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CERCASI NOTIZIA DELLA SERIE INTRIGHI IN REDAZIONE SOGGETTO E SCENEGGIATURA DI FRANCESCO BIANCHI 1 FRANCESCO BIANCHI CERCASI NOTIZIA 1- INT. REDAZIONE - UFFICIO DI ANGELA - MATTINO La STANZA è buia. All’improvviso si apre la PORTA d’ingresso e la LUCE esterna schiarisce la sagoma di una DONNA sull’uscio. Con una mano, cerca l’interruttore della LUCE. Ora, la stanza è illuminata e notiamo giornali di diverse testate, sparsi un po’ ovunque. Sopra ogni mobile ci sono pile di cartelle e tanto disordine. La scrivania è ricolma di carte e fascicoli d’ogni sorta. Sotto tutto quel caos, c’è il telefono. Davanti alla scrivania ci sono due sedie, un appendiabiti a stelo da una parte, qualche quadro alle pareti ed uno specchio. La donna, si toglie il soprabito e lo appende all’attaccapanni. Va ad aprire la finestra, spegne la luce e chiude la porta. Il chiarore dell’esterno, mette in risalto il caos della stanza, ma in compenso ci presenta ANGELA graziosa quarantenne, segretaria del giornale. “LA VOCE DI FRATTANERA” Angela si affaccia alla finestra e la vediamo di spalle. Ha un corpo agile ben proporzionato e indossa un abito classico, che la rende elegante e raffinata. SCORCIO PANORAMICO DELLA TRANQUILLA CITTADINA DI FRATTANERA Angela va davanti allo specchio e vediamo la sua immagine riflessa. ANGELA Buongiorno Angela. Buona Giornata. Non te la prendere se non c’è mai nessuno che ti augura una buona giornata. Ci penso io come sempre. Questo è il destino di chi è costretto ad arrivare sempre per primo. SUONO IMPROVVISO (OFF) del telefono sulla scrivania. Angela, va alla scrivania e cerca il telefono palpando sopra le carte. Lo trova e risponde con professionalità. ANGELA La voce grossa di Frattanera. Buongiorno dica pure.(Pausa) No, signora, De Pallis, il direttore non c’è. E’ fuori città per …un… un congresso. Mentre ascolta, manifesta tutta la sua antipatia per signora De Pallis, con simpatiche ed ironiche smorfie del viso. ANGELA (Con finta gentilezza) Riferirò signora De Pallis, Buongiorno a lei signora De Pallis, arrivederla, arr… SENTE chiudere la COMUNICAZIONE e rimane un attimo con la cornetta in mano. 2 Posa il ricevitore con un gesto seccato e lo ricopre più di prima. Quella telefonata, le ha tolto il buon umore, ora è preoccupata e scuote il capo in segno di sventura. Prende una copia de “LA VOCE DI FRATTANERA”, la sfoglia, si ferma su una certa pagina e scuote il capo. E’ cupa in viso e sembra che stia aspettando una severa sentenza. La porta si apre e appare un UOMO con una cartella in mano. Angela alza la testa di scatto, con un’espressione di stupore, e fa sparire rapidamente il giornale. L’uomo entra deciso e getta distrattamente la BORSA sulla SEDIA DI SINISTRA, senza centrarla. e la BORSA cade in TERRA. Angela lo segue con lo sguardo. ANGELA Buongiorno <DIRETTORE> UOMO Buongiorno Angela. L’uomo si ferma davanti all’attaccapanni e si sbottona il soprabito. Angela, che non si aspettava di vederlo così presto, lo guarda a testa bassa per nascondere il disagio che prova in quel momento, ma non rinuncia a chiedere spiegazioni e lo fa con la sua solita simpatica ironia. ANGELA Già di ritorno? Averlo saputo, ti avrei passato la signora De Pallis e avrei evitato di mandarla a … a …. a quel paese. L’uomo guarda Angela in silenzio per capire se la donna sta scherzando o fa sul serio. UOMO Tu hai mandato a quel paese la signora De Pallis? Brava, un’idea veramente geniale! Complimenti! E così, mi hai messo contro anche la signora De Pallis. Che t’ha preso Angela? Angela si abbandona contro lo schienale e giocherella con una penna. Finge un atteggiamento rilassato nel tentativo di nascondere la preoccupazione che la pervade in quel momento. Nico ha un’espressione perplessa, forse vagamente preoccupata. ANGELA Oh! Non te la prendere, sono stata molto diplomatica. La signora De Pallis, la puoi mandare anche a fan… all’inferno, che non si offende mai. Credo che quella donna abbia un debole per te, Nico. Ultimamente non fa che chiamarti. NICO Le inventi da sola queste battute cretine o ti fai aiutare da qualcuno? Io invece credo che. quella donna abbia un debole per l’affitto e che il suo interesse per me, sia esclusivamente economico. 3 Angela ha un attimo di riflessione. Si scosta dallo schienale, posa i gomiti sul ripiano e guarda l’uomo come se lo vedesse per la prima volta. ANGELA Tu non dovevi stare via una settimana? Come mai sei tornato così presto? L’aria del nord non è di tuo gradimento, o non hai incontrato quella persona? NICO Oh! sì l’ho incontrata, ma è stata di poche parole. Anzi, non ha parlato affatto. Ai funerali, non si parla molto. Nel frattempo si leva il soprabito e lo appende. ANGELA Troppo commosso? NICO No, troppo morto. Un camion, l’ha… l’ha… messo a tacere per sempre. Angela, affonda la schiena nella sua sedia, posa le mani sui braccioli e chiude gli occhi. ANGELA Oh! No! Che sfiga però. E così è saltato anche il finanziamento. Nico, va davanti alla finestra, guarda fuori e gira le spalle ad Angela. SCORCIO DELLA STRADA NICO (OFF) Cosa te lo fa pensare, che il finanziamento sia saltato? La donna indica timidamente la BORSA di Nico, ai piedi della sedia, con un sorriso un po’ malinconico. Nico guarda la sedia con occhi interrogativi. ANGELA Non hai centrato la sedia. Nico guarda Angela, sempre occhi interrogativi e alza le spalle. NICO Non ho centrato la sedia e allora? ANGELA Quando tu non centri la sedia, significa, che sei preoccupato. 4 A quel punto Nico riflette e getta uno sguardo obliquo ad Angela. I due si guardano a lungo, senza parlare. Angela è la prima a rompere il silenzio, con tono intrigante. ANGELA Se una segretaria, non s’accorge di queste cose, non è una buona segretaria. Nico, pur lusingato per tanta attenzione, si rifiuta di prendere la cosa seriamente. NICO Vuoi dire che tu... Ma fammi il piacere. Angela accenna un sorriso ironico, che sa di sfida. ANGELA Vuoi che ti elenchi le volte che non hai centrato la sedia? NICO Si… cioè no. Che cavolo vuoi elencare? Tu queste idiozie le pensi di notte, o ti vengono in mente ogni ora del giorno? Angela si alza e si avvicina a Nico. Pensa un attimo e gli punta un dito. ANGELA La prima volta è stata quando non sei stato eletto sindaco di Frattanera… Nico rimane lievemente impressionato da quella verità, ma non vuole ammetterlo e rimane in silenzio. ANGELA …La seconda, quando tua moglie se ne n’è andata con quel pittore squattrinato. Quella volta hai sbagliato la sedia di almeno due metri. Vado avanti? (Pausa) La terza volta è stata quando ti sei accorto che il tuo figlioccio non è cresciuto a tua immagine e somiglianza. Nico va a raccogliere la borsa, la posa lentamente sulla sedia e va verso il suo ufficio. ANGELA Nico, che sta succedendo? Nico si gira di scatto e guarda Angela in viso. NICO Niente. Va tutto bene, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Angela si accosta alla scrivania con le braccia conserte. Lo guarda scuotendo il capo. Nico indugia un attimo e sospira stancamente. 5 NICO Vuoi la verità? Bene, avrai la verità. Tu sai che la carta va… a rotoli. Con lo sguardo Nico fa una panoramica della stanza. NICO Ecco, ora anche il giornale sta andando a rotoli. E senza quel finanziamento, stiamo rotolando a velocità impressionante. Quindi, si chiude bottega. Ora subito. Angela non risponde, va alla finestra e guada fuori. Nico la osserva e si stupisce dell’apparente indifferenza della donna. (Stacco) 2 – INT. CAMERA DA LETTO- MATTINO La stanza è in penombra. Sul LETTO disfatto, un UOMO e una DONNA dormono. Lei ha parte delle GAMBE scoperte. Lui dorme su un fianco. Sparsi in terra ci sono INDUMENTI intimi femminili. Su di una sedia, gettati alla rinfusa, ABITI maschili. Sono evidenti i segni di una lunga battaglia notturna. SUONO IMPROVVISO (OFF) di una sveglia sul comodino. La SVEGLIA fa sobbalzare l’uomo, che si gira sull’altro fianco. Lo squillo insistente, gli strappa un mugolio seccato. Allunga una mano sul comodino e cerca la sveglia. La urta e la sveglia cade in terra. Si sporge oltre il bordo del letto e la cerca palpando il pavimento. La trova e guarda l’ora. UOMO Cazzo! Le nove. Scatta sul busto, posa la sveglia sul comodino e si rivolge alla ragazza al suo fianco con una pacca sul sedere. La ragazza emette un mugolio seccato, si gira su se stessa e continua a dormire. UOMO Ehi! Tu, svegliati. La ragazza non risponde. L’uomo la scuote energicamente e aggiunge un’altra pacca sul fondoschiena nudo. La ragazza sobbalza. UOMO Hai tre minuti per sparire. L’uomo scende dal letto e va velocemente sotto la doccia. La ragazza si sveglia lentamente, contrariata per quel brusco risveglio. Fa un lungo e sofferto respiro, scuote la testa un paio di volte, infine scende dal letto e rimane seduta sul bordo. RAGAZZA Ti rivedo questa sera Marco? 6 VOCE (OFF) di Marco sotto la doccia MARCO (Off) No, Questa sera ho un impegno. RAGAZZA Allora, quando ti rivedo? MARCO Non lo so. Ti chiamo io. La ragazza scatta in piedi con rabbia. Cerca la biancheria, i vestiti sparsi per la stanza e si veste in fretta. Raccoglie alla meglio alcune cose non indossate e guarda verso la doccia. RAGAZZA Bastardo! Esce sbattendo la porta. (Stacco) 3 – INT. UFFICIO DI ANGELA – MATTINO Angela è seduta alla scrivania e tormenta il ripiano con una penna. Nico è curvo sulla scrivania con le mani appoggiate sul ripiano. Entrambi hanno il volto cupo. NICO Che ne so accidenti! Qualcosa inventeremo. ANGELA Allora dobbiamo fare in fretta. I creditori ci stanno addosso come un cappotto d’inverno . NICO Lo so maledizione! ANGELA Dove abbiamo sbagliato Nico? NICO Che ne so! Forse i lettori vogliono emozioni forti. E se ne fregano se la squadra di Frattanera perde o vince in casa con la Rubbiana. Nico si scosta dalla scrivania e rimane in piedi con le mani in tasca. Entrambi sono preoccupati. Angela azzarda una proposta temeraria. ANGELA Sai Nico, cosa ci manca in questo momento? Una notizia esplosiva. Una notizia… come quella di un anno fa. 7 NICO (Con tono deciso) Lo so. Lo so accidenti! Ma se la notizia non c’è, mica possiamo inventarcela. Che vuoi farci se in questo paese non succede mai niente? Qui c’è solo brava gente che vive in armonia con tutti. Perfino le puttane sembrano in grazia di Dio! Più sfigati di così. Angela si strofina le mani per nascondere l’imbarazzo. Nico, che conosce quell’atteggiamento, la guarda con sospetto. Angela volge lo sguardo altrove per non incontrare quello di Nico. Sono attimi grevi, difficili da sostenere, finché prende una decisione. Si alza e lentamente si affianca a Nico, lo prende sotto braccio con simpatica malizia e insieme muovono alcuni passi. ANGELA Ecco…Nico…io… io avrei… qualcosa da dirti, riguardo quella notizia. (Pausa) Che ne dici di manipolarla un tantino e riproporla ai lettori? Nico si scosta bruscamente da Angela e l’aggredisce con tono molto severo. NICO Manipolare cosa? Che ti sei messa in testa Angela? La dura reazione di Nico costringe Angela a una strategica ritirata. ANGELA Niente. Cosa vuoi che mi mette in testa? Posso mettermi in testa qualche cosa io? NICO (Con tono di rimprovero) Figuriamoci, inventare notizie solo per vendere qualche copia in più? No mai. Anche Angela alza il tono della voce. La sua risposta è ironica, ma d’effetto. ANGELA È questo è il risultato: non paghiamo l’affitto da sei mesi e non abbiamo più un foglio di carta nemmeno per scrivere una lettera. Non abbiamo più niente, Nico, niente. NICO Questo non ci autorizza raccontar balle ai nostri lettori. Angela si siede alla scrivania. ANGELA Quali lettori? Siamo sepolti sotto una montagna di resi, che per mandarli al macero, ci vuole un capitale. Pensaci Nico. Potresti anche cambiare idea. Marco è convinto che… 8 NICO Ah! Marco! Si certo, avrei dovuto immaginarlo. Solo lui poteva avere un’idea così scema. La mente diabolica del nostro giovane don Giovanni ha partorito un’altra delle sue demenziali trovate e tu ti sei lasciata convincere. Angela va decisa all’archivio. Prende un plico di carte e lo getta con violenza sulla scrivania. ANGELA Non è stato il giovane… “Don Giovanni” come lo chiami tu a convincermi, ma le fatture insolute, che languiscono in archivio. Nico la raggiunge, posa con violenza le mani sul plico delle fatture e sbotta. NICO Non tentare di crearti un alibi e dimmi che avete combinato in mia assenza. La reazione di Nico ha reso Angela, più cauta. ANGELA Ecco… Marco… pe…pe.. pensa che… Nico la guarda in pieno viso. NICO Tu balbetti! Angela porta istintivamente una mano sulla bocca. NICO Anch’io ti conosco sai? Quando tu balbetti, significa che c’è qualcosa che ti disturba. Alle parole di Nico, Angela, ha un piacevole tonfo al cuore. Abbassa la testa per nascondere il proprio disagio. Nico pronuncia la stessa frase di Angela, con molta ironia. NICO Se un capo, non s’accorge di queste cose, non è un buon capo. Vuoi che ti elenchi le volte che hai balbettato? Angela ha un attimo di smarrimento e vergogna. Deglutisce rumorosamente e si schiarisce la voce con un colpo di tosse. ANGELA No, meglio di no. Ascolta tu invece. Hai presente quella notizia di un anno fa? NICO Ridajjè! Hai la testa più dura del marmo di Carrara. 9 Nico va verso il suo ufficio. Angela sbotta con fermezza. ANGELA Nico, qui, “o si fa la notizia o si muore”. Nico si gira di scatto e le punta un dito contro. NICO Non fregare le battute a Garibaldi e dimentica quella notizia. Nico entra nel suo ufficio. Angela lo segue. ANGELA Nico ascolta. Poi mi ammazzerai, ma prima devi ascoltarmi. Nico, l’articolo è… Nico si siede alla sua scrivania e Angela posa le mani sul ripiano. Nico la fissa con sguardo indagatore. Marco appare sulla soglia. E’ un giovane esuberante, bella presenza. Richiama l’attenzione con un colpo di tosse. Angela, gira la testa verso Marco, ma rimane con le mani sulla scrivania, Nico alza lo sguardo verso la porta, poi guarda l’ora. NICO Non si può certo dire che sei mattiniero. Marco chiede scusa, alzando lievemente le braccia. Angela si scosta dalla scrivania con uno scatto improvviso e guarda Marco dritto in viso. ANGELA Continua tu. In fondo l’idea è stata tua. Angela esce dall’ufficio di Nico, sotto gli sguardi sbigottiti dei due uomini. NICO Angela torna qui. Non è il momento di fare la rivoluzione. Nico colpisce il ripiano della scrivania con il palmo di una mano. NICO Merda! Merda! Merda! Non mi ascolta più nessuno in questo ufficio! (Emette uno sbuffo e si calma) Allora Don Giovanni? Sei abbastanza sveglio da dirmi che cavolo succede? O devi ancora smaltire le fatiche notturne? Nico si lascia cadere sulla sedia, invece Marco si siede con calma e indifferenza. 10 4 – INT. – UFFICIO DI ANGELA – STESSO MOMENTO Angela prende la sua borsetta con gesto brusco e va verso l’uscita. SUONO IMPROVVISO (OFF) del telefono. Angela alza il ricevitore e risponde con finta calma. ANGELA Pronto. (Pausa per ascoltare) Mi dispiace signora, ma non posso svelarle nulla. Saprà tutto leggendo il nostro giornale. (Pausa) La prossima, settimana troverà tutte le copie che vorrà. (Pausa) Grazie a lei. (Posa il ricevitore) SUONO (OFF) del telefono. ANGELA Pronto. (Pausa per ascoltare) Certo signore, la notizia è verissima. (Pausa) Vedrà caro lettore, che sul prossimo numero, troverà tutti i dettagli che desidera… Ecco si bravo, compri il giornale. Grazie signore. (Riattacca) SUONO (OFF) del telefono ANGELA Che cavolo succede stamattina? Di punto in bianco sono diventati tutti lettori? Pronto. (Pausa) Sì è la redazione. (Pausa) Vorrebbe saperne di più sulla notizia di questa mattina? (Pausa) Cara signora! Mi permetta di darle un consiglio. Si abboni al nostro giornale, è la soluzione migliore, mi creda. Buongiorno a lei. (Riattacca) SUONO (OFF) del telefono ANGELA E no, basta! Che sono io, l’ufficio informazioni? Copre il telefono con le scartoffie e se ne va velocemente. SUONO (OFF) del telefono che continua a squillare. VOCE (OFF) autoritaria di Nico dal suo ufficio. NICO (OFF) Angela! Rispondi a quel maledetto telefono. 5 – INT. – UFFICIO DI NICO - STESSO MOMENTO Nico e Marco sono seduti alla scrivania, uno di fronte all’altro. 11 MARCO Ecco…Nico...Mentre tu eri via, ho rispolverato una vecchia notizia e l’ho data in pasto ai lettori. Ho inserito anche alcune foto, tanto per renderla più intrigante. Nico, scatta ancora in piedi e scarica la sua collera, colpendo la scrivania con entrambi i pugni. NICO Cosa? Tempestivo Marco, mette le mani avanti, tentando di placare le ire di Nico. MARCO Oh! Ma ho fatto un bel lavoro sai! Quando avrai letto l’articolo, sarai orgoglioso di me. Ho preso alcune foto in archivio e con un semplice fotomontaggio, ho confezionato una storia che salverà il giornale da un umiliante fallimento. Nico, con un gesto seccato, si allontana dalla scrivania. Affonda le mani nelle tasche dei pantaloni e volge le spalle a Marco per qualche passo, poi si gira. NICO Io dovrei ammazzarti. Dimmi un po’ bell’imbusto è questo che ti ho insegnato io? Rispondi. E’ questo che ti ho insegnato io? (Stacco) 6 – INTERNO - BAR DEL PAESE – GIORNO Angela, seduta a un tavolo, sta conversando con una giovane DONNA. Dal loro modo scherzoso e allegro, si capisce che si conoscono bene, ma non si vedono da diversi anni. ANGELA Tu sei sempre la solita bugiarda. E dimmi, Katia, che hai fatto di bello in tutti questi anni? KATIA Oh! Tante cose. Alcune buone altre meno buone. Per esempio, quella di essermi sposata è stata la peggiore, per non dire un disastro clamoroso. ANGELA Sposata tu? No, non ci posso credere! Sei stata sempre così contraria al matrimonio. KATIA Oh! Lo sono stata per poco. In un anno mi sono sposata, separata e ora sono in attesa di divorzio. Ce l’ho messa tutta, ma più veloce di così non ho potuto fare. 12 Angela, assume un’aria dispiaciuta e Katia, la tranquillizza, con un bonario urto sul braccio e una risata divertita. KATIA Non fare quella faccia. Mica potevo passare tutta la vita con lo stesso uomo. Se non altro per gli sganassoni che mi dava. Aveva due mani che sembravano due pinne, quel bastardo. Angela ascolta con interesse ed ha il volto cupo. KATIA “Era il suo modo di amare” diceva. Se non mi picchiava, non… non… Capisci quello che voglio dire? Angela annuisce con il capo e un velo di tristezza sul viso. KATIA Un giorno però, mi sono rotta i coglioni e l’ho mandato a farsi fottere con una ginocchiata nelle palle. Angela affonda il collo nelle spalle e s’immagina l’effetto della ginocchiata. KATIA Divorziata anche tu? Ancora una volta Angela scuote il capo e Katia la guarda con curiosità. KATIA Vedova? ANGELA (Con un velo di tristezza) No, single. Katia accenna un sorriso sornione. KATIA Single tu, che hai sempre desiderato una famiglia con tanti marmocchi? No, non è possibile! Angela fa un gesto di rassegnata impotenza e Katia nota la profonda tristezza di quel gesto. KATIA Però, sei innamorata? Angela scuote lievemente il capo. Katia invece annuisce. ANGELA Ti dico di no. Katia si avvicina ad Angela e guarda in giro con circospezione. 13 KATIA Com’è? Com’è? Puoi dirmelo, tanto prima o poi lo scopro. Non temere. (Stacco) 7 – INT. UFFICIO DI NICO – GIORNO Troviamo Marco e Nico, uno di fronte all’altro, al centro della stanza. Entrambi sono alterati. NICO Geniale un corno. Cosa hai scritto sul mio giornale? MARCO Se ti calmi, ti racconto tutto. Nico si siede dietro alla scrivania ed emette un lungo e sofferto sospiro. NICO Va bene. Sono calmo. Ti ascolto e ti ammazzo dopo. Marco si siede davanti alla scrivania. MARCO Ecco, così va meglio. Quel giorno di dicembre di un anno fa, Pettinelli era in visita alla fabbrica e scoprì che il suo amministratore manipolava i libri contabili e così, tra i due, scoppiò una violenta lite e il giorno dopo Pettinelli fu trovato morto per infarto in una stanza d’albergo. NICO E allora? Questo l’abbiamo già pubblicato a quel tempo. Marco, avvicina la sedia alla scrivania e tenta di rendere interessante il suo racconto. MARCO Un anno fa, il portiere di notte dell’albergo, ci ha raccontato che Pettinelli quella sera era in compagnia di una donna. S’è mai saputo chi fosse quella donna? NICO No. Sappiamo che è rimasta in albergo solo mezz’ora. MARCO Poi è scappata via di corsa. Ti dice niente questo? Nico va alla finestra, scuote il capo e punta un dito su Marco, seduto davanti alla scrivania. 14 NICO Marco, da retta a me, lasciamolo in pace Pettinelli. Rovistare nel passato, salta fuori solo il torbido. Non mettiamo in moto un meccanismo più grande di noi. Marco si alza con uno scatto repentino. MARCO Siamo giornalisti, no! Il nostro lavoro è anche quello di frugare nel passato, nel presente e, quando c’è possibile, anche nel futuro. Nico cerca di mantenere la calma e ribatte con ironia. NICO E allora che vogliamo fare? Vogliamo andare a interrogare il cadavere e chiedergli se la causa dell’infarto è stata una scopata di troppo? Lascia stare, non è roba per noi. (Stacco) 8 – INT. BAR DEL PAESE – GIORNO Sul tavolo ci sono due TAZZINE di caffè vuote e un mezzo BICCHIERE d’acqua. Angela e Katia, stanno ancora conversando. KATIA Beh! Anche se fosse sposato? Che te frega? E’ tempo di globalizzazione no? Allora globalizziamoci e niente scrupoli. ANGELA E va bene. Non è sposato. Contenta ora? KATIA Sarai contenta tu. Il mio è sposato. Angela ha un’espressione di rimprovero verso Katia. KATIA Eh! Non fare quella faccia scandalizzata! Se aspetti quelli non sposati, cucchi poco e gli anni passano veloci, mia cara. Il volto di Angela si chiude in un’espressione cupa. Katia intuisce e sibila. KATIA Credo d’aver capito. Tu stai aspettando qualcuno che non si decide. Sbaglio? Il silenzio di Angela ha il sapore di una conferma. Katia incalza con tono incoraggiante. 15 KATIA Datti una mossa bambina mia. Se è un bello scapolo, o un divorziato, non fartelo scappare. Marcalo stretto e colpiscilo ai fianchi. Angela ha un sorriso amaro e scuote il capo. ANGELA Sei sempre la solita pazza. Katia scrolla le spalle con noncuranza. KATIA Che vuoi fare in un mondo di pazzi? Mica l’ho inventato io il mondo. Io ci vivo solo dentro. Allora, com’è questo misterioso cavaliere errante? Angela sorride amara. ANGELA Hai detto bene. Errante. KATIA Errante quanto? Errante, errante? Angela piega la testa da un lato e scuote il capo. ANGELA (Guarda l’ora) Oh! Mio Dio! Com’è tardi. Devo scappare. C’è baruffa oggi al giornale. E Nico a quest’ora, sarà fuori dalle grazie. KATIA Chi è Nico? ANGELA Il direttore. Il grande capo. Katia fissa Angela con occhi maliziosi. KATIA Com’è? Com’è Questo Nico? Angela accenna un sorriso. ANGELA Oh! Quante cose vuoi sapere. Comunque è divorziato da dieci anni con una già divorziata, che gli ha lasciato un figlio avuto dal precedente matrimonio. Ora Marco, il figlioccio, vive in un appartamento in centro e lavora al giornale. Ho soddisfatto la tua curiosità? 16 Insoddisfatta Katia, scuote lentamente la testa. Angela si fa seria e guarda l’amica con insistenza, Katia sente il peso dello sguardo. Si guarda per assicurarsi che non abbia qualcosa fuori posto, poi guarda Angela e scuote la testa, come per dire “Che c’è?” ANGELA Mi faresti un favore Katia? KATIA Sì, certo. Di che si tratta? Angela si alza e prende la sua borsetta. ANGELA Usciamo, ti dirò cosa fare mentre camminiamo. Katia corruga la fronte pensierosa e segue Angela. (Stacco) 9 – INT. UFFICIO DI NICO - GIORNO Nico, irritato dalla proposta di Marco, esce dal suo ufficio sbattendo la porta. Marco lo segue, ed ha tutta l’intenzione di farsi ascoltare. MARCO Ascolta almeno la mia invenzione. Un famigliare di Pettinelli, vuole offrire trentamila euro, come riconoscenza, alla persona che ha assistito il caro estinto, fino all’ultimo respiro. Così, ha incaricato noi di trovare questa persona. Nico si ferma di scatto sull’uscio e rimane immobile, come pietrificato. MARCO Naturalmente non è vero, ma noi faremo in modo che sembri vero. Nico si passa una mano sulla fronte in segno di disperazione. Apre la porta, esce e la richiude alle sue spalle. Marco lo segue. 10 – EST. UNA STRADA DESERTA - GIORNO Da lontano vediamo Marco che cerca di trattenere Nico prendendogli un braccio e questi cerca di allontanarlo. Parlano, ma non sentiamo le loro voci. Si fermano e sembra di intravvedere la possibilità di una tregua. MARCO L’articolo, invita questa persona in redazione per un’intervista. Vuoi scommettere che tutta Frattanera verrà a raccontarci un sacco di balle, con la speranza di avere il premio? Naturalmente, 17 noi pubblicheremo le interviste saltuariamente, inducendoli a comprare il giornale ogni giorno. Hai un’idea di quante copie riusciremo a vendere in questo modo? La conversazione incalza con ritmo sostenuto, come una partita di ping - pong. NICO (Con tono minaccioso) E tu, hai un’idea in che razza di pasticcio ci cacciamo, se salta fuori che Pettinelli, la notte della sua morte, era in compagnia di una prostituta o peggio ancora, con la <gentil> consorte di qualche rispettabile personaggio del posto? T’immagini che bel regalo sarebbe per il cornuto e per la famiglia Pettinelli? Marco, per nulla turbato, sfodera ancora una volta il suo freddo cinismo. MARCO Se agli interessati non piace la nostra storia, possiamo sempre vendergli l’esclusiva a un prezzo onesto. NICO Quindi, non te ne frega niente se qualcuno viene danneggiato da questo scandalo? MARCO No, non me ne frega niente. I nostri lettori si aspettano questo da noi: misteri, intrighi, scandali e porcherie varie. Vai a fare un giro di notte, lungo le nostre strade e troverai tanto materiale sporco da far tremare mezza città. Nico annuisce con il capo, in una sorta di triste conferma. NICO Però noi siamo solo giornalisti e non possiamo raccontare quello che deve ancora accadere, o ricattare la gente, solo per riempire quattro maledetti fogli di carta. Questo lo capisci vero? (Pausa) Rispondi. Lo capisci o no? MARCO Vuoi che ti dica di si? Va bene, ti dico di si. Ma non è vero. Non capisco questo tuo buonismo del cazzo. Nico non gradisce quella frase, ma si sforza di rimanere calmo. Riflette un attimo. NICO Se il mio buonismo ti disturba, puoi sempre andartene. Io non posso darti quello che non ho. Quello che vuoi tu, lo devi cercare altrove. Nico riprende a camminare. 18 Marco lo segue con lo sguardo e sembra dispiaciuto dello sfogo, ma l’orgoglio gli impedisce di scusarsi. Trova una scappatoia nell’ironia. MARCO Però devi ammettere che la mia, è stata una trovata geniale. In quella frase Nico, sente un vago sapore di scuse. Si ferma, indugia un attimo, si gira e guarda il giovane figlioccio NICO Io la definirei, demenziale. E i trentamila euro, chi li tira fuori? Marco lo raggiunge con pochi passi. MARCO Il giornale. NICO Cioè io. Sempre esagerato tu. Non bastavano cinquecento euro? MARCO Non fare il taccagno. Più è grossa l’esca e più pesci abboccano. Trattandosi di ricchi ereditieri, trentamila euro, mi sembra una ricompensa equa. NICO Ma trattandosi di noi, che non siamo ricchi ereditieri, mi sembra una vera follia. Marco si ferma e con una mano trattiene un braccio di Nico. MARCO Suvvia Nico, cerca di vedere questa avventura come … come un investimento. Anzi, un buon investimento. Nella peggiore delle ipotesi, possiamo sempre pubblicare che non abbiamo trovato nessuno, meritevole di riconoscenza e così, noi, non diamo niente a nessuno. Nico afferra Marco per il bavero della giacca. NICO Sai che ti dico Marco? MARCO (Con ironia) Si lo so. Vuoi congratularti con me. NICO No, voglio solo dirti che sei un gran figlio di….. Marco lo interrompe tempestivamente mettendo le mani avanti. 19 MARCO Ferma, ferma. Ricordati che mamma è stata anche tua moglie. Nico riflette un attimo e rassegnato lo lascia. NICO Allora, vaffanculo Marco. La tua messa in scena è così maledettamente perversa… che potrebbe anche funzionare e saremo costretti a inventare sempre di più, senza tener conto della realtà. MARCO E ti lamenti? Una volta tanto, saremo i pionieri del nuovo giornalismo. NICO Nuovo giornalismo? No grazie, non ci tengo affatto. Quindi per favore, fai sparire il tuo <CAPOLAVORO> Marco accenna un gesto d’impotenza. MARCO Impossibile. La notizia l’hanno già letta questa mattina. NICO Allora, fai subito una smentita. Maledizione! MARCO Altrettanto impossibile. Non abbiamo più carta. Nico si allontana seccato, Marco lo segue con lo sguardo e un sorriso sornione stampato sul viso. (Stacco) 11 – EST – STRADA DEL PAESE - GIORNO Angela e Katia camminano affiancate. ANGELA Oh! Ma tu, vedi il sesso dappertutto? Scendi dal letto per favore. KATIA Be, sai… ultimamente, non ho avuto offerte migliori, quindi, mi aspetto di tutto. ANGELA Cristo Santo, Katia! Vuoi che ti chieda una cosa del genere? Devi fare solo una telefonata in redazione. Non c’è niente di osceno o d’ illegale. Devi solo chiedere del direttore e dire che sei la figlia di Romolaldo Pettinelli…. 20 Katia ha un sussulto e sembra che faccia anche un passo indietro. Angela la prende sottobraccio e la costringe a seguirla. KATIA No, no, aspetta un momento. Io… io… non credo di essere la persona adatta. Io… io… non me la sento. Angela si ferma e guarda Katia fissa in viso. ANGELA Ti prego Katia, fammi questo favore. Katia, riflette un attimo, poi sul suo viso appare in sorriso. KATIA Ok. Ok. E…quando dovrei farla questa telefonata? ANGELA Oggi, nel pomeriggio. Le due donne s’incamminano, parlano animatamente, ma non sentiamo la loro voce. (Stacco) 12 – ESTERNO – IN RIVA AL MARE – TRAMONTO Nico cammina sulla battigia a testa bassa e le mani in tasca. Gli ultimi avvenimenti l’hanno posto di fronte a una difficile scelta e si trova in conflitto con se stesso. Cammina a lungo, finché vediamo solo un puntino scuro in lontananza. 13 – INT. – UFFICIO DI ANGELA – GIORNO Marco è seduto alla scrivania di Angela, con le gambe allungate sul bordo. E’ pensieroso. VOCE IMPROVVISA (OFF) di una ragazza sull’uscio. RAGAZZA (OFF) E’ questa la redazione della “Voce di Frattanera”? Marco, volge lo sguardo in direzione della voce e, contemporaneamente, lascia cadere le gambe. In piedi sull’uscio, c’è una RAGAZZA, con un vassoio in mano. Marco libera un angolo della scrivania e la ragazza posa il vassoio con tre caffè. Marco la guarda con evidente interesse. MARCO Tu, non sei di Frattanera. 21 RAGAZZA No, sono arrivata ieri sera tardi e questa mattina ho preso servizio al bar come cameriera. Io mi chiamo Marina. MARCO Ciao Marina. Io sono Marco. Marina accenna un lieve inchino. Marco la guarda attentamente con un sorriso ammiccante. MARCO Cara Marina, è il cielo che ti manda. MARINA (Stupita e confusa) Ecco… Veramente è stata mia cugina Veronica che mi ha mandato. Conosceva il proprietario del bar e allora… Oh! Ma non farò la cameriera per sempre, molto presto farò anch’io la giornalista. Marco la scruta dalla testa ai piedi. Annuisce con il capo e sembra che mediti qualche cosa. MARCO Sono sicuro, che diventerai una brava giornalista. Il volto di Marina s’illumina di un simpatico sorriso di ringraziamento. MARCO Se vuoi, puoi fare esperienza qui nel nostro giornale. MARINA (Raggiante) Davvero? No, non ci posso credere! MARCO Sai che faccio? Ti dò subito un incarico. Marina, prende quella proposta come uno scherzo e si mette a ridere. MARINA (Ironica) Devo fare un’intervista a Mel Gibson? Marco scuote il capo, con una nota di tristezza. MARCO No! Niente Mel Gibson. Per ora, devi solo fare una telefonata qui in redazione. Marina ha un’espressione delusa. Marco tenta di rendere interessante l’incarico, circondandolo di mistero 22 MARCO Oh! Ma è una telefonata importante sai? Ora ti spiego. Tu dovrai chiedere del direttore e dirai di essere la figlia di Romoaldo Pettinelli e che stai cercando una persona di Frattanera che sappia darti qualche notizia sulla morte di tuo padre. Non potendo farlo di persona, incarichi il nostro giornale. Aggiungerai, che sei anche disposta a donare trentamila euro come riconoscenza. Tutto qui, al resto ci pensiamo noi. Marina guarda Marco con occhi acuti, per capire se la sta prendendo in giro. MARCO Resta inteso che, non dovrai parlarne con nessuno. Deve restare un segreto tra noi due <naturalmente>. Marina rimane ancora in silenzio. Marco attende con calma e con qualche ammiccamento, per convincerla. MARINA Quando dovrei farla questa telefonata? Marco posa le mani sulle spalle di Marina. MARCO Marina, sei un tesoro. Benvenuta in famiglia. Prende un biglietto sulla scrivania e lo consegna a Marina. MARCO . Puoi chiamare nel pomeriggio. E noi, potremmo vederci questa sera. Marco cinge ancora una volta le spalle di Marina. MARCO Dobbiamo parlare di tante cose. Del tuo nuovo lavoro nel giornale per esempio. Potremmo vederci a casa mia. Marina non vuole essere scortese, ma la proposta non la convince. Rimane un attimo in silenzio, per cercare le parole giuste. MARINA Io … di solito… frequento ambienti più affollati. MARCO Ricordati, che io potrei fare molto per la tua carriera giornalistica. MARINA (Con un sorriso) Grazie ne terrò conto. Arrivederci. 23 Marina va verso l’uscita e Marco la segue con lo sguardo e un sorriso di compiacimento. Stacco) 14 - EST. - PIAZZA DEL PAESE – GIORNO Nico attraversa la piazza a passi lenti e a testa bassa. Ha le mani in tasca ed è assorto nei suoi pensieri. SUONO IMPROVVISO (OFF) Voce del Commissario ALBERTI, alle spalle di Nico. ALBERTI (OFF) Scusi Signor Lorenzi Nico si ferma con una smorfia di disapprovazione e si gira verso il Commissario. NICO Salve Commissario. Alberti saluta con la mano all’altezza della fronte ALBERTI Le dispiace se l’accompagno? NICO Affatto. Di questi tempi, avere un Commissario di Polizia, come scorta è piuttosto rassicurante. Con un gesto della mano, Alberti invita Nico a proseguire. Parlano, ma non sentiamo le loro voci. Davanti ad un portone si fermano, si salutano. Il Commissario prosegue e Nico scompare all’interno del portone. 15 – INT. – SCALE - UFFICIO - DI NICO – SERA Nico percorre tutto l’interno che porta al suo ufficio. (Stacco) 16 – INT. – UFFICIO DI ANGELA - SERA Angela entra nel suo ufficio posa le sue cose, si siede dietro la scrivania e apre un registro (o altro) SUONO (OFF) del telefono Alza il ricevitore e mentre ascolta, non risparmia silenziosi commenti di disappunto. Nico appare sull’uscio. 24 Angela copre il microfono con una mano e con l’altra schiocca le dita, per richiamare l’attenzione di Nico. NICO (A bassa voce) Riccardi? Angela, annuisce con la testa e Nico agita l’indice e scuote il capo. Angela lo guarda con disappunto. ANGELA Riferirò signor Riccardi. Buona giornata. Angela riattacca e guarda Nico con sguardo severo. NICO Via quella faccia. Ho una notizia che ti ridarà il buon umore. Ha telefonato la figlia di Romolado Pettinelli. Angela abbassa il capo con vergogna. ANGELA Lo so. NICO (Stupito) Come lo sai? ANGELA Ecco Nico… io… C’è una cosa che non sai. NICO Ne parleremo dopo. L’articolo che tu e Marco avete pubblicato, non è più falso. Non so per quale stregoneria, ma è così. Nico cammina per la stanza e Angela lo segue con lo sguardo, sbigottita più che mai. NICO La figlia di Pettinelli… ANGELA Katia. NICO No, Luciana ANGELA Katia. NICO A me ha detto che si chiama Luciana 25 ANGELA Invece si chiama Katia. E se mi lasci parlare, ti spiego tutto. SUONO IMPROVVISO (OFF) del telefono nell’ufficio di Nico. Nico va a rispondere al telefono e Angela emette uno sbuffo per il momentaneo scampato pericolo. La porta d’ingresso si apre lentamente e appare il volto cupo di Katia. ANGELA Katia! Che ci fai quì? KATIA (Mortificata e a bassa voce) Scusami Angela. Io volevo dirti che quella telefonata non l’ho fatta e non la posso fare. Angela la guarda incredula e contrariata. Katia si guarda in giro, fa qualche passo verso la scrivania e parla sempre a bassa voce. KATIA No, non l’ho fatta. Perché... perché non voglio essere coinvolta. Katia è di fronte ad Angela, a testa bassa, come se si vergognasse. Si guarda ancora attorno per assicurarsi che siano sole e parla sempre a bassa voce. KATIA Quella notte del dieci dicembre di un anno fa, c’ero io in quella camera d’albergo con il commendator Pettinelli. Capisci perché non posso fare quella telefonata? Angela spalanca occhi e bocca contemporaneamente. Porta le mani sulla fronte e, dopo qualche attimo, comincia a passeggiare avanti e indietro per la stanza. ANGELA Ho! Cristo Santo! Tu eri con Pettinelli? Katia è costretta a continui spostamenti della testa, per mantenere lo sguardo su Angela, che insiste nel suo girovagare per la stanza. ANGELA Allora chi ha telefonato in redazione? KATIA Lo chiedi a me? Che ne so io? ANGELA Che rapporti avevi tu, con Pettinelli? 26 KATIA Rapporti di lavoro e nient’altro. Angela si ferma di scatto e lancia un’occhiataccia pesante a Katia. ANGELA Rapporti di lavoro, in una camera d’albergo? KATIA Mi aveva promesso che mi avrebbe aiutato nell’ambiente del cinema e io gli ho creduto. Sarei andata anche sulla punta di un parafulmine, se fosse stato necessario. Angela fissa Katia, aspettandosi il peggio. ANGELA Ed è morto... mentre... Katia ha una reazione seccata. KATIA Che cazzo dici Angela? Quando mi sono resa conto che voleva solo scopare, gli ho dato il classico calcio nei testicoli. Mica faccio quelle cose io. Cioè, le faccio, ma non con il primo porco che incontro per strada. ANGELA Quindi, il Commendatore lo hai lasciato vivo? KATIA Certo, che l’ho lasciato vivo. Mica ammazzo la gente perché mi vuole scopare! Dovrei fare una strage allora.. Era vivo, era vivo, anzi, vivissimo. Con i testicoli in fiamme, ma vivo. Angela sembra assente. Il suo pensiero è altrove. ANGELA Allora, chi ha telefonato in redazione? KATIA Che accidenti ne so io! Sarà stata la vera figlia di Pettinelli. Non era quello che volevi? Angela scuote il capo per niente convinta. 17 – INT. – UFFICIO DI NICO – STESSO MOMENTO Nico è seduto dietro la sua scrivania, parla al telefono e lo vediamo di spalle. Non sentiamo la sua voce. 27 18 – INT. - UFFICIO DI ANGELA – STESSO MOMENTO Angela è di spalle alla finestra. Katia è seduta davanti alla scrivania ed è girata verso Angela. Marco entra e il suo sguardo cade subito su Katia. Angela gli va incontro strofinandosi le mani per attenuare il nervosismo del momento. Marco si rende conto della situazione e la guarda con occhi indagatori. ANGELA E’ successo una cosa incredibile. NICO Sono d’accodo con te. È davvero incredibile vedere tante belle cose assieme in una donna solo. (Indica Katia) Katia gli regala un simpatico sorriso. ANGELA Piantala Marco, Non è il momento. MARCO Perché non mi presenti questa adorabile creatura? Angela fa una smorfia di disappunto e fa le presentazioni nel modo più breve possibile. ANGELA Katia. Marco. Katia e Marco si stringono la mano, ma sono subito interrotti da Angela. ANGELA Nico ha ricevuto una telefonata dalla figlia di Pettinelli. MARCO Lo so. Angela ha una smorfia di stupore. ANGELA Te l’ha detto Nico? Katia ascolta e li guarda come se seguisse una partita di tennis. MARCO No. Lo so perché è stata Marina a telefonare. ANGELA No, si chiama Luciana. MARCO Macché Luciana. Si chiama Marina. 28 Angela emette uno sbuffo d’impazienza. ANGELA Nico mi ha detto che si chiama Luciana. MARCO In realtà si chiama Marina. Katia alza timidamente un dito per chiedere la parola. KATIA Scusate: Vi dispiace litigare più vicini? Rischio il torcicollo con questo movimento rotatorio. Grazie. ANGELA (A bassa voce) Ti ripeto che si chiama Luciana. MARCO No, è Marina, la ragazza del bar. Le ho chiesto io di telefonare in redazione e fingersi la figlia di Pettinelli. Fra poco ci porterà il caffè e la conoscerai. Angela si rende conto di essere di fronte a una situazione imprevedibile. Porta una mano sulla fronte e sembra ridere di un riso misto a disperazione. KATIA Scusate se m’intrometto nei vostri affari? Per caso è la stessa telefonata che avrei dovuto fare io? Marco si rende conto della situazione, scopre il viso e si mette a ridere. ANGELA Che potevo fare? Nico era talmente contrario a quell’articolo. MARCO (Ridendo) Non c’è niente da dire, siamo due geni noi due. Katia guarda Marco e Angela in alternanza con occhi indagatori. E’ evidente che non ha capito nulla di ciò che sta accadendo. SUONO IMPROVVISO (OFF) di qualcuno che bussa alla porta d’ingresso. Marina entra lentamente con un vassoio di caffè. MARINA Permesso. Allegramente, Marco presenta Marina, allungando un braccio. 29 MARCO Eccola qua. Vi presento la signorina Pettinelli. Grazie Marina, hai fatto un ottimo lavoro. Marina si ferma di scatto e sul viso appare un’espressione addolorata, o quanto meno dispiaciuta. MARINA Oh! Mio Dio! Ho dimenticato di fare la telefonata. Con tutto il da fare nel bar, mi è passato di mente. Marco e Angela, la guardano con occhi interrogativi. MARINA Scusami Marco! Se vuoi, posso farla ora. Marco e Angela, incrociano gli sguardi in cerca di una spiegazione. Marina posa il vassoio sulla scrivania. MARINA Torno più tardi per ritirare il vassoio. Scusami ancora Marco. Marina esce chiudendo la porta dietro di se. 21 – INT. – UFFICIO DI NICO – STESSO MOMENTO Nico riattacca il telefono. Quella telefonata, sembra avergli dato un po’ di serenità. Si lascia andare contro lo schienale della poltrona e si gode un momento di relax e nello stesso momento medita come agire. 22 – INT. – UFFICIO DI ANGELA – STESSO MOMENTO Angela cammina avanti e indietro per la stanza, facendosi mille domande. ANGELA Io mi chiedo chi può aver telefonato a Nico, se non è stata Katia e nemmeno quella ragazza, chi è stato? KATIA Bella domanda. Sarà stata la vera figlia di Pettinelli. Marco non sembra preoccupato e ci scherza pure. MARCO A caval donato non si guarda in bocca. Dov’è ora Nico? Nico esce dal suo ufficio, con la faccia cupa. 30 NICO Il Commissario Alberti ci sta stringendo alle corde come avevo previsto. Nico guarda tutti, poi il suo sguardo cade su Katia, infine di novo su Angela, che si sente in dovere di dare alcune spiegazioni. Indica prima Katia. ANGELA Lei è Katia Entrambi si salutano con lo sguardo e un lieve cenno del capo. KATIA Io… credo… credo di aver fatto molto tardi. Buonasera a tutti. ciao Angela. ANGELA Ciao Katia. Nico va alla finestra, guarda fuori. NICO Katia… Katia… Dove ho sentito questo nome. Angela rimane in silenzio a testa bassa in attesa di giudizio e la conseguente condanna. NICO Angela! Angela! Come hai potuto pensare che io potessi credere a una telefonata, arrivata dopo la pubblicazione dell’articolo. Non sono così stupido. Angela non osa alzare lo sguardo e si prepara al peggio. ANGELA Perché te la prendi solo con me? Anche Marco ha avuto la mia stessa idea. Avanti Marco, diglielo. MARCO Tu eri talmente contrario a quella notizia. Così ho convinto la ragazza del bar a spacciarci per la figlia di Pettinelli. E Angela ha fatto la stessa cosa, con una sua amica. Nico si gira lentamente. Marco e Angela, si preparano a ricevere la punizione. Il volto cupo di Nico si trasforma in un sorriso rassicurante. Marco e Angela, si passano una mano sulla fronte, come se in quel momento grondassero di sudore. NICO Nonostante io non sia d’accordo con quello che avete combinato, devo ammettere che siamo una bella squadra. Marco e Angela si guadano stupiti. Nico rimane in silenzio qualche attimo, poi sorride sornione. 31 NICO Sapete che anch’io ho avuto la stessa vostra idea? Angela e Marco, rimangono un attimo in silenzio e si guardano ancora, sbigottiti più che mai e Nico si mette a ridere. NICO A me non serviva la telefonata, a me è bastato inventarla. Nico fissa i volti sconvolti dei due collaboratori. NICO Vi stupisce che anch’io sappia barare? Sapete? Barare è la prima cosa che s’impara in un giornale, ma è meglio non farci l’abitudine. ANGELA (A voce e testa bassa) Che bastardo! Angela e Marco, scuotono la testa e sorridono sollevati. MARCO Credevo d’essere l’unico bastardo del giornale invece... Il volto di Nico esprime contemporaneamente rassegnazione e pazienza. NICO Non mi avete dato altra scelta. Dopo la vostra pugnalata alle spalle, non potevo certo perdere la mia autorità, accettando di pubblicare una notizia falsa. E d’altra parte, non potendo confermare, o smentire la notizia, ho ingoiato il rospo e ho inventato la telefonata della figlia del commendator Pettinelli. Ma vi giuro che se avremo un futuro con il giornale farò in modo che di questa storia non rimanga nemmeno il ricordo. Non dobbiamo essere fieri di quello che abbiamo fatto. Chiaro? MARCO E con il Commissario Alberti come ci regoliamo? Hai detto che ci sta stringendo alle corde. Nico si allontana dagli altri e assume l’atteggiamento da vecchia volpe che sa muoversi tra gli intrighi e le difficoltà. NICO Il Commissario Alberti, non sarà più un problema. Gli ho raccontato tutta la storia, la verità intendo. E ho scoperto che nella sua carriera, gli manca un caso clamoroso. E così ed è disposto a fare carte false e … anche <articoli falsi>, pur di avere il suo caso importante. Quindi se ne frega se il nostro articolo è vero o è falso. Inoltre, vuole riaprire il caso Pettinelli e chiede la nostra collaborazione. 32 Angela e Marco si guardano, poi si lasciano andare con un grido liberatorio e battono il cinque con entusiasmo. MARCO (Esulta) Davvero una bella botta di culo. Cosa si aspetta da noi il Commissario? Noi non siamo investigatori. NICO Giornalisti si nasce, investigatori si può diventare. E noi lo diventeremo. Angela guarda fuori alla finestra. ANGELA Si tratta d’interrogare tutta quella gente che cammina per strada? MARCO Tutta no, basta azzeccare quella giusta. La porta si apre e Marina appare sull’uscio. MARINA Posso entrare? MARCO Sicuro che puoi. Entra pure Marina. Marina, rimane sull’uscio, intimidita e imbarazzata. Ha la testa bassa e la voce tremula MARINA Ecco... io...io avrei dovuto dirvelo prima, ma... non ero ancora sicura di fare bene. Nico, Angela e Marco, si guardano increduli. Marina li guarda per carpirne la reazione. MARINA Io, non mi chiamo Marina. Nico, Angela, e Marco si guardano ancora con stupore, poi guardano la ragazza con aria interrogativa, come per domandarle di spiegarsi meglio. MARINA Io sono Luana Pettinelli e da sei mesi sono la figlia di Romoaldo Pettinelli. Tutti gli altri rimangono a bocca aperta. Superato l’imbarazzo, Nico guarda Angela e Marco, con occhi accusatori. NICO Se è un’altra delle vostre stupide trovate, vi strappo gli occhi. 33 Angela e Marco alzano le mani in segno di resa. LUANA Mia madre ha avuto una relazione con Romualdo Pettineli e da quella relazione…. Qualche mese prima della sua morte, mio padre aveva iniziato le pratiche per il mio riconoscimento e da sei mesi sono ufficialmente la figlia di Romoaldo Pettinelli. Quell’incredibile rivelazione ha generato un silenzio quasi innaturale. Luana Pettinelli prende un documento da una tasca e lo consegna a Nico che, dopo averlo controllato, guarda Marco e Angela annuendo con la testa. Infine, restituisce il documento a Luana. NICO Piacere di conoscerla signorina Pettinelli. Non immagina quanto sia gradita la sua presenza. LUANA Perdonatemi se mi sono presentata con un altro nome. Sono venuta a Frattanera in incognito, per saperne di più sulla morte di mio padre. Il vostro articolo, mi ha colto di sorpresa e non sapevo se potevo fidarmi di voi. Invece ora sono sicura. (Pausa) Per favore, volete aiutami a scoprire com’è morto mio padre? Angela e Marco, guardano Nico e annuiscono con il capo. NICO Lei crede che ci sia qualcosa da scoprire? LUANA Molte cose attorno alla morte di mio padre non sono state chiarite e le indagini sono state sospese troppo in fretta. Sembra che qualcuno abbia avuto l’interesse a tenere nascosta la verità. Nico guarda Angela e Marco, con occhi interrogativi, che rispondono annuendo con il capo. Dopo averli guardati ad uno ad uno, Luana ringrazia con un cenno del capo. Dopo alcuni attimi d’incertezza, Marco, sprona Angela con una gomitata e l’invita a dire qualche cosa. Lei passa la gomitata a Nico, che ha sua volta, la restituisce ad Angela. Infine Angela capisce che la patata bollente è nelle sue mani. Invia una smorfia di disappunto ai due uomini e decide di osare. Alza un dito e con un colpo di tosse. LUANA L’articolo parlava di trentamila euro vero? Angela, Marco e Nico si guardano stupiti. Alzano le spalle e girano la testa da un lato come per dire: “faccia lei” Luana sorride. Da una tasca prende un assegno, lo guarda e lo porge. Marco e Nico fanno per prenderlo, ma Angela li blocca con un gesto discreto. Luana posa l’assegno sulla scrivania. 34 I tre giornalisti fissano L’ASSEGNO sulla scrivania. LUANA Bene signori. Spero di avere presto buone notizie. Luana va verso l’uscita, poi si gira. LUANA Grazie per l’invito Marco, ma non credo che… Marina accetterà. Angela e Nico guardano Marco con rimprovero. Marco per tutta risposta, fa capire con un gesto che, in effetti, ci aveva provato. Aggiunge un colpo di tosse per mascherare l’imbarazzo. MARCO Oh! Sì certo capisco. Comunque l’invito a far pratica nel nostro giornale è sempre valido. Marco guarda Angela e Nico per una conferma. Angela abbassa il capo e sorride con malizia. Nico, preso alla sprovvista, pensa un attimo e alza le spalle in segno di consenso. LUANA Questo sì, con piacere. Arrivederci. TUTTI Arrivederci. Nico, Marco e Angela, si guardano a lungo senza parlare. Sembrano storditi dagli eventi. Poi tutti e tre si avventano sull’assegno. Angela schiaffeggia le mani dei due uomini e le allontana. Prende l’assegno lo mette nel cassetto sotto gli sguardi contrariati di Nico e Marco. Tutti e tre fissano il cassetto. ANGELA E’ tutta vera questa storia, o è stata solo un’allucinazione? Guarda il cassetto e lo apre lentamente, quasi timorosa. Nico e Marco cercano di sbirciare e Angela lo chiude subito. ANGELA L’assegno c’è davvero, ma non si tocca. Angela si pone a difesa del cassetto. ANGELA Voi andate a fare gli investigatori. Farò buona guardia io all’assegno. NICO Comincia tu Marco. Io devo chiarire alcune cose con questa signora. E non perderti dietro alla prima gonna che ti passa vicino. 35 MARCO Perché non dovrei? Esce, salutando vagamente con una mano. Angela scuote il capo con un sorriso sornione. ANGELA Già, perché non dovrebbe? Ha avuto un ottimo maestro il giovane Don Giovanni. NICO Che fai sfotti? ANGELA No. Da te ha imparato anche l’arte della seduzione e ora sta mettendo in pratica i tuoi insegnamenti. NICO No, tu sfotti. Ora però, pensiamo a cose più serie. Angela, vuoi tu prendermi come tuo legittimo… ANGELA Sì NICO Aspetta, non ho ancora finito. Come tuo legittimo direttore e mollarmi subito l’assegno? Angela si affretta a mettersi in difesa del cassetto. ANGELA No. NICO Angela… l’assegno. Angela scuote il capo. NICO Almeno fammelo vedere. Angela prende l’assegno dal cassetto e glielo sventola davanti agli occhi. Nico tenta di strapparglielo dalle mani e lei sguscia via facendosi scudo con la scrivania. Si rincorrono girandole attorno. (Dissolvenza) 23 – EST. – UNA STRADA DESERTA - SERA In lontananza vediamo Angela e Nico che camminano affiancati. Parlano ma non sentiamo le loro 36 voci. Man mano che si avvicinano, le parole diventano comprensibili. ANGELA Marco troverà una brava ragazza che lo metterà sulla strada giusta, vedrai. Io invece mi preoccupo per un distinto signore, che non vuole rassegnarsi a essere soltanto un distinto signore. NICO Di chi stai parlando? ANGELA Di un vecchio Don Giovanni di mia conoscenza. (Dissolvenza) FLASHBACK Ricordo recente di Angela con Katia. Frammento scena 8 24 – INT. – BAR DEL PAESE – MATTINO – PENSIERO DI ANGELA Angela rivede e ricorda le parole di Katia. KATIA Credo di aver capito. Tu stai aspettando qualcuno che non si decide. Datti una mossa bambina mia. Se è un bello scapolo, non fartelo scappare. Marcalo stretto, colpiscilo al fianchi. SUONO IMPROVVISO (OVER) voce di Nico. NICO Angela. Angela si scuote con un sobbalzo. RITORNO AL PRESENTE 25 – EST. UNA STRADA DESERTA – CASA DI ANGELA - SERA NICO Non è casa tua, quella? Angela annuisce con il capo. Sul suo volto è apparso un velo di tristezza, celato dall’ombra della notte. Rimangono a guardarsi per un lungo momento. Ora anche Nico sembra dispiaciuto di lasciarla ed è indeciso se dire qualche cosa o tacere ancora. ANGELA Hai impegni per questa sera? Nico scuote il capo. 37 ANGELA Se non hai impegni... potresti restare a cena da me. Nico pensa un attimo. NICO Credi sia una buona idea? (Pausa) Ora che ci penso, sai che non sono mai entrato in casa tua? Anche se certa, Angela finge di pensare. ANGELA Già, è vero. Le poche volte che mi hai accompagnato, ci siamo sempre fermati qui dove siamo ora. (Pensa) Per dieci anni. Un primato mondiale. NICO Ti sei mai chiesto il perché? ANGELA No, mai. (Poi si corregge) Non è vero. Me lo sono chiesta ogni volta, ma sempre senza risposta. NICO Anch’io me lo sono chiesto e mi sono dato la risposta. “Sta alla larga da questa donna e non entrare in quella casa.” ANGELA Perché? Mica è una casa stregata, la mia. NICO Non lo so, qualcosa mi dice che se entro in quella casa non ne uscirò più. Qualcosa di stregato deve esserci. Angela ride divertita. Sono fermi davanti al portone, parlano, ma non sentiamo le loro voci. Angela apre la porta, Nico indugia un attimo, infine entrano e la porta si richiude alle loro spalle. La casa rimane in P.P. per alcuni istanti. Poi, si allontana lentamente dalla nostra vista, fino a diventare un puntino nero. Infine, diventa parte di quel paese tranquillo, ma non troppo, che si chiama FRATTANERA. FINE 38 CERCASI NOTIZIA PERSONAGGI RUOLI 1) NICO LORENZI 2) ANGELA 3) MARCO VERSARI 4) KATIA 5 ) MARINA 6) ALBERTI 7) UNA RAGAZZA VARIE COMPARSE PER ESTERNI Direttore del giornale Segretaria del giornale Giovane allievo e socio di Nico Amica di Angela Ragazza del bar Commissario di Polizia Occasionale compagna di Marco CERCASI NOTIZIA SINOSSI Un giornale di provincia, sta attraversando una profonda crisi economica. Mentre Nico, il direttore, è in viaggio per incontrarsi con un probabile finanziatore, Marco, suo figliastro, escogita un sistema per incrementare le vendite del giornale, sfruttando una vecchia notizia e la fa pubblicare. Angela, fidata segretaria di Nico, non osa confessare che la notizia è già stata pubblicata e passa la patata bollente in mano a Marco. Il giovane rampante spiega la sua trovata con freddo cinismo, che stupisce Nico, seppur più esperto e vissuto. La tanto scandalistica notizia, si riferisce a un fatto clamoroso accaduto un anno prima, quando il commendator Romoaldo Pettinelli fu trovato morto in una stanza d’albergo. Per renderla ancora più ghiotta, Marco ha pubblicato che un famigliare di Pettinelli offre una ricompensa di trentamila euro a chi darà informazioni sulla morte del caro estinto. Angela sa che Nico non accetterà mai di scendere a compromessi, così, convince l’amica Katia a telefonare in redazione e spacciarsi per la figlia di Pettinelli. Anche Marco, non potendo spuntarla con Nico, ha la stessa idea di Angela e convince Marina, una ragazza che fa la cameriera in un bar, a telefonare in redazione e spacciarsi per la figlia di Pettinelli. Nico, consapevole che la notizia ormai è di pubblico dominio e non può smentirla, inventa una telefonata della figlia di Pettinelli, che lo incarica di trovare la persona che è stata vicina a suo padre negli ultimi attimi di vita. Quando Nico, informa Angela della provvidenziale telefonata, la poveretta si sente in colpa e tenta di spiegare l’equivoco, ma Nico, mantiene la sua posizione per non perdere il suo alibi. Gli eventi precipitano. Katia confessa ad Angela di non aver fatto quella telefonata. A quel punto Angela, si convince che esiste davvero una figlia di Pettinelli. Trionfante, informa Marco, ma questi le rivela che la telefonata l’ha fatta fare alla ragazza del bar, ma questa appena può informa Marco che ha dimenticato di telefonare perché troppo presa dal lavoro. Allora, la figlia di Pettinelli esiste. Bel colpo di fortuna. Mica tanto. Nico ammette che la telefonata è una sua invenzione. Intanto il Commissario Alberti indaga e arriva in redazione. Nico, da vecchia volpe, intuisce che il commissario ha un sogno nel cassetto: risolvere un caso clamoroso. Racconta tutta la verità al Commissario, che si dimostra clemente pur di avere il suo caso importante e chiede la collaborazione del giornale. Gaudio in redazione. Nico ha salvato la sua dignità e l’autorità di capo. Marco, con la sua invenzione, ha salvato il giornale. I lettori hanno la loro ghiotta notizia, il Commissario il suo caso importante. Non manca più niente. No, manca una cosa... mancano i trentamila euro. Marina, rivela la sua vera identità. Fa la cameriera al bar, ma è arrivata a Frattanera, per saperne di più sulla morte di suo padre, ed è disposta ad offrire trentamila euro a chi saprà darle notizie utili, perché lei è Luana Pettinelli, figlia del commendator Romoaldo Pettinelli e, naturalmente affida l’incarico al giornale <LA VOCE DI FRATTANERA> 39 40 41