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nella Chiesa e nel mondo ANNO XXX N.1/2 - 2012 - € 5 www.30giorni.it MENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA. In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539 IL VESCOVO E L’ELEMOSINA DELLA PREGHIERA Testimonianza del cardinale Roger Etchegaray Diretto da Giulio Andreotti CONCISTORO Possiamo attendere con fiducia la grazia di Dio Intervista con il neocardinale John Tong Hon, vescovo di Hong Kong N. 1/2 ANNO Sommario 2012 anno XXX In copertina: il vescovo di Hong Kong, John Tong Hon, riceve la berretta cardinalizia da papa Benedetto XVI nell’ultimo concistoro, il 18 febbraio 2012 «Gesù ci darà la forza. Non voi, ma Lui in voi» L’omelia del cardinale Jorge Mario Bergoglio nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, a Roma, il 18 febbraio EDITORIALE L’incontro come Grazia — Un brano di don Luigi Giussani 4 COPERTINA pag. 89 CINA Gratitudine, pazienza, attesa. Tre parole per la Chiesa in Cina 3OGIORNI nella Chiesa e nel mondo intervista con il cardinale John Tong Hon — di G. Valente 46 Chi è il nuovo cardinale cinese 51 — di G. Valente Direttore Giulio Andreotti IN QUESTO NUMERO DIREZIONE E REDAZIONE Via Vincenzo Manzini, 45 00173 Roma - Italia Tel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95 Internet:www.30giorni.it E-mail: [email protected] Vicedirettori Roberto Rotondo - [email protected] Giovanni Cubeddu - [email protected] Redazione Alessandra Francioni - [email protected] Davide Malacaria - [email protected] Paolo Mattei - [email protected] Massimo Quattrucci - [email protected] Gianni Valente - [email protected] Grafica Marco Pigliapoco - [email protected] Vincenzo Scicolone - [email protected] Marco Viola - [email protected] Ricerca iconografica Paolo Galosi - [email protected] Collaboratori Pierluca Azzaro, Françoise-Marie Babinet, Pina Baglioni, Marie-Ange Beaugrand, Maurizio Benzi, Lorenzo Bianchi, Lorenzo Biondi, Massimo Borghesi, Lucio Brunelli, Rodolfo Caporale, Lorenzo Cappelletti, Gianni Cardinale, Stefania Falasca, Giuseppe Frangi, Silvia Kritzenberger, Walter Montini, Jane Nogara, Stefano M. Paci, Felix Palacios, Tommaso Ricci, Giovanni Ricciardi Ha inoltre collaborato a questo numero: il cardinale Roger Etchegaray Segreteria [email protected] Ufficio legale Davide Ramazzotti - [email protected] 3OGIORNI nella Chiesa e nel mondo è una pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Roma in data 11/11/93, n. 501. La testata beneficia di contributi statali diretti di cui legge 7 agosto 1990, n. 250 Società editrice Trenta Giorni soc. coop. a r. l. Sede legale: Via V. Manzini, 45 - 00173 Roma Consiglio di amministrazione Giampaolo Frezza (presidente) Massimo Quattrucci (vice presidente) Giovanni Cubeddu, Paolo Mattei, Roberto Rotondo, Michele Sancioni, Gianni Valente CHIESA Direttore responsabile Roberto Rotondo intervista con il cardinale Prosper Grech — di P. Mattei Stampa Arti Grafiche La Moderna Via di Tor Cervara, 171 - Roma Distribuzione in libreria Messaggero distribuzione srl Padova tel. 0498930922 Milano tel. 027490679 Roma tel. 0666166173 UFFICIO ABBONAMENTI E DIFFUSIONE Via V. Manzini, 45 - 00173 Roma Tel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95 E-mail: [email protected] Dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 18,00 e-mail: [email protected] Abbonamenti Italia € 45; Europa € 60; Africa e Brasile € 25; resto del mondo € 70. Una copia € 5; una copia con libro € 6. Arretrati il doppio del prezzo di copertina Versamenti • C/C postale n. 13974043 intestato a: Cooperativa Trenta Giorni Via V. 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Non voi, ma Lui in voi» — del cardinale Jorge Mario Bergoglio 89 «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» (Lc 18, 8) 94 — di don Giacomo Tantardini Finito di stampare nel mese di marzo 2012 RUBRICHE CREDITI FOTOGRAFICI: Paolo Galosi: Copertina; Bruno Brunelli: pp.4,26; Getty images: pp.16-17,49,51; Corbis: pp.17,23,28,87; Archivio ETS: pp.20,21,32,34,37; Lessing/Contrasto: p.31; Associated Press/LaPresse: pp.46,71,87; Per gentile concessione di padre Fernando Domingues, rettore del Pontificio Collegio Urbano De Propaganda Fide: p.48; Reuters/Contrasto: p.50; Per gentile concessione del cardinale Prosper Grech: pp.54-59; Osservatore Romano: pp.62-63,65,66,68,70,71; Romano Siciliani: pp.63,65,66,69,70,71; Flavio Ianniello/Agenzia Aldo Liverani S A S: p.67; Per gentile concessione del cardinale Roger Etchegaray: pp.80,81,83,84,85,86; Massimo Quattrucci: pp.91,92; Stiftung Pro Kloster St. Johann in Müstair: p.95. LETTERE DA TUTTO IL MONDO 16 LETTURA SPIRITUALE 24 30GIORNI IN BREVE 74 3OGIORNI - 1/2 - 2012 3 Editoriale Come editoriale di questo numero pubblichiamo un brano di don Luigi Giussani. Il brano è tratto da Appunti di metodo cristiano, libro edito a Milano da Gioventù studentesca nel settembre 1964, con il nihil obstat di monsignor Carlo Figini e l’imprimatur della Curia ambrosiana, e dedicato a Paolo VI con queste parole: «Al Papa dell’Ecclesiam Suam come espressione del meditato e fedele tentativo dei suoi studenti di Milano» Giulio Andreotti L’incontro come Grazia 4 3OGIORNI - 1/2 - 2012 In queste pagine, alcuni affreschi della Basilica di Sant’Angelo in Formis, Capua (Caserta); sotto, Gesù e Zaccheo «Che cosa è l’uomo mortale, perché Tu ti ricordi di lui, il figlio di Adamo, perché Tu te ne prenda cura?» (Sal 8, 5). «Mosè disse a Dio: Ma chi sono io?» (Es 3, 11). «E io dissi: Ah, Signore Jahvè, vedi non sono neppure capace di parlare; io non sono che un ragazzo!» (Ger 1, 6). «Signore..., io non sono degno che tu entri in casa mia...» (Lc 7, 6). È la coscienza della gratuità assoluta degli interventi di Dio nella storia ch’è il valore più puro e obiettivo della vita cristiana. Perché non esiste verità più grande e dolce ed esaltante: gli incontri, che Egli ha creati per far parte del Suo regno gli uomini – noi! – sono dono altamente puro, che la nostra natura non avrebbe neanche potuto immaginare, prevedere: dono puro al di sopra di ogni capacità della nostra vita, «Grazia». Gesù Cristo nel suo Corpo Mistico riassume tutto questo regno della «Grazia», della soprannaturale bontà della potenza di Dio. Come fu Grazia per gli ebrei di duemila anni fa l’esistenza fra loro di Gesù di Nazareth e l’incontrarLo per la strada, è la stessa Grazia per gli uomini di oggi l’esistenza della Chiesa nel mondo e l’incontrarLa nella loro società. 3OGIORNI - 1/2 - 2012 5 Editoriale E non solo il fatto dell’incontro, ma anche la capacità di intenderne il richiamo è dono di Grazia: «... Tu sei beato, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’han rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli» (Mt 16,17). «... In quel tempo disse Gesù: “Io ti rendo lode o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data dal Padre mio, e nessuno conosce perfettamente il Figlio tranne il Padre; e nessuno conosce perfettamente il Padre tranne il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo...”» (Mt 11, 25-27). «... Egli rispose loro: Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli: a essi invece non è dato...» (Mt 13, 11). E la stessa capacità di verificare questo richiamo, di riconoscere il valore è dono di Grazia. «... E io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga in eterno con voi, lo Spirito cioè di verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede né lo conosce; ma voi lo conoscerete, perché dimorerà in voi e sarà in voi...» (Gv 14, 16-17). «... Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà in mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi suggerirà tutto ciò che io vi ho detto...» (Gv 14, 26). «... Io ho manifestato il Tuo nome agli uomini che mi hai dato nel mondo; erano tuoi e Tu me li hai dati ed essi hanno conservata la Tua parola. Ora riconoscono che tutto quanto Tu mi hai dato viene da Te...» (Gv 17, 6-7). «... Lo Spirito stesso attesta allo spirito nostro che siamo figli di Dio» (Rm 8, 16). 6 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Gesù e la samaritana 3OGIORNI - 1/2 - 2012 7 Editoriale Gesù e l’adultera 8 3OGIORNI - 1/2 - 2012 E la capacità di aderire e di realizzare la proposta cristiana è dono di Grazia: «... Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto Egli lo recide e ogni tralcio che porta frutto lo rimonda, perché ne produca anche più. Voi siete già mondati dalla parola che vi ho annunziata. Restate in me e io resterò in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé medesimo, se non rimane nella vite, così neppure voi se non rimanete in me. Io sono la vite, e voi i tralci. Colui che rimane in me e io in lui porta abbondanti frutti, perché, senza di me, non potete far nulla» (Gv 15, 1-5). «... Così parlò Gesù. Poi elevati gli occhi al cielo disse: “Padre, l’ora è venuta: glorifica il Tuo figliolo affinché il Tuo figliolo glorifichi Te; come Tu gli hai dato ogni potere sopra ogni carne, affinché dia la vita eterna a tutti coloro che Tu gli hai dato. E la vita eterna è questa, che conoscano Te solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”» (Gv 17, 1-3). «... Io ho fatto loro conoscere il Tuo nome e lo farò conoscere affinché l’amore con cui mi hai amato sia in essi e io in loro» (Gv 17, 26). Perché la mente e il cuore dell’uomo non sono mai adeguati ai passi che Dio fa verso di lui: la stessa soprannaturale bontà che fa assumere al mistero di Dio «forma di servo e figura d’uomo» (san Paolo) in Cristo e nella Chiesa, proporziona anche lo spirito e la sensibilità dell’uomo a queste meraviglie, altrimenti esse rimarrebbero come luce per un cieco o parole per un sordo, come per i nostri orecchi gli ultrasuoni, che sono come il silenzio. Anche l’incontro, dunque, con quel brano di Chiesa che è la comunità cristiana dell’ambiente in cui ci si trova è «Grazia», è un dono della potenza di Dio. E occorre la Grazia anche per intendere il richiamo di coloro che ne fanno parte e di chi guida, e per impegnarsi a verificare questo loro richiamo e per aderire ed essere fedeli alla loro proposta. 3OGIORNI - 1/2 - 2012 9 Editoriale A questo punto possiamo capire quale sia l’espressione di una vera disponibilità e impegno di fronte al richiamo cristiano: è l’atteggiamento di domanda, di preghiera. La norma dell’incontro cristiano rende immediatamente consapevole l’uomo sincero della sproporzione fra le sue forze e i termini stessi della proposta, consapevole della eccezionalità del problema posto da un simile messaggio. Il senso della propria originale dipendenza, che è l’aspetto più elementare della religiosità naturale, dispone perciò l’animo semplice a riconoscere che tutta l’iniziativa può essere del mistero di Dio, e l’atteggiamento ultimo da assumere è quello umile di chi chiede di vedere, di capire, e di aderire. È talmente fondamentale questo atteggiamento di preghiera che esso è proprio tanto ai credenti che a chi ancora non crede, tanto a Pietro che esclama: «Credo, Signore, ma aumenta la mia fede», quanto all’Innominato che grida: «Dio, se ci sei, rivelati a me». Una disponibilità e un impegno col fatto cristiano che non si traducano in domanda, in «preghiera», non sono sufficientemente veri perché non badano con intelligente lealtà a ciò che significa la proposta che si è chiamati a verificare: «Viene l’ora che chiunque vi uccide crederà di rendere culto a Dio. E faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me» (Gv 16, 2-3). L’ultima cena 10 3OGIORNI - 1/2 - 2012 3OGIORNI - 1/2 - 2012 11 Editoriale 12 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Questo della domanda e della preghiera è il punto in cui la coscienza dell’uomo inizia la sua partecipazione al mistero di Colui che lo crea. E il nostro spirito sente quindi le vertigini di questo Mistero che tutto, assolutamente tutto fa, quando riflette che anche questa iniziale attività di domanda e di preghiera è resa possibile solo da un dono del Creatore: «Nessuno può dire: Signore Gesù, se non nello Spirito Santo» (1Cor 12, 3). «Lo Spirito Santo sostiene la nostra debolezza perché noi non sappiamo né cosa si ha da chiedere nella preghiera, né come convenga chiederlo; ma lo Spirito in persona intercede per noi con gemiti inesprimibili» (Rm 8, 26). La liturgia della Chiesa ci educa a guardare questa iniziativa ineffabilmente profonda di Dio su di noi quando ci fa dire: «I nostri voti, Signore, che tu prevenendoci ci ispiri, degnati poi di accompagnarli con il tuo aiuto». Anche l’incontro e l’impegno con la più umile comunità cristiana d’ambiente, fatta da solita gente, non si liberano da una impurità che altera giudizi e rapporti, se non sono accolti in quella disponibilità umile e attiva – vigile – del cuore, che è genuino, anche se embrionale, vago e confuso, impeto di preghiera. La lavanda dei piedi, particolare 3OGIORNI - 1/2 - 2012 13 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o CIAD SEMINARIO MAGGIORE SAINT LUC DI BAKARA 30Jours è uno strumento di formazione fondamentale N’Djamena, 23 ottobre 2011 Signor senatore, mi chiamo Benjamin Y. Bamani. Sono studente del terzo anno di Teologia nel seminario maggiore Saint Luc di Bakara, nei pressi della capitale del Ciad, N’Djamena. Ho scoperto la sua bella rivista 30Jours quando sono entrato per l’anno di Propedeutica nel seminario maggiore Saint Mbaga Tuzindé di Sarh (una città del Ciad meridionale) grazie all’arcivescovo emerito di N’Djamena, monsignor Charles Vandame, che è stato mio direttore spirituale durante tutti gli anni di studio di Filosofia. Apprezzo molto la rivista, che leggo sempre con grande piacere. Infatti, non solo ha un formato molto elegante che ne rende piacevole la lettura, ma ha anche un contenuto importante di grande ricchezza e varietà dei temi trattati. Per me, è diventata uno strumento di formazione direi fondamentale, nella misura in cui mi aiuta a essere aperto alla Chiesa e al mondo, a comprendere gli avvenimenti della Chiesa al di fuori dell’Africa, in particolare in Medio Oriente e in Cina, e a conoscere più da vicino personalità che fanno la vita di questa Chiesa. Da quando ho scoperto la rivista, non ho più voluto farne a meno. Così, entrato in Teologia, ho continuato a chiedere i vari numeri a monsignor Vandame che, d’altronde, me li passava molto volentieri. Ma adesso oltre settecento chilometri ci separano (lui, infatti, è formatore nel seminario maggiore di Sarh e io sono nel teologato di N’Djamena) e le difficoltà di comunicazione sono tali che la rivista mi arriva solo dopo qualche mese. Per questo motivo, seguendo anche il consiglio di monsignor Vandame, mi permetto di scriverle, per chiederle di inserirmi nella lista dei benefi16 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Foto aerea del monte Tabor, in Israele, con la chiesa della Trasfigurazione ciari dell’abbonamento gratuito, non avendo la possibilità economica di acquistarla. Nel caso non fosse possibile, le sarò grato per aver partecipato alla mia formazione sacerdotale attraverso la rivista. Con i miei migliori auguri per il nuovo anno, le porgo, signor senatore, l’espressione dei miei cordiali saluti. Benjamin Y. Bamani o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • COSTA D’AVORIO ARCIDIOCESI DI GAGNOA Le mie preghiere perché 30Jours viva Gagnoa, 27 ottobre 2011 Signor direttore, ho appena ricevuto il materiale sollecitato con la mia lettera del 24 agosto 2011. Le esprimo la mia profonda gratitudine e quella di tutto il clero dell’arcidiocesi di Gagnoa. Veduta del monte Tabor Ringraziandola per la sua generosità, le assicuro, signor direttore, le mie preghiere perché 30Jours viva. Possa il Signore continuare a ispirarla per il bene della Chiesa. monsignor Joseph Aké, arcivescovo di Gagnoa 3OGIORNI - 1/2 - 2012 17 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o CUBA SANTUARIO VIRGEN DE LA CARIDAD DEL COBRE La visita a Cuba del nostro caro papa Benedetto XVI Santa Clara, 17 novembre 2011 Stimato signor Andreotti, mi rivolgo a lei con profonda umiltà e rispetto. Sono un cubano che confida con tutto il cuore in nostro Signore Gesù Cristo ed è a partire dalla fede e dalla carità che la imploro in ginocchio, e non me ne vergogno, di inviarmi, se le è possibile, un libretto Quien reza se salva e, se non è chiedere troppo, un cd di canti gregoriani di cui ho avuto l’opportunità di ascoltare solo alcuni brani, e una volta soltanto, attraverso Radio católica mundial. Penso sia una musica che ci unisce e ci prepara con maggiore disponibilità interiore a pregare. Le dico tutto questo perché faccio parte di un piccolo gruppo di persone della chiesa del Buen Viaje, santuario diocesano dedicato alla Vergine Maria con il titolo della Virgen de la Caridad del Cobre. L’anno prossimo ci sarà il giubileo per il ritrovamento della Sua immagine avvenuto quattrocento anni fa, e anche l’annunciata visita del nostro caro papa Benedetto XVI. Dio permetta tutto questo perché il popolo di Cuba ne ha molto bisogno e ancor più la nostra santa madre Chiesa. Siccome il santuario è unito al vescovado, ho avuto per caso l’opportunità di vedere nel numero 6 del 2011 i riferimenti al libretto e al cd di musica gregoriana nelle numerose lettere di ringraziamento che ha ricevuto da diverse parti del mondo. Se potesse esaudire la mia umile richiesta, userei lo stesso metodo che ho seguito già altre volte, ad esempio quando ho ricevuto dal monastero di Santa Rita da Cascia un prezioso rosario e, come ringraziamento, ho inviato loro un dollaro. In seguito, mi hanno risposto ringraziandomi per quello che avevo dato. ¬ 18 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Panoramica del lago di Tiberiade, in Galilea o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • 3OGIORNI - 1/2 - 2012 19 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o Non voglio disturbarla oltre. Le offro le mie preghiere. Se vi sarà possibile inviarmi quanto chiedo, le manderò una piccola somma. Se non sarà possibile, non importa. Restiamo uniti in Cristo Gesù. Dio la aiuti sempre e l’accompagni in questo lavoro così bello, e accompagni sempre i suoi collaboratori. Nella pace di Gesù e Maria, Gerardo Paz Vergara CROAZIA CLARISSE DEL MONASTERO DI SVETE KLARE Affidiamo le vostre intenzioni al cuore di Dio, soprattutto per don Giacomo Tantardini Požega, 30 novembre 2011 Gentile signor Giulio Andreotti, siamo le clarisse di una piccola comunità di Požega, in Croazia, e le scriviamo ancora una volta per esprimere la nostra gratitudine per quanto lei fa per la Chiesa e per le monache di clausura grazie alla rivista 30Days. La ringraziamo moltissimo per non aver mai smesso di inviarci la vostra stupenda rivista! Grazie alla vostra bontà siamo messe al corrente degli avvenimenti più importanti della Chiesa e in tal modo possiamo sentirci davvero unite a tutto il mondo e pregare con più fervore. Affidiamo le vostre intenzioni al cuore di Dio, soprattutto per don Giacomo Tantardini. In questo anno giubilare di santa Chiara, chiediamo con le nostre preghiere benedizioni abbondanti per lei e per i suoi collaboratori. Le auguriamo un santo Natale! Grate, le vostre clarisse 20 3OGIORNI - 1/2 - 2012 STATI UNITI CARMELITANE DEL MONASTERO DI CRISTO REY Tutto ci è utile perché lo portiamo nella preghiera a Gesù Sacramento San Francisco, California, 30 novembre 2011 Sia lodato Gesù Cristo! Stimato signor direttore, solo poche righe per salutarla e ringraziarla profondamente per l’invio al nostro monastero della rivista 30Giorni in inglese e, ultimamente, anche in spagnolo. Dio la ricompensi! o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • litana scalza in questo monastero di Cristo Re, anniversario che ho celebrato il 15 ottobre di quest’anno, solennità della nostra santa madre Teresa di Gesù. Allego un’immaginetta ricordo di questo giorno. Assicurandole il nostro ricordo davanti al tabernacolo, la saluto affidandola ai Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe. la priora, madre Rosa María del Carmelo, ocd MADAGASCAR MISSIONARI TRINITARI Cento copie del piccolo libro Qui prie sauve son âme per catechisti e seminaristi Tsiroanomandidy, 1° dicembre 2011 Carissimo senatore, tanti saluti da Tsiroanomandidy. Sono un missionario trinitario spagnolo e... italiano. Infatti ho vissuto anche diciotto anni in Italia. Prima, per sei anni, come studente alla Gregoriana, dal 1960 al 1966 (in quegli anni si svolse, dal ’62 al ’65, il Concilio Vaticano II). Lago di Tiberiade Poi, di nuovo a Roma, dal 1995 al 2007, come superiore generale dei Trinitari. Finalmente, sono ritornato alla missione di Tsiroanomandidy, qui in MadaIn tal modo, tutte noi ne possiamo trarre profitto gascar, dove avevo già lavorato per venti anni. Sono un suo ammiratore per tutto quello che lei ha perché alcune sanno meglio l’inglese, altre lo spagnolo. Allo stesso tempo desidero complimentarmi con lei e fatto e fa a beneficio della Chiesa e dei valori cristiani. Vorrei ringraziarla per l’invio della rivista 30Giorni. con tutti i suoi collaboratori per la pubblicazione di quePoi, se possibile, vorrei chiedere cento copie del sta rivista così cattolica che ci informa degli eventi più importanti del mondo. Tutto ci è utile perché lo portia- piccolo libro Qui prie sauve son âme: quaranta per i mo nella preghiera a Gesù Sacramento affinché Lui, al catechisti e sessanta per i seminaristi. Credo che sarà molto utile per loro. quale «ogni potere è stato dato in cielo e in terra», venga Approfitto di questa letterina per augurarle lunghi in aiuto con la sua misericordia a tante necessità della anni di vita e un buon Natale. Chiesa e dell’umanità. Unito con voi nella preghiera per la Spagna e l’ItaAggiungo i nostri auguri di Natale per lei, la sua famiglia e i suoi collaboratori. E siccome lei è un’anima di pre- lia, che ne hanno bisogno, ghiera, le chiedo di aiutarmi a rendere grazie a Dio per i miei cinquant’anni di professione religiosa come carmepadre José Hernandez, osst 3OGIORNI - 1/2 - 2012 21 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o BRASILE ARCIDIOCESI DI CASCAVEL 30Giorni mi aiuterà nel mio compito di formatore Cascavel, Paraná, 1° dicembre 2011 MOZAMBICO MISSIONARI DELLA CONSOLATA 30Dias: amore per la Chiesa e per il Papa Cuamba,1° dicembre 2011 Ho accettato di assumere il compito di padre spirituale in un seminario interdiocesano nel sud del Brasile. Anni fa mi arrivava la vostra rivista che mi aggiornava sulla Chiesa. Accettando questo lavoro, mi permetto umilmente di chiedervi se fosse possibile ottenere di nuovo, come missionario, la preziosa rivista 30Giorni che mi aiuterà nel mio compito di formatore. Sperando, prego per voi. Grazie mille, Signor senatore Andreotti, mi permetto di dirle che sarebbe una gioia poter beneficiare dell’offerta gratuita della rivista 30Dias in portoghese, che qui è la lingua ufficiale; così potrei darla da leggere anche ad altre persone. Siamo una comunità di quattro missionari della Consolata in questa missione di Cuamba-Mitucué, nella vasta diocesi di Lichinga (centotrentamila chilometri quadrati). Distiamo duemila chilometri dalla capitale Maputo e settecento chilometri dal mare. Assistiamo centosessantacinque comunità, aiutati dagli animatori. In altri Paesi in cui ho lavorato, inviato dai superiori, ho familiarizzato con l’edizione italiana di 30Giorni, una delle migliori riviste che ho letto. Signor senatore Andreotti, da molti anni seguo la sua brillante carriera politica e oggi non desidero offendere la sua modestia, ma lasci che le dica che c’è tanta gente felice di vederla e di leggerla e che lei “sia con noi” nella rivista, vivo, entusiasta, pieno di esperienza, comunicativo, con una gioventù “che non tramonta mai”. 30Dias è una rivista aggiornata, brillante, di elevata qualità estetica, che punta all’essenziale, con articoli scelti bene, idee chiare, lettura scorrevole e piacevole, amore per la Chiesa, per il Papa, memorie preziose. Una rivista di valori… Voglia accettare la mia stima con i migliori auguri di un santo Natale! Con grande riconoscenza, suo, Gentile signor Andreotti e collaboratori, la pace e la grazia di Gesù Bambino siano con voi! Vi mandiamo il nostro sentito e caloroso grazie per l’invio della rivista 30Days. È un tesoro spirituale. Vi siamo grate per gli stimoli e le informazioni che ne riceviamo. La madre badessa e la comunità si uniscono nell’augurarvi un santo e felice Natale. Sarete ricordati in modo particolare la notte di Natale, quando veglieremo davanti al Santissimo Sacramento. Siate certi delle nostre preghiere per una riuscita sempre maggiore del vostro servizio per la diffusione della buona novella del Vangelo in tutti gli angoli della terra. Nel festeggiare il Natale del nostro Signore, Re della Pace, Dio vi benedica con abbondanza di gioie sempre più numerose per i mesi a seguire. Possiate aver sempre Lui vicino a custodirvi con il suo affettuoso amore e a guidarvi per l’intero anno. Buon Natale e un santo anno nuovo. Con l’assicurazione delle nostre preghiere, padre José Salgueiro da Costa suor Jeanne Marie e comunità padre G. Luiz Morgano SRI LANKA MONASTERO DELLE CLARISSE COLETTINE 30Days è un tesoro spirituale Ragama, 3 dicembre 2011 continua a p. 28 22 3OGIORNI - 1/2 - 2012 o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • Il villaggio di Sabastiya, in Samaria 3OGIORNI - 1/2 - 2012 23 Lettura spirituale • Lettura spirituale • Lettu Lettura spirituale/45 Incontro come Grazia Introduzione ubblichiamo il capitolo I e i canoni 1 e 5 del decreto sulla giustificazione del Concilio di Trento Cum hoc tempore, che si compone complessivamente di 16 capitoli dottrinali e di 33 canoni. La sua stesura era iniziata nel giugno 1546, durante la prima fase di quel Concilio iniziato nel dicembre precedente, e aveva dovuto scontare, oltre alla difficoltà intrinseca di formulare un testo adeguato su una materia controversa in seguito alle obiezioni dei Riformatori, anche il difficilissimo momento che attraversavano i rapporti in Germania fra i Riformati e l’imperatore Carlo V e, all’interno dello stesso campo cattolico, i rapporti fra l’imperatore e il papa Paolo III. Superate almeno temporaneamente entrambe le difficoltà, il testo fu approvato nella sessione solenne del 13 gennaio 1547 e, una volta terminato il Concilio di Trento, promulgato da papa Pio IV il 26 gennaio 1564 insieme a tutti gli altri decreti conciliari. P 24 3OGIORNI - 1/2 - 2012 ura spirituale • Lettura spirituale • Lettura spirituale • Lettura La storia non solo ci informa riguardo a questo iter, ma anche sul fatto che si volle a tutti i costi affrettare l’approvazione del decreto nel gennaio 1547 perché esso potesse giungere in tempo per le imminenti predicazioni quaresimali. A beneficio delle anime, in altre parole. Si temeva infatti il «danno che ne fussero per patire l’anime de molti» (citato in H. Jedin, Storia del Concilio di Trento, vol. II, p. 358 nota 10), se fosse stata ritardata l’approvazione. A commento (altro non voleva e non vuole essere, in effetti) ripubblichiamo come editoriale di questo numero di 30Giorni quello che nel 1964 scriveva don Giussa- ni, con parole semplici e piane tratte dalla Sacra Scrittura e dalla vita. L’incontro, «gli incontri che Egli ha creati per far parte del Suo regno gli uomini sono dono puro al di sopra di ogni capacità della nostra vita, Grazia […]. Ma anche la capacità di intenderne il richiamo è dono di Grazia […]. E la stessa capacità di verificare questo richiamo, di riconoscere il valore è dono di Grazia […]. E la capacità di aderire e di realizzare la proposta cristiana è dono di Grazia». Grazia di fronte alla quale non si può stare che in «atteggiamento di domanda, di preghiera […] anche questa resa possibile solo da un dono del Creatore». Gesù risorto e gli apostoli sul lago di Tiberiade, affresco della Basilica di Sant’Angelo in Formis, Capua (Caserta) Lettura spirituale • Lettura spirituale • Lettu L’Incredulità di Tommaso, affresco della Basilica di Sant’Angelo in Formis, Capua (Caserta) Decreto del Concilio di Trento De Iustificatione De naturae et legis ad iustificandos homines imbecillitate Cap. I Primum declarat sancta Synodus, ad iustificationis doctrinam probe et sincere intellegendam oportere, ut unusquisque agnoscat et fateatur, quod, cum omnes homines in praevaricatione Adae innocentiam perdidissent (cfr. Rm 5, 12; 1Cor 15, 22), «facti immundi» (Is 64, 5) et (ut Apostolus inquit) «natura filii irae» (Ef 2, 3), quemadmodum in decreto de peccato originali exposuit, usque adeo servi erant peccati (cfr. Rm 6, 20) et sub potestate diaboli ac mortis, ut non modo gentes per vim naturae (can. 1), sed ne Iudaei quidem per ipsam etiam litteram Legis Moysi inde liberari aut surgere possent, tametsi in eis liberum arbitrium minime exstinctum (can. 5) esset, viribus licet attenuatum et inclinatum (Denzinger 1521). Can. 1 «Si quis dixerit, hominem suis operibus, quae vel per humanae naturae vires, vel per Legis doctrinam fiant, absque divina per Christum Iesum gratia posse iustificari coram Deo: anathema sit» (Denzinger 1551). Can. 5 «Si quis liberum hominis arbitrium post Adae peccatum amissum et exstinctum esse dixerit, aut rem esse de solo titulo, immo titulum sine re, figmentum denique a satana invectum in Ecclesiam: anathema sit» (Denzinger 1555). 26 3OGIORNI - 1/2 - 2012 ura spirituale • Lettura spirituale • Lettura spirituale • Lettura Decreto del Concilio di Trento sulla giustificazione L’impotenza della natura e della legge a giustificare gli uomini Cap. I Prima di tutto il santo Concilio dichiara che, per comprendere perfettamente e con esattezza la dottrina della giustificazione, è necessario che ciascuno riconosca e professi che, avendo tutti gli uomini perduta l’innocenza per la trasgressione di Adamo (Rm 5, 12; 1Cor 15, 22), «divenuti immondi» (Is 64, 5) e (come dice l’Apostolo) «per natura figli dell’ira» (Ef 2, 3), come è esposto nel decreto sul peccato originale, erano a tal punto servi del peccato (cfr. Rm 6, 20) e sotto il potere del diavolo e della morte, che non solo i Gentili con le forze della natura, ma neppure i Giudei con l’osservanza letterale della Legge di Mosè potevano esserne liberati e risollevarsi, sebbene negli uomini il libero arbitrio non fosse affatto estinto, ma solo attenuato e deviato. Can. 1 Se qualcuno afferma che l’uomo può essere giustificato davanti a Dio per le sue opere, compiute con le forze della natura umana o grazie all’insegnamento della Legge, senza la grazia divina che gli viene data per mezzo di Gesù Cristo: sia anatema. Can. 5 Se qualcuno afferma che il libero arbitrio dell’uomo dopo il peccato di Adamo è perduto ed estinto; o che esso è questione solo di nome, anzi, nome senza contenuto, e perfino inganno introdotto nella Chiesa da satana: sia anatema. 3OGIORNI - 1/2 - 2012 27 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o segue da p. 23 REPUBBLICA CENTRAFRICANA MISSIONARI COMBONIANI Attendiamo e leggiamo sempre con interesse 30Giorni Bangui, 3 dicembre 2011 Carissimo senatore Andreotti, ricevo 30Giorni all’avvicinarsi del santo Natale mentre sto inviando gli auguri ad amici e benefattori. Tra costo- ro c’è anche lei con i suoi collaboratori di 30Giorni. È davvero con sincera gratitudine che io e i miei confratelli, che attendiamo e leggiamo sempre con interesse la sua rivista, le inviamo i nostri auguri di ringraziamento. Grazie, signor senatore: Gesù le porti nel nuovo anno tanti doni di vita e di pace. Vorrei chiederle un grande favore. Potrebbe farci dono di cinquanta piccoli libri Qui prie sauve son âme? Finora sono rimasto un missionario “d’ufficio” a Bangui, ma con il prossimo anno, a 75 anni, ritornerò a fare il missionario nei villaggi di Boganagone e vorrei impegnarmi molto nella formazione dei catechisti, che ormai da parecchi mesi sono senza sacerdote. Sarebbe veramente un bel regalo e un bell’aiuto se potessi dare loro questo libretto. I villaggi sono ventiquattro, ma facciamo venire anche un aiuto catechista. Grazie e auguri di ogni bene. padre Gianantonio Berti, mccj Scorcio del villaggio di Betania, in Giudea 28 3OGIORNI - 1/2 - 2012 o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • ROMANIA BENEDETTINE DEL MONASTERO MATER UNITATIS Vogliamo ringraziarvi di cuore per la rivista che arriva puntualmente e che ci è tanto gradita Piatra Neamt, 3 dicembre 2011 Stimatissima redazione della rivista 30Giorni, siamo le monache benedettine romene del monastero Mater Unitatis di Piatra Neamt. Vogliamo ringraziarvi di cuore per la rivista che arriva puntualmente e che ci è tanto gradita. Essa ci tiene in contatto con il mondo ecclesiale e con le altre realtà del nostro tempo. È un aiuto reale e concreto nella nostra vita claustrale perché ci offre tanti motivi di rinnovare il nostro impegno di preghiera per tutti i fratelli che lottano nel mondo o soffrono per varie cause e motivi. È questo il nostro apostolato e il nostro modo di stare dentro il mondo anche se non siamo del mondo, come dice Gesù. Con i nostri migliori auguri di buon proseguimento di Avvento e di buone feste natalizie, vi affidiamo al Signore nelle nostre preghiere e Gli chiediamo di benedire il vostro lavoro. le benedettine di Piatra Neamt GABON SUORE DI GESÙ BUON PASTORE I giovani della scuola cattolica Sainte-Marie a Libreville, Gabon mento di arricchimento per me, e anche per tutti quelli della scuola: infatti faccio delle fotocopie e le do ai professori e ad alcuni alunni. La rivista nutre la nostra fede come fanno tanti semi in un giardino. Grazie per questo vostro dono. Grazie ad esso siamo uniti alla Chiesa universale e sappiamo come nutrire la nostra fede con articoli veramente profondi, alcuni dei quali ci fanno riscoprire la vita dei pastori della Chiesa, come quello su san Carlo Borromeo. Che ricchezza! Grazie infinite! Auguriamo fin d’ora buone feste di Natale, 30Jours nutre la nostra fede suor Sonia, sibp Libreville, 4 dicembre 2011 Libreville, 5 dicembre 2011 Signor direttore di 30Jours, sono suor Sonia, della congregazione delle Suore di Gesù Buon Pastore, presente a Libreville per la missione pastorale. Sono brasiliana e lavoro nella scuola cattolica di Sainte-Marie. Per questo vi chiedo umilmente di inviarci questa preziosa rivista. Come non ringraziarvi? Sarebbe un peccato grave. Ho ricevuto mercoledì scorso il numero 7/8 del 2011. È un mo- Grazie mille per la vostra infinita pazienza nel mandarci i libri di preghiera: qui li distribuisco agli alunni della scuola Sainte-Marie, una scuola cattolica di Libreville, come facevo con i catechisti di Lastourville. Tutto il materiale per l’evangelizzazione è nelle mani del popolo di Dio per pregare ed essere più impegnati davanti al Signore. Grazie infinite, suor Sonia, sibp 3OGIORNI - 1/2 - 2012 29 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o COLOMBIA CLARISSE DEL MONASTERO DI SANTA CLARA Affidiamo alle vostre preghiere le nuove vocazioni del nostro monastero Jericó, 5 dicembre 2011 «In Cristo, posto in una mangiatoia, troviamo la pienezza della gioia». Stimato direttore, riceva un fraterno saluto di Natale e il nostro sentito ringraziamento a lei e a quanti fanno sì che la rivista 30Días porti il suo messaggio nel mondo. Con grande interesse leggiamo tutte le informazioni e i profondi insegnamenti che ci offre quel che è contenuto nella rivista. È meraviglioso poter avere accesso a tutti i temi che essa propone, è una cosa che ci arricchi- sce spiritualmente e ci fa sentire più impegnate nella nostra missione attraverso la preghiera. Dio ricompensi abbondantemente lei e i benefattori che così generosamente ci offrono l’abbonamento, che riceviamo puntualmente con grande gioia. Le chiediamo il favore, se possibile, di inviarci dieci libretti Quien reza se salva. Le comunichiamo l’arrivo di nuove vocazioni nel nostro monastero e le affidiamo alle sue preghiere, perché siano molto fedeli nella risposta alla chiamata del Signore e Lui nel suo disegno d’amore conceda la grazia della perseveranza finale. La portiamo nella nostra preghiera e le auguriamo molti successi in questo Natale e una pioggia di benedizioni durante il prossimo 2012. Fraternamente, la badessa suor María Regina, osc, e comunità COSTA D’AVORIO ARCIDIOCESI DI GAGNOA Riconoscenza per il conforto che mi ha dato la meditazione «Le Fils ne peut rien faire de lui-même» Gagnoa, 7 dicembre 2011 La saluto, signor direttore di 30Jours dans l’Èglise et dans le monde. Ho ricevuto, dal nostro arcivescovo monsignor Joseph Aké, la meditazione di Pasqua di don Giacomo Tantardini, intitolata «Le Fils ne peut rien faire de lui-même». Dopo averla letta, mi sembra importante inviarle questa nota di riconoscenza per il conforto che questa meditazione mi ha dato. Ne ho tratto veramente una grande lezione d’umiltà. Pur essendo Dio, il Figlio non si attribuisce le opere che ha compiuto, ma le attribuisce al Padre. Così, possiamo dire a nostra volta: non facciamo niente da soli, tranne ciò che il Figlio compie in noi e attraverso di noi, per la nostra salvezza, almeno per quanto concerne le buone opere che siamo resi capaci di fare. Un altro punto interessante è che siamo felici perché siamo amati. Più si è amati e più si è felici. Ho capito che è l’amore di Dio per noi che ci rende capaci di compiere grandi opere per Lui. È una meditazione da leggere e rileggere. padre Alain K. Kouadio 30 3OGIORNI - 1/2 - 2012 o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • La chiesa di Sichem in Samaria; a destra, il pozzo della Samaritana, conservato nella cripta della chiesa CUBA Grazie San Cristóbal, 7 dicembre 2011 Stimato direttore, con la presente esprimo a lei e a tutta la redazione della sua prestigiosa rivista i miei auguri per questo Natale e per il nuovo anno. Desidero anche ringraziarla per la rivista che ricevo mensilmente e che costituisce l’unica relazione con il mondo in cui viviamo. Grazie. Rispettosamente, suo, Gustavo del Rosario Fernández Carrillo 3OGIORNI - 1/2 - 2012 31 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o pore di amore grande verso chi è nel bisogno. Vi ringrazio infinitamente e auguro a tutti voi un buon Natale e felice anno nuovo. Con riconoscenza, suor Margherita Ravelli ITALIA COREA DEL SUD SUORE SACRAMENTINE DOMENICANE DI PERON Ho ricevuto dalla Piccola Via l’importo di 1.500 euro per le ragazze orfane di Monkey Bay, in Malawi Un grazie fatto di preghiere Bergamo, 7 dicembre 2011 Gentile signor Andreotti, le auguriamo un buon Natale e un anno colmo di benedizioni. Grazie mille per l’invio della rivista 30Days. Ci è di grande aiuto sia per avere notizie sulla Chiesa e sul mondo intero, sia per la nostra vita spirituale. Carissimi amici della Piccola Via, vi faccio sapere che in data 5 dicembre 2011 ho ricevuto l’importo di euro 1.500 per le ragazze orfane di Monkey Bay, in Malawi. Questo vostro gesto ha sa- Seoul, 14 dicembre 2011 Sito archeologico a Sabastiya, in Samaria o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • Preghiamo per don Giacomo Tantardini, per il quale abbiamo celebrato anche l’Eucaristia. Gesù conceda a lui ciò che è bene per tutti. Vi ringraziamo in anticipo e cogliamo l’occasione per inviarvi i nostri cari auguri di serene feste natalizie in compagnia degli angeli che incontriamo quotidianamente sui nostri passi. madre Ildefonsa, osb, e consorelle VIET NAM CARMELITANE DEL MONASTERO DI CHÂU SÔN Portiamo nel silenzio le gioie e le sofferenze della Chiesa e del mondo intero Buôn Ma Thuôt, 15 dicembre 2011 È davvero poca cosa dirle “grazie” a parole, ma preghiamo per lei e per i suoi amici. Il Dio Bambino vi benedica tutti. le domenicane di Peron ITALIA BENEDETTINE DELL’ABBAZIA SAN GIOVANNI BATTISTA Preghiamo per don Giacomo Tantardini, per il quale abbiamo celebrato anche l’Eucaristia Signor direttore, caro fratello in Gesù Cristo, innanzitutto salutiamo lei e i suoi collaboratori. Vi auguriamo un buon Natale, santo e di pace, e un felice anno 2012. Siamo la piccola comunità del Carmelo di Châu Sôn di Buôn Ma Thuôt. Non potremmo abbonarci a una rivista di così alta qualità… ma lei ce la invia gratuitamente. Siamo molto colpite dalla sua generosità. La ringraziamo infinitamente perché pensa a noi contemplative che vogliamo portare nel silenzio l’amore, le gioie e le sofferenze della Chiesa e del mondo intero. Il Bambino Gesù la colmi di saggezza e di amore. Ringrazio vivamente a nome della piccola comunità, Roma, 15 dicembre 2011 suor Marie-Fatima, oc Gentilissimi, sono qui per chiedere di nuovo il piccolo libro di preghiere Chi prega si salva in inglese. I libri che ci avete spedito sono andati “a ruba”, nel senso che sono stati graditissimi, tanto che ne sono state richieste altre copie. Non vi chiediamo un numero ben preciso di copie, ma quelle che potrete inviare saranno ben accette. Queste copie le dovrò portare con me il 9 gennaio, quando partirò per il Kenya, dove la nostra fondazione va avanti anche se a rilento; comunque questa è un’opera nelle mani di Dio e della Regina degli Angeli cui abbiamo dedicato la nuova casa: con loro a capo, tutto andrà a gonfie vele. Noi lo crediamo! BRASILE MONASTERO BIZANTINO DEI FILHOS MISERICORDIOSOS DA CRUZ Preservando e condividendo con semplicità la spiritualità bizantina Votorantim, São Paulo,15 dicembre 2011 Stimato direttore, 30Dias è un dono di Dio per tutti noi e contribuisce alla formazione dei nostri religiosi e religiose. Il no- ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 33 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o stro istituto dei Figli misericordiosi della Croce si è costituito canonicamente come monastero eparchiale con la benedizione del nostro arcivescovo greco-melchita cattolico per tutto il Brasile, sua eccellenza Farès D. Maakaroun (membro della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile), e in comunione con il nostro Patriarcato greco-melchita cattolico a Damasco (Siria). Le due comunità monastiche (maschile e femminile) fioriscono di vocazioni, preservando e condivi- Gerico 34 3OGIORNI - 1/2 - 2012 dendo con semplicità la spiritualità bizantina di ampio respiro (Oriente-Occidente), ma con uno spirito missionario, essendo inserite nelle varie aree di missione. Il nostro carisma non è un’imposizione proselitista ma un dono della Santissima Trinità nel cuore della Chiesa Una, Santa e Apostolica. Questa fondazione, soggetta a varie necessità, cammina ancora nei “dolori del parto” ma con l’aiuto del popolo di Dio resistiamo e persistiamo confidando nella pietra viva e capo che è Gesù. A Lui il potere e la gloria nei secoli dei secoli. Amen. Pregate per noi e per tutte le nostre vocazioni. Alla vostra redazione e ai cari lettori il nostro abbraccio fraterno e preghiere. Uniti nella Santissima Trinità, il fondatore, reverendo archimandrita Theodoro, fmc o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • FILIPPINE BENEDETTINE DEL RE EUCARISTICO MONASTERO OUR LADY MOTHER OF DIVINE PROVIDENCE Preghiamo per don Giacomo, per la sua miracolosa guarigione Calapan City, 15 dicembre 2011 Gentile senatore Andreotti, saluti nel Signore! La vostra bella rivista 30Days è molto piacevole da leggere perché, oltre agli ottimi articoli, anche le immagini illustrano in modo chiaro gli avvenimenti e aiutano a riflettere. Personalmente l’ho usata per una mia lectio divina. A nome della comunità, esprimo gratitudine per la fedele costanza nell’inviarcela. Vorrei chiederle il favore, se possibile, di inviarci il cd con i canti liturgici. Anche i nostri giovani sono interessati. Per me, e anche per altri, che imparano dal canto della liturgia, è un ulteriore motivo di entusiasmo per partecipare alla nostra vita monastica, non solo per noi, ma anche per chi spesso viene a pregare con noi. Grazie mille in anticipo. Con l’augurio di un Santo Natale, di un felice anno nuovo e di buon San Valentino. Con cuore grato, suor Perpetua, osb P.S. Preghiamo per don Giacomo, per la sua miracolosa guarigione. Offriamo la santa messa nella nostra cappella. Mi prendo la libertà di inviarle l’articolo allegato alla presente sulla teologia dell’apostolato dei laici, e la prego, se lo riterrà opportuno, di inserirlo nella sua rivista di rinomata fama internazionale e così interessante. Lei conosce la grave crisi che attraversa il Medio Oriente e in particolare la Siria. C’è urgenza di stimolare il pensiero, l’azione e la preghiera dei cristiani d’Oriente e d’Occidente e della comunità internazionale. Un grande grazie in anticipo, monsignor Joseph Arnaoutian, vescovo armeno cattolico di Damasco SIRIA ESARCATO PATRIARCALE ARMENO CATTOLICO Damasco, 14 gennaio 2012 Lei conosce la grave crisi che attraversa in particolare la Siria Signor senatore Giulio Andreotti, in occasione del suo felice novantatreesimo compleanno, le esprimo le mie sincere congratulazioni e i miei cordiali auguri di lunga vita, felicità e fecondo apostolato nella pubblicazione della sua così benefica rivista 30Giorni. Tanti auguri e grazie. Damasco, 15 dicembre 2011 Signor Andreotti, avvicinandoci al Natale auguro a lei e a tutta la redazione di 30Giorni buon Natale e felice anno 2012. monsignor Joseph Arnaoutian, vescovo armeno cattolico di Damasco 3OGIORNI - 1/2 - 2012 35 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o SIERRA LEONE DIOCESI DI MAKENI I seminaristi imparano i canti della Tradizione Makeni, 18 dicembre 2011 SPAGNA CARMELITANE SCALZE DEL MONASTERO DI SAN JOSÉ La meditazione «El Hijo no puede hacer nada por su cuenta» è splendida! Getxo, 15 dicembre 2011 Stimato signor Andreotti, grazie. Riceviamo la sua rivista e ci sentiamo parte di una grande famiglia nel condividere tante interessanti notizie con tanti fratelli e sorelle di tutto il mondo. La meditazione «El Hijo no puede hacer nada por su cuenta» è splendida! Nell’ultimo numero di 30Días si parlava di un libretto e un cd di canti gregoriani: ce li potreste inviare? Grazie per la sua generosità, conti sulle nostre preghiere per tutti. In modo speciale per don Giacomo Tantardini. Il Bambino che nacque a Betlemme le sorrida in questa Natività. le carmelitane di Getxo ARGENTINA DIOCESI DI OBERÁ Grazie da un vescovo Oberá, 18 dicembre 2011 Stimato direttore, con il mio cordiale saluto natalizio, ringrazio ancora una volta per l’invio di 30Días, che mensilmente arriva nella curia di questa nuova diocesi di Oberá, nella provincia di Misiones, Argentina. Con la mia benedizione pastorale, monsignor Damián Santiago Bitar, vescovo di Oberá 36 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Gentile direttore, la pace e la gioia di Gesù Bambino che nascerà per noi siano con lei. Non smetterò mai di ringraziarla per l’impareggiabile rivista 30Days, così ricca di spunti di riflessione, che mi inviate regolarmente. Alcune settimane fa ho fatto visita al nostro seminario, dove ho studiato anche io, a Regent, Freetown, e ho fatto leggere ai seminaristi il numero di 30Days che conteneva anche il libretto con il cd The chants of Tradition. Particolarmente contenti sono stati i ragazzi del coro che hanno cominciato a imparare i canti. Allego qui le foto di tre di loro mentre provano i canti. A nome loro, le invio per e-mail una lettera di ringraziamento nella quale chiedono di poter ricevere in futuro la rivista 30Days. Dio benedica tutto il servizio che rendete all’umanità. In Cristo, don Henry Magbity o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • CINA DIOCESI DI DATONG I miei ringraziamenti per l’invio di 30Days Datong, 20 dicembre 2011 I seminaristi della diocesi di Makeni, Sierra Leone Gentile direttore Giulio Andreotti, il Natale è alle porte e innanzitutto faccio le mie felicitazioni a lei e ai suoi amici della redazione di 30Days: Gesù Bambino doni a lei e ai suoi amici ricchezza di grazie, e porti la sua pace e la sua gioia a voi tutti. ¬ Il deserto di Giuda 3OGIORNI - 1/2 - 2012 37 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o L’altopiano tra la valle del Giordano e la pianura di Saron in Samaria Porgo a lei e a tutti voi i miei ringraziamenti per l’invio di 30Days alla diocesi di Datong. 30Days è per noi una rivista di grande importanza, poiché riporta moltissime notizie sulla Chiesa cattolica nel mondo e ne fa conoscere la storia. Tengo ancora una volta a dirvi: «Moltissime grazie!». Buon Natale e felice anno nuovo! Devotamente vostro, don Paul Liu CAMERUN CISTERCENSI DI NOTRE DAME DE GRANDSELVE Stiamo iniziando a cantare i canti gregoriani durante la messa M’Balmayo, 21 dicembre 2011 Signor direttore, la ringraziamo vivamente per il cd di canti gregoriani. Non cantiamo il gregoriano in comunità ma, per rispondere all’auspicio del Santo Padre e grazie al suo cd, stiamo iniziando gradualmente a cantarlo durante la messa. La ringraziamo anche per la rivista 30Jours che riceviamo regolarmente e che ci tiene al corrente della vita della nostra Chiesa. Leggendo la rivista impariamo molte cose. Il Signore stesso la ricompensi per questa grande generosità verso i vari monasteri sparsi nel mondo e benedica lei e tutte le persone che in qualche modo partecipano alla rivista. Le auguriamo un anno di grazia 2012 nella pace e nella gioia di Cristo e le assicuriamo la nostra preghiera. suor René, ocso, e le cistercensi di Notre Dame de Grandselve 38 3OGIORNI - 1/2 - 2012 FRANCIA CLARISSE DEL MONASTERO DI SAINTE CLAIRE Ringraziamo in unione di preghiera Poligny, 21 dicembre 2011 Il monastero di Sainte Claire di Poligny, nel Jura, in Francia, apprezza la sua meravigliosa rivista. Tutte le suore la ringraziano, gioiosamente in unione di preghiera. le clarisse di Poligny o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • BRASILE DIOCESI DI RUY BARBOSA Grazie per l’invio regolare della rivista Ruy Barbosa, Bahia, 28 dicembre 2011 Cari fratelli e care sorelle della rivista 30Dias na Igreja e no mundo, molte grazie per l’invio regolare della rivista. Esprimo i miei auguri di cuore. È nato a Betlemme Gesù, il Salvatore. La celebrazione del Natale del Signore rinnova la no- stra speranza e ci impegna nei confronti dei poveri e dei bisognosi, nella difesa e nella promozione della vita. Accogliamo con gioia Colui che dà l’incoraggiamento della grazia e della vita nuova, cui tutti i cuori anelano! Vogliamo esserne segno nelle nostre famiglie e comunità. Un santo Natale e un anno nuovo pieno di benedizioni, anche per tutti quelli che vi sono affidati. Un abbraccio fraterno, in Cristo sempre, monsignor André De Witte, vescovo di Ruy Barbosa 3OGIORNI - 1/2 - 2012 39 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o Gerusalemme vista dalla chiesa del Dominus Flevit REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO JEUNESSE ÉTUDIANTE CATHOLIQUE FRANCIA BENEDETTINE DEL MONASTERO DI CRAON 30Jours allarga la nostra preghiera a tutta la Chiesa Craon, 6 gennaio 2012 Signor direttore, il periodo degli auguri è un momento favorevole per ringraziarla per l’invio regolare della sua rivista 30Jours con i vari supplementi. La riceviamo sempre con gioia perché allarga la nostra preghiera a tutta la Chiesa. Per tutto questo, il Signore la benedica con i suoi collaboratori sotto lo sguardo della sua dolce Madre. Per la madre priora, suor Marie-Hélène, osb Con la nostra preghiera per don Giacomo Tantardini. Le chiediamo di inviarci un gran numero di Qui prie sauve son âme Kinshasa, 6 gennaio 2012 Signor senatore, riceva i migliori saluti dalla Jeunesse étudiante catholique della Repubblica Democratica del Congo (Jec RDC). Il nostro movimento è membro affiliato dell’associazione internazionale Jeunesse étudiante catholique internationale (Jeci), riconosciuta come organizzazione internazionale cattolica dalla Santa Sede. Gli obiettivi della Jec sono: – stimolare i giovani a dedicarsi alla preghiera, all’evangelizzazione e a dare la propria testimonianza cristiana in quanto cattolici; – permettere ai giovani di prendere la parola e di impegnarsi nel proprio ambiente; – essere testimoni di Cristo che dona agli uomini la pace e la riconciliazione; – animare l’ordine temporale con valori evangelici. Evangelizzando e istruendo i giovani (governanti) e i futuri leader, si pongono le premesse per un vero sviluppo della nazione. Senatore, se le scriviamo è per chiederle di inviarci un gran numero di Qui prie sauve son âme. Li distribuiremo agli studenti membri del nostro movimento per rafforzare la loro fede. Questa pubblicazione è un aiuto per una buona confessione. Grazie. Gesù Risorto la ricompensi con l’abbondanza della sua luce, per continuare a fare del bene in un tale spirito di fede, speranza e amore. padre Pierre Kasongo Ilunga 40 3OGIORNI - 1/2 - 2012 o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • ITALIA ANCELLE ADORATRICI DEL SANTISSIMO SACRAMENTO Particolarmente gradita la meditazione sul Natale: L’umanità di Cristo è la nostra felicità Bologna, 6 gennaio 2012 Reverendo don Giacomo Tantardini, siamo una piccola comunità claustrale, dedicata al- l’adorazione eucaristica solenne perpetua per la Chiesa, e in particolare per i sacerdoti. Leggiamo con tanto piacere le sue meditazioni che, di tanto in tanto, 30Giorni ci offre. Particolarmente gradita quella sul Natale, che lei fece a Fidenza il 20 dicembre 2006 e che ora è stata pubblicata. Davvero L’umanità di Cristo è la nostra felicità. Davvero il “Natale è Paradiso”. Ci permettiamo di aggiungere: davvero l’Eucaristia è Paradiso. ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 41 L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o GERMANIA TRAPPISTE DEL MONASTERO GETSEMANI Ci sono piaciuti soprattutto gli articoli sul vicino Oriente, sulla Cina e sull’Africa Dannenfels, 10 gennaio 2012 Noi che passiamo tante ore del giorno e della notte davanti a quell’Ostia: Natale che continua, Pasqua che continuamente si attualizza, veramente dobbiamo dire che lì c’è il Paradiso, anche se per ora possiamo incontrare Gesù solo nella fede, che però ci dà la certezza assoluta della Sua Presenza. Grazie a voi, sacerdoti, che ci donate l’Eucaristia! Unite a tutti i fratelli e sorelle di 30Giorni stiamo pregando perchè Lei possa guarire presto e bene, sicure che al buon Dio “nulla è impossibile”. Interponiamo l’intercessione della nostra madre fondatrice Maria Costanza Zauli, della quale ci permettiamo di inviarle in omaggio due volumetti sperando che le giungano graditi. Sempre in comunione in Cristo, devotissime ancelle adoratrici del Santissimo Sacramento FRANCIA ABBAZIA BENEDETTINA OLIVETANA NOTRE-DAME SAINT-EUSTASE Grazie per la bella meditazione sul Natale di don Giacomo Tantardini Eyres-Moncube, 7 gennaio 2012 Signor direttore, grazie per l’invio della sua rivista 30Jours, bel riflesso della vita della Chiesa che viene a raggiungerci nel nostro convento. Grazie in particolare per la bella meditazione sul Natale di don Giacomo Tantardini. Mi piacerebbe far conoscere ad altri questo testo meraviglioso e proporlo alle persone che vengono all’abbazia. Posso chiederle di inviarmene, se possibile, altre copie? Con tutta la mia riconoscenza, la priora, suor Françoise Marie 42 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Gentilissimo signor direttore, all’inizio di questo nuovo anno, noi trappiste di Dannenfels, in Germania, desideriamo ancora una volta ringraziarla per l’invio in omaggio della vostra rivista 30Giorni. Nella nostra comunità viene letta con grande piacere, perché gli articoli affrontano una vasta gamma di argomenti e illuminano aspetti molto interessanti dei temi trattati. Ci sono piaciuti soprattutto gli articoli sul vicino Oriente, sulla Cina e sull’Africa. Abbiamo gradito in particolar modo i supplementi speciali, pubblicati recentemente per Natale. Per il nuovo anno, auguriamo a lei e a tutti i suoi collaboratori le divine benedizioni per il vostro compito pieno di responsabilità. Cordiali saluti, la priora, suor Magdalena König, ocso o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • L e t t e re d a t u t t o i l m o n d o • La strada percorsa da Gesù verso il Getsemani dopo l’Ultima cena, Gerusalemme 3OGIORNI - 1/2 - 2012 43 Copertina Cina Gratitudine, pazienza, attesa. Tre parole per la Chiesa in Cina Intervista con il neocardinale John Tong Hon, vescovo di Hong Kong di Gianni Valente l cardinale John Tong Hon si presenta come una persona semplice e sorridente. Predilige i toni pacati e uno stile low profile. Tra i nuovi cardinali creati da Benedetto XVI nel Concistoro del 18 febbraio 2012, la sua vicenda biografica si distingue per più di un motivo: giocatore di ba- I 46 3OGIORNI - 1/2 - 2012 sket, esperto del pensiero taoista e confuciano, cristiano “di seconda generazione”. Ma d’ora in poi, l’attuale vescovo di Hong Kong sarà per tutti soprattutto il settimo cardinale cinese nella storia della Chiesa. Chiamato a offrire con più intensità e autorevolezza il suo contributo di consigli e valuta- zioni equilibrate rispetto alla questione cruciale dei rapporti tra Santa Sede, Chiesa di Cina e governo cinese. Lei adesso è vescovo e cardinale. Ma se si guarda la sua biografia, si vede che i suoi genitori non proveniva- Nella pagina accanto, John Tong Hon, vescovo di Hong Kong; sotto, Tong Hon durante la processione della Domenica delle Palme del 2010 davanti alla Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Hong Kong no da famiglie cristiane. Nessuno dei suoi nonni era battezzato. JOHN TONG HON: È così. Fu mia madre la prima che ebbe l’occasione di entrare in contatto con la fede cattolica. Lei da ragazza frequentava le scuole superiori tenute dalle suore canossiane, dove c’erano anche molte religiose italiane. Una volta le era capitato anche di incontrare il nunzio in Cina, in visita alla sua scuola: le suore avevano scelto proprio lei per porgere un omaggio di fiori al rappresentante del Papa. E lei era rimasta molto fiera di questo. Aveva anche iniziato a studiare catechismo, ma senza ricevere subito il battesimo, perché nella sua famiglia non c’era mai stato nessun cattolico. Si fece battezzare solo dopo la Seconda guerra mondiale, quando io ero già nato e avevo sei anni. Erano anni tremendi, quelli della sua infanzia. Quando i giapponesi conquistarono Hong Kong, fuggimmo a Macao. Poi io venni affidato alla mia nonna paterna, che viveva in un villaggio del Guangdong. Solo alla fine della guerra potei ricongiungermi coi miei genitori a Canton. Erano gli anni della guerra civile. Comunisti e nazionalisti si combattevano a nord. Mentre nelle province del sud arrivavano i rifugiati e i soldati feriti. I missionari americani che erano a Canton accoglievano e aiutavano tutti quelli che avevano bisogno, a qualunque parte appartenessero. Anche io e mia madre li aiutavamo a distribuire aiuti ai reduci e ai rifugiati. Guardando la testimonianza del mio parroco Bernard Meyer e dei suoi confratelli missionari di Maryknoll, cominciai a pensare che anche io, da grande, sarei potuto diventare un sacerdote. Le capitò di studiare a Roma proprio durante gli anni del Concilio Vaticano II. Il Concilio mi aiutò molto ad allargare lo sguardo. Fui ordinato ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 47 Copertina Cina prete quando il Concilio si era chiuso da poche settimane. La classe di diaconi della Pontificia Università Urbaniana a cui appartenevo anch’io fu selezionata per ricevere l’ordinazione sacerdotale dalle mani di papa Paolo VI, il giorno dell’Epifania del 1966. Quasi mezzo secolo dopo, all’ultimo Concistoro, è stato lei a svolgere un intervento davanti al Sacro Collegio per spiegare la condizione della Chiesa in Cina. Cosa ha detto ai suoi colleghi cardinali? Per descrivere la situazione in Cina ho usato tre parole. La prima è wonderful, sorprendente. È un fatto sorprendente che negli ultimi decenni la Chiesa in Cina sia cresciuta e continui a crescere, anche se è sottoposta a tante pressioni e restrizioni. Questo è un dato oggettivo, si può riscontrare anche con dei numeri. Nel 1949 i cattolici in Cina erano 3 milioni, ora sono almeno 12 milioni. Nel 1980, dopo che era iniziata la riapertura voluta da Deng Xiaoping, i sacerdoti erano 1.300. Ora sono 3.500. E poi ci sono cinquemila suore, i due terzi delle quali appartengono alle comunità registrate presso il governo. E anche 1.400 seminaristi, di cui mille si stanno formando nei seminari finanziati dal governo. Ci sono dieci seminari maggiori riconosciuti dal governo e sei strutture simili legate alle comunità clandestine. Dal 1980 a oggi sono stati ordinati tremila nuovi preti, e hanno emesso i loro voti 4.500 suore. Il 90 per cento dei preti ha un’età compresa tra i venticinque e i cinquant’anni. Quindi, tutto bene? La seconda parola con cui ho descritto la situazione della Chiesa in Cina è stata la parola difficult, difficile. E la prova più difficile che la Chiesa si trova ad affrontare è il controllo imposto sulla vita ecclesiale dal governo attraverso l’Associazione patriottica dei cattolici cinesi (Ap). Ho ci- 48 3OGIORNI - 1/2 - 2012 tato una lettera inviatami da un vescovo molto rispettato della Cina continentale, che ha scritto: «In ogni Paese socialista il governo ricorre allo stesso metodo, usando qualche cristiano a parole per dar vita a or ganizzazioni estranee alle strutture proprie della Chiesa, a cui affidare il controllo della Chiesa stessa». L’Associazione patriottica è un esempio di nelle ordinazioni episcopali illegittime imposte alla Chiesa tra il 2010 e il 2011. Ma perché la superpotenza cinese sente ancora la necessità di tenere la vita della Chiesa sotto un controllo così stretto? Secondo le analisi svolte da Leo Goodstadt – il noto studioso di Hong Kong che è stato anche «È nel lungo periodo che si vede se un prete o un vescovo hanno nel cuore un proposito buono. E se quello che fanno lo fanno, pur con tutti i loro errori umani, per amore di Dio, della Chiesa e del popolo» John Tong Hon, nel riquadro giovane seminarista, fu ordinato sacerdote da Paolo VI nella solennità dell’Epifania il 6 gennaio 1966 nella Basilica Vaticana questo modus operandi. E nella Lettera del Papa ai cattolici cinesi pubblicata nel giugno 2007 è scritto che questi organismi non sono compatibili con la dottrina cattolica. Lo si è visto di nuovo consulente dell’ultimo governatore britannico Chris Patten –, ci sono diverse ragioni. I regimi comunisti temono la competizione della religione nell’influenzare le menti delle persone, le loro Intervista con il cardinale John Tong Hon Fedeli durante la messa nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione a Pechino idee, ed eventualmente le loro azioni. Si accorgono che le religioni non stanno sparendo dall’orizzonte delle società umane, e che anzi il numero dei seguaci delle religioni va aumentando. E dopo l’11 settembre l’inquietudine è cresciuta, poiché si è visto di nuovo che le idee religiose possono anche spingere a fare la guerra. Infine, i nuovi leader che si apprestano a entrare in carica nel 2012 in questo momento devono dimostrare di essere leali comunisti. Come ha scritto chiaramente il Papa nella sua Lettera ai cattolici cinesi, «la Chiesa cattolica che è in Cina ha la missione non di cambiare la struttura o l’amministrazione dello Stato, bensì di annunziare agli uomini Cristo». Come è possibile che il governo di una nazione potente come la Cina abbia paura delle interferenze politiche del Vaticano? Viviamo nella società e la nostra vita reale ha a che fare necessariamente con la dimensione politica. Ma di sicuro la Chiesa non è un’entità politica. Non è proprio un nostro problema quello di cambiare i sistemi politici. E oltretutto, nel nostro caso, la cosa sarebbe del tutto impossibile. Torniamo al suo intervento al Concistoro. Quale è stata la sua terza parola? La terza parola che ho usato per descrivere la condizione della Chiesa in Cina è la parola possible, possibile. Per far capire il motivo di questa scelta, ho letto altri brani della lettera del vescovo che ho già citato. Quel vescovo si diceva sereno e fiducioso rispetto al presente, anche perché guardava ai problemi di oggi anche a partire dalle esperienze da lui vissute nei tempestosi decenni della persecuzione, tra il 1951 e il 1979. Lui, in quelle dure prove passate, aveva potuto sperimen- tare che ogni cosa è nelle mani di Dio. E Dio può disporre le cose in modo che anche le difficoltà possano infine concorrere al bene della Chiesa. Così vediamo che di per sé non è l’aumento dei controlli che può spegnere la fede. Anzi può accadere che l’effetto sia quello di far crescere l’unità nella Chiesa. Così, il futuro può apparire anche luminoso. E noi possiamo attendere con fiducia la grazia di Dio. Forse la soluzione di certi problemi non avverrà domani. Ma nemmeno bisognerà aspettare un tempo troppo lontano. C’è chi dice che nell’affronto dei problemi occorre scegliere tra due vie alternative: o la via del dialogo, o la via della difesa dei principi. Ma secondo lei le due cose sono davvero incompatibili? Io per mio conto sto provando a essere moderato. È preferibile essere pazienti e aperti al dialo- ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 49 Copertina Cina go con tutti, anche coi comunisti. Sono convinto che senza dialogo nessun problema può essere davvero risolto. Ma mentre noi dialoghiamo con tutti, dovremmo nel contempo mantenere saldi i nostri principi, senza sacrificarli. Questo vuol dire che, ad esempio, un nuovo vescovo può accettare l’ordinazione episcopale solo se c’è il consenso del Papa. A questo non possiamo rinunciare. Fa parte del nostro Credo, nel quale confessiamo la Chiesa come una, santa, cattolica e apostolica. E poi anche la difesa della vita, i diritti inviolabili della persona, l’indissolubilità del matrimonio… Non possiamo rinunciare alle verità di fede e di morale così come sono esposte anche nel Catechismo della Chiesa cattolica. A volte si ha l’impressione che alcuni ambienti cattolici di Hong Kong abbiano il compito di “misurare” il grado di cattolicità della Chiesa di Cina. È questa la missione della Chiesa di Hong Kong? La fede non viene da noi. Viene sempre da Gesù. E noi non siamo i controllori e i giudici della fede dei nostri fratelli. Noi siamo semplicemente una diocesi sorella rispetto alle diocesi che sono nel continente. Così, se loro vogliono, noi siamo felici di condividere con loro il nostro cammino e il nostro lavoro pastorale. E se loro sono in situazioni più difficili, mentre noi godiamo di una maggiore libertà, il nostro intento è solo quello di provare a favorirli. Pregando che tutti possano mantenere la fede, anche nelle pressioni cui sono sottoposti. In certi commenti, un’ampia area ecclesiale in Cina viene sempre descritta come se fosse ai margini della fedeltà alla Chiesa. Allo stesso tempo, si riconosce la grande devozione dei cattolici cinesi. Come stanno insieme le due cose? Non mi sembra mai appropriato parlare della Cina, che è 50 3OGIORNI - 1/2 - 2012 John Tong Hon saluta i cardinali nella Basilica di San Pietro dopo aver ricevuto la berretta cardinalizia da Benedetto XVI nel concistoro del 18 febbraio 2012 «La fede non viene da noi. Viene sempre da Gesù. E noi non siamo i controllori e i giudici della fede dei nostri fratelli» così grande, in maniera tanto onnicomprensiva quanto generica. Non mi convincono le affermazioni secondo le quali «in Cina la fede è forte», e nemmeno quelle che enfatizzano il contrario. Tutto dipende dalle persone. Ci sono tanti buoni testimoni della fede, che offrono la loro vita e anche i loro patimenti a Gesù. E poi ci sono pure alcune persone che, spinte anche dalla pressione ambientale, sacrificano i principi. Sono solo alcuni. Ad esempio, quei sacerdoti che hanno accettato di ricevere l’ordinazione episcopale senza avere l’approvazione del Papa. Questo non può andar bene, e noi dobbiamo dirlo. Proprio sui giovani vescovi si concentra l’attenzione di molti. Secondo alcuni sarebbero fragili, e tra le loro file ci sarebbero anche alcuni opportunisti. Cosa fare con costoro? Isolarli? Condannarli? Giustificarli sempre e comunque? No, no, nessun isolamento. Come prima cosa, preghiamo per loro. Anche per quelli che hanno commesso errori evidenti. E se qualcuno li può avvicinare, e può essere loro amico, che li esorti a riconoscere ciò che c’è stato di non corretto nelle loro scelte. E anche a mandare una lettera alle autorità per spiegare come sono avvenute le cose ed eventualmente chiedere perdono. Questa è semplicemente una forma di correzione fraterna. Le divisioni tra i due gruppi di cattolici, i cosiddetti “ufficiali” e i cosiddetti “clandestini”, hanno come unico fattore scatenante le Intervista con il cardinale John Tong Hon Chi è il nuovo cardinale cinese J ohn Tong Hon è nato il 31 luglio 1939 a Hong Kong da genitori non cattolici, primogenito di tre figli (con una sorella e un fratello che attualmente vive in Canada). Allʼetà di due anni lʼinvasione dei giapponesi costringe la sua famiglia a trasferirsi a Macao. Poi i genitori, per sottrarlo dai pericoli della guerra, lo affidano alla nonna paterna, che vive in un villaggio nella provincia di Guangdong. Alla fine della guerra la famiglia si riunisce a Canton e per lui inizia la scuola elementare. Intanto la mamma riceve il battesimo per prima, seguita presto da tutti gli altri membri della famiglia. Quando il padre si ammala di tubercolosi, è lei a mantenere tutti con il suo lavoro di insegnante. A dodici anni John Tong entra nel seminario di San Giuseppe a Macao. Dopo il liceo, nel 1957 passa al seminario dello Spirito Santo a Hong Kong per studiare filosofia e teologia. Nel 1964 viene mandato a Roma, dove è ancora in corso il Concilio Vaticano II. NellʼUrbe ottiene licenza e dottorato in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Urbaniana. Riceve lʼordinazione sacerdotale dalle mani di papa Montini il 6 gennaio 1966, insieme ai membri del suo corso di studi. Quando ritorna a Hong Kong va a Grattacieli e traffico in una strada di Hong Kong vivere presso il seminario, dove continuerà a risiedere anche dopo la nomina episcopale. Nel 1980 Tong viene posto alla guida del nuovo Holy Spirit Study Centre, il rinomato centro di documentazione sulla vita della Chiesa in Cina che pubblica anche la rivista Tripod. Nel 1992 diviene vicario generale del cardinale arcivescovo di Hong Kong John Baptist Wu. Nel 1996, Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Hong Kong un anno prima del ritorno della ex colonia britannica sotto la giurisdizione cinese. Col suo spirito di mediazione, Tong partecipa in quel frangente anche ai negoziati condotti in vista della transizione. Nel gennaio 2008 diviene prima vescovo coadiutore e poi (15 aprile 2009) vescovo della diocesi in cui è nato. Nellʼagosto 2008 partecipa allʼapertura delle Olimpiadi nello stadio di Pechino, in veste di invitato ufficiale. Con la sua elevazione al cardinalato, per la prima volta il Sacro Collegio conta tre porporati cinesi: oltre a lui, ci sono il salesiano Joseph Zen Ze-kiun, suo predecessore, e il gesuita Paul Shan Kuo-hsi. John Tong è però lʼunico con meno di ottantʼanni. G.V. pressioni e le sottomissioni imposte dal governo? Purtroppo no. Ci sono anche molte altre ragioni. Anche in Cina cresce il fenomeno dei siti internet che attaccano con ar gomenti dottrinali e morali i cattolici – a cominciare dai vescovi – accusati di aver tradito la fede e la Chiesa per opportunismo o codardia, cedendo alle illecite pretese del regime. Lei cosa ne pensa? Penso che la correzione fraterna di cui parlavo prima si fa con il dialogo, non con gli attacchi via internet. Le difficoltà vissute dalla Chiesa in Cina coinvolgono il vincolo di comunione col vescovo di Roma. Col passare del tempo, lei vede il pericolo che tale legame sia per- ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 51 Copertina Cina «A volte in Cina le situazioni sono complicate. Ma se si fanno le scelte avendo nel cuore l’amore a Gesù e alla Chiesa, la retta intenzione alla fine può essere verificata da tutti, nel lungo periodo» Una processione guidata dal vescovo di Shanghai Aloysius Jin Luxian cepito con minore intensità tra il clero e tra i fedeli? In Cina continuo a registrare una grande devozione per il Papa. Amano il Santo Padre, questo è sicuro. Sono sotto pressione su questo punto. Vengono ostacolati nel loro desiderio di avere contatti normali con il successore di Pietro. È anche per questo motivo che il loro desiderio diventa più forte. Direi che è quasi naturale. Vorrei porle una domanda su una vicenda di parecchio tempo fa. È vero, eminenza, che lei era presente all’ordinazione episcopale del vescovo Aloysius Jin Luxian, avvenuta ventisette anni fa? Sì, ero presente a quella messa. Era il 1985. Io allora ero un sacerdote della diocesi di Hong Kong e dal 1980 dirigevo l’Holy Spirit Study Centre [l’autorevole centro di ricerca sulla vita della Chiesa in Cina, ndr]. Jin mi chiese che fossi presente. Voleva avere il mio sostegno, in quel momento. Mi aveva raccontato di essere stato in prigione, che voleva conservare la sua fede e la sua comunione con la Chiesa universale e che avrebbe mandato lettere a Roma per ribadire la sua sottomissione alla Sede apostolica e 52 3OGIORNI - 1/2 - 2012 al primato del Papa. Diceva di aver ponderato tutto in coscienza, e che in quel momento storico gli sembrava che non ci fosse altra strada che quella di accettare l’ordinazione episcopale. Date le circostanze, gli sembrava una scelta obbligata per far andare avanti la diocesi di Shanghai e salvare il seminario. Sette anni fa la Santa Sede ha accolto le sue richieste e lo ha riconosciuto come legittimo vescovo di Shanghai. Ma queste sono cose passate. Ora bisogna guardare al futuro… Proprio guardando al presente e al futuro, che cosa ha imparato dalle esperienze di quei tempi? Ho imparato che time can prove, il tempo può dar conto delle cose. Certe volte solo nel lungo periodo puoi riconoscere se una cosa è giusta o sbagliata, se una scelta era dettata da buone ragioni o meno. Nell’immediatezza transitoria del momento non puoi giudicare chiaramente come stanno le cose. Ma nella lunga durata emerge se almeno l’intenzione del cuore era buona. A volte in Cina le situazioni sono complicate. Si è sottoposti a pressione, non si trovano persone con cui confrontarsi. Ma se si fanno le scelte avendo nel cuore l’amore a Gesù e alla Chiesa, la retta intenzione alla fine può essere verificata da tutti, nel lungo periodo. E questo, rispetto alle vicende controverse in cui è coinvolta la cattolicità cinese, che cosa comporta? Non ci si può fissare sul singolo punto, non si può stare a sindacare ogni decisione, e pretendere che ogni gesto e ogni scelta compiuta dai membri della Chiesa in Cina siano sempre perfetti, in ogni istante e in ogni situazione. Siamo esseri umani, siamo esseri umani! Tutti noi sbagliamo e cadiamo tante volte lungo il cammino. Ma poi si può chiedere perdono. Se invece ogni errore viene isolato e diventa motivo di condanna senza appello, chi si può salvare? È nel lungo periodo che si vede se un prete o un vescovo hanno nel cuore un proposito buono. Si vede se quello che fanno lo fanno, pur con tutti i loro errori umani, per amore di Dio, della Chiesa e del popolo. Questo è importante: scoprire che le persone perseverano nella fedeltà perché sono mosse dall’amore di Gesù, anche nelle situazioni difficili. Alla fine tutti lo vedranno. E certo lo vede Dio, che scruta il cuore di ognuno di noi. q Chiesa Intervista È la preghiera la chiave di volta della vita cristiana «C’è bisogno di molta umiltà, di recitare il Rosario e le preghiere più semplici, come quelle della devozione popolare: là si capisce come molto spesso è il popolo a trasmettere la fede ai sapienti». Intervista con l’agostiniano Prosper Grech, creato cardinale da Benedetto XVI nell’ultimo concistoro di Paolo Mattei 54 3OGIORNI - 1/2 - 2012 ulle pareti del secondo piano dell’Institutum Patristicum Augustinianum sono appese delle foto in bianco e nero. Nelle cornici discrete s’aprono scorci di piazze e di chiese al tramonto, prospettive di marine argentate, profili di uomini e donne nel sole. A S metà mattina, gli studenti le osservano bevendo il caffè nella pausa fra una lezione e l’altra. Forse riprendono un po’ di fiato, lasciando che lo sguardo, fino a qualche minuto prima concentrato su una pagina di teologia o di patrologia, riposi per un po’ nelle luminosità ¬ In queste pagine, fotografie scattate da padre Grech Chiesa Intervista e nei chiaroscuri di quelle bellissime scene di vita ordinaria. L’autore di tale particolare mostra permanente di fotografia è uno dei docenti più conosciuti del Patristicum e attualmente uno degli esperti più illustri di Sacra Scrittura: l’agostiniano monsignor Prosper Grech, che è stato creato cardinale da Benedetto XVI nell’ultimo concistoro. Nato a Malta nel 1925, Grech è stato, insieme a padre Agostino Trapè, il fondatore del Patristicum – un centro di alta specializzazione con la facoltà di concedere il baccellierato in Teologia, la licenza e il dottorato in Teologia e Scienze Patristiche –, che si trova accanto alla Basilica di San Pietro. Nella sua lunga attività di docenza, Grech ha anche insegnato per vent’anni Teologia biblica all’Università Lateranense e per trent’anni Ermeneutica biblica al Pontificio Istituto Biblico. Autore di molti libri e articoli su riviste scientifiche, per oltre vent’anni 56 3OGIORNI - 1/2 - 2012 consultore della Congregazione per la Dottrina della fede, è attualmente membro della Pontificia Commissione Biblica. Lo abbiamo incontrato nel Collegio internazionale Santa Monica, nello stesso complesso che ospita il Patristicum. Lei ha ricevuto la sua educazione cristiana a Malta… PROSPER GRECH: Malta ha una lunga tradizione cattolica, e Birgu, l’antica cittadina in cui sono nato, era, ed è, piena di chiese. Frequentavo quella di San Lorenzo – dove sono stato battezzato e dove poi ho partecipato all’Azione cattolica – e quella di San Domenico. Da bambino sono stato educato dalle Suore di San Giuseppe, in un paesino vicino a Birgu, e presso di loro ho fatto la prima comunione. I ricordi della mia infanzia e della mia gioventù sono pieni di immagini della devozione popolare, come le processioni che si snoda- vano, con la pioggia e con il sole, nelle vie del piccolo paese, o il suono delle campane che riempiva l’aria quando il prete portava il viatico per le strade… Come è nata la vocazione al sacerdozio? Quando ero ragazzino sentivo qualcosa nel cuore, qualcosa di non chiaramente definibile, che mi faceva pensare al sacerdozio come alla strada per la mia salvezza. Poi, naturalmente, come spesso accade, crescendo si cambia idea, e questo capitò pure a me. Ma quella specie di suggerimento segreto riaffiorò durante la guerra, nell’anno della maturità. Fu in quel periodo che la semente della vocazione diede il suo frutto. Riguardai tutta la mia vita fino ad allora e risposi di sì a quella chiamata. Quelli della guerra furono anni duri… Malta subì bombardamenti devastanti, Birgu era bersagliata giorno e notte e così fui costretto a rifu- È la preghiera la chiave di volta della vita cristiana giarmi con la mia famiglia ad Attard, un paese in mezzo all’isola, lontano dall’arsenale, ma vicino a un aerodromo continuamente mitragliato. Avevo diciassette anni e avevo iniziato a frequentare la facoltà di Medicina. Mi chiamarono a prestare servizio nella contraerea e di conseguenza andavo a lezione in divisa per essere sempre pronto a correre in batteria quando arrivavano gli apparecchi nemici. Dopo l’attacco, se l’università era ancora in piedi e se ero ancora vivo, tornavo a lezione assieme ai miei compagni… Perché scelse di entrare nell’Ordine agostiniano? Beh, molto semplicemente perché avevo un cugino agostiniano cui mi rivolsi per un consiglio. A Malta c’era già allora una provincia dell’Ordine, nel quale entrai nel 1943. E come è nato l’amore per sant’Agostino? Lo conoscevo ben poco, ma nel nostro noviziato c’era un professore anziano, padre Antonino Tonna-Barthet, di origine francese, esperto di sant’Agostino, che ce lo fece amare veramente molto. Lui aveva curato una bella antologia dei suoi scritti spirituali, intitolata De vita christiana, che fu anche tradotta in italiano, e che meriterebbe di essere ripubblicata. Quello fu il mio primo approccio con Agostino. Poi lo approfondii un po’ studiando filosofia a Malta, e anche, naturalmente, nel Collegio internazionale Santa Monica, qui a Roma, dove arrivai nel 1946 per studiare teologia e dove incontrai padre Agostino Trapè, che fu mio professore: lui era un patito di Agostino, di cui io, comunque, non sono un esperto. Mi sono addentrato di più nel pensiero dei Padri del secondo e terzo secolo. A Roma proseguì i suoi studi… Sì, alla Gregoriana per il dottorato, e al Pontificio Istituto Biblico per la licenza in Sacra Scrittura. E a Roma fui ordinato sacerdote, nel 1950, a San Giovanni in Laterano. Poi, nel 1954 andai via per un po’ di tempo, per studiare e insegnare… Dove? Prima in Terra Santa, poi di nuovo a Malta, dove insegnai Sacra Scrittura per un paio di anni nel nostro studentato agostiniano. Nel ’57 ricevetti una borsa di studio e andai a Oxford a imparare bene l’ebraico, e l’anno dopo ero a Cambridge, come assistente di ricerca del professor Arberry… Sono tornato a Roma nel 1961. Sempre per studiare e insegnare? Sì, anche per scrivere la tesi in Scienze bibliche. Ma appena tornato fui nominato segretario di monsignor Pietro Canisio Van Lierde, che era sacrista del Palazzo Apostolico e vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Con lui “preparammo” il conclave del ’63, quello in cui fu eletto Paolo VI. Che intende dire? In quanto sacrista, Van Lierde sovrintendeva alle funzioni liturgiche del Pontefice, preparava gli arredi, i paramenti e gli altari per la celebrazione delle messe. Anche il conclave aveva bisogno di essere organizzato nei suoi aspetti “logistici”. Per esempio, siccome allora non c’era ancora l’uso di concelebrare, dovevamo approntare tutti gli altari affinché ognuno dei cardinali potesse dire privatamente la messa. Incontrò Montini in quell’occasione? Certo. Raccolsi la sua ultima confessione da cardinale… E come accadde? Lo incrociai nel Palazzo Apostolico e mi chiese se fossi io il confessore del conclave. «No, eminenza, non sono io», risposi; «vado a cercarglielo…». «No, no, non fa niente… Non può confessarmi lei?». Così andammo nella cappella Matilde, quella che adesso si chiama Redemptoris Mater, e lo confessai. Dopo poche ore era Papa. Spero di non avergli dato una penitenza troppo grave… Non restò troppo tempo nei Palazzi Vaticani… No, perché nel 1965, padre Trapè, appena eletto priore generale dell’Ordine, mi disse: «Invece di perdere tempo in Vaticano» – ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 57 Chiesa Intervista cosa che peraltro era anche vera – «vieni a fare il preside dell’Istituto», che era poi lo Studium Theologicum Augustinianum. Qualche anno dopo insieme a Trapè fondò l’Institutum Patristicum Augustinianum… Sì, il Patristicum era un po’ il nostro sogno, quello cioè di avere un luogo in cui coltivare e approfondire le scienze sacre, il pensiero dei Padri della Chiesa, di sant’Agostino e dei suoi eredi. Siccome c’erano molti dubbi sulla sua realizzabilità e contemporaneamente una certa fretta di istituirlo, padre Trapè chiese udienza a Paolo VI, il quale lo benedisse con tutte e due le mani e lo esortò ad andare avanti. Fu inaugurato nel maggio del 1970. All’inizio ci furono delle difficoltà, ma poi nel tempo si è consolidato. A Roma conobbe anche Albino Luciani… Quando veniva in Urbe alloggiava nel nostro Collegio. Era ve- 58 3OGIORNI - 1/2 - 2012 ramente buono e simpatico, un uomo umile, che si nascondeva… Ma anche affabile, ridevamo molto insieme. Quando era qui, celebravamo la messa insieme ogni giorno alle sette di mattina. Alloggiò da voi anche prima del conclave che lo elesse Papa? Sì, con altri due cardinali. In quel periodo io fungevo da “priore supplente” del Collegio, perché il titolare era assente, e la sera prima che entrassero in conclave non sapevo quali parole usare per il congedo: «Beh, ora non so come salutarvi, perché un “arrivederci” è di cattivo gusto, gli auguri sono ancora peggio…». Immediatamente dopo la sua elezione, la sera prima di andare a dormire, papa Luciani ci scrisse una lettera, indirizzata a me in quanto superiore pro tempore del Collegio, ringraziandoci per l’ospitalità e ricordando particolarmente il fratello Franceschino. Chi era Franceschino? L’anziano fratello laico che gli riassettava la stanza. Ricordo che in una delle occasioni in cui Luciani era da noi, Franceschino mi disse: «Di questo cardinale dovremo avere cura, perché un giorno diventerà papa». Io rischiai pure di diventare segretario supplente di Giovanni Paolo I… Perché? Il suo segretario, che doveva andare a Venezia a raccogliere le sue cose per portargliele in Vaticano, mi chiese di sostituirlo per un po’. Io però ero titubante, perché in quel momento ero sotto pubblico attacco da parte di certi ambienti ultraconservatori indispettiti dal fatto che io insegnassi Teologia biblica alla Lateranense: «La teologia biblica è cosa protestante, non esiste, noi abbiamo la teologia dogmatica», dicevano. Insomma, non volevo creare imbarazzi. Così dal Papa andò monsignor Magee. È la preghiera la chiave di volta della vita cristiana A proposito di Teologia biblica: lei l’ha insegnata per vent’anni all’Università Lateranense e per trent’anni ha tenuto la cattedra di Ermeneutica biblica al Pontificio Istituto Biblico. Come è nata questa passione per la Sacra Scrittura? L’ho avuta fin da ragazzo. Tra l’altro nelle scuole maltesi si insegnava seriamente la Scrittura e mi ricordo che come compito per gli esami nelle scuole secondarie ci sottoponevano un passo del Vangelo chiedendoci di spiegarne la provenienza e di interpretarlo nel suo proprio contesto. Ma amavo anche la lettura solitaria del Nuovo Testamento, e prediligevo san Matteo e san Giovanni. Già ai tempi del seminario avevo manifestato al maestro dei novizi il desiderio di dedicarmi allo studio della Scrittura, ma lui certo non mi incoraggiò: «È difficile, bisogna conoscere molte lingue… Questa esegesi, poi, con l’attenzione esasperata a ogni virgola…». In effetti non aveva esagerato troppo. Comunque, poi, il mio proposito andò a buon fine. Lei, insegnando Ermeneutica biblica, ha approfondito anche questioni di filosofia contemporanea… Teologi come Bultmann e i suoi discepoli – Käsemann e Bornkamm – affrontando la questione della separazione del Gesù storico dal Gesù della fede e quella della demitizzazione del Nuovo Testamento, si appoggiavano anche sul pensiero di Heidegger, che ho studiato, così come pure ho studiato quanto affermava Gadamer sul soggettivismo dell’interpretazione, sull’interpretazione come “processo continuo”. Dovevo entrare nella testa di questi filosofi, approfondire l’influsso di Kant sul loro pensiero, e pur non accettando tutte le idee che sostenevano, devo dire che ho imparato molto da loro. La passione per la parola scritta l’avrà probabilmente portata anche ad amare la letteratura… Sì, certo, mi piacciono molto Shakespeare, Eliot, Wordsworth e Pound. Oltre alla letteratura angloamericana, ricordo che a scuola leggevamo anche poeti e scrittori italiani, come Dante, Manzoni e altri classici, e io amo particolarmente Quasimodo e Montale, mentre tra quelli di lingua tedesca prediligo Rilke e Hölderlin. Quando ero a Cambridge mi occupai anche della letteratura maltese, alla quale il professor Arberry era interessato. Con lui ho curato una raccolta di liriche maltesi con traduzione in inglese a fronte, e un’antologia di versi del poeta nazionale di Malta, il sacerdote Dun Karm Psaila. Ma non sono un letterato, diciamo che mi ritengo un semplice dilettante. Mi sento più ferrato nell’arte, sono stato amico di Lello Scorzelli, pittore e scultore che Paolo VI chiamò a lavorare a Roma, col quale andai anche a portare un busto di papa Montini nella St. Patrick’s Cathedral di New York. E c’è anche la fotografia… Ecco, appunto, per me l’arte è importante anche perché certe opere mi servono come modello per le mie foto. Da un po’ di tempo ho incominciato a usare pure le macchine fotografiche digitali. Lei ha scritto un notevole numero di saggi e libri scientifici sull’ermeneutica e sulla teologia biblica. L’ultimo testo che ha curato è però un piccolo libro sulla preghiera: Signore, insegnaci a pregare. Si tratta della raccolta, curata dalle monache agostiniane di Lecceto ed edita dalla Lev, delle meditazioni che ho dettato ai miei confratelli del Collegio di Santa Monica durante gli esercizi spirituali che si tennero a Cascia nel 1995. Penso che sia la preghiera, e non certo l’ermeneutica, la chiave di volta della vita cristiana. Bisogna scendere dai nostri podi, svuotarci del nostro intellettualismo e del nostro orgoglio. C’è bisogno di molta umiltà, di recitare il Rosario e le preghiere più semplici, come quelle della devozione popolare: là si capisce come molto spesso è il popolo a trasmettere la fede ai sapienti. q 3OGIORNI - 1/2 - 2012 59 BENEDETTO XVI AL COLLEGIO CARDINALIZIO È Cristo stesso che edifica la Chiesa L’allocuzione pronunciata dal Papa nella Basilica Vaticana , sabato 18 febbraio, in occasione del concistoro ordinario pubblico per la creazione di ventidue cardinali e per il voto su alcune cause di canonizzazione 62 3OGIORNI - 1/2 - 2012 C ONCISTORO u es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam». Venerati fratelli, cari fratelli e sorelle! Con queste parole il canto d’ingresso ci ha introdotto nel solenne e suggestivo rito del concistoro ordinario pubblico per la creazione dei nuovi cardinali, l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del titolo. Sono le parole efficaci con le quali Gesù ha costituito Pietro quale saldo fondamento della Chiesa. Di tale fondamento la fede rappresenta il fattore qualificativo: infatti Simone diventa Pietro – roccia – in quanto ha professato la sua fede in Gesù Messia e Figlio di Dio. Nell’annuncio di Cristo la Chiesa viene legata a Pietro e Pietro viene posto nella Chiesa come roccia; ma colui che edifica la Chiesa è Cristo stesso, Pietro deve essere un elemento particolare della costruzione. Deve esserlo mediante la fedeltà alla sua confessione fatta presso Cesarea di Filippo, in forza dell’affermazione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Le parole rivolte da Gesù a Pietro mettono bene in risalto il carattere ecclesiale dell’odierno evento. I nuovi cardinali, infatti, tramite l’assegnazione del titolo di una chiesa di questa ¬ «T Fernando Filoni Manuel Monteiro de Castro prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli penitenziere maggiore Nato a Santa Eufémia (Portogallo), arcidiocesi di Braga, il 29 marzo 1938. Ordinato sacerdote il 9 luglio 1961 e arcivescovo il 23 marzo 1985. Nato a Manduria (Taranto), diocesi di Oria, il 15 aprile 1946. Ordinato sacerdote il 3 luglio 1970 e vescovo il 19 marzo 2001. 2 1 3OGIORNI - 1/2 - 2012 63 C ONCISTORO città o di una diocesi suburbicaria, vengono inseriti a tutti gli effetti nella Chiesa di Roma guidata dal Successore di Pietro, per cooperare strettamente con lui nel governo della Chiesa universale. Questi cari confratelli, che fra poco entreranno a far parte del Collegio cardinalizio, si uniranno con nuovi e più forti legami non solo al Romano Pontefice ma anche all’intera comunità dei fedeli sparsa in tutto il mondo. Nello svolgimento del loro particolare servizio a sostegno del ministero petrino, i neoporporati saranno infatti chiamati a considerare e valutare le vicende, i problemi e i criteri pastorali che toccano la missione di tutta la Chiesa. In questo delicato compito sarà loro di esempio e di aiuto la testimonianza di fede resa con la vita e con la morte dal Principe degli apostoli, il quale, per amore di Cristo, ha donato tutto sé stesso fino all’estremo sacrificio. È con questo significato che è da intendere anche l’imposizione della berretta rossa. Ai nuovi cardinali è affidato il servizio dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata, fino all’effusione del sangue, se necessario, come recita la formula di imposizione della berretta e come indica il colore rosso degli abiti indossati. A loro, inoltre, è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l’energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri. Si tratta di essere eminenti servitori della Chiesa che trova in Pietro il visibile fondamento dell’unità. Nel brano evangelico poc’anzi proclamato, Gesù si presenta come servo, offrendosi quale modello da imitare e da seguire. Dallo sfondo del terzo annuncio della passione, morte e risurrezione del Figlio dell’uomo, si stacca con stridente contrasto la scena dei due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che inseguono ancora sogni di gloria accanto a Gesù. Essi gli chiesero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e ¬ COME CAMBIA IL SACRO COLLEGIO Analisi del quarto concistoro di papa Ratzinger di Gianni Cardinale l 18 febbraio si è celebrato il quarto concistoro per la creazione di nuovi cardinali del pontificato di Benedetto XVI. Un concistoro che ha segnato una piccola svolta nel collegio degli elettori del vescovo di Roma. Per la prima volta le “porpore votanti” designate da papa Ratzinger superano quelle nominate da papa Wojtyla. I I nuovi arrivati nel Sacro Collegio I nuovi cardinali sono ventidue, di cui diciotto “elettori”. Dieci di essi ricoprono incarichi in Curia o a Roma. E cioè: il pugliese Fernando Filoni, 66 anni, dal maggio 2011 prefetto di Propaganda Fide; il portoghese Manuel Monteiro de Castro, 74 anni, dallo scorso 5 gennaio penitenziere maggiore; lo spagnolo Santos Abril y Castelló, 77 anni, dal novembre 2011 arciprete di San- 64 3OGIORNI - 1/2 - 2012 ta Maria Maggiore; il marchigiano Antonio Maria Vegliò, 74 anni, dal febbraio 2009 presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti; il piemontese Giuseppe Bertello, 70 anni, dal settembre 2011 presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; il lombardo Francesco Coccopalmerio, 74 anni, dal febbraio 2007 presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi; il brasiliano João Braz de Aviz, 65 anni, focolarino, dal gennaio 2011 prefetto della Congregazione per i religiosi; lo statunitense Edwin Frederick OʼBrien, 73 anni, dallʼagosto 2011 pro-gran maestro dellʼOrdine equestre del Santo Sepolcro; Domenico Calcagno, 69 anni, originario di Parodi Ligure (provincia di Alessandria e arcidiocesi di Genova), dal luglio 2011 presidente dellʼApsa; il piemontese Giusep- È Cristo stesso che edifica la Chiesa Santos Abril y Castelló Antonio Maria Vegliò arciprete della Basilica papale di Santa Maria Maggiore presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti Nato a Alfambra (Spagna), diocesi di Teruel y Albarracín, il 21 settembre 1935. Ordinato sacerdote il 19 marzo1960 e vescovo il 16 giugno 1985. Nato a Macerata Feltria (Pesaro e Urbino), diocesi di San Marino – Montefeltro, il 3 febbraio 1938. Ordinato sacerdote il 18 marzo 1962 e vescovo il 6 ottobre 1985. 4 3 Giuseppe Bertello Francesco Coccopalmerio presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato del medesimo Stato presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi Nato a San Giuliano Milanese (Milano), arcidiocesi di Milano, il 6 marzo 1938. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1962 e vescovo il 22 maggio 1993. Nato a Foglizzo (Torino), diocesi di Ivrea, il 1º ottobre 1942. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1966 e vescovo il 28 novembre 1987. 6 5 pe Versaldi, 69 anni, dal settembre 2011 presidente della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede. Otto nuovi porporati, poi, guidano altrettante Chiese locali. Lʼindiano George Alencherry, 67 anni, dal maggio 2011 arcivescovo maggiore della Chiesa siromalabarese; il canadese Thomas Christopher Collins, 65 anni, dal dicembre 2006 arcivescovo di Toronto; il boemo Dominik Jaroslav Duka, 69 anni, domenicano, dal febbraio 2010 arcivescovo di Praga; lʼolandese Willem Jacobus Eijk, 59 anni, dal dicembre 2007 arcivescovo di Utrecht; lʼumbro Giuseppe Betori, 65 anni (diventa il più giovane tra i porporati italiani), dal settembre 2008 arcivescovo di Firenze; lo statunitense Timothy Michael Dolan, 62 anni, dal febbraio 2009 arcivescovo di New York; il tedesco Rainer Maria Woelki, 56 anni (è ora il più giovane nel Sacro Collegio), dal luglio 2011 arcivescovo di Berlino; il cinese John Tong Hon, 73 anni, dal gennaio 2008 coadiutore e dallʼaprile 2009 vescovo di Hong Kong. Quattro infine i non elettori. Sono: il romeno Lucian Mureşan, 81 anni, dal luglio 1994 metropolita di Făgăraş e Alba Iulia e dal dicembre 2005 arcivescovo maggiore della neocostituita omoni- ma Chiesa sui iuris; il belga Julien Ries, 92 anni, celebre storico delle religioni; il maltese Prosper Grech, 87 anni, agostiniano, grande biblista e patrologo; il tedesco Karl Josef Becker, 84 anni, gesuita, illustre teologo della Gregoriana. Per quanto riguarda le “porpore votanti” esse sono state assegnate nella maggioranza dei casi a ecclesiastici che ricoprono incarichi per i quali le norme vigenti e la prassi tradizionale prevedono la nomina cardinalizia: o in Curia (o comunque a Roma), oppure alla guida di sedi episcopali di ormai consolidata tradizione cardinalizia. Tra le nomine che hanno rappresentato uno strappo alla regola, vi sono quelle dei presidenti di dicasteri che, al contrario ad esempio delle Congregazioni, secondo le norme vigenti non prevedono al loro vertice un cardinale (Coccopalmerio e Vegliò) e quelle relative alle sedi per le quali si è derogato alla prassi – applicata rigidamente nel precedente concistoro del 2010 – che prevede di non creare un nuovo cardinale là dove già ne è presente uno con meno di ottantʼanni e quindi con diritto di voto in un eventuale conclave (come Firenze, dove, oltre il cardinale Betori, anche lʼemerito cardinal An- ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 65 C ONCISTORO João Braz de Aviz Edwin Frederick O’Brien prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica pro-gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Nato a Mafra (Stato di Santa Catarina, Brasile), diocesi di Joinville, il 24 aprile 1947. Ordinato sacerdote il 26 novembre 1972 e vescovo il 31 maggio 1994. Nato a New York (Stati Uniti), arcidiocesi di New York, l’8 aprile 1939. Ordinato sacerdote il 29 maggio 1965 e vescovo il 25 marzo 1996. 8 7 Domenico Calcagno Giuseppe Versaldi presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica presidente della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede Nato a Tramontana di Parodi Ligure (Alessandria), arcidiocesi di Genova, il 3 febbraio 1943. Ordinato sacerdote il 25 febbraio 1967 e vescovo il 9 marzo 2002. Nato a Villarboit (Vercelli), arcidiocesi di Vercelli, il 30 luglio 1943. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1967 e vescovo il 26 maggio 2007. 9 tonelli ha meno di ottantʼanni); mentre il cardinalato a Dolan a New York e a Duka a Praga sembra spiegabile col fatto che i rispettivi emeriti compiranno gli ottantʼanni tra breve, nellʼordine il 2 aprile e il 17 maggio. Superata la quota 120, ma per poco Con il concistoro del 18 febbraio il Collegio cardinalizio raggiunge la cifra record di 213 porporati (il primo in cui venne abbattuto il muro delle due centinaia di cardinali fu il concistoro del 2010: allʼepoca erano 203). Gli elettori sono 125, cinque in più del tetto di 120 in vigore dalla promulgazione nel 1975 della costituzione apostolica Romano Pontifici eligendo di Paolo VI (ma Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno più volte derogato a questa norma). Sono invece 88 coloro che già hanno compiuto ottantʼanni e che quindi, in base al motu proprio Ingravescentem aetatem di papa Montini del 1970, non possono partecipare a un eventuale conclave. Nel corso del 2012 saranno comunque altri undici i cardinali che raggiungeranno lʼottantesimo genetliaco. Si tratta del guatemalteco Rodolfo Quezada Toruño (lʼ8 marzo), di Edward M. 66 3OGIORNI - 1/2 - 2012 10 Egan, emerito di New York (il 2 aprile), di Miloslav Vlk, emerito di Praga (17 maggio), dello svizzero Henri Schwery (14 giugno), dello statunitense James F. Stafford (26 luglio), di Gaudencio B. Rosales, emerito di Manila (10 agosto), del britannico Cormac MurphyOʼConnor (24 agosto), del colombiano Pedro Rubiano Sáenz (13 settembre), dellʼafricano Francis Arinze (1° novembre), del campano Renato Raffaele Martino (23 novembre) e del brasiliano Eusébio O. Scheid (8 dicembre). Così, al più tardi a fine luglio, si rientrerà entro il limite di 120 cardinali elettori. I numeri dei cardinali elettori Guardando alla distribuzione dei cardinali elettori per continente si può notare che attualmente dallʼEuropa provengono 67 porporati (più 52 non votanti); dallʼAmerica settentrionale 15 (e 6 non votanti); dallʼAmerica Latina 22 (e 10 non votanti); dallʼAfrica 11 (e 6 non votanti); dallʼAsia 9 (e 11 non votanti); dallʼOceania 1 (e 3 non votanti). I Paesi con più cardinali elettori sono: Italia (30, a cui andrebbero aggiunti i 22 non votanti), seguita dagli Stati Uniti (12); Brasile e Germania (6 cia- È Cristo stesso che edifica la Chiesa uno alla tua sinistra» (Mc 10, 37). Folgorante è la replica di Gesù e inatteso il suo interrogativo: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo?» (v. 38). L’allusione è chiarissima: il calice è quello della passione, che Gesù accetta per attuare la volontà del Padre. Il servizio a Dio e ai fratelli, il dono di sé: questa è la logica che la fede autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria. Giacomo e Giovanni con la loro richiesta mostrano di non comprendere la logica di vita che Gesù testimonia, quella logica che – secondo il Maestro – deve caratterizzare il discepolo, nel suo spirito e nelle sue azioni. E la logica errata non abita solo nei due figli di Zebedeo perché, secondo l’evangelista, contagia anche «gli altri dieci» apostoli che «cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni» (v. 41). Si indignano, perché non è facile entrare nella logica del Vangelo e lasciare quella del potere e della gloria. San Giovanni Crisostomo afferma che tutti gli apostoli erano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia gli altri che hanno invidia di loro (cfr. Commento a Matteo, 65, 4: PG 58, 622). E commentando i passi paralleli nel Vangelo secondo Luca, san Cirillo di Alessandria aggiunge: «I discepoli erano caduti nella debolezza umana e stavano discutendo l’un l’altro su chi fosse il capo e superiore agli altri… Questo è accaduto e ci è stato raccontato per il nostro vantaggio… Quanto è accaduto ai santi Apostoli può rivelarsi per noi un incentivo all’umiltà» (Commento a Luca, 12, 5, 24: PG 72, 912). Questo episodio dà modo a Gesù di rivolgersi a tutti i discepoli e «chiamarli a sé», quasi per stringerli a sé, a formare come un corpo unico e indivisibile con ¬ Il presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Monti con il cardinale Giuseppe Betori, 18 febbraio 2012 scuno); Spagna (5); Francia, India, Messico, Polonia (4 ciascuno); Canada (3). Due cardinali ciascuno hanno poi lʼArgentina, la Gran Bretagna, la Nigeria, il Portogallo e la Svizzera. I porporati appartenenti a ordini religiosi sono 35, di cui 20 elettori. Le congregazioni religiose più rappresentate nel Collegio cardinalizio sono: Gesuiti (8, 2 dei quali elettori); Francescani (7 – 6 frati minori e 1 cappuccino –, 4 dei quali elettori); Salesiani (6, 4 dei quali elettori); Domenicani (3, 2 dei quali elettori); Dehoniani (2, di cui 1 elettore). I cardinali elettori curiali o con altri incarichi residenziali a Roma sono infine complessivamente 44 (il 35% del totale). Sorpasso dei “ratzingeriani” sui “wojtyliani” Classificando i cardinali in base ai Papi che li hanno creati, si può notare che attualmente ce ne sono 4 (tutti non elettori) che devono la porpora a Paolo VI; 132 (di cui 62 elettori) che la devono a Giovanni Paolo II e 79 (63 gli elettori) creati da Benedetto XVI. Come già detto, per la prima volta quindi, seppure di un soffio, i porporati nominati da papa Ratzinger superano quelli nominati da papa Wojtyla. Le porpore di papa Benedetto e quelle di Giovanni XXIII Osservando poi i numeri complessivi dei suoi quattro concistori, si può notare che Benedetto XVI global- ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 67 C ONCISTORO Lui e indicare qual è la strada per giungere alla vera gloria, quella di Dio: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti» (Mc 10, 42-44). mente ha creato 84 porporati, di cui 68 elettori. Tra questi ultimi, gli europei sono 39 (il 57,4%), gli italiani 21 (il 30,9%) e i curiali 29 (il 42,6%). Si tratta di quote più alte di quelle registrate con Giovanni Paolo II (su 210 cardinali elettori da lui creati, gli italiani furono 46, il 21,9%, e i curiali 61, il 29%); con Paolo VI (che nominò 143 porporati tra cui 40 italiani, il 28%, e 40 curiali, il 28%); e anche con Pio XII (tra i suoi 56 cardinali gli italiani furono 14, il 25%, e i curiali 10, il 17,9%). Con papa Pacelli quindi, si è avuta curiosamente una percentuale più bassa di nuovi cardinali curiali rispetto ai suoi successori. Sempre riguardo alla preponderanza di italiani e di curiali nelle creazioni cardinalizie, si può notare invece una certa analogia tra il pontificato di Ratzinger e quello di Giovanni XXIII. Con papa Roncalli infatti i cardinali creati furono 52 e di questi gli italiani arrivarono a essere 22, ben il 42,3%, e i curiali 26, addirittura la metà del totale. 68 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità: queste logiche profondamente contrastanti si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. Non c’è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù: Egli non si limita a indicarla con le parole ai discepoli di allora e di oggi, ma la vive nella sua stessa carne. Spiega infatti: «Anche il Figlio ¬ Africa, America Latina e Asia Nessuna nuova porpora africana nel quarto concistoro di papa Benedetto XVI. Resta il fatto che lʼattuale Papa ha finora concesso al Continente nero 6 “porpore votanti”, lʼ8,8%. Una percentuale maggiore, rispetto a quella dei recenti pontificati: Giovanni Paolo II ne concesse complessivamente 16, il 7,6%, e Paolo VI 12, lʼ8,4%. Il 18 febbraio poi cʼerano tre nordamericani e un solo latinoamericano a ricevere la berretta. Lʼattuale Pontefice ha finora creato 8 cardinali Usa e un canadese (che costituiscono il 13,2% del totale), mentre con solo 7 porpore – il 10,3% – ha “premiato” lʼAmerica Latina meno dei suoi predecessori. Papa Wojtyla ne concesse 35 (il 16,7%) allʼAmerica Latina e 21 (il 10%) al Nord America. Anche papa Montini favorì il Sud del continente americano con 17 porpore, lʼ11,9%, rispetto al Nord (14, il 9,8%). Idem Giovanni XXIII (rispettivamente 6 e 5) e Pio XII (9 e 7). Il motivo È Cristo stesso che edifica la Chiesa George Alencherry Thomas Christopher Collins arcivescovo maggiore di Ernakulam – Angamaly dei Siro-Malabaresi arcivescovo di Toronto Nato a Thuruthy (Stato del Kerala, India), arcieparchia di Changanacherry dei Siro-Malabaresi, il 19 aprile 1945. Ordinato sacerdote il 19 novembre 1972 e vescovo il 2 febbraio 1997. Nato a Guelph (Ontario, Canada), diocesi di Hamilton, il16 gennaio 1947. Ordinato sacerdote il 5 maggio 1973 e vescovo il 14 maggio 1997. 12 11 Dominik Jaroslav Duka, op Willem Jacobus Eijk arcivescovo di Praga arcivescovo di Utrecht Nato a Hradec Králové (Repubblica Ceca), diocesi di Hradec Králové, il 26 aprile 1943. Ordinato sacerdote il 22 giugno 1970 e vescovo il 26 settembre 1998. Nato a Duivendrecht (Paesi Bassi), diocesi di Haarlem – Amsterdam, il 22 giugno 1953. Ordinato sacerdote il 1° giugno 1985 e vescovo il 6 novembre 1999. 13 dellʼesiguo numero di porpore concesso allʼAmerica Latina può individuarsi nellʼostacolo rappresentato dalla presenza in alcune diocesi di emeriti votanti (Bogotá, Rio de Janeiro, Santiago del Cile, São Salvador da Bahia, Quito) o dal fatto che alcuni titolari pur avendo già superato i 75 anni (LʼAvana, Santo Domingo, Buenos Aires) sono ancora in carica. Per quanto riguarda lʼAsia, invece, si nota che degli 8 neocardinali votanti che non hanno incarichi in Curia o a Roma, 2 sono asiatici (lʼindiano George Alencherry e il cinese John Tong Hon), ovvero il 25% del totale. Segno di unʼattenzione crescente verso il continente asiatico. Le cifre dei religiosi Riguardo ai cardinali appartenenti a ordini religiosi, Benedetto XVI ne ha creati finora 11, di cui 6 elettori (lʼ8,8% del totale votanti) e 5 no. I più premiati con tre porpore ciascuno sono stati i Salesiani – tutti votanti – e i Gesuiti, tutti ultraottantenni. Giovanni Paolo II ne fece 49, di cui 38 elettori (il 18,1%) e 11 no; anche con lui i più premiati furono i Gesuiti (7 votanti e 6 no) e i Salesiani (7, tutti votanti), seguiti dai Francescani (5 votanti e 1 14 no) e dai Domenicani (3 votanti e 2 no). Paolo VI creò 17 cardinali religiosi elettori (lʼ11,9%) e premiò in particolare Gesuiti (4), Francescani (3) e Domenicani (2). Giovanni XXIII ne fece 10 (il 19,2%) appartenenti a dieci diverse congregazioni. Lʼetà delle porpore Il cardinale più anziano, infine, rimane il piacentino Ersilio Tonini, 98 anni il 20 luglio, seguito dal romano Fiorenzo Angelini, 96 anni il 1° agosto, e dal toscano Domenico Bartolucci, 95 anni il 7 maggio (altri 12 porporati hanno già superato i 90 anni, e 5 si accingono a farlo nel 2012). Mentre il più giovane, come già detto, è la new entry Woelki di Berlino, 56 anni il 18 agosto. Dopo di lui le porpore più verdi sono quelle del suo conterraneo Reinhard Marx (59 anni il 21 settembre), del neocreato olandese Eijk (59 anni il 22 giugno) e dellʼungherese Péter Erdö (60 anni il 25 giugno). A fine febbraio, poi, altri 12 cardinali raggiungono i 65 anni. A parte quelli più giovani, degli altri, considerati per fasce di età, in 31 hanno un età compresa tra 65 e 70 anni; in 22 tra 70 e 75; in 56 tra 75 e 80. 3OGIORNI - 1/2 - 2012 69 C ONCISTORO dell’uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti» (v. 45). Queste parole illuminano con singolare intensità l’odierno concistoro pubblico. Esse risuonano nel profondo dell’anima e rappresentano un invito e un richiamo, una consegna e un incoraggiamento specialmente per voi, cari e venerati fratelli che state per essere annoverati nel Collegio cardinalizio. Secondo la tradizione biblica, il Figlio dell’uomo è colui che riceve il potere e il dominio da Dio (cfr. Dn 7,13s). Gesù interpreta la sua missione sulla terra sovrapponendo alla figura del Figlio dell’uomo quella del Servo sofferente, descritto da Isaia (cfr. Is 53,1-12). Egli riceve il potere e la gloria solo in quanto «servo»; ma è servo in quanto accoglie su di sé il destino di dolore e di peccato di tutta l’umanità. Il suo servizio si attua nella fedeltà totale e nella responsabilità piena verso gli uomini. Per questo la libera accettazione della sua morte violenta diventa il prezzo di liberazione per molti, diventa l’inizio e il fondamento della redenzione di ciascun uomo e dell’intero genere umano. Cari fratelli che state per essere annoverati nel Collegio cardinalizio! Il dono totale di sé offerto da Cristo sulla croce sia per voi principio, stimolo e forza per una fede che opera nella carità. La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo «in Cristo», risponda alla sua logica e non a quella del mon- Giuseppe Betori Timothy Michael Dolan arcivescovo di Firenze arcivescovo di New York Nato a Foligno (Perugia), diocesi di Foligno, il 25 febbraio 1947. Ordinato sacerdote il 26 settembre 1970 e vescovo il 6 maggio 2001. Nato a Saint Louis (Missouri, Stati Uniti), arcidiocesi di Saint Louis, il 6 febbraio 1950. Ordinato sacerdote il 19 giugno 1976 e vescovo il 15 agosto 2001. 15 Rainer Maria Woelki John Tong Hon arcivescovo di Berlino vescovo di Hong Kong Nato a Colonia (Germania), arcidiocesi di Colonia, il 18 agosto 1956. Ordinato sacerdote il 14 giugno 1985 e vescovo il 30 marzo 2003. Nato a Hong Kong (Repubblica Popolare Cinese), diocesi di Hong Kong, il 31 luglio 1939. Ordinato sacerdote il 6 gennaio 1966 e vescovo il 9 dicembre 1996. 17 70 16 3OGIORNI - 1/2 - 2012 18 È Cristo stesso che edifica la Chiesa do, sia illuminata dalla fede e animata dalla carità che provengono a noi dalla Croce gloriosa del Signore. Sull’anello che tra poco vi consegnerò, sono raffigurati i santi Pietro e Paolo, con al centro una stella che evoca la Madonna. Portando questo anello, voi siete richiamati quotidianamente a ricordare la testimonianza che i due Apostoli hanno dato a Cristo fino alla morte per martirio qui a Roma, fecondando così la Chiesa con il loro sangue. Mentre il richiamo alla Vergine Maria, sarà sempre per voi un invito a seguire colei che fu salda nella fede e umile serva del Signore. Concludendo questa breve riflessione, vorrei rivolgere il mio cordiale saluto e ringraziamento a tutti voi presenti, in particolare alle delegazioni ufficiali di vari Paesi e alle rappresentanze di numerose diocesi. I nuovi cardinali, nel loro servizio, sono chiamati a rimanere sempre fedeli a Cristo, lasciandosi guidare unicamente dal suo Vangelo. Cari fratelli e sorelle, pregate perché in essi possa rispecchiarsi al vivo il nostro unico Pastore e Maestro, il Signore Gesù, fonte di ogni sapienza, che indica la strada a tutti. E pregate anche per me, affinché possa sempre offrire al Popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa. Amen! sabato, 18 febbraio 2012 Benedetto XVI Lucian Mureşan Julien Ries arcivescovo maggiore di Făgăraş e Alba Iulia dei Romeni sacerdote della diocesi di Namur e professore emerito di Storia delle religioni presso l’Università Cattolica di Louvain Nato a Ferneziu (Romania), eparchia di Maramureş, il 23 maggio 1931. Ordinato sacerdote il 19 dicembre 1964 e vescovo il 27 maggio 1990. Nato ad Arlon (Belgio), diocesi di Namur, il 19 aprile 1920. Ordinato sacerdote il 12 agosto 1945 e vescovo l’11 febbraio 2012. 19 20 Prosper Grech, osa Karl Josef Becker, sj docente emerito di varie Università romane e consultore della Congregazione per la Dottrina della fede docente emerito della Pontificia Università Gregoriana e consultore della Congregazione per la Dottrina della fede Nato a Birgu (Malta), arcidiocesi di Malta, il 24 dicembre 1925. Ordinato sacerdote il 25 marzo 1950 e vescovo l’8 febbraio 2012. Nato a Colonia (Germania), arcidiocesi di Colonia, il 18 aprile 1928. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1958. 21 22 3OGIORNI - 1/2 - 2012 71 L a Q.S.A. Srl e l’ ITALSERVIZI Srl sono società di servizi alle aziende per la sicurezza e la salute dei lavoratori, promosse da un gruppo di medici specialisti in medicina del lavoro, che progettano e realizzano sistemi di gestione aziendale di sicurezza sul lavoro comprendenti la sorveglianza sanitaria, le indagini ambientali per i rischi da sostanze chimiche, fisiche e biologiche e tutti gli obblighi previsti dal D. Lgs. 81/2008. Q.S.A. e ITALSERVIZI forniscono la loro consulenza ad oltre 200 aziende distribuite in tutto il territorio nazionale attraverso unità mobili di Medicina del Lavoro dotate di tutte le apparecchiature strumentali necessarie e sono supportate nelle loro attività da docenti delle Università “La Sapienza”, “Tor Vergata”, “Cattolica” di Roma e dell’Università di Pisa. I loro clienti principali sono l’Agenzia delle Entrate, l’Agip Petroli, la Confcooperative, la Coop, la Televisione Sat2000, la Finmeccanica, il Comitato Tecnico Paritetico della Cassa Edile di Roma e Provincia, l’Accademia Nazionale dei Lincei e l’Italgas. Q.S.A. e ITALSERVIZI organizzano, con l’Università La Sapienza, i corsi di idoneità allo svolgimento delle funzioni di Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione e Addetto al Servizio Prevenzione e Protezione ai sensi del 195/03. Q.S.A. e ITALSERVIZI sono iscritte all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche del Ministero dell'Istruzione, dell'Universita e della Ricerca. La Q.S.A. è certificata ISO 9001:2000 BVQI dal 24.11.2004. Via F. Antolisei, 25 • 00173 Roma Tel. 06.72996391/2 • 06.7230065 Fax 06.7235273 • 1782202852 QSA Qualità Salute Italservizi s.r.l. Ambiente E-mail: [email protected] Medicina del lavoro • Indagini ambientali • Sicurezza del lavoro • Analisi cliniche • Visite specialistiche • Corsi di Formazione Spicchi Spicchi Spicch 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3 Concistoro/1 vanni 19, 26)”. E chiediamo a Lei, Madre nostra, che venga ad abitare con noi». «Quello che ci tiene alla larga dall’arroganza e dalla superbia del trionfalismo è il riconoscimento di ciò che ci ha insegnato papa Paolo VI nella Evangelii nuntiandi: la Chiesa stessa ha sempre bisogno di essere evangelizzata! Ciò ci dà l’umiltà di ammettere che nemo dat quod non habet, che la Chiesa ha il profondo bisogno di una conversione interiore». È uno dei passaggi della relazione tenuta il 17 febbraio dall’arcivescovo di New York, cardinale Timothy Michael Dolan, che ha introdotto la giornata di preghiera e riflessione convocata dal Papa per i membri del Collegio cardinalizio e i nuovi cardinali in occasione del concistoro del 18 febbraio. Di seguito, accennando all’importanza della gioia cristiana, ha raccontato: «Un malato terminale di Aids alla casa Dono della Pace tenuta dalle Missionarie della Carità, nell’arcidiocesi di Washington del cardinale Donald Wuerl, ha chiesto il battesimo. Quando il sacerdote gli ha chiesto una espressione di fede lui ha mor morato: “Quello che so è che io sono infelice, e le suore invece sono molto felici anche quando le insulto e sputo loro addosso. Ieri finalmente ho chiesto loro il motivo della loro felicità. Esse hanno risposto: ‘Gesù’. Io voglio questo Gesù così posso essere felice anche io”. Un autentico atto di fede, vero?». E, terminando la sua relazione, il presule ha ricordato: «Grazie a voi, Santo Padre e confratelli, per aver sopportato il mio italiano primordiale. Quando il cardinale Bertone mi ha chiesto di parlare in italiano, mi sono preoccupato perché io parlo italiano come un bambino. Chiesa/1 Il cardinale Dolan: come bambini per dire la fede al mondo 74 Il nunzio Viganò incontra Obama Lasciate che i bambini vengano a me, Carl Vogel von Vogelstein, Galleria d’arte moderna, Firenze Ma poi ho ricordato quando, da giovane prete fresco di ordinazione, il mio primo pastore mi disse mentre andavo a fare catechismo ai bambini di sei anni: “Ora vedremo che fine farà tutta la tua teologia e se riesci a parlare della fede come un bambino!”. E forse conviene concludere proprio con questo pensiero: abbiamo bisogno di dire di nuovo come un bambino la eterna verità, la bellezza e la semplicità di Gesù e della sua Chiesa». L’intervento del porporato è stato riportato dall’Osservatore Romano del 18 febbraio con il titolo Come bambini per dire la fede al mondo. Concistoro/2 Il cardinale Filoni: «È Gesù che ci mette sotto la protezione della Madonna» Il 19 febbraio, all’inizio della celebrazione eucaristica con i nuovi cardinali, creati nel conMaria e Giovanni ai piedi della croce, particolare della Crocifissione, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova 3OGIORNI - 1/2 - 2012 cistoro del 18 febbraio, Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, primo della lista dei nuovi porporati, ha rivolto un indirizzo di omaggio al Santo Padre. Questa la conclusione riportata sull’Osservatore Romano del 20-21 febbraio: «Poniamo il nostro servizio cardinalizio sotto la protezione di Maria Madre della Grazia; anzi è Cristo stesso che, dall’alto della croce, ci mette sotto la Sua materna protezione: “Donna, ecco tuo figlio! (Gio- L’Osservatore Romano del 6-7 febbraio ha dato notizia dell’avvenuto «inizio della missione del nunzio apostolico negli Stati Uniti» l’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Nell’articolo si spiega che il 18 gennaio il nuovo nunzio ha incontrato, presso lo Studio Ovale della Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il quale «lo ha ricevuto molto amabilmente, pregandolo subito di trasmettere i suoi saluti a Sua Santità insieme ai migliori auguri per la sua alta missione. Il presidente ha poi sottolineato la sua stima per l’opera della Chiesa cattolica, non solo negli Stati Uniti d’America, ma nel mondo intero. In particolare, ha rilevato come la voce del Santo Padre e l’attenzione della Chiesa cattolica per quanti sono afflitti dalla povertà, dalla fame e dalle guerre, rendano la Santa Sede un importante partner degli Stati Uniti». ¬ hi Spicchi Spicchi Spicchi 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI Il centro della confessione non è il nostro peccato, ma la misericordia di Dio A fine gennaio, presso il santuario della Santa Casa di Loreto, si è svolto il terzo simposio per penitenzieri, organizzato dal Centro Studi Lauretani. Pubblichiamo stralci dell’intervento di monsignor Gianfranco Girotti, vescovo reggente della Penitenzieria Apostolica, apparso sull’Osservatore Romano del 28 gennaio. «Mi ha sempre colpito l’atteggiamento che il santo Curato d’Ars aveva con i vari penitenti. Chi veniva al suo confessionale attratto da un intimo e umile bisogno del perdono di Dio, trovava in lui l’incoraggiamento a immergersi nel “torrente della divina misericordia” che trascina via tutto nel suo impeto. E se qualcuno era afflitto al pensiero della propria debolezza e incostanza, timoroso di future ricadute, egli gli rivelava il segreto di Dio con un’espressione di toccante bellezza: “Il buon Dio sa tutto. Prima ancora che voi vi confessiate, sa già che peccherete ancora e tuttavia vi perdona. Come è grande l’amore del nostro Dio che si spinge fino a dimenticare volontariamente l’avvenire, pur di perdonarci!”. Sappiamo che il Curato d’Ars, nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire, con la capacità dell’ascolto, l’amore misericordioso del Signore. Ciò che importa di più nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione è l’incontro personale con Cristo salvatore e, in lui, con il Padre misericordioso. A questa luce dovremmo forse rivedere molte incrostazioni e sovrastrutture riguardo a certi modi d’intendere e di celebrare il sacramento della Riconciliazione. Non è forse vero che a volte la confessione assume il volto di un tribunale dell’accusa, piuttosto che di una festa del perdono? Non è forse vero che talvolta il dialogo penitenziale assume toni inquisitori, o comunque poco delicati? Un certo modo di intendere il sacramento della Riconciliazione ha condotto, infatti, a sopravvalutare unilateralmente il momento dell’accusa e la lista dei peccati, con il risultato di relegare in secondo piano ciò che – invece – è assolutamente centrale nell’ascolto dei peccati, cioè l’abbraccio benedicente del Padre misericordioso. Troppe volte noi consideriamo prima il peccato e poi la grazia. E invece prima di tutto c’è il gratuito di Dio, c’è il suo amore misericordioso, senza confini. Al centro della celebrazione sacramentale non sta il nostro peccato, al centro del sacramento sta la misericordia di Dio, che è infinitivamente più grande d’ogni nostro peccato [...]. Il sacramento della Penitenza non è una “psicanalisi”; è un sacramento, un segno efficace di perdono a chi è pentito, non a chi ha deliberato di sottoporsi all’analisi o alla cura della sua psiche. Il confessore sa che Dio solo scruta fino in fondo al cuore e che l’oggettivo giudizio e il dono della misericordia appartengono a Lui, che originariamente assolve e della cui grazia il confessore è soltanto portatore. Ciò che importa di più non è l’a- Il ritorno del figliol prodigo, Rembrandt, acquaforte, Pierpont Morgan Library, New York nalisi e la confessione, ma il pentimento che risiede nell’anima [...]. Occorre sempre tener presente che il confessore non deve mai manifestare stupore, qualunque sia la gravità dei peccati accusati dal penitente; mai deve pronunziare parole che suonino di condanna alla persona, anziché al peccato, mai deve inculcare terrore anziché timore, mai deve indagare su aspetti della vita del penitente, la cui conoscenza non sia necessaria per la valutazione dei suoi atti, mai deve usare termini che ledano anche solo la finezza del sentimento, anche se, propriamente parlando, non violano la giustizia e la carità; mai un sacerdote deve mostrarsi impaziente e geloso del suo tempo, mortificando il penitente con l’invito a far presto (salva l’ipotesi in cui l’accusa venga fatta con inutile verbosità) [...]. In conclusione “accoglienza e verità” dovrebbero distinguere l’attitudine del confessore – che è giudice, medico e maestro per conto della Chiesa – in quello che è un momento di riconciliazione con Dio. E ogni sacerdote che siede in confessionale deve essere immagine della mitezza di Cristo, perché, mettendo il penitente in rapporto con il cuore misericordioso di Dio, attraverso il suo volto mite e amico, egli riscopra con gioia e fiducia questo sacramento e comprenda sempre più che l’amore che Dio ha per noi non si arresta di fronte al nostro peccato, non indietreggia dinanzi alle nostre offese». 3OGIORNI - 1/2 - 2012 75 Spicchi Spicchi Spicch 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3 Chiesa/2 Il nuovo patriarca di Venezia: anzitutto la preghiera Quali sono i suoi programmi per la nuova missione? «Innanzitutto pregare». Così ha detto il nuovo patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, in un’intervista rilasciata all’Avvenire del 1° febbraio. Nella stessa intervista, alla domanda su come avesse Francesco Moraglia accolto tale nomina, avvenuta il giorno precedente, ha risposto: «La prima sensazione è stata quella di trovarsi “proiettato” in una situazione totalmente nuova, per cui mi era impossibile anche solamente “immaginarmi” il futuro. Per questo posso dire di aver accolto la nomina con un po’ di trepidazione. Ma poi, di fronte al Signore, mi sono detto: con Lui, col Suo aiuto, tutto diventa possibile». La Chiesa non deve voler essere sole, ma deve rallegrarsi di essere luna «Anche alla luce di quanto sopra esposto, si capisce facilmente perché, nella presentazione che il cardinale Kasper fa dell’ecclesiologia cattolica, il pensiero ecclesiologico del Concilio Vaticano II compaia un po’ come un filo conduttore. Ciò traspare soprattutto dal fatto che il suo approccio ecclesiologico prende sul serio il titolo della Costituzione dogmatica sulla Chiesa. Infatti, secondo l’ecclesiologia conciliare, Lumen gentium non è la Chiesa, ma è Cristo, luce dei popoli, e la Chiesa è solo il suo riflesso, ovvero è il segno e lo strumento di Dio, che si è rivelato in maniera definitiva in Gesù Cristo. La Chiesa, pertanto, non deve voler essere sole, ma deve rallegrarsi di essere luna, di ricevere tutta la sua luce dal sole e di farla risplendere dentro la notte. Come la luna non ha luce in sé, ma riflette quella luce che le viene dal sole, così anche la Chiesa può trasmettere e far risplendere nella notte dell’umanità solo quella luce che ha ricevuto da Cristo. Il libro del cardinale Kasper sulla Chiesa cattolica è al servizio del coerente dispiegarsi di un’ecclesiologia lunare». Così il cardinale Kurt Koch (presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani e della Commissione per le Relazioni religiose con l’ebraismo) ha scritto in una recensione del libro del cardinale Walter Kasper (presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani) Chiesa cattolica. Essenza – Realtà – Missione (Queriniana, Brescia 2012, 584 pp., euro 35,00), pubblicata sull’Osservatore Romano del 27 gennaio. La recensione del cardinale Koch si conclude in questo modo: «Il cardinale Kasper sa che il rinnovamento spirituale della Chiesa, di cui oggi abbiamo tanto bisogno, sarà “possibile solo mediante una nuova Pentecoste”. Come è avvenuto allora, quando i discepoli si sono riuniti insieme alle donne che avevano seguito Gesù e hanno pregato incessantemente e unanimeCristo rappresentato nelle sembianze di Helios (il Sole), Necropoli Vaticana, nei pressi della tomba di Pietro 76 3OGIORNI - 1/2 - 2012 mente per la venuta dello Spirito Santo, così anche oggi una nuova Pentecoste potrà essere preparata soltanto tramite una preghiera intensa, poiché “la Chiesa del futuro sarà soprattutto una Chiesa di oranti” (p. 550). Difatti, la preghiera è il luogo dove ha origine quella gioia per Dio che il libro veterotestamentario di Neemia definisce come “la nostra forza”. Solo da questa gioia per Dio può crescere anche la gioia per la Chiesa, che non è quel tipo di gioia che noi stessi ci procuriamo e che quindi ha raramente consistenza. La gioia vissuta nella fede cristiana è quella gioia che, in ultima analisi, può donarci soltanto lo Spirito. Tale gioia è il segno distintivo di ogni realtà cristiana al punto che possiamo dire: là dove c’è mancanza di gioia e depressa irritabilità, lo Spirito di Gesù non è sicuramente all’opera». L’articolo del presule è stato pubblicato con il titolo Ecclesiologia lunare. hi Spicchi Spicchi Spicchi 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI va ad affrontare le scelte che Stati Uniti e Gran Bretagna dovettero fronteggiare più di sessant’anni fa”, dice Gideon Rose, direttore di Foreign Affairs. “Anche Israele ammetterà, si spera, che è impossibile garantirsi la sicurezza assoluta nell’era nucleare, e che se non sarà in grado di ritardare o danneggiare i programmi nucleari dei suoi nemici, la dissuasione è meno disastrosa di una guerra preventiva”». Iniziato il processo di beatificazione di don Luigi Giussani Il 22 febbraio, settimo anniversario della morte, è stata presentata la richiesta di inizio del processo di beatificazione di don Luigi Giussani. Don Matteo Fabbri, vicario della Prelatura dell’Opus Dei, ha commentato la notizia con una nota che pubblichiamo integralmente: «L’annuncio dell’inizio del processo di beatificazione di monsignor Luigi Giussani è fonte di grande gioia e ci fa essere grati a Dio. Egli seppe mostrare con le sue parole e il suo esempio che in Cristo trovano compimento tutte le aspirazioni umane, avvicinando alla fede molti giovani, famiglie e persone di ogni tipo. Sono numerosi coloro che devono la scoperta della loro vocazione a don Giussani. Ancora oggi il suo messaggio, incentrato sulla bellezza della vita cristiana, porta e continua a portare fecondi frutti apostolici in tutta la Chiesa, come è stato evidente nella splendida concelebrazione di ieri sera, in Duomo a Milano, alla quale ho avuto l’onore di partecipare». Medio Oriente Iran Le voci di un attacco militare Usa contro la Siria? Sarebbero solo un bluff. È quanto afferma in un’intervista al Corriere della Sera del 9 febbraio Patrick Seale, giornalista britannico esperto di Medio Oriente e, in particolare, di Siria. Così si legge sul quotidiano di via Solferino: «Il ritiro dall’Iraq; l’impegno da dieci anni in Afghanistan; i continui raid in Pakistan, Yemen, Somalia, Africa Orientale. Washington taglia i costi della Difesa e sposta l’attenzione sulla regione Asia – Pacifico per contenere la Cina. Creda, quelle voci sono un bluff: nessuno è pronto a mettere un dito in un conflitto che incendierebbe l’intera regione. L’ha detto anche la Turchia: sarebbe una vera catastrofe». «Gli ufficiali israeliani ci spiegano che noi americani non possiamo capire i loro timori: l’Iran rappresenta una minaccia esistenziale per il loro Paese. Ma in realtà li capiamo benissimo, perché anche noi abbiamo dovuto affrontare un’esperienza molto simile. Dopo la Seconda guerra mondiale, quando l’Unione Sovietica si dotò dell’arma atomica, gli Stati Uniti furono invasi da un panico che si trascinò per anni. Tutto quello che Israele dice oggi dell’Iran noi lo abbiamo detto dell’Unione Sovietica. L’Urss rappresentava ai nostri occhi un regime estremista e rivoluzionario, contrario a tutti i nostri valori, deciso a rovesciare i governi occidentali per instaurare il co- Per la Turchia attaccare la Siria sarebbe una catastrofe La dissuasione è meno disastrosa di una guerra preventiva Collegio cardinalizio La morte di Bevilacqua. Gli ottant’anni di Saraiva e Zen. Creati 22 nuovi porporati munismo globale. Per noi Mosca era irrazionale, aggressiva e totalmente sprezzante della vita umana. Proprio come oggi Israele sta apertamente considerando azioni militari preventive contro l’Iran, molti in Occidente sollecitavano simili interventi contro Mosca sul finire degli anni Quaranta». Sono parole dell’autorevole giornalista statunitense Fareed Zakaria in un articolo apparso sul Corriere della Sera del 19 febbraio. Così conclude il testo: «Nel corso dell’ultimo decennio, ci sono stati migliaia di attentatori suicidi di origine saudita, egiziana, libanese, palestinese e pakistana, ma non un solo attacco è stato portato a termine da un cittadino iraniano. Anche se riuscisse a dotarsi di un ordigno nucleare rudimentale nei prossimi anni, siamo sicuri che l’Iran voglia lanciare per primo un attacco suicida? “Israele si tro- Il 31 gennaio è morto il cardinale Anthony Joseph Bevilacqua, 88 anni, dal 1987 al 2003 arcivescovo di Philadelphia. Hanno poi compiuto ottant’anni i cardinali José Saraiva Martins (il 6 gennaio) e Joseph Zen (il 13 gennaio). Curia Nomine alla Penitenzieria, ai Vescovi, ai Religiosi e alla Rota Romana Il 5 gennaio l’arcivescovo portoghese Manuel Monteiro de Castro, 74 anni, è stato nominato penitenziere maggiore; dal 2009 era segretario della Congregazione per i Vescovi. L’11 gennaio l’arcivescovo toscano Lorenzo Baldisseri, 71 anni, è stato nominato segretario della Congregazione per i Vescovi; dal 2002 era nunzio in Brasile. Il 25 gennaio il monsignore tedesco Udo Breitbach, 52 anni, è stato nominato sottosegretario nel medesimo dicastero. Il 17 dicembre suor Nicoletta Vittoria Spezzati, 63 ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 77 Spicchi Spicchi Spicch 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3 anni, originaria di San Severo (Foggia), è stata nominata sottosegretario della Congregazione per i Religiosi. Dal 2006 era officiale del dicastero. Il 30 dicembre Benedetto XVI ha nominati due nuovi uditori del Tribunale della Rota Romana. Si tratta dell’italiano don Davide Salvatori, 40 anni, finora vicario giudiziale aggiunto presso il Tribunale ecclesiastico regionale Flaminio di Bologna, e del salesiano tedesco Markus Graulich, 47 anni, finora promotore di giustizia presso il Supremo Tribunale della Segnatura apostolica. Italia Nomine a Venezia, Cagliari, Cassano all’Ionio e Roma Il 9 dicembre monsignor Nunzio Galantino, 63 anni, è stato nominato vescovo di INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Cassano all’Ionio, in Calabria. Originario di Cerignola in Puglia, nel 1972 è stato ordinato sacerdote per l’omonima diocesi. Dal 2004 è responsabile del Servizio nazionale per gli studi superiori di Teologia e di Scienze religiose della Cei. Il 31 gennaio il vescovo di La Spezia Francesco Moraglia, 54 anni, è stato promosso patriarca di Venezia. Sempre il 31 gennaio il vescovo di Sora Filippo Iannone, 54 anni, carmelitano, è stato nominato vicegerente di Roma. Nella stessa data i monsignori Matteo Maria Zuppi, 56 anni, e Lorenzo Leuzzi, 56 anni, sono stati nominati ausiliari di Roma. Il 25 febbraio monsignor Arrigo Miglio, 70 anni a luglio, dal 1999 vescovo di Ivrea (e nei precedenti 7 anni vescovo di Iglesias), è stato promosso arcivescovo di Cagliari. Diplomazia Nuovi nunzi nei Paesi Bassi, Armenia, Trinidad, Argentina, Brasile, Zambia, Isole Salomone e Ruanda Il 15 dicembre l’arcivescovo francese André Dupuy, 72 anni, è stato nominato nunzio apostolico nei Paesi Bassi. Dal 2005 era rappresentante pontificio presso l’Unione europea e dal 2006 presso il Principato di Monaco. Sempre il 15 dicembre l’arcivescovo eletto Marek Solczynski, 50 anni, nominato nunzio in Georgia il 26 novembre, è stato designato anche rappresentante pontificio in Armenia. Il 21 dicembre l’arcivescovo Nicola Girasoli, 54 anni, nominato nunzio in vari Paesi delle Antille il 29 ottobre, è stato nominato rappresentante pontificio anche in Trinidad e Tobago e nelle Barbados. Il 5 gennaio l’arcivescovo svizzero Emil Paul Tscherrig, 65 anni, è stato nominato nunzio apostolico in Argentina; dal 2008 era rappresentante in Scandinavia. Il 27 gennaio sono stati nominati nuovi nunzi i monsignori Julio Murat (turco, 50 anni, destinato alla rappresentanza in Zambia), Santo Gangemi (siciliano, 50 anni, destinato alle Isole Salomone), Luciano Russo (campano, 49 anni), al quale il 16 febbraio è stata assegnata la rappresentanza pontificia in Ruanda. Il 10 febbraio l’arcivescovo campano Giovanni d’Aniello, 57 anni, è stato nominato nuovo nunzio in Brasile; dal 2010 era rappresentante pontificio in Thailandia. q solo belltron scandisce il tempo e unisce le persone only belltron keeps people together and on time with the sound of “bells” • seul belltron rythme le temps et rassemble les cens • solo belltron marca el tiempo y une a las personas The Worldwide Sound of Bells and Voices www.belltron.com • Tel.: +39.0861.753521 Chiesa Testimonianze Il vescovo e l’elemosina del cardinale Roger Etchegaray ui chiamato tanti anni or sono a Roma per dare pubblica testimonianza della mia “vita quotidiana di vescovo” in un incontro al Centre SaintLouis de France. Da sei anni guidavo la diocesi di Marsiglia, dove m’aveva voluto papa Paolo VI. Ero stato ordinato vescovo nella Cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, il 27 maggio del 1969 e quel giorno a Roma volli iniziare la mia testimonianza proprio rileggendo ai presenti, ma con l’intento di ravvivarli ancora nel mio cuore, gli impegni espressi nel rituale dell’ordinazione. Questi impegni sono sempre con me. Egualmente ho sempre considerato come mio “ordine di F 80 3OGIORNI - 1/2 - 2012 missione” – anche per una coincidenza di date – l’esortazione apostolica di Paolo VI indirizzata a tutti i vescovi a cinque anni dalla chiusura del Concilio [la Quinque iam anni dell’8 dicembre 1970, ndr]. Papa Paolo VI ci chiedeva di considerare il grave e urgente dovere di annunciare la Parola di Dio al popolo, perché esso crescesse nella fede e nell’intelligenza del messaggio cristiano e testimoniasse con la vita la salvezza di Gesù Cristo. «Dovevamo essere», chiedeva il Papa, «risoluti a che nessun impedimento arrestasse quell’onda abbondante di grazie celesti che oggi allieta la Città di Dio». Gli uomini attendo- no, così s’esprimeva Paolo VI, «non un surplus di parole ma una parola consonante a una vita più evangelica». Ecco, riprenderò per voi quella mia testimonianza di allora, e cercherò con voi di riviverla, sempre chiedendomi, come feci allora, se come vescovo (e ormai novantenne!) sono stato almeno a sufficienza in ascolto della Parola di Dio, e se sempre coraggiosamente ho testimoniato il mio Signore. Il vescovo nella sua Chiesa particolare… Ogni vescovo sa di dover essere al servizio della Chiesa “particolare” e della Chiesa “universale”, Nella pagina accanto, a sinistra, Roger Etchegaray con Paolo VI durante il primo Sinodo dei vescovi dopo il Concilio, nell’autunno 1967; a destra, in occasione dell’ingresso solenne a Marsiglia come arcivescovo, 16 gennaio 1971 qui accanto, il cardinale Etchegaray durante una festa in una parrocchia di Marsiglia della preghiera come si usa chiamarle. Mi sono sempre sentito a disagio con la latente dicotomia presente in tale definizione, parendomi essa inadeguata. “Particolare” e “universale” sono categorie di per sé insufficienti, che per sussistere fanno infatti appello alla luce di una realtà che le ricomprenda, cioè la cattolicità della Chiesa. Cattolicità che il Vaticano II esprime in maniera sorprendente allorché dichiara che è a partire dalle Chiese particolari che esiste la Chiesa, «in quibus et ex quibus una et unica Ecclesia catholica exsistit», dice la Lumen gentium al n. 23. Per certe ragioni storiche e giuridiche noi abbiamo un po’ troppo “spazializzato”… Agli occhi di un vescovo dei primi secoli la Chiesa è infatti in primo luogo locale: non in senso geografico o cartografico, ma nel suo senso vitale, laddove attorno al vescovo una porzione del popolo di Dio vede nell’Eucaristia la manifestazione più piena e autentica del mistero della Chiesa. La mia diocesi si riduceva di fatto a Marsiglia e alla vicina periferia, eppure era facile scoprirne il carattere cosmopolita, per la presenza in così poco spazio di minoranze tanto importanti quanto l’ebraica, l’islamica e l’armena ortodossa; e anche i cattolici marsigliesi di “maggioranza” godevano della caratteristica di vivere in quella che era stata chiamata “l’Atene dell’Occidente”, evangelizzata alle origini del cristianesimo, e che aveva dato alla Chiesa un papa, Urbano V. Anche a Marsiglia in quegli anni la secolarizzazione era già potente: la pratica domenicale oscillava tra il 12 per cento di alcune parrocchie e lo 0,5 dei quartieri degli operai. Caratteristiche, queste, che non credo dissimili da quelle che vivono molti vescovi nel mondo che oggi definiamo “globale”, disegnato dai flussi incessanti della mobilità umana. E che cosa pensa la gente di quello che il vescovo fa nella sua Chiesa particolare? Il padre Bouyer, nel suo libro L’Église de Dieu, scriveva che il vescovo d’oggi «ordina dei sacerdoti per renderli idonei a funzioni apostoliche che di fatto, per la maggior parte, lui stesso non compie più… Le funzioni del governo materiale arrivano sovente a occupare tre quarti del proprio tempo». Ma in tale descrizione, pur non esistendo per me la “giornata tipo”, non ritrovavo molto di quanto vivevo abitualmente: tutte le giornate iniziavano con la preghiera e si concludevano nel silenzio dell’ado- ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 81 Chiesa Testimonianze Gesù risorto e gli apostoli in Galilea, scultura policroma del XIV secolo, coro della Cattedrale di Notre-Dame, Parigi Infine – è l’ultimo punto ma è il primo! – il posto centrale nella vita e nel ministero di un vescovo lo detiene l’Eucaristia. Essa fonda e nutre la vera comunione, poiché tutti i particolarismi arretrano di fronte a cristiani che affermano la loro speranza nel ritorno glorioso del Signore. L’Eucaristia è il luogo dove si rivela pienamente la gratuità dell’amore del Signore. La verità dell’uomo è in questa azione della grazia 82 3OGIORNI - 1/2 - 2012 Il vescovo e l’elemosina della preghiera razione eucaristica, in cui tutti i frammenti sparsi di una giornata si ricomponevano e ritrovavano la speranza pasquale. La mia vita in diocesi era fatta di contatti e comunicazioni personali e questo, in una città mediterranea, comporta il rischio di esser troppo esposti e di lasciarsi divorare… Ci si deve difendere un po’, senza imporsi però una rigidezza che non lasci spazio alcuno all’imprevisto. Così, ogni settimana mi concedevo un’intera mattinata per ricevere chiunque volesse vedermi, senza bisogno d’appuntamento e di “selezione”. Vi assicuro che da questi incontri ho imparato tanto. A proposito dei sacerdoti della mia diocesi. Viviamo tempi in cui un vescovo deve investire il proprio tempo a vantaggio dei suoi preti. Essi sono posti sul crinale della doppia evoluzione del mondo e della Chiesa, e hanno bisogno della presenza e del conforto innanzitutto del loro vescovo. Io dovevo evitare che il vescovo e il suo consiglio episcopale si affannassero nel labirinto sempre più complicato delle no- mine, che cercavano di soddisfare i bisogni oggettivi della Chiesa locale e le aspirazioni dei singoli, tenendo inoltre conto delle consultazioni con le équipe di sacerdoti e i gruppi di militanti... Ancora oggi mi domando se le questioni infraecclesiali non stiano assorbendo troppo le forze del vescovo a scapito del suo lavoro apostolico e di ripresa sempre nuova del Vangelo. Quanto alla relazione con i poteri pubblici o “forti”, a Marsiglia non partecipavo che con parsimonia agli eventi ufficiali, e non era per un atteggiamento di marcato distacco o per una riserva “ostile” verso il potere temporale, ma semplicemente per depotenziare ogni possibile ambiguità attorno al significato spirituale del mio ministero episcopale. Di contro, ho mantenuto una tradizione tutta marsigliese: la messa votiva che si celebra dal 1722, a seguito della peste di quell’anno, e che da allora, per la festa del Sacro Cuore di Gesù, raduna le autorità cittadine: ne ho sempre approfittato per fare un’omelia su qualche aspetto che interessasse chi ha la responsabilità di guidare la politica, l’economia o la società. Comunque, ho sempre volentieri incontrato, in privato, chiunque avesse un incarico pubblico ma fosse portato dalla fede a cercare di approfondire la propria vita cristiana. … e nella Chiesa universale Quando si diventa vescovi si entra nella comunione dei vescovi. Non posso esercitare il mio ministero episcopale che dentro un “noi”, che solo può dare un senso, altrimenti patologico, all’“io”. Ma questo legame mutuo e comunitario, che cosa vuol dire per me? Partendo da un livello più basso, potremmo definirlo, seguendo la Lumen gentium, come «affectus episcopalis», che a me vescovo di Marsiglia pareva realizzarsi primariamente con i vescovi viciniori, quelli di Aix-enProvence e poi quelli della mia regione Provence-Méditerranée; e infine, salendo di grado, con i vescovi della Conferenza episcopale. Quest’ultima, vista da fuori, si presentava (e si presenta) talvolta sotto forma di un nuovo e possente potere feu- ¬ Sotto, Etchegaray, giovane prete, a Bayonne durante un pellegrinaggio notturno a Lourdes; a destra, sempre a Lourdes, con i pellegrini di Marsiglia 3OGIORNI - 1/2 - 2012 83 Chiesa Testimonianze Sopra, durante un’ordinazione sacerdotale a Marsiglia; a sinistra, l’epitaffio di Abercio, attualmente conservato nei Musei Vaticani; a destra, mentre celebra un matrimonio dale, un apparato di un partito che per la perfezione e l’impronta della sua organizzazione provoca allo stesso tempo diffidenza e ammirazione. Ricordo il fondo di un giornale marsigliese di sinistra: «Ciò che noi contestiamo è l’autorità amministrativa – allorché essa si qualifica come episcopale – di segretariati, consigli, commissioni e subcommissioni che hanno dato alla Conferenza episcopale una maschera inumana e centralizzatrice. Questa burocrazia è il vero pericolo. Essa uccide lentamente ma sicuramente l’autentica autorità apostolica», l’autorità cioè che serve il Signore e non si centra su sé 84 3OGIORNI - 1/2 - 2012 stessa. Fece eco un giornale di destra, con una definizione lapidaria: «Abbiamo certamente un episcopato, ma non abbiamo più vescovi». Di fatto, ciò ci pone lealmente alcune domande. Ad esempio, come dare un volto più personale ai pronunciamenti collettivi dei vescovi, perché oggi ciascun cittadino, grazie ai tanti media, si è già formato una sua opinione circa le questioni più disparate, e gli interventi dell’autorità ecclesiale, ogni volta, finiscono per apparire più un freno che un motore. Resta però vero che in diocesi la parola di un vescovo ancora conta: ricordo le lettere pastorali del cardinal Suhard, il cui vigore di pensiero continua a darmi conforto, o la lettera personale di Paolo VI al cardinal Roy sui problemi della giustizia. Altra questione è che i vescovi sono sovraccarichi di lavoro e devono pronunciarsi su una quantità di temi senza il distacco sufficiente. Questa “onnipresenza” non rischia però di divenire in realtà una “onniassenza”? Inoltre, l’attaccamento alla “struttura” gioca nella vita dei vescovi il medesimo ruolo delle assidue presenze episcopali alla corte di re Luigi XIV, con il vescovo che finisce rimproverato per la lontananza dalla diocesi… Un’ultima domanda potrebbe riguardare il rischio più grave, cioè l’insufficienza del tempo consacrato alla riflessione dottrinale, cioè al distacco necessario da tutte le incombenze per ricercare una vita che sia, senza posa, zampillante al soffio della grazia. Il magistero del vescovo deve garantire che la testimonianza che la Chiesa rende a Gesù sia la medesima data dagli apostoli. E qui noi facciamo appello anche alla teologia, perché non vi è enunciato della fede che non sia frutto dell’intelligenza Il vescovo e l’elemosina della preghiera che la fede dona, all’interno di una cultura data. Ma è un compito tanto più arduo in quanto la collaborazione con i teologi latita, anche per l’accorpamento dei seminari e la diminuzione del numero dei professori-preti ben formati teologicamente; e dunque nelle diocesi c’è un deprecabile basso livello teologico… Ritornando ora sulla comunione episcopale, vorrei aggiungere che l’unità con il successore di Pietro è ciò che dona al singolo vescovo una dimensione cattolica e al tempo stesso una garanzia. Perché la fede del succes- sore di Pietro rafforza la nostra, il suo coraggio incoraggia il nostro ed è del magistero del Papa che le Chiese locali hanno bisogno, perché sono rese tanto fragili da pressioni innumerevoli. Il vescovo servitore della chiaroveggenza evangelica La chiaroveggenza evangelica… non ha nulla di misterico! Questo termine mi fu ispirato dall’antico epitaffio di Abercio, conservato a Roma nel museo Pio cristiano: egli senza esitazione descrive Gesù Cristo come il casto pastore che ha degli occhi grandi che guardano dappertutto. Perché è proprio dagli occhi che l’“episcopo” inizia a esercitare innanzitutto la sua missione pastorale... Povera e santa Chiesa! Non se n’è mai tanto parlato come oggi, e secondo tutte le tonalità, a differenza dei tempi in cui, invece, tante generazioni hanno semplicemente vissuto in essa senza nemmeno pensare che ci si potesse mettere a dissertare sulla Chiesa più di quanto un bambino potesse parlare di sua madre. Chi ha la fede non può avvicinarsi alla Chiesa come si trattasse di un apparato e non invece di una presenza viva. Dio ci ha condotto a contemplarla attraverso le immagini così semplici che la Bibbia ci riporta con grande profusione, prese dalla nostra vita di uomini. È vero che il Vaticano II ha privilegiato l’immagine del “Popolo di Dio”, come una delle più dinamiche, e grazie a essa anche realtà assopite da tempo hanno potuto ritrovare un nuovo e felice slancio. Ma c’è chi ha voluto negli anni successivi darne una lettura politica e ha inteso strumentalizzare, dentro la Chiesa, questo tema così ricco teologicamente e pastoralmente, ipertrofizzandolo. Si è giunti alla critica dell’autorità della Chiesa in nome del profetismo, e tutto questo avveniva in un contesto in cui i punti di riferimento diventavano il futuro e l’inedito, in cui si ipertrofizzava la “ricerca”, o l’ammiccamento alle nuove frontiere del sapere tecnico rispetto a quanto abbiamo felicemente da custodire. Ecco però che pian piano il senso liberatorio dell’autorità della Chiesa ha iniziato a riemergere, soprattutto quando uno ha sperimentato il morso di gruppi di pressione intolleranti, tirannici e spietati e non invece la vecchia voce un po’ fanciullesca della santa madre Chiesa! Servitore della comunione dentro la Chiesa C’è un tratto che contraddistingue la vita quotidiana del vescovo dei nostri giorni, ed è l’essere al servizio della comunione nella Chiesa. Come scriveva sant’Ignazio di Antiochia alla comunità di Tralles, «il vescovo è l’uomo per l’unità». Una tentazione moderna è quella di misurare il vigore della propria fede in base a quanta energia si mette nel vivere i conflitti. La maggiore difficoltà per un vescovo oggi, ciò cui egli è obbligato a dedicare la maggior parte del proprio tempo, è la ricerca dell’unità, come pure il ristabilire – tra cristiani che s’ignorano, si evitano o a fine giornata si combattono – una comunicazione. In altre epoche gli uomini nel mondo e i cristiani nella Chiesa avevano punti di riferimento prestabiliti, che li agevolavano nel loro comportamento e li ¬ 3OGIORNI - 1/2 - 2012 85 Chiesa Testimonianze Con Madre Teresa di Calcutta a Marsiglia rendevano una cosa sola di fronte a ciò che era essenziale, che da tutti era sperimentato. Si era d’accordo sull’essenziale, e così ci si poteva senza timore anche combattere su quanto era accessorio. Oggi ciascuno, nel mondo ma anche nella Chiesa, pretende di avere un proprio itinerario, e a tastoni ciascuno elabora quasi una propria norma e dottrina d’azione. Ecco, da qui viene quel senso di guerra di religione che circonda i conflitti attuali: ciascun uomo o gruppi di uomini, inclusi i cristiani, quando cercano di dotar86 3OGIORNI - 1/2 - 2012 si di un proprio dogma e di una propria morale diventano settari e intolleranti. Di fronte a siffatte riflessioni sull’unità nella Chiesa non possiamo non porci la grande questione della fede. La Chiesa non è infatti un puzzle di credenti. La consapevolezza che la comunità ecclesiale sia una comunione fraterna e gerarchica messa insieme da Cristo e la comunicazione spontanea tra i semplici fedeli all’interno della comune confessione della fede fanno talvolta fatica a trovare un’espressione. L’esperienza delle prime comunità cristiane è esemplare: quando c’era da salvaguardare o diffondere la fede, l’unità veniva prima di tutto il resto. San Paolo osava affermare che «se un angelo venuto dal cielo vi annunciasse un vangelo differente da quello che noi stessi vi abbiamo predicato, sia anatema» (Gal 1, 8). Cristiani o gruppi di cristiani che non sentissero più il necessario desiderio di verificare l’unità della loro fede attraverso scambi e comunicazioni rischierebbero di diventare delle sette o dei ghetti. Lasciatemi dire una parola sull’unità tra il vescovo e i suoi sacerdoti. Andando in visita da un gruppo di sacerdoti a un altro, avevo talvolta come l’impressione di spostarmi da un continente a un altro… Tante erano le differenze pastorali, frutto delle differenti realtà umane sottostanti. Tutto questo ha diritto al riconoscimento e a un’attestazione positiva da parte del vescovo, a condizione però che le proposte missionarie di un gruppo siano aperte al confronto e all’arricchimento, frutto delle scoperte di un altro, che vi sia qualcosa di vitale da comunicare e che alla base vi sia, appunto, una somiglianza di vocazione e di missione. Infine – è l’ultimo punto ma è il primo! – il posto centrale nella vita e nel ministero di un vescovo lo detiene l’Eucaristia. Essa fonda e nutre la vera comunione, poiché tutti i particolarismi arretrano di fronte a cristiani che affermano la loro speranza nel ritorno glorioso del Signore. L’Eucaristia è il luogo dove si rivela pienamente la gratuità dell’amore del Signore. La verità dell’uomo è in questa azione della grazia. La vita contemplativa e i gruppi di preghiera di lode che oggi vanno formandosi, soprattutto tra i più giovani, sono per ogni vescovo i punti di riferimento e di speranza, che lui scruta con i suoi occhi e protegge come il cuore della vita della Chiesa. Il vescovo e l’elemosina della preghiera Concludo qui la mia rinnovata testimonianza di vescovo, sapendo però che una testimonianza non è mai definitivamente raggiunta e conclusa, e che il “martirio” del vescovo è a fuoco lento: non gli si taglia più la testa, ma è diventato come un bersaglio… Come è cambiata la figura del vescovo nel corso dei secoli, dopo sant’Ambrogio, san Gregorio, san Carlo Borromeo, san Francesco di Sales… Quando si sfoglia l’Annuario Pontificio con l’elenco di tutti i vescovi, ciascuno riflette sul fatto che non si viene più giudicati in base all’idea che comunemente si ha della funzione episcopale, ma su quella che ciascun vescovo testimonia di sé. La funzione non copre più l’uomo o, piuttosto, il vescovo è divenuto un uomo pubblico anche riguardo alla sua vita personale. Oggi più che mai gli si chiede di essere santo. È troppo per lui? Benedetto XVI con il cardinale Etchegaray Il santuario della Madonna della Guardia di Marsiglia Non lo credo, e per questo termino come terminai quella mia testimonianza romana tanti anni fa, chiedendovi, come lettori di 30Giorni, l’elemosina della preghiera, perché anch’io possa vivere, a immagine dell’apostolo Paolo, come uno che diffonde il Vangelo: appassionato dell’annuncio della Buona Novella; ebreo con gli ebrei, greco con i greci, solidale con ciascun uomo, secondo il suo ambiente e la sua cultura; tutto a tutti, per salvare almeno qualcuno; pronto a interpretare i segni dello Spirito per correre dove non avrei immaginato di andare; capace di fondare comunità di fede nel cuore delle Efeso e delle Corinto dei nostri tempi; disposto a generare senza stancarmi nuovi fedeli al Signore, sostenendoli o correggendoli con un discernimento attento; sollecito a tessere dei legami tra le comunità nella Chiesa, antiche e nuove, perché diano testimonianza di fede e di preghiera le une alle altre; e infine, che io stesso possa sempre lodare il Signore per i suoi frutti, scoperti talvolta nei meandri più reconditi di una città; che possa usare le mie deboli forze per rivelare Gesù risorto, aspettando ferventemente il suo ritorno. E che io sia gioioso, per una speranza indefettibile. Grazie. (Testo raccolto da Giovanni Cubeddu e rivisto dall’autore) 3OGIORNI - 1/2 - 2012 87 I canti gregoriani più semplici che i fedeli sono invitati a imparare e cantare secondo l’intenzione della costituzione del Concilio Vaticano II sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium È possibile scaricare gratuitamente sia il CD che il LIBRETTO sul nostro sito internet www.30giorni.it nell’area download Si possono inoltre richiedere altre copie del cd e del libretto, al prezzo di 2 euro più spese di spedizione, telefonando al numero verde gratuito oppure scrivendo a: 30GIORNI, via Vincenzo Manzini, 45 - 00173 Roma o all’indirizzo e-mail: [email protected] Cd e libretto sono disponibili anche in lingua francese, inglese, portoghese, spagnola e tedesca con le stesse modalità «IO FACCIO NUOVE TUTTE LE COSE» «Mio Signore e mio Dio» L’Incredulità di Tommaso, Maestro trecentesco del Sacro Speco, Chiesa superiore, Subiaco (Roma) «Gesù ci darà la forza. Non voi, ma Lui in voi» Omelia di sua eminenza il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, durante la santa messa in cui ha amministrato il sacramento della Cresima Roma, 18 febbraio 2012 Basilica di San Lorenzo fuori le Mura GFSDFGSDFGSD «IO FACCIO NUOVE TUTTE LE COSE» Prima lettura (Is 43, 18-19.21-22.24b-25) Dal libro del profeta Isaia Così dice il Signore: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi. Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o Israele. Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati». Seconda Lettura (2Cor 1, 18-22) Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 2, 1-12) Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». Lo Spirito sempre è nuovo, sempre viene per rinnovare. È quello che abbiamo sentito nella prima lettura, la profezia: «Io faccio nuove tutte le cose». Così fa Dio, così fa lo Spirito. Perciò chiediamo l’aiuto di Dio di essere attenti alla voce dello Spirito, alla novità 90 3OGIORNI - 1/2 - 2012 «Gesù ci darà la forza. Non voi, ma Lui in voi» ella preghiera all’inizio della messa abbiamo fatto un appello a Dio Padre: «Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito». Abbiamo bisogno di questo aiuto di Dio per capire la voce dello Spirito, la novità dello Spirito. Lo Spirito sempre è nuovo, sempre viene per rinnovare. È quello che abbiamo sentito nella prima lettura, la profezia: «Io faccio nuove tutte le cose». Così fa Dio, così fa lo Spirito. Perciò chiediamo l’aiuto di Dio di essere attenti alla voce dello Spirito, alla novità. Fare tutto nuovo. Il Vangelo ci racconta la storia del paralitico che è stato rinnovato con N la forza dello Spirito e di Gesù. Lo Spirito era in Gesù. Gesù è colui che ci invia lo Spirito per rinnovare tutto. Gesù è l’unico capace di incominciare tutto di nuovo, di ricominciare la vita. Pensiamo alla vita di questo paralitico, la vita fisica, e anche la vita interiore – perché il Signore gli guarisce prima l’anima: «I tuoi peccati sono perdonati». Gesù ha il potere, con la forza del suo Spirito, di rinnovare il cuore. Dobbiamo avere fiducia in questo. Se noi non abbiamo fiducia nella forza di Gesù Cristo come l’unica salvezza, l’unico che può fare nuove tutte le cose, siamo cristiani finti. Non siamo cristiani veraci. ¬ Il cardinale Jorge Mario Bergoglio durante l’omelia nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura 3OGIORNI - 1/2 - 2012 91 «IO FACCIO NUOVE TUTTE LE COSE» Non siete cristiani finti, cristiani solo a parole. Siete cristiani con la parola, con il cuore, con le mani. Sentite come cristiani, parlate come cristiani e fate opera di cristiani. Ma voi soli non potreste farlo. È Gesù che vi darà questo Spirito, vi darà la forza di rinnovare tutto: non voi, ma Lui in voi Gesù non ti obbliga a essere cristiano. Ma se tu dici che sei cristiano devi credere che Gesù ha tutta la forza – l’unico che ha la forza – per rinnovare il mondo, per rinnovare la tua vita, per rinnovare la tua famiglia, per rinnovare la comunità, per rinnovare tutti. Questo è il messaggio che oggi dobbiamo portare con noi chiedendo al Padre che ci faccia attenti alla voce dello Spirito che fa quest’opera: lo Spirito di Gesù. Oggi, seguendo l’invito del mio amico don Giacomo, cui voglio tanto bene, e noi tutti dobbiamo pregare per lui, perché è un pochettino malato… Pregheremo tutti per lui? Sì o no? Non sento niente… Se la preghiera è così, siamo finiti… Pregheremo tutti per lui? Sì! L’invito per oggi è di fare queste cresime a voi che venite a ricevere la forza dello Spirito di Dio: credete nella forza dello Spirito! È lo Spirito di Gesù. Credete in Gesù che vi invia questo Spirito – a voi e a tutti noi: ci invia lo Spirito per rinnovare tutto. Non siete cristiani finti, cristiani solo a parole. Siete cristiani con la parola, con il cuore, con le mani. Sentite come cristiani, parlate come cristiani e fate opera di cristiani. Ma voi soli non potreste farlo. È Gesù che vi darà questo Spirito, vi darà la forza di rinnovare tutto: non voi, ma Lui in voi. E con questo pensiero di Gesù che è l’unica salvezza, l’unico che ci porta la grazia, che ci dà la pace, la fraternità, che ci dà la salvezza, proseguiamo la celebrazione di questa messa con la recita del Credo, la professione della nostra fede. q Il cardinale Bergoglio al termine della messa con i ragazzi cresimati 92 3OGIORNI - 1/2 - 2012 La redazione di 30Giorni suggerisce un piccolo gesto di carità che non costa nulla: devolvere il cinque per mille all’Associazione Piccola Via onlus COME SI EFFETTUA LA DONAZIONE DEL CINQUE PER MILLE: basta scrivere il codice fiscale dell’ASSOCIAZIONE PICCOLA VIA ONLUS 9 7 5 9 0 9 9 0 5 8 2 nel CUD o nel Modello 730 o nel Modello Unico e firmare nell’apposito rigo IN PREGHIERA «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» (Lc 18, 8) Omelia di don Giacomo Tantardini nel settimo anniversario della morte di don Luigi Giussani Padova, 21 febbraio 2012, Basilica di Sant’Antonio Don Giacomo Tantardini e don Giussani in piazza San Pietro, Domenica delle Palme, 23 marzo 1975, Anno Santo olo una parola, un breve pensiero per ricordare don Giussani nel settimo anniversario della sua morte. In questi giorni più volte mi è venuta alla mente la frase di Gesù che Giussani – riprendendola da Paolo VI – ripeteva nei momenti decisivi della vita: «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» (Lc 18, 8). Quando Gesù ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra? Perché di questo dono, anzitutto, abbiamo bisogno: la fede. Quando il Signore ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra? Abbiamo bisogno della fede istante per istante, momento S 94 3OGIORNI - 1/2 - 2012 per momento. E com’è bello, com’è reale, che, avendo così bisogno della fede, la fede sia grazia di Dio, sia dono di Dio. Gratia facit fidem, dice san Tommaso: la grazia crea la fede, e non soltanto quando la fede inizia, ma la grazia crea la fede istante per istante, momento per momento. In fondo la vita di don Giussani è stata testimonianza ed esempio di questa realtà: che la grazia crea la fede istante per istante. Quello che a noi è dato – perché anche questo è dato –, il Vangelo di oggi e la lettera di Giacomo lo esprimono con la parola umiltà. Quello che a noi è dato è di essere umili, perché ai superbi Dio resiste, agli umili concede la sua grazia. Quello che a noi è dato è di essere come bambini. Qui, in questo santuario di sant’Antonio, chiediamo a lui, che per puro dono ha preso in braccio Gesù bambino e da Gesù bambino è stato portato, chiediamo a sant’Antonio di essere come bambini. Chiediamolo a lui e chiediamolo a Giussani, adesso che in Paradiso vede, come già aveva intravisto e comunicato sulla terra, quanto è bello essere come bambini che attendono tutto dal Signore. q Gesù benedice i bambini, affresco di epoca carolingia conservato nella chiesa abbaziale di San Giovanni Battista a Müstair, in Val Monastero, nel Cantone dei Grigioni, Svizzera Prima lettura (Gc 4, 1-10) Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice: «Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia». Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà. Vangelo (Mc 9, 30-37) In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Chiediamo a sant’Antonio di essere come bambini. Chiediamolo a lui e chiediamolo a Giussani, adesso che in Paradiso vede, come già aveva intravisto e comunicato sulla terra, quanto è bello essere come bambini che attendono tutto dal Signore 3OGIORNI - 1/2 - 2012 95 Sviluppo mercati esteri per piccole e medie imprese Assistenza operativa su mercati esteri Predisposizione Company Profiles Strategie e organizzazione d’impresa Creazione filiere di processo e prodotto Libia Square, 2 - 20135 Milan, Italy [email protected] Ph.: +39.335.7458197 VAT #: 07111340959 design: altramarca.net Per la salute dei denti e del sorriso, di tutta la famiglia • ODONTOIATRIA GENERALE • CHIRURGIA E IMPLANTOLOGIA • ESTETICA DENTALE • ORTODONZIA INVISIBILE • PROTESI • PARODONTOLOGIA • DIAGNOSI RADIOLOGICA • IGIENE DENTALE • PEDODONZIA • ANALISI GNATOLOGICA • CONTROLLO OGNI SEI MESI I NOSTRI PUNTI DI FORZA • PRIMA VISITA E RADIOGRAFIA ORTOPANORAMICA SENZA IMPEGNO • POSSIBILITÀ DI ADEGUARE I PAGAMENTI ALLE VOSTRE ESIGENZE PERSONALI ATTRAVERSO FINANZIAMENTI A TASSO ZERO I NOSTRI ORARI • ORARIO CONTINUATO DAL LUNEDÌ AL SABATO DALLE 9.00 ALLE 21.00 ITAL DENT E ITALSERVIZI INVITANO A VISITARE IL NUOVO CENTRO ODONTOIATRICO SITUATO IN ROMA, ZONA CINECITTÀ M LINEA A - SUBAUGUSTA PER INFORMAZIONI: TEL. 06 7230065 «Sono molto contento che 30Giorni faccia una nuova edizione di questo piccolo libro contenente le preghiere fondamentali dei cristiani maturatesi nel corso dei secoli. A questo piccolo libro auguro che possa diventare un compagno di viaggio per molti cristiani». dalla presentazione del cardinale Joseph Ratzinger del 18 febbraio 2005 (eletto Papa il 19 aprile 2005 con il nome di Benedetto XVI) CHI PREGA SI SALVA Il piccolo libro, di cui 30Giorni ha già distribuito centinaia di migliaia di copie, contiene le preghiere più semplici della vita cristiana, come quelle del mattino e della sera, e tutto ciò che aiuta a fare una buona confessione FORMATO PICCOLO Tascabile, misura 10,5x15 cm COSTA €1 A COPIA + spese di spedizione FORMATO GRANDE Più leggibile e adatto ad essere lasciato in chiesa sul banco, misura 13,6x19,8 cm COSTA €1,50 A COPIA + spese di spedizione EDIZIONI ESTERE in lingua portoghese, inglese, francese, spagnola, tedesca e cinese. Misura 13,6x19,8 cm COSTA €1 A COPIA + spese di spedizione È possibile richiedere copie sia dell’edizione grande che di quella piccola e delle edizioni estere telefonando al numero verde gratuito oppure scrivendo a 30GIORNI via Vincenzo Manzini, 45 - 00173 Roma o all’indirizzo e-mail: [email protected]