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le ferite - Bagnini Pisa

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le ferite - Bagnini Pisa
SOCIETA’ NAZIONALE DI SALVAMENTO
……fondata il 17 luglio 1871…
…………eretta in Ente Morale con Regio Decreto il 19 Aprile 1876………..
………..per la sicurezza della vita sul mare…………….
IL PRIMO SOCCORSO DEL BAGNINO DI
SALVATAGGIO
CONSIDERAZIONI GENERALI:
Negli ultimi anni si è incrementata molto l’attività balneare di ogni tipo (bagni di
mare, attività subacquea, nautica da diporto, surf, ecc..) .
Queste attività si svolgono quasi esclusivamente nei mesi estivi, ma chi vuole
mantenersi in forma, continua i suoi allenamenti nuotando in piscina anche nelle altre
stagioni .
Si è visto quindi aumentare notevolmente l’utenza degli impianti natatori, con un
notevole affollamento nelle ore di punta.
In piscina per la mancanza di venti, onde, correnti, buche, tempeste , per l’obbligo
della presenza di almeno un bagnino e per la superficie , d’acqua , minore che questi
deve sorvegliare rispetto ad un altro che lavora sul mare, ai minori compiti ai quali è
adibito (non deve aprire ombrelloni, sdraie pulire la spiaggia) viene spontaneo
sottovalutare il pericolo dell’annegamento .
Eppure sono le piscine ad avere il triste record delle morti per annegamento rispetto
alle spiagge sorvegliate degli stabilimenti balneari.
Questo dimostra che, non solo al mare ma, anche che nelle piscine, il bagnino dovrà
essere sempre vigile ed attento, durante la sorveglianza non dovrà inoltre mai leggere,
se ascolterà radio o musica non dovrà mai farlo con gli auricolari: dovrà essere
sempre pronto a raccogliere le richieste d’aiuto .
La sua preparazione dovrà essere completa, sia pratica che teorica, in modo che possa
capire quale sia il tipo di intervento più idoneo da mettere in atto e sapere come
comportarsi in ogni momento dell’emergenza .
Perché ciò sia possibile è indispensabile che il bagnino abbia sufficienti conoscenze
del corpo umano, degli infortuni in un ambiente balneare o di piscina, e naturalmente
degli interventi per poter di primo soccorso. Tratteremo nozioni di anatomia
dall’apparato respiratorio alla circolazione sanguigna, passeremo alla rianimazione
cardiopolmonare , alle manovre di ripristino delle funzioni vitali con un annegato , al
comportamento da tenere di fronte a persone che in piscina hanno avuto i più svariati
tipi di infortunio, in modo che il bagnino, intervenendo, possa , non solo non
aggravare la patologia già in atto ma , fare una valida opera di primo soccorso .
È bene ricordarsi che il Bagnino di Salvataggio è un operatore della sicurezza in
acqua , che è stato preparato ed ha superato un esame per questo compito .
La sua opera sui litorali, come nelle piscine, è finalizzata al salvataggio in acqua,
ovviamente presterà soccorso e porterà aiuto davanti a qualsiasi tipo di incidente
ma il suo compito è fare primo soccorso e solo quello. Successivamente, in tutti i
casi che andranno oltre lo spavento e la sbucciatura al ginocchio, l’infortunato
dovrà essere indirizzato presso il più vicino Pronto Soccorso.
1
L’APPARATO RESPIRATORIO
(La respirazione è una funzione vitale)
L’apparato respiratorio è costituito : dal naso, dalla faringe, dalla laringe,
dalla trachea, dai polmoni dai bronchi,
L’apparato respiratorio
Di tutti i gas che fanno parte dell’aria i polmoni trattengono solo l’ossigeno O2
ed emettono tutti gli altri più l’anidride carbonica CO2.
L’ossigeno è utilizzato come carburante e l’anidride carbonica è il prodotto di
scarico dell’organismo.
L’aria entra nel naso attraverso le narici. Subito dietro ci sono le fosse nasali,
tappezzate da sottilissimi peletti (ciglia vibratili) che trattengono i corpuscoli solidi
(polvere, polline ecc,) mentre il muco li invischia. Durante il passaggio l’aria
viene inumidita e riscaldata grazie ai capillari di cui sono ricche le pareti delle
fosse nasali.
È possibile respirare attraverso la bocca pur non essendo del tutto igienico.
I polmoni e
l’albero bronchiale
Per un breve tratto aria ed alimenti passano dallo stesso condotto (faringe) prima di
prendere ognuno la propria strada: il cibo passa per l’esofago l’aria per la laringe e
la trachea.
L’epiglottide, subito sopra la laringe, chiude la trachea al passaggio del cibo
verso l’esofago.
Nella laringe sono poste le corde vocali, due striscioline di tessuto disposte
orizzontalmente subito sopra la trachea che ci permettono di produrre la voce.
La trachea è un tubo rinforzato da anelli cartilaginei posto proprio davanti
all’esofago. Anch’essa è tappezzata internamente da ciglia vibratili ed umettata da
2
un liquido secreto da ghiandole della parete, che trattiene le impurità, inumidendo
l’aria.
Le stesse ciglia muovendosi dal basso verso l’alto e con l’aiuto della tosse
portano fuori dalla trachea eventuali corpi estranei. A un certo punto la trachea si
biforca in due rami : i grossi bronchi uno a destra e uno a sinistra che conducono
rispettivamente al polmone destro e al polmone sinistro.
Il meccanismo della
respirazione
A loro volta i grossi bronchi si suddividono come i rami di un albero, in tubicini
sempre più piccoli, fino ai bronchioli anche questi hanno nella parete dei pezzetti
di cartilagine che non formano però dei veri anelli. La cartilagine scompare
lentamente man mano che diminuiscono le dimensioni. Ogni bronchiolo si
suddivide in piccole diramazioni sulle quali appaiono delle estroflessioni rotonde,
come sacchetti: è l’acino polmonare e ogni sacchetto è chiamato alveolo.
L’alveolo polmonare ha una parete sottilissima (pensate ad una bolla di sapone) ed
ognuno di essi è circondato da una fitta rete di capillari sanguigni ( come la rete
di plastica che contiene il pallone attaccato alle bancarelle di una fiera ).
I bronchioli e gli
alveoli polmonari
Nei polmoni il numero degli alveoli è di circa 150 milioni, per una superficie di
40-100 mq .
Ed è a questo livello che l’ossigeno dell’aria ispirata passa attraverso una
sottilissima membrana e giunge al sangue; e dal sangue l’anidride carbonica passa
all’interno dell’alveolo per essere poi espulsa con l’espirazione. Il sangue così
ossigenato è pronto per portare il nutrimento alle cellule dell’organismo.
3
I polmoni sono situati all’interno della gabbia toracica che li protegge e che è
formata dalle coste che partono dalle vertebre dorsali e sono saldate davanti allo
sterno. In basso i polmoni poggiano sul diaframma , un muscolo a forma di
cupola , che separa la cavità toracica da quella addominale.
I polmoni nella
gabbia toracica
Inoltre i polmoni sono avvolti dalle pleure : queste sono due membrane di cui una
riveste un polmone (foglietto interno) , l’altra (foglietto esterno) aderisce alla parete
interna della gabbia toracica.
Fra i due foglietti (spazio pleurico) vi è solo una piccola quantità di liquido ( due
cc.) che permette lo scorrimento delle pleure.
Poiché i liquidi non sono distendibili la pleura esterna non può distaccarsi da
quella interna.
Per tanto solo una causa fisica obbliga il polmone a seguire la gabbia toracica
nella sua espansione inspiratoria. Infatti l’aria viene ispirata quando il volume
dei polmoni aumenta , il diaframma si abbassa e le coste si sollevano
leggermente in modo che la capacità della gabbia toracica aumenti.
L’aria viene espirata quando il volume dei polmoni diminuisce e cioè quando il
diaframma si alza e le coste si abbassano leggermente così che la capacità della
gabbia toracica diminuisce.
In condizioni normali ne gas ne liquido penetrano negli spazi pleurici. Se
dell’aria penetra nello spazio pleurico (per esempio in seguito ad un trauma toracico
o ad una rottura del foglietto pleurico interno), poiché essa è distendibile, il
polmone non segue più i movimenti della gabbia toracica e non si espande : si ha la
condizione patologica detta pneumotorace.
A riposo , noi compiamo 10 - 12 atti respiratori al minuto .
Ad ogni atto immettiamo circa 500 cc, d’aria ( volume corrente), di cui circa 350
cc, arrivano agli alveoli gli altri 150 restano nelle prime vie aeree ( trachea,
bronchi e bronchioli) e non partecipano agli scambi gassosi (scambio morto
respiratorio).
4
LA CIRCOLAZIONE SANGUIGNA
L’ossigeno e l’anidride carbonica sono trasportati dal sangue.
L’ossigeno (O2 )dai polmoni alle cellule.
L’anidride carbonica (CO2) dalle cellule ai polmoni.
Il sangue è l’unico tessuto liquido dell’organismo, ed è costituito da 2 parti: una
liquida detta plasma, ed una corpuscolata.
I corpuscoli sono: i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine
I globuli rossi hanno il compito di trasportare l’O2 e, in parte la CO2.
I globuli bianchi difendono l’organismo dalle malattie(sono i cacciatori dei germi
patogeni).
Le piastrine bloccano la fuoriuscita di sangue in caso di ferite.
I globuli rossi hanno la forma di un disco biconcavo, ideale per trasportare nel
torrente ematico più ossigeno possibile.
Sono circa 5.000.000 per 100 cc. di sangue(in una persona ne troviamo circa 3300
milioni, uguale a una superficie di 4000 m2, quanto uno stadio di calcio!) e
contengono una sostanza, l’emoglobina (Hb): è questa che conferisce il colore rosso
ai globuli ed al sangue stesso ed è diretta responsabile del legame, e quindi del
trasporto dell’ossigeno. Quando l’emoglobina è carica di ossigeno il sangue
assume un colore rosso vivo e le mucose hanno la normale colorazione rosea.
Quando invece essa ne è priva o è carica di CO2 , il sangue assume un colore rosso
scuro, quasi bluastro, e le mucose hanno una colorazione blu-viola, detta cianosi.
Il sangue circola nell’organismo in vasi (arterie e vene) spinto dal cuore.
L’apparato circolatorio è costituito dunque dal cuore, dai vasi arteriosi e venosi
e dai capillari. Il cuore è un muscolo, grosso circa come un pugno e avvolto da una
membrana protettiva detta pericardio. E’ situato all’interno della gabbia toracica,
pressappoco al centro del petto. Internamente è diviso in 2 parti da una parete
verticale (setto) e le 2 parti non comunicano tra di loro.
Ciascuna di esse è divisa ancora in 2 parti: l’atrio in alto ed il ventricolo in basso.
Il cuore
Il muscolo cardiaco contraendosi spreme fuori dai ventricoli il sangue in essi
contenuto mentre quello degli atri passa nei ventricoli sottostanti. In condizioni
normali il cuore batte 70-75 volte in un minuto. Esso funziona come una pompa
che immette il sangue in 2 circuiti: il primo è quello della piccola circolazione, il
secondo della grande circolazione.
I°) piccola circolazione: il sangue parte dal ventricolo dx, arriva ai polmoni
attraverso l’arteria polmonare, scambia la CO2 con l’O2 e, per mezzo delle vene
polmonari, ritorna al cuore ed entra nell’atrio sn.
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II°)grande circolazione: il sangue parte dal ventricolo sinistro, entra nell’arteria aorta
che poi si dirama in tante altre arterie che lo portano in tutte le parti del corpo. Fa
ritorno al cuore per mezzo delle vene cave (superiore ed inferiore)che scaricano il
sangue nell’atrio dx
In particolare il sangue venoso, carico di CO2 , giunge all’atrio dx, quando l’atrio è
pieno di sangue la valvola che regola il passaggio si apre ed il sangue fluisce nel
ventricolo dx sottostante. Riempitosi il ventricolo, la pressione del sangue fa chiudere
La piccola e la
grande circolazione
la valvola. La medesima pressione agisce sulle altre a mezzaluna e fa scorrere il
sangue dal ventricolo nell’arteria polmonare; così comincia la piccola circolazione.
Quando l’atrio è colmo la valvola che regola il passaggio si apre ed il sangue fluisce
nel ventricolo sn sottostante. Il ventricolo pieno si contrae spingendo il sangue in
aorta.
Il periodo di rilascio del cuore si chiama diastole, quello di contrazione è chiamato
sistole.
I vasi arteriosi e quelli venosi sono organi di distribuzione periferica. Nella grande
circolazione i vasi arteriosi provvedono alla distribuzione dell’O2 e sostanze di
rifiuto. Per convenzione si chiamano arterie tutti i vasi che partono dal cuore, sia che
contengono sangue ossigenato o meno;e si chiamano vene i vasi che arrivano al
cuore, sia che contengano sangue carico di CO2 o meno.
L’arteria aorta è il maggiore dei vasi sanguigni; si ramifica in arterie e queste in
arteriole ed in capillari sempre più sottili che raggiungono ogni cellula del corpo. I
capillari arteriosi si continuano nei capillari venosi che si uniscono a formare
venule e poi vene ed infine le 2 grosse vene che riportano il sangue al cuore.
Da questo punto inizia la parte dedicata alla descrizione degli incidenti, infortuni ,
patologie che possono colpire i frequentatori delle piscine e degli interventi di
tamponamento che il Bagnino può fare per portare aiuto in attesa dei soccorsi .
6
L’ANNEGAMENTO
L’importante nel soccorso ad un annegato è il tempo trascorso tra il momento in
cui ha smesso di respirare e quello in cui inizieremo le manovre di ripristino delle
funzioni vitali : la rapidità nell’intervenire è fondamentale.
Uno dei bisogni primari del nostro corpo è l’ossigeno (O2 ) che assumiamo con la
respirazione : possiamo stare molti giorni senza mangiare ed alcuni senza bere prima
di morire , ma senza respirare, senza ossigeno, il nostro organismo può restare al
massimo cinque minuti !
I danni che sopraggiungono per la mancanza di O2 sono a livello cerebrale .
Dal cervello partono gli ordini, gli impulsi che fanno battere il cuore e che
comandano la respirazione .
Il cervello funziona come un grande computer, composto da tante schede, ognuna ha
un suo compito, è predicata per una sua funzione: una fa battere il cuore, una ci fa
respirare, una è per la comprensione del linguaggio, una per la parola, una per il
movimento, una per la vista ecc….
A tutti è capitato di vedere persone, per lo più anziane, colpite da malesseri che,
anche in seguito, hanno lasciato delle conseguenze fisiche visibili: bocca torta, un
occhio semichiuso, deambulazione imperfetta, perdita dell’uso della parola, totale o
parziale paralisi di una parte del corpo, ecc.ecc…Sono handicap , disturbi talvolta
irrecuperabili , causati generalmente da ictus, più chiaramente da un’insufficiente
irrorazione di sangue e conseguente inadeguata ossigenazione della massa cerebrale.
Il nostro cervello si nutre solo di O2, e questo nutrimento deve essere continuo in ogni
momento della nostra vita: non può subire riduzioni, né tantomeno interruzioni .
Le persone colpite dalle patologie sopra descritte non hanno ricevuto O2 sufficiente .
Il percorso abituale del sangue ( che tramite i globuli rossi trasporta O2 )è stato in
qualche modo ostruito: arterie ,arteriole, capillari, che sono le condutture dove passa
il liquido ematico, per arrivare al nostro cervello, sono parzialmente intasate, il
carburante arriva ma in maniera insufficiente .
Succede allora che una parte della nostra massa cerebrale non ricevendo la sua dose
di O2 smette di operare, trasmettere, mandare gli impulsi in maniera corretta e
ordinata, quegli impulsi che fanno funzionare in maniera perfetta il nostro corpo.
Da qui i danni e gli handicap fisici sopra descritti, ma il male peggiore è
l’impossibilità del ripristino di quelle funzioni, perché il nostro cervello o una parte di
esso se resta senza O2 va in necrosi : è come una batteria che quando è andata in
corto o si è esaurita non è più riutilizzabile, anche provando a ricaricarla nuovamente.
Quindi se un annegato rimane senza respirare per più di cinque minuti, è questo il
tempo massimo, va incontro ad una morte certa in quanto il suo cervello , non
ricevendo più sangue ossigenato ( perché qui parliamo di mancanza di O2 nel sangue,
dato che l’annegato sott’acqua non può più respirare e quindi ossigenarlo) è come se
si venisse tolta improvvisamente l’energia elettrica ad un impianto d’illuminazione .
Ed anche se successivamente venisse praticata la respirazione artificiale, il massaggio
cardiaco ed anche somministrato O2 sarebbe tutto inutile .
7
S0CCORSO AD UN ANNEGATO
Abbiamo portato soccorso ad un annegato lo abbiamo adagiato sulla battigia, se
siamo al mare, oppure sul piano vasca se ci troviamo in una piscina.
Non dà apparenti segni di vita, subito facciamo chiamare i soccorsi (118) e cerchiamo
di rianimarlo.
Chiamate il
118
Rianimazione:
controllo dello stato
di coscienza
Signore,
signore, mi
sente?
Ecco una corretta successione di manovre da eseguire: sono le stesse da attuare
per rianimare una persona che perde conoscenza e improvvisamente si accascia
a terra.
Per prima cosa è bene trovare una superficie dura, rigida, nel caso di un
annegamento al mare va benissimo la spiaggia, la battigia, il pavimento, (mai
qualcosa di morbido come un materassino)sulla quale posizionare l’annegato ,
contemporaneamente proveremo a rianimarlo con stimoli verbali (grida) e stimoli
fisici (pizzicotti). I pizzicotti sono molto più efficaci per far riprendere o svegliare
una persona che scuoterla. In più non bisogna dimenticare che l’infortunato può
aver avuto un trauma cranico cervicale, oppure avere una frattura ed è utile
muoverlo con cautela evitando movimenti bruschi.
Iperestenderemo la testa all’indietro , il fine è di posizionarla in modo che la carotide
non sia piegata e le vie aeree non siano in qualche modo ostruite.
Su una spiaggia è sufficiente togliere un poco di sabbia sotto la testa.
In una piscina bisogna effettuare una manovra in modo da ruotare la faccia,
dell’annegato, all’indietro, aiutandosi con ambedue le mani e per mantenerla in quella
posizione useremo qualcosa da mettere sotto il collo (un asciugamano arrotolato , un
paio di ciabatte ecc.).
Ricordarsi, mentre facciamo le prime manovre, di chiedere ai presenti di
chiamare i soccorsi (118) descrivendo l’incidente, spiegando lo stato
dell’infortunato(privo o no di conoscenza, probabile arresto delle funzioni vitale,
ecc…) le cause (annegamento, malore, ecc..)
8
Iperestensione della testa
Controlleremo che non abbia ingerito qualcosa che ostruisca le vie aeree (osservando
all’interno della bocca e nel naso). Se troveremo la bocca piena di liquido, acqua o
trisma, lo metteremo per qualche attimo lateralmente in “posizione di sicurezza” in
modo che il liquido fuoriesca naturalmente.
Illustrazione delle manovre da eseguire per portare la persona soccorsa in
posizione di sicurezza.
In questa posizione è consigliabile lasciare una persona priva di conoscenza, ma
che respira regolarmente. Il bagnino la deve adottare non solo per i bagnanti che
hanno rischiato di annegare, ma in tutti i casi di perdita di conoscenza: malori,
svenimenti, abuso di alcolici e di droghe, ecc…………….….. in attesa dei soccorsi
(118)
9
Uscito il liquido, svuotata la bocca, lo riporteremo in posizione supina e se,
guardando nel cavo orale, non vedremo la lingua faremo un’ispezione con l’indice
della nostra mano, avvolta dalla maglietta, sia per evitare il contatto che può essere
repulsivo, ed anche perché scivolosa, e la riporteremo in posizione naturale.
Osserveremo la zona addominale (la pancia) e toracica per controllare se respira.
Controllo dell’attività
respiratoria
Controllo dei
movimenti del
torace
Al mare, o in piscina, è più attendibile esaminare la zona addominale che quella
polmonare, l’assenza di abiti aiuta molto il bagnino alla ricerca di un segnale di vita
nella persona soccorsa. L’esame visivo è, in un ambiente balneare, sulle spiagge o in
un complesso natatorio, in piscina, il più indagatore e preciso per accertare la
presenza o l’assenza di una qualsiasi funzionalità polmonare.
Ascoltare se respira è praticamente impossibile, il rumore anche involontario
provocato da chi sta intorno, quello delle onde o del riciclo dell’acqua coprirebbero,
falserebbero, sicuramente, quello della funzionalità respiratoria di una persona priva
di conoscenza.
Se l’annegato non respira palperemo l’arteria carotide (sul collo)polso carotideo per
verificare se c’è attività cardiaca (se batte il cuore).
Tutti i punti dove possiamo rilevare i battito del cuore vengono chiamati “polso”.
Troviamo quindi il polso radiale, all’attaccatura del palmo della mano su
l’avambraccio, il polso femorale, dove la coscia si unisce al corpo nel punto dove il
femore si inserisce al bacino, il polso brachiale lo rinveniamo vicino all’ascella tra il
bicipite ed il tricipite sopra l’omero. Il polso brachiale è quello più indicato per
rilevare se c’è funzione cardiaca nei bambini piccoli che non hanno un collo
sufficientemente lungo per poter fare un controllo attendibile.
Controllo del polso carotide
Controllo polso brachiale
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Nel caso che non ci siano segni di vita (assenza di attività cardio-respiratoria)
cercheremo di ripristinare le funzioni vitali iniziando con la respirazione artificiale
(insufflazioni con il metodo bocca-bocca)
Insufflazioni bocca-bocca
Per la respirazione artificiale è utile aiutarsi con il pallone Ambu, per evitare il
contatto diretto della nostra bocca con quella del naufrago. L’accostamento,
inevitabile, nella rianimazione, è certamente un’esperienza ripugnante. È
indispensabile avere sempre con noi almeno una mascherina antireflusso,
personale. Comunque se non abbiamo a portata di mano il pallone Ambu,
separiamo la nostra bocca da quella dell’annegato con un fazzoletto, o anche con
la maglietta da bagnino.
Pallone Ambu
con collegamento a
bombola di ossigeno (O2)
In caso di arresto
cardio respiratorio è
sempre utile somministrare
ossigeno puro (O2)
Un naufrago può avere sia un arresto respiratorio, che un arresto cardio-respiratorio,
un arresto solo cardiaco è impossibile: l’ultima funzione a spengersi è quella
cardiaca.
Per cercare di ripristinare la funzionalità cardiaca, il bagnino, può fare soltanto il
massaggio cardiaco .
30 compressioni
massaggio
cardiaco
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Nel massaggio cardiaco è importante trovare il punto di compressione dove
posizionare le mani: per gli uomini è tra i capezzoli. Per le donne posizionare le mani
due dita sopra la bocca dello stomaco poco sopra l’inizio della parte inferiore dello
sterno.
Ricerca del punto dove posizionare le mani per il massaggio cardiaco
Nel massaggio cardiaco è fondamentale fare delle compressioni efficaci in modo da
schiacciare il cuore creando una valida, seppur artificiale, gittata sistolica.
Ecco perché dobbiamo adagiare il naufrago su di una superficie rigida, pavimento,
sabbia, pianale di un patino: un piano d’appoggio morbido seguirebbe la nostra
spinta.
Il massaggio deve essere robusto, quasi violento, le mani sono unite, una su l’altra, le
braccia rigide, il corpo piegato in avanti per aiutare il movimento col peso del tronco,
la mano d’appoggio schiaccia lo sterno abbassandolo almeno 5 centimetri, mai meno,
il cuore, in mezzo alla cassa toracica, deve essere compresso……
Massaggio cardiaco
Compressione
Massaggio cardiaco
Rilascio
Per rianimare un individuo in arresto cardio-polmonare tutti i soccorritori
seguono, un’identico protocollo: due insufflazioni e quindici compressioni.
12
La linea guida del bagnino si uniforma a quella del soccorritore: anche lui dovrà
seguire il metodo 30 compressioni e 2 insufflazioni, e ogni quattro cicli dovrà
controllare se l’attività cardio- polmonare è ripristinata.
Continuare la rianimazione fino all’arrivo di un medico .
E’ bene ricordarsi che il soccorso, perché serva a qualcosa, deve essere fatto entro
cinque minuti dal momento che il naufrago ha smesso di respirare ..
Ricordarsi, è già stato detto sopra, per non avere contatto diretto con la bocca della
persona da rianimare usare il pallone Ambu, e se non abbiamo con noi neppure una
mascherina, usare un fazzoletto, una camicia, una maglietta: l’aria passerà
ugualmente e noi eviteremo un inutile contatto non igienico e repulsivo.
Ripetendo………………………….
È utile ricordare che la funzionalità respiratoria va rilevata visivamente
osservando la zona epigastrica-toracica e non con altri metodi essendo quello
appena descritto il più sicuro e veloce . E non dimentichiamo che l’attività
cardiaca va invece controllata manualmente essendo questo , in un posto affollato,
il sistema più attendibile : se lo facessimo appoggiando l’orecchio sul petto
probabilmente verremo ingannati dal vociare della gente intorno a noi.
Quindi con il pollice e l’indice palperemo il collo a fianco della trachea in cerca di un
segnale di vita . I punti dove si rilevano i battiti del cuore sono chiamati polso avremo
quindi : il polso carotideo (sopra descritto) , il polso radiale ( dove mettiamo
l’orologio ), il polso femorale ( vicino all’inguine ), il polso tibiale ( sulla parte
anteriore della gamba, accanto alla tibia) il polso pedidio ( sul dorso del piede).
LE FERITE
Trattamento delle ferite cosa fare in attesa dei soccorsi………..
1)mettere in vista la ferita: i vestiti che chiudono una lacerazione devono essere
alzati, aperti, tagliati, in ogni modo rimossi.
2)pulire la lesione eliminando i corpi estranei senza pulirla troppo accuratamente
3)cercare di fermare l’emorragia iniziando con la pressione diretta e alzando l’arto:
se occorre impiegare la tecnica dei punti di pressione (vedi sotto )
I punti di compressione a
distanza(vedi grafico) hanno lo
scopo di controllare le gravi
emorragie e non sono localizzati sul
punto della ferita stessa ma tra
questa ed il cuore.
Solo così è possibile tentare di
interrompere e quindi di bloccare
almeno temporaneamente il flusso di
sangue pompato dal cuore verso la
zona lesa.
13
4)evitare la contaminazione
5)non usare disinfettanti come alcool ma preferite acqua ossigenata
6)fissate un bendaggio dopo l’arresto dell’emorragia
7)far stendere il paziente e rassicuratelo
8)in caso di grandi perdite di sangue somministrare ossigeno
ricordarsi comunque di utilizzare sempre materiali sterili o almeno molto puliti ,
coprire tutta la ferita , non stringere troppo la benda ma stando bene attenti a non
far allentare la fasciatura
le ferite vengono chiamate “emorragie esterne” e si dividono in…………
emorragia arteriosa : la perdita di sangue è rapida e cospicua il sangue esce a fiotti
pulsando con i battiti cardiaci
emorragia venosa : il sangue esce con un flusso costante e spesso abbondante
emorragia capillare : il sangue fluisce lentamente
per arrestare una copiosa perdita di sangue ad un arto………………..
si può intervenire sui punti di compressione che sono per le braccia l’arteria
brachiale e per le gambe l’arteria femorale .
Nel primo caso si dovrà esercitare una forte pressione nella parte interna del braccio
tra il bicipite e il tricipite, vicino all’ascella, sull’osso chiamato omero .
Nel secondo si premerà col pugno alla piega dell’inguine sopra l’attaccatura del
femore .
il sistema del bastone che stringe……………..
trovandoci davanti ad una ferita con forte perdita di sangue e impossibilità ad
arrestarla con i metodi sopra descritti possiamo provare a mettere un laccio tra la
ferita e il cuore. Il laccio dovrà essere largo (es:una cintura per pantaloni ) per non
ferire la pelle dato che dovrà stringere molto , tanto da arrestare il flusso sanguigno
(le arterie sono in profondità) potremo aiutarci con un bastone infilato nel laccio e
fatto girare in modo da creare una compressione circolare che con le mani non
sarebbe possibile.
Chiamare il 118
GLI OGGETTI CONFICCATI…………..
Possono essere: un coltello , un’asta d’acciaio, un grosso pezzo di vetro, un pezzo di
legno lungo e appuntito, ecc….
cosa fare per aiutare chi ha un oggetto conficcato……….
1)non rimuovere l’oggetto
14
2)esporre l’area interessata togliendo vestiti , tenendo fermo l’oggetto medicare.
3)se c’è forte perdita di sangue esercitare pressione verso il basso sulla pelle ai lati
dell’oggetto conficcato facendo attenzione a toccarlo.
4)qualsiasi spostamento o movimento sarà sottoposto l’infortunato la nostra
preoccupazione maggiore dovrà essere il fare attenzione affinché l’oggetto conficcato
non si sposti .
LE FRATTURE
La frattura è la rottura di un osso. Tutte le ossa possono rompersi………..
La frattura può essere completa, quando l’osso si rompe completamente e
incompleta, quando la frattura non divide completamente l’osso.
Può essere aperta o esposta , le ossa fratturate hanno causato una ferita della pelle,
dei tessuti e/o degli organi interni. Oppure chiusa o semplice senza ferite prodotte
dalla frattura stessa .
I sintomi………..
Dolore nella zona sospetta e l’impotenza funzionale : l’impossibilità di usare l’arto
leso
Il trattamento………
Comprende l’immobilizzazione della frattura in modo da alleviare il dolore, prevenire
ulteriori danni a muscoli ed altri tessuti molli , prevenire complicanze dovute al
movimento dei monconi ossei.
immobilizzazioni davanti
ad un soggetto con sospetta
frattura
L’immobilizzazione è efficace se riesce a bloccare l’articolazione superiore e quella
inferiore al punto di frattura (articolazioni a monte e a valle).
Qualsiasi oggetto rigido e sufficientemente lungo , può essere idoneo per steccare una
frattura.
Non cercare mai di spostare un arto che sospettiamo fratturato ,non proviamo mai
a rimetterlo nella “giusta posizione” : blocchiamolo con fasce e stecche di fortuna.
LE LUSSAZIONI
È la rottura di un’articolazione, con lacerazione dei legamenti e spostamento di un
osso che la compone. I sintomi sono praticamente uguali a quelli delle fratture con
impotenza funzionale ,tra i segni di particolare importanza la deformità della zona
interessata. Possono essere prodotte lesioni ai vasi sanguigni ed ai tronchi nervosi
dall’osso ormai mobile: occorre immobilizzare l’estremità lussata.
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Facciamo un esempio………….
Un bagnante cade , una spalla va fuori posto,bisogna bloccare il braccio con un
asciugamano intorno al collo e portarlo subito al Pronto Soccorso senza attendere
l’ambulanza: non proviamo mai noi a rimettere a posto la spalla.
DISTORSIONI
Nel caso dovessimo aiutare un bagnante che si è procurato una distorsione ad una
caviglia, ricordiamoci che con delle applicazioni di ghiaccio sulla parte dolente questi
ne trarrà grande giovamento.
Consigliamo anche una fasciatura contenitiva con una benda elastica .
ARRESTO CARDIACO (infarto ,collasso )
Sulla spiaggia una persona accusa un malore e non dà più segni di vita (non respira e
non gli batte il cuore)le persone che gli sono vicine, familiari ed amici ci informano
che è sofferente di cuore: probabilmente ha avuto un arresto cardiaco.
Chiamiamo subito un’ambulanza e, nel frattempo, proviamo a rianimarlo (con
massaggio cardiaco e respirazione artificiale) dandogli anche ossigeno , che in questi
casi è sempre utile e non ha controindicazioni, tramite il pallone Ambu.
Se non e in arresto cardio-polmonare metterlo in posizione di sicurezza.
Sequenze del posizionamento
di un individuo che ha perso
conoscenza per un malore, ma non
è in arresto cardiorespiratorio
PRECAUZIONI PER CHI FA IL BAGNO
Ricordarsi che dopo una lunga esposizione al sole è bene entrare in acqua in maniera
graduale, evitando così il repentino sbalzo termico ( dal caldo al freddo) causa della
pericolosissima patologia detta Idrocuzione.
Anche chi frequenta le piscine deve curare l’ambientamento del corpo in acqua.
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Mai entrare in vasca repentinamente, lo sbalzo di temperatura può procurare un
malore a chiunque, anche ai più giovani, se si trovano in condizioni particolari di
stress fisico o mentale. Raccomandare l’ambientamento: entrata graduale in acqua,
una doccia precedente tiepida, stare seduti sul bordo vasca con i piedi in acqua anche
solo per poco tempo è già sufficiente. Da tenere d’occhio le persone anziane
ASFISSIA DA CORPO ESTRANEO
All’improvviso, un bambino, presenta tosse insistente, affanno, cianosi e stridore
respiratorio. Il sospetto di inalazione di un corpo estraneo (abbia inghiottito qualcosa
che “gli è rimasto di traverso”) è avvalorato dal racconto di gli si trovava vicino.
Senza perdere tempo prezioso, abbracciare il bambino da dietro, eseguendo
compressioni violente sottodiaframmatiche con le braccia e le mani posizionate al di
sotto l’arcata costale.
Cause scatenanti l’ostruzione delle vie aeree
corpi estranei: cibo, ghiaccio, denti rotti, protesi dentarie, vomito, altro
piegamento all'indietro della lingua
lesioni: ferite al collo, ferite da schiacciamento, ingestione di veleni, immissione di
aria calda
patologie: reazioni allergiche, malattie croniche, infezioni respiratorie
Reazioni
La cute del volto diventa di un rosso acceso ma con il passare del tempo, se la
difficoltà a respirare persiste o si aggrava, il colorito può diventare bluastro.
Agite prontamente.
Come agire
Esortate la vittima a tossire per espellere il corpo estraneo. Non tentate di afferrarlo
con le dita: ciò è meno efficace della tosse e può spingerlo ancora più giù.
In alcuni casi, purtroppo, la respirazione e, perfino la tosse sono insufficienti oppure
davanti ad un’ostruzione completa, è opportuno agire prontamente con la
compressione addominale, conosciuta come : manovra di heimlich.
MANOVRA DI HEIMLICH
Creare una spinta del diaframma verso l'alto, forzando l'aria ad uscire dai polmoni
con una sorta di "tosse artificiale". Fino a quando la vittima è in piedi o seduta, il
soccorritore deve porsi dietro, fare il pugno con una mano (con il pollice all'interno) e
porlo contro l'addome sopra l'ombelico. Con l'altra mano premere violentemente
verso l'alto, ritmicamente e ripetutamente, fino a quando il paziente riprende a tossire
e a respirare con efficacia o espelle il corpo estraneo.
Se la vittima diventa incosciente
Porre la vittima a terra in posizione supina. Porsi a cavalcioni delle cosce della
vittima.
Appoggiare il palmo di una mano sull'addome sopra l'ombelico.
Sovrapporre l'altra mano e premere violentemente verso l'alto.
Può essere necessario ripetere la manovra molte volte. Riprovare la respirazione
artificiale, se questa non è efficace, occorre riprendere le compressioni e ripetere la
sequenza fino all'arrivo dei soccorritori. La manovra di Heimlich non è priva di
rischi (rottura di visceri addominali e toracici), poichè la forza applicata è notevole.
Se il soggetto è un bimbo: Nei bambini, alcuni, consigliano, in sostituzione della
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compressione addominale, la percussione toracica posteriore tenetelo con la testa in
giù e dategli qualche energico colpo sulla schiena, tra le scapole. Se il bimbo è
troppo grande per tenerlo così, colpite energicamente per 5 volte il dorso tra le
scapole. Se non avete successo dovete proseguire eseguendo la manovra di
Heimlich: ad un bambino le compressioni saranno ovviamente adeguate all’età e
dimensioni: con due o più dita.
Manovra di Haimlich
Manovra con
paziente cosciente
Manovra
a bambino
Manovra con
paziente privo di
conoscenza
a
Manovra a bimbo
di pochi mesi
USTIONE SOLARE
È bene ricordarsi anche ,che in caso di ustione solare come prima misura, per
alleviare il fastidio, è utile fare un doccia. E che in caso di eccessivo arrossamento
della pelle per un’eccessiva esposizione al sole si può rischiare il collasso.
Consigliamo sempre le persone che si sono presi un’insolazione di rivolgersi ad un
dermatologo urgentemente o perlomeno al medico di famiglia: ovviamente le persone
più a rischio sono gli anziani e i bambini piccoli
SANGUIN AMENTO NASALE
.
Per l’epistassi (sangue al naso)il rimedio migliore, dopo
essersi soffiato il naso, è mettersi nel naso dei batuffoli di
cotone idrofilo.
È bene mantenere per un periodo anche breve la testa
all’indietro
I DIABETICI
Un bagnante ha improvvisamente un malore, ci informano che è diabetico .
Non è da escludere una crisi ipoglicemica . Dopo averlo fatto stendere è bene
somministrare zucchero (o miele , caramelle , succo d’arancia) ovviamente se è
cosciente. Non somministrare liquidi se è incosciente , tutt’al più un pizzico di
zucchero sotto la lingua . Mantenerlo in posizione di sicurezza
Posizione di sicurezza
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TRAUMI CRANICO-VERTEBRALI
È necessario fare attenzione a chi si tuffa in acqua bassa………
Sono incidenti , per fortuna , moto rari . anche solo nel dubbio chiamare subito i
soccorsi.
Di solito vi incorrono quelli che si tuffano dal bordo vasca oppure dai blocchi di
partenza , in maniera accentuatamente verticale , in un punto dell’impianto natatorio
dove c’è acqua bassa ed eseguono il tuffo non con le braccia protese avanti , ma di
testa .
Esempio di tuffo con relativo impatto e conseguente danno alla spina dorsale
In questo modo l’impatto con il fondo della vasca sarà immediato non avrà le braccia
a protezione, come nel tuffo classico : il malcapitato sbatterà la testa e la violenza
dell’impatto potrà danneggiare la spina dorsale .
In alcuni casi , estremamente gravi , si possono presentare traumi cranico-vertebrali .
L’infortunato dopo tuffo e ritorno in superficie richiamerà la nostra attenzione per
l’immobilità : quasi sicuramente in posizione “faccia in giù” .
Quasi sicuramente non risponderà agli stimoli fisici e verbali dei soccorritori.
Altro infortunio che può capitare nelle docce, o negli spogliatoi di un impianto
natatorio, resi sdrucciolevoli dall’acqua, è lo scivolare in avanti e comprimere la
schiena in modo innaturale all’indietro.
Esempio di caduta in avanti e conseguente danno alla spina dorsale.
Ricordiamoci di spostarlo con cautela , muovere un paziente con frattura spinale o
una dislocazione vertebrale , senza la dovuta prudenza , può provocare una paralisi
permanente da danno midollare.
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Soccorso ad una persona
che supponiamo abbia
subito un trauma
cranico vertebrale da parte
di tre soccorritori
La riduzione della mortalità e
dell’invalidità
dipende
dunque
dall’attuazione di adeguate misure di
soccorso .
L’acqua è per noi , in questo caso , di grande aiuto, potremo posizionare una tavola,
di misura adeguata allo scopo, sotto il corpo, mentre è sempre in vasca e così portarlo
fuori evitando torsioni e piegature della colonna.
Se il paziente vomita sarebbe bene posizionarlo di fianco senza però fare movimenti
che possano piegare la colonna vertebrale .
.
PUNTURE D’INSETTI
Nelle punture di vespe non esiste pungiglione da rimuovere, in quelle d'ape è bene
rimuovere il pungiglione aiutandosi con uno spillo sterilizzato a fuoco. Disinfettare
con acqua e amuchina Applicare impacchi freddi, possibilmente con ghiaccio.
Se inizia reazione generale, allertare immediatamente il 118
Tenere presente che le punture vicino agli occhi e alla gola possono essere pericolose,
pertanto necessitano di osservazione medica.
CRISI EPILETTICHE
L’epilessia è un disturbo neurologico, la causa è più delle
volte oscura.
La crisi epilettica classica, quella che attira l’attenzione di
parenti, amici o passanti, e fa allertare i soccorsi, inizia
improvvisamente. Il paziente perde conoscenza e, se è in
piedi, cade bruscamente a terra, con possibilità di traumi
anche gravi .
In una prima fase, si ha una contrazione muscolare diffusa
intensa e sostenuta .
Il malato si presenta rigido e cianotico, la lingua può essere
morsa per la contrazione dei muscoli della masticazione.A
questa fase tonica subentra quella clonica caratterizzata da
ripetuti e rapidi rilasciamenti (che danno l’impressione di
scosse) respirazione difficoltosa, emissione di bava dalla
bocca (spesso mista a sangue).
Tutta la crisi si risolve rapidamente (in genere non dura più
di un minuto ) dopo di che il malato si rilascia e inizia a
respirare in modo profondo e rumoroso.
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Come aiutare una persona in preda a una crisi epilettica.
Posizione di sicurezza
Porre il paziente a terra, se possibile, allentargli gli abiti
stretti, allontanare gli oggetti pericolosi e non cercare di
bloccarlo durante le convulsioni.
Dopo la crisi convulsiva mantenere il paziente a riposo
posizionandolo lateralmente, in posizione di sicurezza, in
modo da facilitare il passaggio di liquidi dalla bocca.
C’è un luogo comune che consiglia di mettere tra i denti di una persona in
preda ad una crisi epilettica qualcosa che impedisca di mordersi la lingua, è
sbagliato e pericoloso, non va mai messo niente in bocca a chi è colpito da una
crisi .
CRISI ASMATICA
Le crisi asmatiche si presentano con difficoltà respiratorie , sibilo e fischio ad ogni
atto respiratorio: la migliore posizione è lo stare in piedi o seduto. Arrivano
improvvisamente, ma in piscina, grazie all’ambiente caldo e umido non sono
frequenti. La migliore posizione è lo stare in piedi o seduto. Il paziente asmatico ha
sempre con se quei prodotti farmacologici che si spruzzano attraverso la bocca : es.
Ventolin.
COLPO DI SOLE
Si tratta di una vasodilatazione diffusa specialmente a livello
celebrale per eccessiva esposizione ai raggi solari che porta
a congestione ,arrossamento cutaneo , cefalea ,nausea
,vomito, fino al delirio , al coma , all’arresto
cardiorespiratorio .
Il soccorso consiste nel trasportare l’infortunato in ambiente fresco,
all’ombra, fare impacchi di acqua fredda o ghiaccio su
CRAMPI
Sono contrazioni involontarie dei muscoli, molto dolorose, le
cause vengono attribuite anche alla stanchezza ed al freddo ed è
questi due aspetti che a noi interessano (acqua fredda ), quasi
sempre colpiscono le gambe : polpaccio e muscoli posteriori della
coscia. Se veniamo attaccati dai crampi, in acqua, dobbiamo
trovare subito un punto di appoggio per mantenerci a galla e
cercare di stendere la muscolatura della parte contratta provando a
contrarre il muscolo antagonista, ma maggiormente è importante
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mantenere e far mantenere la calma: perché un crampo è solo un
episodio doloroso e niente di più .
LIPOTOMIA
È uno stato di debolezza con malessere, vertigini, pallore, sudorazione fredda, senso
di svenimento fino alla caduta a terra e perdita di conoscenza . Può essere provocata
da molti fattori tra cui: crisi emotive, cadute di pressione, eccessiva temperatura, uso
di farmaci, colpo di sole o di calore .Il soccorso consiste nel mettere l’infortunato in
posizione sdraiata, con le gambe sollevate in ambiente fresco: se il malore non passa
entro pochi minuti inviare al più vicino Pronto Soccorso .
ANIMALI MARINI (MEDUSE E TRACINE)
Chi, facendo il bagno, è venuto a contatto con una medusa è bene che, appena esce
dal mare, corra a lavarsi sotto una doccia con molta acqua corrente, aiutandosi con
una spugna ed un sapone molto delicato, per non irritare ulteriormente la pelle gia
ustionata dalla medusa. Successivamente rivolgersi ad un dermatologo.
Le punture delle tracine sono molto dolorose, ma il loro veleno è termolabile (il
calore lo rende inefficace): basta quindi immergere la parte colpita in acqua molto
calda o toccare la zona interessata con un poco di cotone imbevuto di ammoniaca.
SOCCORSO AD UN SUBACQUEO
In questa parte tratteremo il comportamento
da tenere per portare aiuto ad un subacqueo.
Dopo un’ immersione con le bombole una persona esce dall’acqua, e accusa dei
malesseri, da noi riconosciuti come malattia da decompressione.
I segnali, i sintomi, sono dei più svariati, vanno dal prurito al coma, in presenza dei
quali è bene stendere l’infortunato, dopo avergli tolto le bombole, farlo restare
immobile tenergli alte le gambe. Chiamare un ambulanza ed allertare la camera
iperbarica.
Nell’attesa somministrargli ossigeno puro.
Qui sotto sono elencati segni e sintomi della malattia della decompressione.
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Cutanei: formicolii e pruriti cutanei, della pelle.
Vestibolari: vertigini, nausea, vomito, perdita dell’equilibrio.
Osteomitralgici: dolori alle articolazioni, alle ossa, ai muscoli.
Midollari: paralisi parziale o totale degli arti e degli sfinteri, dolori lombari, perdita
delle forze e della sensibilità in tutti i suoi aspetti.
Polmonari: dolori retrosternali, difficoltà respiratorie, tosse, dolore al torace, estrema
debolezza, palpitazioni.
Cerebrali: vomito, disturbi alla parola, disturbi alla vista, confusione mentale,
perdita di conoscenza, emiparesi, paralisi totale, arresto cardiaco
È CAUSA DI MORTE ISTANTANEA.
Concludendo
Un bagnino non è un sanitario la sua dovrà essere soltanto un’opera di
tamponamento, in attesa dei soccorsi.
Purtroppo c’è sempre qualcuno che per aiutare peggiora una situazione gia
compromessa, questo manuale ha come scopo di fare una panoramica su gli
incidenti che possono capitare nell’ambiente dove lavora un bagnino.
Il bagnino dovrà solo aiutare, infortunato o annegato che sia, in attesa dei soccorsi
e se per fare questo dovrà rianimare lo farà: è in grado di agire.
Ma talvolta c’è una situazione così difficile, così compromessa e dare una mano,
talvolta, vuol dire aspettare chi è preparato a farlo.
ATTENZIONE
Questo manuale descrive le manovre di rianimazione con le direttive dell’anno
2005, tutti i soccorritori preparati dai vari Enti e Associazioni usano un metodo
uguale, un identico protocollo, per non creare malintesi e conseguenti perdite di
tempo durante un’emergenza: i protocolli nel tempo possono essere modificati.
La S.N.S. anche per quest’anno si allinea alle direttive nazionali per quello che
riguarda la catena del soccorso nella rianimazione.
Il tutto verrà chiarito durante le lezioni di Primo Soccorso.
Questo manuale è stato preparato dalla sez. di Pisa della Società
Nazionale di Salvamento
Con la consulenza di:
Prof. Pierantonio Macchia (Pediatria)
Prof, Stefano Sellari Franceschini (Otorinolaringoiatria)
Prof. Ottavio Giampietro (Medicina Interna)
Prof. Roberto Gianfaldoni (Dermatologia)
Prof. Vincenzo Amato (Ortopedia)
Prof. Vitale Ravelli (Neurochirurgia)
Dott. Luca Colombi (Medicina d’Urgenza 118)
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