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La nostra giustizia vista da Usa e Uk
14 Mercoledì 1 Aprile 2015 PRIMO PIANO Per gli americani è da condannare perché è troppo severa. Per gli inglesi troppo permissiva La nostra giustizia vista da Usa e Uk Il dibattito su Amanda Knox è pieno zeppo di pregiudizi DI P ENZA FERRERI er gli americani, la giustizia italiana è da condannare perché troppo severa, da paragonare persino all’Inquisizione. Per gli inglesi invece, la giustizia italiana è da condannare perché, al contrario, troppo permissiva, incapace di fare giustizia e di punire il colpevole. Tali accuse gettano luce sui pregiudizi che regnano nei media, e in particolare sul pregiudizio anti-italiano, più di quanto non dicano del delitto stesso e della giustizia italiana. Un approfondito studio di alto livello accademico, pubblicato sullo Historical Journal of Film, Radio and Television, di Sarah Annunziato, professoressa universitaria che si occupa, fra altre cose, di come l’Italia viene rappresentata nei media statunitensi, analizza ben 409 fra articoli e programmi televisivi sul caso, presi dalle testate piu’ lette e canali piu’ visti in America, in un periodo di oltre due anni. La ricercatrice conclude che 251 di questi pezzi sono neutrali, 158 sfavorevoli all’Italia, e nessuno favorevole all’Italia. I dettagli del caso vengono spesso presentati unilateralmente. Dichiarazioni di «esami forensi alla Fellini» e «tutta l’Italia si dovrebbe vergognare», insieme ad accuse alla polizia di violenza fi sica e psicologica contro Amanda Knox, abbondano. C’è, a volte, una tinta anti-cattolica in certe affermazioni che Amanda è stata messa sotto processo per il suo stile di vita che andrebbe contro la cultura italiana prevalente. Sarah Annunziato scopre tracce del cosiddetto «litigation journalism» (giornalismo processuale), in cui una delle parti cerca di influenzare il risultato del processo attraverso i media. Un segno della sua presenza è la tendenza di molti giornalisti statunitensi a ripetere le medesime critiche dell’Italia e della sua giustizia già espresse dai sostenitori della Knox. La frase fi nale dello studio dice tutto nella sua preveggenza: «Se la condanna di Amanda Knox venisse in seguito revocata, che cosa diranno i giornalisti americani del loro uso di stereotipi anti-italiani?» Sull’altra sponda dell’Atlantico, in Gran Bretagna, l’Italia è descritta come retrograda, misogina e medievale. «Amanda Knox è assolta perché è ricca e americana, dice Patrick Lumumba» titola il Guardian. La pubblicazione online inglese Spiked riassume: «L’Italia, la sua cultura e il suo sistema legale sono stati con determinazione calunniati e demonizzati da osservatori americani e britannici». Un opinionista del Guardian ha chiamato il processo Knox una sentenza contro l’intero sistema giudiziario italiano, tale da sollevare gravi dubbi sulla capacità dell’Italia di amministrare la giustizia. Un bel salto da un caso particolare alla generalità. Fra i commenti nei forum internet inglesi si legge: «Il sistema legale italiano è tarato come quello parlamentare, basta pensare a Berlusconi»; «il sistema italiano è stato smascherato per quello che è»; «perché il tribunale ha rilasciato la Knox? In Inghilterra non sarebbe successo; sembra che lancino i dadi finché non ottengono il risultato desiderato, fa paura»; «il processo sembra un avvenimento puramente politico, guidato dall’emozione invece della logica»; «il sistema legale italiano è stato spesso criticato in quanto influenzato dalla mafia e dalla politica – c’è bisogno di dire altro?»; l’Italia è bella ma mal regolata». Accuse gettate a caso, da parte di persone che non conoscono generalmente quasi nulla dell’Italia. Tutto questo mi ricorda quando arrivai in Inghilterra nel 1984, e non trovavo nessuno che non credesse che gli italiani fanno moltissimi figli. Solo in seguito i giornali cominciarono a dare notizia del fatto che l’Italia aveva, con la Spagna, il tasso di natalità piu’ basso del mondo. Una bella scoperta, con diversi anni di ritardo. © Riproduzione riservata LE TRUPPE OCCIDENTALI INOLTRE NON VOGLIONO MORIRE MENTRE I GUERRIGLIERI CERCANO LA MORTE La lotta contro la guerriglia islam non sarà né breve, né facile perché essa ha un solo obiettivo: distruggere tutto ciò che non è musulmano secondo la definizione del Pentagono: operations other l nome è recente, l’hanthan war. La tattica seguita Nella guerriglia fai fi nta di venire da oriente e attacca da occidente, evita il solido e attacca il no inventato gli spagnoè quella delle «perdite zero» vuoto, aggredisci, ritirati e colpisci con la rapidità del lampo, cerca una soluzione fulminea, se li (guerrilla) durante (zero casualties). Favoriti il nemico avanza ritirati, se si ritira inseguilo, se si ferma disturbalo, se è stanco colpiscilo. dalle immense disponibilità l’occupazione napoleoMao Tse Tung economiche e tecnologiche, nica. Ma la cosa è vecchia di millenni. La guerriglia è una hanno evitato il più possiLa guerriglia è la guerra della inimicizia assoluta, che non conosce nessuna limitazione. Il suo bile i combattimenti diretti, piccola guerra di resistenza senso e la sua legittimità la conducono alle estreme conseguenze: il nemico è assoluto e va uomo contro uomo, e hanno dei deboli contro i forti, che annientato. non può servirsi dei mezzi cercato di distruggere con Carl Schmitt armi a distanza le postaziotradizionali della grande ni dei guerriglieri. guerra: eserciti organizzaIl guerrigliero che prende le armi ha come febbre di lotta l’odio intransigente contro il nemico, ti, armi potenti, identità I bombardamenti con che lo fa diventare una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. Nella guercannoni, areoplani e drotestimoniata dalla bandieriglia la guerra diviene totale. ni sono divenuti l’arma più ra e dalla divisa, combattiChe Guevara menti in campo aperto. Già usata. Ma sinora i vantaggi il filosofo cinese Sun Tzu ottenuti sono stati minori Da poco abbiamo un utile sag- morale integrale. E’ antioccidentale, degli svantaggi. Anzitutto si tratta (VI sec. a. C.) l’aveva teorizzata, von Clausewitz (1837) la definì prima che gio, L’arte della guerriglia (Il Mulino), ma anche contraria ad ogni riforma o di una tattica troppo costosa, nel moChe Guevara (1960) ne indicasse le opera di un docente universitario di modernizzazione della shaarìa. Tutto mento in cui l’occidente affronta una storia, il cremonese Gastone Brec- ciò che non è Islam va distrutto: già grave crisi economica; e i bombardatecniche. Gli ebrei «zeloti», armati di una cia, noto anche come sportivo ma- nel 2001 i talebani bombardarono per menti provocano vittime anche nelle piccola spada (sica), la esercitavano ratoneta. Egli ha trascorso un lungo due mesi le grandi statue di Buddha, popolazioni, accentuando così il loro contro i soldati romani, così come gli periodo presso il contingente italiano anticipando le attuali demolizioni legame con i guerriglieri e incremenspagnoli, immortalati da Goya, contro di pace in Afghanistan e ha studiato dell’Isis, questa guerriglia divenuta tando il numero dei volontari. Ma la le truppe napoleoniche o i tirolesi di la guerriglia islamica nel luogo dove stato islamico. differenza più forte tra guerriglieri e Ma quale rapporto c’è tra guer- soldati occidentali è di carattere anAndreas Hofer contro i bavaresi. La è nata per prima, quando i talebani si guerriglia è occasionale e nascosta, ra- opposero alle occupazioni russa (1979) riglia e terrorismo? Senza dubbio tropologico: i primi sono disposti ad pida e flessibile, improvvisa e inattesa, e americana (2001). Oggi la guerriglia sono due cose diverse e sono esistite accettare e anche a darsi la morte fatta di agguati, attacchi a sorpresa, è presente in ogni parte del mondo, guerriglie senza terrorismo. Ma quasi (kamikaze), cosa assurda per i seconsabotaggi, attentati. Un suo attento anche se interessa soprattutto gli stati sempre il secondo è uno strumento di, che vedono nell’eroismo islamico storico, il marine Robert Asprey, l’ha islamici. Alle sue radici c’è il fanati- della prima. Utile perché provoca solo fanatismo e follia. Dimenticando chiamata «guerra nelle ombre» (War in smo religioso, che combatte i «crocia- paura e, in una società audiovisiva, il proverbio afgano: «Chi non sa mothe Shadows, 1975). E’ una guerra lo- ti» insieme con quei regimi che hanno informa ed enfatizza la forza dei ter- rire, non sa vincere». gorante, che ha raggiunto la sua mas- accettato la collaborazione dell’Occi- roristi: «Colpirne uno per educarne Anche il tempo gioca a favore sima estensione nel Novecento, come dente; e produce anche guerre civili cento» (frase di Mao ripresa in Italia dei guerriglieri. Gli occidentali sono dalle Brigate rosse). Non si rivolge efficientisti, in tutto vogliono fare preha mostrato Carl Schmitt nella Teo- tra sciiti e sunniti. Una guerriglia cresciuta nella solo contro obiettivi militari, ma col- sto; gli orientali non hanno mai fretta, ria del partigiano (l962). I movimenti di indipendenza dei popoli coloniali misura in cui i despoti islamici che pisce civili e turisti, servendosi di la loro guerriglia deve essere lunga e hanno seguito per lo più le tattiche la frenavano, in Irak, Libia, Egitto, ve- azioni e mezzi repellenti e raccapric- logorante, come si espresse un capo della guerriglia, dall’Africa all’Asia e nivano eliminati. Le cosiddette «pri- cianti. Contro il terrorismo islamico, dei talebani: «Voi avete gli orologi, noi all’America centromeridionale. Ma già mavere islamiche» hanno prodotto come era naturale, gli occidentali e, in abbiamo la pazienza». Ecco perché col le resistenze al nazifascismo avevano molta guerriglia e poca democrazia. particolare, gli Usa sono intervenuti, terrorismo l’Occidente dovrà convivedovuto assumere modi e metodi della L’ideologia delle guerriglia è il ripristi- ma con delle «missioni di pace», che re ancora a lungo. no della civiltà del Corano e della sua non devono essere chiamate guerre, guerriglia. Anche in Italia. © Riproduzione riservata DI GIANFRANCO MORRA I LA GUERRIGLIA NELLE PAROLE DI CHI L’HA PRATICATA