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alimentazione e benessere emotivo

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alimentazione e benessere emotivo
ALIMENTAZIONE
E BENESSERE EMOTIVO
(Mirato sulla consapevolezza della tua mente e corpo)
Autostimaweb Il blog italiano sulla Crescita Personale e Coaching;
Tel. 389-5096796; Mail. [email protected]; Sito Web. http://autostimaweb.com
INDICE
1)
Dieta: cosa intendiamo precisamente con questo
termine?
2)
Motivazione e gestione del peso
3)
Resistenza al dimagrimento
4)
Come ritrovare la motivazione nella gestione del peso
5)
L'alimentazione, una necessità vitale...
6)
L’aspetto emozionale (eating emozionale)
7)
La Comunicazione con gli altri e la sua relazione con la
fame emozionale
8)
Le 10 regole per ritrovare il giusto peso
9)
Dieta ed efficienza mentale
10) TEST di valutazione del tipo di alimentazione e dello
stile di vita
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Ciao,
ti ringrazio per aver scaricato questo report mirato sull’alimentazione
e benessere emotivo.
Ti spiego un po’ chi siamo e cosa troverai in questo manuale.
Siamo un gruppo di Coach professionisti che dopo anni di esperienza
e preparazione sul Coaching e sulla crescita personale, abbiamo
creato questo sito chiamato Autostimaweb, per tutti coloro che
sentono il bisogno e vogliono migliorarsi e ottenere davvero dei
risultati tangibili attraverso il Coaching.
Noi di Autostimaweb, abbiamo seguito approfonditi e specifici
percorsi
formativi
sulla
Psicologia
del
Cambiamento e
sul Coaching, e siamo tutti certificati come Coach professionisti.
La maggior parte di noi ha frequentato percorsi specifici con Human
Performance Italia, società di Coaching e Formazione aziendale
consolidata da oltre 12 anni di esperienza, e garanzia di competenza,
serietà, onestà e competenza.
I nomi dei Coach:
Veronica Altosinno
Life Coach e Responsabile Progetto Autostimaweb
Sergio Amatulli
Executive e Team Coach, Fondatore di Human Performance Italia
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Cosa troverai in questo manuale:
Abbiamo pensato di regalarti questo manuale per indicarti un metodo
mirato sull’alimentazione e la gestione del peso, affrontando non solo
il punto di vista alimentare, ma aiutandoti a conoscere meglio il
processo emotivo che è una causa dell’aumento di peso.
Potrai valutare quindi, quale stile adottare per ritrovare il giusto
peso senza troppi sacrifici, che ostacolano la continuazione di
un’alimentazione corretta. Vedremo anche quali “sabotaggi” sono
creati dalle emozioni negative, ed in che modo influenzano la
gestione del peso.
Ti auguro una buona lettura e mi auguro che possano essere ottimi
consigli per partire, aiutandoti a prendere in mano la tua vita e
affrontare la gestione del tuo peso in modo più sereno e stimolante.
Appena avrai terminato di leggere il manuale, ti offrirò una possibilità
reale di affrontare la gestione del peso con me.
Grazie.
Veronica Altosinno
Bene ora partiamo..
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1) DIETA: COSA INTENDIAMO PRECISAMENTE
CON QUESTO TERMINE?
Spesso, viene spontaneo associare alla parola "dieta" il termine
"dimagrante", ma non è corretto dare per scontato che parlando di
dieta ci si riferisca per forza ad un programma di dimagrimento.
Il termine dieta deriva dal greco "diaita", ed in medicina è stato
utilizzato
Con
per
questa
indicare
parola
la
ripartizione
intendiamo,
infatti,
di
un
cibi
regime
e
pasti.
alimentare
equilibrato e vario, che soddisfi i fabbisogni nutritivi e possibilmente
ci permetta di mangiare con piacere.
Per impostare un corretto regime alimentare, si possono tenere
presenti tre parole chiave: moderazione, varietà ed equilibrio.
Moderazione è necessaria, perché gli eccessi alimentari si pagano
con sovrappeso e obesità. Inoltre, mangiare smodatamente alcuni
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alimenti, e privarsi di altri, può essere causa di carenze di elementi
nutritivi importanti.
Varietà perché bisogna mangiare di tutto, sia nell'arco della giornata
che durante la settimana; se la dieta è varia, si è più sicuri di
assumere tutte le sostanze necessarie, evitando l'accumulo di quelle
nocive, e non incorrendo in carenze alimentari.
L'equilibrio serve perché la buona alimentazione deve essere
bilanciata: se si introducono troppe calorie, queste si accumuleranno
come grasso.
Mantenere la corretta proporzione tra le fonti alimentari, inoltre,
consente di evitare i rischi caratteristici delle diete squilibrate (ad
esempio, come quelle che propongono, allo scopo di dimagrire,
l'abolizione totale dei carboidrati).
Per verificare che la nostra dieta quotidiana corrisponda a regole di
salute e per scoprire eventuali abitudini errate, è molto utile tenere
un diario giornaliero nel quale annotare la composizione dei pasti
che assumiamo. E’ un consiglio che ti suggerisco vivamente di
seguire.
E’ solo con questo metodo che potremo constatare quanti errori
alimentari commettiamo inconsapevolmente (come ad esempio il non
consumare alimenti freschi e di stagione o l'introdurre troppe calorie).
Come si imposta una corretta dieta dimagrante?
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Con l’aiuto di un medico, è possibile stabilire il peso teorico, in modo
tale da calcolare il fabbisogno calorico giornaliero del paziente,
fabbisogno che verrà ridotto poiché l'obiettivo è quello di perdere
peso.
La restrizione calorica dovrà mantenersi intorno alle 1200 - 1400
kcal giornaliere per la donna adulta e intorno alle 1500 - 1800 kcal
per l'uomo adulto; al di sotto di questi valori, la dieta dimagrante non
è corretta dal punto di vista biochimico, poiché non soddisfa i
fabbisogni di micronutrienti (nonostante sia a volte comunque
necessaria
un'integrazione
di
vitamine
e
sali
minerali).
La dieta dovrà essere il più possibile adeguata alle abitudini e ai
gusti della persona e non dovrà provocare una fame eccessiva negli
intervalli tra un pasto e l'altro. Per questo sarà opportuno
distribuire la razione alimentare in tre pasti principali e in tre
spuntini rompi- digiuno.
Il programma di dimagrimento dovrà prevedere abbondanti frutta e
verdura di stagione, cereali, legumi. Anche carni magre e uova
potranno essere consumati, sempre secondo le indicazioni fornite dal
medico. Nella dieta ipocalorica, la percentuale raccomandata di
proteine per evitare un bilancio azotato negativo varia da 0,8 a 1,2
g/kg di peso corporeo ideale.
Anche lo yogurt è un alimento molto indicato per chi segue una dieta
dimagrante, perché apporta fermenti lattici equilibratori della flora
batterica intestinale.
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Per quanto riguarda i condimenti grassi, è senz'altro consigliato l'olio
extravergine d'oliva.
I metodi di cottura devono essere i più semplici possibili, per
mantenere inalterato il valore nutrizionale dei cibi.
Adottando queste abitudini quotidiane con serenità, i primi risultati si
inizieranno ad intravvedere. Ma non finisce qui, anzi siamo appena
all’inizio, giusto per indicarti alcune informazioni di base per una
corretta alimentazione. Probabilmente le conoscerai già: infatti fanno
parte del concetto di “dieta mediterranea” per eccellenza.
Ma ora affrontiamo un altro tema, ovvero sai cosa mangiare ma non
sempre riesci a metterlo in pratica. Cosa succede? Come mai?
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2) MOTIVAZIONI E GESTIONE DEL PESO
La moderna scienza dell'alimentazione ha accertato come non sempre
l'aumento del grasso corporeo sia unicamente legato ad una iper
alimentazione.
Da un'analisi obiettiva, e per questo basta guardarsi attorno, è
facilmente
verificabile
come
ci
siano
persone
che
mangiano
quantitativi al di sotto della media, eppure non solo non perdono
peso ma, al contrario, hanno la tendenza all'accumulo di grasso.
Questa evidenza è un ulteriore conferma dell'inutilità del semplice
calcolo matematico per cui basterebbe togliere 300-500 calorie al
giorno dal fabbisogno calorico giornaliero (calcolato con le formule
teoriche) per ottenere il sospirato dimagrimento.
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Le motivazioni sono da ricondurre sia a fattori fisiologici che
psicologici.
Le motivazioni che portano all'aumento di peso possono essere
individuate e riassunte in:
- Numero di cellule adipose ereditate o sviluppate dalla
gestazione all'età evolutiva, tenendo conto che l'ereditarietà
influisce con una percentuale del 30% sul soprappeso generale di un
soggetto.
- Aspetto ormonale della tiroide, degli androgeni (ormoni della
crescita) e del sistema simpatico (parte del sistema nervoso).
- Dalla sensibilità agli sbalzi glicemici e insulinici.
- Desensibilizzazione agli stimoli di sazietà a livello d'ipotalamo
(serotonina),
Leptina
(ormone
(colecistichinina, polipeptide
delle
responsabile
riserve
lipidiche),
dell'indice di
CCK
sazietà).
- Situazione umorale, psicologica, caratteriale (insoddisfazione e
mancanza di autostima).
-
Squilibri
alimentari
sia
qualitativi
che
quantitativi
e
di
distribuzione oraria.
- Alti livelli di stress con ricerca di gratificazione e cortisolemia.
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- Ipocinesi (mancanza di attività fisica) e bassi livelli di tessuto
muscolare. La sedentarietà può infatti momentaneamente rallentare
una parte degli enzimi deputati alla lipolisi, inoltre il QR (Quoziente
Respiratorio, parametro che indica il tipo di carburante utilizzato) si
sposta verso l'utilizzo di carboidrati e non di grassi.
- Presenza di eventuali intolleranze e allergie.
- Scarsa presenza di grasso bruno, un tessuto adiposo ereditato
dall'infanzia
e
dotato
di
una
grande
attività
metabolica.
Quindi in sintesi,
1 Ciò che conta è la qualità e non la quantità dei cibi.
2 Non tutte le calorie sono uguali. Cibi diversi hanno impatti
metabolici diversi.
3 Non tutti i momenti del giorno sono uguali per assumere
determinati alimenti (cronobiologia).
4 Il numero di pasti influenza i livelli glicemici e la tendenza ad
accumulare grasso.
5 In carenza calorica cronica il corpo tende a distruggere massa
magra.
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6 Ogni persona ha un suo peso forma determinato dalla struttura
scheletrica, dal muscolo e da equilibri dettati da un sistema
denominato ponderostato (peso a cui tendiamo).
7 Necessità di aumentare l'autostima e la gratificazione.
8 Attività fisica mirata a migliorare la massa magra ed il metabolismo
basale. Infatti la termogenesi è alla base del concetto di dissipazione
del calore.
9 Importante eseguire test ematici per verificare l'equilibrio generale
dell'organismo.
Non è importante mangiare meno, ma consumare di più!
Regole chiave per il successo e consigli pratici
Per raggiungere l'obiettivo totale è importante (anche se difficile, ma
con la giusta motivazione ed un aiuto è possibile) riuscire a mettere
perfettamente in atto queste 4 regole, tenendo presente che bisogna
evitare tutti quei metodi dimagranti che tendono a colpevolizzare chi
non riesce a stare a dieta:
1) Regime alimentare corretto rapportato ai gusti personali, alla
facilità di reperimento del cibo, alle abitudini, alla biotipologia
metabolica, alla cronobiologia ormonale, alle eventuali intolleranze.
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2) Attività fisica costante, sufficiente, mirata, personalizzata,
gradita e stimolante (secrezioni delle endorfine gratificanti).
3) Atteggiamento mentale positivo e motivato, aiutati da
ambienti e persone che possano sostenere le scelte, la nascita di
nuove abitudini, e limitando le fonti di stress, con il focus di rinforzare
l'autostima con giusto supporto che offra tecniche ed esercizi efficaci.
4) Giusto sostegno e bilanciamento dell'organismo con il
corretto
apporto
idrico
e
con
l'introduzione
di
metodiche
ed
integratori che possano aiutare a riequilibrare e stabilire l'osmosi
generale dei sistemi biologici.
Hai visto quanti fattori ci sono dietro all’alimentazione e alla gestione
del peso?
Ti consiglio di tenerne conto perché fanno parte di ogni essere umano
e ritengo corretto che tutti sappiano queste informazioni che fanno
accrescere dentro di te consapevolezza che, l’aumento di peso è
determinato da tante informazioni da prendere in considerazione
prima di scoraggiarsi o intraprendere un programma alimentare.
Ora andiamo avanti con il prossimo capitolo per capire i vari casi sulla
resistenza al dimagrimento.
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3) RESISTENZA AL DIMAGRIMENTO
Come dicevo prima, ci sono individui che ingrassano anche se non
mangiano eccessivamente!
A tutti almeno una volta nella vita è capitato di volersi mettere a
dieta, spesso siamo presi dal recupero del peso forma, ed anche se in
molti affrontano diete ipocaloriche, c'è chi dimagrisce facilmente e chi
non dimagrisce... perché?
Tanti studi lo hanno dimostrato togliendo le stesse calorie in soggetti
diversi,
il
dimagrimento
varia
da
pochi
chili
a
molti
chili.
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Parliamo di quelle persone, che se mangiano un biscotto in più al
giorno nel giro di 1 anno prendono diversi kg in più, poiché sono
portatori del "gene risparmiatore" o "thrifty genotype".
Le molte ricerche hanno per certi versi chiarito le cause di tale
evento, ma hanno reso anche tutto più complesso, intrecciando
infiniti
fattori:
ambientali,
genetici,
ormonali
e
comportamentali...
Tuttavia, il fattore che prenderemo in esame è quello contro cui non
si può fare molto, ma che ti può aiutare a capire, comprendere e non
scoraggiarsi: esiste un fattore genetico.
Non dimenticherò mai il racconto di un reduce della seconda guerra
mondiale, periodo in cui serviva molto avere quella caratteristica, per
cui pur mangiando poco non si dimagriva troppo, un suo superiore si
meravigliava e gli diceva sempre scherzando "Caporale lei in che
ristorante va a cena la sera?".
Figuriamoci
nei
campi
di
prigionia,
cosa
poteva
significare,
sicuramente faceva la differenza fra chi moriva di stenti e chi
sopravviveva ad essi.
Si è iniziata a formulare, questa teoria dei geni risparmiatori a partire
dagli anni '70, essa, affermava semplicemente l'esistenza di geni con
una funzione particolare, cioè, far accumulare più adipe, energia di
riserva, negli individui che ne erano portatori.
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Chiaramente, tale energia veniva utilizzata durante le carestie.
Le
dure
condizioni
ambientali,
in
cui
l'uomo
ha
vissuto
ha
sicuramente premiato gli individui che possedevano il "genotipo
risparmiatore", una caratteristica che permetteva ad alcuni individui
di mettere via, rispetto ad altri una quantità d'energia di riserva
maggiore.
Peraltro, tale caratteristica genetica permettendo di aumentare la vita
media veniva trasmessa con più facilità da una generazione all'altra.
Comunque, vorrei chiarire che non esiste un metodo semplice per
stabilire se un individuo mangia troppo, oppure, ingrassa per cause
genetiche e in ogni caso, anche chi ha una componente genetica,
deve fare di tutto per mangiare meno e muoversi di più.
Oggi con tutto il cibo che abbiamo a disposizione non è una
caratteristica apprezzata, ma in diversi periodi storici fece la
differenza tra la vita e la morte avere il "gene del risparmio".
Perdite di peso eccessive e veloci vanno comunque sempre evitate,
perché in tutti noi la componente genetica attiva meccanismi di
difesa, quali l'adattamento metabolico.
Infatti, l'adattamento metabolico, ossia, la riduzione del dispendio
energetico che avviene in riposta ad un regime restrittivo, sembra
essere infatti una condizione di ostacolo al dimagrimento.
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Sicuramente il fattore genetico è importante e da tenere in
considerazione ma ora, come possiamo ritrovare la motivazione a
perdere peso senza costrizione ma attraverso un processo mentale?
Vediamolo nel prossimo capitolo.
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4) COME RITROVARE LA MOTIVAZIONE NELLA
GESTIONE DEL PESO
Quasi tutti vorrebbero dimagrire, in pochi iniziano spinti da una forte
motivazione,
mentre
tantissimi
rimandano
continuamente,
perché?
Il termine "motivazione" si usa per indicare l'inizio, la direzione,
l'intensità e la persistenza del comportamento (in questo caso il
mangiar meno) diretto verso un obiettivo (per noi è il dimagrimento o
gestione del peso).
In parole più semplici la motivazione è il motivo che spinge
all’azione. Quando il motivo (ovvero il perché) è forte, le
azioni (ovvero il come) non sono mai un problema.
Ricordalo!
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E tu sei consapevole del tuo motivo per cui vuoi gestire il tuo peso?
Ricordalo a te stesso ora: Scrivilo qui
.................................................................................................
.................................................................................................
.................................................................................................
La
motivazione
rimanda
e
ricorda
un’emozione,
una
sensazione. E spesso è un emozione che muove, e dà origine
alla motivazione.
Che emozione colleghi alla tua voglia di gestire il peso (o
dimagrire)? Scrivilo ora
.................................................................................................
.................................................................................................
.................................................................................................
L'innamoramento, ad esempio, è uno dei più forti stimoli al
dimagrimento ed è una leva motivazionale importante. In questo
caso la leva emozionale è positiva. Ma anche le emozioni negative,
come il non accettarsi, l'essere insoddisfatti del proprio corpo può
essere una leva emozionale che può spingere ad essere motivati.
Tuttavia, capita spesso l'emozione e la motivazione non ci sono,
oppure, non sono costanti per cui si inizia una dieta per poi lasciare
dopo poco tempo.
Come
sconfiggere
l'abitudine
a
rimandare
e
trovare
la
motivazione?
La prima cosa da fare è capire il rapporto tra motivazione e
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azione.
Tutti pensiamo che la motivazione debba precedere l'azione, in realtà
è vero il contrario: per alcuni l'azione può precedere la motivazione
(infatti in questo caso l’azione può essere l’elemento di conferma
delle nostre possibilità di “farcela”). Una volta iniziato la motivazione
tende ad acquistare slancio e diventa più facile continuare...
Fondamentali inoltre sono i pensieri giusti. Il modo in cui
pensiamo stimola e facilita, oppure ostacola.
Pensieri che ostacolano sono:
"inizio lunedì"
"ma va bene così, tanto le vacanze sono lontane"
"aspetto la condizione mentale giusta, adesso non riesco"
Pensieri che aiutano:
"meglio
iniziare
subito
così
per
agosto
mi
sentirò
a
posto"
"prima comincio, prima avrò risolto il mio disagio"
“se so, come e cosa fare, sarà facile”
Questo è un esempio di quello che noi Coach chiamiamo “Dialogo
Interiore”. Il D.I. è tra gli aspetti più importanti tra il successo
ed il fallimento di un obiettivo.
Renditi consapevole: se stai seguendo una dieta (od un altro
obiettivo), quando pensi alle possibilità che hai di riuscirci, che cosa ti
dici?
.................................................................................................
.................................................................................................
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Se ciò che hai scritto, rivela un dialogo interiore poco motivante, o
che non è in grado di sostenere la tua voglia di raggiungere
l’obiettivo, allora è il caso che pone rimedio, per gestirlo al meglio
(alla fine di questo ebook, ti segnalo un opportunità proprio per
aiutarti su questo aspetto).
Dopo aver visto quanto incide la mente nel decidere di fare le scelte
giuste, ora vediamo come ci viene in soccorso l’alimentazione.
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4) L'ALIMENTAZIONE, UNA NECESSITÀ VITALE...
Imparare a mangiar bene, in modo equilibrato, valorizzando tutti i
componenti nutritivi a disposizione nei cibi (carboidrati, grassi,
proteine, vitamine e sali minerali) è importante per mantenere uno
stile alimentare salutare.
Infatti, un'alimentazione ben impostata rappresenta un fattore di
prevenzione nei confronti di quelle malattie definite del "benessere
e della civilizzazione".
Troppo spesso negli ultimi anni, gli alimenti vengono classificati,
erroneamente, in quelli "che fanno bene" e quelli "che fanno male".
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Non è sicuramente questo il modo per acquisire delle corrette
abitudini alimentari.
Inoltre, quando si parla di corrette abitudini alimentari è utile
ricordare che non vuol dire eliminare dalla propria dieta certi
cibi.
Al contrario, è indispensabile utilizzare tutti i cibi in modo che il
nostro organismo possa avere a disposizione, per soddisfare i suoi
fabbisogni, tutti diversi principi nutritivi presenti in modo giusto ed
equilibrato.
E poi non dimentichiamo il gusto, visto come elemento altamente
strategico.
Scegliere una dieta basandosi sul gusto per tutti, vuol dire analizzare
le proprie preferenze alimentari.
Si tratta di un percorso fondamentale soprattutto nelle diete che
possono durare tutta la vita.
Molte persone scelgono gli alimenti più in funzione dei gusti personali
che sulla base di valutazioni obiettive delle proprie necessità
fisiologiche.
L'alimentazione è uno dei fattori che incidono più fortemente
sull'accrescimento,
sullo
sviluppo
fisico
e
mentale,
sul
rendimento e sulla produttività degli individui. L'alimentazione è
dunque per l'individuo una necessità vitale: gli alimenti apportano da
una parte il combustibile necessario alla produzione di energia e
dall'altra,
i
principi
nutritivi
o
"nutrienti",
indispensabili
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al
mantenimento di un equilibrio biologico armonioso che si identifica
con la buona salute.
Esistono moltissime prove a dimostrazione del fatto che un corretto
modo di alimentarsi ha rappresentato nel corso degli ultimi anni, un
fattore di primaria importanza nel miglioramento dello stato di
salute e di benessere.
D'altra parte, molte malattie che risultano aumentate nella
società attuale, sono da collegare in gran parte ad errate
abitudini alimentari.
Bisogna puntare a riscoprire il proprio rapporto con il cibo nel suo
significato più vero, che non è quello legato ai sacrifici e alle
privazioni, connesse ad uno stato di malattia, ma l'arte di
alimentarsi bene e consapevolmente, al fine di mantenere un
soddisfacente stato di salute.
Bisogna capire e realizzare come un'alimentazione sana ed equilibrata
possa garantire più benessere e salute senza dover mortificare il
gusto ed il piacere della buona tavola. Questo è sicuramente più
semplice per chi conserva le abitudini alimentari tradizionali e fa uso
di cibi meno ricchi di energia e più ricchi di sostanze utili.
Per anni ci siamo mortificati, sentiti falliti ed in colpa per non essere
stati in grado di adattarci alla classica dieta; solo oggi iniziamo a
cogliere che, in realtà, è la dieta che non ha saputo adattarsi a noi.
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Chi
non
sa
che
mangiare
frutta
e
verdura
fa
bene?
Chi non sa che bisogna bere almeno un litro e mezzo di acqua
al giorno?
E' dunque giunto il momento di chiederci: perché pur sapendo la
teoria dell'alimentazione non riusciamo a passare alla pratica?
La risposta è semplice e allo stesso tempo, complessa.
Anzitutto, crediamo di sapere cosa è corretto mangiare, ma in realtà,
molte nostre informazioni sono superficiali, parziali, e spesso del tutto
errate e male interpretate. Dovrebbero essere i piccoli gesti
quotidiani a renderci abili nella gestione del peso corporeo.
Siamo in grado di apprendere tutto: a guidare, a leggere, a suonare
uno strumento. Lo stesso concetto bisogna applicarlo alla sana e
giusta alimentazione finalizzata al proprio controllo del peso corporeo.
Dobbiamo acquisire delle abilità pratiche che ci permettono di
controllare l'ago della bilancia, e per abilità si intende a imparare a
svolgere un compito ed ad installare nuove abitudini.
La prima delle abilità da acquisire è quella delle quantità:
pesate ad occhio?
Ossia, se ci pensi, è la quantità di calorie che ingerisci, meno quella
che consumi, ad influire sul peso.
Ad esempio oggi, capita spesso di mangiare fuori casa e trovarsi ad
essere serviti con porzioni non idonee al nostro organismo e stile di
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vita, ma piuttosto adatte a chi svolge un'attività fisica pesante. Ti è
mai capitato?
A casa esercitati pesando gli alimenti, e utilizzando una guida alle
porzioni, in modo da poter imparare in seguito a pesare ad occhio le
quantità di alimenti adatta a te.
Con l'aiuto di un Coach puoi imparare a diventare più consapevole
di quando è opportuno terminare di mangiare, quando non hai più
fame, piuttosto che continuare fino a quando rimane qualcosa nel
piatto. Davanti ad una porzione di un piatto prelibato mangiamone
pure, ma solo la quantità che poi andremo ad utilizzare, puntando a
bruciarne le calorie nelle ore successive, ma senza mai dimenticare di
goderne in pieno.
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5) L’ASPETTO EMOZIONALE: FAME NERVOSA
(EATING EMOZIONALE)
La "fame nervosa" è il termine comune per indicare ciò che gli
studiosi
del
comportamento
alimentare
definiscono
eating
emozionale, cioè "la situazione vissuta da quei soggetti che
mescolano le emozioni con l'assunzione di cibo e usano il cibo per far
fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano".
Anche chi non è oppresso da problemi di peso raramente mangia solo
per soddisfare la fame biologica e per nutrirsi. Alcuni studiosi hanno
ipotizzato la causa dei comportamenti alimentari anomali: essi
ritengono che la fame nervosa si sviluppi nella prima infanzia.
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Secondo questa teoria, è essenziale che la mamma capisca quando il
bambino avverte un reale bisogno di mangiare e quindi soddisfi la
fame porgendogli il seno o il biberon, evitando di offrirgli il cibo
quando il pianto infantile non è effettivamente una conseguenza della
fame. Se questa giusta interpretazione della mamma non si verifica,
è probabile che il figlio crescerà senza essere capace di elaborare una
giusta identificazione della fame e non saprà distinguere tra questa
ed altre sensazioni.
Così, nell'età adulta diversi stati d'animo come l'ansia, la tensione, la
collera verranno interpretati nel modo sbagliato con conseguente
assunzione eccessiva di cibo.
L'eating emozionale, in definitiva, è caratterizzato da vari stili
alimentari e diverse sono le motivazioni ed emozioni che portano alla
necessità di usare il cibo, spesso in grande quantità, per far fronte a
situazioni di noia, di ansia, di rabbia o di depressione.
Il legame tra alimentazione ed emozioni è ormai dimostrato, anche se
questo non significa che l'eating emozionale dipenda necessariamente
da severi problemi psicologici o da conflitti interiori; infatti anche le
emozioni legate alle normali attività di vita quotidiana possono essere
uno stimolo per l'assunzione smodata di cibo, talvolta anche in modo
compulsivo.
Fa seguito una lista dei modelli tipici dei soggetti con eating
emozionale e dei rimedi suggeriti:
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Mangiatori tristi: l'individuo è triste e tenta di sconfiggere la propria
tristezza mangiando. La tristezza in genere ha origine da un'analisi di
un fatto spiacevole, di una perdita o di una delusione e può essere
considerata come la risposta fisiologica dell'organismo ad uno di
questi eventi. Non bisogna però confondere la tristezza con la
depressione, in quanto quest'ultima deriva invece da una distorsione
di
un
pensiero
o
un
episodio
(esagerandone
l’impatto
o
le
conseguenze). In un quadro di depressione si tende a valutare la
situazione negativa in maniera irrazionale e catastrofica.
Voglio ricordarti, che i principali fattori di rischio in questo
caso, sono: tristezza, basso livello di autostima, pessimismo
riguardo al futuro, diminuzione dell'interesse sessuale e
dell'energia, modificazione dell'appetito e del peso.
Per chi è un mangiatore triste, la prima cosa che si può fare è
identificare è:
1)modificare il pensiero irrazionale, tenendo presente che i sentimenti
non sono determinati dall'evento, ma piuttosto dai
pensieri nei
confronti dell'evento stesso.
2)fare
esercizio
fisico
continuativo.
Infatti
esso
genera
un
miglioramento del tono dell'umore, anche quando il soggetto si
nasconde dietro pensieri del tipo "non sono uno sportivo" o "è troppo
faticoso". E' bene ricordare che gli effetti benefici si hanno anche
soltanto camminando con frequenza e conducendo una vita più
attiva, non è necessario praticare un'attività fisica estenuante.
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Mangiatori
ansiosi:
in
questi
soggetti
è
tipico
il
legame
intercorrente tra ansia e cibo, specialmente se l'ansia deriva
dall'apprensione o dalla preoccupazione per un evento futuro che
sarà spiacevole o pericoloso.
L'ansia è una sensazione diffusa vissuta come una minaccia
indefinita per il proprio benessere generale. Essa non deve essere
confusa con la paura, che è il risultato di una sensazione specifica
riferita a qualcosa di specifico e conosciuto.
Il soggetto ansioso tenta di alleviare con il cibo i sintomi di
sudorazione, agitazione, tensione, irrequietezza.
L’aiuto che può essere utile per queste persone, è innanzitutto
identificare le emozioni e la loro sequenza, i pensieri, e le circostanze
che creano l'ansia, e quindi discutere e modificare in modo razionale
l'atteggiamento mentale.
Mangiatori annoiati: la noia è probabilmente la più diffusa forma di
compensazione emozionale nell'alimentazione, ed è spesso associata
all'eating emozionale.
Per i mangiatori annoiati, infatti, il cibo è l'unico motivo legittimo per
poter interrompere un'attività noiosa. Come esempio di questo si può
prendere la pausa durante le ore lavorative, quando si beve il caffè e
si mangia la brioche: questo è ritenuto accettabile, mentre non lo
sarebbe interrompere il lavoro per leggere il giornale o per fare due
passi. Anche la casalinga che si ritrova con del tempo libero e non sa
che fare, spesso inizia a cucinare e a mangiare.
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La noia non è associata a dei sintomi evidenti, è quindi difficile
identificare il vero problema. L'analisi, la registrazione del cibo
assunto, e il controllo dei momenti in cui ci si lascia andare durante la
giornata,
possono
essere
dei
validi
strumenti
per
contrastare
l'associazione del cibo, a situazioni nelle quali il soggetto non ha
niente da fare.
E' quindi utile:
a) programmare attività piacevoli, non impegnative e, quando
questo non fosse possibile,
b) cercare di svolgere le attività noiose in un luogo dove non vi sia
del cibo disponibile.
Mangiatori soli: questi soggetti usano il cibo come il sostituto di
qualcosa che manca: un compagno, un amico o qualcuno con cui
condividere la vita.
Purtroppo la situazione generalmente peggiora
(con il conseguente aumento di peso), poiché aumentano le difficoltà
a relazionarsi adeguatamente con gli altri.
Si possono distinguere due tipi di solitudine:
1) la prima è causata dalla mancanza di contatti con gli altri,
perciò nei soggetti che ne soffrono bisogna cercare di stimolare il
rapporto sociale, lavorando in particolare sui pensieri (convinzioni)
negativi riguardo la loro capacità di relazionarsi agli altri.
2) Il secondo tipo di solitudine è caratterizzato da relazioni
interpersonali presenti ma estremamente superficiali, tanto
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che i soggetti in questione hanno paura di condividere i sentimenti
con qualcuno, temendo di essere giudicati negativamente e rifiutati.
Per risolvere questa situazione bisogna imparare ad identificare uno o
due amici reali, a conoscerli meglio, senza pretendere la perfezione
nelle persone prescelte.
Ovviamente questo processo richiede molto tempo, perciò bisogna
sempre ricordarsi che i grandi rapporti (amicizie, relazioni, etc) sono
caratterizzate dall'impegno, e dal susseguirsi di numerosi alti e bassi.
Ed in quest’ultimo elemento la chiave risiede nella capacità e
coraggio di comunicare e ascoltare. Solo così sarà possibile superare
le possibili incomprensioni, costruendo una relazione stabile e
duratura.
Mangiatori
risentimento,
arrabbiati:
gelosia,
la
rabbia,
indignazione
espressa
o
sotto
frustrazione
forma
può
di
essere
associata all'eating emozionale. Generalmente questi sentimenti
derivano dal fatto che il soggetto non riesce ad ottenere ciò che
desidera, oppure resta ferito da qualcuno,
quindi, mangia per
scaricarsi e per sfogarsi. Il mangiatore arrabbiato, talvolta soffre di
dolori allo stomaco o ai muscoli.
Per risolvere questo problema bisogna imparare a gestire la rabbia
e per ottenere questo risultato esistono varie tecniche:
1)la prima consiste nel condividere la rabbia, perché è importante
che la persona impari a non reprimere il sentimento, evitando di
finire a trovarsi a mangiare senza controllo nei momenti in cui è
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arrabbiato; NOTA BENE: esprimere la rabbia, intendo esprimere
scegliendo il come ed il quando farlo, condividendo il fatto o
l’elemento che ha creato il sentimento di rabbia.
2) un altro sistema consiste nel lavorare sui pensieri irrazionali che
producono questo stato emotivo.
Bisogna far loro capire che devono mangiare in modo corretto, per se
stesse e non soddisfare una compensazione, o per sfidare o per fare
piacere agli altri, e che devono parlare apertamente con chi sta loro
attorno del proprio peso e del proprio comportamento alimentare,
particolarmente con coloro i quali le criticano.
Mangiatori celebrativi: fanno parte di questa categoria i soggetti
che trovano impossibile gioire di qualcosa senza abusare con il cibo, e
hanno molta difficoltà nel prendere parte ad un evento senza
mangiare o bere in eccesso.
Se un soggetto soffre di questo problema, deve capire che le
occasioni sociali sono fatte per incontrare gente e non per mangiare
del cibo superfluo, e che è sempre possibile servirsi di alimenti
ipocalorici, a basso contenuto di grassi, anche in queste situazioni.
Per fare questo può essere utile individuare se si può associare il
proprio comportamento alimentare con gli stili di eating emozionale
sopra
indicati,
registrando,
accanto
agli
alimenti
introdotti
quotidianamente, gli stati emotivi e le sensazioni fisiche associate
in quel momento all'ingestione.
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Risulterà così possibile distinguere la reale sensazione di fame dalla
voglia di cibo stimolata da sensazioni diverse, ma non da un appetito
Inoltre
è
utile
associare
alla
dieta
dell'esercizio
fisico
continuativo, che, oltre a migliorare il tono dell'umore, e quindi a
ridurre l'eating emozionale, contribuisce anche a ridurre la fame
biologica.
6) LA COMUNICAZIONE CON GLI ALTRI E LA SUA
RELAZIONE CON LA FAME EMOZIONALE
Il ruolo della comunicazione nella gestione del peso, è di
fondamentale importanza. Per una persona che si trova ad
affrontare una delle precedenti modalità di fame emozionale, è
necessario che riconosca quale tipo di comunicazione sta usando nel
relazionarsi con gli altri, e quale, invece, sarebbe opportuno
scegliere.
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Vediamo insieme le tre modalità comunicative principali
attraverso cui nasce il confronto con gli altri (partner, amici,
parenti, etc.):
Il passivo parla sottovoce, con gli occhi abbassati, usa parole del
tipo "forse", "piuttosto", "se tu potessi" ed è incapace di rifiutare le
richieste per paura di offendere gli altri. La rabbia non viene quindi
esternata, il soggetto la rivolge verso se stesso per la propria
incapacità di farsi valere e il risultato che ne deriva è il mangiare in
eccesso.
L'aggressivo basa la propria comunicazione sulle sue necessità e su
ciò che vuole: parla a voce alta e spesso discutendo arrossisce; usa
termini del tipo "mai", "sempre" o "impossibile", a volte minaccia ed è
sempre in lotta con gli altri, che sono ai suoi occhi i nemici o le
vittime. La sua incapacità di modificare l'ambiente che lo circonda si
trasforma in frustrazione e rabbia e quindi si scaglia sul cibo per
sfogarsi.
L'assertivo comunica esprimendo direttamente le sue necessità, la
sua volontà e i suoi desideri, tenendo conto dei sentimenti e delle
emozioni della persona con cui sta parlando.
Normalmente ottiene i cambiamenti desiderati nelle attitudini e nei
comportamenti del suo interlocutore, ma sempre rispettandone i
diritti. Nelle sue azioni è sempre consapevole che esiste anche il
prossimo, non si aspetta che gli altri facciano tutto per lui e non
pensa di dover fare tutto per gli altri.
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L'assertivo quindi non tende a diventare arrabbiato né frustrato, è
per questo che ha un maggior controllo sul proprio comportamento
alimentare. Sarebbe quindi una buona cosa imparare a essere
assertivi proprio per poter esprimere le opinioni personali, far valere i
propri diritti e far fronte ad eventuali violazioni dei diritti considerati
"di tutti", come la libertà di espressione e di pensiero.
Poche regole possono aiutare ad ottenere questo risultato:
- bisogna ricordare che ognuno ha il diritto di esprimere ciò che
pensa,
- essere chiari nelle nostre richieste,
- non criticare la persona con cui si discute, ma solo i concetti che
esprime, superare la paura di dire no,
- accettare con calme le critiche, riflettendo sul fatto che potrebbe
esserci del vero in ciò che ci viene detto.
Dopo
aver
esplorato
la
parte
emotiva
molto
preponderante
nell’alimentazione, ora passiamo alle regole alimentari per ritrovare il
giusto peso con serenità.
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6) LE 10 REGOLE PER RITROVARE IL GIUSTO
PESO
Ecco le 10 regole per ritrovare il giusto peso: ricorda sempre
queste regole semplici che potranno aiutarti a stare meglio.
1) Colazione leggera:
mangia tanta frutta e bevi spremute. E' consigliabile evitare caffè e
the almeno fino alle tre del pomeriggio, ma se fosse un sacrificio
troppo grande, cerca di limitarne l'assunzione.
2) E' meglio consumare un piatto unico:
pasta, riso, carne, pesce, uova o formaggio, accompagnato da un
contorno di verdure.
3) E' preferibile iniziare il pasto con verdura, cruda o cotta.
Va bene anche la frutta, che risulta così più digeribile.
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4) Mangiate in un ambiente tranquillo, stando seduti.
Evitate i locali rumorosi: il cibo deve essere masticato a lungo e
soprattutto con calma.
5) Limitate il sale.
Per insaporire i cibi si possono utilizzare le erbe aromatiche, in questo
modo potrete evitare il sale.
6) Moderate, ma non eliminate, i grassi (anch'essi indispensabili
per una corretta alimentazione e la salute).
Bisogna sceglierli con cura, dando preferenza a quelli vegetali,
usandoli comunque con parsimonia (è ottimo l'olio extravergine
d'oliva).
7) Consumate più spesso le leguminose (fagioli, piselli, soja,
ecc.).
8) Tenete in casa solo gli alimenti e le bevande che avete
deciso di inserire nella vostra dieta.
Quando fate la spesa, impegnatevi ad evitare di acquistare alimenti
che riconoscete come dannosi, o che sapete che possono indurvi in
tentazione.
9) Fate la spesa seguendo una lista scritta, evitate gli acquisti di
impulso, portandovi una lista scritta (per i motivi descritti al punto 8).
10) Se avete poco tempo da dedicare alla cucina fate scorte di
surgelati di verdure, zuppe e minestroni (non già salati o
conditi): sono veloci da preparare e sono leggeri.
Anche al ristorante è bene seguire qualche semplice regola:
-
Ordinate verdure come antipasto.
Chiedete sempre di essere voi a condire, al tavolo.
Ordinate un piatto unico (primo o secondo).
Evitate i piatti con panna, creme, salse o fritti.
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6) DIETA ED EFFICIENZA MENTALE
Sia che stiate andando a scuola o al lavoro sia che, semplicemente,
vogliate la vostra mente nella forma migliore, fare colazione è un
dovere.
Le evidenze raccolte fino ad oggi mostrano che la colazione può
influenzare i processi mentali coinvolti nella creazione e nel recupero
dei ricordi, e nella capacità di gestire informazioni complesse e
impegnative.
Una ricerca effettuata sui bambini, ha messo in evidenza come
saltare il primo pasto della giornata, porti i bambini ad effettuare più
errori nei test a cui sono sottoposti rispetto ai bambini che invece
fanno colazione. Anche in giovani adulti che non fanno colazione, è
stata osservata una prestazione più scarsa in test scolastici, rispetto
a coloro che consumano del cibo prima di venire sottoposti al
medesimo esperimento.
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Sembra
che
la
colazione
eserciti
questi
effetti
grazie
all’innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue, che provoca a
sua
volta
nel
cervello
l’aumento
della
concentrazione
di
un
neurotrasmettitore definito acetilcolina.
Secondo i ricercatori che lavorano in questo campo, come il Professor
David
Benton
dell’Università
del
Galles
(Wales
University),
l’acetilcolina è coinvolta nei processi della memoria poiché è stato
dimostrato che le sostanze che ne bloccano la produzione distruggono
la memoria, riducendo in particolare la capacità di memorizzare
informazioni nuove.
Poiché la vitamina B1 è necessaria per la produzione di acetilcolina,
garantire un corretto apporto di questa sostanza può avere un ruolo
importante nell’ottimizzare le prestazioni mentali nel corso
della mattinata. Gli alimenti a base di cereali che contengono la
vitamina B1 comprendono pane integrale e cereali arricchiti per la
prima colazione.
La nostra capacità di ragionare in modo corretto, non è collegata
solamente agli effetti a breve termine dell’alimentazione; infatti le
prestazioni mentali possono essere influenzate anche dalla qualità
nutritiva della dieta e dai suoi effetti complessivi a lungo termine. Ad
esempio l’assunzione inadeguata a lungo termine di ferro, può avere
effetti sulla capacità di concentrazione e addirittura ridurre il
quoziente intellettivo (QI).
E’ noto che la carenza di ferro causa un danneggiamento della
memoria negli adulti e nei bambini, e che nei bambini piccoli e nei
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neonati può causare problemi all’attenzione e alla capacità di
apprendimento (per ulteriori dettagli consultare il numero 16 di Food
Today).
Se le donne sono particolarmente sensibili ad una insufficiente
assunzione di ferro con la dieta, quantità troppo basse di un altro
micronutriente, lo iodio, possono invece avere effetti su entrambi i
sessi. Lo scarso apporto di iodio sembra avere effetti negativi sulla
capacità di prendere decisioni ed iniziative. Tale problema interessa
soprattutto alcune aree dell’Europa e i paesi in via di sviluppo, ma
può essere risolto con una corretta alimentazione; infatti il consumo
di sale addizionato iodato, di pesce, di molluschi, di carne, latte e
uova può aiutare a garantire il mantenimento di una corretta
assunzione di questo micronutriente.
Se la mancanza di alcuni elementi nella dieta può portare alla
riduzione delle prestazioni mentali, l’aggiunta di altri elementi
può aiutare a dare al nostro cervello uno stimolo in più.
La caffeina ad esempio esercita un effetto stimolante moderato,
agendo sul sistema nervoso centrale e migliorando il livello di
attenzione. Alcuni test hanno mostrato che la caffeina è in grado di
accelerare la capacità di elaborare velocemente le informazioni nel
cervello del 10 % e che un caffè dopo pranzo aiuta a contrastare la
normale sonnolenza del “dopo pranzo” e a mantenere la capacità di
concentrazione.
Non è importante solo ciò che si beve, ma in generale bere una
quantità sufficiente di acqua.
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Infatti anche una lieve riduzione dello stato di idratazione può avere
effetto sulle prestazioni mentali; è bene ricordarsi che nel momento
in cui si avverte la sete si è già disidratati, quindi continuare ad
assumere liquidi nel corso della giornata contribuisce a mantenere il
cervello nelle condizioni ottimali.
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7) TEST DI VALUTAZIONE DEL TIPO DI
ALIMENTAZIONE E DELLO STILE DI VITA
Controlla di quanto le tue abitudini alimentari si discostano da questo
schema.
Usa il seguente questionario come aiuto per trovare in quale area
devi apportare dei cambiamenti. Quando fai un cambiamento, stai
attento ad includere nella tua dieta dei cibi che ti piacciono.
E soprattutto ricorda: quando si tratta di nutrizione e di stile di vita i
piccoli
cambiamenti
sono
quelli
che
durano
più
a
lungo.
Rispondi "SI" oppure "NO"
1) CEREALI
- In genere usi pasta, pane e fette biscottate fatti con farina bianca
piuttosto che con prodotti integrali?
SI
NO
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2) VERDURA E FRUTTA
Mangi meno di cinque varietà di frutta o di verdura al giorno?
SI
NO
3) LATTE E YOGURT
Preferisci questi prodotti preparati con latte intero piuttosto che
parzialmente scremato?
SI
NO
4) GRASSI
Aggiungi parecchio olio, burro, margarina o altri grassi al cibo che
consumi?
SI
NO
5) CARNI
Consumi più carni grasse (come ad esempio prosciutto cotto e crudo,
salumi, insaccati in genere, carni grasse di qualsiasi animale,
hamburgers, salsiccia che carni magre?
SI
NO
6) ZUCCHERI
Consumi più di tre o quattro alimenti ad alto contenuto di zucchero
per settimana? (es. gelati, dolci, bibite zuccherate, succhi di frutta,
ecc.)
SI
NO
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7) CONTROLLO DEL PESO
Il controllo del peso è importante per te?
SI
NO
8) FORMA FISICA
Di solito ti senti troppo stanco o indolenzito per fare sport?
SI
NO
9) STILE DI VITA
La vita che fai ti impedisce di alimentarti correttamente perché mangi
da solo, viaggi molto o mangi sovente fuori casa?
SI
NO
ANALISI DELLE RISPOSTE
Se hai risposto "SI" individua un'area dei nostri consigli in cui
dovresti migliorare le tue abitudini alimentari.
1) Prediligi alimenti integrali che sono più ricchi di fibre e
soprattutto per il loro basso valore di indice glicemico tendono a farti
ingrassare meno. Ricorda che patate e legumi si possono consumare
in sostituzione di pane o pasta.
2)
Consuma
abbondante
frutta
e
verdura.
La
verdura,
preferibilmente cruda, fresca e di stagione, perché più ricca di fibre,
vitamine e sali minerali. Se la consumi cotta prediligi la cottura al
vapore o saltata in padella, ma senza soffriggere. Tutta la frutta
dovrebbe essere assunta fuori pasto. Consumata tutti i giorni,
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garantisce un sano ed equilibrato apporto di vitamine fibre e sali
minerali.
3) Prediligi i latticini contenti latte parzialmente o totalmente
scremato, con meno grassi e più ricco oltre che di proteine, anche di
calcio e vitamina B2. Il calcio rinforza lo scheletro e la dentatura e
vitamina B2 converte in energia il cibo che introduci quali. Per i
formaggi in genere, prediligi la crescenza, la caciotta di mucca, la
ricotta di mucca, lo stracchino, il taleggio ecc…. Gli altri utilizzali non
più di una volta a settimana.
4) Limita il più possibile l'uso di sostanze grasse (maionese,
salsa
tonnata,
cacao
ecc..)
ed
alimenti
conservati
sottolio
o
conservati in genere, ad eccezione dei surgelati.
Fai particolare attenzione al consumo di frutta zuccherina (cachi,
fichi, uva e banane). Per condire preferisci l'olio di oliva, limita il più
possibile l'uso di burro.. Condisci i primi piatti asciutti con sughi poco
elaborati; evita i ragù, panna, olio in eccesso, ecc.. Se sono in brodo
prediligi quello vegetale o di carne sgrassata.
5) La carne non va consumata più di quattro volte a settimana
e non più di una volta al giorno. Prediligi quella bianca e scegli le
parti più magre. Elimina, ad esempio la pelle del pollo prima della
cottura, cucina come preferisci, ma non aggiungere grassi e olio
durante la cottura. Puoi farlo solo a cottura ultimata e soprattutto
rispettando le piccole quantità. Per cuocere più facilmente utilizza
vino bianco, brodo, latte scremato, sugo di pomodoro, aromi ecc.
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6) Evita di consumare zucchero in eccesso o alimenti che lo
contengono (es. brioches, biscotti, gelati, caramelle, ecc..) e non
consumarli durante i pasti o durante la digestione. Per dolcificare le
bevande (caffe', te', ecc.) utilizza il fruttosio, lo zucchero grezzo di
canna oppure i diversi tipi di dolcificante presenti in commercio.
7) Un buon rapporto con il cibo è il modo migliore per
mantenere e ritrovare uno stato di salute fisico e mentale
ottimale. Il dimagrimento deve essere armonico, non è infatti
consigliato che tu perda peso troppo in fretta e che sopravvaluti le
eventuali pause di dimagrimento che l'organismo esige per potersi
fisiologicamente abituare. Considera inoltre, che il calo potrebbe non
essere
immediato
e
soprattutto
non
corrispondere
alle
tue
aspettative; non devi porti obiettivi impossibili da raggiungere, ma
senza abbatterti , continuare con costanza a seguire le indicazioni che
ti vengono fornite cercando di migliorare il tuo stile di vita.
8) Grande importanza riveste l'attività fisica ed il movimento
in genere, che dovresti svolgere quotidianamente, in forma
leggera, continuativa e progressiva. Inoltre cerca di vincere la
pigrizia adottando dei piccoli accorgimenti che portano a bruciare più
calorie e nello stesso tempo a migliorare l'attività cardio circolatoria.
Ad esempio preferire le scale all'ascensore, utilizzare la propria auto
solo per le grandi distanze e preferire i mezzi pubblici, magari
prenotando una o due fermate precedenti a quella prevista!
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CONCLUSIONI ED UN REGALO PER TE
Siamo arrivati alla conclusione del manuale…
Spero che ti sia piaciuto e che sia stato utile per te, comprendere
alcune linee guida per intraprendere un percorso solido mirato ad una
corretta
alimentazione
e
benessere
generale,
con
tutte
le
informazioni per ripartire.
Abbi la consapevolezza che i risultati arrivano una volta che hai
iniziato a crederci, e mettendoti in gioco con fiducia, creando
abitudini utili per ottenere uno stile di vita sano e con vitalità, senza
rinunce ma solo piccole accortezze per non ritrovarsi a metà strada e
poi mollare.
Ti ringrazio nuovamente per aver scaricato questo manuale perché
come promesso all’inizio ho una proposta da farti.
Per te che hai scaricato questo manuale voglio offrirti la
possibilità di iniziare il tuo percorso con il nostro aiuto, per avere
più
strumenti
a
disposizione,
e
sentirti
guidata
verso
il
raggiungimento del tuo obiettivo.
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sessioni con un nostro Coach ad un prezzo davvero vantaggioso,
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VALORE DI €250,
solo per te le offriamo a €184
(sono circa € 60 a sessione)
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- Avrai modo di essere seguita per l’inizio di un nuovo
percorso di coaching, nelle tre sessioni per strutturare e
passare subito all’azione, con dei compiti da fare già alla prima
sessione.
- Potremo
sviluppare
insieme
quali
sono
le
tue
resistenze/convinzioni limitanti e come combatterle per
mantenere il tuo obiettivo nel lungo tempo.
Se sei interessato alla proposta che ti abbiamo lanciato, chiamaci al
numero 389/5096796 o scrivendoci ad [email protected]
Ci
metteremo
d’accordo
sul
pagamento
e
quando
possiamo
pianificare la prima sessione.
Anche se non ti conosco, ti auguro una buona vita di serenità e
successo, perché tutte le persone hanno il diritto di essere felici. Se
avrai voglia sappi che il nostro gruppo di Coach esperti, ha gli
strumenti per trasferire motivazione e maggior autostima,
attraverso lo strumento del coaching, e offriamo tutto il
sostegno possibile, come unico scopo: per una vita felice e
appagante per chi desidera il nostro contributo.
Le persone più sono felici maggiore è il contributo che possono
offrire agli altri e per se stessi.
Un caloroso saluto da Veronica Altosinno e Sergio Amatulli.
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Veronica Altosinno
Life Coach e Responsabile Progetto Autostimaweb
sono una Coach e mi occupo di Crescita Personale da quando ho
conosciuto Human Performance Italia più di cinque anni fa. Nel
2012 ho ottenuto la certificazione di PNL Practitioner sempre con
HP Group e nel 2013 ho conseguito il diploma di certificazione
presso
la
Scuola
di
Coaching
della
stessa
società.
In questi cinque anni di collaborazione con Human Performance in
qualità di Training Assistant ho avuto modo di essere a stretto
contatto con i Coach di Human Performance, tra cui il fondatore
Sergio Amatulli che è stato il mio mentore, coach e docente per questi anni e a cui devo davvero
molto e per cui nutro profonda stima nei sui riguardi.
Tutti questi anni di esperienza e apprendimento mi hanno reso capace di utilizzare e trasferire gli
strumenti del Coaching attraverso le sessioni individuali, come mi hanno reso anche capace di
instaurare
facilmente
rapporti
di
empatia
e
fiducia
con
i
miei
Clienti.
Una delle mie più grandi soddisfazioni è osservare come i nostri clienti riescano ogni volta
a sviluppare una Psicologia Robusta che li accompagna nel tempo e che è fonte per loro di
grandi e piccoli risultati.
Seguo clienti e sono specializzata in particolare su due aree:
1) COACHING PER ADOLESCENTI: per aiutarli a trovare la giusta strada, motivazione nello
studio e alla ricerca del proprio talento
2) COACHING PER GESTIRE IL PESO: creare motivazione, autostima, gestione emotiva e
determinazione nel raggiungimento degli obiettivi di quest’area di attività
Sergio Amatulli
Executive e Team Coach, Fondatore di
Human Performance Italia
Dopo una lunga e significativa esperienza
aziendale in ruoli di responsabilità, fonda Human
Performance Italia nel lontano 2002. Oggi è un
affermato Executive e Team Coach e Trainer
nella
formazione
per
manager.
Esperto
in Psicologia
del
cambiamento,
Coaching e Sviluppo Risorse Umane, ha sviluppato progetti di respiro nazionale ed
internazionale per noti marchi e aziende medie e grandi dimensioni e di diversi settori. Dal 2002
ad oggi è stato Coach o docente di oltre 9000 tra imprenditori, manager, e dirigenti aiutandoli a
gestire i cambiamenti e a sviluppare la propria efficacia e Talento. E’ curatore del blog di
riferimento sul Coaching aziendale in Italia e redattore di testi e articoli sul Coaching e sullo
sviluppo
dell’Intelligenza
Emotiva.
E’ un Coach certificato a livello nazionale ed internazionale, e per noi di Autostimaweb sarà
supervisore, mentore, e fonte di ispirazione.
Autostimaweb Il blog italiano sulla Crescita Personale e Coaching;
Tel. 389-5096796; Mail. [email protected]; Sito Web. http://autostimaweb.com
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