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notizie Fragole e asparagi:
BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Sped. in abbonamento postale - 70% - DCB Forlì Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Redazione e Amm.: v.le Della Cooperazione, 400 - Pievesestina, Cesena (FC) Tel. 0547 414111 - Fax 0547 414166 Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111 Direttore: Enzo Treossi - Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editing e progetto grafico: PrimaPagina - Cesena Comitato di Redazione: Gianluca Balzani, Giancarlo Battistini, Giuseppe Bubani, Antonio Bucella, Gianluca Casadio, Gianni Ceredi, Curzio Firenzuola, Franco Girotti, Renzo Malatesta, Roberta Montaguti, Paolo Pari, Nicola Serio, Flavio Mancini, Piero Turroni, Mirco Zanotti, Maurizio Magni, Carlotta Benini notizie sommario Anno XIX n°5 - Settembre/Ottobre Duemila11 Fragole e asparagi: i prodotti principali della CAMPAGNA PRIMAVERILE Apofruit Italia: Speciale Fiere 2011 ........................................................................... 4-5 Apofruit Italia ha liquidato ai soci le produzioni primaverili, che hanno interessato 51.740 quintali di prodotto per un valore della produzione di 6.707.225 euro PAGINE TECNICHE Primo bilancio del progetto qualità kiwi 2011 Batteriosi dell’albicocco ........................................................................... 6-9 DALL’EMILIA Patata: disseccamento dell’apparato fogliare ............................................................................. 10 DAL METAPONTO Fragola Candonga: il prodotto strategico di Apofruit in Metaponto ............................................................................. 11 DAL LAZIO Campagna kiwi 2011: in crescita qualità e quantità ............................................................................. 12 A pofruit Italia ha liquidato ai soci le produzioni primaverili, costituite principalmente da fragole e dagli ortaggi conferiti dal 1° marzo al 30 giugno. La liquidazione ha interessato 51.740 quintali di prodotto, per un valore della produzione di 6.707.225 euro. “Il prodotto principale della campagna primaverile sono le fragole coltivate nell’area romagnola e in Metaponto - interviene il direttore commercia- le di Apofruit Italia, Walter Bucella - La quantità complessiva conferita quest’anno è stata di 26.527 quintali”. La parte restante della produzione è costituita dai prodotti orticoli conferiti nello stesso periodo. Le principali colture di questo comparto sono asparagi (6 mila 210 quintali di prodotto conferito), patate di Sicilia (oltre 6 mila quintali) e altri ortaggi prodotti nell’area siciliana (oltre 11 mila quintali). 2 notizie Fragole liQuidAzione 2011 FrAgole EMILIA ROMAGNA prodotto di serra 1,65 euro/kg prodotto di campo 1,33 euro/kg biologico 2,68 euro/kg METAPONTO media prodotto I Cat. 1,91 euro/kg * a questi prezzi va aggiunta l’Iva al 4% e l’importo OCM al 5% La fragola è un prodotto strategico per Apofruit Italia. Viene prodotta in due aree: in Metaponto, dove è diffusa principalmente la varietà Candonga, e in Romagna, dove una parte della produzione è dedicata anche alla fragola biologica. Al termine della campagna in Metaponto sono stati liquidati 14.636 quintali di prodotto convenzionale; nell’area Romagna 11.891 quintali di prodotto, di cui 1.630 quintali di prodotto biologico. “In Metaponto si è registrato un aumento della produzione rispetto al 2010 - sottolinea Bucella - La buona performance di Candonga ha permesso quest’anno di ottenere un risultato soddisfacente per i produttori. Si tratta infatti di una varietà di fragola dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, che grazie al suo alto livello qualitativo è stata per l’80% commercializzata sulla linea di alta qualità a marchio Solarelli”. Per quanto riguarda invece l’area Romagna, quest’anno si è registrato un ulteriore calo produttivo rispetto alla campagna 2010: un calo che, comunque, è in linea con le tendenze generali dell’area. Si mantiene invece stabile la produzione del comparto biologico. “I risultati ottenuti su quest’area sono differenziati - continua Bucella - Il risultato ottenuto è da considerarsi accettabile per la produzione in strutture protette. è stato invece al di sotto delle aspettative e non del tutto sufficiente il risultato ottenuto con le produzioni in campo aperto: risultato condizionato fortemente dall’ampio anticipo, circa 10 giorni prima rispetto al periodo di produzione normale, delle produzioni locali dei paesi dove solitamente Apofruit esporta”. “La fragola è un prodotto importante dal punto di vista strategico, ma anche produttivo - conclude Bucella Riteniamo che per il futuro ci siano gli spazi per fare crescere ulteriormente la produzione in Metaponto con Candonga e per mantenere stabile la produzione in Romagna, puntando su quest’area ad uno sviluppo ulteriore, supportato dagli strumenti OCM, della produzione in strutture protette. Sempre in quest’area dobbiamo puntare a realizzare un rinnovamento varietale indirizzando la produzione su varie- lA pArolA Ai produttori Az. AgriColA Civinelli Severo Ottimi i risultati della campagna primaverile per Severo Civinelli, titolare dell’omonima azienda a Cesena (Fc), dove produce fragole biologiche. Dei 5,5 ettari totali, circa 5 mila metri sono destinati a questa produzione, che quest’anno ha dato grandi soddisfazioni. “Seppur a fronte di un piccolo calo produttivo – dichiara Civinelli – dovuto al fatto che abbiamo leggermente ridotto la superficie destinata a questa produzione, quest’anno abbiamo spuntato un ottimo prezzo. La campagna di fragole bio ha interessato 50 quintali di prodotto, che ci sono stati liquidati da Apofruit con una media di 2,35 euro al kg”. “L’unica osservazione che devo fare – conclude – riguarda il collocamento del prodotto da industria. Il prezzo non è più soddisfacente come qualche anno fa, ha quasi raggiunto i livelli di quello del prodotto convenzionale, quando invece il prodotto biologico, per le sue caratteristiche nutrizionali e di salubrità, andrebbe premiato”. Az. AgriColA pArini gAbriele E’ ottimista Gabriele Parini, titolare di un’azienda nelle campagne cesenati, sull’andamento della produzione di fragole 2011, che da aprile ad oggi ha portato discrete soddisfazioni dal punto di vista economico. Dal 2010 Parini ha introdotto nella sua azienda di 3,5 ettari la fragola rifiorente, varietà Monterey, a cui sono destinati 2.400 metri di terreno ricoperti con tunnel veronese. “Da aprile ad oggi abbiamo raccolto 90 quintali di prodotto. Monterey è una varietà rifiorente dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, che ci sta dando frutti di ottima qualità. Per questo abbiamo intenzione di riconfermare questa produzione anche per il 2012; gli attuali impianti, che stanno andando a esaurimento, saranno sostituiti con piantine nuove la prossima primavera”. 3 tà con caratteristiche organolettiche adeguate ad essere collocate sulle linee di prodotti di filiera della grande distribuzione. Riteniamo inoltre positiva, sull’area romagnola, l’esperienza condotta sulle varietà rifiorenti. Abbiamo infine ottenuto un ottimo risultato sul comparto biologico, che ci ha permesso di ottenere un prezzo per i produttori molto vicino a quello dello scorso anno, questo grazie ad una buona programmazione e gestione del prodotto”. Ortaggi Una delle varietà principali di questo comparto è costituita dagli asparagi, coltivati principalmente nell’area emiliano romagnola. Il risultato medio ottenuto al termine della campagna 2011 è stato di 1,92 euro per l’aspa- rago extra, e di 1,68 euro per l’asparago in mazzi. Il 20% della produzione di asparagi è rappresentata da prodotto biologico, liquidato ai soci con una media per la Cat. I extra di 2,16 euro, e per prima A in mazzi di 1,91 euro. “Il risultato ottenuto sugli asparagi rientra nella media degli ultimi tre anni - commenta Bucella - è stato comunque penalizzato dal ritardo registrato all’inizio del raccolto, a seguito di un andamento climatico sfavorevole, particolarmente freddo”. In generale, sul comparto orticolo va ricordata la situazione fortemente negativa creatasi nel mercato a seguito dell’esplosione della psicosi per E. Coli, che ha interessato la produzione da metà maggio a giugno. Fenomeno, questo, che ha ridotto fortemente i consumi, determinando situazioni di difficile collocamento soprattutto su alcune specie. AnChe vAlSoiA entrA nel CirCuito AlmAverde bio Gelati, snack dolci e salati, bevande e dessert a base vegetale con tutto il gusto e le elevate proprietà nutrizionali della soia e la qualità certificata di un marchio che identifica il meglio dell’agricoltura biologica. Valsoia S.p.A., società leader nel mercato italiano dell’alimentazione salutistica, ha siglato con il Consorzio Almaverde Bio Italia un accordo di licenza per l’utilizzo del marchio Almaverde Bio, il prestigioso brand che identifica un ampio paniere di prodotti da agricoltura biologica commercializzati nel largo consumo. “Un risultato importante - dichiara Renzo Piraccini, Presidente di Almaverde Bio - che completa il paniere di prodotti oggi disponibili sul mercato italiano a marchio Almaverde Bio. Con questa nuova partnership si rafforza l’identità e l’unicità di un marchio che oggi ha le potenzialità per sviluppare le proprie quote sul mercato nazionale e internazionale”. L’accordo ha una durata pluriennale (scade il 31 dicembre 2035) e prevede l’implementazione da parte di Valsoia di attività volte allo sviluppo del portafoglio dei prodotti che saranno contrassegnati dal marchio Almaverde Bio. Fondata nel 1990, Valsoia S.p.a. ha sviluppato in Italia il settore dei prodotti vegetali a base di soia crescendo da un fatturato iniziale di circa 350 mila euro (1990) agli attuali 56,1 milioni di euro e ha oggi posizioni di leadership di mercato nei segmenti delle bevande, gelati e dessert vegetali. Dal 14 luglio 2006, Valsoia S.p.A. è quotata sul mercato MTA, organizzato e gestito da Borsa Italiana. Nel 2010 le vendite dei prodotti a marchio Almaverde Bio hanno fatto registrare un fatturato pari a 29,4 milioni di euro segnando una crescita del +12% nel primo semestre 2011. 4 notizie Speciale FIERE 2011 Apofruit Italia e Almaverde Bio di nuovo protagoniste delle principali vetrine del settore ortofruttticolo mondiale: focus sulle ultime edizioni Asia Fruitlogistica, Sana, World Food Moscow, Macfrut, Pma Atlanta i protagonisti internazionali del commercio ortofrutticolo si sono dati appuntamento in Cina, a Hong Kong, dal 7 al 9 settembre scorso per la quinta edizione dell’Asia Fruit Logistica, l’unico e grande evento dei paesi asiatici dedicato a questo settore. La filiera ortofrutticola italiana era in prima linea con uno stand collettivo organizzato da CSO - Mediterranean Fruit Company, dove erano presenti 11 espositori fra cui, come nelle precedenti edizioni, Apofruit Italia. “In fiera quest’anno c’erano tutti i principali attori dello scenario mondiale - dichiara Renzo Balestri, dell’ufficio commerciale estero di Apofruit Italia - e anche una nutrita presenza di piccoli broker, a dimostrazione del crescente interesse nei confronti del mercato asiatico, che ha capacità di assorbire grandi volumi di prodotto. Per Apofruit la partecipazione a questo salone è ogni anno occasione per incontrare clienti internazionali con cui, fisicamente, non è possibile avere contatti frequenti e per consolidare nuovi rapporti. Il nostro prodotto di punta su questi mercati è il kiwi, su cui stiamo lavorando per essere sempre più competitivi”. Dai mercati asiatici a quelli italiani dedicati al biologico: il secondo ap- puntamento che nell’autunno ha visto protagonista Apofruit con Almaverde Bio è stato il Sana (foto sotto), il Salone Internazionale del Naturale che quest’anno si è svolto dall’8 all’11 settembre alla Fiera di Bologna. “Questa 23ª edizione del salone si è rivelata particolarmente positiva e ha raccolto una crescita di interesse da parte di tutti, operatori e visitatori – sottolinea Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio – Il consorzio ha portato in fiera tutti i prodotti di una gamma che è sempre in divenire; in particolare fra le novità abbiamo presentato lo scatolame e i frullati di frutta bio”. Riconfermata, come negli anni passati, la presenza di Apofruit anche al World Food Moscow (foto a destra), la fiera internazionale del settore alimentare che si è tenuta all’Expocentre di Mosca dal 13 al 16 settembre scorso. “La Russia è un mercato che stiamo continuando a fornire, anche se quest’anno l’export verso questo paese è calato del 30-40% - dichiara Ni- ves Raccagni, dell’ufficio commerciale estero di Apofruit Italia - Questo a causa della grande presenza di prodotto greco e spagnolo, a prezzi non interessanti per noi. In fiera abbiamo notato ancora una volta una presenza qualificata di molti paesi produttori extra europei, tuttavia la presenza di buyer russi è stata inferiore rispetto allo scorso anno. Ora si apre per Apofruit la campagna invernale di mele e kiwi: le prospettive potrebbero essere buone, ma va considerata l’offerta di paesi come la Serbia e la Polonia, che quest’anno potrebbero imporsi in modo aggressivo sul mercato russo, dal momento che hanno grossi volumi di produzione. Visti i consumi e i volumi dei prodotti importati in Russia, riteniamo che, quando questa crisi che interessa un po’ tutti andrà a risolversi, ci potranno essere buone possibilità di incrementare questo mercato. Le catene della grande distribuzione si stanno organizzando e in un futuro prossimo si spera che possano diventare interlocutori diretti”. 5 Dopo la trasferta moscovita, Apofruit è tornata a giocare in casa per il tradizionale appuntamento con il Macfrut (foto sopra), la principale fiera ortofrutticola nel bacino del Mediterraneo che da 27 anni si svolge a Cesena, nei padiglioni di Pievesestina. Una vera e propria enciclopedia del settore che per tre giorni, dal 5 al 7 ottobre scorso, ha visto protagonisti tutti gli attori della filiera, dalla produzione alla grande distribuzione. “Anche quest’anno Apofruit Italia è stata insieme ad Almaverde Bio una delle principali protagoniste della rassegna cesenate - sottolinea Gianluca Casadio, responsabile marketing di Apofruit Italia - Il bilancio è stato positivo, nei tre giorni della fiera abbiamo tenuto numerosi incontri con clienti e stretto contatti con potenziali nuovi acquirenti. Il nostro stand è stato visitato anche da molte delegazioni straniere, a dimostrazione di come la nostra cooperativa sia sempre più un punto di riferimento nel panorama dell’ortofrutta e del biologico a livello europeo e mondiale”. Nelle fiere ortofrutticole dell’autunno non è mancato uno sguardo oltre oceano: dal 14 al 17 ottobre scorso Apofruit, insieme a Canova per il bio, ha partecipato al PMA di Atlanta, negli Stati Uniti, “una vetrina di riferimento a livello mondiale per il settore ortofrutticolo, non solo fresco, ma anche per la IV gamma”, come torna a sottolineare Renzo Balestri. “è stata un’occasione - conclude Balestri - per studiare l’evoluzione che ha avuto negli ultimi anni il settore del biologico negli Usa. Il mercato americano è in mano a pochi operatori, il biologico può essere una carta in più su cui puntare per inserirsi in modo competitivo all’interno di una nicchia. La partecipazione a questa fiera è stata positiva, ora il nostro obiettivo è quello di ampliare la percentuale di esportato oltre mare entro il 2012”. MESSA IN ONDA DELLA NUOVA STAGIONE DI MACEDONIA I principali prodotti ortofrutticoli di Apofruit tornano protagonisti in tv con “Macedonia”. La settima stagione della trasmissione realizzata da Tele 1 in collaborazione con Apofruit Italia, è partita lo scorso 27 ottobre. Il programma è in onda su Tele 1, E’ Tv Emilia Romagna, E’ Tv Emilia Romagna News, Antenna 1, Teleromagna, Teleromagna News, Rete 7, Metrosat (Calabria), Mediterraneo – Mediterraneo Sat (Sicilia) e Blu Tv (Puglia e Basilicata). Dopo la prima puntata di apertura con un’intervista a Mario Tamanti, Mirco Zanotti e Renzo Piraccini, la seconda, la terza e la quarta puntata, nelle prime tre settimane di novembre, sono state dedicate rispettivamente alle albicocche, alle patate e alle pesche nettarine. Le fragole saranno protagoniste della quinta puntata su Tele 1 dal 24 al 27 novembre, mentre dicembre si aprirà con una puntata dedicata alla Sicilia (dal 1° al 4 dicembre). Settima puntata dedicata all’uva (8-11 dicembre), ottava alle pere (15-18 dicembre) e nona ai Solarelli (22-25 dicembre), mentre a cavallo di Capodanno focus sulla liquidazione dei prodotti estivi (29 dicembre-1° gennaio). Le puntate sono trasmesse su Tele 1 il giovedì alle 22, il sabato alle 13.30 e la domenica alle 13.00 e alle 22.15. Su Teleromagna le puntate vanno in onda il venerdì alle 22.45 e la domenica alle 14.45; su Teleromagna News (Canale 99 Veneto) il sabato alle 20 e la domenica alle 18; su Rete 7 (LCN 634), su Antenna 1 (LCN 635) Modena e su Allnews Rete 7 (LCN 119) Emilia il venerdì alle 23.05 e la domenica alle 8.30; su Lazio Tv Latina il lunedì alle 22.30 e la domenica alle 12.30; su Blu Tv (Puglia e Basilicata) il giovedì alle 15.10 e la domenica alle 9.05 e alle 22.10; su Metrosat (Calabria) il martedì alle 20.30 e la domenica alle 22; su Mediterraneo-Mediterraneo Sat (Sicilia) il martedì alle 21.30, il giovedì alle 15.30 e la domenica alle 14.15. 6 PAGINE TECNICHE notizie PROGETTO qualità kiwi Primo bilancio del lavoro condotto nella campagna di raccolta 2011 di Gianni Ceredi, Vittorio Vitali e Lisa Guidi a campagna di raccolta kiwi del 2011 si è da poco conclusa ed è possibile fare un primo bilancio in merito al “Progetto qualità”, le cui ragioni sono state illustrate nel numero precedente del nostro giornalino. I fattori che connotano la qualità di un frutto sono notoriamente diversi, ma nel caso del kiwi l’elemento che può garantire maggiori potenzialità di conservazione e prerogative di natura gustativa è rappresentato dal tenore di sostanza secca. Su questo parametro abbiamo concentrato la nostra attenzione, coinvolto le aziende agricole ed imbastito un sistema di monitoraggio, controllo e campionamento che ha superato brillantemente la prova del primo anno. Le aziende che hanno aderito al progetto qualità kiwi sono state 291, per una superficie complessiva di 940 ettari (oltre un terzo a conduzione biologica) ed una produzione stimata di 21 mila 700 tonnellate. In pochi mesi di lavoro il progetto ha preso corpo, gli agricoltori lo hanno compreso e la macchina organizzativa si è messa in moto, l coinvolgendo fattivamente sia il settore tecnico, nella scelta delle aziende, nella definizione dei lotti per omogeneità di prodotto e nel campionamento in campo, che quello operativo, nella gestione delle diverse tipologie di prodotto conferito (magazzino) e nella determinazione del livello di sostanza secca dei campioni (ufficio qualità). Nulla poteva essere dato per scontato e, a garanzia dell’oggettività del campionamento e delle valutazioni analitiche di laboratorio, si è fatto conto sia della professionalità del personale coinvolto sia della specificità e dell’elevato livello tecnologico delle strumentazioni impiegate. Come si è operato Il piano dei campionamenti, partendo dal 10 di ottobre, si è pro- tratto per tre settimane, iniziando dalle zone di produzione in cui la raccolta normalmente è più anticipata (Romagna, Veneto) per concludersi con quelle più tardive (Lazio). Da ciascun lotto di provenienza (appezzamento omogeneo per tipologia di impianto frutticolo) il campione di frutti da valutare è stato prelevato su diversi filari, se- CAMPIONE DI kIWI sottoposto ad analisi distruttiva per la determinazione della sostanza secca PAGINE TECNICHE STUFA DI ESSICCAZIONE dei campioni di frutta per la determinazione della sostanza secca guendo uno schema prestabilito e ponendo attenzione alla posizione dei frutti nelle piante e nelle singole branche fruttifere. I campioni sono stati recapitati con tempestività presso il laboratorio analisi qualità dello stabilimento di Pievesestina dove sono state effettuate le valutazioni analitiche. La quantità di campioni (oltre 430), il numero di frutti per ciascuno di essi (90) e l’urgenza di esaminarli in tempi rapidi (24-48 ore dal prelievo) ha reso necessaria l’adozione di un sistema analitico in grado di soddisfare questa esigenza. Il classico metodo distruttivo basato sull’essiccazione in stufa di sezioni di frutto non era praticabile se non come opzione per confermare alcuni risultati incerti. L’elevato livello di precisione dei dati analitici, associato alla rapidità della deter- 7 minazione, è stato ottenuto ricorrendo ad una delle più interessanti e promettenti soluzioni della spettroscopia applicata, quella “NIR”. La strumentazione impiegata (Fig. 1) NIR CASE della ditta SACMI è stata messa a punto specificamente su prodotto kiwi verde e, grazie all’implementazione di migliaia di informazioni relative alla sostanza secca e ad una costante taratura sul dato dell’analisi distruttiva, è stata in grado di fornire un dato analitico con un minimo margine di errore. Risultati I risultati del piano di campionamento effettuato sono stati nel complesso di grande soddisfazione, sia per l’ottimo funzionamento della macchina organizzativa sia per il discreto livello di sostanza secca riscontrato nella grande maggioranza dei campioni processati. La presenza di campioni non conformi, ovvero con un livello di sostanza secca ritenuto inadeguato per un prodotto di qualità, resta confinato ad una decina di casi (2-3 % del totale). L’unica nota dolente che emerge dal monitoraggio qualitativo effettuato risulta dal fatto che alcuni campioni prelevati al fine di rilevare la presenza di fitoregolatori, il cui impiego era interdetto agli aderenti al progetto qualità, sono risultati positivi. Si tratta tuttavia di una casistica assolutamente marginale SPETTROSCOPIA APPLICATA “NIR” Nelle due foto NIR CASE della ditta SACMI, l’apparecchio messo a punto specificamente su prodotto kiwi verde, in grado di fornire un dato analitico con un minimo margine di errore che non desta particolari preoccupazioni. Questi risultati confermano in buona sostanza il fatto che i nostri produttori di kiwi sono in grado di recepire e applicare tutte quelle pratiche agronomiche e colturali in grado di esprimere un prodotto di ottima qualità. Grazie quindi anche all’impegno organizzativo e logistico dei nostri magazzini di stoccaggio e lavorazione si è ora nella condizione di disporre di un prodotto meglio definito sul profilo qualitativo e potenzialmente in grado di essere valorizzato da mercati più difficili e clienti più esigenti. 8 PAGINE TECNICHE notizie LA BATTERIOSI dell’albicocco di Alberto Aldini a coltura dell’albicocco da una decina di anni annovera le batteriosi fra i problemi più gravi. Gli agenti della malattia sono ben noti e descritti da anni in bibliografia, ma fino alla fine degli anni ’90 non avevano mai causato danni consistenti; da allora in diverse annate gli attacchi hanno assunto una virulenza assolutamente preoccupante fino a mettere a rischio la sopravvivenza dell’impianto. La malattia ha una progressione incostante nel tempo (ad anni di virulenza eccezionale possono seguire anni in cui la malattia quasi non si manifesta) e nello spazio, e la sua intensità può variare notevolmente da area ad area, da varietà a varietà e da anno ad anno. Tra i motivi che hanno favorito lo sviluppo delle batteriosi (non solo dell’albicocco ma anche di altre piante da frutto, si pensi al caso dell’actinidia) si possono indicare: Aumento di nuovi impianti: l’albicocco è una coltura potenzialmente redditizia e negli ultimi anni sono aumentate le nuove piantagioni. Le piante giovani sono più suscettibili rispetto alle piante adulte; in particolar modo le varietà molto vigorose oppure gli impianti in terreni fertili, molto concimati ecc. nei primi anni presentano rami con corteccia sottile e poco lignificata dove le micro- l BATTERIOSI Nella foto sopra sintomi della malattia sui rami produttivi; nella pagina accanto cancri da batteriosi su branca principale lesioni causate da forte idratazione e/o gelate sono assai frequenti; Introduzione di nuove varietà più suscettibili: l’albicocco già da una decina di anni sta vivendo una fase di intenso rinnovo varietale e, purtroppo, le nuove varietà sono molto spesso risultate molto meno tolleranti agli attacchi dei batteri; Andamenti climatici anomali: sempre più di frequente si presentano annate caratterizzate da andamenti climatici anomali per piovosità abbondanti e prolungate nel tempo, intense gelate ecc. e questi sono i fattori fondamentali per favorire la proliferazione dei batteri. I batteri patogeni: i microrganismi che causano la malattia sono batteri gram-negativi, aerobi capaci di riprodursi a temperature relativamente basse (microtermofili) appartenenti alle specie Pseudomonas syringae e viridiflava; le patovar syringae e morsprunorum sarebbero gli agenti dotati di maggior aggressività verso l’albicocco. Contrariamente alle patologie fungine che esplicano la loro aggressività soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, le batteriosi si sviluppano principalmente nei mesi autunnali ed invernali. Per infettare la pianta i batteri hanno bisogno di aperture provocate da tagli di potature, ferite o microlesioni provocate dalle gelate invernali. Le infezioni sono molto frequenti con andamenti climatici molto piovosi e freddi nei periodi autunno-invernali: le piogge abbondanti creano idratazione dei rami (in particolare nei terreni sciolti), successive gelate (sono sufficienti PAGINE TECNICHE anche pochi gradi sotto lo zero) e, rompendo le strutture cellulari e provocando microlesioni, creano le condizioni per la penetrazione dei batteri all’interno della pianta (alcuni studi indicano velocità di penetrazione anche di 2-3 cm al minuto). Negli impianti giovani (di solito nei primi 3-4 anni) gli attacchi batterici provocano cancri nella corteccia sul tronco e sulle branche principali che portano a deperimento o disseccamento di tutta la pianta o di parti di essa; nelle piante più adulte, allorché la corteccia del tronco e delle branche primarie si è irrobustita, gli attacchi si osservano di più sui rami produttivi: la produzione è compromessa in quanto le gemme a fiore iniziano la ripresa vegetativa in maniera stentata, molte rimangono chiuse, molte arrivano al bottone bianco e poi il ramo si secca, i pochi fiori che riescono ad aprire abortiscono; successivamente il ramo dissecca completamente e dalla parte basale partono i nuovi germogli e la pianta sviluppa regolarmente durante i mesi estivi. Difesa e prevenzione Il contenimento della malattia si effettua efficacemente effettuando in maniera contemporanea una difesa diretta con trattamenti a base di sali di rame e pratiche agro- nomiche di prevenzione; questi possono essere così riassunti: Evitare ristagni idrici: le piante che crescono in terreni con ristagno idrico sono risultate estremamente più sensibili agli attacchi, per cui un buon drenaggio nei mesi autunnoinvernali risulta fondamentale; Trattamenti: nella prima quindicina di settembre pennellare il tronco nei primi 10-20 cm delle branche primarie con una pasta a base di poltiglia bordolese; successivamente nei mesi di ottobre-novembre e febbraio effettuare 3-5 trattamenti a base di poltiglia bordolese (8-10 kg./ha) in corrispondenza di periodi piovosi e subito dopo la potatura; Potatura: nelle piante in allevamen- 9 to effettuare i tagli grossi di diradamento branche solo nei mesi di luglio-agosto; nei primi 2-3 anni di vita dell’impianto ridurre al minimo i tagli di potatura ed effettuarli o nel mese di settembre oppure nel mese di febbraio-marzo possibilmente in periodi asciutti e in assenza di gelate. INTERVENTI AGRONOMICI E FITOSANITARI CONSIGLIATI CONTRO IL DEPERIMENTO DELL’ALBICOCCO EPOCA TIPO PRINCIPIO DI INTERVENTO DI INTERVENTO ATTIVO agosto settembre Pennellatura del tronco ottobre novembre fine inverno fine inverno DOSE COMMENTI Poltiglia Pasta disinfettante a Da farsi per i primi 6 anni sui bordolese base di poltiglia bordo- tronchi fino alla base delle branlese al 25% di rame che principali Poltiglia bordolese 125 g/hl p.a. Potatura 3-4 trattamenti a distanza di 8-10 giorni Disinfettare di frequente gli attrezzi e proteggere i tagli più grossi con pasta disinfettante Poltiglia 125 g/hl p.a. bordolese 2 trattamenti a distanza di 8-10 giorni prima dei bottoni bianchi 10 DALL’EMILIA notizie patata: disseccamento dell’apparato FOGLIARE di Franco Girotti operazione di disseccamento della vegetazione in fase di preraccolta della patata fa oramai parte delle tecniche consuete che si applicano sulla coltura e la sospensione del principio attivo glufosinate ammonio, abitualmente utilizzato per questo scopo, ha spinto il mondo produttivo a ricercare tecniche alternative. Si è così approdati all’utilizzo del calore con l’applicazione di una macchina per il pirodiserbo modificata a tale scopo. L’ufficio tecnico della cooperativa ha seguito alcune esperienze nella campagna 2011, una delle quali si è svolta presso l’azienda agricola Capacci Mirko di San Pietro in Vincoli (Ra). La prova è stata applicata su una superficie di 5 mila metri quadrati, varietà Primura seminata con sesto di cm 90 per 26 trainando un’apparecchiatura a Gpl con larghezza di cm 180, con velocità di lavoro di 4 km/ora. Il consumo del Gpl per disseccare un ettaro di patata si aggira intorno ai 40 kg di carburante, con un costo di circa 80-90 euro, e i tempi di esecuzione dell’operazione variano da una e mezza a due ore. La temperatura che raggiunge la pianta sotto la macchina è di 650° ed è questo rapidissimo innalzamento che provoca la morte dell’apparato vegetativo; inoltre la macchina è fornita di due rulli, il primo posto da- L’ DISSECCAMENTO CON L’UTILIZZO DEL CALORE Nella foto sopra un campo con patate da disseccare a sinistra, e a destra patate disseccate. Sotto un particolare della macchina per il pirodiserbo modificata per effettuare il disseccamento della patata con il calore vanti ai bruciatori provoca lo schiacciamento della vegetazione, uniformando la bruciatura, il secondo posto sul retro dell’apparecchiatura comprime l’arginello di terreno prevenendo crepacciamenti e quindi l’inverdimento dei tuberi. L’applicazione di questa tecnica ha consentito di avere il disseccamento completo della vegetazione dopo due-tre giorni, e dopo sette giorni si è potuto procedere all’escavazione dei tuberi già abbucciati, per cui risulta evidente il vantaggio rispetto al classico intervento chimico che comporta un’attesa dopo l’applicazione di circa 15 giorni prima dello scavo. Certamente l’anticipo dello scavo è il principale vantaggio del disseccamento con il calore, non dobbiamo però dimenticare alcuni altri importanti benefici: l’eliminazione degli insetti come tignola e dorifora che vivono sul fogliame della patata (questo consente di risparmiare uno o due interventi con piretroidi) e la cancellazione del classico intervento chimico a scopo disseccante, che certamente non giova alla salubrità dell’ambiente. L’applicazione di questa pratica va naturalmente riprovata e approfondita, per ulteriori informazioni su questo argomento l’ufficio tecnico della cooperativa è a disposizione dei soci. dal metaponto 11 Fragola Candonga: il prodotto strategico di Apofruit in METAPONTO H a un profumo e un gusto intenso, un colore brillante e un’ottima tenuta nel tempo. E’ la Candonga di Basilicata, il prodotto principe della campagna primaverile di Apofruit Italia in Metaponto: una fragola dalle caratteristiche organolettiche straordinarie che, grazie alle sue performance, ha permesso ai soci produttori di ottenere una remunerazione soddisfacente, seppur in un periodo particolarmente critico come quello attuale, per l’ortofrutta. “La fragola è stato l’unico prodotto che ha saputo reggere l’onda d’urto negativa che ha colpito la campagna primaverile commenta Antonio Rubolino, responsabile d’area di Apofruit Italia – Candonga, è una varietà sempre più richiesta dal mercato. E’ una fragola che esprime il massimo delle sue caratteristiche organolettiche proprio qua in Basilicata, un’area particolarmente vocata, superando in questo senso la Spagna che è il nostro principale competitor per questo tipo di produzione”. Al termine della campagna Apofruit Italia ha ritirato 15.000 quintali di prodotto, che sono stati per l’80% destinati ai mercati generali e per il 20% alla GDO. Il prezzo medio di liquidazione ai soci è stato di 2,14 euro al kg. “Risultati leggermente inferiori rispetto allo scorso anno, ma comunque molto soddisfacenti, ottenuti grazie all’indiscussa bontà di questa cultivar, unita alla grande professionalità dei distributori - continua Rubolino - Essendo Candonga uno dei pochi prodotti che negli ultimi tempi hanno permesso ai produttori di ottenere un reddito, si è creato fra i soci di Apofruit Italia un interesse sempre maggiore a innestare nuovi impianti. Siamo infatti passati dai 34-35 ettari iniziali destinati a questa produzione, ai 38 ettari del 2010, fino ad arrivare agli attuali 42 ettari, con un trend in crescita del 15% circa all’anno”. Attualmente i soci Apofruit che producono Candonga in Basilicata sono 12: si tratta di aziende altamente specializzate, con superfici destinate a questa coltura fino a 8 ha per azienda. “Le rese buone e il livello qualitativo eccellente ci permettono di commercializzare la quasi totalità della produzione con il marchio Solarelli, sempre più gradito dal consumatore, certo di trovare all’interno un prodotto ottimo e costante nel tempo. Abbiamo sempre un occhio puntato verso nuove varietà - conclude Rubolino - che in via sperimentale sono state introdotte in una percentuale marginale. La Candonga di Basilicata rimane per ora il nostro prodotto strategico”. la parola ai produttori az. agriCola FariNa doMENiCo e’ soddisfatto dell’esito della campagna primaverile di fragole domenico Farina, che ha un’azienda di 26 ettari a Scanzano Ionico, di cui 3 destinati alla produzione di fragola Candonga. “Vista la crisi generale che ha colpito tutto il comparto ortofrutticolo, direi che non mi posso lamentare. la produzione è stata buona, abbiamo conferito alla cooperativa 1.000 quintali di prodotto, che ci è stato liquidato con una media di 2,06 euro al kg. Certo, non è il prezzo migliore che potessimo spuntare: i costi di produzione per una coltura intensiva come la fragola sono molto alti e il prodotto finale dovrebbe essere più remunerativo. però alla fine abbiamo comunque avuto un buon collocamento sul mercato, e siamo ottimisti per il futuro”. az. agriCola Marta giuSEppE Giuseppe marta ha un’azienda agricola di 30 ettari, che si divide fra le campagne di policoro e l’altipiano della Sila. 15 ettari di terreno sono destinati alla produzione di fragole, di varietà Candonga a policoro, mentre sulla Sila sono coltivate le varietà rifiorenti albion e monterey. “Rispetto ad altre aziende, quest’anno abbiamo chiuso piuttosto bene la campagna primaverile di Candonga, che ci è stata liquidata con una media di 2,29 euro al kg. In tutto fino ad oggi abbiamo raccolto 4 mila quintali di fragole, ora restano da liquidare le varietà rifiorenti”. tornando a Candonga, marta sottolinea come sia un prodotto eccellente dal punto di vista qualitativo, “ha un buon sapore, un bell’aspetto e un colore brillante”. “potevamo fare di più in termini di resa - conclude - ma contiamo di migliorare il prossimo anno, quando estenderemo di qualche ettaro questa produzione”. 12 DAL LAZIO notizie Campagna kiwi 2011: in crescita quALITà e quANTITà rispetto al 2010 di Fabio Marocchi el corso del 2011 abbiamo avuto diversi aspetti favorevoli per il miglioramento della qualità dei frutti. Partendo dai dati meteo abbiamo avuto una primavera ed un inizio estate fresche, con l’80% in meno di piogge. L’umidità relativa era comunque sufficiente a garantire una buona impollinazione. Le temperature sotto la media stagionale, in particolare della notte nei mesi di giugno e luglio, hanno favorito un accrescimento iniziale del frutto costante e omogeneo, aspetto importante che garantisce l’allungamento naturale dei frutti e il massimo rendimento del metabolismo della pianta. Nelle annate con temperature notturne più alte, infatti, si assiste a un accrescimento dei frutti più lento. Un altro aspetto da sottolineare per il miglioramento qualitativo è legato a un numero di fiori inferiore sulla pianta al momento della fioritura. Inoltre, guardando l’aspetto fitosanitario, l’andamento meteo non ha favorito lo sviluppo della batteriosi sui fiori, in particolare quelli maschili, garantendo così una buona impollinazione. Nel corso del 2010 questo temibile batterio ha causato un danno rilevante sui fiori maschili provocando scarsa impollinazione e, di conseguenza, frutti di piccole dimensioni. A tal proposito c’è da dire che si è N rilevata una maggiore sensibilità ad attacchi batterici della varietà maschile Matua. Diverse aziende provvederanno alla sostituzione di questa varietà. Proprio per garantire una buona impollinazione molte aziende hanno eseguito l’impollinazione artificiale, sia con polline estratto nella propria azienda, sia con polline della Nuova Zelanda. Consideriamo questa pratica estremamente utile per garantirsi una frutta di buona qualità, omogenea nelle pezzature e, soprattutto, senza l’uso di fitoregolatori. Si ricorda che, in tutte le ricerche eseguite sia da istituti italiani che da istituti esteri (Nuova Zelanda in particolare), non è stata rilevata traccia di PSA nel polline. Pertanto ribadiamo l’estrema sicurezza e utilità di questa pratica agronomica. In merito alla qualità, come molti sanno, Apofruit Italia è il primo gruppo italiano ad aver messo in atto, con i soci produttori di kiwi, un progetto per garantire al consumatore un frutto privo di fitoregolatori, con un minimo di sostanza secca e grado brix. Vi daremo nei prossimi articoli maggiori informazioni. Difesa dalla batteriosi Al termine della raccolta le indicazioni per la difesa sono: trattare con sali di rame entro le 24-48 ore dalla raccolta. Dalla completa caduta delle foglie si consiglia di proseguire con sali di rame e in seguito con i filmanti per garantirsi una copertura di almeno 30 giorni. I filmanti in particolare sono molto utili in caso di forti gelate. Si ricorda di iniziare le operazioni di potatura in seguito alla disinfezione. Per maggiori informazioni contattare l’ufficio tecnico.