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Numero 1 - Como - Anno XXXVIII - Gennaio-Marzo 2012 N. 25 - Anno XXXVIII - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n¡46), art.1, comma 2, DCB Como associazione nazionale alpini - sezione di como Eventi Centoquaranta 2 Codardi o eroi. Sotto a chi tocca 3 Assemblea dei Delegati Carlo Gobbi 4 Polemiche al gelo Achille Gregori 5 L’altra Italia Carlo Gobbi 6 Ancora un passo, Italia Aldo Maero A proposito di un naufragio 6 Cesare Di Dato 7 64° CA.STA ALdo Maero 8 20 Protocollo Scuole La Valle Intelvi Achille Gregori Ciaspolata «Luis da Boll» Trofeo Penne Nere Comasche Fatti...col 22 NEWS 2012 Cappello Alpino 9-21 Appuntamento annuale degli Alpini di Como. Si va allÕAuditorium del Collegio Gallio. La temperatura fredda, la preannunciata primavera, il giorno prima sopra i venti gradi, si presa una vacanzina. In sala il riscaldamento unÕutopia, meglio fuori. Ti aspetti parole, discorsi interminabili, lettura della relazione morale, ascoltatori annoiati, impazienti di tornare a casa, al fumante desco domenicale. Invece, no. Ancora una volta, siamo sorpresi. Dalla verve del presidente Gaffuri. Dalla attenzione dimostrata dai convenuti. Dalle espressioni gratifi- Penna Bisogno ICARO di eroi Grazie, di Achille Gregori signor Sindaco 3 3 Carlo Gobbi (continua a pag. 6) Linea Cadorna sul Monte Bisbino Il Bisbino un monte del crinale lariano che, insieme col Sasso Gordona e il Generoso, funge da divisione dalla svizzera val di Muggio. Punto elevato con grande visuale verso la piana ticinese del mendrisiotto. Motivo per cui il monte rientrava nel disegno del progetto difensivo definito: Occupazione Avanzata Frontiera Nord, normalmente conosciuto come Linea Cadorna, dal generale che ordin la costruzione fra il 1916 e il Ô17. LÕintenzione di difesa derivava dal timore di una possibile invasione da parte delle forze austro-tedesche, della pianura padana attraverso la neutrale Svizzera, per raggiungere Milano, dirigersi verso il Veneto e prendere alle spalle il fronte sul confine orientale. La Svizzera stata considerata pi volte possibile terra di transito per azioni militari. Numerosi i piani studiati, risalenti addirittura allÕottocento. Nel 1878 il generale Perrucchetti ne stese uno per una potenziale azione italo-tedesca che, attraverso la Svizzera, potesse raggiungere la Francia. Altro studio nel 1912-13 in previsione di una possibile guerra contro la Francia. Achille Gregori (continua a pag.8) ANNUNCIO IMPORTANTE ... inchiostro e canti e sincere degli ospiti dÕonore. Paolo Mascetti, capitano dei paracadutisti e vicepresidente della Provincia, Gianmaria Quagelli, consigliere comunale, rappresenta il sindaco. Ti senti in famiglia. Ma una famiglia attiva, concreta, piena, ricca, partecipante. Gaffuri, come Achille Gregori, che lÕha preceduto per dodici anni, ci sa fare. Non si limita a leggere. Ma recita, con voce tonante, accattivante, divertente, squillante. Il 28 aprile alle 16,30 presso lÕaula magna del Politecnico di Como sar ospite della Sezione Luca Barisonzi per presentare il suo libro:ÓLa Patria chiamÓ. AllÕincontro hanno confermato la loro presenza il Presidente Nazionale Corrado Perona e Nelson Cenci. Conduttore dÕeccezione lÕalpino Bruno Pizzul. 2 La penna Alpina EDITORIALE Centoquaranta Tanti sono gli anni della nostra Storia Mi sono congedato nellÕaprile del Õ72, appena un mese prima dellÕAdunata Nazionale a Milano. Giusto un mese per lasciar ÔraffreddareÕ il cappello e lÕho indossato di nuovo, per partecipare a quella che per me era unÕassoluta novit. Era, oltre tutto, lÕAdunata del centenario del Corpo degli Alpini. Tanti anni, da sembrarmi addirittura uno sproposito e ne sono passati altri quaranta, quelli che ho vissuto anchÕio da alpino. CentoquarantÕanni di una Storia che merita assolutamente di essere scritta con la maiuscola e merita di essere celebrata con grande solennit. EÕ la Storia degli eroismi, delle sofferenze e degli insegnamenti dei nostri veci. EÕ la nostra Storia e quella dei nostri bocia, che dimostrano ogni giorno di essere alpini, cos come lo erano i nostri fondatori, reduci dallÕOrtigara e dallÕAdamello. Lo dimostrano bene i nostri giovani alpini in armi, che svolgono un servizio militare tanto moderno, quanto fedele alle nostre antiche tradizioni. Lo dimostrano altrettanto bene i giovani alpini in congedo, sempre pronti a mettersi in gioco con uno spirito di servizio ed una NEWS generosit che non sono mai mutate, che sono inossidabili. CentoquarantÕanni hanno cambiato lÕalpino letteralmente da capo a piedi; hanno cambiato lÕuniforme, lÕarmamento ed il tipo di impiego, ma non sono riusciti a trasformargli il cuore, che, come sempre, batte ad un ritmo speciale, quello della trentatre. EÕ un mistero che non smette mai di stupire chi ci osserva, eppure la realt. E, proprio per rimanere in linea con le nostre abitudini, dedicheremo tutto lÕanno alla celebrazione della ricorrenza; ogni nostra attivit e tutte le occasioni di incontro saranno un ottimo motivo per ricordare e festeggiare il centoquarantesimo compleanno del Corpo degli Alpini. Siamo ormai abituati ad avere un tema conduttore, che ci accompagna per tutto lÕanno. Abbiamo avuto, come si dice, un filotto di ricorrenze. Siamo partiti con i novantÕanni dalla fine della Grande Guerra, poi ci sono stati quelli della nostra Associazione, seguiti a ruota da quelli della Sezione di Como. Abbiamo appena finito di celebrare i 150 anni dellÕUnit dÕItalia e siamo gi gli appuntamenti del 2012 EVENTI SEZIONALI Giugno Maggio Giugno Luglio Luglio Luglio Luglio Agosto Settembre 14-15-16-17 ALBESE CON CASSANO - RADUNO SEZIONALE 20 S. Bartolomeo Valcavargna - 50¡ Anniversario di fondazione 24 Longone al Segrino - 80¡ Anniversario di fondazione 1 San Fedele Intelvi - Raduno in ricordo Battaglione Valle Intelvi 1 Canzo - Raduno sul Monte Cornizzolo 8 Rovello Porro - 90¡ Anniversario di fondazione 29 Palanzo - Raduno sul Monte Palanzone 5 Lenno - Raduno sul Monte Galbiga 23 Drezzo - 50¡ Anniversario di fondazione EVENTI NAZIONALI Maggio Giugno Giugno Luglio Luglio pronti a partire con i 140 degli Alpini. Vista lÕabitudine ad un logo che ci accompagni per tutto lÕanno, ne abbiamo preparato uno anche per il 2012 e ve lo presentiamo con grande piacere. Lo useremo sulla carta intestata, sulle pagine del Baradell e su tutte le pubblicazioni dellÕanno. EÕ semplicemente la scritta ÒcentoquarantaÓ, dove la lettera o funge da nappina, su cui fissata la penna, la nostra cara penna. Chicco Gaffuri 11-12-13 BOLZANO - Adunata Nazionale 8-9-10 Sondrio - Esercitazione Protezione Civile 24 Pellegrinaggio al Rifugio Contrin - solenne 8 Pellegrinaggio al Monte Ortigara 29 Pellegrinaggio allÕAdamello Trimestrale della Associazione Nazionale ALPINI di COMO Spedizione in abbonamento postale - Como Direzione, redazione e amministrazione via Zezio, 53 22100 Como [email protected] [email protected] www.alpinicomo.it Direttore responsabile: Achille Gregori Comitato di redazione: Enrico Bianchi Arcangelo Capriotti Enrico Gaffuri Carlo Gobbi Aldo Maero Tiziano Tavecchio Aut. Trib. Como n.21 del 7/10/1976 Grafica: Matteo Rizzi Design Stampa: Lito Offset S.r.l. via Stanga, 7/A - Erba - Co 3 ... inchiostro e Penna Bisogno di eroi di Achille Gregori Del tragico, scabroso incidente della nave da crociera avvenuto allÕisola del Giglio abbiamo avuto notizie dÕogni genere e non intendiamo riproporre alcunch. Al contrario vogliamo soffermarci su chi, in questi casi, ci guarda -dallÕestero- con atteggiamenti stereotipati. A questo scopo qualcuno, ad est del pianeta, ha prodotto un cartone animato mimando gli eventi concentrandoli su di un querulo piagnucoloso soggetto tramortito da fatti che gli hanno interrotto lÕintrattenimento festaiolo e mandolinaro. Qualcun altro andato oltre dichiarando scherno nei confronti del Òitaliano vigliaccoÓ. In patria abbiamo rincarato la dose diffondendo il peggio di quanto accaduto con immagini, parole, fiumi dÕinchiostro ad occupare interi quotidiani. LÕanima ottosettembrina che in noi e nella gente di altri paesi, continua a prevalere, configurandoci quali cialtroni furbetti, pronti ad agire in malo modo per indole o convenienza. La reazione a tutto ci porta alla ricerca di gesti esemplari, di riscatto dalla melma nella quale gli stereotipi ci buttano. Ed ecco che anche un normale comportamento, ci che si effettua con ovviet, nei momenti pi drammatici nei quali sembra si tocchi il fondo, si trasforma in atto eroico, al quale attaccarci per dimostrare capacit, senso del dovere, responsabilit e voglia di salvare lÕonore calpestato. Cos il capitano che con fermezza richiama al dovere un comandante travestito da <mascalzoncello italico> compie un Òatto eroicoÓ anzich normale. Il calciatore che, con meritoria e doverosa onest, denuncia un illecito, diventa personaggio da copertina. Il diligente cittadino che indica corruttore e corrotto, viene segnalato come eroico salvatore del bene comune. Pur sapendo che lÕeroe vero ben altro, cio chi mette in gioco la sua vita sacrificandosi completamente per il bene altrui e non chi compie atti che dovrebbero essere ovvi, cÕ cos elevata necessit di riscatto, voglia di scrollarsi di dosso il famigerato 8 settembre, al punto di farci rincorrere lÕeroismo vago e omnicomprensivo per salvare il rimasuglio dÕorgoglio. Siamo cos abituati a denigrarci, considerarci inferiori, che arriviamo a costruirci il riscatto attraverso lÕappiglio di un gesto importante. Smettendo di compiangerrci, cercare modelli altrui e, al contrario, ricordandoci che il diritto, la civilt, lÕarte, la capacit e lÕinventiva hanno ÒtargaÓ italiana ci scrolleremmo di dosso il giudizio del Guicciardini, ripreso dal Manzoni che recita: <Énostra tentazione atavica lÕattendere che un esercito dÕoltralpe ci risolva i problemiÉ> e non ci servirebbero presunti eroi per sentirci ed affermarci ÒpopoloÓ, al pari di altri. Codardi o eroi. Sotto a chi tocca Prima il codardo. Poi lÕeroe. Non si tratta di un film western, finale classico da <arrivano i nostri>. Ma la pi colossale mediatica presa per i fondelli ai danni del nostro Paese. Il mondo per giorni, settimane, mesi ha fatto ironia pesante e sarcasmo piccante sul <nostro codardo>. EÕ il capitano Francesco Schettino, campano di Meta di Sorrento, citt natale di Gino Palumbo, direttore alla Gazzetta dello Sport. Una nuova Caporetto sullÕimmagine dellÕItalia. La nave da crociera <Costa Concordia> perforata da un piccolo scoglio, non segnalato dalle carte nautiche, causa di un naufragio di proporzioni colossali davanti allÕisola del Giglio. Timonata forse non ha letto la storia. Cos ha esposto il Paese al supremo dileggio per la vigliaccheria, lÕincapacit, la faciloneria dimostrata. Ma dove cÕ un codardo, ecco lÕeroe. Cos il comandante Gregorio De Falco, responsabile quella sera alla capitaneria di porto di Livorno, balzato agli onori di tutto il mondo per quellÕenergica telefonata da tutti ascoltata. In Italia, tutto si esagera. Dalla vilt allÕeroismo, il passaggio immediato. De Falco ha salvato la patria con quella frase urlata al microfono: <Torni sulla sua nave, cazzo>. Trovato il capro espiatorio, il comandante. Trovato anche il paladino di fierezza di un Paese che non ci sta a subire lÕonta. Eppure a poche centinaia di metri dallÕisola per effettuare un <inchino>, cio un passaggio radente la costa. Una bravata, costata cara! Momento difficile nel Paese, in crisi economica, epocale, morale, di proporzioni cosmiche. Ci mancava <cuor di leone> per scatenare il dileggio di tutto il pianeta. Italiani brava gente. S, ma con il mandolino, la pizza, la fifa in corpo. Si castiga lÕItalia intera per una mancanza di coraggio, dignit, senso dellÕonore oltrech del dovere, di questo comandante. Che ha preferito abbandonare la sua nave con centinaia di passeggeri ancora a bordo, anzich guidare i soccorsi dal ponte di comando. Perpetuando quelle nobili tradizioni marinare che vogliono sia il comandante ad andarsene per ultimo. Lui, invece, scappato. Quanti ufficiali si sono inabissati con le loro navi nelle due guerre mondiali. Schettino ha fatto soltanto il suo dovere. Gli eroi, quelli veri, sono altri. Quanta penuria, e quanta voglia, di eroi, oggi in Italia. Ma chi sparla di noi, del nostro coraggio, tacciando un Paese intero sotto lÕetichetta facile della vigliaccheria, deve guardarsi allo specchio. I media americani hanno sparato a zero su questa vicenda. Dimenticando un pesante scheletro nellÕarmadio. Ricordate la sciagura del Cermis? Quando il 3 febbraio 1998 un cacciabombardiere dei Marines, per effettuare una manovra spericolata, anche l, autentica bravata, urta i cavi della funivia di Cavalese. Pesante il bilancio: venti morti. Una cretinata passata in archivio e l sepolta. Un crimine che ha consentito al pilota Richard Ashby e al suo navigatore Joseph Schweitzer di farla franca. La Corte Marziale, il 10 marzo 1999, ha avuto il coraggio e la spudoratezza di emettere un verdetto di <non colpevolezza>. Eppure oggi negli Usa, ma non solo, si ride su Capitan Codardo. Ma anche gli inglesi, quel sorriso beffardo di compatimento, dovrebbero cancellarselo, ricordando il disastro dellÕHerald of Free Enterprise. Il 6 marzo 1987, la nave si capovolge uscendo dal porto di Zeebrugge, in Belgio. Niente inchini: solo una dimenticanza. Non era stato chiuso il portellone di poppa: 193 morti! Carlo Gobbi 4 Polemiche al gelo di Achille Gregori Dopo le ilarit seguite al naufragio della nave Concordia diffusesi in tutto il mondo, abbiamo subito nuove figuracce a causa di un normale evento climatico: la neve che cade dÕinverno. LÕattuale era climatica, definita dagli studiosi interglaciale, caratterizzata dalle variazioni stagionali. Ci comporta che dÕinverno ci sia la neve. Evento normale, prevedibile, per cui in ogni localit e latitudine, ci si pu, anzi ci si deve attrezzare per affrontare e risolvere le conseguenze dellÕinverno. Al contrario, dopo i bianchi fiocchi, succede sempre il finimondo: imprecazioni, lamentele, affermazioni che fanno solo ridere. Cosa puntualmente avvenuta quando, fra fine gennaio e febbraio, arrivato lÕinverno dopo un inizio di stagione non proprio da calendario. Cos, lÕabituale esplosione delle cattive abitudini dei media, ci ha ridicolizzato fuori dai patri confini. Il sindaco capitolino andato a urlare in TV, inveendo contro tutto e tutti, accusando la protezione civile dÕinefficienza, dimenticando che la legge prevede per il sindaco, quale responsabile del suo territorio, di attrezzarsi per ogni evento, protezione civile comunale compresa. Urlando, ha finto di scordare che la protezione civile nazionale stata ingessata da recenti provvedimenti burocratici che prevedono autorizzazioni, verifiche, approvazioni, preventive coperture finanziarie. Lanciando improperi verso altri, ha dimenticato dÕaver lui stesso contribuito alla situazione, cercando di spogliarsi delle proprie responsabilit, compresa lÕattuale impostazione della PC nazionale, capace dÕimbalsamare la struttura che era un vanto italiano. Sempre a Roma, visto il blocco provocato da pochi centimetri di neve con successiva figuraccia, in previsione di altra neve, sÕ provveduto a bloccare tutto: scuole, uffici, attivit, con giorni dÕanticipo sulla previsione dellÕevento, arrivando perfino a chiamare volontari dalla Lombardia, per essere sul posto prima che cadesse la neve. Fantozziano! Al contrario, nei territori dellÕAppennino dove la neve ha raggiunto alcuni metri, non si vista tanta sfacciataggine. Anzi. Le strutture hanno funzionato secondo i vecchi insegnamenti, ed stato chiesto supporto solo allÕestrema necessit. Qui si sono rivisti i militari in aiuto alla popolazione, con mezzi idonei al caso. Ci si cos ricordati della loro utilit extra militare. Oggi da professionisti, come ieri con la leva, i bistrattati ragazzi con la divisa (o tuta mimetica) sono silenziosamente pronti per qualsiasi evenienza. Va altres riferito che nellÕenfasi di ricerca critica sulle conseguenze di pochi centimetri o di metri di neve, stato dimenticato di comunicare che lÕinverno ha causato danni e disagi in tutta Europa. Perfino la cronometrica Svizzera ha avuto guai, con tubature idriche scoppiate e mancanza dÕacqua in una intera citt. Fosse successo da noi ne avremmo parlato con ore di trasmissioni e paginate sui quotidiani, facendo ridere il mondo intero. Anche a Como, dove la nostra PC ha Un altro incidente. Nuove morti. Ancora Caduti che rientrano dallÕAfghanistan. La mattanza continua, dicemmo un anno fa e cos ancora. Tre nuove vittime, tre militari morti in servizio. é stato coordinato gli spalatori, si sono sentiti improperi per il ghiaccio a terra, urla e termini irripetibili rivolti agli spalatori perch non depositassero una palata di neve a lato del proprio ingresso. Siamo davvero caduti in basso! Tornando allÕargomento, osserviamo che la saggezza dei vecchi, in particolare dei montanari, stata buttata al macero con superficialit, illudendosi di risolvere i problemi solo col tecnicismo, pagando pesanti conseguenze per la disorganizzazione e superficialit dei preposti ai servizi. Quanto accaduto servir dÕinsegnamento per tenere spazzaneve e sacchi di sale in magazzini comunali, secondo tradizione, visto che lÕinverno si ripete anche con la tecnologia dei computer, telefonini e portatili non sempre asservita al buon uso e al beneficio della gente? In chiusura, osserviamo che, dopo tante critiche verso noi italiani, stato bello sentir parlare, sia pure in maniera sfumata, di corruzione e malcostume politico anche nella Òperfetta GermaniaÓ. é una misera consolazione, per É davvero piacevole! un incidente di circolazione causato dai tracciati del territorio, denominati strade, che hanno fatto ribaltare il Lince col quale operavano per prestare soccorso. Sono morti imprigionati nellÕautomezzo, affogati in poco pi di un metro dÕacqua. Forse per questo la notizia passata sotto tono, riportata in chiusura di notiziari e oltre la pagina 20 nei quotidiani, solo per uno, due giorni e niente pi. Quasi fossero morti di categoria inferiore. Noi li salutiamo e li ricordiamo col massimo rispetto e con lÕonore che meritano tutti i Caduti, indipendentemente da come sono morti. Per una raffica, unÕesplosione o un incidente. Per noi sono deceduti per ragioni di servizio, pertanto sono a tutti gli effetti Caduti per la Patria. Dunque, onore ai caporalmaggiori Luca Valente, Francesco Paolo Messineo e Francesco Curr, tre soldati italiani morti in una terra lontana, per la nostra Bandiera, per il nostro paese, per compiere il dovere al quale sono stati chiamati. Non certo Caduti di serie minore. Al momento di stampa, giunge notizia di un nuovo Caduto: il serg. Michele Silvestri, cui renderemo il dovuto ricordo. A.G. 5 Ancora un passo, Italia! di Carlo Gobbi l generale Allen: ecco uno che crede nellÕItalia. E negli italiani. Chi ? Il comandante di ISAF in Afghanistan, quattro stelle dellÕesercito americano. Un comandante, vero, non <alla Schettino> che dirige sul campo 352.000 uomini. Che entro il 2014 si ridurranno a 228.500. Un alto ufficiale che ha lavorato fianco a fianco con i nostri ragazzi in quella lontanissima regione. Ha comandato alpini, bersaglieri, fanti, artiglieri, mar del San Marco, carabinieri. Ne ha appurato efficienza, preparazione, coraggio, determinazione, addestramento, spirito di corpo, motivazione. E certamente anche lÕottima cucina, che viene distribuita al rancio, apprezzatissima in particolare, proprio dai militari americani. Allen stato in questi mesi a Roma, ospite del nostro ministro degli Esteri alla Farnesina. Ha espresso il pi vivo apprezzamento <per il magnifico lavoro> delle truppe italiane e del loro comandante in RC West: il generale Luciano Portolano. <Un grande comandante>, lo ha definito. Ha precisato poi lÕaltissima qualit del contributo italiano, ben percepita anche da parte afgana. Al punto da venire presa a modello tra le istituzioni locali e internazionali per orientare la transizione anche nel resto del Paese. <Genuine and sustainable progress>. Visione in sintonia con quella che viene percepita negli Stati Uniti verso le nostre forze armate. Un buffetto sulla guancia? Una pacca sulla spalla? Un <bravi ragazzi, ci sapete fare?>. Ma no, qui si parla di generali, gente che comanda e che affronta responsabilit enormi. E gli italiani, con il nostro comandante, il generale Portolano, suscitano rispetto, considerazione, ammirazione. Meglio di uno I sciroppo per la tosse, dopo lÕepisodio dellÕisola del Giglio, che ha gettato lÕItalia intera in una luce perversa di vilt e farabuttismo. Il <comandante> Schettino, virgolette obbligatorie per indegnit sul ponte di comando, ha obbligato il Paese a un veloce ripasso di storia patria. Provocato dal suo gesto dissennato, quando ha lasciato la <Costa Concordia>, nave che gli era stata affidata, abbandonando centinaia di passeggeri in attesa di essere salvati. <Il comandante codardo> hanno titolato quotidiani, periodici, reti tv di tutto il mondo. E lÕimmagine dellÕotto settembre ci passata davanti agli occhi. La solita manfrina dellÕitaliano fifone, vigliacco, che volge le terga al pericolo perch <tiene famiglia>. Ma ecco il raggio di sole. Un attestato di fiducia, di stima, di considerazione, di rispetto. Arriva da un importante generale dellÕesercito americano. Restituisce allÕItalia intera dignit, onore, riconoscenza. Quello che ci spetta, grazie al sacrificio, allÕimpegno, alla professionalit, allÕumanit e diciamolo pure, anche alla simpatia e alla capacit innata di farsi benvolere, dei nostri ragazzi in armi. In un momento, triste e amaro, in cui lÕItalia stata gettata nellÕocchio del ciclone dal mondo intero, dobbiamo ringraziare il colonnello Fabio Asso, ufficiale alpino di Como, iscritto alla nostra sezione, che ci ha cortesemente informato. Quanto sarebbe stato bello e gratificante, che anche la stampa nazionale, macch, mondiale, avesse potuto venirne a conoscenza. E ristabilire lÕimmagine dellÕItalia. Che non quella dellÕotto settembre. Che non quella del <comandante> Schettino. Vivaddio! ÒAncora un passoÓÉ, quante volte tu, alpino, ti sei ripetuto queste parole? Quando nella tua vita di soldato la marcia sembrava non finire mai, le lunghe ore avevano esaurito ogni tua energia, lo zaino era sempre pi pesante e le gambe non sembravano pi in grado di proseguire, allora pensavi: BASTA! Al diavolo il Signor Capitano, la naia e i compagni, BASTA! Ora mi fermo allÕombra di quella roccia e mollo tutto: zaino, arma e munizioni, pensino quello che voglionoÉ Ma poi ecco il ritornello Òancora un passoÓ, un passo ancora e trovavi energie nascoste e la marcia continuava, perch magari per un breve tratto un compagno ti aveva portato lÕarma o dato lÕultimo sorso dÕacqua e tu avevi proseguito e ancora una volta NON AVEVI MOLLATO Anche quelli che viviamo sono tempi da Òultimo passoÓ, la naia solo un ricordo ma ai vecchi alpini la voglia di non mollare rimasta nel sangue. Nella vita, nonÊ sempre facile, quella frase se la sono dovuta ripetere altre volte e oggi pi che mai eccola che ritorna. Lo zaino diverso e non cÕ il Capitano ma ci sono i compagniÊ e questa povera Italia sembra sullÕorlo del baratro, ci vengono imposti nuovi sacrifici ma chi ce li chiede non quel Capitano che camminava con noi, Òstesso zaino, stessa faticaÓ, una classe politica che i sacrifici li chiede agli altri rimandando sempre i propri, a Roma di alpini ce ne sono pochi, e si vedeÉ Ancora un passo, Italia, facciamo vedere allÕEuropa che, tanto per cambiare, ce la caveremo da soli. Speriamo per che poi la Òmusica cambiÓ, che in testa alla colonna si capisca che non si pu chiedere di pi, che bisogna cominciare anche a dare lÕesempio. Stiamo raschiando il fondo del barile, la pazienza ha un limite e non tutti in questo paese possono avere la resistenza degli alpini. Speriamo che qualcuno, tecnico o no, se ne renda finalmente conto. Aldo Maero 6 A proposito di un naufragio Cos si risponde a Der Spiegel di Cesare Di Dato Non stupitevi cari lettori; questa volta non parler di cose alpine ma di questioni nazionali. Precisamente del naufragio del Concordia allÕIsola del Giglio, ma non in chiave rievocativa; sarebbe troppo dopo il bombardamento mediatico che ci ha tenuti informati ora per ora su quel disastro, bens per rintuzzare, da italiano e da alpino, una dichiarazione apparsa su una delle pi autorevoli riviste tedesche. Infatti a DER SPIEGEL non parso vero di scrivere parole di fuoco contro lÕintero popolo italiano prendendo spunto dalla figura del comandante Schettino, francamente un vero pusillanime non solo dal punto di vista marinaro. LÕarticolo, comparso il 27 gennaio 2012, va gi pesante, peraltro subito contrastato dal direttore del GIORNALE, quellÕAlessandro Sallusti che i comaschi ricorderanno quale apprezzato direttore de LA PROVINCIA alcuni anni fa. Dice tra lÕaltro il tedesco, riferendosi alla pazzesca manovra di Schettino: ÒCon noi certe cose non succedono perch, a differenza degli italiani, siamo una razzaÓ. Personalmente spero che si sia trattato di una cattiva traduzione del testo originale, perch se fosse vero ci sarebbe motivo di grande preoccupazione. Sono parole che i vecchi come me hanno gi sentito in ben pi tragiche situazioni, sono parole che ci riportano alla mente elmi con il chiodo, mazze ferrate per finire i feriti, campi di sterminio e altre mostruosit compiute da un popolo, il tedesco, che si ritiene civile alla pari degli altri popoli europei e che lo , basti pensare a Goethe, a Beethoven, a Mann, ma capace anche di produrre gli Hitler, gli Himmler, i Bormann deliranti glorificatori della razza ariana. Una frase del genere, accompagnata da altri articoli poco amichevoli nei quali il giornalista di turno si chiede, per esempio: ÒVi immaginate che cosa avrebbe fatto un comandante tedesco o britannico?Ó, denota una supponenza che pensavamo sparita dopo il crollo del 1945. Invece devo credere che si sia trattato di una serpe in letargo che, dopo il crollo del Muro e la riunificazione, abbia rialzato la testa convinta che tutto il male da lei procurato sia passato come acqua fresca. Volete vedere, cari lettori, che la Merkel si sente erede di Federico Barbarossa? Certo, anche noi abbiamo i nostri difetti: per un paio di volte abbiamo tradito la parola data, spesso ci siamo comportati da levantini ma vivaddio non abbiamo mai distrutto interi paesi, ucciso persone indifese, fucilato in massa soldati catturati alla fine di un combattimento (Cefalonia). Il perch presto detto: noi abbiamo una bimillenaria civilt cristiana alle spalle, loro no. Perci, caro dott. Georg Mascolo direttore dello SPIEGEL, ci pensi prima di autorizzare i suoi collaboratori a usare frasi ad effetto che poi tanto ad effetto non sono, visto che le pronunciavano gi i lanzichenecchi mentre depredavano Roma nel 1527 o la Lombardia nel 1630. Si schermisce accusando emozione. Non la dimostra. Conosce la parte, la recita alla grande. Questo, agli Alpini, piace. Soprattutto ai suoi Alpini! Microfono <stabilmente in mano>, noblesse oblige. E chi glielo toglie? Premia gli sportivi: Appiano Gentile ha fatto lÕen plein (fondo, tiro, slalom gigante, ciaspolada, mountain bike). Coppa del Presidente e Nonno Vittorio; Bulgarograsso e Solbiate damigelle dÕonore, con 250 concorrenti di 50 gruppi. Non male. Parla di un anno vissuto da alpino, con <lÕorgoglio della responsabilit>. Un saluto a chi lo ha preceduto: Mario Ostinelli, un pap; Achille Gregori, un manager. Uomini guida di una societ <di gente perbene>. Lo si sa, bene rimarcarlo. Ricorda, uno per uno, i <veci> andati avanti nellÕanno: un plotone. Presente! Sfoggia una novit. Gradita. Il premio <Sveglia> al gruppo che cattura il maggior numero di <dormienti>. Quelli che, per dirla alla Perona, hanno dimenticato la loro naja. Tocca a Emanuele Roncoroni, capogruppo di Monteolimpino, impadronirsi della targa: nove nuovi adepti e tre aggregati. Supera, da buon rugbista, Albese con Cassano sette e Dongo sei. In totale: si sono risvegliati in 32 con le fiamme verdi. Ma ricorda che Maslianico tornato allÕovile, riaprendo il gruppo, sostituendo Vendrogno in Valsassina, ceduto a Lecco causa lontananza. Fra gli eventi, la Messa sezionale nel magnifico Duomo, appuntamento irrinunciabile per i comaschi, alpini e non. Ma anche la visita alla Boscaiola, tana frizzante di Nelson Cenci, reduce di Russia e grande amico degli alpini comaschi. LÕaltra, del presidente Perona, a fine giugno: un pap in mezzo ai suoi figlioli. Tema: il futuro delÕANA, che non pu sparire, fino allÕultimo alpino. Argomento che sta a cuore a tutti. Quella di monsignor Diego Coletti, in ottobre protagonista di una serata strepitosa in sezione, culminata con la famosa <coppa del vescovo> inventata dal cuoco di corte. Applausi da stadio al vicepresidente Mascetti, quando ha annunciato la sua volont di restare vicino agli amici alpini di Como, anche quando, cio assai presto, non si candider per lÕimportante incarico che ha rivestito con grande prestigio in questi anni. LÕappuntamento per la manifestazione in ricordo del 140¡ di fondazione del Corpo. Ma un cenno lo riserva al nostro-vostro Baradll. Un grazie al direttore uscente, il generale Cesare Di Dato. Bis a colui che stato <ingaggiatoÉ.!>, Achille Gregori. Un segno di continuit. EÕ la lunga linea verde, che non finisce mai. Carlo Gobbi Assemblea dei Delegati (dalla prima pagina) Trascina chi lÕascolta, lo premia con battute e sorrisi, non lo stanca con tiritere, ma lo infiamma con cambiamenti improvvisi di voce. Che abbia studiato recitazione per diventare presidente? Gassman non avrebbe saputo fare meglio. Si imposto una scaletta di interventi sui vari temi, rapida, incalzante, avvolgente, coinvolgente. Chi venuto per schiacciare un pisolino, se lo dimentica. La platea, dal nostro punto di osservazione privilegiato, rapita. Il calo di attenzione, previsto dai 30Õ in avanti, non si registra. Si vede che si ben preparato. Anche i comprimari. Dal presidente dellÕassemblea, che per statuto, cambia ad ogni nuova stagione. Tocca a Guerrino Valli, capogruppo di Argegno, assumere le redini. Figura popolarissima fra gli Alpini comaschi, arguto nella battuta, occhio vivace, si schermisce attaccando cos: <Io faccio il cuoco, se sbaglio, correggetemi, ma non mettetemi al forno!>. Tot non avrebbe saputo fare meglio per accendere lÕatmosfera. Concluder, alle votazioni per alzata di mano, con un fulminante: <Favorevoli, contrari, astemiÉ!>. Abbiamo capito bene? Vabb che si tratta di un raduno alpino, ma di fiaschi de vin, in sala non ne abbiamo ancora visti circolare. Non tralascia nessuno, Gaffuri. EÕ la sua prima assemblea dei delegati, il primo anno di lavoro, di consuntivi. Cento i gruppi presenti su 122, 233 delegati con 29 deleghe. 7 EVENTI RICONOSCIMENTI La sigla ÐCa.sta- lo rammentiamo- sta per Campionati di sci delle truppe alpine. Manifestazione nata nel 1931 per valutare il livello operativo e la preparazione fisica delle unit di montagna attraverso il confronto agonistico tra i migliori elementi di tutti i reparti. La 64»Êedizione si svolta questÕanno dal 30 gennaio al 3 febbraio Êin Alta Val Pusteria e vi ha partecipato per la prima volta un reparto del NATO Rapid Deployable Corps Italy comandato dal Generale Giorgio Battisti oltre a militari della Taurinense, della Julia, del 4¡ ReggimentoÊparacadutisti Monte Cervino, del Centro addestramento alpino di Aosta nonch militari inquadrati negli eserciti di Afghanistan, Austria, Germania, Libano, Macedonia, Romania, Slovenia e Stati Uniti d'America. I trofei in palio: il Trofeo dell'amicizia aggiudicato dal Centro Addestramento Alpino dell'Esercito seguito da Spagna e USA; il Trofeo medaglie d'oro, l'International Federation of Mountain Soldier trophy e il Trofeo medaglia d'oro Silvano Buffa, conquistati dal 4¡ Reggimento alpini paracadutisti. LaÊgara regina della manifestazione senza dubbio la competizione tra i plotoni, dove si afferma il team che dimostra maggiore compattezza e versatilit sugli sci Ð con gare di slalom e staffetta Ð superando al tempo stesso prove di tiro e lancio di bombe a mano, senza trascurare la capacit di sapersi orientare e il soccorso valanghe, che sono oggetto di due impegnative prove di abilit a tempo. Elementi essenziali di questa gara per plotoni sono la regolarit e lo spirito di corpo, il meccanismo della competizione prevede infatti forti penalit in caso di abbandono da parte anche di uno solo degli elementi del team, per cui a prevalere sempre il plotone coeso che arriva con tutti i propri alpini al traguardo e non necessariamente quello dotato di individualit tecnicamente pi forti. Senso di squadra e capacit di tener duro sono da sempre qualit degli alpini che ora questi ragazzi, al pari dei loro ÒnonniÓ dimostrano di possedere. QuestÕanno si sono sfidati 19 plotoni in un massacrante tour de force che, complici le condizioni meteorologiche avverse, ha richiesto ai partecipanti sforzi superiori alle aspettative. I plotoni si sono contesi la vittoria fin dallla prima giornata con vero spirito alpino, sfidandosi senza lesinare energie nella massima correttezza agonistica e, alla fine, hanno prevalso gli Alpini paracadutisti del 4¡ reggimento davanti alle compagini dellÕ8¡ reggimento Alpini e del 3¡ reggimento artiglieria da montagna, entrambi della Brigata Alpina Julia. Dalla prima edizione, svoltasi nel 1931, ad oggi (con una pausa tra il 1954 e il 1962) la manifestazione si disputata su tutto lÕarco alpino Ð da Tarvisio a Cuneo passando per Merano, Vipiteno, Sappada, Sestriere, Asiago e lÕAlpe di Siusi, con due puntate a Campo Felice sullÕAppennino abruzzese secondo un format che si ampliato nel tempo; nel 1977 infatti i ÔGistaÕ vengono ribattezzati ÊÔCastaÕ; passando da gare interreggimentali a campionati veri e propri, aperti (dal 1979 in avanti) a militari stranieri tra cui gli Alpenjaeger austriaci, i Gebirgsjaeger tedeschi e gli ChasseursÊdes AlpesÊfrancesi, insieme a rappresentative di Gran Bretagna, Usa, Slovenia, Romania, Cile, Spagna, Argentina, Albania, Macedonia e Libano.Ê Le edizioni pi recenti dei Ca.sta sono diventate una kermesse agonistica della durata di una settimana. ÇQui si gareggia per lÕonore del reggimento e quindi anche per lÕonore dei nostri caduti: abbiamo una motivazione in piÈ, stato detto allÕinizio della manifestazione. Ricordiamo infatti che la Taurinense nel 2010 ha partecipato alla missione Isaf perdendo cinque uomini e che il 7¡ Julia, in passato ha avuto in squadraÊMatteo MiottoÊÐ Êcaduto il 31 dicembre 2010. In un momento in cui ogni occasione buona per denigrarci, onore a questi Ragazzi che tengono alto il nome dellÕItalia e onorano la Patria, di schettino ce nÕ uno tutti gli altri ne han trentuno É Aldo Maero Nelle celebrazioni del Giorno della Memoria tenutosi a Villa Olmo, il Prefetto di Como dr. Tortora, ha assegnato riconoscimenti a persone benemerite. Fra questi anche un alpino di grado elevato ed un caro amico della sezione. Si tratta di colonnelli dellÕesercito insigniti dellÕonorificenza di Cavaliere della Repubblica, riservata a persone selezionate. LÕhanno ricevuta il nostro socio colonnello degli alpini Giorgio Romitelli e il pari grado Sergio Lepore, gi comandante del Centro Documentale di Como, col quale la sezione ha avuto ottimi rapporti nellÕintero periodo di permanenza, in particolare attraverso lÕuso di spazi della Caserma De Cristoforis e scambi dÕattivit. Romitelli, conosciuto da noi tutti, ha alle spalle importanti esperienze allÕestero maturate in Bosnia, Kosovo, Afghanistan e presso le truppe Nato a Bruxelles. Lepore non da meno. LÕonorificenza concessa ad un alpino, nonch caro amico, ci soddisfa e ci fa considerare ancora di pi lÕimpegno nel dovere. Per il nostro socio Giorgio il piacere dÕavere al fianco, nellÕoccasione, il presidente di sezione Gaffuri, il vicepresidente Bianchi e il coordinatore dellÕunita sezionale di protezione civile Gesilao. Secondo buona norma le feste importanti coinvolgono la famiglia! Un altro alpino stimato da tutti che ha diretto LÕAlpino e il Baradll, ricever presto un riconoscimento ancora pi importante per il lustro che ha dato allÕAssociazione, dopo una vita trascorsa al servizio della Patria con il comando di importanti reparti. Avremo fra di noi un Commendatore della Repubblica, che aggiunger al suo nome questa qualifica. Avete gi capito che si tratta di Cesare Di Dato. Il noto fotografo Enzo Pifferi, comasco dÕadozione, il 13 dicembre ha intrattenuto numerosi alpini proiettando in Sede una interessante serie di fotografie della valle Intelvi e della linea Cadorna. Enzo ci ha confidato che si trova sempre bene in mezzo agli alpini e si dichiarato disponibile a partecipare ad altri incontri. 8 Non stupisce affatto vedere gli alpini nelle scuole , oppure in veste di accompagnatori degli alunni in ambienti extrascolastici. Sono anni che la nostra Associazione intrattiene rapporti con i ragazzi, allo scopo di interessarli ai nostri valori e contagiarli. EÕ un momento formativo che ci sempre stato a cuore. Il contatto con i giovani percepito dalle Sezioni e dai Gruppi quasi come una necessit e, nelle circostanze pi disparate, gli alpini sono stati capaci di creare occasioni dÕincontro per donare una Bandiera, per celebrare il 4 Novembre, o semplicemente per parlare ai ragazzi. LÕargomento non quindi una grande scoperta; semmai la novit sta nellÕidea di stendere un protocollo, una sorta di manualetto su cosa fare e come, quando ci si avvicina agli studenti. Per arrivare a definire il Òprotocollo scuoleÓ, il Centro Studi ha individuato tre Sezioni, alle quali ha assegnato il compito di fare da pilota in questo studio. Sono le Sezioni di Biella, di Valdagno e la nostra ad aver ricevuto lÕincarico. Onorati della scelta, non abbiamo perso tempo e ci siamo messi al lavoro, formando innanzitutto una commissione specifica e iniziando a stendere ipotesi. Gli obiettivi indicati dal Centro Studi sono molto chiari: occorre trasferire ai ragazzi i concetti di Patria, di memoria e di solidariet. Per raggiungere lo scopo, bisogna intrattenere i giovani parlando loro di montagna, di tradizioni e cultura delle popolazioni, di storia degli Alpini. E non basta; dovremo interessarli anche portandoli Linea Cadorna sul Monte Bisbino (dalla prima pagina) Va ricordato che lÕItalia era parte della Triplice Alleanza con Austria e Germania, mentre la Francia era schierata con Inghilterra e Russia nella contrapposta Triplice Intesa. Cambiati gli schieramenti dopo la dichiarazione di guerra del 1914 non comunicata allÕItalia e la successiva discesa in campo italiana al fianco dellÕIntesa, si modificarono i piani di difesa, anche in funzione dei disegni del generale tedesco Von Falkenhajn che prevedeva dÕarrivare a Milano attraverso il vallo ticinese. Per questo i comandi italiani procedettero alla realizzazione della linea difensiva, con lo scopo dÕessere anche possibile supporto di retrovia per unÕeventuale azione franco-italiana, concordata dai generali Fajalle e Cadorna, tendente allÕoccupazione svizzera in caso dÕinvasione tedesca da nord verso la pianura padana. LÕopera si estende sui crinali lungo il confine italo-svizzero. Inizia al forte di Bard in Val dÕAosta, passa per lÕOssola e si concentra nelle zone del Verbano e del Lario, ritenute pi semplici da superare. Nel nostro territorio la Linea Cadorna a ridosso del confine e della citt di Como in pi punti, sul monte Sasso in spina verde e nella zona di Cardina. Prosegue sul monte Bisbino; nella Valle Intelvi e Sasso Gordona, raggiunge il Galbiga, il monte Croce sopra Menaggio. Occupa la val Cavargna in localit San Lucio, monte Garzirola, passo San Jorio. Postazione importante, sotto il Legnone, il forte di Fuentes -risalente al periodo spagnolo del Ô600-, congiuntamente al forte di Montecchio (edificato nel 1913, prima dellÕopera difensiva) che fungevano da sbarramento dellÕarea compresa fra il S. Jorio e le valli dellÕAdda e del Mera. Segue sul crinale delle Orobie valtellinesi in direzione Tirano per arrivare dove era il fronte orientale. LÕidea del recupero di alcuni tratti comaschi nacque nel 2005, in occasione degli 85 anni della sezione. Successivamente, reperiti i fondi, si diede corso allÕoperazione. Nel 2008 (90 anni dal termine conflitto) alla presenza del Presidente nazionale Perona, si consegn la parte recuperata a monte Sasso. Nel 2010, per il novantesimo sezionale, furono conclusi i lavori e aperte le visite a camminamenti e postazioni sul monte Croce di Menaggio. Questa volta, per il 150esimo dellÕunit italiana, arrivato a compimento il recupero in Bisbino, dopo due anni di attivit, mentre i lavori proseguono ancora in localit Cardina a Monte Olimpino. La vetta del Bisbino (mt. 1325) si raggiunge da Rovenna, grazie ai 12 Km di strada militare costruita nel Õ16, che arriva allÕimboccatura della caverna comando, sopra il cui portale scolpito lo stemma sabaudo. LÕestensione della linea che contorna il lato verso la Svizzera costruita dai reparti della ÒTerritorialeÓ (ovvero la terribile perch composta principalmente da anziani), col supporto di gente locale, Òsul campoÓ, per sperimentare dal vero la montagna, la natura, le tracce della nostra Storia. Tutte cose che diversi Gruppi stanno gi facendo da tempo, ma ognuno con un proprio stile e con modalit diverse. LÕobiettivo del progetto invece quello di strutturare queste attivit secondo uno schema unico, in modo che in tuttÕItalia gli alpini lascino la stessa impronta associativa nelle occasioni di incontro con le scuole, dal Friuli, fino alla Sicilia. La nostra commissione di studio non si limiter a stendere procedure, ma cercher di sperimentarle attraverso i Gruppi. Il 2012 si presenta quindi come anno di prove e verifiche, tanto per non perdere lÕabitudine di lavorare. eg in prevalenza donne e ragazzi vista lÕassenza di uomini impegnati al fronte, stata recuperata solo in parte, date le condizioni ad oltre novantÕanni dalla costruzione e dopo che camminamenti, postazioni, cavernette, erano stati completamente riempiti per permettere il pascolo. Si provveduto perci al ripristino della caverna comando e di alcuni tratti di camminamento significativi per posizione, descrittivi dellÕidea di linea difensiva e per lÕosservazione sul territorio svizzero sottostante. Sono servite pi di quaranta giornate di lavoro e 800 volontari per arrivare al ripristino e ricostruzione. Sono cos tornati visibili e visitabili camminamenti a cielo aperto, trincee coperte, ricoveri interrati, postazioni dÕartiglieria. Ci permetter una valutazione delle necessit del periodo, un ricongiungimento storico al passato che ha contribuito alla formazione del nostro stato. Tutto questo dovuto solo allÕoperato degli alpini. Grazie ad unÕidea che pareva una follia solo se pensata, un pezzo della nostra storia ridiventa visibile. I pi giovani potranno conoscere cosa era quel tempo e valutare meglio il passato. Nella cerimonia dÕinaugurazione, alla presenza dei sindaci di Moltrasio, Cernobbio, Maslianico, del Presidente Gaffuri, di alpini e tanta gente , il vicepresidente della Provincia dr. Mascetti ha affermato: ÒÉsenza gli alpini, perderemmo gran parte della nostra storiaÉÓ Eh si, gli alpini arrivano dovunque, ricordando il passato di questo paese. Vedere in Bisbino, una accanto allÕaltro, la giovane Carlotta (fresca di mininaia) con cappello alpino, al fianco del nonno Gianmario Porro capogruppo di Moltrasio, stato un ulteriore segno di continuit e dÕintenzione di tenere vivo il sentimento di memoria e lÕindispensabilit di ricordare. Il ripetuto volo di uccelli nel cielo sovrastante lo spiazzo sul quale stata celebrata la messa, sembrato un ulteriore segnale di auspicio per basare sulla memoria il futuro di questo nostro paese che non sempre sa riconoscere i suoi grandi valori. Achille Gregori 9 Fatti...col NEWS 2012 Cappello Alpino ci scrivono..... Il cappello ritrovato Il 14 febbraio 1976 lÕesercito mi forniva lÕequipaggiamento necessario per trascorrere 12 mesi al servizio della Patria, anche se nel momento, non ne comprendevo pienamente il significato. Confesso che quel giorno mi sentii un poco ridicolo indossando il copricapo con la penna. Vivevamo lÕesperienza militare trascorrendo 12 mesi prevalentemente in caserma con giornate oziose e prive di addestramento militare, ricevendo per una scuola di vita fatta di regole, doveri e rispetto. Probabilmente i tempi gi stavano cambiando verso la nuova impostazione. Per giurammo fedelt alla Bandiera e questo sentimento mi riempie di un orgoglio che mi porto sempre. Al contrario scopro, ogni giorno, che coloro che hanno potere e dovere di servire e rappresentare la bandiera, la infangano con ideologie, faziosit e giochi politici. Ma un alpino al di sopra delle parti, perch chi porta il cappello con la penna si comporta e pensa in modo speciale. ÒChi stato alpino, lo sar per tutta la vitaÓ mi sentivo dire, e anchÕio, col tempo, lÕho constatato vedendo la disponibilit che un alpino riesce a dare con naturalezza, per il senso di appartenenza ad una realt che va oltre la soddisfazione di portare un cappello con la penna nera stimato da molti. LÕho constatato a Torino in adunata, fra unÕimmensa folla genuinamente festante. Vi ho partecipato, col mio cappello ritrovato, e con orgoglio ho sfilato con le lacrime agli occhi e una grande emozione. Mi auguro sinceramente che molti, come me, abbiano a ritrovare il loro cappello, poich questa Italia offesa ha bisogno di ritrovare ideali e valori. Marco Bellati, gruppo di Dongo. Caro Marco, piacevole scoprire il tuo profondo sentimento di appartenenza e lÕamore che ti lega al cappello che, come affermi, hai riscoperto da poco tempo, probabilmente togliendolo dallÕarmadio ove lo avevi riposto. Dopo 35 anni hai ritrovato i valori della penna alpina e hai voluto farcene partecipi. Ti ringrazio a nome dei tanti alpini della sezione e mi auguro, come fai tu, che molti altri seguano il tuo suggerimento, riscoprano il cappello, se lo calchino in testa senza remore e partecipino alle tante iniziative, contribuendo a diffondere i valori che i nostri vecchi ci hanno lasciato, che sono attuali e necessari a tutti. Per far felice un vecchio Alpino ci vuole poco. Se poi la felicit viene da una persona cara l'esultanza raddoppia. Questa gioia l'ho provata venerd 16 Settembre a Belluno dove mia nipote concludeva il periodo di tre settimane della MINI NAJA. Quando le stato consegnato il Cappello Alpino con la nappina bianca del 7¡ Rgt. Alpini, per poco, il mio cuore di NONNO ALPINO non scoppiato per la gioia. Ero felice nel constatare che quel Cappello inorgogliva anche mia nipote e qualche lacrima bagnava i miei occhi. Mi son sentito orgoglioso di mia nipote quando il Colonnello, nel suo intervento di chiusura della manifestazione, si compiaciuto con i ragazzi e le ragazze per il loro comportamento esortandoli a tenere caro il Cappello, a portarlo con orgoglio perch se lÕerano meritato. Certo tre settimane sono poche raffrontate a chi ha vissuto il servizio militare per mesi e anche anni, ma posso assicurare che questo breve periodo di NAJA Alpina fa un gran bene ai ragazzi: li abitua ai sacrifici e alla disciplina. Penso al mondo giovanile, che spesso non ha punti di riferi- mento validi, a come sarebbe salutare un periodo trascorso in caserma. La cerimonia mi ha ringiovanito; ha riportato alla mia memoria il giorno in cui 67 anni fa, con tanto orgoglio ricevetti il Cappello che mi faceva sentire un baldanzoso Alpino e un Italiano tutto d'un pezzo. Questo Cappello riesce ancora a mantenere la forma e io lo porto con enorme compiacimento. Gianmario Porro Mini naja per una ragazza di Bulgarograsso il 16 settembre scorso con al seguito il gagliardetto, presso la caserma Salsa di Belluno del 7¡rgt. Alpini, ho assistito alla consegna del cappello alpino ai 116 ragazzi freschi di mininaja svolta a Belluno. EÕ stato molto emozionante vedere alpini in armi dopo tanti anni. Certo i ragazzi della mininaja hanno una breve esperienza di vita militare, per dallo sguardo e dalla commozione con cui questi giovani hanno ricevuto il nostro cappello sono convinto che si porteranno dentro la positivit di queste tre settimane di vita alpina. Chiara ne una testimone. Da subito si inserita nel gruppo come socia aggregata, conquistandosi una sua posizione, tanto che con fierezza ha voluto sfilare con noi nel giorno dell'inaugurazione della Sede. E lo ha fatto veramente bene! Augusto Valsecchi Diego Traversa, classe 1991, ragazzo vallintelvese di Ponna, ha svolto la mini naja la scorsa estate a San Candido, cogliendone un gran bene. Tre intense settimane trascorse prevalentemente sulle montagne circostanti. Come i suoi predecessori che passavano il servizio di leva alla caserma Battisti, si innamorato della zona e dellÕ impegno svolto fra caserma e montagne. Con i suoi colleghi ha ricevuto il cappello alpino nel giorno del commiato, cappello che conserver e amer tutta la vita, come i suoi "veci". Ci auguriamo che nonostante i cambiamenti e le attuali restrizioni, l'esperimento del "Pianeta Difesa" o meglio mini naja, come noi gradiamo dire, possa continuare, formando altri giovani, entusiasti di apprendere un po' di disciplina, come le parecchie centinaia che l'hanno potuta svolgere ricevendo il cappello alpino. 10 Fatti... col Cappello Alpino CONSIGLI SEZIONALI Lo scorso mese di dicembre un nostro amico alpino, Capogruppo di Castelmarte, Consigliere sezionale, cerimoniere della Sezione di Como, in sostanza Tiziano Tavecchio stato insignito della massima onorificenza concessa dal suo Comune ai cittadini che si sono distinti in vari modi. Non una novit che un alpino , o un Gruppo A.N.A. vengano premiati dallÕAmministrazione Comunale e la cosa non pu far altro che inorgoglirci. EÕ il segno che Òvivere da alpiniÓ sicuramente una scelta vincente; vivere da alpini, anche fuori dallÕAssociazione, porta ad essere apprezzati veramente da parte di tutti. Tiziano ha ricevuto ÒlÕurcelaÓ dÕoro con la seguente motivazione: ÒPer anni Tiziano stato ed tuttora un preciso punto di riferimento per le diverse attivit che si svol- gono nel paese, non solo nellÕambito degli Alpini, della Parrocchia, delle Associazioni, ma anche per il Comune. Ha operato con tutte le Amministrazioni comunali che si sono succedute, sempre con grande professionalit e competenza, pur non scendendo mai in politica. Per il Comitato Oppizzi diventato poi il cerimoniere ufficiale della manifestazione, collaboratore prezioso, grafico competente e impaginatore del nostro ÔCastelmarte InformaÕ, notiziario della Amministrazione comunale gestito e sovvenzionato dal Comitato di Gestione Eredit Oppizzi. Grazie TizianoÓ. Ed al grazie del Sindaco di Castelmarte si uniscono quelli dellÕintera Sezione di Como e del Comitato di redazione del Baradell, di cui Tiziano fa parte. La Redazione Un Click per entrare nel mondo degli Alpini della Sezione di Como due parole indirizzate agli Alpini non avvezzi alle tastiere di un P.C., se ne esistono ancora... Requisiti: avere un Personal Computer, Deckstop o portatile o un aggeggio tecnologicamente ancor pi avanzato tipo IPad, IPhone Tablet e chi pi ne ha pi ne metta. Il nome del Sito rimasto inalterato, nella Home Page, cos viene chiamata la pagina iniziale che si presenta, avrai in primo piano le Comunicazioni della Segreteria e della Presidenza e, gli eventi del mese in calendario. A questo punto inizia la navigazione, puoi posizionarti sulla comunicazione che ti interessa e con un click entrare a leggere il comunicato, oppure sullÕevento in calendario per avere informazioni dettagliate sul programma, che tempo far, che strada dovrai seguire per arrivare aÉ. Sempre nella Home Page, posti in orizzontale sotto il Logo A.N.A., potrai notare che la Sezione stata suddivisa in tanti comparti, Sezione, Protezione Civile, Sport, Gruppi (ancora in fase di realizzazione) Edicola etc etc, dove avrai la possibilit di approfondire attraverso un elenco di argomenti (sotto men) che ti verranno di volta in volta proposti sulla sinistra dello schermo in relazione allÕargomento principale che avrai scelto. Potrai avere la possibilit, allÕinterno del comparto Sezione, di scaricare o stampare la modulistica che deve essere utilizzata per i vari adempimenti del Capogruppo o del semplice Socio. Entri in Edicola e potrai leggere o scaricare sul tuo Computer il Baradell e giornali dei Gruppi della Sezione. Se ti sei perso, consultare Statuto e Regolamento; una miriade di opportunit per essere informato e aggiornato sulla Sezione di Como. Baster avere pazienza, non farti prendere dallÕansia, anche se sbagli non succede nulla, seguire le descrizioni e i suggerimenti che di volta in volta ti saranno proposti e il gioco sar fattoÉ. il segreto sempre quello, ti posizioni sullÕargomento che ti interessa e con un click entri nel mondo che vuoi esplorare. Buona navigazione. Mos Frighi Riunione del 1 dicembre Consigliere nazionale Crugnola riferisce: CDN propone iscrizione alpini in armi. Volontari PC in Liguria limitati per logistica: 2200 giornateuomo. Riunione giovani a Costalovara. Argomenti: Visita Vescovo in sede, ottima serata. Messa sezionale rovinata da pioggia, no sfilata, presenti solo una settantina di gagliardetti. Banco alimentare elogio a V.P. Frighi per lavoro svolto, garantiti ulteriori miglioramenti. Protocollo scuole la ns. sezione funge da pilota nellÕesperimento, nominata commissione. Mostra 140 anni Truppe alpine richiesto ai gruppi materiale per allestire esposizione ad ottobre in caserma, coinvolgimento scuole. Varie saluto al gruppo di Vendrogno. Giornata della PC 10 dicembre, incontro in caserma. 10 volontari alle Cinqueterre per emergenza Liguria. Villa Carlotta: inizio lavori, deliberato acquisto materiali. Casa per Luca, inviati Û 20.000, seguir altra cifra. Rientro spoglie Caduti, ove possibile presenza Vessillo. Consegna lavori Linea Cadorna in Bisbino, tutto bene, tempi eccessivi. Censimento monumenti, cippi, vie, piazze dedicate agli alpini. Riunione del 19 gennaio Informazioni dalla Sede Nazionale: raccolti oltre 650mila Euro destinati a Casa per Luca i cui lavori sono iniziati. Adunata di Bolzano. Criteri per scelta sedi adunata nazionale. Argomenti: Informatica in sede, descrizione informatizzazione, rinnovo sito internet, miglioramento comunicazione verso gruppi, informazione per tutti gli iscritti. Rinnovo consiglieri in scadenza, accertata disponibilit dei 9 consiglieri uscenti e indicazione 1 consigliere nuovo non di zona, analisi argomenti per assemblea. Calendario 2012, evitare concomitanze, valorizzare manifestazioni con impostazioni attraverso consigliere di zona. Varie, Casa per Luca, oltre quanto gi versato, pronti altri 20mila euro per secondo versamento. Villa Carlotta, iniziati lavori manutenzione nella zona convenzionata. Ricordo dei Reduci deceduti Gauli e Gobbi. Manifestazioni in programma. Riunione del 16 febbraio Consigliere Nazionale Crugnola informa sulla preparazione del libro con le testimonianze dei volontari presenti allÕemergenza Abruzzo. Necessita personale tecnico per alcuni lavori alla Casa di Luca. Argomenti: finanziamento attivit sportive, illustrazione costi prossime Alpiniadi e richiesta approvazione. Bilancio 2011 e previsione 2012, lettura contenuti bilancio, relazione finanziaria e revisori dei conti, approvate dal consiglio. Varie, Villa Carlotta: attrezzate le squadre, iniziati i lavori. Fondi Casa per Luca: la raccolta a febbraio ammonta a 45mila Euro. Il 28 aprile a Como, presentazione del Libro di Luca Barisonzi, interverranno personaggi importanti, presenter Bruno Pizzul. Protezione Civile: iniziati interventi per protocolli di sicurezza. Adunata Bolzano: elencate regole e indicazioni comportamentali, sÕinformano i gruppi. Anno 2013 manifestazione intersezionale per Nikolajewka: le sezioni di Sondrio, Lecco, Como e Colico effettueranno una manifestazione sulla neve a Madesimo per ricordare la ritirata di Russia. Aldo Maero, fra i promotori, curer lÕiter preparatorio per la sezione. 11 Fatti... col Cappello Alpino Il coro alpino Tridentina qui ritratto con alle spalle la Bandiera italiana e statunitense, ha partecipato alla convention dellÕassociazione in nord America. Il coro ha tenuto un concerto a New York nella chiesa di Saint Mel, in occasione del Columbus Day dellÕautunno scorso, ricevendo lÕabituale consenso e suscitando meraviglia fra gli americani. Alle manifestazioni hanno preso parte anche un buon numero di soci della nostra sezione, che hanno avuto il piacere di vivere unÕesperienza nella grande mela e scoprire come si vive lÕassociazione oltre oceano, con la nostalgia nel cuore e tanto amore per il Tricolore. Fra questi Tiberio Selva alpino del gruppo di Rovenna, autore della foto. Gruppo Maslianico Una serata davvero favolosa, quella di sabato 4 febbraio a Gravedona. Serata nata dalla collaborazione tra le Sezioni di Colico e Como. La prima ha offerto la possibilit di ospitare una delle due sole Fanfare Militari Alpine rimaste in servizio, quella della Brigata Taurinense. La seconda, la nostra, ha organizzato lÕincontro, grazie al lavoro dei Gruppi di Gravedona e Dongo. Ospiti dÕeccezione, i ragazzi della Fanfara e un reparto del 32¡ Btg. Genio Guastatori Alpini, accompagnati dal loro comandante, il T.Col. Emiliano Vigorita. La presenza dei militari era dovuta al fatto che lÕindomani avrebbero presenziato alla cerimonia commemorativa di Nikolajewka a Colico, opportunit che ci ha permesso di godere di uno straordinario spettacolo, con un corpo musicale composto da fuoriclasse, presentato dalla signora Lucetta di Pinerolo. EÕ stata una serata coinvolgente, con grande affluenza di pubblico, tra cui tanti alpini provenienti da Mariano Comense, Canzo, Como. Erano presenti: i Presidenti delle due Sezioni A.N.A. e il Presidente della Comunit Montana nonch Sindaco di Dongo e alpino, Mauro Robba. Mentre la Fanfara Taurinense suonava, sullo sfondo campeggiava lo striscione con il logo dei 140 anni del Corpo degli Alpini, che la nostra Sezione ha realizzato, per accompagnare ogni evento di questo anno partito Òalla grandeÓ. Penna Nera 12 PRESEPI Riportiamo le immagini dei presepi allestiti dagli alpini allÕinterno o nei pressi dalle sedi per le feste dello scorso natale. Questi i gruppi che hanno aderito alla richiesta effettuata dalla presidenza che volentieri riportiamo, con lÕaugurio che per il 2012 possano arrivare in redazione le segnalazioni e le foto di tutte le iniziative natalizie fatte dai gruppi Canzo Albate Ronago Lanzo Locate Varesino Montano Luci no Lurago dÕErba 13 Fatti... col Cappello Alpino Brevi dai Gruppi ARGEGNO Ð nel periodo natalizio gli alpini hanno intrattenuto gli anziani con una festa in musica e tanta allegria seguita da un pranzo preparato dal capogruppo, chef di valore, disponibile al sostegno ovunque si tratti di allietare persone dÕogni et, dai bimbi fino ai loro nonni, attraverso gustose specialit condite da allegria e dalla tradizionale generosa propensione alla collaborazione degli alpini del gruppo. FINO MORNASCO Ð il coro Sandro Marelli, contemporaneamente ad altri cori, ha inciso un CD con appassionanti brani, presentato con successo nel periodo natalizio, per contribuire a raccogliere fondi in favore dellÕAISM (ass. sclerosi multipla). Per gli alpini e i coristi di Fino, stato un momento di solidariet ma, in particolare, un ricordo per il nostro compianto cappellano Padre Felice, al quale sono state dedicate alcune cante. GRAVEDONA Ð intrattenuti i ragazzi della scuola materna, attraverso la partecipazione alle attivit ludiche dei bimbi, con una giornata interamente dedicata al contatto con loro. Fra le tante cose, stata illustrata lÕattivit associativa svolta nel paese. I bimbi sono stati particolarmente attratti dal cappello alpino e dalla disponibilit al lavoro degli alpini. LENNO Ð incontro con gli alunni della 5¡ elementare nellÕambito dei 50 anni del gruppo, per raccontare le attivit svolte in questi anni. Particolare riferimento al rifugio Venini Cornelio in Galbiga, al quale sar dedicata una visita in primavera per conoscere lÕambiente naturale, la storia legata alla Linea Cadorna e, nottetempo, scrutare il cielo attraverso le strutture dellÕ Osservatorio Astronomico sito nei pressi del rifugio. NellÕincontro sono stati valutati eventi legati ai 150 anni dellÕunit dÕItalia, regalato il Canto degli Italiani ed alcune bandiere. Nel giorno della colletta alimentare alpini e ragazzi hanno lavorato insieme per la raccolta di alimenti a favore dei meno fortunati di ogni origine e provenienza. Si concluso l'anno del 150¡ dell'UnitÊNazionale e ogni Gruppo lo ha interpretato in modo diverso, maÊsempre con l'intento di far sentire quanto amore gli alpiniÊnutrano per l'Italia. Una per tutte, ecco la splendida interpretazione degli alpini di Mariano Comense, che hanno trasformato la sede di Gruppo in un grande Tricolore di luce. nel campo di Fallinbastel. Questo ha voluto essere un omaggio alla nipote, agli abitanti della localit e al Caduto, ricordato come merita ogni soldato morto per servizio. Gli alpini onorano tutti i Caduti e si danno da fare anche per le mostrine dÕogni arma, senza alcuna distinzione. LURATE CACCIVIO Ð gli alpini hanno intrattenuto i bimbi della scuola dÕinfanzia, simulando lÕarrivo di Babbo Natale, interpretato da un volontario della nostra PC fornito di vera barba bianca e minuziosamente abbigliato di rosso, con sulle spalle una gerla colma di doni. Hanno poi distribuito un regalo per ciascuno, di fronte a genitori, insegnanti e suore della struttura. I bimbi hanno dimostrato tanta gioia e felicit per aver ricevuto lÕaffetto degli alpini. Questo stato ricambiato col loro spettacolo fatto di recite, balletti e canto finale, per dimostrare la preparazione e quanto appreso con lÕattivit di laboratorio. LÕiniziativa degli alpini si ripete da alcuni anni ed garantita anche per i prossimi, allo scopo di insegnare solidariet, altruismo, disponibilit e, naturalmente, un poÕ di storia. MEZZEGRA Ð fra le numerose attivit del gruppo in favore della comunit locale e dei ragazzi delle scuole, compiute anche lo scorso natale con intrattenimenti idonei, gli alpini sostengono la parrocchia e aiutano il parroco don Luigi per lÕassistenza. Nella foto vediamo alcuni alpini insieme a don Luigi Barindelli, (nella foto il momento dellÕInno di Mameli e la consegna delle bandiere) LONGONE AL SEGRINO Ð il gruppo, che annovera anche alpini di Eupilio e Proserpio, si occupato dÕimpostare e condurre la cerimonia di traslazione dei resti del Caduto Enrico Nava di Proserpio. NessunÕaltro era nella facolt di provvedere alla cerimonia e cos gli alpini hanno reso gli onori al bersagliere rientrato dalla Germania, dove mor nel giorno dei 50 di attivit di parroco di Mezzegra, festeggiati nel novembre scorso. ORSENIGO Ð nella cerimonia commemorativa del 4 novembre, il gruppo ha intrattenuto i ragazzi delle locali scuole su temi storici legati agli alpini e ai 150 anni dellÕunit nazionale. Nel seguito della manifestazione, durante la S. Messa, i ragazzi, per fare una sorpresa agli alpini, hanno letto e distribuito una dolce poesia dedicata ai Caduti, richiamando il loro sacrificio offerto per il bene di oggi. Un lavoro interessante e svolto con piacere, che ha saputo informare i ragazzi, soddisfatti di apprendere fatti di storia, con allegria. VIGHIZZOLO Ð per il quinto anno consecutivo il gruppo ha distribuito brochure con stampato il Tricolore e lÕInno Nazionale, nelle classi terze della scuola primaria di Cant, Figino, Novedrate, Carimate, Montesolaro. Negli incontri sono stati trattati argomenti storici inerenti le due guerre mondiali e lÕunit dÕItalia. LÕiniziativa ha coinvolto gli alunni, il corpo insegnante e le famiglie. Lodevole azione che lascer il segno nei giovani scolari, aiutandoli a crescere. Il gruppo contribuisce da anni alla formazione degli studenti della primaria, ci anche nel ricordo di Fabio Degano, per anni capace intrattenitore di alunni con importanti lezioni di storia direttamente vissuta. SORMANO Ð con una simpatica e semplice cerimonia stata consegnata la medaglia dÕoro per lÕattivit di ski roll a Simone Paredi, alpino in servizio permanente a Courmayeur e inserito nel settore sportivo Esercito. La consegna avvenuta nellÕincontro fra gruppo alpini e sci club, sodalizio che da sempre collabora con la nostra associazione per gli sport invernali, con particolare attenzione allo sci nordico. LÕalpino Paredi mantiene la tradizione dei fondisti sormanesi, fra i quali si ricordano i reduci di Russia Iseo e Peppino Longoni. 14 Fatti... col Cappello Alpino I Caduti di Valmadrera Il momento dellÕAlzabandiera; da destra: il S.Ten. Faccinetto, Medaglia dÕArgento, il Generale Di Dato, lÕalpino Nasatti organizzatore della cerimonia, il caporale Miola del btg. Morbegno. Alle loro spalle il monumento ai Caduti. di Cesare Di Dato Nessuno stupore se ci interessiamo ancora a un incontro di una sezione sorella. Questa volta ci volgiamo a oriente dopo aver guardato a occidente, a settembre, ospiti degli alpini di Luino. Dunque, il 19 novembre appuntamento a Valmadrera, sezione di Lecco, posta dirimpetto a quella citt e separata da essa dallÕinizio di Òquel ramo del lago di ComoÓ di manzoniana memoria. Valmadrera cittadina attiva in molteplici campi dellÕindustria che la pongono ai primi posti della produzione in Lombardia in campi diversi, dalla metallurgia agli alimentari. Non solo, ma anche patria di tanti soldati che hanno contribuito alla storia dÕItalia tra i quali moltissimi gli alpini quasi tutti confluiti nel battaglione Morbegno. Sono 140 i Caduti di tutte le Armi e Servizi e a loro ha pensato lÕalpino Mario Nasatti, figlio di Giacomo capogruppo nel 1958, quando ne ha compilato lÕelenco con pazienza certosina sfogliando documenti anche del lontano passato, indagando nellÕarchivio di Como che conserva i fogli matricolari dei lecchesi quando Lecco non era ancora provincia. Preziosa la collaborazione della direttrice dottoressa Lucia Ronchetti, presente alla manifestazione. Una volta composto e stampato il fascicolo sotto forma di calendario, Nasatti, ben sostenuto dal capo gruppo Giuliano Sala, non si accontentato di una conferenza stampa. Egli ha voluto una cerimonia di presentazione, semplice, essenziale, di fronte al monumento ai Caduti, singolare nella sua forma che lo rende unico in Italia e che ha come sfondo i contrafforti che uniscono i Corni di Canzo al Cornizzolo. EÕ stato commovente il momento durante il quale gli scolari delle ele- é il titolo della pubblicazione presentata in sede sezionale, il 17 gennaio, a cura del gruppo Como Centro, con esposizione dellÕautore, correlata da foto e descrizione del cammino effettuato fra Marsala e Trieste, in solitaria, da Giancarlo Corbellini, scrittore, ideatore, impaginatore ed editore della pubblicazione. Corbellini, ordinario di storia e lettere, ricercatore geografico e protagonista di spedizioni alpinistico-scientifiche effettuate a scopo di ricerca, studio, conoscenza della natura e dei popoli. Fra le sue imprese ci sono: Artico canadese, Siberia Russa, monti afghani, Ande, Himalaya, Karakorum, la via Francigena da Canterbury a Roma. Ha ideato e portato a termine una spedizione di 14000 chilometri sulla via della seta da Como a Pechino, andato in bicicletta da Lurago dÕErba a Gerusalemme. Esperienze singolari oltre che impegnative, delle quali il professore parla con estrema semplicit e naturalezza, quasi si trattasse di salire su di un autobus e cambiare quartiere. Questo quanto emerso dallÕincontro con gli alpini, nel quale ha presentato il suo libro legato al Camminaitalia, percorso gi effettuato nel 1999 insieme al nostro Cesare Di Dato per celebrare gli ottantÕanni dellÕAssociazione. In quellÕoccasione il cammino si svolse a staffetta - con pattuglie di alpini dellÕANA dalla Sardegna, alla Sicilia, risalendo la penisola fino a Trieste. Lo scorso anno, Corbellini ha ricamminato sul Sentiero Italia in solitaria, nel 150¡ dellÕunit nazionale, partendo da Marsala, toccando i centri degli eventi unitari, per chiudere il cammino sempre a Trieste, tappa finale del tracciato. DallÕennesimo impegno nato il libro presentato, fatto di immagini, descrizioni, curiosit, eventi storici. Interessante serata, durante la quale lÕautore ha tenuto incollati a immagini e descrizioni tutti i presenti, usciti veramente soddisfatti dallÕincontro. A.G. mentari e delle medie si sono alternati al sacello per leggere con le loro voci argentine e simpaticamente impacciate, uno per uno, i nomi dei giovani di Valmadrera Caduti per la Patria, da Angelo Sozzi deceduto in Libia nel 1913 a Carlo Villa morto in paese nel 1951 per postumi di malattia contratta al fronte. Conclusione nella neoclassica parrocchiale di S.Antonio illustrata da pregevoli dipinti ottocenteschi tra i quali quelli di Mos Bianchi, noto pittore monzese. Presenti due decorati al Valor militare, Giuseppe Faccinetto, Medaglia dÕargento e Fedele Balossi Medaglia di Bronzo. Una sorpresa la presenza di Antonio Rossi, campione olimpionico di canoa che stato alpino per tre mesi prima di essere trasferito alla compagnia atleti. LÕelegante calendario non si limita, ovviamente, a unÕarida elencazione di nomi, di date e di localit ma contiene la storia del paese, creato citt sul finire del secolo scorso e quella del monumento, lÕelenco dei sindaci e dei parroci che si sono avvicendati nel periodo, quello dei decorati al Valor militare, brani relativi allÕepopea degli alpini e altre notizie che lo rendono interessante. Qualcuno potr chiedersi il perch di questo articolo Òfuori le muraÓ. Facile la risposta: lÕalpino Nasatti ha simpaticamente invaso il nostro territorio per attingere notizie e per completare il quadro attraverso interviste e indagini. In aggiunta, da oltre un quindicennio, la sezione collabora col gruppo per la gara di corsa in montagna che si svolge ai primi di ottobre con partenza da Como e arrivo a Valmadrera, dopo il passaggio dellÕintero crinale montano. E non solo. Alla cerimonia cÕera il nostro Vessillo con lÕalfiere Luigi Cason, lo scrivente, chiamato a leggere la Preghiera dellÕalpino e Stefano Miola un alpino VF4 al battaglione Morbegno, iscritto al gruppo di Montano Lucino. La sua nappina bianca ha garantito continuit di valori e ricordato il battaglione Morbegno. 15 Fatti... col Cappello Alpino Nikolajewka a Cagno Il sacrificio dei caduti, il coraggio dei sopravvissuti: anche questÕanno, i 14 gruppi della zona Prealpi Ovest hanno ricordato la battaglia di Nikolajewka, simbolo del valore alpino in guerra e in pace. La suggestiva cerimonia, che segue il criterio della rotazione per coinvolgere ad unoÊad uno tutti i paesi, questÕanno si svolta a Cagno: organizzazione come sempre inappuntabile, favorita dalla notte stellata illuminata dalle fiaccole, sfilata accompagnata dalla Fanfara di Olgiate Comasco e dalle letture sulla tragedia nella neve di 69 anni fa. Di anno in anno, in crescita la partecipazione degli Alpini e della folla, presenti tutti i sindaci dei rispettivi paesi, associazioni, bandiere, gagliardetti, gonfaloni: segno che, come hanno notato i diversi discorsi, cÕ unÕeco di Nikolajewka che vive per sempre e se non si spegne nonostante passino le generazioni e il mondo cambi, perch non solo rievocazione storica.Cagno tra i paesi che ha dedicato Ciao Mario, Alvaro e Felice Giuliano Perini, gi consigliere nazionale e responsabile in CDN per la nostra sezione, ha voluto ricordare tre amici comaschi coi quali ha trascorso parte del suo mandato. Riportiamo con piacere le sue parole, sapendo che in lui abbiamo un vero, sincero amico. Lo ringraziamo per questo tributo di stima. Sono, per i miei trascorsi associativi e per le attuali amicizie, un lettore costante del Baradll, il bel giornale della sezione di Como. Da quelle pagine, ben costruite e stampate, seguo la vita attiva e dinamica della sezione e dei suoi gruppi, che ho avuto modo di apprezzare negli anni nei quali sono stato vicino agli alpini comaschi. Ho visto gli avvicendamenti ai vertici e, conoscendo i loro protagonisti, le ho condivise e ne sono stato contento. Purtroppo il giornale talvolta latore di notizie tristi, ma anche in questo dimostra la sua valenza: importante conoscere anche la dipartita di persone che si sono conosciute, stimate, con cui abbiamo passato momenti belli, condiviso esperienze. In pochi mesi ho letto la triste notizia della scomparsa di tre soci importanti nella storia della Sezione di Como, che ho conosciuto e stimato. Per una vita alle Penne Nere e non solo in ricordo di chi non tornato, ma anche per tramandare una fibra, lÕAlpinit, che coinvolge tante famiglie, rappresentata anche dal parroco, Don Alberto Clerici. Ha addobbato la chiesa con motivi floreali tricolori e, ai piedi dellÕaltare, ha depositato un piccolo cannone, uno scarpone, un cappello alpino e ha indossato il proprio al termine della Messa. Durante lÕOmelia, ha letto le indimenticabile pagine su Nikolajewka scritte da Beato Carlo Gnocchi. <Da quella battaglia Ð ha concluso Don Clerici Ð nacque una generazione capace di sognare in grande>. Un concetto sviluppato anche nei discorsi del sindaco di Cagno, Sergio Mina, pure assessore provinciale, che ha esaltato lo spirito alpino e si soffermato sul dovere di conoscere il passato <per costruire una societ che non deve pi conoscere la guerra>. La voglia di lasciare la guerra alle spalle e di tornare a casa, per ricominciare: <EÕ il riferimento anche per superare la crisi di oggi Ð ha detto il presidente della sezione Ana di Como, Enrico Gaffuri Ð quando ha assorbito lo spirito di sacrificio e di speranza, lÕItalia ce lÕha sempre fatta>. Il consigliere nazionale, Adriano Crugnola, ha affermato che lo scopo dellÕAna mantenere sempre integro il ricordo <e di rinnovare lÕimpegno e la responsabilit che gli alpini hanno sempre dimostrato per la Patria e per la societ>. Al termine della Messa, animata dal Coro Valbertina di Abbiate Guazzone, lÕimpegno si subito concretizzato con una donazione allÕassociazione Agor Õ97 che opera a favore dei disabili, adulti e minori. Il sontuoso rancio ha concluso un appuntamento che da alpino diventato di tutti. Perch, come ha detto un vecio, Òparla al cuoreÓ. Mercoled 29 febbraio presso la libreria UBIK di Piazza San Fedele a Como, alla presenza di diversi alpini stato presentato il libro ÒRing RoadÓ del maggiore alpino Mario Renna. LÕautore ha illustrato con straordinaria efficacia quanto i nostri alpini riescano a costruire in quel delicato teatro operativo.LÕinteresse suscitato ha indotto il presidente Enrico Gaffuri ad invitare il maggiore Renna ad una ulteriore presentazione presso la nostra sede. Invito prontamente accettato. La data ancora da definire e verr comunicata successivamente Vi aspettiamo in sede, ne varr la pena. questo voglio aggiungere la mia voce ai saluti che gli alpini comaschi hanno tributato loro. Di Mario Ostinelli si pu dire solo che era un monumento per Como, la sua vita e la sua statura morale erano un punto di riferimento per chi lo ha conosciuto. Da Presidente era sempre per tutti un esempio di equit, di saggezza. Ricordo di aver passato molti momenti ad ascoltare i racconti dei suoi trascorsi di vita. La sua assenza peser sugli alpini di Como. Di Alvaro ricordo la simpatia e la disponibilit. Quando cominciammo a "costruire" il Centro Studi lui ci fu dalla prima ora, come delegato di Como. Era difficile "entrare" nelle sezioni, specialmente per avere i dati per il libro verde che iniziavamo a fare. Era, come sempre, difficile far parlare di s gli alpini, farli scrivere, farli uscire dalla loro modestia per aderire ad un disegno associativo pi grande. E lui c'era, con la sua umilt, il suo sorriso, ed una costante parola di incoraggiamento per me. L'ultima volta lo avevo visto in S. Fedele, per il coro di De Marzi. LÕho presentato a mia moglie, come uno dei primi collaboratori del Centro Studi. Ci eravamo salutati come sempre, col suo sorriso ... l'ultimo! Dal Baradll di dicembre ho avuto la notizia dell'ultima scomparsa, quella di Padre Felice. Una figura immancabile nelle manifestazioni della Sezione e dei gruppi comaschi e non solo come celebrante. La sottile ironia, lo sguardo pungente che si riattizzava quando ti vedeva prendere un microfono per ricordarti la brevit e la sintesi, cosa che lui attuava anche nelle omelie, con la pronta battuta che non mancava neanche dall'altare, era l'immagine che saltava all'occhio e che tutti noi porteremo di lui. Di padre Felice ho un ricordo: eravamo in Val d'Intelvi a Schignano per una manifestazione alla cappella della Madonnina su in alto; dopo la Messa dovevamo andare al rifugio del CAI per il pranzo. Ci arrivai poco dopo, grazie ad un passaggio in auto di Agostino Peduzzi che mi aveva evitato lo scroscio di un vile temporale, lo avevamo trovato l, nel rifugio con un bel bicchiere di vino rosso, nel quale inzuppava bocconi di pane, in attesa che tutti arrivassero per il pranzo. Ci accolse, come sempre, con un bel sorriso ed una battuta. E' cos che lo ricordo, verace come quel bicchiere di vino e semplice come quel pane inzuppato. Ciao padre Felice e ciao anche a te Alvaro ed a te Mario, non vi dimenticheremo. E, voi, non dimenticateci e, come la Madonna della nostra preghiera, sorridete a tutti noi! Giuliano Perini 17 Fatti... col Cappello Alpino Quello dellÕottantesimo anniversario di fondazione del Gruppo stato letteralmente un anno tinto dei colori della nostra Bandiera. UnÕiniziativa, nata timidamente dagli alpini del paese, diventata in brevissimo tempo uno stile di Ôvita domenicaleÕ per gran parte degli abitanti. Si provato sin dallÕinizio del 2011 ad aprire le giornate di domenica con la cerimonia dellÕalzabandiera al monumento che ricorda i Caduti. Ritrovo degli alpini alle otto e trenta, cerimonia e, subito dopo, tutti a bere il caff nella sede di Gruppo, che si trova a due passi. Sembrava che lÕiniziativa dovesse coinvolgere solo gli alpini, invece la voglia di sentirsi italiani nellÕanno del centocinquantesimo dellÕUnit Nazionale ha calamitato molti altri abitanti di Lurago dÕErba. E, insieme ai normali cittadini ed al Sindaco quasi sempre presente, sono arrivate le prime Associazioni dÕArma, quella dei Carabinieri, degli Autieri e diverse altre, che hanno trasformato la semplice cerimonia in un rito irrinunciabile di tutte le domeniche dellÕanno. Ma cÕ dellÕaltro: soprattutto per iniziativa dei Carabinieri in congedo, che a Lurago sono molto attivi, si iniziato a compilare un registro delle presenze, sul quale sono state apposte anche le firme e le impressioni dei partecipanti, domenica per domenica. Il monumento ai Caduti si trova tra la chiesa parrocchiale e la villa dei conti Sormani; in posizione sopraelevata rispetto al resto dellÕabitato e offre un ottimo panorama delle nostre montagne, rendendo ancor pi piacevoli gli incontri per la cerimonia. LÕabitudine stata mantenuta tutto lÕanno e la domenica 4 dicembre cÕ stato il Ôgran finaleÕ, con una cerimonia davvero in grande stile. Presenti numerose Associazioni dÕArma, provenienti da tutto il territorio provinciale e accompagnate dai rispettivi presidenti. Al termine dellÕalzabandiera sono stati resi gli onori a tutte le insegne presenti, diffondendo per ognuna le note del relativo inno. Suggestivo e commovente. Una cerimonia che sarebbe bello mantenere sempre e non solo a Lurago dÕErba; uno dei tanti modi per dimostrare che la nostra Patria merita di essere amata. gaf Colletta alimentare 2011 Sabato 26 novembre si svolta la 15a edizione della Giornata della Colletta Alimentare alla quale come sapete lÕAssociazione Nazionale Alpini partecipa offrendo il patrocinio con uomini e mezzi. Il momento storico che stiamo vivendo particolare, i poveri sono in costante crescita, non manca solo il cibo, manca il lavoro, la casa, la speranza. Nonostante questo periodo particolare, la generosit del popolo Italiano si dimostrata ancora una volta arma vincente; a livello nazionale la Giornata ha raccolto 9.600 tonnellate di generi alimentari facendo registrare il 2% pi dello scorso anno. Nella nostra provincia il risultato della raccolta stato di 159 tonnellate, leggermente negativo, 5% meno dello scorso anno ma pur sempre un grande risultato. La Sezione Alpini di Como anche questÕanno si ben comportata riuscendo a schierare sul campo 665 volontari, impegnati nella raccolta nei Super Mercati, nello stoccaggio nei magazzini e, con 50 volontari della Unit di Protezione Civile impegnati in ogni settore della logistica. Ai volontari il pi sentito ringraziamento per la partecipazione, per essersi impegnati in questa esperienza che arricchisce i nostri cuori, esperienza che proponiamo ai tanti distratti o in altre faccende affaccendati il prossimo anno. Mos Frighi A dimostrazione del grande lavoro che i nostri alpini fanno la redazione ha ritenuto di pubblicare interamente questa lettera. Un ulteriore attestato di apprezzamento e stima 18 Fatti... col Cappello Alpino Grazie Volontari Da qualche anno lÕinizio di dicembre costituisce appuntamento fisso con i volontari della protezione civile, per il consiglio sezionale e la presidenza un piacere, una volta lÕanno, riunire i volontari per ricordare quanto svolto nei mesi precedenti, fare il consuntivo di ore prestate, giornate dÕimpiego, localit bonificate, emergenze superate. Tutti per una volta in relax, eccezion fatta per gli addetti alla cucina. Questa volta lÕadunata suonata in caserma De Cristoforis. La collaborazione col Centro Documentale (una volta lÕavremmo definito Distretto Militare), ha portato a scambi ripetuti e alla concessione degli spazi per la giornata della P.C. é stata unÕemozione ritrovarsi in caserma. Quasi un tuffo nel passato. Come consuetudine, erano presenti ospiti importanti: il sen. comasco Alessio Butti, il vicepresidente della provincia dr. Paolo Mascetti, il maresciallo Antonio Patierno (in rappresentanza del col. Pietrangeli), i responsabili di Famiglia Comasca, Banda Baradello e Banco alimentare: Bordoli, Griante, Mazzone. Il senatore Butti ha ribadito lÕinteressamento di mantenere efficiente la caserma e affidarne una parte alla nostra protezione civile. Piene di sentimento e amicizia le parole del dr. Mascetti che, senza scordare il recupero della Linea Cadorna, sÕ soffermato sulla dimostrazione di: senso della disponibilit, dovere, altruismo, amore per il prossimo manifestato dai volontari, accomunandolo al sentimento del natale. Commuovente il momento della consegna dei riconoscimenti ai volontari arrivati alla soglia del pensionamento Ð imposto Ð che scatta agli ottantÕanni. Volontari fin dal 1988, anno dÕinizio della nostra protezione civile, Gianni Gesilao, Lodovico Pontiggia e Giorgio Bona, visibilmente commossi, hanno ritirato il riconoscimento. Sono stati ricordati anche Angelo Cristina, Luigi Frigerio e Giorgio Bonanomi ÒpensionatiÓ lo scorso anno. Particolare lo spazio riservato ai cinofili per rimarcarne le capacit operative e i primati conquistati nei campionati mondiali di salvataggio. Durante lÕincontro, sulla parete di fondo, scorrevano immagini fotografiche legate ad avvenimenti degli ultimi quindici anni dÕimpegno dei volontari. A queste ha fatto seguito un filmato del marianese Gianni Sironi, inerente i 150 anni dellÕunit dÕItalia. Il momento della S. Messa ha inconsciamente portato i presenti al ricordo di Padre Felice per tanti anni vicino ai volontari. Mentre don Filippo celebrava, sÕ rivisto il volto sbarazzino di Felice, come nella scuola di via Giussani dietro lÕimprovvisato altarino o vicino al pi importante altare della ÒsuaÓ chiesetta di San Martino ristrutturata dai volontari. Caro Felice, sei mancato molto ai tuoi amici volontari, anche loro come te: rudi, tenaci, ma col cuore generoso. Terminata la messa, ecco Òla solita trippaÓ, lÕirrinunciabile segno della tradizione prenatalizia, preparata dalla squadra dei cuochi, ben conosciuta dentro e fuori sezione. Grac Alpini in Villa... naturalmente Carlotta Visto che se ne fa un gran parlare, si pensato che fosse il caso di dedicare ai lavori di Villa Carlotta un adeguato spazio sia sul sito della nostra sezione, sia sul Baradell. Avrete cos la possibilit di essere aggiornati sullo sviluppo dei lavori e, spero, sarete assaliti dal desiderio di metterci mano voi stessi. Un poÕ come capita per altri argomenti, si vuol tenere una rubrica fissa, con tanto di logo specifico, che la identifichi al solo colpo dÕocchio. Grazie alla fantasia di Tiziano Tavecchio e alla capacit di Stefano Danieli, siamo gi in possesso dellÕimmagine che vi abituerete a trovare sul giornale e sul sito. EÕ unÕimmagine famosa in tutto il mondo ed uno dei segni distintivi della Villa Carlotta: si tratta dello stupendo gruppo marmoreo ÒAmore e PsicheÓ. Molti pensano che sia opera di Antonio Canova, ma in realt una copia realizzata da uno dei suoi pi bravi allievi, Adamo Tadolini. LÕopera originale si trova a Parigi ed esposta al Louvre; un altro esemplare, sempre del Canova, si trova invece allÕErmitage di San Pietroburgo. Un poÕ come dire che Òson capaci tutti di avere un esemplare di Amore e Psiche normale!ÓÉ quindi ci sembrato che la nostra scultura, quella esposta in una delle ville pi belle dÕItalia, meritasse di avere un tocco speciale, La struttura da sistemare nel parco di Villa Carlotta qualcosa che la differenziasse dalle altre. E quale altro tocco speciale avremmo potuto dare alla scultura, se non un cappello alpino? Non stato facile, perch la figura femminile ha le mani appoggiate sulla testa del maschietto. Si trattato quindi di spostarle le mani, come solo i trucchi dellÕinformatica permettono di fareÉ ed ecco il risultato: Psiche che posa il cappello alpino sulla testa di Amore. EÕ proprio il caso di dire un grande amore per la penna! Chicco 22 Fatti... col Cappello Alpino UN GRAZIE DOPO LA CIASPOLATA In una splendida giornata di soleÉdi solito si inizia in questo modo ma questa volta non proprio vero, la giornata stata uggiosa ma ugualmente splendida per le numerose presenze. La manifestazione ha visto la partecipazione di diversi gruppi, il pi numeroso il C.A.S. (Club Alpino Svizzero) di Lugano che si aggiudicato il relativo premio in pallio. Alpini, amici e famigliari, pi di trecento persone, sono giunti allÕAlpe Grande di San Fedele armati di ciaspole e del giusto spirito di chi ama la montagna, per cimentarsi nella gara o nella semplice passeggiata; si fa per dire, il percorso non era proprio semplice. Ottima lÕorganizzazione, Amici del Monte Generoso e Alpini, un binomio di successo nel susseguirsi delle edizioni, si sono prodigati per consentire il normale svolgimento della manifestazione, vedi modifica del percorso dellÕultimo giorno per mancanza di neve e trascorrere alcune ore di sana allegria attorno ad un tavolo nel dopo manifestazione che si conclusa con le premiazioni individuali e di gruppo. LÕimpegno degli organizzatori per la prossima edizione, sar quello di pubblicizzare maggiormente lÕevento, per allargare la partecipazione a questa manifestazione dal vero sapore alpino. Classifiche e fotografie sono disponibili sul Sito internet della sezione Ero in montagna con degli amici non Alpini. Mentre percorrevamo un sentiero un poÕ accidentato mi fecero questa domanda: tu che frequenti il mondo degli Alpini spiegaci chi lÕAlpino? Da uomo che non aspetta altro che di parlare di questa esemplare famiglia la risposta fu sollecita: ÓlÕAlpino il figlio prediletto di quella montagna che lo ha accolto durante il periodo di leva con i campi estivi e invernali, fortificandolo, trasmettendogli tutte le sue bellezze e la sua vocazione di grande caposcuola di vita. Con queste indubitabili convinzioni lÕAlpino ama e frequenta con assiduit la montagna anche dopo il rientro a casa, non interrompendo mai questo bellissimo valido apportoÓ. Cos anche per me. Il suo richiamo sempre molto forte. Se poi questo invito mi arriva da una manifestazione programmata da una Sezione, da un Gruppo Alpini, non posso mancare. Ci avvenuto domenica 19 febbraio per la ciaspolata allÕAlpe Grande. Bellissima passeggiata che, dopo aver attraversato una pineta e raggiunto lÕAlpe Nuovo, ritorna verso lÕAlpe Grande passando nelle vicinanze del Rifugio Crist. Completo questo pensiero sul mondo degli Alpini che mi ha introdotto a parlare brevemente della ciaspolata con un doveroso ringraziamento: esprimere da vecchio Alpino un sincero grazie allÕamico Peduzzi Agostino. Ad ogni ciaspolata mi omaggia di un ricordo sempre legato al nostro mondo che realizza con la sua inventiva e con la sua abilit di maestro nella lavorazione del ferro. Grazie Agostino! Quando mi consegni lÕoggetto nato dalla tua creativit e dalle tue abili mani, lÕespressione di gioia che si sprigiona dai tuoi occhi mi commuove perch dimostra che sei un vero sincero Alpino capace di interpretare in modo meraviglioso il rapporto che hai con chi ti sorpassa in et. Questa amicizia mi di stimolo per non mollare, finch il Signore mi dar salute, di frequentare la montagna e di conseguenza la ciaspolata. Gian Mario Porro Trofeo Penne Nere Comasche - 9a edizione Domenica 05 febbraio la splendida cornice dellÕalta Val Malenco, in localit San Giuseppe, ha ospitato la nona edizione del trofeo ÒPENNE NERE COMASCHEÓ. La localit stata scelta per la possibilit di poter usufruire della pista di discesa e di un anello di fondo in modo da disputare una mini Alpiniade invernale comasca. Con una temperatura che ha toccato un minimo di 18¡ sotto zero ma con un bel sole che ha illuminato le due gare, un centinaio di tenaci alpini, simpatizzanti e famigliari hanno disputato le due prove cronometrate. Tutti infreddoliti ma soddisfatti delle gare disputate ci siamo trovati tutti, o quasi, il pomeriggio per le premiazioni. Nel fondo il gruppo di Monteolimpino, che ormai da anni la fa da padrone vince il trofeo di specialit, mentre nella gara di discesa il gruppo di Par sbaraglia tutti vincendo il trofeo del gigante seguito dal Monteolimpino e dal gruppo di Bellagio che, con il suo atleta Mario Tomba, porta a ÒbaitaÓ il miglior tempo assoluto. Appuntamento, cari alpini, alle prossime gare sportive sezionali, tiro ad aprile, mountain bike a giugno ed alle varie gare nazionali dove ormai anche la nostra sezione ben figura da tempo. Lorenzo Volont 20 Fatti... col Cappello Alpino La Valle Intelvi , str a d i l l e va s e n ti e ri di Achille Gregori Una fra le valli lariane pi conosciute la Valle Intelvi (o Val dÕIntelvi secondo altro toponimo). é costituita dal corridoio naturale di collegamento fra Lario e Ceresio. Territorio ricco di storia e utilizzato da sempre quale via dÕunione delle due sponde lacustri. é una valle atipica perch non termina sotto vette montane. Ha bens punti di sfogo appoggiati sui laghi con una congiunzione in quota che funge da displuvio dei suoi corsi dÕacqua: il Telo di Argegno che sbocca nel Lario e il Telo di Osteno, alimentato anche dal Livone, le cui acque finiscono nel Ceresio. A sud del Generoso nellÕattigua Val di Muggio, scorre, invece, il Breggia le cui acque finiscono nel Lario, al contrario del torrente Mara che attraversando lÕomonima valle, finisce nel Ceresio. Il bacino vallivo delimitato da monti inferiori ai duemila metri. A sud il Sasso Gordona dalla caratteristica forma a semi cono (mt. 1410), ad ovest il monte Generoso con i suoi 1701 metri, ad est il Costone (1441 mt.) a nord il Monte di Lenno (1589 mt.), il Monte di Tremezzo (mt. 1702) e il Galbiga (1898 mt). Secondo studi svolti in epoche differenti, la valle stata attraversata da tracciati usati quali passaggi fra i laghi fin dal periodo protostorico testimoniati da avanzi rinvenuti alla bocca di Orimento, passo del Bonello, fra Schignano e SantÕAnna in direzione Lario. DallÕaltra parte ci sono segni di antichissime vie verso Ramponio e Osteno in direzione Ceresio. E ancora per la Valmara dove cÕera una necropoli del bronzo. In et romana, nata la strada regina, lÕaccesso alla valle variato prendendo inizio da Argegno, situazione comprovata anche da ritrovamenti di tombe del tardo romano in San Fedele e Lura. Nella zona di Pellio superiore esistono altre testimonianze del periodo con resti di necropoli celto-romane. Altri si trovano a Scaria (tombe et pre imperiale) a Ponna (monete imperiali), ruderi di una casa tardo romana a Morbio Inferiore, importante imbocco dalla valle di Muggio utilizzato dal periodo protostorico fino al medioevo. La valle rimase per secoli indipendente finch nel 777 una parte fu assegnata al feudo del monastero di SantÕAmbrogio congiuntamente a Campione, includendo Scaria, Varna e scendendo fino ad Argegno. A garanzia di ci sono indicati gli oratori di S. Evasio e S. Vitale dellÕ VIII e IX secolo. Altro congiungimento fra territori era costituito da un passaggio fra Campione, S. Vitale, Arogno, Lanzo, Scaria, Ramponio Verna, Osteno (Oratorio S. Giulia e S. Maurizio), Porlezza, con deviazione in val Menaggio, indicato in mappe risalenti allÕottavo secolo. NellÕalto medioevo nacque un tracciato fra i fortilizi di Castelsepio e Isola Comacina, con transito in valle testimoniato da mura medievali, monete bizantine in Morbio Inferiore e dallÕoratorio longobardo sotto lÕattuale chiesa di San Giorgio a Morbio Superiore, ove si pu vedere lÕepigrafe gota del console Utarico. Interessante una ÒpessinaÓ (percorso) del 1583 fra Casasco e Erbonne con indicazione: usque ad pessinam inter magium at casaschum, base di spunto fra Schignano ed alpe Pessina. Ulteriori testimonianze risalgono al Ô600 e Ô700, quali il ponte secentesco in Claino, il mona- della romanizzazione sono dati da sepolture imperiali a Pellio Superiore, San Fedele (localit Selva) e Scaria. I resti dei fortilizi certificano il regno ostrogoto, il passaggio di Goti e Bizantini. Uno di questi a Laino sorgeva in posizione strategica (ove ora cÕ lÕOratorio di San Vittore) in base allÕepigrafe del 556 DC che attesta il ÒcastrumÓ da parte del suddiacono Marcelliano nel VII secolo. I massi avello di Scaria certificano le tradizioni longobarde del medioevo. Le prime denominazioni della valle risalgono allÕVIII e IX secolo con documenti che nominano il territorio col termine Antellaco seguita da Antelamo poi Antelavo e dopo il mille Intelavo. Queste carte testimoniano, inoltre, lÕarrivo a Pavia di carpentieri intelvesi lungo il passaggio che li port successivamente nel genovese dove divennero i potentissimi Òmagistri antelamiÓ abilissimi architetti, costruttori, decoratori, carpentieri, stuccatori. La loro capacit si diffuse ovunque, in parti- stero di S. Benedetto, il lastricato verso il Boffalora, lÕoratorio del Garello a Pellio. La formazione geologica della zona costituita da calcare moltrasino originato da stratificazione di fondali marini risalenti al giurassico (190 milioni di anni fa), lo testimoniano fossili presenti al Museo di Scaria (ostenocaris cypriformis crostaceo fossile trovato ad Osteno-Grotte). La trasformazione finale avvenne 40-30 milioni di anni fa al tempo della formazione di Alpi e Prealpi, mentre i depositi morenici e i massi erratici appartengono alla grande glaciazione che form lÕintero territorio lariano 2 milioni di anni fa. Gli insediamenti umani sembrano risalire alla protostoria attraverso i rinvenimenti nella Grotta Generosa sulle pendici del monte Generoso; altri in San Fedele; ulteriori a Erbonne con tracce risalenti allÕet del bronzo e primo periodo del ferro (XIII sec. AC), seguiti da ritrovamenti al monte Casl risalenti al 1200/800 AC. Ritrovamenti di reperti gallici, vasi, monete, spade, fra Schignano, Ponna ed Erbonne, riguardano i periodi che portano dal III sec. AC allÕet romana, dopo la lunga permanenza delle popolazioni celtiche che hanno lasciato influenze ancora presenti nelle definizioni pi popolari. I segni colare in Spagna, Svezia, Russia, Austria. Doveroso soffermarci sui maestri antelami e sulle opere da loro effettuate. Meritano menzione Giovanni Bono di Bisonzo (oggi Castiglione) ingegnere militare che support Como nella disputa contro Milano (11181127). Dei maestri stessi sono il portale della chiesa di San Fedele, lÕabside di Veglio in Cerano e Laino, le componenti pi antiche di San Pancrazio in Ramponio e San Nazaro e Celso a Scaria. Benedetto Antelami ha lasciato tracce importanti nei principali palazzi dei primi anni mille a Parma. Lorenzo degli Spazi di Laino, partecipa allÕedificazione del Duomo di Como e di Milano. Altri ancora (Frisoni, Retti, Ferretti, Corbellini Scotti, Solari, Bregno, Allio) lasciano il loro segno in edifici del periodo del barocco rinascimentale. Fra questi il Landhaus di Graz, il Duomo di Salisburgo e il castello di Ludwigsburg, in Austria. Quindi il Duomo di Siena e importanti palazzi imperiali a San Pietroburgo in Russia. Particolare e unico lÕuso della ÒscagliolaÓ speciale imitazione del marmo ottenuta con impasti di gesso e colle animali colorate con materie vegetali, esclusiva dei maestri antelami divenuti poi intelvesi, usata in ogni parte dÕEuropa. (Fine prima parte) in cammino... 1¡ Itinerario. Rifugio di Binate-Sasso Gordona. Sentiero su pascolo lungo la cresta, dislivello 285 metri; tempo h 0,30. Dal rifugio sale fino allÕomonima colma, discende a Schignano, attraversa il prato, arriva alla colma di Schignano -o Crocetta- (1135 m), segue sulla ex strada militare, aggira il roccione sul fianco meridionale, sale pi ripido a zig zag nei pressi dellÕex postazione militare, supera le roccette e giunge in vetta a 1410 m.(da Valli occidentali del Lario -TCI/CAI-) tipo di uso della scagliola 21 Fatti... col Cappello Alpino La Sezione di Como, unitamente alla Sede Nazionale, di cui pubblichiamo la lettera inviata dal Presidente Corrado Perona al Presidente Mario Monti, vicina ai nostri soldati ingiustamente trattenuti, auspica una loro rapida liberazione. OBLAZIONI Protezione Civile Boarin Pierangelo Societ Canottieri Lario Gr. Seveso Gr. Fenegr Gr. Argegno Gr. Lomazzo Gr. Montano L. Gr. Rovellasca Gr. Pontelambro Gr. Castelmarte Gr. Valmadrera (Sez. Lecco) Gr. Albate Caminetto Amici Monte Generoso Gr. Canzo Contributo cena natalizia € 20,00 50,00 50,00 50,00 50,00 100,00 100,00 200,00 200,00 250,00 250,00 300,00 360,00 400,00 1000,00 1080,00 Baradell Barzaghi Giorgio Gr. Blessagno Gen. Luigi Morena Gr. Caslino al Piano Gr. Oltrona S. Mamette Gr. Seveso Gr. Argegno Gr. Cagno Gr. Cermenate Gr. Como Centro Caminetto Gr. Lomazzo Gr. Albiolo Gr. Casasco I. Gr. Montano L. Gr. Albate Gr. Bellagio Gr. Civiglio Gr. Pontelambro Gr, Castelmarte 25,00 40,00 50,00 50,00 50,00 50,00 50,00 50,00 50,00 56,00 60,50 100,00 100,00 100,00 100,00 200,00 200,00 200,00 200,00 250,00 Casa per Luca Icaro 40,00 Monica e Luca 50,00 Clerici Alessandro 100,00 n.n. Pellio I. 130,00 Gr. Lanzo I. 160,00 Gr. Rovellasca 200,00 Gr. Dongo 200,00 Gr. Drezzo 200,00 Gr. Albiolo 200,00 Gr. Civiglio 200,00 Gr. Casnate 250,00 Gr. Ronago 300,00 Gr. Caslino al Piano 300,00 Gr. Pognana 300,00 Gr. Bellagio 300,00 Gr. Barni 376,00 Gr. Castelmarte 500,00 Gr. Lomazzo 500,00 Gr. Gravedona 500,00 Gr. Bizzarone 500,00 Gr. Montano L. 500,00 Gr. Albate 500,00 Gr. Cant 500,00 Gr. Mariano C. 500,00 Gr. Erba 1000,00 Classe 1927 (memoria don Malinverno) 1000,00 Gr. Solbiate 1000,00 Gr. Pontelambro 1200,00 Gr. Seveso 1200,00 Gr. Valsolda 1500,00 Gr. Canzo 2500,00 Gr. Valle Intelvi 4000,00 Fondazione I-6M 5000,00 Manifestazioni Sociali Soci bar Gr. Valmadrera (Sez. Lecco) Gr. Como Centro 137,00 250,00 360,00 Progetto Villa Carlotta In memoria di Iole Clerici 5000,00 Intervento Brienno Gruppi Valle Intelvi 1200,00 22 Fatti... col Cappello Alpino UN GRAZIE DOPO LA CIASPOLATA In una splendida giornata di soleÉdi solito si inizia in questo modo ma questa volta non proprio vero, la giornata stata uggiosa ma ugualmente splendida per le numerose presenze. La manifestazione ha visto la partecipazione di diversi gruppi, il pi numeroso il C.A.S. (Club Alpino Svizzero) di Lugano che si aggiudicato il relativo premio in pallio. Alpini, amici e famigliari, pi di trecento persone, sono giunti allÕAlpe Grande di San Fedele armati di ciaspole e del giusto spirito di chi ama la montagna, per cimentarsi nella gara o nella semplice passeggiata; si fa per dire, il percorso non era proprio semplice. Ottima lÕorganizzazione, Amici del Monte Generoso e Alpini, un binomio di successo nel susseguirsi delle edizioni, si sono prodigati per consentire il normale svolgimento della manifestazione, vedi modifica del percorso dellÕultimo giorno per mancanza di neve e trascorrere alcune ore di sana allegria attorno ad un tavolo nel dopo manifestazione che si conclusa con le premiazioni individuali e di gruppo. LÕimpegno degli organizzatori per la prossima edizione, sar quello di pubblicizzare maggiormente lÕevento, per allargare la partecipazione a questa manifestazione dal vero sapore alpino. Classifiche e fotografie sono disponibili sul Sito internet della sezione Ero in montagna con degli amici non Alpini. Mentre percorrevamo un sentiero un poÕ accidentato mi fecero questa domanda: tu che frequenti il mondo degli Alpini spiegaci chi lÕAlpino? Da uomo che non aspetta altro che di parlare di questa esemplare famiglia la risposta fu sollecita: ÓlÕAlpino il figlio prediletto di quella montagna che lo ha accolto durante il periodo di leva con i campi estivi e invernali, fortificandolo, trasmettendogli tutte le sue bellezze e la sua vocazione di grande caposcuola di vita. Con queste indubitabili convinzioni lÕAlpino ama e frequenta con assiduit la montagna anche dopo il rientro a casa, non interrompendo mai questo bellissimo valido apportoÓ. Cos anche per me. Il suo richiamo sempre molto forte. Se poi questo invito mi arriva da una manifestazione programmata da una Sezione, da un Gruppo Alpini, non posso mancare. Ci avvenuto domenica 19 febbraio per la ciaspolata allÕAlpe Grande. Bellissima passeggiata che, dopo aver attraversato una pineta e raggiunto lÕAlpe Nuovo, ritorna verso lÕAlpe Grande passando nelle vicinanze del Rifugio Crist. Completo questo pensiero sul mondo degli Alpini che mi ha introdotto a parlare brevemente della ciaspolata con un doveroso ringraziamento: esprimere da vecchio Alpino un sincero grazie allÕamico Peduzzi Agostino. Ad ogni ciaspolata mi omaggia di un ricordo sempre legato al nostro mondo che realizza con la sua inventiva e con la sua abilit di maestro nella lavorazione del ferro. Grazie Agostino! Quando mi consegni lÕoggetto nato dalla tua creativit e dalle tue abili mani, lÕespressione di gioia che si sprigiona dai tuoi occhi mi commuove perch dimostra che sei un vero sincero Alpino capace di interpretare in modo meraviglioso il rapporto che hai con chi ti sorpassa in et. Questa amicizia mi di stimolo per non mollare, finch il Signore mi dar salute, di frequentare la montagna e di conseguenza la ciaspolata. Gian Mario Porro Trofeo Penne Nere Comasche - 9a edizione Domenica 05 febbraio la splendida cornice dellÕalta Val Malenco, in localit San Giuseppe, ha ospitato la nona edizione del trofeo ÒPENNE NERE COMASCHEÓ. La localit stata scelta per la possibilit di poter usufruire della pista di discesa e di un anello di fondo in modo da disputare una mini Alpiniade invernale comasca. Con una temperatura che ha toccato un minimo di 18¡ sotto zero ma con un bel sole che ha illuminato le due gare, un centinaio di tenaci alpini, simpatizzanti e famigliari hanno disputato le due prove cronometrate. Tutti infreddoliti ma soddisfatti delle gare disputate ci siamo trovati tutti, o quasi, il pomeriggio per le premiazioni. Nel fondo il gruppo di Monteolimpino, che ormai da anni la fa da padrone vince il trofeo di specialit, mentre nella gara di discesa il gruppo di Par sbaraglia tutti vincendo il trofeo del gigante seguito dal Monteolimpino e dal gruppo di Bellagio che, con il suo atleta Mario Tomba, porta a ÒbaitaÓ il miglior tempo assoluto. Appuntamento, cari alpini, alle prossime gare sportive sezionali, tiro ad aprile, mountain bike a giugno ed alle varie gare nazionali dove ormai anche la nostra sezione ben figura da tempo. Lorenzo Volont 23 Anagrafe Alpina Defunti Nascite Anniversari Lutti sono...andati avanti! Carmelo Gobbi Alpino di Porlezza, abile falegname costruttore di barche, legato al cappello alpino da buon reduce di guerra e della campagna di Russia. Nella ritirata del Õ43 aiut Zaccardo (poi generale) quale suo attendente, ad uscire dalla sacca. Fu attendente anche di Volpatti, Giamminola e della M.O. Giovanni Piatti, alpini che sono un pezzo di storia sezionale. Classe 1915 ha passato la vita fra lavoro, famiglia e alpini, divulgando i valori dellÕalpinit. Si spento il 5 gennaio scorso raggiungendo i suoi commilitoni andati avanti prima di lui. Un altro pezzetto della storia passata ci ha lasciato, regalandoci unÕeredit importante, ricca di laboriosit, valori, ideali ed esempio di dedizione e onest. Piero Gauli, artigliere alpino (ufficiale al 2 rgt. art. alpina Julia), reduce della campagna di Russia, pittore appartenente al movimento Corrente, al quale appartennero altri importanti artisti quali Guttuso, Manz, Sassu, ha avuto molti riconoscimenti a livello nazionale. Partecipe alla biennale di Venezia gi nel 1938, alla quadriennale di Roma nel Õ52 e alla principali rassegne fino agli anni 8090. Nella sua arte ha ricordato anche le vicende belliche alle quali ha partecipato. Nato nel 1916 a Milano, ha trascorso attivit e vita fra Milano, Acquasporta (Umbria) e Verna in Valle Intelvi. Di lui ricordiamo con piacere la mostra allestita nella biblioteca comunale di Como nel 2010 per i novantÕanni della sezione. SÕ spento nella sua Verna e il 7 gennaio alpini e numerosa popolazione gli hanno reso lÕultimo saluto, dimostrando la stima che sÕ meritato come artista e alpino. Renzo Mazza, alpino del Morbegno, classe 1923, reduce della ritirata russa e dei campi di prigionia di Stablak, Danzica, Auschwitz, ha trascorso lÕintera vita dopo il rientro molto posteriore al termine della guerra, nelle file dellÕAssociazione, con la semplice disponibilit che lo ha sempre distinto. Amava usare alcuni vocaboli in lingua russa, esprimendoli con piglio malinconico nel ricordo dei vecchi commilitoni. Una vita umile, semplice ma generosa, dedicata al prossimo nel ricordo della tragedia vissuta. Un altro vecio ci ha lasciato, ma la sua eredit fatta di valori, riempie lÕanimo e la voglia di fare non solo agli alpini di Canzo -suo gruppo- ma dellÕintero territorio. Giuseppe Ravizza, 49enne alpino di Barni, durante lÕallestimento di un presepe sul fondale del lago, ha perso la vita. Un atto di generosa disponibilit, la voglia dÕessere utile, da buon alpino, lo ha sottratto allÕaffetto della famiglia e degli amici alpini che accompagnandolo hanno promesso vicinanza ai suoi cari. ORA CAMMINA NEI PASCOLI DEL CIELO Il 21 gennaio ci ha lasciati la signora Palmina Manzo sposa del generale Ettore Riccio, un grande alpino che tanto ha dato alla Specialit. Gentile, affabile, riservata si sempre segnalata per la modestia cui aveva improntato la sua vita accanto a una persona che pure aveva ricoperto incarichi importanti tra i quali quello di comandante del nostro Distretto Militare. In giovanissima et fu staffetta partigiana nella zona del basso Piemonte e fu l che conobbe il suo futuro sposo, anchÕesso molto giovane, con il quale ha condiviso pi di sessantÕanni di vita in comune: un esempio da imitare. Al marito e ai suoi figli, Ezio tenente degli alpini, Paola e Cristiano il commosso ricordo da parte della Sezione e della redazione del Baradell. RECENSIONE CAPOSALDO CAVOUR IL 2¡ ALPINI IN AFGHANISTAN del Col. Massimo Bigini, c.te del rgt. Il volume (centinaia di fotografie inedite) dedicato alla missione italiana da aprile ad ottobre dello scorso anno 2010: 228 pagine, tutte a colori, la testimonianza della presenza e del lavoro della Brigata Alpina Taurinense (uomini e donne) nella provincia di Herat. EÕ la testimonianza attuale, viva, vera degli alpini presenti in Afghanistan: si passano in rassegna i 6 mesi trascorsi in tale terra. Nel volume stata presa in considerazione sia la parte ÒmilitareÓ dellÕintervento, sia il lato umano della missione. EÕ stato anche preso in considerazione il rapporto tra i Soldati e la popolazione locale che, dopo il primo momento di diffidenza,ha compreso la bont della presenza dei nostri connazionali, arrivando anche a collaborare per stanare depositi di armi o sventare attacchi dei talebani. Ricordi e... memorie di Tullio Vidulich la pagina VERDE Riteniamo opportune alcune precisazioni inerenti il generale Cadorna e il periodo nel quale svolse le sue azioni, dopo la pubblicazione inerente le pretese cancellazioni del suo nome. Il generale Tullio Vidulich, quale fine storico, dopo la letturadel Baradll, ci fornisce importanti informazioni che riportiamo per una maggiore conoscenza. Gli studiosi di storia militare o i critici, per giudicare il generale Luigi Cadorna sul piano professionale, politico e umano, devono immergersi, con obiettivit, nel contesto del tempo e nell'evento storico, analizzare linee politico-strategiche, situazione economica, culturale e sociale, dottrina militare di allora, rapporti e accordi con gli Alleati, problemi tattici e strategici sugli altri fronti del conflitto per acquisire un equilibrato giudizio sul condottiero del Regio Esercito Italiano. Non facile oggi comprendere le difficolt incontrate dai popoli nell'adattarsi ad un nuovo tipo di guerra non prevista per ampiezza, forma e durata che super ogni previsione, con una nuova forma di impiego delle truppe, armi micidiali rivelatesi superiori ad ogni previsione degli Stati Maggiori delle Nazioni in lotta. Una guerra pi tecnica, pi meccanizzata e totale, tanto da causare altissime perdite di vite umane. Quando il 10 luglio 1914 il tenente generale Luigi Cadorna successe al Capo di stato maggiore del Regio Esercito, generale Alberto Pollio, morto per infarto a Torino il 1¡ luglio, lÕEuropa era alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Luigi Cadorna, figlio del conte Raffaele (veterano della Battaglia di S. Martino), nato il 4 settembre 1850 a Pallanza, in provincia di Novara (non a Udine come da alcuni affermato), apparteneva a nobile famiglia piemontese di tradizioni militari che ha contribuito alla formazione dell'Unit d'Italia. Studi presso il Collegio militare di Milano, da dove nel 1868, usc col grado di Sottotenente. Il padre era il generale che il 20 settembre 1870 aveva contribuito alla presa di Porta Pia. Cadorna, vi partecip quale Sottotenente del 5¡ Reggimento di artiglieria. Nel febbraio 1881 spos la marchesa Maria Giovanna Balbi. Da tenente generale, il 19 gennaio 1905, assunse il comando della Divisione di Ancona e, nel 1907, della Divisione di Napoli, quindi, il 10 luglio 1914, Capo di Stato Maggiore dellÕEsercito. Cadorna aveva fatto una carriera rapida per indiscusse doti e non per discendenza di famiglia, come ingiustamente affermato dallo storico inglese Denis Mack Smith. Il figlio di Luigi (Raffaele come il nonno), comand la Divisione Ariete che, dopo l'armistizio fra l'Italia e Alleati (8/9/1943), combatt contro i tedeschi. LÕassassinio, il 28 giugno 1914, dellÕarciduca d'Austria Francesco Ferdinando e della moglie Sofia durante una visita di stato in Bosnia-Erzegovina, fu il pretesto per la guerra. La Monarchia Danubiana il 28 luglio dava inizio alle ostilit. La contesa serbo-austriaca si tramut ben presto in conflitto mondiale. Russia, Francia, Belgio e Inghilterra iniziarono a mobilitare gli eserciti in difesa della Serbia. Quei due colpi di pistola sparati da Gavrilo Princip, giovane studente fanatico serbobosniaco, dava inizio alla Prima Guerra Mondiale che avrebbe, in quattro anni, distrutto un plurisecolare ordine europeo, dissolto i suoi imperi coloniali, decimato milioni di giovani. Del testo dellÕultimatum e delle intenzioni di Vienna, il governo italiano venne lasciato allÕoscuro fino al 23 luglio, giorno di presentazione alla Serbia. Poich lÕAustria non aveva informato preventivamente lÕItalia delle sue intenzioni violando gli impegni contenuti nel trattato di alleanza, iniziando una guerra di aggressione e non di difesa, il governo italiano il 2 agosto 1914 annunciava la neutralit, dopo due giorni di intenso dibattito del governo Salandra. In cambio della Òneutralit benevolaÓ lÕItalia mirava ai compensi territoriali di terre italiane sotto il dominio austriaco previsti dal trattato con lÕAustria per avere essa turbato lÕequilibrio nei Balcani. La neutralit aveva avuto notevole influenza perch la Francia pot sguarnire la frontiera con l'Italia concentrando le forze sulla Marna, dove i tedeschi avevano lanciato una potente offensiva. LÕItalia aveva da poco terminato, con esito favorevole, la guerra contro la Turchia la quale aveva logorato lÕesercito e consumato le scorte strategiche di armi, munizioni e materiali. Inoltre il Governo Salandra aveva drasticamente ridotte le spese per lÕesercito, non consentendo di potenziarlo. In aggiunta, nel luglio del 1914, in conformit alle finalit della Triplice Alleanza, i piani di operazioni esistenti erano di carattere difensivo, cosa che condizion per molto tempo la mentalit dei Quadri militari preparati a tale scopo. La modernizzazione dellÕesercito italiano fu dovuta al Cadorna. La situazione che dovette affrontare nellÕestate 1914, era mutata dopo la decisione di rimanere neutrali e non partecipare al conflitto con Austria e Germania. Cadorna si trov a dover operare in presenza di una situazione politicomilitare molto fluida, in uno stato di incertezza e risentimento di Austria e Germania ufficialmente ancora alleate dellÕItalia. Per i piani operativi esistenti al momento dell'annuncio della nostra neutralit, Cadorna fu costretto a lavorare su nuove direttive: negli anni precedenti, infatti, lo Stato Maggiore aveva considerato ipotesi di guerra al fianco di Austria e Germania contro la Francia, schierando le forze lungo la frontiera occidentale a scapito di quella orientale. Intanto il 26 aprile 1915, dopo difficili trattative, lÕItalia firmava in segreto il Patto di Londra, con le potenze dellÕIntesa: Inghilterra, Francia e Russia, impegnandosi ad entrare in guerra contro lÕAustria entro un mese dalla firma. DellÕaccordo erano a conoscenza solo il ministro degli esteri Sonnino, il Presidente del consiglio Salandra e il Re. Il compito affidato allÕItalia dalle Potenze dellÕIntesa consisteva nel tenere impegnate le forze austro-ungariche, sottraendole ai fronti occidentale e orientale (allentando la pressione su Serbia e Russia). LÕesercito italiano dovette effettuare una serie di offensive, le famigerate ÒspallateÓ, nel settore orientale (Gorizia e Carso) e una condotta difensiva sul fronte trentino. La guerra fu dichiarata il 23 maggio e il giorno dopo lÕesercito italiano iniziava le ostilit contro lÕAustriaUngheria (non ancora la Germania). Si evidenzia che Salandra aveva condotto le trattative con la Triplice Intesa nella massima segretezza al punto che Cadorna ne venne messo a conoscenza solo il 5 maggio del 1915. Un atto di irresponsabilit, poich a Cadorna rimasero tre settimane di tempo per attivare i piani operativi e iniziare la guerra. Dopo lÕattentato di Sarajevo e lo scoppio della guerra, Cadorna diede inizio a un'azione di potenziamento dello strumento militare e dellÕindustria bellica nazionale, sfruttando il periodo di neutralit. E nella ipotesi che lÕItalia, per conseguire i suoi obiettivi territoriali (Trento e Trieste, il Brennero, lÕIstria e la Dalmazia) entrasse in guerra contro lÕimpero danubiano, il generale Cadorna alla fine del mese di agosto del 1914 redasse il documento: ÒMemoria riassuntiva circa unÕazione offensiva verso la Monarchia austro-ungarica durante lÕattuale conflagrazione europea. Possibili obiettivi. Presumibili operazioni da svolgereÓ. Di qualit morali indiscusse, Cadorna aveva un concetto pressoch religioso del dovere che lo rendeva inflessibile anche con se stesso. Chiuso e taciturno, orgoglioso e insofferente alle critiche, immune da legami con la Massoneria, da favoritismi e ambiguit, non perse mai di vista gli obiettivi da perseguire. Vale la pena evidenziare che quando Cadorna nellÕestate del 1914 assunse il comando dellÕesercito, la frontiera orientale era indifesa, poich lÕesercito era orientato a combattere contro la Francia al fianco della Triplice Alleanza. Per cambiare la mentalit ai Quadri dellÕesercito, Cadorna emanava nel febbraio 1915 una circolare su Òattacco frontale e ammaestramento tatticoÓ rammentando agli Ufficiali i capisaldi teorici e pratici della moderna condotta del combattimento: la disciplina delle intelligenze, lÕimpiego razionale delle forze, lÕimportanza della corretta valutazione del nemico e del terreno, la cooperazione fra fanteria e artiglieria. Per quanto riguarda lÕattacco frontale, per il quale ricevette dure critiche, non vero che Cadorna lo prediligeva come unico procedimento. Secondo il generale ÒÉLe maggiori probabilit di risultati decisivi si hanno combinando lÕazione frontale con una diretta contro uno o entrambi i fianchi del nemico....Ó. Termine prima parte. Nel prossimo numero, altre interessanti curiosit storiche.