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Opuscolo - Distretto Culturale di Valle Camonica

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Opuscolo - Distretto Culturale di Valle Camonica
Comune di
Sonico
La Guida Alpina
Club Alpino
Italiano
Sez. Brescia
ANGELO PASQUALE CAUZZI
e il suo tempo
Rino di Sonico
1856 - 1906
A cura di Maria Domenica Madeo e Giovanna Fiorani,
Rino di Sonico
Comune di
Sonico
La Guida Alpina
Club Alpino
Italiano
Sez. Brescia
ANGELO PASQUALE CAUZZI
e il suo tempo
Rino di Sonico
1856 - 1906
A cura di Maria Domenica Madeo e Giovanna Fiorani,
Rino di Sonico
L’abitato della frazione Rino di Sonico (foto Giovanna Fiorani)
… leggenda sul Baitone …
Guida Alpina
Angelo Pasquale Cauzzi
1856-1906
“Si parla, vagamente, di un palazzo
alla riva del Lago Baitone; di una
barchetta che fu sommersa da invidiosi del padrone di essa, il quale,
più degli altri che si stavano alla
riva, facevano abbondante pesca.
Si parla anche di un certo tale che
per molte notti veduto, dal baito del
Lago, una luminosa stella brillare
sulle rocce di Plem, visione che si
dileguava al comparire del giorno,
fissò in terra alcuni bastoni in direzione del punto luminoso: andando,
al prossimo mattino dietro ai bastoni, trovò un grosso diamante; tanto
grosso che, nulla dicendo ad alcuno,
andò a Genova e ritornò poi in valle più ricco di Creso e raccontando
l’origine di quella ricchezza.”
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
11
e il suo tempo
Presentazione
Le note qui raccolte non hanno alcuna pretesa letteraria, ma vogliono
essere un omaggio alla memoria di quei semplici uomini di montagna che
con pazienza e tenacia hanno accompagnato sulle montagne di casa nostra
innumerevoli alpinisti alla ricerca della gioia e della distensione dello
spirito.
La presente monografia, che narra la vita e le vicende di una guida alpina,
nasce dal desiderio di far conoscere un piccolo patrimonio di storia locale,
preso fra la sua gente, altrimenti destinato a rimanere celato e indifferente
alla conoscenza collettiva.
La vicenda si svolge nel paese di Rino, in Valle Camonica.
Esso si presenta come un verde villaggio attorniato da fittissimi castagneti,
contemplato da severe cime svettanti e racchiuso tra due corsi d’acqua:
l’irruente val Rabbia e il torrente Remulo, nascenti dagli alti nevai
dell’Adamello.
Ed è proprio in questo simpatico paese di Rino, il mio paese di Rino, che
vissero e dimorarono i Cauzzi, oltre cento anni or sono. Non di nobile casato
furono, ma una generazione semplice, umile ed operosa, molto attiva fra la
sua gente, che ha lasciato una traccia importante nella storia locale.
Rino di Sonico-luglio 2007
Maria Domenica Madeo
e Giovanna Fiorani
Carta topografica della Conca del Baitone pubblicata nel 1891 da Paolo Prudenzini
su boll. CAI vol. XXV, n° 58.
Si ringrazia per la disponibilità nella raccolta di notizie e dati preziosi il sig. Spedicato
Giovanni e famiglia.
Si esprime gratitudine alla Sezione di Brescia del CAI nonché al sig. Silvio Apostoli per
la preziosa collaborazione prestata.
Fonti locali :
- Uomini dell’Adamello - S. Apostoli, P. Orio
- Archivio storico della Sezione di Brescia del CAI
- Guida TCI-CAI Adamello 1954
- Appunti a memoria di Paolo Prudenzini
13
La configurazione geografica
del Baitone
Ovvero... le montagne di casa di Pasquale Angelo Cauzzi
L
La conca del Baitone vista dalla Cima Laghi Gelati - 3.254 m (foto S. Apostoli)
a più importante diramazione del Gruppo dell’Adamello, verso il
territorio lombardo, è quella che prende il nome di Sottogruppo
del Baitone, il cui bacino è percorso da creste, pareti verticali e ciclopiche
gradinate.
Le acque, che precipitano di roccia in roccia, entrano in suggestivi laghi
alpini e, uscendo, alimentano torrenti vallivi che, con il Remulo, entrano nel
grande fiume camuno.
Al gruppo del Baitone si entra dalla sua porta di ingresso: la frazione
di Rino, in quel di Sonico, che si stacca dai pressi di Edolo ed inizia con la
lunga verdeggiante valle Malga.
La configurazione del Gruppo la preferiamo leggere da come il Paolo
Prudenzini la descrisse sulla sua celebre monografia del 1891, un salto a
ritroso nel tempo che ci conduce a vedere luoghi e persone in modo diverso
dall’oggi. “... Gli accessi diretti al gruppo sono dalla Valle Camonica alla
quale confluiscono tutti i versanti di esso: la via più diretta e più comoda
muove da Rino (700 m), villaggio che trovasi allo sbocco del torrente Remulo
nella valle dell’Oglio: su per la valle Malga, percorsa da quel torrente, sale il
sentiero che conduce, come vedremo, nella conca del Baitone, dove è situata la
capanna. A Rino c’è un pulito alberghetto, tenuto da Andrea Mottinelli; ma
tornerà naturalmente più comodo fissar quartiere a Edolo, cittadina a un’ora
di distanza da Rino, dove ottimo è l’albergo Federici, e si trova il recapito
delle diligenze postali da Brescia, dal Tonale e dalla Valtellina. Per chi vuol
muovere al gruppo da altri punti della valle senza venire a prendere la via
sopra indicata, sono necessarie traversate di cresta che descriveremo a suo
luogo; notiamo qui, come possibili punti di partenza nella valle principale,
Vezza d’Oglio, ove sbocca la valle di Paghera, e Temù, dove sbocca la valle
d’Avio.
La valle Camonica dal lago d’Iseo in su è percorsa giornalmente da diligenze
in partenza da Lovere e da Pisogne. Il lago è traversato da corse di piroscafi fra
i cui punti di partenza sono Iseo, capolinea della ferrovia da Brescia, e Sarnico,
paese servito dalla stazione di Paratico, capolinea della ferrovia da Palazzolo.
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
15
e il suo tempo
L’antico casato dei Cauzzi
Dal lago d’Iseo, nel tragitto del bacino fra Lovere e Pisogne, è dato vedere, del
nostro gruppo, la Cima di Plem con la cresta d’attacco all’Adamello.”
Lasciata alle nostre spalle la valle Malga, entriamo nel cuore del gruppo del
Baitone. Si presenta come una vasta area delimitata dalla lunga cresta NordEst che dalla punta di Val Rossa, 2.743 m, culmina sul Corno Baitone a quota
3.331 m, il punto più settentrionale del sottogruppo. Da qui la cresta volge
a Sud-Ovest con una successione di cime e valichi giungendo all’importante
nodo di Cima Plem, m. 3187, e continua con diramazione Sud-Ovest fino al
Corno del Lago che racchiude con questo il bacino del Baitone avente oggi
funzione di serbatoio idrico.
Il secondo bacino del gruppo, la valle Miller, non meno maestosa e suggestiva
di quella del Baitone, è formato da quella costiera che, partendo dal nodo della
Plem, volge ad arco sino a lambire l’acrocoro dell’Adamello nel tratto Laghetto
a quota m 3365 ed il Corno Miller, a quota 3.373 m.
Dal Corno Miller il crinale volge in direzione Sud con la cima Prudenzini,
3.020 m e l’importante Passo Miller.
Il crinale, degradando a valle, chiude con i Corni di Cevo la valle Miller.
Importanti sono le diramazioni: dal Corno Baitone la prima si spinge a Nord
verso il Monte Avio; dalla Cima dei Laghi Gelati la seconda procede a NordOvest in direzione del Monte Aviolo; dalla Roccia Baitone si stacca la terza che
forma la bastionata dei Corni di Val Rabbia e di Bompià; in fine, dal monte
Bompià origina la quarta ed ultima diramazione a Sud che divide la val Malga
dalla val Rabbia.
Il gruppo montuoso è formato in prevalenza da tonalite e nell’area
occidentale da scisti cristallini.
Questo dunque il terreno, l’ambiente che la nostra guida Angelo Pasquale
Cauzzi percorse e conobbe profondamente. Furono i suoi luoghi di lavoro,
vissuti tra i familiari monti dell’Adamello.
L
’avverarsi delle guide alpine nella valle Camonica inizia sin dal 1882
con il Pietro Brizio per la vicina valle di Saviore. Pochi anni dopo, nel
1886, Angelo Pasquale Cauzzi si afferma come esperto conoscitore delle sue
montagne: il Gruppo del Baitone.
Portatori e guide sono nominati dalla Sezione di Brescia del CAI che li
organizza con un regolamento ed affida loro anche incarichi di fiducia. Sono
i primi custodi dei costruendi rifugi, nonché consegnatari delle chiavi per
accedervi. Provvedono al rifornimento della legna, dei viveri essenziali, al
rifornimento dell’acqua.
Prima di lasciare il rifugio eseguono il riordino, la pulizia dei locali aiutati
anche dai loro clienti. Per la cucina, a quel tempo frugale, si provvedeva con
una minestra. In tal modo viene a crearsi un rapporto di stima e di amicizia,
frutto della collaborazione.
Ogni valle del settore camuno dell’Adamello ha le sue guide, esperte delle
loro montagne. In quel di Rino di Sonico, la “porta” della val Malga e del
gruppo del Baitone emergono i Cauzzi sin dal 1882. Un casato che farà parlare
per molto tempo.
La famiglia dei Cauzzi, appartenente alla prima generazione delle guide
alpine, abitava a Rino nella loro casa, tuttora esistente, in via Alpina, n. 6. È
rimasta intatta fino ai giorni nostri, ed è bello ancor oggi vedere la sua antica
struttura a poca distanza dalla chiesa parrocchiale, quanti ricordi fra le sue
mura!
Le origini dei CAUZZI risalgono all’antica famiglia di “chiodaroli” nativi
di Molina di Ledro, nel trentino. Si ha notizia certa di un PIETRO CAUZZI
che, nel 1790, si trasferisce per motivi di lavoro presso le vecchie fucine di
Rino di Sonico.- Dai suoi tre figli, uno solo, Antonio (1821-1866) ebbe due
maschi, ambedue guide alpine: PIETRO CAUZZI (1849-1921) e ANGELO
PASQUALE CAUZZI (1856-1906) soggetto della presente biografia.
PIETRO CAUZZI venne nominato guida nel 1908 con due libretti (18941914) con 42 attestazioni; l’ultimo visto del 1919.
La famiglia di Pietro Cauzzi è composta da cinque figli, due maschi e tre
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
17
e il suo tempo
femmine. I due maschi si
distinsero soprattutto nel
campo culturale: il primo,
don Antonio, (1876-1939)
sacerdote di grande sapere, erudito, professore in
Seminario, era conoscitore di ben venticinque
lingue. Per questo venne
ricordato con la dedica di
una piazza di Rino al suo
nome, Piazza don Antonio Cauzzi.
L’altro figlio maschio
di
Pietro,
ADAMO
(1883-1902) fu anch’esso
di spiccata intelligenza,
autodidatta e, sin dall’età
di 16 anni venne in aiuto al
padre come “portatore” del
CAI. Ebbe il suo libretto
regolare dal 1898 al 1901
con dieci attestazioni. Sulla
prima pagina del libretto, al
ritorno di una impegnativa
Casa natale dei Cauzzi a Rino di Sonico,
traversata, l’alpinista che
Via Alpina, n. 6 (foto Giovanna Fiorani)
accompagnava scrisse di
lui: ... “certo seguirà le orme
del padre Pietro e dello zio Pasquale, noti a tutti gli alpinisti”. Purtroppo non fu
così. Adamo Cauzzi morì prematuramente all’età di 19 anni.
Dell’albero genealogico riportato a pagina 18-19, si potrà meglio
comprendere la composizione della famiglia Cauzzi.
Ad ANGELO PASQUALE CAUZZI, la “nostra“ guida alpina,
dedichiamo uno speciale commento. Nasce a Rino il 23 marzo 1856 da
famiglia che, nel rispetto della tradizione esercita anch’esso il lavoro di
“chiodarolo”, forgiando il ferro. Venne nominato “guida alpina“ nel 1889
con tre libretti (1886-1906).
Copertina dei Libretti di Guida
Attestato di guida di Cauzzi Adamo,
1898
I° Attestato di guida di Cauzzi Pasquale,
1889
Attestato di guida di Cauzzi Pietro,
1908
II° Attestato di guida di Cauzzi Pasquale,
1901
e
l
a
u
sq
ALBERO GENEALOGICO - Famiglia Cauzzi da Rino di Sonico (BS)
a
P
o
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e
i
g
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n
u
A Ca
PIETRO CAUZZI originario del
paese di Molina (Parrocchia di
S. Vigilio, Val di Ledro - Trento)
sposa CATERINA MASNERI
ANTONIO (1821-1866)
sposa Francesca De Maria (Cimbergo)
GIOVANNI (1822-1871)
sposa Maria Mottinelli (Garda)
I figli non lasciano eredi
Emigrato a Rino verso il 1790 per
motivi di lavoro presso le vecchie
fucine quale “chiodarolo”
Guida Alpina
PIERO (1849-1921)
sposa Gulberti Domenica
Guida Alpina
ANGELO PASQUALE
(1856-1906)
sposa Masneri Martina
DON ANTONIO (1876-1939)
Professore poliglotta
FRANCESCA (1892-?)
coniugata a Marcheno (BS)
DOMENICO (1889-?)
sposa Maria Maddalena Gulberti
si trasferisce in America
CATERINA VIRGINIA
DOMENICA (1878-1957)
EMMA (1897-?)
coniugata Soldi a Castro (BG)
PIETRO GIOVANNI (1890-?)
si trasferisce in America
GIUSEPPINA (1880-?)
defunta a Bolzano
MARIA REGINA (1896-?)
coniugata Spedicato Edolo (BS)
ERMINIA GIOVANNA (1892-?)
si trasferisce in America
CARLO (1872-?)
defunto in America
ANGELO PACIFICO
(1878-1951)
sposa Maria Santa Romelli
DOMENICO (1905-?)
coniugato a Aymaville (AO)
IRMA GIOVANNINA (1909-?)
sposa Arcangelo Romelli
GIOVANNI EVANGELISTA
(1895-?) si trasferisce in America
ADAMO (1883-1902)
Portatore
ISAURA (1891-?)
defunta a Bolzano
PIETRO (1867-1926)
sposa Elvira Masneri
DOMENICO (1835-1913)
sposa Giovanna Moreschi (Malonno)
LUIGI
GIOVANNI ADAMO
LUIGI (1897-?)
si trasferisce in America
COSMINO ANTONIO
(1899-?) si trasferisce in America
Da annotazioni del tempo:
ANGELO PASQUALE CAUZZI fu Antonio, morto a 50 anni. Tipo della robustezza, alto e
ben formato; alpino per eccellenza, anzi, una delle Guide Alpine più ardite e benemerite. Tutti i
principali Sigg. Alpinisti erano di lui amici.
DON ANTONIO CAUZZI. Professore in Seminario, sacerdote di grande bontà, umiltà e grande
sapere (conoscitore di ben 26 lingue tra cui sanscrito, cinese, idiomi indiani ecc) - nipote della
Guida Alpina Cauzzi Pasquale.
ADAMO CAUZZI. Nipote della Guida Alpina Cauzzi Pasquale, era “portatore” del CAI e morì
a 19 anni.
Il presente quadro genealogico è stato redatto nel gennaio 1975
da Lorenzo Mottinelli di Sonico, ad oggi non completato.
IDA MARGHERITA (1903-?)
muore a Ceto (BS)
MARIA (1905-?)
coniugata Maffi (BG)
ADAMO (1908-1945)
sposa Otelli Gemma
PIETRO (1927-?)
sposa Giacomina Leggerini di Vezza D’Oglio
Vivono a Toscolano (BS)
ELVIRA
coniugata Aglié (TO)
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
e il suo tempo
Nella sua famiglia si ricordano tre figlie: Francesca, Emma e Maria.
Per quest’ultima, si rammenta un episodio significativo. Di ritorno da una
escursione al Pian della Regina, il 7 luglio 1896, ebbe la gioia di udire il pianto
della figlioletta alla quale, a ricordo della escursione diede, appunto, il nome di
Maria Piano Regina (al secolo Regina).
Possiamo desumere l’attività dei tre Cauzzi guida leggendo quanto descritto
dai rispettivi libretti, nonché dalle citazioni riferite dal P. Prudenzini, dal D.
Prina e da quanti ebbero con lui rapporti di stima ed amicizia.
Angelo Pasquale Cauzzi fu uomo di profonda religiosità. Di lui si scrisse
nel libro dei Morti della Parrocchia: “ uomo di eccezionale forza, alpino per
eccellenza”.
Fu uno dei primi componenti della Tredicesima Compagnia Alpina di stanza
ad Edolo ove militò dal 1876 al 1879 quale “zappatore” nella 13ª e 26ª Comp.
comandata dal mitico Cap.no Giovanni Battista Adami che aveva pronosticato
per i suoi soldati alpini...“che sortiranno dalla Compagnia Alpina, potranno
essere delle ottime guide, poiché hanno superato sotto i nostri occhi difficoltà
straordinarie...”. Come infatti avvenne!. Una delle imprese alpinistiche che si
ricorda nella letteratura alpina fu quella, narrata dall’Adami stesso: la traversata
del 26 e 27 luglio 1877, da Cedegolo a Temù salendo dalla valle Adamè,
Adamello, Passo 13ª, Venerocolo, Temù. Un itinerario allora sconosciuto, mai
ripetuto a tutt’oggi.
Per meriti conseguiti, Angelo Pasquale Cauzzi venne segnalato al CAI
bresciano che lo nominò guida alpina sin dal 15 giugno 1889 con un primo
attestato di guida, valido per le zone Aviolo, Baitone, Miller e limitrofe del
gruppo Adamello. Su questo primo libretto, che utilizzò fino al 1895 si leggono
cinquanta attestazioni che si riferiscono all’Adamello, Lobbia Alta e Miller.
Scalò più volte la Cima del Baitone, il Badile camuno, la Cima Tosa in Brenta;
in questo primo libretto una quindicina di attestazioni recano la firma di P.
Prudenzini di Breno.
Nel periodo 1896-1900 il secondo libretto andò smarrito, ma in questo
ci viene in aiuto la bella monografia di Democrito Prina con una curiosa
corrispondenza dalla quale si apprende che a Rino visse un Giuseppe Madeo
(1889-1940) anch’egli di Rino che, come portatore, si accompagnava di
frequente al Cauzzi nelle sue escursioni.
Nel 1901 Angelo Pasquale Cauzzi riceve il terzo libretto di guida che riporta
venticinque attestazioni, con una decina di ascensioni in Adamello, ma le sue
cime preferite furono il Cevedale e la Presanella.
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Dalla prima pagina del libretto appare, unico nel suo genere, un documento
della Direzione Compartimentale del Catasto che gli riconosce il titolo di “guida
alpina catastale”, l’unico rilasciato a quel tempo. Le ultime attestazioni del terzo
libretto risalgono al 1905, quando la sua forte fibra dette segni di cedimento.
Mancò l’anno seguente all’età di cinquanta anni.
L’attività alpinistica della guida Angelo Pasquale Cauzzi è raccolta
negli scritti “ufficiali” a noi pervenuti, come sono i libretti di guida. Oltre
ai libretti personali, le numerose citazioni lasciate sul libro della Capanna
Baitone hanno contribuito ad allargare il quadro d’insieme. Anche nella
corrispondenza intercorsa fra il Prudenzini, il Prina e la loro guida, si
fa riferimento al progetto di future salite e si leggono programmi da
realizzare.
Altre note personali, quali una raccolta di nomi e indirizzi, stanno ad
indicare il rapporto che il Cauzzi stringeva con i suoi clienti; certo erano
uniti da amicizia e stima, ma anche dalla consapevolezza di poter dividere
fatica e soddisfazione.
In tutti questi documenti, non appare alcun accenno alle difficoltà
superate nel raggiungere le sue mete. Solo la “Guida dei monti d’Italia”
di Saglio-Laeng classifica le salite con indicazioni più precise quali facile,
difficile, molto difficile. A quel tempo non esisteva una scala definita di
difficoltà; tutto era lasciato all’ardire personale e alla prestanza fisica.
Negli scritti a noi giunti, si ricordano le ascensioni più significative
condotte da Pasquale Cauzzi con alpinisti bresciani, soprattutto quelle
indicate come “prime”. In particolare, la conquista delle guglie dei Campanili
delle Granate e continuando, le cime poste su quella catena che scorre dal
Como Baitone (3.331 m) fino alla Punta di Val Rossa (2.743 m). In questo
luogo selvaggio, dal panorama di rara bellezza, dalle creste affilate poste nel
cuore dell’Adamello, si svolge gran parte dell’attività del Cauzzi, forse la più
ardita.
Si tratta di salite faticose e nella maggior parte, non più ripetute ancor oggi.
Le vogliamo ricordare, così come si leggono, sfogliando la guida “Adamello”:
• 6/8/1890 - Corno Baitone (3.331 m), cresta sud-ovest,
P. Cauzzi e P. Prudenzini;
• 19/8/1890 - Punta Val Rossa (2.743 m), cresta nord, P. Cauzzi e altri;
• 18/8/1891 - Cima Granate (3.162 m), fianco sud-ovest, P. Cauzzi;
• 18/8/1891 - Corno Granate (3.108 m), P. Cauzzi e P. Prudenzini;
• 19/7/1891 - Roccia Baitone (3.263 m), P. Cauzzi, P. Prudenzini e altri;
La Guida Alpina Angelo
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Pasquale Cauzzi
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e il suo tempo
Angelo Pasquale Cauzzi
e Democrito Prina
8/8/1896 - Corno sett. di Premassone (3.070 m), P. Cauzzi e G. Madeo;
4/8/1896 - Castelletto (3.167 m), P. Cauzzi e D. Prina;
18/8/1899 - lº Campanile delle Granate, P. Cauzzi e P. Arici;
10/8/1897 - Corno orient. di Val Rabbia (3.240 m), P. Cauzzi e D. Prina;
31/8/1899 - 2º Campanile delle Granate, P. Cauzzi e Adamo Cauzzi;
4/10/1900 - Corno Centrale di Val Rabbia (3.240 m), P. Cauzzi e G. Zuelli.
Il CAI di Brescia volle ricordare con onore la sua guida Angelo Pasquale
Cauzzi. Nel consiglio direttivo del 17 ottobre 1910 deliberò di porre una
lapide nel cimitero di Rino dove ancor oggi si legge: “Specchio di casalinghe
virtù, saldo nelle amicizie, come negli ardui cimenti della montagna adoratala sezione di Brescia del CAI pose.”
Guida alpina catastale di Cauzzi Pasquale fu Antonio
Da “Breve storia di un alpinista milanese in Adamello “(di Silvio Apostoli,
CAI, Brescia)
È
proprio vero. Le amicizie acquisite nell’alpinismo sono le più salde,
durature. Per questo assume un aspetto particolare il rapporto che si
instaura, sin dal primo giorno fra Democrito Prina e Angelo Pasquale Cauzzi,
durante il triennio 1896-98 che trascorreranno nel Gruppo del Baitone.
Una stima che va oltre il semplice rapporto guida-cliente.
D. Prina è un alpinista di solida preparazione, dotato di profonda cultura
ed intelligenza.
Giunge in Adamello per la prima volta il 3 agosto 1896, arrivando “a Rino
di Sonico colla corriera notturna che risale la Valle Camonica e che, in attesa della
ferrovia, è il mezzo ufficiale di trasporto in quei luoghi .”
Conosce subito il Cauzzi, che sarà la sua guida, ed il portatore Giuseppe
Madeo, pure di Sonico, “bravi valligiani”, ambedue reduci di aver militato
nella 13ª Compagnia di Alpini ad Edolo. Oltre al gruppo del Baitone, teatro di
scalate su cime e creste ancora inviolate, anche in val Salarno qualche tentativo
di superare vette ancora vergini, non sempre riuscito.
Al termine di questo intenso periodo, il Prina avrà parole di stima e
riconoscenza, quando esterna “la sua piena soddisfazione per il servizio prestato
dalla guida Pasquale Cauzzi che ha dimostrato perfetta conoscenza della montagna,
intuito vie nuove e gentilezza nei modi”.
Brevemente, dalla relazione lasciata dal Prina nel suo scritto, ricordiamo le
principali ascensioni che hanno effettuato i due alpinisti, così come riportato
sui libri dei rifugi di quel tempo.
- L’anno 1896 inizia la prima ascensione al Monte di Sonico, l’attuale
Castelletto, all’apice della valle Rabbia facendo base alla capanna Baitone,
da poco costruita, la seconda meta è la Roccia Baitone (3.337 m) seguendo
l’itinerario che il Prudenzini fece in discesa cinque anni prima. A quel tempo
la val Rabbia era riservata a pochi esperti alpinisti, come d’altronde lo è la
frequenza di quella zona a tuttoggi.
- La terza meta è la Punta N. del Corno di Premassone, la cui discesa è così
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
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e il suo tempo
ricordata dal Prina “la pazienza del Cauzzi per rintracciare e seguire il sentiero
nel buio pesto dei boschi”. L’anno 1896 si conclude con alcune prime ascensioni
facendo base al Rifugio di Salarno, non prima che il D. Prina scriva al Cauzzi,
il 2 settembre del 1896, che... “per ragioni d’ufficio non potendo oltre dilazionare
la mia partenza sarò a Cedegolo sabato sera colla diligenza. Vi prego di trovarvi là
all’osteria ove passeremo la notte e la domenica andremo in Salarno. Ricordatevi
della corda, provvigioni e ramponi. E soprattutto non fatemi lo scherzo del cattivo
tempo, di cui ne ho piene le tasche: Per il portatore, conducete pure il Madeo
se credete: altrimenti ne prenderemo un altro. Arrivederci sabato ed intanto vi
saluto” D. Prina.
Le ultime ascensioni del 1896 sono dedicate alle Cime di Frampola (2.096 m)
e, in prima ascensione le Cime di Poglia (2.991 m). Segue la cima Pian di Neve
(m.3205). al margine dell’acrocroro dell’Adamello.
L’anno seguente i due non perdono tempo, ancora in val Salarno, salendo al
Corno di Grevo (2.870 m). Qualche giorno dopo il Corno Remulo (3.026 m) negli
anni seguenti battezzato Cima Prudenzini, dall’alpinista bresciano A. Gnecchi,
in onore dell’alpinista brenese col quale il Cauzzi condurrà una buona attività
alpinistica.
Democrito Prina usa programmare il suo tempo. Ne è prova la lettera che
da Milano, il 17 giugno 1897, invia al Cauzzi: “Carissimo Cauzzi- Speravo di
poter venire quassù in bicicletta, ad intendermi con voi per la campagna alpina
ma gli affari mi hanno trattenuto a Milano. Non ne ho ancora dimesso il pensiero
e se potrò avere una domenica di libertà farò una corsa fino ad Edolo, ma non ne
sono sicuro. Vi scrivo dunque che la mia vacanza incomincia con l’agosto e quindi
se da parte vostra non vi è niente in contrario dal giorno 1 al giorno 15 agosto siete
impegnato con me- Non so ancora da che parte cominceremo, ma per questo c’è
tempo da pensarci: il più per me è di essere sicuro del vostro concorso. Dunque vi
prego di rispondermi se tenete l’impegno. Ho bisogno di un portatore e sceglierei
volentieri il Madeo che ha prestato ottimo servizio l’anno scorso, se pertanto è
libero anche lui impegnatelo e sappiatemi dire qualche cosa. Non appena avrò
preparato l’itinerario ve lo manderò da vedere: così mi saprete dire anche se ci sarà
bisogno di fare qualche giornata prima per portare le provviste ai rifugi...”
Ma in montagna gli alpinisti devono accettare anche sconfitte. Per questo
ricordiamo la traversata più ardua compiuta dalla cordata Prina-Cauzzi: la
ricerca di un passaggio rapido fra le valli Avio-Miller, un tentativo fallito, che
getterà le basi per la riuscita l’anno successivo, un percorso mai ripetuto (libro
del rif. di Salarno), era l’11 agosto 1897.
- Sempre alla ricerca del nuovo, altro trasferimento in val Salarno ove si
svolge il primo tentativo, fallito, al Corno Triangolo, una piramide di granito
che farà impazzire gli alpinisti e che si concluderà solo nel 1908. Mentre il
Prina abbandona l’Adamello, Pasquale Cauzzi continua il suo lavoro facendo
guida a nomi prestigiosi dell’alpinismo bresciano: ricordiamo Pietro Arici,
Bellegrandi, A. Fadigati, Andrea Tonelli e lo stesso Paolo Prudenzini, anch’esso
profondo conoscitore del gruppo del Baitone, da lui ampiamente ricordato
nella monografia per l’anno 1891. Su questa monografia sono frequenti le
citazioni sparse fra le sue pagine e che si riferiscono alla collaborazione avuta
con Pasquale Cauzzi. Riteniamo di riportarne qui le più significative.
Diploma della Società del Tiro a Segno rilasciata al Signor Cauzzi Pasquale,
soldato della 13ª Compagnia Alpina nel 1878
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
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e il suo tempo
Angelo Pasquale Cauzzi
e Paolo Prudenzini
O
ggi noi percorriamo con sicurezza il Passo del Gatto che collega il
Baitone col Miller. A quel tempo, il 29 giugno 1889 il transito era
sbarrato da un lastrone a picco. Ci pensò Angelo Pasquale Cauzzi che forzò il
Passo con una brillante traversata in roccia. Così si espresse Paolo Prudenzini,
fra le quindici attestazioni che si leggono sul primo libretto “... in due volte
l’energia ed il coraggio del Cauzzi si fecero conoscere lasciando con la corda calare
il sottoscritto e poi seguire da solo”. Ma questa è soltanto una delle citazioni che
il Prudenzini lascia scritte parte sui libretti della guida di Pasquale Cauzzi, e
parte si leggono sulla monografia del Baitone, la zona che più delle altre venne
esplorata congiuntamente dalla cordata da tempo molto affiatata.
L’esplorazione e la conoscenza del Gruppo del Baitone fu senz’altro merito
della cordata P. Cauzzi - P. Prudenzini che per primi affrontarono percorsi
ancora ignoti, con capacità e determinazione.
Lo racconta lo stesso P. Prudenzini in un suo saggio relativo a due ascensioni
compiute nel 1891 al Corno delle Granate (3.111 m).
La più ardua di queste fu condotta il 19 settembre dal paese di Rino (649 m),
salita in val Rabbia, vetta del Corno, discesa alla cima bassa, conca del Baitone,
Rino, Edolo. Ore venti di marcia nominale, sedici di effettiva. Un’impresa mai
ripetuta.
Altre testimonianze ci parlano della guida di Rino di Sonico. La più
significativa, durante gli anni 1892-1893 con il topografo Francesco Ugazio
durante i rilievi per l’aggiornamento catastale dell’Adamello, dove si avvale
dell’esperienza del Cauzzi. Della sua guida, il topografo scrive... “Per il lungo
tempo passato con lui, nessuno meglio di me potrebbe essere esatto nel giudicare
sia la bontà d’animo che l’abilità della guida suddetta, ed è per questo che,
rilasciandogli questo attestato di buon servizio, intendo far fede sull’integrità del
suo carattere e della perfetta conoscenza e pratica sia di strada e sentieri che di
passi attraverso le frastagliate creste...” Per questo servizio, unico fra le guide
alpine, gli venne rilasciato un certificato di “Guida catastale”.
Anche fra la corrispondenza intercorsa tra Paolo Prudenzini e Pasquale
Cauzzi così si legge: “Caro Cauzzi, se avete pronta la piccozza domani sera
portatemela ad Edolo da Federici, ove arriverò alle sette con la corriera.”
Da questo si deduce che il Cauzzi, di professione “chiodarolo” fu anche capace
di forgiare attrezzi alpinistici per chi a lui ricorreva. Un segno di stima e di
fiducia.
Alla morte del Cauzzi, l’amico Paolo Prudenzini così lo commentò... “per
lo speciale entusiasmo che dimostrava per la montagna e per la buona volontà
di apprendere ogni cognizione adatta ad una guida rispettabile. Delle catene
montuose camune conosceva a perfezione la complicata configurazione, il che gli
fu facile accedere a vette inesplorate...”
Angelo Pasquale Cauzzi
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
29
e il suo tempo
LA VICENDA DEL PASSO DI PLEM (2776 m) - Topografia,
toponomastica, storia, e la mancata dedica al nome di Pasquale Cauzzi.
A questo proposito vi sono due relazioni che descrivono la situazione
orografica del Passo di Plem e le sue difficoltà di attraversamento. Una
descrizione la si legge a pag. 135 della monografia sul Baitone a cura di Paolo
Prudenzini per l’anno 1891. Altra relazione che, con diverso commento, in
sostanza coincide con i riferimenti sulla guida dei Monti d’Italia in “Adamello”
che si riporta integralmente e che in breve ne ripercorre la storia in modo
corretto.
Passo di Plem m. 2708 - È la massima depressione della cresta tra il Corno
del Cristallo e il Corno del Lago.
TOPOGRAFIA. “Il versante settentrionale è difeso da una ripida parete
di roccia alta una decina di metri e che si appoggia su una bancata a terrazzi,
la quale fascia un’ampia conca di pietrame con chiazze di neve. La fiancata
meridionale invece è costituita da una ripida fascia di rocce abbondantemente
ricoperta di erba isiga, con pochi appigli, ma solcata da cenge che scende verso
la concavità di un vallone degradante verso gli sfasciumi che formano l’orlo
occidentale del “coster” di destra della valle Miller.
TOPONOMASTICA. Conosciuto come Passo di Plem, nella letteratura
alpinistica, per la sua posizione orografica, anche se rappresenta un difficile
passaggio dal bacino del Baitone a quello del Miller, venne chiamato da
qualcuno Passo Arici in onore di un valente alpinista bresciano, (compagno di
cordata del Giannantonj (ndr) e da altri Passo Cauzzi per ricordare la buona
guida dell’Adamello, che fu una delle prime a scavalcare il valico (libro Rif.
Baitone).
STORIA ALPINISTICA. Negli anni che precedettero il 1891 questo valico
fu attraversato dal Cauzzi con un cacciatore; la guida discese per prima lungo la
paretina settentrionale, che allora era munita di un maggior numero di appigli,
poi si fece calare con una corda i fucili e venne in seguito raggiunto dal compagno.
Il 20 agosto 1891 la stessa guida Cauzzi, accompagnando Paolo Prudenzini,
venne fermata dalla paretina terminale, in mutate condizioni e costretta al
ritorno. Due anni dopo, il 1° settembre 1893, Piero Arici, con Pietro Rizzi e
Battista Torri del CAI bresciano, partendo dal rifugio Tonolini raggiungevano
non senza difficoltà il valico. (Boll. XXV, 135; libri del Rif. Baitone, Tonolini,
Prudenzini). Il Passo è sconsigliabile a chi non è buon arrampicatore e non è
provvisto di corda; anche nella discesa verso la valle Miller vi sono difficoltà per
il fianco ripidissimo, con erba isiga e con pochi appigli .
In fine... una proposta
L
’intenzione del CAI bresciano di ricordare la sua guida Pasquale Cauzzi
fu indubbiamente doverosa, ma errata fu la scelta per quel valico così
difficile e per nulla interessante. La proposta non ebbe seguito, venne lasciata
cadere e fu bene.
È pur vero che nella frazione di Rino è stato ricordato il Don Antonio
Cauzzi, della stessa famiglia, ma delle nostre tre guide Cauzzi che furono tra le
prime guide dell’Adamello? Nulla che li ricordi in quel di Rino.
Sarebbe auspicabile un segno tangibile, una lapide, un doveroso
riconoscimento, meglio se ricordato lassù, tra le rupi del Baitone, tra le rocce e
le pareti delle sue scalate, delle sue avventure, delle sue fatiche alpinistiche.
Grazie per l’attenzione che si vorrà riservare alla nostra proposta.
Maria Domenica Madeo
e Giovanna Fiorani
La Guida Alpina Angelo
Pasquale Cauzzi
e il suo tempo
Lapide commemorativa di Angelo Pasquale Cauzzi posta al cimitero di Rino di Sonico
(foto Giovanna Fiorani)
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