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Chiamata dei primi discepoli in Giovanni

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Chiamata dei primi discepoli in Giovanni
Associazione Missionaria Internazionale
International Missionary Association
GIOVANNI 1. 38-51
Gv 1, 38-51
[35]Il giorno dopo Giovanni stava ancora là
con due dei suoi discepoli [36]e, fissando lo
sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco
l'agnello di Dio!». [37]E i due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
[38]Gesù allora si voltò e, vedendo che lo
seguivano, disse: «Che cercate?». Gli
risposero: «Rabbì (che significa maestro),
dove abiti?». [39]Disse loro: «Venite e
vedrete». Andarono dunque e videro dove
abitava e quel giorno si fermarono presso di
lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
[40]Uno dei due che avevano udito le parole
di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea,
fratello di Simon Pietro. [41]Egli incontrò per
primo suo fratello Simone, e gli disse:
«Abbiamo trovato il Messia (che significa il
Cristo)» [42]e lo condusse da Gesù. Gesù,
fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai
Cefa (che vuol dire Pietro)». [43]Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la
Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». [44]Filippo era di Betsàida, la città di
Andrea e di Pietro. [45]Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui
del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di
Nazaret». [46]Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?».
Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». [47]Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva
incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». [48]Natanaèle
gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse,
io ti ho visto quando eri sotto il fico». [49]Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio
di Dio, tu sei il re d'Israele!». [50]Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo
visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». [51]Poi gli disse: «In
verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul
Figlio dell'uomo».
INTRODUZIONE
La seconda settimana
Il prologo del Vangelo di S. Giovanni inizia con le stesse parole di Genesi 1,1 “In
principio”. In principio Dio creò il cielo e la terra. Giovanni ci parla perciò di un nuovo
inizio, una nuova creazione. La Bibbia comincia con sei giorni di creazione e col settimo
giorno di riposo e di festa (Dio vide tutto quello che aveva fatto ed era veramente
molto buono Gen 1,31). Nei primi due capitoli, Giovanni ci parla di una seconda
settimana, dal giorno in cui Giovanni Battista dà la sua prima testimonianza (non sono
io il Cristo), fino al settimo giorno della festa di nozze a Cana.
1
Non sono io il Cristo, primo giorno
Il giorno successivo: Ecco l’agnello
di Dio (1,29)
Il terzo giorno (era il giorno della
comparsa della terra e della vita),
è il nostro testo, la chiamata dei
primi discepoli (1,35-42)
Il quarto giorno (la creazione dei
due luminari): la chiamata di
Filippo e Natanaele (1,43-51)
Tre giorni dopo, il settimo giorno,
le nozze di Cana (Gv 2, 1-12)
L’agnello di Dio
L’ignoranza
delle
Scritture
è
ignoranza di Cristo, diceva S.
Girolamo, il grande biblista ed
esegeta che ha tradotto la Bibbia
in latino. E senza Cristo non si capiscono le Scritture. Tutti i Vangeli si rifanno alle
Scritture, ma più di tutti lo fa Giovanni, che è intriso di citazioni, espressioni, allusioni e
temi del Primo Testamento, a volte in maniera evidente, a volte più sottile.
Ecco l’agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo (primo giorno 1,29)
Ecco l'agnello di Dio! (terzo giorno 1, 36)
Il collegamento evidente è innanzitutto con l’agnello pasquale, in Esodo 12,6.8.13-14
L’agnello è sacrificato per salvare il popolo: Quando l’angelo sterminatore vede il suo
sangue sullo stipite della porta passa oltre (da qui il temine Pasqua), risparmiando i
primogeniti degli Ebrei
Questo agnello doveva essere mangiato arrostito, senza romperne alcun osso, in
tenuta da viaggio, come aveva fatto il popolo fuggendo dall’Egitto.
Isaia 53, 4-7 dirà del Servo di JHWH: era come agnello condotto al macello, come
pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.
Il capro espiatorio. Levitico, ch 16 . Ogni anno l’assemblea di Israele compiva un rito di
confessione pubblica ed espiazione dei peccati, che venivano poi simbolicamente
scaricati su un capro che veniva cacciato a morire nel deserto, portando via su di sé
questo peso.
Nelle parole di Giovanni echeggiano entrambe le tradizioni. Risulta un’affermazione
forte, decisiva, se basta a muovere i due discepoli.
Lettura (Lectio). INSIEME
Ricordare le indicazioni del Card. Martini:
Vuol dire leggere e rileggere il testo così da far emergere gli elementi più significativi,
gli elementi portanti del testo. È bene leggere con la penna in mano, sottolineando i
verbi, i tempi dell'azione, i soggetti, gli aggettivi, ecc. Talora la nostra meditazione
sulla Scrittura è arida perché leggiamo in fretta, oppure perché la maggior
preoccupazione é di andare in cerca subito di commenti, di spiegazioni, senza fare la
fatica personale di vedere con attenzione. Dopo aver analizzato il brano nei suoi
elementi, si cercano altre pagine che riportino situazioni simili, nel Nuovo o nell'Antico
Testamento.
2
Verbi, tempi dell’azione
•
•
•
Giovanni sta, è fermo. Imperfetto: è e continuerà a stare fermo. Ma guarda con
intensità, è tutto rivolto. Giovanni ha la missione di preparare la via e di indicare
Gesù. Non può seguirlo. È fermo alla soglia del Regno. Come Mosè, che muore
guardando la terra promessa, non può seguire Gesù con i suoi amati discepoli. Deve
precederlo anche nella morte.
Gesù va passando. Non si ferma e non si fermerà. È la seconda volta che Gesù
compare direttamente. In 1,29 è venuto verso Giovanni B. E non ha ancora detto
una parola. Gesù cammina, passa. Camminare nella Bibbia significa vivere in una
maniera costruttiva, positiva; entrare in contatto con la vita, con la gente, con Dio.
Cammina davanti a me e sii integro. (Gen 17, 1). Io sono la via. Il Cristianesimo è
definito dai primi cristiani: questa via (Atti)
I discepoli lo seguono. Gesù si volge verso di essi, è di fatto un incontro e non è più
facile decidere chi prende l’iniziativa (Gesù passa, GvB. guarda e parla, i due
seguono, Gesù si volta e parla…)
Gli sguardi
• Fissando lo sguardo su Gesù che passava
• Vedendo che lo seguivano
• Venite e vedete
• Andarono e videro
• Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse
• Vieni e vedi
• Io ti ho visto quando eri sotto il fico
• Vedrai cose maggiori di queste
• Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo
Dal Primo al Secondo Testamento attraverso sguardi
Le parole
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•
•
Che cercate? È la prima parola in assoluto di Gesù nel vangelo di i Gv… È Gesù che
prende l’iniziativa.
Rabbì (che significa maestro), dove abiti? La richiesta dell’indirizzo è la richiesta
dello stare con… tipico del discepolato rabbinico. Una scuola di vita, non di nozioni.
Venite e vedete. Gesù accetta il ruolo di rabbi, soprattutto propone la comunione di
vita, nella responsabilità (vedete) che diventa tipica del discepolato cristiano.
I discepoli e la chiamata
•
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•
•
•
Il primo discepolo menzionato è Andrea (prima di Pietro…), l’altro rimane addirittura
senza nome…La tradizione vi ha riconosciuto l’autore del Vangelo. Ma innanzitutto
questo discepolo innominato è il simbolo del discepolo
Il nome nuovo che viene dato a Simone ne indica una nuova nascita, una nuova
realtà. Il nome nella Bibbia indica l’identità profonda
La chiamata di Filippo è fulminea e senza spiegazioni
La chiamata di Natanaele è la più laboriosa (è lui è colui nel quale non è falsità, è un
giusto, studioso delle Scritture…).
Ti ho visto sotto il fico….Dio ci vede, sa tutto di noi. I nostri desideri profondi è Lui
che li suscita per esaudirli
3
Come appare Gesù, cosa dicono di Lui, come si autodefinisce?
•
•
•
•
Gesù è già riconosciuto come Messia, GB l’ha chiamato Agnello di Dio
La cristologia si arricchisce di due titoli: Figlio di Dio e Re d’Israele, e poi di un
quinto con cui Gesù si autodefinisce: Figlio dell’uomo (preso dal profeta Daniele.
Il cielo aperto dice la vicinanza di un Dio che si cura della storia. Isaia pregava: se
tu squarciassi i cieli e discendessi. Nei sinottici è nel battesimo di GvB. che il cielo si
squarcia e lo Spirito scende e rimane su Gesù. In Gv. Il Battista ne è solo
l’annunziatore è il testimone, non si racconta il battesimo
Gli angeli salgono (partono da Gesù) e scendono. Riferimento alla scala di Giacobbe.
Le reazioni dei discepoli
•
Era l’ora decima. Chi scrive ricorda l’ora dell’incontro, come un innamorato ricorda
quando, dove e come ha incontrato la donna della sua vita. Sarà l’ora della morte di
Gesù
• Abbiamo trovato il Messia. Esultanza, sorpresa per tanta fortuna, bisogno di
condividere. Andrea è il primo discepolo missionario
• Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono? Il pregiudizio, lo scetticismo di fronte
alla novità: il Messia doveva venire da Betlemme. Gli scribi lo sapevano (Michea)
• Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele! La capacità dell’intellettuale onesto
di cambiare idea di fronte ai fatti
L’importanza del tempo in Giovanni. Fra i quattro è il mistico, ma anche il più attento
alla storia, al suo svolgersi e al suo significato profondo (Apocalisse). La settimana.
L’importanza del tempo per i laici, per una comprensione laicale della vita.
Perchè due discepoli? E gli altri? Due è il numero sufficiente alla testimonianza. (Li
mandò a due a due)
30 MINUTI DI MEDITAZIONE PERSONALE SU UNO O PIÙ TEMI FRA QUELLI PROPOSTI
DI SEGUITO
La chiamata
•
Coloro che arrivano dallo studio dell’Antico Testamento e dalle profezie (=GvB.).
Sono in grado di decodificare termini come “agnello di Dio”. Sono già discepoli,
allenati a stare con un rabbì. GvB. è comunque il padre di ogni forma di discepolato.
• Coloro che arrivano per legami familiari (senza negare il punto 1.). Tutti allora
attendevano il Messia, secondo le profezie i tempi erano maturi. Altri si erano
autoproclamati Messia e avevano combattuto i Romani, incontrando la morte di
croce.
• Coloro che arrivano per chiamata diretta di Gesù. È la situazione più semplice, non
ci sono commenti né spiegazioni… e come potrebbe essere altrimenti…
• Coloro che arrivano sulla parola di altri, persone vere, in ricerca, anche se questa
sembra la strada più complessa.
Abbiamo qui quattro tipi di vocazione, c’è anche la nostra? Come siamo arrivati
all’incontro con Gesù? Chi ci ha condotto a Cristo? Come cerchiamo di far incontrare
Cristo agli altri? Vederlo e riconoscerlo. Parlare di Lui.
4
Gesù passa
Cosa succede se Gesù passa senza che io me ne accorga o lo segua? Passerà ancora?
Misericordia di Dio. Passerà, ma questo momento speciale è perso per sempre.
Responsabilità. Non si segue un’idea, ma una persona. La prossima volta Lui non sarà
lo stesso e io non sarò lo stesso/a. Di fronte ad ogni voca-zione Gesù si pone come
protagonista: è sempre lui il primo che parla e le sue parole sono particolarmente
importanti. Lo sappiamo as-coltare?
• La prima parola di Gesù è una domanda – che cercate?
È una domanda! Gesù è pienamente rivolto verso l’uomo. Non solo parla di sè, ma
parla di loro, di ciò che c’è di più profondo nella loro vita. Può essere che questa
domanda qualifichi più profondamente chi siamo di quanto normalmente pensiamo.
Questo è comunque il punto di partenza per chi voglia compiere un cammino spirituale
di discepolato. Cosa stai cercando, cosa stiamo, veramente, cercando? Di riempire il
nostro tempo e d’impegnare le nostre mani e le nostre menti che non sanno stare
ferme? Cerchiamo sicurezza, lo starcene in pace, una cosa, un feticcio, una bacchetta
magica, una persona, un Re, un divo, qualcuno da amare o da odiare, comunque
qualcuno su cui scaricare le nostre dinamiche affettive? Risposte alle nostre ansie,
paura, angoscia? Potere, dominio, possesso, fama, riconoscimenti?
Questa domanda serve a noi, non a Lui. Lui lo sa cosa cerchiamo. Siamo noi che
dobbiamo riconoscerlo per poter essere liberi quel tanto, quel minimo per poterlo
seguire. Siamo capaci di chiedere a noi stessi e agli altri vere, serie domande? O ci
accontentiamo di risposte prefabbricate? O abbiamo paura di interrogare noi stessi e gli
altri? Di lasciarci interrogare?
Ascolto Gesù che mi chiede: cosa vuoi? Cosa vuoi da me? Cosa vuoi che ti faccia? Cosa
voglio da Gesù? Lui vuole che l’uomo sia libero e agisca come tale, sia consapevole e
responsabile. Vogliamo ancora qualcosa? Cerchiamo ancora qualcosa?
5
Come cristiani che hanno ricevuto tanto fin da piccoli rischiamo di non cercare più.
Spesso ci comportiamo come se avessimo Dio in tasca. Ma Dio è Dio, è sempre al di là.
La nostra vita è una ricerca incessante della verità. Ogni situazione, ogni persona, ogni
incontro ci aiutano ad andare più a fondo in questa ricerca. Giovanni Paolo II nella
Redemptoris Missio dice che il dialogo arricchisce la Chiesa, è una sfida per la Chiesa. Il
Signore ci fa un servizio quando ci chiede cosa cerchiamo, cosa vogliamo. Dobbiamo
questo servizio agli altri.
• La seconda è: venite e vedete
Qui c’è un’evoluzione nell’atteggiamento biblico… L’uomo che non poteva avvicinarsi a
Dio, pena la morte (cf. Mosè, Elia, ecc.) viene con una semplicità disarmante invitato
ad avvicinarsi. È ormai possibile avvicinarsi. Una cultura orale (Dio appare e dice…)
diventa una cultura visuale (Dio dice: guardate). Ciò che lui porta non è un
insegnamento = deposito di parole, ma una testimonianza, una vita da contemplare.
“Guardate ciò che ascoltate”
• La terza è – tu sei Simone, ti chiamerai Cefa
Gesù dona un nome nuovo a Simone. Lo fa rinascere dallo Spirito trasformandolo nel
suo essere. Ciò che spiega a Nicodemo in 3,3. Questo è il battesimo di Pietro, ed è
fatto di potenza, senza chiedere nulla, se non che Simone sia lì, si sia lasciato condurre
e sia disposto ad accogliere questo dono, a crederci
• La quarta parola è – seguimi
Sapendo chi siamo, ora che nulla ci separa da Dio, come persone nuove siamo capaci
di vivere la fede sperimentando la sequela. Siamo su di un cammino: nulla è mai dato
una volta per tutte, mai nessun passo è definitivo. Siamo su di un cammino dietro di
Lui. Per quanto sappiamo qual è la meta, in realtà la strada la conosce Lui e questo
deve bastare. È garanzia di successo, è speranza nella solitudine, è forza nelle
avversità. Ma è anche umiltà, non voler porre se stessi come centro di un universo,
riconoscere la non auto-nomia…
Gesù conosce Natanaele, come conosce Pietro, come conosce noi. È una conoscenza
di esperienza che è il corrispondente divino del discepolato: se per noi essere discepoli
è seguire Lui, per Lui essere Agnello, Messia, Figlio e Re, significa conoscerci,
inabitarci. È una conoscenza già vera in partenza: in Lui siamo stati creati. Ma è una
conoscenza che si fa vera comunione quando ne diveniamo corresponsabili, quando
l’accettiamo. Quando accettiamo che Lui veda anche quello che non ci piace e lo faccia
vedere anche a noi. Quando offriamo tutto questo come sacrificio vivente, santo e
gradito a Lui
Dove abiti. Dove abita Gesù?
Chiedo a Gesù: Dove abiti? Se la vita è una continua ricerca della verità, una
crescente sete di Dio, di essere con Lui, chiedergli dove dimora è una domanda “vera”.
Dove vive Gesù? Dove possiamo trovarlo? Dove possiamo condividere la sua vita,
averne parte? Il Vangelo non ci dice il posto, non è interessato al luogo geografico.
Essere con Dio non è un posto, ma una dimensione.
Il posto in cui Dio dimora è Dio stesso. La casa di Dio è Dio. Dio non è legato a nessuna
situazione geografica, fisica, emotiva. Possiamo incontrarlo ovunque, comunque,
sempre. Lo crediamo veramente?
La Bibbia si spiega con la Bibbia. Dove vivi? La Parola si è fatta carne e ha abitato in
mezzo a noi. (1,14)
6
Fra gli uomini. Nel seno del Padre. Nella Chiesa ministeriale. Nel Popolo di Dio. Nella
mia comunità. Nei poveri. Nel fratello/prossimo. Nella Parola di Dio. nell’Eucaristia. In
me…
Abitare, vivere con, vivere in, dimorare. Nell’amore. Nella volontà del Padre. Gv 14, 23
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e
prenderemo dimora presso di lui.
•
•
•
•
L’agnello di Dio
Gesù mi salva
Gesù porta via i miei peccati
Gesù si sacrifica per me
Ogni domenica a Messa ripeto queste parole. Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie
i peccati del mondo. Che significato hanno per la mia vita?
Le reazioni dei discepoli
In chi mi riconosco?
Quando ho incontrato Gesù la prima volta, quando sono andato e ho visto? Ricordo
l’ora, le circostanze del primo incontro con Lui? Cosa è successo quel giorno?
Andrea si precipita dal fratello. Io ho bisogno di comunicare la mia esperienza di Gesù?
La figura di Giovanni Battista
Il modello del missionario
Bisogna che Egli cresca e io diminuisca
Non sono io lo sposo. Lo Sposo ha la Sposa e l’Amico dello Sposo ne gioisce.
ORAZIONE, CONTEMPLAZIONE
CONDIVISIONE A PICCOLI GRUPPI
CONDIVISIONE TUTTI INSIEME
Anche nella nostra vita
hai posto un Giovanni Battista,
un maestro, un fratello,
che ci ha condotto a Te.
E siamo qui, stupiti,
perché sappiamo che ormai,
è scontato,
è proprio questo il nostro posto.
Qui davanti a Te
che ci riveli chi siamo,
cosa stiamo cercando,
dove stiamo andando.
Dietro di Te,
sui tuoi passi sicuri
aggrappati alla tua croce
come ancora di salvezza.
Rinnovaci nel tuo amore.
Penetra le nostre vite,
conosci i nostri cuori, comprendici,
donaci da abitare la tua casa,
di stare sempre con Te.
Perdonaci per tutte le volte
che non siamo venuti
non ci siamo lasciati prendere
e portare a Te, dietro di Te.
E per tutte le volte che,
purtroppo, ancora lo faremo.
Dacci l’umiltà di rialzarci
e aiuta noi tuoi discepoli
a non provare mai vergogna
di tornare a Te
per ripartire sulla tua parola.
(don Claudio Bolognesi
Consigliere spirituale AMI)
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