Comments
Description
Transcript
Studentessa bocciata, ricorso respinto
IL QUOTIDIANO - Venerdì 9 Gennaio 2015 Formia Minturno 27 Ieri l'udienza davanti al gup di Latina, dove i familiari di Corelli si sono costituiti parte civile Morì di tetano, medici a giudizio Sotto accusa cinque dottori che prestavano servizio al pronto soccorso di Formia e Minturno inque medici che prestavano servizio nei pronto soccorso degli ospedali di Formia e Minturno sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Latina, Laura Matilde Campoli, con l'accusa di aver cagionato «con condotte colpose causalmente concorrenti ed indipendenti tra di loro, per colpa consistita in negligenza, imperizia ed imprudenza, la morte C la vittima I FATTI NEL 2011 L’EX AUTISTA DEL COTRAL IN PENSIONE SI PROCURÒ UNA LESIONE ALLA TESTA A SEGUITO DI UNA CADUTA DA UN ALBERO DI LIMONE CHE STAVA POTANDO IN ALTO GIOVANNI CORELLI E AL LATO IL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE DI MINTURNO di Giovanni Corelli», un pensionato di 73 anni di Minturno. Quest'ultimo morì di tetano il 4 luglio del 2011 presso l'ospedale Cotugno di Napoli, dove era stato trasferito 27 giorni prima dall'ospedale Dono Svizzero di Formia. Ieri si è tenuta l'udienza davanti al GUP di Latina, che ha visto i familiari del Corelli (la moglie Antonietta e i figli Michele, Maria Luisa e Lucia), costituirsi parte civile attraverso gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Roberto Palermo. Nel corso dell'udienza (il Pm era Gre- gorio Capasso) i legali hanno chiesto il risarcimento di 500mila euro per ogni familiare. L'udienza per il giudizio è stata fissata per il 28 maggio prossimo davanti al giudice del Tribunale di Latina, Luigi Varrecchione. «Morire nel 2011 per l'omissione di una banale antitetanica può accadere solo nel sud pontino» ha detto ieri l'avvocato Pasquale Cardillo Cupo, dopo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal Pm Gregorio Capasso ed accolta dal GUP Campoli. I medici rinviati a giudizio sono: Luigi Giaco- mo Fusco, Donatella Fava e Ferdinando Dello Vicario, che prestavano servizio all'ospedale Dono Svizzero di Formia, Giovanni Malaspina e Cosimo Perrone, che all'epoca erano di servizio al punto di primo intervento di Minturno, difesi dagli avvocati D'Orso, Aprea, Criscuolo, Coronella, Palmieri e Mariani. L'episodio ebbe inizio il 22 maggio del 2011, quando il Corelli, ex autista del Cotral in pensione, si procurò una lesione alla testa, dopo una caduta da una scala utilizzata per potare gli alberi di limone che si trovavano in un terreno di sua proprietà in contrada Sauzo. Secondo i magistrati durante le visite al PPI di Minturno e poi presso il pronto soccorso di Formia, l'uomo non veniva sottoposto a profilassi antitetanica, anche dopo la comparsa di difficoltà nella masticazione, deglutizione e respiratoria e contratture muscolari. Dopo il ferimento del 22 maggio l'uomo fu accompagnato al punto di primo intervento di Minturno e poi al pronto soccorso di Formia, dove fu dimesso dopo la sutura della ferita. Il 30 maggio il pensionato tornò al PPI di Minturno per la rimozione dei punti. Quattro giorni dopo, però, il Corelli cominciò ad accusare problemi di mobilità alla mascella e quindi si recò di nuovo all'ospedale di Minturno e quindi a quello di Formia. Ma dopo accertamenti fu dimesso. Le sue condizioni però continuarono a peggiorare, tanto da costringere l'uomo a recarsi al Dono Svizzero di Formia. Era il 6 giugno, ma il giorno successivo fu trasferito al Cotugno di Napoli, per le complicanze che aggrava- rono notevolmente le condizioni dell'uomo. Nel nosocomio partenopeo, però, il 73enne cessò di vivere dopo 27 giorni. I familiari, attraverso gli avvocati Cardillo Cupo e Palermo, presentarono una denuncia ai carabinieri, i quali, su disposizione della magistratura di Latina, acquisirono i documenti sanitari nei nosocomi dove erano state prestate le cure al pensionato di Minturno. A giugno la richiesta di rinvio a giudizio del PM Capasso e ieri l'accoglimento da parte del GUP dottoressa Campoli. La decisione del Tar sul caso di un’alunna del liceo scientifico Studentessa bocciata, ricorso respinto na studentessa bocciata al liceo scientifico Leon Battista Alberti di Marina di Minturno non potrà accedere alla classe superiore neanche per i giudici del Tar di Latina, ai quali si erano rivolti i genitori. La sentenza, emessa nei giorni scorsi, ha decretato che il ricorso è destituito di giuridico fondamento. I ricorrenti, attraverso i loro legali, avevano sottolineato le censure relative alla mancata predisposizione di programmi di recupero, l'assenza di informativa ai genitori circa le difficoltà dell'alunna e la presunta irregolarità della composizione del U consiglio di classe, che aveva deliberato la mancata ammissione alla classe superiore. Per i giudici il giudizio del consiglio di classe è stato ampiamente motivato e la gravità e il numero delle insufficienze, esclude l'applicabilità della norma eccezionale e derogatoria dell'ammissione alla classe successiva con il debito formativo, prevista dalla legge solo per colmare qualche insufficienza non grave. Infatti l'alunna era stata giudicata con 4 in italiano, 5 in inglese, 2 in storia e geografia, 3 in matematica, 4 in fisica. Risultati accompagnati dal giudizio di gra- vissime insufficienze in più discipline «a causa di conoscenze scarse e lacunose, che scaturiscono da uno studio disorganizzato, da un impegno inefficace e da una partecipazione inadeguata, e non ha dimostrato di correlarsi positivamente all’azione di recupero curricolare ed extracurricolare. Pertanto, insufficiente è la padronanza dei contenuti dell’area logico-matematica e umanistica». Per i giudici amministrativi dunque c'erano tutti i presupposti per la non ammissione alla classe superiore della studentessa. G.C. IL TAR DI LATINA