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Domani mangeremo così
Domani cosi ìer E ITALIE in Ulì ri( ANTONIO CUNCIULLO I l contatto non serve. Appena la mano si avvicina alla confezione di parmigiano o di radicchio, sullo schermo che domina il banco appare la cartina geografica e io zoom sulla zona di provenienza. Un attimo di pausa, poi le informazioni arrivano a raffica: origine delle principali materie prime che compongono il prodotto, valori nutrizionali, prezzo, eventuale presenza di ingre- dienti allergizzanti, impatto ambientale espresso in C02. Una buona base per decidere cosa mettere nel carrello della spesa. Ma se il tempo a disposizione in cucina è troppo ridotto, si può optare per una scorciatoia: si scelgono gli ingredienti desiderati, si clicca su una delle ricette disponibili e il piatto esce già pronto, protetto da una di pellicola edibile spruzzata da uno spray. È il Supermercato del futuro, progettato da Carlo Ratti, il direttore del Mit Senseable City Lab di Boston, per lo spazio Coop a Expo: 2.500 metri quadra- ti, su due livelli, pensati per recuperare un rapporto diretto con la filiera e con la storia del prodotto. «Vogliamo tornare alle origini, al concetto di mercato come piazza», spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia. «Abbiamorinunciato allo sviluppo in verticale degli scaffali per disegnare un paesaggio orizzontale che favorisce il contatto tra le persone: banchi bassi, in modo da poter guardare chi sta dall'altra parte. Naturalmente questa scelta ha un prezzo: c'è meno spazio per ogni merce e quindi bisogna avere un rifornimento più rapido. Ci penseranno i robot YuMi, you and me. Mala presenza umana non scomparirà, anzi sarà più qualificata: si organizzeranno punti di degustazione guidata per offrire le informazioni che non possono arrivare per via digitale». Una parte del futuro proposto all'Expo è a portata di mano. Come il naso elettronico che permette di tracciare un profilo olfattivo più affidabile di una carta d'identità. Ad esempio di un olio o di una farina si possono individuare con precisione tutte le componenti e la zona di provenienza: un formidabile strumento anti-frode che potrebbe essere attivato subito, a patto di costruire per ogni alimento banche dati sufficientemente ricche. Altre innovazioni appaiono più lontane. Come la vertical farm, la fabbrica di cibo che proietta l'agricoltura verso l'alto per compensare l'emorragia di suolo fertile provocata dalla crescita della domanda alimentare e dalla diminuzione della quota di acqua e di terra prò capite ( ma che ha ancora costi proibitivi ). O il menu allargato alle 1.900 specie di insetti classificate per scopi alimentari: una proposta che non fa scandalo in Paesi asiatici con una cultura alimentare che tradizionalmente include questa variante, ma che difficilmente potrà trovare, a breve, spazio su mense non abituate a questa opzione. «Occorre in ogni caso guardare lontano», continua Pedroni, «per governare un processo che altrimenti rischia di produrre una pesante frattura, su scala globale. Da una parte chi è spinto verso l'omologazione e il cibo discount dalla corsa al ribasso in cui conta solo il prezzo. Dall'altra chi ha i mezzi per acquistare prodotti di nicchia. La sfida invece è offrire a un grande numero di persone prodotti di alta qualità. E per farlo servono due ingredienti: la volontà di rendere totalmente trasparenti tutte le informazioni disponibili e una tecnologia che, anche grazie alle nuove frontiere del packaging, permetta di conservare meglio e più a lungo gli alimenti». Un giudizio in linea con le paure e le aspettative sul cibo che emergono da un sondaggio condotto dallaDoxa per l'Associazione nazionale cooperative di consumatori. Dall'indagine, che ha coinvolto 6mila persone in otto Paesi ( Italia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia, Gina, India e Brasile ), sono emerse tre ansie dominanti: manipolazione del cibo, inquinamento ambientale e prezzi troppo alti. Le attese invece appaiono concentrate sul cibo come piacere, salute e convivialità. Anche se gli umori rivelati dal sondaggio testimoniano un'assonanza di fondo globale, ogni Paese ha una particolare sensibilità: la preoccupazione per l'inquinamento ambientale emerge con decisione in Cina e in Italia; i timori per il fattore prezzo sono molto alti in Brasile e negli Stati Uniti; la paura della manipolazione del cibo è forte in Germania e in Italia. «Questa indagine», osserva Stefano Bassi, presidente dell'Associazione nazionale cooperative, «conferma l'importanza del profilo che abbiamo scelto per il cibo del futuro. Disponibilità di prodotti di qualità, sicurezza alimentare, rispetto delle tradizioni, innovazione tecnologica sono i valori su cui puntare». L'autore di questo articolo, Antonio Cianciullo, giornalista della Repubblica, coordinerà domani all'Expo il convegno "Mangiare è un atto politico" Spirulina? regina delle microalghe Lattuga e basilico crescono in altezza e microalghe sono una delle più promettenti fonti sostenibili di biomasse, oli per il carburante, alimentari e prodotti per il benessere. La spirulina, che è la più usata a causa dell'elevata efficienza fotosintetica, della capacità di resistere al caldo e dell'alto contenuto proteico, è un "supercibo" in grado di stimolare il sistema immunitario. Nel Future food district viene coltivata, raccolta e consumata, (f.b.) a fattoria verticale del Future food district è una struttura metallica con due pareti in vetro alte quattro metri. All'interno, piantati in cubetti di torba pressata, illuminati a Led e immersi in acqua con soluzioni nutritive a riciclo continuo, crescono lattuga e basilico. Oltre a richiedere poco spazio grazie alla sistemazione degli ortaggi su più livelli, il prototipo non crea rifiuti, [f.b.) L L La serra galleggiante E lo chef consiglia scorpioni al cioccolato non usaT'acqua dolce corpioni ricoperti di cioccolato, cavallette fritte e scarafaggi sotto sale sono solo alcuni degli insetti commestibili portati dalla Thailandia al Future food district. Nel mondo già due miliardi di persone se ne cibano, ma il loro numero potrebbe presto aumentare: questi animaletti rappresentano una fonte di proteine sostenibile ovunque e meno inquinante rispetto ad altre specie allevate tradizionalmente, {f.b.} S ornisce ortaggi, ma non è una fattoria. Rimane a galla, ma non è una barca: Jellyfish Barge è una serra modulare galleggiante realizzata con materiali riciclati e a basso costo, capace di produrre cibo senza consumare suolo o acqua dolce. Utilizza, infatti, dissalatori alimentati solo con energie rinnovabili. Modellini e video della struttura già in fase di test sono visibili nel Future food district. (f.b.) F Il sistema anttspreco che fa laspesa dasolo assima trasparenza sugli alimenti,facilità nella gestione della spesa e lotta agli sprechi. Ecco gli obiettivi diTheFreshbook, packaging "intelligente" di cui è esposto un prototipo nel Future food district. Questa soluzione fornisce informazioni sulla tracciabilità dei cibi e sulla loro scadenza, ne monitora il reale decadimento e riordina automaticamente quelli di base che mancano o stanno finendo, (f.b.) M No, è il Future food district --< •" C l - v - , ^ •SVI ^*-.' • .. " ' l Future food district presenta possibili scenari legati all'applicazione delle nuove tecnologie a ogni passaggio della catena alimentare. Al suo interno, infatti, si riflette sui modi in cui il cibo sarà prodotto, distribuito, preparato, consumato. Situato all'estremità sud del Cardo, nasce dalla collaborazione tra Coop, il Mit Senseable City Lab e lo studio Carlo Ratti Associati.Tre sono gli spazi da visitare: una struttura polifunzionale che mostra soluzioni al problema dell'aumento delia popolazione e la diminuzione di risorse per nutrirla; una piazza che mostra metodi di coltivazione adatti alia città; il Supermercato dei futuro: schermi tattili e banchi interattivi garantiscono l'accesso a molte più informazioni di quelle scritte normalmente su un'etichetta, abbattendo le barriere tra produttore e consumatore, (francesca bottenghì) I 1 C A I 1 L C J I S 3 \ _ . Ì \ 3 ' 1 IzLsQ.» * % * * v->. 3)RIPRODUZIONE RISERVATA