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Fracalossi accelera: Rurali da 40 a 15
- martedì 14 luglio 2015 - BANCHE l'Adige - Pagina: 7 - Il sindacato maggioritario firma l’accordo con Federcoop: Mazzucchi (Fabi): salvaguardiamo l’autonomia trentina ente bilaterale territoriale e anticipo del 50% del premio di e i posti di lavoro. Azzi sull’autoriforma del credito coop: risultato. No degli altri sindacati: meglio il fondo nazionale holding unica. E annuncia il passo indietro da Federcasse Fracalossi accelera: Rurali da 40 a 15 Da ottobre via al piano di fusioni Patto con Fabi: Fondo salva-lavoro FRANCESCO TERRERI twitter: @fterreri TRENTO - Il nuovo presidente della Federazione della Cooperazione Giorgio Fracalossi, che è anche il numero uno del credito cooperativo trentino, rilancia e accelera sulle fusioni delle Casse rurali. Il nuovo piano che si va delineando va oltre il dimezzamento previsto l’anno scorso, da 43 a 22 Casse. Ora si parla di accorpamenti dalle attuali 40 fino a 15-17 istituti di credito, da avviare a partire da ottobre. La pressione arriva dalla riforma nazionale, dalla Banca d’Italia e dalle nuove normative europee, sempre più stringenti sui requisiti patrimoniali delle banche. Anche per questo motivo la Fabi, il sindacato maggioritario a cui è iscritto il 70% dei 2.950 dipendenti di Rurali, Cassa Centrale e società collegate, ha firmato venerdì, contro l’opinione delle altre organizzazioni sindacali, l’accordo con la Federazione che istituisce il Fondo salva-lavoro per i bancari coop trentini. Tra i contenuti principali dell’intesa tra Fabi e Federcoop c’è infatti, in primo luogo, la costituzione dell’Ente bilaterale territoriale di categoria, che dovrà gestire, attraverso un Comitato paritetico tra aziende e lavoratori, il «Fondo per il sostegno dei livelli occupazionali e della mobilità del personale delle Casse Rurali trentine ed enti collegati». Il Fondo sarà finanziato con risorse a carico delle aziende, dei lavoratori e degli amministratori delle Casse. La misura delle contribuzioni sarà definita con apposito accordo entro il 31 ottobre, la data entro la quale a livello nazionale le parti si sono impegnate a rinnovare il contratto, e nei 30 giorni successivi sarà sottoposta al giudizio dei lavoratori tramite referendum, che sarà decisivo per attuarla. Nell’accordo viene inoltre confermata la costituzione della Cabina di regia provinciale, anch’essa paritetica, impegnata a monitorare l’andamento del sistema con particolare attenzione alle situazioni di criticità nel settore. Entro il 31 ottobre la cabina di regia dovrà emanare direttive che propongano criteri coerenti per la definizione dei compensi di dirigenti e amministratori, nonché indirizzi per il controllo dei costi di funzionamento degli organismi statutari delle Rurali. Infine, come da impegni presi nell’accordo dell’11 marzo scorso, questo mese o al massimo ad agosto sarà erogata in busta paga, nelle Casse in utile, una quota del 50% del premio variabile di risultato, in media circa 1.000 euro. Gli altri sindacati, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil, hanno ritenuto invece di non firmare l’intesa in attesa dell’accordo nazionale sull’ente bilaterale e sul fondo per l’occupazione. «Ma non dobbiamo lasciare che Roma decida per noi - afferma il segretario coordinatore della Fabi Domenico Mazzucchi - Meglio invece gestire insieme le ricadute della riorganizzazione e le risorse del fondo. Abbiamo ottenuto l’impegno a salvaguardare tutti i posti di lavoro e il pieno diritto ad una contrattazione locale di secondo livello ancora più forte e strutturata». «Nell’accordo - prosegue Mazzucchi non c’è nessun riferimento al taglio di alcuni diritti di cui aveva parlato in passato la Federazione. In questo modo il tavolo trentino ha dimostrato di saper essere anticipatore e trainante e di salvaguardare l’autonomia trentina, così come è stato a suo tempo per la costituzione del Fondo pensione complementare e della Cassa mutua, a cui sono seguite, in tempi diversi, analoghe intese nazionali». Nei prossimi mesi, aggiunge la Fabi, proseguirà il lavoro per allargare agli enti centrali l’accordo sul salario variabile 2014 e procedere al rinnovo del contratto integrativo provinciale. Sul versante della riforma nazionale del credito cooperativo, intanto, il presidente di Federcasse Alessandro Azzi conferma, al Sole 24 Ore, che il decreto del governo sulle Bcc è stato rinviato alla ripresa dopo l’estate, sottolinea di nuovo che nella proposta nazionale di Federcasse si parla di una sola capogruppo, presumibilmente Iccrea, anche se lascia aperta la possibilità di fasi transitorie. Infine, preannuncia un suo passo indietro dalla presidenza di Federcasse, per la quale è in scadenza a novembre: «È ora che le nuove generazioni si facciano avanti». Riparte il processo di aggregazione tra le Casse rurali trentine Il progetto è stato presentato per la prima volta lo scorso ottobre La proposta puntava a scendere da 43 a 22 Casse con fusioni soprattutto nelle valli e nelle città più piccole Documento generato da Walter Alotti il 14/07/2015 alle 07:32:20 Pagina 9/17 - martedì 14 luglio 2015 - T R E N T I N O - Pagina: 8 - Contratto delle Rurali firma solo la Fabi Le altre sigle sindacali aspettano la conclusione a livello nazionale L’accordo prevede un ente bilaterale a sostegno di chi rischia il posto di Daniele Peretti ◗ TRENTO La costituzione di un Ente Bilaterale di categoria e del Fondo Trentino per il sostegno dei livelli occupazionali e della mobilità e la liquidazione di una quota del premio variabile di risultato, sono due dei punti del nuovo contratto dei dipendenti delle casse rurali trentine, firmato venerdì sera. La sottoscrizione è però solo di FABI e del non degli altri sindacati (FIBA, FISAC e UIL.Ca) che avevano preso parte al tavolo sindacale: «Con loro abbiamo percorso un cammino comune che si è fermato prima dell'ultimo atto. La cosa ci meraviglia molto – ci ha dichiarato il segretario della FABI Domenico Mazzucchi – perché tutte le scelte erano state comuni solo che all'ultimo hanno preferito aspettare l'esito della trattativa nazionale, per poi valutare le due posizioni». La trattativa parallela era iniziata il 23 gennaio dopo che la Federcassa aveva provato a unire tutte le trattative in un'unica discussione. Però la realtà trentina è del tutto diversa da quella nazionale se solo consideriamo che le 43 casse rurali presenti sul territorio, detengono una quota di mercato pari al 60% contro l' 8 nazionale; in più alla Fabi sono iscritti il 70% dei tremila dipendenti delle casse rurali. Ne è nata così una trattativa separata che è giunta, dopo quindici giorni di incontri quotidiani, alla sottoscrizione di un protocollo d'intesa, quando a livello nazionale si è ancora lontani da una conclusione. Importante l'attivazione dell'Ente Bilaterale di categoria che andrà a gestire un fondo per il sostegno occupazionale dei dipendenti. BANCHE L’INTEGRATIVO » La Fabi ha firmato il contratto per i dipendenti delle Rurali Si tratta di aiutare le singole casse a ristrutturarsi, dando un sostegno al reddito in caso di prepensionamenti, ma anche di disoccupazione in vista della riduzione degli addetti che sarà diretta conseguenza dei tagli successivi alle programmate fusioni tra casse. Lo scopo è quello di evitare una drastica “messa a casa” dei dipendenti in esubero. Per definire la misura delle contribuzioni è già stato fissato un incontro per il 31 ottobre, mentre a novembre l'accordo nel suo insieme sarà sottoposto all'approvazione dei lavoratori tramite un referendum di categoria. E' stata costituita anche una “ cabina di regia” provinciale che avrà il compito di monitorare Documento generato da Walter Alotti il 14/07/2015 alle 07:32:20 l'andamento del settore e specificatamente le situazioni di criticità. In attesa della definizione del premio di risultato a livello nazionale, entro agosto ai soli dipendenti locali verrà liquidato un anticipo del 50% sul dovuto. Il versamento riguarda solo quelle casse rurali che hanno chiuso con bilanci in positivo. A questo punto il protocollo sottoscritto a Trento, potrà servire anche come modello : «Ancora una volta il tavolo trentino ha dimostrato di essere anticipatore e trainante. Così come a suo tempo è stato per la costituzione del Fondo Pensione complementare e della Cassa Mutua alle quali sono poi seguite analoghe intese nazionali». Pagina 12/17 - martedì 14 luglio 2015 - CORRIERE DEL TRENTINO - Pagina: 11 Sindacati Bilateralità e Fondo La Fabi firma da sola TRENTO Nel fine settimana scor- per so il sindacato dei bancari Fabi, maggioritario nel credito cooperativo, ha firmato da solo l’accordo provinciale per il Fondo per l’occupazione e la mobilità (Focc) e dell’Ente bilaterale di categoria. Il fondo «sarà finanziato con risorse a carico delle aziende, dei lavoratori e degli amministratori». Definita anche l’erogazione di una quota del premio variabile di risultato 2015. Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di non firmare, visto che analoghe trattative si stanno compiendo a livello nazionale. una vincia L’Ente bilaterale di categoria dovrà gestire, attraverso un comitato paritetico aziende e lavoratori, il «Fondo per il sostegno dei livelli occupazionali e della mobilità del personale delle Casse rurali trentine e degli enti collegati». La contribuzione di aziende, lavoratori e amministratori «sarà definita con apposito accordo entro il 31 ottobre, data del rinnovo del contratto nazionale, e nei 30 giorni successivi sarà sottoposta al giudizio di tutti i lavoratori tramite referendum». Il referendum dovrà avere esito positivo perché le misure possano divenire operative. E questo è un punto delicato. Non più tardi di mercoledì scorso Milano Finanza intervistava il segretario nazionale di Fabi Lando Sileoni, che sul tema esprimeva una visione opposta: «Affermare che le Bcc non hanno le risorse economiche per finanziare i prepensionamenti volontari, pretendendo così un contributo di solidarietà da parte dei lavoratori, è inaccettabile e non veritiero». . La Fabi trentina (70% dei quasi 3000 lavoratori delle Rurali) ha firmato la costituzione anche di una «Cabina di regia provinciale» che dovrà emanare i criteri per definire i compensi di dirigenti e amministratori. Infine «in busta paga sarà erogata una quota del 50% del meccanismo di calcolo del premio di risultato 2014, non più vigente». «Chi lavora in una Cassa in utile avrà in media circa mille euro» stima la Fabi. E. Orf.