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Le società premoderne

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Le società premoderne
Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Le società premoderne
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
La società umana, così come noi la conosciamo oggi,
è il frutto di un lungo e lento processo di evoluzione,
all’interno del quale la specie umana sviluppa forme
di organizzazione sociale fondate:
•  sulla cooperazione, ottenuta attraverso la
comunicazione e il linguaggio,
•  sull’accumulazione di informazioni, che vengono
trasmesse mediante processi di apprendimento.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Cultura = è l’insieme degli artefatti, dei beni, dei
processi tecnici, delle idee, delle abitudini e dei
valori che un gruppo o una società condivide e che
vengono trasmessi socialmente (Malinowski)
L’evoluzione socioculturale umana è largamente
svincolata dall’evoluzione biologica della specie
anche se quest’ultima ne è il presupposto.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
All’interno di questo processo evolutivo, che
porterà all’affermazione della società moderna,
possiamo distinguere diverse tappe:
-
la
la
la
le
la
società
società
società
società
società
di cacciatori e raccoglitori
di coltivatori e pastori
di agricoltori
agrarie dell’antichità greco-romana
feudale
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Le società di cacciatori e raccoglitori
Alcuni tratti fondamentali:
- attività predatorie e nomadismo
- egualitarismo
- esperienza del tempo passiva
- divisione sessuale del lavoro
- organizzazione sociale: famiglia nucleare, banda, tribù, clan
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Attività predatorie e nomadismo = queste società non
sono impegnante in vere e proprie attività produttive,
ma esclusivamente predatorie. Quando sul territorio i
frutti e la selvaggina scarseggiano, le popolazioni di
cacciatori-raccoglitori sono costrette a spostarsi in
zone limitrofe.
Egualitarismo= dovendosi spostare frequentemente e
non conoscendo le tecniche di conversazione del cibo,
posseggono solo pochi oggetti personali (qualche arma
e strumento). In assenza di proprietà privata e di beni
da possedere, queste società sono fortemente
egualitarie. Non ci sono gerarchie di potere o figure di
particolare prestigio, a eccezione dello sciamano.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Esperienza del tempo = passiva, cioè per nulla
organizzata. Le poche attività che gli uomini svolgono
sono regolamentate dai ritmi del tempo biologico (la
fame, la sete, il sonno).
Divisione sessuale del lavoro = la raccolta è quasi
sempre compito femminile, mentre alla caccia si
dedicano esclusivamente gli uomini.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Famiglia nucleare = la cui funzione è essenzialmente
riproduttiva.
Banda = insieme di circa una decina di famiglie nucleari
che costituiscono un gruppo esogamico.
Tribù = gruppo endogamico formato insieme di bande
legate da rapporti di parentela che occupa un territorio
che comprende l’insieme dei territori delle singole bande.
Clan = membri di una o più tribù che si riconoscono nel
mito di una comune origine rappresentata spesso dal
Totem.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Le società di coltivatori e di pastori
Alcuni tratti fondamentali:
- domesticazione delle piante e degli animali
- stanzialità
- villaggio
- proprietà comune
- dimensione temporale legata alla natura
- divisione sessuale del lavoro
- endogamia
- disuguaglianza
-  guerra
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Capitolo I. Le società premoderne
Domesticazione delle piante e degli animali = dalla caccia e raccolta
alla coltivazione ² raggiunta capacità di astrazione del pensiero.
Stanzialità = a differenza dei loro predecessori, gli orticoltori non
sono più costretti a spostarsi continuamente alla ricerca di cibo. Più
le tecniche di coltivazione progrediscono, più gli insediamenti
diventano permanenti.
Villaggio = uno stesso territorio poteva fornire sostentamento a un
numero molto maggiore di uomini e donne. Il risultato è un
aumento della densità della popolazione e la nascita di villaggi. Tali
villaggi sono economicamente autosufficienti e politicamente
autonomi. Il capo villaggio è generalmente un capo militare, il cui
potere richiede di essere costantemente confermato.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Proprietà comune = dal punto di vista economico la terra è
proprietà comune del villaggio e i suoi frutti sono a disposizione
della comunità.
Dimensione temporale legata alla natura =il tempo da passivo
diventa attivo ² se pure in maniera semplice, organizzato e
legato concretamente ai ritmi del tempo.
Divisione sessuale del lavoro =la coltivazione dei campi molto
spesso è affidata alle donne, mentre gli uomini si dedicano alle
attività militari.
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Capitolo I. Le società premoderne
Endogamia = i matrimoni avvengono prevalentemente
tra persone che appartengono allo stesso villaggio. Però
vige il tabù dell’incesto, in modo tale che i vari gruppi di
parentela finiscono per essere variamente intrecciati,
stabilendo una vasta gamma di rapporti graduati di
cooperazione e assistenza reciproca.
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Disuguaglianza = le società di orticoltori, rispetto a
quelle di cacciatori e raccoglitori, sono molto più ampie e
differenziate e presentano forme di disuguaglianza, che
rimangono confinate al piano personale e non danno
luogo alla formazione di privilegi permanenti.
Guerra = la spinta all’espansione, dovuta alla pressione
demografica, poneva spesso gli abitanti di diversi
villaggi in competizione per il controllo di una stesso
territorio. La guerra, molto spesso, era elemento
permanente nella vita quotidiana.
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Capitolo I. Le società premoderne
Le società di agricoltori
Alcuni tratti fondamentali:
- innovazione tecnologica
- produzione di surplus
- teocrazia
- invenzione della scrittura
- contrapposizione città-campagna
- differenziazione e disuguaglianza
- nascita dei regni e organizzazione militare
- guerra e schiavitù
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Capitolo I. Le società premoderne
Innovazione tecnologica = l’aratro incominciò a diffondersi in
Medio oriente e nell’Asia minore poco più di 3000 anni prima
dell’era cristiana.
Produzione di surplus = l’aratro cominciò a essere trainato da
animali ² con lo stesso numero di ore di lavoro, si poteva coltivare
in modo assai più efficace una superficie maggiore ² con il
conseguente aumento della produttività agricola si realizza un
surplus, grazie al quale nella società si formano dei gruppi
(sacerdoti, burocrati, artigiani, commercianti) che non partecipano
direttamente alla produzione del cibo che consumano.
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Teocrazia = governo divino ² il potere è concepito come diretta
emanazione di dio (o degli dei).
Invenzione della scrittura = strumento della memoria e modo per
trasferire informazioni. Forse la scrittura cuneiforme nasce nei
magazzini del tempio come sistema di segni e simboli sui
contenitori dei vari prodotti conservati nei magazzini.
Contrapposizione città-campagna = intorno al tempio (luogo dove
si realizza l’organizzazione economica e politica) si formano delle
vere e proprie città:
² da un lato c’è la campagna e la massa di contadini che
producono il surplus agricolo
² dall’altro lato la città e la sua congerie di figure diverse, che
dipendono dai primi per il soddisfacimento dei loro bisogni
alimentari.
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Differenziazione delle funzioni ² diventa sempre più marcata e
conduce alla disuguaglianza sociale.
Complessità e regolamentazione ² più una società diventa
differenziata e complessa, più si rafforza l’esigenza di
ordinamenti che ne regolino le attività e organi e che
compongano le dispute e garantiscano il rispetto delle regole..
Nascita dei regni e organizzazione militare ² l’estensione del
territorio di giurisdizione del potere centrale determina la nascita
di regni che entrano in competizione tra di loro per il controllo
del territorio, vale a dire della fonte della ricchezza. Tutto ciò
spinge sempre più verso un’organizzazione militare adeguata ed
efficiente.
Guerra e schiavitù ž gli abitanti dei territori conquistati vengono
messi all’opera per aumentare la ricchezza del regno. I vinti
diventano proprietà dei vincitori.
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Capitolo I. Le società premoderne
Le società agrarie dell’antichità greco-romana
Alcuni tratti fondamentali:
- la nascita della riflessione sistematica sulla società
- base agraria di una civiltà urbana fondata
sull’economia schiavistica
- espansionismo
- proprietà della terra come fondamento del diritto
di cittadinanza
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La nascita della riflessione sistematica sulla società =
corrisponde alla nascita della scrittura foneticoalfabetica, particolarmente adatta alla composizione e
alla trasmissioni di testi da parte di una particolare
categoria di persone - gli intellettuali - che si dedicano
prevalentemente all’educazione delle nuove
generazioni e che sono attenti osservatori della realtà
che li circonda.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Base agraria di una civiltà urbana fondata sull’economia
schiavistica
La popolazione contadina era composta da:
- contadini indipendenti = coltivatori della terra di cui hanno la
proprietà. Si trattava spesso di coloni che avevano conquistato un
territorio e vi si erano insediati
- affittuari = privi della proprietà della terra, la coltivano pagando
dei tributi (in genere in natura) al proprietario del fondo
- schiavi coltivano, dietro la mera sussistenza, le grandi proprietà
fondiarie dello stato o dei privati cittadini
- economia schiavistica = la conduzione prevalente in tutta
l’antichità è quella che fa uso del lavoro degli schiavi. Visto che a
questi non è concesso di avere una famiglia, e quindi di riprodursi
biologicamente, è sempre pressante l’esigenza del loro ricambio.
La guerra rappresenta la grande fabbrica degli schiavi
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Capitolo I. Le società premoderne
Espansionismo
La conquista di nuovi spazi era requisito fondamentale
di questo tipo di economia.
Sia Roma che Atene adottarono una strategia
espansionistica al fine di sottomettere popoli e
territori al loro volere:
-  Roma, forte del suo esercito e della sua
organizzazione, attraverso un’espansione di tipo
imperiale
-  le città-stato greche, fondando colonie oltremare
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
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Proprietà della terra come fondamento primo del
diritto di cittadinanza.
La città antica è prima di tutto una città di proprietari
terrieri; sono essi che ad Atene si riuniscono in
assemblea per dibattere e deliberare sulla gestione
della cosa pubblica, sulle leggi, le imposte, la pace e
la guerra; e sono sempre i proprietari terrieri che
siedono nel Senato romano.
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La società feudale
Alcuni tratti fondamentali:
- localismo
- feudo
- feudatario
- castello
- servitù
- rendita fondiaria
- economia curtense
- disuguaglianza
- rinascita urbana
- economia monetaria e del mercato
- corporazioni
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Localismo = la caduta dell’impero romano rompe quella rete di
interdipendenze , che avevano tenuto unita la società antica. Si
ha un ripiegamento della società sulla dimensione localistica.
Feudo = è un’unità territoriale sulla quale governa un signore,
ossia un feudatario, in virtù di un’investitura ricevuta da un
signore di rango più elevato.
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Feudatario = generalmente un guerriero, il quale è tenuto a
prestare, in caso di necessità, aiuto militare al signore, dal
quale ha ricevuto il feudo in concessione e a proteggere con le
armi le sue terre da eventuali invasori. ž La guerra è un
elemento permanente delle società feudali. ž Non vi è più uno
stato capace di garantire condizioni di pacificazione sul suo
territorio. ž Il frazionamento dei poteri genera ovunque
instabilità.
Castello = borgo dove lavorano artigiani e lavoranti che,
dietro compenso della sussistenza, provvedono alle necessità
della popolazione non contadina del feudo.
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Servitù = la popolazione servile si divide in due categorie:
ž i servi domestici
ž i contadini, detti anche servi della gleba, che non appartengono
a un padrone, come gli schiavi, ma alla terra. Se questa viene
ceduta a un altro signore, essi passano con la stessa al suo
servizio.
Rendita fondiaria = è l’appropriazione del surplus di produzione
agricola da parte del feudatario. Questa può assumere diverse
forme: pagamento in natura, pagamento in lavoro, pagamento in
denaro.
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Economia curtense = è l’economia che ruota intorno al castello, al
borgo. È un’economia chiusa, che riesce a mantenersi in modo
autosufficiente, riducendo al minimo gli scambi con l’esterno.
Disuguaglianza = nonostante la prossimità fisica, la distanza sociale
tra signori/guerrieri e servi è molto grande e, soprattutto, il
passaggio da una condizione all’altra è praticamente impossibile.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
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Rinascita urbana = la città medievale.
A partire dall’XI secolo, si assiste a una vera e propria
rinascita della vita cittadina. Gli artefici di questo processo
sono quegli uomini, soprattutto mercanti, che si sottraggono
agli obblighi servili, si contrappongono al potere dei feudatari
e creano una forma di vita più libera e indipendente fuori delle
mura del borgo: Die Stadtluft macht frei.
Economia monetaria e del mercato = ai mercati locali
affluiscono periodicamente i contadini del contado per vendere
le loro eccedenze agricole agli abitanti delle città e per
comprare dagli stessi i prodotti artigianali che non possono
produrre, o che non risulta conveniente produrre, nell’ambito
dell’economia contadina.
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo I. Le società premoderne
Mercanti = mettono in collegamento i mercati locali e allargano il
raggio dei possibili compratori dei prodotti artigianali delle città.
Per i beni di lusso o per quelli scarsi, organizzano traffici a lunga
distanza dando vita alle prime società commerciali.
Corporazioni = a differenza della città antica o anche della corte
feudale, dove mercanti e artigiani sono schiavi, servi o semicittadini, nella città medievale questi ceti lottano per
l’indipendenza dai poteri feudali. Gli artigiani si organizzano in
corporazioni monopolistiche con lo scopo di assicurare, nell’intero
territorio, l’esercizio esclusivo di un mestiere o di un’arte ai soli
associati e di far rispettare il divieto della concorrenza.
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