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Con lo sguardo sul Padre
Con lo sguardo sul Padre Scritto da Marco Cicoletti Quando il cameriere ti porta un piatto di spaghetti freddi ed il vino bianco caldo, ti viene spontaneo chiederti, chi sia il capo del ristorante. Quando un giovane vuole impressionare la propria ragazza, la porta al supermercato dove egli lavora e gonfiandosi come un pallone dice: “ogni giorno dalle otto alle due, qui dentro, io sono il responsabile”. Noi tutti conosciamo più o meno bene cosa significhi essere responsabili di un ristorante o di u n negozio, ma essere responsabili dell’universo intero? È questo ciò che Gesù dichiara di essere. Ci sono molti esempi dell’autorità di Gesù; tuttavia ricorrerò solo ad uno in particolare che è tra i miei preferiti. Gesù ed i discepoli si trovano in barca per attraversare il Mare di Galilea. Improvvisamente, dal nulla, si origina una tempesta e ciò che era tranquillo, si fa violento: onde mostruose si stagliano dal mare e cominciano a scagliarsi contro la barca. Marco descrive la scena con toni realistici: “Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena.” (Mc 4,37). A questo punto è estremamente importante farsi un quadro accurato della scena e così voglio chiederti di immaginare di trovarti in quella barca. Si tratta di una bella barca, ben costruita e salda ma nessuna minaccia per queste onde dalla cresta di tre metri. La barca comincia dapprima ad infilarsi col muso nel muro d’acqua. Ma poi la furia del mare la spinge con veloce violenza verso l’alto, tanto che la prua punta direttamente al cielo e quando temi che la barca finisca per cadere su se stessa ecco che viene spinta giù per la valle di un’altra onda ancor più gigantesca della prima. Altre ventidue mani si aggiungono alla tua per tenersi salde, afferrando con forza il bordo dell’imbarcazione. I tuoi compagni di disavventura hanno tutti la testa bagnata e gli occhi spalancati. 1/2 Con lo sguardo sul Padre Scritto da Marco Cicoletti È in momenti come questi che inizi a sintonizzare il tuo orecchio per captare la frequenza di una voce che dia un po’ di calma ma tutto ciò che riesci ad ascoltare sono solo grida e preghiere animate dal terrore. Ad un certo punto noti un particolare che ti lascia senza fiato. Gesù????? Dove è finito Gesù? Non si trova incollato al bordo della barca come la maggioranza di voi; non è al timone. Dove diavolo è andato a finire? Oh Dio, forse nell’acqua? Forse la furia delle onde è riuscita a spazzar via anche lui? È in questo turbine di pensieri che senti qualcosa: un rumore…..un suono sommesso…come quello di uno che russa. Ti volti per guardare in direzione del suono, e li, tutto rannicchiato nella stiva della barca, c’è lui….Gesù…..che se la dorme placidamente! Non sai se arrabbiarti oppure stupirti e così finisci per fare entrambe le cose. Ma come si fa a dormire in momenti terribili come questi? O con le parole dei discepoli: “Maestro, non t'importa che moriamo? (Mc 4,38). La stessa tempesta che fece tremare i discepoli, cullò Gesù fino a farlo sognare. Ciò che seminò la paura nei loro occhi, rese pesanti le sue palpebre. Quella barca che sembrava sempre più essere la tomba dei discepoli, era una culla per Cristo. Come faceva a dormire tranquillo in quella tempesta? Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». (Mc 4, 39–40). Incredibile…Non stupisce che i discepoli furono disposti a morire per Gesù? Mai prima di allora avevano visto una tale potenza; mai avevano visto una gloria tale. Sembrò proprio come se…..l’intero universo fosse il suo regno. Non poterono far altro che dichiarare la sua autorità. Non possiamo far altro che fare altrettanto. E quando lo facciamo non possiamo che affermare: Il Re dell’Universo regna nei nostri cuori. Marco Cicoletti 2/2