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Numero 1 - Como - Anno XXXVIII - Gennaio-Marzo 2012
N. 25 - Anno XXXVIII - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n¡46), art.1, comma 2, DCB Como
associazione nazionale alpini - sezione di como
Eventi
Centoquaranta
2
Codardi o eroi.
Sotto a chi tocca
3
Assemblea dei Delegati
Carlo Gobbi
4
Polemiche al gelo
Achille Gregori
5
L’altra Italia
Carlo Gobbi
6
Ancora un passo, Italia
Aldo Maero
A proposito di un naufragio
6
Cesare Di Dato
7
64° CA.STA
ALdo Maero
8
20
Protocollo Scuole
La Valle Intelvi
Achille Gregori
Ciaspolata «Luis da Boll»
Trofeo Penne Nere Comasche
Fatti...col
22
NEWS 2012
Cappello Alpino
9-21
Appuntamento annuale degli Alpini di Como. Si va
allÕAuditorium del Collegio Gallio. La temperatura
 fredda, la preannunciata primavera, il giorno
prima sopra i venti gradi, si  presa una vacanzina.
In sala il riscaldamento  unÕutopia, meglio fuori.
Ti aspetti parole, discorsi interminabili, lettura della
relazione morale, ascoltatori annoiati, impazienti
di tornare a casa, al fumante desco domenicale.
Invece, no. Ancora una volta, siamo sorpresi. Dalla
verve del presidente Gaffuri. Dalla attenzione
dimostrata dai convenuti. Dalle espressioni gratifi-
Penna
Bisogno
ICARO
di eroi
Grazie,
di Achille
Gregori
signor
Sindaco
3
3
Carlo Gobbi (continua a pag. 6)
Linea Cadorna sul Monte Bisbino
Il Bisbino  un monte del crinale lariano che, insieme col Sasso Gordona e il Generoso, funge da divisione
dalla svizzera val di Muggio. Punto elevato con grande visuale verso la piana ticinese del mendrisiotto.
Motivo per cui il monte rientrava nel disegno del progetto difensivo definito: Occupazione Avanzata
Frontiera Nord, normalmente conosciuto come Linea Cadorna, dal generale che ordin˜ la costruzione
fra il 1916 e il Ô17. LÕintenzione di difesa derivava dal timore di una possibile invasione da parte delle
forze austro-tedesche, della pianura padana attraverso la neutrale Svizzera, per raggiungere Milano,
dirigersi verso il Veneto e prendere alle spalle il fronte sul confine orientale. La Svizzera  stata considerata
pi volte possibile terra di transito per azioni militari. Numerosi i piani studiati, risalenti addirittura
allÕottocento. Nel 1878 il generale Perrucchetti ne stese uno per una potenziale azione italo-tedesca che,
attraverso la Svizzera, potesse raggiungere la Francia. Altro studio nel 1912-13 in previsione di una
possibile guerra contro la Francia.
Achille Gregori (continua a pag.8)
ANNUNCIO IMPORTANTE
... inchiostro e
canti e sincere degli ospiti dÕonore. Paolo Mascetti,
capitano dei paracadutisti e vicepresidente della
Provincia, Gianmaria Quagelli, consigliere comunale,
rappresenta il sindaco. Ti senti in famiglia. Ma una
famiglia attiva, concreta, piena, ricca, partecipante.
Gaffuri, come Achille Gregori, che lÕha preceduto
per dodici anni, ci sa fare. Non si limita a leggere.
Ma recita, con voce tonante, accattivante, divertente, squillante.
Il 28 aprile alle 16,30 presso lÕaula magna
del Politecnico di Como sarˆ ospite della
Sezione Luca
Barisonzi per
presentare il
suo libro:ÓLa
Patria chiam˜Ó.
AllÕincontro
hanno confermato la loro
presenza il
Presidente Nazionale Corrado
Perona e Nelson
Cenci. Conduttore dÕeccezione
lÕalpino Bruno
Pizzul.
2
La penna Alpina
EDITORIALE
Centoquaranta
Tanti sono gli anni della nostra Storia
Mi sono congedato nellÕaprile del Õ72, appena
un mese prima dellÕAdunata Nazionale a
Milano. Giusto un mese per lasciar ÔraffreddareÕ il cappello e lÕho indossato di nuovo,
per partecipare a quella che per me era
unÕassoluta novitˆ. Era, oltre tutto, lÕAdunata
del centenario del Corpo degli Alpini. Tanti
anni, da sembrarmi addirittura uno sproposito
e ne sono passati altri quaranta, quelli che
ho vissuto anchÕio da alpino. CentoquarantÕanni di una Storia che merita assolutamente di essere scritta con la maiuscola e
merita di essere celebrata con grande solennitˆ. EÕ la Storia degli eroismi, delle sofferenze
e degli insegnamenti dei nostri veci. EÕ la
nostra Storia e quella dei nostri bocia, che
dimostrano ogni giorno di essere alpini, cos“
come lo erano i nostri fondatori, reduci
dallÕOrtigara e dallÕAdamello. Lo dimostrano
bene i nostri giovani alpini in armi, che
svolgono un servizio militare tanto moderno,
quanto fedele alle nostre antiche tradizioni.
Lo dimostrano altrettanto bene i giovani
alpini in congedo, sempre pronti a mettersi
in gioco con uno spirito di servizio ed una
NEWS
generositˆ che non sono mai mutate, che
sono inossidabili.
CentoquarantÕanni hanno cambiato lÕalpino
letteralmente da capo a piedi; hanno cambiato lÕuniforme, lÕarmamento ed il tipo di
impiego, ma non sono riusciti a trasformargli
il cuore, che, come sempre, batte ad un
ritmo speciale, quello della trentatre. EÕ un
mistero che non smette mai di stupire chi
ci osserva, eppure  la realtˆ. E, proprio per
rimanere in linea con le nostre abitudini,
dedicheremo tutto lÕanno alla celebrazione
della ricorrenza; ogni nostra attivitˆ e tutte
le occasioni di incontro saranno un ottimo
motivo per ricordare e festeggiare il centoquarantesimo compleanno del Corpo degli
Alpini. Siamo ormai abituati ad avere un
tema conduttore, che ci accompagna per
tutto lÕanno. Abbiamo avuto, come si dice,
un filotto di ricorrenze. Siamo partiti con i
novantÕanni dalla fine della Grande Guerra,
poi ci sono stati quelli della nostra Associazione, seguiti a ruota da quelli della Sezione
di Como. Abbiamo appena finito di celebrare
i 150 anni dellÕUnitˆ dÕItalia e siamo giˆ
gli appuntamenti del 2012
EVENTI SEZIONALI
Giugno
Maggio
Giugno
Luglio
Luglio
Luglio
Luglio
Agosto
Settembre
14-15-16-17 ALBESE CON CASSANO - RADUNO SEZIONALE
20 S. Bartolomeo Valcavargna - 50¡ Anniversario di fondazione
24 Longone al Segrino - 80¡ Anniversario di fondazione
1 San Fedele Intelvi - Raduno in ricordo Battaglione Valle Intelvi
1 Canzo - Raduno sul Monte Cornizzolo
8 Rovello Porro - 90¡ Anniversario di fondazione
29 Palanzo - Raduno sul Monte Palanzone
5 Lenno - Raduno sul Monte Galbiga
23 Drezzo - 50¡ Anniversario di fondazione
EVENTI NAZIONALI
Maggio
Giugno
Giugno
Luglio
Luglio
pronti a partire con i 140 degli Alpini. Vista
lÕabitudine ad un logo che ci accompagni per
tutto lÕanno, ne abbiamo preparato uno
anche per il 2012 e ve lo presentiamo con
grande piacere. Lo useremo sulla carta
intestata, sulle pagine del Baradell e su tutte
le pubblicazioni dellÕanno. EÕ semplicemente
la scritta ÒcentoquarantaÓ, dove la lettera o
funge da nappina, su cui  fissata la penna,
la nostra cara penna.
Chicco Gaffuri
11-12-13 BOLZANO - Adunata Nazionale
8-9-10 Sondrio - Esercitazione Protezione Civile
24 Pellegrinaggio al Rifugio Contrin - solenne
8 Pellegrinaggio al Monte Ortigara
29 Pellegrinaggio allÕAdamello
Trimestrale della
Associazione Nazionale
ALPINI di COMO
Spedizione in abbonamento
postale - Como
Direzione, redazione e amministrazione
via Zezio, 53
22100 Como
[email protected]
[email protected]
www.alpinicomo.it
Direttore responsabile:
Achille Gregori
Comitato di redazione:
Enrico Bianchi
Arcangelo Capriotti
Enrico Gaffuri
Carlo Gobbi
Aldo Maero
Tiziano Tavecchio
Aut. Trib. Como n.21 del 7/10/1976
Grafica: Matteo Rizzi Design
Stampa: Lito Offset S.r.l.
via Stanga, 7/A - Erba - Co
3
... inchiostro e
Penna
Bisogno di eroi
di Achille Gregori
Del tragico, scabroso incidente della nave
da crociera avvenuto allÕisola del Giglio
abbiamo avuto notizie dÕogni genere e non
intendiamo riproporre alcunchŽ. Al contrario
vogliamo soffermarci su chi, in questi casi,
ci guarda -dallÕestero- con atteggiamenti
stereotipati. A questo scopo qualcuno, ad
est del pianeta, ha prodotto un cartone
animato mimando gli eventi concentrandoli
su di un querulo piagnucoloso soggetto
tramortito da fatti che gli hanno interrotto
lÕintrattenimento festaiolo e mandolinaro.
Qualcun altro  andato oltre dichiarando
scherno nei confronti del Òitaliano vigliaccoÓ.
In patria abbiamo rincarato la dose diffondendo il peggio di quanto accaduto con
immagini, parole, fiumi dÕinchiostro ad occupare interi quotidiani. LÕanima ottosettembrina che  in noi e nella gente di altri paesi,
continua a prevalere, configurandoci quali
cialtroni furbetti, pronti ad agire in malo
modo per indole o convenienza. La reazione
a tutto ci˜ porta alla ricerca di gesti esemplari, di riscatto dalla melma nella quale gli
stereotipi ci buttano. Ed ecco che anche un
normale comportamento, ci˜ che si effettua
con ovvietˆ, nei momenti pi drammatici
nei quali sembra si tocchi il fondo, si trasforma in atto eroico, al quale attaccarci per
dimostrare capacitˆ, senso del dovere, responsabilitˆ e voglia di salvare lÕonore calpestato. Cos“ il capitano che con fermezza
richiama al dovere un comandante travestito
da <mascalzoncello italico> compie un Òatto
eroicoÓ anzichŽ normale. Il calciatore che,
con meritoria e doverosa onestˆ, denuncia
un illecito, diventa personaggio da copertina.
Il diligente cittadino che indica corruttore e
corrotto, viene segnalato come eroico salvatore del bene comune. Pur sapendo che
lÕeroe vero  ben altro, cio chi mette in
gioco la sua vita sacrificandosi completamente per il bene altrui e non chi compie
atti che dovrebbero essere ovvi, cՏ cos“
elevata necessitˆ di riscatto, voglia di scrollarsi di dosso il famigerato 8 settembre, al
punto di farci rincorrere lÕeroismo vago e
omnicomprensivo per salvare il rimasuglio
dÕorgoglio. Siamo cos“ abituati a denigrarci,
considerarci inferiori, che arriviamo a costruirci il riscatto attraverso lÕappiglio di un
gesto importante. Smettendo di compiangerrci, cercare modelli altrui e, al contrario,
ricordandoci che il diritto, la civiltˆ, lÕarte,
la capacitˆ e lÕinventiva hanno ÒtargaÓ italiana
ci scrolleremmo di dosso il giudizio del
Guicciardini, ripreso dal Manzoni che recita:
<Énostra tentazione atavica  lÕattendere
che un esercito dÕoltralpe ci risolva i
problemiÉ> e non ci servirebbero presunti
eroi per sentirci ed affermarci ÒpopoloÓ, al
pari di altri.
Codardi o eroi. Sotto a chi tocca
Prima il codardo. Poi lÕeroe. Non si tratta di
un film western, finale classico da
<arrivano i nostri>. Ma la pi colossale
mediatica presa per i fondelli ai danni del
nostro Paese. Il mondo per giorni, settimane,
mesi ha fatto ironia pesante e sarcasmo
piccante sul <nostro codardo>. EÕ il capitano
Francesco Schettino, campano di Meta di
Sorrento, cittˆ natale di Gino Palumbo,
direttore alla Gazzetta dello Sport. Una nuova
Caporetto sullÕimmagine dellÕItalia. La nave
da crociera <Costa Concordia> perforata da
un piccolo scoglio, non segnalato dalle carte
nautiche, causa di un naufragio di proporzioni
colossali davanti allÕisola del Giglio. Timonata
forse non ha letto la storia. Cos“ ha esposto
il Paese al supremo dileggio per la vigliaccheria, lÕincapacitˆ, la faciloneria dimostrata.
Ma dove cՏ un codardo, ecco lÕeroe. Cos“ il
comandante Gregorio De Falco, responsabile
quella sera alla capitaneria di porto di Livorno,
 balzato agli onori di tutto il mondo per
quellÕenergica telefonata da tutti ascoltata.
In Italia, tutto si esagera. Dalla viltˆ allÕeroismo, il passaggio  immediato. De Falco ha
salvato la patria con quella frase urlata al
microfono: <Torni sulla sua nave, cazzo>.
Trovato il capro espiatorio, il comandante.
Trovato anche il paladino di fierezza di un
Paese che non ci sta a subire lÕonta. Eppure
a poche centinaia di metri dallÕisola per
effettuare un <inchino>, cio un passaggio
radente la costa. Una bravata, costata cara!
Momento difficile nel Paese, in crisi economica, epocale, morale, di proporzioni cosmiche. Ci mancava <cuor di leone> per scatenare il dileggio di tutto il pianeta. Italiani
brava gente. S“, ma con il mandolino, la
pizza, la fifa in corpo. Si castiga lÕItalia intera
per una mancanza di coraggio, dignitˆ, senso
dellÕonore oltrechŽ del dovere, di questo
comandante. Che ha preferito abbandonare
la sua nave con centinaia di passeggeri
ancora a bordo, anzichŽ guidare i soccorsi
dal ponte di comando. Perpetuando quelle
nobili tradizioni marinare che vogliono sia il
comandante ad andarsene per ultimo. Lui,
invece,  scappato.
Quanti ufficiali si sono inabissati con le loro
navi nelle due guerre mondiali. Schettino
ha fatto soltanto il suo dovere. Gli eroi, quelli
veri, sono altri. Quanta penuria, e quanta
voglia, di eroi, oggi in Italia. Ma chi sparla
di noi, del nostro coraggio, tacciando un
Paese intero sotto lÕetichetta facile della
vigliaccheria, deve guardarsi allo specchio.
I media americani hanno sparato a zero su
questa vicenda. Dimenticando un pesante
scheletro nellÕarmadio. Ricordate la sciagura
del Cermis? Quando il 3 febbraio 1998 un
cacciabombardiere dei Marines, per effettuare
una manovra spericolata, anche l“, autentica
bravata, urta i cavi della funivia di Cavalese.
Pesante il bilancio: venti morti. Una cretinata
passata in archivio e l“ sepolta. Un crimine
che ha consentito al pilota Richard Ashby e
al suo navigatore Joseph Schweitzer di farla
franca. La Corte Marziale, il 10 marzo 1999,
ha avuto il coraggio e la spudoratezza di
emettere un verdetto di <non colpevolezza>.
Eppure oggi negli Usa, ma non solo, si ride
su Capitan Codardo. Ma anche gli inglesi,
quel sorriso beffardo di compatimento, dovrebbero cancellarselo, ricordando il disastro
dellÕHerald of Free Enterprise. Il 6 marzo
1987, la nave si capovolge uscendo dal porto
di Zeebrugge, in Belgio. Niente inchini: solo
una dimenticanza. Non era stato chiuso il
portellone di poppa: 193 morti!
Carlo Gobbi
4
Polemiche al gelo
di Achille Gregori
Dopo le ilaritˆ seguite al naufragio della
nave Concordia diffusesi in tutto il mondo,
abbiamo subito nuove figuracce a causa di
un normale evento climatico: la neve che
cade dÕinverno. LÕattuale era climatica,
definita dagli studiosi interglaciale, 
caratterizzata dalle variazioni stagionali. Ci˜
comporta che dÕinverno ci sia la neve. Evento
normale, prevedibile, per cui in ogni localitˆ
e latitudine, ci si pu˜, anzi ci si deve
attrezzare per affrontare e risolvere le
conseguenze dellÕinverno. Al contrario, dopo
i bianchi fiocchi, succede sempre il finimondo:
imprecazioni, lamentele, affermazioni che
fanno solo ridere. Cosa puntualmente
avvenuta quando, fra fine gennaio e febbraio,
 arrivato lÕinverno dopo un inizio di stagione
non proprio da calendario. Cos“, lÕabituale
esplosione delle cattive abitudini dei media,
ci ha ridicolizzato fuori dai patri confini. Il
sindaco capitolino  andato a urlare in TV,
inveendo contro tutto e tutti, accusando la
protezione civile dÕinefficienza, dimenticando
che la legge prevede per il sindaco, quale
responsabile del suo territorio, di attrezzarsi
per ogni evento, protezione civile comunale
compresa. Urlando, ha finto di scordare che
la protezione civile nazionale  stata ingessata
da recenti provvedimenti burocratici che
prevedono autorizzazioni, verifiche,
approvazioni, preventive coperture
finanziarie. Lanciando improperi verso altri,
ha dimenticato dÕaver lui stesso contribuito
alla situazione, cercando di spogliarsi delle
proprie responsabilitˆ, compresa lÕattuale
impostazione della PC nazionale, capace
dÕimbalsamare la struttura che era un vanto
italiano. Sempre a Roma, visto il blocco
provocato da pochi centimetri di neve con
successiva figuraccia, in previsione di altra
neve, sՏ provveduto a bloccare tutto: scuole,
uffici, attivitˆ, con giorni dÕanticipo sulla
previsione dellÕevento, arrivando perfino a
chiamare volontari dalla Lombardia, per
essere sul posto prima che cadesse la neve.
Fantozziano! Al contrario, nei territori
dellÕAppennino dove la neve ha raggiunto
alcuni metri, non si  vista tanta
sfacciataggine. Anzi. Le strutture hanno
funzionato secondo i vecchi insegnamenti,
ed  stato chiesto supporto solo allÕestrema
necessitˆ. Qui si sono rivisti i militari in aiuto
alla popolazione, con mezzi idonei al caso.
Ci si  cos“ ricordati della loro utilitˆ extra
militare. Oggi da professionisti, come ieri
con la leva, i bistrattati ragazzi con la divisa
(o tuta mimetica) sono silenziosamente
pronti per qualsiasi evenienza. Va altres“
riferito che nellÕenfasi di ricerca critica sulle
conseguenze di pochi centimetri o di metri
di neve,  stato dimenticato di comunicare
che lÕinverno ha causato danni e disagi in
tutta Europa. Perfino la cronometrica Svizzera
ha avuto guai, con tubature idriche scoppiate
e mancanza dÕacqua in una intera cittˆ.
Fosse successo da noi ne avremmo parlato
con ore di trasmissioni e paginate sui
quotidiani, facendo ridere il mondo intero.
Anche a Como, dove la nostra PC ha
Un altro incidente. Nuove morti. Ancora Caduti che rientrano
dallÕAfghanistan. La mattanza continua, dicemmo un anno fa e cos“
 ancora. Tre nuove vittime, tre militari morti in servizio. é stato
coordinato gli spalatori, si sono sentiti
improperi per il ghiaccio a terra, urla e
termini irripetibili rivolti agli spalatori perchŽ
non depositassero una palata di neve a lato
del proprio ingresso. Siamo davvero caduti
in basso! Tornando allÕargomento, osserviamo
che la saggezza dei vecchi, in particolare
dei montanari,  stata buttata al macero
con superficialitˆ, illudendosi di risolvere i
problemi solo col tecnicismo, pagando pesanti
conseguenze per la disorganizzazione e
superficialitˆ dei preposti ai servizi. Quanto
accaduto servirˆ dÕinsegnamento per tenere
spazzaneve e sacchi di sale in magazzini
comunali, secondo tradizione, visto che
lÕinverno si ripete anche con la tecnologia
dei computer, telefonini e portatili non sempre
asservita al buon uso e al beneficio della
gente? In chiusura, osserviamo che, dopo
tante critiche verso noi italiani,  stato bello
sentir parlare, sia pure in maniera sfumata,
di corruzione e malcostume politico anche
nella Òperfetta GermaniaÓ.
é una misera consolazione, per˜ É davvero
piacevole!
un incidente di circolazione causato dai tracciati del territorio,
denominati strade, che hanno fatto ribaltare il Lince col quale
operavano per prestare soccorso. Sono morti imprigionati
nellÕautomezzo, affogati in poco pi di un metro dÕacqua.
Forse per questo la notizia  passata sotto tono, riportata in chiusura
di notiziari e oltre la pagina 20 nei quotidiani, solo per uno, due
giorni e niente pi. Quasi fossero morti di categoria inferiore. Noi
li salutiamo e li ricordiamo col massimo rispetto e con lÕonore che
meritano tutti i Caduti, indipendentemente da come sono morti. Per
una raffica, unÕesplosione o un incidente. Per noi sono deceduti per
ragioni di servizio, pertanto sono a tutti gli effetti Caduti per la
Patria. Dunque, onore ai caporalmaggiori Luca Valente, Francesco
Paolo Messineo e Francesco Curr˜, tre soldati italiani morti in una
terra lontana, per la nostra Bandiera, per il nostro paese, per
compiere il dovere al quale sono stati chiamati. Non certo Caduti
di serie minore. Al momento di stampa, giunge notizia di un nuovo
Caduto: il serg. Michele Silvestri, cui renderemo il dovuto ricordo.
A.G.
5
Ancora un passo,
Italia!
di Carlo Gobbi
l generale Allen: ecco uno che crede
nellÕItalia. E negli italiani. Chi ? Il comandante di ISAF in Afghanistan, quattro
stelle dellÕesercito americano. Un comandante, vero, non <alla Schettino> che dirige sul
campo 352.000 uomini. Che entro il 2014
si ridurranno a 228.500. Un alto ufficiale che
ha lavorato fianco a fianco con i nostri ragazzi
in quella lontanissima regione. Ha comandato
alpini, bersaglieri, fanti, artiglieri, mar˜ del
San Marco, carabinieri. Ne ha appurato
efficienza, preparazione, coraggio, determinazione, addestramento, spirito di corpo,
motivazione. E certamente anche lÕottima
cucina, che viene distribuita al rancio, apprezzatissima in particolare, proprio dai
militari americani.
Allen  stato in questi mesi a Roma, ospite
del nostro ministro degli Esteri alla Farnesina.
Ha espresso il pi vivo apprezzamento <per
il magnifico lavoro> delle truppe italiane e
del loro comandante in RC West: il generale
Luciano Portolano. <Un grande comandante>, lo ha definito. Ha precisato poi lÕaltissima
qualitˆ del contributo italiano, ben percepita
anche da parte afgana. Al punto da venire
presa a modello tra le istituzioni locali e
internazionali per orientare la transizione
anche nel resto del Paese. <Genuine and
sustainable progress>. Visione in sintonia
con quella che viene percepita negli Stati
Uniti verso le nostre forze armate.
Un buffetto sulla guancia? Una pacca sulla
spalla? Un <bravi ragazzi, ci sapete fare?>.
Ma no, qui si parla di generali, gente che
comanda e che affronta responsabilitˆ enormi. E gli italiani, con il nostro comandante,
il generale Portolano, suscitano rispetto,
considerazione, ammirazione. Meglio di uno
I
sciroppo per la tosse, dopo lÕepisodio dellÕisola
del Giglio, che ha gettato lÕItalia intera in
una luce perversa di viltˆ e farabuttismo. Il
<comandante> Schettino, virgolette obbligatorie per indegnitˆ sul ponte di comando,
ha obbligato il Paese a un veloce ripasso di
storia patria. Provocato dal suo gesto dissennato, quando ha lasciato la <Costa Concordia>, nave che gli era stata affidata,
abbandonando centinaia di passeggeri in
attesa di essere salvati. <Il comandante
codardo> hanno titolato quotidiani, periodici,
reti tv di tutto il mondo. E lÕimmagine dellÕotto
settembre ci  passata davanti agli occhi.
La solita manfrina dellÕitaliano fifone, vigliacco, che volge le terga al pericolo perchŽ
<tiene famiglia>. Ma ecco il raggio di sole.
Un attestato di fiducia, di stima, di considerazione, di rispetto.
Arriva da un importante generale dellÕesercito
americano. Restituisce allÕItalia intera dignitˆ,
onore, riconoscenza. Quello che ci spetta,
grazie al sacrificio, allÕimpegno, alla professionalitˆ, allÕumanitˆ e diciamolo pure, anche
alla simpatia e alla capacitˆ innata di farsi
benvolere, dei nostri ragazzi in armi. In un
momento, triste e amaro, in cui lÕItalia 
stata gettata nellÕocchio del ciclone dal mondo
intero, dobbiamo ringraziare il colonnello
Fabio Asso, ufficiale alpino di Como, iscritto
alla nostra sezione, che ci ha cortesemente
informato. Quanto sarebbe stato bello e
gratificante, che anche la stampa nazionale,
macch, mondiale, avesse potuto venirne a
conoscenza.
E ristabilire lÕimmagine dellÕItalia. Che non
 quella dellÕotto settembre. Che non  quella
del <comandante> Schettino.
Vivaddio!
ÒAncora un passoÓÉ, quante volte tu, alpino,
ti sei ripetuto queste parole? Quando nella
tua vita di soldato la marcia sembrava non
finire mai, le lunghe ore avevano esaurito
ogni tua energia, lo zaino era sempre pi
pesante e le gambe non sembravano pi in
grado di proseguire, allora pensavi: BASTA!
Al diavolo il Signor Capitano, la naia e i
compagni, BASTA! Ora mi fermo allÕombra di
quella roccia e mollo tutto: zaino, arma e
munizioni, pensino quello che voglionoÉ Ma
poi ecco il ritornello Òancora un passoÓ, un
passo ancora e trovavi energie nascoste e la
marcia continuava, perchŽ magari per un
breve tratto un compagno ti aveva portato
lÕarma o dato lÕultimo sorso dÕacqua e tu avevi
proseguito e ancora una volta NON AVEVI
MOLLATO
Anche quelli che viviamo sono tempi da
Òultimo passoÓ, la naia  solo un ricordo ma
ai vecchi alpini la voglia di non mollare 
rimasta nel sangue. Nella vita, nonÊ sempre
facile, quella frase se la sono dovuta ripetere
altre volte e oggi pi che mai eccola che
ritorna. Lo zaino  diverso e non cՏ il Capitano
ma ci sono i compagniÊ e questa povera Italia
sembra sullÕorlo del baratro, ci vengono
imposti nuovi sacrifici ma chi ce li chiede non
 quel Capitano che camminava con noi,
Òstesso zaino, stessa faticaÓ,  una classe
politica che i sacrifici li chiede agli altri rimandando sempre i propri, a Roma di alpini ce
ne sono pochi, e si vedeÉ
Ancora un passo, Italia, facciamo vedere
allÕEuropa che, tanto per cambiare, ce la
caveremo da soli. Speriamo per˜ che poi la
Òmusica cambiÓ, che in testa alla colonna si
capisca che non si pu˜ chiedere di pi, che
bisogna cominciare anche a dare lÕesempio.
Stiamo raschiando il fondo del barile, la
pazienza ha un limite e non tutti in questo
paese possono avere la resistenza degli alpini.
Speriamo che qualcuno, tecnico o no, se ne
renda finalmente conto.
Aldo Maero
6
A proposito di un naufragio
Cos“ si risponde a Der Spiegel
di Cesare Di Dato
Non stupitevi cari lettori; questa volta
non parler˜ di cose alpine ma di questioni
nazionali. Precisamente del naufragio del
Concordia allÕIsola del Giglio, ma non in
chiave rievocativa; sarebbe troppo dopo il
bombardamento mediatico che ci ha tenuti
informati ora per ora su quel disastro, bens“
per rintuzzare, da italiano e da alpino, una
dichiarazione apparsa su una delle pi
autorevoli riviste tedesche. Infatti a DER
SPIEGEL non  parso vero di scrivere parole
di fuoco contro lÕintero popolo italiano prendendo spunto dalla figura del comandante
Schettino, francamente un vero pusillanime
non solo dal punto di vista marinaro. LÕarticolo, comparso il 27 gennaio 2012, va gi
pesante, peraltro subito contrastato dal
direttore del GIORNALE, quellÕAlessandro
Sallusti che i comaschi ricorderanno quale
apprezzato direttore de LA PROVINCIA
alcuni anni fa. Dice tra lÕaltro il tedesco,
riferendosi alla pazzesca manovra di Schettino: ÒCon noi certe cose non succedono
perchŽ, a differenza degli italiani, siamo
una razzaÓ. Personalmente spero che si sia
trattato di una cattiva traduzione del testo
originale, perchŽ se fosse vero ci sarebbe
motivo di grande preoccupazione. Sono
parole che i vecchi come me hanno giˆ
sentito in ben pi tragiche situazioni, sono
parole che ci riportano alla mente elmi con
il chiodo, mazze ferrate per finire i feriti,
campi di sterminio e altre mostruositˆ compiute da un popolo, il tedesco, che si ritiene
civile alla pari degli altri popoli europei e
che lo , basti pensare a Goethe, a Beethoven, a Mann, ma capace anche di produrre
gli Hitler, gli Himmler, i Bormann deliranti
glorificatori della razza ariana. Una frase
del genere, accompagnata da altri articoli
poco amichevoli nei quali il giornalista di
turno si chiede, per esempio: ÒVi immaginate
che cosa avrebbe fatto un comandante
tedesco o britannico?Ó, denota una supponenza che pensavamo sparita dopo il crollo
del 1945. Invece devo credere che si sia
trattato di una serpe in letargo che, dopo
il crollo del Muro e la riunificazione, abbia
rialzato la testa convinta che tutto il male
da lei procurato sia passato come acqua
fresca. Volete vedere, cari lettori, che la
Merkel si sente erede di Federico Barbarossa? Certo, anche noi abbiamo i nostri difetti:
per un paio di volte abbiamo tradito la
parola data, spesso ci siamo comportati da
levantini ma vivaddio non abbiamo mai
distrutto interi paesi, ucciso persone indifese,
fucilato in massa soldati catturati alla fine
di un combattimento (Cefalonia). Il perchŽ
 presto detto: noi abbiamo una bimillenaria
civiltˆ cristiana alle spalle, loro no. Perci˜,
caro dott. Georg Mascolo direttore dello
SPIEGEL, ci pensi prima di autorizzare i
suoi collaboratori a usare frasi ad effetto
che poi tanto ad effetto non sono, visto che
le pronunciavano giˆ i lanzichenecchi mentre
depredavano Roma nel 1527 o la Lombardia
nel 1630.
Si schermisce accusando emozione. Non la
dimostra. Conosce la parte, la recita alla
grande. Questo, agli Alpini, piace. Soprattutto
ai suoi Alpini! Microfono <stabilmente in
mano>, noblesse oblige. E chi glielo toglie?
Premia gli sportivi: Appiano Gentile ha fatto
lÕen plein (fondo, tiro, slalom gigante, ciaspolada, mountain bike). Coppa del Presidente e Nonno Vittorio; Bulgarograsso e
Solbiate damigelle dÕonore, con 250 concorrenti di 50 gruppi. Non male. Parla di un
anno vissuto da alpino, con <lÕorgoglio della
responsabilitˆ>. Un saluto a chi lo ha preceduto: Mario Ostinelli, un papˆ; Achille
Gregori, un manager. Uomini guida di una
societˆ <di gente perbene>. Lo si sa,  bene
rimarcarlo. Ricorda, uno per uno, i <veci>
andati avanti nellÕanno: un plotone. Presente!
Sfoggia una novitˆ. Gradita. Il premio <Sveglia> al gruppo che cattura il maggior numero
di <dormienti>. Quelli che, per dirla alla
Perona, hanno dimenticato la loro naja. Tocca
a Emanuele Roncoroni, capogruppo di Monteolimpino, impadronirsi della targa: nove
nuovi adepti e tre aggregati. Supera, da
buon rugbista, Albese con Cassano sette e
Dongo sei. In totale: si sono risvegliati in
32 con le fiamme verdi. Ma ricorda che
Maslianico  tornato allÕovile, riaprendo il
gruppo, sostituendo Vendrogno in Valsassina,
ceduto a Lecco causa lontananza. Fra gli
eventi, la Messa sezionale nel magnifico
Duomo, appuntamento irrinunciabile per i
comaschi, alpini e non. Ma anche la visita
alla Boscaiola, tana frizzante di Nelson Cenci,
reduce di Russia e grande amico degli alpini
comaschi. LÕaltra, del presidente Perona, a
fine giugno: un papˆ in mezzo ai suoi figlioli.
Tema: il futuro delÕANA, che non pu˜ sparire,
fino allÕultimo alpino. Argomento che sta a
cuore a tutti. Quella di monsignor Diego
Coletti, in ottobre protagonista di una serata
strepitosa in sezione, culminata con la famosa
<coppa del vescovo> inventata dal cuoco
di corte.
Applausi da stadio al vicepresidente Mascetti,
quando ha annunciato la sua volontˆ di
restare vicino agli amici alpini di Como,
anche quando, cio assai presto, non si
candiderˆ per lÕimportante incarico che ha
rivestito con grande prestigio in questi anni.
LÕappuntamento  per la manifestazione in
ricordo del 140¡ di fondazione del Corpo.
Ma un cenno lo riserva al nostro-vostro
Baradll.
Un grazie al direttore uscente, il generale
Cesare Di Dato. Bis a colui che  stato
<ingaggiatoÉ.!>, Achille Gregori. Un segno
di continuitˆ. EÕ la lunga linea verde, che
non finisce mai.
Carlo Gobbi
Assemblea dei Delegati
(dalla prima pagina)
Trascina chi lÕascolta, lo premia con battute
e sorrisi, non lo stanca con tiritere, ma lo
infiamma con cambiamenti improvvisi di
voce. Che abbia studiato recitazione per
diventare presidente? Gassman non avrebbe
saputo fare meglio. Si  imposto una scaletta
di interventi sui vari temi, rapida, incalzante,
avvolgente, coinvolgente. Chi  venuto per
schiacciare un pisolino, se lo dimentica. La
platea, dal nostro punto di osservazione
privilegiato,  rapita. Il calo di attenzione,
previsto dai 30Õ in avanti, non si registra. Si
vede che si  ben preparato. Anche i comprimari. Dal presidente dellÕassemblea, che
per statuto, cambia ad ogni nuova stagione.
Tocca a Guerrino Valli, capogruppo di Argegno, assumere le redini. Figura popolarissima
fra gli Alpini comaschi, arguto nella battuta,
occhio vivace, si schermisce attaccando cos“:
<Io faccio il cuoco, se sbaglio, correggetemi,
ma non mettetemi al forno!>. Tot˜ non
avrebbe saputo fare meglio per accendere
lÕatmosfera. Concluderˆ, alle votazioni per
alzata di mano, con un fulminante: <Favorevoli, contrari, astemiÉ!>. Abbiamo capito
bene? Vabb che si tratta di un raduno
alpino, ma di fiaschi de vin, in sala non ne
abbiamo ancora visti circolare.
Non tralascia nessuno, Gaffuri. EÕ la sua
prima assemblea dei delegati, il primo anno
di lavoro, di consuntivi. Cento i gruppi presenti su 122, 233 delegati con 29 deleghe.
7
EVENTI
RICONOSCIMENTI
La sigla ÐCa.sta- lo rammentiamo- sta per
Campionati di sci delle truppe alpine. Manifestazione nata nel 1931 per valutare il livello
operativo e la preparazione fisica delle unitˆ
di montagna attraverso il confronto agonistico
tra i migliori elementi di tutti i reparti. La
64»Êedizione si  svolta questÕanno dal 30
gennaio al 3 febbraio Êin Alta Val Pusteria e
vi ha partecipato per la prima volta un reparto
del NATO Rapid Deployable Corps Italy
comandato dal Generale Giorgio Battisti oltre
a militari della Taurinense, della Julia, del
4¡ ReggimentoÊparacadutisti Monte Cervino,
del Centro addestramento alpino di Aosta
nonchŽ militari inquadrati negli eserciti di
Afghanistan, Austria, Germania, Libano,
Macedonia, Romania, Slovenia e Stati Uniti
d'America. I trofei in palio: il Trofeo
dell'amicizia aggiudicato dal Centro Addestramento Alpino dell'Esercito seguito da
Spagna e USA; il Trofeo medaglie d'oro,
l'International Federation of Mountain Soldier
trophy e il Trofeo medaglia d'oro Silvano
Buffa, conquistati dal 4¡ Reggimento alpini
paracadutisti. LaÊgara regina della manifestazione  senza dubbio la competizione tra
i plotoni, dove si afferma il team che dimostra
maggiore compattezza e versatilitˆ sugli sci
Ð con gare di slalom e staffetta Ð superando
al tempo stesso prove di tiro e lancio di
bombe a mano, senza trascurare la capacitˆ
di sapersi orientare e il soccorso valanghe,
che sono oggetto di due impegnative prove
di abilitˆ a tempo. Elementi essenziali di
questa gara per plotoni sono la regolaritˆ e
lo spirito di corpo, il meccanismo della competizione prevede infatti forti penalitˆ in caso
di abbandono da parte anche di uno solo
degli elementi del team, per cui a prevalere
 sempre il plotone coeso che arriva con
tutti i propri alpini al traguardo e non necessariamente quello dotato di individualitˆ
tecnicamente pi forti. Senso di squadra e
capacitˆ di tener duro sono da sempre qualitˆ
degli alpini che ora questi ragazzi, al pari
dei loro ÒnonniÓ dimostrano di possedere.
QuestÕanno si sono sfidati 19 plotoni in un
massacrante tour de force che, complici le
condizioni meteorologiche avverse, ha richiesto ai partecipanti sforzi superiori alle aspettative. I plotoni si sono contesi la vittoria fin
dallla prima giornata con vero spirito alpino,
sfidandosi senza lesinare energie nella massima correttezza agonistica e, alla fine, hanno
prevalso gli Alpini paracadutisti del 4¡ reggimento davanti alle compagini dellÕ8¡ reggimento Alpini e del 3¡ reggimento artiglieria
da montagna, entrambi della Brigata Alpina
Julia. Dalla prima edizione, svoltasi nel 1931,
ad oggi (con una pausa tra il 1954 e il 1962)
la manifestazione si  disputata su tutto
lÕarco alpino Ð da Tarvisio a Cuneo passando
per Merano, Vipiteno, Sappada, Sestriere,
Asiago e lÕAlpe di Siusi, con due puntate a
Campo Felice sullÕAppennino abruzzese secondo un format che si  ampliato nel
tempo; nel 1977 infatti i ÔGistaÕ vengono
ribattezzati ÊÔCastaÕ; passando da gare interreggimentali a campionati veri e propri,
aperti (dal 1979 in avanti) a militari stranieri
tra cui gli Alpenjaeger austriaci, i Gebirgsjaeger tedeschi e gli ChasseursÊdes AlpesÊfrancesi, insieme a rappresentative di Gran
Bretagna, Usa, Slovenia, Romania, Cile,
Spagna, Argentina, Albania, Macedonia e
Libano.Ê Le edizioni pi recenti dei Ca.sta
sono diventate una kermesse agonistica della
durata di una settimana. ÇQui si gareggia
per lÕonore del reggimento e quindi anche
per lÕonore dei nostri caduti: abbiamo una
motivazione in piÈ,  stato detto allÕinizio
della manifestazione. Ricordiamo infatti che
la Taurinense nel 2010 ha partecipato alla
missione Isaf perdendo cinque uomini e che
il 7¡ Julia, in passato ha avuto in squadraÊMatteo MiottoÊÐ Êcaduto il 31 dicembre 2010.
In un momento in cui ogni occasione 
buona per denigrarci, onore a questi Ragazzi
che tengono alto il nome dellÕItalia e onorano
la Patria, di schettino ce nՏ uno tutti gli altri
ne han trentuno É
Aldo Maero
Nelle celebrazioni del Giorno della Memoria
tenutosi a Villa Olmo, il Prefetto di Como
dr. Tortora, ha assegnato riconoscimenti a
persone benemerite. Fra questi anche un
alpino di grado elevato ed un caro amico
della sezione. Si tratta di colonnelli
dellÕesercito insigniti dellÕonorificenza di
Cavaliere della Repubblica, riservata a
persone selezionate. LÕhanno ricevuta il
nostro socio colonnello degli alpini Giorgio
Romitelli e il pari grado Sergio Lepore, giˆ
comandante del Centro Documentale di
Como, col quale la sezione ha avuto ottimi
rapporti nellÕintero periodo di permanenza,
in particolare attraverso lÕuso di spazi della
Caserma De Cristoforis e scambi dÕattivitˆ.
Romitelli, conosciuto da noi tutti, ha alle
spalle importanti esperienze allÕestero
maturate in Bosnia, Kosovo, Afghanistan e
presso le truppe Nato a Bruxelles. Lepore
non  da meno. LÕonorificenza concessa ad
un alpino, nonchŽ caro amico, ci soddisfa
e ci fa considerare ancora di pi lÕimpegno
nel dovere. Per il nostro socio Giorgio il
piacere dÕavere al fianco, nellÕoccasione, il
presidente di sezione Gaffuri, il
vicepresidente Bianchi e il coordinatore
dellÕunita sezionale di protezione civile
Gesilao. Secondo buona norma le feste
importanti coinvolgono la famiglia!
Un altro alpino stimato da tutti che ha
diretto LÕAlpino e il Baradll, riceverˆ presto
un riconoscimento ancora pi importante
per il lustro che ha dato allÕAssociazione,
dopo una vita trascorsa al servizio della
Patria con il comando di importanti reparti.
Avremo fra di noi un Commendatore della
Repubblica, che aggiungerˆ al suo nome
questa qualifica. Avete giˆ capito che si
tratta di Cesare Di Dato.
Il noto fotografo Enzo Pifferi, comasco
dÕadozione, il 13 dicembre ha intrattenuto
numerosi alpini proiettando in Sede una
interessante serie di fotografie della valle
Intelvi e della linea Cadorna. Enzo ci ha
confidato che si trova sempre bene in
mezzo agli alpini e si  dichiarato disponibile a partecipare ad altri incontri.
8
Non stupisce affatto vedere gli alpini nelle
scuole , oppure in veste di accompagnatori
degli alunni in ambienti extrascolastici. Sono
anni che la nostra Associazione intrattiene
rapporti con i ragazzi, allo scopo di interessarli
ai nostri valori e contagiarli. EÕ un momento
formativo che ci  sempre stato a cuore. Il
contatto con i giovani  percepito dalle Sezioni
e dai Gruppi quasi come una necessitˆ e,
nelle circostanze pi disparate, gli alpini sono
stati capaci di creare occasioni dÕincontro
per donare una Bandiera, per celebrare il 4
Novembre, o semplicemente per parlare ai
ragazzi. LÕargomento non  quindi una grande
scoperta; semmai la novitˆ sta nellÕidea di
stendere un protocollo, una sorta di manualetto su cosa fare e come, quando ci si
avvicina agli studenti. Per arrivare a definire
il Òprotocollo scuoleÓ, il Centro Studi ha
individuato tre Sezioni, alle quali ha assegnato
il compito di fare da pilota in questo studio.
Sono le Sezioni di Biella, di Valdagno e la
nostra ad aver ricevuto lÕincarico. Onorati
della scelta, non abbiamo perso tempo e ci
siamo messi al lavoro, formando innanzitutto
una commissione specifica e iniziando a
stendere ipotesi. Gli obiettivi indicati dal
Centro Studi sono molto chiari: occorre
trasferire ai ragazzi i concetti di Patria, di
memoria e di solidarietˆ. Per raggiungere lo
scopo, bisogna intrattenere i giovani parlando
loro di montagna, di tradizioni e cultura delle
popolazioni, di storia degli Alpini. E non
basta; dovremo interessarli anche portandoli
Linea Cadorna sul
Monte Bisbino
(dalla prima pagina)
Va ricordato che lÕItalia era parte della
Triplice Alleanza con Austria e Germania,
mentre la Francia era schierata con Inghilterra e Russia nella contrapposta Triplice
Intesa. Cambiati gli schieramenti dopo la
dichiarazione di guerra del 1914 non comunicata allÕItalia e la successiva discesa in
campo italiana al fianco dellÕIntesa, si modificarono i piani di difesa, anche in funzione
dei disegni del generale tedesco Von
Falkenhajn che prevedeva dÕarrivare a Milano
attraverso il vallo ticinese. Per questo i
comandi italiani procedettero alla realizzazione della linea difensiva, con lo scopo
dÕessere anche possibile supporto di retrovia
per unÕeventuale azione franco-italiana,
concordata dai generali Fajalle e Cadorna,
tendente allÕoccupazione svizzera in caso
dÕinvasione tedesca da nord verso la pianura
padana. LÕopera si estende sui crinali lungo
il confine italo-svizzero. Inizia al forte di
Bard in Val dÕAosta, passa per lÕOssola e si
concentra nelle zone del Verbano e del
Lario, ritenute pi semplici da superare.
Nel nostro territorio la Linea Cadorna  a
ridosso del confine e della cittˆ di Como in
pi punti, sul monte Sasso in spina verde
e nella zona di Cardina. Prosegue sul monte
Bisbino;  nella Valle Intelvi e Sasso Gordona, raggiunge il Galbiga, il monte Croce
sopra Menaggio. Occupa la val Cavargna in
localitˆ San Lucio, monte Garzirola, passo
San Jorio. Postazione importante, sotto il
Legnone,  il forte di Fuentes -risalente al
periodo spagnolo del Ô600-, congiuntamente
al forte di Montecchio (edificato nel 1913,
prima dellÕopera difensiva) che fungevano
da sbarramento dellÕarea compresa fra il
S. Jorio e le valli dellÕAdda e del Mera. Segue
sul crinale delle Orobie valtellinesi in direzione Tirano per arrivare dove era il fronte
orientale. LÕidea del recupero di alcuni tratti
comaschi nacque nel 2005, in occasione
degli 85 anni della sezione. Successivamente, reperiti i fondi, si diede corso
allÕoperazione. Nel 2008 (90 anni dal termine
conflitto) alla presenza del Presidente nazionale Perona, si consegn˜ la parte recuperata a monte Sasso. Nel 2010, per il
novantesimo sezionale, furono conclusi i
lavori e aperte le visite a camminamenti e
postazioni sul monte Croce di Menaggio.
Questa volta, per il 150esimo dellÕunitˆ
italiana,  arrivato a compimento il recupero
in Bisbino, dopo due anni di attivitˆ, mentre
i lavori proseguono ancora in localitˆ Cardina
a Monte Olimpino. La vetta del Bisbino (mt.
1325) si raggiunge da Rovenna, grazie ai
12 Km di strada militare costruita nel Õ16,
che arriva allÕimboccatura della caverna
comando, sopra il cui portale  scolpito lo
stemma sabaudo. LÕestensione della linea
che contorna il lato verso la Svizzera costruita dai reparti della ÒTerritorialeÓ (ovvero
la terribile perchŽ composta principalmente
da anziani), col supporto di gente locale,
Òsul campoÓ, per sperimentare dal vero la
montagna, la natura, le tracce della nostra
Storia. Tutte cose che diversi Gruppi stanno
giˆ facendo da tempo, ma ognuno con un
proprio stile e con modalitˆ diverse. LÕobiettivo
del progetto  invece quello di strutturare
queste attivitˆ secondo uno schema unico,
in modo che in tuttÕItalia gli alpini lascino la
stessa impronta associativa nelle occasioni
di incontro con le scuole, dal Friuli, fino alla
Sicilia. La nostra commissione di studio non
si limiterˆ a stendere procedure, ma cercherˆ
di sperimentarle attraverso i Gruppi. Il 2012
si presenta quindi come anno di prove e
verifiche, tanto per non perdere lÕabitudine
di lavorare.
eg
in prevalenza donne e ragazzi vista lÕassenza
di uomini impegnati al fronte,  stata recuperata solo in parte, date le condizioni ad
oltre novantÕanni dalla costruzione e dopo
che camminamenti, postazioni, cavernette,
erano stati completamente riempiti per
permettere il pascolo. Si  provveduto perci˜
al ripristino della caverna comando e di
alcuni tratti di camminamento significativi
per posizione, descrittivi dellÕidea di linea
difensiva e per lÕosservazione sul territorio
svizzero sottostante. Sono servite pi di
quaranta giornate di lavoro e 800 volontari
per arrivare al ripristino e ricostruzione.
Sono cos“ tornati visibili e visitabili camminamenti a cielo aperto, trincee coperte,
ricoveri interrati, postazioni dÕartiglieria.
Ci˜ permetterˆ una valutazione delle necessitˆ del periodo, un ricongiungimento storico
al passato che ha contribuito alla formazione
del nostro stato. Tutto questo  dovuto solo
allÕoperato degli alpini. Grazie ad unÕidea
che pareva una follia solo se pensata, un
pezzo della nostra storia ridiventa visibile.
I pi giovani potranno conoscere cosa era
quel tempo e valutare meglio il passato.
Nella cerimonia dÕinaugurazione, alla presenza dei sindaci di Moltrasio, Cernobbio,
Maslianico, del Presidente Gaffuri, di alpini
e tanta gente , il vicepresidente della Provincia dr. Mascetti ha affermato: ÒÉsenza
gli alpini, perderemmo gran parte della
nostra storiaÉÓ Eh si, gli alpini arrivano
dovunque, ricordando il passato di questo
paese. Vedere in Bisbino, una accanto
allÕaltro, la giovane Carlotta (fresca di mininaia) con cappello alpino, al fianco del
nonno Gianmario Porro capogruppo di Moltrasio,  stato un ulteriore segno di continuitˆ e dÕintenzione di tenere vivo il sentimento di memoria e lÕindispensabilitˆ di
ricordare. Il ripetuto volo di uccelli nel cielo
sovrastante lo spiazzo sul quale  stata
celebrata la messa,  sembrato un ulteriore
segnale di auspicio per basare sulla memoria
il futuro di questo nostro paese che non
sempre sa riconoscere i suoi grandi valori.
Achille Gregori
9
Fatti...col
NEWS 2012
Cappello Alpino
ci scrivono.....
Il cappello ritrovato
Il 14 febbraio 1976 lÕesercito mi
forniva lÕequipaggiamento necessario per trascorrere 12 mesi
al servizio della Patria, anche se nel momento, non ne comprendevo pienamente
il significato. Confesso che quel giorno mi
sentii un poco ridicolo indossando il copricapo con la penna. Vivevamo lÕesperienza
militare trascorrendo 12 mesi prevalentemente in caserma con giornate oziose e
prive di addestramento militare, ricevendo
per˜ una scuola di vita fatta di regole,
doveri e rispetto. Probabilmente i tempi
giˆ stavano cambiando verso la nuova
impostazione. Per˜ giurammo fedeltˆ alla
Bandiera e questo sentimento mi riempie
di un orgoglio che mi porto sempre. Al
contrario scopro, ogni giorno, che coloro
che hanno potere e dovere di servire e
rappresentare la bandiera, la infangano
con ideologie, faziositˆ e giochi politici. Ma
un alpino  al di sopra delle parti, perchŽ
chi porta il cappello con la penna si comporta e pensa in modo speciale. ÒChi 
stato alpino, lo sarˆ per tutta la vitaÓ mi
sentivo dire, e anchÕio, col tempo, lÕho
constatato vedendo la disponibilitˆ che un
alpino riesce a dare con naturalezza, per
il senso di appartenenza ad una realtˆ che
va oltre la soddisfazione di portare un
cappello con la penna nera stimato da
molti. LÕho constatato a Torino in adunata,
fra unÕimmensa folla genuinamente festante. Vi ho partecipato, col mio cappello
ritrovato, e con orgoglio ho sfilato con le
lacrime agli occhi e una grande emozione.
Mi auguro sinceramente che molti, come
me, abbiano a ritrovare il loro cappello,
poichŽ questa Italia offesa ha bisogno di
ritrovare ideali e valori.
Marco Bellati, gruppo di Dongo.
Caro Marco,  piacevole scoprire il tuo
profondo sentimento di appartenenza e
lÕamore che ti lega al cappello che, come
affermi, hai riscoperto da poco tempo,
probabilmente togliendolo dallÕarmadio ove
lo avevi riposto. Dopo 35 anni hai ritrovato
i valori della penna alpina e hai voluto
farcene partecipi. Ti ringrazio a nome dei
tanti alpini della sezione e mi auguro, come
fai tu, che molti altri seguano il tuo suggerimento, riscoprano il cappello, se lo calchino in testa senza remore e partecipino
alle tante iniziative, contribuendo a diffondere i valori che i nostri vecchi ci hanno
lasciato, che sono attuali e necessari a
tutti.
Per far felice un vecchio Alpino ci vuole poco.
Se poi la felicitˆ viene da una persona cara
l'esultanza raddoppia. Questa gioia l'ho
provata venerd“ 16 Settembre a Belluno
dove mia nipote concludeva il periodo di tre
settimane della MINI NAJA. Quando le 
stato consegnato il Cappello Alpino con la
nappina bianca del 7¡ Rgt. Alpini, per poco,
il mio cuore di NONNO ALPINO non  scoppiato per la gioia. Ero felice nel constatare
che quel Cappello inorgogliva anche mia
nipote e qualche lacrima bagnava i miei
occhi. Mi son sentito orgoglioso di mia nipote
quando il Colonnello, nel suo intervento di
chiusura della manifestazione, si  compiaciuto con i ragazzi e le ragazze per il loro
comportamento esortandoli a tenere caro il
Cappello, a portarlo con orgoglio perchŽ se
lÕerano meritato. Certo tre settimane sono
poche raffrontate a chi ha vissuto il servizio
militare per mesi e anche anni, ma posso
assicurare che questo breve periodo di NAJA
Alpina fa un gran bene ai ragazzi: li abitua
ai sacrifici e alla disciplina. Penso al mondo
giovanile, che spesso non ha punti di riferi-
mento validi, a come sarebbe salutare un
periodo trascorso in caserma. La cerimonia
mi ha ringiovanito; ha riportato alla mia
memoria il giorno in cui 67 anni fa, con tanto
orgoglio ricevetti il Cappello che mi faceva
sentire un baldanzoso Alpino e un Italiano
tutto d'un pezzo. Questo Cappello riesce
ancora a mantenere la forma e io lo porto
con enorme compiacimento.
Gianmario Porro
Mini naja per una ragazza di Bulgarograsso
il 16 settembre scorso con al seguito il
gagliardetto, presso la caserma Salsa di
Belluno del 7¡rgt. Alpini, ho assistito alla
consegna del cappello alpino ai 116 ragazzi
freschi di mininaja svolta a Belluno. EÕ stato
molto emozionante vedere alpini in armi
dopo tanti anni. Certo i ragazzi della mininaja
hanno una breve esperienza di vita militare,
per˜ dallo sguardo e dalla commozione con
cui questi giovani hanno ricevuto il nostro
cappello sono convinto che si porteranno
dentro la positivitˆ di queste tre settimane
di vita alpina. Chiara ne  una testimone.
Da subito si  inserita nel gruppo come socia
aggregata, conquistandosi una sua posizione,
tanto che con fierezza ha voluto sfilare con
noi nel giorno dell'inaugurazione della Sede.
E lo ha fatto veramente bene!
Augusto Valsecchi
Diego Traversa, classe 1991, ragazzo vallintelvese di Ponna, ha svolto la mini naja
la scorsa estate a San Candido, cogliendone
un gran bene. Tre intense settimane trascorse
prevalentemente sulle montagne circostanti.
Come i suoi predecessori che passavano il
servizio di leva alla caserma Battisti, si 
innamorato della zona e dellÕ impegno svolto
fra caserma e montagne. Con i suoi colleghi
ha ricevuto il cappello alpino nel giorno del
commiato, cappello che conserverˆ e amerˆ
tutta la vita, come i suoi "veci". Ci auguriamo
che nonostante i cambiamenti e le attuali
restrizioni, l'esperimento del "Pianeta Difesa"
o meglio mini naja, come noi gradiamo dire,
possa continuare, formando altri giovani,
entusiasti di apprendere un po' di disciplina,
come le parecchie centinaia che l'hanno
potuta svolgere ricevendo il cappello alpino.
10
Fatti... col
Cappello Alpino
CONSIGLI SEZIONALI
Lo scorso mese di dicembre un nostro amico
alpino, Capogruppo di Castelmarte, Consigliere sezionale, cerimoniere della Sezione
di Como, in sostanza Tiziano Tavecchio 
stato insignito della massima onorificenza
concessa dal suo Comune ai cittadini che
si sono distinti in vari modi. Non  una
novitˆ che un alpino , o un Gruppo A.N.A.
vengano premiati dallÕAmministrazione Comunale e la cosa non pu˜ far altro che
inorgoglirci. EÕ il segno che Òvivere da alpiniÓ
 sicuramente una scelta vincente; vivere
da alpini, anche fuori dallÕAssociazione,
porta ad essere apprezzati veramente da
parte di tutti.
Tiziano ha ricevuto ÒlÕurcelaÓ dÕoro con la
seguente motivazione: ÒPer anni Tiziano 
stato ed  tuttora un preciso punto di riferimento per le diverse attivitˆ che si svol-
gono nel paese, non solo nellÕambito degli
Alpini, della Parrocchia, delle Associazioni,
ma anche per il Comune. Ha operato con
tutte le Amministrazioni comunali che si
sono succedute, sempre con grande professionalitˆ e competenza, pur non scendendo
mai in politica. Per il Comitato Oppizzi 
diventato poi il cerimoniere ufficiale della
manifestazione, collaboratore prezioso,
grafico competente e impaginatore del
nostro ÔCastelmarte InformaÕ, notiziario
della Amministrazione comunale gestito e
sovvenzionato dal Comitato di Gestione
Ereditˆ Oppizzi. Grazie TizianoÓ.
Ed al grazie del Sindaco di Castelmarte si
uniscono quelli dellÕintera Sezione di Como
e del Comitato di redazione del Baradell, di
cui Tiziano fa parte.
La Redazione
Un Click per entrare nel mondo degli Alpini
della Sezione di Como
due parole indirizzate agli Alpini non
avvezzi alle tastiere di un P.C., se ne
esistono ancora...
Requisiti: avere un Personal Computer, Deckstop o portatile o un aggeggio tecnologicamente ancor pi avanzato tipo IPad, IPhone
Tablet e chi pi ne ha pi ne metta. Il nome
del Sito  rimasto inalterato, nella Home
Page, cos“ viene chiamata la pagina iniziale
che si presenta, avrai in primo piano le
Comunicazioni della Segreteria e della Presidenza e, gli eventi del mese in calendario.
A questo punto inizia la navigazione, puoi
posizionarti sulla comunicazione che ti interessa e con un click entrare a leggere il
comunicato, oppure sullÕevento in calendario
per avere informazioni dettagliate sul programma, che tempo farˆ, che strada dovrai
seguire per arrivare aÉ. Sempre nella Home
Page, posti in orizzontale sotto il Logo A.N.A.,
potrai notare che la Sezione  stata suddivisa
in tanti comparti, Sezione, Protezione Civile,
Sport, Gruppi (ancora in fase di realizzazione)
Edicola etc etc, dove avrai la possibilitˆ di
approfondire attraverso un elenco di argomenti (sotto men) che ti verranno di volta
in volta proposti sulla sinistra dello schermo
in relazione allÕargomento principale che
avrai scelto. Potrai avere la possibilitˆ, allÕinterno del comparto Sezione, di scaricare o
stampare la modulistica che deve essere
utilizzata per i vari adempimenti del Capogruppo o del semplice Socio. Entri in Edicola
e potrai leggere o scaricare sul tuo Computer
il Baradell e giornali dei Gruppi della Sezione.
Se ti sei perso, consultare Statuto e Regolamento; una miriade di opportunitˆ per essere
informato e aggiornato sulla Sezione di
Como. Basterˆ avere pazienza, non farti
prendere dallÕansia, anche se sbagli non
succede nulla, seguire le descrizioni e i
suggerimenti che di volta in volta ti saranno
proposti e il gioco sarˆ fattoÉ. il segreto 
sempre quello, ti posizioni sullÕargomento
che ti interessa e con un click entri nel mondo
che vuoi esplorare. Buona navigazione.
Mos Frighi
Riunione del 1 dicembre
Consigliere nazionale Crugnola riferisce: CDN
propone iscrizione alpini in armi. Volontari PC
in Liguria limitati per logistica: 2200 giornateuomo. Riunione giovani a Costalovara.
Argomenti: Visita Vescovo in sede, ottima
serata. Messa sezionale rovinata da pioggia, no
sfilata, presenti solo una settantina di gagliardetti.
Banco alimentare elogio a V.P. Frighi per lavoro
svolto, garantiti ulteriori miglioramenti. Protocollo
scuole la ns. sezione funge da pilota
nellÕesperimento, nominata commissione. Mostra
140 anni Truppe alpine richiesto ai gruppi materiale per allestire esposizione ad ottobre in
caserma, coinvolgimento scuole.
Varie saluto al gruppo di Vendrogno. Giornata
della PC 10 dicembre, incontro in caserma. 10
volontari alle Cinqueterre per emergenza Liguria.
Villa Carlotta: inizio lavori, deliberato acquisto
materiali. Casa per Luca, inviati Û 20.000, seguirˆ
altra cifra. Rientro spoglie Caduti, ove possibile
presenza Vessillo. Consegna lavori Linea Cadorna
in Bisbino, tutto bene, tempi eccessivi. Censimento monumenti, cippi, vie, piazze dedicate
agli alpini.
Riunione del 19 gennaio
Informazioni dalla Sede Nazionale: raccolti oltre
650mila Euro destinati a Casa per Luca i cui
lavori sono iniziati. Adunata di Bolzano. Criteri
per scelta sedi adunata nazionale.
Argomenti: Informatica in sede, descrizione
informatizzazione, rinnovo sito internet, miglioramento comunicazione verso gruppi, informazione per tutti gli iscritti. Rinnovo consiglieri in
scadenza, accertata disponibilitˆ dei 9 consiglieri
uscenti e indicazione 1 consigliere nuovo non di
zona, analisi argomenti per assemblea. Calendario 2012, evitare concomitanze, valorizzare
manifestazioni con impostazioni attraverso consigliere di zona. Varie, Casa per Luca, oltre
quanto giˆ versato, pronti altri 20mila euro per
secondo versamento. Villa Carlotta, iniziati lavori
manutenzione nella zona convenzionata. Ricordo
dei Reduci deceduti Gauli e Gobbi. Manifestazioni
in programma.
Riunione del 16 febbraio
Consigliere Nazionale Crugnola informa sulla
preparazione del libro con le testimonianze dei
volontari presenti allÕemergenza Abruzzo. Necessita personale tecnico per alcuni lavori alla
Casa di Luca. Argomenti: finanziamento attivitˆ
sportive, illustrazione costi prossime Alpiniadi
e richiesta approvazione. Bilancio 2011 e previsione 2012, lettura contenuti bilancio, relazione
finanziaria e revisori dei conti, approvate dal
consiglio. Varie, Villa Carlotta: attrezzate le
squadre, iniziati i lavori. Fondi Casa per Luca:
la raccolta a febbraio ammonta a 45mila Euro.
Il 28 aprile a Como, presentazione del Libro di
Luca Barisonzi, interverranno personaggi importanti, presenterˆ Bruno Pizzul. Protezione Civile:
iniziati interventi per protocolli di sicurezza.
Adunata Bolzano: elencate regole e indicazioni
comportamentali, sÕinformano i gruppi. Anno
2013 manifestazione intersezionale per Nikolajewka: le sezioni di Sondrio, Lecco, Como e
Colico effettueranno una manifestazione sulla
neve a Madesimo per ricordare la ritirata di
Russia. Aldo Maero, fra i promotori, curerˆ lÕiter
preparatorio per la sezione.
11
Fatti... col
Cappello Alpino
Il coro alpino Tridentina qui ritratto con
alle spalle la Bandiera italiana e
statunitense, ha partecipato alla
convention dellÕassociazione in nord
America. Il coro ha tenuto un concerto
a New York nella chiesa di Saint Mel,
in occasione del Columbus Day
dellÕautunno scorso, ricevendo lÕabituale
consenso e suscitando meraviglia fra
gli americani. Alle manifestazioni hanno
preso parte anche un buon numero di
soci della nostra sezione, che hanno
avuto il piacere di vivere unÕesperienza
nella grande mela e scoprire come si
vive lÕassociazione oltre oceano, con la
nostalgia nel cuore e tanto amore per
il Tricolore. Fra questi Tiberio Selva
alpino del gruppo di Rovenna, autore
della foto.
Gruppo
Maslianico
Una serata davvero favolosa, quella di sabato
4 febbraio a Gravedona.
Serata nata dalla collaborazione tra le Sezioni
di Colico e Como. La prima ha offerto la
possibilitˆ di ospitare una delle due sole
Fanfare Militari Alpine rimaste in servizio,
quella della Brigata Taurinense. La seconda,
la nostra, ha organizzato lÕincontro, grazie
al lavoro dei Gruppi di Gravedona e Dongo.
Ospiti dÕeccezione, i ragazzi della Fanfara e
un reparto del 32¡ Btg. Genio Guastatori
Alpini, accompagnati dal loro comandante,
il T.Col. Emiliano Vigorita. La presenza dei
militari era dovuta al fatto che lÕindomani
avrebbero presenziato alla cerimonia commemorativa di Nikolajewka a Colico, opportunitˆ che ci ha permesso di godere di uno
straordinario spettacolo, con un corpo musicale composto da fuoriclasse, presentato
dalla signora Lucetta di Pinerolo. EÕ stata
una serata coinvolgente, con grande affluenza
di pubblico, tra cui tanti alpini provenienti
da Mariano Comense, Canzo, Como. Erano
presenti: i Presidenti delle due Sezioni A.N.A.
e il Presidente della Comunitˆ Montana
nonchŽ Sindaco di Dongo e alpino, Mauro
Robba.
Mentre la Fanfara Taurinense suonava, sullo
sfondo campeggiava lo striscione con il logo
dei 140 anni del Corpo degli Alpini, che la
nostra Sezione ha realizzato, per accompagnare ogni evento di questo anno partito
Òalla grandeÓ.
Penna Nera
12
PRESEPI
Riportiamo le immagini dei presepi allestiti dagli alpini allÕinterno o nei pressi
dalle sedi per le feste dello scorso natale. Questi i gruppi che hanno aderito alla
richiesta effettuata dalla presidenza che volentieri riportiamo, con lÕaugurio che
per il 2012 possano arrivare in redazione le segnalazioni e le foto di tutte le
iniziative natalizie fatte dai gruppi
Canzo
Albate
Ronago
Lanzo
Locate Varesino
Montano Luci
no
Lurago dÕErba
13
Fatti... col
Cappello Alpino
Brevi dai Gruppi
ARGEGNO Ð nel periodo natalizio gli alpini
hanno intrattenuto gli anziani con una festa
in musica e tanta allegria seguita da un
pranzo preparato dal capogruppo, chef di
valore, disponibile al sostegno ovunque si
tratti di allietare persone dÕogni etˆ, dai
bimbi fino ai loro nonni, attraverso gustose
specialitˆ condite da allegria e dalla tradizionale generosa propensione alla collaborazione
degli alpini del gruppo.
FINO MORNASCO Ð il coro Sandro Marelli,
contemporaneamente ad altri cori, ha inciso
un CD con appassionanti brani, presentato
con successo nel periodo natalizio, per contribuire a raccogliere fondi in favore dellÕAISM
(ass. sclerosi multipla). Per gli alpini e i
coristi di Fino,  stato un momento di solidarietˆ ma, in particolare, un ricordo per il
nostro compianto cappellano Padre Felice,
al quale sono state dedicate alcune cante.
GRAVEDONA Ð intrattenuti i ragazzi della
scuola materna, attraverso la partecipazione
alle attivitˆ ludiche dei bimbi, con una giornata interamente dedicata al contatto con
loro. Fra le tante cose,  stata illustrata
lÕattivitˆ associativa svolta nel paese. I bimbi
sono stati particolarmente attratti dal cappello
alpino e dalla disponibilitˆ al lavoro degli
alpini.
LENNO Ð incontro con gli alunni della 5¡
elementare nellÕambito dei 50 anni del gruppo, per raccontare le attivitˆ svolte in questi
anni. Particolare riferimento al rifugio Venini
Cornelio in Galbiga, al quale sarˆ dedicata
una visita in primavera per conoscere
lÕambiente naturale, la storia legata alla
Linea Cadorna e, nottetempo, scrutare il
cielo attraverso le strutture dellÕ Osservatorio
Astronomico sito nei pressi del rifugio.
NellÕincontro sono stati valutati eventi legati
ai 150 anni dellÕunitˆ dÕItalia, regalato il
Canto degli Italiani ed alcune bandiere. Nel
giorno della colletta alimentare alpini e
ragazzi hanno lavorato insieme per la raccolta
di alimenti a favore dei meno fortunati di
ogni origine e provenienza.
Si  concluso l'anno del 150¡ dell'UnitˆÊNazionale e ogni Gruppo lo ha interpretato in modo diverso, maÊsempre con l'intento di far sentire quanto amore
gli alpiniÊnutrano per l'Italia. Una per tutte, ecco la splendida interpretazione
degli alpini di Mariano Comense, che hanno trasformato la sede di Gruppo in
un grande Tricolore di luce.
nel campo di Fallinbastel. Questo ha voluto
essere un omaggio alla nipote, agli abitanti
della localitˆ e al Caduto, ricordato come
merita ogni soldato morto per servizio. Gli
alpini onorano tutti i Caduti e si danno da
fare anche per le mostrine dÕogni arma,
senza alcuna distinzione.
LURATE CACCIVIO Ð gli alpini hanno intrattenuto i bimbi della scuola dÕinfanzia,
simulando lÕarrivo di Babbo Natale, interpretato da un volontario della nostra PC fornito
di vera barba bianca e minuziosamente
abbigliato di rosso, con sulle spalle una gerla
colma di doni. Hanno poi distribuito un regalo
per ciascuno, di fronte a genitori, insegnanti
e suore della struttura. I bimbi hanno dimostrato tanta gioia e felicitˆ per aver ricevuto
lÕaffetto degli alpini. Questo  stato ricambiato
col loro spettacolo fatto di recite, balletti e
canto finale, per dimostrare la preparazione
e quanto appreso con lÕattivitˆ di laboratorio.
LÕiniziativa degli alpini si ripete da alcuni
anni ed  garantita anche per i prossimi,
allo scopo di insegnare solidarietˆ, altruismo,
disponibilitˆ e, naturalmente, un poÕ di storia.
MEZZEGRA Ð fra le numerose attivitˆ del
gruppo in favore della comunitˆ locale e dei
ragazzi delle scuole, compiute anche lo scorso
natale con intrattenimenti idonei, gli alpini
sostengono la parrocchia e aiutano il parroco
don Luigi per lÕassistenza. Nella foto vediamo
alcuni alpini insieme a don Luigi Barindelli,
(nella foto il momento dellÕInno di Mameli e
la consegna delle bandiere)
LONGONE AL SEGRINO Ð il gruppo, che
annovera anche alpini di Eupilio e Proserpio,
si  occupato dÕimpostare e condurre la
cerimonia di traslazione dei resti del Caduto
Enrico Nava di Proserpio. NessunÕaltro era
nella facoltˆ di provvedere alla cerimonia e
cos“ gli alpini hanno reso gli onori al bersagliere rientrato dalla Germania, dove mor“
nel giorno dei 50 di attivitˆ di parroco di
Mezzegra, festeggiati nel novembre scorso.
ORSENIGO Ð nella cerimonia commemorativa del 4 novembre, il gruppo ha intrattenuto
i ragazzi delle locali scuole su temi storici
legati agli alpini e ai 150 anni dellÕunitˆ
nazionale. Nel seguito della manifestazione,
durante la S. Messa, i ragazzi, per fare una
sorpresa agli alpini, hanno letto e distribuito
una dolce poesia dedicata ai Caduti, richiamando il loro sacrificio offerto per il bene di
oggi. Un lavoro interessante e svolto con
piacere, che ha saputo informare i ragazzi,
soddisfatti di apprendere fatti di storia, con
allegria.
VIGHIZZOLO Ð per il quinto anno consecutivo il gruppo ha distribuito brochure con
stampato il Tricolore e lÕInno Nazionale, nelle
classi terze della scuola primaria di Cant,
Figino, Novedrate, Carimate, Montesolaro.
Negli incontri sono stati trattati argomenti
storici inerenti le due guerre mondiali e
lÕunitˆ dÕItalia. LÕiniziativa ha coinvolto gli
alunni, il corpo insegnante e le famiglie.
Lodevole azione che lascerˆ il segno nei
giovani scolari, aiutandoli a crescere. Il
gruppo contribuisce da anni alla formazione
degli studenti della primaria, ci˜ anche nel
ricordo di Fabio Degano, per anni capace
intrattenitore di alunni con importanti lezioni
di storia direttamente vissuta.
SORMANO Ð con una simpatica e semplice
cerimonia  stata consegnata la medaglia
dÕoro per lÕattivitˆ di ski roll a Simone Paredi,
alpino in servizio permanente a Courmayeur
e inserito nel settore sportivo Esercito. La
consegna  avvenuta nellÕincontro fra gruppo
alpini e sci club, sodalizio che da sempre
collabora con la nostra associazione per gli
sport invernali, con particolare attenzione
allo sci nordico. LÕalpino Paredi mantiene la
tradizione dei fondisti sormanesi, fra i quali
si ricordano i reduci di Russia Iseo e Peppino
Longoni.
14
Fatti... col
Cappello Alpino
I Caduti di Valmadrera
Il momento dellÕAlzabandiera; da destra: il S.Ten. Faccinetto, Medaglia dÕArgento,
il Generale Di Dato, lÕalpino Nasatti organizzatore della cerimonia, il caporale Miola
del btg. Morbegno. Alle loro spalle il monumento ai Caduti.
di Cesare Di Dato
Nessuno stupore se ci interessiamo ancora a un incontro di una sezione sorella.
Questa volta ci volgiamo a oriente dopo aver
guardato a occidente, a settembre, ospiti
degli alpini di Luino. Dunque, il 19 novembre
appuntamento a Valmadrera, sezione di
Lecco, posta dirimpetto a quella cittˆ e
separata da essa dallÕinizio di Òquel ramo
del lago di ComoÓ di manzoniana memoria.
Valmadrera  cittadina attiva in molteplici
campi dellÕindustria che la pongono ai primi
posti della produzione in Lombardia in campi
diversi, dalla metallurgia agli alimentari. Non
solo, ma anche patria di tanti soldati che
hanno contribuito alla storia dÕItalia tra i
quali moltissimi gli alpini quasi tutti confluiti
nel battaglione Morbegno. Sono 140 i Caduti
di tutte le Armi e Servizi e a loro ha pensato
lÕalpino Mario Nasatti, figlio di Giacomo
capogruppo nel 1958, quando ne ha compilato lÕelenco con pazienza certosina sfogliando
documenti anche del lontano passato, indagando nellÕarchivio di Como che conserva i
fogli matricolari dei lecchesi quando Lecco
non era ancora provincia. Preziosa la collaborazione della direttrice dottoressa Lucia
Ronchetti, presente alla manifestazione. Una
volta composto e stampato il fascicolo sotto
forma di calendario, Nasatti, ben sostenuto
dal capo gruppo Giuliano Sala, non si 
accontentato di una conferenza stampa. Egli
ha voluto una cerimonia di presentazione,
semplice, essenziale, di fronte al monumento
ai Caduti, singolare nella sua forma che lo
rende unico in Italia e che ha come sfondo
i contrafforti che uniscono i Corni di Canzo
al Cornizzolo. EÕ stato commovente il momento durante il quale gli scolari delle ele-
é il titolo della pubblicazione presentata in
sede sezionale, il 17 gennaio, a cura del
gruppo Como Centro, con esposizione
dellÕautore, correlata da foto e descrizione
del cammino effettuato fra Marsala e Trieste,
in solitaria, da Giancarlo Corbellini, scrittore,
ideatore, impaginatore ed editore della pubblicazione. Corbellini, ordinario di storia e
lettere,  ricercatore geografico e protagonista di spedizioni alpinistico-scientifiche
effettuate a scopo di ricerca, studio, conoscenza della natura e dei popoli. Fra le sue
imprese ci sono: Artico canadese, Siberia
Russa, monti afghani, Ande, Himalaya, Karakorum, la via Francigena da Canterbury a
Roma. Ha ideato e portato a termine una
spedizione di 14000 chilometri sulla via della
seta da Como a Pechino,  andato in bicicletta
da Lurago dÕErba a Gerusalemme. Esperienze
singolari oltre che impegnative, delle quali
il professore parla con estrema semplicitˆ e
naturalezza, quasi si trattasse di salire su di
un autobus e cambiare quartiere. Questo 
quanto emerso dallÕincontro con gli alpini,
nel quale ha presentato il suo libro legato
al Camminaitalia, percorso giˆ effettuato nel
1999 insieme al nostro Cesare Di Dato per
celebrare gli ottantÕanni dellÕAssociazione.
In quellÕoccasione il cammino si svolse a
staffetta - con pattuglie di alpini dellÕANA dalla Sardegna, alla Sicilia, risalendo la
penisola fino a Trieste. Lo scorso anno,
Corbellini ha ricamminato sul Sentiero Italia
in solitaria, nel 150¡ dellÕunitˆ nazionale,
partendo da Marsala, toccando i centri degli
eventi unitari, per chiudere il cammino sempre a Trieste, tappa finale del tracciato.
DallÕennesimo impegno  nato il libro presentato, fatto di immagini, descrizioni, curiositˆ, eventi storici. Interessante serata,
durante la quale lÕautore ha tenuto incollati
a immagini e descrizioni tutti i presenti, usciti
veramente soddisfatti dallÕincontro.
A.G.
mentari e delle medie si sono alternati al
sacello per leggere con le loro voci argentine
e simpaticamente impacciate, uno per uno,
i nomi dei giovani di Valmadrera Caduti per
la Patria, da Angelo Sozzi deceduto in Libia
nel 1913 a Carlo Villa morto in paese nel
1951 per postumi di malattia contratta al
fronte. Conclusione nella neoclassica parrocchiale di S.Antonio illustrata da pregevoli
dipinti ottocenteschi tra i quali quelli di Mos
Bianchi, noto pittore monzese. Presenti due
decorati al Valor militare, Giuseppe Faccinetto, Medaglia dÕargento e Fedele Balossi
Medaglia di Bronzo. Una sorpresa la presenza
di Antonio Rossi, campione olimpionico di
canoa che  stato alpino per tre mesi prima
di essere trasferito alla compagnia atleti.
LÕelegante calendario non si limita, ovviamente, a unÕarida elencazione di nomi, di
date e di localitˆ ma contiene la storia del
paese, creato cittˆ sul finire del secolo scorso
e quella del monumento, lÕelenco dei sindaci
e dei parroci che si sono avvicendati nel
periodo, quello dei decorati al Valor militare,
brani relativi allÕepopea degli alpini e altre
notizie che lo rendono interessante. Qualcuno
potrˆ chiedersi il perchŽ di questo articolo
Òfuori le muraÓ.
Facile la risposta: lÕalpino Nasatti ha
simpaticamente invaso il nostro territorio
per attingere notizie e per completare il
quadro attraverso interviste e indagini. In
aggiunta, da oltre un quindicennio, la sezione
collabora col gruppo per la gara di corsa in
montagna che si svolge ai primi di ottobre
con partenza da Como e arrivo a Valmadrera,
dopo il passaggio dellÕintero crinale montano.
E non solo. Alla cerimonia cÕera il nostro
Vessillo con lÕalfiere Luigi Cason, lo scrivente,
chiamato a leggere la Preghiera dellÕalpino
e Stefano Miola un alpino VF4 al battaglione
Morbegno, iscritto al gruppo di Montano
Lucino. La sua nappina bianca ha garantito
continuitˆ di valori e ricordato il battaglione
Morbegno.
15
Fatti... col
Cappello Alpino
Nikolajewka a Cagno
Il sacrificio dei caduti, il coraggio dei sopravvissuti: anche questÕanno, i 14 gruppi della
zona Prealpi Ovest hanno ricordato la battaglia di Nikolajewka, simbolo del valore alpino
in guerra e in pace. La suggestiva cerimonia,
che segue il criterio della rotazione per
coinvolgere ad unoÊad uno tutti i paesi,
questÕanno si  svolta a Cagno: organizzazione come sempre inappuntabile, favorita
dalla notte stellata illuminata dalle fiaccole,
sfilata accompagnata dalla Fanfara di Olgiate
Comasco e dalle letture sulla tragedia nella
neve di 69 anni fa. Di anno in anno,  in
crescita la partecipazione degli Alpini e della
folla, presenti tutti i sindaci dei rispettivi
paesi, associazioni, bandiere, gagliardetti,
gonfaloni: segno che, come hanno notato i
diversi discorsi, cՏ unÕeco di Nikolajewka
che vive per sempre e se non si spegne
nonostante passino le generazioni e il mondo
cambi,  perchŽ non  solo rievocazione
storica.Cagno  tra i paesi che ha dedicato
Ciao Mario, Alvaro e Felice
Giuliano Perini, giˆ consigliere nazionale e responsabile in CDN per la nostra
sezione, ha voluto ricordare tre amici
comaschi coi quali ha trascorso parte
del suo mandato. Riportiamo con piacere le sue parole, sapendo che in lui
abbiamo un vero, sincero amico. Lo
ringraziamo per questo tributo di stima.
Sono, per i miei trascorsi associativi e per
le attuali amicizie, un lettore costante del
Baradll, il bel giornale della sezione di
Como. Da quelle pagine, ben costruite e
stampate, seguo la vita attiva e dinamica
della sezione e dei suoi gruppi, che ho avuto
modo di apprezzare negli anni nei quali
sono stato vicino agli alpini comaschi.
Ho visto gli avvicendamenti ai vertici e,
conoscendo i loro protagonisti, le ho condivise e ne sono stato contento. Purtroppo il
giornale talvolta  latore di notizie tristi,
ma anche in questo dimostra la sua valenza:
 importante conoscere anche la dipartita
di persone che si sono conosciute, stimate,
con cui abbiamo passato momenti belli,
condiviso esperienze. In pochi mesi ho letto
la triste notizia della scomparsa di tre soci
importanti nella storia della Sezione di
Como, che ho conosciuto e stimato. Per
una vita alle Penne Nere e non solo in ricordo
di chi non  tornato, ma anche per tramandare una fibra, lÕAlpinitˆ, che coinvolge tante
famiglie, rappresentata anche dal parroco,
Don Alberto Clerici. Ha addobbato la chiesa
con motivi floreali tricolori e, ai piedi
dellÕaltare, ha depositato un piccolo cannone,
uno scarpone, un cappello alpino e ha indossato il proprio al termine della Messa. Durante
lÕOmelia, ha letto le indimenticabile pagine
su Nikolajewka scritte da Beato Carlo Gnocchi. <Da quella battaglia Ð ha concluso Don
Clerici Ð nacque una generazione capace di
sognare in grande>. Un concetto sviluppato
anche nei discorsi del sindaco di Cagno,
Sergio Mina, pure assessore provinciale, che
ha esaltato lo spirito alpino e si  soffermato
sul dovere di conoscere il passato <per
costruire una societˆ che non deve pi conoscere la guerra>.
La voglia di lasciare la guerra alle spalle e
di tornare a casa, per ricominciare: <EÕ il
riferimento anche per superare la crisi di
oggi Ð ha detto il presidente della sezione
Ana di Como, Enrico Gaffuri Ð quando ha
assorbito lo spirito di sacrificio e di speranza,
lÕItalia ce lÕha sempre fatta>. Il consigliere
nazionale, Adriano Crugnola, ha affermato
che lo scopo dellÕAna  mantenere sempre
integro il ricordo <e di rinnovare lÕimpegno
e la responsabilitˆ che gli alpini hanno sempre
dimostrato per la Patria e per la societˆ>.
Al termine della Messa, animata dal Coro
Valbertina di Abbiate Guazzone, lÕimpegno
si  subito concretizzato con una donazione
allÕassociazione Agorˆ Õ97 che opera a favore
dei disabili, adulti e minori. Il sontuoso rancio
ha concluso un appuntamento che da alpino
 diventato di tutti. PerchŽ, come ha detto
un vecio, Òparla al cuoreÓ.
Mercoled“ 29 febbraio presso la libreria
UBIK di Piazza San Fedele a Como, alla
presenza di diversi alpini  stato presentato il libro ÒRing RoadÓ del maggiore
alpino Mario Renna. LÕautore ha illustrato
con straordinaria efficacia quanto i nostri
alpini riescano a costruire in quel delicato
teatro operativo.LÕinteresse suscitato ha
indotto il presidente Enrico Gaffuri ad
invitare il maggiore Renna ad una ulteriore
presentazione presso la nostra sede.
Invito prontamente accettato. La data 
ancora da definire e verrˆ comunicata
successivamente Vi aspettiamo in sede,
ne varrˆ la pena.
questo voglio aggiungere la mia voce ai
saluti che gli alpini comaschi hanno tributato
loro.
Di Mario Ostinelli si pu˜ dire solo che era
un monumento per Como, la sua vita e la
sua statura morale erano un punto di riferimento per chi lo ha conosciuto. Da Presidente era sempre per tutti un esempio di
equitˆ, di saggezza. Ricordo di aver passato
molti momenti ad ascoltare i racconti dei
suoi trascorsi di vita. La sua assenza peserˆ
sugli alpini di Como.
Di Alvaro ricordo la simpatia e la disponibilitˆ. Quando cominciammo a "costruire" il
Centro Studi lui ci fu dalla prima ora, come
delegato di Como. Era difficile "entrare"
nelle sezioni, specialmente per avere i dati
per il libro verde che iniziavamo a fare. Era,
come sempre, difficile far parlare di s gli
alpini, farli scrivere, farli uscire dalla loro
modestia per aderire ad un disegno associativo pi grande. E lui c'era, con la sua
umiltˆ, il suo sorriso, ed una costante parola
di incoraggiamento per me. L'ultima volta
lo avevo visto in S. Fedele, per il coro di
De Marzi. LÕho presentato a mia moglie,
come uno dei primi collaboratori del Centro
Studi. Ci eravamo salutati come sempre,
col suo sorriso ... l'ultimo!
Dal Baradll di dicembre ho avuto la notizia
dell'ultima scomparsa, quella di Padre Felice.
Una figura immancabile nelle manifestazioni
della Sezione e dei gruppi comaschi e non
solo come celebrante. La sottile ironia, lo
sguardo pungente che si riattizzava quando
ti vedeva prendere un microfono per ricordarti la brevitˆ e la sintesi, cosa che lui
attuava anche nelle omelie, con la pronta
battuta che non mancava neanche
dall'altare, era l'immagine che saltava
all'occhio e che tutti noi porteremo di lui.
Di padre Felice ho un ricordo: eravamo in
Val d'Intelvi a Schignano per una manifestazione alla cappella della Madonnina su
in alto; dopo la Messa dovevamo andare al
rifugio del CAI per il pranzo.
Ci arrivai poco dopo, grazie ad un passaggio
in auto di Agostino Peduzzi che mi aveva
evitato lo scroscio di un vile temporale, lo
avevamo trovato lˆ, nel rifugio con un bel
bicchiere di vino rosso, nel quale inzuppava
bocconi di pane, in attesa che tutti arrivassero per il pranzo. Ci accolse, come sempre,
con un bel sorriso ed una battuta. E' cos“
che lo ricordo, verace come quel bicchiere
di vino e semplice come quel pane inzuppato.
Ciao padre Felice e ciao anche a te Alvaro
ed a te Mario, non vi dimenticheremo. E,
voi, non dimenticateci e, come la Madonna
della nostra preghiera, sorridete a tutti noi!
Giuliano Perini
17
Fatti... col
Cappello Alpino
Quello dellÕottantesimo anniversario di fondazione del Gruppo  stato letteralmente un
anno tinto dei colori della nostra Bandiera.
UnÕiniziativa, nata timidamente dagli alpini
del paese,  diventata in brevissimo tempo
uno stile di Ôvita domenicaleÕ per gran parte
degli abitanti. Si  provato sin dallÕinizio del
2011 ad aprire le giornate di domenica con
la cerimonia dellÕalzabandiera al monumento
che ricorda i Caduti. Ritrovo degli alpini alle
otto e trenta, cerimonia e, subito dopo, tutti
a bere il caff nella sede di Gruppo, che si
trova a due passi. Sembrava che lÕiniziativa
dovesse coinvolgere solo gli alpini, invece
la voglia di sentirsi italiani nellÕanno del
centocinquantesimo dellÕUnitˆ Nazionale ha
calamitato molti altri abitanti di Lurago
dÕErba. E, insieme ai normali cittadini ed al
Sindaco quasi sempre presente, sono arrivate
le prime Associazioni dÕArma, quella dei
Carabinieri, degli Autieri e diverse altre, che
hanno trasformato la semplice cerimonia in
un rito irrinunciabile di tutte le domeniche
dellÕanno. Ma cՏ dellÕaltro: soprattutto per
iniziativa dei Carabinieri in congedo, che a
Lurago sono molto attivi, si  iniziato a
compilare un registro delle presenze, sul
quale sono state apposte anche le firme e
le impressioni dei partecipanti, domenica
per domenica. Il monumento ai Caduti si
trova tra la chiesa parrocchiale e la villa dei
conti Sormani;  in posizione sopraelevata
rispetto al resto dellÕabitato e offre un ottimo
panorama delle nostre montagne, rendendo
ancor pi piacevoli gli incontri per la cerimonia. LÕabitudine  stata mantenuta tutto
lÕanno e la domenica 4 dicembre cՏ stato il
Ôgran finaleÕ, con una cerimonia davvero in
grande stile. Presenti numerose Associazioni
dÕArma, provenienti da tutto il territorio
provinciale e accompagnate dai rispettivi
presidenti. Al termine dellÕalzabandiera sono
stati resi gli onori a tutte le insegne presenti,
diffondendo per ognuna le note del relativo
inno. Suggestivo e commovente. Una cerimonia che sarebbe bello mantenere sempre
e non solo a Lurago dÕErba; uno dei tanti
modi per dimostrare che la nostra Patria
merita di essere amata.
gaf
Colletta alimentare 2011
Sabato 26 novembre si  svolta la 15a edizione della Giornata della Colletta
Alimentare alla quale come sapete lÕAssociazione Nazionale Alpini partecipa
offrendo il patrocinio con uomini e mezzi. Il momento storico che stiamo
vivendo  particolare, i poveri sono in costante crescita, non manca solo il
cibo, manca il lavoro, la casa, la speranza. Nonostante questo periodo
particolare, la generositˆ del popolo Italiano si  dimostrata ancora una volta
arma vincente; a livello nazionale la Giornata ha raccolto 9.600 tonnellate
di generi alimentari facendo registrare il 2% pi dello scorso anno. Nella
nostra provincia il risultato della raccolta  stato di 159 tonnellate, leggermente
negativo, 5% meno dello scorso anno ma pur sempre un grande risultato.
La Sezione Alpini di Como anche questÕanno si  ben comportata riuscendo
a schierare sul campo 665 volontari, impegnati nella raccolta nei Super
Mercati, nello stoccaggio nei magazzini e, con 50 volontari della Unitˆ di
Protezione Civile impegnati in ogni settore della logistica.
Ai volontari il pi sentito ringraziamento per la partecipazione, per essersi
impegnati in questa esperienza che arricchisce i nostri cuori, esperienza che
proponiamo ai tanti distratti o in altre faccende affaccendati il prossimo anno.
Mos Frighi
A dimostrazione del grande lavoro che i nostri alpini fanno
la redazione ha ritenuto di pubblicare interamente questa
lettera. Un ulteriore attestato di apprezzamento e stima
18
Fatti... col
Cappello Alpino
Grazie Volontari
Da qualche anno lÕinizio di dicembre costituisce appuntamento fisso con i volontari della
protezione civile, per il consiglio sezionale e
la presidenza  un piacere, una volta lÕanno,
riunire i volontari per ricordare quanto svolto
nei mesi precedenti, fare il consuntivo di
ore prestate, giornate dÕimpiego, localitˆ
bonificate, emergenze superate. Tutti per
una volta in relax, eccezion fatta per gli
addetti alla cucina. Questa volta lÕadunata 
suonata in caserma De Cristoforis. La collaborazione col Centro Documentale (una volta
lÕavremmo definito Distretto Militare), ha
portato a scambi ripetuti e alla concessione
degli spazi per la giornata della P.C. é stata
unÕemozione ritrovarsi in caserma. Quasi un
tuffo nel passato. Come consuetudine, erano
presenti ospiti importanti: il sen. comasco
Alessio Butti, il vicepresidente della provincia
dr. Paolo Mascetti, il maresciallo Antonio
Patierno (in rappresentanza del col. Pietrangeli), i responsabili di Famiglia Comasca,
Banda Baradello e Banco alimentare: Bordoli,
Griante, Mazzone. Il senatore Butti ha ribadito
lÕinteressamento di mantenere efficiente la
caserma e affidarne una parte alla nostra
protezione civile. Piene di sentimento e
amicizia le parole del dr. Mascetti che, senza
scordare il recupero della Linea Cadorna, sՏ
soffermato sulla dimostrazione di: senso
della disponibilitˆ, dovere, altruismo, amore
per il prossimo manifestato dai volontari,
accomunandolo al sentimento del natale.
Commuovente il momento della consegna
dei riconoscimenti ai volontari arrivati alla
soglia del pensionamento Ð imposto Ð che
scatta agli ottantÕanni. Volontari fin dal 1988,
anno dÕinizio della nostra protezione civile,
Gianni Gesilao, Lodovico Pontiggia e Giorgio
Bona, visibilmente commossi, hanno ritirato
il riconoscimento. Sono stati ricordati anche
Angelo Cristina, Luigi Frigerio e Giorgio
Bonanomi ÒpensionatiÓ lo scorso anno. Particolare lo spazio riservato ai cinofili per
rimarcarne le capacitˆ operative e i primati
conquistati nei campionati mondiali di salvataggio. Durante lÕincontro, sulla parete di
fondo, scorrevano immagini fotografiche
legate ad avvenimenti degli ultimi quindici
anni dÕimpegno dei volontari. A queste ha
fatto seguito un filmato del marianese Gianni
Sironi, inerente i 150 anni dellÕunitˆ dÕItalia.
Il momento della S. Messa ha inconsciamente
portato i presenti al ricordo di Padre Felice
per tanti anni vicino ai volontari. Mentre don
Filippo celebrava, sՏ rivisto il volto sbarazzino
di Felice, come nella scuola di via Giussani
dietro lÕimprovvisato altarino o vicino al pi
importante altare della ÒsuaÓ chiesetta di
San Martino ristrutturata dai volontari. Caro
Felice, sei mancato molto ai tuoi amici volontari, anche loro come te: rudi, tenaci, ma
col cuore generoso. Terminata la messa,
ecco Òla solita trippaÓ, lÕirrinunciabile segno
della tradizione prenatalizia, preparata dalla
squadra dei cuochi, ben conosciuta dentro
e fuori sezione.
Grac
Alpini in Villa... naturalmente Carlotta
Visto che se ne fa un gran
parlare, si  pensato che fosse
il caso di dedicare ai lavori di
Villa Carlotta un adeguato
spazio sia sul sito della nostra
sezione, sia sul Baradell.
Avrete cos“ la possibilitˆ di essere aggiornati
sullo sviluppo dei lavori e, spero, sarete
assaliti dal desiderio di metterci mano voi
stessi. Un poÕ come capita per altri argomenti,
si vuol tenere una rubrica fissa, con tanto
di logo specifico, che la identifichi al solo
colpo dÕocchio. Grazie alla fantasia di Tiziano
Tavecchio e alla capacitˆ di Stefano Danieli,
siamo giˆ in possesso dellÕimmagine che vi
abituerete a trovare sul giornale e sul sito.
EÕ unÕimmagine famosa in tutto il mondo ed
 uno dei segni distintivi della Villa Carlotta:
si tratta dello stupendo gruppo marmoreo
ÒAmore e PsicheÓ. Molti pensano che sia
opera di Antonio Canova, ma in realtˆ  una
copia realizzata da uno dei suoi pi bravi
allievi, Adamo Tadolini. LÕopera originale si
trova a Parigi ed  esposta al Louvre; un
altro esemplare, sempre del Canova, si trova
invece allÕErmitage di San Pietroburgo. Un
poÕ come dire che Òson capaci tutti di avere
un esemplare di Amore e Psiche normale!ÓÉ
quindi ci  sembrato che la nostra scultura,
quella esposta in una delle ville pi belle
dÕItalia, meritasse di avere un tocco speciale,
La struttura da sistemare nel parco di Villa Carlotta
qualcosa che la differenziasse dalle altre. E
quale altro tocco speciale avremmo potuto
dare alla scultura, se non un cappello alpino?
Non  stato facile, perchŽ la figura femminile
ha le mani appoggiate sulla testa del maschietto. Si  trattato quindi di spostarle le
mani, come solo i trucchi dellÕinformatica
permettono di fareÉ ed ecco il risultato:
Psiche che posa il cappello alpino sulla testa
di Amore. EÕ proprio il caso di dire un grande
amore per la penna!
Chicco
22
Fatti... col
Cappello Alpino
UN GRAZIE DOPO LA CIASPOLATA
In una splendida giornata di soleÉdi solito
si inizia in questo modo ma questa volta non
 proprio vero, la giornata  stata uggiosa
ma ugualmente splendida per le numerose
presenze. La manifestazione ha visto la
partecipazione di diversi gruppi, il pi numeroso il C.A.S. (Club Alpino Svizzero) di Lugano
che si  aggiudicato il relativo premio in
pallio. Alpini, amici e famigliari, pi di trecento
persone, sono giunti allÕAlpe Grande di San
Fedele armati di ciaspole e del giusto spirito
di chi ama la montagna, per cimentarsi nella
gara o nella semplice passeggiata; si fa per
dire, il percorso non era proprio semplice.
Ottima lÕorganizzazione, Amici del Monte
Generoso e Alpini, un binomio di successo
nel susseguirsi delle edizioni, si sono prodigati
per consentire il normale svolgimento della
manifestazione, vedi modifica del percorso
dellÕultimo giorno per mancanza di neve e
trascorrere alcune ore di sana allegria attorno
ad un tavolo nel dopo manifestazione che
si  conclusa con le premiazioni individuali
e di gruppo.
LÕimpegno degli organizzatori per la prossima
edizione, sarˆ quello di pubblicizzare maggiormente lÕevento, per allargare la partecipazione a questa manifestazione dal vero
sapore alpino.
Classifiche e fotografie sono disponibili sul
Sito internet della sezione
Ero in montagna con degli amici non Alpini.
Mentre percorrevamo un sentiero un poÕ
accidentato mi fecero questa domanda: tu
che frequenti il mondo degli Alpini spiegaci
chi  lÕAlpino? Da uomo che non aspetta
altro che di parlare di questa esemplare
famiglia la risposta fu sollecita: ÓlÕAlpino 
il figlio prediletto di quella montagna che lo
ha accolto durante il periodo di leva con i
campi estivi e invernali, fortificandolo, trasmettendogli tutte le sue bellezze e la sua
vocazione di grande caposcuola di vita. Con
queste indubitabili convinzioni lÕAlpino ama
e frequenta con assiduitˆ la montagna anche
dopo il rientro a casa, non interrompendo
mai questo bellissimo valido apportoÓ. Cos“
 anche per me. Il suo richiamo  sempre
molto forte. Se poi questo invito mi arriva
da una manifestazione programmata da una
Sezione, da un Gruppo Alpini, non posso
mancare. Ci˜  avvenuto domenica 19 febbraio per la ciaspolata allÕAlpe Grande. Bellissima passeggiata che, dopo aver attraversato una pineta e raggiunto lÕAlpe Nuovo,
ritorna verso lÕAlpe Grande passando nelle
vicinanze del Rifugio Crist. Completo questo
pensiero sul mondo degli Alpini che mi ha
introdotto a parlare brevemente della ciaspolata con un doveroso ringraziamento:
esprimere da vecchio Alpino un sincero grazie
allÕamico Peduzzi Agostino. Ad ogni ciaspolata
mi omaggia di un ricordo sempre legato al
nostro mondo che realizza con la sua inventiva e con la sua abilitˆ di maestro nella
lavorazione del ferro. Grazie Agostino! Quando mi consegni lÕoggetto nato dalla tua
creativitˆ e dalle tue abili mani, lÕespressione
di gioia che si sprigiona dai tuoi occhi mi
commuove perchŽ dimostra che sei un vero
sincero Alpino capace di interpretare in
modo meraviglioso il rapporto che hai con
chi ti sorpassa in etˆ. Questa amicizia mi 
di stimolo per non mollare, finch il Signore
mi darˆ salute, di frequentare la montagna
e di conseguenza la ciaspolata.
Gian Mario Porro
Trofeo Penne Nere Comasche - 9a edizione
Domenica 05 febbraio la splendida cornice
dellÕalta Val Malenco, in localitˆ San Giuseppe,
ha ospitato la nona edizione del trofeo
ÒPENNE NERE COMASCHEÓ. La localitˆ 
stata scelta per la possibilitˆ di poter usufruire
della pista di discesa e di un anello di fondo
in modo da disputare una mini Alpiniade
invernale comasca. Con una temperatura
che ha toccato un minimo di 18¡ sotto zero
ma con un bel sole che ha illuminato le due
gare, un centinaio di tenaci alpini, simpatizzanti e famigliari hanno disputato le due
prove cronometrate. Tutti infreddoliti ma
soddisfatti delle gare disputate ci siamo
trovati tutti, o quasi, il pomeriggio per le
premiazioni. Nel fondo il gruppo di Monteolimpino, che ormai da anni la fa da padrone
vince il trofeo di specialitˆ, mentre nella
gara di discesa il gruppo di Par sbaraglia
tutti vincendo il trofeo del gigante seguito
dal Monteolimpino e dal gruppo di Bellagio
che, con il suo atleta Mario Tomba, porta a
ÒbaitaÓ il miglior tempo assoluto. Appuntamento, cari alpini, alle prossime gare sportive
sezionali, tiro ad aprile, mountain bike a
giugno ed alle varie gare nazionali dove
ormai anche la nostra sezione ben figura da
tempo.
Lorenzo Volont
20
Fatti... col
Cappello Alpino
La Valle Intelvi
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i
l
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e
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di Achille Gregori
Una fra le valli lariane pi conosciute  la
Valle Intelvi (o Val dÕIntelvi secondo altro
toponimo). é costituita dal corridoio naturale
di collegamento fra Lario e Ceresio. Territorio
ricco di storia e utilizzato da sempre quale
via dÕunione delle due sponde lacustri. é una
valle atipica perchŽ non termina sotto vette
montane. Ha bens“ punti di sfogo appoggiati
sui laghi con una congiunzione in quota che
funge da displuvio dei suoi corsi dÕacqua: il
Telo di Argegno che sbocca nel Lario e il Telo
di Osteno, alimentato anche dal Livone, le
cui acque finiscono nel Ceresio. A sud del
Generoso nellÕattigua Val di Muggio, scorre,
invece, il Breggia le cui acque finiscono nel
Lario, al contrario del torrente Mara che
attraversando lÕomonima valle, finisce nel
Ceresio. Il bacino vallivo  delimitato da
monti inferiori ai duemila metri. A sud il
Sasso Gordona dalla caratteristica forma a
semi cono (mt. 1410), ad ovest il monte
Generoso con i suoi 1701 metri, ad est il
Costone (1441 mt.) a nord il Monte di Lenno
(1589 mt.), il Monte di Tremezzo (mt. 1702)
e il Galbiga (1898 mt). Secondo studi svolti
in epoche differenti, la valle  stata attraversata da tracciati usati quali passaggi fra i
laghi fin dal periodo protostorico testimoniati
da avanzi rinvenuti alla bocca di Orimento,
passo del Bonello, fra Schignano e SantÕAnna
in direzione Lario. DallÕaltra parte ci sono
segni di antichissime vie verso Ramponio e
Osteno in direzione Ceresio. E ancora per la
Valmara dove cÕera una necropoli del bronzo.
In etˆ romana, nata la strada regina,
lÕaccesso alla valle  variato prendendo inizio
da Argegno, situazione comprovata anche
da ritrovamenti di tombe del tardo romano
in San Fedele e Lura. Nella zona di Pellio
superiore esistono altre testimonianze del
periodo con resti di necropoli celto-romane.
Altri si trovano a Scaria (tombe etˆ pre
imperiale) a Ponna (monete imperiali), ruderi
di una casa tardo romana a Morbio Inferiore,
importante imbocco dalla valle di Muggio
utilizzato dal periodo protostorico fino al
medioevo. La valle rimase per secoli indipendente finchŽ nel 777 una parte fu assegnata al feudo del monastero di
SantÕAmbrogio congiuntamente a Campione,
includendo Scaria, Varna e scendendo fino
ad Argegno. A garanzia di ci˜ sono indicati
gli oratori di S. Evasio e S. Vitale dellÕ VIII
e IX secolo. Altro congiungimento fra territori
era costituito da un passaggio fra Campione,
S. Vitale, Arogno, Lanzo, Scaria, Ramponio
Verna, Osteno (Oratorio S. Giulia e S. Maurizio), Porlezza, con deviazione in val Menaggio, indicato in mappe risalenti allÕottavo
secolo. NellÕalto medioevo nacque un tracciato fra i fortilizi di Castelsepio e Isola
Comacina, con transito in valle testimoniato
da mura medievali, monete bizantine in
Morbio Inferiore e dallÕoratorio longobardo
sotto lÕattuale chiesa di San Giorgio a Morbio
Superiore, ove si pu˜ vedere lÕepigrafe gota
del console Utarico. Interessante una
ÒpessinaÓ (percorso) del 1583 fra Casasco
e Erbonne con indicazione: usque ad pessinam inter magium at casaschum, base di
spunto fra Schignano ed alpe Pessina. Ulteriori testimonianze risalgono al Ô600 e Ô700,
quali il ponte secentesco in Claino, il mona-
della romanizzazione sono dati da sepolture
imperiali a Pellio Superiore, San Fedele
(localitˆ Selva) e Scaria. I resti dei fortilizi
certificano il regno ostrogoto, il passaggio
di Goti e Bizantini. Uno di questi a Laino
sorgeva in posizione strategica (ove ora cՏ
lÕOratorio di San Vittore) in base allÕepigrafe
del 556 DC che attesta il ÒcastrumÓ da parte
del suddiacono Marcelliano nel VII secolo.
I massi avello di Scaria certificano le tradizioni
longobarde del medioevo. Le prime denominazioni della valle risalgono allÕVIII e IX
secolo con documenti che nominano il territorio col termine Antellaco seguita da Antelamo poi Antelavo e dopo il mille Intelavo.
Queste carte testimoniano, inoltre, lÕarrivo
a Pavia di carpentieri intelvesi lungo il passaggio che li port˜ successivamente nel
genovese dove divennero i potentissimi
Òmagistri antelamiÓ abilissimi architetti,
costruttori, decoratori, carpentieri, stuccatori.
La loro capacitˆ si diffuse ovunque, in parti-
stero di S. Benedetto, il lastricato verso il
Boffalora, lÕoratorio del Garello a Pellio. La
formazione geologica della zona  costituita
da calcare moltrasino originato da stratificazione di fondali marini risalenti al giurassico
(190 milioni di anni fa), lo testimoniano
fossili presenti al Museo di Scaria (ostenocaris
cypriformis crostaceo fossile trovato ad
Osteno-Grotte). La trasformazione finale
avvenne 40-30 milioni di anni fa al tempo
della formazione di Alpi e Prealpi, mentre i
depositi morenici e i massi erratici appartengono alla grande glaciazione che form˜
lÕintero territorio lariano 2 milioni di anni fa.
Gli insediamenti umani sembrano risalire
alla protostoria attraverso i rinvenimenti
nella Grotta Generosa sulle pendici del monte
Generoso; altri in San Fedele; ulteriori a
Erbonne con tracce risalenti allÕetˆ del bronzo
e primo periodo del ferro (XIII sec. AC),
seguiti da ritrovamenti al monte Casl risalenti al 1200/800 AC. Ritrovamenti di reperti
gallici, vasi, monete, spade, fra Schignano,
Ponna ed Erbonne, riguardano i periodi che
portano dal III sec. AC allÕetˆ romana, dopo
la lunga permanenza delle popolazioni celtiche che hanno lasciato influenze ancora
presenti nelle definizioni pi popolari. I segni
colare in Spagna, Svezia, Russia, Austria.
Doveroso soffermarci sui maestri antelami
e sulle opere da loro effettuate. Meritano
menzione Giovanni Bono di Bisonzo (oggi
Castiglione) ingegnere militare che support˜
Como nella disputa contro Milano (11181127). Dei maestri stessi sono il portale
della chiesa di San Fedele, lÕabside di Veglio
in Cerano e Laino, le componenti pi antiche
di San Pancrazio in Ramponio e San Nazaro
e Celso a Scaria. Benedetto Antelami ha
lasciato tracce importanti nei principali palazzi
dei primi anni mille a Parma. Lorenzo degli
Spazi di Laino, partecipa allÕedificazione del
Duomo di Como e di Milano. Altri ancora
(Frisoni, Retti, Ferretti, Corbellini Scotti,
Solari, Bregno, Allio) lasciano il loro segno
in edifici del periodo del barocco rinascimentale. Fra questi il Landhaus di Graz, il Duomo
di Salisburgo e il castello di Ludwigsburg, in
Austria. Quindi il Duomo di Siena e importanti palazzi imperiali a San Pietroburgo in
Russia. Particolare e unico lÕuso della
ÒscagliolaÓ speciale imitazione del marmo
ottenuta con impasti di gesso e colle animali
colorate con materie vegetali, esclusiva dei
maestri antelami divenuti poi intelvesi, usata
in ogni parte dÕEuropa.
(Fine prima parte)
in cammino...
1¡ Itinerario. Rifugio di Binate-Sasso Gordona.
Sentiero su pascolo lungo la cresta, dislivello 285 metri; tempo h 0,30. Dal rifugio sale
fino allÕomonima colma, discende a Schignano, attraversa il prato, arriva alla colma di
Schignano -o Crocetta- (1135 m), segue sulla ex strada militare, aggira il roccione sul
fianco meridionale, sale pi ripido a zig zag nei pressi dellÕex postazione militare, supera
le roccette e giunge in vetta a 1410 m.(da Valli occidentali del Lario -TCI/CAI-)
tipo di uso della scagliola
21
Fatti... col
Cappello Alpino
La Sezione di Como, unitamente
alla Sede Nazionale, di cui
pubblichiamo la lettera inviata dal
Presidente Corrado Perona al
Presidente Mario Monti, vicina
ai nostri soldati ingiustamente
trattenuti, auspica una loro rapida
liberazione.
OBLAZIONI
Protezione Civile
Boarin Pierangelo
Societˆ Canottieri Lario
Gr. Seveso
Gr. Fenegr˜
Gr. Argegno
Gr. Lomazzo
Gr. Montano L.
Gr. Rovellasca
Gr. Pontelambro
Gr. Castelmarte
Gr. Valmadrera (Sez. Lecco)
Gr. Albate
Caminetto
Amici Monte Generoso
Gr. Canzo
Contributo cena natalizia
€
20,00
50,00
50,00
50,00
50,00
100,00
100,00
200,00
200,00
250,00
250,00
300,00
360,00
400,00
1000,00
1080,00
Baradell
Barzaghi Giorgio
Gr. Blessagno
Gen. Luigi Morena
Gr. Caslino al Piano
Gr. Oltrona S. Mamette
Gr. Seveso
Gr. Argegno
Gr. Cagno
Gr. Cermenate
Gr. Como Centro
Caminetto
Gr. Lomazzo
Gr. Albiolo
Gr. Casasco I.
Gr. Montano L.
Gr. Albate
Gr. Bellagio
Gr. Civiglio
Gr. Pontelambro
Gr, Castelmarte
25,00
40,00
50,00
50,00
50,00
50,00
50,00
50,00
50,00
56,00
60,50
100,00
100,00
100,00
100,00
200,00
200,00
200,00
200,00
250,00
Casa per Luca
Icaro
40,00
Monica e Luca
50,00
Clerici Alessandro
100,00
n.n. Pellio I.
130,00
Gr. Lanzo I.
160,00
Gr. Rovellasca
200,00
Gr. Dongo
200,00
Gr. Drezzo
200,00
Gr. Albiolo
200,00
Gr. Civiglio
200,00
Gr. Casnate
250,00
Gr. Ronago
300,00
Gr. Caslino al Piano
300,00
Gr. Pognana
300,00
Gr. Bellagio
300,00
Gr. Barni
376,00
Gr. Castelmarte
500,00
Gr. Lomazzo
500,00
Gr. Gravedona
500,00
Gr. Bizzarone
500,00
Gr. Montano L.
500,00
Gr. Albate
500,00
Gr. Cant
500,00
Gr. Mariano C.
500,00
Gr. Erba
1000,00
Classe 1927 (memoria don Malinverno) 1000,00
Gr. Solbiate
1000,00
Gr. Pontelambro
1200,00
Gr. Seveso
1200,00
Gr. Valsolda
1500,00
Gr. Canzo
2500,00
Gr. Valle Intelvi
4000,00
Fondazione I-6M
5000,00
Manifestazioni Sociali
Soci bar
Gr. Valmadrera (Sez. Lecco)
Gr. Como Centro
137,00
250,00
360,00
Progetto Villa Carlotta
In memoria di Iole Clerici
5000,00
Intervento Brienno
Gruppi Valle Intelvi
1200,00
22
Fatti... col
Cappello Alpino
UN GRAZIE DOPO LA CIASPOLATA
In una splendida giornata di soleÉdi solito
si inizia in questo modo ma questa volta non
 proprio vero, la giornata  stata uggiosa
ma ugualmente splendida per le numerose
presenze. La manifestazione ha visto la
partecipazione di diversi gruppi, il pi numeroso il C.A.S. (Club Alpino Svizzero) di Lugano
che si  aggiudicato il relativo premio in
pallio. Alpini, amici e famigliari, pi di trecento
persone, sono giunti allÕAlpe Grande di San
Fedele armati di ciaspole e del giusto spirito
di chi ama la montagna, per cimentarsi nella
gara o nella semplice passeggiata; si fa per
dire, il percorso non era proprio semplice.
Ottima lÕorganizzazione, Amici del Monte
Generoso e Alpini, un binomio di successo
nel susseguirsi delle edizioni, si sono prodigati
per consentire il normale svolgimento della
manifestazione, vedi modifica del percorso
dellÕultimo giorno per mancanza di neve e
trascorrere alcune ore di sana allegria attorno
ad un tavolo nel dopo manifestazione che
si  conclusa con le premiazioni individuali
e di gruppo.
LÕimpegno degli organizzatori per la prossima
edizione, sarˆ quello di pubblicizzare maggiormente lÕevento, per allargare la partecipazione a questa manifestazione dal vero
sapore alpino.
Classifiche e fotografie sono disponibili sul
Sito internet della sezione
Ero in montagna con degli amici non Alpini.
Mentre percorrevamo un sentiero un poÕ
accidentato mi fecero questa domanda: tu
che frequenti il mondo degli Alpini spiegaci
chi  lÕAlpino? Da uomo che non aspetta
altro che di parlare di questa esemplare
famiglia la risposta fu sollecita: ÓlÕAlpino 
il figlio prediletto di quella montagna che lo
ha accolto durante il periodo di leva con i
campi estivi e invernali, fortificandolo, trasmettendogli tutte le sue bellezze e la sua
vocazione di grande caposcuola di vita. Con
queste indubitabili convinzioni lÕAlpino ama
e frequenta con assiduitˆ la montagna anche
dopo il rientro a casa, non interrompendo
mai questo bellissimo valido apportoÓ. Cos“
 anche per me. Il suo richiamo  sempre
molto forte. Se poi questo invito mi arriva
da una manifestazione programmata da una
Sezione, da un Gruppo Alpini, non posso
mancare. Ci˜  avvenuto domenica 19 febbraio per la ciaspolata allÕAlpe Grande. Bellissima passeggiata che, dopo aver attraversato una pineta e raggiunto lÕAlpe Nuovo,
ritorna verso lÕAlpe Grande passando nelle
vicinanze del Rifugio Crist. Completo questo
pensiero sul mondo degli Alpini che mi ha
introdotto a parlare brevemente della ciaspolata con un doveroso ringraziamento:
esprimere da vecchio Alpino un sincero grazie
allÕamico Peduzzi Agostino. Ad ogni ciaspolata
mi omaggia di un ricordo sempre legato al
nostro mondo che realizza con la sua inventiva e con la sua abilitˆ di maestro nella
lavorazione del ferro. Grazie Agostino! Quando mi consegni lÕoggetto nato dalla tua
creativitˆ e dalle tue abili mani, lÕespressione
di gioia che si sprigiona dai tuoi occhi mi
commuove perchŽ dimostra che sei un vero
sincero Alpino capace di interpretare in
modo meraviglioso il rapporto che hai con
chi ti sorpassa in etˆ. Questa amicizia mi 
di stimolo per non mollare, finch il Signore
mi darˆ salute, di frequentare la montagna
e di conseguenza la ciaspolata.
Gian Mario Porro
Trofeo Penne Nere Comasche - 9a edizione
Domenica 05 febbraio la splendida cornice
dellÕalta Val Malenco, in localitˆ San Giuseppe,
ha ospitato la nona edizione del trofeo
ÒPENNE NERE COMASCHEÓ. La localitˆ 
stata scelta per la possibilitˆ di poter usufruire
della pista di discesa e di un anello di fondo
in modo da disputare una mini Alpiniade
invernale comasca. Con una temperatura
che ha toccato un minimo di 18¡ sotto zero
ma con un bel sole che ha illuminato le due
gare, un centinaio di tenaci alpini, simpatizzanti e famigliari hanno disputato le due
prove cronometrate. Tutti infreddoliti ma
soddisfatti delle gare disputate ci siamo
trovati tutti, o quasi, il pomeriggio per le
premiazioni. Nel fondo il gruppo di Monteolimpino, che ormai da anni la fa da padrone
vince il trofeo di specialitˆ, mentre nella
gara di discesa il gruppo di Par sbaraglia
tutti vincendo il trofeo del gigante seguito
dal Monteolimpino e dal gruppo di Bellagio
che, con il suo atleta Mario Tomba, porta a
ÒbaitaÓ il miglior tempo assoluto. Appuntamento, cari alpini, alle prossime gare sportive
sezionali, tiro ad aprile, mountain bike a
giugno ed alle varie gare nazionali dove
ormai anche la nostra sezione ben figura da
tempo.
Lorenzo Volont
23
Anagrafe Alpina
Defunti
Nascite
Anniversari
Lutti
sono...andati avanti!
Carmelo Gobbi Alpino di Porlezza, abile
falegname costruttore di barche, legato al
cappello alpino da buon reduce di guerra e
della campagna di Russia. Nella ritirata del
Õ43 aiut˜ Zaccardo (poi generale) quale suo
attendente, ad uscire dalla sacca. Fu
attendente anche di Volpatti, Giamminola e
della M.O. Giovanni Piatti, alpini che sono
un pezzo di storia sezionale. Classe 1915 ha
passato la vita fra lavoro, famiglia e alpini,
divulgando i valori dellÕalpinitˆ. Si  spento
il 5 gennaio scorso raggiungendo i suoi
commilitoni andati avanti prima di lui. Un
altro pezzetto della storia passata ci ha
lasciato, regalandoci unÕereditˆ importante,
ricca di laboriositˆ, valori, ideali ed esempio
di dedizione e onestˆ.
Piero Gauli, artigliere
alpino (ufficiale al 2 rgt.
art. alpina Julia), reduce
della campagna di Russia,
pittore appartenente al
movimento Corrente, al
quale appartennero altri
importanti artisti quali
Guttuso, Manz, Sassu, ha
avuto molti riconoscimenti
a livello nazionale.
Partecipe alla biennale di
Venezia giˆ nel 1938, alla
quadriennale di Roma nel
Õ52 e alla principali
rassegne fino agli anni 8090. Nella sua arte ha
ricordato anche le vicende
belliche alle quali ha partecipato. Nato nel
1916 a Milano, ha trascorso attivitˆ e vita
fra Milano, Acquasporta (Umbria) e Verna in
Valle Intelvi. Di lui ricordiamo con piacere
la mostra allestita nella biblioteca comunale
di Como nel 2010 per i novantÕanni della
sezione. SՏ spento nella sua Verna e il 7
gennaio alpini e numerosa popolazione gli
hanno reso lÕultimo saluto, dimostrando la
stima che sՏ meritato come artista e alpino.
Renzo Mazza, alpino del Morbegno, classe
1923, reduce della ritirata russa e dei campi
di prigionia di Stablak, Danzica, Auschwitz,
ha trascorso lÕintera vita dopo il rientro molto
posteriore al termine della guerra, nelle file
dellÕAssociazione, con la semplice disponibilitˆ
che lo ha sempre distinto. Amava usare
alcuni vocaboli in lingua russa, esprimendoli
con piglio malinconico nel ricordo dei vecchi
commilitoni. Una vita umile, semplice ma
generosa, dedicata al prossimo nel ricordo
della tragedia vissuta. Un altro vecio ci ha
lasciato, ma la sua ereditˆ fatta di valori,
riempie lÕanimo e la voglia di fare non solo
agli alpini di Canzo -suo gruppo- ma
dellÕintero territorio.
Giuseppe Ravizza, 49enne alpino di Barni,
durante lÕallestimento di un presepe sul
fondale del lago, ha perso la vita. Un atto di
generosa disponibilitˆ, la voglia dÕessere
utile, da buon alpino, lo ha sottratto allÕaffetto
della famiglia e degli amici alpini che
accompagnandolo hanno promesso vicinanza
ai suoi cari.
ORA CAMMINA NEI PASCOLI DEL CIELO
Il 21 gennaio ci ha lasciati la signora Palmina Manzo sposa del generale Ettore Riccio,
un grande alpino che tanto ha dato alla Specialitˆ. Gentile, affabile, riservata si  sempre
segnalata per la modestia cui aveva improntato la sua vita accanto a una persona che pure
aveva ricoperto incarichi importanti tra i quali quello di comandante del nostro Distretto
Militare. In giovanissima etˆ fu staffetta partigiana nella zona del basso Piemonte e fu l“
che conobbe il suo futuro sposo, anchÕesso molto giovane, con il quale ha condiviso pi di
sessantÕanni di vita in comune: un esempio da imitare. Al marito e ai suoi figli, Ezio tenente
degli alpini, Paola e Cristiano il commosso ricordo da parte della Sezione e della redazione
del Baradell.
RECENSIONE
CAPOSALDO CAVOUR
IL 2¡ ALPINI IN AFGHANISTAN
del Col. Massimo Bigini, c.te del rgt.
Il volume (centinaia di fotografie inedite)
 dedicato alla missione italiana da aprile
ad ottobre dello scorso anno 2010: 228
pagine, tutte a colori, la testimonianza
della presenza e del lavoro della Brigata
Alpina Taurinense (uomini e donne) nella
provincia di Herat. EÕ la testimonianza
attuale, viva, vera degli alpini presenti in
Afghanistan: si passano in rassegna i 6
mesi trascorsi in tale terra. Nel volume 
stata presa in considerazione sia la parte
ÒmilitareÓ dellÕintervento, sia il lato umano
della missione. EÕ stato anche preso in
considerazione il rapporto tra i Soldati e
la popolazione locale che, dopo il primo
momento di diffidenza,ha compreso la
bontˆ della presenza dei nostri connazionali,
arrivando anche a collaborare per stanare
depositi di armi o sventare attacchi dei
talebani.
Ricordi e...
memorie
di Tullio Vidulich
la pagina
VERDE
Riteniamo opportune alcune precisazioni inerenti il generale
Cadorna e il periodo nel quale svolse le sue azioni, dopo la
pubblicazione inerente le pretese cancellazioni del suo nome. Il
generale Tullio Vidulich, quale fine storico, dopo la letturadel
Baradll, ci fornisce importanti informazioni che riportiamo per
una maggiore conoscenza.
Gli studiosi di storia militare o i critici, per giudicare il generale
Luigi Cadorna sul piano professionale, politico e umano, devono
immergersi, con obiettivitˆ, nel contesto del tempo e nell'evento
storico, analizzare linee politico-strategiche, situazione economica,
culturale e sociale, dottrina militare di allora, rapporti e accordi
con gli Alleati, problemi tattici e strategici sugli altri fronti del
conflitto per acquisire un equilibrato giudizio sul condottiero del
Regio Esercito Italiano. Non  facile oggi comprendere le difficoltˆ
incontrate dai popoli nell'adattarsi ad un nuovo tipo di guerra non
prevista per ampiezza, forma e durata che super˜ ogni previsione,
con una nuova forma di impiego delle truppe, armi micidiali
rivelatesi superiori ad ogni previsione degli Stati Maggiori delle
Nazioni in lotta. Una guerra pi tecnica, pi meccanizzata e totale,
tanto da causare altissime perdite di vite umane. Quando il 10
luglio 1914 il tenente generale Luigi Cadorna successe al Capo
di stato maggiore del Regio Esercito, generale Alberto Pollio,
morto per infarto a Torino il 1¡ luglio, lÕEuropa era alla vigilia della
Prima Guerra Mondiale. Luigi Cadorna, figlio del conte Raffaele
(veterano della Battaglia di S. Martino), nato il 4 settembre 1850
a Pallanza, in provincia di Novara (non a Udine come da alcuni
affermato), apparteneva a nobile famiglia piemontese di tradizioni
militari che ha contribuito alla formazione dell'Unitˆ d'Italia. Studi˜
presso il Collegio militare di Milano, da dove nel 1868, usc“ col
grado di Sottotenente. Il padre era il generale che il 20 settembre
1870 aveva contribuito alla presa di Porta Pia. Cadorna, vi partecip˜
quale Sottotenente del 5¡ Reggimento di artiglieria. Nel febbraio
1881 spos˜ la marchesa Maria Giovanna Balbi. Da tenente generale,
il 19 gennaio 1905, assunse il comando della Divisione di Ancona
e, nel 1907, della Divisione di Napoli, quindi, il 10 luglio 1914,
Capo di Stato Maggiore dellÕEsercito. Cadorna aveva fatto una
carriera rapida per indiscusse doti e non per discendenza di
famiglia, come ingiustamente affermato dallo storico inglese Denis
Mack Smith. Il figlio di Luigi (Raffaele come il nonno), comand˜
la Divisione Ariete che, dopo l'armistizio fra l'Italia e Alleati
(8/9/1943), combattŽ contro i tedeschi. LÕassassinio, il 28 giugno
1914, dellÕarciduca d'Austria Francesco Ferdinando e della moglie
Sofia durante una visita di stato in Bosnia-Erzegovina, fu il pretesto
per la guerra. La Monarchia Danubiana il 28 luglio dava inizio alle
ostilitˆ. La contesa serbo-austriaca si tramut˜ ben presto in
conflitto mondiale. Russia, Francia, Belgio e Inghilterra iniziarono
a mobilitare gli eserciti in difesa della Serbia. Quei due colpi di
pistola sparati da Gavrilo Princip, giovane studente fanatico serbobosniaco, dava inizio alla Prima Guerra Mondiale che avrebbe, in
quattro anni, distrutto un plurisecolare ordine europeo, dissolto
i suoi imperi coloniali, decimato milioni di giovani. Del testo
dellÕultimatum e delle intenzioni di Vienna, il governo italiano
venne lasciato allÕoscuro fino al 23 luglio, giorno di presentazione
alla Serbia. PoichŽ lÕAustria non aveva informato preventivamente
lÕItalia delle sue intenzioni violando gli impegni contenuti nel
trattato di alleanza, iniziando una guerra di aggressione e non di
difesa, il governo italiano il 2 agosto 1914 annunciava la neutralitˆ,
dopo due giorni di intenso dibattito del governo Salandra. In
cambio della Òneutralitˆ benevolaÓ lÕItalia mirava ai compensi
territoriali di terre italiane sotto il dominio austriaco previsti dal
trattato con lÕAustria per avere essa turbato lÕequilibrio nei Balcani.
La neutralitˆ aveva avuto notevole influenza perchŽ la Francia
potŽ sguarnire la frontiera con l'Italia concentrando le forze sulla
Marna, dove i tedeschi avevano lanciato una potente offensiva.
LÕItalia aveva da poco terminato, con esito favorevole, la guerra
contro la Turchia la quale aveva logorato lÕesercito e consumato
le scorte strategiche di armi, munizioni e materiali. Inoltre il
Governo Salandra aveva drasticamente ridotte le spese per
lÕesercito, non consentendo di potenziarlo. In aggiunta, nel luglio
del 1914, in conformitˆ alle finalitˆ della Triplice Alleanza, i piani
di operazioni esistenti erano di carattere difensivo, cosa che
condizion˜ per molto tempo la mentalitˆ dei Quadri militari
preparati a tale scopo. La modernizzazione dellÕesercito italiano
fu dovuta al Cadorna. La situazione che dovette affrontare
nellÕestate 1914, era mutata dopo la decisione di rimanere neutrali
e non partecipare al conflitto con Austria e Germania. Cadorna
si trov˜ a dover operare in presenza di una situazione politicomilitare molto fluida, in uno stato di incertezza e risentimento di
Austria e Germania ufficialmente ancora alleate dellÕItalia. Per i
piani operativi esistenti al momento dell'annuncio della nostra
neutralitˆ, Cadorna fu costretto a lavorare su nuove direttive:
negli anni precedenti, infatti, lo Stato Maggiore aveva considerato
ipotesi di guerra al fianco di Austria e Germania contro la Francia,
schierando le forze lungo la frontiera occidentale a scapito di
quella orientale. Intanto il 26 aprile 1915, dopo difficili trattative,
lÕItalia firmava in segreto il Patto di Londra, con le potenze
dellÕIntesa: Inghilterra, Francia e Russia, impegnandosi ad entrare
in guerra contro lÕAustria entro un mese dalla firma. DellÕaccordo
erano a conoscenza solo il ministro degli esteri Sonnino, il
Presidente del consiglio Salandra e il Re. Il compito affidato
allÕItalia dalle Potenze dellÕIntesa consisteva nel tenere impegnate
le forze austro-ungariche, sottraendole ai fronti occidentale e
orientale (allentando la pressione su Serbia e Russia). LÕesercito
italiano dovette effettuare una serie di offensive, le famigerate
ÒspallateÓ, nel settore orientale (Gorizia e Carso) e una condotta
difensiva sul fronte trentino. La guerra fu dichiarata il 23 maggio
e il giorno dopo lÕesercito italiano iniziava le ostilitˆ contro lÕAustriaUngheria (non ancora la Germania). Si evidenzia che Salandra
aveva condotto le trattative con la Triplice Intesa nella massima
segretezza al punto che Cadorna ne venne messo a conoscenza
solo il 5 maggio del 1915. Un atto di irresponsabilitˆ, poichŽ a
Cadorna rimasero tre settimane di tempo per attivare i piani
operativi e iniziare la guerra. Dopo lÕattentato di Sarajevo e lo
scoppio della guerra, Cadorna diede inizio a un'azione di potenziamento dello strumento militare e dellÕindustria bellica nazionale,
sfruttando il periodo di neutralitˆ. E nella ipotesi che lÕItalia, per
conseguire i suoi obiettivi territoriali (Trento e Trieste, il Brennero,
lÕIstria e la Dalmazia) entrasse in guerra contro lÕimpero danubiano,
il generale Cadorna alla fine del mese di agosto del 1914 redasse
il documento: ÒMemoria riassuntiva circa unÕazione offensiva
verso la Monarchia austro-ungarica durante lÕattuale conflagrazione
europea. Possibili obiettivi. Presumibili operazioni da svolgereÓ.
Di qualitˆ morali indiscusse, Cadorna aveva un concetto pressochŽ
religioso del dovere che lo rendeva inflessibile anche con se stesso.
Chiuso e taciturno, orgoglioso e insofferente alle critiche, immune
da legami con la Massoneria, da favoritismi e ambiguitˆ, non
perse mai di vista gli obiettivi da perseguire. Vale la pena
evidenziare che quando Cadorna nellÕestate del 1914 assunse il
comando dellÕesercito, la frontiera orientale era indifesa, poichŽ
lÕesercito era orientato a combattere contro la Francia al fianco
della Triplice Alleanza. Per cambiare la mentalitˆ ai Quadri
dellÕesercito, Cadorna emanava nel febbraio 1915 una circolare
su Òattacco frontale e ammaestramento tatticoÓ rammentando
agli Ufficiali i capisaldi teorici e pratici della moderna condotta del
combattimento: la disciplina delle intelligenze, lÕimpiego razionale
delle forze, lÕimportanza della corretta valutazione del nemico e
del terreno, la cooperazione fra fanteria e artiglieria. Per quanto
riguarda lÕattacco frontale, per il quale ricevette dure critiche,
non  vero che Cadorna lo prediligeva come unico procedimento.
Secondo il generale ÒÉLe maggiori probabilitˆ di risultati decisivi
si hanno combinando lÕazione frontale con una diretta contro uno
o entrambi i fianchi del nemico....Ó.
Termine prima parte.
Nel prossimo numero, altre interessanti curiositˆ storiche.
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