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Progetto colore per la periferia di Genova
Interventi n Progetto colore Progetto colore per la periferia di Genova Di estremo interesse il progetto colore di via Cornigliano, realizzato dall’Università di Genova avvalendosi della preziosa collaborazione del Centro di Ricerca Boero. Un piano innovativo che recupera la memoria del luogo e cerca di affrontare in modo organico il difficile tema delle periferie. Un modello da sperimentare e, si auspica, da adottare anche in altri contesti Antonia Zanardini Finiture&Colore - Giugno 2011 R 24 icco e articolato, attento alla storia e alle tradizioni ma al contempo estremamente innovativo: sono questi i tratti salienti del Progetto colore che il Dipartimento di Scienze per l’Architettura (DSA) dell’Università degli Studi di Genova ha realizzato per il Comune di Genova e per la Società per Cornigliano, avvalendosi della preziosa collaborazione del Centro di Ricerca Boero. Un Progetto Colore che si propone di riqualificare lo spazio urbano partendo dai colori della memoria del luogo stratificati nel tempo, dinamici come lo è il paesaggio urbano, proponendone usi meno consueti, ma comunque facenti parte della memoria del luogo. Un esperimento, un progetto che richiederà volontà politica e partecipazione, ma che -sulla scia della tradizione- attraverso questa dimensione sperimentale, attiva, di fabbrica, propone appunto il mantenimento dell’anima di Cornigliano, come fabbrica di città, modello da sperimentare, e chissà, da adottare anche in altri contesti. Un progetto di estremo interesse anche perché affronta in modo organico il difficile tema delle periferie, che sarà uno dei temi cruciali dei prossimi anni. Nelle periferie, in cui vive oltre il 65% della popolazione, si gioca infatti la scommessa sul futuro della civiltà urbana. Perché se i centri storici sono stati dotati di attenzioni e strumenti per “difendersi” la stessa cosa non può dirsi per le periferie, interessate, nella storia recente, da strumenti di programmazione, ma non altrettanto da una consapevole volontà di recupero. Gli studi e le analisi sulle aree definite periferiche risultano molto spesso complessi, perché i rapporti tra morfologia urbana, tipologia edilizia e ambiente sono stati fortemente compromessi. Lo spazio urbano, ormai saturato, richiede interventi non più di espansione, ma proposte e progetti indirizzati alla valorizzazione e alla ridefinizione dei luoghi. Edificio, strada, isolato, quartiere e città sono le complesse componenti evolutive che determinano e definiscono da sempre l’identità del luogo ed è in questo ambito e nelle diverse scale architettoniche che si pone il tema del recupero e della riqualificazione dell’identità delle periferie. Senza poi dimenticare che i radicali cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni hanno poi ulteriormente mutato gli aspetti architettonici e fisionomici in seguito ai processi di dismissione delle aree industriali suburbane. E proprio in questo senso i contesti marginali, le realtà periferiche, i vuoti urbani o le aree dismesse rappresentano occasioni importanti per una nuova accezione di riqualificazione urbana, in cui il “Progetto Colore” si caratterizza non come maquillage urbano, ma come elemento di comunicazione di una rinnovata immagine. Ecco allora che in questi casi il colore può divenire importante elemento ordinatore e di riqualificazione. Se usato con competenza e metodo, il colore può facilitare la riconoscibilità dei servizi, definire i poli di attrazione e può essere un tratto distintivo delle presenze urbane a vari livelli, dall’edificio all’elemento di arredo, dalla luce al segnale, in un’ottica di strategia di comunicazione urbana per la rivitalizzazione, la miglior fruizione e la valorizzazione delle identità, in particolar modo negli interventi di recupero. Il contesto e la storia La località di Cornigliano ha origine romana e anticamente presentava un abitato organizzato in piccoli insediamenti su antichi percorsi, sparsi tra una estesa maglia di aree a carattere agricolo poste fra l’arenile e la piana. Borgo, Marina, Chiesa, Campi, Colombara, ed Erzelli, costituivano l’immagine ambientale di questa parte di territorio, fino alle trasformazioni avvenute dalla prima metà del XIX secolo. Di tutt’altra connotazione è invece la situazione a monte, dove sul percorso storico ricalcante la strada romana in un tratto più costiero, si trovano prevalentemente gli insediamenti di villa nobiliari. Queste, sono state per molto tempo immagini di un paesaggio che Il progetto colore riqualifica lo spazio urbano partendo dai colori della memoria dei luoghi ha coniugato il ruolo di villeggiatura con l’aspetto più redditizio dello sfruttamento agricolo del fondo e che si è mantenuto ancora negli anni ‘50 del Novecento sulle colline di Coronata alle spalle di Cornigliano, nelle ville chiamate più semplicemente “coltive”. Con differenti caratteri tipologici: a blocco chiuso o a sistema fortificato con torre, o in qualità di residenza per la rappresentanza, le ville dei Doria, degli Spinola, dei Cattaneo della Volta, dei Centurione, dei Durazzo, dei Dufour e più tardi dei Serra hanno costituito per la zona una forte identità nelle descrizioni dei viaggiatori, fino a raggiungere la massima espressione nel XVIII secolo con la realizzazione di villa Durazzo Bombrini e palazzo Serra, richiamando in quel luogo molti personaggi illustri dell’epoca. Nella seconda metà del XIX secolo, l’abitato costituito prevalentemente da ville e pochi insediamenti industriali che costituiscono poco reddito per la popolazione, si profila un’operazione di rilancio attraverso un progetto turistico - balneare voluto dall’im- prenditore e politico Edilio Raggio e ispirato a modelli che in quel tempo venivano attuati in Italia e in Europa. Con il rinnovamento lo scenario inizia a mutare: l’attuale via Cornigliano viene sottoposta a lavori di allargamento coinvolgendo anche gli edifici preesistenti che sono trasformati con interventi sui prospetti principali, mentre nelle aree agricole e ortive al limite della strada vengono costruiti nuovi edifici. La grande trasformazione paesaggistica e urbana di Cornigliano avviene però nella seconda metà del XX se- Interventi n Progetto colore Finiture&Colore - Giugno 2011 colo e in maniera più drastica fra gli anni Cinquanta e Sessanta, con la realizzazione degli insediamenti industriali e siderurgici sulla piana e sul mare interessando pesantemente tutto il contesto. La località che per molti decenni era stata considerata luogo di villeggiatura diventa una delle zone più industriali del ponente genovese. Spariranno emergenze architettoniche significative come il castello Raggio per lasciare spazio ad aree libere destinate alle acciaierie che diventando sempre più incombenti sull’abitato. Questa breve premessa, inquadra e permette di considerare in una scala di indagine più mirata l’immagine di via Cornigliano. L’assetto urbano della strada che è costituito prevalentemente da edifici costruiti tra la fine del XIX scolo e l’inizio nel XX secolo in concomitanza con l’allargamento della stessa, allora chiamata via Provinciale, ha uno sviluppo lineare di 800 metri, che intercorre da piazza Massena a piazza Savio. La strada è stata progettata secondo i criteri compositivi dei grandi assi di scorrimento del XIX secolo, rifacendosi a modelli urbanistici consolidati, che trovano nei boulevard parigini il riferimento più evidente. Quando nel 1905 il Comune di Cornigliano adotta il “Regolamento di Edilizia Municipale” la casistica delle soluzioni progettuali su entrambi i lati della via si va componendo di edifici di stile eclettico, costruiti secondo stilemi neo-gotici, neo-rinascimentali, neo-barocchi e liberty. E anche il rinnovamento edilizio avvenuto fra il 1910 e il 1920 porta alla realizzazione di nuovi palazzi di pregevole valore architettonico, espressione di 26 Il tema della periferie e del loro recupero sarà cruciale nei prossimi anni una cultura progettuale di importazione europea.. Accanto alle nuove realizzazioni sono presenti, anche le case di abitazioni con una tipologia definita ‘corrente’, preesistenze di un tessuto urbano antecedente all’ampliamento del nuovo tracciato, dai caratteri semplici, per dimensionamento e per serialità. Nonostante la loro semplicità, anch’essi vengono dotati di un progetto decorativo a carattere pittorico di cui tuttavia oggi rimangono esigue tracce. I palazzi in stile, di cui si ritrovano esempi analoghi in altre zone di Genova, in particolare in quelle aree di espansione dei primi del Novecento che hanno conferito alla città una radicale trasformazione urbanistica e architettonica, sono progettati secondo la tipologia del ‘palazzo ad appartamenti’, ca- ratterizzati da uno o due vani scala che servono al massimo cinque piani fuori terra, con la medesima altezza d’interpiano. Tra i caratteri architettonici più ricorrenti, si annovera l’uso del coronamento a tetto, talvolta a mansarde, prevalentemente rivestito in ardesia. Tale è la pluralità delle soluzioni compositive adottate, che in molti edifici vengono ricercati differenti partiti decorativi al fine di garantire una molteplice gamma di soluzioni plastiche di facciata. La gerarchia dei piani è scandita dagli elementi decorativi che simulano in facciata il linguaggio compositivo del ‘palazzo nobiliare’, tale da strutturarsi sui fronti delle facciate cinque, sette e, in casi più grandi, anche undici assi finestra. La composizione delle Il progetto La metodologia adottata nell’elaborare le indicazioni di un disegno per indicare le linee guida nell’uso del colore come progetto di riqualificazione dell’identità di via Cornigliano, si è posta l’obiettivo di perseguire la qualità urbana relativamente al fenomeno in cui il colore negli edifici è inteso come valore intrinseco, di progetto e contenuto culturale. Il programma presume una analisi e una conoscenza specifica del costruito e del contesto della strada per permettere modalità di intervento manutentive sulle facciate ai fini di ottenere un impatto positivo sull’ambiente urbano nel suo complesso. Attraverso indagini conoscitive indirette quali gli aspetti progettuali storici (riferiti alla realizzazione della strada e al suo progetto edilizio), i documenti grafici e cartografici ricercati ed esaminati presso l’Archivio Storico del Comune di Genova, la lettura e la ricostruzione dell’identità storica per mez- zo di un’appropriata documentazione fotografica degli inizi del XX secolo, le manutenzioni ordinarie e straordinarie avvenute negli anni, esaminate e riorganizzate nelle pratiche depositate presso l’Archivio della Sezione Tutela e Paesaggio del Comune di Genova, è stato possibile ricostituire quel percorso di conoscenza dello stato dell’arte, al quale fanno riferimento specifiche schede realizzate per ogni palazzo. Le fasi conoscitive dirette, realizzate attraverso sopralluoghi e confronti fra i componenti del gruppo di lavoro, hanno non solo permesso di valutare, conoscere e rilevare i dati del tema nell’ambito di interesse, ma anche di individuare tipologie di facciate con aspetti progettuali che richiedono interventi fortemente connessi al progetto originario in quanto costituiscono una identità architettonica legata a modelli progettuali dei primi del XX secolo di importazione europea e che costituiscono i canoni architettonici e urbani della strada. Le fasi conoscitive dirette si sono concretizzate nella raccolta dati, nella campagna fotografica, nel rilievo colore e nella progettazione dello strumento schedatura. La necessità di raccogliere, organizzare e strutturare le suddette informazioni al fine di realizzare uno strumento in grado di promuovere una conoscenza puntuale dei manufatti in analisi ha richiesto per ciascuna unità immobiliare l’elaborazione di una schedatura che possa essere utilizzata quale strumento identificativo di uno stato di fatto frutto di continue trasformazioni e in continuo divenire. Per realizzare uno strumento applicabile a tutti gli edifici appartenen- Finiture&Colore - Giugno 2011 facciate si articola secondo una precisa configurazione: il piano terra, adibito per spazi commerciali,rivestito in bugnato che termina con un evidente marcapiano, al quale si sovrappongono i piani residenziali gerarchizzati composti dai poggioli in muratura di vario genere, ad angolo, o centrali o con soluzioni a bowindow. Molti palazzi simulano per mezzo di cromatismi, oggi per lo più alterati, i materiali propri delle composizioni di facciata: come la pietra per i falsi bugnati nei basamenti, molti a punta di diamante o sbozzati, i marmi per le cornici in aggetto, anteridi e decorazioni e i frontoni delle finestre, i mattoni dipinti a corsi regolari per le specchiature. 27 Interventi n Progetto colore Finiture&Colore - Giugno 2011 ti a questo contesto, al contempo omogeneo ma anche caratterizzato da peculiarità urbane, architettoniche e decorative differenti, è stato quindi necessario procedere a ritroso con un doppio ciclo di sopralluoghi. A un prima campagna di indagine, che ha permesso di focalizzare quali fossero le peculiarità del luogo, ha fatto seguito l’elaborazione vera e propria della schedatura, successivamente verificata e applicata nella seconda e definitiva campagna di sopralluoghi e di rilievi. La scheda corrispondente alla singola unità abitativa è costituita sostanzialmente da cinque parti. La prima parte fornisce le “informazioni generali” relative all’indirizzo del singolo edificio, alla sua epoca di costruzione e alla descrizione del tipo edilizio a cui fa riferimento. In tal senso, oltre a una individuazione planimetrica di insieme è stata realizzata anche una restituzione planimetrica di dettaglio in cui la facciata oggetto di studio è evidenziata da una grafica 28 a contrasto. Tale rappresentazione è stata utilizzata per definire i punti di ripresa relativi agli scatti fotografici che rendono la percezione del Quadro Visivo di Insieme (QVI) e del Quadro Visivo Prossimo (QVP). A seguito di questa prima scheda introduttiva, un secondo livello di indagine presenta un’immagine del fronte in oggetto di studio, corredata da una simbologia in grado di rendere chiari e distinguibili gli elementi che compongono i singoli progetti decorativi: zoccolo, basamento, fondo facciata, cornici, fasce, pannelli e balconi. Di ciascun elemento è stata quindi fornita una breve descrizione testuale per comprenderne il tipo e il ruolo nella composizione finale. Nel terzo livello di indagine sono raccolti i dati relativi alle manutenzioni ordinarie e straordinarie che nel corso degli anni hanno interessato l’edificio, tratti dall’Archivio Sezione Tutela e Paesaggio del Comune di Genova. Sono stati esplicitati sia i dati relativi all’ultimo intervento di pitturazione sia quelli relativi ai precedenti interventi di cui si ha testimonianza. I dati riportano i codici dei colori utilizzati e le informazioni relative alle mazzette delle aziende coinvolte. Grazie alla collaborazione con l’azienda Boero Bartolomeo, che ha messo a disposizione la competenza dei suoi tecnici e le strutture del Centro di Ricerca, Sviluppo e Assistenza Tecnica Riccardo Cavalleroni, è stato possibile risalire alle mazzette storiche non solo della Boero stessa ma anche delle altre aziende del settore e ricavare da esse i suddetti campioni, anche grazie a un’attenta comparazione fra i codici ricavati dall’archivio e i codici attualmente in uso. Boero ha inoltre fornito supporto e collaborazione -nella persona dell’arch. Francesca Salvetti e nella messa a disposizione delle mazzette colore- alla stesura del Rilievo Colore di via Cornigliano. Il rilievo, compiuto con il metodo dell’osservazione diretta e della comparazione dei fronti interessati con le suddette mazzette, ha permesso di codificare le tinte di ciascun edificio evidenziando un codice colore di rilievo per lo zoccolo, il basamento, il fondo facciata, le cornici, le persiane e, in taluni casi, anche altri elementi decorativi di particolare rilevanza. I dati desunti dal rilievo, sotto forma di codici alfanumerici e campioni colori, sono stati esplicitati nella scheda 3, dove è possibile una immediata comparazione visiva fra questi ultimi e i dati emersi dalla ricerca di archivio. La scheda successiva con lo stesso criterio risolve il problema della progettazione ex novo delle tinte di ogni singolo edificio. Nelle schede i dati sono corredati da una simulazione fotografica della facciata in oggetto di studio, corredata da riferimenti puntuali che garantiscono la corrispondenza tra la lettura dei codici di rilievo e di progetto e i singoli elementi costituenti l’apparato decorativo. Il rilievo del colore sullo stato di fatto, la schedatura dei colori, e la messa a sistema degli stessi per ogni edificio è confluito poi nella realizzazione di un quadro generale di riferimento unitario, finalizzato al controllo e al coretto indirizzo degli interventi di tinteggiatura delle facciate, nel rispetto dello stile, della storia, del rapporto armonico degli accostamenti, della individualità dell’architettura e della sua riconoscibilità. La campagna fotografica effettuata per realizzare una rappresentazione “a pseudo sviluppo lineare della strada” su entrambi i fronti, anche con difficoltà (per una mancata ripresa totale dell’inquadratura delle facciate) ha tuttavia permesso di individuare la serie di tipi edilizi e di mettere a confronto lo stato di fatto con quello di progetto in modo Facciata di tipo A Edificio con progetto edilizio secolo XIX (1905 - 1920) e con documentazione storica. Costituito da facciata con fondo monocromo, basamento che simula per mezzo dei cromatismi i materiali propri della facciata con disegno a punta di diamante o sbozza- to o liscio o grezzo o a conci alternati; cornici in rilievo, anteridi e o paraste con ordine gigante in prossimità della demarcazione verticale; decorazioni a cornice delle finestre con frontone triangolare, curvilineo o mistilineo intercalate con partiture plastiche architettoniche che sottolineano la gerarchia dei piani. Elementi compositivi semplici quali modanature, mensole e complessi elementi ornamentali in rilievo che caratterizzano il progetto della facciata con bowindow, o poggioli con logge, grandi portoni d’ingresso. Cornici marcapiano in aggetto per sottolineare la gerarchia dei piani, pannelli sottofinestra in rilievo. Progetto decorativo sui rimanenti prospetti con soluzioni simili al prospetto principale, oggi solo tracce o parti di esse. Questo tipo edilizio spesso presenta una estensione in corrispondenza dei distacchi realizzati all’origine del progetto, per dare una continuità scenica alla strada. Facciata di tipo B Edificio datato tra la fine del XVIII e inizi XIX (preesistenza) ma rivisitato nella decorazione con interventi successivi, parziale documentazione storica. Costituito da fondo facciata monocroma; con decorazioni in rilievo riferite solo alle cornici di finestre con frontone triangolare o curvilineo o mistilineo e all’evidenziazione delle linee marcapiano per rimarcare la gerarchia dei piani; anteridi e/o paraste con ordine gigante in prossimità della demarcazione verticale; bugnato liscio in relazione al basamento del piano terra. Anche questi casi presentano inserimenti di basamenti in corrispondenza dei distacchi per imitare i modelli dei nuovi progetti, ma con soluzioni incompatibili. Elementi decorativi dipinti presenti sulle facciate laterali aperte su strada, non su distacchi o corti, oggi limitate alla parte protetta dallo sporto del cornicione sottogronda. Facciata di tipo C Edificio datato inizi XIX edilizia corrente, rivisitato nella decorazione con interventi successivi privo di documentazione storica. Fondo facciata monocromo, composto con un progetto decorativo semplice quali cornici semplici alle finestre, linee marcapiano, anteridi dipinte in prossimità della demarcazione verticale, basamento monocromo. Si può considerare appartenere a questa tipologia anche la facciata a solo fondo monocromo, in quanto gli elementi decorativi dipinti sono molto spesso essenziali e privi di riferimenti stilistici. Questo tipo edilizio presenta superfetazioni. Facciata di tipo D Edificio realizzato dopo la metà del XIX secolo (1945-1960): questa tipologia di progetto rifacendosi a modelli razionalisti presenta colori di fondo facciata omogenei e uniformi nella finitura dei prospetti. Basamenti realizzati in pietra (marmo o travertino). Finiture&Colore - Giugno 2011 di verificare nella quasi contemporaneità le due fasi. Attraverso questo elaborato si possono pertanto fare delle analisi di confronto non solo sulle facciate, ma anche dare indicazioni di intervento sui fronti strada, in particolare per gli edifici che presentano “distacchi” e trasformazioni dal progetto originario. Per gli edifici di carattere corrente i distacchi, attualmente molto degradati o privi di identità -costituiti per la maggior parte da superfetazioni o aggiunte inadeguate- si indica una coloritura diversa ma in sincronia con il colore del basamento vicino, per ricostituire l’unità sul fronte della strada. Nell’edilizia “corrente” là dove non è più possibile leggere e riproporre la decorazione originaria il progetto colore fornisce indicazioni relative non solo al colore ma anche al tipo di decorazione da utilizzare, usando il linguaggio della pittura a quadratura locale di cui la cultura genovese storica ha tramandato le tradizioni. In quei pochi esempi ancora rimasti in cui il progetto decorativo storico è ancora leggibile, almeno in parte, è indicata una specifica indagine di rilievo e di restituzione a scala architettonica e di dettaglio per ricavare i modelli decorativi per un ripristino consono. I colori scelti devono tener conto del rilievo dello stato di fatto ed essere selezionati in quella gamma di toni conformi con i fronti degli altri edifici sia confinanti che su quelli opposti, come è riportata l’indagine in scheda analizzata nella valutazione del QVP (quadro visivo prossimo) e QVI (quadro visivo d’insieme) e dalla tavolozza dei colori realizzata dallo studio sull’intero sviluppo della strada. Rilevando, che il tracciato della strada è costituito da edifici la cui costruzione risale agli inizi del XIX secolo, inframmezzati dalla presenza di altri che appartengono a un’edilizia meno qualificante e di un periodo antecedente all’assetto definitivo della via e con interventi di altre costruzioni datate anni ‘60/’70, sono state formulate delle fasce di tipi edilizi per fissare gli indirizzi delle linee guida del progetto colore. 29