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I bulbi - III Circolo Didattico di Perugia

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I bulbi - III Circolo Didattico di Perugia
ABBIAMO PIANTATO I BULBI DI GIACINTO
di Nicoletta Pacioselli*
Docente e responsabile di plesso della Scuola dell’Infanzia “M.Montessori” ad indirizzo
didattico differenziato Montessori
Direzione Didattica Statale 3° Circolo di Perugia
L’ambiente naturale e quello artificiale rappresentano il primo contesto su cui il
bambino dirige la propria azione esplorativa. Un fattore fondamentale, per quanto
riguarda l’avvio del bambino alla conoscenza scientifica, riguarda la formazione
“spontanea” del sapere, il processo di categorizzazione e l’organizzazione di concetti
in “quadri di riferimento, e “schemi” grazie ai quali si organizzano i significati delle
esperienze. Gli elementi attraverso i quali il bambino rielabora le esperienze e
organizza le informazioni sono stati ricavati dall’interazione diretta con l’ambiente,
attraverso l’esplorazione, la manipolazione, l’osservazione della realtà attraverso la
scoperta di mezzi e relazioni, chiave di lettura dei fenomeni.
Tutto questo si è svolto attraverso tre fasi operative:
1) sensomotoria: manipolare, toccare, piantare, innaffiare;
2) grafica: rielaborazione di conoscenze, costruzione di quadri di riferimento,
calendari, registrazioni;
3) emotiva: l’aspetto emotivo (desideri-ansie-paure-bisogni) influenza il modo di
fare esperienza il senso e il significato ad esso attribuito; il vissuto individuale,
la dinamica relazionale.
Diario dell’esperienza
La messa a dimora in sezione (3 ottobre 2008).
“Vogliamo vedere se riusciamo a far nascere in classe i fiori giacinto”.
Per questo lavoro ci servono:
- i bulbi
- la terra
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- i vasetti
- l’acqua
- la luce del sole
Il racconto di ciò che è stato fatto da parte di alcuni bambini: Francesca (5 a.), Chiara
(3 a.), Cristian (5 a.), Filippo (4 a.), Matilde (5 a.), Benedetta (4 a.), Sabrina (5 a.),
Giulia (4 a.), Jacopo (5 a.) Giulia (4 a.).
- “Abbiamo aperto il sacchetto di terra, abbiamo preso i vasetti, ci abbiamo messo un
po’ di terra poi i bulbi che erano di colori diversi, alcuni marroni, alcuni bianchi e
altri violetti. Sembrano delle cipolle, hanno una pelle sottile e croccante”.
- “In ogni vasetto abbiamo messo un bulbo e poi l’abbiamo coperto con altra terra”.
- “Le maestre hanno preparato i biglietti con i nomi di ogni bambino, li abbiamo
fissati su uno “spiedino” ed infilati nella terra di ciascun vasetto. Abbiamo dato un
po’ d’acqua al bulbo”.
- “Un bulbo di colore bianco l’abbiamo messo in un vasetto con l’acqua senza la
terra, secondo me non nasce”.
- “Dobbiamo aspettare perché non nascono
subito, anche la mia mamma ha un bambino
nella pancia ma mica nasce subito, deve
aspettare!”.
I giorni successivi in classe sono stati
preparati i biglietti con il nome del bambino
che si sarebbe occupato dell’innaffiatura di
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tutti i bulbi.
Il controllo quotidiano portava a valutare se la terra era asciutta, poco bagnata o
troppo bagnata e a seconda della “necessità” ci si comportava.
Sono passati pochi giorni e sui vasetti sono comparsi…..
- “Maestra, ci sono le zanzare, no sono mosche, no sono moscerini”.
Allora l’interesse per il moscerino è stato fortissimo al punto che per osservarlo bene
veniva regolarmente “spiaccicato” (come dicevano i bambini) e le giustificazioni allo
sterminio sono state: - “beh! non stava fermo, non lo vedevo”.
Com’è il moscerino?
- è nero
- ha due ali trasparenti
- ha sei zampe
Cosa fa?
- sta vicino all’acqua che rimane sotto i vasetti
- abita sotto la terra
- scava con le zampe davanti
- mangia la terra e beve l’acqua
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- vola e cammina
- cammina molto velocemente
Sono passati alcuni giorni e al bulbo del vasetto di vetro sono spuntate le radici (29
ottobre): - “si vedono e nuotano nell’acqua”; nei vasetti con la terra non c’è niente.
Il vasetto di vetro permette ai bambini di vedere la crescita delle radici e questo li
incuriosisce molto, alcuni affermano che è dalle radici che le piante si nutrono e che,
se tagliamo le radici ad una pianta, la pianta muore.
Dopo alcuni giorni i bambini si sono accorti che dai
fori d’uscita dell’acqua dei vasetti escono tante
piccole radici (4 novembre) e l’interesse si è fatto
più forte perché ora ogni bambino vuole verificare
se il “suo” bulbo ha prodotto radici.
Non tutti i vasetti mostrano le radici.
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Perché?
-“perché alcuni hanno avuto più acqua di altri”
-“non è vero, l’abbiamo sempre data a tutti”
-“perché il mio bulbo è viola e il tuo è bianco, e a quelli bianchi spuntano le radici
bianche”.
I bambini hanno detto che non tutti i bulbi “crescono” uguali come succede per i
bambini; ci sono quelli più alti e quelli più bassi. I più grandi, a questo proposito,
hanno detto che tra il gruppo dei bambini dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia non
tutti hanno la stessa altezza, si sono misurati facendo un segno di diverso colore per
ciascun bambino sulla parete e si sono disegnati.
All’inizio di dicembre in alcuni vasetti con la terra sono spuntate le prime “foglie”,
intanto le radici del bulbo in acqua sono sempre più lunghe ma non si vede nessuna
foglia.
I vasetti con i bulbi sono stati consegnati ai bambini durante le vacanze di Natale con
la raccomandazione di prendersene cura.
Al rientro alcuni bambini hanno detto che il bulbo aveva prodotto il fiore.
Com’è il fiore di giacinto?
- “ha uno stelo “grosso” e attaccati ci sono tanti fiorellini”
- “i fiorellini sembrano delle campanelle”
- “il pistillo è molto piccolo, il giacinto non ha solo un pistillo ne ha tanti perché
il fiori sono tanti”
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- “è molto profumato”
- “il mio è rosa”
- “il mio bianco”
- “il mio viola”
- “il mio giallo”
- “il mio fucsia”
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Il bulbo fiorito in classe è bianco.
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Alcuni bambini hanno avuto il desiderio di portare a scuola la loro piantina fiorita per
mostrarla alle maestre e gli amici.
I primi giacinti fioriti, che i bambini avevano riportato a scuola, cominciano a
“sfiorire”.
Cosa è successo?
- “il fiore si è invecchiato ed è morto”
- “i fiorellini non si seccano tutti insieme, alcuni sono secchi e altri no”
- “anche quando tutti i fiori sono secchi lo stelo rimane verde”
- “i fiori non profumano più”
Alla fine di febbraio quasi tutti i bulbi messi a dimora hanno avuto il loro fiore tranne
uno che avevamo messo nella terra e quello nel vasetto con l’acqua.
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Osservando bene il bulbo nel vasetto con l’acqua i bambini hanno scoperto che tra le
foglie verdi c’erano i boccioli dei fiori, ma non sono riusciti a sbocciare e sono
secchi. Abbiamo tolto il bulbo dal vasetto per poter guardare meglio e si è avuta la
conferma: i fiori si sono formati ma non sono usciti fuori, sono appassiti prima di
sbocciare.
Perché?
- “perché il vasetto era troppo stretto”
- “perché nella terra il bulbo è stato più al caldo”
- “perché nei vasetti con la terra i bulbi fanno meno radici e più foglie, in quello
con “l’acqua sola” fanno le radici più lunghe ma le foglie più corte e niente
fiori”.
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Gli incastri del fiore e della foglia sono stati di supporto per individuare bene le
singole parti.
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E’ stato chiesto ai bambini quali tipi di fiore conoscono e abbiamo mostrato loro altri
fiori che nascono dai bulbi: il tulipano, il narciso, il ciclamino.
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Abbiamo osservato le corolle: per i narcisi e i ciclamini abbiamo notato che c’erano
le sfumature rispettivamente del giallo e del rosa, per il tulipano avevamo solo il
rosso ed un esemplare giallo pallido.
Le nomenclature e l’osservazione dei fiori hanno aiutato i bambini nella riproduzione
attraverso il disegno.
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Consideriamo questa piccola esperienza molto significativa per il bambini.
L’attività proposta aveva semplici obiettivi:
- saper osservare in modo ordinato e finalizzato,
- saper confrontare individuando uguaglianze e differenze,
- saper proporre semplici esperimenti,
- saper usare termini più scientifici,
- saper cogliere il succedersi del tempo.
In questo caso il “fare” e “l’agire” del bambino ha comportato l’attivazione di diversi
tipi di intelligenza: spaziale, logica, linguistica e matematica. Fare “SCIENZA” ha
significato “ACCORGERSI”. Accorgersi degli eventi, delle regolarità e dei
cambiamenti, accorgersi delle relazioni tra fenomeni, elementi e pezzi della realtà che
si pongono all’attenzione del bambino; per questo è opportuno che il bambino si
diriga progressivamente alla rielaborazione delle esperienze su un piano
rappresentativo. Ciò è possibile grazie all’uso di sistemi simbolici: per primo il
linguaggio verbale che permette la descrizione, la spiegazione e la rievocazione dei
fatti.
Nell’utilizzazione di elementari strumenti di registrazione, nelle operazioni di messa
in relazione, in ordine, in corrispondenza, si evidenzia l’attivazione del pensiero
logico-matematico e l’importanza del linguaggio per lo sviluppo cognitivo. A tal fine
occorre un continuo sperimentare con oggetti naturali (in questo caso le piante e i
fiori di giacinto), una familiarizzazione emozionale con le cose naturali, grazie ad un
contatto estetico (sensoriale), narrativo (fiabe-storie), in questo modo gli
atteggiamenti di rispetto per gli ambienti naturali vengono interiorizzati e diverranno
consuetudine.
Perugia – Anno Scolastico 2008/2009
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