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Domanda-Agitare dell`acqua gassata
Domanda-Agitare dell'acqua gassata Se si agita una bottiglia di acqua gassata chiusa, la pressione interna aumenta. Come mai? Forse perchè agitando la superficie libera aumenta? Ma non dovrebbe esserci una pressione di equilibrio con la quantità di gas disciolta? Mario Grigioni L’equilibrio considerato è il seguente: ZZX CO2( g ) (1) CO2( aq ) YZZ Vi sono almeno due fattori che contribuiscono al fenomeno sopra descritto. a) La pressione parziale di CO2 nell’atmosfera ammonta a circa 33.45 Pa (3.3 x 10-4 atm). In un litro di acqua alla temperatura di 298 K (25 °C) si possono quindi sciogliere al massimo 0.5 mg di CO2 (in appendice un semplice calcolo per derivare questo dato). Le bevande gassate vengono ottenute sciogliendo nell’acqua CO2 gassosa ad alte pressioni. In tal modo si possono raggiungere delle concentrazioni di circa 6-9 g di CO2 a litro. A seguito dell’apertura della bottiglia, la bevanda contiene quindi di regola molta più CO2 di quanto ne potrebbe contenere in uno stato di equilibrio termodinamico alle rispettive condizioni di pressione e temperatura. La CO2 è quindi soggetta ad una forte spinta ad abbandonare la soluzione e a passare nella fase gassosa. Fortunatamente a questa spinta si oppone una certa resistenza che fa si che la bevanda gassata non perda di colpo tutta la sua CO2. Tale resistenza può essere diminuita agitando la bevanda. Un simile spettacolare effetto si ottiene immergendo una bottiglia di acqua gassata in un bagno ad ultrasuoni. (vedi: http://www.cci.ethz.ch/mainmov.html?picnum=-1&language=0&expnum=190&ismovie=-1) Utilizzando un'altra terminologia si può dire che il processo è favorito da un punto di vista termodinamico ma è bloccato da un punto di vista cinetico. L’energia di attivazione necessaria viene fornita dall’agitazione meccanica della bottiglia. ZZX CO2( g ) è endotermica b) L’altro fattore concomitante è dovuto al fatto che la reazione CO2( aq ) YZZ e quindi l’equilibrio viene spostato a destra se si aumenta la temperatura (il che equivale ad affermare che la solubilità della CO2 in acqua diminuisce all’aumentare della temperatura). L’agitazione della bottiglia provoca proprio un riscaldamento della soluzione. L’endotermicità della reazione può essere percepita col tatto utilizzando delle bottigliette di plastica: a seguito dell’agitazione, oltre ad un aumento del “turgore” della bottiglia (si fa più fatica a schiacciarla a seguito dell’aumento della pressione interna dovuta all’aumento di CO2(g)), si può anche avere una più o meno marcata sensazione di freddo. Possiamo quindi riassumere dicendo che se la bottiglia chiusa non si trova in uno stato di equilibrio termodinamico per rapporto all’equazione (1), allora l’agitazione, diminuendo la resistenza alla reazione, accelererà il raggiungimento dell’equilibrio (la pressione aumenta); se invece la bottiglia si trova in una situazione di equilibrio, allora l’agitazione, aumentando la temperatura della soluzione, sposterà l’equilibrio a destra (anche in questo caso la pressione aumenta). Può anche essere interessare osservare il fenomeno opposto: se poniamo in una bottiglia di PET dell’acqua, vi aggiungiamo della CO2(g) senza farla gorgogliare nell’acqua, chiudiamo il tutto e agitiamo, osserveremo un’implosione della bottiglia dovuta allo scioglimento della CO2 nell’acqua. Nella presente discussione non si è preso in considerazione il fatto che la CO2 reagisce chimicamente con l’acqua formando acido carbonico, ioni bicarbonato e ioni carbonato oltre a ioni idronio. Se ci si limita a considerazioni qualitative, quest’approssimazione è comunque valida. Vedi anche pagina 4! PL – xii -2006 Pagina 1 di 5 Illustrazione utilizzando il concetto di potenziale chimico (µ). a) Effetto della pressione sulla quantità di CO2 disciolta in acqua ZZX YZZ CO2( aq ) CO2( g ) µ 0 [kJ mol −1 ] -385.99 -394.40 s 0 [ JK −1mol −1 ] -117.53 213.68 ∆µ 0 [kJ mol −1 ] -8.41 ∆s 0 [ JK −1mol −1 ] 331.21 Solubilità della CO2 in funzione della pressione a temperatura costante (T = T° = 298 K): Condizione di equilibrio: µCO2( aq ) = µCO2( g ) cCO Con: ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ := 0 2( aq ) c pCO2( g ) = CO2( aq ) pCO2( g ) 0 0 pCO = 101kPa cCO = 1.0M 2( g ) 2( aq ) 0 CO2( g ) p Abbiamo: 0 µCO 2( aq ) ( 0 + RT ln ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ = µCO + RT ln pCO2( g ) 2( g ) ( ) ) 0 0 − µCO RT ln ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ − RT ln pCO2( g ) = µCO 2( g ) 2( aq ) ⎧⎪ ⎡CO2( aq ) ⎤ ⎫⎪ ⎦ = ∆µ 0 RT ln ⎨ ⎣ ⎬ p ⎩⎪ CO2( g ) ⎭⎪ ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ ⎧ ∆µ 0 ⎫ = exp ⎨ ⎬ pCO2( g ) ⎩ RT ⎭ ⎧ ∆µ 0 ⎫ ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ = pCO2( g ) exp ⎨ ⎬ ⎩ RT ⎭ Quest’espressione non è altro che la legge di Henry in base alla quale, ad una data temperatura, la solubilità di un gas in acqua è direttamente proporzionale alla pressione parziale del gas in questione. solubilità T = 298 K 0.35 0.30 c(CO2) [M] 0.25 0.20 0.15 0.10 0.05 0.00 0.00 2.00 4.00 6.00 p(CO2) [bar] PL – xii -2006 Pagina 2 di 5 8.00 10.00 12.00 b) Effetto della temperatura sull’equilibrio della reazione oggetto di studio Per tener conto di questo aspetto è necessario considerare come il potenziale chimico dipenda, oltre che dalla pressione, anche dalla temperatura: All’equilibrio dovrà sempre valere µCO2( aq ) = µCO2( g ) Considerando la dipendenza dei potenziali chimici dalla temperatura, abbiamo: 0 µCO 2( aq ) ( ) 0 0 0 (T − T 0 ) = µCO (T − T 0 ) + RT ln ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ − sCO + RT ln pCO2( g ) − sCO 2( aq ) 2( g ) 2( g ) E quindi: ( ) 0 0 RT ln ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ − RT ln pCO2( g ) = ⎡ µCO (T − T 0 ) ⎤ − s 0 (T − T 0 ) ⎤ − ⎡ µCO −s0 ⎣ 2( g ) CO2( g ) ⎦ ⎣ 2( aq ) CO2( aq ) ⎦ ⎧⎪ ⎡CO2( aq ) ⎤ ⎫⎪ ⎦ = ∆µ 0 − ∆s 0 (T − T 0 ) RT ln ⎨ ⎣ ⎬ p ⎪⎩ CO2( g ) ⎪⎭ 0 0 0 ⎣⎡CO2( aq ) ⎦⎤ = exp ⎧ ∆µ − ∆s (T − T ) ⎫ ⎨ ⎬ pCO2( g ) RT ⎩ ⎭ ⎧ ∆µ 0 − ∆s 0 (T − T 0 ) ⎫ ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ = pCO2( g ) exp ⎨ ⎬ RT ⎩ ⎭ Poiché ∆s 0 nel caso considerato è > 0, ne segue che aumentando T, la solubilità della CO2 ⎡⎣CO2( aq ) ⎤⎦ diminuisce. pCO2 = 101 kPa 0.90 0.80 0.70 CO2(aq) [M] 0.60 0.50 0.40 0.30 0.20 0.10 0.00 273.00 283.00 293.00 303.00 313.00 T [K] PL – xii -2006 Pagina 3 di 5 323.00 333.00 343.00 Spinte – Correnti e Resistenze L’esplicito utilizzo del concetto di potenziale chimico permette di fornire non solo una risposta, ma anche, ed è ciò che più conta da un punto di vista didattico, una strategia di risposta più concisa e puntuale al quesito posto. Per la nostra reazione ZZX CO2( g ) CO2( aq ) YZZ possiamo definire una sorta di corrente chimica (o tasso di trasformazione) nel modo seguente: −∆µReazione I Reazione = RReazione I Reazione Un valore positivo indica che la reazione procede da sinistra verso destra (CO2 passa dalla soluzione acquosa alla fase gassosa). Ci indica quante moli di CO2 per unità di tempo passano dalla soluzione acquosa alla fase gassosa o viceversa. ∆µReazione Differenza di potenziale chimico tra CO2(aq) e CO2(g): ∆µReazione = µCO2( g ) − µCO2( aq ) . Un valore negativo sta a indicare che il sistema non è all’equilibrio e che vi è una spinta a far passare CO2 dalla soluzione acquosa alla fase gassosa. Se ∆µReazione assume un valore negativo, allora I Reazione sarà positivo: reagenti si trasformano in prodotti. Se ∆µReazione sarà nullo, allora il sistema si troverà all’equilibrio e I Reazione sarà pure nulla. RReazione Indica la resistenza alla reazione: a parità di spinta (differenza di potenziale chimico), maggiore la resistenza e minore I Reazione . La resistenza può essere aumentata o diminuita in più modi, ad esempio agendo sulla superficie di contatto o utilizzando un apposito catalizzatore. Nel caso della nostra bottiglia possiamo quindi avere le seguenti due situazioni: 1) ∆µReazione ≠ 0 Abbiamo una spinta ma la resistenza è troppo elevata per osservare una corrente chimica. In tal caso, agitando la bottiglia si riduce la resistenza e la reazione procede fino ad annullare la differenza di potenziale chimico (raggiungimento di uno stato di equilibrio). 2) ∆µReazione = 0 Abbiamo una situazione di equilibrio caratterizzato da un’assenza di spinta ( ∆µReazione = 0 ). Agitando la bottiglia modifichiamo la temperatura e con essa i potenziali chimici delle sostanza coinvolte. Di conseguenza ∆µReazione assume un valore differente da zero e si manifesta una spinta alla reazione che si esaurirà solo dopo che il sistema avrà raggiunto una nuova situazione di equilibrio. In tale approccio gli aspetti termodinamici confluiscono nel termine ∆µReazione (il suo valore stabilisce se il sistema si trova all’equilibrio o se è soggetto ad una spinta) mentre quelli cinetici (o meglio dinamici) nel parametro RReazione che appunto determina, assieme a ∆µReazione , l’intensità della corrente chimica I Reazione . Un altro caso interessante, in questo contesto, è quello del dispositivo chiamato fizz keeper. Tale apparecchio viene applicato sulle bottiglie di bevande gassate per rallentarne la perdita di CO2. A tale scopo l’apparecchietto permette di chiudere la bottiglia e di pompare dell’aria al suo interno. Questo dispositivo, nel contesto sopra esplicitato, agisce a livello di RReazione (Howald, Reed, The PL – xii -2006 Pagina 4 di 5 Fizz Keeper, a Case Study in Chemical Education, Equilibrium, and Kinetics, Journal of Chemical Education, 1999, 76, 208). Questo tipo di descrizione è del tutto generale e può essere esteso a qualsiasi tipo di trasformazione di specie chimiche. Si noti anche che la descrizione di fenomeni che coinvolgono trasformazione di sostanze in termini di spinte, correnti e resistenze permette numerose analogie a livello sia strutturale che concettuale con numerosi altri ambiti delle scienze naturali (vedi ad esempio: M. D'Anna, U. K., P. Lubini, S. Sciarini, Il potenziale chimico: potenzialità didattiche di una grandezza poco conosciuta ma di grande utilità. La Chimica nella Scuola 2006, XXVIII, (1), 1219). PL – xii -2006 Pagina 5 di 5