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la battaglia per i richiami vivi non è ancora finita - LAC

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la battaglia per i richiami vivi non è ancora finita - LAC
LA BATTAGLIA
PER I RICHIAMI VIVI
NON È ANCORA FINITA
In caso di mancato recapito inviare all’ufficio CMP Roserio - Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi.
Anno XXXVII, n. 2 2014 Poste Italiane Spa spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB MIlano
> RICHIAMI VIVI
RICHIAMI VIVI:
PASSI AVANTI
E PASSI INDIETRO
C
ome si ricorderà, la Commissione
europea il 21 febbraio 2014 aveva ufficialmente aperto una procedura d’infrazione a carico dell’Italia per la modalità di
cattura dei uccelli usati come richiami vivi.
L’uso delle reti nei roccoli (gli impianti da
uccellagione in cui si catturano gli uccelli
migratori che verranno poi ceduti ai capannisti) è infatti considerato una violazione della Direttiva Uccelli, in quanto lo
strumento di cattura, la rete appunto, non
è selettivo e non vengono effettuati da parte delle guardie preposte i rigidi e costanti
controlli richiesti dalla Direttiva. Controlli
necessari per verificare l’eventuale cattura di specie protette, che devono essere
immediatamente liberate, e una non tempestiva rimozione dalle reti degli uccelli,
anche di specie consentita, che restano
impigliati nelle reti.
Il 23 luglio scorso, il Governo ha perso l’occasione di dire addio per sempre alla pratica dei richiami vivi: Con 22 voti a favore
e 18 contrari, le Commissioni Ambiente e
Industria del Senato, in seduta comune,
hanno approvato il testo del Governo che
consente ancora la cattura e l’utilizzo dei
piccoli uccelli migratori come richiami vivi,
nonostante le richieste contrarie dell’Europa e delle centinaia di migliaia di cittadini
che avevano sottoscritto le petizioni e testimoniato la loro indignazione a Governo
e politica. Determinante, fra gli altri, il voto del
PD (ad eccezione di Laura Puppato e Monica
Cirinnà), che ha votato a favore dei cacciatori.
Il testo prevede che si possa continuare a
catturare e utilizzare piccoli uccelli selvatici
come richiami vivi. In sostanza, il medesimo testo già bocciato dalla Commissione
Ambiente e che aveva spinto Bruxelles ad
attivare la messa in mora dell’Italia, a febbraio. Aggiunge inoltre, a complicazione
della procedura, una serie di passaggi che
Numero 3/2014
BRESCIA: AMBIENTALISTI DENUNCIANO IL RISCHIO DI TRUFFE
C
renderà ingestibile la materia e spingerà la
Commissione europea a dar seguito all’infrazione. Infatti, l’Europa ribadisce il divieto
dell’uso delle reti, che in realtà in Italia è
l’unico metodo impiegato per la cattura
degli uccelli da richiamo.
Lo stesso 23 luglio, la Regione Emilia Romagna con la delibera 1232 autorizza le
province di Bologna Forlì-Cesena e Ravenna a catturare 3739 uccelli delle specie
Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena e
Merlo. Metodo di cattura, ovviamente, i tradizionali roccoli, quindi uso di reti.
Alla fine di luglio, la LAC, con il patrocinio
degli avvocati Claudio Linzola e Lorenzo
Platania, fa ricorso al TAR contro la Deliberazione di Giunta regionale della Lombardia n. X/1985 del 20.06.2014 “Autorizzazione alle province ad effettuare la
cattura di uccelli selvatici per la cessione
ai fini di richiamo”. Anche in questo caso,
l’unico metodo di cattura contemplato è
quello con le reti. Il Tar Lombardia purtroppo non concede la sospensiva, e uguale
risposta arriva dal Consiglio di Stato.
Alla fine di luglio, viene trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’Ambiente una lettera della
Commissione europea che ribadisce il
divieto dell’uso delle reti per la cattura di
uccelli, anche se questo metodo fosse autorizzato “in deroga” (come lo era di fatto
stato in tutti questi anni in Italia).
Il Governo viene formalmente invitato a vigilare su eventuali leggi regionali che volessero di nuovo permettere questa pratica. In
questo caso, Emilia Romagna e Lombardia.
La comunicazione della Commissione europea è inequivocabile; è un documento
molto importante che blocca in via definitiva l’uso dei roccoli.
Il 29 ottobre la Presidenza del Consiglio
dei Ministri diffida la Regione Emilia Romagna dal mantenere la delibera 1232,
in quanto contraria alle norme previste
dall’Unione europea, e, il 2 novembre, la
diffida arriva anche in Lombardia. Il Consiglio dei ministri nella riunione del 1° dicembre ha annullato le due delibere, perché non conformi alle norme europee ed
interne in materia di conservazione di uccelli selvatici. L’annullamento, proposto del
Ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti,
interviene per evitare sanzioni europee.
2
Il Veneto, altra regione storica per le battaglie contro l’uccellagione, quest’anno non
ha promulgato alcuna legge in materia.
Ultimo atto, in ordine di tempo: il 28 novembre la Commissione europea trasmette all'Italia il parere motivato sulla
procedura di infrazione n. 2006/2014 sui
richiami vivi attivata lo scorso febbraio per
violazione degli articoli 8 e 9 della direttiva
Uccelli. Con tale parere, che è l'ultima fase
prima del deferimento di uno Stato membro alla Corte di Giustizia, all'Italia vengono
concessi due mesi di tempo per porre fine
concretamente a ogni forma di cattura di
uccelli selvatici finalizzata a farne richiami
vivi, pena il processo innanzi alla Corte di
Giustizia e la condanna.
La battaglia si sposta ora su un piano diverso: la LAC (tramite la petizione consegnata
a Bruxelles e ancora sotto indagine da parte della Commissione) chiede che venga
messo in discussione l’intera pratica dei
richiami vivi, non solo il metodo di cattura.
Il possesso e l’uso dei richiami vivi devono essere vietati come mezzo di caccia
perché le condizioni di vita cui gli uccelli
sono obbligati dai cacciatori sono sempre
incompatibili con il benessere degli animali stessi. E’ evidente come l’impiego di
uccelli come richiami vivi contravvenga ai
criteri fondanti della tutela del benessere
di animali detenuti in cattività (con particolare riferimento alla “libertà dal disagio
ambientale”, alla “libertà dallo stress e dalla
paura” e alla “libertà di esprimere il repertorio comportamentale tipico della specie”) e
come esso sia inconciliabile con gli odierni traguardi della riflessione etica nonché
della sensibilità pubblica, che spingono
verso l’attribuzione agli animali di uno status morale e giuridico che finalmente ne
rifletta la natura di esseri senzienti, così
come è stata sancita, a livello europeo,
dall’articolo 13 del Trattato di Lisbona
e dai Regolamenti sul benessere animale
della Comunità europea..
ome risponde Regione Lombardia alla
messa in mora dell’Italia da parte della
Commissione europea? con una modifica
dell'art. 15 della legge regionale 26/93: rendere obbligatoria la banca dati regionale
dei richiami vivi e prevedere l'utilizzo dei
soli richiami vivi con anelli metallici leggibili, inanellati secondo le disposizioni regionali e registrati nella stessa banca dati.
Le associazioni Lega Abolizione Caccia
Brescia, WWF Lombardia, e SVA Legambiente Brescia hanno posto l'attenzione
sulle fasi terminali dell'operazione di censimento dei richiami vivi posseduti dai cacciatori bresciani per la realizzazione della
banca dati avviata dalla Regione Lombardia e da varie province interessate, tra cui
quella di Brescia.
Un "censimento" che nelle sue dinamiche
si sta rivelando una "sanatoria" mascherata
del possesso di migliaia di uccelli detenuti
illegalmente.
L'operazione è iniziata mesi fa con l'autocertificazione da parte dei cacciatori bresciani circa il numero dei richiami vivi detenuti: pacchi di dichiarazioni fatte in casa
senza che sia stata prevista alcuna forma di
controllo della loro veridicità.
Quindi è toccato alla consegna dei nuovi
anellini metallici e la fase di distribuzione
ha visto l'assegnazione di questi anelli ai
cacciatori sulla base della semplice consegna di vecchie fascette di plastica di diverso colore risalenti anche a sanatorie di
venti anni fa e, pure in questo caso, senza
alcuna forma di controllo.
Nessun operatore pubblico ha visto e verificato la corrispondenza, in carne e ossa,
dei volatili da "reidentificare" con questa
procedura.
Insomma, una legalizzazione di fatto di
fauna protetta, con numeri e specie fuori controllo, che potrà rivelarsi una vera e
propria truffa ai danni dello Stato, con conseguenze economiche per tutti i cittadini
se la Commissione Europea procederà con
la procedura di infrazione n.2014/2006 alla
Direttiva uccelli, aperta nei confronti del
nostro Paese, proprio per la superficialità
delle politiche venatorie in diverse regioni italiane, Lombardia in testa, per quanto
riguarda cattura, cessione e detenzione di
richiami vivi. "Abbiamo trasmesso - concludono LAC Brescia, SVA Legambiente e
WWF Lombardia - un puntuale esposto alla
Procura della Repubblica di Brescia al fine
di attivare subito verifiche e indagini, anche
sulla scorta di quanto la stessa magistratura ha avviato in altre province lombarde".
Lac Brescia
ROCCOLO POSTO SOTTO SEQUESTRO
L
eggiamo sulla pagina Facebook della Polizia provinciale di Brescia di un controllo effettuato lo scorso ottobre in un roccolo autorizzato in Val Sabbia.
L’impianto è stato posto sotto sequestro per essere stato
trovato ancora in funzione dopo il tramonto e con dei fari
accesi per attirare i volatili che si spostano nelle ore notturne (prevalentemente Tordi bottacci).
Nelle reti sono stati trovati anche volatili appartenenti a
specie particolarmente protette, come il Frosone (nella
foto) e la Tordela.
Il titolare del roccolo è stato denunciato per il reato di uccellagione (art. 30, comma 1, lett. e della legge 157/1992).
> VENETO: STOP UCCELLAGIONE
IL 22 NOVEMBRE IN OGNI PIAZZA CAPOLUOGO DI PROVINCIA DEL VENETO
SI È FESTEGGIATO LO STOP DELL’UCCELLAGIONE IN TUTTO IL VENETO.
D
opo 20 anni di attività illecite di cattura degli uccelli migratori con le
reti da uccellagione finalmente è arrivato
dall’Europa lo STOP dell’uccellagione in
tutto il Veneto.
La regione Veneto in ben sei province su
sette (Vicenza, Treviso, Verona, Padova,
Venezia e Belluno), per ben vent’anni ha
autorizzato la cattura di migliaia di piccoli
uccelli migratori delle specie Merlo, Allodola, Cesena, Tordo bottaccio e Tordo
Numero 3/2014
sassello per destinarli come richiami vivi
nella caccia da appostamento, in violazione della direttiva “Uccelli” del 1979 che
vieta tassativamente l’uso delle reti.
Grazie ad un lavoro intenso, accurato e
costante svolto dall’eurodeputato Andrea
Zanoni nei suoi due anni di attività al Parlamento Europeo, con denunce, interrogazioni, incontri con i funzionari della
Commissione Europea e con il Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, il 20
3
febbraio 2014 la Commissione Europea
ha aperto una procedura di infrazione
contro l’Italia per la violazione della direttiva “Uccelli” determinando lo stop
dell’uccellagione in tutta Italia.
Andrea Zanoni
> CONCORSO LIBERI DI VOLARE
G
iovedì 18
settembre
a Roma, presso
la Sala Stampa
della Camera
dei Deputati, la
LAC ha indetto
una conferenza stampa per
fare il punto sui
richiami vivi e
per premiare le
vincitrici del concorso “Liberi di volare”.
La conferenza stampa prendeva spunto
da un ordine del giorno appena presentato da alcuni senatori, con prima firmataria
Monica Cirinnà, e approvato dal Senato,
che impegnava il Governo a rivedere la
disastrosa legge sui richiami vivi approvata a fine luglio.
“Le modifiche apportate alla legge nazionale sul tema dei richiami vivi non
superano i rilievi della Commissione europea. Il Governo valuterà già dalla legge
Europea 2014 la revisione della legge e le
eventuali modifiche da apportare”.
Dopo un’introduzione alla tragica situa-
> FRIULI VENEZIA GIULIA "SAGRA DEI OSEI"
zione dei richiami vivi, a cura di Graziella
Zavalloni e di Paola Verganti, e gli interventi di due senatori presenti - Silvana
Amati e Massimiliano Bernini - ha avuto
luogo la cerimonia di premiazione delle
tre vincitrici di “Liberi di volare”, il Concorso di poesia e prosa indetto dalla LAC.
Lucia Cosci ha letto il suo racconto
“La casa verde”; Alessandra Lai la sua poesia “Vorrei vederti ancora”, mentre “Piccole gabbie per grandi dolori” di Barbara
Cannetti, che purtroppo non è riuscita a
venire di persona, è stata letta da Katia
Marino. I simpatici versi in romanesco di
Chiara David “A tutti quelli che non siamo riusciti a salvare” sono stati recitati da
Gabriella Vanin.
Carlo Consiglio, presidente onorario
LAC, ha premiato le tre vincitrici con un
manuale di birdwatching e con una copia del volumetto “Liberi di Volare” (nella
foto), dedicato a Guido De Filippo, con il
quale la LAC pubblica i 15 elaborati meglio classificati del Concorso.
I testi di “Liberi di Volare” vogliono essere
una testimonianza delle sofferenze a cui
condanniamo gli animali, ma anche un
contributo alla consapevolezza, perché
crediamo che solo una presa di posizione
decisa e informata dell’opinione pubblica
possa convincere il legislatore a porre fine
a questa caccia crudele.
Il volumetto “Liberi di volare” è disponibile in sede e può essere richiesto chiamando il numero 02 47711806 o scrivendo a [email protected]
> FRIULI VENEZIA GIULIA
ACCOLTO IL RICORSO DELLA LAC CON SENTENZA DEL TAR FVG NR. 259/2014
LA LEGA PER L'ABOLIZIONE DELLA CACCIA, SEZIONE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA DOPO 6 ANNI DI PROCEDURA HA FINALMENTE
OTTENUTO RAGIONE: I CACCIATORI NON POSSONO PARTECIPARE AGLI ABBATTIMENTI COSIDDETTI IN "DEROGA" OVVERO AL
DI FUORI DELLA STAGIONE VENATORIA E PER LA SOPPRESSIONE DEI MAMMIFERI.
I
l TAR ha infatti disposto l'annullamento di un provvedimento di deroga per
l’abbattimento di cinghiali in provincia
di Pordenone rilasciato il 24.06.2008, ad
opera degli agenti di vigilanza ittico venatoria della Provincia di Pordenone con
l’ausilio dei cacciatori, sotto il coordinamento della Provincia. Nella nostra Regione infatti con la legge 14/2007, ma ancor
prima con atti già a suo tempo annullati
dal TAR e nonostante dei precedenti anche della Corte Costituzionale, si era creata una specie di caccia tutto l'anno ed
anche nelle aree interdette alla caccia per
mezzo della caccia in deroga ai cinghiali.
Resta l'amaro in bocca poiché nonostante i precedenti giurisprudenziali la “caccia
in deroga” ai cinghiali e alle volpi, posta
in essere diffusamente sul territorio regionale da parte di moltissimi cacciatori,
sia stata autorizzata purtroppo sulla base di
provvedimenti illegittimi. Si pensi solo al disturbo venatorio generalizzato, anche per
tutti gli altri animali non oggetto di caccia, che la caccia in deroga così posta in essere ha provocato, oltre alla sostanziale impossibilità di controllare, per le esigue forze
in campo, i cacciatori che di notte procedevano agli abbattimenti dei cinghiali.
Sezione Friuli Venezia Giulia
SACILE: SETTECENTOQUARANTUNESIMA "SAGRA DEI OSEI"
D
omenica 17 agosto, a Sacile, provincia di Pordenone, è giorno della 741a
"SAGRA DEI OSEI".
In un'estate climaticamente anomala, è
piovuto praticamente ogni giorno, il giorno dell' "Antica Sagra" è di sole pieno e la
gente finalmente esce: ci sono le famigliole con i bambini, gli appassionati, gli
abituè, tutto si svolge come negli anni
precedenti. Lunghe file di gabbie e il canNumero 3/2014
4
to confuso di migliaia e migliaia di uccelli
stipati, sofferenti, imprigionati, sono lì, in
mostra come merce.
"Schiavitù e crudeltà" sono le parole più
appropriate tra le vie di questa piccola e graziosa cittadina della Serenissima.
Nel manifesto ufficiale della sagra trionfano invece dei uccelli allegri, colorati e
LIBERI, e ci chiediamo come mai non sia
evidente a tutti quanto quello ideato da
Emanuela Biancuzzi sia l'unico a descrivere ciò che c'è a Sacile il giorno della sua
cara sagra: GABBIE.....migliaia di GABBIE
Quest'anno si sono moltiplicate le polemiche sui giornali e sul web, che porta avanti imperterrito la sua battaglia, gli
interlocutori sorridono ammiccanti alla
protesta offrendo un palco, quasi a deridere le ragioni di dissenso verso queste
forme perverse di festeggiamenti paesani. La stampa non si schiera e rintuzza la
schermaglia tra le parti con aggettivi sbagliati, errori, confusioni.
Il presidio contro delle associazioni animaliste, divenuto ormai storico anch'esso,
è assente perché la Questura non concede lo spazio dove si era sempre svolto;
ne propone un altro, secondario, come
a spingere indietro la regolare e pacifica
protesta. Ma i tempi sono troppo stretti,
meglio lasciare.
Gli animalisti erano presenti comunque e hanno monitorato capillarmente le
anomalie e le illegalità.
Non molleremo, conosciamo anno dopo
anno sempre più e sempre meglio chi sta
dietro le quinte di questa manifestazione
e cominceremo da subito a ripensare al
modo di fare pressione, ci duplicheremo,
ci impegneremo di più perché la sagra,
(tutte le sagre dove usano e abusano di
animali), deve essere totalmente stravolta, trasformata in una vera festa della
Natura, degli uccelli in particolare, ma liberi e quindi osservati nella loro bellezza
e mai più umiliati dentro una prigione. Alla Sagra di Sacile, simbolo di tutte
quelle dove, seguendo un calendario fittissimo, va in scena la boria umana, la
scelleratezza del mondo venatorio maNumero 3/2014
scherato da festa paesana, la compravendita di uccellini spesso RUBATI alla natura,
poi spacciati per allevati in casa, lo spettacolo resta comunque una grande dimostrazione di miseria spirituale.
Le piazze dei paesi, pensando a come
rivitalizzare il commercio e ingrassare
la casse affamate dei negozi, si prestano ad essere né più e né meno che una
scacchiera di suolo pubblico in affitto,
dato per la maggior parte ad ambulanti
presenti in ogni mercato settimanale e
altri, più scafati, che sulla compravendita
di piccole vite innocenti, allevate in casa
5
o private della loro libertà, basano i loro
guadagni.
Verrà il giorno in cui riusciremo a
SMETTERE di comprare e vendere vite? Chiudiamo con una citazione:
"Le tradizioni non sono sante, anzi di
tanto in tanto andrebbero riviste e se
l'antropologia sì è sempre occupata di
tradizioni usi e costumi del passato,
ora deve sviluppare modi di studiare il
futuro delle persone e delle culture."
Da: "La tribù globale" dell'antropologo
Duccio Canestrini
LAC-Friuli Venezia Giulia
> BRESCIA
> TOSCANA
CAMPO ANTIBRACCONAGGIO VALLI BRESCIANE 2014
GROSSETO, DENUNCIATO BRACCONIERE RECIDIVO
A
D
nche quest’anno la Lega per l’Abolizione della Caccia - LAC conduce
il campo anti-bracconaggio nelle valli bresciane. Dopo una prima settimana
relativamente tranquilla, il fenomeno
del bracconaggio ha subito un aumento
esponenziale con il passare dei giorni.
Nonostante questo, a giudicare dell’alto numero di segnalazioni e denunce
pervenute quest’anno al NOA (Nucleo
Operativo Antibracconaggio del corpo
forestale dello Stato) si è assistito a un
cambiamento nella sensibilità nei confronti degli animali. Grazie alle operazioni degli agenti della forestale e alle loro
meticolose indagini e accertamenti i reati
vengono perseguiti con professionalità e
spesso portano all’arresto.
L’operato della Polizia Provinciale e del
Corpo Forestale locale è importante su
un’area così vasta come la provincia di
Brescia ma non è sufficiente, considerando la carenza di risorse e agenti, a mettere un freno a un fenomeno così dilagante
nelle tre valli (Val Camonica, Val Trompia,
Val Sabbia) in luoghi in cui tutt’ora non
mai è giunta vigilanza, e i capanni sono
disseminati in località difficilmente accessibili. La forte sensazione che hanno
vissuto i volontari quest’anno, documentata dai fatti cronaca e udendo un numero di spari oltre la norma, è di un tacito
accordo nel mondo venatorio bresciano
del “non rispettare le leggi” tenendo con-
a due giorni una decina di guardie
della LAC erano appostate nei boschi
di Tirli (frazione del Comune di Castiglione
della Pescaia-GR) dove erano stati posizionati nei boschi numerosi archetti per la cattura della piccola fauna selvatica.
Le guardie hanno aspettato per più di 24
ore nel luogo delle trappole liberando
nell’attesa del bracconiere alcuni uccellini
che vi erano rimasti intrappolati per il collo
(merli e pettirossi, quest’ultimi specie particolarmente protetta).
Finalmente nel pomeriggio del 30 ottobre un uomo si è avvicinato ad un archetto dove era rimasto intrappolato un piccolo uccellino (pettirosso) ormai privo di vita, e dopo averlo prelevato ha
riarmato l’archetto con una bacca di corbezzolo usata come esca.
Alla vista delle guardie il bracconiere ha tentato di scappare nonostante l’alt intimato dalle guardie, ma la fitta vegetazione di
rovi ne ha impedito la fuga.
L’uomo, una vecchia conoscenza delle guardie, residente nel
Comune di Grosseto, era privo di licenza di caccia perché già
Archetti e reti rinvenuti durante il campo
Numero 3/2014
> FRANCIA
Un pettirosso appena liberato da una rete
to del rischio contenuto di un controllo e
delle pene irrisorie: basterebbe mettere in
relazione il numero dei controlli effettuati,
il numero dei reati riscontrati.
I volontari della LAC e del CABS (Committee Against Bird Slaughter) in stretta collaborazione sono riusciti a segnalare parecchie attività di cattura illegale al NOA e
portare alla luce centinaia di piccoli pas-
6
sorpreso nel 2008 a posizionare simili trappole sempre nella frazione di Tirli. Sul posto su richiesta del Responsabile nazionale
della LAC è intervenuta una pattuglia della polizia provinciale di
Grosseto, che congiuntamente alle Guardie LAC ha proceduto
al sequestro di 48 archetti, tre merli e due pettirossi privi di vita,
e liberarne altri vivi rimasti presi nelle trappole.
L’uomo è stato denunciato per furto venatorio (in quanto sprovvisto di licenza di caccia), per uccellagione, cattura di fauna protetta e maltrattamento di animali.
seriformi nascosti nei freezer (come in Val
Sabbia dove scorgendo in un giardino sole
cinque trappole (sep) nel freezer si sono
poi scoperti 70 pettirossi, oltre a diverse
specie come frosoni e cincie detenute illegalmente e fucili non denunciati).
Sono 60 in totale i partecipanti al campo che dal 3 ottobre hanno setacciato le
prealpi bresciane alla ricerca di trappole
illegali che sono state segnalate alla polizia
oppure rimosse direttamente dai volontari.
51 siti di trappolaggio sono stati mostrati
alle autorità (NOA o polizia provinciale), 41
bracconieri sono stati denunciati in flagranza di reato (9 in più rispetto al 2013).
Circa 80 richiami vivi detenuti illegalmente sono tornati in libertà.
Un totale di 735 archetti (1.161 l’anno
scorso), 398 sep (560 nel 2013), 59 reti
(78 nel 2013) e 23 bastoncini di vischio
(0 nel 2013) sono stati sequestrati. Inoltre
le perquisizioni domiciliari hanno dato
come risultato: 8 fucili da caccia illegali,
1 pistola e 950 munizioni confiscati.
Ricordiamo che a Brescia la vigilanza venatoria di qualsiasi natura è fortemente
ostacolata e che i confini fra bracconaggio e cacciatori con licenza sono labili,
ma ancora una volta, quest’anno i dati
parlano chiaro e ringraziamo tutti i volontari, particolarmente quelli del CABS, che
da anni, ci affiancano, instancabilmente,
per tutelare il volo del popolo migratore
sopra queste valli.
N
on tutti probabilmente sanno che
la protezione della natura in Francia
è ancora un concetto relativo: vale solo
fino a quando non lede il diritto dei cacciatori di divertirsi.
Dai tempi della Rivoluzione Francese la
caccia è considerata un diritto del cittadino e una vera analisi dei problemi che
comporta non è stata ancora portata
avanti dai francesi.
Sembra però che nell’ultimo anno le denunce dell’opinione pubblica abbiano
sortito qualche effetto, e i gruppi di volontari del CABS hanno riscontrato una
maggiore sensibilità da parte delle autorità: la cattura con reti di pavoncelle e
pivieri, che tanto scalpore ha suscitato in
nord Europa, sembra destinata a finire.
Le autorità francesi non rilasciano più
nuove autorizzazioni e i trappolatori da
50 sono oggigiorno scesi a una ventina.
La tradizione muore insieme con gli ultimi uccellatori.
In seguito alle proteste di numerose associazioni ambientaliste, fra cui il CABS, alla
fine degli anni '90 la Francia vieta la cattura degli ortolani con le gabbie trappola.
La pratica continua oggi illegalmente, ma
le continue pressioni obbligano la polizia
effettuare sempre maggiori controlli.
In seguito a una denuncia del CABS nel
2005 e alle investigazioni del 2009, gli
agenti dell'ONCFS hanno iniziato ad efNumero 3/2014
> SPAGNA
fettuare controlli più efficienti sulle tendelles, trappole non selettive che godono
di una deroga assurda.
La trappola consiste in una pietra di 3-10
chili che schiaccia inesorabilmente qualunque animale sfiori i sostegni di legno
su cui poggia l’instabile struttura.
Nonostante siano trappole mortali e nonselettive, in Francia sono state approvate
con una deroga speciale nel 2005 e attualmente 20.000 tendelles uccidono nei
tre mesi invernali fra i 20.000 ed i 50.000
uccelli sui Grandes Causses del Massiccio
Centrale.
Sono stati già denunciati alcuni trappolatori per inadempienza del protocollo
considerato preliminare all'ottenimento
dell'autorizzazione. Alcuni controlli vengono effettuati insieme ai volontari del
CABS.
Le ricerche del CABS sull'uso del vischio
in Provenza hanno portato alla luce numerose contraddizioni nell'applicazione
della deroga.
La Commissione è stata informata delle reali condizioni in cui viene utilizzato
il vischio. La pressione sulla Francia si fa
sempre maggiore.
www.komitee.de
Bastoncini ricoperti di vischio sequestrati
7
I
l campo antibracconaggio del CABS in
Spagna si è tenuto nella seconda metà di
ottobre. In 10 giorni i volontari in collaborazione col Seprona (Servicio Protecciòn
Naturaleza) hanno messo fuori gioco nelle
province di Alicante, Valencia, Castellòn e
Tarragona un totale di 23 parany (impianti
di cattura con il vischio).
29 uccellatori sono stati denunciati e 9.500
bastoncini sequestrati. La polizia ha messo
a disposizione del CABS una pattuglia tutte
le notti dalle 19 fino alle 7 del mattino, ore in
cui i parany sono attivi con i richiami elettronici accesi. Quest’anno a differenza degli
anni precedenti, il numero di parany attivi è
diminuito significativamente, sembrerebbe
che le azioni abbiano ottenuto inaspettati e
incredibili risultati. www.komitee.de
DANIZA E I SUOI CUCCIOLI
SOSPESA L'ORDINANZA AMMAZZA-LUPI DEL SINDACO DI VERONA
I
l TAR accoglie il ricorso di LAC e Pro
Natura, l'ordinanza del sindaco cacciatore Tosi che permetteva la caccia ai lupi.
Ordinanza che Tosi revoca il 17 ottobre
dopo la sospensiva del TAR.
Il presidente della 1° Sezione del TAR del
Veneto, con ordinanza cautelare urgente
n. 506, emessa l’ 8 ottobre 2014, ha sospeso l'ordinanza n. 41 del Sindaco di
Verona del 25 settembre scorso, avente
ad oggetto: "Azioni verso gli animali selvatici allo stato brado che determinano
pericoli per la sicurezza", con cui si dava
la possibilità di abbattere lupi e cinghiali in prossimità delle abitazioni. Il TAR ha
rilevato, tra l'altro, che non vi è prova di
aggressioni alle persone da parte di lupi e
cinghiali fin dall'anno 1825, e che "il danno derivante anche alle persone dall’uso
di armi da fuoco vicino alle abitazioni [...],
è superiore ai danni che l’ordinanza intende prevenire". "Sono state immediatamente riconosciute - sia pure in attesa di
un imminente pronunciamento collegiale
- le nostre ovvie ragioni circa la sfacciata violazione, da parte del sindaco, delle
disposizioni statali in materia di tutela
della fauna, disciplina della caccia ed uso
legittimo delle armi da fuoco; "sparate"
del genere, fossero anche soltanto propagandistiche, non sono ammissibili in
uno Stato di diritto", afferma Graziella
Zavalloni, presidente nazionale LAC.
Il ricorso è stato promosso dalle associazioni LAC e PRO NATURA, patrocinate dagli avvocati Linzola e Platania.
GUARDIE LAC
C
ontrolli effettuati in un grosso allevamento, azienda di oltre 700 ettari, e
1.500 animali, le Guardie della LAC hanno denunciato il proprietario per maltrattamento e lesioni nei confronti di animali,
ma le indagini in corso stanno rilevando
documentazione molto interessante.
Il controllo è stato effettuato in presenza
di un medico veterinario venuto appositamente da Roma nominato dalle guardie
della LAC ausiliario di PG, nei guai anche
un veterinario della Asl di Grosseto il quale affermava che gli animali NON erano
assolutamente maltrattati (guardate le
immagini e giudicate voi).
Ovunque vi erano ossa di animali morti,
addirittura carcasse di pecore in stato di
decomposizione sulle balle del fieno dato
poi agli ovini come cibo.
È stato richiesto immediatamente il sequestro dei cani e l’intervento del NIRDA.
Controllo effettuato in un canile di un
cacciatore, la struttura costruita completamente abusiva deteneva oltre 20 cani,
la maggior parte con la coda tagliata direttamente da lui senza minime precauzioni igienico/sanitarie.
Alcuni cani presentavano lesioni alle
orecchie, altri sprovvisti di cucce e in precarie condizioni.
Il cacciatore è stato denunciato all’autorità giudiziaria per maltrattamento e lesioni
nei confronti di animali, la polizia Municipale si sta invece occupando della struttura abusiva che dovrà essere demolita,
per la sua realizzazione è stato realizzato
uno sbancamento di oltre un metro lungo un terreno boschivo.
I controlli hanno già permesso di elevare in poco più di un mese circa 5.000,00
euro di sanzioni amministrative.
Raimondo Silveri
Gruppo Guardie LAC di Grosseto
Dall'alto:
Cane mangiato dai bigattini, legato con
catena ad un albero senza nessun ricovero
Cane che, secondo il veterinario della ASL,
stava benissimo
> MARCHE
ANNULLATA DELIBERA
SU DAINI
ANNULLATA DELIBERA
SULL'ABBATTIMENTO DEGLI STORNI
L
L
a Regione Marche adottava una delibera per il prelievo degli
ungulati in forma selettiva.
LAC ed EARTH, difese dall'avvocato Massimo Rizzato, ricorrevano al TAR. Con ordinanza n. 279/2013 del 26 luglio 2013 il TAR
accoglieva l'istanza cautelare della parte ricorrente.
Con sentenza n. 470 del 17 aprile 2014, depositata in segreteria il
2 maggio 2014, il TAR delle Marche, sezione I, accoglieva il ricorso.
Il TAR ha ritenuto infatti illegittima l'immotivata inclusione nei
tempi di prelievo dei daini maschi del periodo pre-riproduttivo
della specie protetta.
Numero 3/2014
a Regione Marche ha emanato una delibera per l'abbattimento in deroga degli storni nel 2013.
Le associazioni LAC e VITTIME DELLA CACCIA, difese dall'avvocato Massimo Rizzato, ricorrevano al TAR.
Con ordinanza n. 399 del 25 ottobre 2013 il TAR accoglieva l'istanza cautelare. Con sentenza n. 472 del 17 aprile 2014, depositata
in segreteria il 2 maggio 2014, il TAR annullava la delibera, ritenendo che non sia stata adeguatamente motivata, né siano state
sufficientemente evidenziate le ragioni dell'inefficacia di ulteriori
e differenti soluzioni per il contenimento dei danni alle colture.
8
L
a morte di Daniza l’11 settembre scorso ha commosso e indignato moltissime persone e ha portato alla ribalta la
faticosa convivenza fra orsi e umani in
Trentino.
La sezione LAC Trentino Alto Adige si è
occupata a lungo della questione, raccogliendo materiale e informazioni su come
si siano svolti i fatti e su quella che sarà
la sorte dei due orsetti rimasti senza madre, fino ad organizzare il 22 novembre a
Trento il seminario “Pericoloso sarai tu”
che ha presentato una ricerca condotta
dalla dott.ssa Barbara Bartolini per proporre delle linee-guida per la gestione dei
cuccioli di Daniza.
Il seminario ha visto la partecipazione anche del prof. Carlo Consiglio e del dott.
Franco Tassi.
Prima della partenza del progetto “Life Ursus”, nel 1999, in Trentino l’orso bruno era
ridotto a un esiguo gruppo sul Brenta.
Il progetto, finanziato dall’Unione europea, promosso dal Parco AdamelloBrenta in collaborazione con la Provincia
di Trento e con L’Istituto Nazionale per
la Fauna Selvatica, mirava a ricostituire
il nucleo di orsi bruni dell’Adamello, con
la reintroduzione di una decina di orsi,
provenienti dalla Slovenia, tutti muniti di
radio collare e monitorati costantemente,
fra cui Daniza, che arrivò in Trentino nel
maggio del 2000. Il progetto, concluso nel
2004, ha contribuito a portare il nucleo di
orsi che vivono stabilmente sull’Adamello
Brenta a circa 50 esemplari.
Durante la fase preparatoria del Progetto,
fu condotto un sondaggio di opinione fra
i residenti nella zona dove gli orsi sarebbero stati liberati, sondaggio che raccolse
più dell’80% di voti favorevoli: la presenza dell’orso è un forte richiamo turistico.
I problemi di convivenza con gli umani
non hanno però tardato a presentarsi, gli
orsi tendono ad approfittare di prede facili lasciate incustodite nei masi alti, o dei
resti lasciati dai gitanti lungo i sentieri, si
abituano alla presenza umana, e la polemica divampa sui giornali.
A luglio l’Amministrazione trentina emanava una delibera inventando la categoria di “orso dannoso”, e ammettendone
anche l’uccisione come misura di prevenzione. Contro questa delibera la LAC
trentina lanciava una petizione che ha
raccolto finora più di 71000 firme.
Il 15 agosto, l’incontro di Daniza con il
cercatore di funghi Daniele Maturi, nei
Numero 3/2014
boschi di Pinzolo. L’episodio, mai chiarito
nella sua dinamica, vede l’orsa difendere
i cuccioli da quella che interpreta come
un’aggressione da un umano; Maturi se
la cava con qualche graffio, al punto da
far mettere in dubbio l’aggressione stessa;
per l’orsa inizia un calvario mediatico che
l’11 settembre la porterà alla morte per un
anestetico mal dosato.
L’incompetenza degli operatori lascia stupefatti, ma è la decisione stessa della Provincia di Trento di catturare l’orsa che è
indifendibile, nonostante la presenza dei
piccoli, nonostante il periodo di letargo
fosse alle porte - con conseguente calo
di attenzione sulla vicenda - nonostante
non si fosse svolta alcuna indagine per
chiarire la dinamica dei fatti, nonostante
i molti autorevoli pareri contrari.
Ci si interroga adesso sulla sorte dei cuccioli: in molti si sono espressi, esperti e
meno esperti, sull’onda della commozione e dell’emotività. La LAC ha chiesto il
parere di John Beecham, l’esperto che
dal 1972 si occupa di programmi di reinserimento in natura di orsi orfani.
La sua opinione, dopo aver valutato il caso
trentino, è che, sebbene in condizioni
normali sarebbe stato più opportuno rinchiudere in cattività i cuccioli almeno per
il periodo invernale, data l’età e l’abbondanza di cibo a disposizione nella zona
in cui vivono, i cuccioli avranno buone
probabilità di sopravvivere all’inverno anche in libertà, a patto di essere seguiti a
distanza da una squadra di supervisori.
In Trentino non esistono strutture in grado di accogliere e gestire cuccioli d’orso
orfani, in vista di un loro reinserimento
in Natura; le informazioni genetiche dei
cuccioli di orso già a 7 mesi di età, sono
9
sufficienti a consentirgli di vivere autonomamente, a condizione che non siano molestati; la funzione della madre a
quell’età è infatti principalmente quella di
difenderli in caso di aggressione di predatori. Predatori che presumibilmente non
esistono in quell’area (non ci sono orsi
maschi adulti o branchi di lupi che potrebbero minacciarli). Uno dei due cuccioli è
marcato con rilevatore radiometrico.
Il cibo è presente in abbondanza nella
zona dove i cuccioli si stanno spostando;
il vero rischio è la possibilità di venire in
contatto con le attività umane, dove la
loro scarsa esperienza potrebbe metterli
in pericolo e dove potrebbero abituarsi
alla presenza umana, cosa assolutamente
da evitare.
La proposta della LAC è che la Provincia
di Trento si faccia carico di formare una
squadra di agenti forestali che seguano i
cuccioli a tempo pieno e a distanza, perché non si abituino alla presenza dell’uomo, cercando di evitare che si avvicinino
ai centri abitati, o che qualcuno si avvicini a loro. Dovranno prevenire eventuali
azioni aggressive da parte di predatori;
tutelare il loro letargo e controllare la disponibilità di cibo al loro risveglio, evitando che si avvicinino ai centri abitati.
La squadra di tutela, avrà esaurito il proprio mandato quando i giovani orsi
avranno dimostrato di non essere diventati confidenti e potersela cavare da soli
per l'autodifesa e procacciamento di cibo.
La squadra di tutela, quando necessario,
dovrà fare ricorso a energiche misure di
dissuasione perché i cuccioli imparino
che avvicinarsi agli uomini e ai loro insediamenti è altamente rischioso.
PIOMBO E DICLOFENAC
GIOVANE FENICOTTERO SALVATO DALLA LAC
S
ra da solo, troppo piccolo e debole
per riuscire a cavarsela senza l’aiuto
dell’uomo. Un piccolo di fenicottero rosa
è stato salvato lo scorso settembre dalle
guardie ambientali della Lac.
La presenza del pulcino sulla riva del mare
tra Follonica e Scalino era stata segnalata
da alcuni passanti alla Forestale di Follonica. «Un avvistamento alquanto insolito racconta Raimondo Silveri, direttore nazionale vigilanza LAC - in quanto trattasi
di animali che vivono in grandi gruppi, in
acque salmastre in cerca prevalentemente di piccolissimi invertebrati, ma anche
di semi, alghe e frammenti di piante acquatiche, mai avvistati a cercare cibo sulla
oddisfazione per le decisioni prese in sede ONU, all’undicesimo meeting (Cop11) della Convenzione sulle specie migratorie (la convenzione di Bonn) di Quito.
Finalmente anche l’Italia sarà tenuta a vietare l’uso delle cartucce al piombo impiegate nell’attività venatoria. "Un divieto che
avevamo più volte auspicato, anche attraverso atti parlamentari
a cui però, in questi mesi, il Governo non ha mai dato seguito”.
Lo dichiara Chiara Gagnarli, deputata del Movimento Cinque
Stelle, impegnata nella battaglia a difesa dell’ambiente e del benessere animale.
“Monitoreremo le azioni italiane in questa direzione, così come
resteremo vigili sull’applicazione delle altre decisioni emerse dal
> MALTA
COSTRUITA UNA GABBIA DI SPECCHI PER INSEGNARGLI A MANGIARE
meeting di Quito a tutela degli animali e della natura.
Tra queste - prosegue la Gagnarli - il bando dell’utilizzo veterinario del Diclofenac, un farmaco antinfiammatorio usato comunemente negli umani ma che ha portato alla quasi estinzione di due specie di avvoltoi in India.
L’uso del Diclofenac è ancora permesso in Europa, per cui chiediamo al Governo italiano di farsi promotore anche per il rapido
aggiornamento della normativa comunitaria. Importantissima
anche la risoluzione sul divieto di catturare i cetacei a scopi
commerciali e di utilizzarli in delfinari e oceanari, per il rispetto
della quale ci aspettiamo una rapida modifica della legislazione
nazionale vigente”.
SINDACO VIETA LA CACCIA
AL CINGHIALE
I
l CABS ha documentato la cattura in
deroga con reti di uccellaggione durante l’autunno 2014.
I trappolatori hanno letteralmente ricoperto la maggior parte delle aree protette
della costa maltese con centinaia di siti,
trasformandola in un'unica grande trappola per i piccoli uccelli. Nonostante le
numerose proteste e due avvertimenti
della Commissione Europea, il governo
maltese, in deroga alla direttiva comunitaria, ha emesso più di 7.000 licenze che
consentono la cattura di uccelli con l’utlizzo di reti.
Il CABS ha effettuato voli di ricognizione
tramite i quali sono stati individuati almeno 290 istallazioni in particolare nei pressi
di Zurrieq e Hal Far.
E
spiaggia tra Scalino e Follonica».
Il piccolo è stato trasferito presso la sede
della LAC dove è stata costruita un’apposita struttura temporanea con specchi (il
fenicottero si ciba solo in compagnia dei
suoi simili), visto che il trasporto immediato presso il centro recupero di animali selvatici di Semproniano non era consigliabile, il giovane fenicottero era molto
debole, e servivano cure immediate.
Grazie all’aiuto di Marco Aloisi, che gestisce il CRASM di Semproniano, e delle
guardie LAC «che hanno alimentato costantemente per alcuni giorni il fenicottero con cibi particolari, oggi il piccolo
è da considerarsi fuori pericolo e sarà
D
opo l'incidente di caccia durante la battuta al cinghiale qualche
settimana fa, il Sindaco del Comune
di Canneto Pavese, dove è morto il
cinghialista, ha emesso un'ordinanza per vietare tale pratica venatoria
all'interno del territorio comunale. Il Sindaco ha motivato la sua decisione facendo riferimento al grave
incidente e alle numerose proteste
di residenti, turisti e associazioni ambientaliste. Mi auguro che altri Comuni dell'Oltrepò adottino lo stesso
provvedimento senza bisogno di attendere ulteriori incidenti.
CALENDARIO LAC 2015
È
uscito il calendario LAC
2015, quest’anno dedicato ai
richiami vivi.
A ciascuna specie usata come
richiamo abbiamo abbinato un
mese e un Haiku: la bellezza delle
immagini degli uccelli in libertà e
dei componimenti poetici crea un
immediato contrasto con la realtà
di questo tipo di caccia.
Il calendario può essere richiesto
lasciando un messaggio in sede
(02 47711806) o scrivendo a:
[email protected]
Il costo è di 10 euro, incluse le
spese di spedizione.
Roberta Casarini
delegata Lac Pavia
ENNESIMO SEQUESTRO PER MALTRATTAMENTO ANIMALI L
e guardie della LAC nucleo di Padova in collaborazione con i Carabinieri della stazione di Abano Terme hanno
operato inPadova, 17 novembre scorso,
una perquisizione presso l'abitazione di
M.F. a Giarre durante la quale hanno sequestrato un pony, due conigli e sei
pappagallini tutti tenuti in pessime condizioni. Il tutto è nato dalla denuncia depositata
dalle Guardie LAC che giorni prima erano
stati chiamati da una passante che aveva
rinvenuto per strada proprio di fronte alla
abitazione del F. tre cani (due adulti ed un
cucciolo di 2 mesi) in condizioni fisiche
pietose. La ragazza li aveva raccolti e portati da un veterinario che aveva riscontrato la presenza dei chip nei cani e le
pessime condizioni appunto degli animali
segno di una totale incuria; otiti croniche,
Numero 3/2014
10
trasportato dalle stesse guardie al centro
di recupero insieme ad un gabbiano recuperato nella spiaggia di Follonica» conclude Silveri.
pulci, vermi intestinali, dermatiti, gastroenterite ed un dimagrimento pauroso ne
avevano messo a rischio la sopravvivenza.
La ragazza contattava immediatamente le
Guardie che mettevano sotto sequestro i
cani e successivamente chiedevano al
magistrato il permesso di effettuare una
perquisizione presso l'abitazione.
F.M. durante la perquisizione si giustificava adducendo che i tre cani gli erano stati
rubati il giorno prima da una coppia entrata furtivamente in giardino.
Ora dovrà rispondere di maltrattamento
di animali art. 544 Ter. Ora tutti gli animali sono al sicuro, alcuni
di loro necessitano di riabilitazione fisica
e comportamentale. Monica Beltrami
Guardia Zoofila LAC Nucleo di Padova
Grazie a tutti coloro che sostengono le battaglie della LAC
Flavia Ambrosi TO > € 50
Cristina Bailo MI > € 50
Alice Barberis MI > € 70
Sylvia Bell Magrini RM > € 50
Maria Beatrice Bianchi Cagliesi LT > € 50
Dario Biasi TV > € 100
Cristina Bracelli MI > € 110
Cristina Caimi LC > € 100
Pietro Caramella MB > € 50
Giovanni Castoldi CO > € 55
Laura Cerutti > € 50
Milena Coletto TO > € 200
DanielaFattorini
Rewild Club RM > € 470 antibracconaggio
Alessandra Galli TO > € 200
Maurizio Gatto TV > € 70
Giovanni Giallombardo MI > € 50
Numero 3/2014
Mattia Gotta BO > € 50
Giorgio Gramolini MI > € 100
Paolo Guidetti RE > € 50
Komitee gegen den Volgelmord > € 500
antibracconaggio
La Cena di Pitagora PV > € 100
Alessandra Lai CA > 50 euro
Barbara Lozi e Sergio Pasquali RM > € 100
per Ponza
Anna Manca MI > € 160
Anna Martellotti ed Elio Durante RM > € 500
Maria Elena Mazzanti MI > € 100
Clementina Mendes MI > € 50
Rosalba Mercati MI > € 50
Giuseppe Enrico Molinari MI > € 100
Paolo Poli PC > € 60
Annamaria Pozzoni MI > € 50
11
Roberto Ravasi IM > € 300
Antonio Renzo MI > € 50
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Giorgio Scalco TV > € 50
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in memoria di Pina Cracco > € 200
Laura Simeon TN > € 50
Lucia Tirelli MI > € 60
Giuseppe Trovati MS > € 50
Grazia Vannini FI > € 50
Giovanni Viassolo SV > € 100
Sabine Annette Jung VI > € 100
Fam. Zanaboni MI in ricordo della nonna > € 150
Anche quest’anno
il tuo 5x1000 alla LAC!
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LAC SEDE NAZIONALE
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ASTI Via Carducci 22 • 14100 Asti
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Delegato responsabile: Roberto Vecchio
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AVELLINO c/o Emilio Mauro Merola
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Lo Strillozzo
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VENETO Andrea Zanoni
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VENEZIA c/o Maria Caburazzi
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VERBANIA c/o Laura Sommaruga
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VERCELLI c/o Centro Servizi del Volontariato
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Delegato responsabile: Silvana Tuninetti
VERONA c/o Miranda Bizjak
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Via Belvedere 169, San Felice Extra, 37131 VR
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VICENZA c/o Enpa Thiene
Piazza Aldo Moro 4, 36010 Zanè
Delegato responsabile: Ezio Cantù
tel. 333/5876405
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