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Un nuovo papiro di palmomanzia nell`Università del Michigan

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Un nuovo papiro di palmomanzia nell`Università del Michigan
Un nuovo papiro di palmomanzia nell’Università del Michigan
Nikos Litinas (Creta)
Abstract: A Michigan papyrus preserves one of the earliest testimonies of muscle divination
(divination based on the observation of involuntary muscle movements). It is also important
because a reading in a Latin translation of the 16th century is supported by the text of the papyrus.
Keywords: muscle divination, Michigan papyrus, Latin
P.Mich. inv. 4281b
Provenienza ignota
8.2 x 10 cm
IIIp
Il papiro fu acquistato dall’Università del Michigan nel 19251 (“lot II; miscellaneous fragments”) e conserva solo alcune lettere di tre righe della fine di una
colonna e quattordici righe di un’altra colonna. Il testo può essere identificato
come un papiro di “palmomanzia”. Tutti i papiri e manoscritti riguardanti questo
metodo di divinazione sono stati raccolti e discussi da Salvatore Costanza, Corpus
Palmomanticum Graecum, Pap.Flor. XXXIX, Firenze 2009. Nel papiro del
Michigan solo due articoli possono essere ripristinati con certezza: il primo articolo restaurato della seconda colonna (l. 3–8) è paragonabile a P5 (= P.Mich. XVIII
766), 13–14 ἐὰν ἐνκέφαλος ἅλληται, χρόνιον νόσον σηµαίνει [τῷ ὑγιαίνοντι]; a
versio A, 8 ἐνκέφαλος ἐὰν ἅλληται, νόσον δηλοῖ τῷ ὑγιαίνοντι; a versio D, 3
ἐνκέφαλος ἐὰν ἅλληται, χρόνιον νόσον δηλοῖ. Il secondo articolo (l. 9–14) è
paragonabile alla versione medievale A, 5 (vedi Corpus Palmomanticum Graecum, p. 130) κεφαλῆς τὸ ὄπισθεν µέρος µέχρι τοῦ κύκλου ἐὰν ἅλληται, κατὰ
πάντα ἐχθρῶν καὶ <ἀντιδίκων> ἐπιβουλὴν δηλοῖ καὶ οἰκείων θάνατον· τοῖς δὲ
λοιποῖς συµφοράν· δούλῳ ἀγαθόν, παρθένῳ ἐπιτυχίαν καλοῦ ἀνδρός, χήρᾳ νόσον·
ἐν ἄλλοις πλουσίῳ κίνδυνον, γεωργῷ κόπον. L’invocazione (εὔχεσθαι o εὔ[χου?])
sembra essere usata sistematicamente alla fine degli articoli.
Per evidenziare i diversi pronostici, le righe iniziali di ogni articolo sono in
ectesis, ma c’è anche il segno di paragraphos tra gli articoli (subito sotto la prima
lettera dell’ultima riga). L’altezza del margine inferiore è c. 2 cm. Le lettere sono
rotonde ed una peculiarità meritevole di attenzione è data dall’esecuzione di υ, del
quale la tazza è alta e quasi orizzontale, incurvata solamente sul bordo sinistro; cf.
SB XX 14395 (181 d.C.). I tratti orizzontali di ε e θ sono estesi fino alla succes_________
1 Il papiro è pubblicato e l’immagine viene riprodotta digitalmente con il permesso della
Papyrology Collection, Università del Michigan.
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siva lettera. Tutte le lettere presentano apici alle estremità dei loro allungamenti
verticali. La scrittura è bilineare e ordinata. Le lettere alla fine delle linee di col. I
sono più piccole di quelle di col. II.
Le forme delle lettere (per lo più di κ, η, ν, β, π) sono databili alla prima metà
del terzo secolo d.C.; cf. P.Oxy. LI 3614 (200 d.C.); P.Oxy. XLIII 3100 (225 d.C.);
M.Chr. 211 (233 d.C.); P.Oxy. XXXVIII 2854 (248 d.C.). Dunque, il papiro del
Michigan e il P1 (= P.Flor. III 391), datati al IIIp, sono i più antichi papiri di
palmomanzia.
Col. I
Col. II
- - - - - - 1
2
3
]λη τριχῶν
]ο̣ι
] ̣
- - - - - - -
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
- - - - - - - - - - - - δ[
τ[
__
Ἐν[κέφαλος ἐὰν ἅλη-]
τ[αι χρόνι]ο̣ν ν̣[ό-]
σον̣ [σ]ηµαίνε[ι] κα[ὶ]
τῶ[ν] κατὰ ψυχὴν̣
ἔργω̣ν στέρησιν
δη[λ]ο̣ῖ. εὔχεσθαι Ἄ ̣[ ̣ ̣]
__
Κεφαλ̣ῆς τὸ ὄπισθ[εν]
µέρος ἐὰν ἅλ̣ητα[ι]
µέχρι τοῦ κοίλο[υ]
ἐκθρῶν ἐπιβο[υ-]
λὴν σηµαίνει. εὔ[χ-]
Ἡ̣ρ̣α̣κ̣λ̣εῖ.
3 l. ἐγκέφαλος
12 l. ἐχθρῶν
3–4. 10 l. ἅλληται
Col. I “… capelli…”
Col. II “… Se il cervello sussulta, è segno di una lunga malattia e della privazione
della capacità di fare opere dello spirito. Implora A.[ ]. Se il retro della testa
sussulta fino alla nuca, indica insidia da parte dei nemici. Implora Ercole”.
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N. Litinas, Un nuovo papiro di palmomanzia nell’Università del Michigan
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Col. I
1 ]λη τριχῶν: τῶν ἐν τῇ κεφα]λῇ τριχῶν? Capelli (κεφαλῆς τρίχες) appaiono in
P5, 8; versio A, 2; B, 2; D, 2, ma è difficile spiegare l’uso del genitivo τριχῶν qui.
Col. II
3 ἐν[κέφαλος: per νκ invece di γκ vedi Gignac, Grammar I, p. 168; la stessa
ortografia in P5.
3–4 ἐὰν ἅλη]|τ[αι: l’integrazione con un solo lambda è stata fatta basandosi
sullo stesso errore in l. 10; cf. la stessa ortografia in P2 (= P.Ryl. I 28), 128–129,
157, 169, 201, 215.
6–7 Ιl sostantivo ψυχή (spirito) appare solamente in versio A 163, ma il sostantivo στέρησις appare per la prima volta nei papiri di palmomanzia. L’ultima lettera
di l. 6 è probabilmente l’apice di un ν̣ e non ς̣, quindi dovremmo piuttosto leggere
ψυχήν (e non ψυχῆς̣); tuttavia vedi l’uso del genitivo in Gregorio Nys., PG 46,
p. 128 ἡ γὰρ νεκρότης κατὰ ψυχῆς στέρησιν γίνεται. L’espressione κατὰ ψυχήν
indica il luogo e la frase τῶν κατὰ ψυχήν ἔργων sembra essere equivalente al
genitivo τῶν ἔργων τῆς ψυχῆς; cf. Ph. Jud 3.95 (Cohn) ὅθεν καὶ Βεσελεὴλ ἀνακαλεῖ ὁ θεὸς ἐξ ὀνόµατος καί φησιν αὐτῷ δωρήσασθαι σοφίαν καὶ ἐπιστήµην, καὶ
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δηµιουργὸν αὐτὸν καὶ ἀρχιτέκτονα πάντων τῶν τῆς σκηνῆς, τουτέστι τῶν τῆς
ψυχῆς ἔργων, ἀποδείξειν; Jo. Chr. PG 61, p. 440 καὶ γὰρ ἐκεῖνος νεκρὰν εἶχε
ψυχήν... τῶν µὲν γὰρ ψυχῆς ἔργων οὐδὲν ἔπραττεν, ἤσθιε δὲ καὶ ἔπινε καὶ ἐτρύφα
µόνον... οὐδὲ οὕτως εἶπέ τι βλάσφηµον εἰς τὸν Θεὸν, ἀλλ’ ἔφερεν ἅπαντα
γενναίως. οὐ µικρὸν δὲ τοῦτο ψυχῆς ἔργον.
8 L’ultima lettera superstite della linea non è δ̣ (per leggere Ἄδ̣[ῃ]), o ι̣ (per
leggere Ἄι̣[δῃ]), ma può essere solamente ν̣, γ̣, κ̣ o π̣. Ἀν̣[άγκῃ], Ἀγ̣[λαΐᾳ] o
Ἀπ̣[όλλωνι] sembrano troppo lunghe per lo spazio che ci si aspetta alla fine della
linea, ma qualche volta la scrittura diventa più piccola verso la fine del rigo, cfr.
col. I 1. Per le divinità che sono attestate nei papiri di palmomanzia vedi Corpus
Palmomanticum Graecum, p. 33–35 (particolarmente, p. 35 e n. 321 per Ananke),
e sotto 13n.
8–9 Sotto la paragraphos c’è un segno circolare che sembra un omicron, ma la
sua funzione non è chiara.
9–11 κεφαλῆς τὸ ὄπισθ[εν] µέρος --- µέχρι τοῦ κοίλο[υ]: µέχρι τοῦ κύκλου
versio A, 5; vede app. crit. ad loc. “caput vel circa collum partem Diels, existimans autem sententiam obscuram esse”. Solamente in N (Agosto Niphi, De auguriis, Basileae 1534) la traduzione “concavum” indica che la parola greca poteva
essere κοίλου. L’ortografia κοίλου (del piede) e κύλου sono confusi in versio Α
161 e 163; τὸ κοῖλον (del piede) anche in versio B 145. Constanza damnavit
†µέχρι τοῦ κύκλου†. La parola κοίλου è preferibile a κύκλου perché descrive
meglio la zona vuota della cervice.
10 ἅλητα[ι]: anche se la superficie del papiro tra α ed η è danneggiata, non c’ è
spazio per due λ.
12 ἐκθρῶν: la maggior parte dei manoscritti trasmette ἐχθρῶν; ἐχθρόν GQRN;
ἔχθραν Syl. (F. Sylburg, Aristoteles, VI, Frankfurt 1587).
12–13 ἐπιβο[υ]|λήν: il sostantivo appare molte volte nei papiri di palmomanzia;
ἐπιβουλὴ ἐχθρῶν solamente in versio A, 5; B, 4; D, 5.
13 La forma εὔχου è utilizzata in P2 13, 36, 100, 126, 139, 148, 159, 172, 177,
190, 196, 200, 206, 218, 222 (εὔχου Νίκῃ, Διί, Ἀφροδίτηι, Τύχῃ, Ἑρµεῖ, Νεµέσει,
Διονύσῳ), ma εὔχεσθαι sopra in l. 8. Lo spazio accoglie 2–3 lettere, ma vedi r. 8
sopra (relativa al nome della divinità), dove un numero maggiore di lettere non
sembra impossibile alla fine.
14 Ercole non appare in nessuna invocazione nei papiri di palmomanzia.
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