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riabilitazione del paziente operato nel distretto cervico

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riabilitazione del paziente operato nel distretto cervico
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RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE OPERATO NEL
DISTRETTO CERVICO
CERVICO--FACCIALE
Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro-Genova
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Le informazioni trovate in questo opuscolo non sostituiscono il colloquio col medico, ma facilitano e migliorano la comunicazione contribuendo così a creare un
maggior dialogo tra i pazienti e i medici
che li curano.
A cura delle Strutture:
“Riabilitazione Oncologica”
“Gestione Documentazione Scientifica e Biblioteca”
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INTRODUZIONE
Il percorso di cura dei tumori cervico-facciali prevede la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.
La complessità delle problematiche legate alla patologia e ai trattamenti, rende indispensabile un intervento
terapeutico multidisciplinare con la collaborazione di più
figure professionali (oncologo, radioterapista, chirurgo,
fisiatra, infermiere, fisioterapista, psicologo).
In relazione al tipo di intervento chirurgico, il paziente operato nel distretto cervico-facciale può presentare disabilità con compromissione parziale o totale di alcune funzioni, quali il linguaggio, la deglutizione e il movimento. Alterazioni estetiche possono, in taluni casi, sommarsi al danno funzionale.
Gli esiti funzionali ed estetici risentono anche del
trattamento radiante. La radioterapia, infatti, essendo un
trattamento locale, determina un’alterazione dei tessuti
interessati, con perdita dell’ elasticità, edema e fibrosi. Tale danno contribuisce ad aggravare ulteriormente gli esiti.
In questo contesto, la Riabilitazione Oncologica
può in maniera significativa ridurre il grado di disabilità
del paziente e migliorarne la qualità di vita.
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È fondamentale, nella fase post-operatoria, coinvolgere il paziente affinché diventi consapevole e protagonista del progetto riabilitativo.
Questo opuscolo vuole offrire un supporto ai
pazienti oncologici sottoposti a chirurgia cervicofacciale, allo scopo di aiutarli ad affrontare e a gestire
al meglio le sequele derivanti dall’intervento.
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INTERVENTI CHIRURGICI NEL DISTRETTO CERVICO-FACCIALE
La chirurgia del distretto cervico-facciale in
ambito oncologico è particolarmente rivolta alle
strutture anatomiche presenti nelle vie aerodigestive superiori (VADS) e alle ghiandole salivari
maggiori (es. parotide).
Le VADS comprendono organi importanti nelle
funzioni respiratorie e digestive tra cui: lingua, pavimento orale, palato, faringe, laringe, cavità nasali.
I principali interventi chirurgici che possono
essere eseguiti sono i seguenti:

Dissezione linfonodale latero-cervicale, consiste nell’asportazione dei linfonodi della catena
laterale del collo;

Parotidectomia, che prevede l’asportazione
totale o parziale della ghiandola parotide;
Interventi di asportazione totale o parziale di organi
presenti nelle Vie Aeree Digestive Superiori
(asportazione della laringe: laringectomia; asporta-
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zione della mandibola: mandibulectomia, ecc.)

Interventi di ricostruzione.
Tutti questi interventi possono determinare gradi più o meno elevati di disabilità in relazione alla funzione della struttura operata e all’ entità dell’ asportazione. E’ indicato, quindi, un adeguato intervento riabilitativo effettuato dal fisioterapista e preceduto da
valutazione clinica.
L’esame obiettivo e i test consentono di stendere il progetto riabilitativo individuale da condividere con il paziente. L’assistenza inizia nell’immediato post-operatorio e prosegue durante il periodo di
degenza.
Alla dimissione, il paziente riceve le istruzioni
per effettuare esercizi di auto-trattamento a domicilio. Dopo la guarigione della ferita chirurgica, si effettua un’ulteriore valutazione in ambulatorio per definire i tempi e i modi del completamento del progetto
riabilitativo.
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ESERCIZI CONSIGLIATI AI PAZIENTI
Vengono di seguito riportate le informazioni riguardanti gli esercizi di base adatti all’auto-trattamento dopo interventi di dissezione linfonodale latero-cervicale o di parotidectomia in quanto sono le principali cause di esiti funzionali.
Poiché la chirurgia a livello della testa e del collo richiede un approccio riabilitativo personalizzato, questi esercizi richiedono comunque una specifica indicazione da parte
del fisioterapista sia per quanto riguarda le corrette modalità
di esecuzione, sia per quanto concerne l’eventuale integrazione di ulteriori tecniche specifiche.
Dissezione linfonodale latero-cervicale
La dissezione linfonodale latero-cervicale è un intervento assai frequente nella chirurgia dei tumori della testa e
del collo; consiste nell’asportazione della catena linfonodale
latero-cervicale e può essere eseguita con due differenti tecniche:

Dissezione linfonodale latero-cervicale radicale (RND):
prevede l’asportazione di tutti i linfonodi della catena
latero-cervicale, del muscolo sternocleidomastoideo,
del nervo accessorio e della vena giugulare;
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
Dissezione linfonodale latero-cervicale conservativa
(CND): consiste nell’asportazione dei linfonodi laterocervicali, con il risparmio delle restanti strutture anatomiche.
Esiti funzionali
Questi interventi chirurgici, soprattutto quando radicali (RND), producono importanti deficit della motilità volontaria.
In particolare:

Limitazione funzionale nei movimenti del capo per la
compromissione del muscolo sternocleidomastoideo;

Limitazione funzionale nei movimenti del braccio per
deficit del muscolo trapezio superiore, importante stabilizzatore della scapola.
Ad aggravare questi esiti, inoltre, è il trattamento radioterapico che molto spesso precede o segue il trattamento
chirurgico.
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Esercizi
In posizione supina sollevare ed abbassare lentamente l’arto
superiore (del lato operato) mantenendo esteso il gomito per
tutto l’arco di movimento.
In posizione supina abdurre l’arto superiore il più possibile
con gomito steso senza sollevarlo dal piano del letto e ritornare alla posizione iniziale.
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In posizione supina con arto superiore abdotto a 90° e gomito flesso a 90°, ruotare lentamente l’arto in avanti finchè il
palmo della mano tocca il piano del letto, quindi eseguire il
movimento contrario finchè il dorso della mano tocca il letto.
In posizione supina puntare l’arto superiore verso l’alto con
gomito esteso quindi rilassare
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In stazione eretta ,con braccia lungo il corpo, muovere le spalle
in alto, in dietro, in basso ed in avanti con movimenti circolari
In stazione eretta, posizionandosi a lato di una parete,
“camminare” con le dita verso l’alto tenendo il gomito esteso
ed avvicinandosi progressivamente alla parete, quindi ritornare
alla posizione iniziale facendo scivolare la mano sulla parete.
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In stazione eretta con arti superiori abdutti a 90° ruotare
entrambe le braccia in senso orario.
In decubito laterale, dal lato non operato,con il capo ben
sostenuto dal braccio, piegare il mento verso il torace.
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In posizione supina ruotare il capo verso destra e verso
sinistra raggiungendo la massima ampiezza di movimento.
In posizione supina girare il capo il più possibile verso il
lato non operato cercando contemporaneamente di abbassare la spalla del lato operato.
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In stazione eretta ruotare il capo in senso orario ed antiorario.
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Parotidectomia
La parotidectomia è un intervento chirurgico che
consiste nell’asportazione in toto (parotidectomia totale)
o in parte (parotidectomia parziale o superficiale) della
ghiandola parotide. Non è un intervento molto frequente
e può essere eseguito sia in presenza di neoplasie benigne
che maligne.
Esiti funzionali
Durante l’intervento chirurgico possono verificarsi
lesioni di varia gravità a carico del nervo facciale.
Questo comporta una riduzione della funzionalità della
muscolatura mimica facciale. Il danno può essere a carico
di tutta la metà del volto oppure localizzato ( fronte, labbra, palpebre, solco tra il naso e la bocca).
Il deficit che si manifesta non è solo estetico ma anche funzionale, in quanto il paziente può presentare delle
difficoltà nel masticare, nel deglutire, nel parlare o nel
chiudere gli occhi.
Esercizi
A seguito di un intervento di parotidectomia il paziente può eseguire vari esercizi davanti allo specchio.
Questi esercizi consentono di stimolare selettiva-
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mente vari muscoli. Il paziente, in base anche al consiglio del fisioterapista, si concentrerà sugli esercizi che
riguardano il distretto del viso maggiormente interessato dal deficit funzionale.
Qui di seguito descriviamo brevemente la tipologia di esercizi da eseguire per i rispettivi muscoli
mimici:
 muscolo
frontale: sollevare le sopracciglia
formando rughe orizzontali nella fronte
 muscolo
corrugatore del sopracciglio:
avvicinare le sopracciglia progressivamente alla
radice del naso
 muscolo orbicolare dell’occhio: chiudere
con forza gli occhi
 muscolo quadrato del labbro superiore:
arricciare il naso e sollevare il labbro superiore
 muscolo zigomatico: fare un ampio sorriso
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 muscolo
risorio: avvicinare le labbra e stirare lateralmente le commessure labiali
(accennare un sorriso)
 muscolo orbicolare della bocca: dare un
bacio
 muscolo
buccinatore: comprimere fortemente le guance e le labbra contro i denti
 muscolo triangolare delle labbra: abbassare in modo deciso gli angoli della bocca
 muscolo
mentale: portare e rovesciare il
labbro inferiore in fuori
 muscolo platisma: abbassare la commessura
labiale il più in basso possibile tirando la cute
del collo
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INDICE
INTRODUZIONE
3
INTERVENTI CHIRURGICI NEL DISTRETTO
CERVICO FACCIALE
5
ESERCIZI CONSIGLIATI AI PAZIENTI
DISSEZIONE LINFONODALE LATERO-CERVICALE
Esiti funzionali
Esercizi
PAROTIDECTOMIA
Esiti funzionali
Esercizi
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7
8
9
15
15
15
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Attività d’informazione svolta nell’ambito del Progetto finanziato dal Ministero della Salute dal titolo:
“SICOP (Sistema Informativo per la Comunicazione
Oncologica ai Pazienti)”
2008 - Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro
Genova
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