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COME EQUITALIA STA DISTRUGGENDO LE PICCOLE E MEDIE
ri e Consu azion ma oci to s s A AVVOCATO IN FAMIGLIA COME EQUITALIA STA DISTRUGGENDO LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE Nel mese di agosto è stata presentata questa denuncia al Presidente della Repubblica (racc. 145734371684), al Governo (racc. 145734370876), alla Corte dei Conti (racc. 145734370888) e all’Autorità anticorruzione (racc. 145734370899) senza ottenere alcuna risposta. La denuncia vuole dimostrare come l’Agenzia delle Entrate stia perseguitando le piccole e medie imprese (pilastro dell’economia e dell’occupazione!), provocando danni enormi all’ economia, praticando una gigantesca estorsione, favorendo la corruzione su centinaia di miliardi di euro e violando leggi e costituzione. 1. PERSECUZIONE DELLE PMI – VIOLAZIONE PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA L’Agenzia “accerta” arbitrariamente su “ presunzioni “ 100 miliardi l’anno tra maggiori imposte, sanzioni, interessi e aggi a seguito della notifica di centinaia di migliaia di “avvisi” per il 90% a carico dei piccoli e medi imprenditori e dei loro familiari, molte volte perfino a “tappeto”, nonostante altre categorie incassino in un’ora quello che un artigiano guadagna in una settimana. E ciò non per il “numero” dei piccoli imprenditori (effettivamente tanti)! Alla stregua del popolo delle partite Iva, la capacità contributiva (art. 53 Cost.) di questi ultimi non è certamente tale da giustificare massicci accertamenti contro di loro. Il lavoratore (dipendente o autonomo) ha infatti diritto a una retribuzione (bianca o nera) proporzionata alla quantità e qualità (comprensiva dei rischi) del suo lavoro (art. 36 Cost.). I piccoli e medi imprenditori, poi, lavorano molto di più e si assentano (per ferie, malattia, maternità, assistenza familiari ecc. ecc.) molto di meno rispetto alle altre categorie. In realtà il fisco accerta le piccole imprese perché facilmente controllabili in base ai costi (mentre gli accertamenti devono essere non più “facili” ma più giusti). Con la conseguenza che le imprese vengono doppiamente colpite: dai costi (oramai insopportabili, a fronte di ricavi aleatori e schiacciati dalla concorrenza sleale estera) e dagli accertamenti fiscali. L’Agenzia si guarda bene invece dall’accertare “a tappeto” gli “anti-economici” e faraonici, compensi dati dalle “aziende” pubbliche (costantemente in perdita), all’esercito di amministratori, dirigenti e consulenti raccomandati e/o imposti dalla politica. 2. VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI CAPACITÀ CONTRIBUTIVA (ART. 53 COST.) Essendo dotata di strumenti altamente invasivi (banche-dati, indagini finanziarie, misure cautelari ecc.) e potendo aggreddire anche i soci delle società a “ristretta base” (quasi tutte quelle italiane), l’Agenzia delle Entrate, ha abolito la Responsabilità Limitata, uno dei pilastri dell’economia. Nonostante lo Stato fornisca all’agenzia enormi mezzi, l’Agenzia non gli rende neanche l’ UNO per CENTO del “ricavato” degli accertamenti; infatti equitalia, suo organo di riscossione, sconfessa la falsità delle sue pretese di esigibilità, arrivate ad oltre un migliaio di Miliardi di infondati addebiti gonfiati, incassandone, in modo molto discutibile, a malapena 7- 8 all’ anno. E questo accade perchè l’Agenzia delle Entrate viola sistematicamente lo stesso principale fondamento del suo operato, ovvero il principio di “capacità contributiva”. E’ ovvio per chiunque, tranne per l’ Agenzia, che (a differenza di altri soggetti), gli imprenditori evadono per far quadrare i conti, retribuire i dipendenti, acquistare macchinari ecc. E che è impossibile rubare utili o ricchezze inesistenti. L’Agenzia sa bene invece, che gran parte dei “maggiori imponibili”, sono falsi , come nel caso da noi denunciato al Sole 24 Ore del reddito professionale di oltre 20 milioni in due anni “accertato” a carico di un anziano malato. Oltreché violazione del principio di “indisponibilità dell’obbligazione tributaria”, ciò costituisce falso in atto pubblico. 3. DANNI ALLA NAZIONE, PROVOCATI DAL CONTENZIOSO FISCALE Tutti gli accertamenti “presuntivi” vengono contestati davanti ai giudici tributari che ne annullano circa la META’, pur avendo interesse morale (come servitori dello Stato) e materiale (come beneficiari delle pubbliche entrate) a confermarli. L’Agenzia delle Entrate mira al 60% di vittorie (come se un’azienda, cui si vanta di assomigliare) puntasse a sbagliare “solo” il 40% dei propri prodotti!), fregandosene che il 50% di vittorie o di sconfitte è un’inevitabile conseguenza statistica del fatto che gli accertamenti (discutibili, opinabili e presuntivi) sono troppi e troppo infondati. Il “mondo accademico ” ( e professionale, sindacale , C.A.F. ecc. ) tace, perché ci lucra anch’ esso: infatti ai cittadini colpiti, queste vessazioni costano per difendersi, almeno il 20% del valore delle cause. 20 Miliardi di spese ogni 100 di accertamenti all’anno, se ne va in parcelle, giornate di lavoro perse, distrazione mentale, stress, svendite e prestiti per farvi fronte ecc., oltre a malattie, depressione, fallimenti, suicidi ecc. Per la collettività, il costo dei contenziosi dell’Agenzia e delle sue migliaia di funzionari, addetti, avvocati, è 10 volte superiore ai risultati della sua finta “lotta all’evasione”, ma è un fallimento voluto, comodo a parassiti ed avvoltoi Infatti, in realtà è solo un abominevole trasferimento di gigantesche risorse, dall’economia reale del lavoro a quella virtuale (e di carta), del mondo professionale. Dai beni strumentali dell’occupazione in produzione, ai “Rolex d’oro” dei colletti bianchi. 4. AFFOSSAMENTO DELLA GIUSTIZIA In Cassazione arrivano 50.000 cause all’ anno, provenienti dal paese più litigioso d’Europa (e con intere regioni in mano alla criminalità organizzata), da una valanga di ricorsi sulle questioni più varie: cause di lavoro (ben 25% del totale), rapine, violenze, omicidi (più o meno colposi o tentati), minacce, lesioni, incidenti stradali e non, furti, truffe, corruzioni, ingiurie, diffamazioni, inquinamento, liti tra aziende, vicini e condomini, contro le amministrazioni in generale, ecc.. In proporzione, di questa assurda enormità, le liti promosse da un’amministrazione pubblica seria, tenuta (a differenza dei cittadini), al principio del Buon andamento, non dovrebbero superare il 2-3 % . Invece i ricorsi fiscali in Cassazione, a cura dell’Agenzia delle Entrate (che si vanta di vincere di più in tale sede), arrivano a ben il 50% del totale. META’ dell’impegno di un organo tenuto a dirimere i mali e le ingiustizie del Paese è dedicato a tormentare per anni, piccoli e medi imprenditori, che stentano ad arrivare a fine mese pagando i dipendenti. Oltre alle responsabilità della stessa Cassazione, l’Agenzia delle Entrate sta quindi affossando, con l’economia, anche la giustizia . 5. GIGANTESCA ESTORSIONE IN CORSO Per sua stessa ammissione scritta, le intimazioni agli utenti vessati, con avvertimenti intimidatori di pagare subito onde evitare “altri controlli ” (anche a carico dei familiari), con “promesse ” che in cambio possono “star tranquilli per qualche anno” sono espressioni comportamentali che rientrano nella normale dialettica fisco-contribuente. Ogni 8 miliardi di incasso ( quasi ) reale, da questa falsa “lotta all’evasione ”, ben 5 sono pagamenti estorti con richieste 10 volte più alte e con definizioni, curate ad arte, dagli stessi funzionari che hanno eseguito l’accertamento. Per giunta, l’ulteriore tangente: dal 5 al 10 % sul “risparmiato”, che i professionisti spesso pretendono dai malcapitati contribuenti. 6. INCENTIVO ALLA CORRUZIONE L’Agenzia delle Entrate “regala”, ogni anno, a una ristretta cerchia di persone, il potere di iniziare, gestire, modificare, trattare e/o decidere, accertamenti discrezionali e arbitrari, per decine di miliardi. E la corruzione (anche delle menti e delle abitudini) che è notoriamente favorita dal potere discrezionale, lo è ancora di più da quello arbitrario. Si noti che il personale dell’Agenzia, è diviso in dipendenti di “serie A” (controllo) e di “serie B” (servizi al contribuente) nonostante, lo stesso Statuto dell’ente metta in primo piano quest’ultima “missione”. 7. I TENTATIVI (INUTILI) DI CAMBIARE La situazione non è certo migliorata con l’introduzione, nel 2004-2005, dei famigerati “obiettivi monetari” in violazione dell’obbligo di astensione previsto dal Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (oltreché dell’art. 97 della Costituzione) contro cui ci siamo battuti, prima da soli nel 2007 , poi con il sostegno indiretto dei Commercialisti di Milano nel 2010 e infine con quello del sottosegretario Zanetti. È come se i giudici venissero retribuiti in base agli anni inflitti o i Carabinieri premiati in base ai malviventi feriti; le aziende vengono infatti spesso ferite o uccise da accertamenti infondati. Per limitare i danni basterebbe che l’Agenzia applicasse il principio “In dubio pro reo” rettificando gli imponibili solo con la sicurezza al 100 % delle proprie ragioni . Lo abbiamo proposto, per anni (inutilmente), in base al D.Lgs 80/98 che prevede, quale compito principale dei dirigenti pubblici, non l’organizzazione degli uffici (che, ridotti come sono, vanno avanti da soli) ma “la formulazione di proposte” in favore dell’ente. Il paese si sta impoverendo; la fame (di giustizia) aguzza l’ingegno; i cambiamenti partono dal basso (principio democratico); tale disposizione avrebbe rivoluzionato una pubblica amministrazione notoriamente ostile ai cambiamenti (vedasi altro articolo interessante in calce) . Come volevasi dimostrare non è mai stata applicata; men che meno dall’Agenzia che, presa da “obiettivi ” di ogni genere (alcuni, come quello di indurre i contribuenti a versare denaro a enti di beneficenza, perfino illegali), non ha mai assegnato ai dirigenti, il principale compito previsto dalla legge! Peggio, lo ha relegato addirittura in secondo piano nel proprio Statuto ! 8. FUGA DEGLI IMPRENDITORI DALL’IMPRESA E DAL PAESE Non bastasse, l’Agenzia tratta i piccoli e medi imprenditori, cui capita di non rilasciare qualche ricevuta o scontrino, cioè quasi tutti, da parassiti. Così sono indotti a lasciare l’impresa o il paese; che va in rovina. Sia al Sud dove l’economia si sta estinguendo (anche a causa della criminalità e della corruzione), che al Nord, dove sta per accadere altrettanto, alle estorsioni malavitose, si è aggiunta quella sistematica dell’ Agenzia delle Entrate. Con esiti drammatici e perfino tragici. Il tutto per un enclave di burocrati e nemici del lavoro. Questa denuncia è soprattutto una provocazione alla quale, e non ce ne stupiamo, nessuna delle autorità interpellate ha mai dato una risposta. Come Associazione noi promuoviamo la conoscenza come strumento di difesa. Rivolgetevi a noi o ad un’altra associazione consumatori per un’analisi del vostro estratto di ruolo ed una valutazione professionale degli strumenti disponibili per contrastare le ingiuste cartelle.