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Abbiamo detto come, morta Polissena de Castellis, la terra di Paola

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Abbiamo detto come, morta Polissena de Castellis, la terra di Paola
A b b i a m o d e t t o come, m o r t a Polissena de Castellis, la
t e r r a di P a o l a tornasse alla Corte di Montalto e vi durasse
fino alla rovina della casa Marzano. S t a di fatto che, fin dal
5 luglio 1442, re Alfonso I aveva investito il genero Marino
Marzano della baronia di Puscaldo e della t e r r a di P a o l a .
Con la m o r t e di Marino e del figlio di costui, Giovan B a t tista, senza eredi maschi, « M o n t a l t o con t u t t o il suo territorio nel vallo di Orati ed u n a b u o n a e notabile estensione
sulla m a r i n a t r a S. Lucido e P a o l a passò sotto l ' i m m e d i a t o
Beai Dominio».
l
duca di Sora, fratello di Giulio II, Margherita maritata a Leandro
di Tocco principe d'Acaia e Maria sposata ad Antonio Piccolomini,
duca di Amalfi, nipote di papa Pio II. Così V I N C E N Z O R U F F O nel
suo scritto su Nicolò Buffo, pagg. 1 8 2 - 1 8 6 ; H E T T O R E C A P I A L B I ,
Instructionum regis Ferdinandi primi liber, in Arch. Stor. della Calabria, 1916, n. 1-4, 2 4 0 - 2 4 1 , in nota.
L'Ammirato, al contrario, dà tutt'altro racconto, scrivendo che
Marino Marzano, nel 1 4 5 9 , ricevette Giovanni d'Angiò a Sessa e,
non potendo battere fi cognato re Ferrante I, congiurò contro di lui
per ucciderlo. Dice figlie di Marino Marzano le quattro figlie che furono invece nipoti di costui, e che lo stesso Ferrante I, imprigionato
Marino, prese cura della moglie di lui e della quattro figlie. In quanto
a Giovan Battista Marzano afferma che re Ferrante I gli aveva destinato a sposa la figlia Beatrice, che diede, invece, al Be d'Ungheria,
e che Giovan Battista sposò donna di casa Sanseverino del ceppo
di Capaccio, ma non ebbe figli.
In quanto a Marino Marzano, il D E L L A M A R R A (pagg. 1 3 1 - 1 3 6 )
afferma che, imprigionato da Ferrante I, ebbe a patire 3 5 anni di
prigionia e fu fatto uccidere, a Ischia, da Alfonso II con un colpo
di mazza sul capo infertogli da uno schiavo moro, che fu fatto
tornare subito in Barberia.
« L'anno seguente [cioè il 1442] gli donò il Re sotto la data
del 5 di Luglio la baronia di Fuscaldo, e la terra di Paula in Calavria
per morte di Polisena di Fuscaldo [la de Castellis] restata, come i
feudisti dicono in capillo, che detti luoghi tenea così dalla corte
regia, come da quella della madre del principe Marino : et col dono
aggiunse tali e così fatte parole in testimonianza del suo valore, che
nulla più ». Cfr. S. A M M I R A T O , Delle famiglie nobili napoletane, 1 9 1 .
Il che è confermato da quanto ricavasi dal Quint. I, f. 4 8 ; F. L A T T A R I ,
La terra di Fuscaldo, Giannini, Napoli, 1 9 2 9 , 15-17.
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