarsa dozzina di commenti intelligenti o interessanti, o quell’altra dozzina di minchiate a carico delle tue spalle (perché ce n’erano), sulle quali poter clikkare anche tu il tuo ironico “mi piace” (in un eterno ping-pong del pigliarsi per culo a vicenda). O c’è da ritenere, forse, che quel che in facebook interessa è solo la compiaciuta visione di un numero? Un milione di “mi piace” e mezzo milione di commenti bianchi e neri per un gramo pranzo - neanche fatto (probabilmente) - sono l’immortalità dei condottieri mediatici del nostro tempo? Misura per misura..? oppure - costi quel che costi - è ben gradita la cura di un miliardo di “mi piace”? Va da sé che la quotazione dei cappelletti avrà senz’altro registrato un’impennata in borsa. E adesso un po’ di filosofia feisbukiana dell’ultima ora. Quando Vittorio Sgarbi cerca di risolvere altrimenti il suo protagonismo televisivo, ormai divenuto di maniera, cambia registro...e si fa teologo. Il suo carisma telemediatico è sempre in atto; dovunque e comunque. E ovviamente gli concede di tutto. E qualche volta anche castronerie storico-religiose. C’è da ridere di certe sue filosofie televisive, non meno che degli strafalcioni teologici con i quali fa salotto. Dopo l’ultima sparata su “il vero musulmano buono è ateo”, in cui dimentica di tener conto che “musulmano”, per definizione, non è un abitante di uno stato, ma un credente nell’Islam, e di conseguenza non può essere definibile ateo (se non da uno Sgarbi sempre furente) eccolo definire sempre in facebook (o dove non so, ma in facebook l’ho trovato) la figura del Cristo. “ Il suo grande valor fondamentale (cito riassumendo) è nell’essere sostanzialmente e formalmente uomo, prima che Dio. Questa la sua grandezza! Ha una madre, sta con una Maria di Magdala, e probabilmente non è neanche risorto.” Fatto vero questo tuo sofisma personale, Vittorio, si dedurrebbe come primo corollario sia che anche lui fosse un riformatore religioso come tanti altri, e che anche il Lazzaro risorto non si trova; che forse è Ri-morto un’altra volta (non si sa come o dove...), e che alle nozze di Cana si pasteggiò con sola acqua minerale, e che la moltiplicazione dei pesci fu anch’essa piuttosto dubbia, quanto l’ascesa in cielo e il cammino sulle acque. Se rimuovi la “resurrezione”, il senso del tuo teologismo è fatto di chiacchiere maldestre e inascoltabili… E come secondo corollario, assai espanso, c’è da dire questo: se non c’è indimostrabile e specifica natura divina del Cristo, decadono le favole evangeliche, e rimane solo il Paolinismo che ha gestito il tutto; e tu a ri-gestirlo...e correggerlo. Scusa, ma la tua teologia, se ad un homo televisivus che pende dalle tue labbra per costume nazional popolare sembrerà un grande parlare, ad un libero pensatore colto quanto te pare solo una sgangherata scemenza sproloquiata per far audience. PDF Compressor Pro 26 1 febbraio 2016 L’ISOLA IN CUCINA di Roberto Loddi de Santu ’Engiu Murriabi MERAVIGLIAS DE LACONI Le frittelle di carnevale risalgono alle “frictilias” dell’antica Roma, fritte nella sugna e irrorate con miele caldo in occasione del periodo carnevalesco. Facendo un giro per l’Italia noteremo che le frittelle assumono parecchi nomi diversi in base alla preparazione e alla regione. Per esempio in Sardegna le chiamano “chiacchiere”, (meraviglias in dialetto) e si differenziano dalle altre per la colata di miele amaro subito dopo averle fritte, poi spolverate con zucchero al velo, scorze d’agrumi non trattate grattugiate e sono tipiche di Laconi in provincia di Nuoro. Una vera libidine consumate insieme ad un calice di moscato dolce (muscadeddu) di Sardegna. Proseguendo il giro, sempre parlando di chiacchiere le troviamo anche nel Lazio, in Sicilia, in Abruzzo, in Campania, sempre in Campania in alcune zone si chiamano “pampuglie”. Sempre chiacchiere anche in Umbria, Basilicata, Puglia, Emilia e Toscana. Rimanendo in Toscana a Viareggio, le chiamano “cenci”, in Liguria troviamo le “bugie”, così come in Piemonte. In Abruzzo ci sono anche le “cioffe”, mentre i “cróstoli o gròstoi o grustal”, “ga’lani o sosole” li troviamo in Veneto, Trentino e Friuli. Nel Molise troviamo i “cunchiell’ o qunchiell”, in Emilia i “rosoni”, “intrigoni”, “lasagne”, “sprelle o sfrappole”, “fiocchetti”, “galarane”, “saltasù”. Troviamo ancora le “frappe” pure in Umbria, nel Lazio e nelle Marche. Sempre nelle Marche in alcune zone le “sfrappe”. Ancora in Piemonte “risòle”, “gale o gali” con le “gasse” dell’alessandrino”. “Manzole”, “lattughe o latÖghe” in Lombardia. Tanti ancora sono i nomi dialettali di questi dolci carnevaleschi nelle regioni italiane, sta di fatto che, qualunque sia il nome delle frittelle, che siano ricoperte di zucchero al velo, di miele o quant’altro sono una vera delizia per il palato dei più golosi. Ingredienti g 500 di farina manitoba, g 85 di zucchero comune, 4 uova intere più un tuorlo, g 50 di strutto, g 250 di miele amaro di corbezzolo, la scorza di 1 arancia e 1 limone non trattati grattugiata, un bicchierino di limoncello, olio di arachidi per friggere, zucchero a velo, sale q.b. Preparazione Prima di tutto setaccia la farina, poi disponila a fontana su di una spianatoia, quindi tuffaci al centro le uova sgusciate più il tuorlo insieme a una presa di sale, lo zucchero, lo strutto ammorbidito a temperatura ambiente, la metà delle scorze di agrumi grattugiate, il limoncello e poca acqua tiepida, qualora fosse necessaria per ottenere un impasto privo di grumi e omogeneo. Fatto, avvolgi il composto in un canovaccio e lascialo riposare in luogo fresco un’oretta. Trascorso il tempo, stendi la pasta a sfoglie sottili e con l’aiuto di una rotella dentata ritaglia tanti rombi o strisce quante ne consente la pasta, ritagli compresi e, man mano che le prepari, friggile poche alla volta in abbondante olio bollente. Appena le meraviglias risulteranno dorate da ambo le parti, scolale su dei fogli di carta assorbente da cucina a perdere il grasso in esubero. A questo punto, irrorale con il miele fatto sciogliere a bagnomaria insieme alle restanti scorze di agrumi, infine cospargile con abbondante zucchero al velo e servile. Vino consigliato: Moscato di Sardegna, dal sapore delicato, fruttato, tipico e dolce. Villamar Quando la gestione del verde pubblico funziona a dovere Lungi da me esaltare le gesta dell’amministrazione comunale di turno. Ritengo tuttavia doveroso segnalare come negli ultimi anni Villamar sia diventata, in termini di pulizia delle strade e nella gestione delle aree verdi, un vero e proprio modello da seguire. Tali considerazioni, ovviamente, non vogliono generare un conflitto con la gestione del servizio pulizie in altri paesi, considerato che spesso a fare la differenza è la questione appalti, il cui esito, pur anche gestendo la gara con la massima trasparenza possibile, porta spesso a risultati che possono essere ben lontani dai buoni intenti. Chi ha amministrato la “res pubblica” infatti sa benissimo che, anche con il massimo dei buoni propositi, le gare pubbliche possono andar bene o male. E quando vanno male la colpa è di tutti o di nessuno. O forse sì, un colpevole alla fine c’è sempre e si chiama “sistema troppo macchinoso”, quello degli appalti appunto, che in un certo qual modo lega gli amministratori a dover accettare, giocoforza, i servizi di società che svolgono servizi essenziali e che col tempo si rivelano dei veri e propri flop. Il tutto, ovviamente, con buona pace dei cittadini che alla fine sono quelli che pagano la Tasi, la tassa comunale sui servizi pubblici. La possibilità che possa esistere incapacità da parte dell’amministratore di turno non è certo una leggenda metropolitana, tuttavia non possiamo far finta di vedere che l’esito delle gare possa alcune volte dar risultati buoni e altre volte invece decisamente negativi. Di inefficienze subite però i cittadini ne hanno le tasche sin troppo piene e spesso non rimane che guardare con ammirazione a realtà della Penisola che invece riescono a raggiungere risultati straordinari nei servizi pubblici abbinando virtuosità ed efficienza. Però, ci chiediamo: perché guardare sempre l’erba del vicino (il “caro” nord Italia o l’Estero) e non provare a copiare chi da tempo in casa nostra raccoglie da tempo buoni risultati? Già, perché anche da noi esistono sistemi efficienti. Ne parlavamo proprio all’inizio: a Villamar, negli ultimi anni, si è creato un modello efficiente in quanto a pulizia delle strade e gestione del verde pubblico. Tutto ciò, ovviamente, non è frutto del caso, infatti la società che attualmente si occupa della gestione (La. So.Pa. società cooperativa sociale attiva nel paese da cinque anni) spiega il perché di questo successo attraverso il suo presidente Luca Atzeni: «Nessun grande segreto, soltanto grande attenzione ad alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto disponiamo di una squadra laboriosa composta da cinque operai che lavorano per l’anno intero: non potremmo offrire il buon servizio che ci viene riconosciuto se avessimo un numero inferiore di addetti. Altro punto importante è il senso di responsabilizzazione dei nostri operai: tutti sono consapevoli che loro sono i primi cittadini (essendo tutti villamaresi) e i soldi che percepiscono dalla nostra impresa sono frutto della vittoria dell’appalto comunale che altro non sono che gli stessi soldi della Tasi pagata dai cittadini. Insomma, non possiamo permetterci di fare brutte figure nei confronti di chi (ci) paga». A sentir parlare Atzeni sembrerebbe tutto ovvio, eppure altre esperienze ci insegnano che non sempre è così. «Responsabilizzarci in questo modo - continua il presidente crea una situzione di auto-controllo dell’impresa che ci porta ad un’ottima pianificazione delle giornate lavorative, ad una velocizzazione delle mansioni e ad un risultato di pulizia e manutenzione delle aree verdi più che soddisfacente. Il paese, e questo ce lo riconoscono spesso anche i nostri compaesani, è pulito e a noi questo non può che far piacere». L’appalto grava alle casse comunali per una cifra annua che oscilla fra i novanta e i centomila euro, una cifra sostenuta dai circa 1.250 utenti che pagano la Tasi. «Facendo un po’ i conti della serva - sottolinea Atzeni - a fine anno la nostra società riesce ad andare in pareggio con le spese sostenute. Non ci sono segreti quindi se non quello di essere un gruppo molto responsabile costituito da persone serie e dedite al lavoro. Attualmente siamo impegnati in altri due appalti, uno a Selegas e l’altro a Tuili: nei luoghi in cui la nostra cooperativa vince le gare ci impegnamo ad assumere esclusivamente gente del posto, questo perché riteniamo che il modello adottato a Villamar sia quello fra i migliori per ottenere buoni risultati». Quali gli obiettivi futuri? «Sarebbe bello decorare il paese con ornamenti floreali e piccoli prati soprattutto lungo la via principale, questo però significherebbe presumibilmente gravare con ulteriori tasse sulle tasche dei cittadini e non è ovviamente ciò che vorremmo. Speriamo che in un prossimo futuro, al di là del fatto se saremo noi o meno a continuare a gestire questo servizio, le disponibilità finanziarie comunali permettano la realizzazione di quest’intento», risponde Atzeni. Apprendiamo quindi che la ricetta in realtà sia molto più semplice di quanto possa sembrare, servono una buona dose di impegno lavorativo, una squadra di lavoratori di prima scelta, un pizzico di senso di appartenenza al proprio paese e tanta voglia di far bene nel rispetto del giudizio dei cittadini che in sostanza sono coloro che, attraverso i loro soldi, permettono di mettere in moto questa macchina. É grazie a questa ricetta che la gestione della pulizia e quella delle aree verdi nel paese di Villamar continua a collezionare complimenti ed elogi. Simone Muscas IL PUNTO DELLA SITUAZIONE di Maurizio Onidi LA SARDEGNA MERITA PIÙ ATTENZIONE Prendo spunto dall’editoriale di Gian Paolo Pusceddu pubblicato sulla Gazzetta del 15 dicembre per condividerne e riprenderne il tema affrontato. Mai come in questo momento sono necessari interventi urgenti che pongano le basi per una inversione di tendenza in materia di sviluppo economico, occupazione e politiche giovanili. Non c’è bisogno che ce lo ricordi l’Istat con la classifica delle regioni sul reddito procapite. Basta guardarsi attorno per capire che la nostra regione è nelle posizioni più basse. La forbice, tra nord e sud dello stivale, comprese le isole, si è ulteriormente allargata. Lascia ancora più sconcertati la mancanza di prospettive future che possano incidere in modo radicale. Si va ancora avanti con soluzioni tampone. Si ha la netta sensazione che la nostra classe politica faccia molta fatica a farsi ascoltare dal governo centrale, perché? Prendiamo ad esempio la zona franca, perché non è mai decollata? Posso affermare senza pericolo di smentita che chi come me è diversamente giovane, da molto tempo ne sente parlare, sembra cosa fatta e poi tutto torna nell’oblio. Con molta lungimiranza, i nostri padri costituenti, nel lontano 1948, all’atto della promulgazione della legge costituzionale n. 3, con la quale veniva emanato lo statuto speciale per la Regione Sardegna, avevano previsto la possibilità che nell’isola, proprio per questa sua peculiarità, si potessero istituire punti franchi. Giusto per rinfrescarmi la memoria, zona franca significa attirare capitali freschi e tutti sappiamo benissimo quanta liquidità circoli in questo momento. Zona franca significa meno tasse, meno imposte, costi del carburante dimezzati e chi più ne ha più ne metta. Da semplice cittadino sardo e residente da sempre in Sardegna, ancorché domiciliato “in continente”, mi permetto di suggerire ai nostri illuminati governanti di fare una gita (ovviamente a loro spese, visto quello che percepiscono) a Livigno oppure se preferiscono a Campione d’Italia, città famose oltre che per il fresco clima dove soggiornare nelle caldi estate, per essere zone extradoganale o zone franche, con somma gioia di tutti i residenti visto il reddito procapite. Dimenticavo: se qualche nostro politico decidesse di fare la gita, gli auguro ovviamente buon viaggio con l’augurio che al rientro metta a frutto l’esperienza fatta. PDF Compressor Pro 1 febbraio 2016 27 Sport La società ha un settore giovanile con oltre 110 tesserati L’Olympia Villacidro regina del cross U n trionfo per la società di atletica villacidrese Olympia che vince il titolo sardo 2016 a squadre nelle categorie ragazzi e ragazze, quindi sia in campo maschile che femminile. È stata una grande giornata di sport a Capoterra: oltre 800 atleti si sono dati battaglia in un bellissimo percorso campestre in località Is Olias. Villacidro è stata rappresentata da ben 2 società: Olympia Villacidro (con 52 atleti) e Villacidro Triathlon (24 atleti) entrambe protagoniste. La gara di Capoterra ha assegnato alcuni titoli sardi tra i quali quelli individuali di cadetti e cadette e a squadre categorie Ragazzi maschili e femminili. Ebbene nella categorie ragazzi si è laureata campionessa sarda 2016 di cross l’Olympia Villacidro sia per il settore maschile che per quello femminile. Il regolamento prevedeva di prendere in considerazione i primi migliori 5 piazzamenti su un minimo di tre. Bellissima la gara corsa sulla distanza di 1 km con Simone Cadeddu splendido 3° (nella foto nel podio con Ciriaco Fronteddu di Dorgali 1° e con Daniele Congia di Fluminimaggiore 2°), poi Alessandro Figus (5°), Nicola Labriola (10°), Alessio Lai (22°), Enrico Deidda (33°) e Nicola Muscas (34°) - (completa la squadra campione Michele Murgia assente per indisponibilità). Con 132 punti staccano in classifica generale Polisportiva Uta 2000 (110 punti), Gonone Dorgali (79), Ichnos Sassari (62) e il Villacidro Triathlon (53 punti grazie ai piazzamenti di Gabriele Vacca 9°, Giorgio Pibiri 31° e dei fratelli Filippo e Marco Loru, rispettivamente 35° e 36°). Molto più sorprendente la vittoria delle ragazze dell’Olympia Villacidro che hanno avuto la meglio su Serramanna per soli 2 punti (103 a 101) grazie ai seguenti piazzamenti: Simona Piras (10°), Elena Giua (16°), Lussu Maria Faustina (17°), Maria Giulia Pittau (29°), Giorgia Spada (30°) e Valeria Vacca (36°). Da citare anche la settima componente delle neo campionesse regionali: Valeria Garau, assente per malattia. Al terzo posto la Ichnos di Sassari (91 punti), Cagliari Atletica Leggera (64 punti), Villacidro Triathlon (53 punti) e l’Atletica Fluminimaggiore che chiude la classifica con 45 punti. Nella categoria Junior si è avuto invece il dominio dei forti triathleti del Villacidro Triathlon che lungo gli 8km del duro percorso hanno sbaragliato gli avversari con Matteo Collu primo ed Emanuele Aru secondo. Per l’Olympia Villacidro non vanno dimenticati anche 3 podi individuali per Michela Pilleri (seconda nella categoria EFC), Simone Cadeddu 3° RM e la vicepresidente Ludovica Marini terza nelle master femminili. Ottime anche le prove di Carlo Pibiri 5° negli Esordienti A e di Marianna Deidda che ha chiuso la gara delle esordienti A femminili al 4° posto. Emozionato e contento il presidente dell’Olympia, Angelo Salis, per questo doppio titolo a squadre che dà un chiaro segnale della bontà del settore giovanile dell’Olympia Villacidro, frutto del costante impegno di un gruppo affiatato di volontari che con passione trasmettono l’amore per l’atletica e per lo sport in generale. Salis fa notare orgoglioso che nella categoria master hanno corso tutti i 7 membri del direttivo: presidente, vicepresidente, segretario e 4 fra tecnici e consiglieri. Attualmente l’Olympia Villacidro ha un settore giovanile con oltre 110 atleti tesserati (dai 6 ai 15 anni) seguiti da 6 istruttori e un settore master con circa 40 atleti seguiti da 2 istruttori. Gian Luigi Pittau Villamar Terza Divisione femminile: dopo anni d’oblio risorge il volley Il sedici gennaio la nuova società Volley Mara Arbarei ha giocato contro il Villaspeciosa la prima giornata del campionato di Terza Divisione femminile di pallavolo. Villamar è sempre stata una piazza dalla buona tradizione pallavolistica, da alcuni anni aveva sospeso tutte le attività chiudendo le possibilità a tanti giovani del paese di affacciarsi a questo entusiasmante sport. È stato un gruppo di giovani intraprendenti del paese, dopo una serie di lungaggini burocratiche (su tutte l’affiliziazione alla FIPAV, la richiesta della palestra comunale, il reclutamento di un numero sufficiente di tesserati), a far rinascere una società pallavolistica, la Volley Mara Arbarei appunto. «La nostra - spiega la presidente Sonia Caneglias - è una vera e propria scommessa, stiamo cercando di mettere su un gruppo coeso che con gli anni possa crescere in modo da ridare lustro e prestigio a questo bellissimo sport nel nostro paese. Al momento siamo riuscite ad allestire tre categorie: il minivolley, la squadra under 13 femminile e, appunto, la categoria adulte che ha esordito oggi nel campionato di Terza Divisione femminile». La pratica del volley a Villamar è lunga un ventennio, con una pausa negli ultimi anni. Intorno al 1995, un gruppo di appassionati guidati dall’allenatore e arbitro Giannetto Montisci fondò la Gimnos Villamar, società che in pochi anni divenne un vero e proprio modello sforando all’inizio del nuovo millennio la quota storica di cento iscritti. Oltre alla tanta partecipazione, per la Gimnos non mancano però i grandi risultati in bacheca: la vittoria nel 2002 del campionato Fipav di Prima Divisione maschile con la conseguente partecipazione l’anno successivo a quello della Serie D e la vittoria del campionato di Terza Divisione femminile appena qualche anno fa. Tutti successi raccolti con Giannetto Montisci alla guida tecnica delle squadre. Da non dimenticare inoltre le tante soddisfazioni raccolte nelle categorie Minivolley e nell’Under 15 maschile e femminile, oltre ai successi in campionati di federazioni meno prestigiose della Fipav, quali il Csi. «Ripetere le gesta e i numeri di adesione della Gimnos nei suoi anni d’oro rappresenta un sogno - continua la presidente - infatti per il momento è già un gran successo essere riusciti a ripartire. Abbiamo una ventina di tesserati, speriamo tuttavia di riuscire a seminare bene questa stagione e a far quindi decollare il progetto nei prossimi anni. La scommessa, viste le numerose difficoltà, non è semplicissima; tuttavia ci raccontano che non è stato facile neppure durante i primi anni della fondazione della Gimnos. Se si è riusciti allora, non vedo perché non si possa riuscire oggi. Quest’anno paghiamo l’handicap di aver avuto numerose spese iniziali e commesso qualche errore per inesperienza; dalla prossima stagione ci auguriamo di migliorarci. Per far questo servirà che il gruppo societario rimanga ben coeso e le squadre riescano ad amalgamarsi bene, non soltanto dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto da quello umano». Oltre a Sonia Caneglias questi gli altri componenti della società: Ilaria Cogoni, Cristina Mura, Federica Podda, Antonio Pintori, Susy Susanna e l’allenatrice Giorgia Mura. Per iscrizioni o per informazioni un rappresentante della Volley Mara Arbarei è disponibile nella palestra delle scuole medie il lunedì, mercoledì e giovedì dalle 17,45 alle 19,45. Per la cronaca la partita è terminata con il punteggio di 0 a 3 per il Villaspeciosa che ha dimostrato di essere una compagine molto forte ed esperta. Al di là del risultato rimane il fatto che questo rappresenta il primo mattone di quello che si spera un giorno possa essere un bel muro sul quale poter scrivere le gesta di una grande società. «Al momento - conclude Sonia Caneglias - è soltanto un sogno, però chissà: infatti spesso è dalle situazioni meno congeniali che capita vengano scritte le storie più belle. Ci auguriamo che il futuro, prima o poi, possa sorriderci». Simone Muscas PDF Compressor Pro 28 1 febbraio 2016 Villacidro. Triathlon Valerio Curridori in Nuova Zelanda I l triatleta della Villacidro triathlon conclude l’ironman 70.3 a Taupo in Nuova Zelanda in 5 h e10': tempo ragguardevole, ma non sufficiente per conquistare il podio, cosi come da tempo siamo abituati a vederlo in occasione degli eventi internazionali. Un viaggio lungo, estenuante, logorante, concentrato nell’arco di pochi giorni: 23 h di volo ed un fuso orario di 12 necessitano di tempi più lunghi per essere completamente smaltiti! «Indubbiamente - afferma l’atleta - il parziale recupero ha influito sul risultato; comunque è bene ricordarsi che ogni tanto in qualche angolo del pianeta si incontrano avversari che, per una serie di coincidenze, risultano più forti e dunque... onore al vincitore!». «Le difficoltà e le sensazioni negative emergono fin dalle prime bracciate nelle acque cristalline e trasparenti del lago Taupo; un diffuso fastidio, una inspiegabile pesantezza e fatica nei movimenti come se al posto delle gambe trascinassi enormi macigni hanno reso i 1900 mt di nuoto interminabili e spossanti», aggiunge Curridori. In bici sembra vada meglio e dopo i primi 8 km che costeggiano il lago si affronta una salita che conduce verso le zone interne. L’ironman 70.3 (1.900mt di nuoto, 90 km in bici, mezza maratona a piedi ) è una disciplina che ammette poche distrazioni o leggerezze: tutto è spinto al limite; tutto è finalizzato a sostenere una fatica impensabile che si protrae per ore. Sono necessari concentrazione, testa, cervello, perfetta conoscenza dei propri limiti e attentissima gestione delle energie. Non si può restare freddi e indifferenti tuttavia quando, in cima all’ascesa, la strada si apre a scenari che tolgono il respiro arricchendo di ulteriore stupore quanto già visto il 1° giorno in auto lungo i 360 km che, dall’areoporto di Auckland nel nord dell’ isola, conducono a Taupo. A metà percorso, nonostante la fatica e la consapevolezza di vivere in pieno una giornata negativa sul piano fisico, la media è di 35 km orari: velocità più o meno costante per tutti i 90 km di un tracciato esposto al vento e con continui saliscendi. Ma è la terza frazione della gara, i 21,5 km di corsa, che occupa la mia mente e mi spaventa: non riesco a pensare ad altro al punto che percorrendo gli ultimi km in discesa, rischio di finire fuori strada per distrazione e pessima impostazione delle traiettorie nelle curve. Conclusa anche la prova in bici... Ci siamo! Via il casco, scarpe da corsa, cappellino, due gel. Si corre lungo il lago, tra due ali di folla colorata, ordinata e partecipe. I km diventano uno strazio, sono interminabili e sofferti fino all’ultimo metro. Per quanti sforzi faccia, per quanto cerchi di richiamare immagini di altre fatiche vissute, non riesco a dare un senso a quella sofferenza brutale. È un incessante conflitto tra cervello che ordina alle gambe di andare più forte e queste che, invece, diventate ormai di piombo, esauste,spente e insensibili a qualunque comando, si arrendono e si trascinano con l’unico obiettivo di portare a termine quel calvario e onorare comunque la gara. “ Non ho vinto, ma sono un uomo migliore!» È evidente la delusione: hai da rimproverarti qualcosa? Nel complesso direi di no, il tempo a disposizione nelle trasferte è sempre limitato ma questo è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto. Una certa amarezza non posso nasconderla perchè mi sarebbe piaciuto chiudere il 2015 con una vittoria. È stato un anno intenso con ben 7 ironman disputati: Dubai ( E. Arabi ) - Putrajaia ( Malesia ) - Cagliari Rapperwill ( Svizzera) - Haugesund ( Norvegia ) - Budapest ( Ungheria) - Zell Am See ( Austria ) - Taupo ( Nuova Zelanda . 3 vittorie ; un secondo posto ; un quinto ; un settimo ; uno non concluso per caduta. Come un sarto mi piace ideare, disegnare, tagliare e cucire i miei viaggi che abbinano la competizione sportiva alla conoscenza di nuove terre e nuove culture e dunque, alla fine, sono sempre positivi, gratificanti e appaganti al di là del risultato, come in questo caso. La Nuova Zelanda a lungo fantasticata è terra ai confini del mondo, di impareggiabile bellezza e di forti contrasti: verdi e dolci pianure dove pascolano migliaia di ovini e bovini e alture scoscese; prati fioriti e fiordi selvaggi con insenature mozzafiato; venti antartici impetuosi e freddi e tramonti languidi e caldi sui laghi e brezze profumate nella sera; spiagge dorate e cascate potenti e, ovunque, pennacchi e vapori geotermici. Un paesaggio che varia continuamente, dai colori forti e vivi come quelli di una cartolina. E su tutto una pace ed una atmosfera inenarrabili, un senso di libertà e di distacco dal mondo forti al punto che viene da dire: Mollo tutto e vengo a vivere qui ... Tanti anni nel ciclismo, poi nel 2005 esattamente 10 anni fa, sei approdato al triathlon maturando esperienze in tante parti del mondo e accumulando ricordi , emozioni e conoscenze. Sì, esattamente 10 anni fa ... Per gioco, per curiosità, per noia e forse perchè era giunto il momento di percorrere nuove L’Atletica Serramanna al Festival del Cross Si è svolta domenica 17 gennaio, a Capoterra, la seconda tappa del circuito campestre 2016 valevole per l’assegnazione dei primi titoli regionali dell’anno, individuali per la categoria Cadetti e a squadre per i Ragazzi. Ancora una volta l’Atletica Serramanna si presenta carica e con numerosi atleti, oltre quindici i bambini, tanti esordienti alla loro prima gara. Il Festival del Cross vede il gruppo sportivo serramannese in undicesima posizione nella classifica generale su 28 società, con 298 punti, ventiduesimi nella categoria maschile con 103 punti grazie alla squadra Promesse/Senior M23 e noni su 22 posizioni nella categoria femminile. A Capoterra le tre ragazze di Serramanna perdono di un soffio la prima posizione con 101 punti, contro i 103 della prima classifica, l’Olympia Villacidro, che ha potuto schierare cinque atlete. Dopo un 2015 concluso positivamente il nuovo anno inizia con grandi soddisfazioni per gli atleti e la società sportiva che lavora per crescere e migliorarsi. (e. f.) strade e sperimentare altre dimensioni e in definitiva c’era desiderio di mettermi alla prova: vedevo il triathlon come l’essenza della sfida sportiva individuale e dell’ avventura nel contempo. Da 2 anni nella diga del Rio Leni a Villacidro si svolgeva l’XTerra Italy off road che richiamava atleti da ogni parte del mondo. Professionisti e non, maschi e femmine, tutti insieme, nuotavano sulla distanza di 1500 mt e poi, velocissimi nei movimenti, saltavano sulla mtb e sparivano ingobbiti per percorrere 35 km di sterrato: ripide salite, sentieri impervi, discese vertiginose e tratti da percorrere con la bici in spalla. A conclusione della prova ancora 10 km a piedi. Incredibile! Non avevo mai visto nulla di simile e mai avevo sentito parlare di triathlon, quegli uomini erano fuori dal comune: non era possibile praticare tre discipline insieme! Avevo 52 anni, la mia fantasia aveva messo le ali e ormai volava senza freni... La sola idea di concludere una simile sfida mi riempiva di di gioia. La prima gara proprio a Villacidro e che emozione! Nonostante una foratura, mi classificai al primo posto nella categoria : seguirono lo stesso anno l’XTerra Austria e Germany. Allora non sapevo nulla delle prove terrificanti: sentivo parlare di ironman... di 3.800mt di nuoto, di 180 km da percorrere in bici senza scia e per concludere, di 42 km di corsa a piedi (una maratona!) No, non era possibile, era assurdo! No! Non era roba per me! Ma, tre anni dopo, eccomi schierato a Nizza! Tre gli ironman, tre di seguito! La fabbrica dei miei sogni lavorava senza sosta progettando sfide e allargando a dismisura gli orizzonti. È il momento del leggendario triathlon Alpe D’Huez e delle acque gelate del lago Verney, delle salite Alpe du Gran Serre e col d’ Ornon da affrontare prima della mitica ascesa finale all’ Alpe D’ Huez - 14 km con pendenza media del 10%. E per concludere, 21,5 km a piedi .E cosi ho messo nella cassaforte dei ricordi due epici triathlon “Alpe D’ Huez “. Allora non sapevo nulla del triathlon internazionale - long distance - di Abu Dhabi e dei 200 km da percorrere nel deserto! E cosi ho portato a casa anche due triathlon di Abu Dhabi E poi le isole Hawaii: e ancora triathlon in Canada...E trionfi sui fiordi norvegesi... a Punta Del Este in Uruguay... a Panama...in Malesia ...in Thailandia... in Corsica ...in Polonia...in Slovenia...a Dubai ecc.ecc... Dieci anni: Una trentina di successi internazionali; Campione Mondiale nel 2010 nelle isole Hawaii; nel 2014, a Milano, la consegna dell’Oscar del triathlon quale miglior Atleta tra tutti gli Age Group...Quello che per me all’inizio era solo gioco, col tempo si è trasformato in stile di vita, impegno, dovere, rigore umano e alimentare. Dieci anni di risparmi per investire in fatica e allenamenti, molto spesso in totale solitudine, soprattutto nei mesi invernali: un modo diverso di interpretare l’esistenza arricchendola di emozioni e nuovi traguardi. Ne è valsa la pena! Dieci anni di ricordi e sapori custoditi nella mente e nell’animo. Dieci anni di viaggi. “ C’è chi andò nei boschi perchè voleva vivere con saggezza e succhiare tutto il nettare della vita... continuerò a fare triathlon e ad andare in giro per il mondo anche per non dover dire un domani, di non aver vissuto... ( e. m.) L’Unione ciclistica Guspini si prepara per la stagione 2016 Per l’Unione Ciclistica Guspini è già tempo di ripartire con la preparazione delle squadre agonistiche in vista della stagione 2016. L’imminente stagione agonistica sarà piena di impegni con le numerose gare regionali su Strada e MTB e l’impegno a confermare la partecipazione ai Campionati Italiani ed alle altre trasferte extraregionali. Tanti gli impegni e tante le aspettative, in particolar modo per la squadra principale Allievi/Juniores, che nel corso del 2015 ha ottenuto vittorie di prestigio culminate poi con la conquista di due Campionati regionali, su Strada e nella MTB. Per gli Esordienti, gli Allievi e gli Juniores, si partirà a marzo con la MTB regionale a Sassari, per poi proseguire a Olbia, Bosa e Gonnosfanadiga, mentre per l’attività su Strada, si dovrà attendere la prima settimana di aprile con la classica d’apertura a Olbia. Sempre ad aprile inizieranno i Campionati dei Giovanissimi. A difendere i colori sociali, oltre agli atleti locali, saranno presenti due ex Juniores della Terranova Olbia, Daniel Loi e Alberto Piras di Bari Sardo, l’ex Juniores della Palazzago Ozierese Claudio Piras di Serramanna, l’ex Juniores della Ossidiana Bike Marrubiu Nicola Biancu, l’ex Allievo della Ossidiana Bike Marrubiu Matteo Biancu, l’ex Juniores del VC Sarroch Carlo Sergio Manca, l’ex Allievo della Monreal Bike di San Gavino Ricardo Murgia e l’Allievo locale Mattia Fois. Non meno impegnativa sarà la stagione delle categorie Esordienti e quelle dei Giovanissimi della Scuola di Ciclismo. Nonostante la forte crisi economica e la scarsità di risorse pubbliche e private, si cercherà di ottemperare a tutti gli impegni, e tenere alto il nome della società guspinese nel panorama ciclistico isolano. Questo grazie al supporto di tutti i sostenitori esterni ed interni con particolare riferimento alle famiglie degli atleti ed ai soci. (s. d.) PDF Compressor Pro 1 febbraio 2016 29 Calcio Seconda Categoria: Siddi - Lunamatrona Grande successo di spettacolo e pubblico per il derby della Marmilla L o scorso 17 gennaio si è svolto il derby fra Siddi e Lunamatrona, partita clou del girone E di seconda categoria da sempre molto attesa dal pubblico e dalle due società. Sarà che ai primi degli anni ’50 Siddi era frazione di Lunamatrona, sarà per le inevitabili tante amicizie fra siddesi e lunamatronesi; fatto sta che questo match per molti tifosi è considerato un vero e proprio derby. La partita, l’ultima del girone di andata, si è giocata a Siddi in uno stadio che per l’occasione vede una grossa partecipazione di pubblico, circa 250 tifosi, nonostante le temperature bassissime e un freddo pungente. Sulla destra dell’unica gradinata è presente una folta schiera di tifosi ospiti con sciarpe e giubbotti biancoazzurri, mentre a sinistra vi è il pubblico di casa, con i propri colori sociali che per ironia della sorte sono gli stessi degli avversari. Le due compagini sono state allestite per il salto di categoria. Gli ospiti comandano la classifica, mentre i padroni di casa seguono a cinque punti. «Per noi - dichiara nel prepartita Michele Uras, presidente di casa - questo match è di vitale importanza perché, essendo staccati di qualche punto dalla vetta, dobbiamo cercare di accorciare il divario quanto prima. In settimana ci siamo allenati intensamente con la rosa al completo». «Ci teniamo a consolidare ulteriormente il primato. È un derby, ma per noi in questo momento viene prima di tutto la classifica», afferma il presidente avversario Roberto Moi prima del match. Giocatori in campo e formazioni al completo. Fischio d’inizio e pubblico inizialmente molto silenzioso. Dirige il giovane arbitro Podda di Cagliari. Poche le occasioni iniziali, solo da segnalare all’11’ una punizione di Saruis di un soffio al lato. Al 30’ però è il locale Solinas con un bel pallonetto a scavalcare il portiere e a buttarla in rete. È delirio fra i tifosi del Siddi che si alzano in piedi per applaudire il loro centravanti autore di un gol davvero molto bello. La partita però non decolla, è il tatticismo a farla da padrone. Molto falli e alcune ammonizioni rompono il gioco delle due compagini. Intanto il Lunamatrona perde per infortunio il difensore Casti che fa posto a Marongiu. Qualche tafferuglio tipico nel derby fra i giocatori alla fine del primo tempo (con relative urla dagli spalti) e squadre negli spogliatoi. Nel pubblico, intanto, provato dal freddo pungente, si cerca di conoscere i risultati dopo la prima frazione di gioco del Sanluri e del Samassi, compagini anch’esse coinvolte nella volata per la vittoria. Si rientra in campo. Dopo pochi minuti il Lunamatrona fa uscire il giovane Pinna e inserisce l’attaccante Uda, che quest’anno fatica di più a trovare la via della rete. Gli ospiti col passare dei minuti sembrano più decisi. Il gol per il Lunamatrona è nell’aria: su respinta del portiere Busni il difensore lunamatronese Brandu è abile ad insaccare. Uno a uno. Non passano tre minuti e, sugli sviluppi di un calcio d’angolo calciato da Saruis, il difensore del Siddi Luca Pisanu manda il pallone in rete. Il gol scatena le proteste degli avversari che discutono animatamente con l’arbitro perché, a loro dire, il pallone non avrebbe varcato completamente la linea di porta. La tecnologia “Occhio di Falco” però non è presente e l’arbitro non ha alcun dubbio a convalidare il gol. Gli ospiti non si demoralizzano, anzi si spingono in avanti con maggior veemenza. Al 74’ arriva il gol di Farris per il Lunamatrona. È 2 a 2, il nervosismo sale e aumentano i cartellini gialli nel taccuino dell’arbitro Podda. L’allenatore Luca Rugiu è un fiume in piena, in diverse occasioni varca la linea del campo per protesta contro le decisioni dell’arbitro. Finisce la partita. Alla fin dei conti è un pareggio con un suono decisamente più dolce per il Lunamatrona: con questo punto viene infatti mantenuta la vetta e la squadra al giro di boa diventa campione d’inverno. I giocatori in campo ringraziano i propri tifosi accorsi numerosi. Un pizzico di delusione invece in casa Siddi che, per voce del proprio presidente, accetta comunque un pareggio che alla fine, per quello che si è visto in campo, è da ritenersi giusto. Il campionato rimane comunque lungo. La differenza la farà chi, tra le quattro squadre di vertice (nell’ordine Lunamatrona, Sanluri, Samassi e Siddi) avrà la forza e la determinazione maggiore per arrivare in una delle prime due posizioni che permetteranno di accedere al campionato di Prima, da dove il Lunamatrona manca da tempo immemore, mentre il Siddi non vi ha mai giocato. Intanto, al di là di classifiche e punti, una nota d’onore merita il pubblico, ospite e di casa, che ha dato vita ad un bello spettacolo di tifo nel rispetto reciproco, pur con qualche sfottò di rito che non ha fatto altro che aggiungere spettacolo allo spettacolo. In un’epoca in cui persino nelle serie maggiori si vedono stadi desolatamente vuoti è bello assistere ad un pubblico così numeroso per una partita di seconda categoria. L’auspicio è che spettacoli del genere possano ripetersi ancora nel nostro territorio e, in particolare, che il prossimo derby possa essere, insieme a delle temperature un po’ più miti, ugualmente caldo nel cuore e negli animi dei tifosi, giocatori e dirigenti delle due squadre. Magari con la ciliegina sulla torta finale di due squadre che, all’ultima giornata di ritorno, possano festeggiare a braccetto l’accesso alla prima categoria. Simone Muscas In questa rubrica ospitiamo foto e messaggi di auguri per compleanni, anniversari di matrimonio, riunioni conviviali, nozze, nascite, battesimi, cresime, prime comunioni, lauree e ricorrenze varie da festeggiare. GONNOSFANADIGA 22.12.1979 - 22.12.2015 Tanti auguri S al or alvv at ator oree e er esa ia T Mar eresa Ter Maria VILLAMAR Tanti auguri a Giorgio e A ntonietta per il vostro 36esimo anniversario di matrimonio da Veronica, Alex, da fratelli, sorelle, parenti e amici. BARUMINI Il padre del sindaco ha compiuto 101 anni Giuseppe Lilliu ha raggiunto il prestigioso traguardo dei 101 anni, essendo nato il 23 gennaio del 1915. A festeggiarlo nella propria abitazione, la moglie Laudina Mureddu, i cinque figli tra i quali il sindaco Emanuele, sette nipoti, tanti parenti e amici. Il nonnino ha lavorato e sacrificato sin da bambino, svolgendo per oltre quarant’anni il pastore e poi l’agricoltore. Sacrifici che gli hanno permesso di allevare la propria famiglia. Con sorpre- sa, il paese famoso nel mondo per il nuraghe Su Nuraxi, apprende di essere terra fertile per i vecchietti: Giuseppe Lilliu raggiunge l’altra ultracentenaria Rosina Sergi, e altri novantenni si apprestano a raggiungere il secolo di vita. Davvero un bel record per il paese della Marmilla, in cui l’aria pulita priva di smog, poco stress, sana alimentazione e movimento fisico, contribuiscono a innalzare gli anni di vita. Carlo Fadda per un felice e sereno trentanovesimo anniversario di matrimonio. SERRAMANNA 25 DICEMBRE 2015 Cento candeline per Giovanni Paulis Dicono che nascere con la camicia porti fortuna; effettivamente, Giovanni Paulis di Serramanna che il 25 dicembre 2015 ha spento le sue prime 100 candeline, oggi potrebbe confermarlo. Nonostante questo notevole traguardo, la sua vita non è stata sempre fortunata, infatti, all’età di 5 anni ha perso sua madre e ha dovuto affrontare il mondo senza il suo sostegno ed il suo amore. Nato a Iglesias, è arrivato a Serramanna quando era militare e, dopo aver conosciuto Pietrina ed essersene innamorato, ha formato una famiglia insieme a lei e dal loro amore sono nati due figli. Ha imparato a guidare gli autotreni quando ancora non aveva 18 anni. Racconta lui stesso che la sua mansione era spazzare un garage: stando a contatto con autisti e mezzi di trasporto, “a orecchio” ha imparato a metterli in moto e farli funzionare e fare l’autotrasportatore è diventato il mestiere della sua vita. Fino all’età di 98 anni attraversava ancora il paese in bicicletta. La sua grande passione è la lettura: fino a poco tempo fa si recava lui stesso in biblioteca per prendere i libri in prestito. Legge ancora tantissimo e, si vanta Giovanni, non gli occorrono gli occhiali, in quanto la sua vista è perfetta come anche la sua salute. Mangia di tutto, gli piace il caffè e al posto dell’acqua beve aranciata: sarà forse questo il segreto della sua longevità? Francesca Murgia PDF Compressor Pro 30 1 1 febbraio 2016 AZIENDE Vero affare vendo a Villacidro zona centrale pastificio pasticceria. Tel. 070 9316061. (11/15) Cerco azienda agricola zootecnica, circa 30 ettari nel Medio Campidano. Potete contattarmi al 348 0447995. (18/15) Affittasi a Gonnosfanadiga in pieno centro (via Porru Bonelli) locale commerciale c/o espositivo mq 36. Per info 335 6226924. (02/15) Affittasi a Gonnosfanadiga locale pluriuso di mq. 120, piano terra adatto a sala riunioni, mostre, conferenze, manifestazioni varie, anche per un solo giorno. Per info tel. 335 6226924. (02/15) San Gavino Vendo o affitto locale pizzeria da restaurare. Forno a legna mq 100+90 area cortilizia. Prezzo ottimo da concordare; telefonare al 368 7604996. (15/15) San Gavino Vendo o affitto locale commerciale 110 mq completamente arredato per attività bar, climatizzato e pronto all’uso. Cortile esterno mq 95. Prezzo ottimo da concordare. Telefonare al 368 7604996-340 3964590. (15/15) Sanluri. 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Aveva 69 anni, ed era stato eletto nel 2008 con una lista civica. “Ignazio Fanni, per i Villacidresi il Dottor Fanni, amava la trasparenza, pratica sconosciuta dagli attuali politici. Un uomo dall’animo nobile che sapeva riconoscere i suoi errori. Un sindaco al passo con i tempi, che dialogava con i suoi concittadini anche attraverso il social network Facebook. La politica ormai è fatta di menzogne, corruzione e favoritismi di ogni genere. Non c’è più spazio per i “buoni”, per quelli che credono ancora che la pratica del governo sia un’arte nobile. Lo stimato farmacista amava divulgare le informazioni del palazzo, anche quando queste erano scomode per il suo governo. Non temeva il confronto: fu lui a lottare contro i potenti, quelli che si arroccarono le pretese di vedersi modificata la destinazione d’uso dei propri terreni, sostituendo la bandiera italiana esposta in municipio con quella di un grosso gruppo commerciale. Le urla di dipendenti sottomessi echeggiano ancora fra i meandri di piazza Municipio: “Vogliamo andare al cinema?”. Ma di quale cinema stiamo parlando? Sembrerebbe che non ci sia nemmeno l’ombra di un documento che attesti la volontà di costruirlo. Sottomesso da un male incurabile, riuscì ad assistere, anche se virtualmente, ad alcune riunioni contro il suo operato. Un gesto di cattivo gusto che solo la politica più becera, crudele e affarista ha avuto il coraggio di mettere in piedi. Ancora oggi si parla di immobilismo della macchina burocratica comunale durante il suo mandato, quello stesso immobilismo lamentato da una moltitudine di dipendenti seduti nel Salone Farigu durante l’ultima campagna elettorale. Ignazio Fanni serva da esempio per chi ancora oggi crede che la politica sia un’arte nobile, fatta per migliorare l’interesse dei cittadini e non quello delle proprie tasche”. Gian Paolo Marcialis La Gazzett@ffari BONUS ANNUNCIO GRATUITO E-mail: [email protected] Fax 0709785036 via Matteotti, 28 09036 - Guspini Scrivere in stampatello. Max 15 parole Testo.................................................................... ........................................................................... ........................................................................... ................................................................................. ........................................................................... .......................................................................... Cognome e nome........................................................ Indirizzo............................................................. Cap..................Città............................................ Prov..................... Tel......................................... Documento n°. .......................... del.................. Cod. Fiscale èèèèèèèèèèèèèèèè Dichiaro sotto la mia responsabilità di non rilasciare false dichiarazioni, di non operare come professionista nel campo dell’oggetto del presente annuncio. Acconsento al trattamento dei dati, d. lgs 196/2003. Firma.................................................................. PDF Compressor Pro 32 1 febbraio 2016