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Ti amo ma posso spiegarti

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Ti amo ma posso spiegarti
guido catalano
Ti amo
ma posso spiegarti
© 2011 Miraggi Edizioni
via Galvani 12 bis, 10144 Torino
www.miraggiedizioni.it
Progetto grafico Miraggi
Il disegno sulla sovraccoperta è di Federico Manzone
federicomanzone.blogspot.com
www.gruppomaciste.it
Finito di stampare a Città di Castello nel mese di dicembre 2011
da CDC Artigrafiche per conto di Miraggi Edizioni
Prima edizione: dicembre 2011
isbn 978-88-96910-18-4
Miraggi Edizioni
Preambolo dell’Autore
Pubblicare un nuovo libro per me è come fare un bambino nuovo. Anche se io non ho mai fatto un bambino, dunque
non so se il paragone regga.
Quando farò un bambino o una bambina saprò.
In ogni caso sono molto contento.
Questo libro è un libro femmina.
Se fosse un bambino sarebbe una bambina.
Almeno io me lo immagino femmina.
Forse è un po’ femmina e un po’ maschio, come tutte le cose
della vita.
In questo libro si parla parecchio d’amore. Io parlo d’amore soprattutto per iscritto. A voce meno perché ho bisogno di
pensarci su. Un po’ come quando uno si trova a litigare con
una persona e dopo non si sente soddisfatto. Poi a casa si dice:
«Accidenti avrei dovuto dirgli questo e quast’altro!». Ma ormai
è troppo tardi.
Io scrivo d’amore anche perché la gente pensi che sono sensibilissimo.
Lo sono, in effetti.
Il mio film preferito d’amore è Love Story.
È l’unico film d’amore che mi son pianto nelle orecchie.
Ci sono molti dialoghi amorosi in questo libro.
I dialoghi per riuscire bene, bisognerebbe essere in due. Siccome io passo molto tempo da solo, ho iniziato a farmi compagnia
dialogando con me stesso e son venuti fuori questi dialoghi.
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Qui dentro c’è anche della roba che fa ridere. Lo dico perché
lo so. Lo so perché quando leggo queste cose davanti a un pubblico, il pubblico ride. Alcuni mi hanno detto che anche leggendole a casa da soli hanno riso. Ne son contento perché è molto
bello fare ridere le persone. Io rido poco e quando qualcuno mi
riesce a far ridere gli voglio del bene.
Dunque se ridete, vogliatemi del bene.
Una volta, quando mi dicevano che sta roba non è poesia
rispondevo che anche Montale andava un sacco a capo. Non
funzionava.
Poi mi son convinto che non è poesia. Più che altro mi ha
convinto il mio commercialista.
Qui dentro ci sono 47* cose andate molto a capo.
Con tutta probabilità è poesia.
Secondo me spacca.
Guido Catalano
* 47 è un numero fittizio, avremmo dovuto contarle ma nessuno ne aveva voglia.
Ti amo
ma posso spiegarti
le carte in tavola
quasi tutte le donne si guardano di nascosto
su qualsivoglia superficie riflettente
ogni qual volta si presenti l’occasione
per vedere se sono belle
ho visto donne uscire in lacrime dal proprio parrucchiere
maledicendo tinte, messe in piega, tagli, colpi di sole
sbagliati
se la tua donna non lo fa mai
preoccupati
potrebbe essere una vampira
ho sempre pensato che i cessi pisciati
sia colpa dell’uomo
finché una donna mi ha confessato
che per non sedersi
esse sono in grado di farla
stando intrespolate in piedi
sulla tazza
e spisciazzando tutto
da quando sul mio blog ho messo una poesia
che si intitola io ho visto le donne nude
ho ricevuto – ad oggi – 18 414 visite
di gente che cerca su google “donne nude”
contro 18 290 che cerca il mio nome e cognome
la poesia è stata inserita sei mesi fa
il blog è stato aperto cinque anni fa
ho visto donne strapparsi l’odiato vello
dai loro corpi morbidi
utilizzando tecniche degne di un inquisitore medievale
soffrendo in silenzio
ho visto gambe traballanti
su tacchi inauditi
sfidare le leggi della gravità
dell’equilibrio e del buon senso
ho avuto più volte la certezza
che le borse delle donne
siano portali dimensionali
verso la sfera dell’entropia
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immagino che chi cerca “donne nude” su internet
all’alba del 2011
non possa avere più di dodici o tredici anni
se io avessi avuto internet a dodici-tredici anni
mi sarei devastato di seghe
garantito al limone verde, signori
mi spiace di essere andato fuori tema
la poesia era iniziata benissimo
comunque giuro che se leggerò ad alta voce
questa poesia davanti a delle persone
davanti a delle persone sensibili
o a bambini
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non dirò seghe ma pippe o pugnette
come fanno alla tele
io per avere quasi quarant’anni
ho visto pochissime donne nude vere
pochissime ne ho baciate
pochissime ci ho fatto l’amore
le tette in assoluto è la mia parte preferita sessuale
gli occhi, quella che cambia le carte in tavola
io ho visto le donne nude
io ho visto le donne nude
io ho visto le donne ed erano tutte nude
erano nude le donne che ho visto io
io camminavo
e cammina cammina
ho girato l’angolo
e
c’erano
giuro
le donne nude
tutte nude
donne nude
nude nude
– ciao donne nude – gli ho detto io
– ciao
– ciao
– ciao
– ciao
– ciao
– ciao
– ciao
erano sette donne nude
sette donne
sette nude
sette ciao
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io non ho idea se l’uomo più grasso del mondo
potesse o meno vedersi il pisello
so solo che non poteva fare all’amore con la fanciulla blu che
tanto amava
e per questo
se la mangiò
ragazza dal seno prepotente (dialogo auspicabile #2)
– sì?
– il tuo seno è prepotente
– scusa?
– hai un seno aggressivo
– lo devo prendere come un complimento?
– mah, no, direi di no
– quindi?
– quindi senienicamente sei arrogante
– senienicamente?
– sì, da senieno, come penieno
– non esiste senieno
– ora sì
– dovrei nasconderle?
– cosa?
– le tette
– nel modo più assoluto no
– mi hai dato dell’arrogante e della prepotente
– non tu, il tuo seno
– il mio seno sono io, anche
– dici?
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– dico
– e come possiamo fare?
– guarda che sei tu che hai iniziato con questa storia
– hai ragione
– secondo te potrei fare qualcosa per rendere meno prepotente
ai tuoi occhi il mio seno?
– sì, dovremmo conoscerci meglio, frequentarci, fare delle colazioni assieme, delle gite, andare al cinema, al mercato, prendere confidenza, raccontarci dei segreti
– vuoi toccarne una?
– di cosa?
– io e te?
– io, te e il tuo seno
– di tetta
– sei pazza?
– questo è un dialogo assurdo
– questo è un dialogo di meraviglia e di speranza
– perché?
– perché in questo tipo di situazioni non è contemplato che la
ragazza faccia un’offerta del genere
– di speranza di cosa?
– di speranza di frantumare l’impossibilità di dire
– scusa, chi le decide le regole?
– nessuno, ma esistono
– dimmele dunque
– non le so, le intuisco cammin facendo e anche tu dovresti
– ti piacciono le mie tette?
– puoi chiamarlo seno, per favore?
– va bene, ti piace il mio seno?
– provo un senso di attrazione-repulsione rispetto al tuo seno
– più attrazione o più repulsione?
– sinceramente più attrazione però c’è questa cosa della prepotenza
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– di dire cosa?
– tutto
– tu credi che sia possibile?
– sta accadendo
– anche nel mondo reale?
– questo è il mondo reale e se non lo fosse significherebbe che io
ti sto sognando o tu stai sognando me o fors’anche stiamo entrambi essendo sognati da una farfalla, la qual cosa genererebbe
in me – non te lo nego – una certa qual frustrazione
– dunque?
– hai delle tette di rara bellezza
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testamento
mettetemi accanto a Morrison che c’è più passaggio
se mai che mi toccasse di morire
così di colpo
senza avere tempo di dire
fare
baciare
lettera
ma soprattutto testamento
prima o puoi muoio
per quanto la cosa
m’appaia demenziale
stupida, a tratti
inutile e di cattivo gusto
ecco
ci tengo che si sappia adesso e poi che:
lascio le mie poesie d’amore ai gatti
quelli randagi
le mie poesie di sofferenza ai cani
quelle di odio sian seppellite insieme al corpo mio
quelle di sogno siano sparate in cielo
raggiungano lo spazio siderale
dentro un ultramissile spaziale
infine
se mai che qualcheduno di quei grossi
di quelli grossi, quegl’editori fessi
solo si prova a farmi far da postumo il successo
scardinerò la tomba
e in forma putrefatta e zomba
brutti babbei
verrò a pisciarvi sul tappeto
e sicuramente andrò seppellito da qualche parte
eviterei la cremazione
voglio continuare a prendere spazio
e la mia scelta va senz’altro al cimitero di Père Lachaise
a Parì
se proprio devo soccombere
desidero passare l’eternità vicino a gente di livello
e poi bisogna pur pensare al futuro
in caso di Giudizio Universale
sai che trip uscire dalla tomba
con Oscar Wilde a destra, Apollinaire a sinistra e che so
aiutare Édith Piaf a spostare la lapide
e andarcene a spasso insieme raccontandoci storielle
comunque sia, per favore
quando fra un centinaio d’anni tirerò le cuoia
mettetemi accanto a Morrison che c’è più passaggio
(quello del salotto buono)
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le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci
dunque
teniamoci stretti che c’è vento forte
bellezza mia
ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni
ed io sia maledetto
sia maledetto io, non dio
se mollo questa presa di salvezza
ti amo ma posso spiegarti
– ti amo ma posso spiegarti
le dissi
– un ottimo titolo per un libro di quelli che vanno adesso
mi disse
– sì ma io te lo dissi per davvero
le dissi
– non sprecarlo con me, facci un bel romanzetto di giovanilismo
alla moda
mi disse
– ma scusa, cristomadonna, io ti dico una frase d’amore e tu mi
dici di farci un titolo di merda?
le urlai
– non t’incazzare, lo dico per te, con un buon titolo hai fatto il
cinquanta per cento
mi sussurrò
– allora senti questo – le dissi – cazzi ne hai presi più tu che un
esercito di mignotte da sbarco
– sei un cretino, e poi è vecchio, e poi l’Einaudi non te lo passa
– e la Feltrinelli?
– neanche
– la Mondadori?
– manco la Mondadori
– dici?
– dico
– ci vieni con me a limonare duro al concerto degli ACDC
conosco uno che monta i palchi e ci fa entrare gratis?
– no
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– guarda che non è una proposta, è un titolo
– fa schifo
– dici?
– dico
Sommario
– mi trovi basso?
– sì
– mi trovi grasso?
– sì
– potresti trovarmi se mai mi perdessi?
– farei del mio meglio
– quindi?
– quindi mettiti comodo e spiegami dettagliatamente questa cosa
curiosa che mi ami, cercando di essere convincente come se
stessi tentando di persuadere un intero plotone d’esecuzione
pronto a far fuoco sul tuo corpo inerme, a graziarti
Preambolo dell’Autore
5
basta poesie d’amore adesso e diamoci dentro 9
– come titolo non è un po’ lungo?
– fai tu
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canzoni, margherite e zirconi
12
cosa succede 15
le carte in tavola
16
io ho visto le donne nude
19
acchiapparella
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ragazza dagl’occhi inauditi (dialogo auspicabile #1)
26
cortocircuito con madonne di pongo
29
cose di notte
32
amo
34
bevi
36
di poesia, di metal, d’amore
39
ragazza dal seno prepotente (dialogo auspicabile #2)
43
l’uomo che non solo non voleva amare ma aveva
anche serie difficoltà con l’uso del trapano elettrico
46
l’uomo che oltrepassò l’orizzonte degli eventi
mentre andava dalla sua fidanzata in bicicletta 49
l’uomo che gli trapiantarono un ordigno nucleare
al posto del cuore
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l’uomo che scoprì il vero nome di Dio
56
testamento
118
ragazza dalle labbra di glicine (dialogo auspicabile #3)
58
mettetemi accanto a Morrison che c’è più passaggio
119
«grazie Martina che mi»
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ragazza dalle natiche trascendenti (dialogo auspicabile #6) 120
il bloccone
63
poesia d’amore per una ragazza fiore
123
la doccia coi nudi
69
il boia
128
non ebbi la prontezza
71
stamattina mi son svegliato
131
ragazza superluminale
73
teniamoci stretti che c’è vento forte
135
Nel meraviglioso mondo del mago di Oz
74
ti amo ma posso spiegarti
137
ragazza dai capelli disastrosi (dialogo auspicabile #4)
78
sesso, violenza, inseguimenti d’auto
81
stanotte ho sognato che mi suonava il citofono
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stanotte ho sognato che mi suonava il citofono #2 88
pentalogia peniena
90
vado a capo a cazzo
93
ti cucirei un vestito 95
ragazza dall’altezza feroce (dialogo auspicabile #5)
98
l’ultima sigaretta
101
shock termico
103
ottimismo estivo
106
solo un discorso d’agosto
107
sono le 3 110
poesia triste
113
l’ultima canzone dell’usignolo in chiusura
con coro di gatti randagi in calore
116
Fly UP