Mr Yama trascina le aziende di Varese «A Renzi dico: lasciateci
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Mr Yama trascina le aziende di Varese «A Renzi dico: lasciateci
LA PROVINCIA DI VARESE 11 GIOVEDÌ 4 SETTEMBRE 2014 Economia Sul sito web “Teamwork” per matricole a Castellanza [email protected] “Teamwork” è la parola chiave su cui vuole fondarsi Liuc – Università Carlo Cattaneo, e lo farà nelle giornate di lunedì 15 e martedì 16 settembre. Due giornate organizzate per accogliere i nuovi iscritti alla facoltà, e che prevedranno iniziative di team building, incontri e momenti formativi. Nello specifico la giornata di lunedì si aprirà all’insegna del motto “Costruiamo insieme la nostra comunità” e si terrà al parco dell’università. I ragazzi, dopo il primo incontro con il rettore Valter Lazzari, saranno accostati dai dottorandi per alcune attività (...) CONTINUA SU WWW.LAPROVINCIADIVARESE.IT Tel. 0332 836611 Fax 0332 836688 Mr Yama trascina le aziende di Varese «A Renzi dico: lasciateci liberi e dinamici» Giacomo Valentini, fondatore della maison Orobianco, raccoglie il “testimone” da Cimmino La ricetta? «All’estero abbiamo avuto successo senza aiuti di Stato, un po’ di anarchia ha fatto bene» GALLARATE ANDREA ALIVERTI L’appello di Mr Yamamay al premier Renzi diventa un coro degli imprenditori del territorio. «Le nostre aziende hanno bisogno di essere più dinamiche per andare all’estero. Lasciateci liberi di lavorare». Sono le parole di Giacomo Valentini, imprenditore di Gallarate, fondatore di Orobianco, maison di accessori moda che è oggi uno dei gruppi leader del “made in Italy” nel mondo, al 99% votata all’export, con 11 società, 18 brand e 250 dipendenti. aver mai ricevuto alcun aiuto dallo Stato, nonostante non ci sia mai stato un “sistema Italia”: un po’ di “anarchia” ha fatto bene». Eppure qualche «misura choc» può servire. «Io punterei sulla formazione, soprattutto quella linguistica - ammette Giacomo Valentini - la grande crescita industriale del Dopoguerra è stata fa- «Non ci sono ricette facili ma noi viviamo le conseguenze degli anni passati» ri di produzione più avanzati». Tra le necessità più sentite dagli imprenditori, per dare spazio ai giovani, c’è la semplificazione delle normative sul lavoro, che Cimmino ha sintetizzato con la richiesta di abolire l’articolo 18. «Molto spesso - conferma Valentini - l’idea di avere del personale nuovo, che siano giovani o meno giovani, sembra quasi una palla al piede, perché una volta assunto non lo puoi rimuovere. Rispetto ad altre nazioni, anche della stessa Unione Europea, dove c’è molto più dinamismo, noi siamo penalizzati». Formazione linguistica «Non licenziare ma rinnovare» Valentini raccoglie il “testimone” da Gianluigi Cimmino, il patron di Yamamay che ha chiesto « misure choc» per far ripartire l’economia. E rilancia chiedendo provvedimenti che possano restituire «più dinamismo» alle imprese, necessità soprattutto per chi internazionalizza. «Condivido l’analisi di Gianluigi - spiega l’imprenditore gallaratese - ricette facili o bacchette magiche non le ha nessuno, ma viviamo le conseguenze degli anni passati. A Renzi e al governo chiederei soprattutto una cosa: lasciateci liberi di lavorare, non ostacolateci. Gli imprenditori italiani hanno avuto successo all’estero senza «Qui non si tratta di licenziare, ma di rinnovare: le aziende, soprattutto quelle che puntano sull’internazionalizzazione, hanno bisogno di giovani che abbiano voglia di muoversi e di viaggiare. Ma anche di valorizzare l’esperienza degli anziani, mentre oggi per chi è in pensione non vale la pena continuare a lavorare nemmeno se lo vuole». «Mi è capitato il caso di un ex dipendente che avrebbe lavorato gratis per puro piacere e per la voglia di insegnare il mestiere ai giovani, ma che non ha potuto farlo. Ecco, è ora di finire con la tendenzaallademonizzazionedelmondo del lavoro. Ma è un fatto anche «Rispetto all’Ue dove c’è dinamismo noi siamo indietro E penalizzati» Giacomo Valentini, fondatore di Orobianco, parla chiaro: «In uno scenario che cambia, bisogna agire» culturale, che viene dalla famiglia: occorre ritrovare il piacere di lavorare». Un altro tema particolarmente sentito è quello degli incentivi agli investimenti: «Il sistema fiscale deve permettere ammortamenti più rapidi per favorire la sostituzione degli impianti, che oggi hanno un ciclo di vita molto ridotto rispetto a quello previsto dalla leg- ge - sostiene Valentini - allo Stato non costa niente ma favorirebbe il reinvestimento nelle aziende». Si tratta di «problemi strutturali» su cui Renzi potrebbe mettere una pezza. Anche se «la formula vincente non c’è, e non è semplice. Se ci fosse, ne sarei per primo il paladino - spiega l’imprenditore di Orobianco - oggi siamo di fronte ad un mondo che cambia a grande velocità: pensiamo alle imprese che hanno puntato sulla Russia e che oggi vedono quel mercato chiudersi, oppure a chi come noi lavora con il Giappone e si trova penalizzato dalla svalutazione del 30% dello yen. In questo scenario, serve innanzitutto essere dinamici. Io sono fiducioso, è un momento in cui ci sono tante opportunità da cogliere». 1 Il varesino d’America alla PepsiCo Genio “made in Italy” da premiare tion americana. Parliamo di nomi del calibro di Pepsi, Lay’s, Mountain Dew, Gatorade, Tropicana, Doritos, Cheetos, Quaker, Mirinda, Sierra Mist e SunChips. La responsabilità manageriale di Porcini si estende a tutte le espressioni fisiche e virtuali dei brand, includendo prodotto, packaging, pubblicità, attivazione nel retail, architettura e digital. Dal 2013, il manager varesino fa parte della comunità “Talenti italiani all’estero” dell’Aspen Institute Italia, presieduto dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. America e design master dell’anno; l’Hr Word Business forum in Mumbai lo ha premiato invece per la capacità di leadership e di innovazione. Il lavoro, le idee e la carriera di Porcini sono stati anche oggetto di studi e poi di libri sul design e l’innovazione, pubblicati in diversi Paesi del mondo. “Creative confidence”, “Jugaad innovation”, “Il minimo sostenibile” e “Vincere con le idee”, i titoli dei saggi ispirati alla figura e alle idee del manager varesino. Prima di entrare in PepsiCo, Porcini era capo design della multinazionale 3M in Minnesota, dove il suo compito era quello di costruire e facilitare la cultura dell’innovazione in un’azienda storicamente fondata sulla pura innovazione tecnologica. I suoi team, basati negli Usa, in Cina, in Giappone ed in Italia, hanno vinto la maggior parte dei più prestigiosi premi in innovazione e design. Insomma, un asso assoluto dell’economia mondiale, di cui non solo la provincia di Varese ma tutta l’Italia deve essere fiera. 1 Matteo Fontana VARESE Quando si dice il genio italiano, apprezzato in tutto il mondo per preparazione, creatività e fantasia. È varesino, ha appena 39 anni e dalla provincia di Varese è approdato a New York nel 2012, a capo del design del gruppo PepsiCo ed è considerato tra le persone creative più influenti del mondo. Parliamo di Mauro Porcini, nato a Gallarate il 16 maggio del 1975, ma trasferitosi a Varese all’età di sei anni, che ha da poco ottenuto il premio “Primi Dieci under 40” dall’Italy - America Chamber of Commerce ed al quale è stato chiesto di far parte del board direttivo della stessa Camera di Commercio italo americana. Nel 2014, Fast Company ha incluso Porcini nella lista dei suoi “Most creative people in business 1000”, un gruppo di- vorita anche da una scuola secondaria e professionale di qualità. Periti e ragionieri che entravano già pronti nel mondo del lavoro. Oggi abbiamo bisogno di profili più adeguati alle esigenze delle imprese. E anche l’industria non deve aver paura di inserire i giovani, i “newcomer”, che sono al passo con la tecnologia dei macchina- versificato di influenti personalità trasversali, provenienti da ogni parte del mondo. Nel 2012, la rivista “Fortune” lo ha definito tra le stelle nascenti nel mondo del business. Una biografia impressionante, ancor più se confrontata alla giovane età di Porcini, diplomatosi al liceo Ferraris di Varese e poi laureatosi al Politecnico di Milano. Fortune Magazine Strategie di innovazione e design Il manager varesino nella multinazionale americana PepsiCo ha il compito di infondere una nuova cultura progettuale all’interno dell’azienda a livello globale, disegnando le strategie di innovazione e design delle piattaforme di prodotto attuale e future, di tutto il vasto elenco di brand facenti capo alla corpora- Mauro Porcini, 39 anni, laurea al Politecnico e oggi astro del business L’anno precedente, la rivista Fortune Magazine lo ha riconosciuto tra i “40 under 40”, unico designer nella lista, mentre la rivista Ad Age lo ha annoverato nella sua “Creativity 50”, la lista delle personalità più influenti al mondo. Ma la pioggia di riconoscimenti del gotha mondiale dell’economia non finisce qui, perché già nel 2011, Fast Company lo ha riconosciuto come uno dei 50 più influenti designer in