Ritorno della Renetta Grigia di Torriana, vecchia mela
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Ritorno della Renetta Grigia di Torriana, vecchia mela
Tecnica SPECIALE MELO Ritorno della Renetta Grigia di Torriana, vecchia mela piemontese LORENZO BERRA1 - STEFANO TARTARINI2 - FRANCESCA COSTAMAGNA1 - SILVIO PELLEGRINO1 1 2 CReSO – Centro di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese, Cuneo DipSA - Università di Bologna Mela autoctona diffusa nelle aree melicole del Piemonte occidentale, appartiene al gruppo delle Renette, ma è ben distinta dalla Renetta del Canada. Si può consumare fresca, ma le caratteristiche della polpa sono più interessanti per la cottura. È un prodotto tradizionale che ha saputo mantenere e accrescere negli ultimi anni la propria posizione di nicchia grazie al successo delle azioni promozionali che hanno premiato l’impegno dei frutticoltori per ottenere un prodotto di qualità eccellente. Fig. 1 - Il territorio di Torriana sta gradualmente riscoprendo la sua più tipica produzione frutticola autoctona. L a Renetta Grigia di Torriana è una varietà di melo autoctona diffusa nelle aree melicole del Piemonte occidentale. Appartiene al gruppo delle Renette, ma è ben distinta da quella “del Canada”, oggi l’unica nota ai consumatori italiani. Si può consumare fresca, ma le caratteristiche della polpa sono più interessanti per la cottura in forno. È un prodotto tradizionale che ha saputo mantenere, anzi accrescere, negli ultimi anni, la propria posizione di nicchia grazie al successo delle azioni promozionali che hanno premiato l’impegno dei frutticoltori per ottenere un prodotto di qualità eccellente. Descrizione pomologica Il frutto ha forma tronco-conica breve, simmetrica, circolare in sezione trasversale, quindi privo delle co- 56 FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2014 TAB. 1 - CARATTERISTICHE FISICO-CHIMICHE ALLA RACCOLTA IN RAFFRONTO CON GOLDEN DELICIOUS E RENETTA DEL CANADA Peso medio (g) Residuo secco rifrattometrico (°Brix) Acidità titolabile (g/l) Durezza della polpa (kg/cm2) Grigia di Torriana 180-200 12-13 9-10 6-7 Renetta del Canada 250-280 10-12 12-16 8,5-9 Golden Delicious 200-230 12-13 5,5-8 6,5-7 Varietà stolature che caratterizzano la maggior parte delle altre Renette (Canada, Champagne, Clochard, ecc.). La buccia presenta colore di fondo verde, ricoperta quasi per intero da una fine rugginosità che conferisce un effetto cromatico compreso tra il nocciola, il verde oliva e il giallo. Il “grigio” della denominazione varietale si riferisce – in piemontese come in francese – alla rugginosità. Il peduncolo è corto e tozzo, le lenticelle grandi. La pezzatura è media (Tab. 1). La polpa, di colore bianco-crema, è soda, con tessitura grossolana, fondente e poco succosa, che diventa morbida al momento del consumo. Tale struttura la rende tollerante alle ammaccature, manipolazioni e trasporti. Imbrunisce rapidamente al taglio. Il RSR è medio-elevato; l’acidità è elevata alla raccolta, ma decresce rapidamente in conservazione. Al momento del consumo il sapore è equilibrato. Il gusto è buono e l’aroma intenso. Si percepiscono lievi note amarognole, Quaderni della Regione Piemonte – Agricoltura I risultati della ricerca applicata in orto-frutticoltura L a Regione Piemonte ha pubblicato i risultati dei progetti di ricerca e sperimentazione finanziati nel 2013. Si tratta di due volumi, coordinati da Luisa Ricci dell’Assessorato Agricoltura – dedicati alla frutticoltura e all’orticoltura – in cui sono illustrati i risultati delle attività di sperimentazione condotte nel corso del 2013. Le pubblicazioni sono un esempio dell’attività di ricerca promossa e finanziata dalla Regione Piemonte per il settore agricolo e realizzata e coordinata dal CReSO di Cuneo in collaborazione con numerose altre istituzioni scientifiche e con il coinvolgimento diretto dei tecnici che operano sul territorio. I temi dell’orticoltura, della fragola e dei frutti di bosco, sono illustrati nel volume in 130 pagine. Il programma di ricerca in orticoltura è finalizzato al miglioramento della qualità, con una particolare attenzione alla valorizzazione del germoplasma locale. Il paniere dei prodotti diffusi e coltivati sul territorio è l’oggetto della pubblicazione: peperone, fagiolo, patata, pomodoro, cipolla, ecc. Le attività di ricerca condotte dal CReSO forniscono a tecnici e agricoltori informazioni precise e puntuali circa le varietà di riferimento per le principali specie in coltivazione; punti forti e criticità vengono messi a confronto per fornire un quadro completo agli utenti finali della ricerca. Interessanti i focus sui frutti di bosco: mirtillo, lampone e fragole. Le oltre 100 pagine dedicate alla frutticoltura si articolano in due capitoli: “Innovazione varietale” e “Tecnica colturale”, in cui vengono descritti obiettivi e risultati di ogni singolo filone di ricerca. I contenuti sono supportati e arricchiti da immagini, figure, grafici, fenogrammi di fioritura e maturazione delle specie frutticole coltivate sul territorio. Sono fornite informazioni dettagliate sulle nuove varietà testate sul territorio e raccomandate per la coltivazione. La sostenibilità delle colture è perseguita con la validazione di pratiche agronomiche innovative, quali l’Alt’Carpo, un metodo di difesa meccanica contro gli insetti nocivi che sostituisce gli insetticidi. Sono state affrontate le problematiche fitosanitarie emergenti, quali la batteriosi dell’actinidia. I risultati ottenuti presso il sito sperimentale hanno consentito di mettere a punto il protocollo di difesa adottato con successo nel 2014. I volumi sono consultabili “on line” sul portale istituzionale della Regione Piemonte e sul sito del CReSO al link: www.cresoricerca.it descritte nella documentazione storica come “caratteristico retrogusto di amaretto”. Per raggiungere la piena maturazione, i frutti necessitano di un periodo di finissaggio post-raccolta. Un tempo si conservavano in fruttaio, fino a febbraio-marzo, oggi in celle frigorifere AN fino alla tarda primavera. Non è soggetta a butteratura o ad altre fisiopatie post-raccolta. La scarsa croccantezza e succosità ne penalizzano il gradimento per gli attuali standard di consumo fresco. Viceversa, è una delle migliori mele da cottura, specie in forno. È in effetti utilizzata in diverse preparazioni artigianali, oltre che per la produzione di un sidro aromatico dal colore ambrato intenso. L’albero è di medio vigore, presenta portamento aperto e fruttifica prevalentemente su lamburde, ma anche su brindilli coronati. L’epoca di fioritura è medio-precoce. Granny Smith è l’impollinatore che meglio copre l’arco di 58 FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2014 fioritura, ma viene utilizzata correntemente anche Golden Delicious. La raccolta avviene nella seconda decade di ottobre, circa 30 giorni dopo Renetta del Canada. I frutti sono soggetti a cascola pre-raccolta a causa del peduncolo corto. La varietà è rustica, con una produzione elevata e costante, immune a ticchiolatura, poco sensibile a oidio e afide lanigero. La resistenza a ticchiolatura Renetta Grigia di Torriana è una varietà di melo diploide ed è l’unica varietà resistente a ticchiolatura nel germoplasma melicolo piemontese. Si tratta di una resistenza totale, cioè è immune alle infezioni e non presenta sintomi né sui frutti, né sulla vegetazione. La sua totale resistenza è stata confermata da una ventina di anni di rilievi in un campo sperimentale dell’Università di Bologna in totale assenza di trattamenti chimici contro la ticchiolatura. Inoltre, Renetta Grigia di Torriana è stata oggetto di uno studio più approfondito in cui ne è stata verificata la resistenza in rapporto a diverse razze di Venturia inaequalis (Laurens et al., 2004). In particolare, questa varietà è risultata resistente all’inoculazione artificiale con ceppi locali di Venturia effettuati in Italia, Svizzera e Germania, mentre è risultata suscettibile ad altri ceppi (NL24 e 1066). Dal punto di vista genetico, purtroppo, non è ancora noto il controllo del carattere, in quanto nell’incrocio di Renetta Grigia di Torriana con varietà suscettibili al patogeno (es. Golden Delicious) tutti i semenzali sono inaspettatamente risultati suscettibili alla ticchiolatura. Da questo dato è quindi possibile escludere che la sua resistenza sia dovuta a un controllo monogenico dominante, come già dimostrato per tutti i geni di resistenza a ticchiolatura finora identificati. Figg. 2-3 - Fruttificazione di Renetta Grigia di Torriana e particolare dei frutti alla raccolta. cler, Ariane, Dalinette, Topaz, ecc.) per ottenere nuove varietà migliorate anche dal punto di vista pomologico. Esse rientreranno per lo più nella tipologia di aspetto ‘antichizzato’, ma con qualità gustativa eccellente anche per i canoni correnti, che prediligono croccantezza e succosità, oltre che per l’affidabilità agronomica. Fig. 4 - Una delle principali caratteristiche distintive della Renetta Grigia di Torriana è la completa e fine rugginosità del frutto. La rugginosità del frutto Una delle principali caratteristiche distintive della Renetta Grigia di Torriana è la completa rugginosità del frutto. Al fine di poter identificare il gene (o i geni) che controllano questo carattere, sono stati effettuati diversi incroci. Fra questi, una progenie derivata da Renetta Grigia di Torriana x Golden Delicious è stata analizzata nell’ambito del progetto AGER-Melo al fine di determinare la base genetica del carattere ‘rugginosità del frutto’ e la sua ubicazione all’interno del genoma del melo. Queste ricerche, nate dalla collaborazione delle Università di Bologna e Udine con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, hanno consentito di sviluppare marcatori molecolari strettamente associati al carattere, che permettono di selezionare i semenzali che presentano un’elevata rugginosità del frutto (dati in fase di pubblicazione). Inoltre, nell’ambito dello stesso progetto, essendo la completa rugginosità del frutto un carattere interessante e distintivo utilizzabile nel miglioramento genetico, sono stati realizzati alcuni incroci (Grigia di Torriana x Chante- 60 FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2014 La famiglia delle “Renette grigie” e la conservazione “in composta” Grigia di Torriana fa parte di un gruppo di varietà di Renette definite “grigie” o “ruggini”. Si tratta di una popolazione diffusa, perlopiù in Piemonte, che presenta molti tratti in comune, a partire dalla fine rugginosità che riveste la buccia, alla forma del frutto e alle caratteristiche della polpa. In piemontese sono note come Gris/Grise (grigie, per via dell’aspetto della rugginosità). Ne fanno parte Gris d’la Composta (Val Chisone), Gris Canavoeit (Giaveno, nel Torinese), Rusnent (Monferrato), Pume Truse (Val Vermenagna), ecc. Le Renette Grigie venivano conservate con un metodo oggi dimenticato: “in composta”. Si mettevano i frutti a mollo in recipienti colmi d’acqua dove subivano una fermentazione e una solubilizzazione enzimatica che simula gli effetti della cottura (“composta”). I recipienti erano i più disparati, da vasche in pietra a tinozze e barili; le mele erano tenute a bagno coprendole con un “paiass” di paglia di segale o con una “losa” di pietra di Luserna. Se durante l’inverno si formava una crosta di ghiaccio, la si rompeva per affondare la mano nell’acqua che acquisiva un colore giallo paglierino, da cui il nome diffuso nel Monregalese di “Pum dël Pis”. “I frutti migliori venivano sottoposti a un particolare metodo di conservazione per prolungare la loro disponibilità sino a maggio-giugno per essere consumati durante le fienagioni. I frutti venivano completamente immersi nell’acqua (per mezzo di paglia o rami), dentro recipienti simili a damigiane di vetro dal collo largo, posti al fresco nelle cantine, talvolta con l’aggiunta di aromatizzanti come i chiodi di garofano” (Gallo, 2001). Storia e diffusione Grigia di Torriana è una varietà autoctona, individuata a fine ottocento dal frutticoltore Francesco Trecco nella borgata Torriana di Barge, in provincia di Cuneo (Breviglieri, 1950). Si tratta verosimilmente di un semenzale ottenuto per libera impollinazione nell’ambito della popolazione delle Renette Grigie. Nei primi anni del secolo scorso si diffuse nei comuni a cavallo tra le province di Cuneo e Torino. “Nel 1910-1920 se ne raccolsero 2.000 quintali, ma nel decennio successivo la media salì ad oltre 12.000 e aumentando di anno in anno si è arrivati agli attuali 50.000 quintali” (Carlone, 1955). La diffusione della varietà fu favorita dalle buone qualità organolettiche, dall’elevata produttività e dalla particolare resistenza alle principali avversità crittogamiche. Grazie alla tolleranza alle manipolazioni e ai trasporti, nei primi decenni del ‘900 Grigia di Torriana alimentava un consistente flusso di esportazione via nave verso l’Inghilterra e l’Egitto e, in treno, verso la Germania (Bounous et al., 2006). Era allora una delle poche varietà, insieme a Renetta Clochard, che reggesse i lunghi viaggi in nave. Colore polpa 10 Intensità aroma 8 Intensità profumo polpa 6 4 2 Sapore amaro Durezza 0 ritorio”. I positivi riscontri commerciali hanno dato nuovo impulso alla diffusione della varietà. Nel 2002 è nato il Consorzio di tutela e valorizzazione della Mela Grigia di Torriana che promuove efficacemente l’immagine di questa pregiata varietà locale. Fa parte del PAT – Prodotti Agroalimentari Tradizionali “mele autoctone del Piemonte”, riconosciuto dalla Regione Piemonte. BIBLIOGRAFIA Sapore acido Croccantezza Sapore dolce Succosità Fig. 5 - Profilo sensoriale di Renetta Grigia di Torriana elaborato da ONAFrut (Organizzazione nazionale assaggiatori frutta). Era anzi uno dei pochi alimenti freschi che i marinai potessero consumare a bordo. I frutti venivano confezionati in casse di legno chiuse su tutti i lati, trasportate in treno fino al porto di Genova, dove venivano imbarcate per le destinazioni finali. Grigia di Torriana è oggi coltivata su una superficie di una ventina di ettari, con una produzione che oscilla intorno a 600–800 t, concentrata nei comuni originari: Barge, Bagnolo, Envie e Cavour. È un pregiato prodotto, di nicchia, commercializzato su filiere corte, ma anche dalla grande distribuzione negli angoli dei “prodotti del ter- Bounous G., Beccaro G., Mellano M.G., 2006. Antiche cultivar di melo in Piemonte. Ed. Regione Piemonte, pp. 167. Breviglieri N., Solaroli V., 1950. Indagine pomologica: descrizione e indagini sulle varietà di mele e di pere. In: Atti del III Congresso Nazionale di Frutticoltura, Ferrara 9-16 Ottobre, 1949. Vallecchi editore, Firenze: 3-17. Carlone, 1955. Le gloriose tradizioni e le possibilità future della frutticoltura nell’Ovest Piemonte. Stab. Tip. Richard, Saluzzo, pp. 12. Gallo S., 2001. Antiche varietà di melo e pero nella valle del Tesso e nella valle inferiore di Lanzo. Società storica delle valli di Lanzo. Pp. 112. Laurens F., Chevalier M., Dolega E., Gennari F., Goerre M., Fischer C., Kellerhals M., Lateur M., Lefrancq B., Parisi L., Shouten H., Tartarini S., 2004. Local European cultivars as sources of durable scab resistance in apple. Eucarpia Symposium in fruit breeding and genetics, 1-5 Sept. 2003, Angers, France. ■ ISHS. Acta Hort. 663: 115-121 FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2014 61