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le fiabe nell`era moderna
1 I.C.” Mahatma Gandhi” - Roma Anno Scolastico 2013/14 Ringrazio i miei alunni della I D per l’impegno, la creatività e la voglia che hanno dimostrato nel mettersi alla prova in questo progetto di fiabe. Bravi! Ringrazio la maestra Giuliana Cimino e le due quinte A e B della scuola elementare “Paolo Rossi” per la realizzazione dei tanti disegni con cui hanno arricchito il lavoro dei bambini più grandi in questo libro di fiabe. Prof.ssa Loredana Picciolo Il disegno sulla copertina è di Laura V A 2 LE FIABE NELL’ERA MODERNA - Biancaneve di L. Andolfi - Cenerentola di E. Bielli - Pollicino di G. Croci - Cappuccetto Rosso di M. Cinti - Cenerentola di R.Masone - Cappuccetto Rosso rap di S.Menegat - Biancaneve 2013 di M. Vastante - Cenerentola di L. Leonetti pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. LE FIABE INVENTATE - Il vestito del nano di L. Andolfi - Il ragazzo coraggioso di F. Falla - Il segreto del castello di L. Forsinetti - Il drago a Borcking di D. Visciglio - La nuvola verde di S.Bertocci - Il drago e il contadino di M. Vastante - La pesciolina d’argento di S. Moretti - Il contadino e il vecchio di F. Pulcinelli MISCELLANEA DI FIABE - Pinocchio e .. di F.Falla - Alice e Biancaneve di E. Bielli - I lupi delle fiabe di L. Forsinetti - Cappuccetto Rosso e..di M. Vastante - Il cielo di fiabe di G. Fatuzzo - Cappuccetto e… di A. Brandimarte pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 5 8 9 11 12 14 16 18 22 23 25 26 28 30 31 32 35 37 40 42 44 47 3 IL SEGUITO NELLE FIABE - …di Biancaneve di F. Di Domenica - …di Cenerentola di E. Bielli - …di Pollicino di M. Vastante - …di Hansel e Gretel di D. Visciglio pag. pag. pag. pag. UN ALTRO PUNTO DI VISTA NELLE FIABE - Genoveffa ,la sorellastra di L. Rumori pag. - La strega di Hansel e Gretel di E. Bielli pag - Il lupo dei tre porcellini di S. Giua pag. - Il lupo di Cappuccetto Rosso di F. Cucchiella pag. - La matrigna di Cenerentola di G. Ricotta pag. - La matrigna di Cenerentola di F. Catena pag. - La strega di Hansel e Gretel di F. Bertelli pag. - La nonna di Cappuccetto Rosso di L.Leonetti pag. - La matrigna di Cenerentola di A. Ronga pag. - Edgar, il maggiordomo degli aristogatti di L. Forsinetti pag. 50 51 53 55 59 60 63 65 67 70 72 74 76 77 4 LE FIABE NELL’ERA MODERNA FEDERICA V A 5 BIANCANEVE NELL’ERA MODERNA C’era una volta una donna che sposò un re con una bambina bellissima. La matrigna aveva un’applicazione sul suo i-Phone : ogni volta che faceva una domanda, quello rispondeva sinceramente. La matrigna faceva sempre la stessa domanda:’’I-Phone, i-Phone delle mie brame chi è la più bella di tutto il reame?’’ E l’applicazione rispondeva con voce quasi stanca : “ Sei tu la più bella di tutto il reame o mia regina’’. A volte però il cellulare non prendeva e quindi la matrigna doveva affacciarsi alla finestra del suo grattacielo. Quando parlava,però, tutti quelli che passavano di lì, la prendevano per matta. Intanto Biancaneve cresceva e diventava sempre più bella. Un giorno la matrigna fece la solita domanda all’ i-Phone ma quello rispose:’’ Eri tu la più bella o mia regina, ma ora è Biancaneve’’. A quella risposta la matrigna andò su tutte le furie e chiese ad un suo amico malfattore di uccidere Biancaneve. Quando l’uomo vide Biancaneve non riuscì a fare quanto gli era stato ordinato e consigliò alla ragazza di scappare per le vie della città. L’uomo tornò dalla matrigna e le disse di aver ucciso Biancaneve. La ragazza, intanto in fuga, era arrivata davanti ad una villa enorme di lusso e super tecnologica con la porta aperta. Allora decise di entrare: c'era di tutto ed ogni cosa era super tecnologica. Volle subito darsi da fare: si mise a lavare il pavimento con il roto-mop e a pulire i vetri con il vetril. Notò una cosa: tutto in quella casa era più piccolo del normale. Arrivò alla camera da letto e lì trovò sette lettini, li mise tutti vicini e pensò che era meglio farsi una dormita. Quando i sette nanetti proprietari di casa tornarono dalla fabbrica e la videro sui lettini,la svegliarono e,dopo che lei ebbe raccontato la sua storia, la lasciarono stare in casa ma ad una condizione: doveva tenere la villetta in ordine e pulita. Intanto la matrigna scoprì che 6 Biancaneve era viva e quindi pensò di scaricare sul suo telefono un' applicazione che permetteva di modificare la voce. Si sarebbe travestita da vecchietta per dare una mela avvelenata. Biancaneve sarebbe morta e l’avrebbe svegliata solo il bacio del vero amore. Il piano della matrigna funzionò. I sette nani, addolorati, la misero in una bara trasparente. Un giorno un Principe passò di lì. Al suo bacio Biancaneve si risvegliò. I due allora scapparono con la moto del principe e vissero per sempre felici e contenti. LAURA ANDOLFI 7 ELISABETTA V A 8 CENERENTOLA NELL' ERA MODERNA C'era una volta una bellissima ragazza di nome Cenerentola che viveva con la sua matrigna e le due sue sorellastre. Cenerentola faceva le pulizie nella loro casa ma anche se doveva fare la lavapiatti teneva molto al suo aspetto fisico: ogni giorno si alzava prestissimo, faceva jogging, poi doccia, piastra ai capelli e iniziava la giornata. Mentre spazzava, dato che la casa era piena di specchi, passava gran parte del tempo davanti a questi, spostandosi i capelli da una parte all’altra e facendo smorfie strane con la bocca. Come potete vedere,Cenerentola era un po’ vanitosa e se la matrigna la beccava, tornava subito sull'attenti, come se non fosse successo niente. A fine giornata, stanca e insonnolita, si recava nel suo bel bagnetto, con il telefono in mano, si sedeva sullo sgabellino e metteva i piedi in una bacinella con petali di rosa, cosicché fossero profumati morbidi e curati, pronti per infilarsi sotto le coperte. Un giorno arrivò una email alla matrigna che diceva: “Tutte le ragazze dai 20 anni ai 25 sono invitate al ballo del Conte Azzurro che cerca moglie”. La perfida chiamò le sue figlie e disse loro di farsi belle e di ordinare su internet un nuovo vestito da ballo. Cenerentola, che aveva intercettato l'email, si procurò un vestito da sogno turchese di pizzo con scarpette di cristallo. Si fece prestare da un suo lontano amico la limousine e, quando la matrigna uscì di casa, pronta all'attacco si fece più bella che mai. Giunta al ballo vide delle ragazze sconcertatamente brutte e capì che aveva campo libero. Poi aguzzò la vista e notò le due leccapiedi delle sorellastre appiccicate al principe; allora furiosa partì,senza indugio, alla conquista e,mentre camminava, vide venire incontro a lei il principe che la invitò a ballare. Dopo quella magica serata Cenerentola visse per sempre felice e contenta nella reggia del principe. ELISA BIELLI 9 POLLICINO NELL’ERA MODERNA In una villa abitavano marito e moglie che sognavano da tempo di avere un figlio e,dopo lunga attesa, nacque. I due lo chiamarono Pollicino, perché era di struttura esile. Dopo anni di vita trascorsa accudendo il figlio, i genitori si resero conto che era diventato molto difficile andare avanti, perché le tasse aumentavano sempre di più: c’erano le bollette da pagare, l’IMU, l’ICI, l’AMA e la spesa da fare. Non riuscendo ad arrivare a fine mese con quei pochi soldi, i genitori decisero di abbandonare il figlio in città, così che lui non sarebbe più tornato da loro. La mattina seguente si recarono nel grande centro commerciale della città e lo seminarono. Il bambino,però, aveva portato con sé il suo “IPHONE 5” con il GPS che era stata una spesa folle che i genitori avevano fatto per lui. Fu così che lo usò per ritrovare furbescamente la strada di casa. Quando se lo ritrovarono davanti, i suoi genitori decisero, nuovamente, imperterriti di sbarazzarsi del figlio. Questa volta non si dimenticarono , però, di togliergli il cellulare. Il bambino, ritrovandosi da solo nelle strade di Parigi, con soli due euro in tasca, fu attratto da una slot machine in un bar. Giocò: una volta, due volte, tre volte, alla quarta…eccola la combinazione vincente! Il bambino, con il suo bottino, nonostante l’abbandono, ripensò ai genitori e decise di tornare a casa e di godere con loro la sua vincita. GABRIELE CROCI 10 ELISA 11 CAPPUCCETTO ROSSO NELL’ERA MODERNA Un giorno la mamma di Cappuccetto Rosso chiese alla figlia di portare alla nonna un cesto di dolci, in cui mise una torta e dell’acqua . Tutte quelle delizie non erano solo per la nonna ma anche per Cappuccetto Rosso. La nonna abitava a un Km da casa sua e per arrivarci si doveva passare attraverso i giardini pubblici. Dopo un'ora partì a piedi. Mentre attraversava i giardini pubblici, la bambina ascoltava musica dalle cuffie verdi, infilate sulla sua testolina. Aveva al polso un orologio "Rolex" e le mitiche "Blazar" ai piedi,per le quali aveva dovuto aspettare una stagione. Mentre camminava, incontrò un lupo che adocchiò subito il suo prezioso orologio e le domandò: "Dove vai piccola bambina?" . Lei gli rispose: "Vado a portare i dolci alla mia nonnina". Allora il lupo le chiese dove stava la casa della nonna e lei gli rispose che si trovava a 300 mt da lì.Cappuccetto Rosso continuò a camminare , immersa nella musica, con un rumore assordante alle orecchie, ma non prestò attenzione al percorso e finì in una via sconosciuta. Per fortuna aveva il telefono "I Phone", così attivò il "GPS" e procedette tranquilla. Intanto il lupo stava studiando un piano perché voleva per sé quello splendido orologio che aveva visto al polso di Cappuccetto Rosso. Decise, perciò, di prendere in ostaggio la nonna e chiedere come riscatto proprio il "Rolex". Il lupo si mise a correre per arrivare prima a casa della nonna e ci riuscì. Una volta arrivato, legò le mani, mise un bavaglio alla bocca della nonna e aspettò pazientemente Cappuccetto Rosso. Dopo dieci minuti lei arrivò, aprì la porta e trovò con sua grande sorpresa davanti a sé il lupo che aveva incontrato poco prima. Lui le disse con tono deciso: "Dammi il tuo Rolex o uccido tua nonna". Cappuccetto Rosso non ci pensò due volte e gli diede il Rolex. 12 Mentre il lupo godeva di aver preso l'orologio, passò una guardia forestale che lo vide e gli sparò tre colpi in testa. Cappuccetto Rosso perciò si poté riprendere il suo Rolex, diede i dolci alla nonna e insieme a lei si gustò la cremosa torta che aveva portato nel suo cestino. MANUEL CINTI CENERENTOLA NELL' ERA MODERNA C’era una volta una bambina di nome Cenerentola. Aveva ormai 19 anni e voleva andare all’Università per diventare medico ma la sua matrigna non aveva nessuna intenzione di mandarla alla Facoltà di Medicina. “A cosa ti serve studiare, se devi fare le faccende di casa?”, le diceva. Quindi Cenerentola decise di scappare di casa e ci riuscì. Sarebbe andata a studiare in una città lontana, Roma, perché lì c’erano molti monumenti da vedere. Il giorno dopo, Cenerentola era a Roma. Visto che il ricco padre le aveva lasciato in eredità un bel gruzzoletto, affittò una villetta e, siccome, non aveva più voglia di fare le pulizie, comprò l’ultima generazione di aspirapolvere, programmata per spostarsi e aspirare la sporcizia da sola; per asciugare i panni, un’asciugatrice che asciuga e per giunta poi li stira; infine, per lavare piatti e pentole, una lavastoviglie. Il primo dì d’Università, nella sua classe, conobbe un ragazzo molto bello e simpatico. Dopo tre lezioni, i due si scambiarono i numeri di telefono. Si chiamarono nel pomeriggio e decisero che il sabato 13 seguente sarebbero andati a prendere un gelato. Il loro primo appuntamento andò benissimo: già si davano i baci sulla guancia. Da quel momento furono sempre insieme e, quando non potevano vedersi, si scambiavano messaggi lunghissimi su whatsapp. Fu Cenerentola a prendere il coraggio per prima e un giorno, mentre chattavano, scrisse: “Ci fidanziamo? ” Lui, che si chiamava Pasquale, accettò. Quattro anni dopo, entrambi si laurearono col massimo dei voti. Cenerentola, quindi, coronò il suo sogno di diventare medico e non solo, scoprì anche di voler formare una famiglia con Pasquale, con cui l’anno dopo si sposò. Per il resto della loro vita, vissero felici e contenti insieme ai figli che erano nati e svolgendo la loro professione con enorme piacere. RAUL MASONE VERONICA V A 14 CAPPUCCETTO ROSSO Rap NELL’ERA MODERNA C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso che si vestiva tutta di rosso, stile rapper. Mentre attraversava il bosco per andare dalla nonna a portarle da mangiare, incontrò un lupo molto esibizionista con un cappello Dolce e Gabbana, un orologio Rolex tutto d’oro e con un anello d’argento. Le disse:”Dove vai cara bambina?:” La bambina gli rispose:”Vado da mia nonna a portarle da mangiare perché lei è molto anziana e con l’aiuto del GPS arriverò presto da lei” . Si salutarono e Cappuccetto continuò il suo tragitto. Il lupo conosceva una scorciatoia per arrivare dalla nonna di Cappuccetto Rosso, quindi partì, per giungervi prima di lei. Appena il lupo fu davanti la casa della nonna di Cappuccetto Rosso suonò il citofono. Dopo alcuni secondi ,un grande cancello elettrico si aprì, lui entrò e suonò al campanello. La nonna aprì e il lupo , indovinate un po’: se la mangiò in un sol boccone, indossò i suoi vestiti e si mise nel suo letto. Cappuccetto Rosso, arrivò a casa della nonna, suonò al campanello ed il lupo con voce stridula, disse:”Entra pure, nipotina mia, è aperto!”. Appena Cappuccetto Rosso vide la nonna, che in realtà era il lupo, disse:”Che occhi grandi che hai!”. Il lupo rispose:”Cara, sono per guardarti meglio”. Cappuccetto Rosso replicò:”Nonnina, che orecchie grandi hai!” “Sono per ascoltarti meglio, bambina mia!”;”Che naso grande hai!”;”E’ per sentire meglio il tuo dolce profumo”;”Che bocca grande hai!”; ”Si! Per mangiarti meglio!”e la mangiò. Il lupo , sazio, si addormentò. Un cacciatore, passava di lì, vedendo la casa della nonna aperta, entrò e vide il lupo cattivo, addormentato nel letto della nonna con indosso i suoi vestiti ed una pancia enorme. Cappuccetto Rosso e la nonna non erano in casa, quindi, con il suo coltello laser, decise di tagliare la pancia del lupo e ne tirò fuori sia la nonna che Cappuccetto Rosso. Cappuccetto Rosso, da quel 15 giorno, capì che, non doveva fidarsi degli sconosciuti. Intanto il cacciatore, seppellito il lupo, aveva pensato bene di sfilargli il Rolex e l’anello d’oro. Perché lasciarli sotto terra? SIMONE MENEGAT LIVIA V B 16 BIANCANEVE 2013 NELL’ERA MODERNA In un piccolo paese sul lago di Como, viveva una ragazza di nome Biancaneve, figlia di un ricco industriale. La madre di Biancaneve era morta in un incidente stradale, quando lei aveva cinque anni, ed il padre si era risposato da poco con una giovane e bellissima ragazza, poco più grande di Biancaneve. La matrigna, che era una persona molto cattiva, oltre ad essere gelosa della bellezza di Biancaneve, mirava ad ereditare tutte le proprietà del marito. Per questo motivo stava pensando un modo per uccidere Biancaneve. Un giorno preparò una strana bevanda e andò a trovare, in gran segreto, un’amica di Biancaneve. La matrigna le chiese di dare da bere a Biancaneve quella bevanda ed in cambio le avrebbe regalato dei vestiti firmati e un I-Phone. L’amica di Biancaneve, che non era ricca, si lasciò tentare ed accettò la proposta della matrigna. Telefonò a Biancaneve e la invitò a casa sua a fare due chiacchiere. Quando Biancaneve arrivò a casa dell’amica, trovò sul tavolino un vassoio con due bicchieri e dei pasticcini. Le due iniziarono subito a chiacchierare ma, presto, l’amica si rese conto che non poteva tradire Biancaneve e scoppiò a piangere. Tra le lacrime raccontò che la matrigna voleva ucciderla. Biancaneve rimase sconvolta e capì che doveva scappare via da casa, altrimenti sarebbe stata in pericolo. Partì subito e andò in un paesino arroccato sulle Alpi, dove qualche anno prima era stata in vacanza. Si ricordò di una piccola baita in mezzo al bosco e la raggiunse, sperando di trovare un rifugio. La porta era aperta, ma in casa non c’era nessuno. Biancaneve notò subito che vi era un gran disordine e si mise a ripulire le stanze. Quando giunse in camera da letto, era talmente tanto stanca che si addormentò profondamente. Dopo un po’, sette boscaioli che abitavano nella baita, rientravano dal lavoro nei boschi e restarono molto stupiti dal trovare tutto in ordine. 17 Andarono a controllare nelle altre stanze e, infine, trovarono Biancaneve che dormiva. La svegliarono delicatamente e le chiesero chi fosse. Biancaneve raccontò la sua storia ai boscaioli che, commossi, le offrirono ospitalità. La matrigna, però, non si era rassegnata all’idea che fosse ancora viva e decise di cercarla. Ingaggiò un investigatore privato che, in poche settimane, rintracciò il rifugio di Biancaneve e lo rivelò alla matrigna. Questa volta la matrigna decise di andare personalmente ad uccidere Biancaneve e preparò una torta al cioccolato, il dolce preferito di Biancaneve, con dentro il veleno. Partì ,quindi, con il suo fuoristrada e, arrivata davanti alla baita dove abitava Biancaneve, suonò il campanello. Quando Biancaneve aprì la porta fu molto stupita di trovarsi di fronte la matrigna, ma questa la implorò di perdonarla per il suo comportamento, dicendole che si era pentita e offrendole una torta in segno di pace. Biancaneve, che era una ragazza molto buona, accettò il dolce ma non appena diede il primo morso, cominciò a sentirsi male e cadde a terra svenuta. Uno dei boscaioli, che era nei paraggi, aveva assistito a tutta la scena. Chiamò immediatamente un’ambulanza e i Carabinieri che arrivarono subito sul posto. Mentre i Carabinieri inseguivano la matrigna per arrestarla, dall’ambulanza scese un medico bellissimo che, non appena vide Biancaneve, se ne innamorò. Si adoperò subito per soccorrerla. Dopo un po’ Biancaneve si riprese ed anche lei rimase colpita dalla bellezza del medico. I boscaioli capirono subito che Biancaneve ormai non correva alcun pericolo perché aveva trovato chi l’avrebbe protetta per sempre. MATTEO VASTANTE 18 ELENA V B CENERENTOLA NELL' ERA MODERNA C’era una volta una ragazza di nome Cenerentola. Era bella, simpatica ma a volte un po’ testarda. Un giorno, mentre era su Whatsapp, seppe da una sua amica che un ragazzo molto attraente dava una festa in discoteca. Lei ci voleva andare. La madre avrebbe fatto sicuramente storie a mandarla ma tentar non nuoceva. La prima cosa da fare era comprarsi un bel vestito. Cenerentola pensò, dunque, di andare a fare shopping. Trovò un negozio che subito la 19 interessò. Aveva le vetrine decorate con dei divertenti fiocchetti rosa e, poi, si intravedevano all’interno vestiti bellissimi. Appena entrata, incontrò alla cassa un’anziana signora che, pur essendo un po’ cicciottella, sapeva tessere in pochi minuti qualsiasi cosa: sciarpe, magliette, abiti, pantaloni… La vecchietta disse: - Salve! Cerca qualcosa? Veramente sì! -rispose. Sto cercando un vestito per andare ad una festa in discoteca. La vecchietta capì subito che era un’emergenza, così disse: “E’ veramente un onore per me avere una ragazza così attraente nel mio negozio. Ho perciò deciso di tessere un vestito appositamente per te”. Cenerentola a queste parole arrossì. La vecchietta tessé così in 5 minuti un abito che lasciò Cenerentola senza parole: era color turchese, lungo e con un meraviglioso pizzo. La ragazza la ringraziò molto e proprio quando stava per andarsene, fu fermata dalla vecchietta. L’avvisò che l’abito avrebbe potuto scucirsi improvvisamente e che perciò doveva stare attenta: se avesse visto un filo di cucitura penzolare, doveva darsela a gambe. Si scambiarono il numero di telefono così che Cenerentola non l’avrebbe dimenticato. A casa Cenerentola si mise a chattare con l’amica che le aveva detto della festa. Le scrisse: Confermo la mia presenza alla festa. Vestito pronto! Per una volta la casa potrà anche pulirla mia madre. Non credi? Arrivò il giorno del ballo e Cenerentola andò in garage per prendere la FIAT del padre e così, senza alcun indugio, salì a bordo e si avviò. Arrivata a destinazione, pensò subito che quella era una festa qualunque perché da fuori, era veramente orribile. Ma appena entrata, si accorse che era un posto veramente alla moda! Subito si diresse dal ragazzo attraente e si misero a ballare come matti, senza nemmeno presentarsi. Ad un certo punto della festa, le squillò il cellulare: era la vecchietta che le ricordava la storia del filo. Lei attaccò e si rimise a ballare, perché non avrebbe lasciato alle altre il 20 ragazzo più carino della festa! Balla e balla, Cenerentola si accorse che già si era scucita tutta la gonna. Noooo! Si diede subito alla fuga, ma nella sua corsa perse un orecchino. Il ragazzo cercò di fermarla,ma era troppo tardi: lei era saltata dentro la sua FIAT e sfrecciava per le strade, dirigendosi verso casa. Vide il suo bellissimo vestito scomparire piano piano e sì consolò a casa con il calore del suo morbido pigiama. Disperata e delusa, era sprofondata sul divano in salotto, quando fu scossa dal suono del campanello. Chi è? Aperta la porta, si trovò davanti il ragazzo attraente della festa con in mano l’orecchino che aveva perso. Il ragazzo le spiegò che l’aveva seguita e che aveva faticato molto a starle dietro con sua auto. Le ridiede l’orecchino,si presentarono . E poi? Quello che tutti si aspettano: si sposarono e vissero per sempre felici e contenti. LUCREZIA LEONETTI 21 LE FIABE INVENTATE SIMONA LATTANZI 22 IL VESTITO DEL NANO C’era una volta un re che ormai era un po’ in là con gli anni. Aveva un figlio bellissimo che aveva raggiunto l’età giusta per sposarsi e diventare re. Peccato che il principe non voleva assumersi responsabilità troppo grandi né tantomeno governare al posto del padre. Un giorno, il re disse al figlio che doveva assolutamente trovare moglie per diventare il nuovo re. Allora il principe si mise a cavallo e, dopo lunghe ore di cammino, giunse in un bosco. Fu lì, che sentì la voce bellissima di una ragazza che cantava. Decise di seguire quella voce melodiosa. Arrivò dalla ragazza e si nascose dietro un cespuglio per non spaventarla. Appena vide quella bellissima ragazza che cantava e tesseva, se ne innamorò subito. Non sapeva cosa fare e pensava:’’Se esco potrei spaventarla, ma non posso certo rimanere qui per tutta la vita’’. Allora uscì e, dopo essersi presentato alla fanciulla, le chiese di sposarlo. La ragazza si innamorò, anche lei, a prima vista, di quel giovane intraprendente e affascinante, ma gli spiegò che sarebbe stata per sempre schiava di un nano dei boschi, se con un vestito magico non fosse riuscita a farlo ritornare alto e bello. Il principe allora chiese a un piccione viaggiatore di portare un biglietto al re, con il quale chiedeva aiuto al padre. Il re, felice che il figlio avesse trovato la sua sposa, mandò subito dal castello una fatina per aiutare il principe. La ragazza,ago e filo, si mise subito al lavoro. Quando ebbe finito di tessere il vestito, la fatina lo rese magico. La giovane portò il vestito al nano che diventò di nuovo alto e bello come un tempo. Ora la ragazza era libera e poteva sposare il principe. LAURA ANDOLFI 23 IL RAGAZZO CORAGGIOSO C’era una volta un bambino che aveva perso i genitori e viveva nell’ orfanotrofio, ai piedi del castello del regno. Il suo sogno era di diventare un principe, ma la sua istitutrice era una strega e non gli permetteva di dire la sua. Le sue opinioni non contavano. In più, lo utilizzava come servo, facendogli pulire ogni giorno, le grandi sale dell’orfanotrofio, fino allo sfinimento. Il ragazzo, ormai cresciuto, portava anche in inverno un paio di pantaloncini corti e una canottiera. Aveva un cappello da cacciatore, che era appartenuto al padre e da cui non si separava mai, neanche la notte. Un giorno la strega gli ordinò di andare a prendere della legna nel bosco. Il ragazzo ci andò e iniziò a spaccare legna con la sua ascia. Era immerso nel silenzio del bosco, quando sentì una presenza dietro di lui. Era un vecchio misterioso e incappucciato. Gli disse di aver conosciuto un tempo suo padre, che gli aveva salvato la vita. Si sentiva, perciò in debito, e avrebbe fatto qualsiasi cosa il ragazzo avesse chiesto, in memoria di un grande uomo, a cui doveva la vita. Il ragazzo se ne tornò al castello, rimuginando su quanto quel vecchio gli aveva detto. Giunto alle porte dell’orfanotrofio, venne a sapere che un orco aveva rapito la principessa e si era impossessato del castello. Il ragazzo aveva visto tante volte quella principessa gentile venire a trovare i bimbi dell’orfanotrofio. Con il cuore gonfio d’amore per lei, doveva assolutamente salvarla. Andò a cercare il misterioso mago,incontrato nel bosco che intrattenne la strega con alcune delle sue magie, mentre lui, animato da tanto coraggio e dall’amore per la principessa,scappava con la sua spada verso il castello. Si trovò così faccia a faccia con l’ orco. Fu un combattimento all’ ultimo sangue. L’ orco alla fine scaraventò il ragazzo e lo disarmò ma, mentre stava per uccidere il ragazzo, 24 giunse il mago che intrappolò l’orco in una gabbia. La principessa era salva. Il ragazzo coraggioso così sposò la sua amata, diventò il principe del castello e tutti vissero felici e contenti. FILIPPO FALLA MANUEL 25 IL SEGRETO DEL CASTELLO C’era una volta in un villaggio lontano un povero contadino che lavorava nel suo campo dalla mattina alla sera per poter sfamare i propri figli. Qualche anno prima sua moglie era scomparsa senza lasciare traccia, lasciandolo da solo a crescere i ragazzi. Per il contadino era molto faticoso ma lo faceva con piacere poiché amava i suoi figli. Un giorno, mentre zappava in una parte di terreno lontano dalla sua capanna, trovò una lampada tutta incrostata di terra. La portò a casa e, mentre la puliva, dalla lampada uscì del fumo, poi dei fuochi d’artificio insieme a dei gridolini e delle risate. Il contadino si spaventò tantissimo, lanciando la lampada in un angolo della capanna. Ad un certo punto vide una luce fortissima e poi una voce disse: “E’ così che si trattano gli ospiti? Sono qui per esaudire i tuoi desideri e tu mi lanci come una palla?”. “Chi ha parlato?” disse il contadino e la voce rispose “Sono il genio della lampada, non le hai mai lette le favole? Non sai che nelle lampade ci sono i geni che esaudiscono i desideri? Ma in che mondo vivi?”. Il contadino, sorpreso, cominciò a ridere, saltava e gridava. Ad un tratto urlò: “Non dovrò più lavorare, saremo ricchi! Genio trasforma la mia capanna in un gigantesco e bellissimo castello. Voglio mobili preziosi e tende alle finestre”. Arrivarono i figli contentissimi. Che cosa era successo? Come mai la loro casa era diventata così bella? Poi videro il genio e capirono tutto. Il Genio però disse che il castello custodiva un segreto: da qualche parte là dentro si nascondeva una strega. Chi avesse scoperto il segreto, avrebbe dovuto sciogliere il terribile incantesimo. Quando il contadino trovò la strega nelle segrete del castello, si sentì in dovere di aiutarla. La strega aveva uno sguardo familiare ma era troppo brutta per riconoscerla, eppure gli ricordava qualcuno che 26 non vedeva da molto tempo! Doveva assolutamente scoprire chi si nascondeva sotto tutti quei capelli arruffati e quel ghigno diabolico. Subito corse a prendere la lampada che avrebbe sciolto l’incantesimo. Si lanciò giù dalle scale e arrivò davanti alla strega. Le puntò la lampada sugli occhi ed un fascio di luce l’avvolse: rimasero per un momento tutti accecati dal bagliore! Poco dopo al posto della strega c’era una bellissima donna vestita di bianco. Era la sua amata moglie. Era stata intrappolata lì sotto per molto tempo senza poter vedere suo marito ed i figli. Ora avrebbero potuto ricominciare a vivere tutti insieme felici e contenti! LUDOVICA FORSINETTI IL DRAGO A BORCKING C’era una volta un principe di nome Master e una principessa di nome Susy che vivevano felicemente in una città di nome Borcking. Abitavano in un castello bellissimo, arredato con mobili antichi, quadri di pittori famosi, foto e statue di marmo di Carrara. Purtroppo a Borcking viveva anche un grande drago che, ogni notte usciva per le strade della città e si mangiava due o tre persone. Ma il suo cibo prelibato erano le principesse, per questo tentava ogni notte di rapire la principessa Susy. A difendere la principessa c’era sempre uno gnomo magico di nome Cico. Una notte, però, lo gnomo per la stanchezza si addormentò, Il drago ne approfittò per 27 rapire la principessa Susy e la portò in una grotta per mangiarsela. Nessuno conosceva l’esistenza di questa grotta, tranne lo gnomo Cico. Appena Master e Cico si accorsero che la principessa era scomparsa, si misero subito in azione. Lo gnomo spiegò al principe dove si trovava la grotta del drago e gli fornì anche una spada potentissima e magica. Il principe trovò la grotta, e appena entrò, vide Susy pericolosamente tra le grinfie del drago. Immediatamente il principe attirò l’attenzione del drago, facendo un forte rumore. Il drago posò la principessa per andare a vedere da dove provenisse quel frastuono e il principe, velocissimo e di nascosto, poté avvicinarsi alla fanciulla e riuscì a portarla in salvo fuori dalla grotta, affidandola a Cico. Poi tornò nella grotta e con la potente spada decise che bisognava liberarsi finalmente del drago. Con il suo coraggio e la sua spada magica,lo affrontò e riuscì a ucciderlo. Tutti i cittadini di Borcking uscirono dalle loro case per festeggiare l’uccisione del drago e onorare il principe Master che, dopo tanti anni di soprusi e angherie, era finalmente riuscito a liberare gli abitanti di Borcking da quel drago cattivissimo. Il principe Master la principessa Susy poterono così continuare a vivere insieme felici e contenti. DAVIDE VISCIGLIO 28 LA NUVOLA VERDE C’era una volta un principe e un povero contadino, che combattevano per l’amore di una principessa. Lei era figlia di un sovrano di un grande regno e per la sua grande bellezza era il sogno di ogni uomo. Per i due contendenti ogni momento era buono per scontrarsi e ogni loro combattimento era senza esclusione di colpi. Un giorno gli abitanti del regno, stanchi di svegliarsi ogni mattina con il fragore dei loro duelli, il caos alle orecchie tra urla, battere di spade,lanci di oggetti, decisero di chiamare il mago della foresta e il suo amico, un vecchio misterioso, il quale era sempre di poche parole ed era abilissimo nel fare incantesimi. I due maghi erano appassionati lettori di fiabe e dalle fiabe avevano imparato che i principi si innamorano solo di principesse bellissime. Per mettere fine alla lite tra i due contendenti allora escogitarono una magia destinata alla giovane, ammirata da tutti per la sua bellezza e amata dai due. Un incantesimo la avvolse in una nuvola verde e PUFF diventò brutta e brufolosa. Chi l’avrebbe più amata? Solo il primo bacio di vero amore avrebbe potuto sciogliere quest’incantesimo. Ogni giorno aveva ricevuto dei regali dal principe e dal contadino, che provavano con i doni a guadagnare il suo cuore. Brutta e brufolosa, per effetto dell’incantesimo, la giovane principessa si affacciò, come faceva d’abitudine, per ammirare i regali. Non appena i due la videro in viso, non riconoscendo la bella amata, se la diedero a gambe levate. Durante la fuga, il povero contadino ripensò ai sentimenti che provava per la giovane, alla gioia e alla spensieratezza che straripavano dal suo cuore. Tornò indietro e la chiese in moglie. Lei accettò perché riconobbe in lui l’amore vero. Dopo il matrimonio, bastò che le loro labbra si sfiorassero e l’incantesimo si sciolse. E mentre i due vissero felici e contenti, il principe se ne andò cavalcando giorno e notte nelle campagne del 29 regno, cercando di scaldare il suo cuore solitario e di alleggerire il suo sentimento di gelosia. SAMUELE BERTOCCI SAMUELE 30 IL DRAGO E IL CONTADINO C’era una volta, in un regno lontano, un drago che seminava il terrore e distruggeva qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Il re allora, disperato convocò a corte tutti i cavalieri del reame e disse loro che, a chi fosse riuscito a sconfiggere il drago, avrebbe dato in sposa sua figlia, la bellissima principessa. Purtroppo nessuno dei cavalieri riuscì nell’impresa. Un giorno un povero contadino che tornava dal mercato dove aveva venduto il suo magro raccolto, incontrò un vecchio, vestito di stracci che chiedeva l’elemosina. Il contadino, mosso a pietà, gli diede le sue monete. Il vecchio lo ricompensò per il nobile gesto, dandogli una pergamena. Il povero contadino rimase molto stupito, ma il vecchio, che in realtà era un mago, gli disse che sulla pergamena vi era scritta la ricetta di una zuppa che lui doveva preparare e dare al drago. Il contadino, fidandosi delle parole del mago, cucinò la zuppa e la portò dinanzi alla grotta del drago. Questi, non appena sentì il profumo della zuppa, si fiondò su di essa e la divorò in un battibaleno. Poco dopo in tutto il reame si udirono degli strani gemiti: era il drago che a tutta velocità correva verso il lago dove bevve tutta l’acqua fino ad esplodere. Il re, felice per lo scampato pericolo, ringraziò il contadino e, come promesso, gli diede in sposa la bella principessa e poi lo proclamò re, consegnandogli una favolosa ricchezza. MATTEO VASTANTE 31 LA PESCIOLINA D’ARGENTO Un giorno un vecchio pescatore stava pescando in riva ad un lago dove c'era un silenzio di tomba. Ad un certo punto vide saltare fuori dall' acqua un bellissimo pesce con le squame d'argento e gli occhi blu. Cercò di prenderlo a tutti i costi e finalmente il pesce abboccò. Il pescatore non credeva ai suoi occhi nel vedere una creatura tanto bella, così pensò di portarla in dono al suo re . Quando il re la vide, riconobbe nei suoi occhi lo sguardo della figlia che aveva perduto tanti anni prima per colpa di una strega. Questa strega molto cattiva era arrabbiata con tutto il popolo che amava la bambina. Lei, invece, la odiava e per questo motivo aveva trasformato la bambina in un pesce. Il re, sicuro che fosse la propria figlioletta, prese la pesciolina d’argento e la portò nel castello della strega. Quando li vide la strega cominciò a ridere a squarciagola. Il re la supplicò di sciogliere l'incantesimo ma la strega gli disse: “Se vuoi riavere la tua bambina, dovrai affidare a me tutto il tuo potere " e così fu. Con tutto quel potere la strega combinò tantissimi disastri. Trasformò gli uomini in draghi,i bambini in asini e le donne in mucche. Un mago, che aveva seguito tutto dall' inizio e sapeva tutta la storia, decise di affrontare la strega in un duello di magia. Con un colpo di fortuna riuscì a vincere e finalmente salvò il regno da tutto quel disastro. Il re riprese il controllo del popolo, riebbe l’amata figlia e visse con lei felice nel loro meraviglioso, fantastico castello. SILVIA MORETTI 32 IL CONTADINO E IL VECCHIO C’era una volta un povero contadino. Zappava la terra e pensava: “Se solo avessi un po’ di soldi per curare la mia piccola figliuola dalla sua brutta malattia. Il giorno dopo, raccolte le sue rape, le portò al mercato e lì un vecchio misterioso le comprò tutte. Il vecchio ne assaggiò un pezzo e, meravigliato da tanta squisitezza, chiese al contadino: “Di che cosa hai bisogno?” Il contadino rispose prontamente: “Di soldi per curare la malattia di mia figlia”. Il vecchio misterioso, deciso ad aiutarlo, gli raccontò allora che in una grotta si trovava un grande scrigno pieno di monete d’oro. “Se vuoi averlo, dovrai affrontare il gigante che custodisce il prezioso scrigno” disse. Il contadino chiese al vecchio dove si trovava la grotta. L’uomo rispose che doveva attraversare la foresta, ai margini del villaggio, e che avrebbe dovuto scavalcare un grande 33 masso di colore rosso. Lì dietro avrebbe trovato la grotta. Il contadino si mise in cammino. Quando vide il grande masso, lo scavalcò e vide la grotta. Entrò e trovò il gigante che dormiva. Davanti a lui c’era una grande pietra con su scritto : “Se passar tu vorrai, ammazzare il gigante dovrai”. Così salì sulla schiena del gigante pronto a sfidarlo. Il gigante si svegliò e cominciò a dare pugni in direzione del contadino che agilmente li schivò. Il contadino, invece, si lanciò con la sua lancia e ferì a morte il gigante che cadde a terra al primo colpo. Il contadino allora avanzò all’interno della grotta. Al centro di una stanza trovò uno scrigno pieno pieno di monete. Le prese e poté curare sua figlia. FABIO PULCINELLI 34 MISCELLANEA DI FIABE GABRIELE 35 PINOCCHIO E… C’era una volta un vecchio falegname che un giorno decise di fare un burattino di legno a fargli compagnia. Quando finì di intagliarlo, volle dargli vita. Chiamò il suo amico Merlino e gli chiese di animarlo. Merlino era un vecchio mago medievale. Portava una lunga tunica blu e un cappello dello stesso colore. Era molto anziano, ma era un mago eccellente. Lui accettò e il bambinoburattino si chiamò Pinocchio. Viveva come un bambino normale e diventò come un figlio per Geppetto. Pinocchio, però, non voleva fare il bravo scolaro e la mattina, invece di andare a scuola, gironzolava a fare marachelle e, presto, ne aveva fatte di tremende. Rubò il cappuccio a Cappuccetto Rosso, la pelliccia al Lupo di Cappuccetto Rosso per farsi un cappotto, un paio di stivali al Gatto con gli Stivali e persino un paio di pantaloni al principe di Cenerentola. Come hobby voleva suonare il piffero, che rubò al Pifferaio magico. Insomma questo bambino era parecchio dispettoso. Quando gli altri personaggi delle fiabe si accorsero del furto domandarono il colpevole alla Fata Madrina. Lei rispose con certezza: Pinocchio! Il gruppo corse da Pinocchio con il pensiero di riprendersi le proprie cose, ma una volta arrivati Pinocchio, essendo un grandissimo bugiardo, s’inventò un’altra bugia. Disse a tutti di averle sotterrate sotto l’albero miracoloso del Gatto e la Volpe. C’erano cascati e se ne andarono. Pinocchio aveva paura di essere scoperto e scappò,allora, sulla sua balena verso un’ isola lontana. Qui fece amicizia con Robin Hood che, col passare del tempo, scoprì i furti dell’amico e, volendo fare giustizia, recuperò di nascosto gli oggetti rubati e li restituì ai proprietari. Come punizione Pinocchio fu obbligato ad andare a scuola. FILIPPO FALLA 36 LUDOVICA 37 ALICE E BIANCANEVE Dovete sapere che Biancaneve, una volta sposata, ebbe tre figli e assunse come baby sitter (dato che i nanetti dovevano andare in miniera) una ragazzina bionda, molto allegra, carina nel suo vestitino azzurro e bianco, che si chiamava Alice; e già proprio lei, quella del Paese delle Meraviglie. Sapeva prendersi cura dei piccolini ed ogni tanto raccontava loro delle favolette, tra cui quella del paese dei suoi sogni. Un giorno Alice dovette andare a fare una commissione importantissima, così Biancaneve, non potendosi occupare dei bambini, affidò l'incarico del giorno a Brontolo, l'unico nanetto non indispensabile in miniera. Brontolo era un tipo molto presuntuoso ed egoista, privo di fantasia e di senso dell'umorismo. Però, in fondo in fondo, non era poi così cattivo. Detestava i bambini, soprattutto quelli piccoli: quelle lagne e quei mugugni gli davano al cervello. Iniziò la giornata. Brontolo arrivò a casa di Biancaneve, già stanco e più nervoso del solito. I figli di Biancaneve erano molto vivaci, due maschietti ed una femminuccia, che amavano giocare ed adoravano Alice. Brontolo iniziò a preparare la colazione, latte caldo e biscotti. I piccoli sembravano mangiare tranquillamente ma ad un tratto Lory, il più piccolo, lanciò un biscotto imbevuto di latte e bava dritto dritto sul naso di Brontolo, che furioso cominciò ad urlare, facendo ridere i bambini a crepapelle. Brontolo sparecchiò la tavola, si pulì il naso, mise i bambini sul tappeto e diede loro un po’ di giochini. Uno di questi finì dritto dritto sul vaso della mamma, un altro invece sul contenitore di spade del papà, rompendole tutte e, per finire, uno andò dentro l'acqua saponata, rovesciandola a terra. Il salotto era completamente allagato ed i bambini sguazzavano di qua e di là, divertendosi da matti. Intanto anche Alice era in ansia per quei 38 poveri piccoli, lasciati con quel nanetto incapace di divertirsi. E Biancaneve tranquillizzò la sua premurosa baby sitter, perché aveva deciso che sarebbe tornata a casa prima del solito. Quando Brontolo riuscì a riparare il danno, rincollando tutte le spade del papà, il vaso della mamma ed asciugando l'acqua nel salotto, si preparò per il bagnetto dei bambini, per togliergli da dosso l'odore forte del sapone per i piatti, che lui detestava. Riempì la vaschetta e vi mise i tre fratellini. Li lavò bene e poi li avvolse in un asciugamano caldissimo. Poco dopo i bimbi, stanchi della faticosissima giornata, crollarono dal sonno e mentre Brontolo li cullava arrivò Biancaneve: “Wow! Non pensavo fossi così bravo” esclamò la ragazza. “Neanche io” - disse Brontolo e si misero ad addormentare i piccoli bambini. ELISA BIELLI 39 CARMEN V A BEATRICE V A 40 I LUPI DELLE FIABE C’era una volta, nel mondo delle fiabe, un grandissimo palazzo che conduceva a tutte le fiabe. Ognuna di queste aveva una porta. Ogni volta che qualcuno leggeva la storia, tutti i suoi personaggi dovevano entrare nella porta corrispondente e recitarla. Arrivò il turno della storia de “ I tre Porcellini”…C’era una volta una famiglia di porcellini che aveva tre figli. Questi un giorno andarono via di casa e si misero a costruire un’abitazione ciascuno: il primo la costruì di paglia, il secondo di legno ed il terzo di mattoni. Intanto i lupi cattivi avevano sbagliato favola. Erano entrati rispettivamente: uno nella favola di “Cappuccetto Rosso”,l’altro in quella de “I tre Porcellini”. Mentre i tre Porcellini si rilassavano dopo una dura giornata di lavoro, arrivò il lupo cattivo. I Porcellini erano terrorizzati ed il lupo imbarazzato non sapeva cosa dire. Il lupo allora improvvisò e si mise a parlare col primo Porcellino del più e del meno. Nel frattempo, nell’altra favola, il lupo cercava di abbattere la casa della nonna, soffiando con forza. La nonna era stupita e Cappuccetto Rosso non sapeva cosa dire, vedendo che il lupo non seguiva più il copione. A causa di questo, il lettore chiuse il libro confuso e non finì neanche di leggere la fiaba. Tutti i personaggi delle favole de “i tre Porcellini” e di “Cappuccetto Rosso” si incontrarono nel salone del palazzo: erano tutti infuriati, era la prima volta che questo accadeva. Intanto i due lupi passeggiavano e si raccontavano un po’ della loro vita. Si erano stancati di fare sempre la parte dei cattivi. Ebbero in mente molte idee, tra cui quella di fare una fiaba tutta loro, ma sapevano che dovevano continuare ad interpretare quelle vecchie, poiché senza di loro le fiabe non sarebbero più state le stesse. Così decisero che ogni due giorni si sarebbero scambiati la favola. Inoltre la Direzione 41 stabilì che per tre volte al mese i personaggi delle due favole avrebbero avuto la giornata libera, così che i lupi potessero vedersi. La decisione fu accolta con gioia: i personaggi delle favole recitavano così bene, che i bambini leggevano volentieri, tanto che in poco tempo i racconti ebbero un gran successo. Col passare del tempo, però, i bambini non leggevano più fiabe,infatti alla lettura preferivano guardare la TV o giocare ai videogame. Così i personaggi recitavano sempre meno e, anche se avevano molto più tempo a disposizione per le proprie cose, erano diventati molto tristi. Ad un certo punto ai due lupi tornò in mente la strana idea di fare una favola tutta loro e con gli altri decisero di chiamarla “Scambio di Lupi”. La storia assai divertente diventò famosissima in poco tempo, ancora di più delle due vecchie favole. La storia raccontava di come si erano conosciuti i due lupi, delle loro divertenti avventure trascorse insieme, fino al loro successo. LUDOVICA FORSINETTI FRANCESCA 42 CAPPUCCETTO ROSSO E… C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso che era andata nel bosco, per portare alla nonna un cesto pieno di cose buone da mangiare. Mentre attraversava il bosco, trovò una casa di mattoni in cui vivevano tre porcellini, che la misero in guardia dal lupo cattivo che, da qualche tempo, si aggirava in quei boschi. Cappuccetto Rosso salutò i tre porcellini e ripartì. Dopo un po’ si fermò ad un ruscello per riposarsi e bere. Lì incontrò un principe con un vestito azzurro ed un bellissimo cavallo bianco. Il principe aveva in mano una scarpetta di cristallo e le chiese se conosceva una certa Cenerentola. Cappuccetto Rosso gli disse che Cenerentola era una giovane fanciulla, che abitava in un castello non molto distante. Il principe ringraziò Cappuccetto Rosso e le chiese come poteva sdebitarsi. Lei gli chiese di accompagnarla a casa della nonna perché aveva paura di incontrare il lupo. Cammina, cammina arrivarono a casa della nonna, bussarono alla porta e aprì il lupo travestito da nonna. Cappuccetto Rosso si accorse subito del tranello e chiese al principe di uccidere il lupo. Il principe sguainò la spada ma il lupo fu più veloce e riuscì a scappare. Per fortuna un cacciatore aveva preparato una trappola ed il lupo ci andò a finire dritto dritto dentro. Cappuccetto Rosso cominciò a cercare la nonna in casa e la trovò, impaurita, rinchiusa in un ripostiglio. La nonna ringraziò il principe ed il cacciatore e li invitò a pranzo. Il principe, però, aveva una certa fretta perché doveva cercare la sua Cenerentola. Anche il cacciatore non si fermò perché doveva andare a vendere la pelle del lupo a dei mercanti. Cappuccetto Rosso, allora,con una tavola tanto ricca di cose buone, pensò che i 3 simpatici e generosi porcellini del bosco avrebbero gradito tali 43 leccornie. Ci pensarono gli animaletti, amici di Biancaneve, ad avvisarli che quel giorno avrebbero ricevuto un invito a sorpresa. MATTEO VASTANTE FABIO 44 IL CIELO DI FIABE -Vai a dormire!- esclamò mia madre. Oggi ero stato stravolto dai compiti di scuola ed ero rintronato alla testa. Certo faccio la prima media e i compiti sono tanti da finirli pure fino a sera o addirittura di notte. Avevo fatto tutte le faccende pre-ninna : lavarmi i denti, mettermi il pigiama, ecc. Mi ero addormentato, quando a mezzanotte accadde un fatto inaspettato. Sentii dei passi nel balcone e credevo fosse un ladro o un gitano con lo spray sonnifero. Invece no, perché non ci sono ladri che volano con una fata sulle spalle e che suonano un flauto con le canne e capii subito che la fatina era Trilly e che quel ragazzo era Peter Pan. Appena uscii fuori al balcone, vidi anche Wendy con fratelli e i bimbi sperduti. Cosa ci facevano nel mondo reale? mi domandai. Peter mi disse:- Sappiamo che sei stravolto dalla scuola e vogliamo farti distrarre, vuoi venire con noi?- Io ero perplesso proprio come Wendy,ricordando che nella fiaba lei non sapeva cosa fare, però non volevo farmi rovinare quest'opportunità dai miei genitori e da quell'adolescente di mia sorella Flavia, così partii da solo. Pensando ai pensieri felici e con la polvere magica che mi spruzzò Trilly, volai, facendo uno starnuto per l'allergia alla polvere che ho avuto l'anno scorso. Ci innalzammo nel cielo più in alto che potevamo. -Peter!-esclamai- Da quaggiù il ciel sembra che cresce. Peter Pan:-Crescere! Il solo suono di questa parola mi offende!- E io ribattei:-Ah! già è vero dimenticavo la tua fobia che però ho anch'io. Già anch'io non voglio crescere perché ho paura di morire.- Ad un tratto ci accorgemmo che non eravamo più soli. Accanto a noi Aladdin e la principessa Jasmin stavano volando sul tappeto magico con il Genio della lampada. Volammo tutti insieme, parlando tra di noi sotto la bella atmosfera della sera, ma a un certo punto una scarpa mi cadde sulla testa, facendomi un gran male. Notai che era di cristallo e capii che c'era anche 45 Cenerentola. Mi disse:-Scusa, ho perso la scarpetta di nuovo.Incredibile i personaggi delle fiabe solcavano il mio pezzo di cielo. La sirenetta Ariel stava volando con il principe Eric, lasciando scie d'acqua dietro di sé. Alice volteggiava con Bianconiglio che, pignolo come sempre, diceva:- Alice non abbiamo tempo per volare. Rilassati Bianconiglio e divertiti! –gli urlava Alice. Sembrava tutto magico ma la magia di questo momento fiabesco fu interrotta perché erano arrivati i cattivi : Capitan Uncino, la Regina Rossa, Jafar, Ursula, la matrigna e le sorellastre ci circondarono tutti. Al loro arrivo un tuono si sentì in tutto il quartiere. Le forze del male fecero un incantesimo saetta che mi colpì. Le fate allora svolazzarono intorno a me, facendomi starnutire di nuovo e facendo una magia al giacchetto che avevo portato con me. Grazie a quella magia io diventai invincibile e, insieme a tutti i buoni, avevo sconfitto i cattivi. La serata finì con il trionfo del bene e io capii che, se la prossima volta fossi stato stravolto dai compiti scolastici, magari gli amici delle fiabe sarebbero tornati da me. GABRIELE FATUZZO 46 GIULIA V B 47 CAPPUCCETTO E I PORCELLINI C’erano una volta tre porcellini che vivevano tutti insieme in una fattoria. Un bel giorno decisero di costruirsi ognuno di loro la propria casa. Il primo porcellino, per fare più velocemente, decise di farla di paglia, il secondo più pauroso di farla di legno, mentre il terzo meno svogliato decise di farla di mattoni. Un giorno, dopo che avevano completato le loro case, passò di li un lupo affamato. Il lupo, quando è affamato, non guarda in faccia nessuno, deve mangiare! Quando li vide, decise di mangiarseli. I porcellini capita la situazione, scapparono via immediatamente. Si nascosero tutti e tre nella casetta di paglia, ma il lupo soffiò, soffiò e la casa crollò. Allora via, tutti si nascosero nella casa del secondo che era fatta di legno. Anche questa volta il lupo riuscì a farla crollare, sferrando potenti colpi d’ascia. Mentre il lupo si dava da fare, sudando sette camicie, i fratellini se la diedero a gambe dal retro e si infilarono nella casa sicura del più grande. Il lupo si avvicinò. Soffiò, soffiò, ma la casa questa volta non ne voleva sapere di venire giù. Passava di lì, per caso, una bambina curiosa e coraggiosa, di nome Cappuccetto Rosso che, vedendo quella scena, disse: “ Non t’azzardare a toccare i tre fratelli, altrimenti te la vedrai con me.” Lei era abituata a trattare con i lupi. Uno l’aveva sistemato proprio ben bene poco tempo prima, tanto che nel bosco si era guadagnata il nomignolo di “Sistemalupi”. Il lupo affamato, non conoscendo però la bambina, non ci pensò due volte e cercò di mangiarsela, ma CAPPUCCETTO ROSSO tirò fuori la sua bacchetta magica e fece scomparire il lupo in un secondo. A quel punto i tre porcellini uscirono festanti dalla loro casa e, per ringraziarla dell’immenso favore, la invitarono a pranzo a casa loro. Fu così che divennero grandi amici e iniziarono a fare tante cose insieme. Da quel giorno i tre porcellini, CAPPUCCETTO 48 ROSSO e la nonna vissero tutti insieme felici e contenti nella bellissima e sicura casetta di mattoni. ALESSANDRO BRANDIMARTE MARIANNA V A 49 SOFIA V B IL SEGUITO NELLE FIABE 50 IL SEGUITO DI …BIANCANEVE Biancaneve e il Principe decisero che era giunto il tempo di celebrare le loro nozze. Li aiutarono a fare i preparativi i sette nani e tutti gli animali del bosco: cerbiatti, uccelli, scoiattoli… Una volta preparato tutto, distribuirono i biglietti per il paese. La data tanto attesa era il 24 giugno. Ordinarono la torta e si fecero fare i vestiti dalla sarta. Il giorno del matrimonio apparve la strega in chiesa, perché –dovete sapere- caduta nel precipizio, era atterrata su un albero, con tanti graffi e lividi ma viva. I presenti si spaventarono, compresa Biancaneve. Un uccellino, lì presente, andò a cercare subito gli altri animali del bosco e tutti gli animali allora corsero lì. Intanto i sette nani stavano pulendo la sala e mettendo la torta ben in vista e al sicuro. In chiesa, in gran flotta come un plotone, arrivano gli animali amici di Biancaneve. Attaccarono la strega, buttandola in un pozzo senza fine che portava al mare. Finalmente! Il matrimonio,così, poté essere celebrato, per la felicità di tutti. Poi Biancaneve, il Principe e gli invitati si spostarono nella sala, tutta addobbata per la festa. Questa notizia fu così bella che arrivarono alla festa tutte le altre principesse come Cenerentola, Rapunzel, Ariel e Aurora: belle, con abiti molto eleganti e acconciature invidiabili. Erano uscite dalle loro fiabe per andare a quella di Biancaneve. Il viaggio durò più di sei ore ma alla fine le principesse arrivarono alla festa e si divertirono moltissimo con la musica suonata dai nani e dagli animali. Rimasero a festeggiare fino all’una di notte e alla fine mangiarono la grande torta alla panna e crema. Nel frattempo la strega, finita in mare, fu mangiata da uno squalo. Biancaneve e il Principe coronarono il loro sogno e vissero per sempre felici e contenti. FLAVIO DI DOMENICA 51 IL SEGUITO DI …CENERENTOLA La loro storia molto romantica e sdolcinata, anche se sembrava essere scritta sulle stelle, non durò tanto a lungo. Cenerentola era una moglie assai esigente e il Principe un poco troppo stupido e imbranato (il classico tipo tutto muscoli e niente cervello), infatti ne combinò una peggio dell'altra: le macchiò l'abito da sposa,le perse la valigia e le ruppe persino il diadema. Cenerentola, stufa di quell'atteggiamento, lo lasciò e fuggì dal viaggio di nozze per far ritorno a casa, lasciando il Principe tutto solo a PARIGI. Si suppone che la storia sia terminata,ma invece no. Il Principe non si scoraggiò e si trovò un lavoro alla "PASTICCERIA DI PARIGI" dove apprese tutti i trucchi per diventare primo pasticciere di Parigi con duro lavoro e impegno e diventò una persona migliore. Intanto Cenerentola, che non amava stare senza far niente, aveva aperto una sartoria in paese con i topolini ed era diventata la sarta più brava del paese e, dato che guadagnava molto e i suoi abiti erano molto richiesti, decise di fare ritorno a Parigi, perché non aveva finito ancora di visitarla. Il viaggio per arrivare a destinazione fu lungo e Cenerentola lo passò nella carrozza in compagnia dei suoi fidati topolini. L’aria di Parigi era meravigliosa. Cenerentola volle comprare dei pasticcini ai topolini e lesse su di un'insegna "Il re dei bigne’' cerca moglie". Incuriosita e attirata dalla scia di profumo esclamò: “Devo assolutamente assaggiarne uno”. Entrò nella pasticceria e domandò alla pasticciera chi fosse questo tizio cosi famoso e dove abitasse. Ritirò i pasticcini e si incamminò verso la via che le aveva dato la pasticciera e finalmente trovò la casa del pasticciere. Bussò e le aprì la porta: indovinate chi? Ma si! Era proprio lui il Principe!!! Non credeva ai suoi occhi. Cenerentola si accorse che, in realtà, amava ancora il principe e anche lui l’amava. 52 Allora tornarono una coppia felice, fecero ritorno al paese ma non al castello. Decisero di comprare una casetta, ebbero 4 figli così vissero per sempre felici e contenti. ELISA BIELLI GABRIELE V A 53 IL SEGUITO DI …POLLICINO I genitori di Pollicino, che non erano molto parsimoniosi, finirono per spendere tutti i soldi che Pollicino era riuscito a portare a casa in viaggi, vestiti costosi e cibi raffinati. Ai due taglialegna non rimasero che poche monete d’oro che conservavano gelosamente in un cofanetto di legno. Un giorno la madre portò i figli nel bosco a cercare legna. In realtà era un pretesto perché non volevano fare sapere a Pollicino che il padre, rimasto a casa da solo, stava cercando qualcosa da vendere. Il padre, così,trovò un bel paio di stivali e, pensando che valessero molti soldi, li portò al mercato del paese. Appena i fratellini arrivarono a casa, Pollicino si accorse subito dell’assenza del padre e degli stivali e corse immediatamente in città a cercarli. Pollicino, purtroppo, arrivò troppo tardi; il padre aveva appena venduto gli stivali ad un ricco mago. Quell’Orco, che nella storia originale aveva perso le sue ricchezze, era diventato povero e viveva di elemosina. Un giorno andò al mercato e, vagando per le bancarelle, passò davanti al baraccone del mago. Notò subito che questi aveva in bella mostra i suoi stivali magici. Con un balzo repentino si impossessò degli stivali che gli fecero riacquistare tutta la sua agilità. Altri balzi veloci gli fecero raggiungere la casa di Pollicino e, per vendicarsi, rubò il cofanetto con dentro le ultime monete d’oro. Quando Pollicino ed i suoi genitori rientrarono a casa si accorsero che erano stati derubati. Tornati nuovamente poverissimi, i genitori di Pollicino decisero di abbandonare di nuovo i figli nel bosco. Questa volta però, Pollicino ed i suoi fratelli chiesero aiuto all’Orchessa, che diede loro asilo. L’Orco, che era dispiaciuto per aver ucciso le sue figlie, decise di adottare Pollicino e i suoi fratelli, per crescerli e amarli come un vero padre. Infatti, Pollicino non volle più tornare a casa dai 54 genitori. Ogni volta che c’erano delle difficoltà padre e madre abbandonavano i figli ,senza considerare i pericoli che avrebbero corso da soli nel bosco. Pollicino pensò che sarebbero stati più al sicuro a casa dell’Orco. MATTEO VASTANTE FRANCESCA 55 IL SEGUITO DI …HANSEL E GRETEL Vi ricordate Hansel e Gretel, quei due bambini biondi e magri e la strega della casa di marzapane? Bene. Quei due bambini erano diventati dei ragazzi. Somigliavano a due vichinghi: occhi azzurri, capelli biondi e fluenti, carnagione chiarissima e lentiggini sulle guance ancora paffute. Hansel e Gretel erano andati a lavorare, insieme ai loro genitori, in un albergo di nome Saleg. Iniziarono così a fare i camerieri, però non erano molto di aiuto, anzi, combinavano tantissimi guai: una volta facevano cadere i bicchieri, una volta rompevano i piatti, altre volte portavano le pietanze ordinate dai clienti ai clienti sbagliati. Insomma facevano un gran caos e provocavano le lamentele di molti clienti del Saleg, a tal punto che alcune persone interruppero il loro soggiorno presso il Saleg per andare in un altro albergo ritenuto più professionale. Un giorno arrivò una comitiva di cinesi che avevano una particolarità: mangiavano tutti quanti con le mani senza utilizzare le posate. I genitori di Hansel e Gretel, erano preoccupati, perché il comportamento dei loro figli avrebbe potuto provocare l’abbandono dell’albergo da parte di altri clienti, soprattutto di quelli più esigenti. Inoltre, la cuoca dell’albergo era la strega, che assecondava tutti i gusti dei clienti ma non ne poteva più di sopportare le marachelle di Hansel e Gretel. La cuoca era molto brava a cucinare e, in particolare, cucinava dei vermi fritti che piacevano tantissimo alla comitiva di cinesi. Dopo un lungo soggiorno il gruppo di vacanzieri rientrò in Cina, tranne due cinesi di nome Jiung e Axin che decisero di rimanere a lavorare nell’albergo, dando un valido aiuto alla vecchia strega. I due fratellini Hansel e Gretel furono contentissimi di ciò, perché Jiung e Axin gli erano proprio simpatici. Dopo un po’ di tempo Hansel e Gretel 56 diventarono grandi e la simpatia per i due cinesi divenne qualcosa in più, a tal punto che decisero di sposarsi. La famiglia si allargò perché i due fratelli ebbero quattro figli ciascuno. Mentre Hansel e Gretel erano alti, biondi e magri, i loro figli erano mori, cicciotti e di colorito olivastro, con dei bellissimi occhi a mandorla neri come il carbone. Continuarono a lavorare presso l’albergo in armonia tra di loro e riuscirono a diventare i proprietari dell’albergo. Migliorarono il servizio e il loro divenne uno dei migliori alberghi di tutta la zona. La strega venne promossa da cuoca a direttrice dell’albergo e quei bambini che tanto la facevano disperare divennero dei bravissimi genitori. DAVIDE VISCIGLIO 57 ELENA V B 58 UN ALTRO PUNTO DI VISTA NELLE FIABE Lucrezia 59 GENOVEFFA, LA SORELLASTRA Quando mia madre decise di sposarsi per la settima volta, io sapevo di non potercela fare a conoscere un altro “padre”, che per di più si vantava di quanto fosse bella sua figlia. Quella ragazza non era nemmeno così bella o, almeno, non era alla mia altezza. Che tortura sopportarla in casa per così tanto tempo! Mancavano solo due giorni alla festa al castello del Principe che avrebbe scelto la sua sposa. Io, però, non volevo partecipare perché: primo, se non avessi vinto, avrei dovuto vivere con mia sorella Anastasia per sempre; secondo, perché preferivo sposare il Principe d’Inghilterra, che era pure più ricco. Mia madre, però, insisteva che dovevo partecipare, anche contro la mia volontà. Secondo Anastasia io non sarei mai potuta diventare una principessa e, mentre litigavamo, si era infilata, come al solito, nella discussione quella lingua biforcuta di Cenerentola. Non aveva mai imparato a stare al suo posto! Mancavano due ore all’inizio della festa e, passando davanti alla sua camera, l’avevo sentita parlare non so con chi e diceva che il suo vestito per la festa era meraviglioso. Eravamo tutte pronte, agghindate, truccate… quando vedemmo in cima alle scale Cenerentola con un vestito tutto pizzo e merletti e una fantastica capigliatura. Sognavo di essere io così bella, poi di colpo mi svegliò dai miei pensieri l’urlo furibondo di Anastasia che si era lanciata a strapparle il vestito. Arrivò anche la mamma e diede a Cenerentola la lista delle cose da fare in nostra assenza. Noi salimmo sulla carrozza e ci avviammo al castello. Il viaggio era stato molto lungo e pieno di imprevisti ma quando entrammo nel castello, ritirai tutto quello che avevo pensato e detto sul principe. Doveva assolutamente scegliere me! Io e Anastasia eravamo in fila, finché il Principe non vide apparire una meravigliosa fanciulla. Certo che era 60 proprio bella : aveva una cipolla di capelli biondo-oro legati con un grazioso fiocchetto celeste; la sua collana aveva un diamante al centro, per non parlare del vestito. Era di un colore verde-acqua, impreziosito da tanti brillantini luccicanti. Un attimo dopo il Principe e la misteriosa fanciulla erano spariti. Chi se lo poteva immaginare che quella ragazza bellissima della festa era Cenerentola? Lei, dissero i giornali, aveva perso la scarpetta. Il Principe cercò in lungo e in largo la sua promessa sposa, finché non bussò da noi. Si presentò con la scarpetta di cristallo. Certo né a me né ad Anastasia, che i piedi li abbiamo lunghi e cicciotti,sarebbe potuta entrare quella minuscola scarpetta. Quando fu il turno di Cenerentola, lei già sorrideva soddisfatta… LISA RUMORI LA STREGA DI HANSEL E GRETEL Spolveravo la mia casa tranquillamente quando, udii due colpi assordanti sulla porta di marzapane. - Ed ora chi è!!! -- Siamo noi, Hansel e Gretel -- Su, via entrate marmocchi! Loro sono i miei due aiutanti: io li mantengo e loro mi aiutano nelle faccende di casa. I ragazzi sono buoni a nulla. Gretel non sa lavare un piatto, non sa stirare i miei panni perché dice che sono troppo grandi e non entrano nella tavola da stiro; ed è li che cado in depressione. – Noooo!! Non sono così grassa. E’ sicuramente lo specchio che Hansel non ha pulito bene che mi fa sembrare una balena - mormoravo.- Non inventar scuse, la dieta del mirtillo non va bene, quella della carota è troppo dolce, quella della 61 rapa è troppo amara. E basta! - esclamava Gretel. Il vero problema è che avevo perso il controllo della mia vita. Poi la mia lampadina fulminata da tempo si accese. I ragazzi mi mancano di rispetto, continuassero a farlo, ora gli faccio vedere io chi comanda in casa. Il mattino seguente li mandai a raccogliere bacche, frutti e cose varie e dissi loro di non tornare prima di un'ora. Trasformai la mia "dolce casa" in un covo segreto, dove avrei fatto credere loro che volessi mangiarli, cosicché imparassero a rispettarmi. Quando furono di ritorno, li rinchiusi in una gabbia e li feci mangiare fino allo sfinimento. Infine accesi la stufa, facendogli credere che ce li volessi buttare dentro, ma fu troppo tardi. Erano caduti talmente nello scherzo che, mentre salivo le scalette per accendere la stufa, sentii due manine sul mio fondoschiena e subito dopo un grande ardore:- Aaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!! -urlai; poi sentii:- Ohhhhhhhh sì fratello mio ,adesso finalmente potremo tornare a casa! – ELISA BIELLI FLAVIO V A 62 EUGENIA V A 63 IL LUPO DEI TRE PORCELLINI Era un inverno molto freddo, aveva nevicato e io non sapevo cosa mangiare perché alcuni animali erano andati in letargo, altri erano andati in paesi più caldi, altri ancora erano dentro le fattorie con gli uomini. A me non rimaneva niente per soddisfare la mia fame. Per portarmi fortuna mi dicevo che io ero il lupo più forte di tutti. Un giorno vidi un porcellino che viveva in una casetta di paglia. Cibo, pensai! E mi venne l’acquolina in bocca. Mi avvicinai molto lentamente per non farmi sentire ma lui mi sentì e..viaaa.. si rifugiò nella sua casetta. Avevo tanta voglia di mangiarmi un grosso porcellino alla brace! Subito mi venne un’idea. Soffiai e spazzai via la casetta. Saltai dalla gioia ma il porcellino se l’era data a gambe levate. Dove andava il mio pranzo? In un’altra casa fatta di legno. Allora feci la stessa cosa che avevo fatto prima. Stavolta, però, presi fiato per bene e poi..soffiai,soffiai fino a quando…Che bravo che sono! Capriole, ruote, salti all’indietro per la felicità. I porcellini erano due ma avevano fatto in tempo a scappare per trovare riparo da un altro porcellino che viveva in una casetta di mattoni. Cominciavo a non farcela più. Ero molto stanco. Avevo 60 anni e non avevo più l’energia di quando ero giovane ma la voglia di 3 porcellini tutti per me era troppo grande. Allora ..soffiai,soffiai,soffiai ma non accadde niente. Io a quel punto riuscivo a vedere solo cosciotti di maiale che aspettavano di essere mangiati da un lupo coraggioso come me! Come entrare nella casetta di mattoni? Dall’unico ingresso aperto: il camino. Mi infilai ma ..Ahhhhhhhhhh!!...il mio fondoschiena! Io volevo solo mangiare no..morire di fame. SUSANNA GIUA 64 FILIPPO 65 IL LUPO DI CAPPUCCETTO ROSSO Tanto tempo fa viveva tranquillo nel bosco un lupo. Un giorno, però, la nonna di Cappuccetto Rosso, camminando nel bosco, lo vide e, spaventata a morte, chiamò il cacciatore. Il lupo, poverino, si atterrì perché non aveva fatto niente di male. Così corse di gran fretta a rifugiarsi nella sua tana. Da quel momento provò una grande rabbia verso la nonna di Cappuccetto Rosso, perché per colpa sua il cacciatore ormai gli dava la caccia in continuazione. Così un giorno decise di andare dalla vecchietta per risolvere la questione. Arrivò e, dato che la porta era aperta, entrò in casa. Vide la nonna a letto malata e le disse: “ Nonna, per colpa tua la mia vita è rovinata. Tutti pensano che il cattivo sia io! La nonna gli rispose: “Lupo, ma tu mi avevi spaventata! Hai dei denti così affilati, una bocca così grande ed io ho avuto paura!” Il lupo commentò: “Mi hai giudicato senza conoscermi. Sono nato con questi denti e con questa bocca ma questo non significa che io sia cattivo.” La nonna allora disse. “ Se non te ne vai, mi metto a urlare. Sta arrivando mia nipote Cappuccetto Rosso. Lei chiamerà il cacciatore e…”. La nonna non finì di parlare che il lupo, accecato dalla rabbia, la divorò in un sol boccone. Proprio in quel momento sentì la voce di Cappuccetto che chiamava la nonna. Il lupo non poteva più scappare ma non poteva permettere che lei chiamasse il cacciatore. Allora decise che anche la bimbetta era un buon bocconcino e, non appena Cappuccetto entrò in casa, se la mangiò. Era così sazio che decise di farsi un pisolino. Passò poco tempo dopo ,vicino casa, proprio il cacciatore il quale, sentendo un russare forte e sgradevole provenire dalla casa, vi entrò. Vide il lupo con un addome enorme e capì subito cosa era successo. Il lupo fece una bruttissima fine perché il cacciatore prese le forbici e iniziò a tagliare la sua pancia. 66 Ne uscirono tutte intere Cappuccetto Rosso e la nonna. Al loro posto infilò nella pancia del lupo delle pietre, fino a rimpinzarlo e la ricucì. Quando il lupo si svegliò , decise di andare a bere un po’ d’acqua ma il peso delle pietre lo fece cadere nel fondo del fiume e annegò. FRANCESCO CUCCHIELLA SUSANNA 67 LA MATRIGNA DI CENERENTOLA Buongiorno a tutti! Il mio nome è Morgana e abito in una splendida villa nel reame delle Nebbie Incantate. Ho due bellissime figlie di nome Genoveffa e Anastasia e sono la matrigna di Cenerentola, da quando mi sono risposata con il suo adorato padre. Fino a quando mio marito non morì, eravamo una famiglia felice. Tutti mi conoscono come la cattiva ma non è così. Che emozione! Ho appena saputo che il re ha deciso di sposare suo figlio, quindi, il prossimo venerdì ci sarà a palazzo un grande ballo per permettere al Principe di scegliere la sua futura sposa, tra tutte le giovani ragazze in età da marito. Anche mia figlia Cenerentola andrà al ballo. Sono in ansia perché, se il Principe dovesse scegliere proprio lei, sono sicura che non potrebbe mai essere una buona compagna. Ogni volta che le chiedo di stirarmi un vestito, me lo porta con un miliardo di grinze e non riesce a combinare mai nulla di buono, quando deve riordinare la casa. Ma quante volte ancora dovrò ripeterglielo? Allora mi viene un’idea geniale! Mi do da fare: sporco tovaglie, rompo bicchieri e metto in disordine tutte le stanze, in modo che Cenerentola possa imparare come prendersi cura di una casa e del suo futuro marito. Purtroppo Cenerentola non prende molto bene la mia decisione e si rifiuta di eseguire le faccende domestiche. Io cerco di convincerla ma è tutto inutile. Sbraito, urlo. Niente da fare. Ma proprio mentre penso che sia tutto inutile, avviene il miracolo. Cenerentola si mette a riordinare la casa: lava, stira e pulisce alla velocità della luce e, in meno di un’ora, la casa risplende. Cenerentola è tanto impegnata a pulire,che non si rende conto di che ora è! Io, da brava mamma, l’aiuto a sbrigarsi, permettendole così di arrivare giusto in tempo al ballo. Prima di uscire da casa, le raccomando di tornare per mezzanotte, visto che 68 poi non si trovano più carrozze disponibili per il ritorno. Ma quella sbadata di Cenerentola, mentre balla con il Principe, non si accorge che si è fatto tardi. Per non perdere l’ultima carrozza, fa una gran corsa e perde una scarpetta. Il Principe, ormai innamorato di lei, non sa come fare per ritrovarla, perché anche lui, molto sbadato, si è dimenticato di chiederle il nome. Solo grazie al mio intervento, riesce a rintracciarla e a chiederle di sposarlo. GIULIA RICOTTA 69 ALESSIA 70 LA MATRIGNA DI CENERENTOLA Un giorno stavo passeggiando con le mie due figlie, Genoveffa e Anastasia. Ad un certo punto vidi un uomo bellissimo. Vedendolo triste, dissi alle mie due figlie di aspettare e andai da lui. Chiacchierammo quel giorno e il giorno seguente, sempre al solito posto. Scherzavamo e ridevamo, quando ad un certo punto lui si fece serio e mi chiese di andare a cena da lui. Io rimasi un po’ in silenzio, lui mi guardava aspettando una risposta. Arrossii ma poi gli dissi di sì. Chiamai Anastasia e Genoveffa:- Oddio!! Sono cosi agitata!! – Loro mi risposero:- Non devi, tu sei perfetta!Quell’uomo era rimasto vedovo della prima moglie ma mi piaceva per la sua eleganza, la simpatia e la generosità. Quando arrivai alla casa mi sembrò un castello. E mi sfuggì un U-A-O!! A fine cena si inginocchiò davanti a me e mi chiese se volevo sposarlo. Io senza indugio dissi un forte si! Il giorno dopo ci sposammo e incontrai sua figlia. A prima vista, mi sembrò educata ma di certo erano meglio le mie figlie! Passò del tempo e il mio adorato sposo morì. Ormai era passato del tempo dalla sua morte e soprannominai sua figlia CENERENTOLA,perché stava sempre vicino al camino. Non era brava a fare niente! Solo una cosa riusciva a fare bene…lamentarsi! Un giorno arrivò un invito che diceva:- IL PRINCIPE CERCA MOGLIE. TUTTE LE FANCIULLE NUBILI SONO INVITATE DA SUA MAESTA’ IL RE AL GRAN BALLO CHE SI TERRA’ AL PALAZZO REALE SABATO SERA AL TRAMONTAR DEL SOLE. - Genoveffa e Anastasia si tiravano i capelli, perché volevano essere loro le future principesse del castello del principe. Io feci un urlo e richiamai l’attenzione. Cenerentola come sempre origliava e mi chiese se poteva andare anche lei. Io la guardai e le risposi un netto NO!! Era arrivata la sera del ballo e lasciai a Cenerentola molte faccende da fare. Eravamo nella grande sala da ballo. C’erano degli abiti 71 stupendi da mille colori, delle luci rosse, verdi e rosa. Tutti stavano ballando allegramente; alcuni con il proprio partner, altre facevano le moine al principe per potere ballare con lui, comprese le mie figlie. Ad un certo punto arrivò una ragazzina che se lo prese tutto per sé! Io nel frattempo pensavo a chi poteva essere, perché aveva qualcosa di familiare. Pensavo e pensavo quando… non la vidi più. Era scomparsa,proprio al rintocco della mezzanotte.. Il giorno dopo seppi che la fanciulla misteriosa aveva perso la scarpetta. Il principe venne a casa nostra ma né a me né alle mie figlie entrò. Toccava a Cenerentola e lei si infilò la scarpetta al piede senza alcuna difficoltà. Non ci potevo credere!! Allora era lei la misteriosa fanciulla. Ero talmente incredula.. Cenerentola se ne andò tutta contenta con il suo amato principe, mentre io rimasi a casa con le mie due figlie che urlavano. FRANCESCA CATENA LAURA 72 LA STREGA DI HANSEL E GRETEL Quel giorno mi alzai molto presto la mattina e come ogni giorno iniziai a riordinare casa. Quando arrivai alla dispensa, la trovai vuota, come sempre. Dopo tanti giorni di digiuno era vitale per me mettere qualcosa sotto i denti. Mi ero quasi di nuovo rassegnata a mangiare pane e cipolla, quando sentii bussare alla porta. L’ultima volta che qualcuno aveva bussato alla porta, lo avevo cucinato arrosto con le patate. Mi venne subito l’acquolina in bocca. Quando andai a vedere chi fosse all’occhiolino della porta, rimasi molto delusa: erano due piccoli e magri bambini biondi. Non li potevo nemmeno cucinare con il brodo! Allora decisi di farli ingrassare per avere la possibilità di farli arrosto; ma le cose andarono diversamente. Infatti, sfortunatamente, quei due piccoli bambini erano anche molto intelligenti e capirono subito le mie intenzioni. Così fui costretta a imprigionarli e a farli ingrassare con la forza per poi “compiere la mia missione di vita”. Ma anche questa volta quei due bambini mi buggerarono. La femmina si liberò prendendo un osso, mettendolo nel lucchetto, e, senza che me ne accorgessi, mi spinse dentro al camino. Per fortuna pochi giorni prima avevo perfezionato un incantesimo, per stare in mezzo al fuoco senza bruciarmi. Così aspettai che quei due guastafeste dei bambini se ne fossero andati e ripresi la mia vecchia vita. Da quel giorno diventai così come sono, cioè buona e soprattutto vegetariana! FRANCESCA BERTELLI 73 FABIO V A 74 LA NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO Mi stavo tranquillamente rilassando sul letto, quando ad un certo punto mi venne un brontolio alla pancia. Senza pensarci due volte, chiamai la mia figliola (la madre di Cappuccetto Rosso) che mi rispose subito: - Pronto? - Sono la mamma! Le dissi. Avevo molta, ma molta fame e le chiesi: Mi puoi portare uno dei tuoi fantastici dolci fatti in casa? Lei mi rispose che mi avrebbe mandato Cappuccetto con una prelibata torta. Ah! Che dolce quella bambina! Con la sua faccina, così tenera e carina, mi affascina ogni volta. Ma come farà? Mi chiesi. Mentre aspettavo mia nipote, mi misi a ricamarle una giacchetta di lana, nel caso avesse freddo. Certo che farei proprio di tutto per quella dolce e tenera ragazzina! Ero a metà lavoro, quando qualcuno bussò alla porta … E’ la mia dolce nipotina, pensai, ma quando andai ad aprire, vidi che al posto della mia amata nipote c’era un enorme lupo. Accidenti! Cosa ho fatto di male? Mi chiesi. Senza sapere il perché e senza avere il tempo di reagire, il lupo mi divorò senza pietà … Aiuto! Aiuto! Gridai dentro il suo stomaco, ma invano, poiché nessuno mi poteva sentire. Ero persa, non c’era speranza che qualcuno mi venisse a prendere e a portarmi fuori da quel luogo così orrido. Era pieno di cose che nel lungo periodo di vita che avevo vissuto, non avevo mai visto: animali, topi morti, foglie, erba e uccelli. Avevo paura che tra poche ore il lupo mi avrebbe digerita e quindi sarei morta. Rimasi tra me e me per qualche minuto quando … BUM!!!!!!! La situazione non migliorò affatto! Anzi, peggiorò! Cappuccetto Rosso era in trappola con me! Quello era decisamente il giorno più brutto e triste di tutta la mia vita. Accendemmo un fuoco con le ossa degli animali morti, visto che nella pancia del lupo faceva molto freddo. Così mi feci raccontare dalla mia dolce nipotina come era arrivata in quel posto. 75 Mi raccontò la sua storia e io la mia. Era brutta la sua,perché lei aveva creduto che nel letto c’ero io e non un enorme lupo! Chiacchierammo ancora un po’, ma ad un certo punto sentimmo uno sparo. Un cacciatore con un colpo di pistola uccise il lupo, gli tagliò la pancia e ci tirò fuori. Per fortuna adesso siamo sane e salve grazie a quel cacciatore. Ora io, la mia nipotina e il cacciatore, nostro gradito ospite, ci meritiamo una bella fetta di torta! LUCREZIA LEONETTI MAILA V A 76 LA MATRIGNA DI CENERENTOLA Sono la matrigna di Cenerentola, voi tutti mi conoscete per il mio brutto caratteraccio ma in realtà voi non sapete che sono buona. Quando ho conosciuto il padre di Cenerentola ero una donna povera, con due figlie, poi invece tutto è cambiato quando ci siamo sposati. Io non sapevo che lui avesse una figlia di nome Cenerentola. Quando l'ho conosciuta, mi sembrava una persona simpatica ma invece non lo era per niente. Ad esempio, mentre lei puliva, io la sgridavo e lei si arrabbiava, ma in fondo io volevo solo insegnarle a pulire il pavimento. Inoltre era gelosa perché, mentre lei puliva, le mie figlie perfette si dedicavano a loro stesse: trucco, capelli, vestiti. Anche Cenerentola mi chiedeva se poteva uscire, ma io ovviamente le diceva di no, perché non era ancora pronta per affrontare il mondo esterno. In fondo, io cercavo solo di educarla ma lei era molto testarda. Un giorno, al nostro rientro, trovammo sul tavolo un invito al ballo dal principe. Che bello! Ero eccitatissima per le mie figlie. Ovviamente Cenerentola voleva andarci, ma io le dissi di no perché doveva rassettare casa e poi era piccola per avere un ragazzo, al contrario delle mie figlie. Il giorno del ballo noi ci preparammo e, mentre Cenerentola puliva, subito uscimmo. Appena arrivata al ballo, le mie figlie andarono dal principe che però le rifiutò, perché diceva che non erano alla sua altezza. Quando mi girai, vidi Cenerentola con un bellissimo vestito addosso. Subito le chiesi dove avesse preso quel vestito ma lei non volle dirmelo, però mi vide così arrabbiata che dalla paura se ne tornò a casa. Correndo le cadde una scarpetta. Il principe innamorato si mise alla ricerca della proprietaria della scarpetta. Quando entrò dentro la mia casa io, ovviamente, feci provare la scarpetta alle mie figlie, ma non entrò a nessuna delle due. Se la 77 provo allora anche Cenerentola e a lei andò. Io mi arrabbiai molto ma in fondo ero felice per la ragazzina. Dopo qualche tempo i due si sposarono, malgrado il mio parere contrario. Secondo me, Cenerentola non era ancora pronta per il matrimonio. ALESSIA RONGA EDGAR,IL MAGGIORDOMO DEGLI ARISTOGATTI Mi chiamo Edgar e sono il maggiordomo della signora Adelaide da moltissimo tempo. Ogni giorno non solo mi prendo cura di lei, della sua casa e di ogni suo capriccio ma anche dei suoi gattacci…ai quali lascerà tutto quello che possiede. Che cosa se ne faranno i gatti delle poltrone di pelle, dei mobili e delle mie adorate pentole? Quei gattacci non saprebbero neanche cucinare la crema speciale alla Edgar. Tutta colpa del Notaio. Devo essere sempre sorridente per non far notare niente, ma voglio proprio sbarazzarmene di quei gattacci, li odio! Ogni volta che preparo quegli intrugli per loro, i gatti si mettono a ballare con la signora Adelaide per tutta casa, perdendo il pelame chiazzato. Non riesco a resistere alla rabbia, quando mi guardano con quelle faccette. C’è chi si intenerisce: io proprio no! Li metterei tutti in una scatola e li manderei a Timbuktu…lo volevo proprio fare. Per questo avevo deciso di travestirmi, per portare via da questa casa quegli stupidi gatti. Erano le 22,00, pronto per mettere in atto il mio piano e… addio gattacci: l’eredità sarebbe stata tutta mia! Alle 23,00 tutti dormivano. Era il mio momento, non ero stato mai così felice. Ciao gattini e buona fortuna! Li ho presi e portati via, lontani da casa. Al 78 mio ritorno la signora Adelaide era sveglia. “Come mai è già sveglia?” Le avevo chiesto. “Edgar ho sentito un rumore e la mia Duchessa è sparita insieme a tutti i gattini. Com’è possibile?” Meno male –avevo pensato - adesso la mia vita sarà una pacchia. Invece, dopo quattro giorni…Che cos’è questo miagolio? Non posso crederci ancora quei gatti! Ma ce n’è anche un altro, quello che mi entra sempre nella cucina. Ora c’è un gatto in più, non bastavano già quelli che avevo? Non volevo farli vedere alla signora Adelaide, altrimenti il mio incubo sarebbe ricominciato. Non posso permettermelo! “Gattini amori siete tornati dalla vostra mamma”. Troppo tardi. “Edgar prepara la tua crema speciale ai cuccioli, saranno affamati”… ma certo, ma certo poveri piccoli gattacci. LUDOVICA FORSINETTI