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Catasto delle corti camerali di Ostiglia e Sermide

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Catasto delle corti camerali di Ostiglia e Sermide
I catasti
delle Corti camerali
di Ostiglia e Sermide
anni 1606-1872
206
I catasti delle corti camerali di Ostiglia e Sermide (1606-1872)
Nota introduttiva
Cenni storici
Il fondo delle corti camerali di Ostiglia e Sermide è costituito da 116 registri e da una sola
cartella di disegni: i pezzi da 1 a 71 sono relativi ad Ostiglia, quelli da 72 a 117, comprensivi della
cartella di disegni n. 77, sono relativi a Sermide; solo di questa seconda sezione è nota la data del
versamento in Archivio di Stato da parte dell’Intendenza di Finanza, nel 1926 1 .
Si tratta sostanzialmente di registri catastali: quanto resta, in misura assai lacunosa, della
ricca documentazione stratificatasi presso gli uffici amministrativi delle due corti camerali nel corso
della loro esistenza, documentata dal Medioevo all’Ottocento.
Le corti camerali di Ostiglia e Sermide sono la singolare testimonianza, nell’ambito della
storia della proprietà terriera mantovana, del persistere di tradizioni feudali fino alle soglie del XX
secolo 2 .
Fin dal medioevo il territorio di Ostiglia, per lo più selvoso ed incolto, gravitava nell’orbita
veronese; a seguito di successive concessioni, donativi e privilegi ripetutamente confermati
attraverso diplomi imperiali, intorno al 1073 esso pervenne interamente all’abbazia di San Zeno di
Verona. Nel 1217, dopo che i monaci ebbero disboscato molti terreni rendendoli adatti alla
coltivazione, l’abate Riprando concesse alcuni poderi in enfiteusi perpetua a coloni di Ostiglia, in
cambio dell’obbligo della corresponsione annua del terzo, del quarto, del quinto o della decima dei
prodotti 3 .
Nel 1290, l’abate di San Zeno investì Alberto della Scala, allora signore di Verona, del
rimanente territorio ostigliese a titolo di fitto, o livello, rinnovabile ogni 29 anni.
In seguito al passaggio di Ostiglia sotto il dominio mantovano, nel 1405 i territori ostigliesi
detenuti dagli Scaligeri pervennero ai Gonzaga, cui i monaci di San Zeno confermarono medesimi
diritti ed obblighi. A partire dal 1456, il marchese Ludovico II cessò dall’obbligo di rinnovare ogni
29 anni il fitto della porzione di terreni già in suo possesso e, dietro la corresponsione di un canone
annuo fisso all’abbazia veronese, ricevette l’utile dominio ed il diritto di esigere le decime anche
sulla porzione di terreni concessi ai coloni ostigliesi dall’abate Riprando più di due secoli prima 4 .
Fino alla metà del Settecento la corte di Ostiglia fu di fatto posseduta prima dai Gonzaga e
poi dagli Austriaci come bene demaniale e gestita dal Magistrato Ducale, in seguito denominato
Camerale.
Tale gestione era caratterizzata da un sistema di affittanze mediante il quale i signori di
Mantova, dietro la corresponsione di un canone d’affitto annuo, appaltavano a “conduttori” il diritto
a riscuotere la terza, quarta, quinta e decima parte dei frutti prodotti dai terreni ricadenti sotto la
giurisdizione della corte 5 .
1
ASMn, Archivio della Direzione, busta 150, scarto atti Regia Intendenza di Finanza, 11 giugno 1926.
M.VAINI, La distribuzione della proprietà terriera e la società mantovana dal 1785 al 1845, Milano 1973. In
particolare, per la conoscenza del sistema delle corti nel Basso Mantovano, pp. 184-188.
3
Fonte per la ricostruzione delle più antiche vicende di Ostiglia, attendibile per la dovizia di riferimenti a cronache e
documenti d’epoca è: F. CHERUBINI, Notizie storiche e statistiche intorno ad Ostiglia, Verona 1933, rist. anast.
dell’edizione del 1826. In particolare per la corte di Ostiglia: pp. 68-72. Utile anche, benché scientificamente meno
attendibile, la ricostruzione di A. ZANCHI BERTELLI, Storia di Ostiglia, Mantova 1866.
4
A. ZANCHI BERTELLI, op. cit., p. 82. Così il Cherubini spiega in cosa consistesse la corte di Ostiglia: “Sotto questo
nome intendesi oggidì un complesso di decime e contributi che i possessori della Corte hanno diritto di esigere su gran
parte dei poderi e delle case ostigliesi. L’origine di questa specie di feudo e la storia sua sono le seguenti…”, op. cit., p.
68.
5
ASMn, Magistrato Camerale Antico, buste B. I. 9 Corte di Ostiglia 1512-1600, 1601-1650, 1651-1747. Da un
documento datato 3 giugno 1594, relativo alle condizioni dell’affittanza della corte di Ostiglia e del Paludano, si legge:
“Si domanda di fitto della corte d’Hostiglia scudi seimilla d’oro in oro all’anno, la qual cossa consiste in riscotere terci,
2
2
Non diversa è la storia della corte di Sermide 6 : documentata fin dal Medioevo, essa fu
donata dagli imperatori germanici al Vescovato di Mantova prima del 997: reca infatti questa data il
diploma imperiale con il quale Ottone III confermò privilegi anteriormente concessi 7 . Nel 1090 il
vescovo Ubaldo I ne investì la potente famiglia dei Visdomini 8 , ma a seguito della loro estinzione
essa pervenne ai Bonacolsi intorno al 1322. Con l’avvento al potere dei Gonzaga nel 1328 le ragioni
feudali della corte di Sermide furono temporaneamente devolute al Vescovato, primo proprietario,
ma il vescovo Giacomo Benfatti, con atto del 15 luglio 1331, ne investì a titolo di feudo onorifico
Luigi Gonzaga ed i suoi eredi, investitura in seguito ripetutamente confermata dall’autorità
imperiale 9 .
Nel 1443 Gianfrancesco Gonzaga vendette la corte di Sermide al nobile Bartolomeo
Pendaglia per 1.169 ducati d’oro: all’atto di vendita del notaio Giacomo Andreasi è allegato
l’elenco completo degli “utilisti”, ovvero di coloro i quali, in cambio dell’uso di beni immobili,
erano obbligati a versare contributi alla corte di Sermide. Accanto al nome di ciascuno di essi è
descritta sommariamente la natura del bene goduto, terreno o edificio, ed è indicata l’entità della
contribuzione dovuta alla corte, sotto forma della terza, quarta, quinta o decima parte del prodotto
annuo, oppure di una quota in denaro che in seguito si denominerà “fittarello” 10 . Tali forme di
contribuzione, destinate a perdurare fino agli inizi del Novecento, trarrebbero origine dalla
concessione in proprietà di terreni paludosi ed incolti al fine di migliorarli 11 .
A partire dal 1596 i Gonzaga procedettero a ricomprare la corte per lotti successivi, fino a
rientrarne nel pieno possesso nel primo decennio del Seicento 12 .
Nel corso del Settecento le vicende delle corti camerali di Ostiglia e Sermide procedettero
parallelamente: dichiarato fellone nel 1707 l’ultimo duca di Mantova Ferdinando Carlo, esse furono
confiscate e devolute alla Regia Camera austriaca; risale al 1719 il primo appalto, o “condotta”, che
le accomuna 13 .
Dunque le due corti, come abbiamo visto beni ecclesiastici concessi alla famiglia dominante
rispettivamente dall’abbazia di San Zeno e dal Vescovato di Mantova, furono godute dai Gonzaga
come titolari del diritto di esigere la terza, quarta, quinta o decima parte dei prodotti annuali dagli
utilisti, cui le terre erano state date a livello o in enfiteusi ab antiquo dagli enti ecclesiastici direttari
di cui sopra 14 ; le terre e gli edifici gravati da tale diritto erano detti obnoxi (dal latino obnoxius),
ovvero debitori, soggetti a tributo o tassa.
quarti, quinti et decime di biade, fieno, et vini et affitti di proprietà, senza ristoro”. Le medesime carte attestano anche i
rapporti della Camera Ducale con l’abbazia di San Zeno, cui venivano corrisposti, a titolo di livello o enfiteusi perpetua,
404 minali di frumento l’anno, pari a 148 sacchi. Documentazione risalente alla metà del Quattrocento relativa alla
corte di Ostiglia si ritrova anche in: Archivio Gonzaga, busta 252.
6
Una puntuale ricostruzione della storia del Sermidese e dei comuni vicini si deve a: G. MANTOVANI, Il territorio
sermidese e limitrofi. Ricerche archeologiche, storiche ed idrografiche, Bergamo 1886. In particolare per la corte di
Sermide, pp. 475-479.
7
P. TORELLI, Regesto mantovano, Roma 1914, documento n. 41.
8
Per i rapporti dei Visdomini con Sermide vedasi: P. TORELLI, Un comune cittadino, Mantova 1952, vol. I, pp. 195197, vol. II, pp. 47-51.
9
G. MANTOVANI, op. cit., p. 476.
10
ASMn, Registrazioni notarili ordinarie, atto del 17 dicembre 1443, cc. 235-240. Il documento è stato integralmente
pubblicato da G. MANTOVANI, op. cit., pp. 396-470 e può essere considerato il primo catasto noto della corte di
Sermide.
11
G. MANTOVANI, op. cit., p. 474.
12
ASMn, Magistrato Camerale Antico, busta B. I. 60, Corte di Sermide, 1460-1747. Le carte documentano le varie fasi
del passaggio di proprietà dai Pendaglia ai Gonzaga, la periodica rinnovazione dell’investitura feudale della corte da
parte del Vescovato a favore dei Gonzaga e le relative affittanze. Su Sermide si veda anche: Archivio Gonzaga, busta
255, in cui a c. 39 è conservata una sommaria planimetria del territorio dipendente dalla giurisdizione della corte.
13
ASMn, Magistrato Camerale Antico, busta B. I. 9, Corte di Ostiglia 1651-1747: “1719, 20 dicembre. Condotta delle
Corti d’Ostiglia e di Sermide concessa per anni cinque al Capitano Antonio Marchesini”, atto del notaio camerale
Antonio Maria Prandi.
14
M. VAINI, op. cit., p. 184.
3
Nel complesso intreccio dei rapporti giuridici di origine feudale che caratterizza le corti di
Ostiglia e Sermide, i singoli beni soggetti a contribuzione erano naturalmente oggetto di transazioni
private, quali compravendite, permute, eredità, doti ecc. tra coloro che le avevano in uso. Un
documento del 1453 relativo alla corte di Ostiglia ordina infatti che nessuno possa comprare o
vendere beni obbligati alla corte, sotto pena della perdita di ogni diritto sia per il venditore che per il
compratore. Viceversa è concesso il commercio, previa licenza del fattore generale, dei soli
miglioramenti apportati ai suddetti beni, che si intendono dati ai coloni in affitto perpetuo, ovvero in
enfiteusi o a livello 15 .
Nella prima metà del Settecento la giurisdizione delle corti di Ostiglia e Sermide si
estendeva rispettivamente su 3.313 e 3580 biolche mantovane. Il loro ordinamento era strettamente
gerarchico: al vertice erano gli enti direttari, generalmente assenti, ed i conduttori, cui veniva dato
in appalto lo jus di esigere i tributi. A capo della struttura gestionale ed amministrativa locale di
ciascuna corte vi era invece un fattore, assistito da una gruppo di ufficiali, tra cui i “partitori”,
ovvero agenti addetti alle partizioni dei raccolti dovuti, ed i “campari”, sorta di guardie campestri
private; tutto il personale addetto alle esazioni era autorizzato all’uso delle armi, configurando una
sorta di stato di polizia.
La vita era regolata da un complesso di norme di sicura origine medievale, riconducibili agli
Statuti Bonacolsiani risalenti al 1313 16 , norme codificate in ordini e prescrizioni che comportavano
un rigido controllo di ogni possibile cambiamento dell’assetto delle campagne. Era ad esempio
vietato fare legna, o tagliare rami o alberi, ancorché secchi, o piantarne di nuovi senza
autorizzazione; era vietato pescare o pascolare animali, anche in terre incolte, senza licenza; ogni
transazione tra utilisti doveva essere notificata ed autorizzata da apposita licenza del fattore, e
parimenti ogni variazione delle colture su terre obnoxie; per ogni trasgressione erano previste
pesanti sanzioni, i cui introiti spettavano per un terzo ai campari, dando origine a frequenti abusi 17 .
Nel 1747 il governo austriaco, a corto di finanziamenti a causa delle campagne militari,
vendette le due corti, con i rispettivi diritti di esazione, per 150 mila fiorini alla compagnia detta dei
Provveditori di Campagna, costituita dai signori Mellerio, Bonanome, Finzi, Vida e Vitale.
Dall’atto di vendita si evince che la suddetta società vantava dallo Stato dei crediti a seguito
dell’appalto per la fornitura di grano e biada per l’armata austriaca stanziata in Lombardia e
Piemonte 18 . La Regia Camera si riservò tuttavia il diritto alla “recupera”, ovvero il diritto a
redimere non appena possibile queste terre, con l’obbligo del rispetto della locazione eventualmente
in atto; la condotta fu contestualmente affidata per nove anni a Leone Norsa 19 .
Con nuovo rogito del 24 luglio 1765 le due corti passarono nelle mani dei Fermieri Generali,
i milanesi Antonio Greppi, Giacomo Mellerio e Giuseppe Pezzoli per la medesima somma, più altri
3.000 fiorini da impiegarsi a beneficio dei poveri 20 .
La permanenza delle corti camerali di Ostiglia e Sermide nelle mani dei Fermieri e dei loro
eredi cessò solo nel 1852, allorché con atto del notaio milanese Tommaso Grossi, il governo
austriaco ne rientrò in possesso 21 .
15
ASMn, Archivio Gonzaga, busta 271-2, fasc. 2, c. 2r., 30 agosto 1453, Pro curia Hostilie.
A cura di E. DEZZA, A. M. LORENZONI, M. VAINI, Statuti Bonacolsiani, Mantova 2002.
17
M. VAINI, op. cit., pp. 186-188. Copie di ordinamenti delle corti si trovano in: Magistrato Camerale Antico, busta B.
I. 9, Corte di Ostiglia 1651-1747: “Ordini da osservarsi per la Corte d’Ostiglia di Sua Altezza Serenissima”, s. d.;
Intendenza di Finanza (1766-1867), busta 151, “Prescrizioni generali per l’amministrazione delle Regie Corti di
Sermide ed Ostiglia desunte dagli estratti degli Ordini, Statuti, Gride, Editti etc. già preesistenti ed emanate prima della
ricupera 30 settembre 1852”, s. d.
18
ASMn, Notai Camerali, notaio Pietro Maria Mancina, 9 ottobre 1747 “Instrumento di vendita delle Corti d’Ostiglia e
di Sermide”.
19
ASMn, Magistrato Camerale Antico, busta B. I. 9, Corte di Ostiglia 1651-1747.
20
ASMn, Magistrato Camerale Antico, busta B. I., Allodiali della Camera, Corti Camerali, 1668-1771, “B . 24 luglio
1765 Instromento di ricupera delle Corti d’Ostiglia e di Sermide, e della successiva vendita fatta dalla R. D. Camera ai
signori Fermieri Generali”, atto del notaio camerale Pietro Maria Mancina.
16
4
Per la verifica delle situazioni catastali e contributive dei conferenti fu istituita un’apposita
commissione governativa denominata “commissione Baldoli”, dal nome del contabile Antonio
Baldoli che ne fece parte assieme all’ingegnere Giuseppe Sandri, ed al dirigente Enrico Luigi
Grassi: gli esiti delle verifiche sono testimoniati, per quanto riguarda Ostiglia, dai registri nn. 18-20.
Abbondante documentazione relativa alla fase della recupera ed alla successiva gestione
amministrativa e contabile delle due corti si conserva naturalmente negli archivi finanziari
mantovani 22 .
Nel corso della seconda metà dell’Ottocento, in particolare dai primi anni ’70, si assiste alla
rapida contrazione dell’estensione della giurisdizione delle corti, a seguito della possibilità offerta
dalla legislazione nazionale di affrancarsi dai canoni enfiteutici e di entrare nel pieno possesso del
bene mediante il pagamento di una somma pari a dieci volte il canone dovuto 23 : nel decennio tra il
1873 ed il 1884 i terreni obnoxi alla corte di Ostiglia passarono da circa 515 a 45 ettari, quelli di
Sermide da circa 1136 a 421 ettari 24 . Parimenti, nuove disposizioni governative favorirono il
progressivo abbandono del sistema contributivo medievale, consentendo la commutazione in
denaro, sotto forma di fittarelli stabili o precari, dei conferimenti in natura; la distinzione vigeva a
seconda che l’accordo per il pagamento in denaro fosse raggiunto con l’amministrazione dello
Stato, fittarello stabile, o con l’appaltatore, fittarello precario, perchè destinato a cessare con
l’appalto.
Contestualmente, il degrado degli stabili della corte di Ostiglia documentato nel 1870, e la
vendita nel 1872 delle attrezzature per la produzione di acquavite nelle cantine della corte di
Sermide, testimoniano la definitiva decadenza di questo sistema agrario ed economico 25 .
Ciò nonostante, fino ai primi anni del Novecento il sistema dell’appalto del diritto di
esazione dei contributi non cessò, ed i capitolati consentono di monitorare l’estensione ed il valore
delle corti nel tempo 26 . Inoltre, data la possibilità di pagamenti molto dilazionati offerta agli ex
contribuenti, il sistema delle affrancazioni proseguì oltre la prima metà degli anni ’30.
21
ASMi, Notarile, busta 50.649, notaio Tommaso Grossi, atto n. 3999 del 30 settembre 1852. L’atto è corredato da
numerosi allegati, tra cui gli elenchi dei libri, catasti, registri ed atti custoditi nei rispettivi archivi: elenchi che hanno
consentito un puntuale riscontro dei registri catastali conservati in questo fondo.
22
ASMn, Intendenza di Finanza (1766-1867), in particolare buste 151, 152 e 515 sulla fase della recupera. In
quest’ultima busta è conservata copia della relazione della Commissione per la recupera delle corti, datata 5 ottobre
1852 a firma Grassi. Vi sono inoltre i verbali delle ricognizioni per la verifica dello stato dei terreni obnoxi basate sul
sistematico raffronto con i libri delle misurazioni del 1712-1714 per Ostiglia, e con i vari catasti, dal Guarnieri del 1710,
alle mappe Galeani e Simonini del 1824 per Sermide (si veda oltre nel testo). Molta altra documentazione relativa alle
due corti si ritrova nelle buste 231, 242, 266, 368, 419, 512, 514, 516, 602, 603 del medesimo fondo.
23
La legge sull’affrancamento dei canoni enfiteutici, n. 1636 del 24 gennaio 1864, fu estesa alle province del Veneto e
Mantova con legge 3820 del 28 luglio 1867; una nuova legge, la n. 46 del 12 febbraio 1871, prorogò l’esenzione delle
tasse sulle affrancazioni delle enfiteusi nelle medesime province; ad essa fece seguito la circolare n. 629 del 25 marzo
1871 del Ministero delle Finanze contenente norme per le commutazioni in denaro dei conferimenti in natura.
24
I dati per questi raffronti sono desunti dai capitolati d’appalto delle rispettive corti negli anni citati. Il tutto, assieme
ad altra abbondante documentazione su affrancazioni e commutazioni, in ASMn, Intendenza di Finanza (1868-1907),
buste 20, 67-69, 79, 195-196, 207, 335-342, 438-441, 545-553, 630.
25
ASMn, Intendenza di Finanza (1868-1907), busta 20.
26
ASMn, Intendenza di Finanza (1868-1907), busta 550. La conclusione delle vicende delle corti di Ostiglia e Sermide
è documentata nella sezione più recente del fondo Intendenza di Finanza, anni 1908-1937, buste 41-43, 240-243, 335.
5
I catasti della corte camerale di Ostiglia
La parte del fondo relativa ad Ostiglia consta di 71 registri, di natura prevalentemente
catastale, connessi al sistema di esazione dei contributi dovuti alla corte da parte dei detentori di
beni obnoxi, ovvero terreni, fabbricati e case.
Una prima serie, il cosiddetto “vecchio catasto”, risale al 1606: essa comprende l’enorme
registro di 1000 carte n. 1 e quattro registri, i nn. 2-5, la cui numerazione progressiva arriva alla
carta 1146, che contengono annotazioni ed aggiornamenti relativi ai trapassi di proprietà al 1700
circa. Seguono ai nn. 6 e 7 la relativa rubrica alfabetica ed un “elenco dei particolari” che
conferiscono alla corte.
A questo antico sistema catastale erano connessi 18 libretti delle misurazioni, non
conservatisi, eseguiti tra il 1606 ed il 1608, in cui i beni erano rappresentati anche in pianta 27 . Tale
rilevazione catastale potrebbe essere ricondotta al notaio Giovanni Lodovico delle Belle di Revere,
che ne ebbe l’incarico fin dal 1577 28 .
Una seconda serie di registri catastali fu eseguita a partire dal 1700: si tratta del cosiddetto
“catasto Bresciani” commissionato all’agrimensore senatorio Girolamo Bresciani il 28 aprile 1700
al fine di “accertare li redditi della corte d’Ostiglia”29 . Un successivo documento del 20 novembre
1705 attesta un’integrazione al contratto stipulato col Bresciani: a questi, che già aveva “consegnati
otto volumi delle piante, misure de terreni o case della corte di Ostiglia” incompleti della
“descritione della qualità del canone”, fu commissionata un’altra copia, questa volta completa, dei
medesimi 30 .
Sono da ricondursi a questa rilevazione catastale i sei registri dal n. 8 al n. 13: essi contengono la
rappresentazione grafica, in pianta e in alzato, dei terreni soggetti alla corte di Ostiglia e dei relativi
casamenti; altri due libri, non pervenutici, contenevano invece le misure e le piante delle case del
centro abitato di Ostiglia 31 .
I registri redatti dal Bresciani, da integrarsi con il n. 14 “Cattastro Rubeo” sicuramente coevo,
benché rimasti inutilizzati e presto sostituiti dal catasto del Pozzi, si rivelano preziosi dal punto di
vista documentario per la conoscenza del territorio ostigliese, soprattutto se integrati con gli altri
due superstiti della rilevazione catastale che immediatamente seguì.
Tra il 1712 ed il 1714, infatti, il fattore e notaio Felice Pozzi eseguì un nuovo catasto della
corte di Ostiglia: esso era costituito da sei libri con i disegni in pianta ed in alzato dei terreni e delle
case, e da un nuovo libro mastro di 300 fogli. Superstiti di questa rilevazione sono il “Libro primo
27
ASMi, Notarile, busta 50.649, notaio Tommaso Grossi, atto n. 3999 del 30 settembre 1852. L’allegato FF: “Elenco o
protocollo generale, o repertorio dei libri, catastri, registri, atti, documenti, ordini, statuti etc. esistenti nell’archivio della
corte camerale di Ostiglia”, testimonia l’esistenza dei 18 libretti delle misurazioni.
28
ASMn, busta B. I. 9, Corte di Ostiglia 1512-1600, nota del 1° luglio 1577: “Dichiarazione del Ducal Maestrato d’aver
elletto messer Giovan Lodovico delle Belle da Revere per inscrivere li Catastri della Corte d’Ostiglia …”. In mancanza
di ogni altro riscontro, la datazione del catasto, molto distante da quella d’incarico, non è comunque incompatibile con
l’attività del notaio, che si protrasse fino al 1612.
29
ASMn, Ingegneri Camerali, busta 4, fasc. 8: “1700, 28 aprile. Obbligazioni assuntesi dall’agrimensore Girolamo
Bresciani verso la Camera Ducale circa il metodo con cui procedere alle diverse operazioni da farsi dal medesimo affine
di formare un nuovo catastro per accertare li redditi della Corte d’Ostiglia. In copia”.
30
ASMn, Archivio Gonzaga, busta 252, cc. 55-56: “1705, 20 novembre. Scrittura firmata dal presidente camerale
Giovanni Francesco Pullicani e Girolamo Bresciani per l’obbligo assuntosi di far copiare otto volumi riguardanti le
piante e misure de terreni, e case della corte d’Ostiglia, mediante il pagamento di scudi duecento piccioli di Mantova”.
Lo stesso documento si ritrova, in copia, in Ingegneri Camerali, busta 4, fasc. 8.
31
ASMi, Notarile, busta 50.649, notaio Tommaso Grossi, atto n. 3999 del 30 settembre 1852. L’allegato FF, in cui sono
descritti tutti i documenti conservati nell’archivio della corte di Ostiglia al momento della recupera del 1852, descrive
gli otto libri eseguiti dal Bresciani tra il 1700 ed il 1705, due relativi alle case, sei relativi ai terreni; li dice inoltre privi
dell’autenticazione notarile che contraddistingue tutti gli atti compresi nella vendita delle corti del 1747: ciò a riprova
della loro inefficacia sul piano legale a causa della mancata utilizzazione.
6
delle case”, ora conservato ad Ostiglia, ed il registro n. 15, denominato “Mastro Rubeo primo”, che
come si legge sul retro del frontespizio fu portato a termine da Carlo Pozzi, figlio di Felice 32 .
Segue nell’ordinamento un “Mastro Rubeo secondo”, registro n. 16, con annotazioni al
1852, intrapreso dallo stesso Carlo Pozzi come naturale sviluppo del primo, privo
dell’autenticazione notarile che contraddistingue i registri del fondo che furono allegati all’atto di
vendita delle corti del 1747.
I volumi seguenti, ad eccezione del n. 17, analogo al n. 81 relativo a Sermide, redatto tra il 1787 ed
il 1788, nel contesto di un tentativo di alcuni conferenti di commutare in denaro i pagamenti in
natura alla corte 33 , vennero prodotti a partire dal 1852, anno delle “recupera”, ovvero del ritorno
delle corti di Ostiglia e Sermide tra i beni dello Stato, dopo circa un secolo di proprietà e gestione
private.
Il lavoro di verifica catastale e fiscale fu affidato alla commissione governativa che elaborò i
registri n. 18-20, ed il cui membro più noto fu il contabile Antonio Baldoli, le cui annotazioni ad
inchiostro rosso contrassegnano diversi volumi del fondo. Si trattava sostanzialmente di chiarire la
situazione delle obnoxietà, ovvero delle tassazioni dovute dai conferenti alla corte di Ostiglia. In
particolare, oltre alla verifica dello stato reale dei beni vincolati alle contribuzioni, si rese necessario
consentire ai conferenti la commutazione in denaro delle contribuzioni in natura. La serie degli
elenchi dal n. 26 al n. 71 documenta infatti i fittarelli stabili e precari concessi tra il 1852 ed il 1872.
I registri n. 21-24, che non è stato possibile datare con certezza, ma il cui impianto è
sicuramente successivo alla recupera delle corti da parte del governo austriaco, si configurano come
registri partitari, ovvero dei passaggi di proprietà dei beni obnoxi, con annotazioni fino al 1875
circa.
E’ significativo comunque rilevare che fino ai primi anni ‘70 dell’Ottocento il sistema catastale di
riferimento per la giurisdizione della corte di Ostiglia continuò ad essere il catasto di Felice Pozzi.
Nel 1871 venne infatti effettuata una nuova ricognizione dei conferenti: il registro n. 25, che
documenta questa fase, accanto a sistematici riferimenti al noto catasto settecentesco, mostra
intonse le fincature che avrebbero dovuto contenere i dati delle mappe censuarie, pure eseguite nel
1854 su tutti i paesi della provincia di Mantova.
Inoltre, solo a partire da questa data, accanto all’uso delle unità di misura veronesi, da secoli
utilizzate nella gestione dei beni ad Ostiglia, ovvero il campo, la vaneza e la tavola, viene introdotto
l’uso dell’ettaro per la misura dei terreni, e del litro, e suoi multipli e sottomultipli, per gli aridi34 .
32
ASMn, Ingegneri Camerali, busta 4, fasc. 9: “1715, 12 marzo. Relazione del prefetto Doriciglio Moscatelli fatta al
Maestrato arciducale nella quale individua tutte le operazioni fatte dal fattore della corte d’Ostiglia per la formazione
del nuovo catastro di detta corte, e propone il suo sentimento circa la mercede che in tal opera possa essersi meritata.”
33
ASMn, Intendenza Politica di Mantova, busta 378, fasc. 173.
34
Il campo veronese, pari a 3000 mq, ha come sottounità la vaneza (24 vaneze per campo), pari a circa 125 mq, e la
tavola (30 tavole per vaneza), pari a circa 4,23 mq. L’unità di misura utilizzata per gli aridi, pure veronese, era invece il
minale, suddiviso in quarte, quartini e dodicesimi.
7
I catasti della corte camerale di Sermide
I registri dal n. 72 al n. 117 si riferiscono invece alla corte camerale di Sermide, i cui primi
catasti documentati risalgono, come accennato, alla metà del XV secolo 35 .
I volumi n. 72 e 73 sono rispettivamente l’originale ed una copia coeva del cosiddetto “catasto di
Madama”, fatto eseguire nel 1643 dalla principessa Maria Gonzaga al fine di ripristinare i propri
diritti sulle terre obnoxie alla corte, caduti in oblìo a causa della guerra e della peste del 1630. Tale
catasto, il cui originale reca la sottoscrizione del 23 giugno 1646 del notaio Ludovico Freddi, consta
della sola descrizione verbale dei beni; esso fu inoltre costituito in base alle notificazioni dei
conferenti rese a seguito di una grida appositamente emanata.
Il registro n. 74 è il cosiddetto “catasto Guarnieri”, eseguito nel 1710 da Giacomo (o
Domenico) Guarnieri, tecnico della cui attività, come del nome di battesimo, ben poco è dato di
conoscere 36 . Il volume si presenta suddiviso in due parti, ciascuna corredata da rubrica alfabetica,
la prima relativa ai terreni obnoxi che corrispondono in natura, la seconda relativa a beni, per lo più
fabbricati, che corrispondono in fittarelli. I terreni e le case sono rappresentati in pianta e in alzato, e
si riferiscono non solo a Sermide, ma anche a Moglia e Carbonara. I quinternelli n. 75 e 76 sono
copie sciolte delle due rubriche alfabetiche rilegate.
Nel 1765, con avviso del 19 settembre, il perito camerale Giuseppe Bisagni fu incaricato di
eseguire una nuova misura generale dei beni conferenti alla corte di Sermide e delle alluvioni: a
questa fase catastale si devono le mappe in copia ed il sommarione contenuti nella cartella n. 77,
nonché i registri n. 78, 79 e 80. Le operazioni connesse al catasto Bisagni, eseguito tra il 1766 ed il
1768, si protrassero oltre il 1778, ma rimasero incomplete, riguardando solo le conferenze di
fittarello e l’accatastamento delle restare e delle alluvioni, e non tutta la giurisdizione di Sermide, di
cui pure il perito si era occupato37 . Ne sono forse testimonianza le mappe n. 608 e 610 relative al
territorio di Moglia, frazione di Sermide, del fondo Mappe Catastali dell’Archivio di Stato di
Mantova, riconducibili agli ultimi decenni del Settecento38 .
Il registro n. 81, risalente agli anni 1787-1788, è il corrispettivo del n. 17 relativo ad Ostiglia. Esso
fu compilato a seguito del tentativo, sollecitato da una supplica dei conferenti, di trasformare in
canoni in denaro tutte le contribuzioni in natura delle corti camerali di Ostiglia e Sermide:
l’operazione evidentemente fallì.
Il volume n. 82 è un registro giornale del dare e avere della corte di Sermide tra il 1814 ed il 1853:
si rivela utile per conoscerne le molteplici attività e la composizione del personale impegnato
nell’amministrazione. Il giornale “dare e avere” n. 83 riguarda invece esclusivamente la contabilità
dei fittarelli tra il 1825, a seguito del nuovo catasto di cui si sta per dire, ed il 1852, anno della
recupera.
Il registro n. 84 è l’unico superstite di una serie di tre volumi dei trapassi, ovvero dei passaggi di
proprietà con carico e sgravio delle partite, connessi a nuove mappe catastali fatte eseguire tra il
1822 ed il 1824 all'ingegnere Bassano Galeani e al perito Carlo Simonini. Tali mappe, ora
conservate nel fondo Mappe Catastali dell’Archivio di Stato di Mantova, commissionate dal
governo austriaco in concorso con il conte Giacomo Mellerio, divenuto unico proprietario della
corte, sono corredate da due registri, rispettivamente catasto e sommario, conservati nel medesimo
fondo 39 .
35
Vedasi nota 10.
Sul catasto Guarnieri vedasi anche: D. FERRARI, I “cabrei” come fonte per la storia dell’architettura, in Gli archivi
per la storia dell’architettura, atti del convegno 1993, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi 51, Roma 1999, pp.
313-340.
37
Sulla cosiddetta “operazione Bisagni” utile documentazione è conservata presso l’Archivio di Stato di Milano: Fondi
Camerali, p. a., buste 376, 377, 378. Vedasi anche: ASMn, Intendenza di Finanza, busta 152.
38
ASMn, Mappe catastali, n. 608, “Territorio di Sermide con Moglia”, senza data, ma post 1785, e n. 610, copia della
608 con aggiunta di elementi decorativi.
39
ASMn, Mappe catastali, nn. 566-567, 572-600, volumi nn. 607 e 607 bis. Le mappe Galeani e Simonini, di splendida
fattura come già segnalato da M. VAINI, op. cit. p. 186, nota 151, furono versate all’Archivio di Stato di Mantova nel
36
8
I volumi n. 85 e 86 sono strettamente connessi e registrano la situazione dei conferenti nel decennio
1859-1869.
Segue la serie degli elenchi dei fittarelli, nn. 87-114, dal 1855 al 1870, talvolta in più copie
per uno stesso anno, ed infine una piccola serie di tre registri relativi al palatico, che si è ritenuto di
mettere in coda trattandosi di un’attività peculiare alla sola corte di Sermide.
Il palatico era una tassa in natura, dovuta, sotto forma di sacchi di frumento, dai mulini natanti
attraccati nel tratto del Po tra Melara e Ficarolo. I registri in questione elencano i mulini natanti nel
Po attraccati alle piarde di Melara, Bergantino, Massa, Calto, Quadrelle e Ficarolo, con
l’indicazione dei nomi dei proprietari, degli eventuali passaggi di proprietà, dell’epoca e dell’entità
dei pagamenti tra il 1817 ed il 1871.
Conclusioni
La ricognizione sistematica del fondo ha dunque evidenziato che si tratta di registri catastali
locali e parziali, in quanto riferibili ai soli beni di Ostiglia e Sermide obnoxi alle rispettive corti.
Essi configurano un sistema catastale più antico rispetto ai catasti ufficiali di Stato, pur
anticipandone caratteristiche e modalità: il Catasto Teresiano fu eseguito tra il 1776 ed il 1777 in
entrambi i comuni, mentre il Catasto Lombardo Veneto fu eseguito a partire dal 1863 per Sermide,
e dal 1864 per Ostiglia.
Naturalmente non compaiono tra i conferenti alle corti camerali di Ostiglia e Sermide i
grandi proprietari terrieri, nobili o borghesi che, avendone i mezzi, avevano provveduto quanto
prima a riscattare le terre dai tributi medievali, ostacolo ad ogni iniziativa imprenditoriale.
La documentazione offrirà tuttavia nuovi utili spunti per l’indagine storica ed economica
della realtà agraria del Basso Mantovano, con particolare riferimento alla formazione della piccola e
media proprietà, alla produttività ed ai tipi di coltivazione agricola più in uso, alle tipologie
architettoniche più ricorrenti ed in generale alle condizioni di vita delle popolazioni rurali.
a cura di Luisa Onesta Tamassia
Mantova, 30 giugno 2005
Il presente dattiloscritto è ad uso esclusivo dell’Archivio di Stato di Mantova e ne è vietata la fotoriproduzione.
1917 (Archivio della Direzione, busta 150). Le mappe 566 e 567, di grosso formato, sono relative, rispettivamente, al
Capo di Sotto e al Capo di Sopra di Sermide; le mappe nn. 572-600 costituiscono una magnifica serie di 29 pezzi
formato cm 65,5 x 95,5. Infine, i volumi 607 e 607bis sono così denominati: “1824. Catasto della R. Corte Camerale di
Sermide” e “Sommario de’ beni soggetti alla R. Corte Camerale di Sermide”.
9
Nota integrativa
In data 29/12/2006, a cura dell’Agenzia del Territorio – Ufficio Provinciale di Mantova, è stata
versata all’Archivio di Stato di Mantova una cartella rinvenuta presso l’archivio dei suddetti uffici,
contenente n. 27 mappe in carta su tela, formato cm 65x97, relative ai fondi componenti la corte
camerale di Sermide.
Le mappe, datate "Milano 21 ottobre 1824", bollate e sottoscritte dagli esecutori, l’ingegnere
Galeano Bassani ed il perito Carlo Simonini, si presentano in buono stato di conservazione.
Si tratta di una copia (mancante di due tavole, rispettivamente la III e la V) del cosiddetto “catasto
Galeani-Simonini”, la rilevazione catastale eseguita tra il 1822 ed il 1824, su commissione del conte
milanese Giacomo Mellerio, ultimo proprietario della corte di Sermide.
Una copia completa di tali mappe, pure sottoscritte dagli esecutori, è conservata nel fondo Mappe
Catastali dell’Archivio di Stato di Mantova, ai numeri 572-600 (vedasi nota 39 dell’introduzione: la
serie completa consta di 29 mappe). Sempre nel fondo Mappe Catastali, ai numeri 607 e 607 bis
sono conservati i due registri, rispettivamente Catasto e Sommario dei beni soggetti alla corte, che
furono redatti a completamento della rilevazione catastale.
L’evidente pertinenza del nuovo versamento ne ha suggerito la collocazione nel fondo “Catasti
camerali delle corti di Ostiglia e Sermide”: si veda pertanto la cartella n. 118 aggiunta in coda al
presente inventario.
Mantova, 29 dicembre 2006
Luisa Onesta Tamassia
10
Inventario
11
I catasti della corte camerale di Ostiglia
Prospetto sintetico
Registri 1-7: catasto vecchio (Giovanni Lodovico delle Belle), 1606-1608
Registri 8-14: catasto di Gerolamo Bresciani, 1700-1705
Registro 15: “Maestro Rubeo primo”, di Carlo Pozzi, 1718
Registro 16: “Maestro Rubeo secondo”, di Carlo Pozzi, annotazioni al 1852
Registro 17: tentativo di trasformare in denaro i contributi in natura, 1787-1788
Registri 18-20: fase della recupera da parte del governo austriaco, 1852-1854
Registri 21-24: registri dei passaggi di proprietà
Registro 25: catasto del 1871
Registri 26-71: elenchi dei fittarelli, 1852-1872.
Registro 1
Catasto vecchio della corte di Ostiglia, 1606.
Registro di cc. numerate 1000, con annotazioni di passaggi di proprietà al 1627 circa, unica
annotazione al 1680 a c. 59r.
(Parzialmente in cattivo stato di conservazione).
Registro 2
Registro I dei trapassi del catasto vecchio della corte di Ostiglia, 1606.
Registro di cc. numerate da 1 a 293, con annotazioni di passaggi di proprietà al 1700 circa.
Rubrica alfabetica: vedi registro n. 6.
Sul frontespizio è riportata una memoria relativa al crollo della torre grande della rocca di Ostiglia
avvenuto il 1° febbraio 1649.
Registro 3
Registro II dei trapassi del catasto vecchio della corte di Ostiglia, 1606.
Registro di cc. numerate da 291 a 584, con annotazioni di passaggi di proprietà al 1700 circa.
Rubrica alfabetica: vedi registro n. 6.
Registro 4
Registro III dei trapassi del catasto vecchio della corte di Ostiglia, 1606.
Registro di cc. numerate da 584 a 882, con annotazioni di passaggi di proprietà al 1700 circa.
Rubrica alfabetica: registro n. 6.
Registro 5
Registro IV dei trapassi del catasto vecchio della corte di Ostiglia, 1606.
Registro di cc. numerate da 882 a 1146, con annotazioni di passaggi di proprietà al 1700 circa.
Rubrica alfabetica: registro n. 6.
Registro 6
Rubrica alfabetica riferibile ai registri dei trapassi n. 2, 3, 4 e 5, vi sono indicizzati i nomi di
battesimo.
Registro 7
Elenco dei particolari che pagano denari contanti ed altri fitti alla Corte di Ostiglia, s.d.
Registro di cc. numerate 214, con rubrica alfabetica rilegata in testa, ove sono annotate le
tassazioni, in denaro e natura, con riferimento a pagine dei registri dei trapassi n. 2, 3, 4 e 5.
(In cattivo stato di conservazione)
12
I catasti della corte camerale di Ostiglia
Registro 8
“Libro primo delle misure e piante de terreni, casamenti et altro sotto la Corte d’Ostiglia e sua
giurisdizione”, Girolamo Bresciani, 1700.
Registro di cc. numerate 49, con rubrica alfabetica rilegata in testa. Vi sono descritti terreni e
fabbricati posti nelle seguenti zone di Ostiglia: San Romano, zona verso Ponte Molino.
Registro 9
Libro secondo delle misure e piante dei terreni, casamenti ed altro sotto la corte d’Ostiglia e sua
giurisdizione, Girolamo Bresciani, 1700.
Registro di cc. numerate 49, privo del frontespizio, con rubrica alfabetica rilegata in testa. Vi sono
descritti terreni e fabbricati posti nelle seguenti zone di Ostiglia: contrada del Porto, contrada del
Vegnale (o Vignale), contrada del Arnarolo, contrada della Restara Vecchia, contrada di San
Sebastiano, contrada della Restara Nova, contrada delle Restare, sito del Capitello, contrada in
Capo di Villa o sia contrada delle Cavrese, contrada detta la Via Bassa.
Registro 10
“Libro terzo delle misure e piante de terreni, casamenti et altro sotto la Corte d’Ostiglia e sua
giurisdizione”, Girolamo Bresciani, 1700.
Registro di cc. numerate 50, con rubrica alfabetica rilegata in testa. Sul retro della coperta “Dosso,
Civete, Maselle, Cornale, Vignale, Arnarolo”.
Registro 11
“Libro quarto delle misure e piante de terreni, casamenti et altro sotto la Corte d’Ostiglia e sua
giurisdizione”, Girolamo Bresciani, 1700.
Registro di cc. numerate 50, con rubrica alfabetica rilegata in testa. Sul retro della coperta:
“Cornale, Coregioli, Bisella, Communa”.
Registro 12
“Libro quinto delle misure e piante de terreni, casamenti et altro sotto la Corte d’Ostiglia e sua
giurisdizione”, Girolamo Bresciani, 1700.
Registro di cc. numerate 48, con rubrica alfabetica rilegata in testa. Sul retro della coperta:
“Communa, Calcinare, Panzine o sia Tencarola, Cappo di Villa”.
Registro 13
“Libro sesto delle misure e piante de terreni, casamenti et altro sotto la Corte d’Ostiglia e sua
giurisdizione”, Girolamo Bresciani, 1700.
Registro di cc. numerate 20, con rubrica alfabetica formato vacchetta rilegata all’inizio. Sul retro
della coperta: “S. Giovanni, Cantonata, Tencarola [“Tencarola” è cassato].
Registro 14
“Cattastro Rubeo”, 1700 circa.
Registro di cc. numerate 288, manca la carta n. 18, con annotazioni dal 1710 (c. 121b) al 1745 circa
(c. 89b), riferimenti ai quattro registri catastali nn. 2-5, a 18 libretti delle misurazioni eseguiti tra il
1606 ed il 1608, (cc. 3a, 7a, 101a, 113a, ecc.) ed ai libri delle misurazioni eseguiti da Bresciani nel
1700 (cc. 2a, 198a).
Registro 15
“Maestro Rubeo primo”, Carlo Pozzi, 1718
Registro di cc. numerate 300, con rubrica alfabetica inserta, annotazioni al 1846 circa.
13
I catasti della corte camerale di Ostiglia
Registro 16
“Maestro Rubeo secondo”, post 1748 (dal 1753, c. 40b), con annotazioni al 1852.
Registro di cc. numerate 291, la numerazione prosegue fino a c. 341 su quinternetto non rilegato
intitolato “Quinternetto d’unirsi al Maestro Rubeo secondo per le partite 1834 1835”, rubrica
alfabetica inserta.
Registro 17
“Liquidazione relativa alla redenzione implorata dai contribuenti della Corte Camerale di Ostiglia
eseguita sulla norma prescritta dalla R. Intend. Pol. di Mantova”, s. d., ma 1787-1788. (Vedasi:
Intendenza Politica di Mantova, b. 378, fasc. 173).
Registro di cc. numerate 49 con fincatura a stampa, cui seguono 4 cc. numerate con fincatura
manoscritta, in coda prospetti riassuntivi.
Registro 18
“Sommarione o stato dei beni sottoposti alla Camerale Corte di Ostiglia”, 15 settembre 1852.
Quinternetto di cc. 40, detto “sommarione del Baldoli”.
Il registro pone a confronto la situazione dei beni obnoxi alla Corte di Ostiglia al momento della
vendita, nel 1747 e nel 1765, con la situazione riscontrata al momento della recupera da parte del
governo austriaco nel 1852.
Registro 19
“Catastro dell’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, (1852-1854).
Registro di cc. numerate 111, con elencati in ordine alfabetico possessori conferenti, riferimenti
catastali ai beni posseduti e relative tassazioni in natura e sotto forma di fittarelli stabili.
Registro 20
“Possessori obnoxi alla R. Corte Camerale di Ostiglia”, s.d., ma 1854.
Registro di cc. 53, con carattere di minuta, che elenca 420 possessori, con natura e valore capitale
della obnoxietà. Inserto foglio n. 1655 di “Osservazioni emerse all’atto del confronto della Tavola
Censuaria del Comune di Ostiglia colle Rubriche dei fondi obnoxi alla Regia Corte di Ostiglia”,
datato 16 giugno 1854.
Registro 21
“Registro pei trapassi dei Fondi obnoxi alla I. R. Corte di Ostiglia”, volume I.
Registro partitario di cc. numerate da 1 a 190½, possessori dalla lettera A alla C.
(In cattivo stato di conservazione)
Registro 22
“Registro pei trapassi dei Fondi obnoxi alla I. R. Corte di Ostiglia”, volume II.
Registro partitario di cc. numerate da 191 a 388, possessori dalla lettera C alla lettera L.
(In cattivo stato di conservazione)
Registro 23
“Registro pei trapassi dei Fondi obnoxi alla I. R. Corte di Ostiglia”, volume III.
Registro partitario di cc. numerate da 389 a 585, possessori dalla lettera M alla lettera R.
(In cattivo stato di conservazione)
14
I catasti della corte camerale di Ostiglia
Registro 24
“Registro pei trapassi dei Fondi obnoxi alla I. R. Corte di Ostiglia”, volume IV.
Registro partitario di cc. numerate da 586 a 699, possessori dalla lettera S alla lettera Z.
(In cattivo stato di conservazione)
Registro 25
“Catasto della Regia Corte Camerale di Ostiglia 1871”, 1871.
Registro di cc. 191 con possessori conferenti in ordine alfabetico e riferimenti al catasto di Felice
Pozzi.
Elenchi dei fittarelli (1852-1872)
Registro 26
“Elenchi B e C delle partite fondiarie che pagavano in generi in natura, e con indicazione dei
fittarelli precari stabiliti nell’anno 1852”, 1852.
Registro 27
“Elenco delle offerte pei fittarelli precari in surrogazione delle prestazioni dei generi in natura dei
fondi obnoxi alla Cameral Corte di Ostiglia per l’anno 1853”, 25 maggio 1853.
Registro 28
“Elenco della offerte pei fittarelli precari in surrogazione della prestazione dei generi in natura dei
fondi obnoxi alla Cameral Corte di Ostiglia per l’anno 1853”, 25 maggio 1853, copia.
Registro 29
“Elenco dei offerenti pei fittarelli stabili [“stabili” è cassato] precari in surrogazione dei generi in
natura dei fondi obnoxi alla Regia Corte Camerale di Ostiglia per l’anno 1853”, 1853, minuta.
Registro 30
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Fittarelli precari anno 1854”, 25 giugno 1854.
Registro 31
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Fittarelli precari anno 1854”, 25 giugno 1854, copia.
Registro 32
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Fittarelli precari anno 1854”, 25 giugno 1854, minuta.
Registro 33
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno rurale 1855. I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 10 maggio
1855.
Registro 34
“Elenco dei fittarelli precari per l’anno camerale 1855. Dell’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 10
maggio 1855, copia.
Registro 35
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1856. Dall’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 10
aprile 1856.
15
I catasti della corte camerale di Ostiglia
Registro 36
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1856. Dall’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 10
aprile 1856, copia.
Registro 37
“Elenco dei fittarelli precari per l’anno camerale 1857 dell’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 20
marzo 1857.
Registro 38
Elenco dei fittarelli precari per l’anno camerale 1857.
Registro privo di copertina, copia del n. 37.
Registro 39
“Elenco dei fittarelli precari stabiliti per l’anno camerale 1858, e per più anni, in luogo della
prestazione dei generi in natura dai fondi obnoxi all’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 1° maggio
1858.
Registro 40
“Elenco dei fittarelli precari stabiliti per l’anno camerale 1858, e per più anni, in luogo della
prestazione dei generi in natura dai fondi obnoxi all’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 1° maggio
1858, copia.
Registro 41
“Elenco dei fittarelli precari stabiliti per l’anno camerale 1858, e per più anni, in luogo della
prestazione dei generi in natura per tutti i fondi obnoxi all’I. R. Corte Camerale di Ostiglia”, 1°
maggio 1858, copia.
Registro 42
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari stabiliti per l’anno camerale 1859 e
per più anni”, 12 giugno 1859.
Registro 43
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari stabiliti per l’anno camerale 1859 e
per più anni”, 12 giugno 1859, copia.
Registro 44
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari stabiliti per l’anno camerale 1860 e
per più anni”, 15 agosto 1860.
Registro 45
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari stabiliti per l’anno camerale 1860 e
per più anni”, 29 agosto 1861.
Registro 46
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari per l’anno camerale 1861”, 14 giugno
1862.
16
I catasti della corte camerale di Ostiglia
Registro 47
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1861”, s. d., copia.
(In cattivo stato di conservazione)
Registro 48
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1862”, 20 giugno
1863.
Registro 49
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1862”, 20 giugno
1863, copia.
Registro 50
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1862”, 20 giugno 1863, minuta.
Registro 51
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1863”, 30
novembre 1863.
Registro 52
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari per l’anno camerale 1863”, 30
novembre 1863, copia.
Registro 53
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari per l’anno camerale 1863”, 30
novembre 1863, minuta.
Registro 54
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1864”, 3 marzo
1864.
Registro 55
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1864”, 3 marzo
1864, copia.
Registro 56
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1864”, 6 giugno
1864, minuta.
Registro 57
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno solare 1865”, 1865.
Registro 58
“R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno solare 1865”, 1865.
Registro 59
“I. R. Corte Camerale di Ostiglia. Elenco dei fittarelli precari dell’anno solare 1865”, “Copia per
uso ufficio”, 1865.
17
I catasti della corte camerale di Ostiglia
Registro 60
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno 1866”, 1866.
Registro 61
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno 1867”, “Copia per uso ufficio”, 30 giugno 1867.
Registro 62
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno solare 1868”, 1868.
Registro 63
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno 1869”, 17 dicembre 1869.
Registro 64
“Stralcio dei debitori per fittarello precario dell’anno solare 1869”, 1869.
Registro 65
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno 1870”, 8 giugno 1870.
Registro 66
“Estratto delle ditte che devono soddisfare il fittarello precario e fittarello stabile dell’anno 1870
settanta”, 1870.
Registro 67
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno 1871”, 28 aprile 1871.
Registro 68
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno 1871”, 20 luglio 1871.
Registro 69
“Prontuario dei fittarelli precari dell’anno solare 1871”, 1871.
Registro 70
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno 1872”, 29 maggio 1872.
Registro 71
“Prontuario dei fittarelli precari dell’anno solare 1872 due”, 1872.
18
I catasti della corte camerale di Sermide
Prospetto sintetico:
Registri 72-73: catasto fatto eseguire da Maria Gonzaga, detto catasto di Madama, 1643
Registri 74-76: catasto di Giacomo Guarnieri, 1710
Cartella 77: mappe del catasto di Giuseppe Bisagni, 1766-1768
Registri 78-80: catasto di Giuseppe Bisagni, 1768-1778
Registro 81: tentativo di trasformare in denaro le contribuzioni in natura, 1787-1788
Registri 82-83: registri contabili, 1814-1853
Registro 84: registro dei passaggi di proprietà, post 1824
Registri 85-86: registri dei conferenti alla corte di Sermide, 1859-1869
Registri 87-114: elenchi dei fittarelli, 1855-1870
Registri 115-117: registri relativi al palatico, tassa dovuta dai mulini, 1817-1871
Registro 72
“1643 Originale. Catastro de beni della Corte di Sermide di Madama Serenissima Duchessa di
Mantova”, 1643.
Esemplare originale con sottoscrizione del notaio Ludovico Freddi in data 23 giugno 1646, rubrica
alfabetica rilegata in coda.
Registro 73
“Catastro de beni della Corte di Sermide di Madama Serenissima Duchessa di Mantova del 1643”,
1643, copia presumibilmente coeva del registro n. 72, rubrica alfabetica inserta.
Registro 74
“Sermide. Catasto Guarnieri”, Giacomo Guarnieri, 1710.
Sul retro della coperta: “1710 Catastro del Guarnieri”.
Registro catastale suddiviso in due parti: la prima parte, di cc. numerate 219, relativa a terreni che
corrispondono beni in natura alla corte di Sermide; la seconda parte, di cc. numerate 123, relativa a
case ed edifici che corrispondono fittarelli.
In coda due indici alfabetici: “Indice delle terre che pagano in natura”, “Indice dei fittarelli”, con
indicizzati nomi di battesimo.
Nel catasto sono descritte e disegnate in pianta ed in alzato terre e case di Sermide, Moglia e
Carbonara (cc. 115-123 della seconda parte) nelle seguenti vie, contrade e località.
Sermide: contrada di Porcara, contrada della via Fredda, contrada del Capitello delle Mastine,
contrada della Roversella, contrada della Carossa, contrada del Forcello, contrada del Capo di Sotto,
via di Santa Croce, via de Grandi, contrada delle Cabianche, contrada del Bassanello, contrada del
Gorgo (o de’ Gorghi), via dell’Ospitale, contrada de’ Casoni, località Capitel Vecchio, via delle
Brusche, località Montine, contrada dello Zappellone, contrada dell’Argine Novo, contrada
dell’Argine Vecchio, via della Corte, località Castello, via Brunella, località Schiappetta, contrada
dell’Arloia, via del Dragoncello.
Moglia: contrada della Rodiana, via delle Maine, via Bolognese, via di Traverso, contrada
dell’Argine, Verzenese, via delle Polle, contrada del Travessagno, Argine della Valle, contrada del
Bugno, via dei Dossi, via della Brolla.
Carbonara: contrada delle Basse, contrada della Chiavica di Scapino, località chiavica della Via
Grande.
Registro 75
“Copia. Indice de’ terreni che pagano in natura sotto la Corte di Sermide”, s. d. (1766)
Rubrica alfabetica con aggiornamenti, riferibile alla prima parte del catasto Guarnieri (registro 74),
in cui sono indicizzati i cognomi.
19
I catasti della corte camerale di Sermide
Registro 76
“Copia. 1766 Indice de Fittarelli di Sermide”, 1766.
Rubrica alfabetica con aggiornamenti, riferibile alla seconda parte del catasto Guarnieri (registro
74), in cui sono indicizzati i cognomi.
Registro 77
“Libro de’ disegni coppia delle mappe”, catasto di Giuseppe Bisagni, 1766-1768
Coperta in cartone rigido e sovracoperta di tela verde contenente rilegate n. 62 mappe relative a
Sermide, e due mappe slegate (nn. 64 e 65) relative a Carbonara; unità di misura in trabucchi
milanesi.
Si tratta di una copia del catasto eseguito dal perito camerale Giuseppe Bisagni tra il 1766 ed il
1768.
Il catasto Bisagni era costituito da 5 mappe, di cui una in formato minore relativa alle alluvioni, non
presente tra le copie. Ogni mappa si sviluppava in più fogli detti “foglio rettangolo” (“R.°”)
identificati con un numero romano; ciascun foglio rettangolo si articolava a sua volta in più tipi. Un
foglio manoscritto applicato in testa alle mappe riassume la corrispondenza tra i numeri di mappale
ed i singoli tipi.
Inserto sommarione con indicazione dei possessori, denominazione dei fondi, indicazione della
tassazione e corrispondenza tra i numeri di mappale del catasto Bisagni (“numero di mappa
particolare”) ed i numeri di mappale del catasto Teresiano (“numero della mappa censuaria”)
eseguito per Sermide nel 1777.
Registro 78
Coperta in cartone con scritta sulla costa “Ser Cat 1768”, contenente quattro quinternelli come
segue: “N. 1 1768 Quinternello del Cappo di Sotto insino alla strada della Carossa. Corte Camerale
di Sermide”; “N. 2 1768 Quinternello del quarter dalla strada dalla Carossa insino alla via del
Ospitalle. Corte Camerale di Sermide”; “N. 3 1768 Quinternello del quarter dalla strada del Ospitale
insino alla via del Chiavechione e Bolognese sotto la Moglia”; “N. 4 Quinternello della Moglia del
1768”.
Si tratta di un libro di denunce raccolte nel 1768 relative ai fondi della Moglia, del Capo di Sotto,
strada Carossa, strada dell’Ospedale al Chiavicone e via Bolognese.
Registro 79
“Catastro de’ fittarelli. C”, s.d. (1776).
Registro di cc. numerate 300 contenente la descrizione delle proprietà che pagano fittarelli.
Registro 80
“Fittarelli che si pagano alla Corte di Sermide”, Giuseppe Bisagni, 1778, aggiornamenti al 1804.
Registro di cc. numerate 282, con rubrica alfabetica rilegata in coda. Rilegato in testa quinternetto
riassuntivo “Nota de’ fittarelli che annualmente si devono pagare da’ sottodistinti alla Corte di
Sermide”, datato e firmato dal Bisagni, con indicati 280 contribuenti ed entità della contribuzione in
denaro. Segue ulteriore elenco dei contribuenti con sottoscrizione di Giuseppe Bisagni, 2 febbraio
1778.
Registro 81
“61. Registro de terreni contribuenti alla Corte Camerale di Sermide”, s.d., ma 1787-1788. (Vedasi:
Intendenza Politica di Mantova, b. 378, fasc. 173).
Registro di cc. numerate 65 con fincatura a stampa. Gli utenti sono elencati in ordine alfabetico e
numerati progressivamente fino al numero 451.
20
I catasti della corte camerale di Sermide
Registro 82
“Giornale di Sermide dal dicembre 1815 al”, 1814-1853.
Registro di cc. numerate 189, con rubrica alfabetica e carte inserte, contenente la contabilità della
corte di Sermide sotto forma di “dare e avere”. La rubrica indicizza non solo cognomi di persone,
ma anche altre voci.
Registro 83
Giornale “dare e avere” dei fittarelli della corte di Sermide, 1825-1852.
Registro di cc. numerate 498, contenente in ordine alfabetico nomi dei conferenti alla corte di
Sermide e Carbonara (da c. 323) per fittarelli stabili e precari (da c. 347) e annotazioni dei
versamenti.
Inserto fascicolo privo di copertina “Fittarelli precari costituiti prima della Rettifica del Catastro e
non rinnovati colle nuove scritture”, 1825-1853.
Registro 84
“Regia Corte di Sermide. Registro dei trapassi. Volume III°”, 1855-1869.
Registro partitario, superstite di una serie di tre volumi, relativo ai “trapassi dei fondi obnoxi all’I.
R. Corte di Sermide” in relazione al catasto Galeani e Simonini, con fincatura di carico e sgravio.
Per il catasto Galeani e Simonini vedasi: Mappe catastali, nn. 566-567, 572-600, 607-607bis.
Registro 85
“Volume n.° 1° Registro partitario”, 1860-1869.
Registro dei conferenti alla corte di Sermide elencati in ordine alfabetico, con relativi debiti e crediti
per fittarelli stabili, precari o per altre causali, ed annotazioni delle date dei pagamenti, con
riferimento al numero di bolletta rilasciata dal fattore. La scritta sopra la fincatura “Conferente alla
Corte Camerale di Sermide come al registro Trapassi al progressivo n.” rimanda ad una serie di tre
registri dei trapassi dei quali si è conservato solo il terzo, vedi n. 84.
Inserta rubrica alfabetica “Rubrica delle ditte debitrici per diversi titoli di rendita alla I. R. Corte di
Sermide dal Camerale 1861 in avanti” valida anche per il registro successivo n. 86.
Registro 86
“Registro conferenti alla Corte Camerale di Sermide”, 1859-1869. Sulla costa: “Vol. n. II°”.
Registro in tutto simile al precedente, con il quale condivide la rubrica alfabetica.
Elenchi dei fittarelli (1855-1870)
Registro 87
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno rurale 1855. I. R. Corte Camerale di Sermide”, 1° giugno
1855.
Registro 88
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1856. Dall’I. R. Corte Camerale di Sermide”, 10
aprile 1856.
Registro 89
“Elenco dei fittarelli precari dell’anno camerale 1856. Dall’I. R. Corte Camerale di Sermide”, 10
aprile 1856, minuta.
21
I catasti della corte camerale di Sermide
Registro 90
“N. 1. Elenco di fittarelli precari dell’anno Camerale 1857 dell’I. R. Corte Camerale di Sermide”,
20 marzo 1857.
Registro 91
“N. 1. Elenco di fittarelli precari dell’anno Camerale 1857 dell’I. R. Corte Camerale di Sermide”,
20 marzo 1857, copia.
Registro 92
“Elenco N. 2. Fittarelli precari dell’Anno Camerale 1857 dell’I. R. Corte Camerale di Sermide”, 25
maggio 1857.
Registro 93
“Elenco N. 2. Fittarelli precari dell’Anno Camerale 1857 dell’I. R. Corte Camerale di Sermide”, 25
maggio 1857, minuta.
Registro 94
“Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1858 dell’I. R. Corte Camerale di Sermide”, 15
maggio 1858.
Registro 95
“Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1858 dell’I. R. Corte Camerale di Sermide”, 15
maggio 1858, copia.
Registro 96
“Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1858”, 15 maggio 1858, minuta.
Inserto fascicolo “1858. Fittarelli precari per locazione”, minuta riassuntiva.
Registro 97
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari stabiliti nell’Anno Camerale 1859”,
1° giugno 1859.
Registro 98
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari stabiliti nell’Anno Camerale 1859”,
maggio 1859, minuta.
Registro 99
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1860”, 26
giugno 1860.
Registro 100
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1860”, 26
giugno 1860, minuta.
Registro 101
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1861”, 25 aprile
1861.
22
I catasti della corte camerale di Sermide
Registro 102
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1862”, 24
maggio 1862.
Registro 103
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1863”, 24
giugno 1864.
Registro 104
“I. R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari dell’Anno Camerale 1863”, 24
giugno 1865, copia.
Registro 105
“Elenco dei fittarelli precari 1867”, “N° 3 quinternotto”, 14 gennaio 1869.
Registro 106
“R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari per l’anno 1868”, 15 maggio 1868.
Registro 107
“R. Corte Camerale di Sermide. (Elenco) dei fittarelli precari per l’anno 1868. Volume I, dal n. 1 al
n. 101”, all’interno volume II, dal n. 102 al n. 236, copia.
Registro 108
“R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precari 1868”, 15 maggio 1868.
Registro 109
“R. Corte Camerale di Sermide. Elenco dei fittarelli precar del 1869”, 1° marzo 1871.
Registro 110
“ R. Corte Camerale di Sermide. Fittarelli precari 1869”, 1° marzo 1871, minuta.
Registro 111
“Fittarelli precari stabiliti per locazione negli anni 1861, 1862, 1863, 1864, 1865, 1866, 1867 e
1868”, senza data.
Registro 112
Fittarelli precari dal n. 9 al n. 167, 1864-1869, senza data.
Registro 113
“Fittarelli precari stabiliti per locazione negli anni 1864, 1865, 1866, 1867, 1868 e 1869”, 1° giugno
1870.
Registro 114
“Rubrica fittarelli” ["fittarelli" è cassato], senza data.
Rubrica alfabetica ottocentesca, che non è stato possibile riferire ad alcun registro del fondo, con
elencati nomi di conferenti di Sermide
23
I catasti della corte camerale di Sermide
Serie dei registri relativi al palatico (1817-1871)
Registro 115
“1817 Palatico de Mulini Ferraresi in acqua Mantovana”, 1817-1854.
Registro di cc. numerate 107, sul frontespizio “Elenco dei mulini ferraresi natanti in Po sulle acque
mantovane quali pagano il palatico alla Regia Cameral Corte di Sermide”. Nel registro sono
indicati, in relazione alle piarde di Melara, Bergantino, Massa, Calto, Quadrelle e Ficarolo, n. 37
mulini natanti con relativi proprietari, eventuali passaggi di proprietà, epoca ed entità dei pagamenti
del palatico in sacchi di frumento. Inserto foglio “Rubrica dei Molini in Po”, con aggiornamenti al
1848.
Registro 116
“Palatico Sermide”, 1853-1871.
Registro di cc. numerate 92, a seguire bianche, con rubrica alfabetica rilegata in testa, relativo alle
esazioni della tassa dovuta dai mulini natanti in Po soggetti alla giurisdizione della corte camerale
di Sermide.
Registro 117
Introiti conseguiti per il pagamento del palatico dal 1859 al 1862, 22 novembre 1862.
Quinterno di cc. 14 relativo agli introiti conseguiti dall’esattore fiscale di Rovigo per conto
dell’Intendenza di Mantova per il palatico dei mulini natanti sul Po in territorio rodigino.
Cartella 118
N. 27 mappe del catasto Galeani – Simonini, 21 ottobre 1824.
Si tratta di una copia originale, bollata e sottoscritta dagli esecutori, del catasto eseguito
dall’ingenere Galeano Bassani e dal perito Carlo Simonini, tra il 1822 ed il 1824, su commissione
del proprietario della corte, il nobile milanese Giacomo Mellerio.
Per una consultazione completa si vedano i registri numero 607 “1824. Catasto della R. Corte
Camerale di Sermide”e 607 bis “Sommario de’ beni soggetti alla R. Corte Camerale di Sermide”
del fondo Mappe catastali.
Risultando mancanti la mappa III e la V, si vedano rispettivamente la n. 574 e la n. 577 del suddetto
fondo.
Elenco dei principali toponimi indicati nelle mappe:
Tav. I: Grossine, Traversagno, Dossi, via di Traverso, Pole, fiume Po.
Tav. II: Dossi, via di Traverso, Loghino Arginino, Boldrine, Brunello, palazzo Goldoni, Gandina
Magni.
Tav. III (manca), vedasi n. 574 Mappe catastali: palazzo Goldoni, Boaria, Moglia, Gandina Magni,
Gandina, Fenil Novo, Cà Ghidini.
Tav. IV: palazzo Goldoni, Boaria, Moglia, Bugno, Chiavicone, Formigoni, Brola, Gandina, Fenil
Nuovo, Cà Ghidini.
Tav. IV: Roso, Feniletto, Rodiana.
Tav. V: (manca), vedasi n. 577 Mappe catastali: Barche, Polesnino, Bassanello, Ospitale, Sabioni,
Maruzze, Brola, Roso, Argine Nuovo, Cà Zapparoli, Boaria, Cà Cavicchini, Palazzina, Montagnola,
Montine.
Tav. VI: Loghino, Maine, Brusche, Sore, Zappellone, Cà Boschetti, Casoni.
Tav. VI: Brola, Cà Zapparoli, Cà de Grandi, Banzone, Palazzina, Montine.
24
I catasti della corte camerale di Sermide
Serie dei registri relativi al palatico (1817-1871)
Segue cartella 118
Tav. VII: Banzone, Palazzina, Montine, Bellagamba, Brusche, Lanzone.
Tav. VIII: Lanzone, Zappellone, Cà Boschetti.
Tav. VIII: fiume Po, Polesnino, Ospitale, Sabbioni, Maruzze, Bellagamba, Colombarola, borgo di
Sermide, Corte Camerale.
Tav. IX: Borgo di Sermide, fiume Po, Boaria, Schiappe, Colombara.
Tav. X: Corte Camerale, Schiapetta, Cà Schiavi, Colombara, Brunelli.
Tav. XI: fiume Po, Capo di Sotto.
Tav. XII: Fredde, Strozza, San Giovanni, Polle, Boaria, Paramatte, Galle, Maccaciò, Possioncella.
Tav. XIII: Cà Schiavi, Brunelli, Fredde, Casoncelli, Cà Rossa, Boaria, Paramatte.
Tav. XIV: Boaria, Paramatte, Galle, Strozza, Maccacciò, Possioncella, Barco.
Tav. XV: Loghino Maffei, Cà Rossa, Boaria, Paramatte, Pantirola, Forcello, Manetta, Pantera,
Gorne, Gornette, Casetta.
Tav. XVI: Motte, Nodare, Loghino Maffei, Forcello.
Tav. XVII: Casoni, Cà Boschetti, Loghino, Rosse, Motte, Loghino Maffei, Nodare.
Tav. XVIII: Rodiana, Maine, Sore, Casoni.
Tav. XIX: Gornette, Roversella, Felino.
Tav. XX: Felino, Balianazza, Baliana, Paganine, Porcara, Porcarola.
Tav. XXI: Dossioli, Spino Loria, Bosco Grande.
Tav. XXII: Micampo, Cabianche, Cà Nova, Cà Vanini, Loghino, Ghetto, Virginia d'Arco, Motte.
Tav. XXIII: Covazze, Spino, Mondina, Dragoncello.
Tav. XXIII: Orologia.
Tav. XXIV: Agnese, Casoni, Bassette, Boaria delle Lorine, Contrada del Cavo, Traversagno.
Tav. XXIV: continuazione delle località precedenti.
25
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