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Casa sollievo,arrestati 11 dipendenti C`è pure il rapinatore in

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Casa sollievo,arrestati 11 dipendenti C`è pure il rapinatore in
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SAN GIOVANNI / Bloccati all’uscita dall’ospedale con la refurtiva: accusati anche di associazione a delinquere
Casa sollievo,arrestati 11 dipendenti
In servizio alle cucine,avrebbero rubato alimenti poi ceduti ai ristoranti
SAN GIOVANNI ROTONDO Undici dipendenti dell’ospedale «Casa sollievo della sofferenza» di San Giovanni
Rotondo, per lo più cuochi e
ausiliari che lavorano in cucina, sono stati arrestati alle 10 di venerdì sera dai carabinieri con l’accusa di associazione per delinquere,
furto e truffa. Si tratta di 6
uomini e 5 donne, tutti incensurati. A dire degli investigatori per mesi avrebbero rubato generi alimentari,
alcuni dei quali prodotti da
aziende agricole legate all’ospedale, per un valore che
si aggirerebbe sui 150mila
euro.
L’indagine sarebbe partita
a settembre dopo una denuncia dell’amministrazione ospedaliera, a «fronte di
un aumento dei consumi alimentari apparentemente
anomalo» come si legge in
una nota del presidente di
«Casa Sollievo», mons. Riccardo Ruotolo che rimarca
di «attendere con fiducia l’operato della magistratura».
Cinquanta
carabinieri
l’altra sera hanno atteso i
dipendenti all’uscita dal nosocomio per controllarli e
arrestarli dopo aver trovato
- a dire dell’accusa - sulle loro auto e ciclomotori prosciutti, salami, formaggi,
prodotti in scatola per 300
chili e un valore complessivo di 3mila euro. L’operazione è stata denominata «Robin Hood» dai carabinieri
che non confermano, e non
smentiscono, d’aver utilizzato telecamere nascoste
per vedere cosa succedesse
all’interno delle cucine.
Gli 11 indagati domani dovrebbero comparire davanti
al gip del Tribunale di Foggia chiamato a pronunciarsi sulla convalida degli arresti. Dopo il blitz e gli arresti
in flagranza sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari, il cui esito
non viene reso noto. Altre
tre persone sarebbero state
denunciate a piede libero.
«Con artifizi e raggiri ben
studiati e soprattutto continuati negli anni gli indagati» recita il comunicato
stampa diffuso dall’Arma
«hanno illecitamente sottratto dalle dispense e dalle
cucine quintali di generi alimentari che sono stati poi
reimpiegati in ambito do-
In carcere cuochi e ausiliari
MONS.RUOTOLO / Il presidente
Ecco chi sono gli 11 arrestati: sono tutti di San Giovanni Rotondo, tranne uno. Raffaella Ruberto, 57 anni, ausiliaria ospedaliera in servizio alle cucine della «Casa
sollievo della sofferenza»; Grazia Fiore (54), ausiliaria
in servizio alle cucine; Giovanna Siena (54), aiuto cuoco; Palma Ritrovato, (53), ausiliaria ospedaliera; Grazia Cocomazzi (45), aiuto-cuoco; Luigi Fraticelli (35),
ausiliario in servizio alle cucine; Giuseppe Biancofiore (40), coordinatore cuoco; Francesco Lecce (47), coordinatore cuoco; Matteo Totaro (56), di Monte Sant’Angelo, aiuto cuoco; Giuseppe Russo (40), operatore tecnico in servizio alle cucine; Antonio Biancofiore (54),
aiuto cuoco.
Denuncia partita
dall’ospedale
mestico-familiare, in esercizi commerciali e in ristoranti della zona». Se questo
sospetto sulla destinazione
in ristoranti della merce rubata nasca da elementi concreti o dal fatto che familiari di qualche indagato gestiscano locali, non viene rivelato.
I carabinieri sostengono
d’aver «disarticolato una associazione per delinquere»:
non ci si troverebbe quindi
di fronte a furti episodici,
ma - nella prospettazione investigativa - ad una vera e
propria struttura con ruoli
definiti. Un accertamento
interno con presunte discrepanze tra le spese sostenute per l’approvvigionamento dei generi alimentari
e i prodotti effettivamente
immagazzinati avrebbe suscitato qualche perplessità
tra i vertici di «Casa sollievo», tanto da decidere di rivolgersi ai carabinieri.
Come siano state condotte
le indagini gli investigatori
non lo rivelano: l’ipotesi,
pure logica dell’utilizzo di
telecamere nascoste per vedere cosa succedesse nelle
cucine, non viene confermata da chi indaga anche perchè l’inchiesta non è conclusa. Contattati dalla «Gazzetta» i difensori di gran parte
degli indagati preferiscono
al momento non rilasciare
dichiarazioni, in attesa di
incontrare i propri clienti
nelle prossime ore e conoscere gli atti processuali.
«A fronte di un aumento
dei consumi alimentari,
apparentemente anomalo, l’amministrazione dell’ospedale anche a tutela
del proprio personale ha
ritenuto opportuno e doveroso rappresentare i
fatti all’autorità giudiziaria, presentando una denuncia contro ignoti»: è
quanto scrive il presidente di «Casa sollievo»,
mons. Riccardo Ruotolo
in un comunicato stampa.
«L’autorità giudiziaria ha
svolto le indagini nell’ambito delle quali ha emesso
alcuni provvedimenti restrittivi. L’ospedale attende con fiducia l’esito dell’operato della magistratura, nella consapevolezza che grazie ad essa si potrà fare piena luce sui fatti, individuando e separando eventuali singole
responsabilità e consentendo così all’opera di Padre Pio e a tutto il perso-
L’ospedale
«Casa
sollievo
della
Sofferenza»
Mons. Riccardo Ruotolo
nale di Casa sollievo di
continuare a svolgere la
propria missione a servizio degli ammalati e a tutela del patrimonio dell’ospedale, maturato negli
anno col generoso contributo di tutti i figli spirituali e benefattori dell’opera di Padre Pio».
SAN GIOVANNI ROTONDO Sono oltre 3000, tra medici,
infermieri, ausiliari e personale amministrativo, i
dipendenti dell’ospedale
«Casa sollievo della sofferenza», la struttura sanitaria realizzata da San Pio da
Pietrelcina dove attualmente sono attive oltre 50
unità operative. L’ospedale
fu fondato da padre Pio nel
maggio del 1956 come clinica privata da 250 posti letto. Attualmente il nosocomio ha quasi quintuplicato
il numero di posti letto, che
attualmente sono 1028, ot-
L’ospedale
Una struttura
che dà lavoro
a 3mila addetti
tenendo nel 1980 il riconoscimento dalla Regione Puglia
di ospedale regionale che ha
permesso il suo inserimento
nella rete ospedaliera nazionale. L’anno scorso ci sono
stati 58.225 ricoveri, di cui
12.970 di pazienti provenienti
da altre regioni d’Italia,
ciascuno dei quali in media è durato sei giorni. Sono state inoltre erogate oltre 562.000 prestazioni ambulatoriali, con un incremento di 162.000 prestazioni rispetto agli anni scorsi.
Nei mesi scorsi a San Giovanni Rotondo è stato inaugurato il poliambulatorio «Giovanni Paolo II» all’interno del quale è stato
realizzato un centro di prenotazioni, un laboratorio
di ricerca all’avanguardia
ed i reparti di pediatria e
oncologia.
LA STORIA / Denunciato in stato di irreperibilità.L’amico che l’ha soccorso fermato poco dopo in corso Roma
In via Parini
C’è pure il rapinatore in carrozzella
Incendiate
nella notte
altre tre
macchine
Aggredisce negoziante,cade,un complice lo aiuta e fugge con la sedia a rotelle
La sequenza è da film, ma
il set è vero: il rapinatore
in fuga sulla sedia a rotella
con la moglie del derubato
a inseguirlo. Il primo cade,
la seconda cerca di recuperare il bottino, s’accapigliano, arriva il complice
che aiuta l’invalido a salire
sulla carrozzella per scappare.
Il finale è quello raccontato da squadra mobile, agenti delle «volanti» e carabinieri: il presunto complice dell’invalido, Mario
Al Cep
Dalle Volanti
Suicida
ferroviere
foggiano
Arrestati
due stranieri
già espulsi
Un ferroviere foggiano
di 57 anni si è tolto la vita nel primo pomeriggio
di ieri, impiccandosi all’interno di un podere al
quartiere Cep. Il corpo
senza vita dell’uomo è
stato rinvenuto da un familiare che ha allertato i
carabinieri della compagnia foggiana, intervenuti sul posto per eseguire i rilievi: il cadavere è
stato trasferito presso
l’obitorio degli ospedali
riuniti a disposizione
della Procura. L’uomo si
recava nel podere il fine
settimana per curare la
campagna: non si conoscono i motivi del gesto.
Arrestati in città dalle
«volanti» due polacchi
per non aver obbedito al
cosiddetto «ordine del
questore» che intimava
loro di lasciare l’Italia entro 5 giorni perchè privi
di permesso di soggiorno.
Si tratta di Stanislaw
Smoley di 47 anni e di Marek Szymura di 36 anni.
Sono stati fermati per un
controllo e dopo un accertamento si è scoperto che
nei giorni scorsi il questore di Foggia, in base alla
nuova legge sull’immigrazione, li aveva invitati
a lasciare di propria iniziativa l’Italia entro 5
giorni perchè clandestini.
Maggio di 33anni, foggiano,
è stato sottoposto a fermo per
concorso in rapina impropria; l’uomo sulla carrozzella
è stato denunciato in stato di
irreperibilità per lo stesso
reato. Il suo nome non viene
rivelato dagli investigatori,
che parlano di persona già
nota alle forze dell’ordine.
Ma non è che poi siano tante
«le persone già note alle forze
dell’ordine» in città costrette
su una sedia a rotelle. Il sospettato potrebbe essere un
giovane rimasto invalido per
un ferimento avvenuto qualche tempo fa, in un regolamento di conti dai contorni
misteriosi.
E così dopo lo scippatore in
ciabatte (arrestato in agosto
dopo aver strappato la borsa
ad una passante perdendo le
scarpe durante la fuga, recuperate proprio dalla vittima)
e il collega sulle stampelle
(due settimane fa ha tentato
di scippare una donna in una
strada del centro), adesso c’è
il rapinatore in carrozzella.
Il furto, poi trasformatosi
in rapina impropria per la
colluttazione tra l’invalido e
la vittima, è avvenuto di pomeriggio in una rivendita di
bibite gestita da due commercianti foggiani. Per quanto ricostruito dagli investigatori,
alle 18 nel locale è entrato il
foggiano sulla sedia a rotelle
con la scusa di cambiare 50
euro; il proprietario del locale aveva ancora tra le mani 15
euro appena ricevuti da un
altro cliente. L’invalido avrebbe sfilato i soldi dalle
mani del commerciante per
poi fuggire: la moglie del derubato è stata la prima a reagire ed ha inseguito l’uomo
sulla carrozzella che nell’uscire dal locale è caduto. La
donna ha cercato di riprendersi il denaro, l’invalido avrebbe cercato di ostacolarla
aggrappandosi alle caviglie.
Sequenze durate pochi secondi: è sopraggiunto il complice
del ladro, l’ha aiutato a rialzarsi e salire sulla carrozzella per poi dileguarsi a piedi,
mentre sul posto confluivano
«volanti», colleghi della se-
zione antirapina della
squadra mobile e pattuglie
dei carabinieri.
Proprio gli agenti delle
«volanti» hanno rintracciato poco dopo Mario
Maggio in corso Roma:
condotto in Questura, è
stato fermato in base a elementi sui quali viene mantenuto il riserbo investigativo. L’invalido è stato identificato, cercato inutilmente a casa e quindi denunciato in stato di irreperibilità.
Un incendio, la cui natura non è stata ancora
accertata, ha danneggiato la «Renault Twingo» di
una foggiana per poi propagarsi ad una «Tipo» e
una «Y 10» parcheggiate
accanto. Le fiamme sono
divampate alle 3 di notte
in via Parini: la proprietaria dell’utilitaria ha escluso d’aver ricevuto
minacce; meno gravi i
danni alle altre due auto:
indagano i carabinieri.
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