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L`alunno iperattivo in classe Aspetti emotivo

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L`alunno iperattivo in classe Aspetti emotivo
L’alunno iperattivo in classe
Aspetti emotivo-relazionali
Dr.ssa Simona Bernardini
[email protected]
Testimonianze
La nostra vita è diventata un inferno da quando il nostro
piccolo va a scuola... Quest’anno è stato promosso alla
classe terza primaria ma ha già cambiato due scuole da
quando era in prima. Le insegnanti non hanno accettato
la diagnosi di adhd fatta dallo psicologo per cui hanno
continuato a bollarci come inadeguati e a chiamare il
nostro bambino “teppista”... Naturalmente non provano
neppure a mettere in atto le strategie consigliate per la
gestione in classe di un bambino iperattivo intervenendo
con la forza per arginare i comportamenti tipici del
disturbo e "massacrandolo verbalmente" a tal punto che
nell'ambiente scolastico ormai è una furia, aggressivo e
tagliato fuori da ogni attività …
Genitori di un bambino iperattivo
Testimonianze
In classe non si può lavorare serenamente, bisogna
sempre interrompere l’attività in corso, perché Mattia
disturba in continuazione. Spesso è in giro per la classe
e frequentemente se la prende con qualche altro alunno
facendo dispetti o lanciando qualche oggetto. A volte
aggredisce altri bambini con pugni o calci senza alcuna
ragione. Durante la lezione interviene in continuazione
con commenti che non c’entrano niente con l’argomento
o fa il buffone per attirare su di sé l’attenzione. Più di
una volta ha rivolto insulti e parolacce anche
all ’ insegnante e molti genitori hanno cominciato a
protestare, manifestando l ’ intenzione di trasferire in
un’altra scuola i propri figli. I genitori di Mattia tendono
a giustificare il figlio dicendo che tante volte sono gli
altri che lo provocano o che lo accusano ingiustamente.
Un’insegnante di 4^ classe primaria
Introduzione
• Il
crescente
interesse
per
il
disturbo
da
deficit
d’attenzione/iperattività è da ricercare in tre ordini di
fattori:
– l’elevata incidenza del disturbo,
– la compresenza di numerosi altri disturbi (comorbilità)
– la probabilità di prognosi infausta.
• Diventa molto importante valutare l’esatta natura dei
sintomi e la presenza di eventuali diagnosi associate,
soprattutto
terapeutica.
ai
fini
di
una
migliore
pianificazione
SINTOMI ESSENZIALI
L’iperattività a prima vista
Il problema si manifesta con un'evidente difficoltà del
bambino a mantenere l'attenzione e la concentrazione
per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, ai
fini di un apprendimento adeguato (malgrado di solito
abbia buone capacità intellettive).
Si possono inoltre riscontrare aspetti di iperattività e
impulsività, con difficoltà di autocontrollo in ambito
sociale
e
nelle
relazioni
interpersonali.
Livello di inattenzione e/o iperattività-impulsività
Comportamenti anomali caratterizzati da difficoltà a
concentrarsi ed autocontrollarsi
Stili cognitivi caratterizzati da impulsività, intesa come
tendenza ad agire prima di riflettere
Scarsa tolleranza alla frustrazione e difficoltà a differire
le gratificazioni (il bisogno di avere tutto e subito)
Tendenza a violare le regole
Disattenzione
Non riesce a prestare attenzione o commette errori di
distrazione nei compiti scolastici o in altre attività.
Non riesce a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle
attività di gioco.
Non sembra ascoltare quando gli si parla.
Iperattività
Muove con irrequietezza mani o piedi e si dimena sulla
sedia.
Lascia il suo posto a sedere.
Scorazza e salta dovunque in modo eccessivo.
Ha difficoltà a giocare e a dedicarsi ad attività divertenti in
Non segue le istruzioni e non porta a termine le attività.
modo tranquillo.
Evita gli impegni che richiedono sforzo mentale
È
protratto.
Perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività.
È facilmente distratto da stimoli estranei.
È sbadato nelle attività quotidiane.
“sotto
pressione”
“motorizzato”.
Parla troppo.
ed
agisce
come
se
fosse
Impulsività
“Spara le risposte prima che le domande siano state
completate”.
Ha difficoltà ad attendere il proprio turno.
Interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti.
Effetti dell’ADHD
Sfera familiare
• I bambini con queste caratteristiche sono alla continua
ricerca di attenzione, dimenticano facilmente le richieste,
perdono costantemente le loro cose, sono disorganizzati
e sempre in movimento. A volte mangiano e dormono
poco, possono presentare forme allergiche e sensibilità
alla luce e ai suoni.
• Hanno difficoltà ad andare d’accordo con fratelli e sorelle
e con i coetanei, si sentono frustrati con facilità e si
oppongono ai cambiamenti delle loro abitudini.
• Gli interventi più efficaci nel migliorare la serenità
familiare sono basati sull’acquisizione e il miglioramento
delle abilità sociali da un lato e sulla modificazione del
comportamento dall’altro.
SINTOMI ESSENZIALI
• devono essere più gravi di quelli rilevati in altri bambini
della stessa età
• devono essere più gravi di quelli rilevati in altri bambini
dello stesso livello di sviluppo
• devono essere presenti in diversi contesti
• (per es. famiglia, scuola)
• si modificano con l’età, ma possono durare per tutta la
vita
• devono creare gravi problemi nella vita quotidiana
Sfera scolastica
Si evidenziano spesso difficoltà di apprendimento
deficit di memoria a breve termine, difficoltà di linguaggio, di
lettura, ortografia, calcolo, problemi di elaborazione delle
informazioni visive e uditive (funzionamento inefficace del sistema
nervoso centrale) Le informazioni verbali “entrano da un orecchio
ed escono dall’altro” errori di copiatura ed omissioni delle ultime
sillabe di una parola e delle ultime parole di una frase durante la
lettura. L’uso di espressioni verbali e scritte molto semplici.
La comprensione del linguaggio avviene in modo corretto, ma la
capacità di espressione non è ottimale. Difficoltà nella produzione
del discorso sono tipiche di bambini in età prescolare, mentre i
disturbi del linguaggio sono evidenti in bambini in età scolare.
Sono spesso presenti problemi di coordinazione, come
nell’equilibrio, postura, lanciare, calciare, afferrare, allacciare le
scarpe, abbottonarsi, scrivere e disegnare. Queste difficoltà
richiedono un costante esercizio quotidiano per essere
contrastate.
Sfera sociale
bambini spesso poco abili socialmente.
La scarsa padronanza delle regole esplicite ed implicite della
comunicazione impedisce la corretta interpretazione dei
messaggi non verbali.
Farsi degli amici e mantenere con loro delle relazioni
soddisfacenti diventa spesso difficile.
La scarsa tolleranza alle frustrazioni è il motivo che spiega il
frequente comportamento capriccioso e la facilità con cui il
bambino mette il broncio.
Sono spesso presenti inflessibilità ed incapacità di adattarsi
ai cambiamenti
In questi bambini i problemi di autostima sono influenzati sia
da fattori primari sia secondari.
ADHD in età scolare
•
•
•
•
•
•
•
Più frequente la prima diagnosi
Possibile riduzione della iperattività
Maggiore evidenza di sintomi cognitivi
(disattenzione, impulsività)
Difficoltà scolastiche
Evitamento di compiti cognitivi prolungati
Comportamento oppositivo-provocatorio
INTERVENTI
Le ricerche compiute in questo ambito dimostrano che la
forma di intervento più efficace deve agire su più fronti e può
comprendere:
Consulenza e sostegno ai genitori
Terapia del comportamento
Consulenza alla scuola su strategie comportamentali
Training di abilità sociali
Interventi CBT per incrementare l’autostima
Interventi di potenziamento dell’apprendimento
DECORSO DEL DISTURBO
Psicopatologia dello sviluppo
Bambini di scuola elementare (6-12 anni)
• Distraibilità
• Irrequietezza
• Comportamento impulsivo e dirompente
• Problemi associati ed implicazioni
• Disturbi specifici di apprendimento
•
•
•
•
Bassa autonomia
Ripetizione di classi
Rifiuto da parte dei compagni-coetanei
Rapporti familiari difficili
DECORSO DEL DISTURBO
Psicopatologia dello sviluppo
ADOLESCENTI (13-17 anni)
• Difficoltà nella pianificazione e organizzazione
• Inattenzione persistente
• Riduzione dell’irrequietezza motoria
• Problemi associati
• Comportamento aggressivo, antisociale e
ADHD in adolescenza
• 35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche
talvolta inferiori ai controlli
• 45-50%: permanenza della sindrome, attenuazione della
componente
iperattiva,
disturbo
attentivo
(difficoltà
scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana),
compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale,
instabilità nelle scelte scolastiche o relazionali, condotte
delinquenziali
• Abuso di alcool e droghe
• Problemi emotivi
pericolose.
• 15-20%:
permanenza
della
sindrome,
disturbi
comportamentali e di adattamento sociale.
Sintomi nucleari
•Inattenzione
•Iperattività
•Impulsività
+
Comorbidità psichiatrica
Disturbi comportamntali (disturbo
oppositivo-provocatorio, disturbo
della condotta)
Disturbi d’ansia e dell’umore
Compromissione
funzionale
Bassa autostima
Incidenti e traumi
Fumo/abuso di sostanze
Difficoltà scolastiche
Difficoltà lavorative Casa
Stress familiare
Conflitti familiari
Relazioni sociali
Relazioni con coetanei
Deficit di socializzazione
Difficoltà relazionali
COMORBIDITÀ
Molto frequenti (più del 50%)
• Disturbo oppositivo • Disturbi specifici
dell’apprendimento
Frequenti (fino al 40%)
• Disturbi d’ansia • Disturbo evolutivo della
coordinazione • Disturbi del sonno • Enuresi
Encopresi • Disturbo della condotta
Meno frequenti (fino al 20%)
• Tic • Depressione • Balbuzie
Rari
• Disturbi dello spettro autistico
Circa l’80% dei pazienti presentano almeno una comorbidità e
circa il 60% dei pazienti presenta almeno due comorbidità
Prognosi
ATTRIBUZIONI ERRATE SUI
BAMBINI CON ADHD
• Decidono deliberatamente di non voler lavorare
• ADHD + Comorbidità = Prognosi peggiore
• Ansia sociale = maggior rischio disturbi
dell’Umore e dipendenza da sostanze
• Disturbo Oppositivo Provocatorio =
maggior rischio Disturbo Antisociale
• Fanno solo ciò che piace a loro, quando si impegnano
riescono come gli altri
• Sono così perchè i loro genitori non li seguono a
sufficienza
• Meritano di essere puniti per insegnare loro a calmarsi
• Sono cattivi perché non seguono le regole del
comportamento e reagiscono negativamente ai compagni
• A volte si comportano in quel modo solo per attirare
l’attenzione della classe.....
Si può curare l’iperattività?
• Il bambino con disturbo da deficit d’attenzione/iperattività
solitamente NON è un violento.
• Solo nel caso in cui il disturbo è associato a disturbo
oppositivo provocatorio o a disturbo della condotta
possono aversi manifestazioni di aggressività e violenza
Sebbene non esista una cura per l’ADHD
esistono tecniche comportamentali
che possono essere di grande beneficio
per il bambino e migliorare
notevolmente
la situazione in famiglia e a scuola
PANORAMICA
Settori problematici del trattamento
PANORAMICA
Interventi
Inattenzione
Iperattività
Impulsività
Bambino
Psicoeducazione
Sul paziente
Psicofarmacoterapia
Terapia cognitivo-comportamentale
Disturbi associati
Deficit funzionale
Famiglia
Problemi genitoriali, mancanza di controllo, problemi relazionali
Carico per la famiglia, problemi di salute mentale dei genitori
Sui genitori
Psicoeducazione
Parent training
Difficoltà di apprendimento e insuccesso scolastico
Scuola
Rapporto negativo insegnante studente
Coetanei
Relazioni interpersonali negative con i coetanei
Psicoeducazione
Sulla scuola
Interventi comportamentali
Richiede un intervento multimodale
OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE
L’ADHD può non essere
osservabile
•
•
•
•
•
•
In situazioni altamente
strutturate
In situazioni nuove
Quando il paziente è
impegnato in attività
interessanti
Quando il paziente viene
seguito individualmente
In un contesto controllato
e sorvegliato
Quando vengono elargite
frequenti ricompense
L’ADHD peggiora
particolarmente
• in situazioni non strutturate
• Durante attività rispettive
• In situazioni noiose
• In presenza di molte distrazioni
• Con sorveglianza minima
• Quando si richiede
attenzione sostenuta o
sforzo mentale
• Durante attività al
proprio ritmo
E’ importante l’osservazione in contesti diversi
L’osservazione dei bambini mentre giocano tra loro o
sono impegnati in attività quotidiane di gruppo, facilita la
distinzione tra:
- bambini iperattivi
- bambini che presentano aggressività
- bambini che presentano entrambe le caratteristiche
Osservare i bambini in classe o durante la mensa offre
informazioni:
- sul comportamento del soggetto stesso
- sulla modalità di comportamento dell’insegnante
Si possono organizzare osservazioni guidate
La scelta dei comportamenti da osservare sarà strettamente
legata alle mete educative che ci si prefigge di raggiungere
INTERVENTI CON IL BAMBINO ADHD
BASATI SULLA
EDUCAZIONE RAZIONALE-EMOTIVA
Attraverso l’utilizzo di procedure mutuate dalla
REBT, ci si pone la finalità di aiutare il bambino nella
gestione dei sintomi secondari e dei disturbi
associati all’ADHD
ERE
Un modello d’intervento di educazione socio affettiva
che si è ormai ampiamente diffuso anche nel nostro
Paese è l’Educazione Razionale Emotiva (ERE)
L’accostamento dei due termini “razionale” ed
“emotiva”
indica il superamento del dualismo
mente-emozioni e l’adesione a un modello olistico
che vede la dimensione emotiva e la dimensione
cognitiva strettamente interdipendenti e influenzatesi
a vicenda.
Facendo ricorso alla propria capacità di pensare in
modo razionale diventa possibile prevenire e
superare le difficoltà di natura emozionale
ORGINI DELL’EDUCAZIONE
RAZIONALE EMOTIVA
L’educazione razionale emotiva (ERE) è
un’estensione in ambito educativo di quei principi
e di quei metodi che sono stati applicati con
successo nell’ambito di quella prassi
psicoterapeutica denominata
Terapia Comportamentale Razionale Emotiva
(REBT = Rational Emotive Behavior Therapy)
ideata da Albert Ellis
Caratteristiche dell’ERE
Ha carattere preventivo
E’ un intervento di matrice cognitivo
comportamentale
Si basa su un metodo scientifico
Mira a far acquisire abilità metacognitive
Ha la finalità di aiutare le persone a rendere le
emozioni più funzionali (non di eliminare dalla loro
vita tutte le emozioni spiacevoli!!!)
MODELLO ABC
Assunto di base della terapia
comportamentale razionale emotiva
(REBT):
C
A
Non sono gli eventi di per sé a creare sofferenza
emotiva, ma il significato che diamo a tali eventi
Il nostro modo di reagire emotivamente ed il nostro
comportamento non sono determinati dagli eventi
ma da come percepiamo ed interpretiamo tali eventi
A
Avversità
ABC Esempio
Lisa assorta nei propri pensieri, stà giocherellando
con una matita la mamma la rimprovera dicendole
che non stà mai attenta e si distrae sempre! Per
questo a scuola prende brutti voti!
Lisa si arrabbia e risponde alla mamma “non è colpa
mia se la matematica è così noiosa ! Io non la
sopporto! “
ABC
A Lisa viene rimproverata dalla mamma per la sua
disattenzione durante lo svolgimento dei compiti di
matematica
C Si arrabbia e risponde alla mamma
B E’ insopportabile stare fermi e attenti durante le
spiegazioni matematica !
Conseguenze
Avversità
Emotive\comportamentali
B
Convinzioni
C
Conseguenze
Emotive\comportamentali
Anche se alcune emozioni possono essere state
scatenate da eventi\situazioni esterne o da condizioni
fisiche\eventi interni, il loro perdurare e il loro
intensificarsi è influenzato dai pensieri che l’individuo
ha circa quella situazione
OCCUPARSI DELLE EMOZIONI
PERCHE’…
L’apprendimento è influenzato dalle condizioni
emotive
Il laboratorio delle emozioni
Come mi sen
to oggi
Le emozioni influenzano i rapporti
interpersonali
Le reazioni emotive più frequenti diventano
modalità di risposta abituali
Emozioni adeguate facilitano il superamento di
situazioni difficili
OBIETTIVI CON ALUNNI PIU’
PICCOLI
Espandere il vocabolario emotivo
Identificare in modo corretto le emozioni
Distinguere le emozioni utili da quelle dannose
Differenziare le emozioni dai pensieri
Individuare il dialogo interno
Collegare il dialogo interno alle emozioni
Apprendere un repertorio di pensieri utili
OBIETTIVI CON ALUNNI PIU’
GRANDI
Identificare in modo corretto le
emozioni
Distinguere le emozioni utili da quelle
dannose
Differenziare le emozioni dai pensieri
Riconoscere i principali virus mentali
Imparare ad attaccare i virus mentali
Imparare un repertorio di pensieri
utili
Esempi contrapposti di convinzioni irrazionali e
razionali sulle relazioni interpersonali
RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
Convinzioni
irrazionali
•
E’ il processo attraverso cui l’individuo impara a
trasformare quei modi di pensare che portano a
reazioni emotive disfunzionali sostituendoli con
pensieri costruttivi
L’AUTOACCETTAZIONE
“Ho sbagliato ma
posso migliorare”
“Non è indispensabile
essere sempre
apprezzati”
“Non ce la farò
mai”
“Non sopporto
essere
rifiutato”
“Se non piaccio agli
altri non valgo
niente”
Accettazione di se
stessi
Determinazione
a migliorare
Bassa autostima
Sconforto
Io devo piacere a tutti; se a
qualcuno non piaccio significa che
non valgo niente.
• Un amico è qualcuno che fa
sempre quello che voglio io.
Convinzioni razionali
• Io valgo anche se a qualcuno
non piace ciò che faccio
• Si può essere amici anche
quando non si vuole fare le
stesse cose
• Alcuni sono gentili con me;
altri invece a volte si
• Gli altri sono cattivi; se la prendono
comportano male
tutti con me
Strategie scolastiche per aiutare
l’alunno con ADHD
• Per ridurre gli effetti che i sintomi del ADHD hanno sul
rendimento scolastico e sui risultati, si rende necessario il
ricorso a particolari accorgimenti educativi.
• Sistemazione dell’aula
• Organizzazione della classe
• Modifiche del curriculum
• Strategie per migliorare la performance
• Strategie per gestire il comportamento
• Strategie per migliorare le abilità sociali\ autostima
• Collaborazione dell’insegnante e dei genitori
CIRCOLO VIZIOSO
DELL’AUTOSTIMA
INSUCCESSO
BASSA AUTOSTIMA
RIDUZIONE
DELL’IMPEGNO
BASSA ASPETTATIVA
DI RIUSCITA
Strategie per migliorare l’autostima
1.Ricorrere all’incoraggiamento positivo
- Descrivere il comportamento positivo dell’alunno
- Comunicare apprezzamento per quel comportamento
2. Evidenziare anche i piccoli insuccessi
3. Fornire feedback sulla prestazione invece che
esprimere giudizi sulla persona
4. Dare all’alunno la possibilità di mostrare le sue
potenzialità nelle attività in cui riesce bene
• In questi bambini i problemi di autostima (divario tra Sé Ideale
e Sé percepito)
percepito sono influenzati sia da fattori primari sia
secondari.
• Inizialmente non sviluppano un appropriato concetto di sé ed
hanno difficoltà di relazione con i familiari e con i coetanei.
• La successiva mancanza di successi scolastici, sportivi e
sociali peggiora le difficoltà iniziali del bambino aumentando il
rischio di essere facilmente influenzato dagli altri durante
l’adolescenza. Il farsi guidare e trascinare dal gruppo dei
coetanei aumenta la probabilità di trovarsi in situazioni
problematiche. Sentimenti di inadeguatezza, ansia e
depressione sono, pertanto, conseguenze possibili.
• L’ADHD, se non trattato, può creare problemi rilevanti
nell’autostima. I bambini devono essere incoraggiati a
sviluppare il loro potenziale, mettendoli in grado di aumentare
Tu non sei il tuo comportamento)
la loro efficacia (Tu
comportamento
• La costanza, l’impegno e il tempo unitamente a interventi
terapeutici validi che agiscono su tutti gli aspetti del problema
permettono a questi bambini di spezzare il circolo vizioso di
frustrazione ed insuccesso e di aumentare considerevolmente
abilità personali e autostima.
Le abilità sociali e l’amicizia
• Il comportamento distruttivo di un bambino con ADHD
spesso provoca nei suoi compagni modi di reagire che
peggiorano la situazione. Da un lato, i compagni possono
premiare smorfie e versacci con sorrisi e risatine.
Dall’altro, possono anche manifestare ritorsioni contro le
molestie o l’irruenza del bambino con ADHD. In altre
parole, questo bambino si fa una cattiva reputazione fra i
suoi compagni.
• L’utilizzo di programmi a premi di gruppo possono risultare
efficaci nel contrattaccare l’attenzione dei pari rispetto al
comportamento problematico di un bambino con ADHD.
Alcuni studi mostrano tuttavia che i compagni possono
intervenire direttamente per aiutarlo a sviluppare
comportamenti positivi
Come aiutare l’alunno con ADHD ad
andare d’accordo coi compagni
• insegnare all’alunno a considerare il punto di vista degli
altri (non è necessario che lo impari a sue spese).
• Fornire modelli di comportamento. Mostrare all’alunno
esempi di comportamenti sociali corretti, facendogli
osservare i diversi modi in cui è possibile interagire con
gli altri in particolari situazioni.
• Rinforzare spesso il comportamento prosociale.
L’insegnante dovrebbe creare delle situazioni che
consentano agli alunni di aiutarsi reciprocamente, di
collaborare, di condividere
• Aiutare l’alunno ad esercitarsi a far pratica
di
comportamenti prosociali e ad intraprendere attività
sociali (dopo che gli sono stati forniti diversi esempi e
spiegazioni riguardo ai diversi modi in cui è possibile
interagire in varie situazioni)
Migliorare le abilità interpersonali
• Prescolari: approccio direttivo (analisi funzionale
e rinforzatori)
• Scolari Potenziamento abilià sociali di base
(distorta percezione degli eventi sociali e
attribuzione di intenti ostili errata)
• Insegnare:
• Aspetti non verbali della comunicazione
• Autoistruzioni (“Pensa ad alta voce” Di Pietro, 1992)
• Riconoscere le emozioni
• Come unirsi al gruppo
• Come fare e rifiutare le richieste
Strategie per favorire un buon
rapporto coi compagni
• Affrontare le difficoltà interpersonali dell’alunno cercando di
capire perché il suo comportamento disturba gli altri e fornire
suggerimenti su come gli possa risolvere il problema.
• Selezionare un alunno che possa fare da partner all’alunno
con ADHD in momenti cooperativi, attività non strutturate e
situazioni di transizione.
• Evitare di chiedere ai compagni di classe di capire l’alunno
ADHD e di diventare terapeutici nei suoi confronti.
• Fare in modo che vi siano momenti di discussione in classe
per presentare, esemplificare e simulare appropriate abilità
sociali
• Predisporre speciali adattamenti per l’alunno ADHD ma
cercare di evitare situazioni in cui l’alunno appaia troppo
privilegiato.
• Facilitare la soluzione di problemi che possono sorgere tra
alunni, senza assumere il ruolo di arbitro o giudice.
Lo stile di comunicazione che l’individuo può assumere è
rappresentabile come un continuum alle cui estremità
troviamo,da un lato i comportamenti che caratterizzano il
modo di interagire inibito o remissivo, dall’altro i
comportamenti che caratterizzano il modo di interagire
aggressivo. Lo stile assertivo occupa la parte centrale del
continuum
L’assertività indica uno stile di comportamento attraverso il
quale l’individuo riesce ad affermare se stesso nei rapporti
interpersonali superando la remissività ed ottenendo il
conseguimento dei propri obiettivi senza far ricorso
all’aggressività
IL CONCETTO DI ASSERTIVITA’
Interagire assertivamente significa esporre il
proprio punto di vista e affermare i propri
diritti personali esprimendo pensieri,
sensazioni ed opinioni in modo:
• ONESTO
• DIRETTO
• APPROPRIATO
Frustrazione, ansia,
senso di colpa,
inibizione.
Timore di violazione
del mondo interiore.
Emozioni e cognizioni prive
di insicurezza
e ansia.
Attenta considerazione degli
altri.
Fiducia in sé
e negli altri.
Scelte autonome.
Dignità propria e altrui.
Collera, ostilità.
Umiliazione e
disprezzo per gli
altri.
Mortificazione
della dignità degli
altri.
Assertività
E’ attenta solo
agli altri.
E’ condizionata e
influenzata dagli altri.
Subisce.
Non si oppone.
Ha un’elevata
ansia sociale.
E’ attenta a sé e agli
altri.
Non è condizionata
dagli altri.
Utilizza metodi
motivanti e gratificanti.
E’ attenta solo a sé.
Prevarica gli altri.
Utilizza metodi coercitivi
e distruttivi
Benevolenza degli altri
ed evitamento
del conflitto
Successo personale e
con gli altri.
Potere personale e
sociale
• L’ assertività è una filosofia di vita
• Essa ci consente di vivere esercitando i nostri diritti
in modo naturale e senza provare disagio,
• riconoscendo agli altri la reciprocità di questo
assunto.
• L’ assertività è il punto di equilibrio tra un
comportamento passivo e un comportamento
aggressivo
Comportamento assertivo
Comportamenti assertivi
• Il comportamento assertivo è quello di chi considera
importanti le proprie esigenze , diritti bisogni e desideri
e cerca di soddisfarli
• Ma… fa in modo che i suoi bisogni intacchino il meno
possibile i bisogni e diritti degli altri
• La persona che si comporta in modo assertivo non è
sempre pacata e sorridente o… diplomatica
• Ma cerca di equilibrare a seconda delle circostanze
aggressività e passività
LE TRE “C” DELLA COMUNICAZIONE ASSERTIVA
• Chiara
• Concisa
• Convincente
• Rispettare gli altri, i loro diritti e opinioni
• Non permettere agli altri di essere aggressivi
nei nostri confronti… non subirli
• Essere disponibili a modificare le nostre opinioni
• Non esigere che gli altri si comportino come noi
vorremmo
• Evitare di essere possessivi nei confronti di chi ci
circonda
• Evitare di giudicare gli altri
• Richiedere il rispetto come educatori
Esempi di
comunicazione assertiva
PASSIVO
“quando finirai il compito potrai giocare”
“vedo che in questo momento sei proprio furioso, parliamo
di quello che è successo, mi interessa capire”
“gli insulti sono contro le regole della classe. Smettila di
usarli o dovrai subirne le conseguenze”
“non ti permetto di insultarmi,Va bene esprimere i tuoi
sentimenti ma non va bene dire ciò che hai detto”
Gli insegnanti e i genitori che ricorrono a tale modalità sono
sicuri di sé e riescono ad esprimere le proprie idee, necessità
e desideri in maniera chiara e diretta, sono rispettosi dei diritti
e delle esigenze altrui. Rinforzano il rispetto delle regole e i
comportamenti adeguati permettendo al bambino di pensare e
agire in modo autonomo e di essere responsabile delle proprie
azioni e conseguenze. L’ insegnante funge da modello positivo
59
AGGRESSIVO
ASSERTIVO
Contatto oculare
Evasivo
Fisso
Alternato
Volume e tono
voce
Basso o cantilenante
Stridente,
sarcastico
Espressivo,
enfatizzante
Gestualità
Gesti nervosi
Gesti “a taglio”
Denotanti
sicurezza, circolari
Fluidità verbale
Esitante, molte pause
Concitata o
deliberatamente
lenta
Chiara, senza
intoppi
Prossemica
Distanza lunga
Distanza troppo
corta
Rilassata
Timing
Perde le occasioni
Interrompe spesso
Appropriato
Diritti
Se li fa calpestare
Calpesta quelli
altrui
Li afferma
Comunicazione
Riceve una via
Affermo e non ascolto
Fornisce una via
Ascolto e non
affermo
Fornisce e
sollecita due vie
Affermo e ascolto
Stima
Si sottovaluta
Si sopravvaluta
Autostima corretta
DIRITTI E REGOLE DELLA CLASSE
I membri della comunità scolastica devono sviluppare un
sistema di valori che
• li aiuti a relazionarsi secondo modalità costruttive
• Rispettare le regole (stabilite in modo propositivo)
• Assunzione di responsabilità personali (infrazione della
regola = penalità)
DECALOGO DI CONVIVENZA CIVILE
• Soluzione dei conflitti
• Comunicazione assertiva
• Incolumità fisica (ricreazione\entrata uscita dalla classe)
• Libertà di movimento (spostamenti autorizzati)
• Ottimizzazione degli apprendimenti (necessità di limitare i
comportamenti disturbanti che verranno sanzionati)
GESTIONE DEI CONFLITTI
METODO D-E-S-C
DESCRIVERE
ESPRIMERE
SPECIFICARE
CONSEGUENZE
FORMULARE CRITICHE
COSTRUTTIVE (il metodo DESC)
Indicare qual è il
comportamento indesiderabile
dell’interlocutore
Dire all’interlocutore come ci si
sente riguardo al suo
comportamento
DESCRIVERE
Evidenziare il cambiamento di
comportamento che si desidera
ottenere dall’interlocutore
ESPRIMERE
Offrire delle conseguenze
gratificanti per il cambiamento di
comportamento
SPECIFICARE
CONSEGUENZE
Indicare qual è il comportamento
indesiderabile dell’interlocutore e le sue
ricadute pratiche
Dire all’interlocutore come ci si sente
riguardo al suo comportamento
Evidenziare il cambiamento di
comportamento che si desidera ottenere
dall’interlocutore
Offrire delle conseguenze gratificanti per il
cambiamento di comportamento
Esempio METODO D-E-S-C
DESCRIVERE
ESPRIMERE
NEGOZIAZIONE
“Mi hai interrotto ancora prima
che finissi di parlare”
“Quando fai così mi sento
svalutata come se la mia
opinione non contasse nulla”
SPECIFICARE
“Sarebbe bene che ci
dessimo un tempo stabilito
per prendere la parola e che
lo rispettassimo”
CONSEGUENZE
“In questo modo troveremo
più costruttiva la discussione
e sarà più facile arrivare ad un
accordo”
CIRCLE TIME
• Tutti i membri della classe si riuniscono per discutere di un
argomento o di un problema proposto da uno o più alunni o
dall’insegnante.
Obiettivi
• favorire la conoscenza reciproca la comunicazione e la
cooperazione fra tutti i membri del gruppo classe
• creare un clima sereno di reciproco rispetto in cui ognuno
soddisfi il proprio bisogno sia di appartenenza che di
individualità.
• Imparare a discutere assieme rispettando i turni
comunicativi e le idee altrui comunicando in modo assertivo
le proprie divergenze di opinioni
• Risolvere in modo efficace eventuali conflitti analizzando il
problema e trovando assieme tutte le possibili soluzioni
Rapporti tra insegnanti e genitori
• Programmate una riunione all’inizio dell’anno scolastico nella
quale discutete i vari argomenti con i genitori dell’alunno con
ADHD, consentendo loro di chiarire le loro aspettative e
descrivendo le vostre personali esperienze, le risorse e la
disponibilità di tempo.
• Programmare incontri con i genitori per esaminare i progressi
effettuati e cercare di definire le aree da trattare
• Fornire ai genitori i risultati di routine, attraverso un quaderno
dove sono riportati i lavori non finiti, gli sforzi effettuati e i livelli
del comportamento.
• Risolvere i problemi con la collaborazione dei genitori per
mezzo della loro esperienza negli anni scolastici precedenti e
nella gestione a casa del bambino.
• Fornire un resoconto ai genitori, su richiesta, di eventuali notizie
circa i benefici e/o gli effetti collaterali di terapie psicologiche o
farmacologiche.
• Far sì che i contatti tra insegnanti e genitori siano un momento
di collaborazione reciproca in un clima di distensione e
partecipazione.
Mantenere i risultati positivi e
generalizzarli ad altre situazioni
• Malgrado il sostanziale successo dei metodi comportamentali
nella scuola, esiste il pericolo che i risultati ottenuti col
bambino non si mantengano a lungo (Barkley, 1995)
• Una soluzione utile è quella di attenuare gradualmente
l’utilizzo di metodi comportamentali, ad esempio riducendo la
frequenza del rinforzo (da premi giornalieri a settimanali) e
sostituendo premi più naturali come la lode.
• Ridurre gradualmente i contesti nei quale i programma di
modificazione del comportamento è applicato. In questo caso
l’alunno non può mai essere abbastanza certo di quando o
dove il programma sarà usato, ed apprende che il sistema
migliore è quello di continuare a comportarsi in modo
adeguato.
• I programmi comportamentali vanno mantenuti a lungo e
tranne brevi periodi di sospensione, è bene attenersi ad essi
anche nel passaggio da una classe all’altra e da una scuola
all’altra fino al termine della scuola media.
ABC dei programmi di modificazione
del comportamento
Sequenza di tre comportamenti:
A: evento antecedente (imput)
-
Regole
Aspettative
Comunicazioni
Pensieri
B: Comportamento:
Qualcosa che può essere osservato misurati e può
essere modificato
Il comportamento NON è ciò che il bambino non fa
GESTIONE DEI COMPORTAMENTI
PROBLEMA
PRINCIPIO FONDAMENTALE
Iniziare con i metodi meno intrusivi e poi procedere con
metodiche gradualmente più
più incisive.
Gran parte delle difficoltà
difficoltà che gli alunni incontrano in ambito
relazionale sono dovute ad una scarsa abilità
abilità nel controllare le
proprie azioni. Esistono alcuni semplici principi che se
correttamente applicati saranno molto sia per migliorare il
comportamento dell’
dell’alunno, sia per perfezionare lo stile
dell’
dell’insegnante.
Le procedure che si sono rivelate più
più efficaci sono quelle che
derivano della teoria dell’apprendimento sociale,, i cui principi
di base possono essere così
così sintetizzati:
La maggior parte dei comportamenti sono appresi
La maggior parte dei comportamenti possono essere
modificati dalle conseguenze positive negative o neutre
C: Conseguenze reazioni al comportamento
• Premi (rinforzi)
- Rinforzi positivi (assegnare una conseguenza positiva)
- Rinforzi negativi (rimuovere una conseguenza negativa)
• Punizioni
• Assegnare una conseguenza negativa
• Rimuovere una conseguenza positiva
A
B
Stimolo
Antecedente
Risposta
Comportamentale
“per favore chiudi
Il libro di testo”
l’alunno chiude subito
il libro
C
Stimolo
Conseguente
“sono contenta che tu
abbia chiuso il libro
appena te l’ho chiesto
Bravo!”
L’utilizzo del RINFORZO
Se un bambino subito dopo aver avuto un determinato
comportamento viene premiato, aumenta considerevolmente
la probabilità che egli si comporti nuovamente nello stesso
modo. Quella specifica azione/comportamento diventerà più
frequente.. Quando si parla di conseguenze piacevoli di un
comportamento si intendono diversi tipi di rinforzi:
rinforzi tangibili: sono per esempio piccoli regali
rinforzi sociali: come ricevere attenzione, incoraggiamenti,
complimenti
rinforzi dinamici: consistono nell’avere accesso ad attività
gratificanti o a qualche particolare privilegio come
conseguenza del proprio comportamento adeguato
rinforzi simbolici: sono ad esempio bollini premio o gettoni che
una volta accumulati vengono scambiati con premi tangibili o
danno diritto a qualche rinforzo dinamici
auto-rinforzi: sono quelli che una persona concede a se
stessa, come il lodarsi, l’auto-approvazione, il senso di
soddisfazione e di successo personale.
Identificare i rinforzi +
Individuare tramite un’attenta osservazione dell’alunno
quali conseguenze sono veramente rinforzanti per il
bambino ossia quali conseguenze possono determinare
n incremento del comportamento desiderato
OBIETTIVO portare il b\o a rinforzarsi da solo per un
comportamento adeguato
ATTENZIONE A NON…
• Offrire esagerate ricompense per ottenere un grande
miglioramento
• Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto
• Promettere
ricompense
per
far
cessare
un
comportamento indesiderato
Interventi basati sulle conseguenze +
• Affinché agiscono sul comportamento le conseguenze
devono essere il più possibile immediate
• Il rinforzo positivo per i comportamenti adeguati è da usare
più spesso di quanto venga usata la punizione per i
comportamenti indesiderabili
• La punizione dei comportamenti indesiderabili dovrebbe
essere usata con parsimonia
Una strategia di modificazione del comportamento avrà
maggiori probabilità di risultare efficace se vengono
rispettate dall’insegnante queste tre regole di base:
1. Ricompensare spesso il comportamento adeguato quando
è poco frequente, ricompensare di tanto in tanto quando
diventa più frequente.
2. Fare attenzione a non rinforzare accidentalmente il
comportamento indesiderabile.
3. Usare la punizione per i comportamenti negativi, ma farne
un uso sporadico ed evitare punizioni troppo dure.
Interventi basati sulle conseguenze
negative
Da utilizzare quando il comportamento inappropriato
produce un’immediata conseguenza positiva
Il comportamento inappropriato è potenzialmente
pericoloso
1)
2)
3)
4)
Ignorare pianificato
Rimproverare
Conseguenze logiche
Costo della risposta
IN SINTESI….
Come gestire i comportamenti problematici
degli alunni
• Ignorare il comportamento problematico e rivolgere
l’attenzione ai comportamenti positivi degli altri
• Rinforzare i comportamenti appropriati e ridurre al
minimo i rimproveri
• Rivolgere richiese che fungono da diversivo
• Ricorrere ad affermazioni empatiche
• Formulare richieste con fermezza
• Ricordare all’alunno le regole della classe
• Dar messaggi in prima persona
• Chiedere “che cosa” invece di “perché”
• Posticipare la soluzione del problema
• Fornire gratificazioni tangibili
• Utilizzare le penalità
• Conseguenze logiche
• Time out
BIBLIOGRAFIA
Di Pietro M. (1992), L'educazione razionaleemotiva, Trento, Edizioni Centro Studi
Erickson.
Di Pietro M. (1997), Lo stress
dell’insegnante,Trento, Edizioni Centro
Studi Erickson
Di Pietro M.; Bassi E.; Filoramo G. (2001),
L’alunno iperattivo in classe, Trento,
Edizioni Centro Studi Erickson
Di Pietro M. (2007), I problemi emotivi e
comportamentali degli alunni, Edizioni Carlo
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