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Fermati con due caravan rubati

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Fermati con due caravan rubati
CRONACA
8
21 ottobre 2015
DI BARBARA MORRA
Era accusata di andare al bar e in palestra in orario di lavoro Operazione della Polizia lungo l’autostrada Torino-Savona
CUNEO. Non ha raggirato
l’Asl Cn 1. Lo ha stabilito
il tribunale di Cuneo assolvendo Franca Costanzo, neuropsichiatra dell’Asl Cn1, da
tutte le accuse.
Dopo tre anni di indagini,
interrogatori e un processo,
la dottoressa, licenziata e denunciata perché accusata di
andare al bar e in palestra
invece di lavorare, è stata assolta dal tribunale di Cuneo
dalle imputazioni di truffa
e falso.
Fino al 2012, Franca Costanzo lavorò come neuropsichiatra infantile per l’azienda
sanitaria. L’accusa era sostenuta da indagini dalle addette del servizio ispettivo
dell’Asl Cn1 che seguirono gli
spostamenti della dottoressa dal 4 aprile al 17 maggio
2012. Il licenziamento venne
intimato ad appena un mese
dagli accertamenti amministrativi, quando il procedimento penale muoveva i
Neuropsichiatra dell’Asl
Fermati con due
assolta dall’accusa di truffa
caravan rubati
primi passi.
Per l’Asl e la Procura, cui
l’azienda sanitaria presentò
un esposto, sui documenti di
omessa timbratura (quelli
che sostituiscono i timbri
di entrata e uscita perché il
dipendente, per ragioni di
servizio, non può fisicamente
raggiungere l’apparecchio
per la timbratura) la professionista aveva falsificato la
firma del responsabile della
Neuropsichiatria infantile,
suo diretto superiore, il medico Franco Fioretto.
Sentito come testimone,
Fioretto ha effettivamente
disconosciuto le sottoscrizioni. D’altra parte, la consulente grafologa della difesa
ha escluso che si trattasse
della calligrafia dell’imputata. Chi ha materialmente
sottoscritto quei documenti
resterà un mistero.
Il suo avvocato Sabina
Cabutti: “Essendo dirigente
medico di primo livello, sapeva di non essere pagata a
ore e di dover assicurare un
servizio, tanto che la retribuzione era legata agli obiettivi.
È mancato il dolo del reato”.
È emerso anche in dibattimento - attraverso le testimonianze delle colleghe di
lavoro - che la dottoressa lavorava anche nel week end ed
era sempre disponibile fuori
orario in caso di chiamata. Il
legale: “Era sempre reperibile
e lavorava ben più delle 38 ore
previste dal contratto, fermo
restando che il parametro di
valutazione era il raggiungimento degli obiettivi”.
L’Asl 17 aveva chiesto un
risarcimento danni di 110
mila euro, di cui 37 mila per
le “mancate ore di lavoro” e
74 mila per il danno all’immagine dell’Asl. L’avvocato
dell’azienda sanitaria si è
riferita agli articoli di giornale che hanno raccontato il
processo, compresi quelli che
riportavano le testimonianze
che parlavano di “cattivi rapporti tra colleghi di lavoro”.
FOSSANO. Trainavano un
caravan che era stato rubato
in Francia; un altro caravan,
anch’esso rubato, era stato
posteggiato in una piazzola. I
responsabili sono quattro romeni - tre uomini e una donna
-, fermati nei giorni scorsi dalla
Polizia di Stato lungo l’autostrada Torino-Savona nel territorio di Fossano.
Dopo aver intimato l’alt ai
quattro durante un controllo,
gli agenti hanno scoperto che
il caravan trainato risultava
rubato (la denuncia era stata
presentata in Francia, paese
da cui il mezzo proviene). Attraverso indagini ulteriori, si
è appreso che i fermati, per il
guasto ad uno dei veicoli su cui
viaggiavano, avevano lasciato
un altro caravan - anch’esso
proveniente da un furto - parcheggiato in un’area di servizio,
sempre lungo la A6.
Su questo secondo caravan è
stato ritrovato materiale rubato sia in Italia che in Francia,
fra cui due biciclette il cui furto
è stato denunciato nel paese
transalpino. Gli agenti sono al
lavoro per rintracciare i proprietari.
I quattro romeni sono stati
trasferiti nelle carceri di Cuneo e Torino. Tre di essi sono
stati scarcerati; per il quarto,
accusato di ricettazione, la
magistratura ha disposto la
custodia cautelare in carcere.
a.o.
Assolti gli altri due componenti del consiglio di amministrazione Nei guai anche una coppia che ha sottratto generi alimentari
Bancarotta alla “Dolciaria Manera”,
ex amministratrice patteggia sei mesi
FOSSANO. Ha patteggiato
sei mesi con la sospensione
condizionale, Giuseppina
Tomatis, per la bancarotta
semplice legata al fallimento
della azienda dolciaria fossanese Manera Industries
srl, con sede in via Torino, di
cui era amministratrice. Il
tribunale ha assolto, invece,
dalla stessa accusa i colleghi
Angelo Roveta e Piergiorgio
Marengo.
L’azienda nacque nel 2009
e dal 2010 ebbe già i primi
problemi economici. Secondo
la Procura i tre amministratori non avevano fatto tutto
quanto era in loro potere per
evitarne il fallimento. In più
a loro si imputava la responsabilità di non aver tenuto in
ordine e non aver consegnato
i libri sociali al curatore fallimentare. Quest’ultimo ha
spiegato al giudice che “la società, nell’arco di pochi mesi,
aveva accumulato debiti per
oltre 193 mila euro e che ad
aggravare la situazione fu il
fatto che gran parte dei prodotti ordinati dalla Dolciaria
Manera non furono fatturati
né consegnati, né furono esigiti i crediti”.
L’azienda è stata dichiarata fallita nel 2011. Marengo
aveva dato le dimissioni dal
consiglio di amministrazione nel settembre 2009, ma
poco prima avrebbe tentato
di convocare un’assemblea
dei soci, per porre l’attenzione sulla situazione debitoria
della società.
È risultato che anche Ro-
veta avesse cercato in tutti
i modi di evitare il tracollo,
tanto che, per quest’ultimo,
anche il pubblico ministero
ha chiesto l’assoluzione.
Gli avvocati difensori di
Roveta e Marengo: “I nostri
assistiti si sono attivati in
tutti modi per risolvere la situazione della società, fino
ad arrivare alla richiesta di
messa in liquidazione della società, per questo non si
può ritenere che ci fu ritardo colposo nella richiesta di
fallimento. I libri sociali e
le scritture contabili ci sono
state e tenute regolarmente
fino al settembre 2009, di lì
in poi l’attività si è bloccata e
i due amministratori hanno
dato le dimissioni”.
b.m.
FOSSANO. Acciuffati i responsabili di due furti compiuti
nei giorni scorsi a Fossano. I Carabinieri hanno denunciato un
20enne pregiudicato macedone
che, dopo aver rotto il dispositivo antitaccheggio, era riuscito
ad impossessarsi di un abito
da uomo esposto in un negozio
d’abbigliamento; il titolare ha
subito avvisato i Carabinieri,
che hanno catturato il giovane
poco lontano dal negozio e recuperato la refurtiva. Sempre
nella città degli Acaja, è scattata la denuncia, da parte dei
Carabinieri, per una coppia di
sinti pregiudicati residenti a
Magliano Alpi: i due, marito e
moglie sessantenni, avevano
rubato generi alimentari in un
supermercato nascondendoli
sotto i vestiti.
Altri interventi contro i furti
in esercizi commerciali sono
stati compiuti in numerose città
della Granda, sempre nei giorni
scorsi. A Cuneo, una coppia di
Ruba un vestito,
denunciato
studenti 15enni - lui di Cuneo
e lei di Torino - è stata bloccata
per il furto di alcuni abiti. In un
supermercato di Bra, un 40enne
macedone, pregiudicato, aveva
nascosto insaccati e formaggi
sotto i vestiti per rubarli. A Borgo San Dalmazzo, un 50enne e
un 60enne sono stati fermati,
rispettivamente in un negozio
e in un ipermercato, per aver
sottratto generi alimentari. A
Mondovì, un 20enne del luogo,
pregiudicato, ha cercato di portare via da un negozio di abbigliamento camicie e pantaloni.
A Saluzzo, una pregiudicata
60enne di Torino, dopo essere
entrata in un negozio di fiori
e piante, è riuscita ad impossessarsi del portafogli della
titolare.
a.o.
Controlli antidroga dei Carabinieri in tutta la provincia
FOSSANO. Circa 45 grammi di droga sequestrati in pochi
giorni. I Carabinieri hanno effettuato una serie di controlli,
su tutto il territorio provinciale,
per contrastare “spaccio e diffusione di sostanze stupefacenti”,
soprattutto fra i giovani.
Un intervento è stato compiuto anche nel Fossanese. I
Carabinieri della compagnia
locale hanno denunciato un
18enne di nazionalità albanese,
regolare ed incensurato, che
è stato trovato in possesso di
numerose dosi di hashish per
un peso complessivo di 11,5
grammi e di un bilancino di
precisione per la pesatura e
preparazione delle dosi stes-
Scoperto con
dosi di hashish
se. Su di lui continuano le
indagini. A Cuneo un 40enne
disoccupato italiano è stato
denunciato dopo essere stato
notato mentre, sul balcone di
casa in una zona centrale della
città, innaffiava una pianta
di canapa indiana di circa un
mese e mezzo; perquisendo il
suo appartamento, i Carabinieri hanno trovato 3 grammi
di hashish. Sempre nel capoluogo sono stati segnalati alla
Prefettura 6 giovani (di cui 4
minorenni) trovati in possesso
di numerose dosi di hashish e
marijuana - in totale 20 grammi -, di cui hanno dichiarato
fare uso personale.
Ad Alba i Carabinieri hanno
segnalato alla Prefettura 10
giovani (di cui 4 minorenni),
trovati in possesso di alcune
dosi di droga per un peso totale
di 10 grammi.
a.o.
Posti di blocco sulla provinciale: “Erano attese migliaia di persone”
Castelnuovo di Ceva, denunciati
gli organizzatori del rave party
CASTELNUOVO DI CEVA.
Sono stati denunciati i quindici
organizzatori del “rave party”
che si è svolto tra il 26 e il 27
settembre scorso in una cava
abbandonata a Castelnuovo
di Ceva: le accuse, riferiscono i
Carabinieri, sono “occupazione
e deturpamento di terreno” e
“manifestazione musicale non
autorizzata in luogo pubblico
con abusiva somministrazione di
cibo e bevande alcoliche anche a
minori”. Sono state inoltre identificate 240 persone che hanno
partecipato all’evento.
Si è appreso del rave party
nella serata del 26 settembre,
quando una pattuglia di Ceva
ha fermato, lungo la strada provinciale 55 all’altezza di Priero,
un furgone i cui occupanti hanno
riferito che si stavano recando ad
una festa privata; intanto, lo svolgimento del rave party veniva
segnalato alle Forze dell’ordine
anche dalle telefonate di alcuni
cittadini. Nella cava abbandonata sono giunti trentacinque
Carabinieri, provenienti da varie
compagnie del Comando provinciale di Cuneo; erano già presenti
circa 80 persone che ballavano,
mentre altre montavano palchi
e attrezzature per la diffusione
della musica. I Carabinieri hanno attuato il protocollo previsto
dalla Prefettura per questi casi.
Sempre lungo la provinciale 55,
sono stati effettuati dei posti di
blocco che, secondo quanto riferiscono i militari, hanno ridotto
l’affluenza al rave party: “Molte
delle persone che giungevano sul
posto per andare al rave party
- scrivono in una nota dalla
Compagnia di Mondovì -, visto
il dispiegamento di militari, la
necessità di farsi identificare e
di raggiungere il sito a piedi,
desistevano e si allontanavano.
A fronte del migliaio di persone
che erano attese come hanno riferito gli organizzatori, si sono
contate poco più di trecento persone, che peraltro nelle prime ore
della mattinata del 27 settembre
cominciavano a lasciare il sito”.
Durante lo svolgimento della
festa, i Carabinieri non si sono
mai allontanati (in totale, un
centinaio i militari coinvolti).
Ora si continua ad indagare per
capirwe se gli organizzatori del
rave party di Castelnuovo di
Ceva siano coinvolti nell’analogo
evento che si svolse a Lesegno
nel 2013.
a.o.
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