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L\`arte della parola, a.s. 2014-15

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L\`arte della parola, a.s. 2014-15
L’arte della parole
A.S. 2014/2015
L’arte della parola
L A B O R A T O R I O
G I O R N A L I S M O
A P P R O F O N D I M E N T I
I N T E R V I S T A : 5 W + 1 H
N O T I Z I E D I
R I L I E V O :
5W+1H
WHAT? Esprimere l’argomento dell’intervista; cosa si
vuol comunicare al lettore. È
l’argomento ben circoscritto.
WHO? È il personaggio a cui
è rivolta l’intervista prima di
effettuarla.
WHERE? Si indica il luogo
in cui si svolge il colloquio
fra giornalista e intervistato.
WHEN? Esprime il momento
in cui è stata fatta l’intervista.
WHY? Il perchè dell’intervista: è il motivo per cui si
sceglie di intervistare una
determinata persona.
HOW? Come è strutturata
l’intervista. Esprime inoltre
la modalità in cui viene effettuata.
Per svolgere un’intervista
occorre eseguire ricerche sul
personaggio che verrà intervistato; studiare il tema di cui
si tratterà; conoscere il mezzo
tecnico che verrà utilizzato e
scrivere con un linguaggio
idoneo e corretto.
Tolga Gozduk 3^C
Elisa Cocchia 3^E
INTERVISTA
COS’È UN’INTERVISTA?
Continua a pag. 2
Tecnica delle
interviste
Intervista alla
figlia di Riccardo Massa
COSA FARE NELLA
SCRITTURA GIORNALISTICA?
Approfondimenti
delle “Lezioni
americane” di
Italo Calvino
“Si deve tenere a mente l ’essenziale e riuscire a scriverlo in maniera chiara.”
Le parti del
giornale
La strada delle
parole
L’INTERVISTA E
LA NOTIZIA
Lo scopo del giornalismo è
quello di raccogliere, selezionare e rendere pubbliche le
informazioni e le notizie di
cui si è venuti a conoscenza.
L’intervista è una forma di
incontro tra il giornalista e
colui che divulga le informazioni, l’intervistato. Esistono
varie tipologie di intervista,
tra le quali quella rilascia
notizie, quella di commento o
reazione e quella indirizzata
alla conoscenza del personaggio.
L’intervista rilascia notizie è
dichiarativa; sulla base delle
conferenze stampa, che fanno
infatti parte di tale categoria,
si può affermare che mediante questo tipo di intervista è
possibile ottenere dichiarazioni “a caldo”...
Marta Gianelli, 3^A
LEZIONI
AMERICANE
DI ITALO CALVINO
Uscite postume 1988, Cambridge
La leggerezza
La rapidità
L’esattezza
La visibilità
La molteplicità
P a g i n a
2
L ’ a r t e
L ’ I N T E R V I S T A
Continua da pag. 1
Ad esempio, l’intervistato è
ancora irato, sconvolto o
sorpreso da un fatto appena
accaduto e ciò consente di
ottenere da lui un gran numero di informazioni, di cui
magari il giornalista non
sarebbe mai venuto a conoscenza in altre occasioni.
L’intervista di commento o
reazione è volta all’approfondimento di notizie precedentemente divulgate; l’intervistato ha così la possibilità di specificare un determinato fatto, di smentire
una notizia, di dare pareri
E
L A
personali e di rettificare
eventuali dichiarazioni.
L’intervistato fornisce alcuni particolari e notizie su
fatti di cronaca, di politica,
di economia... un’ulteriore
intervista è ideata per conoscere il personaggio interessato.
L’intervista, mediante la
quale si conosce un personaggio, è definita intervista
incontro: il giornalista, ad
esempio, si relaziona con
una star del cinema cercando di ottenere il maggior
numero di notizie che assumono un carattere di primaria importanza nel caso in
C a t t u r a r e
e
Saper usare la lingua correttamente significa riuscire a:
Esprimere un punto di vista interessante
Analizzare conflitti politici chiaramente, senza saltare passaggi, ma riuscendo ad essere comunque comprensibili
Rendere memorabile il proprio scritto
Riportare in modo fedele le interviste
Giorgia Cioni 3^A
d e l l a
p a ro l a
N O T I Z I A
cui la star in questione sia
restia a parlare.
Esiste, inoltre, una particolare tipologia di intervista,
ossia la “finta intervista”,
definita tale perché le domande non vengono poste
da un giornalista, bensì
dall’intervistato stesso, che
si interroga e si risponde
contemporaneamente (tali
interviste comprendono
anche quelle processuali e
confessionali).
Proprio per questo le finte
interviste sono anche dette
“autointerviste”.
Elisa Cocchia 3^E
i m p r i m e r e
“L’intervista è
una forma di
incontro tra il
giornalista e
colui che
divulga le
informazioni,
l ’intervistato.”
L ’ a r t e
d e l l a
I L
p a ro l e
P a g i n a
P R O F E S S O R E
Scuola elementare Brocchi – Milano (Istituto
Comprensivo R. Massa)
Milano , 16 marzo 2015
Riccardo Massa era un pedagogista
che ha lasciato il segno. Egli ha costituito le facoltà di “ Scienze della Formazione”. Si occupava di infanzia,
della formazione degli adolescenti e
degli adulti. Ciò che gli interessava di
M o d a l i t à
d i
Domande poste alla giovane figlia
di Riccardo Massa, Francesca:
1. “Pensare la scuola come apertura
al mondo attraverso l’apertura di un
mondo da riempire con il proprio
corpo e la propria mente…” Concorda con il pensiero di suo padre?
Le piace questo concetto?
2. Che tipo di percorso di formazione ha seguito suo padre?
3. Cosa significava la pedagogia
per suo padre?
4. Cosa l’ha spinto a scegliere di
intraprendere una carriera di tipo
pedagogico?
D E I
più era lo studio dei ragazzi: proprio
per la loro fase di crescita. Egli infatti
affermava che occorre: “Pensare la
scuola come apertura al mondo attraverso l’apertura di un mondo, da riempire e da occupare con il proprio corpo
e la propria mente..”. La scuola, quindi, significava cogliere un’occasione,
vivendola come un’avventura. Essa è
una forma di educazione che in futuro
sarà d’aiuto per costruire un progetto
di vita. La scuola, anche se noiosa e
stressante, prepara ad affrontare
una vita da adulto. Il miglior modo
per imparare è fare delle esperienze.
“All’età di otto anni” afferma la
figlia di Riccardo Massa “mio padre mi svegliò alle tre di notte.
Eravamo in montagna. Il giorno
prima gli avevo domandato perché
i n t e r v i s t a
5. Suo padre è stato insegnante, psicologo
nei servizi sociali e figura di riferimento nel
campo dello scoutismo. Quali aspetti gli
interessavano maggiormente di quest’ultimo?
6. Come è stato avere un padre pedagogista? Stressante?
7. Perché il nostro Istituto Comprensivo
porta il suo nome?
8. Che percorso di formazione ha intrapreso? Perché?
9. C’è un evento particolare riguardante suo
padre che ricorda?
3
M A E S T R I
il Monte Rosa si chiamasse così.
Quella notte mia sorella ed io ci
ritrovammo a scalare la montagna
con nostro padre. Giunti in cima,
all’alba, si vedeva il Monte Rosa
che aveva effettivamente delle
sfumature del colore rosa. Questa
per me fu un’esperienza
che aveva il sapore dell’avventura
e trovai in essa la risposta alla mia
domanda”.
Successivamente è stato chiesto
alla figlia se avere un padre pedagogista fosse stressante e lei ha
risposto “Molto stressante, ma da
padre! Forse proprio perché era
appunto un pedagogista...”.
Ciò che ci vuole insegnare Francesca Massa è pensare la scuola come un’occasione. La scuola è un’esperienza educativa, la fonte dell’istruzione e della crescita. In fondo,
suo padre è stato “il professore dei
maestri!”.
Greta Ferrero 3^A
Gianelli, Ferrero, Cioni, Cocchia
I n t e r v i s t a a F r a n c e s c a M a s s a e a l l a
P r o f e s s o r e s s a A n n a R e z z a r a
Apprendimento e libertà
“Tutto parte dall’avventura”: questo è il
messaggio che vuole trasmettere Francesca Massa, figlia del pedagogista che ha
dato il nome al nostro Istituto Comprensivo. “Ricordo che da piccola” racconta
“chiesi al mio papà perché il Monte Rosa
si chiamasse così. Lui non volle darmi
una risposta diretta: decise di organizzare
un’avventura alla scoperta di questo mistero. Così ci accampammo ai piedi di una
montagna e verso le primissime ore del
giorno iniziammo la scalata. Tutto concorreva a creare un’atmosfera magica… i
rumori degli animali, il fruscio del vento.
Quando comparvero i primi chiarori arrivammo in vetta e assistemmo allo spettacolo
dell’alba rosata che illuminava il Monte
“Rosa” proprio per questa luce”. Ogni esperienza, quindi, necessita di un “la” che le dia
lo slancio, di quel qualcosa di unico che rende il tutto indimenticabile.
“Riccardo Massa era il Prof. dei Maestri”
affermano Francesca e Anna Rezzara, l’insegnante di pedagogia all’Università Bicocca
di Milano. Massa studiò le relazioni tra bambini e genitori; tra alunni e maestri e tra studio e gioco: quest’ultimo legame gode di
un’importanza considerevole, dal momento
che “giocare” è un’attività che stimola l’apprendimento e permette all’alunno di muo-
versi liberamente nello spazio.
Imparare per conoscere: le nozioni trasmesse
dagli insegnanti ai bambini devono avere la
finalità di far appassionare i piccoli studenti
all’amore per la conoscenza, quindi la noia
non è ammessa. Parole d’ordine? Creatività,
coinvolgimento, abolizione della costrizioni
che non lasciano il corpo libero di esprimersi.
Non bisogna “occupare” la scuola solo con la
propria mente; il corpo è fondamentale. Vivere la scuola rende il tempo più piacevole e
ci si sente maggiormente motivati.
Sarebbe il caso di dire “viva la scuola!”
Elisa Cocchia 3^E
P a g i n a
4
L ’ a r t e
d e l l a
p a ro l a
A p p r o f o n d i m e n t i s u l l e “ l e z i o n i
a m e r i c a n e d i i t a l o c a l v i n o ”
SCRIVERE E SCOLPIRE
ESATTEZZA
LEGGEREZZA
Secondo Calvino un articolo si deve basare sull’esattezza e, oltre ad usare un
linguaggio che sia il più
preciso possibile, bisogna
essere organizzati mentalmente e richiamare immagini visive per trasportare il
lettore nel contesto di cui si
sta parlando.
Secondo Giuseppe Gallizzi,
il giornalista deve sempre
avere qualcosa da dire e
riuscire ad esprimere il suo
pensiero attraverso il detto:
“Conosci l’argomento, le
parole seguiranno”.
Una persona può essere
leggera, cioè agire con superficialità. In un articolo di
giornale o in un testo si
può essere leggeri, cioè
scrivere utilizzando parole
semplici, e far comprendere
subito il contenuto al lettore.
Frasi brevi, ma concise,
dove sia chiaro cosa si desideri dire.
La leggerezza può far volare, se si ha un po’ di immaginazione!
Al giornalista viene richiesto di esporre brevemente
l’argomento trattandolo in modo conciso e chiaro,
proprio come uno scultore crea un’opera “mediante
l’arte del levare” come affermava il grande artista
Michelangelo Buonarroti.
Giorgia Cioni 3^A
Bianca Canuti 3^D
Simone De Blasi 3^C
L’ARTE DEL TOGLIERE
“L’arte del togliere” è applicabile a molti argomenti, talvolta anche alla scrittura, soprattutto nell’ambito giornalistico dove è necessario un linguaggio immediato.
Non in tutti i testi è però utile.
Provate a pensare ad un romanzo senza particolari e sfumature. Noioso, non credete?
Alessia Tavaroli 3^D e Marta Gianelli 3^A
LEGGEREZZA
ESATTEZZA
Leggere un’enciclopedia
sull’origine del mondo non è
come leggere un articolo di
cronaca nera. La leggerezza
delle parole, dunque, serve a
non annoiare il lettore. Se un
articolo è “leggero” sarà comprensibile e di certo interesserà sia un uomo di cultura sia
un
adolescente.
Un articolo o qualsiasi altro
scritto, per essere leggero
deve avere determinate caratteristiche.
La scelta dei verbi, ad esempio, è importante: infatti se si
usano verbi al passato remoto
si ha un effetto differente che
usare verbi al presente o
all’infinito.
Giorgia Cioni 3^A
Per ottenere un articolo esatto
è necessario:
- Verificare la precisione
dell’argomento
- Verificare l’affidabilità delle
fonti
- Verificare se il titolo e il
contenuto convergono
Secondo Italo Calvino se questi tre punti sono presenti, si
può passare a quelli successivi:
- Evocare immagini visive
(icastico)
- Trovare un linguaggio più
preciso possibile
- Specificare il dettaglio, perché è fondamentale.
Giorgia Cioni 3^A
LEGGEREZZA SI’ E NO?
Leggerezza sì e no. Ecco cosa abbiamo dentro di
noi: la leggerezza e la pesantezza; senza la seconda non esisterebbe la prima.
Ma cos’è la leggereza?
E’ tutto e niente. Infatti, quando si pensa alla
leggerezza si pensa al “poco”, ma in realtà essa è
in tutto ciò che ci circonda.
Si può percepire la leggerezza anche concretamente: ad esempio, quando si prende in mano un
oggetto piccolo dallo scarso peso e subito dopo
un altro molto pesante, si percepisce maggiormente il significato indicato nel titolo.
Esistono persone leggere, nel senso di gente semplice; pensieri leggeri, cioè lievi; addirittura una
scrittura leggera, dal linguaggio piacevole e immediato, inclusa quella giornalistica perchè occorre essere essenziali pur nella completezza
delle informazioni. E per essere precisi bisogna
pianificare con cura l’argomento di cui si desidera parlare.
Anche Italo Calvino, nell’opera “Lezioni americane” , oltre a parlare della rapidità, esattezza,
visibilità e molteplicità, tratta del tema della leggerezza, sottolineando l’importanza di possedere
la capacità di essere nel contempo interessanti e
immediati, grazie ad un ritmo narrativo veloce
per catturare il lettore fin dall’inizio del testo.
Se si considerano con attenzione tutti questi elementi si nota che persone e cose possono essere
sia leggeri che pesanti e, quindi... leggerezza sì e
no!
Giulia Andreulli 3^C
L ’ a r t e
d e l l a
P a g i n a
p a ro l a
C O S ’ è
LA CRONACA SPORTIVA
La cronaca sportiva ha il compito
di informare il lettore di fatti importanti avvenuti in ambito sportivo.
Solitamente gli articoli rendono
note le vittorie, le sconfitte, gli
errori e gli incidenti.
Come tutti gli altri tipi di cronaca il
giornalista presenta la notizia mediante il titolo e il sommario che
sviluppa poi nel corso dell’articolo.
Spesso, però, sono riportate parti di
interviste rivolte a giocatori, arbitri, allenatori, CT che mostrano il
LA CRONACA NERA
E’ un articolo che presenta
un fatto conclusosi solitamente con un omicidio o
suicidio.
Dev’essere indicato il luogo
del delitto ed eventualmente
l’arma utilizzata. Spesso,
però, non si sa come si siano svolti i fatti e l’omicida
viene scoperto qualche giorno dopo l’accaduto; talvolta, però, anche dopo mesi o
addirittura
I L
5
G I O R N A L E ?
punto di vista di chi vive in prima
persona gli eventi.
Ognuno riporta la propria esperienza e prospettiva ed è quindi importante per il giornalista riportare le
varie sfaccettature della realtà.
Spesso utilizza termini tecnici,
fondamentali per riportare gli
eventi sportivi, tenendo presente
nel contempo di farsi capire, comunque, da tutti i lettori.
Arianna Pergola 3^D
anni.
In una cronaca nera si deve
sempre mettere in evidenza
il movente. Molte volte
accade che
non c’è una
ragione precisa, come nel
caso dei “pirati della strada”
che agiscono sotto l’effetto
dell’alcool.
E’ uno degli articoli che
colpisce di più il lettore
perché quest’ultimo desidera capire la dinamica dei
fatti e comprendere l’animo
umano.
Importante il ruolo del titolo: se è coinvolgente, spinge il
lettore a proseguire la lettura.
L’immagine, che eventualmente correda lo scritto, attira
il lettore rendendo tutto molto più reale e doloroso.
Arianna Pergola 3^D
TIPOLOGIE DI TITOLI
1.
2.
3.
4.
Un bravo giornalista come attira l’attenzione del
lettore? Con vivacità espressiva o titolazione?
Come attirare l’attenzione del lettore? Con titolo
accattivante?
Vivacità espositiva o titolo intrigante?
L’importanza di un buon attacco.
Beatrice Rancati 3^C
IL PENSIERO DI HEMINGWAY
Lo scrittore americano Ernest Hemingway spiegava
così i tempi della scrittura:” La gran cosa da fare è resistere e fare il nostro lavoro e vedere e udire e imparare
e capire, e scrivere quando si sa qualcosa; e non prima
e non troppo dopo”
IN SINTESI: quando sapete cosa volete dire, ditelo.
E questo vale ancor di più nella scrittura giornalistica.
Mattia Scarpa 3^D e Maddalena Rivoltella 3^C
LEGGERE E LEGGERO
E’ curioso notare che leggere e leggero sono due parole
molto simili.
Infatti, quando si legge, ci si sente liberi e quindi leggeri perché sembra quasi di volare tra le pagine del libro.
Maddalena Rivoltella 3^C
P a g i n a
6
L ’ a r t e
I
C O L O R I
D E L L E
d e l l a
p a ro l a
E M O Z I O N I
IL DIPINTO DELLE PAROLE: IL TITOLO CAMBIA
SECONDO L’ARGOMENTO
Spesso si parla di cronaca nera: come si sa, il
nero è un colore scuro.
Il linguaggio del giornalista ha un colore: dal
giallo, un colore sereno e solare, al nero, un
colore cruento.
Gli argomenti seri hanno sempre colori scuri,
viceversa quelli leggeri hanno un colore chiaro.
Questo ci insegna che la vita è una mescolanza di cromie: i più chiari accompagneranno i giorni più sereni, quelli cupi tingeranno
l’ambiente di malinconia e tristezza.
Bisogna ricordarsi, però, che non c’è scuro
senza chiaro e non c’è nero senza bianco.
I colori, come le emozioni, si completano e
l’eccesso di uno solo può rendere monotona
la vita, proprio come in un quadro.
Greta Ferrero e Giorgia Cioni, 3^A
SAPER OSSERVARE
Per scrivere, bisogna saper osservare. Per scrivere bene, bisogna saper
vedere dietro alle cose. Spesso è ciò che gli altri non vedono, che attrae il
giornalista. Non è tanto importante che il Signor X abbia dichiarato guerra
al Signor Y, quanto il fatto che la guerra viene combattuta dalle persone. Se
si dovesse scrivere un articolo di questo genere, l’evento che andrebbe
messo in primo piano sarebbero i milioni di morti. Poi, sullo sfondo, i politici
per i quali la guerra non è altro che una firma su un foglio di carta. Si tende
troppo spesso a fare il contrario, negli ultimi tempi. Le “descrizioni di avvenimenti autentici”, come vengono chiamate dal giornalista e scrittore
Kapuscinski, devono sapersi adattare agli sfondi. Un pittore difficilmente
dipingerebbe un soggetto di colore viola su uno sfondo arancione. Perciò
uno scrittore, o giornalista che sia, dovrebbe sapere quando un certo accostamento di parole (o colori) è lecito e quando no.
Marta Gianelli 3^A
I
n o s t r i
c o l o r i
QUAL è IL COLORE DI UNA
TEMPESTA?
NERO... UN COLORE
DIMENTICATO.
Breve descrizione di un colore
dimenticato
“Nero” non è quasi mai la risposta alla domanda “qual è il
tuo colore preferito?”.
Eppure, ovunque guardiamo, si
trovano ragazze, donne e uomini in total black.
Quando chiudiamo gli occhi
che colore si vede? Nero.
Riusciamo a figurarci persone,
oggetti e momenti.
Giudichiamo male quando si
pensa che il nero sia ostile.
Forse a molte persone fa paura perché ne rivedono il “buio”.
La notte è l’unico momento in
cui stiamo in pace con noi
stessi, diversamente, prendono vita i nostri demoni.
L’indaco. Questo colore è il
perfetto incrocio tra l’eleganza
gentile del blu e la profondità
del viola. È il colore delle nove
di sera in una giornata d’estate; il colore di una tempesta
appena placata. È un mistero,
una tonalità di oceano da scoprire, da esplorare. È il colore
dell’immaginazione.
Marta Gianelli 3^A
Non è vero che il nero è un colore acromatico.
È proprio quando si è al buio che i colori
“prendono vita”.
Giorgia Cioni 3A
L ’ a r t e
d e l l a
p a ro l a
L A
P a g i n a
S T R A D A
D E L L E
P A R O L E
Sei un giornalista? Vuoi diventarlo?
Puoi farlo in 5 semplici passi. No,
non è una pubblicità per dimagrire.
Iniziamo pensando al lettore come se
stessimo parlando di una partita: se
smette di leggere prima della fine,
hai già perso.
E, visto che a nessuno piace perdere,
continua a leggere e ti svelerò come
vincere.
Se ciò che scrivi è efficace, va bene.
Non lo sai ancora, ma hai già scoperto altri 2 passi per non annoiare:
l’efficacia e la concretezza.
Per eliminare il pericolo della noia
bisogna essere ironici, qualità effettivamente poco diffusa. Infatti sembra
facile, ma non lo è!
L e t t o r e ,
Già dal titolo ti sto affascinando, vero? Ho catturato la tua
attenzione, almeno un poco!
Ora tu leggerai questo articolo. Ma come faccio a farti
proseguire nella lettura?
Eppure stai continuando a
leggere...
Sì, proprio ora, seduto comodamente in poltrona o in un
caffè o sul tram.
E continui a leggere perché
vuoi capire il nocciolo della
questione di questo articolo.
Ammettilo! Sono efficace! Ti
ho catturato subito, solo dal
titolo.
t i
s t o
7
E allora come esserlo? Ti consiglio di
effettuare confronti inusuali: di solito
funziona.
Infine tagli tutto ciò che non ti appartiene: niente frasi fatte, vietate le
ripetizioni (tranne quelle effettuate
per scelta oculata).
Qui si conclude il nostro viaggio
nell’affascinante mondo della scrittura.
Visto che non era una pubblicità per
dimagrire?
Giulia Andreulli 3^C
a f f a s c i n a n d o !
E intanto i tuoi occhi scorrono
sulle righe. E sono anche
concreto. E preciso.
Ammettilo, c’è persino un
velo d’ironia nelle mie parole.
M’immagino di vedere le tue
labbra che si trasformano in
sorriso.
Non mi manca neppure l’originalità.
E tu, caro lettore, stai continuando a leggere!
Maddalena Rivoltella 3^C
I l n u o v o l i b r o s u i
v e c c h i s c r i t t o r i
Gallizzi e Sardelli illustrano il ginare una tipologia di cinque sensi. Recarsi di pergiornalismo dalla A alla Z ne libro settoriale e specifica. sona sul fatto. Ascoltare,
prima di parlare. Dalla teoria
“La scuola dei grandi maestri”
Ecco a voi una piccola alla pratica, partendo dalle
Dal 18 dicembre 2013 trama del libro:
basi: questo libro offre eletutte le librerie esporranno
menti di riflessione su una
C’era una volta la grande
in vetrina questa interesprofessione che non rinuncia
generazione del giornalismo:
sante raccolta di insegnaa gambe, cuore e cervello.
quella che univa il fiuto da
menti e di “modelli per la segugio del cronista alla
Marta Gianelli 3^A
scrittura giornalistica”. cultura dell’intellettuale, e
Eppure “La scuola dei inquadrava il dettaglio nell’ograndi maestri” non è un rizzonte della realtà.
libro per tutti, s’intuisce.
La copertina, grigia e seria, e la casa editrice poco
conosciuta lasciano imma-
Adesso il giornalismo è cambiato. ma il modo di dare la
notizia è lo stesso di sempre,
le cinque W, e prima ancora i
P a g i n a
8
L ’ a r t e
d e l l a
p a ro l a
Fly UP