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La nostra giustizia vista da Usa e Uk

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La nostra giustizia vista da Usa e Uk
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Mercoledì 1 Aprile 2015
PRIMO PIANO
Per gli americani è da condannare perché è troppo severa. Per gli inglesi troppo permissiva
La nostra giustizia vista da Usa e Uk
Il dibattito su Amanda Knox è pieno zeppo di pregiudizi
DI
P
ENZA FERRERI
er gli americani, la
giustizia italiana è
da condannare perché troppo severa,
da paragonare persino all’Inquisizione. Per gli inglesi
invece, la giustizia italiana
è da condannare perché, al
contrario, troppo permissiva,
incapace di fare giustizia e di
punire il colpevole. Tali accuse gettano luce sui pregiudizi che regnano nei media, e
in particolare sul pregiudizio
anti-italiano, più di quanto
non dicano del delitto stesso
e della giustizia italiana.
Un approfondito studio
di alto livello accademico,
pubblicato sullo Historical
Journal of Film, Radio and
Television, di Sarah Annunziato, professoressa
universitaria che si occupa,
fra altre cose, di come l’Italia viene rappresentata nei
media statunitensi, analizza ben 409 fra articoli e programmi televisivi sul caso,
presi dalle testate piu’ lette
e canali piu’ visti in America, in un periodo di oltre due
anni. La ricercatrice conclude che 251 di questi pezzi
sono neutrali, 158 sfavorevoli all’Italia, e nessuno favorevole all’Italia. I dettagli
del caso vengono spesso presentati unilateralmente. Dichiarazioni di «esami forensi
alla Fellini» e «tutta l’Italia
si dovrebbe vergognare», insieme ad accuse alla polizia
di violenza fi sica e psicologica contro Amanda Knox,
abbondano. C’è, a volte, una
tinta anti-cattolica in certe
affermazioni che Amanda è
stata messa sotto processo
per il suo stile di vita che
andrebbe contro la cultura
italiana prevalente.
Sarah Annunziato scopre tracce del cosiddetto
«litigation journalism» (giornalismo processuale), in cui
una delle parti cerca di influenzare il risultato del processo attraverso i media. Un
segno della sua presenza è
la tendenza di molti giornalisti statunitensi a ripetere
le medesime critiche dell’Italia e della sua giustizia già
espresse dai sostenitori della
Knox. La frase fi nale dello
studio dice tutto nella sua
preveggenza: «Se la condanna di Amanda Knox venisse
in seguito revocata, che cosa
diranno i giornalisti americani del loro uso di stereotipi
anti-italiani?»
Sull’altra sponda
dell’Atlantico, in Gran
Bretagna, l’Italia è descritta come retrograda, misogina e medievale. «Amanda Knox è assolta perché è
ricca e americana, dice Patrick Lumumba» titola il
Guardian. La pubblicazione
online inglese Spiked riassume: «L’Italia, la sua cultura
e il suo sistema legale sono
stati con determinazione
calunniati e demonizzati
da osservatori americani e
britannici». Un opinionista
del Guardian ha chiamato il
processo Knox una sentenza contro l’intero sistema
giudiziario italiano, tale da
sollevare gravi dubbi sulla
capacità dell’Italia di amministrare la giustizia. Un bel
salto da un caso particolare
alla generalità.
Fra i commenti nei forum internet inglesi si
legge: «Il sistema legale italiano è tarato come quello
parlamentare, basta pensare
a Berlusconi»; «il sistema
italiano è stato smascherato per quello che è»; «perché
il tribunale ha rilasciato la
Knox? In Inghilterra non sarebbe successo; sembra che
lancino i dadi finché non
ottengono il risultato desiderato, fa paura»; «il processo sembra un avvenimento
puramente politico, guidato
dall’emozione invece della
logica»; «il sistema legale italiano è stato spesso criticato
in quanto influenzato dalla
mafia e dalla politica – c’è bisogno di dire altro?»; l’Italia
è bella ma mal regolata».
Accuse gettate a caso,
da parte di persone che
non conoscono generalmente
quasi nulla dell’Italia. Tutto
questo mi ricorda quando arrivai in Inghilterra nel 1984,
e non trovavo nessuno che
non credesse che gli italiani
fanno moltissimi figli. Solo
in seguito i giornali cominciarono a dare notizia del
fatto che l’Italia aveva, con
la Spagna, il tasso di natalità piu’ basso del mondo. Una
bella scoperta, con diversi
anni di ritardo.
© Riproduzione riservata
LE TRUPPE OCCIDENTALI INOLTRE NON VOGLIONO MORIRE MENTRE I GUERRIGLIERI CERCANO LA MORTE
La lotta contro la guerriglia islam non sarà né breve, né facile perché
essa ha un solo obiettivo: distruggere tutto ciò che non è musulmano
secondo la definizione del
Pentagono: operations other
l nome è recente, l’hanthan war. La tattica seguita
Nella
guerriglia
fai
fi
nta
di
venire
da
oriente
e
attacca
da
occidente,
evita
il
solido
e
attacca
il
no inventato gli spagnoè quella delle «perdite zero»
vuoto,
aggredisci,
ritirati
e
colpisci
con
la
rapidità
del
lampo,
cerca
una
soluzione
fulminea,
se
li (guerrilla) durante
(zero casualties). Favoriti
il
nemico
avanza
ritirati,
se
si
ritira
inseguilo,
se
si
ferma
disturbalo,
se
è
stanco
colpiscilo.
dalle immense disponibilità
l’occupazione napoleoMao
Tse
Tung
economiche e tecnologiche,
nica. Ma la cosa è vecchia di
millenni. La guerriglia è una
hanno evitato il più possiLa guerriglia è la guerra della inimicizia assoluta, che non conosce nessuna limitazione. Il suo
bile i combattimenti diretti,
piccola guerra di resistenza
senso e la sua legittimità la conducono alle estreme conseguenze: il nemico è assoluto e va
uomo contro uomo, e hanno
dei deboli contro i forti, che
annientato.
non può servirsi dei mezzi
cercato di distruggere con
Carl Schmitt
armi a distanza le postaziotradizionali della grande
ni dei guerriglieri.
guerra: eserciti organizzaIl guerrigliero che prende le armi ha come febbre di lotta l’odio intransigente contro il nemico,
ti, armi potenti, identità
I bombardamenti con
che lo fa diventare una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. Nella guercannoni, areoplani e drotestimoniata dalla bandieriglia la guerra diviene totale.
ni sono divenuti l’arma più
ra e dalla divisa, combattiChe Guevara
menti in campo aperto. Già
usata. Ma sinora i vantaggi
il filosofo cinese Sun Tzu
ottenuti sono stati minori
Da poco abbiamo un utile sag- morale integrale. E’ antioccidentale, degli svantaggi. Anzitutto si tratta
(VI sec. a. C.) l’aveva teorizzata, von
Clausewitz (1837) la definì prima che gio, L’arte della guerriglia (Il Mulino), ma anche contraria ad ogni riforma o di una tattica troppo costosa, nel moChe Guevara (1960) ne indicasse le opera di un docente universitario di modernizzazione della shaarìa. Tutto mento in cui l’occidente affronta una
storia, il cremonese Gastone Brec- ciò che non è Islam va distrutto: già grave crisi economica; e i bombardatecniche.
Gli ebrei «zeloti», armati di una cia, noto anche come sportivo ma- nel 2001 i talebani bombardarono per menti provocano vittime anche nelle
piccola spada (sica), la esercitavano ratoneta. Egli ha trascorso un lungo due mesi le grandi statue di Buddha, popolazioni, accentuando così il loro
contro i soldati romani, così come gli periodo presso il contingente italiano anticipando le attuali demolizioni legame con i guerriglieri e incremenspagnoli, immortalati da Goya, contro di pace in Afghanistan e ha studiato dell’Isis, questa guerriglia divenuta tando il numero dei volontari. Ma la
le truppe napoleoniche o i tirolesi di la guerriglia islamica nel luogo dove stato islamico.
differenza più forte tra guerriglieri e
Ma quale rapporto c’è tra guer- soldati occidentali è di carattere anAndreas Hofer contro i bavaresi. La è nata per prima, quando i talebani si
guerriglia è occasionale e nascosta, ra- opposero alle occupazioni russa (1979) riglia e terrorismo? Senza dubbio tropologico: i primi sono disposti ad
pida e flessibile, improvvisa e inattesa, e americana (2001). Oggi la guerriglia sono due cose diverse e sono esistite accettare e anche a darsi la morte
fatta di agguati, attacchi a sorpresa, è presente in ogni parte del mondo, guerriglie senza terrorismo. Ma quasi (kamikaze), cosa assurda per i seconsabotaggi, attentati. Un suo attento anche se interessa soprattutto gli stati sempre il secondo è uno strumento di, che vedono nell’eroismo islamico
storico, il marine Robert Asprey, l’ha islamici. Alle sue radici c’è il fanati- della prima. Utile perché provoca solo fanatismo e follia. Dimenticando
chiamata «guerra nelle ombre» (War in smo religioso, che combatte i «crocia- paura e, in una società audiovisiva, il proverbio afgano: «Chi non sa mothe Shadows, 1975). E’ una guerra lo- ti» insieme con quei regimi che hanno informa ed enfatizza la forza dei ter- rire, non sa vincere».
gorante, che ha raggiunto la sua mas- accettato la collaborazione dell’Occi- roristi: «Colpirne uno per educarne
Anche il tempo gioca a favore
sima estensione nel Novecento, come dente; e produce anche guerre civili cento» (frase di Mao ripresa in Italia dei guerriglieri. Gli occidentali sono
dalle Brigate rosse). Non si rivolge efficientisti, in tutto vogliono fare preha mostrato Carl Schmitt nella Teo- tra sciiti e sunniti.
Una guerriglia cresciuta nella solo contro obiettivi militari, ma col- sto; gli orientali non hanno mai fretta,
ria del partigiano (l962). I movimenti
di indipendenza dei popoli coloniali misura in cui i despoti islamici che pisce civili e turisti, servendosi di la loro guerriglia deve essere lunga e
hanno seguito per lo più le tattiche la frenavano, in Irak, Libia, Egitto, ve- azioni e mezzi repellenti e raccapric- logorante, come si espresse un capo
della guerriglia, dall’Africa all’Asia e nivano eliminati. Le cosiddette «pri- cianti. Contro il terrorismo islamico, dei talebani: «Voi avete gli orologi, noi
all’America centromeridionale. Ma già mavere islamiche» hanno prodotto come era naturale, gli occidentali e, in abbiamo la pazienza». Ecco perché col
le resistenze al nazifascismo avevano molta guerriglia e poca democrazia. particolare, gli Usa sono intervenuti, terrorismo l’Occidente dovrà convivedovuto assumere modi e metodi della L’ideologia delle guerriglia è il ripristi- ma con delle «missioni di pace», che re ancora a lungo.
no della civiltà del Corano e della sua non devono essere chiamate guerre,
guerriglia. Anche in Italia.
© Riproduzione riservata
DI
GIANFRANCO MORRA
I
LA GUERRIGLIA NELLE PAROLE DI CHI L’HA PRATICATA
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