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CUP Distretto Culturale - Analisi
STUDIO DI FATTIBILITÀ PER LA PROGETTAZIONE DI UN DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI ASCOLI PICENO Questo documento è stato realizzato da goodwill per CUP, Consorzio Universitario Piceno. È vietata ogni riproduzione e diffusione, anche parziali, senza previa autorizzazione scritta di goodwill. Bologna, luglio 2007 Direttore scientifico del progetto Pier Luigi Sacco Coordinatore del progetto Alberto Masacci Gruppo di lavoro Enrico Callegati Cecilia Conti Alessandro Crociata Elisa Pasini 1. ANALISI INTERNA 1.1 Analisi politiche culturali e formative del territorio 1.1.1 La mappatura delle strutture museali 1.1.2 La mappatura del sistema dello spettacolo 1.1.3 La mappatura degli eventi 1.1.4 La mappatura degli edifici di archeologia industriale 1.1.5 La mappatura degli istituti di formazione 1.2 Analisi swot 1.3 Analisi cup 1.3.1 La struttura di governo, l’organizzazione, le attività e l’offerta formativa 1.3.2 Mappatura delle relazioni 1.4 Mappatura aree produttive e distretti industriali 1.4.1 Le principali aree produttive della Provincia di Ascoli Piceno 1.4.2 Distretti industriali 1.4.3 Sistemi locali del lavoro 1.5 La comunicazione e il territorio di Ascoli Piceno 1.5.1 Il territorio di Ascoli Piceno 1.5.2 Il Consorzio Universitario Piceno 1.6 Soggetti presenti sul territorio e potenzialmente interessati alla realizzazione di un distretto culturale evoluto nell’area di Ascoli Piceno 1.6.1 Eurosportello di Ascoli Piceno 1.6.2 Eurodesk Provincia di Ascoli Piceno 1.6.3 Gruppo d’Azione Locale (GAL) Piceno Scarl 1.6.4 Il Parco Scientifico-tecnologico TecnoMarche 1.6.5 Piceno Promozione 1.6.6 Sviluppo Italia Marche p. 1 p. 3 p. 3 p. 8 p. 10 p. 15 p. 16 p. 23 p. 24 p. 24 2. ANALISI ESTERNA 2.1 Tampere: creatività, base dell’innovazione 2.2 Oulu, la Silicon Valley del Nord: formazione, sviluppo e innovazione 2.3 Torino: verso la società della conoscenza 2.4 Helsinki e il Media Centre Lume 2.5 Lund, City of Ideas! 2.6 Aberdeen (Scozia) 2.7 Dortmund (Germania) 2.8 Cambridge (UK) 2.9 Recupero e riqualificazione di spazi dismessi e di archeologia industriale 2.9.1 Il complesso industriale di Zollverein (Essen) 2.9.2 Roca Umbert Fabrica de les Arts, Granollers 2.9.3 Laboral – Centro de Arte y Creación Industrial, Gijon 2.9.4 La Città del Teatro, Cascina di Pisa p. 63 p. 66 p. 71 p. 74 p. 78 p. 80 p. 83 p. 84 p. 85 p. 87 3. ANALISI DEL TERRITORIO 3.1 Dati demografici 3.1.1 La Provincia di Ascoli Piceno 3.1.2 Le nuove province di Ascoli Piceno e Fermo 3.2 Dati economici p. 31 p. 33 p. 33 p. 40 p. 45 p. 48 p. 48 p. 58 p. 60 p. 60 p. 60 p. 61 p. 61 p. 62 p. 62 p. 87 p. 90 p. 91 p. 92 p. 95 p. 97 p. 97 p. 100 p. 100 3.2.1 PIL e sua composizione 3.2.2 Mercato del lavoro 3.2.3 Commercio Estero 3.2.4 Turismo 3.3 Qualità della vita 3.3.1 Analisi di Unioncamere 3.3.2 L’indagine del “Sole24Ore” 3.4 Competitività, territorio e innovazione 3.4.1 Il sistema creditizio 3.4.2 Indicatori economici - finanziari 3.4.3 Dotazione infrastrutturale 3.4.4 Investimenti in innovazione e ricerca 3.5 Criticità e punti di forza del territorio piceno p. 100 p. 101 p. 102 p. 104 p. 105 p. 105 p. 105 p. 110 p. 110 p. 114 p. 116 p. 118 p. 121 4. STRATEGIA Introduzione 4.1 Distretto culturale evoluto 4.1.1 Perché fondare lo sviluppo di un territorio sulle politiche culturali? 4.2 Il distretto culturale evoluto di Ascoli Piceno 4.2.1 Mission e strategia 4.2.2 Sistema di governance e forma giuridica 4.2.3 L’assetto organizzativo 4.2.4 Piano di sostenibilità 4.2.5 Sistema di accountability 4.2.6 Piano di azioni 4.3 Lo sviluppo delle linee strategiche 4.3.1 Verso il distretto culturale evoluto piceno: l’identità culturale 4.3.2 Verso il distretto culturale evoluto piceno: riconversione innovativa 4.3.3 Verso il distretto culturale evoluto piceno: formazione 4.3.4 Verso il distretto culturale evoluto piceno: comunicazione p. 125 p. 127 p. 128 p. 129 p. 131 p. 131 p. 133 p. 137 p. 138 p. 139 p. 140 p. 141 p. 142 p. 151 p. 168 p. 172 1 ANALISI INTERNA 2 1.1 ANALISI POLITICHE CULTURALI E FORMATIVE DEL TERRITORIO La ricognizione delle risorse culturali presenti nella Provincia di Ascoli Piceno è la prima tappa per analizzare i fattori che caratterizzano lo sviluppo locale cultural driven e avere una prima visione sulla fattibilità di un distretto culturale evoluto. Pertanto, la mappatura dei luoghi di offerta e la sistematizzazione della conoscenza di tali risorse è utile alla definizione dello scenario culturale del territorio e dà avvio all’analisi interna del contesto. Le fonti informative per l’elaborazione dei dati sono articolate su scala regionale, provinciale e comunale. L’attività di ricerca bibliografica e documentale svolta sul campo si è avvalsa della pubblicazione di alcuni documenti specifici, tra i quali il Piano Regionale per i Beni e le attività Culturali, approvato dal Consiglio Regionale nel 21 dicembre 2004, che rappresenta lo strumento di programmazione - indicato dall’art. 2 della l.r. 75/1997 - con cui la Regione Marche individua obiettivi e modalità per l’esercizio delle funzioni nel settore culturale. La lettura del piano consente di mappare le strutture museali e le raccolte per categoria, comune di appartenenza e tipologia. 1.1.1. La mappatura delle strutture museali La lettura del piano consente di mappare le strutture museali e le raccolte attraverso una tabella che le elenca per categoria, comune di appartenenza e tipologia. L’articolazione per categoria di seguito riportata è: • • • • • • • Musei di proprietà statale (1 struttura) Musei di proprietà provinciale (1 struttura) Musei di proprietà privata (8 strutture) Musei e raccolte di proprietà dei Comuni (49 strutture) Musei di proprietà ecclesiastica (16 strutture) Musei non presenti nella banca dati regionale (6 strutture) Progetti di nuovi musei in corso (4 progetti) Tabella 1 – Mappatura dei Musei per Categorie, Comune e Tipologia COMUNE TIPOLOGIA Musei statali ASCOLI PICENO Museo archeologico statale Proprietà provinciale ASCOLI PICENO Museo di Storia Naturale “A. Orsini” Proprietà privata CATEGORIA CUPRAMARITTIMA MONTEFORTINO OFFIDA PETRITOLI RIPATRANSONE Proprietà comunale S. ELPIDIO A MARE ACQUAVIVA PICENA AMANDOLA ASCOLI PICENO CARASSAI CASTEL DI LAMA Museo Malacologico Raccolta dell’Avifauna delle Marche Museo “A. Sergiacomi” Antica Stamperia Fabiani Museo della Civiltà contadina e Artigiana Museo del fischietto e delle sculture in legno Museo/ Bottega del vasaio Museo dei fossili Museo delle armi bianche Museo della Civiltà Contadina Chiuso; in riallestimento Pinacoteca Civica Galleria d’Arte Contemporanea Nuovo Museo della Ceramica Civico Museo Archeologico Museo Archeologico Comunale Museo/ mostra permanente di arte contemporanea 3 COSSIGNANO CUPRAMARITTIMA FALERONE FERMO FOLIGNANO GROTTAMMARE LAPEDONA MASSA FERMANA MONSAMPOLO DEL TRONTO MONTALTO MARCHE MONTAPPONE MONTEFALCONE APPENNINO MONTEFIORE DELL’ASO MONTEFORTINO MONTEGIORGIO MONTELPARO MONTERUBBIANO MONTOTTONE MORESCO OFFIDA RIPATRANSONE S. BENEDETTO DEL TRONTO SANT’ ELPIDIO A MARE SMERILLO Proprietà ecclesiastica SPINETOLI ASCOLI PICENO CAMPOFILONE CARASSAI CASTIGNANO COMUNANZA GROTTAMMARE FERMO FERMO (Capodarco) MASSIGNANO MONTALTO MARCHE Antiquarium Comunale Museo Archeologico Museo Archeologico Comunale Pinacoteca Civica Museo Archeologico, Sezione Picena - Cisterne Romane Museo di Scienze Naturali T. Salvadori - Meteorite Fermo Museo Polare “S. Zavatti” Raccolta archeologica Museo dell’Illustrazione comica Museo Torrione della Battaglia Raccolta di dipinti Pinacoteca Comunale Mostra Laboratorio di Archeologia Museo Civico Museo civico archeologico Museo “L’acqua,la terra, la tela” e Percorso museale delle antiche carceri sistine Museo del Cappello Museo dei Fossili e di Storia Naturale Complesso museale di S. Francesco: Museo della cultura contadina sala Crivelli- Centro di documentazione del cinema italiano Giancarlo Basili – Collezione de Carolis Sala Domenico Cantatore Pinacoteca Comunale “F. Duranti” e Museo d’arte sacra Museo della Civiltà Contadina dell’Alto Piceno - Chiuso Museo Civico Mostra permanente “Gli antichi mestieri ambulanti” Quadreria Comunale Museo Civico Archeologico - Verrà spostato nel convento di San Francesco ed esporrà anche la collezione numismatica Raccolta/ Laboratorio della Ceramica Raccolta di dipinti Musei civici (Museo archeologico, Museo delle tradizioni popolari, Quadreria comunale) Pinacoteca Civica e Gipsoteca annessa “U. Gera” Museo Civico Archeologico Museo Ittico A. Capriotti Museo delle Anfore Pinacoteca Comunale V. Crivelli Museo della Calzatura Museo dei fossili e dei Minerali Pinacoteca di Arte contemporanea Pinacoteca dell’arte dei bambini Museo della Civiltà Contadina Museo della Scultura Museo Biblioteca “F. A. Marcucci” Museo diocesano Mostra permanente dei Tesori dell’Abbazia di S. Bartolomeo Museo parrocchiale di S. Maria del Buon Gesù Museo diocesano intercomunale di arte sacra Museo diocesano intercomunale di arte sacra Museo diocesano intercomunale di arte sacra Museo diocesano Raccolta parrocchiale S. Maria di Capodarco Museo Parrocchiale “ S. Giacomo” Museo Sistino Vescovile 4 MONTEFORTINO MONTEPRANDONE RIPATRANSONE ROTELLA Musei non iscritti nella banca dati regionale AMANDOLA Progetti di nuovi musei in corso S. BENEDETTO DEL TRONTO AMANDOLA FERMO MONTESANPIETRAN GELI RAPAGNANO S. BENEDETTO DEL TRONTO Museo d’arte sacra (vedi Musei di proprietà comunale) Museo S. Giacomo della Marca Museo diocesano intercomunale di arte sacra Museo diocesano intercomunale di arte sacra Museo diocesano intercomunale di arte sacra Museo dei Fossili Museo Teatro dell’Aquila - non esistente Raccolta Comunale - trafugata Museo Parrocchiale Museo Paleontologico “G. Buriani” - Materiale confluito in altro museo cittadino Pinacoteca Comunale MONTEGALLO MONTEMONACO ROTELLA Museo antropogeografico dei Monti Sibillini o Museo del paesaggio (apertura a breve) Museo di arte contadina Museo della Grotta della Sibilla Museo naturalistico loc. Poggio Canoso Fonte: elaborazioni dati Piano Regionale BBAACC delle Marche La tabella 2 consente una lettura più sintetica della mappatura, mediante la suddivisione dei musei per provincia ed ente proprietario. Tabella 2 – Suddivisione dei musei per provincia ed ente proprietario Comunali Provinciali Statali Privati Ecclesiastici Universitari Totale AN AP MC PU TOT 43 1 3 4 15 49 1 1 8 16 52 66 75 57 1 3 13 27 4 105 201 3 9 39 85 6 343 2 14 27 2 97 Fonte: elaborazioni dati Piano Regionale BBAACC delle Marche L’offerta museale della Provincia di Ascoli Piceno è articolata con la presenza sul territorio di un numero considerevole di strutture. Tale patrimonio culturale è diffuso su ben 43 comuni dei 73 esistenti. Come emerge dalla tabella 2, Ascoli Piceno si colloca in terza posizione per numero di strutture museali nella graduatoria provinciale che vede Pesaro Urbino al primo posto con 105 strutture. Per quanto riguarda l’assetto proprietario emergono dati relativamente omogenei nel territorio regionale, con una predominanza dei comuni nella titolarità delle strutture. 5 Il grafico 1 riporta le percentuali sulla distribuzione delle strutture museali nelle province marchigiane sul totale del patrimonio museale presente in regione, e registra 22 punti percentuali per la Provincia di Ascoli Piceno contro i 31 punti per la Provincia di Pesaro Urbino ed i 28 della Provincia di Macerata. Tale dato evidenzia una minor penetrazione della Provincia di Ascoli Piceno nel confronto con il resto delle Marche, eccezion fatta per la Provincia di Ancona che registra il valore più basso (19%). Grafico 1 – Distribuzione delle strutture museali in provincia Fonte: elaborazioni dati Piano Regionale BBAACC Regione Marche Nel territorio sono presenti quattro reti museali: • La Rete dei Musei della Via Salaria è una rete archeologica di recente istituzione dei Musei della Via Salaria che coinvolge i Comuni di Offida, Ripatransone, Monsampolo del Tronto, Cupra Marittima. I musei coinvolti nell’iniziativa sono: il Deposito Comunale di Acquasanta Terme, il Deposito Archeologico di Castel di Lama, il Museo Archeologico del Territorio di Cupra Marittima, il Museo Laboratorio Archeologico di Monsampolo del Tronto il Museo Archeologico “Guglielmo Allevi” di Offida ed il Museo Civico Archeologico “C. Cellini” di Ripatransone. • I Musei Sistini del Piceno sono una rete di musei ecclesiastici promossa dalla Diocesi di San Benedetto del Tronto che coinvolge il Museo di Arte Sacra, Comunanza Museo di arte sacra di Castignano, il Museo Sistino a Grottammare, il Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche, il Museo del Santuario di San Giacomo della Marca a Monteprandone, il Museo Vescovile a Ripatransone, il Museo di arte sacra Catani a S. Benedetto del Tronto ed il Museo Piccolini a Rotella. • La rete museale intercomunale Le Sette Terre promossa dalla Provincia di Ascoli Piceno e la s.p.a. Piceno da Scoprire in collaborazione con la rete dei musei Sistini. Questo sistema comprende i comuni della costa picena di Grottammare, Massignano, Montefiore dell’Aso, Ripatransone, Acquaviva Picena, Monteprandone. I musei e le strutture coinvolte anche in questo caso sono numerose: la Fortezza Medievale e Museo delle Armi Antiche ad Acquaviva Picena, il Museo del Territorio, la Chiesa di Santa Maria del Castello, la Chiesa dell’Annunziata e la Chiesa di San Basso a Cupra Marittima, la Chiesa di S. Agostino ed il Museo Sistino del Piceno di Arte Sacra, a Grottammare, il Museo Parrocchiale di Arte Sacra di Massignano, la Sala “De Carolis”, la Sala “D. Cantatore” e la Chiesa di S. Francesco a Montefiore dell’Aso, il Museo “S.Giacomo della Marca”, sezione dei Musei Sistini del Piceno a Monteprandone ed infine il Museo Archeologico, la Pinacoteca - Gipsoteca, il Museo della civiltà contadina ed Artigiana, il Museo del Vasaio e del Fischietto ed il Museo Vescovile di Ripatransone. Accanto alle quattro reti esistenti, altre cinque reti sono in via di costituzione: 6 • • • • • la rete Musei Piceni che coinvolge il Polo museale Palazzo de Castelletti di Offida, il Polo museale di Ripatransone, il Polo museale complesso di San Francesco presso Montefiore dell’Aso ed il Museo Civico Archeologico a Monterubbiano la rete Museo territoriale Parco Nazionale dei Monti Sibillini coinvolge, invece, le municipalità di Amandola, Montemonaco e Visso. la Rete museale dei tre monti: arte, religiosità e antichi mestieri nella media e alta valle dell’Aso ha in progetto di annettere i Comuni di Montelparo, Montefortino e Montalto Marche. l’iniziativa Sibillart: dal museo al teatro interessa i Comuni di Amandola, Force e Montefalcone Appennino. l’Archeodromo della Valle del Tronto coinvolge i Comuni di Ascoli Piceno e Arquata del Tronto. Le informazioni sul sistema museale nel suo complesso delineano la presenza di un patrimonio diffuso nel territorio e la tendenza alla costruzioni di reti, finalizzate al trasferimento delle best practice e alla gestione integrata dei beni culturali. Tuttavia, l’esistenza di reti non garantisce tout court economie di scala, economie di apprendimento localizzate e libera circolazione di informazioni e conoscenze tecniche. Essere parte di un circuito o di una rete significa che ciascuna sua parte svolge un ruolo attivo per accedere a sua volta alle possibilità che un efficace networking è in grado di conferire ai partner. I dati della distribuzione dei musei e delle strutture di conservazione del patrimonio culturale sono in linea con quanto emerge dalla rilevazione del numero di biblioteche1. La lettura delle informazioni presenti sul Bilancio sociale per la cultura nella Regione Marche colloca Ascoli Piceno ultima tra le quattro province con un valore pari al 16%, contro il 31% (MC), il 27% (PU) e il 26% (AN). Grafico 2 – Distribuzione provinciale delle biblioteche Fonte: Bilancio sociale per la cultura nella Regione Marche In merito alle biblioteche si riscontra che, a fronte di un notevole patrimonio librario stimato in oltre 1.500.000 volumi, la realtà provinciale continua ad avere difficoltà nell’accesso alla fruizione libraria, essendo essa frammentata in piccole biblioteche talvolta prive di personale qualificato e dedicato. Per fronteggiare tale debolezza è nato il Polo S.I.P. (Sistema Interprovinciale Piceno) collegato al Servizio Bibliotecario Nazionale attraverso la messa in rete delle biblioteche del territorio provinciale ed il versamento in un unico database dei loro cataloghi. Hanno aderito al progetto 1 Nell’ambito del progetto “BIBLIOSIP” è stato realizzato un catalogo on line delle 19 biblioteche della Provincia, che ha portato ad un incremento del 55% degli utenti delle biblioteche, dal 2004 al 2006. 7 provinciale le biblioteche dei seguenti 19 Comuni ed Enti del territorio2. Il progetto prevede, in prospettiva, l’inserimento nel Polo delle biblioteche di Comuni, Enti, Diocesi e scuole del territorio, allo scopo di creare un collegamento informatico su tutto il territorio provinciale e di aumentare il processo di democratizzazione della fruizione libraria. 1.1.2. La mappatura del sistema dello spettacolo Per quanto riguarda il sistema dello spettacolo, anche la Provincia di Ascoli Piceno è stata partecipe del grande processo di recupero che ha interessato tutta la regione. Nel decennio 1999 – 2004 il Piceno ha giovato di ben 778.900,00 euro di finanziamenti destinati alla riapertura e all’adeguamento tecnico-strutturale dei Teatri Storici. Il recupero di tali risorse culturali, sostenuto da Regione, Provincia e Comuni si cala in un ampio processo di restituzione alla collettività di un patrimonio di grande valore. Valore per i luoghi che ospitano tali edifici, valore che si riflette sul miglioramento della qualità della vita per la società civile e sull’opportunità di alimentare la capacità produttiva nel settore culturale. In particolare, inoltre, attraverso la rassegna Percorsi di Scena, è stata coordinata l’offerta di otto piccoli teatri storici del Piceno, che hanno registrato una media di 200 spettatori, per un totale, nel 2006, di 1.772 presenze. Tabella 3 – Numero e distribuzione provinciale dei teatri storici Provincia N. siti Ancona 16 Ascoli Piceno 18 Macerata 23 Pesaro Urbino 15 Totale 72 Fonte: indagine diretta dal Servizio BAC Regione Marche Tabella 4 – Mappatura e distribuzione comunale dei teatri storici Comuni Teatri ACQUASANTA TERME AMANDOLA ASCOLI PICENO ASCOLI PICENO CAMPO FILONE FERMO GRATTAZZOLINA MONTEGIORGIO MONTERUBBIANO MONTEGRANARO MONTE S. PIETRANGIOLI MONTE URANO OFFIDA PETRIOLI PORTO S. GIORGIO RIPATRANSONE S. ELIPIDIO A MARE S. VITTORIA IN MATENANO Teatro dei Combattenti Teatro La Fenice Teatro Ventidio Basso Teatro dei Filarmonici Teatro Comunale Teatro dell’Aquila Teatro Ermete Novelli Teatro Domenico Alaleona Teatro Vincenzo Pagani Teatro La Perla Sala Europa Cine Teatro Arlecchino Teatro Serpente Aureo Teatro dell’Iride Teatro Vittorio Emanuele II Teatro Luigi Mercantini Teatro del Leone Teatro Luigi Cicconi 2 Report 2006 “Finalità-Obiettivi-Reti-Progetti-Risorse-Risultati-Prospettive” curato dall’Assessorato alla Cultura, Beni Culturali – Pubblica Istruzione della Provincia di Ascoli Piceno. 8 Fonte: indagine diretta dal Servizio BAC Regione Marche Dei 72 Teatri Storici presenti nella Regione, la Provincia di Ascoli Piceno si colloca in seconda posizione per la presenza di strutture recuperate e ripristinate nella loro funzione originaria: ben 18 siti, contro i 23 recuperati nella Provincia di Macerata, i 16 siti nella Provincia di Ancona ed i 15 siti presenti nella provincia di Pesaro Urbino. L’Associazione Marchigiana Attività Teatrali – AMAT – annette al suo circuito teatrale 15 teatri storici dei 18 presenti nel comprensorio Piceno, garantendo un’offerta articolata e consentendo a tali strutture di beneficiare di economie derivanti dall’appartenenza al circuito alle quali singolarmente non avrebbero avuto accesso. Il Servizio Beni e Attività Culturali della Regione Marche ha, inoltre, effettuato un censimento dei teatri moderni, cinema - teatro e sale attrezzate presenti nelle province e, stando ai dati riportati in tabella, altre 19 strutture esercenti operano nel territorio, arricchendo e articolando ulteriormente l’offerta di spettacolo nel territorio provinciale. Tabella 5 – Mappatura e distribuzione comunale dei teatri moderni, cinema - teatro e sale attrezzate Comuni Teatri ACQUASANTA TERME Teatro delle Foglie AMANDOLA Cine Teatro Europa ASCOLI PICENO Cine Teatro Piceno BELMONTEPICENO Teatro Comunale COMUNANZA Palacongressi FALERONE Teatro Comunale FALERONE Anfiteatro Romano FERMO Teatro Nuovo GROTTAMMARE Teatro dell’Arancio GROTTAMMARE Teatro del Parco MONSAMPOLO DEL TRONTO Teatro Comunale PEDASO Teatro Valdaso PORTO S. ELPIDIO Palasport PORTO S. GIORGIO Teatro Comunale S. BENEDETTO DEL TRONTO Palacongressi S. BENEDETTO DEL TRONTO Cine Teatro Calabresi SERVIGLIANO Teatro Comunale TORRE SAN PATRIZIO Teatro Galletti VILLAFRANCA D'ETE Sala Parrocchiale Fonte: indagine diretta dal Servizio BAC Regione Marche Delle 18 istituzioni comprendenti teatri moderni, cinema - teatro e sale attrezzate, 13 sono inserite nel circuito dell’AMAT. Un dato, questo, che sottolinea la scelta precisa della Provincia, orientata alla produzione e alla distribuzione degli spettacoli in sistemi di reti culturali intercomunali. Anche in questo caso, la prospettiva di diffondere le attività di spettacolo su un territorio particolarmente ricco di strutture culturali da un lato contribuisce ad estendere geograficamente l’impatto delle produzioni ma, al tempo stesso, può scontrarsi con un atteggiamento passivo della comunità locale alla presenza di un’offerta che in questa ottica può essere percepita come “calata dall’alto”. Queste considerazioni vanno lette in ragione delle informazioni riportate in tabella 6 che elabora una mappatura delle strutture destinate allo spettacolo presenti nel Libro Bianco dei Beni e delle Attività Culturali, pubblicato nel 2005 dal Dipartimento di Sviluppo Economico e dal Servizio BAC della Regione Marche. Il prospetto colloca Ascoli Piceno in prima posizione tra le province marchigiane per numero di strutture destinate allo spettacolo. I numeri suggeriscono la necessità di un’organizzazione a rete in grado di connettere tale patrimonio, ponendo attenzione alle specificità dei vari 9 subcontesti locali, rispettandone, allo stesso tempo, la vocazione culturale e individuando i bisogni che un tale pluralismo nell’offerta può soddisfare. Tabella 6 – Strutture destinate allo spettacolo nelle Marche Province Comuni Luoghi deputati Altre Spazi Teatri Storici all'aperto strutture all'aperto Totale Ascoli Piceno 73 18 6 91 134 249 Pesaro Urbino 67 15 5 79 120 219 Macerata 57 23 4 71 104 202 Ancona 49 16 2 68 94 180 TOTALE 246 72 17 309 452 Fonte: elaborazione dati Libro Bianco dei Beni e delle Attività Culturali - Regione Marche 1.1.3 850 La mappatura degli eventi La rilevazione condotta sulle strutture museali e sul sistema dello spettacolo ha permesso di georeferenziare i punti di erogazione e produzione di beni e servizi culturali. Sin qui dunque un’analisi statica che caratterizza il contesto Piceno come ambito ricco di punti di offerta, diffusi e sparsi capillarmente sul territorio. Per valutare la performance del settore culturale in una prospettiva dinamica ci si è avvalsi della mappatura degli eventi più rappresentativi delle espressioni culturali dell’area, all’interno dell’offerta della Provincia di Ascoli Piceno che si svolge lungo tutto il corso dell’anno e che abbraccia i domini culturali più ampi. Un tentativo di tracciare tale ricchezza espressiva all’interno di una mappatura efficace è stato effettuato grazie all’analisi del “Sistema Culturale Piceno Integrato”, un intervento culturale a carattere sistemico3. Tale progetto è finalizzato a qualificare il territorio e la sua offerta culturale e formativa, individuando le quattro aree tematiche Teatro, Musica classica, Musica Extracolta, Multimedia all’interno di un disegno di sviluppo territoriale pensato per superare la frammentazione delle iniziative e mettere “a sistema” i poli di eccellenza del territorio. Il livello di integrazione dei soggetti messi in rete si basa sull’attivazione di una fitta serie di contatti con Associazioni ed Enti locali che si sono particolarmente qualificati nella loro offerta culturale configurando dei poli d’eccellenza individuati sulla base dei seguenti criteri: rappresentatività sul territorio, storicità, legami e pesi extraprovinciali ed extraregionali, attività svolta e continuità e qualità delle loro azioni. I criteri per la selezioni degli eventi sono, quindi, l’appartenenza a questi settori e la loro rilevanza per il territorio. Dalla lettura del Report 2006 “Finalità-Obiettivi-Reti-Progetti-Risorse-Risultati-Prospettive4” si riportano i soggetti individuati per area tematica: AREA MULTIMEDIALITA’ Comune di Montefiore dell’Aso Associazione Culturale Cineforum Buster Keaton di S.Benedetto del Tronto Associazione Culturale Arancia Meccanica di Massignano Associazione Culturale Blow Up di Grottammare Fondazione Libero Bizzarri di S.Benedetto del Tronto 3 Approvato con la delibera di Giunta Provinciale n. 61 del 28.02.05. Rapporto curato dall’Assessorato alla Cultura, Beni Culturali – Pubblica Istruzione della Provincia di Ascoli Piceno. 4 10 AREA MUSICA CLASSICA Comune di Cupramarittima Comune di Lapedona Comune di Petritoli Comune di Ponzano di Fermo Ass. Sassofonisti Italiani di P.S.Giorgio Associazione Musicale Franz Schubert di San Benedetto del Tronto Ass. Gioventù Musicale d’Italia di San Benedetto del Tronto Ass. Gioventù Musicale d’Italia di Fermo Ass. Gioventù Musicale d’Italia di Grottammare Ass. Culturale Nuova Da.mu.S. Musica e Teatro di Montegiorgio Ass. Perpianosolo di Monterubbiano Ass. Ascoli Piceno Festival di Ascoli Piceno Ass. Musicale Marchigiana di Ripatransone Ass. Antiqua Marca Firmana di Fermo Festival Musicale Piceno di Falerone Nuova Orchestra Regionale delle Marche di Montegiorgio Orchestra Internazionale d’Italia di Fermo Ass. Amici della Musica di Montegranaro AREA MUSICA EXTRACOLTA Associazione Culturale Musicarte di Ascoli Piceno Associazione Culturale Bitches Brew Jazz Club di S.Benedetto del Tronto Tam Eventi P.s.c.r.l. di Grottazzolina Associazione Culturale Luigi Boccherini Picenoeventi di Ascoli Piceno CLG Soc. Coop. r.l. di S.Benedetto del Tronto Associazione Culturale Cotton Jazz Club di Ascoli Piceno Parrocchia S.Maria di Castel di Lama AREA TEATRO: Comune di Amandola Comune di Acquasanta Comune di Campofilone Comune di Grottammare Comune di Monterubbiano Comune di Monsampolo Comune di Monte San Pietrangeli Comune di Offida Comune di Petritoli Comune di Pedaso Comune di Santa Vittoria in Matenano Comune di Ripatransone L’attività di programmazione teatrale è raccordata con l’AMAT. AREA EDUCATIONAL Sono stati censiti 177 attività laboratoriali e si è avviato un percorso di integrazione in rete delle seguenti Agenzie formative extrascolastiche: Arte del legno Arte della bottega Arte idea Artigianato del cuoio I ragazzi del mare Kosmas mosaici La. D.E.Q. Laboratorio di ceramiche artistiche Laboratori di didattica animata Laboratorio minimo teatro Lu mucchio Re nudo 11 Scuola di scrittura Moby Dick Girasole Integra Progetto Zenone Pulchra Sistema museo Studio d’arte Per la progettazione culturale di ogni area tematica sono stati sottoscritti Protocolli di Intesa, frutto di un costante lavoro di concertazione e di co-progettazione realizzata attraverso incontri sistematici con gli Assessori alla Cultura dei Comuni e con i referenti dei poli di eccellenza. All’interno del Sistema trova spazio la programmazione dei calendari provinciali Sensi Piceni Estate e Sensi Piceni Inverno, che nel 2006 hanno coordinato e compreso al loro interno 571 eventi. Tali calendari riportano, infatti, la sintesi degli incontri e delle opportunità culturali proposti da comuni, province, enti ed associazioni che partecipano singolarmente o in reti dedicate per allargare la fascia di abitanti che partecipano alla vita culturale del territorio. Per quanto riguarda la Musica, un ricco carnet di eventi interessa gran parte del territorio. La classificazione adottata divide questo segmento culturale in musica classica, musica extracolta e musica della comunità. Un repertorio che abbraccia i vari generi spaziando dalla lirica, alla sinfonica, alla orchestrale sino al jazz ed ad altre forme di espressione musicale contemporanee. Una realtà interessante che opera sul territorio è Tam - Tutt’Altra Musica, un circuito musicale che svolge attività jazzistica collocata in una fitta rete di iniziative. Tam fa parte della rete Marche Jazz Network che la regione sta strutturando per connettere queste tre realtà particolarmente radicate nel territorio. Tale network è, infatti, sostenuto per ottimizzare e sviluppare le iniziative già operanti e per permettere una maggiore circuitazione dell’attività svolta, per coinvolgere fasce sempre più ampie di pubblico e allargando la domanda. Lo scopo primario di democratizzazione nei consumi di una musica colta quale il jazz, incontra i principi, di efficacia ed efficienza, con i quali si vuole informare la logica gestionale del sistema culturale nelle Marche, cercando, di fatto, le economie di scala pur rispettando le specifiche realtà culturali. Nell’area tematica Teatro si svolge l’iniziativa Sensi Piceni in scena sorta per progettare una stagione teatrale per quei comuni che, pur avendo Teatri storici di rilevante entità, hanno difficoltà a realizzare una programmazione teatrale autonoma. Per realizzare il progetto è stato redatto un apposito Protocollo d’Intesa fra l’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno, l’Assessorato alla Cultura, i Comuni aderenti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e l’AMAT (Associazione Marchigiana Attività Teatrali). E’ rilevante notare che questo progetto mira a calibrare il suo contenuto artistico alle esigenze culturali del territorio che coinvolge. L’iniziativa, infatti, tenta di individuare una logica tematica riferita ai luoghi per creare una sorta di percorso artistico condiviso dalla cittadinanza tale da incentivare flussi di pubblico verso lo spazio territoriale dei comuni coinvolti nel progetto. I nuclei tematici individuati sono: • Teatro e Letteratura che approfondisce i nessi tra il valore dell’opera letteraria ed il senso del contemporaneo; • Teatro e Società che approfondisce i temi di forte valenza sociale spesso non rappresentati dai grandi media; • Teatro e Classici – che ripercorre la drammaturgia classica spaziando dalla commedia dell’arte alla farsa napoletana. Nella stagione invernale 2005/2006 sono stati messi in scena 26 rappresentazioni. Sempre l’AMAT promuove il progetto “T.A.U.” (Teatri Antichi Uniti). Tale progetto ha 12 estensione regionale ed è caratterizzato da rappresentazioni teatrali realizzate presso siti di interesse storico-culturale. Nell’ambito delle iniziative dei Teatri Antichi Uniti, la Provincia di Ascoli Piceno partecipa attraverso la realizzazione del progetto “Alla ricerca di Antigone”, articolato in cinque appuntamenti teatrali allestiti presso i siti di Falerone e Cupramarittima, già utilizzati con successo negli anni passati, sia, per la prima volta il Museo Archeologico del Comune di Ascoli Piceo e presso il Tempio ellenistico-romano del Comune di Monte Rinaldo. L’area Educational che si colloca all’interno del Sistema Culturale Piceno Integrato tra le politiche culturali e quelle formative, nasce con l’obiettivo di migliorare la fruizione da parte dei giovani del patrimonio culturale del territorio. Anche in questo caso si è operato per via sistemica, tentando di superare la frammentarietà degli interventi ed il disorientamento che la molteplicità dell’offerta culturale e formativa presente poteva indurre. In tal senso, attraverso la sottoscrizione di un protocollo di intesa, si è programmata la realizzazione del progetto “Sistema provinciale di didattica del territorio”. L’incontro fra l’attività formativa della scuola e l’offerta extrascolastica richiede un’integrazione profonda, che passi attraverso percorsi condivisi e coprogettati. Il progetto “Didattica del Territorio” attuato dall’Assessorato Cultura e Beni culturali, Pubblica Istruzione della Provincia di Ascoli Piceno vuole offrire supporti e strumenti perché tale integrazione possa realizzarsi nel modo più operativo e dinamico possibile. Accanto ad una guida cartacea già distribuita alle scuole ed all’attivazione di un Call Center attraverso il quale è possibile prenotare i servizi extrascolastici, si mette a disposizione delle istituzioni formative anche il sito http://www.didatticanelterritorio.it. I laboratori sono suddivisi per 11 macro aree: “Altro, Ambiente, Arte, Artigianato, Creatività, Folklore e tipicità, Giornalismo, Itinerari storico-artistici, Musica, Scienze, Storia”. Ulteriori suddivisioni in aree tematiche, accompagnano il visitatore del sito alla scoperta dell’offerta formativa extrascolastica dei 184 Laboratori Didattici aderenti al Progetto. Completano l’offerta culturale eventi trasversali alle precedenti aree o di approfondimento di altri settori. Nel corso del tempo ha affermato si è affermata la rilevanza determinante della rassegna annuale della Fondazione Libero Bizzarri per la ricerca sulla comunicazione sulle arti cinematografiche. La Fondazione ha fatto nascere nel 1994 la prima rassegna del documentario italiano, una manifestazione che ha avuto immediata risonanza anche internazionale per le autorevoli partecipazioni e poiché si pone come l'unico evento per la rivalutazione e lo studio del documentario. Dal 2005, oltre alla Sezione Premi presenti nelle scorse edizioni, sono state attivate altre due sezioni premi: “media e educazione” e “i contenitori vuoti del paesaggio urbano – degrado e trasformazione dello spazio e delle relazioni”. In particolare l’obiettivo del concorso si è proposto di rispondere all’esigenza di documentare, attraverso il mezzo cinematografico, il rapporto tra gli spazi abbandonati e ormai privi di significato e il loro riflesso sulle relazioni sociali, economiche e culturali del contesto locale. L’edizione del 2006 con oltre 6000 presenze nelle diverse sezioni e quella del 2007 hanno confermato il successo dell’iniziativa. Quest’ultima è importante nella presente analisi per l’iniziativa “/Design nelle Marche”, organizzata e curata, nell’ambito della XIV Rassegna del Documentario Premio Libero Bizzarri in vista del 2008 Anno Internazionale del Design, dalla Facoltà di Architettura e dal Corso di Laurea in Disegno Industriale e Ambientale dell’Università di Camerino, promossa insieme alla Fondazione Bizzarri e al Consorzio Universitario Piceno, con il patrocinio di Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno, Comune di S. Benedetto del Tronto, Fondazione ADI per il Design Italiano, ADI Associazione per il Disegno Industriale, Assindustria di Ascoli Piceno, CCIAA di Ascoli Piceno. Obiettivo della manifestazione che comprende mostre, proiezioni, incontri e convegni, 13 è stato quello di aprire una riflessione sul ruolo del design in Italia e sulle Marche come “sistema progettuale” per comprendere la mutevole natura del design, puntando alla valorizzazione di quella parte virtuosa del sistema produttivo marchigiano attenta alla costruzione di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione, oltre che sul “saper fare bene le cose” e sulla qualità. Il programma di eventi di /Design nelle Marche”, che si sono svolti in tre luoghi differenti a San Benedetto del Tronto, ha previsto tre giorni di riflessione aperta e di confronto sul futuro del design italiano, su temi nodali del design contemporaneo, sulla cultura progettuale ed industriale delle Marche nel complesso rapporto tra locale e globale. L’inserimento dell’iniziativa all’interno della Rassegna del documentario della Fondazione Bizzarri si è rilevata strategica per il radicamento della manifestazione nel territorio, per le opportunità di visibilità, promozione e comunicazione che offre, per il coinvolgimento degli operatori del settore grazie alla sezione dei Premi, per la continuità dell'attenzione anche oltre l'evento garantita dagli strumenti di comunicazione e dalle attività della Fondazione come la rivista Libero, la collana editoriale e la mediateca, e per le occasioni di attivare partnership tra soggetti diversi del territorio. Nell’ambito dell’arte contemporanea un posto di rilievo tra gli eventi programmati nel Piceno spetta alla Biennale Adriatica di Arti Nuove, esposizione dedicata alle forme artistiche che usano il contemporaneo come codice stilistico di comunicazione. La manifestazione si tiene ad agosto a San Benedetto del Tronto e uno degli obiettivi primari è il rapporto con l’Adriatico e la valorizzazione delle sue espressioni artistiche. La Biennale è nata con l’intento di coinvolgere i giovani intorno all’utilizzo innovativo delle forme di espressione artistica nei campi delle arti visive, applicate, dello spettacolo e della musica. Fin dalla sua prima edizione l’allestimento della Biennale è stato possibile grazie alla collaborazione di un gruppo spontaneo di giovani, i quali hanno messo a disposizione le proprie abilità tecniche, di relazione ed organizzative al servizio della manifestazione. Tale gruppo informale di giovani, in seguito all’esperienza della biennale, ha deciso di costituire un’associazione culturale denominata appunto BAAN il cui scopo è la creazione e gestione di eventi, manifestazioni culturali ed artistiche. L’associazione BAAN ha gestito ed allestito le edizioni successive della Biennale Adriatica su incarico del Comune. Dal punto di vista di attuazione di una politica giovanile ha consentito il coinvolgimento diretto di giovani intorno alla sperimentazione delle proprie abilità nell’allestimento organizzativo di un evento culturale e la valorizzazione dello scambio di linguaggi e tecniche innovative nell’arte e la circolazione di idee e creatività giovanile come grande occasione di socializzazione e di opportunità per coloro che operano in tali campi. L’ultima Biennale si è occupata del rapporto tra arte contemporanea e spazi espositivi non istituzionali. Il tema “Contagio” ha centrato gli interessi della manifestazione su un osservatorio sul rapporto tra arte e nuove tecnologie. Attraverso i contemporanei linguaggi artistici, la Biennale costituisce un interessante presidio per la diffusione di idee innovative in grado di rendere la creatività fonte di innovazione trasversale per settori non necessariamente culturali e stimolo al pensiero innovativo tanto degli artisti quanto del pubblico che riceve questi segali culturali. Il legame molto forte dato dal connubio tra natura ed arte è poi rappresentato dal progetto Saggi Paesaggi. Festival Piceno del Paesaggio, pensato per valorizzare il contesto artistico, architettonico e naturale di un territorio che fa del paesaggio il bene culturale qualificante delle comunità locali. Nel contempo si persegue un accreditamento del territorio Piceno come polo di qualità nella rete internazionale dei luoghi e delle comunità che si stanno impegnando nella strutturazione di conoscenze, competenze e saperi relativi ai paesaggi. Il festival è suddiviso in tre moduli tematici: “Il paesaggio urbano” (modulo riflessivo, ad Ascoli Piceno nell’edizione 2007 dal 20 al 22 aprile), “L’emozione del paesaggio” (a Fermo dal 28 al 30 aprile per l’edizione 2007), “Il paesaggio allo specchio”, (modulo 14 emotivo). La rassegna prevede una serie di appuntamenti artistici e culturali, tra cui, mostre, convegni, spettacoli musicali e teatrali grazie alla partecipazione di artisti, intellettuali e studiosi di rilevo nazionale ed internazionale. Un’altra iniziativa a carattere sistemico è promossa dall’Amministrazione Provinciale attraverso il Circuito delle Cucine Tipiche del Piceno che presenta una serie di progetti speciali dedicati alla promozione ed alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali quali: la Cucina del Tartufo ad Amandola, Montefortino e Roccafluvione; la Cucina delle Fate a Pretare, frazione di Arquata del Tronto; la Cucina delle erbe spontanee a Monte San Pietrangeli, Smerillo e Montefiore dell’Aso; la Cucina dello Spirito a Montepradone e Monsapolo del Tronto; la Cucina dei Briganti in località Fleno, Castel di Luco, Maggese, Rocca Montecalvo. Questa offerta specifica si colloca nel susseguirsi delle manifestazioni di derivazione popolare che rivivono nelle campagne e nei numerosi borghi medioevali a testimonianza di un forte collegamento con le radici culturali della comunità. A questi eventi viene data risonanza mediante mercatini, fiere e feste rurali, che concorrono a promuovere la laboriosità manifatturiera e artigiana e le tradizioni enogastronomiche del territorio. Una miscellanea di attività ed eventi culturali è rappresentata dal programma Conoscere il Novecento, che prevede una serie di incontri con la storia contemporanea documentata attraverso mostre fotografiche, rassegne cinematografiche convegni e dibattiti. 1.1.4 La mappatura degli edifici di archeologia industriale Questa mappatura trae origine all’interno del progetto “Identità culturale delle Marche. I luoghi del lavoro e della memoria”, inserito tra le attività del Piano Regionale per i Beni e le Attività Culturali. Parte del progetto è dedicata alla stesura di uno studio che ha avuto come obiettivo l’indagine conoscitiva sui luoghi dell’archeologia industriale delle Marche. La linea di intervento della politica culturale regionale basata sul recupero, la tutela e la valorizzazione ha interessato anche l’archeologia industriale in seguito a numerose azioni di catalogazione puntuali e sistematiche. Tecnicamente questa mappatura si fonda sull’analisi architettonica del panorama dei contenitori destinati ad attività lavorative di carattere industriale, ricorrendo ad una lettura morfologica degli opifici caratterizzati dall’appartenenza alla stessa tipologia produttiva5. La lettura del patrimonio presente nella Provincia di Ascoli Piceno presenta oggetti di interesse localizzati prevalentemente sulla zona costiera: la Fabbrica di feltro e le officine Montani presso Fermo che sono classificate come “architettura miscellanea”, sempre nella stessa zona si trova la Cartiera classificata, a ragione, sotto la voce “architettura della carta”. Poco distante in direzione sud, presso Pedaso, sorge la ex Centrale ENEL (anch’essa di “architettura miscellanea”), segue la stessa classificazione la ex Centrale ENEL di Comunanza, verso l’interno. Ad Offida, invece, è presente un esempio di “architettura dei laterizi” nella Fornace dei laterizi, mentre, avvicinandosi all’Abruzzo si trovano lo Stabilimento bacologico Mercatili presso Monsampolo del Tronto (“architettura della seta”) e la Cartiera pontificia di Ascoli Piceno un notevole esempio di “architettura della carta”, particolare per l’utilizzo di elementi formali più vicini al palazzo rinascimentale che alla fabbrica. Negli edifici ristrutturati dell’antica Cartiera Papale di Ascoli Piceno è stato attivato un moderno polo di cultura scientifico-industriale, un centro polifunzionale che ospita Il 5 Si legga a tal proposito Monti A. e Brugè P. in “Archeologia Industriale nelle Marche, L’architettura”. Nuove Ricerche srl, Ancona. 15 museo della carta che espone resti e ricostruzioni dei macchinari che, per secoli, sono stati utilizzati per produrre la carta, oltre alla collezione naturalistica del farmacista e studioso ascolano Antonio Orsini che raccoglie decine di migliaia di reperti di minerali, conchiglie, fossili e un ricco erbario. Il centro accoglie una serie di esposizioni temporanee ed offre una serie di attività e servizi quali i Laboratori didattici in spazi attrezzati che permettono di proporre attività sperimentali per le scuole di ogni ordine e grado. I Musei della Cartiera Papale organizzano, inoltre, visite guidate e attività di educazione ambientale nei dintorni della Cartiera e lungo il torrente Castellano. Una sala multimediale da 99 posti ed un’ampia aula informatica ospitano congressi, seminari e attività scientifiche. La presenza di questi monumenti del lavoro rispecchia la localizzazione del tessuto produttivo sul piano regionale, concentrandosi nei centri produttivi dello jesino, del maceratese e del fermano. Le numerose testimonianze della storia e della cultura industriale vanno considerate parte integrante dell’assetto territoriale, espressioni di una civiltà non così lontana che devono essere salvaguardate. L’opportunità di valorizzare tali spazi attraverso interventi di recupero e rifunzionalizzazione, la possibilità di riconsegnarli alla collettività con una nuova destinazione d’uso, come nuovi contenitori culturali di attività creative, necessitano di una strategia di fondi regionali ed europei. Un complesso caso di rifunzionalizzazione e riqualificazione di un’area ex-industriale è costituito dall’intervento sullo stabilimento SGL Carbon di Ascoli Pieno. Questa vecchia area produttiva è ancora al centro di un progetto di riconversione che nelle sue linee guida dovrebbe contenere tre direttrici: conservare posti di lavoro, procedere ad una riqualificazione urbanistica dell’area e bonificare il sito definendone, appunto, una nuova destinazione produttiva ed urbanistica. Oggetto di discussione pubblica nonché di un workshop tra rappresentanti della SGL Carbon, Università e movimenti civili, tale area inizi a essere oggetto di interesse da parte del mondo dell’arte che si colloca in questo scenario industriale cercando nuovi spazi di confronto con il suo pubblico. La sezione “Il Paesaggio Urbano” del Festival Piceno del paesaggio di “Saggi paesaggi”, ad esempio, si è svolta all’interno dello stabilimento perseguendo una dialettica partecipativa con la comunità residente. Come sottolineato dal responsabile dell’allestimento “Visioni Parziali”: “si passa attraverso cento anni di storia della città ripercorrendo la complessa vicenda di un’azienda che ha creato la storia industriale, sociale, occupazionale ed economica del territorio”. Per scoprire questo spazio, si percorre l’area produttiva, gli edifici sono spiegati attraverso schede tecniche e valorizzati da proiettori luminosi. I visitatori si muovono attraverso luci, effetti speciali e rumori di fabbrica, vengono intrattenuti da attori e performers e passano in mezzo a diverse installazioni artistiche composte da foto moderne, foto storiche, video e voci degli operai registrate a mensa fino a venir colti di sorpresa dalla famosa sirena della Carbon che è stata riattivata per l’occasione6. 1.1.5 La mappatura degli istituti di formazione In materia di formazione l’Amministrazione Provinciale adotta un programma annuale7 quale atto di indirizzo politico-programmatico per la realizzazione dell’attività di formazione professionale, intesa come strumento della politica attiva del lavoro. Le attività corsuali sono rivolte alla qualificazione per il primo inserimento, alla riqualificazione, alla specializzazione, all’aggiornamento ed al perfezionamento dei lavoratori in un quadro di formazione permanente. Data la vocazione produttiva dell’area, i centri locali hanno lo scopo di fare acquisire, a tutti coloro che le 6 7 http://www.provincia.ap.it/novita/newsdett/newsdett.asp?codnew=5586 Ai sensi della L.R. 16/90 e della L.R. 2/96. 16 frequentano, conoscenze e competenze professionali che si esplicano in abilità operative, capacità gestionali, contenuti culturali, scientifici, tecnologici e organizzativi per agevolare l’inserimento ed il reinserimento nel mercato del lavoro. La tabella 7 riepiloga i dati forniti dal Settore Formazione Professionale e Lavoro dell’Amministrazione Provinciale. Le politiche formative del territorio sono orientate alla creazione di un sistema articolato e condiviso che integra la realtà dell’istruzione con la collocazione lavorativa. Tale atteggiamento è confermato nella programmazione prevista dal Piano di sostegno alla politiche di orientamento e della formazione che il Servizio Politiche Attive del Lavoro della Provincia ha attivato in collaborazione con l’Università degli studi di Macerata, l’Università degli studi di Camerino, l’Università Politecnica delle Marche, il Consorzio Universitario del Piceno e l’Ente Universitario del Fermano. Una dimensione significativa degli interventi previsti nel piano è esposta nella tabella 8 che riporta le progettualità programmate e concordate. Tabella 7 – Mappatura dei Centri Locali di Formazione COMUNE CENTRO LOCALE DI FORMAZIONE Centro Locale per la Formazione Industriale Ascoli Piceno Amandola La Scuola Regionale di Formazione Professionale (ex INAPLI), prevede un'attività formativa che spazia dai settori tradizionali come meccanico, elettromeccanico e linguistico, fino ai più avanzati quali automazione industriale ed informatica. La Scuola opera anche nel campo del disagio sociale. Centro Locale per la Formazione Alberghiera L’attività didattica prevede corsi per trasferire competenze sui settori turistico, commerciale, culturale ed informatico Centro Locale per la Formazione Abbigliamento La Scuola Professionale Regionale di San Benedetto del Tronto sorta per qualificare giovani attraverso corsi inizialmente rivolti al settore Abbigliamento ed Elettromeccanico, ha diversificato l'offerta formativa sino ad occuparsi, oggi, anche di Turismo, Informatica e Servizi. Attività corsuale orientata alle nuove tecnologie per la progettazione di calzature (CAD-CAM) e al marketing. Dalla fine degli anni 80 la scuola opera nel settore dell'informatica tenendo corsi di progettazione grafica S. Benedetto del Tronto S. Elpidio a Mare ATTIVITÀ DIDATTICA Centro Locale per la Formazione Calzaturieri Sedi Distaccate Attualmente opera in aree formative peculiari: Informatica, Artigianato Artistico, Assistenza Sociale. L’ubicazione della Sede Distaccata al centro del territorio della Comunità Montana dei Sibillini, garantisce ai residenti della zona montana possibilità di accedere in loco ai servizi formativi e delle politiche attive del lavoro. Fonte: elaborazione dati Settore Formazione Professionale e Lavoro dell’Amministrazione Provinciale Tabella 8 – Progettualità programmate e concordate nell’annualità 2005/2006 DESTINATARI DELL’INTERVENTO Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Studi sullo Sviluppo Economico OGGETTO DELL’INTERVENTO Approfondimento degli aspetti e delle problematiche riguardanti la crisi occupazionale del sistema produttivo industriale della Provincia di Ascoli Piceno nei settori dell’Agro – alimentare, del Calzaturiero e del Cappello 17 Università degli studi di Camerino Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell’Ambiente (PROCAM) Università degli Studi di Camerino Polo Didattico di San Benedetto del Tronto Università Politecnica delle Marche di Ancona Dipartimento di Studi sullo Sviluppo Economico Università Politecnica delle Marche di Ancona Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi C.U.P. Consorzio Universitario del Piceno di Ascoli Piceno C.U.P. / E.U.F. Consorzio Universitario del Piceno di Ascoli Piceno Consorzio Universitario del Fermano di Fermo Ottimizzazione del tessuto produttivo e sociale al fine di elaborare un piano sostenibile di sviluppo economico ed ambientale di nuove strutture, rispettando l’impianto urbanistico architettonico preesistente e giungendo ad una sperimentazione progettuale sul tema della compatibilità ambientale e dello sviluppo sostenibile Messa in opera, gestione, organizzazione e sviluppo del Parco Marino in prospettiva della salvaguardia biologica dell’ambiente e della difesa del biotipo dei fondali costieri nonché la valorizzazione e l’impiego di figure professionali qualificate e portatrici del necessario know how Approfondimento dell’impatto economico ambientale, di riqualificazione turistico – culturale del territorio e dello sviluppo in senso aeroportuale della pista attualmente a servizio della SEI S.p.A. di Monteprandone Progetto di fattibilità delle Filiere Agro – Energetiche nella Provincia di Ascoli Piceno finalizzata alla riconversione del complesso produttivo della Eridania Sadam ed alla realizzazione di una Filiera Agro – Energetica, contemperando l’esigenza della salvaguardia dei livelli occupazionali e la preservazione dell’equilibrio socio ambientale del territorio; Promozione di politiche inerenti l’istruzione e la formazione, la valorizzazione dell’offerta universitaria in collaborazione ed in raccordo con le istituzioni presenti sul territorio attraverso l’ampliamento della conoscenza delle esigenze del mercato del lavoro locale Attività di raccordo ed integrazione con soggetti ed intermediari attivi a livello locale, scambio di informazioni e raccordo funzionale delle attività dei Centri per l’Impiego con soggetti pubblici e privati operanti nel campo dell’intermediazione e dell’orientamento e sostegno al rapporto del territorio con le Università presenti nel territorio Fonte: Servizio Politiche Attive del Lavoro - Amministrazione Provinciale. Il Consorzio Universitario Piceno in collaborazione con la fondazione Erill ha avviato una ricerca sui fabbisogni formativi nel territorio della provincia, finanziata dalla Provincia di Ascoli Piceno - Assessorato alla formazione professionale e politiche attive del lavoro. Si tratta di una mappatura del territorio che riguarda sia l’offerta formativa esistente che la domanda che proviene dai vari attori presenti sul territorio. Il principio guida della ricerca è il lifelong learning, affidatario di uno specifico incarico da parte dalla provincia per lo studio sui fabbisogni formativi del territorio, dal mese di ottobre realizzerà un database online di tutte le agenzie che si occupano di formazione. Nella tabella 9 l’elenco attuale con la denominazione delle 142 agenzie. Tabella 9 Le agenzie di formazione nella Provincia di Ascoli Piceno 1 2 3 4 5 6 A.I.O.M.A. - Associazione Interregionale Olivicola del Medio Adriatico A.I.S. - Associazione Italiana Sommelier A.IN.COM. S.r.l. Accademia per l’Innovazione e la Comunicazione A.m.i.e.c. A.N.A.M. - Accademia Nazionale Acconciatori Misti A.N.A.P.I. - Associazione Nazionale Amministratori Professionisti d'Immobili 18 7 A.N.P.AS. - Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze 8 A.P.R.A.T. - Associazione di Professionisti della Ristorazione Alberghiera del Turismo e Management 9 Accademia Italiana 10 Accademia Italiana di Canto e Musica Moderna 11 Accademia musicale Lizard 12 Adecco 13 Agrotecna 14 Alfa Software 15 Alliance Francaise 16 Ama-Aquilone a R.l. 17 Arte On 18 AS.P.OL. - Associazione Cooperativa Produttori Olivicoli dell’Italia Centrale 19 Ascom - Associazione del commercio, turismo e servizi della provincia di Fermo 20 Associazione Alzheimer Ascoli Piceno 21 Associazione Amici dello I.O.M. (Istituto Oncolologico Marchigiano) 22 Associazione “Slow Food” 23 B.I.C. Omega 24 BIT S.r.l. 25 Blue Star 26 British Group 27 British Institutes 28 British School of English. 29 C.E.ES.A. Di Leonardi Simonetta & C. 30 C.f.p. Artigianelli FAM (Centro Formazione Professionale “Artigianelli” Figli Amore Misericordioso) 31 Calen 32 Ce.s.co.t.AP 33 Cedeform – Scuola Formazione Lavoro 34 Centro Formazione Assistenza 35 Centro Locale per la Formazione Alberghiera 36 Centro locale per la formazione di San Benedetto del Tronto 37 Centro locale per la formazione di Sant'Elpidio a Mare 38 Centro Locale per la Formazione Industriale 39 Centro Servizi per il Volontariato 40 Centro Studi e Formazione S.r.l. 41 Centro Studi Musica Moderna 42 Centro Westminster 43 CFM centro formazione Marche 44 CFP Italia 45 Cna – Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa – Associazione provinciale di Ascoli Piceno 46 COGITO soc. coop. Sociale a R.l. 47 Coldiretti - Associazione A.PR.OL. 48 Comune di Grottammare 49 Comune di Offida 50 ComuneSpinetoli 51 Comunità Volontari per il Mondo - Laboratorio Interculturale 52 Confcommercio 53 Confcommercio servizi S.r.l. 54 Conservatorio Statale di Musica “G.B.Pergolesi” 55 Consorzio Piceni Art For Job 56 Cosif 57 Croce Rossa Italiana 58 E.F.O.P. – Ente di Formazione e di Orientamento Professionale 59 Ecos srl 60 Enac Marche c.f.p. Istituto Canossiane 19 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 Ente Scuola Edile Eurispes Euroconsulenze Srl F.1 O.P. Federazione Italiana Nuoto Federvol Feprat - Federazione Europea Professionisti della Ristorazione Alberghiera e del Turismo Fo.r.e.s. Marche Fondazione Carisap For.Bi.T.(Formazione Bilaterale Territoriale) Formazione Oggi Funima International Genesis S.r.l. Giocamondo s.c.a r.l. Giocondi scuola di musica HCR Consulting Humangest I.T.I.S. "Montani” Ial Regionale Marche Idrea Coop Inlingua Integra - Gestione Integrata Sistemi per la Cultura Ipsia Ricci Istituto Comprensivo Acquasanta Terme Istituto d’Istruzione Superiore Istituto istruzione superiore Ipsia “Sacconi” Istituto musicale “G. Spontini” Istituto Statale d'Arte Istituto Superiore Marchigiano di Scienze Religiose “Redemptoris Mater”/ Collegato alla Pontificia Università Lateranense - Sede di Ascoli Piceno Istituto Superiore Studi Medioevali Cecco D’Ascoli Istituto Sviluppo Professionale Italia Istituto Tecnico Commerciale "A. Capriotti" Istituto tecnico industriale “E. Fermi” Istituto tecnico industriale “E. Fermi” La Scaletta Laboratorio Bucciarelli Lavorint Risorse Leonardo da Vinci LIAN S.a.s. Life Quality Project Manpower Marche Italiascuola Mo.I.Ca. Nausicaa Srl Novanet Obiettivo Lavoro Ordine dei Dottori Commercialisti Partner srl Performing S.r.l. Piceno Consind - Consorzio per la Industrializzazione delle valli del Tronto dell' Aso e del Tesino Piceno Management Quanta Restart Società Consortile A.R.L. Rotary Club S.I.F. (Sviluppo Industriale del Fermano) S.r.l. 20 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 SANIT Presidio Ambulatoriale di Recupero e Rieducazione Funzionale Scam Training srl – Fondazione Elios Scuola e Lavoro Marche società cooperativa Scuola Media Statale “Cappella-Curzi” Centro Territoriale Permanente - Educazione Adulti Scuola Media Statale “L. Luciani” Centro Territoriale Permanente - Educazione Adulti Selecta group Serafor di Anita Nicolai Service Coop Servizio Tutela Ambientale - Rifiuti - Energia - Acqua Shibumi Shiatsu School SIDA S.r.l. Sipi S.r.l. Soluzione Srl – Gruppo Innovare SPEM Formazione snc di Straccia Ivan & C. Teknè Test Topnet Telecomunicazioni S.r.l. Ufficio Formazione ed Aggiornamento ASUR Marche - zona territoriale 11 Ufficio Formazione ed Aggiornamento ASUR Marche - zona territoriale 13 Ufficio Formazione ed Aggiornamento ASUR Marche - zona territoriale 12 Unicam Università degli Studi di Macerata Università degli Studi di Teramo Università del tempo libero Università della Terza Età di Ascoli Piceno Università Politecnica delle Marche Wall Street Institute L’amministrazione provinciale di Ascoli Piceno ha approvato, a fine giugno 2007, il nuovo programma degli Interventi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo obiettivo 3 anno 2007. La strategia delineata per il POR FSE 2007-2013 prevede: • obiettivi strategici: - offerta formativa di qualità - parità di genere - integrazione sociale • priorità strategiche: - adattabilità: promuovere l’innovazione organizzativa nei contesti lavorativi; - occupabilità: ampliare la partecipazione e l’accessibilità al mercato del lavoro; - inclusione sociale per favorire le persone svantaggiate e per contrastare le discriminazioni nel mercato del lavoro; - capitale umano: innalzare la qualità delle risorse umane e l’efficacia del sistema di istruzione e formazione per rafforzare la competitività attraverso la conoscenza; - trasnazionalità e interregionalità: ampliare e rafforzare la rete di relazioni del sistema regionale di istruzione, formazione e lavoro; - assistenza tecnica: migliorare la governance e l’attuazione del programma operativo; Tali priorità strategiche costituiranno gli assi di intervento finanziati dal POR che sostituiranno i precedenti assi, ordinati per percentuale di finanziamenti ricevuti: • interventi per disoccupati • interventi per soggetti svantaggiati • formazione superiore e permanente • innovazione sostegno all’imprenditorialità • misure per l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro 21 • misure di accompagnamento All’interno del Piano sono stati attivati i Programma Gulliver, Programma Leonardo, Programma Che Idea. Le risorse finanziarie destinate ai nuovi assi strategici sono per il 39,52 % provenienti da FSE, per il 51,01% dallo Stato e per il 9,47% della Regione. Il Piano finanziario prevede la seguente articolazione. Asse adattabilità occupabilità inclusione sociale capitale umano trasnazionalità e interregionalità assistenza tecnica % 29,81 35,43 11,52 17,47 1,77 tot generale 84.139.077 100.000.000 32.530.345 49.310.763 5.000.000 4,00 11.290.841 totale 22 ripartizione della percentuale del 9,47% dei finanziamenti regionali tra Regione e Provincia Regione % Provincia % 4,76 95,24 16,00 84,00 30,74 69,26 58,81 41,19 100,00 0,00 58,06 25,00 41,94 75,00 1.2 ANALISI SWOT L’analisi delle risorse culturali e formative del territorio fornisce informazioni che consentono una prima valutazione delle dinamiche del territorio e l’elaborazione della matrice SWOT, utile ad una prima focalizzazione delle potenzialità e delle criticità per l’attuazione del distretto culturale evoluto a supporto delle scelte strategiche. Oltre alle fonti già citate, per l’analisi SWOT si fa riferimento all’iniziativa “Campagna di Ascolto 2006”, promossa dall’amministrazione provinciale, cha ha consentito di approfondire gli aspetti legati alle politiche culturali mediante una serie di incontri con le comunità del territorio. La Provincia di Ascoli Piceno si connota, all’interno del territorio regionale, come un’area con un alto tasso di diffusione delle risorse culturali, tale da rischiare una tendenza alla frammentazione delle iniziative. Per questo motivo l’atteggiamento strategico dettato dalla Regione e recepito dalle amministrazioni provinciali e comunali è orientato alla costruzione di sistemi, circuiti e reti in grado di integrare le risorse presenti sul territorio e valorizzarle ottimizzando gli effetti su scala locale. Si tratta di una linea guida che deve essere ottimizzata nel tempo con la gestione dei circuiti, oltre ad adeguate risorse umane e finanziare. Dal punto di vista delle dinamiche finanziarie, un segnale interessante è dato dall’aumento delle erogazioni che le Fondazioni Bancarie marchigiane effettuano in favore del settore “Arte e cultura” con un passaggio dai 523 mila euro nel 1993 ai quasi 6 milioni di euro nel 2002. Tabella 9 – Matrice dei Punti di Forza e di Debolezza, delle Opportunità e delle Minacce PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Risorse finanziarie non sufficienti per la gestione corrente ed il funzionamento dell’offerta culturale Difficoltà nella gestione dei circuiti e marginalizzazione delle municipalità minori Ritardo nell’accensione di nessi causali tra cultura, creatività e innovazione Offerta culturale diffusa sul territorio e di qualità Articolazione dell’offerta in ciascun settore culturale Presenza di numerosi sistemi e circuiti Forti tradizioni culturali nel territorio Dimensioni dei centri urbani tali da consentire un rapporto diretto da gli attori sociali, economici e culturali Risorse investite dalle Fondazioni Bancarie OPPORTUNITÀ Linee programmatiche regionali favorevoli all’attivazione di sistemi territoriali o tematici MINACCE Difficoltà nella strutturazione di un’offerta coordinata, coerente e complementare tra gli elementi del sistema Risorse finanziarie necessarie per l’attuazione del Piano Ingenti costi nel recupero degli edifici di archeologia industriale, collocazione degli stessi in zone di riviera dove la speculazione edilizia è elevata Difficoltà a realizzare una programmazione culturale autonoma per i piccoli centri Effettiva implementazione di linee di azione per soddisfare il bisogni rilevati dal feedback sull’ascolto Crescente competizione territoriale Piano Regionale per i Beni e le Attività Culturali Recupero degli edifici di archeologia industriale Introduzione di standard di qualità nella gestione dei sistemi Sensibilizzazione all’ascolto dei bisogni espressi dalla comunità 23 1.3 ANALISI CUP In considerazione di quanto espresso nella Costituzione e in riferimento all’Art. 31 D. Lgs. n.267/2000 Testo Unico delle leggi sull’ordina-mento degli Enti locali, il Consorzio Universitario Piceno è un ente programmatore-promotore sorto nel 1974 al fine di favorire lo sviluppo dell'istruzione universitaria e della ricerca scientifica nel territorio degli Enti pubblici costituenti che sono rispettivamente l’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno e le Amministrazioni Comunali di Ascoli Piceno, S. Benedetto del Tronto, Spinetoli e Offida. Nella storia del Consorzio è rimasta costante la tensione a formare un ente sovraordinato allo sviluppo di un sistema di formazione universitaria e postuniversitaria calibrato sui fabbisogni del territorio e in grado di ottimizzare gli effetti su scala locale. In considerazione di quanto espresso nella Costituzione e in riferimento all’Art. 31 D. Lgs. n.267/2000 Testo Unico delle leggi sull’ordina-mento degli Enti locali, il Consorzio Universitario Piceno è un ente programmatore-promotore sorto nel 1974 al fine di favorire lo sviluppo dell'istruzione universitaria e della ricerca scientifica nel territorio degli Enti pubblici costituenti che sono rispettivamente l’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno e le Amministrazioni Comunali di Ascoli Piceno, S. Benedetto del Tronto, Spinetoli e Offida. Nella storia del Consorzio è rimasta costante la tensione a formare un ente sovraordinato allo sviluppo di un sistema di formazione universitaria e postuniversitaria calibrato sui fabbisogni del territorio e in grado di ottimizzare gli effetti su scala locale. 1.3.1 La struttura di governo, l’organizzazione, le attività e l’offerta formativa • I soggetti consorziati PROVINCIA DI ASCOLI PICENO COMUNE DI SPINETOLI COMUNE DI ASCOLI PICENO CONSORZIO UNIVERSITARIO PICENO COMUNE DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO 24 COMUNE DI OFFIDA • Richieste di ammissione COMUNE DI FOLIGNANO COMUNE DI MALTIGNANO UNIONE DEI COMUNI DELLA VALLATA DEL TRONTO • I sostenitori - Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura della Provincia di Ascoli Piceno Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno • Le partecipazioni - Tecnomarche - Parco scientifico e tecnologico delle Marche S.c.ar.l. Asteria s.r.l. Fondazione ERILL - European Research Institute on Lifelong Learning Associazione Nazionale Consorzi Universitari - ANCUN Consorzio per lo Sviluppo dell’Industrial Design • Convenzioni con le Università e altri istituti di formazione - l’Università degli studi di Camerino (UNICAM) che è presente con tre Facoltà: Architettura, Scienze e Tecnologie e Giurisprudenza l’Università di Macerata (UNIMC) con le Facoltà di Scienze Politiche e Scienze della Formazione l’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) che è presente con la Facoltà di Economia Istituto Superiore di Studi Medievali Cecco D’Ascoli Fores Marche - La struttura organizzativa del Consorzio si articola mediante organi di rappresentanza, di amministrazione e di gestione. La presenza di un’Assemblea consortile garantisce l’espressione degli enti soci ed è composta dal Vice-Presidente della Provincia di Ascoli Piceno e dai Sindaci dei Comuni consorziati, o in loro vece, dai rispettivi delegati. L'Assemblea è convocata e presieduta dal Presidente del Consorzio, che sovrintende, coordina e vigila il perseguimento dei compiti istituzionali previsti dallo statuto. L’Assemblea elegge, fuori dal proprio seno, il Consiglio di amministrazione del Consorzio, che rappresenta l'organo esecutivo dell'attività sociale e di amministrazione dell'ente. Il C.d.A. è retto dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, che rappresenta l'organo di raccordo fra l'assemblea e consiglio di amministrazione, che coordina l'attività di indirizzo con quella di governo e di amministrazione ed assicura l'unitarietà delle attività del consorzio, avendone inoltre rappresentanza legale8. 8 Le informazioni relative alla struttura organizzativa del CUP sono desunte dallo Statuto del Consorzio Universitario Piceno. 25 L’organizzazione del Consorzio segue il modello approvato dall’Associazione Nazionale Consorzi Universitari e dal Ministero dell’interno. L’ambito di tale operatività si estende ad una serie di interventi a supporto dell’attività di formazione universitaria e di ricerca applicata. Si evidenzia l’ampiezza delle attività di programmazione e sviluppo intraprese dal Consorzio, e l’intenzione del CUP di passare dalle funzioni di primo supporto economico e logistico per i servizi erogati, ad un’operatività propria di un’agenzia per il locale, i cui asset sono la formazione, la cultura e la promozione di progetti innovativi. L’articolo 2 dello Statuto del Consorzio delinea le attività e le funzioni dell’ente: • sostiene, con personale, con immobili e finanziariamente, le forme di istruzione universitaria e parauniversitaria esistenti nei Comuni aderenti • coordina e supporta le proposte di istituzione di corsi, di diplomi universitari e di terzo livello, istituti di ricerca applicata e alta qualificazione e scuole ad indirizzo speciale che provengono dai Comuni e degli Enti pubblici soci • promuove la realizzazione di servizi universitari e parauniversitari, integrati, ove possibile, con i servizi della collettività • organizza seminari di studio, convegni ed incontri culturali • espleta funzioni di consulenza • favorisce ogni altra iniziativa che contribuisca alla conoscenza della realtà universitaria e a permetterne l'integrazione con il sistema economico, sociale e culturale del territorio. Sono indicate di seguito le attività del CUP per aree: università e ricerca, orientamento, comunicazione e servizio tecnico. Area istituzionale – Università e ricerca Il servizio è - Erogazione servizi di supporto alla didattica impegnato a favorire Monitoraggio corsi di laurea attivati e stabilizzare a Gestione rapporti con Istituzioni Universitarie livello locale gli Attivazione nuovi corsi di laurea ambiti di Organizzazione e coordinamento master collaborazione tra Ricerca di finanziamenti (Fund Raising) università, sistema Gestione ed organizzazione di procedure e attività volte ad delle imprese, enti incrementare la formazione continua pubblici e istituzioni Gestione rapporti con gli enti pubblici locali locali Gestione rapporti con le aziende Sensibilizzazione di enti pubblici e privati allo sviluppo della cultura attraverso l'instaurazione di rapporti di collaborazione stabili con le Università - Divulgazione nel sistema economico e produttivo locale delle informazioni acquisite e dei risultati della ricerca scientifica Promozione ed organizzazione di seminari di studio, convegni, incontri culturali Gestione di pubblicazioni periodiche di divulgazione scientifica Gestione dei rapporti con le Istituzioni di Ricerca Applicata Gestione dei rapporti con gli ordini professionali e le associazioni di categoria. Realizzazione di indagini sulla soddisfazione dei bisogni degli utenti (customer satisfaction) Realizzazione di studi sui fabbisogni formativi del territorio. Il Consorzio Universitario Piceno finanzia e co-finanzia: - borse di dottorato di ricerca (tra le borse di dottorato di ricerca: “Problematiche urbanistiche ed architettoniche per la riconversione dell’area SGL Carbon in Ascoli Piceno”) - assegni di ricerca 26 - concorsi di idee9 mostre borse di studio e premi di laurea per gli studenti universitari In particolare, il CUP ha affidato al Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell’Ambiente (ProCAm) della Facoltà di Architettura – DISIA (Corso di Laurea in Disegno Ambientale e Industriale) l’elaborazione dello studio di fattibilità “Festival/Biennale del Design”. Area istituzionale – Orientamento Il Consorzio - Progetti di didattica orientativa Universitario Piceno, il - Incontri con studenti delle Scuole Medie Superiori linea con le direttive - Organizzazione di visite alle strutture universitarie e nazionali ed europee, partecipazione a lezioni e laboratori considera l’attività di Organizzazione delle Giornate di Orientamento allo Studio e al orientamento Lavoro in collaborazione con le Istituzioni locali essenziale per il futuro Partecipazione ai saloni e fiere dei giovani e quindi Realizzazione di indagini statistiche sulle motivazioni alla scelta parte integrante del universitaria processo educativo e Adesione ad iniziative comunitarie in materia di formazione formativo professionale Organizzazione di tirocini e stage aziendali Placement e gestione data-base laureati Progetti - Scegli il tuo futuro - Lezioni da grandi Studenti raggiunti nel 2007: 1800 Fiere e Saloni 2007 - Organizzazione e progetto di comunicazione GOing, Ascoli Piceno 15/16 marzo 2007 Adesioni: 28 Atenei Nazionali, Visitatori: 2500 studenti Scuole Superiori Partecipazione a: Campus Orienta – Pescara Orientasud.it – Napoli OrientaSicilia – Palermo Campus Orienta – Bari Area istituzionale – Comunicazione COMUNICAZIONE - cura le relazioni con il pubblico attraverso l'Ufficio per le relazioni Il Servizio con il pubblico (URP) Comunicazione ha il redige annualmente il Piano di Comunicazione compito di informare progetta e organizza le campagne informative annuali sull'attività e sui servizi promuove e organizza convegni, seminari e manifestazioni offerti dal Consorzio cura l'ideazione, il coordinamento e l'attività redazionale del sito Universitario Piceno, web garantendo al cittadino collabora con gli Enti soci e con le Istituzioni che ne facciano l'esercizio del diritto richiesta per specifiche iniziative rivolte ai giovani d'informazione, di attraverso l’addetto stampa informa l’opinione pubblica, cura i accesso e di rapporti con i media la stampa, la radio e la televisione, sulle partecipazione, nello iniziative, sugli obiettivi e sui risultati ottenuti attraverso l’Infopoint spirito della Legge 7 gestisce il servizio SMS per informare e rispondere sulle attività agosto 1990, n 241. promosse dall’Ente Slogan per la - Studio nel Piceno. l’Università è qui promozione del territorio - Piceno fonte di sapere 9 La Fondazione Libero Bizzarri, in collaborazione con l’Università degli Studi di Camerino, Facoltà di Architettura, sede collegata di Ascoli Piceno, e con il CUP, e con il patrocinio dell’ADI - Delegazione Marche Abruzzo Molise, presenterà il prossimo settembre 2007 il III° concorso per documentari CITTÀ, ARCHITETTURE, TERRITORI, all’interno della 14° rassegna del Documentario Premio Libero Bizzarri. Tema del concorso è: “Made in Italy e Italy in Made. Personaggi, fabbriche, oggetti del design italiano”. 27 Per la promozione e l’aggiornamento delle attività realizzate, il CUP utilizza vari strumenti periodici di comunicazione Progetto CUP –ACI - Campus.Doc Guida annuale sull’offerta formativa presente nel territorio UNews Periodico telematico consultabile nella home page del sito dell’Ente. Informa sulle attività culturali dell’Ente, delle Università convenzionate e degli Enti ed Istituzioni che ne facciano richiesta. Fa’ la cosa giusta Gioco per “navigare” tra le sedi universitarie. Campus.Card Carta dei servizi allo studente. 1000 card richieste dagli studenti universitari. Oltre 100 gli esercenti che hanno aderito all’iniziativa Opuscolo sulla sicurezza stradale indirizzato ai ragazzi che si apprestano a conseguire la patente di guida. Contiene indicazione su tutta l’offerta formativa, le sedi universitarie e la campus.Card Area amministrativa – Servizio tecnico Fornisce consulenza e - gestione del Sistema di Qualità dell’Ente secondo la norma UNI assistenza agli Enti EN ISO 9001:2000 Consorziati per la gestione della rete su banda larga per il sistema di realizzazione di aule videoconferenza didattiche e laboratori allestimento delle nuove sedi universitarie e dei laboratori universitari (attrezzature specifiche per la didattica universitaria) manutenzione straordinaria delle sedi Realizza allestimenti di gestione delle gare d’appalto sedi didattiche organizzazione del Servizio Prevenzione e Protezione dell’Ente (d. lgs. 626/94) manutenzione hardware e software gestione rete informatica dell’Ente e dei documenti elettronici; trattamento e protezione dei dati sensibili I corsi di laurea attivati sono riportati per esporre l’architettura formativa del sistema gestito e coordinato dal Consorzio Universitario Piceno. Tabella 10 – Offerta formativa e Corsi di Laurea del CUP ASCOLI PICENO Facoltà Facoltà di Architettura (UNICAM) Facoltà di Scienze e Tecnologie (UNICAM) Facoltà di giurisprudenza (UNICAM) Facoltà di Medicina e Chirurgia (UNIVPM) Corsi di Laurea - Scienze dell’Architettura - Disegno Industriale e Ambientale - Pianificazione dell’ambiente e del territorio - Laurea Magistrale in Architettura - Laurea Magistrale in disegno industriale e comunicazione visiva, in consorzio con La Sapienza di Roma - Laurea Magistrale in pianificazione e progettazione del paesaggio - Laurea Magistrale in disegno del prodotto industriale (a partire dall’anno 2008-2009) - Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali - Informatica - Scienze per la natura e l’ambiente - Scienze geologiche - Matematica e applicazioni gestionali e tecnologiche - Scienze giuridiche - Infermieristica 28 SAN BENEDETTO DEL TRONTO Facoltà Corsi di Laurea Facoltà di scienze e tecnologie - Biologia (UNICAM) - Biologia della nutrizione Facoltà di Economia (UNIVPM) - Economia, mercati e gestione d’impresa SPINETOLI Facoltà Facoltà di Scienze Politiche (UNIMC) Corsi di Laurea - Scienze politiche - Analisi delle politiche pubbliche e dei sistemi territoriali Facoltà di Scienze della Formazione (UNIMC) Fonte: nostra elaborazione dati CUP Formazione e gestione delle risorse umane Il numero di iscritti totale è di 3.005, con la seguente divisione per corsi di laurea: • Scienze dell’Architettura: 586 • Laurea Magistrale in Architettura: 168 • Architettura V.O.: 79 • Disegno industriale e ambientale: 263 • Scienze giuridiche: 129 • Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali: 120 • informatica: 133 • Scienze per la natura e l’ambiente: 23 • Scienze geologiche: 22 • Matematica e applicazioni gestionali e tecnologiche: 13 • Biologia: 100 • Biologia della nutrizione: 263 • Scienze politiche: 215 • Formazione e gestione delle risorse umane: 158 • Economia, mercati e gestione d’impresa: 309 • Infermieristica: 69 • Master I livello “Gestione della fascia costiera e delle risorse acquatiche”: 22 • Master II livello “Innovazione nella pubblica amministrazione”: 15 • Master I livello “Gestione dei sistemi agroalimentari e delle risorse ambientali”: 15 • SSIS: 225 (corso 400 ore); 78 (corso 800 ore) Studenti iscritti per sede didattica Ascoli Piceno 1605 San Benedetto del Tronto 694 Spinetoli 706 La provenienza degli iscritti Abruzzo 301 Basilicata 10 Calabria 3 Campania 13 EmiliaRomagna 9 Lazio 34 Lombardia 3 Marche 2650 Molise 13 29 Puglia Sicilia Toscana Trentino A.A. Friuli Umbria Sardegna Piemonte Veneto Estero 54 5 3 2 2 40 2 2 3 18 Dai dati emerge: - il 76,9% degli iscritti proviene dalla Regione Marche - Seguono per numero di iscritti l’Abruzzo (13,1%), la Puglia (2,8%) e l’Umbria (2,4%) - Solo 7 studenti tra tutti gli iscritti provengono dall’estero La formazione post-universitaria è garantita attraverso una serie di master e corsi specialistici, strutturati al fine di estendere e completare i corsi di laurea specialistici. - Master Universitario di Secondo Livello in “Innovazione nella Pubblica Amministrazione” organizzato dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Macerata in collaborazione con Regione Marche, A.N.C.I. Marche e Provincia di Macerata. - Master Universitario di Primo Livello in “Gestione dei sistemi agro-alimentari e delle risorse ambientali” organizzato dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Macerata in collaborazione con Comune di Spinetoli, Comune di Offida, Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico e la Ricerca Applicata, Asteria S.r.l. e Vinea Produttori Vinicoli S.c.r.l. . - Master di Primo Livello in “Gestione della fascia costiera e delle risorse acquatiche” organizzato dall’Università degli Studi di Camerino. - SSIS, Scuola di Specializzazione interuniversitaria per l’insegnamento secondario delle Marche (corsi per attività didattiche di sostegno), dell’Università degli studi di Macerata. - Corso Triennale di Paleografia Diplomatica ed Epigrafia, organizzato dall’Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco d’Ascoli” e dall’Università degli Studi di Macerata. Il supporto alla ricerca è fornito mediante l’attivazione di una serie di borse di dottorato nei seguenti settori: • Acquicoltura, maricoltura e biologia marina • Chimica • Architettura • Biologia • Endocrinologia • Biologia molecolare Best Practice. Collaborazione tra università e imprese. L’orientamento alla ricerca del Consorzio Universitario Piceno si sviluppa anche attraverso la promozione di concorsi. Tra questi è presente il Concorso di Design “Al.design – Le forme dell'alluminio nell'abitare contemporaneo”, promosso dal PROCAM (Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell'Ambiente) dell'Università degli Studi di Camerino, dal Corso di Laurea in Disegno Industriale e Ambientale della Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno, dal CUP (Consorzio Universitario Piceno) e 30 dal CSID (Consorzio per lo Sviluppo dell'Industrial Design), con il patrocinio della Provincia e del Comune di Ascoli Piceno, della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e dell'Assindustria di Ascoli Piceno, della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Teramo, del TERCAS – Cassa di Risparmio di Teramo, di ADI - Associazione per il Disegno Industriale, di ADI Delegazione Marche e del CIAL – Consorzio Imballaggi Alluminio. Il CSID nasce nel 2005 dalla sinergia tra il Consorzio Universitario Piceno, la Facoltà di architettura di Ascoli Piceno e da un gruppo di imprese del territorio (alle 7 attuali si aggiungeranno presto altre 5). In particolare, il CUP, al fine di garantire un costante e proficuo rapporto tra l’Università e il sistema imprenditoriale, nel 2007 aderisce al CSID. Questa iniziativa è particolarmente rilevante all’interno del pianificazione strategica del territorio secondo il paradigma del distretto culturale evoluto perché: - pone in relazione l’ambito formativo con quello produttivo - si rivolge a studenti e a designer under 35 e, dunque, incentiva e promuove la creatività emergente dalle nuove generazioni - è orientato all’innovazione, in quanto stimola una progettazione ambientalmente responsabile di manufatti da realizzare totalmente o prevalentemente con l'alluminio e da destinare sia ad una tiratura industriale, sia ad una produzione limitata - individua nel design e, in particolare nell’industrial design, un settore strategico per lo sviluppo e l’innovazione dei sistemi imprenditoriali locali e del “Made in Italy”. Il concorso è stato, quindi, pensato per essere il punto di partenza di una serie di iniziative legate alla cultura d’impresa e all’innovazione tecnologica, importante tassello di una strategia di sviluppo per il Piceno volta alla creazione di un sistema orientato alla cultura e alla cultura. 1.3.2 Mappatura delle relazioni Per la realizzazione delle attività programmate il Consorzio Universitario Piceno si avvale, oltre ai legami consolidati con le Università, di una serie di partnership fondamentali per potenziare l’efficacia degli obiettivi generali e specifici pianificati. L’investimento sul territorio è, di fatto, corroborato dalla partecipazione di altri enti ed istituzioni chiave per lo sviluppo del Piceno. Tra questi figurano la Camera di Commercio di Ascoli Piceno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, l’Agenzia per lo sviluppo tecnologico e la ricerca applicata ASTERIA, la Fondazione Erill – European Research Institute on Lifelong Learning. Si evidenziano alcune delle relazioni del CUP in base alla tipologia del soggetto coinvolto: Soggetto Università Enti pubblici locali Enti pubblici tipo di relazione - convenzione - collaborazioni e patrocini ad attività culturali - collaborazione per l'attivazione e la gestione di master universitari nel territorio Piceno - soci CUP - protocollo d'intesa - collaborazioni per attività di orientamento e di informazione rivolte ai giovani - collaborazione per l'organizzazione manifestazione di orientamento "GOing" - Ancun, socio CUP 31 nazionali Associazioni di categoria locali Associazioni di categoria nazionali Associazioni di categoria internazionali Fondazioni Bancarie Imprese Altri soggetti - Partnership Nell'ambito Long life learning - formazione dei professionisti Patrocini per attività culturali, partecipazioni ed interventi ad attività convegnistiche e alle attività promosse dalla Facoltà di Architettura - collaborazione per attività convegnistica ADI: Collaborazione con la scuola di Design Fondazione Erill, socio fondatore di CUP Convenzione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno - Società partecipata dal CUP - Partnership - Adesione alla Campus Card, la carta dei servizi realizzata dal Consorzio Universitario Piceno per studenti universitari per l'acquisto di prodotti e servizi a costi agevolati. - Progetto Leonardo Fondazione Libero Bizzarri: premio Libero Bizzarri (in collaborazione con UNICAM e ADI) 32 1.4 MAPPATURA AREE PRODUTTIVE E DISTRETTI INDUSTRIALI 1.4.1 Le principali aree produttive della Provincia di Ascoli Piceno Figura 1. Mappa della provincia di Ascoli Piceno [Fonte: Provincia di Ascoli Piceno] Le Marche si presentano come un territorio di industrializzazione abbastanza recente: all'inizio del secolo, quasi tutta la popolazione era dedita all'agricoltura, il 70% direttamente ed il 25% indirettamente, mentre solo il 3% si occupava di attività industriali. L'ultimo censimento, quello del 2001, manifesta in pieno l'avvenuta inversione: all'industria il 41,5% dell'occupazione, all'agricoltura il 5%, ai servizi il 53,5% della forza lavoro. All’interno della regione, i dati per Ascoli Piceno vedono la seguente ripartizione: agricoltura 6,2%, industria 43,7%, servizi 50,1% (vedi Tab. 1). La provincia, dunque, presenta, in un certo senso, i caratteri tipici regionali (la forte vocazione manifatturiera), ma in una forma ulteriormente accentuata10. Tabella 1. Media annua occupati per settore [Fonte: ISTAT, 2003] SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA (migliaia) % Occupati Agricoltura Italia 1.079,9 26,1 4,45% INDUSTRIA (migliaia) % Occupati Industria 7.055,0 SERVIZI (migliaia) 16.149,2 10 Marche 8,4 3,89% 246,2 29,05% 5,24% 63,2 36,68% 398,9 Fonte: ISTAT, risultati del censimento 2001, disponibili online sul sito www.istat.it. 33 Prov. AP 39,42% 88,7 % Occupati Servizi 66,50% 59,43% Totale Tabella 2. Il saldo della forza lavoro [Fonte: elaborazione Osservatorio Regionale Mercato del Lavoro su Dati Istat RCFL] forze di lavoro Pesaro e Urbino Ancona Macerata Ascoli Piceno Marche Veneto Emilia R. Centro Italia valori 2005 160.635 201.124 136.303 167.696 665.758 2.154.523 1.946.616 4.886.904 24.451.393 valori 2006 165.513 209.115 138.910 164.225 677.763 2.189.839 1.984.965 4.970.658 24.661.628 variazione % 3,04 3,97 1,91 -2,07 1,80 1,64 1,97 1,71 0,86 Un’indagine recentemente presentata da Confindustria Marche11 traccia un excursus storico dello sviluppo industriale della regione, individuandone quattro tappe. Si è partiti dalla fase del decollo delle attività industriali (anni ’50–’60), un primo stadio caratterizzato da caos e frammentarietà, competizione intensa e confronto opportunistico (raramente cooperativo), con solo poche grandi e medie imprese che integravano e/o coordinavano le attività all’interno delle aree di produzione. Nella fase dell’accumulazione delle risorse (anni ’70), negli spazi della regione in cui più intensi si manifestavano gli insediamenti produttivi, hanno iniziato a delinearsi i tipici tratti del distretto industriale, con l’irrobustirsi dei processi di autentica divisione del lavoro e il diffondersi, nei distinti sottosistemi territoriali produttivi, di comuni tecnologie di prodotto e di processo. La fase della razionalizzazione delle risorse (anni ’80) è segnata da mutamenti assai marcati nelle condizioni di domanda, e da un’ampia disponibilità di nuove tecnologie adottabili in moduli e risparmiatrici di lavoro e di capitale, fattori che determinano frequenti crisi d’impresa. Infine, la fase contemporanea è quella della diversificazione organizzativa (anni ’90 e seguenti) in cui il carattere integrato, così come può desumersi dal consolidarsi delle forme reticolari di impresa, fa sì che la struttura dei nuclei distrettuali assuma i connotati delle costellazioni stellari. In questa ottica, resta notevole il numero e la varietà delle piccole imprese, ma esse entrano gradualmente nelle reti come nodi programmati. I sistemi distrettuali tradizionali diventano pertanto più concentrati e al contempo più aperti all’esterno. A conclusione di questo breve excursus storico sullo sviluppo delle aree produttive della provincia di Ascoli Piceno, va aggiunta la considerazione che, per molti aspetti, l’area provinciale si configura come un’area di confine fra due Italie storiche: non solo geograficamente ma anche sotto il profilo socio-economico per la compresenza di caratteri tipici delle regioni meridionali e delle aree del centro nord. Sin dagli anni cinquanta e fino al 1990, i 73 comuni della provincia sono stati suddivisi in due aree distinte: 25 comuni a sud rientravano nel territorio agevolato dalla legislazione sul mezzogiorno mentre l'appendice settentrionale, a ridosso della provincia di Macerata, è 11 V.Balloni, M.Cucculelli, A.Iacopini (a cura di), La politica industriale per distretto , Confindustria Marche, Ancona, 2000. 34 55,33% una delle più significative espressioni dello sviluppo della piccola impresa maturata a livello nazionale nel dopoguerra. Questa differenziazione, attenuatasi ma non del tutto scomparsa nel corso dei decenni, ha trovato in parte una conferma nella decisione, presa nel 2004 e che sarà operativa a partire dal 2009, di suddividere la provincia in due aree provinciali distinte: la “vecchia” provincia di Ascoli Piceno (la parte sud, a ridosso dell’Abruzzo) e quella “nuova” di Fermo, che comprenderà quasi metà dell’attuale territorio provinciale. Va comunque rilevato che, allo stato attuale, fatta salva la specifica vocazione dell’area fermana per la produzione calzaturiera (vedi oltre), le due aree sono sostanzialmente simili per modello di sviluppo (attività concentrate sul manifatturiero, come nel resto della regione) e livello di ricchezza prodotta. Figura 2. Mappa delle due nuove province di Ascoli Piceno e Fermo [Fonte: Provincia di Ascoli Piceno, nuova Provincia di Fermo Attraverso l’applicazione del “quoziente di localizzazione” (cioè l’indice della dissomiglianza che esiste tra un'area e la macro-area di riferimento per ogni settore di attività economica), a partire dai dati dell’ultimo Censimento ISTAT dell’Industria e dei Servizi per la Provincia di Ascoli Piceno, si possono analizzare quei tratti del sistema produttivo ascolano che più lo caratterizzano rispetto ai contesti nazionale e regionale. Seguendo questa metodologia, una recente indagine della Camera di Commercio di Ascoli Piceno12 ha evidenziato che: (a) il settore agricolo ha un peso relativo più alto rispetto all'Italia e, in minor misura, anche alle Marche; (b) la pesca ha una vocazione nel territorio piceno importante rispetto alla regione e in maniera più marcata rispetto all'Italia, soprattutto in termini unità locali dedicate; (c) l'attività manifatturiera nel complesso della provincia presenta un peso superiore soprattutto rispetto a quello dell'intera nazione, dato che le Marche presentano una vocazione manifatturiera diffusa anche in altri territori regionali; (d) gli altri due settori dell'industria (estrazione di minerali e produzione di energia elettrica, gas, e acqua), oltre ad avere un'importanza del tutto marginale nel tessuto economico piceno, hanno anche una bassa localizzazione in provincia; (e) il settore delle costruzioni riveste nel Piceno un peso del tutto similare a quello assunto nelle Marche ed in Italia. 12 Camera di Commercio di Ascoli Piceno – Ufficio Studi e Statistica, Analisi dell’economia picena attraverso il Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi – Anno 2001. 35 Tabella 2. Industria: unità locali delle imprese e addetti per sezione, sottosezione, divisione e gruppo di attività economica nella provincia di Ascoli Piceno [Fonte: ISTAT, 2001] ATTIVITÀ ECONOMICHE D Attività Manifatturiere Industrie alimentari, delle bevande e del DA tabacco 15 16 DB Industrie tessili e dell’abbigliamento 17 18 Industrie conciarie, fabbricazione di DC prodotti in cuoio, pelle e similari 19 19.01 19.02 19.03 DD Industria del legno e dei prodotti in legno Fabbricazione della pasta-carta, della carta DE e dei prodotti di carta; stampa ed editoria 21 22 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, DF trattamento dei combustibili nucleari Fabbricazione di prodotti chimici e fibre DG sintetiche e artificiali Fabbricazione di articoli in gomma e DH materie plastiche Fabbricazione di prodotti della lavorazione DI di minerali non metalliferi Produzione di metallo e fabbricazione di DJ prodotti in metallo 27 28 Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, compresi l’installazione, il DK montaggio, la riparazione e la manutenzione Fabbricazione di macchine elettriche e di DL apparecchiature elettriche ed ottiche 30 31 32 33 DM Fabbricazione di mezzi di trasporto 34 35 DN Altre industrie manifatturiere 36 37 Ascoli Piceno Unità Locali Addetti 6.816 51.325 Distribuzione % Unità Locali Addetti 100% 100% 678 3.857 10% 8% 678 475 151 324 3.857 3.555 995 2.559 10% 7% 2% 5% 8% 7% 2% 5% 3.055 24.902 45% 49% 3.055 6 101 2.948 340 24.902 141 498 24.263 1.207 45% 0% 1% 43% 5% 49% 0% 1% 47% 2% 273 1.523 4% 3% 65 208 819 704 1% 3% 2% 1% 5 70 0% 0% 31 949 0% 2% 124 1.890 2% 4% 203 784 3% 2% 568 5.364 8% 10% 34 534 360 5.004 0% 8% 1% 10% 317 2.949 5% 6% 440 2.498 6% 5% 22 121 83 14 30 8 22 277 252 25 240 1.186 338 734 365 193 172 1.412 1.351 61 0% 2% 1% 3% 0% 0% 0% 4% 4% 0% 0% 2% 1% 1% 1% 0% 0% 3% 3% 0% Forte è la specializzazione per alcune attività produttive nell'economia della provincia: prima fra tutte la produzione di calzature, con più di 2.000 aziende e con una occupazione di oltre 20.000 unità, che fanno di questa terra quella a più alta vocazione calzaturiera d'Italia. Analizzando infatti nello specifico il settore manifatturiero (v. tab.3), 36 si rileva un’alta specializzazione nel gruppo di attività classificato come “fabbricazione di calzature”, che da solo assorbe quasi il 50% degli addetti nell’industria. E’ tuttavia significativo il fatto che questo comparto, rispetto al dato del 1991, abbia conosciuto una flessione del 16% nel numero di unità locali, e del 10% nel numero di addetti. In collegamento a tale settore si è sviluppato un alto numero di aziende della componentistica, specializzate in minuterie metalliche, in fondi e finiture per la scarpa e la pelletteria. La lavorazione di prodotti in metalli (divisione DJ) è presente con 568 unità locali (+13%) e 5.364 addetti (+18%). Altri settori, come l'abbigliamento e gli alimenti surgelati, danno alla provincia un ruolo rilevante nella produzione nazionale. Infatti il 40% degli ortaggi surgelati italiani ed il 70% del pesce surgelato nel nostro paese sono lavorati nella provincia di Ascoli Piceno13. Il gruppo di attività manifatturiere DA 15 "industria alimentare e bevande" è il secondo settore in provincia per rilevanza assoluta, con 678 unità locali di impresa ed oltre 3.800 addetti). Negli anni più recenti anche il comparto meccanico si è sviluppato in maniera significativa con unità produttive di livello interessante, posizionate su standard tecnologici avanzati e con una vitalità imprenditoriale elevata. La meccatronica (divisione DK “fabbricazione di macchine" - +36% UL e +56% addetti - e DL "fabbricazione di macchine elettriche" -+13% UL e +12% addetti-) comprende 757 unità locali che assorbono 5.447 addetti nel complesso, e mostra tassi di crescita tra i più marcati dell’intero comparto manifatturiero. Importanti sono anche la lavorazione del legno e della carta, come dimostra il valore relativamente alto per i gruppi di attività DE "Fabbricazione della carta" e DH " Fabbricazioni di articoli in gomma e plastica"; DL30 "macchine per ufficio, elaboratori e sistemi informatici". Volendo brevemente anche presentare la situazione del settore terziario (v. tab. 3), per quanto riguarda il commercio al dettaglio, la sua rilevanza in provincia è sostanzialmente simile al dato nazionale e regionale. Il settore turistico fa registrare valori del quoziente della provincia superiori all'unità solo rispetto alle Marche, considerando che l'offerta turistica è piuttosto sviluppata nell'intero Paese. I servizi alle imprese non fanno registrare nel complesso una più marcata vocazione nel Piceno rispetto alle aree-confronto. I servizi alle persone sono invece quelli che, soprattutto in termini di unità locali, denotano una più spiccata presenza nel territorio piceno rispetto alle Marche e all'Italia, in particolar modo sono le attività legate allo smaltimento dei rifiuti ed alle attività ricreative ad essere molto presenti nel Piceno. Tabella 3. Servizi: unità locali delle imprese e addetti per sezione, sottosezione, Divisione e gruppo di attività economica nella provincia di Ascoli Piceno [Fonte: ISTAT, 2001] Ascoli Piceno Unità Locali Addetti ATTIVITÀ ECONOMICHE G 13 Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa 50 51 Fonte: Confindustria Ascoli Piceno. 37 Distribuzione % Unità Locali Addetti 9.844 21.185 44% 41% 1.259 3.241 3.164 6.913 6% 14% 6% 13% H I J K M N O 52 Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 60 61 62 63 64 Intermediazione monetaria e finanziaria 65 66 67 Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali 70 71 72 74 Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali e personali 90 92 93 5.344 1.957 1.316 1.050 2 128 136 771 210 3 558 11.108 5.173 5.186 3.226 3 740 1.217 2.770 1.818 10 942 24% 9% 6% 5% 0% 0% 1% 1% 3% 1% 0% 2% 22% 10% 10% 6% 0% 0% 1% 2% 5% 4% 0% 2% 5.399 10.612 24% 21% 550 66 564 49 93 1.167 1.951 53 517 1.381 741 147 1.340 73 231 2.087 4.099 357 1.220 2.522 2% 0% 3% 0% 0% 5% 9% 0% 2% 6% 1% 0% 3% 0% 0% 4% 8% 1% 2% 5% Totale Terziario 22.498 51.343 100% 100% L'analisi della distribuzione comunale dei risultati dell'8° Censimento ISTAT dell'Industria e Servizi per la provincia di Ascoli Piceno (vedi tab.4) fa emergere immediatamente la presenza di realtà territoriali differenziate, in termini di dimensione della struttura economica presente e di diversi poli produttivi (almeno tre), soprattutto in termini di densità di specifiche attività economiche in questi allocate. Dai dati riepilogativi sui 73 Comuni della provincia emerge infatti che vi sono tre "grandi comuni", quali Ascoli Piceno, Fermo e San Benedetto del Tronto (fig. 1), che concentrano da soli il 22% delle imprese e delle relative UL e che rappresentano, quindi dei veri e propri centri di gravitazione d'impresa. Vi sono poi comuni di medie dimensioni, come Grottammare, Montegranaro, Porto San Giorgio, Porto Sant'Elpidio e Sant'Elpidio a mare, che, gravitando vicino ai grandi comuni del Piceno, presentano una discreta consistenza di imprese e UL, spiegabile sia con fenomeni di gemmazione di imprese che di completamento della filiera produttiva presente nei comuni capofila. Tabella 4. Le imprese e la localizzazione di impresa nella provincia di Ascoli Piceno [Fonte: ISTAT, 2001] Comuni Acquasanta Terme Acquaviva Picena Altidona Amandola Appignano del Tronto Arquata del Tronto Ascoli Piceno Belmonte Piceno Campofilone Imprese Unità locali 233 305 251 288 98 110 3.808 51 143 260 326 276 310 105 119 4.112 54 162 38 Distribuzione % Unità Locali 0,8 1 0,8 0,9 0,3 0,3 12,1 0,2 +0,5 Unità Locali var. % 2001-1991 -22,39 5,50 34,63 -5,20 -13,93 -14,39 19,50 -14,29 27,56 Carassai Castel di Lama Castignano Castorano Colli del Tronto Comunanza Cossignano Cupra Marittima Falerone Fermo Folignano Force Francavilla d'Ete Grottammare Grottazzolina Lapedona Magliano di Tenna Maltignano Massa Fermana Massignano Monsampietro Morico Monsampolo del Tronto Montalto delle Marche Montappone Montedinove Montefalcone Appennino Montefiore dell'Aso Montefortino Montegallo Monte Giberto Montegiorgio Montegranaro Monteleone di Fermo Montelparo Montemonaco Monteprandone Monte Rinaldo Monterubbiano Monte San Pietrangeli Monte Urano Monte Vidon Combatte Monte Vidon Corrado Montottone Moresco Offida Ortezzano Palmiano Pedaso Petritoli Ponzano di Fermo Porto San Giorgio Porto Sant'Elpidio Rapagnano Ripatransone Roccafluvione Rotella San Benedetto del Tronto Santa Vittoria in Matenano 105 363 187 128 197 312 77 420 322 3.033 382 92 65 1.205 318 79 138 146 113 76 53 287 169 193 42 32 160 70 30 63 609 1.233 25 51 46 793 28 187 215 833 41 71 85 38 438 72 7 230 196 187 1.717 2.440 172 325 103 62 4.818 108 113 389 201 135 212 353 82 452 351 3.202 395 96 69 1.311 339 82 158 165 117 72 55 303 188 206 44 34 174 77 37 65 641 1.302 27 53 51 863 30 197 230 886 42 76 94 43 472 76 9 251 212 194 1.869 2.643 183 352 111 65 5.372 118 39 0,3 1,1 0,6 0,4 0,6 1,0 0,2 1,3 1,0 9,49 1,2 0,3 0,2 3,8 1,0 0,2 0,5 0,5 0,3 0,2 0,2 0,9 0,6 0,6 0,1 0,1 0,5 0,2 0,1 0,2 1,9 3,8 0,1 0,2 0,1 2,5 0,1 0,6 0,7 2,6 0,1 0,2 0,3 0,1 1,4 0,2 0,0 0,7 0,6 0,6 5,5 7,8 0,5 1,0 0,3 0,2 5,8 0,3 -8,13 -1,27 -12,99 22,73 35,90 -7,35 -22,64 12,44 -1,96 5,64 15,16 -26,72 -8,00 39,62 0,30 6,49 36,21 17,02 15,84 2,50 -33,73 1,34 -16,81 4,57 22,22 -20,93 -18,31 -39,37 -31,48 -1,52 -15,32 2,84 0,00 -20,90 -23,88 26,54 0,00 -17,57 -11,54 -6,14 -4,55 -5,00 -12,96 79,17 -2,28 -20,00 -35,71 8,19 -6,19 22,01 8,85 18,04 0,00 17,73 -28,85 -2,99 7,89 -12,59 Sant'Elpidio a Mare Servigliano Smerillo Spinetoli Torre San Patrizio Venarotta TOTALE 1.341 206 16 422 171 99 31.529 1.419 218 19 455 184 103 34.071 4,2 0,6 0,1 1,3 0,5 0,3 100,00 4,03 -4,80 -34,48 12,90 -16,36 -8,04 6,54 Rispetto al 1991, rilevante è l'aumento delle unità locali d’impresa nel comune di Ascoli (+19,5%), rispetto ai comuni di Fermo (+5,6%) e a San Benedetto (+7,9%), mentre tra i comuni "medi" è da rilevare l'incremento registrato per Porto Sant'Elpidio pari a +18% circa nel decennio considerato. Figura 2. Distribuzione comunale di Unità Locali di impresa [Fonte: ISTAT, 2001] Fermo San Benedetto del Tronto Ascoli Piceno 1.4.2 Distretti industriali Il distretto industriale si configura come “un sistema locale caratterizzato dalla compresenza attiva fra un raggruppamento umano e un’industria principale costituita da una popolazione di piccole imprese indipendenti, specializzate in fasi diverse di uno stesso processo produttivo”14. La regione Marche, in base alla legge 317/199115, per la provincia di Ascoli Piceno, ha identificato 7 distretti industriali, tutti gravitanti attorno al polo calzaturiero fermano. Essi sono elencati nella tabella 6: Tabella 6. Distretti individuati dalla Regione Marche Distretto Fermo Settore Pelle, cuoio, calzature Comuni di appartenenza Altidona, Campofilone, Fermo, Lapedona, Monte Urano, Pedaso, Porto San Giorgio 14 F. Sforzi e F. Lorenzini, I distretti industriali, in L’esperienza italiana dei distretti industriali, Roma, IPI, 2002. 15 Tale legge sugli “Interventi per l’innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese” ha dato il compito alle regioni di individuare aree caratterizzate da elevata concentrazione di piccole imprese 40 Montefiore dell’Aso Pelle, cuoio, calzature Carassai, Monte Rinaldo, Monte Vidon Combatte, Montefiore dell’Aso, Monterubbiano, Moresco, Ortezzano, Petritoli Offida Pelle, cuoio, calzature Appignano del Tronto, Castignano, Cossignano, Montalto delle Marche, Montedinove, Offida, Rotella Porto Sant’Elpidio Pelle, cuoio, calzature Porto sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare Monte San Pietrangeli Pelle, cuoio, calzature Francavilla d’Ete, Monte San Pietrangeli Montegranaro Pelle, cuoio, calzature Montegranaro, Torre San Patrizio Montegiorgio Pelle, cuoio, calzature Acquaviva Picena, Belmonte Piceno, Castorano, Colli del Tronto, Comunanza, Falerone, Force, Grottazzolina, Magliano di Tenna, Massa Fermana, Massignano, Monsampietro Morico, Montappone, Monte Giberto, Monte Vidon Corrado, Montegiorgio, Monteleone di Fermo, Montottone, Palmiano, Ponzano di Fermo, Rapagnano, Ripatransone, San Benedetto del Tronto, Servigliano, Spinetoli Figura 3. Distretti individuati dalla regione Marche [Fonte: IPI, 2002] I dati della Camera di Commercio di Ascoli Piceno possono aiutare a meglio caratterizzare la vocazione produttiva del territorio. La principale area d’attività delle imprese della provincia è nel settore della fabbricazione di “calzature”: a fine 2005 sono 2.644 le imprese attive, ovvero il 38% delle imprese manifatturiere provinciali, con una maggiore concentrazione nel settore della "produzione di accessori per calzature non in gomma", comparto questo che con 1.478 unità rappresenta circa il 56% del totale imprese di questo settore. Rispetto al 2004, si registra una contrazione del numero di imprese calzaturiere pari al 2,3%, tendenza questa già in atto da alcuni anni. Inoltre, il 41 77% delle imprese specializzate in questo particolare settore si concentra in soli cinque Comuni: Porto Sant’Elpidio (24%), Montegranaro (16%), Sant’Elpidio a mare (16%), Monte Urano (12%) e Fermo (9%). Un’analisi dei distretti marchigiani che si pone, per certi aspetti, in alternativa rispetto a quella della regione, è quella di Confindustria Marche. Cercando di delineare la presente situazione in cui le imprese marchigiane si trovano ad operare, siamo di fronte a un sistema nel quale vi è un crescente numero di “imprenditori” che crescono e che rendono più evoluto e competitivo lo stesso sistema. La tipica impresa della fase contemporanea è definita “impresa a rete-plurilocalizzata”, cioè un’entità strategico-organizzativa che ha i seguenti caratteri: (a) elevato grado di apertura organizzativa verso l’esterno; (b) visione anticipatrice dei cambiamenti ambientali; (c) capacità di risposta rapida e programmata agli eventi inattesi; (d) abilità di apprendere e sviluppare conoscenze o “routine” di ordine superiore (nel marketing, nella ricerca e sviluppo, nella logistica delle proprie attività di produzione e di smercio); (e) capacità di interazione e guida nei rapporti con le altre imprese. In questo nuovo ambiente, le interazioni del “policy maker” locale raramente possono avvenire con i sistemi spaziali oggettivamente definiti dai processi produttivi, ma con “cluster” di imprese R-P che organizzativamente si identificano comunque in uno spazio. Una possibile rappresentazione del modello di diffusione spaziale dei distretti o “cluster” marchigiano è riprodotta di seguito: Prov. AP L’analisi, quindi, individua due grandi “poli” produttivi o “cluster” nella provincia di Ascoli Piceno: - un polo tra le province di Macerata e Ascoli, con estensioni di rilievo nei comuni più a nord della provincia di Macerata e nella parte costiera della provincia di Ascoli, focalizzato sulle attività calzaturiere - un polo “ascolano” a ridosso dell’Abruzzo, non riconducibile ad uno specifico comparto, ma caratterizzato da elevata integrazione funzionale tra imprese ed enti locali. Anche se tenuti distinti per esigenze di analisi, questi “cluster” appaiono – allo sguardo oggettivo dell’analisi statistica – come unità molto integrate tra loro, per le quali la contiguità geografica è spesso indice di forte continuità nei caratteri qualitativi che ne connotano la struttura economica e sociale. Costituiscono, in altre parole, parti del territorio regionale nelle quali i caratteri della struttura sociale e produttiva presentano una elevata somiglianza; le differenze sono riconducibili spesso solamente al tipo di specializzazione settoriale prevalente. La “cluster analysis” è stata effettuata con cinque variabili di riferimento (quota di addetti all’industria manifatturiera, percentuale di popolazione attiva compresa tra 1929 anni -per tenere conto delle fasce di età maggiormente sensibili alla presenza di 42 servizi sociali per la famiglia-, incidenza delle attività ad elevata tecnologia, indice di dotazione posizionamento geografico dei comuni), e ha permesso di identificare nelle Marche undici “cluster” omogenei, caratterizzati da forti similarità nell’intensità delle attività manifatturiere in essi presenti, nella dotazione di attività ad elevata tecnologia, nella struttura “sociale” dell’offerta di lavoro e nella dotazione di infrastrutture di trasporto. V.Balloni, M.Cucculelli, A.Iacopini (a cura di), La politica industriale per distretto, Confindustria Marche, Ancona, 2000 I tre “cluster” identificati per la provincia di Ascoli Piceno gravitano attorno ai due poli presentati precedentemente: il n. 8 fa riferimento al polo calzaturiero fermano, mentre i nn. 10 e 11 all’area ad attività diversificata a ridosso dell’Abruzzo. Il confronto con la mappatura del territorio effettuata dalla Regione Marche evidenzia come l’attività di “distrettualizzazione”, lungi dall’essere un processo univoco, risente grandemente delle variabili prese in esame e delle metodologie seguite. Possiamo dire che, laddove la prima analisi si riferiva ad una concezione “statistica” del distretto inteso principalmente come una concentrazione di imprese, la seconda tenta di prendere in esame le evoluzioni degli ultimi decenni nel campo della interazione tra le imprese, dei cambiamenti all’interno di esse e del rapporto tra imprese e strutture sul territorio. Distretti Italiani è un’associazione nata nel 1994, con lo scopo principale di promuovere il collegamento, lo scambio di informazioni e di esperienze tra i vari sistemi economici italiani che hanno la caratteristica di distretto industriale, nonché di comunicare la realtà dell'economia italiana basata sui distretti industriali. Dell’Associazione possono far parte associazioni di categoria industriali e artigiane, organizzazioni sindacali, Camere di Commercio, Centri di servizi alle imprese, e altre strutture che svolgono attività a livello locale vicino agli operatori economici. Attualmente, sono tre gli appartenenti al Club dei Distretti presenti nella provincia di Ascoli Piceno. 43 a) Il distretto piceno del cappello La tradizione marchigiana di intrecciare la paglia, nata nel XVIII secolo come attività alternativa e di recupero del materiale di scarto delle produzioni agricole, ha in Montappone uno dei centri principali. Ha infatti qui sede il Distretto dei cappelli più importante d’Europa, nell’area compresa tra i Comuni di Massa Fermana, Falerone, Monte Vidon Corrado e Montappone detti anche i cosiddetti ‘paesi della treccia’. Un tipo di attività, quella della manifattura del cappello, probabilmente nata già nel Trecento, dall’usanza dei contadini di recuperare la paglia del grano per farne delle trecce destinate alla creazione di copricapo, e che poi conobbe un grande sviluppo tra il Settecento e l’Ottocento. Il Distretto piceno del cappello nasce di fatto però verso gli anni sessanta, con il delinearsi di un polo monosettoriale altamente specializzato, che è ancora oggi leader italiano (90% della produzione nazionale) e culla europea dei cappelli. Punti forza di questo artigianato organizzato, oltre alla qualità dei prodotti e alla fama dei marchi, è soprattutto la vocazione storica che nel suo continuo rinnovarsi sa guardare con interesse non solo ai mercati tradizionalmente più battuti, come Germania e Francia, ma anche a nuovi promettenti bacini quali Russia, Cina ed exJugoslavia. Montappone in particolare, con i suoi 1.800 abitanti e ben 45 aziende produttrici del settore, è stata la prima cittadina italiana a industrializzare la lavorazione artigiana del cappello e può a giusto titolo essere definita il centro del Distretto. Un territorio recante i segni di questa vocazione produttiva, oltre che nell’annuale manifestazione a tema “Il cappello di paglia”, anche nella presenza di un museo specializzato che, dai primi intrecci di paglia iervecella sino ai giorni nostri, ripercorre la storia di questa manifattura. b) Il distretto agroindustriale di San Benedetto del Tronto Il Distretto agroindustriale di San Benedetto del Tronto, formalmente riconosciuto nel 1998 dalla Regione, comprende ventisette Comuni della Provincia di Ascoli Piceno, con una superficie complessiva di 341 kmq ed una popolazione di 125.894 residenti. Il settore agroalimentare è territorialmente concentrato nelle valli del Tronto e del Tesino e mostra alcune caratteristiche interessanti: rilevanti interdipendenze settoriali tra le attività primarie (agricoltura e pesca), le attività di trasformazione (industria alimentare) e le attività terziarie (magazzini e frigoriferi); presenza di importanti aziende leader nei settori dei surgelati e dello stoccaggio, che rappresentano una quota significativa dei rispettivi mercati nazionali. Le più importanti produzioni all'interno del settore riguardano la lavorazione e la conservazione del pesce, la lavorazione e la conservazione di frutta e ortaggi, la produzione di bevande con specifico riferimento ai vini. Interessanti risultano anche alcune produzioni tipiche locali: produzione di olive verdi, confezionamento di olive ripiene, produzione di paste alimentari di qualità, di salumi e formaggi. Tale specializzazione a livello industriale ha una stretta connessione con la tradizione agricola delle aree interne della provincia ascolana e con quella marinara della fascia costiera con particolare riguardo all'area portuale di San Benedetto del Tronto. Per quanto riguarda le dimensioni delle imprese, accanto a numerose unità locali di piccole e piccolissime dimensioni operano poche aziende di grandi dimensioni. Esiste quindi un tessuto imprenditoriale di tipo familiare a fianco del quale operano importanti realtà produttive di più ampio respiro. Significativo è nell’area il ruolo svolto dai numerosi consorzi, che tendono ad aggregare le piccole e medie imprese del settore, sorti principalmente per salvaguardare le produzioni tipiche locali e per procurare vari vantaggi, come il risparmio nei costi di produzione, la progettualità di contesto, la massa critica per le leve promozionali, la gestione comune di servizi utili ad accrescere la competitività delle singole aziende e a renderle più visibili sul mercato. c) Il distretto calzaturiero fermano Il Distretto calzaturiero fermano comprende trentasei Comuni ed è situato nella parte nord della Provincia di Ascoli Piceno, con un’estensione di circa 684 kmq e una popolazione di 169.696 residenti. La specializzazione produttiva è nell'area delle 44 calzature in pelle: il 42% delle imprese produce calzature in cuoio e comunque non in gomma, il 54% produce parti e accessori per calzature non in gomma e il restante 4% calzature e parti di esse in gomma. Per l’intero comparto la dimensione media è di 9 addetti per impresa. Nella maggior parte dei casi è l’ordinativo che mette in moto la linea di produzione ed ogni impresa consegna a quella successiva i prodotti richiesti non quelli previsti. L’intero comparto è orientato verso produzioni qualitative e innovative. Forte è la propensione all’export e il valore delle esportazioni di calzature è di circa 900 milioni di euro l’anno, pari alla metà del totale provinciale. I principali mercati di sbocco sono: Stati Uniti, Francia, Germania, Romania e Russia. Il Distretto del fermano sta attraversando un momento difficile. Due sono i principali fattori di debolezza del Distretto: il primo è la scarsa capacità delle aziende nel promuovere e valorizzare i propri prodotti, aspetto fondamentale in un mercato globalizzato, il secondo è nel mantenere rapporti efficienti tra le imprese locali pur in presenza di delocalizzazione produttiva verso aree dell'est europeo. 1.4.3 Sistemi locali del lavoro Un’altra fonte di dati sono i risultati del censimento ISTAT 2001 per quanto riguarda i Sistemi Locali del Lavoro (SLL). I SLL sono aggregazioni di comuni che derivano da una ricerca condotta da Istat ed Irpet in collaborazione con l'Università di Newcastle Upon Tyne a partire dai dati relativi al pendolarismo dei componenti delle famiglie per motivi di lavoro ricavati dagli appositi quesiti posti nel Censimento Generale della Popolazione. L'obiettivo di base è la costruzione di una griglia sul territorio determinata dai movimenti dei soggetti per motivi di lavoro; l'ambito territoriale che ne discende rappresenta l'area geografica in cui maggiormente si addensano quei movimenti. Questa metodologia, sebbene individui unità meno definite rispetto ai distretti industriali, ha il pregio di fornire una mappatura territoriale più estesa delle diverse realtà produttive che caratterizzano un territorio. Tabella 7. Unità locali delle imprese manifatturiere per sottosezione di attività economica e sistema locale del lavoro [Fonte: ISTAT, 2005 su dati 2001] Tessili e abbigliamento Conciarie, pelli e cuoio Legno e prod. in legno Carta, stampa ed editoria Combustibili Chimica Gomma e plastica Minerali non metalliferi Metalli Macchine Macchine elettriche Mezzi di trasporto Altre manifatturiere Ascoli Piceno 207 301 57 100 66 2 15 26 87 149 64 107 10 72 1.26 3 Comunanza 41 26 42 34 9 1 - 5 11 31 13 33 - 5 251 Fermo 126 49 725 57 61 1 5 26 37 109 72 86 6 54 1.41 4 Montegiorgio 62 38 285 41 29 - - 32 23 99 21 23 - 19 672 Montegranaro 24 17 744 8 12 - - 5 3 15 22 8 - 6 864 Monte San Pietrangeli 9 - 153 1 9 - - - - 6 3 6 - 2 189 Offida 38 32 37 20 2 - 2 4 3 21 15 16 - 10 200 San Benedetto del Tronto 219 184 235 105 84 - 9 26 70 239 126 196 23 124 1.64 124 234 Totale 726 647 2.27 366 272 45 4 31 669 336 475 39 Totale Aliment., bevande e tabacco Sistemi locali del lavoro Attività economiche 292 6.49 Tabella 8. Addetti nelle imprese manifatturiere per sottosezione di attività economica e sistema locale del lavoro [Fonte: ISTAT, 2005 su dati 2001] Gomma e plastica Minerali non metalliferi Macchine elettriche Mezzi di trasporto Altre manifatturiere 930 922 575 1.71 523 5 798 224 359 Comunanza 181 287 76 27 12 - 146 54 208 889 277 - 5 Fermo 751 171 265 16 17 195 140 742 686 508 20 107 Montegiorgio 309 174 147 - - 255 98 930 83 112 - 73 Montegranaro 58 74 61 - - 49 4 133 118 10 - 13 Monte San Pietrangeli 21 - 1.24 4 3 77 - - - - 19 5 12 - 2 1.38 3 Offida 327 262 644 61 7 - 4 16 4 114 52 80 - 19 1.59 0 San Benedetto del Tronto 1.45 1.69 1.41 464 8 0 3 525 - 34 287 867 1.02 366 9 1.30 13.0 6 31 Totale 4.35 6.17 19.2 1.29 1.64 1 1 05 8 8 69 985 1.87 1.74 6.76 3.04 2.82 610 2 9 0 6 1.88 52.4 4 68 Sistemi locali del lavoro 680 6.19 188 3 2.50 98 2 5.86 28 9 2.90 684 8 L’analisi dei sistemi locali del lavoro della provincia di Ascoli Piceno mette in luce i seguenti elementi: • L’area fermana si conferma ovviamente (in virtù della presenza del distretto) al centro del sistema calzaturiero, con quasi 1500 imprese tra Fermo e Montegranaro, e oltre 11.000 addetti negli stessi due comuni (il 60% del totale); • Anche l’area sanbenedettese, in cui è presente il distretto agroalimentare, si rivela un grande polo di attrazione di questo settore, con oltre 200 imprese, e quasi 1.500 addetti, anche se Ascoli Piceno raggiunge numeri simili • Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sono i due poli attorno ai quali gravita il sistema dell’abbigliamento, che fa registrare quasi 500 imprese (oltre il 70% del totale), e oltre 2500 addetti (oltre l’80% del totale) in totale nei due sistemi. • Ascoli Piceno risulta il polo principale attorno al quale si aggrega la produzione di Gomma e Plastica e la Chimica della Provincia. Nel SLL della città, infatti, si concentrano, per quanto riguarda la Gomma, oltre il 50% degli addetti (anche se le aziende sono solo il 20% circa, segno di una concentrazione di grandi imprese in questo settore in Ascoli), e addirittura, per quanto riguarda la chimica, il 95% circa degli addetti. (stesso discorso però vale per la dimensione, visto che il numero di imprese chimiche in Ascoli raggiunge il 50% del totale provinciale). • Il settore dei Metalli risulta essere in gran parte concentrato tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto (con quasi il 60% delle imprese e oltre il 70% degli addetti concentrati in questi due SLL) • Uno dei settori considerati più promettenti in base alle considerazioni svolte precedentemente sulle dinamiche di crescita, quello della meccatronica, risulta distribuito abbastanza omogeneamente in provincia. I poli aggregativi più 46 Totale Chimica 41 Macchine Combustibili 539 Metalli Carta, stampa ed editoria 380 Conciarie, pelli e cuoio 1.24 3.51 660 6 3 Tessili e abbigliamento Ascoli Piceno Aliment., bevande e tabacco Legno e prod. in legno Attività economiche 12.4 25 2.84 2 9.99 9 4.78 1 6.41 7 rilevanti, comunque, anche qui, sono Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, con oltre il 65%, sia delle imprese che degli addetti, concentrato in questi due SLL. Va comunque rilevato che, mentre negli altri settori di attività economiche si osservavano differenze nella concentrazione di imprese ed addetti, che andavano spesso nel senso di concentrare le grandi imprese attorno ai maggiori poli aggregativi, in questo caso i dati sulla concentrazione di imprese e addetti coincidono, segno della presenza di imprese di dimensioni ragguardevoli anche in altre aree, dunque in quella che diventerà la futura provincia di Fermo. 47 1.5 LA COMUNICAZIONE E IL TERRITORIO DI ASCOLI PICENO Premessa Dal punto di vista della comunicazione, nello studio per la costituzione di un distretto culturale evoluto, i nuclei dell’analisi sono due: il territorio e il Consorzio Universitario Piceno. L’obiettivo di questo paragrafo è individuare qual è la loro attuale immagine, le attività e le iniziative di comunicazione che determinano la loro identità. In questo modo sarà possibile verificare le potenzialità di sviluppo del territorio e il ruolo di catalizzatore e di coordinatore del Consorzio nel percorso di costituzione del distretto. 1.5.1 Il territorio di Ascoli Piceno L’ambito geografico considerato non ha precisi confini geografici in quanto l’area di riferimento del distretto è determinata non tanto da distanze geografiche quanto da reti di relazioni e localizzazione dei centri di produzione culturale. Per l’analisi della comunicazione del territorio sono considerati i soggetti consorziati nel CUP - la Provincia di Ascoli Piceno, i Comuni di Ascoli Piceno, Affida, Spinetoli e San Benedetto del Tronto - e le organizzazioni più significative nell’ambito culturale. Si sottolinea che l’ambito di partenza dell’analisi è appunto quello culturale; le attività di comunicazione dei diversi soggetti sono state selezionate cercando di rilevare la loro importanza in questo settore e le loro potenzialità nella creazione di più ampie aree di intersezione con la dimensione socio-economica e con quella della formazione e della ricerca. 1.5.1.1 Provincia di Ascoli Piceno “Piceno news” è l’organo ufficiale che ha messo in rete la voce ufficiale della Provincia accessibile sia dallo specifico sito sia dalla newsletter settimanale. Dal 2006 le notizie sono aggiornate quotidianamente trasformando questo strumento di comunicazione da settimanale e quotidiano. La Provincia ha lanciato la campagna “Sensi Piceni”, distribuendo, tramite la free press di Bologna e di Roma, gli uffici IAT regionali, gli hotel della costa marchigiana, gli agriturismi, gli stabilimenti balneari, materiale promozionale integrato. Sempre nell’ambito del settore turistico16, la Provincia ha creato “Network of quality in Piceno”, marchio ombrello per un turismo di qualità. Il sito della Provincia di Ascoli Piceno è il luogo di informazione aggiornato, di servizio per i cittadini e di sperimentazione di iniziative di progetti partecipati come “DECIDI” e la rendicontazione delle campagne di ascolto svolte dal 2004 al 2006. Il sito costituisce inoltre un portale di accesso ai principali eventi, iniziative e settori di intervento della Provincia. La componente grafica del sito è debole rispetto alle effettive potenzialità dello strumento di veicolare le immagini e l’identità del territorio. Si privilegiano i testi e le immagini non sono scelte e valorizzate ai fini comunicativi. Anche l’iniziativa, nella sezione download, di poter scaricare una foto per ciascun comune della provincia non raggiunge l’obiettivo desiderato per la qualità e le dimensioni ridotte delle immagini scelte. Il portale della Regione Puglia e la valorizzazione del territorio attraverso le immagini www.regione.puglia.it/ rappresenta un caso emblematico di come, anche per i siti delle amministrazioni pubbliche, sia importante comunicare il territorio attraverso le immagini. Il sito si apre, oltre che con un primo menù di navigazione, con un’immagine a tutto schermo del paesaggio o di un particolare caratteristico della regione. L’immagine, che cambia ad ogni nuovo accesso, è così la protagonista – una sorta di copertina – del sito. 16 Nel triennio 2004-2007, Ascoli Piceno è stata la prima Provincia marchigiana per numero di presenze turistiche (5 milioni, + 7,6% negli arrivi, + 25% nelle presenze, + 40% di presenze straniere). 48 Gli altri strumenti di comunicazione sono: un progetto di uno spazio informativo autoprodotto sulle emittenti televisive locali, con un tg della Provincia settimanale (Piceno News TV); un giornale periodico destinato a tutte le famiglie della Provincia (140.000) di 20 facciate e 2 numeri all’anno. In base ai documenti disponibili, il budget per il piano di comunicazione del 2006 della Provincia di Ascoli Piceno è pari a 65.000 euro, con l’obiettivo di dare organicità agli strumenti che si sono stratificati nel tempo. Saggipaesaggi, festival piceno dei paesaggi collinari e conviviali “Saggipaesaggi” è il festival piceno che fa del paesaggio il bene culturale qualificante delle comunità locali denso di segni identitari e di appartenenza, come documento a cielo aperto della propria storia. Nel 2007, il Festival ha registrato 17.210 presenze. Alla rassegna artistica e culturale con oltre 20 spettacoli è seguita la riflessione scientifica per apprendere nuove forme di intervento paesaggistico, nel corso della “Biennale Europea del Paesaggio di Barcellona” ospitata a San Benedetto del Tronto. In questa mostra, erano presenti i 200 progetti sulla rielaborazione del paesaggio, soprattutto urbano, redatti tra il 2002 e il 2005 dai professionisti di tutta Europa che hanno partecipato al concorso che si svolge nella capitale della Catalogna. La rassegna rappresenta un lavoro di valorizzazione qualitativa e partecipata, rivolto verso un naturale approdo imprenditoriale, turistico ed economico che pone il Piceno come polo avanzato nella rete nazionale ed europea dei territori locali impegnati nella ricerca di nuove forme di governo del territorio. Il 30 aprile 2006 a Strasburgo la provincia di Ascoli ha sottoscritto il protocollo d’intesa per la Convenzione Europea del Paesaggio che entrato in vigore a settembre. Tra le finalità della Convenzione, di cui quindi la Provincia è stata co-fondatrice e a cui hanno aderito enti locali di tanti Paesi, ci sono la tutela del paesaggio, anche quello da recuperare, come bene culturale, l’esaltazione del ruolo delle autonomie locali per valorizzare le peculiarità dei paesaggi, la sensibilizzazione al tema delle comunità locali e anche l’attività di formazione e aggiornamento per i protagonisti della gestione del territorio, in primis amministratori pubblici e tecnici. Tra gli eventi collaterali dell’edizione 2007, si sottolinea il convegno “La città postindustriale, nuovi destini per le aree dismesse” che ribadisce la necessità sentita dal territorio rispetto a questo tema. GEL, Giovani Energie Latenti Il progetto GEL, nato per valorizzare e dare visibilità al mondo dei giovani della Provincia, pensato e realizzato con l’attiva collaborazione dei Centri di Aggregazioni e degli Informagiovani della Provincia è destinato a tutti i giovani artisti, cineasti, musicisti, poeti, giornalisti, pittori, fumettisti. In questa prima edizione, il tema da sviluppare è stato: “Un messaggio dal mondo reale. Rifacendoti alle tecniche e ai linguaggi comunicativi contemporanei proponi la tua idea”. Tra le tappe della mostra itinerante delle proposte ci sono stati gli spazi delle gallerie commerciali che i giovani utilizzano sempre più spesso come spazi aggregativi, sono così stati “conquistati” per una settimana a giugno dalle loro idee su carta, su tela e su video. Casi di confronto GEL, giovani eccellenze lucane (2006) Per aiutare i giovani lucani ad essere competitivi, la Regione Basilicata ha un progetto a cui è stato dato un nome, un logo, e un payoff. In coerenza con il target di riferimento, il progetto parla con un tono di giovanile freschezza: G.E.L., acronimo di Giovani Eccellenze Lucane, è il nome mentre il visual rappresenta un barattolino di gel per capelli di 49 un blu. “Solo per menti dalle idee brillanti”, recita il pay off dall’etichetta. L’iniziativa promossa dal Dipartimento Formazione della Regione Basilicata rientra nelle misure del “Patto con i giovani” e nel programma dipartimentale “Gel – Giovani Eccellenze Lucane”, che comprende altre iniziative a favore dell’alta formazione post-laurea e dell’imprenditoria innovativa. “Gel” è, quindi, l’acronimo che veicolerà, sia sul portale www.basilicatanet.it sia nella pubblicità cartacea, una comunicazione immediata e completa ai giovani lucani sulle opportunità offerte dalla Regione Basilicata per chi si candida a divenire un “lavoratore della conoscenza”, con la possibilità di trovare una collocazione nel sistema della ricerca, del trasferimento tecnologico alle imprese o nel terziario avanzato. Obiettivo di questo progetto è creare le condizioni affinché i giovani possano avere in Basilicata, oltre al diritto fondamentale all’occupazione, anche risposte alle esigenze del miglioramento della propria qualità della vita. Gli assi del patto con i giovani: • I Talenti e i Saperi: intervenire sulla sottoutilizzazione del patrimonio di risorse intellettuali della regione. • Accesso al Lavoro: potenziare le politiche per l’occupabilità e lo sviluppo indirizzate ai giovani. • Ponte verso il Futuro: agevolare ed accelerare la transizione dei giovani verso una posizione di autonomia economica. • Creatività: l’esigenza di offrire ai giovani spazi, servizi ed occasioni culturalmente stimolanti. • La Voce dei Giovani: creare un rapporto di fiducia tra giovani e Regione. Segnali lucani (2007) Un concorso per la nuova immagine della regione. La Basilicata ha bandito un concorso di idee aperto ai giovani progettisti per la realizzazione di un marchio e della segnaletica che propongano insieme un’immagine nuova della regione. È un bando di pura creatività, che fin dalla sua promozione utilizza una comunicazione accattivante: “Viro a Matera e cambio stile”. “Basilicata. Libero di immaginare.” I comuni consorziati con il CUP 1.5.1.2 Comune di Ascoli Piceno Il sito internet del Comune di Ascoli Piceno Il sito internet è da considerare come uno tra gli strumenti chiave per comunicare e dare visibilità al territorio. In modo sintetico, si rilevano i seguenti punti. • I simboli usati nel sito sono due, la ruota dei Piceni e lo stemma araldico, entrambi presentati in modo insolito. La ruota rappresenta in questo contesto 50 • • • • una sorta di “timone” della navigazione nel sito, mentre lo stemma araldico ruotato verso destra è presentato in modo meno istituzionale e più adatto alla comunicazione sul web. Nell’articolazione dei contenuti le informazioni istituzionali sono presentate in modo complementare a quelle riguardanti la vita e le attività della città. Ai fini della realizzazione di un distretto culturale evoluto è significativo il rilievo dato all’Università, nella testata del sito, con un link che rimanda direttamente al sito del CUP. L'area denominata Agorà è la piazza del Popolo virtuale dove è possibile discutere tra cittadini. Lo spazio specifico per lo sviluppo della dialettica democratica sul sito web del Comune per stimolare la discussione partecipativa e critica dei cittadini. Negli intenti del progetto le problematiche interessanti e pressanti che coinvolgono tanti cittadini saranno censite, sviluppate e proposte di volta in volta. Gli strumenti informatici e telematici a disposizione sono intesi come un aiuto concreto nella partecipazione attiva per la creazione dell'informazione. La sezione più specificatamente dedicata al territorio descrive e suggerisce la scoperta del paesaggio e della storia della città attraverso i seguenti percorsi tematici: - la città del travertino, - i luoghi del potere, - i luoghi dello spirito, - i luoghi della cultura - i luoghi del piacere Le immagini della città Le iniziative del Comune in questo ambito sono le seguenti. • “Un secolo di immagini” è raccolta di immagini fotografiche storiche, realizzata con la partecipazione delle scuole di Ascoli Piceno, che ritraggono scene di vita quotidiana, le persone e i luoghi più caratteristici della città. • percorsi di storia e cultura: un tour virtuale nei luoghi più significativi della città attraverso immagini e filmati • 1° concorso video di cortometraggi “Io, i miei luoghi e la mia gente” per giovani filmaker dai 6 ai 14 anni che abbiano come soggetto, in particolare, il tema dell’interculturalità. Quintana Tra gli eventi promossi direttamente dal Comune, la Quintana ha un rilievo speciale, come testimonia il fatto che questo evento non ha un proprio sito ma è parte integrante di quello del Comune. Dal punto di vista della comunicazione, la Quintana è fondamentale come • evento che afferma il legame della città con la storia. La tradizione medievale ha un peso significativo nella vita attuale dei cittadini che deve tuttavia essere valutata in modo complementare rispetto alle altre componenti della cultura e dell’identità del territorio. • occasione di costruzione di un immaginario e dell’identità della città. Oltre ai costumi e tutto l’apparato che ruota intorno alla manifestazione, si sottolinea il valore “artistico” dello stendardo. Mentre dal medioevo al rinascimento il palio era un ampio drappo pregiato di velluto in seta, da cui si potevano ricavare abiti, tende, tovaglie, cotte, ecc., già nell’Ottocento è documentata l’usanza di dare al vincitore un vero e proprio stendardo dipinto che viene dato al vincitore della giostra. A questo proposito, presso la Pinacoteca di Ascoli sono conservati diversi bozzetti per il Palio di S. Emidio realizzati dall’artista e studioso ascolano Giulio Gabrielli (1832-1910). Lo stendardo del palio, simbolo 51 delle tradizioni della città, potrebbe essere un’occasione per proporre una immagine innovativa della città. Piano di marketing urbano per il centro storico Il piano di marketing per il centro storico è stato elaborato innanzitutto per la valorizzazione delle attività che in esso operano. Tale esigenza viene oggi particolarmente sentita da quanti vivono ed operano nel Centro Storico della nostra Città che, dal punto di vista architettonico ed urbanistico, è rimasto quasi inalterato nel tempo. Il marketing territoriale in sostanza consentirebbe di incrementare il valore del centro storico trasformando le specificità, la storia e le caratteristiche dell’area di intervento in vantaggi competitivi. Gli attori di tale piano sono tutti coloro che contribuiscono a vario titolo alla creazione del “valore” per i “potenziali clienti” del centro storico: enti, associazioni, differenti operatori economici e professionali, residenti. Sarà necessario promuovere il coordinamento di tutti i soggetti suddetti, pubblici e privati, al fine di una unitaria realizzazione di politica di sviluppo del centro storico e quindi di diffusione del marketing territoriale. L’analisi ha considerato i flussi dei cittadini e dei turisti per evidenziare oltre alle motivazioni, le criticità e le potenzialità di fruizione del centro storico. In particolare, in questa fase, è emersa la necessità di intervenire nel progetto di arredo urbano, di rivedere la viabilità e le zone di sosta e di promuovere le attività commerciali, anche minori, che non si trovano nelle vie di maggiore frequentazione. Officina delle idee Il progetto “Officina delle idee” nasce da desiderio dell'amministrazione comunale di dare una risposta concreta alle difficoltà che i giovani trovano per sviluppare i loro progetti imprenditoriali. In particolare “Officina delle idee” segue i giovani nel percorso dalla nascita di un’idea e un'intuizione alla scoperta di una nuova tecnologia, all'espansione della domanda di un prodotto/servizio e all'individuazione di un bisogno e di una carenza del mercato, attraverso la redazione di un piano di fattibilità o business plan. Al termine di questo processo di analisi/ricerca, il giovane imprenditore sarà in grado di partire con un ragionevole grado di certezza sulla potenzialità dell'idea e sulla realizzabilità del progetto. Iniziative in partnership tra Comune di Ascoli Piceno e Consorzio Universitario Piceno GOing Le giornate di Orientamento allo Studio e al Lavoro sono organizzate, con la presenza di espositori sia delle Università che degli Enti pubblici e privati con lo scopo di informare confrontando le diverse realtà offerte per il proseguimento degli studi a livello universitario o per individuare possibili occasioni di lavoro. Destinatari sono principalmente gli studenti del 4° e 5° anno degli istituti superiori nonché tutti coloro che sono interessati ad una scelta di studio o di lavoro. Anche durante le giornate di GOing 2007 si terranno incontri con docenti, referenti delle università italiane e soggetti pubblici e privati del territorio che si occupano d’orientamento, formazione, istruzione, lavoro e imprenditoria. 52 La comunicazione. Il riferimento all’opera di Mondrian nella grafica è mantenuta negli anni per una continuità di immagine. Le diverse campiture di colore rappresentano le possibilità di crescita e sviluppo di ciascuna persona in molteplici settori. Nelle due versioni realizzate sono protagonisti i luoghi riconoscibili della città e i giovani. La relazione con il territorio. Come previsto dal piano di comunicazione del CUP, le Giornate di Orientamento rappresentano un’occasione per la cittadinanza di diventare consapevole del flusso degli studenti nella città. A questo scopo sono realizzati pannelli e manifesti. Le media relation sono coordinata dell’ufficio stampa del Comune. Infime sia per l’analisi dei risultati sia per ottenere maggiore visibilità sono distribuiti badge numerati agli studenti che lo indosseranno durante le 2 giornate di GOing per ottenere agevolazioni e sconti negli esercizi che hanno aderito all’iniziativa. “L’universitario d’oro dal cuore di platino” È un bando di concorso per l'assegnazione di tre borse di studio agli studenti universitari iscritti ai corsi di laurea attivatati dal Consorzio Universitario Piceno al fine di dare sostegno ai giovani che si distinguono per il loro impegno nello studio e nelle attività di volontariato. Il progetto è sostenuto dall’Amministrazione Comunale di Ascoli Piceno, la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e il Consorzio Universitario Piceno, nel quadro del piano comune di sviluppo in sede locale di un sistema di alta formazione. 1.5.1.3 Comune di Offida "Offida paese del sorriso", è il marchio e lo slogan riconosciuto alla città grazie alle azioni di promozione e agli eventi promossi. Questa immagine di Offida è considerato – fonte San Benedetto Oggi, articolo pubblicato a giugno 2007) - un marchio di riconoscibilità molto più efficace, ad esempio, di "I love San Benedetto" riproposto su souvenir, magliette, incontri. E’ interessante notare come questa connotazione sia riuscita a sedimentarsi, e nel tempo sostituire, quella di “città del merletto e del tombolo” a indicare il cambiamento della vocazione territoriale non più legata al passato. Il cartellone degli appuntamenti "Ad Offida, d'estate" da concretezza a questa immagine di “paese del sorriso” e testimonia la volontà da parte dell’amministrazione pubblica di un percorso partecipativo, con la condivisione del programma estivo a tutte le associazioni culturali offidane. Tra queste particolare importanza ha l’Associazione del Teatro del Serpente Aureo. La storia che lega il teatro al comune oltre che le attività svolte dall’associazione, hanno fatto del Serpente Aureo un altro simbolo di Offida. 1.5.1.4 Comune di Spinetoli Dal punto di vista della comunicazione il Comune di Spinetoli ha da poco attivato il proprio sito internet, attraverso il quale non si rilevano iniziative di promozione specifiche per quanto riguarda l’offerta culturale. Dal programma 2007 dell’ufficio culturale del Comune, le attività sono di livello locale e rivolte alle varie fasce d’età della cittadinanza, con una particolare attenzione per il teatro, rassegne di cineforum e incontri di musica. 1.5.1.5 Comune di San Benedetto del Tronto Due punti simbolici principali che rappresentano la città di San Benedetto del Tronto sono: il monumento di Mario Lupo al Gabbiano Jonathan, posto al molo sud a rappresentare la civiltà marinara proiettata verso l'Adriatico, e il Torrione medievale sul colle, testimone di una immutabilità del tempo e della storia ancorata alla terra. La città è nel mezzo, intesa come in continua evoluzione. Da città a vocazione turistica per la sua collocazione sulla costa, San Benedetto del Tronto da tempo cerca di qualificare la propria immagine di città della “riviera delle 53 Palme” – la definizione con la quale è maggiormente conosciuta e presente nella stessa testata del sito ufficiale de comune - attraverso il marketing del territorio e l’arte. Nel 1996 San Benedetto del Tronto avvia un rapporto di collaborazione con l’artista Ugo Nespolo che realizza per il lungomare la scultura policroma "Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare” e “I love San Benedetto” come elemento riconoscibile per la promozione della città attraverso gadget e souvenir. Il marchio non è riuscito fino a questo momento a creare senso di appartenenza e occasioni di sinergie nel territorio. Per questo l’amministrazione ha deciso di rilanciare il progetto coinvolgendo in prima istanza le banche, ma successivamente anche albergatori ed esercenti balneari nell’obiettivo di raccogliere un fondo annuale di 300 mila euro per manifestazioni di cultura, turismo e spettacolo. Il comune di San Benedetto intende rivolgersi alle realtà economiche del territorio per invogliarle a coinvolgersi in una campagna tesa a raccogliere contributi per portare avanti negli anni eventi e manifestazioni che possano rafforzare l’immagine della Riviera e quindi accrescere l’indotto turistico del quale tutti traggono, in diversa misura, beneficio. Le iniziative della città sono numerose, dalle esposizione alla Palazzina Azzurra a “Mare Aperto, il festival di musiche & teatri & letterature. La cultura dei mari a San Benedetto del Tronto” , o ancora alla notte bianca. Dal punto di vista della caratterizzazione del territorio nei termini dell’arte contemporanea, particolare rilievo ha assunto in particolare la Biennale Adriatica di Arti Nuove (BAAN), un’esposizione di arte contemporanea dedicato alle forme artistiche legate ai linguaggi dei nuovi media, che si è svolta per la prima volta nel 2003 e che è giunta alla terza edizione. Il Consorzio Universitario Piceno ha sostenuto, come main sponsor, l’evento per “uscire dallo statico ruolo, che oramai non contiene più il suo dinamismo, e rende possibile e concretizza la promozione del concetto di distretto culturale” (dal Piano di Comunicazione 2006 del Consorzio Universitario Piceno). Il target previsto era di 100.000 unità, sia cittadini sia turisti dal momento che gli allestimenti erano in varie sedi della città. L’investimento di immagine e di partecipazione del CUP nel progetto è stato valorizzato con strumenti specifici (conferenza stampa, cartellonistica, gadget, sito, catalogo) di cui tuttavia non è possibile verificare l’effettivo ritorno di visibilità. Tra le altre iniziative del Comune, si evidenzia CineMare, una rassegna estiva di proiezioni gratuite in notturna sulla spiaggia iniziata nel 2001 e che continua a proseguire per offrire ai giovani una alternativa di socializzazione alle discoteche e dal valore culturale. Promuove la rassegna il Laboratorio produzione audiovisiva Videojeans del Centro Giovani del Comune di San Benedetto del Tronto in collaborazione con l’Associazione culturale Cineforum “Buster Keaton” di San Benedetto del Tronto e con il contributo del Comune. E’ questo un esempio, insieme a “Spettacolando” (progetto di animazione estiva per i quartieri della città) e alla “Rassegna di scultura viva” (rassegna di opere realizzate con i massi del molo), un tentativo ulteriore di connotare la vocazione turistica di San Benedetto del Tronto in senso più profondamente culturale attraverso la sua identità legata al tema del mare. 1.5.1.6 Alcuni organizzazioni attive nella promozione del territorio Associazione dei Comuni “fili di paglia” (con il patrocinio di Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno, Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo). L’associazione riunisce i Comuni di Servigliano, Falerone, Monte Vidon Corrado, Montappone, Massa Fermana. Ciascuno caratterizzato da peculiarità specifiche come una festa popolare o il fatto di essere il paese natale dell’artista Osvaldo Licini, condividono tutti la tradizione che li alla lavorazione della paglia dalla quale è nato il distretto del cappello. L’Associazione si pone l’obiettivo la valorizzazione le iniziative e le attrattive del territorio, che promuove in particolare attraverso un sito (www.terracinquenodi.it) e un 54 folder. Le immagini e i testi scelti per veicolare l’identità del territorio rimandano soprattutto alla tradizione e alla storia dei luoghi. Nella presentazione si intrecciano leggende e miti con la descrizione dei lavori e delle feste popolari, mentre nelle immagini prevalgono i paesaggi, i toni caldi e le opere di Licini. Parco Piceno Società Consortile a r.l. composta da: Comuni di: Ascoli Piceno, Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Comunanza, Folignano, Maltignano, Offida, Roccafluvione, Santa Vittoria in Matenano, Sant'Egidio alla Vibrata, Spinetoli, Venarotta, Valle Castellana Enti: Camera di Commercio di Ascoli Piceno, Piceno con Noi s.n.c., Cooperativa Pulchra, CIA Confederazione Italiana Agricoltori, Confcommercio, Cooperativa Promo, Cooperativa Integra, US Acli, Confcooperative, Associazione Industriali, Confesercenti, VI.RE: Viaggi, Circolo Piane di Morro, Confagricoltura - Unione Provinciale Agricoltori, Federazione Provinciale Colt. Diretti, Confederazione Italiana Coltivatori Le iniziative di Parco Piceno CartAmici di Parco Piceno Con l’iscrizione a CartAmici del Piceno si ricevono informazioni e aggiornamenti circa gli eventi nel territorio oltre che agevolazioni e offerte promozionali Progetto Promozione Obiettivo del progetto, suddiviso in tre segmenti, è conferire un carattere di identità, sia attraverso la produzione di materiale multimediale e cartaceo tradizionale, che attraverso una cartellonistica stradale che distingua e caratterizzi il territorio compreso nel Sistema. Per questo il progetto è articolato in 3 sezioni: Web Multimedia, Stampa, Cartellonistica stradale. L'idea è creare una guida elettronica plurilingue che non rappresenti per il turista un semplice gadget, ma un aiuto per disporre di notizie approfondite e precisamente collegate al territorio che sta visitando o intende visitare, ovvero una sorta di "porta di accesso", in grado di rendere visibile l'offerta complessiva dell'area e fornire in tempo reale informazioni sui caratteri peculiari dell'offerta turistica integrata. In quest'ottica il prodotto multimediale è in grado di garantire, rispetto ad altri strumenti di marketing (pieghevoli, brochure etc.) una maggiore "potenzialità comunicativa" attraverso l’immediatezza e la facilità nella ricerca delle informazioni e una maggiore completezza nei contenuti. La creazione di materiale cartaceo tradizionale si rende necessaria per integrare quella multimediale, perché permette la declinazione di un’identità coordinata, immediatamente fruibile e visibile. La realizzazione e il posizionamento di una cartellonistica stradale opportunamente studiata, costituisce un elemento di raccordo e uniformità dal punto di vista dell'immagine di un territorio eterogeneo ma comunque integrato. Gal Piceno Leader + Il marchio “CUOR DI BORGO” e la sua articolazione in presentazioni (presenti nel sito www.galpiceno.it) dei diversi servizi hanno lo scopo di illustrare ed esaltare le caratteristiche del paesaggio delle tradizioni rurali dell’entroterra Piceno, che si caratterizza per la qualità del suo paesaggio e del suo ambiente, delle sue produzioni agroalimentari, delle sue strutture di ricettività turistica, delle istituzioni culturali e della sua ospitalità. Il Gal Piceno, in attuazione del Piano di Sviluppo Locale Piceno nell’ambito dell’iniziativa comunitaria “Leader +”, ha voluto valorizzare l’inconsapevole ricchezza costituita dalla genuinità della gastronomia, dal pregio dell’artigianato artistico e dalla 55 professionalità dell’accoglienza turistica, facendone emergere la “qualità”, che è un percepibile ed imprescindibile valore aggiunto dell’offerta turistica del territorio. Il lavoro svolto parte dalla definizione, per i cinque comparti selezionati (vino ed olio, altri prodotti tipici e locali, ristorazione, accoglienza rurale, artigianato artistico), dei cosiddetti criteri di eccellenza applicandoli successivamente alla mappatura delle imprese dell’intero territorio del Gal Piceno, fino ad arrivare alla individuazione delle aziende meritevoli. Il risultato cosi ottenuto e proposto esprime il tentativo di evidenziare alcune eccellenze intese come “prodotto integrato” capace di rappresentare e rendere visibile un contesto non solo culinario, ma anche socio culturale, storico, turistico ed economico. L’intento è stato quello di scovare le imprese che, sottoposte ad una accurata vagliatura e soddisfatte gli standard richiesti, rappresentino il meglio che il territorio può esprimere. Cuor di Borgo vuole essere un punto di partenza di un processo teso alla valorizzazione delle produzioni di qualità, offrendo ai turisti, ma soprattutto agli appassionati dei prodotti locali e della cultura tradizionale, uno strumento davvero efficace per trovare nuovi stimoli e motivazioni per visitarlo ed assaporarlo. Sistema museale per il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini Ha ottenuto un risultato eccezionale l'intensa attività di concertazione svolta dal Parco insieme ai Comuni di Amandola, Cessapalombo, Montefortino, Montemonaco, Pievetorina e Visso: Il progetto di rete "Museo Territoriale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini" ha ottenuto dalla Regione un finanziamento complessivo di € 535.501,12 a fronte di un investimento del Parco di € 70.000 e del Comune di Amandola di € 25.500. L'obiettivo che ha permesso al Parco e ai Comuni citati di partecipare congiuntamente al bando della Regione si è tradotto in un Accordo di Programma. Il Progetto di rete, strutturato su più livelli di intervento, prevede l'adeguamento funzionale e il completamento strutturale di uno straordinario Museo dei Manoscritti Leopardiani a Visso, del Museo della Grotta della Sibilla a Montemonaco e del Museo Antropogeografico di Amandola. La progettazione di tali strutture è stata eseguita direttamente dai Comuni interessati. Il progetto prevede un ulteriore intervento - curato dal Parco - che consiste nella messa in rete dei tre musei sopra citati con la Pinacoteca civica "Fortunato Duranti" a Montefortino, il Museo delle carbonaie a Cessapalombo e il Museo della Nostra Terra a Pievetorina. La rete sarà realizzata tramite un sistema informatizzato che collega sei punti informativi appositamente progettati collocati all'interno delle strutture museali. L'obiettivo è quello di ottenere, in ogni museo, informazioni su tutti gli altri musei della rete e prendere visione, grazie alle apparecchiature multimediali e informatiche, dei loro contenuti. Oltre al collegamento virtuale tra i Musei e tra i rispettivi Comuni (che troveranno ampio spazio, insieme alle opere museali, all'interno dei Totem Touch screen e dei CD Rom di cui ogni punto informativo sarà dotato) il progetto prevede la realizzazione di un'intensa campagna di promozione su tutto il territorio nazionale. Il Prossimo obiettivo del Parco è quello di estendere la rete agli altri Musei presenti nei suoi Comuni fino a farla diventare parte integrante del "sistema museo diffuso" della Regione Marche. La comunicazione del Sistema Parco si basa su due strumenti: la rivista “Voci dal Parco” e i comunicati stampa inviati alle testate giornalistiche. Associazione Arte Picena Costituita da circa 70 hobbysti, i componenti dell’Associazione sono anche Associazioni di volontariato, come l’A.D.A. (Associazione Diabetici Ascolana), l’Umanitaria (Adozione a distanza), Banca del Tempo, Aido, Moica, La Formica. Lo scopo dell’“Arte Picena” è dare l’opportunità a tanti artisti di far conoscere e apprezzare a cittadini e turisti l’artigianato artistico del territorio piceno. I soci sono presenti nell’ ambito del progetto “Accendi il tuo quartiere ....illumina la tua città!”, che consiste in una 56 esposizione itinerante nei vari quartieri cittadini e periferici, con attività ludiche e di intrattenimento vario. “Accendi il tuo quartiere...illumina la tua città!” è stata presente anche a due notti bianche: a luglio a Castel di Lama e ad agosto ad Ascoli Piceno. Art For Job San Benedetto del Tronto Il Consorzio Piceno Art For Job – Artigianato artistico, Editoria e Grafica pubblicitaria associa aziende di artigianato artistico delle Marche. Si occupa di valorizzazione e promozione della manifattura artistica regionale, con l’obiettivo di innovarla e stimolare collaborazioni tra gli artigiani associati. Integrando l’aggiornamento produttivo e la promozione del prodotto artistico e del territorio, il Consorzio si dedica al consolidamento dell’artigianato in ambito locale e alla sua promozione sui mercati nazionali e internazionali. Il Consorzio stimola nuove interazioni tra gli artigiani artistici della regione, anche tramite la predisposizione di laboratori e studi in comune, finalizzati alla realizzazione di linee di prodotto che siano frutto di competenze e tecniche diverse e abbiano caratteristiche innovative, sempre nel rispetto delle tradizionali tecniche dell’artigianato locale di qualità. Il Consorzio, grazie alla collaborazione con lo studio associato di grafica e comunicazione crea inoltre marchi aziendali, packaging e immagine pubblicitaria coordinata; predispone campagne promozionali; realizza progetti editoriali cartacei e multimediali. È inoltre editore dei periodici “Extrart – Bimestrale d’informazione d’arte ed eventi”, e “Marche d’Arte – Mestieri e Sapori del Piceno”. Accreditato dal 2002 come ente formativo, è inoltre impegnato nell’organizzazione di corsi di formazione professionale per la conservazione e l’aggiornamento degli antichi mestieri. I servizi forniti dal Consorzio alle aziende che scelgono di associarsi vanno dal supporto per la definizione di collezioni e packaging coordinato, tramite studi di mercato e analisi delle tendenze di prodotto, alla creazione di marchi aziendali e immagine per la comunicazione; dall’inserimento dell’azienda in iniziative pubblicitarie, alla creazione e promozione di siti Internet, e portali per l’e-commerce; dalla pianificazione delle presenze in fiere ed eventi del settore, all’allestimento di scenografie e stand fieristici; dalla creazione di una rete distributiva e di vendita, al servizio di informazione su iniziative, conferenze e dibattiti; fino all’organizzazione di corsi di formazione professionale sul modello scuola-laboratorio. Del Consorzio Art for Job fa inoltre parte Marche Turismo in Love, una società che si rivolge ai turisti con linee di gadget e oggetti divertenti che sanno essere attenti anche alla qualità fatta di dettagli e idee, in modo da sostituire souvenir che non dicono nulla dell’identità del territorio. Molta importanza è riconosciuta alla grafica in un progetto che vede protagonisti i gadget, oggetti e accessori come elemento per dar vita alle idee. “Marche nel cuore” ha come principali riferimenti sia le ultime tendenze sia le ricchezze del territorio. Particolarmente significativa è la linea “Marche Picenum” dedicato all’arcano dell’“anellone a sei nodi”, forse un premio per successi e vittorie, un simbolo di fertilità, un ornamento, magari un gioco o addirittura una moneta: questo anello in bronzo fuso, semplice ed essenziale, ha finito per incarnare la cultura picena e le sue tradizioni. 57 1.5.2 Il Consorzio Universitario Piceno Mission Dalla lettura della carta statutaria e dagli altri documenti informativi, quali la relazione previsionale e programmatica del CUP, si evince l’operatività del Consorzio sostenuta dal nucleo centrale della propria missione: “Dare una rappresentazione costante delle esigenze di sviluppo economico e di crescita culturale della nostra comunità Picena, che ha voluto fortemente l’Università in quanto primario fattore di sviluppo, favorendo l’avvio di iniziative di formazione e di ricerca che siano funzionali alla qualificazione del territorio, e promuovendo in forma biunivoca l’integrazione delle istituzioni universitarie con il nostro sistema produttivo, culturale e sociale”. Le risorse per la comunicazione Il Servizio Urp&Comunicazione per la programmazione e progettazione della attività di comunicazione si avvale di una Società di Comunicazione e di un grafico, come consulenti esterni, e di un collaboratore responsabile di: - Ufficio Stampa - Webmaster - UNews – periodico telematico regolarmente iscritto presso il Tribunale di Ascoli Piceno Marchio Nel 2006 sono state realizzate due versioni del marchio del CUP, ritenute necessarie per comunicare con i due principali target di riferimento: in modo istituzionale con gli enti e il sistema imprenditoriale, giovanile con gli studenti. Per le stesse motivazioni, l’home del sito e la sottosezione “studenti del Piceno” si differenziano nei colori del layout. L’identità del Consorzio è articolata negli strumenti: carta intestata, biglietti da visita ma anche format di documenti ad esempio per le presentazioni in power point. Lo strumento ufficiale di presentazione del Consorzio è una brochure di 5 pagine, la cui headline è: “ricerca sviluppo territorio. Alleanza del territorio per il potenziamento del sistema universitario e della ricerca applicata”. Le sezioni della brochure sono: chi siamo; università e ricerca; orientamento; comunicazione; strutture. (vedi paragrafo 1.3.1 per i dettagli delle azioni e degli strumenti attivati dal CUP) Le linee guida del Piano di Comunicazione riguardano: • Ricerca-territorio-sviluppo: alleanza del territorio per il potenziamento del sistema universitario e della ricerca applicata • L’università è l’innovazione, l’innovazione è sviluppo • L’università è qui • Noi siamo il collante tra università e territorio Target I target individuati dal Piano di Comunicazione sono principalmente le due categorie: enti e sistema imprenditoriale, da un lato, e giovani, dall’altro. Per la definizione delle azioni, inoltre, le due macrocategorie sono specificate in segmenti più articolati: studenti residenti e studenti fuori sede, cittadini, università, enti pubblici nelle marche, imprese. Attività e iniziative Le principali iniziative previste dal piano 2006 Promozione del CUP nelle riviste pubbliredazionali Promozione Distretto Culturale. Contagio – Biennale Adriatica di Arti Nuove 58 Promozione dei Corsi di Laurea, periodo estivo, con la realizzazione di un messaggio radio chiaro e breve con musiche giovanili accattivanti di sottofondo da diffondere nel periodo estivo per un target giovane. Promozione DVD e progetto tivÙ: diffusione spot televisivo per mostrare ai giovani le sedi universitarie con protagonisti due giovani nei quali potersi identificare Campus.Card: occasione di comunicazione con gli studenti e occasione di contatto con gli esercenti; territorio e studenti GOing: Giornate di Orientamento allo studio e al lavoro. La cittadinanza deve essere consapevole Le azioni si concentrano nel periodo estivo e autunnale, in coincidenza del periodo di orientamento e di iscrizione ai corsi universitari. Gli strumenti maggiormente utilizzati trasversalmente alle azioni sono: • Mix di media e strumenti (slogan, editoriali, pubbliredazionali e immagini grafiche d’impatto) per la promozione del CUP nelle riviste pubbliredazionali • Radio • Gadget (matite, badge) Consuntivo delle voci di costo per la comunicazione Spese di comunicazione Spese di videoconferenza e internet Spese di partecipazione e organizzazione fiere (GOing) totale Fonte: relazione al Bilancio consuntivo 2007 59 46.889 euro 102.685 euro 7.000 euro 156.574 euro 1.6 SOGGETTI PRESENTI SUL TERRITORIO E POTENZIALMENTE INTERESSATI ALLA REALIZZAZIONE DI UN DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO NELL’AREA DI ASCOLI PICENO 1.6.1 Eurosportello di Ascoli Piceno L'Eurosportello di Ascoli Piceno - Euro Info Centre IT356 -, azienda speciale della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, è parte di una rete internazionale istituita dalla Commissione Europea (Direzione Generale Imprese) al fine di favorire la crescita e l'integrazione delle piccole e medie imprese locali nel Mercato Unico Europeo. La rete opera, attualmente, attraverso centri ufficiali di informazione comunitaria, denominati "Euro Info Centre", che attraverso le loro articolazioni periferiche (Relay) coprono, in modo uniforme, tutto il territorio dei 25 Paesi dell'Unione. La mission dell’Eurosportello è così riassumibile: • Fornire informazioni alle PMI sulla legislazione comunitaria e sulla sua applicazione in Italia e negli altri Paesi Europei nonché sulle politiche, sui programmi e i finanziamenti diretti alle piccole e medie imprese; • Fornire una prima assistenza alle PMI, in merito all'accesso ai finanziamenti e ai programmi comunitari, nazionali, regionali e locali in virtù delle competenze specialistiche maturate dall'EIC; • Favorire la cooperazione internazionale tra imprese attraverso gli strumenti di ricerca di partner all'estero, la promozione e diffusione di informazioni e ricerche di mercato, l'organizzazione di eventi, manifestazioni e missioni commerciali all'estero; • Promuovere progetti ed iniziative che supportino la crescita e la competitività delle piccole e medie imprese nei mercati esteri; • Facilitare il dialogo tra le imprese locali e le istituzioni comunitarie: l’EIC raccoglie e trasferisce a Brussels le istanze del territorio regionale al fine di migliorare i processi decisionali dell’UE ed in particolare le politiche in materia di PMI. 1.6.2 Eurodesk Provincia di Ascoli Piceno EURODESK è una rete europea per l'informazione dei giovani e degli operatori giovanili specializzato nei programmi comunitari (Unione Europea e Consiglio d'Europa) rivolti alla gioventù, che opera sotto il controllo e mandato della Commissione Europea, DGEAC, e con il supporto dell'Agenzia Nazionale Italiana Gioventù (Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali). In particolare, fornisce informazioni, svolge un'attività di orientamento e consulenza sui programmi europei rivolti ai giovani nei settori della cultura, della formazione, del lavoro, della mobilità giovanile e del volontariato, con l'obiettivo di rendere sempre più accessibile ai giovani l'utilizzo delle opportunità offerte dai programmi stessi. I destinatari delle azioni informative dei PLD italiani sono i giovani, soprattutto se non appartenenti ad organizzazioni giovanili strutturate e per i quali accesso ai programmi europei è generalmente più difficoltoso; gli animatori giovanili, associazioni e gruppi informali i funzionari di enti locali, gli sportelli di informazione e orientamento, le scuole medie superiori e università, gli enti di formazione professionale, i disoccupati. Tra le principali attività di Eurodesk, si possono menzionare: • divulgazione delle informazioni sulle opportunità per i giovani, in particolare: servizio di prima informazione sulle diverse opportunità esistenti nei settori dello studio, della mobilità e iniziative giovanili transnazionali, istruzione . formazione lavoro, cultura, tirocini e borse di studio, corsi professionali e concorsi europei; servizio di informazione-orientativa più approfondita e legata agli interessi specifici richiesti dagli utenti; 60 • • • • • divulgazione delle informazioni sulle opportunità di lavoro all'estero (Eures-Marche); servizio di orientamento-consulenza e distribuzione modulistica e schemi di candidatura (compilazione di formulari, moduli di candidatura, CV europei, ricerca dei partenariati, ecc.); servizio di primo orientamento sul Programma comunitario Gioventù (Programma di azione relativo alla politica della cooperazione nel settore della gioventù); servizio di animazione e orientamento della cultura imprenditoriale attraverso la divulgazione delle informazioni sui finanziamenti agevolati alle imprese, distribuzione di normative e bandi nazionali, regionali e locali); organizzazione di incontri con le scuole/organizzazioni del territorio per la presentazione dei servizi Eurodesk e dei programmi comunitari rivolti ai giovani 1.6.3 Gruppo d’Azione Locale (GAL) Piceno Scarl Il G.A.L. Piceno è stato costituito nel 1996, e riveste il ruolo di soggetto responsabile dell’attuazione del Piano di Sviluppo Locale “PICENO” Iniziativa Leader + e delle azioni e interventi in esso inserite in base alle normative comunitarie vigenti. Obiettivo del LEADER + è quello di valorizzare le potenzialità del territorio, di facilitare l'adeguamento del tessuto socio-economico locale ai cambiamenti in atto e di avviare un nuovo metodo di lavoro basato sul concorso di risorse e sulla cooperazione tra i vari attori dello sviluppo locale. LEADER è un’iniziativa comunitaria per promuovere lo sviluppo delle zone rurali della Comunità, attraverso la valorizzazione delle risorse disponibili sul territorio. L’iniziativa Leader, che opera in tutta l’Unione Europea, non viene gestito dalle Autorità Centrali o Regionali, bensì da raggruppamenti locali di soggetti pubblici e privati denominati GAL - Gruppi d’Azione Locale, vere e proprie Agenzie di Promozione e Sviluppo del territorio. Il GAL Piceno scarl avviatasi soltanto nel 1998, attiva e realizza l’iniziativa Leader II, risultata di fatto ricca di risultati e soprattutto portatrice di innovazione sul tessuto rurale Piceno. Il Gal svolge le seguenti attività: • Redazione di bandi e progetti esecutivi; • Attività di informazione, sensibilizzazione e pubblicizzazione; • Attuazione degli interventi a bando e a regia diretta o in convenzione da parte del Gal; • Trasferimento delle risorse finanziarie dal Gal ai destinatari o beneficiari ultimi; • Registrazione della contabilità di spesa; • Monitoraggio, assistenza tecnica e consulenza agli enti. 1.6.4 Il Parco Scientifico-tecnologico TecnoMarche La società TecnoMarche s.c.a r.l.– Parco Scientifico e Tecnologico delle Marche si è costituita nel 1992 per iniziativa della Federazione Regionale degli Industriali e della Finanziaria Regionale delle Marche, a seguito della Intesa di Programma interministeriale ratificata il 7 dicembre 1990 dal Ministero della Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (M.U.R.S.T.), dal Ministero per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno e dal Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, avente per finalità la promozione, il finanziamento e lo sviluppo nelle aree meridionali italiane di Parchi Scientifici e Tecnologici (PST) quali strumenti per lo sviluppo socio-economico e dei sistemi industriali. Il PST (Parco Scientifico e Tecnologico delle Marche) si pone l’obiettivo generale di operare per accrescere la competitività del territorio regionale marchigiano attraverso la promozione, attivazione e realizzazione di progetti finalizzati alla creazione di conoscenza ed al trasferimento ed applicazione della stessa, mediante collaborazioni con le Università ed i Centri di ricerca. 61 Negli anni 1998-2002 il PST Marche ha realizzato 5 progetti di ricerca industriale di cui alla suddetta delibera, finanziati complessivamente per 9.621.429 € afferenti alle principali filiere produttive che costituiscono il core-business dell’economia regionale: • progetto “Applicazioni Tecnologiche Flessibili”, filiera del mobile e delle calzature; • progetto “Prototipazione Integrata”, filiera meccanica; • progetto “Meccanizzazione Agricola”, filiera meccanica; • progetto “Valorizzazione delle tecnologie del Freddo”, filiera agroindustriale; • progetto “Materiali Patrimonio Culturale”, settore edilizio. Il conseguimento dell’obiettivo generale avviene mediante la realizzazione di attività afferenti ai seguenti assi di intervento: • Creazione di conoscenza, la cui finalità principale è la ideazione e la realizzazione di progetti di ricerca applicata. • Trasferimento ed applicazione della conoscenza, con particolare attenzione ai servizi relativi della proprietà industriale. • Formazione di ricercatori e manager della ricerca 1.6.5 Piceno Promozione Piceno Promozione è un'Azienda Speciale della Camera di Commercio di Ascoli Piceno che supporta la competitività del sistema economico imprenditoriale della provincia di Ascoli Piceno sul mercato globale. In particolare, si occupa di: • promuovere le produzioni locali dell'agricoltura, dell'industria e dell'artigianato, mediante l'organizzazione in Italia e all'estero di esposizioni, fiere, missioni commerciali e manifestazioni volte a favorire lo sviluppo delle relazioni d'affari e degli scambi; • fornire servizi reali alle piccole e medie imprese in materia di internazionalizzazione, innovazione tecnologica e marketing internazionale; • promuovere studi, pubblicazioni, corsi, seminari, congressi e incontri ai fini di una migliore diffusione della cultura d'impresa e conoscenza del territorio. 1.6.6 Sviluppo Italia Marche Operativa dai primi di maggio 2004, Sviluppo Italia Marche offre servizi di assistenza alla pubblica amministrazione e di sostegno allo sviluppo territoriale, anche attraverso la gestione di fondi comunitari, nazionali e regionali. Sviluppo Italia Marche ha per oggetto sociale: • il sostegno alla nascita di nuove imprese ed allo sviluppo di quelle esistenti; • la fornitura di servizi, in particolare alla Regione ed alle altre Amministrazioni Pubbliche locali, finalizzati, direttamente o indirettamente, allo sviluppo delle attività economiche; • lo sviluppo della domanda di innovazione e dei sistemi locali di impresa; • la progettualità dello sviluppo. Sviluppo Italia Marche è presente sul territorio nella sede di Ancona. 62 2 ANALISI ESTERNA 63 64 In un panorama di esperienze culturali sempre più vasto e variegato, l’analisi esterna intende riportare e approfondire alcune esperienze nazionali e internazionali in cui è possibile rintracciare spunti, azioni e progetti di sistema idonei a sollecitare e accompagnare uno o più movimenti di sviluppo del territorio, nella sua dimensione socio-economica e culturale. È, infatti, la dimensione culturale dello sviluppo, oggi, il valore in più che si richiede ad una moderna politica territoriale, in risposta al bisogno crescente di risorse economico-finanziarie ed organizzative, di competitività del sistema economico locale, o più semplicemente di opportunità formative, di svago e stimolo per la cittadinanza. La trasformazione più rilevante degli ultimi anni, in tema di ruolo specifico delle istituzioni territoriali, è certamente quello della nuova funzione assunta dalle politiche culturali, attrezzate (in un processo di decentramento sempre più marcato) per compiti assai vasti ed eterogenei, che vanno dalla protezione dei beni alla promozione della domanda e dell’offerta culturale, con attenzione crescente a processi di riqualificazione urbana e di miglioramento della qualità della vita. Di fronte a bisogni sempre più segmentati e sofisticati, la politica culturale si trova davanti all’urgenza di razionalizzarsi in una strategia organica e di lungo periodo, in cui incardinare la propria attività, per condurre gli sforzi e le risorse del territorio (e dei suoi diversi attori) verso una medesima finalità di sviluppo, nella consapevolezza che solo ottimizzando le scelte e i processi si amplificano i risultati positivi e si riducono le distorsioni. Chiaramente la scelta di esperienze tra loro molto diverse, in contesti territoriali ancor più dissimili, non nasce da un intento tassonomico, ma si connette strettamente al profilo progettuale del presente lavoro e al suo successivo dispiegarsi. In relazione a queste finalità si è, quindi, resa opportuna una disamina di “casi” in cui più evidenti fossero i segni di una politica culturale, formativa e sociale capace di programmare interventi a lungo termine, concretizzando in azioni mirate l’auspicio di un connubio cultura-economia-società. In questa lettura comparativa, pertanto, si sono evidenziati quei presupposti metodologici e quelle condizioni di contesto che rendono praticabili iniziative per una nuova politica del territorio, attenta alla sua comunità (nei suoi diversi strati sociali), alle proprie risorse (anche quelle parzialmente inespresse) e al legame tra territorio e istituzioni per la definizione di un orizzonte di sviluppo condiviso. Questa soluzione porta in luce assetti istituzionali e organizzativi, strumenti gestionali e strategie di comunicazione, nonché pratiche di marketing e di fundraising a volte insoliti e certamente identificabili come “buone pratiche” da approfondire ed eventualmente assorbire con spirito critico. Non si può ignorare l’influenza esercitata da pre-condizioni socio-economiche o istituzionali che sono evidentemente molto diverse tra loro e che, dove possibile, sono state rilevate; ciò nonostante, proprio il confronto tra dinamiche territoriali (indagate dal punto di vista degli operatori) spesso distanti tra loro, può, attraverso un continuo sforzo di analisi e riformulazione, contribuire ad un proficuo scambio di esperienze, stimolando soluzioni originali e fornendo piattaforme di lavoro dinamiche, per un ideale work in progress. I criteri che hanno, pertanto, orientato la selezione delle esperienze alla base dei “casi” sono il risultato di una scelta più ampia che ha privilegiato la dimensione territoriale delle politiche di sviluppo, nelle sue articolazioni economiche, sociali e in particolare culturali. Sullo sfondo di questo approfondimento emergono riflessioni più ampie, metodologie e fenomeni più complessi, di cui vagliare costantemente i significati e gli effetti: - marketing territoriale - processi di coesione sociale e di partecipazione allargata - formazione e creatività per lo sviluppo locale - programmazione culturale e partenariato pubblico-privato 65 In sintesi, gli orientamenti possono essere riassunti come segue: • strategie per la competitività e l’inclusione sociale attraverso la creatività e l’innovazione: Tampere; Oulu; Media Centre Lume di Helsinki, Torino capitale mondiale del design 2008; • la collaborazione tra comunità imprenditoriale, università, centri di ricerca e istituzioni pubbliche: il caso di Lund e dell’Ideon Science Park, Cambridge, Dortmund, Aberdeen; • spazi e politiche culturali: Zollverein, Essen; Roca Umbert Fabrica de les Arts, Granollers ; Laboral – Centro de Arte y Creación Industrial, Gijon; La Città del Teatro, Cascina di Pisa. Particolare attenzione è rivolta ad analizzare alcuni casi internazionali di sviluppo distrettuale del territorio favorito dalla presenza di università e centri di ricerca, quali catalizzatori di rete delle competenze e di talenti esterni, riconversione innovativa e sviluppo imprenditoriale e del talento locale, network interno ed esterno. Come si vedrà, molte delle originali soluzioni qui richiamate discendono da una più ampia strategia regionale o, comunque, sovracomunale. Questo elemento non pregiudica, anzi amplifica, il significato delle scelte condotte a livello locale, che assumono un valore sperimentale e di stimolo sul territorio e verso i diversi livelli istituzionali. Il tratto comune alle esperienze qui riportate è quello di un forte radicamento (anche nel senso di una ricerca del) territoriale, che si accompagna, sotto un profilo metodologico, al costante dialogo e partecipazione tra i diversi attori locali, pubblici e privati. L’adattamento di percorsi progettuali, rintracciati altrove, deve tenere conto delle specificità del territorio in cui si intende riformularli: strumenti della programmazione negoziata, ad esempio, o della programmazione territoriale, non possono essere assimilati tout court a logiche e processi diversi, ma lo spirito di quei meccanismi può essere trasfuso in strumenti operativi molto diversi, suggerendo nuove strade, o semplici progetti catalizzatori, che consentano, con effetto trascinante, l’evoluzione verso un territorio più vivace, attrattivo e coeso. 2.1 TAMPERE: CREATIVITÀ, BASE DELL’INNOVAZIONE La regione di Tampere rappresenta la seconda area urbana più popolosa della Finlandia dopo l’agglomerato di Helsinki, con 200.000 abitanti. La struttura produttiva è principalmente connotata dalla fornitura di servizi (circa il 70% della produzione) ad alto contenuto tecnologico17. Storicamente essa afferma la propria identità economica nel campo della meccanica applicata all’industria tessile, progredendo verso la siderurgia e l’industria della carta (negli anni ’60 gli occupati nel tessile erano il 38%, nell’industria siderurgica il 31% e nella produzione di cellulosa e carta il 14%). Nella seconda metà del ‘900, in concomitanza degli aiuti per la ricostruzione a seguito della Seconda Guerra Mondiale, la regione raggiunge i livelli di crescita maggiori del Paese, dapprima specializzandosi in ingegneria meccanica e successivamente consolidando un primato internazionale nel campo della biotecnologia e dell’Information Technology. Lo sviluppo di una formazione universitaria di altissimo livello ha contribuito a rafforzare quella propulsione all’innovazione che le imprese multinazionali ivi insediatesi avevano concorso ad avviare. 17 Per i dati economici si fa riferimento alle analisi prodotte dal Business Development Centre di Tampere. 66 L’attuale configurazione socio-economica è il risultato di recenti cambiamenti di rilevanza storica per la regione: le riorganizzazioni aziendali, i processi di revisione dei modelli organizzativi e soprattutto il collasso del regime sovietico hanno intaccato le industrie tradizionali e hanno provocato un periodo di depressione nei primi anni ’90. Questa fase di crisi ha provocato dapprima (1990-91) una stasi del sistema e ha poi (a partire dal 1992) dato impulso alla crescita dell’ICT e dei cosidetti KIBS (Knowledge intensive business services), che hanno contribuito a ridare fiducia alla regione e hanno così permesso di consolidare la posizione di primato nel campo dell’ingegneria meccanica, aprendo, inoltre, nuove prospettive all’economia locale. Nonostante questa impennata, il tasso di disoccupazione rimane ancora elevato (circa 12%) e tale livello è da attribuire allo scarto tra le competenze dei disoccupati (altamente qualificati in settori ormai in via di abbandono definitivo) e le qualifiche richieste dalle nuove industrie. Proprio su questo vuoto è focalizzata la strategia di sviluppo della regione di Tampere, destinata a colmare lo scarto tra competenze richieste e competenze attuali. Strategia di sviluppo della learning city La strategia di sviluppo della città di Tampere si qualifica a partire dalla formula cooperativa instaurata tra soggetti pubblici (Comune di Tampere e Amministrazione della Regione), società private (soprattutto ICT) e Università (2 università e 2 politecnici), orientata al consolidamento di un’economia della conoscenza, sotto il profilo delle competenze connesse alla tecnologia applicata. L’aspetto più interessante è dato dal significato attribuito all’apprendimento diffuso: non solo risposta contingente per favorire l’incontro tra domanda ed offerta, ma soprattutto creazione di un livello medio di conoscenze idonee a stimolare nuove iniziative, mirato cioè a costruire un ambiente vitale e creativo in grado di anticipare innovazioni ed essere già socialmente adatto a sfruttarne appieno gli effetti positivi. I cardini di questa strategia sono due: la formazione di personale altamente qualificato (sistema formativo) e la realizzazione di un tessuto industriale all’avanguardia (intenso scambio di conoscenze, reti locali e internazionali). Fulcro logistico di questi processi è il Centre of Expertise, un centro di ricerca di ambito locale che stimola, raccoglie e diffonde informazioni, buone pratiche, conoscenze tecniche e semplici idee alla rete industriale (connettendo questo livello locale a reti internazionali) e, valutando le necessità formative connesse ai nuovi percorsi individuati, collabora con le Università per avviare nuove piattaforme di apprendimento (sul lavoro interattivo con alto livello di segmentazione). La contaminazione è il centro logico e metodologico di questo modello di sviluppo. Il Centro, infatti, ricerca costantemente un confronto multidisciplinare (cultura, sport, formazione tecnica, ecc.) come fonte di arricchimento personale. L’apprendimento diventa così oggetto di continua riflessione nel territorio: esso è percepito come elemento di competitività e di inclusione sociale18. Diversi sono i casi interessanti sotto il profilo dell’apprendimento finalizzato alla costruzione del c.d. Knowledge intensive business (ovvero casi in cui sono presenti economie di apprendimento): il Tampere Forum, organizzato come serie predefinita di incontri in cui la cittadinanza viene a conoscenza delle iniziative dell’amministrazione e propone interventi correttivi, manifesta i propri bisogni e avanza nuove soluzioni; il programma nazionale di sviluppo del distretto dei giochi digitali, finalizzato a potenziare le risorse già presenti verso un miglior posizionamento di mercato; il Tampere Theatre Festival, istituzione dalla solida proposta culturale, in attività da circa 40 anni, in grado di far fronte alle ristrettezze economiche e capace di coinvolgere 18 Dal titolo di un progetto redatto dall’Università di Tampere, Research Unit for Urban and Regional Development Studies. 67 attivamente la comunità locale; lo sviluppo della cittadina di Hervanta e il suo nuovo volto di area culturale. La esplicita volontà di integrare gli sforzi della società e ricondurli ad un’omogenea finalità di sviluppo locale ha generato un programma specifico, il Regional Centre of Expertise Programme in Tampere (RCoE)19, che rappresenta il perno di questo sistema di traiettorie di sviluppo distinte ma complementari. Il Programma del Centro tende a valorizzare il contributo dell’economia della conoscenza nei seguenti ambiti: • Information and communication technology • Health technology • Biotechnology • Mechanical engineering and automation • Media services • Knowledge intensive business services • Tourism and meetings’ industry Chiaramente questo percorso si inquadra in un programma di interventi ampio e complesso, che mira al miglioramento delle infrastrutture e della qualità ambientale, all’interno del più generale sistema regionale dell’innovazione, che ne definisce strumenti e finalità. L’aspetto più rilevante dell’approccio operativo di tale strategia è, però, la costante ricaduta in termini di “conoscenze da sviluppare” e in termini di quella che definiscono “tensione creativa” del sistema sociale. È, infatti, proprio questa “atmosfera” creativa che si persegue. Il significato dell’affermazione ”economia è creatività”, più volte assunta a slogan del Programma, va letta in termini di costante stimolo a formulare nuove idee e a realizzare gli strumenti prima di tutto cognitivi e poi formativi per giungere ai risultati attesi. L’offerta culturale acquista in tale processo una veste nuova, assumendo il ruolo di catalizzatore dei diversi processi di apprendimento e al contempo di veicolo di nuove esperienze aggregative, di miglioramento della qualità della vita, poiché diventa motivo e strumento di valorizzazione di spazi prima abbandonati. La straordinaria offerta culturale della città va pertanto incorniciata in questo processo di innovazione, dal quale anch’essa trae e allo stesso conferisce un determinante contributo. In termini più restrittivi, la cultura è oggetto di specifici interventi in due direzioni prioritarie: 1. la razionalizzazione e l’ampliamento dell’offerta culturale 2. la realizzazione di un programma di contenuti per i nuovi media (Progetto Media Services). 1. Offerta culturale Le esigenze di una moderna città universitaria si incontrano con la necessità di costruire un “clima creativo” e insieme trovano risposta in un’attenta pianificazione da parte del Culture Office. Le proposte didattiche e culturali si sono così sviluppate parallelamente. La diffusa presenza di istituzioni culturali e la intensa frequenza di appuntamenti artistici e ricreativi segnano specificamente l’offerta culturale cittadina. La centralità del Culture Office nel coordinamento dei diversi attori locali si evidenzia nella capacità di mantenere costantemente varia e ben distribuita la composizione della programmazione, evitando sovrapposizioni, ridondanze e assicurando un’omogenea varietà di stimoli al cittadino - studente - turista. 19 “an economic development policy programme which has been a key tool in the reconfiguration and revitalisation processes of the business structure in Tampere city-region” – Harri Airaksinen, Direttore del Business Development Centre. 68 Il calendario degli eventi presenta due filoni prevalenti: le mostre e i concerti della prestigiosa Orchestra Filarmonica di Tampere. Il tessuto museale cittadino offre una estesa varietà di opzioni: si va da musei focalizzati sui saperi tradizionali e la cultura materiale (Amuri Museum of Workers’ Housing, Central Museum of Labour in Finland, Coffee Cup Museum), musei dedicati allo sport (come il Finnish Hockey Hall of Fame), a musei sull’evoluzione tecnologica (Finnish Refrigeration Museum e Media Museum Rupriikki), spazi museali che ospitano concerti ed eventi culturali (Haihara Art Center e Willa Cosmos), case-museo (come il Laurii Viita Museum), musei a tema (Spy Museum), musei storici (come il Lenin Museum), di scienze (Mineral Museum) e ovviamente musei d’arte (oltre al già citato Haihara Art Center, anche il Mältinranta Art Centre, il Sara Hildén Art Museum e il più famoso Tampere Art Museum), alcuni specificamente orientati all’arte moderna e contemporanea (TR1 Art Hall, Tampere Museum of Modern Art, Willa Mac), oltre che diverse gallerie (Galleria Mahdollisuuksien Tila, Galleria Mania, Galleria Rajatila, Galleria Saskia, Galleria Seriola, Galleria Telakka, Galleria Valkoinen Huone). Un vero museo multitematico è, invece, il Museum Centre Vapriikki, con le sue numerose sezioni: archeologia, etnologia, storia e cultura, storia industriale, storia regionale; ospita, inoltre, il Finnish Hockey Hall of Fame e lo Shoe Museum. Ricca è, pertanto, la varietà dell’offerta artistica, all’interno della quale va segnalata la presenza di spazi polifunzionali, come il Tampere Hall e Nokian Taidetalo Exhibition Hall. Tra le iniziative specificamente rivolte ai giovani è interessante la presenza di un Punto informativo e di servizio che fornisce notizie e assistenza (come prenotazioni per gli spettacoli, orientamento per la scelta del percorso formativo, organizzazione di concorsi e premi), in stretta sinergia con le associazioni studentesche e le Università. Negli ultimi anni (a partire dal 1999), il Comune ha avviato un’intensa opera di pianificazione urbana, attenta a valorizzare le aree cittadine e le infrastrutture di servizio per indirizzare tutte le forze e le risorse verso il miglioramento diffuso della qualità della vita, dei residenti così come dei turisti, con una particolare attenzione alla sostenibilità delle scelte strategiche. Lo scopo esplicito è stato quello di “organizzare e controllare la fruizione delle aree dentro la città”. Il profilo di questa operazione politica è quello dell’innovazione metodologica legata a due aspetti: - legame società - territorio - innovazione architettonica e politiche urbane. È, infatti, rilevante constatare come la costruzione del piano sia realmente ispirata ad una logica di tipo bottom-up, attraverso la distribuzione di informazioni sull’avanzamento progettuale alle famiglie della città, per raccogliere loro proposte e riflessioni (per mezzo di un bollettino distribuito mensilmente). Lo spazio cittadino è diventato oggetto di un processo di trasformazione guidata dall’alto (City Council) e volta ad un diffuso miglioramento della percezione ambientale. L’iniziativa simbolicamente più rilevante di tale percorso è stata l’apertura del Kuusvooninkinen, emblema della vecchia industria tessile ottocentesca. Questo enorme palazzo di sei piani è oggi un frequentatissimo centro d’arte, orientato alla nuova produzione artistica, con una area dedicata ai nuovi media, all’interno della quale si sviluppa il Museo della comunicazione (Rupriikki), con sezioni tematiche su stampa, telefonia, televisione e computer. La presenza di bar, ristoranti e negozi fa di questo luogo uno spazio ricreativo vivace, appuntamento fisso di molti giovani. La definizione di un piano così articolato ed organico rispetto alla programmazione culturale del Kuusvooninkinen ha prodotto risultati positivi a cascata. 69 Recentemente (settembre 2005), infatti, la Fondazione Sara Hildén20 (istituita nel 1962 alla memoria dell’imprenditrice tessile e collezionista d’arte di cui porta il nome) ha donato attrezzature per la realizzazione di un centro culturale rivolto principalmente ai bambini. Le attrezzature sono destinate, specificamente, ad un open space di circa 500 mq in una zona storicamente industriale (Finlayson) e adesso sede di molte aziende, nonché di spazi polifunzionali. Il centro culturale, che sorgerà al terzo piano del Kuusvooninkinen, si propone di raccogliere e stimolare iniziative rivolte ai bambini da parte del Cultural Office della Città, delle diverse associazioni locali, aggregando la comunità intorno all’arte e alla cultura. La Fondazione assicura la gestione del progetto per due anni, durante i quali si prevede una minuziosa analisi delle effettive esigenze della domanda di servizi culturali e ricreativi, al fine di una più efficace riprogrammazione dell’offerta nel periodo successivo. Da ottobre 2005, il centro è sotto la direzione del municipio e si caratterizza per la presenza di un palco e di una galleria per mostre in cui verranno proposte al pubblico opere direttamente realizzate dai bambini. 2. Progetto Media Services Con riferimento al progetto Media Services, la Regione ha assunto il ruolo di sviluppatore di tecnologie e di competenze relative alle comunicazioni. Ciò ha permesso di collocare Tampere al centro dell’economia internazionale sui nuovi media. Le attività del Centro si focalizzano sulla cooperazione tra le aziende per il lancio del Media Club Incubator (accompagnamento nello start up di aziende ICT) e per l’avvio di nuove ricerche di base e di sviluppo del settore. Servizi di rete, contenuti per la telefonia mobile, e più in generale la digitalizzazione di contenuti per diversi supportiveicoli della comunicazione hanno un ruolo centrale. Tra i progetti più significativi vanno ricordati Georama, Mobi2 e Ad Mobi, finanziati dall’UE e finalizzati alla creazione di contenuti di informazione turistica per supporti mobili (come cellulari, palmari, navigatori). Altri progetti, realizzati in collaborazione con l’Università della Tecnologia e con il Dipartimento di Giornalismo e Comunicazione di Massa dell’Università di Tampere hanno indagato (secondo il tradizionale approccio pragmatico) gli effetti sulla società di un apprendimento diffuso e i benefici delle società interconnesse, fornendo così un terreno di analisi importante per indirizzare correttamente gli strumenti più operativi, e i risultati (contenuti multimediali) delle attività del Progetto. I filoni di ricerca, molti dei quali di recente costituzione, comprendono anche la realizzazione di contenuti per la televisione digitale (come il progetto GiTV) e servizi on line. Obiettivo futuro, che informa di sé tutta la ricerca attuale, è quello di modernizzare i servizi alla società (servizi amministrativi, sanitari, culturali, ricreativi, ecc.), attraverso la diffusione di strumenti e conoscenze tecnologici, irrobustendo le reti internazionali di cooperazione e qualificando Tampere come centro di eccellenza nel settore dei media digitali e “dell’informazione diffusa” (questo macro-progetto prende il nome di Cosmobilus). Il successo delle iniziative sin qui realizzate e l’efficace processo di programmazione in corso per il futuro permettono di evidenziare alcune caratteristiche del tessuto socioeconomico indagato, elementi, cioè, che da assumere quali condizioni di funzionamento. Pertanto, pur in via estremamente sintetica, si riassumono tali peculiarità, necessarie alla capitalizzazione delle conoscenze e delle esperienze e alla conseguente (e altrettanto necessaria) diffusione dei risultati: - tradizione all’apprendimento 20 A Sara Hildén è intitolato anche un significativo Museo d’arte, che raccoglie parte della collezione privata dell’imprenditrice. 70 - leadership riconosciuta e affidabile comunicazione e cultura del dibattito apertura e trasparenza delle istituzioni senso di responsabilità flessibilità e reattività della società influenza esterna e impatto L’ultimo punto sottolinea che i processi di apprendimento sono nati da minacce o opportunità provenienti dall’esterno (più in generale dal processo di globalizzazione o comunque dalle forti interdipendenze sovranazionali). In risposta a questi cambiamenti è necessario costituire piattaforme, formali e informali, per lo scambio di conoscenze. Il successo dipenderà anche dall’equilibrio tra entusiasmo iniziale, tipico delle nuove iniziative, e necessità di istituzionalizzare i processi creativi, per assicurare una maggiore diffusione delle conoscenze. È, cioè, il corretto bilanciamento delle spinte l’oggetto delicato di questa politica: un processo bottom-up per un controllo top-down. Il risultato è una doppia sfida: accrescere la competitività del sistema aumentando l’inclusione sociale (cioè riducendo gli effetti negativi di questi cambiamenti repentini nel sistema socio-economico). Elementi utili per la fase di progettazione Il caso pone in evidenza una strategia generale riproducibile in alcune sue direttrici di fondo: - rafforzare l’offerta culturale del territorio, attraverso una logica di servizio, coessenziale alla politica di sviluppo urbano; - accentramento di funzioni ad alto investimento di capitale e grande autonomia scientifica dell’ Expertise Programme; - stretta connessione tra ricerca e produttività locale; - investimenti in mercati potenziali o emergenti secondo l’approccio più adeguato (nel caso specifico: hi tech). 2.2 OULU, LA SILICON VALLEY DEL NORD: FORMAZIONE, SVILUPPO E INNOVAZIONE Oulu, la città economicamente più importante della Finlandia settentrionale, si presenta come il centro urbano finlandese a più alto tasso di incremento della popolazione degli ultimi anni. L’immagine di città tecnologica è quella che più di frequente viene richiamata per designare il rapido avanzamento dell’industria locale, attorno alla quale si è nel tempo costruita un’identità collettiva conseguente, con diramazioni economicosociali e culturali che da questo sviluppo si diffondono. In realtà, come si vedrà, è stata proprio l’evoluzione della struttura sociale, in particolare culturale, ad avere posto le condizioni di uno sviluppo tecnologico ed economico dell’area, in un circolo virtuoso che ha coinvolto l’Università, le aziende e le istituzioni, con il fondamentale concorso di una società civile coesa. La “fortuna” di Oulu si deve, inoltre, al ruolo che la città ha assolto nel fondamentale riequilibrio delle relazioni di forza tra nord (in cui è sita) e sud del Paese, tradizionalmente sbilanciato a favore di quest’ultimo. Alcune tappe sembrano riassumere il percorso della città che qui si vuole evidenziare e che prende avvio alla fine degli anni ‘50: l’istituzione nel 1958 dell’Università, che già dai primi anni ’60 si amplierà fino ad attivare corsi di laurea in ingegneria meccanica ed elettronica21, attraendo tutti quei giovani che tradizionalmente usavano spostarsi a sud 21 Il quartiere di Linnanmaa, la zona universitaria, cominciò negli anni ’60 un percorso di espansione urbanistica per rispondere alle esigenze abitative degli studenti e, ad oggi, i lavori continuano per far fronte alle nuove iscrizioni. 71 per il completamento degli studi; l’insediamento, alla fine degli anni ’70, del Centro Nazionale Finlandese per la Ricerca (Valtion teknillinen tutkimuskeskus, VTT); la fondazione del parco tecnologico, nel 1982 (il primo delle nazioni nordiche). Nel 1980 venne costituita una Commissione avente lo scopo di traghettare la città verso un salto tecnologico, di cui gli anni precedenti avevano rappresentato una solida premessa. Il lavoro della Commissione, durato due anni, ebbe un primo risultato nel 1982, allorquando venne fondata la società per azioni Oulun Teknologiakylä Oy per attivare il progetto di costruzione del parco tecnologico, sintesi dell’intera opera di pianificazione. Il parco, difatti, è espressione dell’unificazione delle forze locali e della risposta alle esigenze di sviluppo, entrambe oramai diffuse nella città: le industrie, insediatesi per la presenza di forza lavoro qualificata a basso costo; le istituzioni, coinvolte, attraverso l’Università, nel difficile compito di offrire una prospettiva lavorativa agli studenti del capoluogo; la comunità locale, sinora praticamente esclusa dagli effetti e dalle ricadute economiche positivi della presenza di questo ingente capitale. La costituzione della Oulun Teknologiakylä Oy, oggigiorno quotata in borsa con il nome di Technopolis Oyj, e la sua "figlia" Medipolis, fondata dieci anni più tardi, hanno funzionato come incubatrici del gruppo crescente di aziende che aprivano stabilimenti nell’area di Oulu. Insieme ai ricercatori e agli studenti, poi, la società ha nel tempo articolato la propria struttura organizzativa e logistica, assorbendo la maggior parte dei laureati in città. L’amministrazione locale, in attuazione della propria missione, ha spinto affinché si creassero ulteriori spazi residenziali, idonei ad ospitare gli studenti-lavoratori, riducendo i costi di trasporto. Oulu, la cosidetta "Silicon Valley del Nord", è riuscita in questo modo a creare oltre 10.000 nuovi posti di lavoro nel campo tecnologico, nel giro di 3-4 anni, per laureati nei vari indirizzi scientifici. La città è diventata così un territorio ad elevata diffusione ed intensità di knowhow, in particolare nel campo delle telecomunicazioni, dell'elettronica, dell'industria informatica, della biomedicina e della biotecnologia. La Technopolis Oyj, che nel frattempo ha aperto 3 sedi a Oulu, 2 ad Helsinski ed 1 a Lappeenranta, persegue la propria missione in due direzioni: potenziare i servizi alle imprese, favorendo e richiamando risorse e investimenti, da un lato; accrescere la propria funzione di adeguamento urbanistico, con la fabbricazione di case per i lavoratori, stimolando la costruzione di strade di collegamento e incoraggiando anche occasioni di aggregazione sociale, attraverso attività ricreative e culturali, dall’altro. I risultati sono incoraggianti: oggi, l’esito del percorso di ammodernamento intrapreso negli anni ’80 mostra la disponibilità di 60.000 posti di lavoro, nel solo settore tecnologico, a fronte di una popolazione di 127.000 abitanti. Un elemento assai significativo, segno di una strutturale flessibilità del sistema economico, è rappresentato dalla compensazione dei posti di lavoro perduti in alcune aree di business (per via di flessioni congiunturali dell’economia internazionale), attraverso l’assorbimento in un’area d’affari diversa, come quella delle tecnologie per l’informazione. Il continuo aggiornamento degli strumenti e delle finalità della politica economica della città ha prodotto un’iniziativa meritevole di considerazione: il Patto per la Crescita 2006, che prevede un impegno finanziario complessivo di 300 milioni di euro. Il Patto si concentra su 5 distretti industriali, connotati dalla presenza di imprese operanti sul medesimo settore e connesse attraverso la tecnologia wireless. Gli obiettivi attesi per il 2006 sono: - rafforzare il posizionamento della città sul piano internazionale, qualificandola ulteriormente come centro di eccellenza - migliorare la competitività della regione - sviluppare e rafforzare le imprese emergenti 72 - porre le condizioni per la creazione di nuovi posti di lavoro e business innovativi diversificare l’alta tecnologia nella regione intensificare l’uso delle risorse del Programma Obiettivo 2 (Unione Europea). La presenza massiccia dei soggetti pubblici, in special modo nel Patto così come nella società Technopolis Oyj, appare positivamente orientata a preservare gli interessi pubblici della collettività, incontrando su progetti di business concreti i bisogni delle aziende del territorio. Le società partecipate istruiscono percorsi di ricerca e investimento su infrastrutture sociali e formative, sui servizi alle imprese e sulla ricerca di nuovi business nella convinzione che contribuire a rafforzare il tessuto produttivo tuteli e valorizzi le risorse umane coinvolte in questo “gioco” per intercettare l’innovazione e anticipare i bisogni, per essere competitivi rispetto al mercato e inclusivi rispetto alla società. Gli aggregati territoriali, sui quali si focalizza la strategia del Patto sono specializzati per aree di business: - information technology - contenuti e media - benessere - biologia e biotecnologia - ambiente Tra questi si intende soffermarsi sul distretto “contenuti e media”, nel quale si intersecano le direttive ormai consolidate dell’economia tecnologica e quelle, più recenti, della produzione culturale e ricreativa. La domanda di contenuti (culturali, ricreativi, informativi) sempre più personalizzati e complessi è ampiamente in crescita, per via della diffusione di tecnologie via via più semplici ed economiche. Il distretto “contenuti e media” di Oulu è formato dai componenti del Mobile Forum: un conglomerato di imprese private, il “Northern Film and Media Centre”, l’Università di Oulu, il Politecnico e il network Multipolis (rete dei Poli di Eccellenza Tecnologica della Finlandia, circa 15). Compito del Patto è quello di raccogliere risorse e progetti sparsi nei diversi luoghi di ricerca, secondo un criterio innovativo, e farli convergere su progetti integrati ed interistituzionali. Pur nell’autonomia, i diversi attori si ritrovano a cooperare su specifiche iniziative che: a) danno origine ad un prodotto/servizio nuovo per il mercato; b) introducono innovazioni di processo nella gestione delle diverse istituzioni. La previsione sulle dinamiche globali intravede una crescita consistente del mercato dei contenuti, in particolare veicolati attraverso tecnologie multicanali, verso direzioni per lo più inesplorate (settore turistico, del benessere, delle comunità virtuali, delle comunicazioni multimediali, dei giochi, del cinema digitale o nel più stratificato settore della formazione a distanza). Il progetto si articola, quindi, in progetti di base più circoscritti, per tema (giochi, contenuti per la tv, per la pubblica amministrazione, ecc.) e per funzioni (comunicazione, internazionalizzazione, fundraising, ecc.), individuando di volta in volta zone della regione in cui sperimentare i risultati intermedi dei diversi processi e i possibili sviluppi. Elementi utili per la fase di progettazione Il caso pone in evidenza una strategia riproducibile in alcune sue direttrici di fondo: - costituzione di una commissione per il coordinamento del progetto complessivo; 73 - introduzione di strumenti per la diffusione della conoscenza e nascita di incubatori per collegarla allo sviluppo economico; - adeguamento urbanistico; - processo continuo, nella forma del Patto per la crescita. 2.3 TORINO: VERSO LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA L’Associazione Torino Internazionale è composta da 122 soci: enti pubblici, istituzioni, organizzazioni private, centri culturali, aziende, sindacati, associazioni di categoria. Svolge attività di sostegno, monitoraggio, promozione e comunicazione del Piano strategico, favorendo il confronto fra gli attori che rappresentano interessi diversi e complementari nell’Area metropolitana di Torino. I suoi organi direttivi sono: - il presidente e il co-presidente; - l’Assemblea dei soci convocata e presieduta dal Presidente, e composta dai rappresentanti dei Soci, si riunisce almeno due volte l’anno per deliberare sulle linee di attività dell’Associazione, predispone gli indirizzi di sviluppo del Piano, approva il bilancio annuale. Nomina anche il Comitato di coordinamento e il Direttore. - il Comitato di coordinamento composto dai Coordinatori delle Linee strategiche per supervisionare il processo di pianificazione strategica, coordina i Gruppi di lavoro e propone all’Assemblea le priorità di lavoro. Si riunisce ogni tre mesi ed è l’organismo che attua concretamente le linee indicate dall’Assemblea. - il Comitato scientifico che si riunisce con scadenza quadrimestrale con compiti di controllo e valutazione sulla coerenza delle azioni rispetto agli obiettivi del Piano, la qualità dei risultati, gli effetti della pianificazione strategica sul territorio. Aggiorna gli scenari in cui il Piano si muove, attento al contesto internazionale e alle esperienze di altre città. - il Direttore e lo Staff, gruppo con compiti operativi che assicura l’attuazione delle decisioni, commissiona ricerche di approfondimento, sviluppa progetti. Segue il monitoraggio delle azioni, comunica il Piano strategico e l’attività dell’Associazione a Torino, in Italia e all’estero. Torino è stata la prima città italiana (e la settima in Europa) a firmare un Piano strategico il 29 febbraio 2000. Si trattava di mettere Torino al centro dell’Europa, darle un governo metropolitano esteso e unitario, farne un centro di ricerca e formazione, favorire le iniziative imprenditoriali e la piena occupazione, trasformarla in città di cultura e turismo, in una città in cui si vive bene. Mille persone in tutto hanno partecipato allo sviluppo di 6 Linee strategiche, 20 Obiettivi e 84 Azioni, scrivendo un patto per lo sviluppo che impegna i sottoscrittori a un percorso condiviso e sostenibile. Il processo di pianificazione, avviato nel 1998 e durato circa 20 mesi, ha coinvolto attori, decisori e collettività locali attraverso una serie di organismi rappresentativi di interessi: il Forum per lo sviluppo per le forze economiche, sociali e culturali della città, il Comitato scientifico con esperti italiani e internazionali, il Consiglio consultivo con rappresentanti di associazioni e organizzazioni della società civile, e nove Gruppi di lavoro che hanno fattivamente scritto le azioni del Piano. Le linee del Piano strategico sono: 1. Sistema internazionale: trasporti e infrastrutture, rapporti e comunicazione internazionale 2. Governo metropolitano: governance e servizi per l'area metropolitana 3. Formazione e ricerca: Università e Politecnico, ricerca applicata, formazione-lavoro 4. Imprenditorialità e occupazione: distretti tecnologici, sostegno all'imprenditorialità, innovazione 5. Cultura, commercio, turismo e sport: patrimonio e attività culturali, sviluppo del 74 turismo, Olimpiadi 6. Qualità urbana: integrazione sociale, riqualificazione urbana, agenda 21, ambiente Dalla primavera 2005, l’Associazione ha dato inizio al processo di costruzione del Secondo Piano Strategico con l’obiettivo di definire e condividere con gli attori del territorio una visione coerente di sviluppo della città, che chiarisca priorità e linee d’azione per le politiche urbane e metropolitane fino al 2015. La volontà di sostenere la trasformazione di Torino in una società della conoscenza è il punto centrale e la visione del nuovo Piano. Il processo di costruzione del Piano strategico ha l’obiettivo di definire, fra la primavera e l’inverno 2005, uno sviluppo coerente della città, attraverso il coinvolgimento volontario, l’apporto specifico dei tanti attori che operano nel territorio – dai decisori locali alle organizzazioni di interessi, dai centri di formazione e di ricerca ai comuni cittadini – e occasioni di confronto e scambio fra l’Associazione, la società politica e quella civile. Queste attività saranno organizzate attraverso: quattro Commissioni tematiche, guidate da referenti scientifici e operativi e principali sedi di confronto ed elaborazione di indicazioni strategiche nel processo che porterà alla costruzione del Secondo Piano Strategico; il Comitato di coordinamento; il Comitato scientifico di Torino Internazionale; i gruppi organizzati di cittadini. Questi organismi avranno il compito di articolare la visione della società della conoscenza in singoli ambiti tematici e tecnici, raccogliere proposte, organizzarle secondo criteri di priorità, coerenza e fattibilità. Alcuni vincoli trasversali, tratti dal bilancio del Primo Piano strategico, orienteranno il lavoro dei gruppi: - la dimensione metropolitana come livello di riferimento territoriale per la definizione delle politiche; - la forte dimensione istituzionale; - la selettività e la focalizzazione su pochi grandi temi, identificando orientamenti chiari di policy e azioni coerenti; - la responsabilità degli attori e la fattibilità economica e politica delle scelte; - il monitoraggio e la valutazione costante sulle previsioni; - l’inclusione della cittadinanza in alcune delle sue forme organizzate. Le 4 Commissioni tematiche riguardano: • • • • Territorio metropolitano Sviluppo economico Cultura Qualità sociale Il Piano strategico non è soltanto la descrizione delle prospettive di sviluppo per un certo territorio, ma anche uno strumento per aumentare il coinvolgimento dei cittadini nella progettazione del cambiamento, favorendo percorsi di inclusione nei processi decisionali. In questa ottica, il processo di elaborazione del Secondo Piano strategico si appoggerà ad alcune esperienze di partecipazione avviate con esito positivo nell’area torinese: il network del progetto «Giovani e Idee a Torino» e i centri di aggregazione a Torino e nell’area metropolitana; i tavoli sociali e i comitati del «Progetto Periferie». Dal mese di settembre 2005, sarà, inoltre attivata sul sito di Torino Internazionale una sezione con forum telematici, che diventeranno uno strumento di consultazione e di partecipazione per tutti gli operatori e i cittadini interessati al processo di costruzione del Piano. Il punto centrale del nuovo piano strategico: Torino, società della conoscenza Nelle economie più avanzate il vantaggio competitivo è sempre più basato sulle idee, l’innovazione e la capacità di favorire l’applicazione pratica dei saperi, come bene di consumo e come risorsa produttiva. In questo scenario, diventano indispensabili 75 risorse di conoscenza distribuite, istruzione e formazione di alta qualità, un numero sempre maggiore di lavoratori dedicato a processi di produzione del sapere. Tutte le grandi città europee stanno attraversando questa transizione da un modello produttivo caratterizzato dalla presenza di capitale fisico a un modello che si rivolge alla parte immateriale della produzione. Tuttavia, questo processo, favorito da un cambiamento generale dell’economia, deve essere sostenuto da azioni a livello locale. Tradizionalmente caratterizzata da un potenziale scientifico, tecnologico e culturale di qualità, Torino possiede tutti gli asset necessari a compiere questa trasformazione. La città si trova davanti all’opportunità di impiegare gli elementi migliori del proprio carattere industriale, applicando a nuovi campi antiche competenze e attitudini diffuse. Cultura Nella transizione verso un’economia e una società della conoscenza, la cultura assume un ruolo di primo piano e si configura come una condizione e una risorsa indispensabile per lo sviluppo locale, che aiuta la diversificazione dell’economia, crea occasioni di occupazione di qualità e si pone come leva efficace per promuovere l’immagine internazionale del sistema regionale e metropolitano. In questo senso, il compito del Piano Strategico è individuare le dimensioni culturali più adatte a sostenere la transizione di Torino verso un’identità di città della conoscenza, ma anche esplorare quale evoluzione della città sia più favorevole allo sviluppo del settore culturale nelle sue diverse accezioni. Le molte azioni avviate da Torino negli ultimi anni – rafforzamento delle istituzioni culturali, promozione di eventi internazionali, riorganizzazione dei luoghi e del patrimonio storico, iniziative di formazione e produzione che ampliano il bacino di professionisti e il pubblico – hanno contribuito a legittimare l’opzione della cultura come settore di crescita per la città e il suo territorio, lanciando segnali di vitalità da parte di una città che scontava una forte immagine stereotipata legata al passato industriale. La Commissione Cultura si propone di confermare questa scelta, capitalizzando i risultati ottenuti, completando e aumentando la visibilità di alcune realizzazioni effettivamente strategiche, attraverso risorse finanziarie, umane e amministrative adeguate, e rinviando alla buona amministrazione ordinaria il sostegno delle attività consolidate. L’obiettivo è elaborare un modello libero di evolvere, ma al tempo stesso relativamente stabilizzato nei messaggi che produce. Tre sono i temi di discussione per la Commissione Cultura: Istituzioni culturali a servizio della società della conoscenza. Le istituzioni culturali rappresentano una condizione di civiltà e di qualità anche democratica che ogni città deve coltivare. L’adozione o il potenziamento di un modello a tre funzioni – museale, di ricerca e di leisure – può essere la strada per valorizzarle. Ricaduta economica della produzione culturale. La produzione culturale sprigiona un potenziale creativo diverso, ma non meno innovativo di quello del progresso tecnologico. Si tratta di riflettere su come sviluppare e accrescere quei sistemi culturali locali, caratterizzati da una forte propensione alla cooperazione sovra-locale e all’avvio di processi di interazione circolare delle competenze. Connessioni fra dimensione culturale e turismo. Incrementare le azioni di promozione turistica, sfruttando gli attrattori culturali forti, senza per questo trasformare i musei in macchine per il turismo; incentivare l’organizzazione e l’ospitalità di grandi eventi, in quanto strumento per presentare al mondo il territorio come luogo accogliente e attrezzato; aumentare il suo grado di apertura e l’intensità dei suoi scambi con l’estero. La specificità culturale di Torino: l’arte contemporanea All’interno della linea strategica 5 del Piano Strategico 1, “Promuovere Torino come città di cultura, turismo, commercio e sport”22, fra le azioni dell’obiettivo 5.2 22 I progetti della linea strategica 5 sono: i_cultura, Sistema dell’Arte Contemporanea, Torinesi con Lode, Centro per la scienza, Luci Association. 76 “Coordinare le attività culturali e programmare eventi di carattere internazionale” - vi è la valorizzazione, la promozione e l’internazionalizzazione del sistema dell’arte moderna e contemporanea. L’arte contemporanea viene percepita quale leva di sviluppo per la città e per l’area metropolitana, nonché specificità caratterizzante il territorio e capace di favorire il passaggio di Torino da sistema locale a eccellenza internazionale. Per questo Torino Internazionale ha avviato un processo di approfondimento delle dinamiche interne al sistema dell’arte contemporanea, convocando trimestralmente, tra le altre cose, un Tavolo di lavoro sull’arte contemporanea. L’azione strategica intende promuovere il sistema già esistente dell’arte contemporanea costituito dalla Galleria d’Arte Moderna, dal Castello di Rivoli e da altri spazi pubblici e privati. Si rende necessario un coordinamento nella gestione degli spazi e a tal fine si intravedono due possibili alternative: la creazione di un centro ad hoc o la definizione di una sede istituzionale di coordinamento, entrambe con annessa una biblioteca di settore. I soggetti coinvolti sono: enti di gestione dei musei di arte contemporanea, pubblici o privati, Fondazione CRT, Enti Locali. Tra maggio e dicembre del 2004, l´Associazione ha commissionato un’indagine sul sistema locale, ha organizzato un workshop, ha pubblicato un volume e ha prodotto un cd-rom. Insieme alla Fondazione Atrium Torino, ha inoltre partecipato alla fiera d’arte contemporanea Artissima11 e ha organizzato il ciclo di incontri "Voi Siete Qui" sull’arte nello spazio pubblico. Nelle nuove politiche di rilancio dell’immagine della città, vi sono manifestazioni e progetti quali: ManifesTO, Luci d’artista, Itinerario contemporaneo, Torino Contemporanea: Luce e Arte, 100 piazze per Torino (programma di riqualificazione urbana). Il secondo piano strategico dell’area metropolitana Nel 2005 viene avviata la costruzione del secondo piano strategico, fondato sull’economia della conoscenza. Il piano individua 4 aree tematiche e 12 direzioni e obiettivi di intervento, sviluppate dalle commissioni tematiche, deputate al coinvolgimento degli attori, al raggiungimento degli obiettivi, all’analisi degli scenari e alla valutazione delle opportunità. Le 4 aree tematiche già presenti nel primo piano strategico della città si articolano nelle seguenti direzioni: • • • • • • • • • • • • formazione creatività trasformazione industriale lavoro trasformazioni urbane e territoriali risorse culturali promozione e turismo immigrazione accessibilità, trasporti e mobilità logistica salute e cura casa e rigenerazione urbana In particolare, la direzione di intervento “Creatività” individua i seguenti obiettivi: - sistemi formativi, apprendistato e discepolato; - imprese culturali; - esperienzialità, sperimentazione, promozione e creatività; - dimensione orizzontale e pervasiva del design. 77 Il design diventa per la città di Torino una componente strategica e trasversale del proprio sviluppo economico e culturale. Il design, infatti, è sempre più considerato a livello internazionale un asset strategico e per Torino diventa l’industria creativa per eccellenza capace di valorizzare in chiave creativa e innovativa le proprie eccellenze imprenditoriali. In virtù della sua capacità di permeare non solo il tessuto produttivo, ma anche il sistema formativo e culturale e la forma urbana, il design contribuisce a definire la nuova identità della città a partire dalla creatività e dall’innovazione. L’obiettivo legato al tema del design si è concretizzato nella collaborazione con Icsid (International Council of Societies of Industrial Design23) e nella designazione di Torino come prima World Design Capital nel 2008. Questo evento, insieme al Congresso mondiale degli Architetti Uia previsto nel capoluogo piemontese sempre nel 2008, rappresenta un’opportunità “di apprendimento per il sistema culturale torinese: per sviluppare rapporti con la comunità dei designer insediati localmente, favorendo fenomeni di fertilizzazione incrociata e nuovi modelli per la formazione dei creativi; per porre il tema design tra le priorità di ogni progetto culturale caratterizzato da ricadute materiali, organizzative, territoriali; per confrontarsi con il livello più avanzato della riflessione internazionale sul design; per rivitalizzare le culture produttive di area metropolitana,facendole incontrare con le opportunità e le esigenze poste dal design” (www.torino-internazionale.org). Sempre collegato all’evento World Design Capital, che affronterà il design nelle sue molteplici dimensioni economiche, culturali, ambientali, economiche, a Torino nasce il primo Centro italiano del design che sarà ospitato nelle ex fonderie Fiat sulla «spina 3», un’area della città completamente rinnovata, o a Mirafiori. Nella struttura, che sarà pronta entro il 2007, saranno ospitati i tre corsi di design industriale del Politecnico di Torino, frequentati da 1.000 studenti, centri di formazione e documentazione e altre attività allo studio del comitato di indirizzo di cui fanno parte enti locali, fondazioni bancarie, Università, Politecnico e Camera di Commercio. 2.4 HELSINKI E IL MEDIA CENTRE LUME Nel 1999 viene creato il Centro Media Lume collocato nella nuova cittadella dell’arte e del design di Helsinki, oggi punto di riferimento per gli attori finlandesi e internazionali che operano nel settore dei media. La Finlandia, come la maggior parte dei paesi, si trova oggi a dover affrontare due questioni: la prima è quella che la nazione ha bisogno di un incremento della popolazione per il funzionamento del sistema, e per questo deve cercare di accogliere più persone dall’estero; la seconda è che non tutti i migliori talenti sono finlandesi. Questo significa che bisogna competere per attrarre i migliori ricercatori e creare collaborazioni internazionali. Da questa consapevolezza nasce il Media Centre Lume collocato ad Arabianranta, la nuova City di Art&Design di Helsinki. Nell’area c’è una concentrazione significativa di imprese che si occupano di design e di tecnologia e di istituti di formazione, caratterizzati da diverse esperienze e competenze complementari tra loro. Uno degli obiettivi della regione di Arabianranta è quello di creare un’area residenziale urbana che comunichi in maniera versatile con l’aiuto della tecnologia. L’area è attrezzata con una rete a banda larga estesa a quasi tutte le famiglie della zona e connessa agli studios del Centro Media Lume: un veloce, sicuro e gratuito sistema di rete senza fili che copre l’area pubblica. Tutto quello che avviene in Finlandia nel campo della creatività ha luogo nell’area metropolitana di Helsinki. Il settore creativo merita, però, più attenzione e supporto nelle politiche di sviluppo degli affari regionali. Per raggiungere questo obiettivo è stata 23 Icsid è l’organizzazione mondiale che riunisce organizzazioni professionali, enti non governativi, imprese e istituzioni di 51 paesi del mondo, con l´obiettivo di contribuire allo sviluppo del design. 78 messa a punto una innovativa strategia, che ambisce a creare un’unione sinergica tra le università, la società e il settore economico. La nuova City di Art&design, ad esempio, è un progetto allo stesso tempo pubblico e privato, che unisce i diversi dipartimenti della City, i soggetti promotori, gli imprenditori, i pianificatori, università e istituti politecnici che si trovano nell’area, imprese, oltre ai residenti attuali e futuri. All’interno della cittadella sorge il Centro Lume - il Centro Nazionale per la ricerca e lo sviluppo dei media, la cui priorità è quella di rispondere ai bisogni di applicazione delle conoscenze negli ambiti di cui si occupa. È il più grande progetto nella storia dell’Università, realizzato con un investimento totale di circa 25 milioni di euro. Attraverso il suo presidio delle diverse discipline artistiche, il Lume riunisce fattori provenienti da diverse competenze operative. I compiti principali del Centro consistono nel creare network e collaborazioni, supportare la ricerca applicata e le produzioni sperimentali, favorire lo scambio di idee ed esperienze. L’Università di Arte e Design di Helsinki è un centro universitario internazionale dedicato al design, alla comunicazione audiovisiva, al cinema, ai new media, alla formazione nell’ambito artistico e alla cultura visiva. L’Università svolge attività didattica e sviluppa attività di ricerca attraverso 5 istituti e 17 centri di formazione e ricerca. È la più grande scuola d’arte dei paesi scandinavi, con circa 1700 studenti, il 14% dei quali provengono dall’estero, e 400 docenti. L’Università è stata creata per contribuire al dinamismo economico, culturale e sociale della Finlandia attraverso la produzione di innovazione ed eccellenza nei campi di arte, media, design e nuove tecnologie. L’attività di ricerca all’interno dell’Università si sviluppa in stretta relazione sia con le diverse aree degli insegnamenti di arte e design, sia con l’ambito di applicazione del design. Il Lume è una struttura complessa: un istituto di ricerca, un teatro, un centro congressi, una struttura per film school, una galleria d’arte, una sala per ricevimenti, un nuovo centro media e rappresenta un soggetto catalizzatore e di coordinamento di iniziative, oltre che un punto di incontro. Il Centro svolge, infatti, diverse funzioni e ha diverse tipologie di utenti. Esso unisce le discipline del cinema, della Tv, dei media digitali e della produzione di scenografie, ha strutture e risorse rilevanti per realizzare produzioni cinematografiche, televisive, digitali e teatrali. Questo lo rende uno dei poli più aggiornati al mondo per quello che riguarda la formazione legata al campo dei media. L’Università di Arte e Design di Helsinki, collabora anche con altre università, politecnici, istituti di ricerca e ad imprese. I compiti principali dell’università sono la ricerca e l’educazione superiore basata sulla ricerca stessa, e questo vale anche per un’università in cui si insegnano le arti e l’eccellenza artistica. Tuttavia, la nuova Carta delle Università della Finlandia riconosce il “cosiddetto terzo compito”: le università devono interagire con il resto della società e promuovere al suo interno l’impatto dei risultati della ricerca. La base sulla quale si fonda l’Atto fa riferimento alla possibilità di collocare sul mercato i risultati della ricerca. Nei campi come quello medico, delle scienze naturali e della tecnologia la ricerca è un anello di un più ampio processo di innovazione: le nuove scoperte dovrebbero essere brevettate prima di essere pubblicate e quindi dovrebbero condurre all’autorizzazione di contratti e a nuove opportunità di business. Lo stesso dovrebbe accadere nel campo dei media e del design. Obiettivo generale è, quindi, quello di combinare una ricerca di base, di profilo teorico, con metodi applicativi in grado di trasformare lo sforzo complessivo in piattaforme di ulteriori sviluppi economici. Sono numerose le linee di intervento che il centro sviluppa attualmente e molte quelle programmate per i prossimi anni. L’attività di ricerca più recente è rappresentata dallo Studio Crucible, uno studio interdisciplinare che sviluppa il collegamento tra narrazione-espressione nei mezzi digitali e le loro possibili evoluzioni. È un progetto realizzato da gruppi di lavoro compositi, di artisti, designer, scienziati ed esperti di tecnologia, con la collaborazione 79 del Laboratorio sui Media dell’Università e si collega a due progetti europei sulle nuove tecnologie. La formula di funzionamento prevede tre settori di intervento: 1. elaborazione di ricerche e sperimentazioni: vengono analizzate esperienze di riferimento nei campi del design, del teatro e della tecnologia e vengono conseguentemente strutturate delle formule sperimentali avviate con i partner industriali del Centro. 2. ricerca accademica: combina esperienze e risorse dei diversi dipartimenti di ricerca dell’Università di Arte e Design di Helsinki con lavori di altre istituzioni finlandesi o estere. 3. coordinamento e network: tiene costantemente monitorato lo sviluppo della ricerca, della produzione e della formazione in campo teatrale, in particolare nelle formule di “teatro interattivo”, su scala internazionale, e aggrega professionisti di diversi ambiti artistici per realizzare eventi multidisciplinari specifici. La strategia di azione del Centro Lume predilige, pertanto, la spinta all’innovazione attraverso il confronto: - tra linguaggi espressivi diversi (scientifico e umanistico) - tra metodologie di ricerca diverse (accademica e pragmatica, secondo l’impostazione R&D) - tra esperienze internazionali comparabili (analizzando e coinvolgendo partner di alto livello) - tra individui di formazione diversa (costituendo gruppi misti di lavoro) L’aspetto più significativo è, quindi, costituito dalla creazione di un capitale umano e di conoscenze coerente e completo, in grado di assistere diversi processi di innovazione, supportando la ricerca di base e fornendo innumerevoli strumenti all’attività economica quotidiana, stimolando la nascita e il rafforzamento di formule espressive, artistiche ed industriali, originali e capaci di competere sul mercato internazionale. Elementi utili per la fase di progettazione Il caso pone in evidenza una strategia generale riproducibile in alcune direttrici di fondo: - attivazione di un sistema di ricerca strettamente collegato alle esigenze del territorio e capace di trasformare una vocazione locale in un fattore critico di successo nell’arena competitiva internazionale - coraggio di esplorare nuove strade e potenziali nicchie di mercato - capacità di legare strettamente formazione-economia-creatività locali. 2.5 LUND, CITY OF IDEAS! Lund è una città di circa 100,000 abitanti nel sud della Svezia, capace di fondere mille anni di storia con le opportunità del domani. La città è un luogo di incontro, di dialogo e di confronto, in cui convivono 130 diverse nazionalità, dove il 58% della popolazione tra i 25 anni e i 64 ha un diploma universitario e in cui le persone tra i 20 e i 29 anni rappresentano il 21% della popolazione (l’età media è 35 anni). Le città gemellate a Lund sono: Porvoo in Finlandia, Dalvik in Islanda, Hamar in Norvegia, Viborg in Danimarca, Nevers in Francia, Greifswald in Germania, Leòn in Nicaragua, Zabrze in Polonia; a queste si aggiungono cooperazioni con Foshan in Cina, Asmara in Eritrea e Karksi-Nuia in Estonia. Immersi nel quartiere medievale ci sono Kulturen, il secondo museo open-air più grande del mondo, il Museum of Sketches for Public Art, una collezione unica di bozzetti e modelli che permettono di seguire il processo artistico e creativo, e Lund Konsthall, uno spazio per l’arte contemporanea. Ogni due anni si svolge il Third Space Seminar, conferenza internazionale dedicata all’arte, alla scienza 80 e alla politica. Vi sono, inoltre, 400 associazioni culturali e nel 2014 la città è candidata a divenire Città Europea della Cultura. Per molti secoli è stata un centro culturale e religioso del sud della Scandinavia e le sue tradizioni educative e formative risalgono al medioevo, quando fu fondata la scuola religiosa, primo istituto di alta formazione della Scandinavia. L’università è stata fondata nel 1666 e a partire da allora è divenuto centro internazionale e all’avanguardia per la ricerca e la formazione. Oggi, come si legge nel report prodotto ogni anno dall’università, quella di Lund è la più grande università e centro di ricerca in Svezia, con 38.000 studenti iscritti ogni anno e 6.000 persone coinvolte nel suo funzionamento: un’università di ampie dimensioni in una piccola città, resa, per questo, stimolante, giovane ed estremamente ricca. L’università è suddivisa in 8 facoltà: - Lund Institute of Technology - Scienze - Giurisprudenza - Scienze Sociali - Medicina - Liberal Arts e Teologia - Economia e Management - Arti Performative Sono due i programmi Erasmus Mundus approvati dalla Commissione Europea che coinvolgono l’università di Lund, entrambi nell’area dello sviluppo e delle scienze ambientali: uno presso l’Istituto Internazionale dell’Economia industriale e ambientale in collaborazione con l’università di Manchester, con l’università AEGEAN in Grecia e l’università dell’Europa Centrale in Ungheria; l’altro, collegato al Centro per i sistemi informativi geografici, è il corso Geo-Information Science for Environmental Modelling and Management. Collabora con numerose università e istituti di ricerca in tutto il mondo e prende parte ai programmi formativi e di ricerca dell’Unione Europea. Sostiene programmi di scambio tra professori, ricercatori e studenti sia nei paesi industrializzati, sia nei paesi in via di sviluppo. È membro dell’Oresund University, una confederazione che raccoglie le università della Danimarca e del sud della Svezia ed è l’unica università nordica a far parte di Universitas 21, un’organizzazione costituita da 16 università appartenenti ad 8 paesi perlopiù extra europei, con 500.000 studenti e 40.000 ricercatori. In Svezia l’università collabora intensamente con la comunità culturale e imprenditoriale, con agenzie e organizzazioni governative a livello locale, regionale e nazionale. Organizza 18 master internazionali in lingua inglese e offre oltre 250 corsi in inglese ogni anno, aperti agli studenti che appartengono ad un’università con cui Lund ha programmi di scambio reciproci. Da oltre 100 anni l’industria e il commercio della città sono caratterizzati dall’innovazione grazie alla collaborazione tra comunità imprenditoriale, università, centri di ricerca e istituzioni pubbliche e, a testimonianza di ciò, le più grandi aziende di Lund sono tra i leader mondiali dei settori ICT, telecomunicazioni, scienze biologiche, design e tecnologie mediche (Ericsson, Astra Zeneca, Tetra Pak, Gambro, Alfa-Laval). Ideon Science Park: una nuova area per l’insediamento di aziende basate sulla conoscenza e la scienza. Nel 1983 nasce l’Ideon, fino ad oggi il più grande parco scientifico della Scandinavia, nonché uno dei più vasti di Europa. L’obiettivo è creare un vero e proprio distretto di aziende all’avanguardia nelle IT, nelle biotecnologie e, più in generale, nelle aree hightech. Grazie alla stretta collaborazione tra le aree di R&D delle aziende del Parco e la Lund University (in particolare la facoltà di ingegneria Lund Institute of Technology), l’Ideon 81 Science Park offre opportunità di sviluppo e di crescita in linea con la domanda espressa dal mercato a livello internazionale. Durante i suoi primi 15 anni, quasi 400 aziende altamente innovative hanno trovato sede all’Ideon (Ericsson Mobile Communications, Axis, Opsis, Tetrapak, BioInvent). Oltre il 76% di queste aziende opera in stretta collaborazione con l’università e i suoi centri di ricerca (il fondatore di IKEA, ad esempio, ha scelto Lund come sede del nuovo centro interdisciplinare di design). Oggi l’Ideon conta 165 aziende che insieme impegnano un totale di 1.550 persone. Più di un terzo delle aziende insediate nel Parco sono attive nel settore dell’IT e un altro terzo nelle biotecnologie. L’Ideon, inoltre, ha sviluppato una serie di benefit e una rete di società di servizi per facilitare il funzionamento delle aziende. L’Ideon è presentato come il luogo in cui le imprese possono realizzare la propria vision: “Ideon is a platform, a stage if you will, for high-technology research and development companies. Being linked to the Ideon brand provides a substantial boost to your credibility. It becomes part of your corporate identity, clarifying for your target audience who and what you are - no matter how complicated your core business may seem. This makes life a little easier when dealing with banks, financiers, suppliers and partners.” Per entrare a far parte dell’Ideon almeno tre delle seguenti richieste devono essere soddisfatte: - l’azienda deve collaborare con la Lund University - il core business dell’azienda deve possedere un alto contenuto high tech - l’attività dell’azienda deve dimostrare un impegno costante nella R&D - l’azienda deve essere orientata alla crescita. Il Parco, ispirato al principio della concentrazione di risorse (economie di specializzazione e di localizzazione), si articola in aree e servizi che, per la varietà e la qualità della composizione, producono una forma di cluster, cioè di gruppo di aziende la cui attività economica si inquadra in un disegno organizzativo integrato, e da esso ogni istituzione trae un vantaggio superiore a quello che otterrebbe in assenza di tale formula. I vantaggi associati all’appartenenza a questo aggregato sono molteplici e concorrono tutti a tradursi, per l’impresa aderente, in processi o risorse essenziali o strumentali al business. In particolare, il Parco offre servizi di alto livello qualitativo, secondo standard interni costantemente aggiornati al rialzo, che permettono a) di migliorare e rafforzare processi o fasi già presenti in azienda o b) di usufruire di competenze altamente qualificate per attivare nuovi servizi o processi aziendali. I benefici sono di natura economico-organizzativa e incidono direttamente o indirettamente: - sui costi di produzione - sull’efficacia della politica di comunicazione - sulla qualità della vita lavorativa - sulla sostenibilità dei processi aziendali. I servizi riguardano: - telefonia, internet, connettività, servizi di gestione dei dati informatici - personale e strutture di front office per l’accoglienza della clientela - servizi di prenotazione viaggi e gestione amministrativa - servizi e strutture per conferenze e meeting - servizi aggiuntivi (ristorante, parrucchiere, lavanderia, libreria, ...). I criteri di selezione delle aziende, unitamente all’alta qualità dei servizi offerti, permettono di attivare sinergie efficaci tra le imprese, ponendo le basi per collaborazioni a progetti comuni, condivisione di risorse e processi, scambio informativo e di konw how, benefici individuali e collettivi derivanti da un ambiente stimolante ed accogliente. Al contempo, l’adesione al Parco consente di liberare 82 risorse umane ed economiche dapprima impiegate in processi ora resi dal Parco stesso o gestiti in forma condivisa. A ciò si aggiunge l’importante funzione del marchio che, nel caso specifico, segnala la qualità dell’azienda aderente, agevolando, per via del “trasferimento” della reputazione dal marchio all’impresa, l’accesso a fonti di finanziamento, l’avvio di iniziative commerciali con partner esteri e i rapporti con i fornitori. Inoltre, i consumatori dimostrano di riconoscere un valore aggiunto a quei prodotti che, riportando il marchio del Parco tecnologico, intrinsecamente ne riassumono lo spirito. Il caso analizzato pone in evidenza alcuni punti utili alla fase di pianificazione strategica e operativa: - capacità di sfruttare i vantaggi di localizzazione e specializzazione secondo una prospettiva innovativa; - integrazione dei processi economici e creativi con le esigenze di qualità della vita e di sostenibilità della produzione; - individuazione di elevati standard qualitativi, riconosciuti dai produttori e dai consumatori. 2.6 ABERDEEN (SCOZIA) Si tratta di una cittadina molto famosa in Europa come capitale del petrolio e, in tempi meno recenti, del carbone. Nonostante ciò si tratta di un caso molto interessante di una regione che attualmente vive un’epoca di grande successo, ma che da qualche anno si interroga sul futuro. I fattori di successo sono l’alta qualità della vita, l’elevato tasso di occupazione e di reddito, aspetti questi legati alla principale fonte di reddito della popolazione dell’area, il petrolio e il gas. Il caso di Aberdeen è interessante perché si tratta di una città che investe parte della propria ricchezza e benessere per la costruzione e ridefinizione degli asset di sviluppo e successo futuri. La popolazione, che ha accumulato ricchezza durante la fase di sviluppo industriale, è sostanzialmente soddisfatta, ma cerca di riposizionarsi nell’economia post industriale, in cui la produzione di conoscenza diviene l’asset più importante per ridefinire il posizionamento strategico produttivo e conoscitivo. A tale scopo nel 2003 si sono costituiti due gruppi di lavoro molto eterogenei, formati dai rappresentanti delle amministrazioni locali, dell’imprenditoria, della formazione. Il progetto che si sta realizzando - “Energising Aberdeen” - intende rendere la città leader della Scozia nella formazione delle professioni avanzate, nella ricerca e nella attrattività di nuovi talenti, in una prospettiva temporale di 20 anni. In particolare, l’Aberdeen City Alliance (TACA) ha pianificato e realizzato molte iniziative nel periodo 2003-2006. Si tratta di un primo gruppo di azioni che costituiscono le principali infrastrutture indispensabili per le azioni di rinnovamento della città. Un secondo Gruppo, l’Aberdeen & Aberdeenshire Local Economic Forum (AALEF) ha programmato il piano di attività di breve e medio periodo per il periodo 2003-2010. Mentre il primo gruppo ha investito i fondi locali e quelli del Governo Scozzese per una sostanziale rigenerazione della cittadina, il secondo gruppo ha previsto le iniziative che permetteranno alla cittadina di divenire una moderna città globale, con la comunità coinvolta e l’attrattività del luogo per nuove imprese e i migliori talenti. I finanziamenti nel periodo 2003-2006 sono stati pari a circa 20 milioni di euro. Si descrivono di seguito alcuni esempi di questi progetti. Nel settore riguardante la promozione della creatività e della cultura si realizzano corsi di istruzione che includono nuovi programmi di istruzione e favoriscono lo studio e l’apprendimento delle radici architettoniche del territorio, oltre a creare nuovi centri 83 internazionali per le arti che stimolino processi di sviluppo di nuovi talenti nel settore artistico a livello locale. Nel settore della ricerca, l’obiettivo è favorire e differenziare geograficamente l’attrattività dell’università e dei centri di ricerca verso le aree geografiche che non hanno ancora sviluppato sistemi formativi internazionali sufficientemente competitivi (Cina, India, ecc.), al fine di favorire la differenziazione del corpo docenti e studenti e, quindi, lo sviluppo di competenze creative nelle varie discipline. Nel settore della formazione e dell’attrazione di nuovi talenti, l’obiettivo è sviluppare incentivi finanziari per gli studenti migliori, i ricercatori e i loro famigliari così come la diversità della popolazione residente. Nel settore immagine ed identità, la città utilizza l’arte pubblica per celebrare la storia e i successi passati del territorio. Elementi utili per la fase di pianificazione strategica e operativa: - utilizzo degli asset conoscitivi avanzati del settore economico trainante per favorire lo sviluppo di network di ricerca avanzati; - piani di sviluppo condiviso delle azioni di breve-medio e lungo periodo con la comunità locale. 2.7 DORTMUND (GERMANIA) Dortmund è una città tedesca della regione della Ruhr, conosciuta fino a pochi decenni fa per il ferro, il carbone e la birra. Durante la seconda guerra mondiale la città fu ripetutamente bombardata al punto che nel 1944 il 95% del centro cittadino era stato distrutto. Dopo la guerra divenne un classico esempio di città post bellica completamente ricostruita. Il modello di sviluppo economico che si perseguì allora fu quello di ricercare lo sviluppo più rapido possibile e a tutti i costi, trasformando in questo modo il centro cittadino in una enorme area commerciale. Il rapido processo di ricostruzione della città avvenuto negli anni ’50 e la focalizzazione su un basso profilo estetico hanno determinato la rinascita di una città mediocre, di basso profilo anche dal punto di vista turistico. Si trattava di precondizioni che rendevano difficile la competizione di Dortmund con altre città della Germania, quali Berlino, Monaco o Amburgo con livelli di qualità della vita ben differenti. La stessa regione della Ruhr, in cui occupava una posizione centrale, aveva perso progressivamente la sua importanza centrata sull’industria pesante e le materie prime (carbone e ferro) di cui era ricco il sottosuolo. Rimanevano interessanti per i siti di archeologia industriale e per la superficie verde, pari a circa il 50% dell’area totale. Elementi questi che non erano certo sufficienti per rilanciare l’economia e lo sviluppo di una regione legata allo sviluppo di tipo post industriale, tipico di tante altre aree della Germania o degli altri paesi avanzati con lo stesso livello di sviluppo (Francia, Gran Bretagna, USA, Giappone, ecc.). Nel contempo c’era il forte problema dell’emergenza occupazionale: i posti di lavoro erano diminuiti da 80.000 degli anni ’60 a 9.000 nel 1997, quando cesso definitivamente la produzione dell’acciaio. La svolta rispetto a questa grave situazione e alla necessità di un riposizionamento identitario sulla base delle specificità di contesto interne ed esterne è stata affrontata a livello regionale con investimenti nel settore dei servizi e nelle industri high tech. Si trattò di un primo tentativo di politiche di tipo top down, realizzare più per provare qualcosa che non per risvegliare e rimotivare. La vera svolta di Dortmund si è avuta con la creazione del TechnologyPark. Nel 1985 la città di Dortmund ha realizzato il parco tecnologico TechnologyPark, su un’area di 35 ettari, oltre ad altri 14 ettari destinati alla localizzazione delle imprese che 84 volessero avvantaggiarsi del trasferimento di conoscenze e competenze tra il settore scientifico e quello produttivo e le economie della conoscenza, realizzate con la localizzazione a Dortmund di imprese fortemente orientate alla ricerca e allo sviluppo. Dal 1990 al 2000 Dortmund TechnoPark è diventato la localizzazione privilegiata per lo sviluppo di industrie quali quelle dell’IT, della microelettronica e della logistica. Oltre il 50% delle imprese si avvantaggiano della localizzazione e ne favoriscono nel contempo la crescita del livello di innovazione tecnologica realizzata nell’area. Circa 8.500 persone operano in 230 imprese, localizzate in più di 60 edifici, in continua espansione. La crescita media di personale impegnato nel settore IT è dell’8% annuo (nel resto della Germania è del 5%), determinandone la leadership nel settore tecnologico di tutta la Germania. Il programma di sviluppo dell’area prevede il raggiungimento di 70.000 posti di lavoro altamente qualificato entro il 2010. Il principale fattore di sviluppo del parco tecnologico e del sistema produttivo di Dortmund è il legame tra la ricerca scientifica e lo sviluppo economico in una logica distrettuale. Il cuore del distretto tecnologico di Dortmund è il Parco tecnologico e il suo continuo legame con gli istituti universitari e della ricerca. L’Università svolge un ruolo fondamentale per il parco, quale fattore sinergico delle imprese localizzate nell’area e di promotore del trasferimento di conoscenze, esperienze e competenze tra scienza e industria. L’Università di Dortmund è localizzata nella periferia della città, con 3.000 impiegati e 24.000 studenti e una forte specializzazione nelle scienze naturali e nell’ingegneria (10 delle 16 Facoltà). Recentemente l’Università si è dotata della Facoltà interdisciplinare di pianificazione del territorio, unica in Germania e la più grande d’Europa. Altre discipline più moderne che si sono stabilite nell’Università sono per esempio informatica, giornalismo e statistica, dando all’Università un’ottima reputazione a livello europeo. Dal 1997 è membro dell’European consortium on Innovative Universities. Dal 1994 è stata fondata una nuova università con fondi pubblici e privati, la Scuola di Management. Localizzata vicino al Technology Park e all’Università di Dortmund, la scuola ha formato più di 700 studenti che hanno arricchito lo spettro formativo delle competenze operanti nell’area. I Master sono tre: International Business Management, Turismo e Finanza e Gestione finanziaria. Proprio per la forte specializzazione che l’area del Parco ha sviluppato, l’Università ha avviato dal 2000 vari corsi e master in tecnologie informatiche (lauree e master), grazie al contributo della Camera di Commercio e a quello delle industrie che possono finanziare gli studi di studenti, che desiderano inserire nella propria attività. Elementi utili per la fase di pianificazione strategica e operativa: - forte specializzazione produttiva e della ricerca nel settore IT. - ruolo di spin off dell’Università e di facilitatore dello sviluppo di network esterni al territorio con altri centri di ricerca. 2.8 CAMBRIDGE (UK) Cambridge è l’esempio di città inglese che ha saputo trasformare radicalmente la sua specializzazione produttiva in questi ultimi decenni. Il settore high tech ha, infatti, sostituito radicalmente le precedenti attività produttive, tipiche dell’economia industriale. Tutto ciò è stato possibile grazie allo sviluppo di un network interno all’area tra i cittadini, le imprese e l’università, che ha stimolato lo sviluppo di nuove forme di capacitazione da parte della popolazione, trasformate in nuove proposte di business. Il ruolo dell’Università di Cambridge è stato fondamentale nell’attivazione di questo cambiamento, in un primo momento molto spontaneo. Fino agli anni ’70 l’Università era indirizzata all’istruzione e alla ricerca solo per fini didattici. Considerare i risultati per fini di business non rientrava negli obiettivi istituzionali dell’Università. Solo recentemente 85 le forti richieste di innovazione da parte del sistema produttivo e l’apparire di docenti più propensi ad affiancare i risultati accademici della ricerca ad opportunità imprenditoriali hanno favorito la nascita di dipartimenti e centri di ricerca per lo sviluppo e l’uso delle tecnologie informatiche. Dagli anni ’70 è iniziato un trasferimento spontaneo di esperti dai centri di ricerca alle imprese. A partire dal 1986, questo processo è stato favorito dall’acquisizione da parte dei centri di ricerca universitari della proprietà intellettuale sull’innovazione. Questo processo si è sviluppato spontaneamente verso la realizzazione di nuove imprese tecnologiche: circa il 25% delle nuove imprese di settore sono state formate da membri dell’università nel 1985, mentre il resto è avvenuto grazie all’ingresso di nuove imprese dall’esterno, attratte dal “clima” innovativo dell’area. La capacità del territorio di generare nuove imprese high tech e di sostenerle è riscontrabile nei dati. Mentre nel 1985 il settore high tech comprendeva 300 imprese con 16.000 posti di lavoro, nel 2000 le imprese erano passate a 1.300 con circa 38.000 occupati. La capacità di sostenere il settore e di favorirne lo sviluppo è legato all’innovazione che si realizza nei centri di ricerca universitari, trasferita al sistema produttivo, e all’ingresso di nuove imprese dall’esterno che favoriscono l’aumento di esperienze condivise e lo sviluppo creativo di nuovi processi di innovazione e d’utilizzo delle novità. Questi processi di produzione, trasferimento ed accumulazione di conoscenze è stata la chiave vincente fino agli anni ’90. Il nuovo passo che Cambridge sta realizzando per continuare ad essere un centro di interesse internazionale è l’esportazione dell’innovazione: le nuove imprese che si sono insediate nell’area hanno sviluppato stretti rapporti di sviluppo e commercializzazione delle licenze che vengono esportate nelle imprese a livello globale. Dati gli alti costi dell’innovazione, questo processo è stato possibile grazie all’aggregazione delle imprese dell’area che hanno saputo riconoscere nella leadership degli standard tecnologici la chiave di sviluppo sostenibile del settore. I settori che si sono affermati sono quelli dell’IT e delle telecomunicazioni, del design, delle biotecnologie. Elementi utili per la fase di pianificazione strategica e operativa: - la produzione di conoscenza nell’Università e il suo continuo trasferimento al sistema produttivo hanno favorito la crescita del sistema economico e sociale. 86 2.9 RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE DI SPAZI DISMESSI E DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE 2.9.1 IL COMPLESSO INDUSTRIALE DI ZOLLVEREIN (ESSEN) Il 14 dicembre del 2001 il complesso industriale di Zollverein (ex miniera e centro di trasformazione del carbone), nel nord della città di Essen (Germania), è ufficialmente divenuto parte del Patrimonio Mondiale Unesco. Una data fondamentale perché segna in maniera decisiva il futuro della vecchia miniera. Da quella data Zollverein, come eccezionale monumento industriale, è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La chiusura della miniera (1986) e dello stabilimento di trasformazione (1993) hanno aperto una nuova fase per l’area industriale, consentendo alla comunità locale di accedere ad un’area dapprima sconosciuta, e comprendere da vicino i processi di estrazione del carbone e di trasformazione. Questo nuovo momento ha visto la nascita spontanea di gruppi di guide (per lo più giovani), impegnate nell’accompagnare i visitatori all’interno dell’area, mostrando e spiegando il funzionamento dei giganteschi macchinari. Oggi, a distanza di 13 anni dall’apertura al pubblico, Zollverein è diventata un simbolo del cambiamento strutturale nell’area della Ruhr e un luogo di incontri quotidiani, per gli abitanti e per i visitatori. Da un punto di vista gestionale, si può affermare che l’entusiasmo spontaneo e la curiosità che hanno spinto la popolazione ad accedere all’area, dal momento della sua apertura, sono confluiti poi in un progetto ampio ed organico, che ha coinvolto le amministrazioni locali e il terzo settore, secondo un approccio che ha privilegiato la dimensione culturale ed artistica del luogo. La caratteristica principale dell’area è quella di offrire innumerevoli appuntamenti di svago e approfondimento culturale, unitamente ad un’atmosfera allo stesso tempo quotidiana (esso è, infatti, popolato come un vero e proprio quartiere cittadino, senza però la presenza di abitazioni) e straordinaria (per l’eccezionalità dei suoi eventi e per la elevata concentrazione di artisti). Proprio i suoi diversi e numerosi progetti artistici e culturali e la ricca programmazione di eventi hanno popolato questa vecchia miniera di 500.000 visitatori l’anno. La vivace vita sociale del luogo sta nel tempo diventando fattore di attrazione di investimenti e diverse aziende e istituzioni stanno aprendo nuove sedi, che affiancano le già numerose attività commerciali. Inoltre, con specifici progetti molto ambiziosi, Zollverein intende posizionarsi come località internazionale per il design. L’apertura della nuova Zollverein School of Management and Design è un ottimo esempio di questa tendenza. Le iniziative di maggiore impegno per il 2006 sono rappresentate dall’apertura della nuova sede della Zollverein School of Management and Design24 e la riqualificazione dell’area-lavaggio. La camera del lavaggio si trasforma in un grande Centro Accoglienza, con diversi punti informativi e servizi per i visitatori. Inoltre, diverrà il luogo di realizzazione dell’ENTRY 2006, una tribuna internazionale di design e architettura che si terrà fra il 26 agosto ed il 3 dicembre 2006. 25 Le istituzioni Diverse sono le istituzioni coinvolte nel processo di trasformazione, alcune delle quali agiscono con notevole autonomia (in particolare le associazioni di artisti), in un quadro 24 I corsi di laurea e i master si concentrano sulle relazioni tra economia e design, valorizzandone le reciproche influenze. 25 Per l’Italia, ad esempio, Urban drift, che è stata invitata a curare il progetto “Talking cities”, intende creare “un dialogo sulle circostanze urbane contemporanee generate dal contesto - Zollverein e la regione della Ruhr - dando voce al design internazionale innovatore, all'architettura e a interventi spaziali in una piattaforma mostra di eventi multidisciplinare”. 87 istituzionale comunque ben definito, che vede la partecipazione di soggetti pubblici e privati. Zollverein Foundation: sin dal 1998 la fondazione si occupa di preservare la tipicità culturale dell’area, attraverso numerose mostre, concerti, performance teatrali, proiezioni notturne a cielo aperto, e molto altro, contribuendo così a fare di Zollverein un luogo di incontro altamente frequentato. Nata proprio allo scopo di assicurare un’omogenea gestione del sito, la fondazione è soggetto interamente privato, che interagisce costantemente con le istituzioni pubbliche locali e nazionali. Essa funziona come centro di coordinamento sia dei visitatori (selezionando e monitorando i servizi), che delle istituzioni coinvolte nel progetto (attraverso incentivi, controlli e soprattutto frequenti momenti di confronto), così da configurarsi come cabina di regia interistituzionale. La fondazione gestisce gli spazi dell’area industriale, offrendo possibilità di noleggio per eventi, congressi, raduni aziendali e matrimoni. Tra i vari eventi organizzati, il programma musicale, in particolare, ha consolidato una reputazione a livello nazionale, al punto che i “Zollverein Concerts” sono attesissimi dai visitatori e dalla cittadinanza26. The Foundation for the Preservation of Industrial Monuments and Cultural History: creata nel 1995 dallo stato federale del Nord Reno-Westfalia, è l’unica fondazione al mondo istituita per la tutela e la promozione di monumenti industriali. Nasce con lo specifico impegno di preservare gli stabilimenti e i macchinari per le generazioni future, renderli sicuri, stimolare la ricerca scientifica, aprirli al pubblico ed attribuire ad essi una nuova funzione sociale. Nell’area industriale, lavora secondo autonomia scientifica e in parallelo con la Zollverein Foundation, di cui autorizza le scelte operative e ne valuta gli effetti sulle risorse patrimoniali. Agisce sull’intero territorio nazionale e attualmente sta sostenendo 14 aree di interesse in Nord RenoWestfalia, la cui identità è profondamente segnata da precedenti vocazioni industriali (archeologia industriale). Nel 1998, la fondazione ha assunto lo stabilimento di trasformazione di Zollverein (costruito nel 1961 e chiuso nel 1993) sotto la propria tutela. La missione della fondazione, interamente pubblica, dal momento del riconoscimento Unesco, è quindi stata quella di tutelare i monumenti industriali, individuando nuove destinazioni d’uso, coerenti con la natura dei beni, nel rispetto dei vincoli e dei parametri individuati dall’Unesco. Così, lo stabilimento per la trasformazione del carbone è stato con il tempo destinato, a partire dal 1999, a diverse mostre e performance teatrali. Nel 2001 il magazzino di deposito del sale dello stabilimento di trasformazione è stato modificato negli spazi per divenire una sala espositiva. Da allora, è divenuta la sede stabile dell’installazione “The Palace of Projects”. Due volte all’anno, inoltre, la fondazione, in collaborazione con il Forum per la storia culturale della Ruhr e Emscher, organizza un forum sullo stato di conservazione dei monumenti, interrogandosi sulle più opportune strategie di valorizzazione. Centro per il Design del Nord Reno-Westfalia (Design Zentrum Nordrhein Westfalen): nato nel 1954 ad Essen, dal 1997 è coinvolto nel processo di trasformazione di Zollverein, con l’obiettivo di promuovere il Design. Oggi il Centro è riconosciuto a livello internazionale come eccellenza per l’educazione e la comunicazione del design, con il merito di saper connettere virtuosamente anche i settori dell’economia, della politica e della società. È responsabile della mostra permanente - museo Red Dot – la più vasta e varia collezione di design moderno, con più di 120.000 visitatori l’anno, in uno spazio di 4.000 mq. 26 Artisti come Alfred Brendel e la cantante Alicia Keys hanno partecipato all’evento, stupendosi delle originali sonorità che gli spazi industriali hanno generato durante le performance. 88 Nel tempo ha ampliato lo spettro delle proprie funzioni, organizzando lezioni specialistiche, dentro e fuori il Paese, consulenze in materia di design o congressi scientifici concernenti la teoria e la storia del design. La continua ricerca di strumenti innovativi e di iniziative di valorizzazione territoriale, ha spinto alla creazione del PACT Zollverein (Performing Arts Choreographic Centre NRW Tanzlandschaft Ruhr), impegnato nello studio delle tendenze moderne, delle questioni più attuali in merito all’arte contemporanea, agendo su una sfera di saperi che comprende danza, teatro, musica, cinematografia, installazioni multimediali, performance, mostre e lezioni, nonché progetti interdisciplinari, all’interno della vecchia “camera di lavaggio” (in cui, cioè, i minatori si ripulivano dalla polvere di carbone). Il PACT è un luogo di educazione e ricerca: organizza symposia, gruppi di lavoro, forum e progetti di rete, workshop e occasioni di aggiornamento professionale, laboratori e residenza per studenti. Il programma pubblico prevede sia produzioni sia ospitalità. Non è, quindi, solo un luogo di eventi, ma anche laboratorio per produzioni e co-produzioni, una piattaforma per la nuova generazione. La contaminazione è il principio guida delle attività del Centro. Gli artisti possono contare su un supporto totale, organizzativo, tecnico e amministrativo. I coreografi della zona hanno scoperto la camera di lavaggio, nei primi anni ’90; negli anni successivi si è trasformata in un sito per performance professionali. Nel 2002, le due maggiori istituzioni di promozione della danza (Tanzlandschaft Ruhr e il Choreographic Centre NRW) sono confluite nel PACT, che è divenuto così un centro di riferimento per ballerini e coreografi di tutta la Germania. Il PACT ha, quindi, accresciuto la sua influenza sulla produzione artistica tedesca, in particolare sulla danza. In che modo si connette questa dimensione artistica e culturale con lo sviluppo economico dell’area? Due in particolare sono le istituzioni che, raccogliendo gli effetti di questa vivace enclave culturale, contribuiscono allo sviluppo economico dell’area, su due versanti distinti e complementari. Da un lato c’è la Zollverein School of Management and Design, che contribuisce alla formazione di professionalità di alto profilo per il potenziamento delle attività creative, unitamente ad una gestione dei processi secondo il principio della sostenibilità economica. Dall’altro lato, la società Triple Z (ZukunftsZentrum Zollverein) si preoccupa di attrarre gli investimenti e sostenere l’insediamento di nuove aziende, in un’area (preventivamente attrezzata e ben delimitata) di 10.000 mq, accompagnando la creazione di nuove imprese, con supporto fiscale, normativo e amministrativo. Il ruolo della Triple Z, lungi dall’essere quello di un catalizzatore di generiche iniziative imprenditoriali, è rivolto alla selezione di aziende secondo la reale necessità della zona, per offrire, nel complesso, un insieme organico e completo di beni e servizi al pubblico, senza alcun pregiudizio per la fruizione dell’ambiente e senza corrompere l’atmosfera di creatività che lo contraddistingue. Il risultato più immediato di questa riqualificazione urbana è stato l’insediamento di artisti, con le loro botteghe, che di fatto danno vita ad un vero e proprio percorso artistico suggestivo, poiché oltre a vendere i propri lavori, in queste botteghe è possibile seguire le diverse fasi della lavorazione. È interessante notare che la tendenza all’insediamento da parte di artisti e artigiani nell’area di Zollverein (falegnami, pittori, scultori, ceramisti, ecc.) ha spinto diverse associazioni, impegnate nella promozione dell’arte e dell’artigianato, a collocarsi negli stessi spazi, instaurando un rapporto immediato e tempestivo con buona parte della domanda e dell’offerta culturale del territorio cui sono idealmente e istituzionalmente rivolte. 89 L’offerta di Zollverein si completa con un’ampia scelta di ristoranti, bar e pub, di raffinata eleganza, alcuni dei quali sono veri e propri caffè per artisti, con arredamenti e atmosfere molto suggestive. Elementi utili per la fase di pianificazione strategica e operativa: - forte attenzione all’assetto istituzionale e agli strumenti di governance; - capacità di rendere il luogo un simbolo del cambiamento socio-economico. 2.9.2 Roca Umbert Fabrica de les Arts, Granollers ASSETTO PROPRIETARIO Si tratta di un progetto del Consiglio Comunale di Granollers che ha rifunzionalizzato la ex fabbrica tessile Roca Umbert. Il master plan è stato approvato nel 2004, ma la realizzazione del progetto deve essere ancora completata. MISSION E' stato concepito come un grande centro culturale, un nuovo modello di servizi culturali per il pubblico generico con una vocazione sia locale, sia sovra locale. Il centro sta diventando uno “strumento” diretto a soddisfare i bisogni dei cittadini e del settore artistico, della comunicazione e delle tecnologie. La mission è dar vita alle condizioni necessarie per la creazione artistica e per la sua diffusione e disseminazione nel territorio, attraverso la promozione di incontri tra creativi e cittadini. Il progetto del Roca Umbert nasce da una logica ben precisa: l’incontro tra l’arte e la cittadinanza è in grado di generare un “art district”. ATTIVITÀ Le attività che si svolgono attualmente sono quelle della Biblioteca Roca Umbert e del CTUG Technology and University Center. FUNDING Il Roca Umbert Fabbrica de les Arts è un progetto completamente finanziato dal Comune di Granollers, Ajuntament de Granollers ed inserito all’interno del PAM - Plan d’Actuciò Municipale 2003 - 2007. LOCATION L'ex fabbrica tessile Roca Umbert, situata nella città di Granollers, 20 km a nord di Barcellona, si estende su una superficie di 20.000 mq: la Biblioteca Roca Umbert, su due piani, misura 1.740 mq e dispone di una sala eventi in grado di accogliere 80 persone; un edificio di 1.800 mq ospita il CTUG Technology and University Center; 350 mq sono occupati dagli uffici dell'amministrazione. Entro il 2007, il master plan prevede la realizzazione dell’edificio La Troca, che ospiterà il Centro di Cultura e Tradizione Popolare, il Roca Umbert Bar, un'area per la produzione musicale e le prove di 268 mq, il Roca Umber Hangar - edificio su due piani di 2.100 mq - dedicato alla visual art e alla produzione multimediale, un ristorante di 825 mq, un edificio di 1.530 mq per la produzione audio video, un'area per le performing arts di 1.100 mq, una stanza polifunzionale di 690 mq, un Concert Hall di 885 mq, The Heater, struttura di 875 mq che sarà il luogo della memoria della città e della fabbrica; 880 mq saranno dedicati ad attività commerciali, ed infine ci sarà un'area di 10.000 mq aperta alla città con una grande piazza, strade pedonali ed un parcheggio sotterraneo. 2.9.3 Laboral – Centro de Arte y Creación Industrial, Gijon FORME GIURIDICHE, MODELLI GESTIONALI, RAPPORTI TRA PUBBLICO E PRIVATO Nelle intenzioni dei promotori, il Laboral dovrebbe diventare una sorta di nuova Bauhaus pensata per il cyberspazio, un grande centro per l’arte contemporanea situato a Gijón, nella regione spagnola delle Asturie. 90 Il progetto si propone di dare una spinta a tutta la regione, con uno slancio nazionale ed internazionale. Non è un semplice centro d'arte, ma anche un grande laboratorio, una fabbrica, un luogo di sperimentazione per le nuove tecnologie, con due sezioni espositive, dedicate alle arti visive e alla creazione industriale. Questo spazio di interscambio artistico interdisciplinare è stato realizzato - grazie all’impegno del governo del principato delle Asturie - negli spazi originariamente destinati all’Universidad Laboral de Gijón, con un investimento di oltre undici milioni di euro. Il centro disporrà, quindi, di circa 15 mila mq di superfici, dove troverà posto anche una collezione permanente che illustra la storia delle pratiche artistiche contemporanee, coinvolgendo le tecnologie digitali. Sono previste anche sezioni dedicate ai videogiochi, alla Net Art, ad un Laboratorio de Electrónica Visual. Dal punto di vista giuridico, il Centro dipende da una fondazione partecipata da corporazioni e istituzioni pubbliche, fondata espressamente al fine di assicurare la fattibilità intellettuale e finanziaria del centro. La Fondazione Laboral Centro de Arte y Creación Industrial è un organizzazione culturale non profit considerata di interesse generale, la cui missione è promuovere e divulgare la creazione artistica e industriale attraverso la gestione del centro Laboral. Secondo il proprio statuto, l’istituzione intraprende con estremo rigore e con continuità la produzione, la ricerca e la divulgazione di progetti stabili che esplorino i tanti punti di contatto esistenti tra la creazione, la scienza, la tecnologia supportando il lavoro di molti artisti, esperti e ricercatori. Le seguenti corporazioni, istituzioni pubbliche e compagnie sono i soci fondatori della Fondazione: Principato delle Asturie, Ayuntamiento di Gijón, Autorità Portuaria di Gijón, Sedes, S.A., Telefónica, S.A., Hidroeléctrica del Cantábrico, S.A., Caja de Ahorros de Asturias, FCC Construcción, S.A., Acciona, S.A., Dragados, S.A., Constructora San José, S.A., Alcoa Inespal, S.A. Il board della Fondazione è costituito dal Presidente Mr Leandro Guillén Barba, Vicepresidente Mr Jorge Fernández León, che rappresenta il Principato delle Asturie, Vicepresidente Mr Julio Senador-Gómez Odériz, rappresentante della FCC Construcción, S.A. e il segretario Mr José Pedreira Menéndez. Dirigerà il centro Rosina GomezBaeza, per anni direttrice della fiera madrilena Arco. Il progetto è stato voluto dal Governo del principato delle Asturie, promotore della conversione di parte dell’edificio che era stato originariamente concepito e progettato come spazio destinato a workshop per l’ex centro di formazione professionale di Gijon. La ristrutturazione dei 14.338 mq di spazio funzionale per il centro ha richiesto un investimento di più di 11 milioni di €. DESTINAZIONE D’USO DEGLI SPAZI, MISSION, ATTIVITÀ CULTURALI Laboral, centro d’arte e creazione industriale, è un luogo per l’esposizione d’arte, scienza, tecnologia e le industrie visive avanzate. Vuole essere anche un luogo per la produzione artistica e tecnologica, per la ricerca, la formazione e per la disseminazione di nuove forme di arte e di creazione industriale. Al fine di raggiungere tali obbiettivi, Laboral sarà uno spazio di scambio tra differenti discipline artistiche: un centro multidisciplinare e inter-disciplinare e un ambiente dinamico per creativi, lavoratori, ricercatori, insegnanti e il pubblico. La tradizione industriale delle Asturie e la vocazione universale della sua gente, fanno di questa regione la location perfetta per uno spazio unico che ha il desiderio di costruire un’alleanza tra arte, industria e crescita economica. Il centro Laborial ha come missione: • divenire un riferimento internazionale per l’arte, la scienza e le nuove tecnologie, incoraggiando la creazione di produzioni altamente qualificate; • alimentare il dialogo tra creativi, scienziati ed esperti provenienti da diversi background; • trovare nuovi valori nella creatività artistica e industriale attraverso la sperimentazione e la valorizzazione delle idee emergenti più innovative; 91 promuovere l’interazione con una vasta gamma di pubblici e la conoscenza e l’apprezzamento dei nuovi trend nell’arte, nella scienza e nella tecnologia; • progettare la creatività industriale e artistica nelle Asturie e incoraggiare la sua conoscenza e il suo apprezzamento nei circuiti internazionali artistici, così da contribuire alla creazione di un’immagine all’avanguardia e innovativa del territorio. Per raggiungere tali obbiettivi, i contenuti, i programmi e le attività del centro sono improntate attorno a cinque aree strategiche: • mostre e disseminazione • ricerca • formazione • produzione • altri programmi Tra le attività che il Centro ha intenzione di svolgere vi sono mostre annuali di visual art e di creazione industriale, quattro progetti annuali selezionati dall’Ufficio Progetti del centro, una mostra specifica sulle Asturie. Si intende, inoltre, organizzare laboratori e workshop sulle quattro aree della ricerca, formazione, produzione e applicazione, con l’obiettivo di costruire sempre nuove sinergie tra i diversi progetti. Per quanto riguarda l’ambito della ricerca, si propone di organizzare attività intellettuali e sperimentali che hanno lo scopo di accrescere la conoscenza su un determinato soggetto. Nell’ambito della formazione verranno realizzati corsi di formazione teorici e pratici e attività di divulgazione in merito a specifici ambiti. La collaborazione con le industrie rientra, invece, nel campo della produzione: un ufficio progetti si occuperà di ricevere e selezionare proposte e candidature da artisti, professori, curatori e altri esperti. Il centro, inoltre, segue la produzione e la realizzazione dei materiali dei progetti realizzati, la creazione di tecnologie e prodotti con scopi commerciali basati sulle ricerche elaborate all’interno del Laboral, e lavora per coinvolgere il mondo dell’industria nei progetti di R&D. Sono, infine, previsti premi, presentazioni, festival, concerti, borse di studio e pubblicazioni, programmi per le scuole. • 2.9.4 La Città del Teatro, Cascina di Pisa FORME GIURIDICHE, MODELLI GESTIONALI, RAPPORTI TRA PUBBLICO E PRIVATO La Città del Teatro è sede della Fondazione Sipario Toscana, teatro stabile d’innovazione che, grazie a un finanziamento dell’Unione Europea, ha ideato e realizzato il progetto, trasformando un’area industriale costruita negli anni ’50 in un centro di produzione multimediale dedicato al teatro e alle arti dello spettacolo contemporaneo. Sipario Toscana è una fondazione pubblico – privata partecipata dalla Provincia di Pisa, il Comune di Cascina, il Comune di San Giuliano Terme e la Cooperativa Sipario. La Fondazione è stata riconosciuta dal Ministero dei beni Culturali e della Cultura e dalla Regione Toscana. L’edificio appartiene al Comune di Cascina che lo concede gratuitamente in comodato. DESTINAZIONE D’USO DEGLI SPAZI, MISSION, ATTIVITÀ CULTURALI La Città del Teatro è un progetto artistico nato in seguito alla riqualificazione di un’area industriale in disuso, un’industria per la lavorazione del legno, costruita attorno agli anni ’50 nella cittadina di Cascina, per molto tempo nota come città dell’arredamento. Il singolare complesso edilizio di oltre 5000 mq comprende: tre sale di diverse forme e dimensioni (il teatro Politeama con 700 posti a sedere e altre due sale che possono ospitare 200 e 100 spettatori a sedere), aule e laboratori per la formazione, un centro studi, un anfiteatro all’aperto, un music pub, laboratori tecnici, studi di registrazione audio e video, bar ristorante, foyer, spazi espositivi e di servizio. Sono in via di 92 completamento una foresteria e un edificio di quattro atelier destinati alla didattica universitaria del biennio di specializzazione del Corso di Laurea in Cinema, Musica, Teatro e produzione multimediale della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. E’ inoltre prevista l’apertura di un hangar per mostre, concerti e installazioni multimediali. La Città del Teatro è una struttura completamente votata al teatro, alle performing arts e alla ricerca e produzione di lavori artistici e culturali all’avanguardia. Si tratta di un centro di produzione artistica in continua evoluzione: vuole essere un contesto aperto alle relazioni, alla continua ricerca della qualità e votato all’innovazione e allo scambio generazionale. Conosciuta anche come Villaggio Globale, la Città del Teatro dispone, inoltre, di un music live club (gestito in collaborazione col promotore musicale Metarock), un cinema all’aperto durante la stagione estiva e un Dipartimento di Ricerca e Formazione che collabora con l’Università di Pisa. Oltre a presentare le produzioni di Sipario Toscana, ospita una stagione teatrale pomeridiana e mattiniera, le principali attività svolte nel corso dell’anno prevedono produzioni di teatro contemporaneo, l’ideazione del festival Metamorfosi, cartelloni e rassegne di teatro e musica, domenica a teatro e programmazioni di teatro per le scuole, attività didattica del Corso di Laurea in Cinema, musica, teatro e produzione multimediale dell'Università di Pisa, formazione e specializzazione professionale, master, convegni, mostre, performance, video installazioni, ovvero eventi e artisti di musica elettronica. La Città del Teatro è, inoltre, un centro di ricerca e formazione che collabora con le istituzioni pubbliche e private in ambito locale, nazionale internazionale: il complesso ospita, infatti, il Centro Studi, un luogo di ricerca, documentazione e consulenza progettuale connesso alla produzione teatrale, all'educazione, all’istruzione e alla metodologia teatrale utilizzata in contesti terapeutici. Tale centro raccoglie pubblicazioni e materiali video relativi alle discipline dello spettacolo, al rapporto teatro/educazione, teatro/disagio e alla didattica del teatro in ambito scolastico, aggregativo e riabilitativo. Ospita l’archivio dei materiali relativi alle produzioni artistiche e alle iniziative culturali realizzate dalla Città del Teatro (copioni, locandine, foto di scena, manifesti, programmi di sala, video, atti di convegni). Svolge un ruolo di tutoraggio per giovani laureati e laureandi, per studi e tesi di ricerca sul teatro, con particolare riferimento al metodo e alle attività di ricerca e produzione realizzati in oltre 20 anni di storia. Infine, cura la pubblicazione di materiali editoriali finalizzati alla documentazione di ricerche sul rapporto tra teatro e formazione. La Fondazione Sipario Toscana è un’Agenzia formativa accreditata presso la Regione Toscana e certificata secondo la normativa UNI En ISO 9001:2000. L’attività formativa è caratterizzata dallo sviluppo di processi di ricerca e particolare attenzione è rivolta all’innovazione metodologica praticata attraverso approcci multidisciplinari. Accanto alle iniziative formative con finalità aggregative, a committenza interna, per le quali viene richiesta al cliente la corresponsione di una quota di partecipazione, vengono realizzate attività di formazione professionale a finanziamento pubblico (Fondo Sociale Europeo), per le quali non è richiesta al partecipante alcuna quota di iscrizione. Sono altresì realizzate attività di formazione, in ambito socio-sanitario, a committenza privata, attraverso la stipula di convenzioni annuali. STRATEGIE DI FUNDRAISING, MODELLI DI FINANZIAMENTO E STRATEGIE DI COMUNICAZIONE La Fondazione Sipario Toscana usufruisce di finanziamenti pubblici annuali dal Ministero per i beni e le attività culturali, la Regione Toscana, la Provincia di Pisa, il Comune di Cascina e il Comune di San Giuliano Terme. Il budget per l’anno 2004 è stato di 2.423.100 euro. 93 94 3 ANALISI DEL TERRITORIO 95 96 3.1 DATI DEMOGRAFICI Figura 1. La provincia di Ascoli Piceno e la sua collocazione [Fonte: Provincia di Ascoli Piceno] 3.1.1 La Provincia di Ascoli Piceno Il territorio della provincia di Ascoli Piceno, distribuito su una superficie di 2.087 Kmq, è costituito per il 26% da montagna e per il restante 74% da collina (litoranea ed interna). Secondo le stime demogratiche ISTAT, nel 2006, gli abitanti della provincia sono circa 380.000 (49% maschi, 51% femmine) distribuiti su 73 comuni e 2 comunità montane (del Tronto e dei Monti Sibillini), con una densità di circa 182 abitanti per Kmq. Se confrontato con il dato italiano, (195 ab/Kmq) quello di Ascoli Piceno si mostra leggermente più basso, fatto spiegabile se si considera che in provincia non vi sono aree pianeggianti, in genere più densamente abitate. Venendo all’esame del peso relativo delle varie fasce di età sul totale della popolazione, la figura 2 mostra come i dati per la provincia sono sostanzialmente in linea con quelli italiani, a riprova del fatto che la provincia, come più in generale le Marche e il Centro Italia, sono, per quanto riguarda molti indicatori, una rappresentazione abbastanza fedele della media nazionale. In ogni caso, va rilevato un minor peso relativo delle fasce d’età inferiori in provincia rispetto alla situazione italiana, e, parallelamente, soprattutto anche per quanto riguarda il dato specifico del comune di Ascoli Piceno, un maggior peso relativo delle fasce d’età più anziane (60-69 anni e 70-79 anni). Per questo dato, si possono dare spiegazioni molteplici, ma di certo quello che emerge è che l’area cittadina di Ascoli Piceno non fornisce attualmente quella combinazione di qualità della vita, costo della vita e opportunità economiche, che invoglierebbe i segmenti più giovani della società a stabilirvisi. 97 Figura 1. Peso relativo delle differenti fasce d’età sul totale della popolazione della provincia di Ascoli Piceno [Fonte: ISTAT] 90+ 80-89 70-79 60-69 50-59 40-49 30-39 20-29 10-19 0-9 0 2 4 6 Italia Centro 8 10 Marche 12 Prov. AP 14 16 18 Capoluogo Il Comune con il maggior numero di residenti è Ascoli Piceno, con circa 52.000 abitanti, seguito dai comuni di San Benedetto del Tronto, con circa 46.500 abitanti, e di Fermo, con 37.000 residenti. La famiglia media in provincia è costituita da un numero di componenti pari a 2,64, valore che diminuisce, anche se di poco, nel capoluogo (2,48), mentre aumenta in alcuni Comuni quali, ad esempio, Monteprandone (3,3 componenti) e Montegranaro (3,1). Confrontato con il dato medio italiano (2,48), il numero medio dei componenti delle famiglie sembra essere leggermente superiore, inoltre il numero medio di componenti per famiglia costituisce una parziale riconferma a quanto rilevato in precedenza sulla distribuzione delle classi d’età tra il capoluogo e la provincia. Un altro dato, l’indice di concentrazione (cioè il rapporto tra la popolazione residente nel Capoluogo di Provincia e la Popolazione residente negli altri Comuni della Provincia) risulta coerente con la considerazione generale, secondo la quale il “baricentro” demografico (e anche economico) della provincia di Ascoli Piceno non è il suo capoluogo, o perlomeno lo è in misura minore rispetto alla maggior parte delle altre realtà italiane (vedi tabella 1). Tabella 1. Indice di concentrazione territoriale della popolazione residente [Fonte: ISTAT, 2005] Indice di concentrazione Italia Centro Marche Prov. AN Prov. PU Prov. MC Prov. AP 41,32 69,40 23,23 28,09 33,23 15,67 15,73 Il tasso di crescita naturale in provincia è negativo (-1,79% sul totale della popolazione residente), e questo dato supera quello nazionale (-0,23%), tuttavia il saldo migratorio 98 positivo rende positivo anche il tasso di crescita totale in provincia, che nel 2005 si è attestato sul 4,4%. Venendo quindi ai dati sull’immigrazione, gli stranieri residenti nella provincia di Ascoli Piceno nel 2004 sono 16.756 (cioè il 4,5% circa della popolazione, dato superiore a quello nazionale, che nello stesso anno si attesta a circa il 4,1%), e risultano equamente distribuiti tra maschi e femmine. La presenza straniera è rilevante soprattutto nel Comune di Fermo (2.229 residenti stranieri), di San Benedetto del Tronto (1.551 residenti), di Porto Sant'Elpidio (1.523 residenti) e di Ascoli Piceno (1.265 residenti). L'etnia prevalente nella provincia di Ascoli Piceno è quella albanese, con 3.972 residenti, seguita da quella marocchina (2.961 residenti), cinese (1.292 residenti), rumena (1.194 residenti) e macedone (903 residenti). Vale la pena poi di cercare di analizzare le caratteristiche del flusso migratorio della provincia. La tabella 2 mostra alcuni indicatori a riguardo. Tabella 2. Flusso di laureati nella provincia di Ascoli Piceno [Fonte: ISTAT, 2001 e ss.] Italia Laureati iscritti all’anagrafe da altra provincia o dall’estero per 100 laureati cancellati (2001) Laureati cancellati dall’anagrafe per l’estero per 100 laureati (2001) Centro Marche Prov. AN Prov. PU Prov. MC Prov. AP 117,34 164,15 121,08 120,42 127,31 127,35 109,31 9,75 9,98 9,35 11,26 11,54 6,94 6,48 Permessi di soggiorno rilasciati a stranieri con cittadinanza dei Paesi a forte 84,53 pressione migratoria27 per 100 permessi di soggiorno (2002) 81,59 91,62 91,65 88,89 91,93 93,90 Dai dati qui presentati emerge un’immagine della provincia di Ascoli Piceno, soprattutto se messa in rapporto con le altre province della regione, e con i dati relativi alle altre macro-aree nazionali, meno “dinamica” in quanto alla specializzazione della manodopera importata ed esportata. Se, infatti, da un lato, la provincia risulta essere un “importatore netto” di laureati, è pur vero che il dato di Ascoli Piceno relativo alla quota dei laureati in ingresso su quelli in entrata risulta essere il più basso della regione, inferiore sia al dato nazionale che a quello del centro Italia. Relativamente poi alla quota di laureati che, uscendo dalla provincia, scelgono l’estero piuttosto che un’altra provincia italiana, anche qui Ascoli Piceno si colloca ultima nella graduatoria regionale, con dati significativamente inferiori alla media italiana, indicando una minor 27 L’ISTAT considera “a forte pressione migratoria” i seguenti paesi: Albania, Bielorussia, Bulgaria, Rep.Ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Moldavia, Polonia, Romania, Russia, Rep.Slovacca, Turchia, Ucraina, Ungheria, ex Jugoslavia (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Jugoslavia, Serbia e Montenegro, Slovenia), Antigua e Barbuda, Argentina, Bahamas, Barbados, Belize, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costarica, Cuba, Dominica, Rep.Dominicana, Ecuador, El Salvador, Giamaica, Grenada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincente Grenadine, Suriname, Trinidad e Tobago, Uruguay, Venezuela, Arabia Saudita, Armenia, Azerbaigian, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Georgia, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Kuwait, Libano, Oman, Qatar, Siria, Yemen, Palestina, Afganistan, Bangladesh, Bhutan, India, Kazakistan, Kirghizistan, Maldive, Nepal, Pakistan, SriLanka, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Brunei, Cambogia, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Indonesia, Laos, Malaysia, Mongolia, Myanmar, Singapore, Taiwan, Tailandia, Vietnam, Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Sudan, Tunisia; Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea, Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo; Burundi, Comore, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Kenya, Madagascar, Malawi, Maurizio, Mozambico, Ruanda, Seicelle, Somalia, Tanzania, Uganda, Zambia, Zimbabwe; Angola, Botswana, Camerun, Rep.Centrafricana, Ciad, Congo, Rep.Democratica del Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Lesotho, Namibia, S.Tomé e Principe, Rep.Sudafricana, Swaziland. Ai cittadini di questi paesi vanno aggiunti gli apolidi. 99 “dinamicità” del flusso di conoscenze in uscita dalla provincia. Infine, la quota di lavoratori immigrati provenienti da paesi ad alta pressione migratoria (che si possono supporre essere meno qualificati rispetto a quelli provenienti da paesi industriali) è la più alta della regione, e supera la media nazionale, a conferma dell’immagine di un tessuto economico e sociale provinciale che fatica a cogliere tutte le opportunità che l’immigrazione potrebbe offrire, soprattutto laddove si intenda per immigrazione l’importazione non tanto e non solo di manodopera non qualificata, ma anche e principalmente l’ingresso di nuove competenze e conoscenze, che possano dare luogo a sinergie con quelle presenti in loco. 3.1.2 Le nuove province di Ascoli Piceno e Fermo A conclusione delle considerazioni sulla demografia della provincia, vale la pena soffermarsi sui tratti che delineeranno le due future province di Ascoli Piceno e Fermo a partire dal 2008. Con una superficie quasi dimezzata (1.228 kmq) la nuova provincia di Ascoli Piceno conta una popolazione di circa 209.000 residenti divisi in poco più di 79.100 famiglie contro le 142.509 dei "vecchi confini". Nonostante il dimezzamento del territorio e della popolazione, la densità abitativa (170) risulta essere elevata, supera la media regionale (157,71), ma non raggiunge la media riscontrata a livello nazionale (194,98). I comuni con più di 20.000 abitati sono passati a due (Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto) portando la provincia dal 36-esimo a circa il 60-esimo posto della classifica nazionale delle 110 provincie: Tuttavia, il ridimensionamento della provincia ha portato un aumento del tasso di urbanizzazione, che passa dal 42% al nuovo 47,15%. Non vi sono stati sostanziali cambiamenti nella ripartizione per classi di età della popolazione confermando una gran concentrazione di persone over-sessantacinque (21,8%), inferiore al dato regionale, ma superiore di quasi due punti percentuali al dato nazionale (19,5%). Gli stranieri residenti ogni 100.000 abitanti sono circa 3.396 unità contro le 4.422 unità dei "vecchi confini", di cui l' 89,7% è extracomunitario con regolare permesso. Se confrontiamo, quindi, la provincia di Ascoli Piceno prima e dopo la scissione della provincia di Fermo possiamo notare come non vi siano sostanziali cambiamenti delle variabili qualitative, ma solo una variazione di quelle quantitative. La superficie della neo provincia di Fermo è pari a 860 kmq, i comuni presenti nella provincia sono 40 di cui 38 con meno di 20.000 abitanti, la densità abitativa è pari a 199,95 abitanti per kmq in crescita rispetto alla precedente (199,1); superiore al dato nazionale e al dato regionale. La popolazione totale anagrafica si attesta attorno ai 171.000 residenti. Il tasso di urbanizzazione è pari a 35,6% notevolmente al di sotto della media italiana che pone la provincia a circa metà della classifica decrescente delle 110 province. La popolazione over sessantacinque anni è pari al 22,93% superiore rispetto al dato nazionale (19,49%) ma in linea col dato regionale. La classe 0-14 è pari al 13%, in linea col dato regionale ma di poco inferiore al dato nazionale. Il rapporto tra maschi e femmine nelle varie classi d'età è pressoché omogeneo tranne per la classe di età maggiore di sessantacinque anni, in cui le femmine superano i maschi di quasi cinque punti percentuali. Gli stranieri residenti ogni 100.000 abitanti sono circa 5.668 di cui il 91,2% extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. Rispetto ai confini della provincia di Ascoli Piceno troviamo che gli stranieri sono molto numerosi, considerando che il numero di comuni e la ripartizione della popolazione si equivalgono. 100 3.2 DATI ECONOMICI 3.2.1 PIL e sua composizione Rispetto al valore aggiunto prodotto, Ascoli Piceno incide per lo 0,62% sul Pil nazionale. In termini pro-capite, la ricchezza prodotta nella provincia si attesta a poco più di 20.514 euro annui, valore, tuttavia, inferiore alla ricchezza mediamente prodotta nelle Marche, nel Centro ed in Italia. Il contributo dell'artigianato al valore aggiunto annualmente prodotto (21,5%) è notevolmente più elevato della media nazionale (12,4%), tanto che la provincia rispetto a questa incidenza figura come la prima realtà italiana. Il tasso di sviluppo del valore aggiunto nel periodo 1995-2002, è stato di poco inferiore a quello medio del Paese. I settori che più incidono sulla composizione del Pil provinciale sono quelli tradizionali: industria (soprattutto manifatturiera), commercio, agricoltura. Tutti i settori individuati presentano percentuali di incidenza sul Pil maggiori che nel resto di Italia. Figura 2. Provincia di Ascoli Piceno: composizione del valore aggiunto per settore, valori percentuali - 2004 [Fonte: Camera di Commercio di Ascoli Piceno] Osservando la dinamica della struttura produttiva della provincia, si evince che in questo territorio il comparto dei "Servizi" rappresenta la componente prevalente del valore aggiunto locale, con una crescita tendenziale costante e sostenuta nel tempo. L'industria in senso stretto rappresenta il secondo comparto, per ordine di importanza, nella formazione del valore aggiunto provinciale, anche se l'andamento denuncia un'evoluzione pressoché stazionaria. L'agricoltura presenta invece un trend sostanzialmente decrescente, con due picchi positivi rilevati nel 1997 e nel 2001; mentre per le Costruzioni si osserva una crescita tendenziale, caratterizzata dall'alternarsi di periodi di contrazione (1997-1998) a periodi di espansione, soprattutto negli ultimi tre anni. 3.2.2 Mercato del lavoro Nel 2005 gli occupati nella provincia di Ascoli Piceno, per il 64,5% dipendenti, sono 156.773, ed il tasso di attività (forza lavoro/popolazione di riferimento) (66,5%) è 101 superiore a quello medio nazionale (49,4%). I residenti in cerca di occupazione sono poco più di 10.900 per un tasso di disoccupazione pari al 6,5%, valore inferiore al dato nazionale (7,72%) ma che rappresenta il valore più alto della regione. La dinamica degli ultimi anni testimonia, inoltre, un miglioramento della situazione occupazionale: nel periodo 1995/2002 il tasso di disoccupazione generale diminuisce di 1,9 punti percentuali. L'utilizzo del lavoro irregolare è il più elevato tra le province marchigiane: 21,7% è l'incidenza delle unità di lavoro irregolari sulle unità totali, valore che posiziona Ascoli Piceno in 58-esima posizione nella relativa graduatoria nazionale. Figura 3. Provincia di Ascoli Piceno: tassi di disoccupazione per sesso - 2005 [Fonte: Camera di Commercio di Ascoli Piceno] 3.2.3 Commercio estero Il valore delle esportazioni marchigiane ha registrato nel 2006 un aumento del 21,1% rispetto al 2004, incremento che è risultato superiore al dato nazionale (+9%) e al quale la crescita crescita registrata nelle esportazioni della provincia di Ascoli Piceno (+50,1%) ha fornito un apporto determinante, mentre le altre province sono tutte al di sotto del dato medio regionale: Pesaro-Urbino registra un +15,4%, Macerata +13,4% ed Ancona +10,1%. Passando all’analisi del rapporto esportazioni-importazioni, nelle Marche, anche a fronte di una forte crescita delle importazioni (+32,9%), la bilancia commerciale nel 2006 ha ancora segno positivo (laddove l’Italia presenta un dato negativo) e risulta, in termini assoluti, in crescita rispetto al 2005. Più in dettaglio, la bilancia commerciale delle singole province registra, ad eccezione di Ancona, nel 2006 saldi positivi e crescenti rispetto al 2005 per effetto della crescita dell'export: anche in questo caso la maggiore crescita si osserva per Ascoli Piceno (+37,4%), Pesaro e Macerata, che si attestano su un +11% circa; mentre ad Ancona la crescita delle esportazioni sembra essere comunque più contenuta e quindi nel 2006 la variazione del saldo della bilancia commerciale risulta essere negativa (-9,4% rispetto al 2005). Il quadro degli interscambi commerciali realizzati nell'anno 2006, suddiviso per settori merceologici, evidenzia per la provincia di Ascoli Piceno il sorpasso come quota di export del settore chimico (dal 27% del 2005 al 46% del 2006) rispetto a quello moda (dal 53% del 2005 al 38% del 2006). Per ordine di importanza, seguono i comparti della metalmeccanica (10%) de del legno-carta (2%) (vedi figura 4). Venendo alla 102 destinazione delle esportazioni, Ascoli Piceno verso l'Europa concentra oltre l’80% dell'export; subito dopo, vengono i mercati di America Settentrionale (5%) e Asia (4%). Figura 4. Provincia di Ascoli Piceno: struttura dell’export - 2006 [Fonte: Camera di Commercio di Ascoli Piceno] Analizzando i dati relativi al commercio internazionale di servizi, risulta che la provincia di Ascoli Piceno fa registrare un saldo positivo nei servizi alle persone e nelle costruzioni, mentre rilevante è il disavanzo per "royalties e licenze" ed "altri servizi alle imprese". Questo conferma che la criticità delle imprese del sistema produttivo ascolano va ricercata nella scarsa capacità di investire in un'innovazione tecnologica non incorporata ai beni prodotti. Questo tipo di servizi inoltre non è disponibile presso attori presenti sul territorio provinciale (es. Università, centri di ricerca, etc.) di conseguenza il tessuto imprenditoriale risulta, in diversa misura, ancora "dipendente" da servizi ad alto contenuto di innovazione e tecnologia provenienti dall'esterno (vedi Tabella 3). Tabella 3 - Commercio Internazionale dei Servizi, 2004 – Saldo [Fonte: Ufficio Italiano Cambi, 2005] Regioni e provinc e Assicurazio ni Comuni -cazioni Costruzioni Royalties e licenze Servizi finanziari Servizi informatici Servizi per il govern o Servizi personali Altri ser-vizi alle Traspo imprese rti Viaggi Totale Marche -4.982 -36 -4.736 -11.978 -337 -1.962 20 -960 -37.922 0 -43.879 106.77 2 Ancona -518 -91 -1.067 -2.005 -277 -17 20 -635 -10.468 0 43.127 28.071 Ascoli Piceno -627 0 103 -3.641 -1 -169 0 235 -10.778 0 -58.774 73.652 Macerat a -130 55 209 -3.151 141 -855 0 -200 -11.782 0 -36.938 52.651 Pesaro e Urbino -3.709 0 -3.981 -3.181 -200 -921 0 -360 -4.894 0 8.706 -8.540 9.215 -658.098 360.754 0 -48.950 3.169. 540 NordOvest -377.329 -220.217 -514.285 443.684 Nord-Est 111.292 -312.290 -52.499 -155.475 Centro -42.031 -108.094 -32.329 -28-077 -357.290 198.148 34.078 -94.537 -4.199 -6.447 959.922 0 5.616.91 8 4.176. 919 110.645 -46.548 486.205 64.890 632.717 0 4.181.90 5 4.025. 583 103 Sud e Isole 0 1.610.95 0 1.599. 413 870 1.084.62 4.529.7 3 53 789.226 5.104. 755 -614.556 1.856.85 4.529.7 280.500 0 53 12.150.0 49 1.527. 620 -8.548 18.901 -3.029 -44.530 563 -3.203 201.348 Dati non ripartibili -222.072 -4.062 14.289 -50.027 -2.092 -15.832 -659 Italia -611.688 -625.762 -792.394 517.272 -517.410 276.244 -15.771 -84.268 3.2.4 Turismo Nel 2006, la Provincia di Ascoli Piceno ha registrato dati superiori alla media regionale in tutti i principali parametri di osservazione, a partire dalle presenze con circa 5 milioni di turisti. Nello specifico, a livello generale si è avuto un incremento di arrivi del 2,3% (media regionale del 2,8%) ed un aumento delle presenze del 5,2% (media regionale del 3,5%). Il maggior apporto è venuto dall’afflusso di turisti stranieri: rispetto allo stesso periodo del 2005, nel 2006 infatti vi è stato un incremento di arrivi pari al 4,6% (media regionale del 3%). Le presenze straniere hanno visto un incremento del 22,5% (media regionale del 9,3%). A livello di valori assoluti ciò significa un aumento degli arrivi di 8.683 unità (per un totale di 301.014 nel 2006) ed un aumento delle presenze di 168.196 unità (per un totale di 1.980.654 nel 2006). In crescita anche i turisti italiani, sebbene meno di quelli stranieri: si osserva al riguardo un incremento degli arrivi del 2% (media regionale del 2,8%) ed un aumento delle presenze del 2,9% (media regionale del 2,7%). Il turismo in provincia è caratterizzato da una forte stagionalità. La maggior affluenza turistica, in termini di arrivi e presenze, si ha nei mesi estivi (giugno - agosto); anche se i mesi di maggio e settembre iniziano a riscuotere un interesse crescente. Osservando l'evoluzione mensile del flusso, è necessario però distinguere la provenienza del turista: gli italiani raddoppiano nel mese giugno, per aumentare progressivamente fino al mese di agosto, che rappresenta il periodo preferito per effettuare un soggiorno nella provincia; mentre gli stranieri preferiscono il mese di giugno e, soprattutto, quello di luglio. La permanenza media annua dei turisti risulta di poco superiore alla settimana: tale valore aumenta fino a 12 giorni circa nel mese di agosto, mentre diminuisce fino a 3 giorni durante i mesi invernali, in particolare tra novembre e dicembre. Più in dettaglio, distribuendo la permanenza media dei turisti in base alla loro provenienza, si osserva che gli italiani soggiornano più a lungo in provincia durante i mesi estivi; mentre gli stranieri, ad eccezione di agosto mese in cui si registra la massima permanenza media (circa 11 giorni), soggiornano mediamente 6 giorni anche durante il periodo invernale. Inoltre, in base alla tipologia della struttura ricettiva, si osserva che la permanenza media negli esercizi complementari è di circa 15 giorni, rispetto ai circa 5 giorni rilevati negli esercizi alberghieri, periodo questo che aumenta fino ad una settimana nel mese di agosto. Nel 2004 il movimento turistico italiano, con circa 469 mila arrivi e 3,7 milioni di presenze, rappresenta per la provincia di Ascoli Piceno l'86% circa degli arrivi e l'87% circa delle presenze totali. In termini assoluti i turisti che preferiscono il territorio piceno arrivano dalla regione Lombardia, che da sola rappresenta il 22% degli arrivi ed il 27% delle presenze, seguiti dai turisti laziali e dagli stessi marchigiani. Inoltre, rapportando il flusso nazionale su quello estero, si calcola che soggiornano in provincia 6,4 italiani per ogni arrivo straniero e circa 7 presenze italiane per ogni notte trascorsa in provincia da un turista straniero. Il flusso turistico estero proviene prevalentemente dalla Repubblica Ceca e dalla Germania che, in termini di arrivi, presentano entrambe la stessa quota percentuale (16%) sul totale 104 provinciale. In termini di presenze, sono sempre la Repubblica Ceca e la Germania a far registrare le percentuali maggiori: la Repubblica Ceca rappresenta il 25% in termini di presenze mentre la Germania "pesa" solo per il 16% circa. Il periodo medio di soggiorno dei turisti in provincia è di 7,3 giorni, valore superato dalla Repubblica Ceca e dalla Germania (entrambe con 10 giorni) e soprattutto dalla Slovacchia (14 giorni circa) e dalla Corea del Sud (24 giorni). 3.3 QUALITÀ DELLA VITA 3.3.1 Analisi di Unioncamere Non appare soddisfacente la situazione relativa alla dotazione delle infrastrutture sociali della provincia, anche se nel periodo di riferimento ‘91-‘99 l'indice generale è passato da 67,1 a 81,7 ed è diminuito passando all'attuale 75,6. Figura 5 – Indicatori delle infrastrutture sociali –2004 [Fonte: Unioncamere, 2006] Per reddito disponibile pro-capite Ascoli Piceno si colloca in 56-esima posizione nazionale, con un livello (circa 15.584 euro) leggermente più contenuto rispetto al dato del Paese (15.540 euro). Anche il livello pro-capite dei consumi (13.221 euro) risulta nettamente al di sotto della media italiana (14.052 euro) e dei consumi pro-capite del Centro (15.213 euro). Nelle relative graduatorie, Ascoli si colloca rispettivamente al 62° e 59° posto. Figura 6 – Reddito disponibile delle famiglie (2003) e consumi finali interni (2004), N. indice Italia = 100 [Fonte: Unioncamere, 2006] 110 108,3 108,1 105 100 100,3 101,1 100,6 100 100 94,1 95 90 85 Reddito disponibile pro capite Consumi finali pro capite Ascoli Piceno Marche 105 Centro Italia 3.3.2 L’indagine del “Sole24Ore” La provincia si colloca al 51° posto nella classifica generale della qualità della vita 2006 stilata come ogni anno dal “Sole24Ore” e composta dai sei indici (tenore di vita, affari e lavoro, servizi-ambiente-salute, ordine pubblico, popolazione, tempo libero), con un punteggio leggermente superiore alla media, ma ultimo rispetto alle altre province marchigiane. Da notare, comunque, che Ascoli Piceno, rispetto al 2005, in cui si trovava al 60° posto, è risalita di ben 9 posizioni. Tabella 4 - Indice della qualità della vita [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Punti Posizione 2006 Posizione 2005 Posizioni diff. 2006 - 2005 Ascoli Piceno 493 51° 60° +9 Ancona 534 20° 33° +13 Macerata 533 21° 31° +10 Pesaro Urbino 514 33° 43 +10 Media Marche 518,5 / / +10,5 Media Italia 487 / / / Volendo analizzare nello specifico i vari indicatori che compongono l’indice generale, la classifica del reddito vede Ascoli Piceno in una posizione più arretrata rispetto a quella in classifica generale. Un fattore che penalizza la provincia è rappresentato dall’importo medio delle pensioni, mentre un elemento favorevole è rappresentato dal basso costo della casa. Tabella 5 - Indice della qualità della vita, sottosezione “tenore di vita” [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Punti Posizione 2006 Posizioni diff. “tenore di vita” – “indice generale” Ascoli Piceno 533,3 62° -11 Ancona 569,9 50° -30 Macerata 533 21° +/- 0 Pesaro Urbino 514 33° +/- 0 Media Marche 518,5 / / Media Italia 487 / / Tabella 6 - Indice della qualità della vita, sottosezione “tenore di vita”: singole voci [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Ascoli Piceno Valore aggiunto per abitante Importo medio mensile pensioni Depositi bancari per abitante Premi polizze vita per abitante Spesa-abit. Costo abitaz. Auto/moto/ al mq in mobili/elettr. semicentro € Posiz . € Posiz . € Posiz . € Posiz . € Posiz . € Posiz . 21.19 60° 9.746 54° 553,6 73° 904,2 58° 798,6 66° 1.800 30° 106 4 1 Ancona 24.72 1 37° 11.07 3 37° 536,1 1 84° 1.244 35° 947,4 26° 2.350 65° Macerata 20.94 2 62° 10.99 5 40° 547,2 0 79° 892,2 60° 822,1 62° 1.600 19° Pesaro Urbino 21.51 9 59° 11.40 1 32° 554,4 0 72° 788,6 64° 900,5 39° 2.400 68° Media Marche 22.09 4 / 10.80 4 / 547,8 3 / 957,2 5 / 867,1 5 / 2037, 5 / Media Italia 21.68 5 / 9.990 / 629,8 6 / 1.051 / 817,2 / 2.205 / Per quanto riguarda l’indicatore relativo ad affari e lavoro, la provincia di Ascoli Piceno ottiene un ottimo punteggio per il tasso di imprenditorialità (è l’undicesima delle 103 provincie itaniane), e per quanto riguarda il tasso di interesse sui prestiti a breve (quello di Ascoli Piceno, pari al 5,84%, è il venticinquesimo tasso di interesse medio più basso in Italia).Un fattore invece che penalizza la provincia è il rapporto tra sofferenze e impieghi bancari, per il quale il dato di Ascoli Piceno (6,8%) supera significativamente anche la media nazionale (5,5%). In generale, per questa categoria di indicatori, Ascoli Piceno si posiziona in una zona analoga a quella della classifica generale. Tabella 6 - Indice della qualità della vita, sottosezione “affari e lavoro” [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Punti Posizione 2006 Posizioni diff. “affari e lavoro” – “indice generale” Ascoli Piceno 606,6 51° 0 Ancona 691 28° -8 Macerata 670,7 31° -10 Pesaro Urbino 736,3 16° +17 Media Marche 676,15 / / Media Italia 593,7 / / Tabella 7 - Indice della qualità della vita, sottosezione “affari e lavoro”: singole voci [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Imprese Iscrizioni/ In cerca di registrate/ cancellazioni lavoro / 1000 abitanti alla CdC senza lavoro Impre Posiz Impre Posiz se . se . Tassi di Occupati interesse sui extra UE / prestiti a tot. occupati breve % Posiz . % Posiz Tassi Posiz . % . Sofferenze / impieghi bancari % Posiz . Ascoli Piceno 12,33 11° 1,16 61° 6,51 58° 10,92 33° 5,84 25° 6,8 70° Ancona 10,13 63° 1,14 66° 4,02 20° 10,35 40° 5,20 5° 2,6 24° Macerata 12,99 7° 1,15 63° 5,23 45° 13,35 14° 5,88 28° 4,6 52° Pesaro Urbino 11,92 19° 1,24 35° 3,14 3° 12,40 19° 5,71 20° 3,5 41° 107 Media Marche 11,84 / 1,172 / 4,72 / 11,75 / 5,66 / 4,37 / Media Italia 10,59 / 1,20 / 7,90 / 8,79 / 6,60 / 5,5 / Ascoli Piceno si posiziona settantasettesima nella classifica degli indicatori relativi a servizi, ambiente e salute, segno del fatto che questo rappresenta un punto di debolezza nella qualità della vita della provincia. Nella fattispecie, sono particolarmente bassi i dati relativi alla presenza di infrastrutture , al rischio sulle strade e all’efficienza della giustizia. Spicca invece il dato sulla longevità: la provincia, infatti, con un’aspettativa di vita di oltre 81 anni, si colloca terza in Italia, a pari merito con Perugia e Macerata. Tabella 8 - Indice della qualità della vita, sottosezione “servizi, ambiente e salute” [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Punti Posizione 2006 Posizioni diff. “servizi, ambiente e salute” – “indice generale” Ascoli Piceno 559,9 77° -26 Ancona 621,4 14° +6 Macerata 548,5 92° -71 Pesaro Urbino 551,9 87° -54 Media Marche 570,42 / / Media Italia 585,3 / / Tabella 9 - Indice della qualità della vita, sottosezione “ servizi, ambiente e salute ”: singole voci [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Indice Tagliacarne dotaz. Infrastrutture Indice Posiz. Indice Legambiente ecosistema Indice Diff. °C mese più caldo – mese più freddo Posiz. Gradi Cause esaurite su nuove e pendenti Aspettativa di Incidenti ogni vita uomini – 100mila donne abitanti Posiz. Età Posiz. Sinist Posiz. Indice Posiz. ri Ascoli Piceno 65,7 78° 54,3 59° 19,56 40° 81,20 3° 404,6 70° 48,38 62° Ancona 174,2 10° 55,3 49° 20,10 47° 81,00 11° 474,3 83° 55,86 36° Macerata 43,1 98° 57,9 35° 20,92 50° 81,20 3° 419,6 73° 47,18 65° Pesaro Urbino 71,4 72° 53,2 64° 22,86 64° 80,90 13° 480,9 85° 57,45 29° Media Marche 88,6 / 55,17 / 20,86 / 81,07 / 444,8 5 / 52,22 / Media Italia 100,0 / 54,19 / 21,36 / 80,03 / 367,6 / 51,13 / La categoria dell’ordine pubblico è chiaramente un punto di forza del territorio ascolano. La provincia infatti si posiziona ventitreesima in classifica generale per questo genere di indicatori, prima fra le quattro province marchigiane. Tra l’altro, mentre per le altre tre province marchigiane l’ordine pubblico penalizza la qualità della vita in generale (perché la loro posizione in classifica è peggiore in questa graduatoria specifica rispetto a quella generale), per Ascoli Piceno è valido il contrario. Nella fattispecie, i furti in casa e i minori denunciati rappresentano gli elementi 108 principalmente influenti, mentre furti d’auto e microcriminalità fanno registrare valori relativamente poco soddisfacenti. L’immagine generale, comunque, è quella di un territorio percepito e vissuto come sicuro dai suoi cittadini. Tabella 10 - Indice della qualità della vita, sottosezione “ordine pubblico” [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Punti Posizione 2006 Posizioni diff. “ordine pubblico” – “indice generale” Ascoli Piceno 381,0 23° +28 Ancona 266,9 73° -23 Macerata 371,0 29° -8 Pesaro Urbino 319,3 49° -16 Media Marche 334,55 / / Media Italia 325,4 / / Tabella 10 - Indice della qualità della vita, sottosezione “ordine pubblico”: singole voci [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Rapine denunciate / 100mila ab. Furti in casa denunciati / 100mila ab. Furti d’auto denunciati / 100mila ab. Scippi e borseggi / 100mila ab. Rapin Posiz e . Furti Minori denunciati / 1000 punibili Var. % delitti denunciati (2001=100) Posiz . Furti Posiz . Reati Posiz Minor Posiz Trend Posiz . i . . Ascoli Piceno 21,02 25° 117,9 6 22° 99,57 46° 97,20 49° 6,64 13° 114,8 6 38° Ancona 34,67 59° 217,2 6 63° 72,35 27° 152,2 3 68° 11,35 50° 160,0 8 98° Macerata 23,80 33° 154,8 9 34° 75,51 28° 56,18 28° 6,88 16° 130,6 2 69° Pesaro Urbino 24,68 36° 282,8 9 54° 61,03 16° 113,3 8 58° 10,26 44° 135,0 7 81° Media Marche 26,04 / 193,2 5 / 77,15 / 104,7 5 / 8,78 / 135,1 6 / Media Italia 43,37 / 201,8 0 / 171,5 7 / 155,6 4 / 13,74 / 121,3 9 / La qualità della vita in termini demografici della provincia di Ascoli Piceno pare non discostarsi troppo da quella più generale. Anche qui, la provincia è ultima nella regione Marche, e, mentre per le altre provincie i dati demografici rappresentano un punto di forza (guadagnano tutte una decina di posizioni rispetto alla classifica generale), Ascoli si dimostra leggermente inferiore, come performance, rispetto alla media degli altri ambiti di indagine. Prendendo in esame i singoli fattori, i punteggi sono più o meno uniformi con un leggero margine di soddisfazione del campo del saldo tra arrivi e partenze, e con la performance più deludente del numero di nati in provincia, per i quali la provincia è sessantesima in Italia, e di gran lunga ultima nella regione Marche. 109 Tabella 12 - Indice della qualità della vita, sottosezione “popolazione” [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Punti Posizione 2006 Posizioni diff. “popolazione” – “indice generale” Ascoli Piceno 553,5 56° -5 Ancona 569,7 32° +12 Macerata 604,7 12° +9 Pesaro Urbino 576,8 22° +11 Media Marche 576,175 / / Media Italia 534,1 / / Tabella 13 - Indice della qualità della vita, sottosezione “popolazione”: singole voci [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Nati/1000 abit. In rapporto all’indice 2001 Numero di abitanti per Kmq Immigrati Trasferiment regolari in % i / 100 sulla cancellazioni popolaz. Divorzi e separaz. / 10.000 famiglie Laureati / 1.000 giovani 19-25 anni Abita nti Posiz . Nati Posiz . Indic e Posiz . % Posiz Nume Posiz Laure Posiz . ro . ati . Ascoli Piceno 182,4 1 55° 1,000 60° 128,9 8 40° 5,2 42° 52,79 42° 54,76 44° Ancona 239,3 8 70° 1,071 19° 135,2 6 28° 6,0 32° 54,55 48° 61,45 28° Macerata 113,5 7 31° 1,090 6° 131,5 3 33° 8,1 10° 51,87 37° 52,53 52° Pesaro Urbino 127,4 6 34° 1,087 8° 137,3 9 24° 6,0 32° 61,55 68° 59,02 34° Media Marche 165,7 0 / 1,062 / 133,2 9 / 6,32 / 55,19 / 56,94 / Media Italia 248,7 9 / 1,006 / 122,5 8 / 4,7 / 55,81 / 53,09 / Per quanto riguarda il tempo libero, la provincia di Ascoli Piceno si piazza decisamente più in alto nella classifica italiana rispetto alla classifica generale, anche se ancora una volta è ultima a livello regionale, staccata di parecchie posizioni dalla penultima (Pesaro Urbino). La posizione di Ascoli Piceno è il risultato di una buon numero di attività culturali/ricreative, e della propensione degli abitanti a svolgere attività sportive e volontariato, ma sconta il basso numero di cinema e di acquisti in libreria. Tabella 13 - Indice della qualità della vita, sottosezione “tempo libero” [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Provincia Punti Posizione 2006 Posizioni diff. “tempo libero” – “indice generale” Ascoli Piceno 344,8 45° +6 110 Ancona 483,1 15° +5 Macerata 447,9 20° +1 Pesaro Urbino 370,6 32° +1 Media Marche 411,6 / / Media Italia 335,4 / / Tabella 13 - Indice della qualità della vita, sottosezione “tempo libero”: singole voci [Fonte: il “Sole24Ore”, 2006] Attività cult.ricreative / 100mila abit. Indice assorb. libri % sulla popolaz. Cinema ogni 100mila abitanti Attivi Posiz tà . Indic e Posiz . Sale Posiz . Indic e Posiz . Indic e Ascoli Piceno 172,5 1 12° 0,61 67° 1,85 86° 73,2 45° 439,6 2 18° 19,08 24° Ancona 124,6 0 31° 2,43 9° 3,47 40° 99,3 13° 483,1 7 13° 29,26 7° Macerata 142,6 1 22° 0,89 58° 7,98 2° 65,7 57° 482,0 1 14° 12,90 54° Pesaro Urbino 146,3 9 18° 1,21 42° 4,38 20° 69,3 53° 371,9 7 41° 12,68 56° Media Marche 146,5 3 / 1,29 / 4,42 / 76,88 / 444,2 0 / 18,48 / Media Italia 116,0 4 / 1,16 / 3,24 / 72,7 / 346,5 0 / 15,81 / Provincia Indice enogastronomia di qualità 2006 Indice vocazione sportiva 2006 Volontari ogni 1.000 abitanti Posiz Volon Posiz . t. . 3.4 COMPETITIVITÀ, TERRITORIO E INNOVAZIONE Vengono trattati in questo paragrafo temi già in parte precedentemente introdotti (sistema creditizio, indicatori economico-finanziari, dotazione infrastrutturale, investimenti in innovazione e ricerca), che, in quanto considerati indicatori chiave del livello di competitività dei sistemi socio-economici, oltre ad essere ulteriormente approfonditi, saranno messi in relazione tra loro nell’ottica di presentare una panoramica di quelli che sono i fattori di competitività del territorio di Ascoli Piceno. 3.4.1 Il sistema creditizio Il sistema creditizio gioca un ruolo determinante per il buon funzionamento dell'economia in un territorio, in quanto rappresenta un settore che, con le proprie azioni ed iniziative, ha una diretta influenza sia sulla crescita dimensionale del sistema economico locale che sulla relativa competitività. Partendo dalla dotazione provinciale di sportelli bancari, troviamo che Ascoli Piceno occupa la quarantunesima posizione nella graduatoria italiana, ultima nella regione Marche sia per quanto riguarda gli sportelli per abitante che per gli sportelli in rapporto al numero di imprese attive (tabella14). Dunque, è possibile affermare che, rispetto alla media delle province marchigiane, Ascoli Piceno possiede un numero di sportelli bancari meno proporzionato rispetto al contesto socio-economico del territorio. Va poi 111 rilevato che i dati di Ascoli Piceno sono superiori alla media italiana per quanto riguarda il numero di sportelli per abitanti, ma inferiori se si prende in considerazione il numero di sportelli per imprese. Tabella 14 - Dotazione provinciale di sportelli bancari per imprese e popolazione, anno 2005 [Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, 2006] Grad. in classifica generale 9 19 28 41 / / Province Pesaro – Urbino Ancona Macerata Ascoli Piceno Marche Italia Sportelli 301 349 223 246 1119 31.498 Abitanti Imprese attive 365.249 29.876 461.345 41.759 313.225 36.698 378.961 41.328 1.518.780 149.661 58.462.375 5.118.498 Sportelli Sportelli per10.000 per 1.000 abitanti imprese 8,24 7,80 7,56 8,36 7,12 6,08 6,49 5,95 7,37 7,48 5,39 6,15 L'analisi della struttura creditizia a livello provinciale continua con l'indicatore "depositi"28 (vedi Tabella 15). Per il tasso di variazione dei depositi pro–capite Ascoli Piceno è all’80° posto in graduatoria nazionale, anche se è tutto il territorio marchigiano che appare abbastanza debole su questo fronte. Infatti, Ascoli è seconda nella classifica delle province marchigiane, classifica che vede Ancona e Pesaro vicine alle ultime posizioni in assoluto a livello nazionale. Va comunque rilevato che, tra il 2000 e il 2005, la dinamica dei depositi nell’ascolano è stata positiva (+9,9%), laddove Pesaro e Ancona hanno fatto rispettare valori molto più bassi (rispettivamente, +3,8% e + 3,6%). Inoltre, sempre nel periodo 2000-2005, l'andamento positivo del valore dei depositi è stato accompagnato da un incremento anche del numero degli sportelli attivi, (+18,8%), probabilmente segno di uno sviluppo equilibrato della struttura creditizia locale, in sintonia con le esigenze finanziarie del territorio stesso. Tabella 15 – Depositi su sportelli bancari (Anni 2000 – 2005) – Valori in migliaia di € [Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, 2006] Grad. Province 65 80 97 98 Macerata Ascoli Piceno Ancona Pesaro Urbino MARCHE (Totale) ITALIA (Media ponderata) 2000 2001 2002 2003 2004 2005 13.612 13.727 14.191 13.476 55.006 18.445 13.937 13.738 13.717 13.234 54.626 18.802 14.550 14.350 14.297 13.725 56.922 19.493 14.626 14.981 14.415 13.836 57.858 20.048 15.539 15.395 14.800 14.171 59.905 20.826 15.534 15.080 14.737 13.964 59.315 21.930 Var. '05/'00 +14,1 +9,9 +3,8 +3,6 +7,83 +18,9 Il valore degli "impieghi bancari"29 realizzati in un territorio rappresenta un ulteriore indicatore per descrivere il livello di fiducia del sistema creditizio locale verso il proprio 28 Per “depositi”, si intende la raccolta monetaria di soggetti non bancari effettuata dalle banche sotto le seguenti forme: depositi a risparmio liberi e vincolati, buoni fruttiferi, certificati di deposito, conti correnti liberi e vincolati. Le informazioni presentate sono rilevate per localizzazione della clientela (ovvero secondo la residenza dei clienti) e non per localizzazione degli sportelli 29 Per “impieghi”, si intendono i finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari. L’aggregato comprende: rischio di portafoglio, scoperti di conto corrente, finanziamenti per anticipi, mutui, anticipazioni non regolate in conto corrente, riporti, sovvenzioni diverse non regolate in conto corrente, prestiti su pegno, prestiti contro cessioni di stipendio, cessioni di credito, impieghi con fondi di terzi in amministrazione, altri investimenti finanziari, sofferenze, effetti insoluti e al protesto di proprietà. L’aggregato è al netto degli interessi e delle operazioni pronti contro termine. Le informazioni presentate 112 sistema economico. A livello nazionale il finanziamento erogato dal sistema creditizio è, negli ultimi sei anni, sostanzialmente cresciuto: +22% circa rispetto al 2000 (vedi tabella 16). Nelle province marchigiane l'andamento dei finanziamenti bancari è in linea con la tendenza nazionale: le Marche incrementano il valore degli impieghi del 30% circa; e la provincia di Ascoli Piceno è prima in classifica regionale, con un aumento di quasi il 30% nel periodo 2000-2005, ottenendo anche un buon piazzamento a livello nazionale (trentesima su 103 province). Tabella 16 – Impieghi su sportelli bancari (Anni 2000 – 2005) – Valori in migliaia di € [Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, 2006] Grad. Province 30 38 53 58 Ascoli Piceno Pesaro Urbino Ancona Macerata MARCHE (Totale) ITALIA (Media ponderata) 2000 2001 18.819 20.088 29.493 19.372 87.772 32.303 19.282 21.381 31.23 19.950 91.886 33.172 2002 2003 20.805 22.515 22.330 24.256 32.800 32.758 20.828 21.847 96.763 101.376 34.315 35.729 Var. '05/'00 23.866 25.229 +34,1 26.118 26.684 +32,8 33.745 37.346 +26,6 23.454 24.340 +25,6 107.183 113.599 +29,4 37.174 39.303 +21,7 2004 2005 Infine, l'esame delle sofferenze in rapporto agli impieghi30 rappresenta un valido strumento per valutare l' "affidabilità" della clientela e, soprattutto, per indagare in quale misura una diminuzione del valore dei crediti in sofferenza possa far crescere la fiducia del sistema creditizio locale sul grado di solvibilità della clientela, con un conseguente miglioramento dell'accesso al finanziamento per investimenti. La diminuzione del costo del denaro è stata accompagnata a livello nazionale da una diminuzione dei crediti in sofferenza, passando dall'5,9 del 2000 al 3,6% del 2003. L'evoluzione seguita da questo indicatore nelle Marche per il periodo 2000-2005 è molto simile a quella nazionale, anche se con diverse intensità: Ancona (2,6%) e Pesaro (3,5%) si collocano al di sotto della media nazionale (3,6%) e regionale (4,4%). La provincia di Ascoli Piceno, invece, pur diminuendo i crediti in sofferenza di quasi 2,5 punti percentuali dal 2000 al 2005 (il differenziale più alto a livello regionale), e convergendo verso il dato medio nazionale, si attesta ancora su un valore pari al 6,8%, che posiziona la provincia nella graduatoria nazionale al 34° posto e prima a livello regionale (vedi Tabella 17). Tabella 17 – Sofferenze rispetto agli impieghi bancari (Anni 2000 – 2005) – Valori % [Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, 2006] Grad. Province 34 52 61 77 Ascoli Piceno Macerata Pesaro Urbino Ancona MARCHE (Media province) ITALIA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 9,2 4,9 4,3 3,2 5,4 5,9 6,9 4,3 3,6 2,5 4,3 4,7 5,8 4,3 3,6 2,6 4,1 4,5 5,9 5,1 3,4 2,8 4,3 4,6 6,4 5,4 3,6 2,9 4,6 4,7 6,8 4,6 3,5 2,6 4,4 3,6 Diff. ‘05‘00 -2,4 -0,3 -0,8 -0,6 -1,0 -2,3 sono rilevate per localizzazione della clientela (ovvero secondo la residenza dei clienti) e non per localizzazione degli sportelli. 30 Le sofferenze comprendono la totalità dei rapporti per cassa in essere con soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili, a prescindere dalla garanzie che li assistono, al lordo delle svalutazioni operate per previsioni di perdita. Le informazioni presentate sono rilevate per localizzazione della clientela (ovvero in base alla residenza dei clienti che sono in stato di sofferenza) e non per localizzazione degli sportelli. 113 Figura 7 – Il credito nella provincia di Ascoli Piceno [Fonte: Camera di Commercio di Ascoli Piceno sui dati di Istituto Tagliacarne e Banca d’Italia, 2006] Infine, un'altra variabile importante per descrivere lo status del sistema creditizio sono i tassi di interesse a breve termine (vedi tabella 18), che rappresentano un buon indicatore per fornire una stima del costo del danaro, ovvero del costo del finanziamento richiesto dalle imprese al sistema bancario, e quindi una valutazione sull'accesso ad una quota, comunque rilevante, del mercato del credito (considerando che sul mercato sono presenti anche i tassi a medio lungo termine). E' necessario tener presente nell'analisi che tale indicatore è influenzato sia da fattori creditizi (es. i livelli dei tassi delle sofferenze in termini di impieghi e la dimensione media degli impieghi), sia da fattori non creditizi (es. il livello di sviluppo e le dimensioni del tessuto imprenditoriale). Le province marchigiane nel 2005 si posizionano nella parte medioalta della graduatoria nazionale: Ancona è quinta, mentre Ascoli Piceno si posiziona al 25° posto con un tasso medio di interesse a breve pari al 5,84%, valore leggermente al disopra della media nazionale (5,82%). Tabella 18 - Graduatoria provinciale crescente del tasso di interesse sui prestiti a breve - Anno 2005 [Fonte: Elaborazione Ist. G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, 2006] Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Province Firenze Trento Bolzano Bologna Ancona Milano Modena Reggio Emilia Varese Brescia Torino Ravenna Forlì Pavia Rimini Parma Tasso a breve termine 2005 4,63 4,66 4,74 5,12 5,20 5,34 5,43 5,52 5,53 5,54 5,59 5,62 5,63 5,63 5,64 5,65 114 Pos. 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 Province Arezzo Viterbo Vercelli Pistoia Imperia Asti Grosseto Cagliari Pescara Savona Perugia Genova Rovigo Frosinone Gorizia Massa Carrara Tasso a breve termine 2005 6,49 6,52 6,52 6,54 6,60 6,60 6,61 6,62 6,63 6,63 6,64 6,65 6,67 6,74 6,74 6,79 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 Udine Ferrara Trieste Bergamo Pesaro-Urbino Como Lecco Siena Ascoli Piceno Treviso Lodi Macerata Sondrio Mantova Venezia Cremona Lucca Vicenza Piacenza Roma Cuneo Verona Padova Biella Prato Pisa Livorno Pordenone Verbano Cusio Ossola Rieti Belluno Latina Novara Potenza Alessandria La Spezia 5,66 5,69 5,70 5,71 5,71 5,73 5,81 5,82 5,84 5,87 5,87 5,88 5,88 5,89 5,90 5,90 5,94 5,95 5,96 5,96 6,04 6,08 6,09 6,15 6,21 6,23 6,27 6,28 6,30 6,31 6,35 6,35 6,37 6,39 6,45 6,49 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 Teramo Chieti Palermo Sassari Terni Napoli Catania L'aquila Matera Bari Caserta Avellino Campobasso Messina Aosta Siracusa Nuoro Benevento Trapani Oristano Salerno Agrigento Ragusa Foggia Isernia Brindisi Caltanissetta Taranto Lecce Enna Crotone Vibo Valentia Catanzaro Cosenza Reggio Calabria 6,83 6,84 6,92 6,93 6,99 7,02 7,14 7,22 7,38 7,40 7,54 7,56 7,57 7,58 7,58 7,65 7,67 7,79 7,83 7,86 7,88 7,88 7,93 7,96 8,07 8,08 8,09 8,10 8,11 8,43 8,45 8,48 8,61 8,90 9,09 ITALIA 5,82 3.4.2 Indicatori economico-finanziari Questa sezione dell’analisi della competitività si propone di sviluppare un’indagine sulla dimensione e sulla produttività e redditività delle imprese presenti sul territorio piceno. I dati sono stati elaborati dal Centro Studi Unioncamere dall'archivio informatico dei bilanci di fonte Cerved, e sono stati presentati nell’ambito della Quarta Giornata dell’Economia, organizzata nel maggio 2006 dalla Camera di Commercio di Ascoli Piceno in collaborazione con Unioncamere, e sono stati analizzati sulla base di alcuni indici: a) Indici di solidità e liquidità' • Liquidità immediata (o Acid Test Ratio), corrispondente al rapporto tra le attività a breve, considerate al netto delle rimanenze, e le passività a breve. Per tale indicatore, in generale, si ritiene che il valore entro la norma dovrebbe essere superiore all’unità (in tal caso l’azienda è in grado di far fronte ai suoi debiti correnti con liquidità immediate), anche se è ragionevole accettare anche un valore inferiore all’unità, preferibilmente non al di sotto di 0,7-0,8. Il dato medio nazionale si attesta sullo 0,78, ben al disotto del valore teorico di riferimento ma comunque compreso nell'intervallo di "tolleranza" considerato. In termini 115 • dinamici si osserva una lenta ma progressiva crescita di tale indicatore nei sei anni considerati (1998-2003). La regione Marche si attesta lievemente al disotto del dato nazionale (0,73), mentre diverse sono le posizioni delle quattro province: Macerata presenta il valore più alto di tale indicatore (0,82), Ascoli si posiziona al di sopra del livello regionale e nazionale (0,77), anche se dal 2000 vede progressivamente diminuire il valore di tale indicatore; mentre PesaroUrbino chiude la graduatoria regionale con un valore dell'indice pari a 0,68. E' comunque necessario considerare che il "giusto" livello di liquidità per un'azienda dipende da fattori come la dimensione, il settore di specializzazione (tipologia ed anche "maturità") ed il livello di investimenti raggiunto o ancora da raggiungere. Rapporto di indebitamento, calcolato mettendo in relazione il patrimonio netto al totale dei debiti, considerati al netto dei fondi. Tale rapporto percentuale misura il ricorso all’indebitamento esterno per unità di capitale di rischio, fornendo una misura della solvibilità e quindi del rischio a cui vanno incontro i creditori. Tale indicatore nel 2003 assume un valore pari a 45,6% a livello nazionale, mentre le Marche si attestano su una percentuale inferiore (32%), dato quest'ultimo in lieve crescita nei sei anni considerati. Tutte le province marchigiane fanno registrare valori inferiori alla percentuale media nazionale, segnale questo di aziende poco patrimonializzate, che preferiscono finanziarsi con capitale esterno o di terzi: Pesaro (28,2%) ed Ancona (27,1%) fanno registrare la minore percentuale nel contesto regionale; mentre per Ascoli Piceno si osserva il valore maggiore (41,1%), seguita da Macerata (39,1%). E' necessario per una corretta interpretazione di questo indice, normalmente utilizzato per valutare il livello di indebitamento di una singola azienda, tener conto delle diverse tipologie di società di capitale normalmente operanti nel territorio di riferimento in termini di "dimensione patrimoniale" e soprattutto del continuo mutare delle condizioni del costo dei finanziamenti "esterni". b) Indicatori della capacità di servire il debito • MON/Oneri finanziari, si calcola rapportando il Margine operativo netto (ossia il risultato della gestione operativa corrente) agli oneri finanziari, ottenendo così ottiene una misura della capacità della gestione caratteristica di un'impresa a coprire gli interessi passivi. Il dato medio italiano si attesta nel 2003 su un valore pari a 1,56, in lieve diminuzione rispetto al 2002; anche le Marche si allineano sul valore medio nazionale (1,56). Rispetto al dato regionale, le quattro province si dividono in due gruppi: Ascoli e Macerata presentano valori sensibilmente superiori, rispettivamente 1,88 e 1,75; mentre Pesaro ed Ancona si posizionano al di sotto della media regionale (rispettivamente 1,57 e 1,36). Dunque, Ascoli Piceno sembrerebbe avere una maggiore capacità del tessuto imprenditoriale a gestire le passività finanziarie con la sola gestione caratteristica. c) Indicatori della redditività del sistema produttivo • Livello di rendimento del capitale di rischio (ROE): Risultato d’esercizio/(Patrimonio netto-risultato d'esercizio). Rappresenta il Reddito Netto per unità di capitale di rischio impiegato nell’attività dell’impresa e riassume sinteticamente i risultati della gestione aziendale, esprimendo l'efficienza globale di tutte le scelte operate dall'azienda stessa. E' inoltre l'indicatore che più interessa i conferenti di capitale, in quanto offre un'indicazione della remunerazione periodica che l'azienda è in grado di dare a fronte dell'investimento da loro effettuato. Nel 2003 questo indice presenta un valore pari a 3,2% per l'Italia, con una crescita rilevante rispetto al dato registrato per il 2002. Più in dettaglio, si osserva che tale indice fa registrare per le Marche e le sue province valori più bassi rispetto al dato medio nazionale: 0,0% per la 116 regione, 2,6% per Ascoli Piceno, mentre negativi sono i valori rilevati per Pesaro ed Ancona. Questi dati fanno supporre per il territorio piceno un buon tasso di redditività dell'attività imprenditoriale, soprattutto nel confronto con le altre realtà marchigiane, e quindi una "gestione felice" in termini di strategie di investimento. d) Indicatori della ripartizione del valore aggiunto Il valore aggiunto costituisce la differenza tra il valore della produzione e i costi sostenuti per l’acquisizione dei materiali e dei servizi, e rappresenta la capacità dell’impresa di creare, grazie alle proprie risorse interne, nuova e maggiore ricchezza rispetto ai fattori produttivi acquistati da terzi e consumati. Tre indici a questo proposito rilevano: • • • Remunerazione del capitale umano (Costo del lavoro/Valore aggiunto), che evidenzia la capacità delle società di remunerare le persone che lavorano al proprio interno. In Italia circa il 61% della ricchezza creata nel 2003 dal tessuto imprenditoriale è dedicato alla remunerazione del lavoro e, in termini dinamici, si assiste ad una progressiva crescita del “peso” di questo fattore. Tale elevata percentuale descrive pertanto un sistema economico ancora ad elevato utilizzo del fattore lavoro, che mantiene nel tempo la propria incidenza, anche se si assiste ad una progressiva terziarizzazione dell'economia ed ad una ricerca crescente di immissione di tecnologia nelle attività produttive. Più in dettaglio, nelle Marche e nelle province, la quota di ricchezza prodotta ed assorbita dal fattore lavoro aumenta: 66% a livello regionale, con picchi per Pesaro ed Ancona, a testimonianza di un tipo di vocazione produttiva verso il manifatturiero tradizionale; mentre per Ascoli si registra rispetto alle altre province la percentuale più bassa (63%) ed una ripresa negli ultimi tre anni di circa tre punti percentuali. Remunerazione del capitale di credito (Oneri finanziari/Valore aggiunto), per misurare l'incidenza della spesa relativa agli oneri finanziari. In Italia, circa il 10% delle ricchezza prodotta nel 2003 è assorbita dall'indebitamento del sistema produttivo italiano, che ha registrato un andamento altalenante negli ultimi sei anni, stabilizzandosi proprio nell'ultimo biennio. Tale indicatore risente anche di variabili esogene al tessuto produttivo, quali ad esempio le normative fiscali che possono premiare o penalizzare il ricorso all'approvvigionamento del credito. Nel dettaglio territoriale, il 9,6% della ricchezza prodotta nelle Marche viene assorbita dalla remunerazione del credito, per aumentare fino all'11% circa rilevato nella provincia di Ancona. Ascoli Piceno si attesta invece al di sotto della media regionale e nazionale con l'8,4%. Remunerazione del capitale proprio (Profitti lordi/Valore aggiunto), che rappresenta una misura della redditività dell'iniziativa imprenditoriale. Il 28% circa è la quota registrata a livello nazionale con un andamento piuttosto stabile negli ultimi anni. Solo Ascoli Piceno riesce a superare la media nazionale rilevata nel 2003, attestandosi al 28,4%, Macerata con il 25,5% si posiziona comunque al di sopra della media regionale (24%); mentre Pesaro e Ancona fanno registrare percentuali, rispettivamente del 21% e 22%, al di sotto anche della media regionale e nazionale. 3.4.3 Dotazione infrastrutturale Nella valutazione della competitività dei diversi contesti territoriali, la dotazione di infrastrutture ricopre un ruolo di primaria importanza, condizionando in modo marcato sia la "vivibilità" dei territori da parte delle famiglie che le opportunità localizzative ed operative offerte alle imprese. 117 La misurazione della dotazione di infrastrutture è stata effettuata attraverso la costruzione di opportuni indicatori, ad opera dell'Istituto Tagliacarne, dai quali è stato possibile ottenere serie territoriali di numeri indici, articolate per categorie di servizi, raffrontate al dato dell'Italia pari a 100. I dati della ricerca, elaborati per l'anno 2004, consentono di verificare i livelli di “dotazione fisica” a livello territoriale e di misurare la dotazione di infrastrutture rispetto alla domanda potenziale espressa sul territorio stesso. Gli indici di dotazione infrastrutturale "economica" considerano i servizi disponibili sul territorio utilizzati sia dalle famiglie che dalle imprese. In termini territoriali, tutte le ripartizioni geografiche (Nord-Est, Nord-Ovest, ecc.), ad esclusione del Mezzogiorno, presentano un indice superiore al livello italiano di riferimento (Italia=100), con picchi per il Centro-Italia nella dotazione di "rete ferroviaria" ed "aeroporti". La regione Marche presenta un indicatore di sintesi pari a 85,8 per le infrastrutture "economiche" in genere, superando il livello nazionale solo per le categorie "rete stradale" e "rete ferroviaria". Nel dettaglio delle quattro province, solo Ancona si posiziona al di sopra del dato medio regionale e nazionale per tutte le categorie considerate, con un indice complessivo pari a 152,6. La provincia di Ascoli Piceno presenta un indice medio pari a 70,3, secondo miglior risultato nella graduatoria regionale ovviamente dopo Ancona, comunque al di sotto della stessa media regionale. Solo nelle categoria "rete stradale", Ascoli Piceno con un indice pari a 122,3 supera il valore registrato sia per Ancona che per la regione e per le ripartizioni geografiche (vedi figura 8). Figura 8 - Indice di dotazione infrastrutture economiche nella provincia di Ascoli Piceno [Fonte: Camera di Commercio di Ascoli Piceno sui dati di Istituto Tagliacarne, 2006] Gli indici di dotazione infrastrutturale "sociale" riguardano le infrastrutture utilizzabili dalle famiglie, comprendendo le categorie relative all'istruzione, alla cultura e alla sanità. Per questo indice, il Nord-Ovest ed il Centro sono le aree con un valore di dotazione di infrastrutture "sociali" superiore al livello nazionale (Italia=100), mentre il Nord -Est ed il 118 Mezzogiorno si attestano su un valore leggermente inferiore, rispettivamente pari a 99,4 ed a 76,6. Le Marche, in termini di dotazioni "sociali", si posizionano in prossimità della media nazionale con un indice pari a 97, superando il dato Italia solo per dotazione di strutture per l'istruzione. Le quattro province marchigiane in termini di indice sintetico, ad eccezione di Ancona che presenta un valore pari a 129,6, si posizionano tutte al di sotto della media nazionale e solo Macerata (98,4) supera il dato regionale. Ascoli Piceno invece presenta il valore più basso dell'indice sintetico di dotazione infrastrutturale "sociale" (75,6) tra le province delle Marche, recuperando qualcosa solo nella categoria "strutture sanitarie" (83,9). Figura 9 – Indice di dotazione infrastrutture sociali nella provincia di Ascoli Piceno [Fonte: Camera di Commercio di Ascoli Piceno sui dati di Istituto Tagliacarne, 2006] 3.4.4 Investimenti in innovazione e ricerca L’ultimo set di indicatori che è necessario analizzare nell’ambito di una panoramica sui fattori di competitività di un territorio è la capacità di investire in innovazione, sia in termini di risorse umane che di risorse economiche. L’indagine sulla Ricerca e lo Sviluppo sperimentale in Italia, condotta periodicamente dall’Istat, è finalizzata a rilevare dati su imprese ed istituzioni pubbliche che svolgono sistematicamente attività di ricerca. Nel 2003 sono circa 162 mila gli addetti alla R&S in Italia, con una maggiore concentrazione nel Nord e nel Centro Italia, e sono occupati per il 42% nelle "imprese" e per il 37% nelle "Università". A livello regionale, si osserva la maggior concentrazione di personale addetto alla R&S in Lombardia, nel Lazio ed in Piemonte; mentre nelle Marche sono solo 2.776 le unità impiegate in tale settore. La regione è in linea con il Paese nel complesso circa la concentrazione del personale tra "imprese" e "università": il 49% è infatti impiegato nelle università ed il 43% nelle imprese. Il peso della Pubblica Amministrazione nella R&S è relegato al 19% del totale nazionale in termini di unità 119 impiegate, percentuale che aumenta fino al 40% nel Centro Italia e diminuisce invece sia nel Nord (9%) che nel Mezzogiorno (16%): in particolare, nelle Marche rappresenta solo l'8%. Infine, in termini di spesa, si osserva che in Italia sono stati spesi nel 2003 circa 14,7 miliardi di euro per investimenti nel settore Ricerca e Sviluppo. Il settore che ha maggiormente investito risorse economiche è quello delle imprese (47% del totale nazionale) e dell'Università (34%), solo il 17% è stato il contributo della PA. Il Nord è l'area che ha investito maggiormente in termini assoluti (8,2miliardi di euro), seguito dal Centro, con circa 4 miliardi di euro, e dal Mezzogiorno (2,5 miliardi di euro); anche se, considerando l'incidenza sul PIL, è il Centro-Italia che ha investito di più, circa l'1,5%, mentre il Nord solo l'1,1%. Le regioni che hanno investito maggiormente sono le stesse che hanno il maggior numero di addetti (Lombardia, Lazio e Piemonte), mentre solo nel Lazio si osserva che il contributo della PA alla spesa in R&S è superiore a quello degli altri settori. I 228 milioni di euro spesi nelle Marche rappresentano solo l'1,5% della spesa nazionale in R&S, finanziata soprattutto dall'Università (51%) e dalle imprese (43%). Confrontando la nostra regione con le altre, si osserva che le Marche, pur investendo relativamente poco in valore assoluto, in termini di quota percentuale sul Pil, si attesta su un dato pari allo 0,7%, insieme a realtà come il Veneto, il Trentino Alto Adige e la Sardegna. Se in termini assoluti i dati sugli investimenti in R&S vedono comunque una certa "volontà "di tutti i territori ad investire in tal senso, la criticità emerge soprattutto quando si riflette sulla dinamicità delle quote di finanziamento: mentre tutti i settori tendono ad accrescere i propri investimenti in R&S, le imprese tendono invece a diminuire il proprio coinvolgimento in questo particolare settore. La conferma della scarsa propensione ad investire in ricerca da parte delle imprese ci viene segnalata dalla bassa incidenza delle domande di brevetto provenienti dall'Italia (8%) sul totale di quelle pubblicate dall'EPO (Ufficio Europeo dei Brevetti), contro il 41% della Germania, il 14,3% della Francia ed il 12% del Regno Unito. La distribuzione provinciale dei dati riguardanti le domande depositate di brevetto dividono l'Italia in due: nel Centro-Nord si evidenzia una spiccata vocazione alla innovazione, che però non riesce a raggiungere i risultati degli altri Paesi europei, mentre nel Sud sono piuttosto rare le realtà "virtuose". Inoltre, il numero di brevetti depositati all'Ufficio italiano brevetti (Brevetti depositati in Italia) è notevolmente superiore rispetto a quelli presentati all'EPO (brevetti europei), come se il problema della tutela del proprio ingegno l'Italia l'avesse solo dentro casa. Più nel dettaglio, tra i brevetti italiani, il numero delle invenzioni depositate nel 2005 si attesta sulle 9.141 domande, contro le 1.000 per i modelli ornamentali, i 2.122 per i modelli per utilità e le 48.787 per i marchi. Questi dati mettono in evidenza alcune problematiche su cui riflettere: da una parte si manifesta la maggiore tutela verso il marchio (segno distintivo che serve a contraddistinguere i prodotti o servizi che un'impresa produce o mette in commercio) piuttosto che verso l'idea progettuale, dall'altra i dati potrebbero significare che oggi si investe poco proprio nella progettazione ed innovazione tecnologica delle produzioni. Più in dettaglio, nella regione Marche i brevetti italiani nel 2005 per i marchi sono circa 1.160, ovvero il 2,4% del totale nazionale; tale incidenza si registra anche per le altre tipologie di brevetto depositato in Italia, ad eccezione della quota marchigiana per i modelli ornamentali che sale invece all'8%. Il trend per i brevetti delle invenzioni e dei modelli di utilità registrano nelle Marche una lieve contrazione nell'ultimo triennio; invece, sempre nelle stesso periodo, crescono i modelli ornamentali ed i marchi. La provincia di Ascoli Piceno è la realtà marchigiana con meno brevetti presentati per ogni tipologia considerata, mentre Macerata è la provincia con il maggior numero di domande per qualsiasi tipo di brevetto. A livello europeo, le Marche nel 2004 hanno avuto 89 brevetti pubblicati dall'EPO su un totale italiano di 3.844 (una quota del 2% circa); mentre nel dettaglio provinciale, è 120 Ancona ad avere il primato per numero di brevetti europei, ultima Macerata con 9 brevetti ed Ascoli Piceno con 10. Il dato sui brevetti europei, espresso in termini di valore pro-capite, conferma quanto osservato sulla propensione all'innovazione del nostro Paese e, in particolare, della provincia picena. Uno studio di Unioncamere prende in considerazione il numero di brevetti presentati nelle province italiane, in relazione al numero di imprese presenti (vedi tabella 19). Ne risulta che il dato per Ascoli Piceno, oltre ad essere di gran lunga l’ultimo della regione Marche, è anche ampiamente inferiore al dato medio nazionale, determinando quindi una situazione lungi dall’essere soddisfacente su questo fronte. Graduatoria provinciale delle domande di brevetto presentate ogni 1000 imprese - Anni 2001-2003 [Fonte: Elaborazioni Unioncamere su dati UIBM e Registro delle Imprese] Provincia e sua posizione in classifica generale (103 province) 6. Macerata 19. Ancona 30. Pesaro 64. Ascoli Piceno Media Italia Domande di brevetto 2001 2002 2003 120 58 32 13 9.161 98 63 29 12 8.866 154 71 46 13 9.367 Brevetti 2003 x 1000 Totale 2001imprese 2003 372 192 107 38 27.394 3,84 1,56 1,09 0,28 1,59 La necessità di intervenire sul raccordo tra sistema della ricerca e sistema delle imprese, ossia tra il mondo che genera innovazione scientifica e quello che valorizza economicamente la tecnologia, diventa uno degli obiettivi prioritari per far recuperare competitività ad un territorio, come quello piceno, contraddistinto da un'elevata presenza di PMI. Un ulteriore indicatore regionale del possibile divario esistente tra domanda ed offerta di tecnologia, con specifico riferimento alle sole imprese private, è individuabile nel saldo della Bilancia tecnologica dei pagamenti (BPT), che registra i flussi monetari di incassi e pagamenti riguardanti le transazioni di tecnologia non incorporata ai beni fisici, nella forma di diritti di proprietà industriale ed intellettuale. I pagamenti rappresentano pertanto un indicatore di "input" di tecnologia mentre gli incassi l'"output". Il saldo globale della BPT italiana per il 2004 è risultato negativo per un importo pari a circa 168 milioni di euro, in forte diminuzione rispetto al 2003 per cui si era registrato un saldo negativo di oltre 600 milioni di euro. Il disavanzo del 2004 è stato gravato soprattutto dalle voci relative ai brevetti (cessioni/acquisti e diritti di sfruttamento) ed ad altri regolamenti tecnologici, non compensato dai saldi positivi degli interscambi di servizi a contenuto tecnologico (studi tecnici, invio di esperti, servizi di ricerca e sviluppo, know how). Da rilevare che nel 2004 solo il Piemonte e la Toscana presentano saldi positivi di rilievo. Le Marche registrano nel 2004 un disavanzo di circa 6 milioni di euro, che comunque risulta essere un ottimo risultato soprattutto se si considerano i saldi registrati nell'ultimo quinquennio (nel 2001 si rilevava un disavanzo di 155 milioni di euro). I servizi che hanno generato tale saldo negativo risultano invece in linea con la tendenza nazionale: infatti, le Marche hanno circa 6,2 milioni di euro di disavanzo per la voce "diritti di sfruttamento di brevetti" e 2,4 milioni di euro per know how; mentre sono positivi i saldi per le voci "Cessione/Acquisto di marchi di fabbrica, modelli e disegni" (+1,4 milioni di euro), per "Studi Tecnici ed engineering" (+2,3 milioni di euro) e per "Servizi di ricerca e sviluppo" (+3,3 milioni di euro). 121 3.5 CRITICITÀ E PUNTI DI FORZA DEL TERRITORIO PICENO Viene di seguito presentata un’analisi delle criticità e dei punti di forza del territorio piceno, sulla base di quanto rinvenuto nel corso dell’analisi: • In un contesto come quello marchigiano, già di per sé fortemente orientato all’industria (41,5% degli occupati contro un dato nazionale del 33%), la struttura produttiva della provincia di Ascoli Piceno risulta ulteriormente concentrata sulla manifattura (43,7%) - Punto di forza: un’industria che è riuscita in parte a resistere alle sfide competitive dell’ultimo decennio provenienti dai paesi a basso costo del lavoro - Criticità: una struttura produttiva che stenta a terziarizzarsi, precludendosi così la possibilità di posizionarsi in settori produttivi ad alto contenuto di conoscenza • La provincia si dividerà in due aree, Ascoli Piceno e Fermo, storicamente differenziate per grado di sviluppo e specializzazione produttiva, a partire dal 2008: - Punto di forza: la Provincia di Ascoli Piceno mantiene il comune di San Benedetto del Tronto, che presenta la più alta concentrazione di imprese della provincia. - Criticità: la Provincia perde una delle sue aree più sviluppate nel settore manifatturiero. • La presenza del distretto calzaturiero nell’area di Fermo determina la netta prevalenza di questo settore tra le varie attività manifatturiere in provincia, che da solo assorbe quasi il 50% degli addetti nell’industria. - Punto di forza: ad esso è collegato il settore della componentistica per articoli in pelletteria, che ha fatto registrare buone performance nel decennio 1991-2001 (+13% imprese e +18% addetti) - Criticità: il distretto calzaturiero è in crisi. Nel decennio 1991-2001 i volumi di lavoro sono sensibilmente diminuiti (-16% imprese, -10% addetti). • La meccatronica (divisione DK “fabbricazione di macchine" -+36% UL e +56% addetti- e DL "fabbricazione di macchine elettriche" -+13% UL e +12% addetti-) mostra tassi di crescita tra i più marcati dell’intero comparto manifatturiero - Punto di forza: Settore in forte crescita e con un alto contenuto in termini di conoscenza, dunque con una buona sostenibilità nel lungo periodo. Gran parte delle aziende del settore sono concentrate tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, anche se vi sono buoni numeri anche nel fermano. - Criticità: il settore non mostra un buon collegamento con l’università. La bilancia dei pagamenti provinciale mostra un ampio deficit per quanto riguarda la voce “royalties” e “altri servizi alle imprese”, segno che il tessuto imprenditoriale risulta, in diversa misura, ancora "dipendente" da servizi ad alto contenuto di innovazione e tecnologia provenienti dall'esterno. Si può presupporre che questo sia particolarmente vero per quei settori, come la meccatronica, che necessitano di un alto livello di conoscenze e investimenti in R&S. • A fianco dei distretti produttivi identificati dalla Regione Marche (tutti gravitanti attorno al polo calzaturiero fermano), un’osservazione più approfondita mostra la presenza di altre concentrazioni di imprese in varie aree della provincia. In particolare, si tratta del distretto piceno del cappello, di quello agroalimentare di San Benedetto del Tronto, e dei sistemi locali del lavoro della chimica e della produzione di gomma e plastica ad Ascoli Piceno, e della produzione di metalli e fabbricazione di macchine concentrata su Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e Comunanza 122 - - Punto di forza: I dati mostrano un tessuto imprenditoriale industriale vivace, relativamente differenziato e, almeno in parte, propenso a posizionarsi su settori ad alto valore aggiunto Criticità: Il fatto che queste realtà produttive non siano codificate e subito visibili ne rivela anche il carattere non strutturato, dunque la difficoltà a darsi una visione strategica di lungo periodo, nonché a coinvolgere attori altri rispetto alle sole imprese. • Tra le strutture potenzialmente interessate alla realizzazione di un distretto culturalmente evoluto nell’area picena troviamo: Eurosportello Ascoli Piceno e Piceno Promozione (aziende speciale della Camera di Commercio), Eurodesk Ascoli Piceno, Gruppo di Azione Locale Piceno, Parco Scientifico-Tecnologico Tecnomarche, Sviluppo Italia Marche. - Punto di forza: Un territorio e un sistema produttivo già relativamente sensibilizzato sulle opportunità e sulle necessità per aumentare la competitività, soprattutto in ambito europeo. - Criticità: sarà necessario rendersi conto di persona dell’effettiva influenza che queste strutture hanno sul territorio, e sulla loro capacità di stabilire rapporti duraturi e proficui con le imprese. Manca una struttura in grado di dare una vision strategica a tutto il sistema produttivo provinciale • Passando ai dati demografici, Ascoli Piceno è un comune relativamente ridotto per essere capoluogo di provincia (52.000 abitanti), con un’incidenza della popolazione anziana più alta che nel resto del territorio. - Punto di forza: Nei piccoli comuni possono essere meglio salvaguardati aspetti importanti della qualità della vita e dell’attrattività di un territorio dal punto di vista artistico/culturale - Criticità: La città di Ascoli Piceno non appare essere il “baricentro demografico” della provincia: non attrae giovani, e non appare inserita in una rete sufficientemente strutturata di scambio di conoscenze (analisi che proviene dall’esame del flusso di laureati in entrata/uscita, e di quello della popolazione immigrata). • Dati relativi al mercato del lavoro. - Punto di forza: La provincia presenta un alto tasso di attività (66,5% contro il 49,4% nazionale), e un basso tasso di disoccupazione (6,5%, contro il 7,72% nazionale). Nel periodo 1995/2002 il tasso di disoccupazione generale diminuisce di 1,9 punti percentuali. - Criticità: L'utilizzo del lavoro irregolare è il più elevato tra le province marchigiane: 21,7% è l'incidenza delle unità di lavoro irregolari sulle unità totali, valore che posiziona Ascoli Piceno in 58-esima posizione nella relativa graduatoria nazionale…. • Dati relativi al turismo. - Punto di forza: Nel 2006, la Provincia di Ascoli Piceno ha registrato dati superiori alla media regionale in tutti i principali parametri di osservazione, a partire dalle presenze con circa 5 milioni di turisti. Nello specifico, a livello generale si è avuto un incremento di arrivi del 2,3% (media regionale del 2,8%) ed un aumento delle presenze del 5,2% (media regionale del 3,5%). Questa è la conferma di un trend che dura oramai da qualche anno. - Criticità: Il turismo in provincia è caratterizzato da una forte stagionalità, con gli italiani concentrati nei mesi estivi e gli stranieri più distribuiti. Anche la durata media del soggiorno (circa una settimana) potrebbe aumentare. 123 • Nella classifica del “Sole24ore” sulla qualità della vita, Ascoli Piceno si posiziona quasi esattamente a metà classifica (51°), ultima tra le marchigiane. - Punto di forza: la città registra buoni piazzamenti negli indicatori relativi all’ordine pubblico (in particolare, molto basso è il numero di furti –22°- e rapine –25°-), e buoni in quelli relativi al tempo libero (in particolare, indice della vocazione sportiva –18°- e attività culturali-ricreative –12°-); per longevità, inoltre, Ascoli Piceno è la terza provincia italiana. - Criticità: la provincia registra valori poco soddisfacenti in dotazione infrastrutturale (la provincia è 78°- e numero di incidenti sulle strade –70°-, oltre che nella categoria relativa al reddito (in particolare, bassi risultano gli importi medi delle pensioni –73°-e i consumi delle famiglie –66°-). • Dati relativi all’indice di competitività del territorio. - Punto di forza: la provincia ha un basso tasso di interesse sui prestiti a breve termine 5,84%, 25° provincia italiana). Le aziende ascolane appaiono avere una buona capacità di gestire le passività finanziarie, una patrimonializzazione relativamente alta in rapporto alle altre province marchigiane e un buon tasso medio di redditività dell’attività imprenditoriale. La provincia ha una buona dotazione infrastrutturale nella rete stradale. - Criticità: la provincia possiede un basso numero di sportelli bancari operativi in rapporto alle aziende presenti sul territorio (5,95, 41° a livello italiano e ultima marchigiana) e un numero relativamente alto di sofferenze relative agli impieghi bancari (6,8%, contro una media italiana del 3,6% e marchigiana del 4,4%). La dotazione di infrastrutture sociali è carente: inferiore alla media regionale e nazionale per tutti gli indicatori. Carenti appaiono gli investimenti in R&S: la provincia di Ascoli Piceno è la realtà marchigiana con meno brevetti, mentre Macerata è la provincia con il maggior numero di domande per qualsiasi tipo di brevetto. 124 4 STRATEGIA 125 126 INTRODUZIONE Tra gli anni ’80 e gli anni ’90 si diffonde con sempre più forza l’idea che il miglioramento dell’immagine della città, lo sviluppo economico locale, il marketing urbano, l’integrazione sociale, l’aumento della qualità della vita, l’internazionalizzazione, il richiamo di investimenti e di fondi dall’Unione Europea, si realizzano attraverso la rigenerazione urbana e culturale. Si moltiplicano, in paesi quali la Germania e l’Inghilterra, i casi in cui la programmazione culturale e la costruzione di infrastrutture per la cultura diventano parte di un progetto più ampio. Così l’amministrazione comunale di Francoforte ha orchestrato una strategia di rigenerazione urbana prevedendo la creazione di un vero e proprio quartiere dei musei; Liverpool ha attribuito un ruolo di primo piano alla cultura per la riqualificazione di aree industriali dismesse e socialmente degradate, attraverso il recupero dell’Albert Dock; Glasgow ha intrapreso la stessa strada, ottenendo sorprendenti risultati anche in virtù di un’intensa campagna pubblicitaria e della nomina a Capitale Europea della Cultura nel 1990. Questi sono solo alcuni esempi di come la cultura possa rappresentare una vera e propria forma di welfare per i cittadini, spingendo questi ultimi a riscoprire la propria città, a dare voce alle proprie esigenze e bisogni, a partecipare ai processi di pianificazione urbana, a cogliere tutte le opportunità commerciali, abitative, amministrative e culturali offerte dal centro urbano. In un contesto di crescente competitività proprio della nuova società globale e dell’Europa unita, si determina, con forza crescente, un confronto su base locale sempre più centrato sul coordinamento e sull’integrazione tra performance economiche, qualità della vita, offerta culturale e coinvolgimento delle componenti sociali. Inoltre, la normativa a livello comunitario, nazionale e regionale invita gli enti pubblici locali a riconsiderare l’esercizio concreto di attività di interesse generale, anche nel settore dei beni e delle attività culturali, non solo per quanto concerne i rapporti tra livelli istituzionali (sussidiarietà verticale), ma anche per gli accordi tra pubblico e privato (sussidiarietà orizzontale). Protagoniste del recupero dell’identità e delle caratteristiche fondamentali del patrimonio culturale locale sono le città e gli strumenti per la promozione di sistemi territoriali integrati sono la concertazione, la partecipazione e la capacitazione di tutti i soggetti istituzionali, del mondo imprenditoriale, del mondo associativo e dei cittadini. 127 4.1 IL DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO Il modello del distretto culturale evoluto si sta affermando come uno degli approcci più innovativi al tema dello sviluppo locale. Esiste oggi una ampia casistica di esperienze internazionali, che mostrano come le dinamiche dell’economia dell’innovazione e della conoscenza richiedano forme nuove di integrazione territoriale, nelle quali al tradizionale schema distrettuale monofiliera si sostituisce un modello di integrazione orizzontale che vede forme nuove di partnership e cooperazione da parte di operatori appartenenti a filiere diverse. Il filo conduttore del modello di integrazione orizzontale è rappresentato dalla cultura, che agisce su un doppio livello: da un lato, la diffusione sociale dei comportamenti e delle idee innovative nelle varie componenti della società; dall’altro, la creazione di ambienti di apprendimento e interazione che favoriscono la cultura del rischio imprenditoriale e della disposizione al cambiamento. Esistono essenzialmente tre approcci distintivi allo sviluppo del distretto culturale evoluto: • quello basato sull’attrazione di risorse e talento esterno, che riflette in parte la teoria di Richard Florida; • quello basato sulla creazione di competenze cognitive diffuse nella popolazione (capacitazione), che trae ispirazione dall’approccio di Amartya Sen; • quello basato sul tema della riconversione creativa delle preesistenti strutture industriali, che fa riferimento all’approccio di Michael Porter. Nell’anatomia di un distretto culturale, caratterizzato da qualche forma di combinazione creativa dei tre canali di sviluppo sopra citati, è possibile identificare, sulla base di un’analisi critica accurata delle più interessanti ed innovative casistiche internazionali, dodici azioni/politiche di intervento. Queste possono essere interpretate sia come azioni e modalità di funzionamento del sistema, in quanto descrizione di uno stato d’essere, sia come indirizzo strategico per le politiche di intervento sul sistema stesso. Le dodici azioni/politiche di intervento sono: 1. Qualità dell’offerta culturale (QOC) 2. Capacitazione e formazione della comunità locale (CFC) 3. Sviluppo imprenditoriale (SIM) 4. Attrazione di imprese esterne (AIE) 5. Attrazione del talento esterno (ATE) 6. Gestione delle criticità sociali (GCS) 7. Sviluppo del talento locale (STL) 8. Partecipazione dei cittadini e della comunità locale (PAC) 9. Qualità della governance locale (QGL) 10. Qualità della produzione delle conoscenze (QPC) 11. Network interno (NI) 12. Network esterno (NE) Nella costruzione della matrice di analisi del sistema, le dodici azioni/politiche di intervento possono essere raggruppate in cinque sottosistemi: • • • • • la qualità (QOC, QGL, QPC), lo sviluppo (SIM, STL), l’attrazione (AIE, ATE), la socialità (GCS, CFC, PAC), networking (NI, NE) Le dieci azioni/politiche di intervento sono finalizzate alla produzione e all’accumulazione di diverse forme di capitale e per questo esse vengono interfacciate 128 con 3 macro dimensioni tipiche di tutti i processi organizzativi caratterizzati da un’elevata produzione di valore aggiunto immateriale. Si tratta di: 1. produzione di informazioni e conoscenze (IC) 2. produzione di interazione e socialità (IS) 3. produzione di identità e di appartenenza (IA) Da tale interrelazione si giunge all’individuazione di una serie di dimensioni strategiche, determinanti per la produzione di benessere e di crescita all’interno di un sistema locale (vedi tabella sottostante). Tab. Matrice degli asset per il sistema locale QUALITÀ SVILUPPO ATTRAZIONE SOCIALITÀ NETWORKING Qualità Offerta Culturale Qualità Governance Locale Qualità Produzione Conoscenze Sviluppo Imprenditoriale Sviluppo Talento Locale Attrazione Imprese Esterna Attrazione Talento Esterno Gestione Criticità Sociali Capacitazione e Formazione Comunità locale Partecipazione dei Cittadini Network interno Network esterno IC IS IA 4.1.1 Perché fondare lo sviluppo di un territorio sulle politiche culturali? Tanti sono i benefici che la cultura, attraverso le sue politiche, le sue attività e le sue infrastrutture, genera a favore di differenti ambiti della realtà urbana e territoriale rispetto ai quali la cultura è trasversale: 1) Economia e imprese. La cultura genera esternalità economiche e diverse sono le modalità attraverso cui può avere un ruolo attivo nel promuovere l’occupazione e lo sviluppo: - la cultura stimola l’occupazione diretta degli artisti; - i beni e le attività culturali possono costituire un fattore strategico nell’attrarre attività economiche e turistiche sul territorio, a cui conseguono un incremento delle attività collaterali e un potenziamento dell’occupazione nei settori strettamente legati al turismo; - l’incremento dell’occupazione potrebbe anche essere favorito dal fatto che vengano localizzate operazioni di tipo commerciale in sedi di rilevante livello culturale. La cultura è, quindi, intesa come vero e proprio settore economico, capace di generare ricchezza, posti di lavoro innovativi e sperimentali, importanti sinergie con altri settori produttivi. 2) Infrastrutture e patrimonio culturale. Lo sviluppo delle attività culturali e, conseguentemente, dell’offerta e della domanda genera politiche tese alla valorizzazione, alla promozione e alla riqualificazione delle infrastrutture 129 cittadine. Dunque, allo sviluppo del patrimonio intangibile della città ne corrisponde uno del patrimonio tangibile, ovvero: - infrastrutture culturali “pure”, create per ospitare al loro interno attività culturali. Si tratta di spazi per la formazione e la documentazione (Accademie, conservatori, scuole superiori, facoltà universitarie, archivi, biblioteche), spazi espositivi, spazi per spettacoli scenici (cinema, arene, auditorium e sale da concerto, teatri), spazi per lo scambio culturale (centri culturali), beni immobili di carattere artistico e storico. - infrastrutture culturali “non pure”, che, anche se non create per un uso culturale specifico o esclusivo, possono ospitare lo svolgimento e lo sviluppo di attività culturali. Si tratta di bar, ristoranti, centri commerciali, spazi sportivi, hotel, parchi tematici, istituti di formazione. 3) Società. In tale ambito si considera la relazione tra cultura e cittadini e in particolare la sensibilizzazione sociale ai fenomeni, lo sviluppo dell’identità, il sostegno della domanda e la valorizzazione dell’offerta culturale attraverso la comunicazione rivolta ai cittadini, la promozione delle capacità creative, l’incremento della qualità della vita, la valorizzazione dei valori della società, quali la tolleranza, il rispetto e la coesione sociale. 4) Enti per la promozione e lo sviluppo della cultura. Si tratta di tutti quei soggetti che a vario titolo sono coinvolti nella promozione, valorizzazione e sviluppo della cultura della città. Si dividono in due categorie: i soggetti pubblici (amministrazioni e istituzioni pubbliche locali, nazionali e internazionali) e privati (cittadini, associazioni, fondazioni). 5) Immagine e posizionamento della città. La cultura riveste un ruolo fondamentale nella creazione e nella promozione dell’identità e dell’immagine di una destinazione turistica e diviene punto di forza caratterizzante del brand di una città, sia a livello locale, che a livello nazionale e internazionale. In particolare, la cultura è il più potente strumento di differenziazione per una città. Gli strumenti per costruire e valorizzare l’immagine di una città sono: - la promozione nazionale (e internazionale) delle attività culturali realizzate nella città - lo svolgimento di conferenze e forum nazionali e internazionali sui temi della cultura - lo sviluppo di relazioni con organismi internazionali legati alla promozione della cultura - seminari ed eventi di risonanza internazionali - strategie di promozione sulla piattaforma digitale - strategie di comunicazione culturale - strumenti per la segnaletica e la comunicazione dei servizi e dei prodotti culturali della città 130 4.2 IL DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO DI ASCOLI PICENO 4.2.1 Mission e strategia La creazione di sinergie tra il settore produttivo, formativo e culturale è ciò a cui tende il Consorzio Universitario Piceno per la realizzazione del distretto culturale evoluto nel territorio compreso nella nuova Provincia di Ascoli Piceno. Questo percorso strategico di lungo periodo prenderà avvio da un processo di collaborazione tra soggetti pubblici e soggetti privati, senza tralasciare l’importanza che riveste la partecipazione dei cittadini nel suggerire possibili soluzioni e nell’individuare i progetti da realizzare. In accordo con la filosofia che ispira il processo di pianificazione strategica verso il distretto culturale evoluto, la cultura diviene il valore strategico determinante per lo sviluppo di Ascoli Piceno, assumendo nuovi significati e articolandosi secondo diverse direzioni: Cultura per attrarre risorse e come attivatore di innovazione CULTURA Cultura come immagine della città. Cultura per incrementare la qualità della vita dei cittadini e come forma di vita sociale. Cultura come patrimonio e come produzione artistica. I principi generali del processo di pianificazione della strategia del distretto culturale sono: • la valorizzazione dell’identità culturale del territorio; • il territorio come luogo culturale, dotata di un’offerta di qualità che ne migliora l’immagine; • una programmazione culturale che promuova con continuità la partecipazione dei cittadini; • il sostegno e la promozione della produzione artistica; • l’accesso alla cultura, dal punto di vista fisico, intellettuale, emozionale, e l’integrazione sociale per i bambini e i giovani, per gli anziani, per i disabili e per gli immigrati; • forte dimensione istituzionale, leadership condivisa, responsabilità degli attori e cooperazione tra pubblico e privato, pubblico e pubblico, privato e privato; • la riconversione culturale degli spazi, per definire e completare un sistema/circuito di spazi cittadini coordinati (una “mappa culturale” stabile e funzionale nel territorio); • il rafforzamento dei fattori di attrazione internazionale e l’attivazione di relazioni a livello nazionale e internazionale; • l’integrazione della cultura nel processo di sviluppo economico, attraverso la stimolazione della creatività e di un rinnovato approccio all’imprenditorialità; • il coinvolgimento e la costruzione di relazioni con le istituzioni formative e i soggetti imprenditoriali a livello locale, ma anche a livello nazionale e internazionale. Alcuni vincoli trasversali al processo di pianificazione strategica sono: 131 • • • • • • • modello di gestione locale basato sulle aspirazioni della cittadinanza e sulla cooperazione tra le diverse componenti del tessuto sociale; consenso di tutti gli stakeholder (enti di formazione, imprese, istituzioni, mondo associativo, cittadini); selettività e focalizzazione su pochi grandi temi, identificando orientamenti chiari di policy e azioni coerenti; fattibilità economica e politica delle linee strategiche culturali; monitoraggio e valutazione costante dei risultati attesi e di quelli raggiunti; sviluppo della capacità di innovazione culturale, formativa e imprenditoriale e miglioramento della competitività del territorio; crescita dell’attrattività del territorio e del suo profilo internazionale. Gli obiettivi del piano strategico sono: 1. Attrazione giovanile 2. Cultura del rischio 3. Innovazione di sistema 4. Società della conoscenza 5. Identità: cambiamento nella continuità Essi vengono individuati in funzione delle criticità e dei bisogni del territorio emersi nell’analisi interna e nell’analisi del contesto. Le aree strategiche sono: 1. identità culturale 2. riconversione innovativa 3. formazione 4. comunicazione Ciascuna area persegue gli obiettivi strategici, come indicato nella matrice sottostante. OBIETTIVI STRATEGICI AREE STRATEGICHE Identità culturale Riconversione innovativa Formazione Comunicazione ATTRAZIONE GIOVANILE CULTURA DEL RISCHIO INNOVAZIONE DI SISTEMA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA IDENTITÀ: CAMBIAMENTO NELLA CONTINUITÀ Il piano per lo sviluppo del distretto culturale evoluto individua nell’attrazione giovanile il filo conduttore dell’intera strategia e l’obiettivo a cui tendono tutte le aree strategiche. 132 PROGETTI e AZIONI CHIAVE: biennale del design; Officina culturale IDENTITA’ CULTURALE PROGETTI e AZIONI CHIAVE: ufficio per la valutazione economica dei brevetti; nuclei di stimolazione e diffusione della creatività RICONVERSIONE INNOVATIVA PROGETTI e AZIONI CHIAVE: Università del Piceno FORMAZIONE PROGETTO e AZIONI CHIAVE: convegno di presentazione del progetto; comunicazione del soggetto gestore: comunicazione del territorio piceno COMUNICAZIONE Gli assi strategici individuati si orientano verso uno sviluppo equilibrato e integrato delle politiche sociali, culturali, formative ed economiche del territorio di riferimento del CUP. 4.2.2 Sistema di governance e forma giuridica Dalla volontà di attivare un percorso di sviluppo integrato, di partecipazione, cooperazione e sussidiarietà tra pubblico e pubblico, pubblico e privato e tra privato e privato nasce l’idea di costituire un soggetto gestore del distretto culturale evoluto di Ascoli Piceno. In particolare, il progetto che accompagna la città verso la nascita del distretto culturale diventa un’occasione di concertazione, in cui lo sviluppo delle linee strategiche viene affidato ad un organismo decisionale e operativo allargato. Il nucleo dei soggetti che il Consorzio Universitario potrà coinvolgere nella struttura di governo può essere così composta: • Pubblica Amministrazione locale (Comuni del territorio, Provincia di Ascoli Piceno, Regione Marche), che conferiscono consenso politico, sostegno economico, beni immobili; • Associazioni, agenzie di sviluppo, consorzi, fondazioni e altri soggetti, che partecipano allo sviluppo delle attività tramite il conferimento di know how e competenze; • Istituzioni, quali, ad esempio, la Camera di Commercio e le fondazioni bancarie, che partecipano tramite il conferimento di risorse finanziarie. 133 Lo sviluppo del distretto culturale è, infatti, un processo articolato e non riconducibile alla semplice attuazione, in modo separato e disgiunto, di iniziative culturali e di riconversione innovativa nel territorio di riferimento. In pratica, il modello strategico identificato si sviluppa secondo quattro direttrici principali (identità culturale, riconversione innovativa, formazione e comunicazione), che “ampliano lo specchio di azione” del settore culturale e si caratterizzano per la multisettorialità e la attivazione di sinergie trasversali. Per tale ragione, diviene necessario strutturare un modello gestionale in grado di contemperare le diverse componenti espresse dal piano di sviluppo culturale del Consorzio Universitario Piceno, che tenga conto dell’ampiezza di obiettivi e prospettive nel medio-lungo periodo. Si propone la creazione di un soggetto che funga da “cabina di regia” dell’interno processo di sviluppo, al fine di armonizzare e gestire in modo regolato ed organizzato le diverse iniziative culturali intraprese, e che si distingua per: - capacità gestionali su specifici progetti; - capacità di coordinamento strategico; - capacità erogative, in base alle necessità di specifici progetti pilota presenti all’interno delle linee strategiche individuate. Per quanto concerne la forma giuridica di tale soggetto, si propone la fondazione di partecipazione. Comunemente si definisce la fondazione come un “patrimonio destinato ad uno scopo”. La fondazione è, infatti, una persona giuridica privata costituita da un patrimonio vincolato in modo rigido al perseguimento dello scopo statutario per tutta la durata dell’ente. Per questo si dice che nella fondazione è predominante l’elemento patrimoniale rispetto a quello personale prevalente nell’associazione. La fondazione è, almeno formalmente, distinta dalle persone (fisiche e giuridiche) che l’hanno costituita, senza che peraltro questo impedisca di prevedere, nello statuto, forme precise di elezione degli organi tali da garantire la rappresentanza dei vari fondatori. Non è strutturata in modo democratico come l’associazione, mancando l’organo assembleare. La disciplina di riferimento del sistema di governo delle fondazioni deve essere individuata, essenzialmente, negli statuti dei singoli enti. In base alla normativa sulle fondazioni contenuta nel Codice civile, infatti, è sufficiente che lo statuto indichi la composizione dell’organo amministrativo, le modalità di nomina dei suoi componenti, unitamente alla precisazione degli amministratori cui è conferita la rappresentanza dell’ente. Tuttavia, per una migliore organizzazione della fondazione, gli statuti prevedono, quasi sempre, l’istituzione di ulteriori organi. Solitamente ad un organo di governo a composizione ristretta (Consiglio di Amministrazione) fa da interfaccia un organo esecutivo (Segretario generale o Presidente) dotato di tutti i poteri attinenti l’ordinaria amministrazione. La prassi statutaria prevede, inoltre, l’istituzione di comitati e commissioni. Si tratta in genere di comitati scientifici, aventi funzioni consultive e di proposta in ordine alle iniziative intraprese dall’ente, composti da membri nominati dal Consiglio di amministrazione tra persone distintesi nei campi di attività che riguardano gli scopi perseguiti dalla fondazione. Salvo i casi in cui la fondazione è legata alla volontà di una singola persona, lo statuto contiene, di norma, regole generali in tema di cooptazione e sostituzione dei membri dei vari organi e stabilisce i criteri in base ai quali debbono essere scelti gli amministratori fiduciari della fondazione in considerazione dei fini perseguiti dalla stessa. E’ opportuno, in ogni caso, tener presente che “l’universo delle fondazioni” è estremamente variegato e che il sistema di governo dell’ente tende a mutare a seconda del tipo di fondazione considerato. In particolare, a giocare un ruolo determinante in questo senso saranno soprattutto le dimensioni dell’ente, nonché il rapporto di quest’ultimo con il territorio. Si segnala, ad esempio, il caso delle fondazioni di origine bancaria, nelle quali si è adottato il cosiddetto sistema duale di governo, che distingue tra un organo di indirizzo e controllo ed un organo di gestione, al fine di 134 stabilire una dialettica ed un migliore equilibrio tra i poteri all’interno dell’ente. Un sistema di governo che si ispira al modello duale è stato richiamato dal legislatore anche nel Regolamento (D.M. 27 novembre 2001 n. 491) che ha disciplinato le fondazioni culturali. In base a quest’ultimo, infatti, l’organizzazione dell’ente è determinata dallo statuto, che si conformerà al principio della distinzione tra organi di indirizzo, di amministrazione, di consulenza scientifica e di controllo. Per venire ad esistenza le fondazioni devono acquisire la personalità giuridica e quindi ottenere l’iscrizione nei registri delle persone giuridiche private. La Fondazione di Partecipazione costituisce un modello giuridico istituzionale innovativo, che assomma le prerogative della fondazione classica e quelle dell’associazione, così come definite dal Codice civile. Cercando un’equilibrata fusione e una sintesi dell’elemento personale delle associazioni e di quello patrimoniale delle fondazioni, questo istituto si propone l’intento di essere un “vivaio di idee e iniziative” (caratteristica propria dell’associazionismo), pur garantendo una certa stabilità dell’organizzazione nel tempo; è a oggi considerato un modello particolarmente adatto a favorire la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. La Fondazione di Partecipazione lascia all’Ente pubblico partecipante una serie di poteri strategici (indirizzo e controllo), pur nascendo come soggetto di diritto privato e quindi con (potenziali) vantaggi di natura procedurale e organizzativa. Ciò premesso la Fondazione di Partecipazione si caratterizza soprattutto in quanto: • è costituita da patrimonio di destinazione a struttura aperta; • l’atto costitutivo è un contratto plurilaterale con comunione di scopo, che può ricevere l’adesione di altre parti oltre quelle originarie, ai sensi dell’Art. 1332 del c.c.; • la struttura aperta consente la variazione del numero dei contraenti senza rendere necessaria la modifica della struttura del contratto; • possono fare parte di una Fondazione di Partecipazione Stato, Regioni, enti pubblici e privati, con il diritto di nominare i loro rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione, secondo le indicazioni dello statuto redatto nel momento costitutivo; • l’ingresso di nuove parti è garantito dalla clausola di adesione, o apertura, la quale può implicare il controllo di determinate condizioni di ammissibilità (ovviamente prima determinate nel contratto); • all’attività della Fondazione possono aderire altri soggetti in qualità di Partecipanti, in quanto contribuiscono in modo determinante alla sopravvivenza dell’Ente mediante il versamento di somme di denaro, prestazioni di lavoro volontario o attraverso la donazione di beni materiali e immateriali; • attraverso una definita composizione di Organi viene garantita la proporzionalità tra tipologia di contributo e partecipazione all’attività; • l’assetto patrimoniale della Fondazione di Partecipazione è costituito da un fondo patrimoniale (intangibile e comprensivo del fondo di dotazione), e da un fondo di gestione per l’attività. Sotto il profilo della struttura di governo, oltre agli organi tradizionali del modello fondazionale (Consiglio Generale, Consiglio di Amministrazione e Collegio dei Revisori), nella fondazione di partecipazione si rileva la presenza (possibile e non obbligatoria) di ulteriori organi (Organo di Sorveglianza, Comitato di Saggi, l’Assemblea di Partecipazione, Collegio Arbitrale). Quanto al patrimonio, esso può essere articolato in un Fondo di dotazione indisponibile e un Fondo di gestione disponibile per la gestione d’esercizio. Sotto il profilo sostanziale ciò comporta: • un patrimonio di destinazione a struttura aperta che consenta la variazione del numero dei contraenti senza rendere necessaria la modifica della struttura del contratto; 135 una particolare composizione degli organi di governo, che garantisca la proporzionalità tra tipologia di contributo e partecipazione all’attività; • la possibilità della presenza di enti pubblici territoriali sia in veste di fondatori, sia mediante propri rappresentanti nel consiglio di gestione. • la presenza di uno o più fondi di gestione generali o discrezionali, vincolati o liberi, temporanei o duraturi, aventi lo scopo di affiancare nell’assetto economico della fondazione il fondo patrimoniale in senso stretto, tali da poter raccogliere e soddisfare la domanda di partecipazione di varie tipologie e fasce economiche di donatori locali. Con riferimento a quest’ultimo punto in particolare, si nota come la partecipazione di soggetti terzi a fondi di gestione e non solo al patrimonio di dotazione, può comportare importanti vantaggi sotto il profilo del funding. Coerentemente alle caratteristiche e alle finalità istituzionali accennate, nel caso di specie si può ipotizzare la costituzione di una fondazione caratterizzata dalla presenza di un organo assembleare (tipico delle associazioni) accanto a uno o più (per l’ipotesi dell’adozione di un modello duale) organi direttivi. Più specificamente, si pensa ad un modello duale di governo con la presenza di un Consiglio Generale di Indirizzo accanto ad un più ristretto Consiglio di Amministrazione, e all’assemblea dei soci fondatori, dove: - Il Consiglio Generale d’Indirizzo è composto da alcuni membri di diritto (quali ad esempio il Presidente della Fondazione, un componente designato dall’Assemblea Generale) e da altri nominati dai fondatori all’uopo riuniti in assemblea. Esso è l’organo preposto a fornire pareri e presentare proposte circa le attività, i programmi e gli obiettivi della Fondazione, già delineati o da individuarsi, nonché sul bilancio consuntivo e preventivo. Al Consiglio Generale di Indirizzo spetta, inoltre, il compito di nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti, nonché il Presidente della Fondazione. Esso approva il bilancio di previsione (e i relativi stanziamenti) e il bilancio consuntivo; approva i programmi di attività sulla base degli atti e progetti predisposti dal Consiglio di Amministrazione; approva regolamenti inerenti l’organizzazione interna della Fondazione, il suo funzionamento, lo status dei Partecipanti; approva eventuali modifiche statutarie proposte dal Consiglio di Amministrazione; delibera lo scioglimento dell’Ente e la devoluzione del patrimonio. - Il Consiglio di Amministrazione è espressione del Consiglio Generale d’Indirizzo e ha tutti i poteri per l’amministrazione ordinaria e straordinaria della Fondazione. In particolare, delibera in merito agli obiettivi, alle iniziative e ai programmi della Fondazione proposti dal Consiglio Generale d’Indirizzo (con l’eventuale consulenza di singoli esperti o di Comitati specifici); predispone gli schemi di bilancio consuntivo e di bilancio preventivo, da sottoporre all’approvazione del Consiglio Generale di Indirizzo; delibera l’accettazione di donazioni e lasciti, nonché gli acquisti e le alienazioni dei beni mobili e immobili; dispone l’impiego dei fondi patrimoniali secondo criteri di convenienza e sicurezza di investimento; dà criteri e indicazioni in ordine all’eventuale assunzione di personale; assume le decisioni in ordine alla stipula dei contratti e delle convenzioni necessarie per lo svolgimento delle attività, nonché in ordine alla definizione dell’apparato, alle assunzioni e all’organizzazione del lavoro e a quanto necessario per la gestione; delibera criteri e disposizioni relativamente al funzionamento interno; delibera in merito alle erogazioni da effettuare per il raggiungimento delle finalità istituzionali; delibera in merito alla stipulazione di mutui e aperture di credito, nonché relativamente ad ogni altra operazione bancaria necessaria o utile per il raggiungimento delle finalità istituzionali e per il funzionamento della Fondazione; delibera in merito ad eventuali modifiche dello statuto. - L’Assemblea dovrebbe essere composta da tutti i partecipanti, qualifica riconosciuta alle persone fisiche o giuridiche, pubbliche o private e gli enti che, condividendo le finalità della Fondazione, contribuiscono alla sopravvivenza della • 136 medesima e alla realizzazione dei suoi scopi mediante contributi in denaro, annuali o pluriennali, o mediante la prestazione di un’attività, anche professionale, di particolare rilievo o con l’attribuzione di beni materiali o immateriali. L’Assemblea, quindi, formula pareri consultivi e proposte sulle attività, programmi e obiettivi della Fondazione, già delineati o da individuarsi, nonché sui bilanci consuntivo e preventivo. L’Assemblea Generale elegge un proprio rappresentante in seno al Consiglio Generale d’Indirizzo. A tali organi si aggiungerebbero il Collegio dei Revisori dei Conti con funzioni di controllo contabile, il Presidente che ha la rappresentanza legale della Fondazione, e il Segretario Generale della Fondazione, che cura l’esecuzione delle deliberazioni assunte dal Consiglio di Amministrazione e coordina le attività della Fondazione sotto l’aspetto gestionale ed organizzativo. Qualora le risorse lo consentano e la complessità organizzativa lo renda necessario, il Segretario potrebbe essere affiancato da un Direttore. 4.2.3 L’assetto organizzativo Si propone di creare per ciascuna linea strategica una Unità Operativa, concepita come un vero e proprio “strumento” della strategia e formato dagli attori con maggiori competenze, risorse e interessi diretti allo sviluppo delle stesse. In particolare, la completezza delle competenze (politico-amministrative, organizzative, economiche e scientifiche) interne all’Unità Operativa permette di realizzare un continuo raccordo tra le strategie proposte e le azioni concrete individuate nella fase di programmazione. Ciò a cui si tende è la costruzione di un sistema di coordinamento tra le dimensioni culturali, imprenditoriali e formative, che, se sviluppate in modo sinergico, possono dar vita ad un circolo virtuoso. Per distretto culturale si intende, infatti, un modello in cui la correlazione tra cultura e territorio risulta motore propulsivo per la creazione di un sistema integrato di attori e per lo sviluppo di programmi che uniscano interventi strutturali ad azioni rivolte alla rivitalizzazione economica, sociale, culturale e turistica, attraverso la partecipazione, con diversi ruoli, di tutte le componenti locali. Le Unità Operative saranno, dunque, composte da attori del tessuto sociale, culturale, politico, economico e formativo del territorio (a seconda della linea strategica loro affidata). L’obiettivo è la creazione di tavoli multidisciplinari operativi, propositivi, innovativi e problem-solving. La loro funzione è tradurre gli intenti del piano strategico in azioni tra loro coordinate, incoraggiare il dibattito e la partecipazione, creare un’agenda di incontri funzionali al raggiungimento degli obiettivi. In particolare, i compiti che tali Unità Operative sono chiamate a svolgere sono: - definizione delle azioni concrete e dei piani di lavoro per la realizzazione di ciascuna linea strategica; - monitoraggio dello stato d’avanzamento dei lavori e della coerenza tra obiettivi strategici dichiarati e azioni concrete implementate; - incoraggiamento del dibattito pubblico relativamente all’asse strategico di propria competenza e costante confronto e raccordo con le Unità Operative delle altre linee strategiche; - raccolta di nuove proposte, idee e istanze espresse da tutte le componenti del tessuto sociale all’interno di uno spazio virtuale dedicato al pensiero creativo e all’innovazione; - monitoraggio a livello nazionale e internazionale dei soggetti con cui attivare relazioni strategiche; - analisi, valutazione e proposta di realizzazione di nuovi progetti e di ottimizzazione e razionalizzazione delle iniziative già concretizzate; - azione di intermediazione tra i target e gli stakeholder di ciascun asset strategico e il Consiglio Generale; 137 - valutazione e rendicontazione periodica dello stato di avanzamento di ciascuna linea strategica; - comunicazione degli specifici progetti di ciascuna linea strategica all’Unità Operativa responsabile della comunicazione istituzionale del progetto. Di notevole importanza e dotato di un ruolo trasversale rispetto alle Unità Operative dedicate all’identità culturale, alla formazione e riconversione innovativa, sarà il gruppo dedicato alla linea strategica della comunicazione. Le Unità Operative, che insieme formano il Comitato Esecutivo, dovranno periodicamente rendicontare i risultati raggiunti, riunendosi, insieme ad un Comitato di Coordinamento (costituito dai responsabili di ciascuna Unità Operativa), nel Consiglio Generale. Consiglio Generale Comitato di Coordinamento Unità Operativa Identità culturale Unità Operativa Riconversione innovativa Unità Operativa Formazione Unità Operativa Comunicazione Comitato Esecutivo 4.2.4 Piano di sostenibilità A partire dal piano strategico, dagli obiettivi dichiarati e dai progetti che ciascuna Unità Operativa si propone di realizzare, si definiscono il piano economico-finanziario e le ipotesi di copertura, allo scopo di verificare la sostenibilità dell’intero progetto, sia nella sua fase di start up, sia in quella di gestione, all’interno di una prospettiva temporale pluriennale. In particolare, una volta definito il fabbisogno finanziario del soggetto gestore, si individuano le fonti di finanziamento esterno e il relativo piano di fundraising. Tali fonti di finanziamento possono essere così suddivise: finanziamenti dalla pubblica amministrazione, tramite la diretta partecipazione al soggetto gestore o attraverso risorse provenienti da fondi pubblici; fondi strutturali europei; finanziamenti da fondazioni bancarie, tramite la diretta partecipazione al soggetto gestore, o attraverso risorse provenienti da bando o extra-bando; finanziamenti da imprese, o da altri soggetti (camera di commercio, fondazioni, agenzie di sviluppo, associazioni, ecc.); finanziamenti da persone fisiche, tramite donazioni o eventuali quote associative. All’interno dello statuto del soggetto gestore si rende necessario definire i termini della partecipazione sia di coloro che entrano a far parte della struttura di governo, sia dei soggetti sostenitori, secondo quanto previsto dalla strategia di fundraising. 138 Per quanto concerne la strategia di fundraising, il soggetto gestore dovrà porsi quale ente in grado di catalizzare le energie e le risorse del territorio, e non solo, attorno ad uno scopo culturalmente e socialmente condiviso di sviluppo diffuso e integrato. Quello del fundraising è un approccio professionale, strategico, metodologico, rivolto al reperimento di risorse umane, strumentali ed economiche per la realizzazione di obiettivi comuni. Nel caso del soggetto gestore, fin dal suo avviamento ognuna di queste tipologie di risorse potrà portare un contributo fondamentale di tipo simbolico, prima ancora che economico, generando diversi livelli di appartenenza, copartecipazione, impegno da parte di diversi soggetti e interlocutori. La sostenibilità del progetto, infatti, passa attraverso un meccanismo inclusivo capace di coinvolgere tutti i mercati della raccolta fondi, da quello pubblico a quelli privati, delle imprese, dei privati cittadini e delle fondazioni bancarie. Al tempo stesso, l’ambito di operatività della raccolta fondi potrà collocarsi tanto sul piano locale, che su quello regionale e nazionale, così come su quello sovranazionale. Un così vasto orizzonte di possibilità richiede un approccio strategico di breve, medio e lungo periodo, con la progressiva strutturazione di un’area specificamente dedicata a tale attività, da inserire all’interno dell’organigramma. La sua importanza dipende dal fatto che il successo della raccolta fondi in termini di entrate finanziarie è nella maggior parte dei casi direttamente proporzionale all’impegno dell’area a questo dedicata. Fondamentale sarà anche la sinergia tra l’area dedicata alla strategia della raccolta fondi con le attività di comunicazione e di rendicontazione: le prime fondamentali per rivolgersi al vasto panorama degli stakeholder del progetto del distretto culturale evoluto, le seconde per fidelizzare e accrescere nel tempo, in un’ottica di trasparenza, la fiducia e la partecipazione. Dal punto di vista internazionale, sarà altresì importante creare specifiche categorie di partnership rivolte ad altre città, università, istituzioni internazionali, che potranno apportare al progetto non tanto risorse economiche, quanto capitale relazionale e reputazionale. 4.2.5 Sistema di accountability L’equilibrio gestionale e, conseguentemente, quello economico-finanziario devono trovare evidenza all’interno di un sistema di accountability, in grado di rendicontare, secondo un approccio triple bottom line, non solo il risultato economico diretto e indiretto generato nel territorio di riferimento, ma anche l’impatto sociale ed ambientale. Obiettivo del sistema di accountability è dimostrare la coerenza delle azioni poste in essere rispetto alla mission dell’intero progetto e rispondere, secondo le più avanzate forme di rendicontazione, alle esigenze degli stakeholder interni ed esterni. In particolare, tale sistema si pone obiettivi di: • trasparenza amministrativa, gestionale e istituzionale per favorire l’accesso alle informazioni e la conoscenza del proprio funzionamento e della propria gestione, per facilitarne la comprensione, per promuoverne la condivisione per aumentare la fiducia e la partecipazione; • sostenibilità degli obiettivi del progetto e del contesto in cui si realizza il distretto, • sviluppo umano, per esprimere l’impegno del soggetto gestore nella costruzione di capacità di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. In accordo con quanto espresso, accanto ai documenti di rendicontazione economicofinanziaria, si intende dotare il soggetto gestore di un bilancio di missione. La rendicontazione dimostra la capacità del soggetto gestore di creare valore sul territorio e diviene, infine, parte integrante del processo di comunicazione verso i 139 soggetti e le entità a vario titolo coinvolti e coinvolgibili nel progetto, anche in un’ottica fundraising oriented. Come anticipato nel paragrafo dedicato alle mansioni delle Unità Operative, esse diventano parte del processo di rendicontazione, per quanto attiene ai progetti di cui sono responsabili e alle azioni da loro implementate. Per tale ragione, si rende necessario definire, all’interno del sistema di accountability, una serie di indicatori in grado di sintetizzare, oltre all’efficacia e all’efficienza gestionali, le dimensioni tipiche del distretto culturale evoluto, ovvero: Qualità dell’offerta culturale Capacitazione e formazione della comunità locale Sviluppo imprenditoriale Attrazione di imprese esterne Attrazione del talento esterno Gestione delle criticità sociali Sviluppo del talento locale Partecipazione dei cittadini e della comunità locale Qualità della governance locale Qualità della produzione delle conoscenze Network interno Network esterno 4.2.6 Piano di azioni Si indicano di seguito le macroazioni per la costituzione dell’organo di gestione, secondo l’ordine di priorità. • Individuazione della forma giuridica del soggetto gestore. • Presentazione del progetto del distretto culturale evoluto e attività di sensibilizzazione e di coinvolgimento degli stakeholder principali del territorio. • Definizione del sistema di governance e individuazione dei soggetti che si intende coinvolgere nella struttura di governo. • Definizione della struttura organizzativo - gestionale. • Definizione del piano economico – finanziario e del relativo piano di copertura. • Definizione del sistema di accountability. • Attività continuativa di networking interno e esterno. • Definizione del piano di comunicazione dell’organo di gestione. 140 4.3 LO SVILUPPO DELLE LINEE STRATEGICHE Ciascuna linea strategica viene sviluppata nel modo seguente: LINEE STRATEGICHE DI INTERVENTO MOTIVAZIONE ALLA BASE DELLA LINEA STRATEGICA OBIETTIVI SPECIFICI CHE LA LINEA STRATEGICA SI PROPONE DI SODDISFARE EFFETTI DESIDERATI – POSIZIONAMENTO IDENTIFICATO PROGETTO CHIAVE AZIONI COLLEGATE ALLO SVILUPPO DELLA LINEA STRATEGICA SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI COINVOLTI TEMPO DI ESECUZIONE STRATEGIA DI FUNDRAISING Nei prossimi paragrafi si descrive ciascuna linea strategica, seguendo lo schema sopra riportato. 141 4.3.1 Verso il distretto culturale evoluto piceno: l’identità culturale 4.3.1.1 Linea strategica di intervento La valorizzazione dell’identità culturale del Piceno è uno dei momenti fondanti del processo di pianificazione strategica del distretto culturale evoluto. L’analisi interna del contesto Piceno ha reso possibile una declinazione dell’identità culturale grazie ad una fase conoscitiva articolata su più livelli. Alla ricognizione dei principali attori del sistema, dei punti di offerta, delle realtà produttive e di una loro mappatura georeferenziata, ha fatto seguito l’analisi dinamica dei fenomeni in atto, che ha evidenziato le criticità e le potenzialità espresse dal territorio. Da tale analisi, è emerso, quale elemento di connessione tra i fenomeni sociali e produttivi all’interno dell’ambito territoriale e chiave di lettura dell’identità culturale Picena, il paesaggio. Il concetto di paesaggio descrive un sistema complesso che fa riferimento alle componenti ambientali, storiche, artistiche, architettoniche, produttive del paesaggio. E’ necessario distinguere due dimensioni del paesaggio tra loro strettamente complementari: il paesaggio come elemento di fondo e come sistema relazionale. Il paesaggio come elemento di fondo è la base territoriale dei sistemi sociali e, quindi, dell’evoluzione del processo socio-economico; è la dimensione materiale del processo stesso. In quanto tale, esso contiene e manifesta apertamente i segni che tale processo comporta nel cambiamento dell’ambiente. Quale elemento di fondo, il paesaggio è, dunque, carico di segni e di messaggi di appartenenza, che vengono espressi come il riflesso di scelte e di valori presenti nella sua comunità. Oltre questa dimensione, il paesaggio può essere inteso come elemento di flusso, come un sistema relazionale dinamico in continua evoluzione, ove gli individui e le organizzazioni effettuano atti economici e sociali, quali produzione, consumo e scambio di materia e informazioni. Le azioni e i processi che in esso hanno luogo non solo danno una conformazione unica al paesaggio, ma prevedono una tipica organizzazione del sistema locale. In termini relazionali, infatti, il modello di organizzazione spaziale del sistema paesaggio deve corrispondere ad un progetto funzionale e di governance. In tal senso, l’organizzazione del sistema di relazioni tra società, ambiente ed economia è il presupposto per la creazione di valore nel sistema che, in base al paradigma del distretto culturale evoluto, pone la cultura al centro. In termini di pianificazione, tale sistema si contraddistingue per la combinazione di elementi top-down (derivanti da processi istituzionali normativi) e bottom-up (derivanti da processi di auto-organizzazione delle comunità) ed entrambi gli elementi scaturiscono da un comune e sedimentato schema identitario. La seconda caratteristica identitaria del territorio sarà il design. In un territorio ancora prevalentemente legato al settore manifatturiero, l’investimento in tale ambito favorisce un riorientamento del tessuto economico verso la declinazione più avanzata del settore dei servizi, proponendo il design non solo di prodotti, ma di processi. Il design, grazie alla sua pervasività dei settori interessati, sarà occasione di confronto tra le filiere produttive del territorio per una loro integrazione orizzontale, secondo il modello del distretto culturale evoluto. Infine, oltre ad essere un linguaggio internazionale, rappresenta l’area di intersezione tra le due principali vocazioni emerse dall’analisi del territorio: la formazione e la riconversione innovativa. 4.3.1.2 Motivazione alla base della linea strategica In un contesto di crescente competitività proprio della nuova società globale e dell’Europa unita, si determina, con forza crescente, un confronto su base locale sempre più centrato sulle specificità del contesto locale, come luogo di relazioni, dove lo spazio e il tempo sono fonti di memoria e di riconoscimento identitario. Questo ha modificato i termini della competizione, sempre più legata alle componenti materiali ed immateriali intrinseche agli ambiti territoriali. Essere competitivi, oggi, significa creare 142 forme sostenibili e condivise di sviluppo, puntando sull’uso delle risorse che il territorio esprime e sui suoi caratteri identitari. 4.3.1.3 Obiettivi specifici O1 Attrazione giovanile L’attrazione giovanile è connessa allo sviluppo territoriale ed è un tema trasversale che tocca le politiche formative, quelle sociali e quelle culturali. La predisposizione di misure e incentivi atti a favorire nei giovani residenti la sensibilità alla partecipazione culturale, unite alla possibilità di realizzare in prima persona iniziative di valore culturale pubblico nel proprio territorio, accresce la propensione dei giovani a legarsi al proprio habitat. La costruzione di un ambiente così sensibile e ricettivo influisce anche sul livello di formazione e di socializzazione fungendo da catalizzatore dei processi di apprendimento. In virtù di queste peculiarità è possibile incrementare il tasso di attrattività giovanile e del talento giovanile. O2 Identità culturale: cambiamento nella continuità Il cambiamento e la continuità rappresentano i due aspetti complementari dell’approccio necessario nei confronti del paesaggio. La sensibilizzazione alle tematiche e problematiche del paesaggio ha portato alle azioni di tutela e conservazione delle risorse ambientali, riproducibili e non, che costituiscono il capitale naturale del territorio. La memoria e la continuità dei beni naturali è complementare agli interventi di riqualificazione degli edifici di valore storico o di nuova produzione (capitale fisico). Dalla valorizzazione di entrambi tali aspetti permette la crescita del capitale sociale e umano in termini di aumento di attività e relazioni, apprendimento e informazioni va, invece, continuamente costruita. Un esempio è la riconversione di spazi di archeologia industriale: le azioni di tutela e recupero di edifici storici si fondono con la creazione di spazi polifunzionali dove si produce, si diffonde e si consuma cultura. 4.3.1.4 Effetti desiderati E1: Aumento dell’attrattività del territorio La sensibilizzazione nei confronti del paesaggio, la riconversione creativa dell’archeologia industriale contribuiscono all’aumento della qualità della vita nel territorio e conseguentemente sulla sua attrattività. Ciò influisce sul grado di competitività territoriale del contesto Piceno che, in questi termini, diventa luogo vivace e vitale per i residenti, accreditandosi, come tale anche verso l’esterno. L’importanza di questo effetto sta nella visione di sviluppo economico locale attenta alla qualità della vita dei suoi abitanti versus il modello di valorizzazione del patrimonio a fini turisticoricreativi, un approccio, quest’ultimo, che non presenta margini di sostenibilità e di condivisione della comunità residente. E2: Aumento della partecipazione attiva della collettività Condizioni favorevoli di accesso alla cultura rappresentano sia una condizione necessaria sia un contesto di sperimentazione per innovative forme di sviluppo condiviso del territorio. Un’offerta culturale, che risponde ai bisogni espressi e inespressi del territorio, offre momenti di riflessione, di crescita culturale e di confronto per l’arricchimento personale delle conoscenze e delle competenze accessibili alla comunità (capitale umano) che hanno poi una ricaduta essenziale per il capitale sociale. La partecipazione attiva prevede, peraltro, la promozione di misure speciali per favorire l'espressione culturale dei giovani che, in contrapposizione a un passivo “ricevere cultura” dalle istituzioni. E3: Sensibilizzazione alle tematiche e problematiche del paesaggio La rilevanza data al tema del paesaggio punta alla sensibilizzazione e educazione della comunità rispetto alla sostenibilità ambientale e al valore del capitale ambientale 143 e fisico del territorio. Il “paesaggio” è inteso come elemento culturale, oltre che di valore economico, per un crescente senso di appartenenza della comunità al territorio che si traduce in rafforzamento dell’identità e della coesione sociale. E4: Posizionamento nazionale ed internazionale del territorio piceno Stabilito che il paesaggio e il design diventino i fili conduttori delle iniziative di valorizzazione dell’identità culturale del Piceno, tale approccio deve tradursi in una strategia in grado di veicolare la cultura locale producendo effetti a duplice valenza, interna ed esterna. L’efficacia interna della promozione ha come effetto principale la cognizione del senso di appartenenza ad un insieme di valori condivisi, che lungi da fungere come una mera certificazione, diviene fonte di conoscenza del territorio e fonte di coesione sociale. L’intensità della promozione ha, inoltre, effetti verso l’esterno con risultati sul grado di posizionamento nazionale ed internazionale del contesto Piceno. 4.3.1.5 Progetti chiave PC1 L’Officina culturale, una dismissione creativa ad Ascoli Piceno L’Officina culturale rappresenta non solo uno dei progetti della linea strategica Identità culturale, ma diviene la sede del soggetto gestore del distretto culturale evoluto e il punto di convergenza di tutte le attività culturali, formative ed economiche del progetto di sviluppo integrato del territorio piceno. La ricerca e la sperimentazione di interventi di trasformazione e riqualificazione stanno acquistando un peso crescente nella pianificazione strategica su scala locale. Il processo di riconversione degli spazi dismessi assume una forte valenza simbolica per il paesaggio, nella sua duplice accezione di struttura del territorio e di contesto dei flussi delle attività e delle relazioni. Vecchie fabbriche e laboratori abbandonati, privi di attività e dall’identità dimenticata, diventano contenitori di nuove imprese creative ridefinendo la specializzazione economica del paesaggio e costringendo gli attori del territorio e le istituzioni a confrontarsi con un sistema economico che non è più quello industriale e che vede come protagonista la cultura. Gli obiettivi primari del progetto sono: • creare un polo di ricerca, di sperimentazione e di produzione, impegnato nello sviluppo culturale • creare un luogo dove i cittadini, ed in particolare i giovani, possono essere produttori protagonisti oltre che fruitori della produzione culturale. Nel territorio piceno è in corso la mappatura degli edifici di archeologia industriale; dal momento che non è ancora stato individuato lo spazio più idoneo si indicano le linee guida per un tale progetto in base a 5 macroaree: 1. spazio architettonico 2. significato simbolico 3. programmazione culturale 4. modello gestionale 5. strategie di comunicazione e fundraising 1. spazio architettonico Rispetto allo spazio architettonico le variabili da considerare sono la collocazione nel tessuto urbano e le dimensioni dello spazio. Se da un lato, molti dei centri culturali dismessi sono collocati nel cuore della città a rimarcare la funzione di snodo dei flussi di relazioni che avevano assunto in passato; dall’altro, si assiste in Europa – come è stato messo in evidenza dal network internazionale Trans Europe Halles – al fenomeno della “ruralizzazione” di tali centri. Sempre più spesso questo tipo di iniziative sorgono nelle periferie o nei piccoli centri per motivazioni legate sia al contesto di insediamento sia al progetto culturale che si intende realizzare. Nei piccoli centri o ai margini delle aree metropolitane sono più numerosi gli spazi abbandonati che possono essere riqualificati, è più facile instaurare un legame forte con una piccola comunità rispetto 144 agli abitanti di una città che, da questi nuovi centri di produzione culturale, possono ricevere stimoli che il loro territorio, altrimenti, offrirebbe in misura limitata. Per quanto riguarda le dimensioni, la riqualificazione degli spazi abbandonati è una scelta che riguarda sia grandi complessi industriali sia spazi limitati a poche centinaia di metri quadrati, in funzione delle iniziative svolte e del numero di soggetti che vi operano. Nella fase di ristrutturazione architettonica si è verificata l’importanza di non vincolare il progetto culturale alla metratura dello spazio, ma di rendere quest’ultimo flessibile a un uso polifunzionale che può cambiare nel tempo. Gli spazi pubblici e privati sono alternati in modo da permettere sinergie tra i professionisti che vi lavorano e fa favorire gli incontri con le persone che li visitano. In base ai casi internazionali analizzati, inoltre, emerge l’importanza di prevedere anche spazi di residenza per artisti e professionisti che potranno essere ospitati nel centro. 2. significato simbolico La connotazione identitaria di questi spazi deriva dal fatto di rendere visibile alla comunità il passaggio dall’economia industriale a quella postindustriale. Dove le generazioni precedenti lavoravano per la realizzazione di prodotti in serie ora si producono idee, servizi e cultura. La rivoluzione culturale avviene in questo modo con un cambiamento in continuità con le vocazioni produttive del territorio. L’Officina culturale, per le sue molteplici valenze e perchè sede dell’organo gestore, rappresenterà il fulcro simbolico del progetto del distretto culturale evoluto. 3. programmazione culturale L’Officina culturale deve essere un luogo polifunzionale per l’espressione del talento e, in particolare, della creatività dei giovani, orientato all’interdisciplinarietà delle forme e delle espressioni creative. Gli spazi dedicati all’Officina culturale sono pensati per un utilizzo misto che da un lato prevede un’attività di produzione e dall’altro un’attività di accesso e attivazione della popolazione residente, creando di fatto opportunità sia dal punto di vista della creazione di contenitori culturali dalle formule innovative, ma anche come laboratori di formazione e coinvolgimento. La produzione culturale del centro sarà resa visibile e condivisa attraverso l’organizzazione di eventi rivolti a rendere partecipe la cittadinanza. Il design sarà il comune denominatore delle attività del centro che avrà, così, fin dall’inizio una forte connotazione identitaria. La formazione continua sarà, invece, l’approccio che caratterizzerà le attività e gli eventi culturali: • saranno privilegiate le attività culturali e imprenditoriali con un forte orientamento all’innovazione e alla formazione continua; • nella programmazione degli eventi, avranno particolare importanza laboratori, workshop e seminari. L’officina culturale potrà ospitare, ad esempio: studi di progettazione e modellazione di prototipi, studi di architettura, grafica e comunicazione, laboratori dell’Università, workshop internazionali di design con le università del CUP e con tutti gli enti di formazione con cui il CUP attiva relazioni e partnership laboratori informatici, spazi per convegni e per seminari, biblioteca e archivio di ricerca strategica, residenze per artisti e professionisti nel settore del design. Un ruolo di coordinatore e di riferimento per l’Officina culturale sarà svolto dall’Università, in particolare attraverso il Consorzio Universitario Piceno, come ente di collegamento tra il mondo della formazione e quello dell’impresa e del lavoro. La 145 selezione dei soggetti che avvieranno la loro attività nel centro potrà avvenire in base a: • conclusioni della mappatura dei bisogni formativi del territorio attualmente in corso; • bando a invito delle industrie culturali e creative del territorio. L’apertura internazionale del centro sarà assicurata da: • ingresso nelle reti internazionali che operano per lo scambio di buone pratiche e la condivisione di competenze tra gli spazi riqualificati per la produzione culturale e le industrie creative (Trans Europe Halles e Art Factories) • partecipazione al network di centri di alta formazione come (Cumulus, International Association of Universities and Colleges of Art, Design and Media) • un programma di residenze di designer provenienti da altri paesi. La residenza di artisti e professionisti rappresenta un’iniziativa per ampliare la possibilità di scambio di idee, la creazione di sinergie e, per la loro durata, la garanzia di un ricadute significative delle attività del centro per il territorio. Si ritiene strategico che l’apertura al pubblico dello spazio avvenga in occasione della prima edizione del festival del design così da connotarlo, fin dall’inizio, come spazio pubblico e condiviso per lo sviluppo del territorio. 4. modello gestionale Per quanto concerne l’assetto organizzativo e gestionale dell’Officina culturale, le competenze, i ruoli e l’organico necessari per la sua gestione e il suo corretto funzionamento saranno definiti a seguito dell’individuazione dello spazio oggetto della riconversione e delle attività che si svolgeranno al suo interno. L’Officina culturale potrà essere gestita dall’Unità Operativa “Identità culturale” e divenire sede del soggetto gestore dell’intero progetto del distretto culturale evoluto piceno. Si indicano di seguito le principali figure di cui si dovrà dotare l’organigramma dell’Officina culturale: - personale scientifico - personale amministrativo e personale tecnico - personale dedicato a laboratori, programmi didattici e di formazione - responsabile comunicazione istituzionale e relazioni istituzionali - responsabile ufficio stampa locale e nazionale e comunicazione eventi - responsabile attività di fundraising e marketing Tra i diversi progetti realizzati dalle Unità Operative, l’Officina culturale è quello caratterizzato dalla più ampia partecipazione di soggetti pubblici e privati, profit e non profit, in accordo con la volontà di rendere tale spazio il centro simbolico del distretto culturale evoluto piceno, in cui cultura, economia e formazione si incontrano per arricchirsi reciprocamente e creare valore per il territorio e la società. 5. strategie di comunicazione e fundraising L’Officina culturale avrà una propria identità comunicativa completa, coordinata con quella dell’organo di gestione: con un proprio naming, marchio e strumenti di identità coordinata. Il sito internet sarà lo strumento principale di informazione e promozione per la visibilità e la facilità di aggiornamento che assicura. Si propone di indire un concorso di idee rivolto agli studenti di tutte le facoltà delle Università del territorio piceno per una proposta grafica e per il naming dello spazio da riqualificare. Si intende in questo modo coinvolgere e far accrescere il senso di appartenenza, fin da subito, dei giovani al progetto rispetto al quale sono chiamati a dare il loro contributo. Tra le esperienze europee analizzate, molti centri hanno compreso l’importanza strategica dell’inserimento all’interno di network internazionali, che sono in grado di proiettare anche le realtà più locali in una prospettiva internazionale e contribuiscono in maniera significativa alla crescita della singola istituzione, sia da un punto di vista artistico-progettuale che tecnico-manageriale. 146 In questa tipologia di centri culturali, i sistemi di fundraising non raggiungono, in generale, un livello di strutturazione paragonabile alle realtà museali internazionali. Rappresentano delle eccezioni i casi anglosassoni che si distinguono per l’utilizzo di strategie di raccolta fondi articolate, come Arnolfini, che nel 2005 ha varato un piano di corporate membership e sponsorship per il coinvolgimento dei privati, e Fire Station, che si è dotata di un piano strategico al fine di rendere partecipe la popolazione delle proprie linee d’azione. È significativo, inoltre, il caso di Zo - Centro Culture Contemporanee, situato nell’ex raffineria di zolfo di Catania, nato grazie ad un finanziamento per l’imprenditoria giovanile e oggi completamente autonomo avendo sviluppato al suo interno alcune società for profit (ZoMedia, ZoSound, Zo.Meeting, ZoFood). La sostenibilità del centro sarà garantita a tre livelli. 1. Il soggetto gestore del progetto del distretto culturale evoluto avrà sede nel centro e finanzierà parte dei costi della struttura. 2. Le attività presenti nel centro dovranno tendere esse stesse al proprio sostegno tramite le iniziative realizzate. Anche i soggetti che non hanno entrate economiche dirette perché impegnate, ad esempio, nella ricerca, potranno offrire servizi di consulenza per lo sviluppo delle imprese del territorio. Il centro rappresenterà così un laboratorio a cui le aziende potranno rivolgersi per commissionare progetti che avranno un corrispettivo con il finanziamento dei costi della struttura relativi in particolare alla formazione e alle residenze, non sostenibili autonomamente. In questo modo la sostenibilità del centro diventa, non un vincolo, ma un’occasione importante di collegamento con i soggetti e i bisogni del territorio e la garanzia di un’attività continuativa per il centro. Le attività di ristorazione, di affitto degli spazi e di organizzazione di convegni, gestite direttamente o concesse a terzi, consentiranno altre entrate. 3. Per l’importanza del progetto per il territorio, i potenziali sostenitori sono sia le fondazioni bancarie sia le imprese. Le fondazioni bancarie rappresentano un mercato del fundraising privilegiato rispetto a altre regioni in Italia sia per il loro numero sia per la loro crescente predisposizione a donare nel settore della cultura. La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno (CARISAP) presenta un’attività programmatica ed erogatrice fortemente radicata sul territorio, che trae origine dal mandato a produrre e a sostenere la produzione di beni pubblici locali di indubbia utilità sociale. Dalla lettura del Bilancio di Missione 2005 (consultabile online sul sito della Fondazione) è possibile ricostruire un rendiconto analitico delle attività svolte. Il monte erogazioni sostenuto nel 2005 è pari a 2.883.100 euro, 998.600 dei quali destinati al settore “Arte, attività e beni culturali”. Tabella 10 – Importo delle erogazioni per settore di intervento. SETTORE DI INTERVENTO IMPORTO Arte, attività e beni culturali Assistenza anziani Attività sportiva Educazione, istruzione e formazione Ricerca scientifica e tecnologica Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa Sviluppo locale Volontariato, filantropia e beneficenza 988.600,00 24.500,00 92.500,00 537.000,00 210.000,00 536.000,00 81.500,00 413.000,00 TOTALE Fonte: CARISAP - Bilancio di Missione 2005 2.883.100,00 Secondo l’importo delle erogazioni per settore di intervento, nelle prime due 147 si collocano “Arte, attività e beni culturali” e “Istruzione” che raccolgono, rispettivamente, il 34% ed il 19% delle risorse erogate. La veste giuridica dei beneficiari che ricevono maggiori erogazioni sono enti pubblici, a cui seguono le associazioni e le fondazioni. Appare, dunque, evidente che la Fondazione CARISAP rappresenta uno stakeholder finanziario primario per lo sviluppo del territorio, in base al framework su cui poggia il distretto culturale evoluto. Le Fondazioni bancarie nelle Marche: • Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno • Cassa di Risparmio di Fabriano • Cassa di Risparmio di Fano • Cassa di Risparmio di Fermo • Cassa di Risparmio di Jesi • Cassa di Risparmio di Loreto • Cassa di Risparmio di Macerata • Cassa di Risparmio di Pesaro Si evidenzia, inoltre la possibilità di coinvolgere anche le fondazioni bancarie dell’Abruzzo sia per la contiguità della provincia di Ascoli Piceno sia per il numero di universitari iscritti alle Università del territorio provenienti da questa regione. Le Fondazioni bancarie in Abruzzo: • Cassa di Risparmio di Chieti • Cassa di Risparmio di L’Aquila • Cassa di Risparmio di Pescara e L’Aquila • Cassa di Risparmio di Teramo Per quanto riguarda le imprese, l’Officina culturale sarà un’occasione per raccogliere gli interessi e valorizzare le relazioni già in essere a partire dalle attività del Consorzio Universitario Piceno. Oltre alle imprese che già hanno aderito al Consorzio per lo Sviluppo dell’Industrial Design, potranno essere coinvolte le aziende attive in specifici settori attinenti il tema del design, della cultura e del paesaggio: - della cultura e del design • industrie culturali: film, video, televisione e radio, video giochi, musica, editoria • industrie creative: design, architettura, pubblicità - del paesaggio e dell’ambiente • sostenibilità ambientale, energie rinnovabili • alimentazione biologica • manifatturiero. PC2 Festival/Biennale del design La Facoltà di Architettura dell’Università di Camerino, Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell’Ambiente, con il corso di laurea in disegno industriale e ambientale, ha elaborato uno studio di fattibilità per definire il progetto di una manifestazione biennale dedicata al design nella città di Ascoli Piceno. Si riportano di seguito le principali motivazioni individuate a sostegno del progetto. La Biennale del Design Perché una Biennale del Design? La manifestazione si pone come occasione di coinvolgimento di molteplici attori in un confronto aperto e costruttivo sul design come “motore d’innovazione” di fronte alle sfide della globalizzazione, nella consapevolezza che per affrontarle con successo è necessario creare sempre nuove opportunità di dialogo tra mondo della formazione e della ricerca, mondo imprenditoriale e istituzionale, al fine di lavorare sinergicamente su obiettivi condivisi e sostenibili di sviluppo. La biennale è una manifestazione cha ha una dimensione territoriale diffusa che per questo ha ricadute positive non solo sul centro principale di riferimento ma in un 148 contesto molto più allargato. Il progetto intende costituire un “incubatore permanente di dee e progetti a sostegno dell’innovazione guidata dal design” che si propone di lavorare con continuità allo sviluppo del programma di promozione e confronto della cultura del design, con particolare attenzione alla valorizzazione della dimensione locale e alla costruzione di un network di relazioni nazionali e internazionali. Perché una Biennale di Design nelle Marche? • motivazione storica: cultura imprenditoriale diffusa con una presenza di numerose imprese “design-oriented” • motivazione geografica: posizione al centro dell’Italia • motivazione strategica: costituire un polo del design alternativo rispetto al primato conteso tra Milano e Torino Perché una Biennale di Design ad Ascoli Piceno? Ascoli Piceno è l’unica scuola pubblica di disegno industriale di livello industriale nelle Marche. La partecipazione al progetto del Corso di Laurea in Disegno industriale e Ambientale (DISIA) della facoltà di Architettura di Ascoli Piceno non solo facilità le connessioni con la rete di soggetti nazionali e internazionali che operano nel design, ma consente di avvalersi con continuità del lavoro di ricercatori, docenti e giovani designer qualificati. A chi è destinata? Imprese, designer, studenti e scuole di design, tutti gli operatori del territorio, testate di settore Sostenibilità Al fine di riuscire a reperire i necessari fondi per la realizzazione dell’iniziativa, il Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell’Ambiente (ProCAm) della Facoltà di Architettura si è impegnato a realizzare uno studio di fattibilità entro settembre 2007. Si propone, per la fattibilità del progetto, di considerare l’opportunità di realizzare le prime edizioni con un format più simile a quello del festival, per privilegiare i momenti di confronto e discussione con la cittadinanza e gli esperti nel settore, rispetto a quelli di esposizione di opere e manufatti. In considerazione delle caratteristiche identitarie e culturali del territorio piceno, si ritiene opportuno stringere un legame tra il tema del paesaggio, spesso protagonista nell’offerta culturale del contesto di riferimento, e la manifestazione dedicata al design. Le motivazioni a sostegno dell’ipotesi di creare collegamenti tra i due temi del design e del paesaggio sono: • continuità nel cambiamento. Coniugare in uno stesso contesto il tema del paesaggio e del design è già un’idea insita nel programma di “Saggipaesaggi”. Paesaggio e design sono due aspetti complementari anche per il Corso di Laurea che si intende coinvolgere (Corso di Laurea in Disegno industriale e Ambientale). • innovazione. Il design del paesaggio è una nuova disciplina che affronta, in modo trasversale, architettura, urbanistica, design e arte. • distinzione. Torino nel 2008 sarà capitale mondiale del design, Milano ha un denso programma di appuntamenti e progetti in questo settore, così come Roma. Come sottolineato nell’originale progetto per la Biennale del Design, la manifestazione sarebbe caratterizzata da un forte legame con il territorio. Tuttavia, si ritiene che il “festival del design del paesaggio” possa rappresentare effettivamente un’alternativa alle iniziative già in corso, collegando l’evento al territorio non solo dal punto di vista del format, con una estesa diffusione delle iniziative, ma anche per i temi affrontati. Tali considerazioni trovano riscontro, all’interno dello studio di fattibilità sulla biennale del design, nell’individuazione del tema della prima edizione della manifestazione, responsabilità sociale e sostenibilità ambientale, e del suo titolo “Sustainable & 149 Responsible Design”. Il tema principale si articolerà, a sua volta, in quattro ambiti di intervento del design, ovvero: design per i bisogni reali, design per la salute e la sicurezza, design per l’inclusione, design per l’ambiente. 4.3.1.6 Azioni collegate allo sviluppo della linea strategica Si indicano di seguito le macroazioni per la linea strategica “identità culturale” secondo l’ordine della loro priorità. - Macro azioni per l’implementazione del progetto dell’Officina culturale: • individuazione dello spazio da riqualificare; • definizione delle attività svolte all’interno dello spazio e delle funzioni che dovrà assolvere; • elaborazione del progetto architettonico di riqualificazione dell’area secondo le attività e le funzioni individuate; • definizione delle linee guida per la selezione delle attività del centro (formazione, industrie culturali, industrie creative, ecc.); • elaborazione del bando per la selezione dei soggetti che con le loro attività occuperanno lo spazio, indetto dall’Organo di gestione e dal Consorzio Universitario Piceno; • attività di networking interno ed esterno; • programmazione dell’evento di apertura dello spazio con il festival del design (o festival del design del paesaggio); • programmazione degli eventi del centro. - Macro azioni per l’implementazione del progetto festival del design o del festival del design del paesaggio: • analisi delle conclusione del piano di fattibilità per la biennale del design, attualmente in corso; • definizione delle modalità e dei contenuti della manifestazione; • valutazione della coincidenza tra le finalità e il programma del festival saggipaesaggi e quelli del festival del design; • definizione delle date e delle location; • piano di fundraising; • piano di comunicazione del festival; • networking interno e esterno; • prima fase di sensibilizzazione della cittadinanza, in particolare degli studenti, rispetto alla manifestazione per assicurarne la partecipazione; • formazione dei volontari; • piano dettagliato degli aspetti organizzativi. 150 4.3.2 Verso il distretto culturale evoluto piceno: riconversione innovativa 4.3.2.1 Linea strategica di intervento La “strategia di Lisbona”, approvata dal Consiglio dell’Unione Europea nel marzo del 2000, si prefigge di rendere l’Europa, entro il 2010, “l’economia basata sulla conoscenza più dinamica e competitiva al mondo”. La presente linea strategica mira di fatto ad agganciare la provincia di Ascoli Piceno a questo obiettivo, in modo che, da una parte, il tessuto socio-economico provinciale contribuisca attivamente al suo raggiungimento, e, dall’altra, il territorio, i suoi cittadini e le sue aziende possano beneficiare appieno delle opportunità offerte dall’operare in un contesto allargato che mira a raggiungere tali risultati. “Riconversione innovativa” fa riferimento all’obiettivo di favorire tutti quei processi che possono contribuire al passaggio ad un’economia basata sulla conoscenza. Questa necessità si riferisce in primo luogo alla vocazione principale delle attività produttive ascolane, vale a dire la manifattura, spesso concentrata su settori tradizionali (cuoio e calzature, tessile-abbigliamento, agroindustria), che negli ultimi decenni hanno conosciuto una flessione sia nella capacità di creare ricchezza che in quella di generare occupazione. Il contenuto della linea strategica non va però verso un abbandono o un superamento di tali settori, in quanto se ne riconosce l’alto valore sociale, l’intimo legame con le peculiarità culturali e storiche del territorio e, soprattutto, la loro capacità di caratterizzare l’economia e la produzione di beni e servizi del territorio piceno attraverso quei fattori (conoscenze tacite, cultura locale, ecc.) che li rendono unici. Ciò che si intende favorire riguarda piuttosto la rigenerazione e la ridefinizione delle modalità produttive e dei prodotti tradizionali, attraverso una maggiore integrazione con il mondo universitario e della ricerca, e, più in generale, attraverso la diffusione di una cultura aperta all’innovazione a tutti i livelli della società e del management delle imprese, in cui la creatività sia valorizzata e promossa a vantaggio di una maggior produzione di ricchezza. 4.3.2.2 Motivazione alla base della linea strategica Il contesto economico mondiale attuale impone la riconversione innovativa al fine di salvaguardare la competitività di un territorio. In virtù del processo di globalizzazione dei mercati, infatti, la produzione materiale dei beni è ineluttabilmente destinata a spostarsi verso luoghi caratterizzati da basso costo del lavoro. Diventa, quindi, essenziale puntare su fattori diversi per mantenere quote di mercato. In questo contesto, è chiaro il ruolo-chiave giocato dall’innovazione, cioè la produzione, l'assimilazione e lo sfruttamento con successo delle novità in campo economico e sociale. L'innovazione consente alle imprese di conquistare nuovi mercati e di resistere alla concorrenza. Essa assume forme molto differenti, che vanno dall'invenzione derivante dalla ricerca e dallo sviluppo, all'adeguamento della procedura di produzione, allo sfruttamento di nuovi mercati, all'utilizzazione di nuovi approcci organizzativi o alla creazione di nuovi concetti in materia di commercializzazione. E’ attraverso una stimolazione continua dell’innovazione in tutte le sue forme, quindi, che si può favorire quel processo che in ultima analisi porta verso forme ad alto contenuto di conoscenza, le uniche che, nello scenario contemporaneo, possono realmente conferire un valore aggiunto alla produzione e possono garantire il mantenimento delle quote di mercato. In un’economia postindustriale, il peso degli intangible assets (vale a dire di tutti quei fattori produttivi che non sono riconducibili alla produzione materiale di beni e servizi) diventa preponderante, e con esso il valore delle conoscenze e lo sviluppo del capitale umano. Questo significa modificare i processi produttivi (attraverso un sempre maggiore apporto della conoscenza), modificare il prodotto stesso, attivarsi affinché, nella catena di valore e nella sequenza di passaggi che vanno dalla materia prima al prodotto finito, le aziende ascolane possano posizionarsi sulle attività a maggior 151 contenuto di conoscenza e quindi di valore aggiunto, come il design dei prodotti e dei processi. Tale esigenza si dimostra quanto mai necessaria nel contesto produttivo di Ascoli Piceno, caratterizzato, come emerso nell’Analisi del Territorio, da performance poco soddisfacenti in termini di innovazione su quasi tutti i fronti (vedi par. 3.4 “Competitività, Territorio e Innovazione”). Basti qui ricordare che la provincia si colloca sessantaquattresima in Italia per numero di brevetti presentati per mille imprese (di gran lunga staccata anche dalle altre tre marchigiane), e che la sua bilancia dei pagamenti risulta in ampio disavanzo proprio nel campo della compravendita di servizi tecnologici, configurando dunque una situazione di scarsa innovatività delle imprese da una parte, e, dall’altra, dalla scarsa possibilità di reperire tecnologie e conoscenze all’interno del territorio provinciale. Su ambedue questi fronti occorrerà agire per operare la riconversione innovativa dell’economia ascolana. 4.3.2.3 Obiettivi specifici I sei obiettivi specifici indicati di seguito possono essere sintetizzati nelle tre macrocategorie: • società della conoscenza • innovazione di sistema • cultura del rischio O1: Aumento del livello tecnologico delle imprese L’impresa rappresenta l’ambiente in cui l’innovazione prende forma. Il processo di adozione dell’innovazione, da parte delle imprese, è estremamente complesso e variegato, e sostanzialmente si compone di due momenti: la decisione di innovare e l’implementazione dell’innovazione, ambedue fondamentali affinché l’azione di promozione dell’innovazione stessa sia efficace. Vanno, inoltre, considerate tutte le possibili forme che l’innovazione può assumere, di prodotto, di processo e di organizzazione. O2: Aumento dell’attività di registrazione di brevetti e marchi La misura principale della capacità di innovare è chiaramente rappresentata dal deposito di brevetti e marchi da parte di imprese e singoli, vale a dire dalla dotazione di strumenti giuridici che consentono di poter vendere e commercializzare in esclusiva la propria invenzione, o il simbolo o il nome di un prodotto. L’aumento dell’attività di registrazione di brevetti e marchi passa necessariamente, da una parte, dal potenziamento dell’attività di ricerca e/o del livello di creatività di aziende ed enti di ricerca, e, dall’altra, dalla capacità di rendere più “permeabile” il tessuto industriale verso la cultura della proprietà industriale. Spesso, infatti, (e questo è tanto più vero in un contesto come quello piceno, con un alto numero di PMI, caratterizzate da una preponderanza di conoscenze tacite e non codificate) si riscontra, a livello di impresa, una resistenza o una scarsa attenzione verso il tema della tutela della proprietà industriale, elementi che certamente ostacolano l’attività di registrazione di brevetti, alla quale si tendono a preferire forme di tutela “artigianali” e non formalizzate delle proprie invenzioni. Questo da una parte rende problematica l’effettiva tutela della proprietà industriale e, dall’altra, ostacola anche l’impresa nello sviluppo di una prospettiva strategica a lungo termine, promuovendo un approccio chiuso verso l’esterno e necessariamente di breve respiro. Varie potenzialità di un’impresa vengono limitate da una scarsa protezione e valutazione della proprietà intellettuale, prima fra tutte la capacità di determinare l’effettivo valore di tutti gli asset (materiali e immateriali). Emerge, inoltre, in maniera sempre più impellente l’importanza di proteggere anche il design, vale a dire la forma di uno specifico prodotto (cioè i suoi aspetti estetici e non tecnici), a prescindere dalle sue funzionalità: tale attività è soggetta ad una disciplina specifica che necessita di competenze e assistenza specializzate, soprattutto laddove 152 si consideri che, in un’economia basata sulla conoscenza, elementi come il design assumono un ruolo di tutto riguardo nel conferimento di valore aggiunto alla produzione. Da ultimo, una cultura attiva della proprietà intellettuale può incoraggiare la generazione di spin off aziendali e di ricerca, fenomeni, questi, unanimemente considerati come uno degli elementi-chiave del processo di generazione di innovazione a partire dalla nascita di nuove idee. O3: Diffusione della creatività nel sistema socio-economico L’innovazione non si riassume solamente nello sfruttamento economico dei risultati della ricerca. Anche la diffusione di un atteggiamento aperto verso la generazione e lo sviluppo di nuove idee, a livello non solo di imprese, ma anche di società, istituzioni formative, ecc., costituisce un elemento fondamentale dell’attività di promozione dell’innovazione. Un terreno fertile per la crescita dell’innovazione si prepara innanzitutto incoraggiando una cultura “innovation friendly” a tutti i livelli, dal sistema educativo a quello del consumo, affinché l’innovazione non sia soltanto un ritrovamento di un laboratorio di ricerca promosso sul mercato, ma sia un processo che riceve e diffonde feedback continui tra impresa, mercato, mondo della ricerca, accademia, istituzioni, ecc.. Questa concezione sta alla base di strategie seguite da territori considerati casi di successo nella realizzazione di dinamiche creative e innovative, come, ad esempio, l’esperienza della “creative city” nel comune di Birmingham. Va qui precisato che la creatività di cui si vuole favorire la diffusione è rappresentata non solo e non tanto da una generica predisposizione alla produzione di idee in campo artistico e culturale, quanto da una vera e propria disciplina, fondata su tecniche di stimolazione del pensiero creativo (già in largo uso presso imprese multinazionali e altre organizzazioni), che ha importanti applicazioni prima di tutto nel management di impresa, dall’elaborazione delle strategie aziendali alla gestione del personale. O4: Immigrazione di qualità Un territorio innovativo deve essere anche in grado di attrarre talenti e cervelli dall’esterno. Questo è uno dei principali motivi per cui anche la Strategia di Lisbona enumera tra i suoi obiettivi la ricezione di ricercatori qualificati da tutto il mondo. Questo obiettivo può essere letto secondo due accezioni: da un lato, la riduzione del flusso in uscita di personale qualificato (principalmente laureati), e, dall’altro, la creazione di posti di lavoro in grado di richiamare laureati. L’alta disponibilità di personale qualificato costituisce un’importante materia prima nella produzione di nuova conoscenza, soprattutto in un contesto caratterizzato non più principalmente da asset materiali, ma da capitale intangibile, nel quale il valore del capitale umano costituisce una componente fondamentale. Come si è visto nel paragrafo 3.1 (“Dati demografici”), su questo fronte la provincia di Ascoli Piceno si trova in una condizione non ancora soddisfacente, mostrando una scarsa dinamicità nel flusso in entrata ed uscita di laureati, e anche una difficoltà a vivere il fenomeno migratorio non tanto e non solo come possibilità di importare manodopera per lavori a bassa qualificazione, ma soprattutto come occasione per attrarre conoscenze e talenti. Quest’ultima possibilità sarebbe anche favorita dal fatto che il territorio piceno può mettere a disposizione dei futuri immigrati “di qualità” uno stile di vita che, come si è visto nel paragrafo 3.3 (“Qualità della vita”) gode di fattori invidiabili, a livello di criminalità, clima, cucina, coesione sociale, ecc.. O5: Circolo virtuoso tra istituti di formazione, mondo della ricerca, sistema delle imprese e istituzioni culturali Le considerazioni svolte precedentemente rendono evidente come la riconversione innovativa del tessuto economico-produttivo piceno non può essere ottenuta agendo su singoli elementi, siano essi imprese, istituzioni di ricerca o altri tipi di organismi. Diviene fondamentale stimolare le sinergie tra tutti questi attori, facilitare i processi in virtù dei quali le conoscenze si diffondono e si trasformano in ricchezza, stimolare il dialogo e 153 l’interazione proficua tra tutti gli attori che vanno a comporre il sistema innovativo del territorio. Si configura, dunque, un approccio sistemico, in cui la generazione di dinamiche virtuose sono un elemento chiave che conferisce sostenibilità alle azioni intraprese, e in cui la comunicazione e la ricerca di approcci e strategie condivise tra tutti gli stakeholder interessati favoriscono la generazione di innovazione. Questa sfida si rende tanto più urgente nel territorio piceno, laddove si consideri che le imprese in provincia tendono a ricorrere all’estero per l’acquisto di licenze e brevetti, mostrando di non interagire con le istituzioni locali. O6: Promozione di specifici settori industriali e di attività ad alto contenuto tecnologico In considerazione del fatto che alcuni settori sono più “fertili” in termini di innovazione rispetto ad altri, per la natura delle tecnologie utilizzate, o per la loro capacità di generare effetti di spillover (vale a dire di “contaminazione” innovativa in altri settori) nel tessuto economico, si identificano diversi tipi di tecnologie riconducibili a differenti gradi di innovatività. Tecnologie più o meno generatrici di innovazione danno risultati economici diversi, come si è reso evidente nel par. 1.4.1 (“Mappatura delle aree produttive della provincia di Ascoli Piceno”), dal quale è emerso che, a fronte di settori tradizionali (come quello calzaturiero), che negli ultimi 10 anni hanno perso capacità di creare ricchezza e posti di lavoro, ve ne sono altri (come ad esempio la meccatronica) che hanno mostrato grande dinamicità. Oltre alla promozione di specifici settori industriali, va anche ricordata l’importanza del posizionamento strategico su quelle particolari attività all’interno di settori specifici che permettono un maggior ottenimento di valore aggiunto, come il design, il marketing, la concezione dei prodotti, ecc.. 4.3.2.4 Effetti desiderati E1: Aumento della competitività delle imprese La riconversione innovativa, grazie al passaggio a produzioni a maggiore valore aggiunto, genera un incremento del livello di competitività del sistema (vale a dire della capacità delle imprese di vendere beni e servizi sui mercati) a livello territoriale, che si riverbera innanzitutto in un aumento della capacità delle imprese presenti sul territorio di competere sui mercati. Produzioni ad alto contenuto di conoscenza sono, infatti, difficilmente replicabili da imitatori e dai produttori provenienti da paesi emergenti, che fanno del basso costo del lavoro il loro principale fattore di competitività. Come effetto ulteriore del processo di riconversione innovativa, è lecito aspettarsi un aumento del valore delle esportazioni delle imprese locali, grazie alla conquista di nuove quote di mercato e al mantenimento della propria posizione competitiva. E2: Aumento del livello degli investimenti esteri Secondo la teorizzazione di Michael Porter (“the focus of competitive advantage is local”1), fattori locali e territoriali sono fondamentali nel determinare l’attrattività di un territorio. In un contesto globalizzato, in cui le imprese sono sempre più svincolate da fattori materiali nel decidere dove localizzare la loro produzione, paradossalmente i fattori locali di competitività assumono grande importanza, dal momento che i differenti contesti territoriali si trovano a competere tra loro per attrarre investimenti e capacità di produrre ricchezza. Fattori come la disponibilità di manodopera altamente qualificata, la diffusione di conoscenze specializzate e la “permeabilità” del tessuto economico e imprenditoriale all’innovazione costituiscono gli asset attraverso i quali i territori possono dotarsi di “vantaggi competitivi” per l’attrazione degli investimenti. Anche in questo caso, sarebbe giustificato aspettarsi un circolo virtuoso tra investimenti esteri e livello di conoscenza diffusa sul territorio, che in ultima analisi genererebbe nuovi posti di lavoro, presumibilmente in imprese multinazionali e comunque con un ampio 1 M.E. Porter ”The competitive advantage of nations” Harvard Business Review, November-December 1998 154 orizzonte, in grado di offrire un maggiore apporto in termini di know how alla manodopera. Inoltre, attraverso la veicolazione di nuove idee, nuovi concetti di management e nuovi approcci al mercato, gli investimenti esteri contribuirebbero all’upgrade innovativo dell’intero contesto economico ed imprenditoriale. E3: Aumento della qualità del lavoro La disponibilità di un alto numero di posti di lavoro in imprese basate sulla conoscenza aumenterebbe verosimilmente la qualità del lavoro. Infatti, lavori ad alto contenuto di conoscenza, oltre a garantire un elevato valore aggiunto, implicano generalmente un minor grado di esposizione al rischio di infortuni e deterioramento fisico, rispetto a lavori meno qualificati. Inoltre, riprendendo la dichiarazione di Lisbona, che auspicava “lavori più interessanti” in una economia basata sulla conoscenza, è possibile affermare che occupazioni basate sulla conoscenza sono in genere meno alienanti, e più motivanti, in quanto ogni singolo lavoratore sente che lo sviluppo delle sue competenze è intimamente connesso con la performance dell’impresa. E4: Aumento della qualità della vita Il passaggio all’economia basata sulla conoscenza implica anche la possibilità di incidere su elementi legati alla qualità della vita. Basti pensare al minore impatto ambientale che le produzioni ad alto contenuto di conoscenza hanno rispetto alle attività industriali tradizionali (ciò è specialmente vero per il contesto ascolano, caratterizzato tradizionalmente dalla predominanza della produzione di cuoio e calzature, notoriamente generatrice di inquinamento aereo e acqueo). Inoltre, parte degli sforzi in termini di investimento in ricerca e innovazione potrebbero essere diretti proprio alla realizzazione di sistemi di produzione a minore impatto ambientale. Questo aspetto, oltre ad avere un valore in sé per la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del territorio, potrebbe essere anche sfruttato commercialmente, promuovendo l’immagine dei prodotti ascolani collegata ad un approccio eco-friendly. 155 Di seguito, si propone una schematizzazione della linea strategica, dei suoi effetti desiderati e degli obiettivi specifici: Aumento della competitività delle imprese Effetti desiderati Aumento del livello degli investimenti esteri Progetti chiave Azioni Aumento della qualità della vita Riconversione Innovativa Linea strategica Obiettivi specifici Aumento della qualità del lavoro Aumento del livello tecnologico delle imprese Aumento dell’attività di deposito di brevetti e marchi Circolo virtuoso tra formazione, ricerca, impresa e cultura Immigrazione di qualità Ufficio per la valutazione economica dei brevetti Diffusione della creatività nel sistema socioeconomico Promozione di specifici sett. e di att. a contenuto tecnologico Nuclei di stimolazione e diffusione della creatività Progetti di imprenditorialità creativa giovanile Raccolta istanze dagli enti del territorio Progetti formativi per la creazione di impresa 4.3.2.5 Progetti chiave PC1: Ufficio per la valutazione economica dei brevetti Obiettivi del progetto: mettere a disposizione del tessuto economico e imprenditoriale del territorio piceno uno strumento in grado di assistere le imprese e altre strutture nello sfruttamento ottimale di tutte le potenzialità derivanti dai beni immateriali e dalla protezione della proprietà intellettuale. Attività previste nell’ambito del progetto: sono di seguito presentate alcune attività che, a titolo esemplificativo, possono essere svolte dall’ufficio per la valutazione economica dei brevetti. a) Protezione della proprietà intellettuale: identificazione di idee brevettabili da parte di aziende e/o privati, analisi relative alla brevettabilità di idee presentate, valutazione delle restrizioni contrattuali relative all’attività di brevettazione, assistenza e supporto nella redazione della domanda di registrazione di brevetti, marchi e design di prodotto. 156 b) Valorizzazione della proprietà intellettuale: analisi del potenziale commerciale di un brevetto, marchio o design, analisi costi/benefici della registrazione di un brevetto, marchio o design, supporto nel reperimento di finanziamenti per la protezione della proprietà intellettuale. c) Gestione e sfruttamento della proprietà intellettuale e degli immaterial assets: valutazione economica dei beni immateriali di un’impresa, brevettati e non brevettati (ad esempio, in vista di un trasferimento di tecnologia, nell’ambito di una acquisizione/fusione, al fine di ottenere vantaggi e/o sgravi fiscali, per il raggiungimento di più alti parametri di rating per l'accesso al credito, etc.), supporto alla creazione di start-up e spin off, supporto alla redazione di contratti di vendita e/o licenza di brevetti, marchi o design. Monitoraggio brevettuale. In aggiunta, o in parziale alternativa a questo genere di attività, potrebbe essere prevista l’attivazione di un servizio di monitoraggio brevettuale, analogo a quello fornito dal Parco Scientifico e Tecnologico CENTURIARIT di Cesena-Faenza. In questo caso, l’azione, più che essere rivolta alle aziende e/o alle persone, e diretta a sviluppare il potenziale innovativo all’interno di esse, è rivolta verso l’esterno, alla ricerca delle opportunità che l’ambiente circostante alle imprese è in grado di fornire. Lo scouting brevettuale costituisce un costante monitoraggio attraverso banche dati specializzate internazionali - dei brevetti di nuova registrazione. L’idea che sta alla base dell’attività è che un brevetto, oltre a conferire il diritto di vietare a terzi lo sfruttamento della propria invenzione, costituisce anche una preziosa fonte di informazione, in quanto il depositante è tenuto a fornirne una descrizione chiara e completa, integrata spesso da esempi di applicazione industriale e indicazioni sul contesto tecnologico. Tra i vantaggi che le imprese possono ricavare da tale attività, si enumerano: • • • • • • • la determinazione dello “stato dell’arte” e delle tendenze di uno specifico settore tecnologico l’individuazione di eventuali nuovi brevetti di interesse per l’azienda; spunti per aree d’innovazione e indicazioni per evitare la duplicazione di ricerche già effettuate altrove e dei relativi investimenti; il reperimento di soluzioni per specifici problemi tecnici, o l’individuazione di nuovi impieghi per tecnologie già note; lo studio degli attori in uno specifico settore tecnologico o commerciale, o l’individuazione di potenziali competitor o soci; la ricerca di tecnologia disponibile per licenze d’uso, la valutazione di possibili contratti di licenza, l’analisi delle opportunità di trasferimento e/o cessione di tecnologia; l’individuazione di tecnologie liberamente disponibili, nonché la verifica dell’esistenza di brevetti, al fine di prevenire usi illegali di tecnologie già brevettate e di evitare possibili contraffazioni. 157 Di seguito si propone una possibile schematizzazione dell’attività dell’UVEB Ambiente circostante Impresa Scouting brevettuale • Protezione della PI • Valorizzazione della PI • Gestione della PI Assistenza alla creazione. di spin off Feedback da scouting brevettuale UVEB Privati (ricercatori, etc.) Modalità di realizzazione del progetto: si possono distinguere 8 fasi nell’ambito di realizzazione dell’Ufficio di Valutazione Economica dei Brevetti. 1) Definizione dell’area di riferimento dell’ufficio, oltre il territorio provinciale “nuovo”. 2) Definizione dei bisogni principali del territorio. 3) Mappatura delle competenze attualmente presenti nell’area di riferimento (società di consulenza, uffici legali, ecc.) e definizione dell’interazione dell’ufficio con esse. 4) Definizione del ventaglio di attività realizzate dall’ufficio, e della modalità economica della loro fornitura (quali servizi gratuiti, quali a pagamento, ecc.). 5) Valutazione delle competenze necessarie alla realizzazione dell’ufficio. 6) Definizione del grado di strutturazione dell’ufficio (da una struttura “virtuale” che funge da hub tra la domanda e la richiesta dei servizi, a un vero e proprio spazio fisico con competenze in house). 7) Lancio di una campagna di sensibilizzazione e diffusione di informazioni sulle attività dell’ufficio. 8) Avvio delle attività. PC2: Nuclei di stimolazione e diffusione della creatività Obiettivi del progetto: promuovere e diffondere la creatività e le tecniche di pensiero creativo tra imprese, enti di ricerca e formazione, associazioni e atre strutture, allo scopo di aumentare la permeabilità del tessuto socio-economico piceno alla creazione e veicolazione di nuove idee. Attività previste nell’ambito del progetto: sono di seguito presentate alcune attività che, a titolo esemplificativo, possono essere svolte dai nuclei di stimolazione e diffusione della creatività. a) Realizzazione di conferenze, aventi come scopo la presentazione del pensiero creativo e delle potenzialità insite nelle tecniche di pensiero creativo; 158 b) Realizzazione di un “archivio del pensiero creativo” (fisico e/o virtuale), avente come scopo quello di fornire informazioni sistematizzate sui differenti approcci al pensiero creativo; c) Creazione di una “banca dati di esperti sulla creatività”, in grado di identificare e fare da tramite tra i consulenti a livello internazionale che si occupano di creatività e i bisogni delle imprese; d) Realizzazione di seminari e altri generi di eventi, interattivi e focalizzati su specifiche tematiche, volti a elaborare idee e progetti attraverso le tecniche di pensiero creativo; e) Realizzazione di corsi di formazione sull’utilizzo delle tecniche di pensiero creativo in azienda, e dei suoi differenti ambiti di applicazione (dalle tecniche di marketing, al design, alla concezione dei prodotti) f) Realizzazione di veri e propri “audit creativi” per le imprese, in cui vengono proposte riorganizzazioni e ridefinizioni delle strategie aziendali volte a incoraggiare lo sviluppo del potenziale creativo presente nelle imprese; g) Messa a disposizione delle imprese di “spazi per la creatività”, vale a dire di luoghi fisici predisposti per la realizzazione di sessioni di brainstorming e altre tecniche di stimolazione del pensiero creativo, eventualmente coadiuvati da esperti e dall’utilizzo di strumenti appropriati. Modalità di realizzazione del progetto: si possono distinguere 5 fasi nell’ambito di realizzazione dei Nuclei per la stimolazione e la diffusione della creatività. 1) Assessment del livello di diffusione della creatività nel territorio. 2) Realizzazione di una conferenza d’avvio per testare il livello di interesse degli attori presenti sul territorio relativamente alle tematiche della creatività. 3) Raccolta di candidature per la partecipazione ai nuclei per la stimolazione e la diffusione della creatività (questi potrebbero essere consulenti, professori universitari, tecnici di supporto alle imprese, ecc., disposti a lavorare part time come consulenti nell’ambito dei NSDC). 4) Training diretto ai membri dei NSDC. 5) Avvio delle attività del NSDC. Aree di riferimento delle attività dei progetti Una questione trasversale ad ambedue i progetti-chiave è quella dell’identificazione della loro area di riferimento. Sebbene una definizione univoca possa essere operata solo una volta determinate anche le altre modalità operative dei progetti, è possibile definire in questa sede un framework concettuale di massima che possa fornire alcune coordinate di orientamento, basato su “cerchi concentrici” così strutturati: • Nuova provincia di Ascoli Piceno: area di riferimento per l’identificazione dei bisogni delle aziende con riferimento a proprietà industriale e creatività. • “Vecchia” provincia di Ascoli Piceno, area maceratese: area a cui eventualmente estendere la fornitura dei servizi da parte dell’UVEB e dei NSDC. • Regione Marche, provincia di Teramo (Abruzzo): area di riferimento per il reperimento delle competenze necessarie alla realizzazione dell’UVEB e dei NSDC. • Territorio nazionale e internazionale: area di reperimento delle informazioni per lo scouting brevettuale, e per la realizzazione della “biblioteca del pensiero creativo”. 4.3.2.6 Azioni collegate allo sviluppo della linea strategica A1: Raccolta delle istanze degli enti coinvolti già presenti sul territorio L’approccio che si intende seguire, relativo alla riconversione innovativa, necessita di una modalità di funzionamento secondo lo schema bottom-up per essere 159 efficacemente realizzato secondo un approccio partecipativo. Questo significa che le attività che si intendono intraprendere devono passare dal vaglio degli attori che saranno coinvolti e a beneficio dei quali le stesse azioni intendono essere realizzate. In considerazione del fatto che le decisioni che più difficilmente vengono delegate a consulenti e assistenti sono proprio quelle relative all’adozione e all’implementazione dell’innovazione2, uno dei primi passi da compiere per promuovere una riconversione innovativa è proprio la raccolta delle istanze degli attori coinvolti, allo scopo di sondare il loro approccio nei confronti dell’innovazione, analizzare le strategia sinora implementate, prendere atto di quelli che sono percepiti come gli ostacoli principali all’adozione dell’innovazione. Questo potrebbe essere realizzato mediante la somministrazione di questionari a campioni rappresentativi di imprese (sulla base dell’esperienza di vari progetti europei in tal senso), promuovendo interviste focalizzate con attori chiave del territorio (sia imprese che enti che operano a stretto contatto con esse e che godono di un punto di vista privilegiato e non “interessato”), organizzando seminari e focus group che prevedano la partecipazione attiva di imprese ed enti di supporto sul tema dell’innovazione, e creando un osservatorio permanente sul rapporto tra imprese e innovazione e sui loro bisogni. Tutte queste attività dovranno tener conto sia dei bisogni espressi da parte delle imprese, sia di quelli inespressi, che nel campo dell’innovazione diventano fondamentali, in quanto vanno a mettere a nudo quel gap di conoscenze e di capacità di analisi che determinano l’insoddisfacente performance di un tessuto imprenditoriale in termini di innovatività e, in ultima analisi, di competitività. I risultati dell’analisi non dovranno comunque essere considerati l’unica determinante delle modalità di attuazione della linea strategica, in quanto l’approccio deve necessariamente avere una sua vision che vada oltre i semplici bisogni espressi dal territorio, assicurando al tempo stesso il coinvolgimento imprescindibile dei principali stakeholder. A2: Progetti di imprenditorialità creativa giovanile collegati a programmi di ricerca e sviluppo a livello nazionale e internazionale. L’imprenditorialità è generalmente considerata come uno dei principali elementi connessi alla diffusione dell’innovazione, come dimostra anche l’impegno profuso dalla Commissione Europea nel piano d’azione “Libro verde per l’imprenditorialità in Europa”. Quello che diventa in questo senso fondamentale è il fatto che, attraverso la creazione d’impresa, le idee vengono “filtrate” in virtù della loro potenzialità in termini di generazione di ricchezza. A livello regionale e provinciale, esistono già alcune misure e strumenti volti a incoraggiare l’imprenditorialità giovanile (basti pensare alle funzioni svolte dall’Eurodesk della provincia, o dalle agenzie governative come Sviluppo Italia Marche). L’azione svolta nell’ambito della linea strategia “riconversione innovativa” potrebbe essere quella di creare un raccordo tra gli strumenti già esistenti e i programmi a livello europeo. Va ricordato che la priorità di educare all’imprenditorialià è stata recentemente affermata dalla Commissione Europea con la recente pubblicazione (marzo 2007) della “Agenda per l’Educazione all’Imprenditorialità in Europa”. L’esperienza europea che potrebbe essere presa come riferimento è il programma “Junior Achievement –Young Europe” (www.ja-ye.org), la rete pan-europea (a sua volta parte di una più ampia rete mondiale) di organizzazioni non profit, la cui mission è introdurre i giovani alla cultura d’impresa, all’imprenditorialità e all’alfabetizzazione economica. In particolare, potrebbe essere studiata la possibilità di introdurre i programmi di educazione sul “fare impresa” (già introdotti con grande successo in Gran Bretagna, Norvegia e Danimarca) rivolti a studenti dalle scuole primarie fino all’università, per insegnare alle giovani generazioni come funziona il mondo dell’imprenditorialità. Questo permetterebbe di generare sinergie proficue tra formazione, mondo imprenditoriale e contesto europeo, e di fornire ai giovani una 2 “Innovation Adoption in Textile and Clothing Firms: findings from the ITE project”, ITE Project, Roma, 2006. 160 prospettiva di ampio respiro nel formulare le scelte inerenti al loro futuro, oltre alla possibilità di diffondere a partire dalla scuola una cultura aperta al mondo dell’impresa e alla creatività. In questo modo, e accompagnando i giovani nel loro cammino di apprendimento, l’azione colma una carenza rilevata anche dalla Commissione Europea, vale a dire la scarsa considerazione, nel ventaglio delle possibilità considerate dai giovani per il loro futuro, della prospettiva di “mettersi in proprio” e di vivere in prima persona un’esperienza imprenditoriale. Un’altra misura che può essere studiata è l’istituzione di competizioni, eventualmente replicabili con cadenza annuale, per premiare le migliori idee imprenditoriali elaborate da studenti e giovani. I premi possono essere prestiti a tasso agevolato o finanziamenti a fondo perduto, nonché in affiancamento e tutoraggio da parte di esperti ed eximprenditori, secondo il modello delle Start Cup, lanciate dalle università di Bologna, Udine, Padova, Perugia (www.startcup.com). A3: Progetti formativi atti a stimolare la creazione e lo start-up di impresa. La formazione all’imprenditorialità non andrebbe chiaramente limitata al solo ambito della formazione scolastica e del mondo giovanile, ma potrebbe diventare uno strumento costantemente disponibile per chi, al termine del proprio percorso di studi o ad un determinato momento della sua carriera, desiderasse cimentarsi nell’avvio della propria impresa. In un certo senso, questo genere di progetti si pone in soluzione di continuità con quelli prospettati nel punto precedente, in quanto, mentre i primi sarebbero principalmente diretti a stimolare i giovani a considerare l’imprenditorialità come una possibile scelta, i secondi fornirebbero gli elementi necessari a chi dispone di un’idea di mettere concretamente in atto il proprio progetto imprenditoriale. Riprendendo iniziative già in atto sul territorio, le misure potrebbero andare dalla realizzazione di corsi di redazione di business plan e degli altri aspetti legati alla gestione di impresa, all’attivazione per gli aspiranti imprenditori di programmi di assistenza personalizzati e focalizzati, alla messa a disposizione di tutor aziendali (normalmente manager e imprenditori in pensione o comunque di grande esperienza) per i progetti imprenditoriali appena avviati, all’accompagnamento nella ricerca di finanziatori per le imprese nascenti o all’organizzazione di veri e propri eventi di “brokeraggio” tra investitori e neo-imprenditori. A questo proposito, un’esperienza della quale si può studiare la replicabilità è il progetto CONNECT (www.connect.org) nato presso l’università di San Diego in California nel 1985 e successivamente diffusosi in Scandinavia e Gran Bretagna. Alla base di CONNECT è il tentativo di promuovere il legame tra gli aspiranti imprenditori e le risorse tecniche e finanziarie di cui essi necessitano per dare vita a nuove imprese innovative. Le principali attività di CONNECT si sostanziano nell’organizzazione di forum periodici per l’incontro tra domanda e offerta di finanziamento di nuove imprese, la realizzazione di corsi di formazione e seminari, e la fornitura di expertise e assistenza ai neo-imprenditori, il tutto in un’ottica integrata per l’accompagnamento alla nascita di nuove imprese ad alto potenziale innovativo. Una eventuale estensione di questa esperienza nell’Ascolano avrebbe, tra l’altro, il valore aggiunto di costituire un’esperienza pilota in Italia. Su un piano diverso di collocherebbe poi la realizzazione di un vero e proprio incubatore di impresa, vale a dire di uno spazio fisico in cui le imprese nascenti possono installarsi, pagando prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato per varie voci di costo (dalla segreteria ai servizi specialistici); a questo proposito, una strada più facilmente percorribile sarebbe quella della realizzazione di un incubatore “virtuale”, in cui le aziende incubate trovano vantaggi soprattutto in virtù del fatto di essere parte di un network, e di accedere a servizi altamente specializzati (riferiti principalmente a beni intangibili) a costi vantaggiosi. Un esempio di successo in tal senso potrebbe essere l’esperienza dell’incubatore virtuale Tekes, in Finlandia. 161 4.3.2.7 Soggetti pubblici e privati coinvolti Soggetto Breve descrizione Modalità di coinvolgimento nella linea strategica “Riconversione Innovativa” Consorzio Universitario Piceno Ente programmatorepromotore, per lo sviluppo dell’istruzione universitaria e della ricerca scientifica nel territorio piceno • Coordinamento generale dei progetti-chiave • Reperimento delle competenze necessarie allo svolgimento delle attività presso le strutture universitarie • Reperimento delle risorse finanziarie allo svolgimento delle attività attraverso il monitoraggio di bandi e programmi di finanziamento e la redazione di proposte di progetto EuroInfoCentre presso la camera di commercio per lo sviluppo delle PMI nel MEC • Promozione presso le PMI locali degli strumenti e delle iniziative di respiro europeo attivate nell’ambito della linea strategica • Veicolazione di istanze e priorità espresse dalle istituzioni europee rispetto alle attività avviate • Fornitura di expertise nell’ambito delle attività formative realizzate. • Veicolazione di tutte le informazioni rilevanti relative a misure, agevolazioni, strumenti a livello europeo che potrebbero interagire con le attività realizzate nell’ambito della linea strategica. • Assicurazione del raccordo e dell’integrazione delle competenze tra strumenti e programmi attivati a livello territoriale e organismi europei (ad esempio, tra l’UVEB e l’IPR Helpdesk, il servizio comunitario per la promozione della proprietà intellettuale) • Fornitura di assistenza a imprese e altri enti nell’intercettazione di finanziamenti europei per le attività • Contribuzione alla raccolta delle istanze degli enti presenti sul territorio, soprattutto per quanto riguarda l’agroindustria e il territorio rurale. • Contribuzione alla promozione delle attività (corsi di formazione, servizi, conferenze, altri eventi divulgativi) nelle zone rurali • Ambedue le azioni permetterebbero, in ultima analisi di assicurare che le azioni realizzate nell’ambito della linea strategica non rimangano circoscritte solo a determinati ambiti, ma al contrario irrorino i loro effetti anche nelle zone più lontane, geograficamente e culturalmente, dal capoluogo. Eurosportello Ascoli Piceno Eurodesk Provincia Ascoli Piceno GAL Piceno Scarl Struttura di orientamento che fornisce informazioni sui programmi europei rivolti ai giovani nei settori della cultura, della formazione, del lavoro, della mobilità giovanile e del volontariato Soggetto responsabile dell’attuazione del Piano di Sviluppo Locale “PICENO” Iniziativa Leader + (iniziativa comunitaria per promuovere lo sviluppo delle zone rurali dell’UE) Parco Scientifico e Tecnologico, • detenuto da soggetti pubblici e privati, con lo scopo di favorire • lo sviluppo economico attraverso la promozione della • collaborazione universitàimpresa Fornitura di expertise nell’ambito di corsi di formazione Piceno Promozione Azienda speciale della Camera di Commercio di AP che supporta la competitività del sistema imprenditoriale locale Fornitura di expertise nell’erogazione dei servizi alle imprese (ad es., da parte dell’UVEB), e nella realizzazione dei corsi di formazione Sviluppo Italia Marche Sede locale di Sviluppo Italia, • l'Agenzia nazionale per lo sviluppo d'impresa e l'attrazione • degli investimenti. Tecnomarche – PST Marche 162 • Fornitura di expertise nell’erogazione dei servizi alle imprese (ad es., da parte dell’UVEB) Fornitura di spazi fisici per lo svolgimento di varie attività Fornitura di expertise nella realizzazione dei corsi di formazione all’imprenditorialità Fornitura di assistenza a imprese e altri enti nell’intercettazione di finanziamenti italiani e comunitari per le attività. Assindustria Ascoli Piceno Organizzazione, aderente a • Confindustria, che ha per scopo • la tutela degli interessi • professionali degli imprenditori associati. • Associazione Piccole e Medie Industrie di Ascoli Piceno CNA/Confartigianato Ascoli Piceno Legacoop Ascoli Piceno / Confcooperative Ascoli Piceno Mobilitazione delle imprese associate. Diffusione delle informazioni rilevanti. Veicolazione degli interessi e delle istanze delle aziende associate. Assicurazione di un feedback costante tra mondo produttivo e attività svolte, formulazione di proposte di modifica o revisione delle attività, ecc.. Organizzazione, aderente a Confapi che ha per scopo la difesa degli interessi e la valorizzazione dell'industria italiana di piccola e media dimensione • Mobilitazione delle imprese associate. • Diffusione delle informazioni rilevanti. • Veicolazione degli interessi e delle istanze delle aziende associate. • Assicurazione di un feedback costante tra mondo produttivo e attività svolte, formulazione di proposte di modifica o revisione delle attività, ecc.. Strutture di coordinamento e rappresentanza degli interessi delle imprese artigiane • Mobilitazione delle imprese associate. • Diffusione delle informazioni rilevanti. • Veicolazione degli interessi e delle istanze delle aziende associate. • Assicurazione di un feedback costante tra mondo produttivo e attività svolte, formulazione di proposte di modifica o revisione delle attività, ecc.. • Fornitura di expertise per corsi di formazione e alte attività, anche attraverso “CNA Servizi”, l’azienda speciale di CNA che si occupa della gestione delle problematiche ambientali e della sicurezza nei luoghi di lavoro. • Mobilitazione delle imprese associate • Diffusione delle informazioni rilevanti • Veicolazione degli interessi e delle istanze delle aziende associate • Assicurazione di un feedback costante tra mondo produttivo e attività svolte, formulazione di proposte di modifica o revisione delle attività, etc. Strutture di coordinamento e rappresentanza degli interessi delle imprese cooperative 4.3.2.8 Tempo di esecuzione 1 tr 2007 2 tr 3 tr 4 tr 1 tr UVEB Definizione dell’area di riferimento Definizione dei bisogni principali del territorio Mappatura competenze presenti nell’area di riferimento Definizione del ventaglio di attività realizzate dall’ufficio Valutazione delle competenze necessaire alla realizzazione Definizione del grado di strutturazione dell’ufficio Lancio di una campagna di sensibilizzazione Avvio delle attività 163 2008 2 tr 3 tr 4 tr 1 tr 2009 2 tr 3 tr 4 tr NDSC Assessment della diffusione della creatività nel territorio Conferenza d’avvio per testare il livello di interesse degli attori Raccolta di candidature per la partecipazione ai NDSC Training diretto ai membri dei NSDC Avvio delle attività del NSDC Azioni Raccolta istanze enti del territorio Formazione imprenditoriale giovanile Interventi per la creazione di impresa 4.3.2.9 Strategia di fundraising Vengono di seguito presentate alcune fonti di finanziamento disponibili a livello nazionale e comunitario, corredate da ipotesi di loro utilizzo nell’ambito dell’implementazione della linea strategica. Strumento Breve descrizione Natura delle attività finanziate Beneficiari Ipotesi di utilizzo nell’ambito della linea strategica Finanziamenti pubblici Unione Europea Settimo programma quadro di R&S Il principale strumento finanziario messo in campo dall’Unione Europea per la realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca Ricerca secondo 9 priorità tematiche: salute; prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie; tecnologie dell'informazione e della comunicazione; nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione; energia; ambiente (ivi compresi cambiamenti climatici); trasporti (ivi compresa l'aeronautica); scienze socioeconomiche e scienze umane; sicurezza e spazio. Enti di ricerca, università, PMI, grandi imprese, persone singole, enti pubblici, altri tipi di soggetti di volta in volta specificati Il programma fornirà un quadro coerente per tutte le azioni (http://ec.europa.eu/ent comunitarie portate erprise/enterprise_poli avanti nei campi dell'imprenditorialità, cy/cip/index_en.htm) delle PMI, della competitività industriale, dell'innovazione, dell' uso e dello sviluppo delle TIC, delle tecnologie ambientali e dell' energia intelligente. Il programma quadro proposto è strutturato attorno a tre blocchi principali di attività: Programma Imprenditorialità e Innovazione, incentrato essenzialmente sulle PMI; Programma di Sostegno alla Politica TIC, per promuovere l'adozione delle TIC nel mondo economico, nelle amministrazioni e nei servizi del settore pubblico; The Intelligent Energy Europe Programme Enti di supporto alle imprese, enti pubblici, altri tipi di soggetti di volta in volta specificati (www.cordis.lu/fp7) Programma quadro per la competitività e l’innovazione 164 - Avvio di azioni pilota di ricerca per internazionalizzare le attività di ricerca a livello locale - Inserimento in network internazionali delegati a svolgere azioni di supporto alla ricerca e all’innovazione nell’ambito del programma - Azioni per l’adozione delle TLC da parte delle imprese ascolane - Azioni volte alla promozione dell’imprenditorialità - Azioni di benchmarking, scambio di best practice, ecc., con altre realtà territoriali a livello europeo Programma LIFE (http://ec.europa.eu/en vironment/life/home.ht m) LIFE eroga un contributo finanziario ad azioni a favore dell'ambiente nella Comunità e in taluni paesi terzi I progetti finanziati da LIFE devono soddisfare i seguenti criteri: essere di interesse comunitario e contribuire agli obiettivi di LIFE; essere presentati da partecipanti affidabili sul piano finanziario e tecnico; essere realizzabili in termini di proposte tecniche, di calendario, di bilancio e di rapporto costobeneficio. Il programma è aperto a tutte le entità legali, incluse ONG, autorità pubbliche, aziende private, etc. - Progetti di ricerca e/o trasferimento tecnologico per il passaggio a produzioni a basso impatto ambientale - Azioni di promozione e assistenza per l’adeguamento della produzione alla legislazione comunitaria in materia di ambiente LIFE è diviso in tre settori tematici, denominati LIFENatura, LIFE-Ambiente e LIFE-Paesi terzi. Italia Legge 388/00 art. 106 – Promozione e sviluppo di nuove imprese innovative Strumento finanziario del MSE per il finanziamento: (a) per la nascita ed il (http://www.riditt.it/pag consolidamento delle e.asp?page=financing imprese operanti in _public&idlocalizationty comparti di attività ad elevato impatto pe=11) tecnologico; (b) delle iniziative di promozione ed assistenza tecnica per favorire l'avvio delle imprese in questione. Ai fini dell'ammissibilità agli interventi, i progetti di sviluppo delle imprese devono risultare innovativi e ad elevato impatto tecnologico; devono introdurre significativi miglioramenti ai processi produttivi o ai prodotti da ottenere. Legge 46/82 – FIT – Fondo rotativo per l'Innovazione Tecnologica Sono finanziate diverse tipologie di azioni: La Legge 17 febbraio 1982 n. 46 che all’art. 14 istituisce il Fondo Rotativo per (http://www.riditt.it/pag l’Innovazione e.asp?page=financing Tecnologica (F.I.T.) è _public&idlocalizationty attiva ed è resa operativa attraverso pe=11) l’emanazione di bandi. Imprese (per la misura a) Università, enti pubblici di ricerca (per la misura b); - Progetti per la creazione e l’avvio di start-up di impresa e spin off accademici e aziendali Gli interventi di promozione ed assistenza tecnica si riferiscono alla realizzazione di progetti relativi a studi di fattibilità, realizzazione di infrastrutture, assistenza, all’avvio di impresa; valutazione tecnologica dei progetti; formazione per le nuove tecnologie a) programmi di ricerca che prevedono preponderanti attività di sviluppo precompetitivo con eventuali attività connesse di ricerca industriale; b) programmi di ricerca che comprendano attività relative alla realizzazione di nuovi centri di ricerca, l’ampliamento, ammodernamento, ristrutturazione, riconversione, riattivazione, acquisizione o delocalizzazione di centri già esistenti. L’obiettivo è quello 165 - Progetti per l’incentivazione e la promozione dei settori a più elevato contenuto tecnologico Imprese, università, centri di ricerca - Promozione di un’azione congiunta, coordinata a livello di distretto culturale evoluto, per l’upgrade tecnologico delle imprese locali della promozione e la diffusione nell’ambito delle PMI dell’innovazione basata sulle tecnologie dell’informazione e delle comunicazione (ICT) al fine del miglioramento della competitività. 4.3.2.10 Spunti per partnership e collaborazioni a livello nazionale e internazionale Vengono di seguito presentati alcuni soggetti a livello internazionale con particolare riferimento alle finalità della riconversione innovativa, corredate da ipotesi di partnership e collaborazione con gli stessi. Soggetto Descrizione Spunti per collaborazioni INSME - International Associazione non governativa non profit internazionale, Network for Small and promossa dal Ministero italiano dello Sviluppo Medium Enterprises Economico, per la promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico alle PMI www.insme.org - Valutabile l’adesione (sconti e accesso preferenziale a eventi e iniziative) - Utilizzo del portale per il reperimento di competenze a livello internazionale e altre informazioni sui temi dell’innovazione e del trasferimento tecnologico IASP – International Network mondiale di Parchi Scientifici e Tecnologici Association of Science (PST) Parks www.iasp.ws Valutabile l’adesione attraverso il PST Tecnomarche Rete di Innovation Relay Centres, organi promossi dall’Unione Europea per la stimolazione del trasferimento tecnologico transnazionale Possibilità per le aziende locali di usufruire di technology audit, reperire tecnologie e avviare azioni di trasferimento di tecnologia, attraverso l’azione del membro marchigiano del network (MIT – Marche Innovation Training, Facoltà di Ingegneria, Università di Ancona) CLOE Clusters Linked Progetto Interreg III C per lo scambio di esperienze e Over Europe informazioni riguardanti la gestione e lo sviluppo di cluster di successo www.clusterforum.org Ne fanno parte i cluster di Nottingham (GB), Lione (FR), Karlsruhe (DE), Linz (AT), Wermland (SE), Kaliningrad (RU), Tartu (FI), Timisoara (RO) Partecipazione a eventi pubblici promossi dal network The Competitiveness Network di professionisti dell’innovazione e della gestione Institute del cluster a livello mondiale, per lo sviluppo della www.competitiveness. competitività a livello globale Valutabile l’adesione (sconti e accesso preferenziale a eventi e iniziative) org - Partecipazione a workshop, conferenze e corsi di formazione promossi dall’Istituto Global Network for Network mondiale di studiosi e accademici che applicano Economics of il concetto di “sistemi di innovazione e sviluppo di Learning, Innovation, competenze” come framework analitico and Competence Building Systems (Globelics) Reperimento di competenze a livello mondiale sui temi dell’innovazione IRC Network www.irc.cordis.lu www.globelics.org 166 Partecipazione a workshop, conferenze e corsi di formazione promossi dall’associazione Scambio di buone pratiche e realizzazione di iniziative congiunte con altri PST a livello mondiale Possibilità di replicare l’esperienza attraverso altri bandi finanziati dall’Unione Europea Reperimento di materiale scientifico e di ricerca sui temi dell’innovazione, partecipazione a conferenze WAITRO World Associazione nata sotto gli auspici delle Nazioni Unite per Association of incoraggiare la cooperazione tra le organizzazioni di Industrial and Ricerca e Sviluppo tecnologico industriale Technological Research Organisation www.waitro.org Valutabile l’adesione (sconti e accesso preferenziale a eventi e iniziative) Partecipazione a workshop, conferenze, corsi di formazione promossi dall’Istituto - Partecipazione a networking events per l’elaborazione di iniziative di collaborazione a livello internazionale WIPO – World Agenzia delle Nazioni Unite per la promozione della Intellectual Property Proprietà Intellettuale Organisation Reperimento di informazioni e materiale sul tema della proprietà intellettuale www.wipo.int - Partecipazione a formazione dall’associazione - Accesso a database proprietà intellettuale American Association Creativity Network globale di professionisti nel tema della creatività, del problem solving, della generazione di idee www.amcreativityasso c.org corsi di organizzati sulla Reperimento di competenze per lo sviluppo dei NSDC - Reperimento di materiale per la realizzazione della “biblioteca/archivio virtuale” Network di università e attori di sviluppo regionale per l’incontro tra domanda e offerta di finanza innovativa Reperimento di buone prassi per la promozione delle attività - Valutabile l’estensione della rete ad Ascoli Piceno Junior Achievement – Rete pan-europea di organizzazioni non profit, la cui Young Europe mission è introdurre i giovani alla cultura d’impresa, all’imprenditorialità e all’alfabetizzazione economica. www.ja-ye.org Possibilità di introdurre i programmi di educazione sul “fare impresa” a studenti dalle scuole primarie fino all’università, finalizzati ad insegnare alle giovani generazioni come funziona il mondo dell’imprenditorialità CONNECT www.connect.org 167 4.3.3 Verso il distretto culturale evoluto piceno: formazione FORMAZIONE MOTIVAZIONE ALLA BASE DELLA LINEA STRATEGICA In accordo con l’identità e la mission del Consorzio Universitario Piceno, promotore e gestore del distretto culturale evoluto, la formazione rappresenta la linea guida dell’intera strategia. La “formazione” accoglie le prospettive future del CUP, ovvero la creazione di un sistema di qualità territoriale fondato sulla formazione universitaria e post universitaria e volto alla creazione di distretto formativo del Piceno, capace di valorizzare il talento locale e attrarre giovani talenti a livello nazionale e internazionale. OBIETTIVI SPECIFICI CHE LA LINEA STRATEGICA SI PROPONE DI SODDISFARE • Attrazione giovanile • Innovazione di sistema • Società della conoscenza EFFETTI DESIDERATI • arricchimento dell’offerta formativa, puntando a colmare eventuali vuoti e a promuovere le specificità già sviluppate, attraverso l’apertura di nuove Facoltà, nuovi Dipartimenti, nuove sedi didattiche e di ricerca • costituzione di un sistema ricettivo, organizzativo e di servizi in grado di accogliere gli studenti universitari e di far fronte alle loro esigenze (studentati e residenze, biblioteche universitarie e sale studio, laboratori,ecc.) • attivazione di rapporti di collaborazione e di programmi di scambio con università e centri di ricerca a livello locale, nazionale e internazionale (in particolare, partecipazione a programmi europei e inserimento all’interno di reti e associazioni internazionali di educazione e ricerca3) • benefici derivanti dalla capacità di attrazione dei giovani talenti, a livello locale, nazionale e internazionale • collaborazione sistematica e continuativa tra università e comunità imprenditoriale, centri di ricerca e istituzioni pubbliche. PROGETTO CHIAVE Creazione del distretto formativo “Università del Piceno” AZIONI COLLEGATE ALLO SVILUPPO DELLA LINEA STRATEGICA • Importazione del modello “Junior Achievement-Young Europe” nel territorio Piceno (per le scuole elementari-medie-superiori) • Nuclei per la Diffusione e la Valorizzazione della Creatività (si veda par. 4.3.2.5) • Think tank di promozione dell’economia della conoscenza 3 Si pensa, ad esempio, a Universitas 21, organizzazione costituita da 16 università appartenenti ad 8 paesi perlopiù extra europei, con 500.000 studenti e 40.000 ricercatori. 168 • • • • • • Local contact point per il Settimo Programma Quadro (eurosportello AP)4 creazione di centri di Study Abroad attivazione di master internazionali partecipazione ai programmi formativi e di ricerca dell’Unione Europea. azioni volte a favorire l’incontro tra domanda e offerta di finanziamenti per le imprese innovative e gli spin off universitari (Progetto “CONNECT Ascoli Piceno”) Creazione di un “tavolo per l’innovazione”, luogo di incontro periodico dei principali attori del sistema innovativo (Università, associazioni imprenditoriali, autorità locali), e di un archivio di ricerca strategica, per promuovere l’innovazione e per favorire la creazione di sinergie e relazioni tra mondo universitario e della ricerca e mondo imprenditoriale SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI COINVOLTI (si veda par. 4.3.2.7) Università convenzionate; Comune; Provincia; Regione; MIUR; Unione Europea; fondazioni bancarie locali; sistema della ricerca locale, regionale e nazionale; imprese; parchi tecnologici; associazioni di categoria (vedi mappatura soggetti). STRATEGIA DI FUNDRAISING (si veda par. 4.3.2.9) • Coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati sopraccitati e, in particolare: - monitoraggio delle opportunità di finanziamento previste dal MIUR - monitoraggio dei finanziamenti erogati dall’Unione Europea per programmi formativi e di ricerca internazionali Il Think tank sarebbe composto da accademici, imprenditori, professionisti del territorio, e dovrebbe avrebbe la funzione di: (a) elaborare una riflessione su come l’economia della conoscenza possa trovare un terreno di concretizzazione nel territorio piceno; (b) elaborare una strategia di promozione dell’economia della conoscenza per il sistema produttivo (realizzazione di booklet agili e semplici sull’economia della conoscenza per le PMI, convegni, seminari, ecc.). Per quanto concerne i centri di Study Abroad, ciò che si propone di realizzare fa riferimento ai centri residenziali delle università americane, che propongono ai propri studenti un semestre all'estero. In Italia vi sono i casi della Johns Hopkins di Bologna, che ha costruito un vero e proprio centro universitario dove gli studenti seguono gran parte del corso di studi, di Firenze, di Roma e di altre città di dimensioni più contenute, come Carpi e Fabriano. Attivare centri di Study Abroad significa portare nel sistema universitario piceno programmi di qualità americani, australiani, canadesi, cinesi, indiani ecc., anche per più di un semestre. Si propone di seguito il caso dell’Associazione Europea CUMULUS, che riunisce le istituzioni di alta formazione attive nei settori dell’arte, del design e dei media. 4 L’idea è quella di espandere le funzioni dell’eurosportello di Ascoli Piceno e di renderlo in grado di svolgere un ruolo attivo nel proporre e promuovere progetti e partenariati alle PMI locali, e di assistere le PMI picene nella presentazione di progetti per il Settimo Programma Quadro dell’Unione Europea: questa linea di finanziamento presenta, infatti, caratteristiche peculiari che necessitano di competenze specializzate per assistere le imprese (corsi di formazione, ecc.). Esiste una rete internazionale di National Contact Point (www.cordis.lu/ncp) a cui fare riferimento. 169 CUMULUS – European Association of Universities and Colleges of Art, Design and Media Parallelamente all’importanza crescente che l’educazione e la ricerca nell’arte, nel design e nel settore dei media stanno assumendo nello sviluppo culturale, sociale, economico e tecnologico della società contemporanea, cresce la necessità di aumentare qualitativamente e quantitativamente l’educazione e la ricerca di alto livello in questi campi. La nascita dell’Associazione CUMULUS risponde alla consapevolezza che la globalizzazione e lo sviluppo a livello europeo della ricerca e della formazione nei settori sopra citati non possono non essere discussi all’interno di un contesto internazionale. Le principali istituzioni di alta formazione in Europa hanno deciso di costituire la CUMULUS Association allo scopo di assistere università e college (prevalentemente europei, ma anche di altre parti del mondo) attivi nel campo dell’arte e del design di fronte alle nuove e mutevoli sfide della globalizzazione. Nel 1990 l’Università di Arte e Design di Helsinki (UIAH) e il Royal College of Art di Londra, in collaborazione con Danmarks Designskole, Gerrit Rietvelt Academy, Universität Gesamthochschule Essen and Hochschule für Angewandte Kunst in Vienna, costituiscono il Cumulus Network. Il desiderio comune è quello di innalzare la qualità dell’educazione attraverso la cooperazione e attivare scambi di studenti e professori all’interno del programma Erasmus dell’UE. Il network viene trasformato nel 2001 in Associazione. Negli ultimi 10 anni, l’associazione è cresciuta per dimensioni e ambizioni: il numero dei membri è cresciuto da 6 a 85 (2005). Essi rappresentano la maggior parte dei paesi europei, ma negli ultimi anni hanno aderito anche numerosi paesi extra-europei, per un totale di 35. CUMULUS è stata pioniera nello sviluppo congiunto di programmi di Master, workshop, conferenze biennali, nella pubblicazione di “working papers” e di un guida a supporto dei programmi di scambio a cui aderiscono studenti e professori. Gli obiettivi di CUMULUS sono: - eccellenza e innovazione nell’arte, nel design e nei media; - promozione e salvaguardia dei valori fondanti e dell’autonomia delle università, dei collegi, delle accademie e delle scuole di arte, design e media; - promozione della diversità di approcci alla ricerca e all’educazione; - creazione di un forum accademico per il progresso nell’alta formazione e nella ricerca attinente all’arte, al design e ai media; - alta formazione nei campi dell’arte del design e dei media e influenzare le decisioni politiche in questi settori, in particolare a livello europeo; - definizione di standard di qualità e di un pieno riconoscimento delle professioni nei settori dell’arte, del design e dei media; - promozione della cooperazione e dei vantaggi reciproci di diversi stakeholders. I compiti di CUMULUS sono: - assistere le istituzioni accademiche associate a CUMULUS nel loro sviluppo e nella valorizzazione dei propri contributi alla società; - promuovere il dialogo tra CUMULUS e le organizzazioni professionali internazionali, le istituzioni accademiche e le associazioni attive a livello nazionale e internazionale; - utilizzare più efficacemente la mobilità degli studenti e dello staff accademico per supportare gli obiettivi formativi; - incoraggiare la cooperazione tra i network di alta formazione nei settori dell’arte, del design e dei media e lo sviluppo di reti operative; - promuovere la cooperazione tra istituzioni accademiche impegnate nell’alta formazione nei settori dell’arte, del design e dei media e il mondo imprenditoriale; - promuovere il valore del design nell’educazione di base (scuola primaria e secondaria); 170 - - informare i membri associati a CUMULUS circa le politiche e i provvedimenti dei diversi paesi e dell’UE nei campi della formazione, della ricerca e della cultura; dar vita a progetti congiunti (concorsi, mostre, premi) per promuovere e sostenere l’innovazione nell’arte, nel design e nei media; mantenere un alto profilo dell’Associazione e dei suoi membri, attraverso pubblicazioni; raccogliere e distribuire informazioni sui membri dell’Associazione. 171 4.3.4 Verso il distretto culturale evoluto piceno: comunicazione 4.3.4.1 La linea strategica d’intervento Il ruolo della comunicazione nel percorso di costituzione del distretto culturale evoluto è innanzitutto di interfaccia e cerniera con le altre tre linee strategiche indicate, non solo per l’importanza di una comunicazione interna efficiente, ma in generale per garantirne il valore di processo partecipato. L’importanza del coinvolgimento di tutti gli attori della città e di un approccio orientato alla sostenibilità determinano la seconda caratteristica della comunicazione nel contesto del distretto culturale evoluto: è una comunicazione fundraising oriented, finalizzata a promuovere la partecipazione e la sostenibilità, dalla fase di progettazione fino a quella di implementazione. Vi è un ulteriore livello di definizione della relazione. La comunicazione è premessa del distretto culturale perché permette di fare leva, per lo sviluppo territoriale, sull’acquisizione di informazioni e conoscenza, sull’interazione degli attori sociali e sul loro senso di appartenenza a una comunità e al territorio stesso, come dimensioni proprie dei processi di produzione del valore immateriale. Per quanto riguarda non i presupposti, ma gli output del modello del distretto culturale evoluto, si può osservare che la matrice delle linee strategiche e il piano delle azioni di comunicazione sono l’una sia il riflesso sia lo sviluppo dell’altro. informazione e conoscenza; interazione e socialità; appartenenza e identità COMUNICAZIONE DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO piano delle azioni di comunicazione matrice delle linee strategiche Modello della relazione tra comunicazione e distretto culturale evoluto, goodwill Occorre pensare alla comunicazione, nel contesto del distretto culturale evoluto, come a una forma di “arte pubblica”: è un processo partecipato commissionato da un’istituzione pubblica e rivolto all’interesse pubblico, un messaggio che diventa creativo quando è a più voci e allena all’apertura e al confronto con l’esterno, il diverso e il possibile. In base a quanto emerso dall’analisi, la strategia di comunicazione tiene conto dei seguenti aspetti: • si riscontra una pluralità di iniziative attivate da parte sia degli enti istituzionali sia delle singole organizzazioni sul territorio • non risulta una comunicazione delle iniziative che veicoli la cultura come dimensione dell’innovazione e della sperimentazione • il “legame con il territorio” viene inteso come senso di appartenenza alla tradizione • le immagini ricorrenti che i vari attori veicolano del territorio possono essere distinte secondo tre tipologie in base al loro riferimento a: - storia e tradizione - paesaggio di colline e borghi - arte • emerge il tentativo di trovare, nella veicolazione del territorio, un compromesso tra la comunicazione orientata alla cultura e la comunicazione rivolta al turismo. Un 172 certo contrasto si riscontra, in particolare, nelle località costiere con prevalente vocazione turistica che cercano di riposizionarsi e distinguersi investendo nella cultura. COMUNICAZIONE MOTIVAZIONE ALLA BASE DELLA LINEA STRATEGICA • costituzione di un unico spazio di senso riconoscibile dai cittadini e visibile all’esterno • integrazione con le tre linee strategiche del distretto culturale evoluto - identità culturale, riconversione innovativa e formazione - in modo che esse si sviluppino a loro volta con il valore aggiunto della comunicazione • integrazione dell’offerta culturale con le componenti economica, sociale e formativa della città OBIETTIVI SPECIFICI CHE LA LINEA STRATEGICA SI PROPONE DI SODDISFARE • attrazione giovanile • società della conoscenza • identità: cambiamento nella continuità EFFETTI DESIDERATI Posizionamento, competitività e visibilità del territorio piceno PROGETTO CHIAVE • convegno di presentazione del progetto per il distretto culturale evoluto • comunicazione del soggetto gestore • comunicazione del territorio piceno AZIONI COLLEGATE ALLO SVILUPPO DELLA LINEA STRATEGICA • convegno di presentazione del progetto del distretto culturale evoluto • lancio e presentazione del soggetto gestore, realizzazione del marchio e posizionamento, promozione dei servizi e delle attività strutturali, iniziative di visibilità, media relation, networking e pubbliche relazioni • ricerca sull’immagine del territorio piceno percepita da parte degli abitanti, portale della creatività, archivio di ricerca strategica, progetto fotografia, engagè in culture, ragazzi del 2008 per il festival, documento di rendicontazione • public e media relation, azioni promozione, networking, iniziative per le imprese, grandi eventi SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI COINVOLTI • nucleo operativo per la comunicazione • responsabili delle altre tre linee strategiche • università 173 • • operatori culturali imprese TEMPO DI ESECUZIONE In concomitanza con il festival del design conclusione della fase di realizzazione dell’identità dell’ente gestore; in tre anni progetto a regime. STRATEGIA DI FUNDRAISING La comunicazione fundraising oriented è funzionale alla sostenibilità del Soggetto gestore e delle altre linee strategiche. Per il distretto culturale evoluto piceno si possono individuare tre livelli della comunicazione, indicati di seguito per la loro realizzazione in ordine temporale nel breve, medio e lungo periodo: • la comunicazione del progetto del distretto culturale evoluto • la comunicazione del Soggetto gestore • la comunicazione del territorio e della sua identità culturale (Si ritiene che la comunicazione dell’offerta formativa del territorio, in modo coordinato rispetto a quella del distretto, debba continuare ad essere svolta dal Consorzio Universitario Piceno.) Ciascuno di questi livelli si concretizza in un progetto chiave e in azioni specifiche. 4.3.4.2 Progetti chiave PC1: il convegno per la presentazione del progetto verso il distretto culturale evoluto piceno premessa L’obiettivo del convegno è far conoscere alla cittadinanza il significato del distretto culturale evoluto e le premesse teoriche sulle quali esso si basa. La sensibilizzazione nei confronti dei temi dell’economia della conoscenza rappresenta una condizione necessaria per condividere con gli attori e gli stakeholder i principi per lo sviluppo del territorio. organizzazione • ipotesi di titolo “Verso il distretto culturale evoluto piceno” (da definire) • temi - Intervento istituzionale: la cultura e il territorio piceno - Intervento scientifico: verso il paesaggio e il design - Casi e testimonianze: le linee strategiche del distretto culturale (identità culturale, riconversione innovativa, formazione, comunicazione) - la riqualificazione di spazi dismessi; dai casi internazionali a un progetto di riconversione innovativa per il territorio - la formazione • ipotesi di programma • target: cittadini, enti pubblici, associazioni e industrie culturali, imprese, fondazioni, associazioni di categoria, scuole, università • durata: una giornata • location: un edificio che possa accogliere l’intera cittadinanza e con un valore simbolico per la città comunicazione I materiali di comunicazione del convegno hanno lo scopo di creare interesse intorno al tema e di contribuire a creare una partecipazione allargata all’evento. Il Consorzio 174 Universitario Piceno sarà presentato come soggetto promotore del progetto e del convegno. strumenti prima del convegno invito invito per invio via email avviso stampa per testate locali manifesti per affissione per il convegno strumenti di comunicazione per il convegno (cartellina, carta intestata, blocco, matita) materiale per l’allestimento della location (cavalieri, accrediti, manifesto, guest book) dopo il convegno lettera di ringraziamento atti del convegno breve report del convegno e delle prossime tappe del progetto sintesi dei feedback ricevuti target enti pubblici, associazioni e industrie culturali, imprese, associazioni di categoria, direttori di istituti di formazione secondaria, docenti universitari, altri enti pubblici in Italia interessati allo sviluppo del territorio secondo il modello del distretto culturale evoluto enti pubblici e autorità, associazioni e industrie culturali, imprese, associazioni di categoria, direttori di istituti di formazione secondaria, studenti e docenti universitari, centri internazionali selezionati tra quelli evidenziati nel benchmark cittadinanza cittadinanza, scuole, università partecipanti partecipanti persone accreditate e autorità autorità, associazioni, industrie culturali e creative, imprese, associazioni di categoria enti pubblici, associazioni, industrie culturali e creative, imprese, associazioni di categoria, direttori di istituti di formazione secondaria, docenti universitari / strumenti e azioni di media relation prima del convegno press kit lancio comunicato recall invito stampa conferenza stampa per il convegno accoglienza e accreditamento dei giornalisti dopo il convegno lancio comunicato stampa recall rassegna stampa PC2: La comunicazione del soggetto gestore Rispetto alle altre esperienze del distretto culturale realizzate fino a questo momento, il distretto culturale evoluto piceno si caratterizza per il fatto di: 175 nascere a partire dall’iniziativa di un ente per la formazione finalizzata allo sviluppo del territorio – il Consorzio Universitario Piceno • avere come territorio di riferimento privilegiato un’intera provincia, con la possibilità di ampliarsi ulteriormente in una seconda fase Il Soggetto gestore rappresenta il punto d’incontro degli interessi degli attori del territorio, sia pubblici sia privati. La comunicazione deve favorire questa funzione di collegamento in modo da far riconoscere tale ente come il riferimento per la realizzazione del distretto culturale evoluto. La mission e lo statuto giuridico del Soggetto gestore portano a considerare i flussi comunicativi interni, prima ancora di quelli rivolti verso l’esterno in modo da assicurare la coesione e il coordinamento di tutti gli attori coinvolti direttamente nelle sue attività. La comunicazione interna e quella esterna, del resto, sono l’una il riflesso dell’altra; l’organizzazione, in altri termini, determina l’identità e l’immagine del Soggetto gestore, oltre al modo in cui è percepita dal pubblico. Il primo step è definire l’identità comunicativa a partire dal marchio. • Il posizionamento Il posizionamento di un marchio si stabilisce in base alla definizione dell’ambito in cui opera, degli interlocutori a cui si rivolge e, quindi, di ciò che offre loro. Innanzitutto il Soggetto gestore inaugura un nuovo “mercato” e quindi, al momento attuale, non necessita di un posizionamento competitivo ma di affermarsi e essere riconoscibile nello scenario della cultura, della formazione e dell’economia per le opportunità di rilancio e coordinamento che offre. Il naming e la mission del Soggetto gestore sono le prime e le più importanti coordinate che ne determinano la collocazione e che sintetizzano gli obiettivi, i destinatari, le opportunità e i vantaggi caratterizzanti questa istituzione. Il valore aggiunto è la novità, il fatto che si apre un territorio di indagine e di sviluppo delle relazioni reciproche tra la cultura, la società civile e i modelli per la loro gestione. I valori del Soggetto gestore da veicolare attraverso la comunicazione sono: • Innovazione. L’obiettivo è far dialogare le istituzioni pubbliche, che si occupano non solo di un unico ambito culturale – come, ad esempio, le fondazioni o le reti per i musei civici –, ma di tutte quelle che si relazionano con la cultura nella sua accezione più completa e complessa. • Governance. Il Soggetto gestore è incaricato della gestione delle politiche culturali di una provincia che affronta il tema della cultura in modo strategico e integrato attraverso il modello del distretto culturale evoluto. • Partecipazione. Il primo progetto culturale si sviluppa a partire dal coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, per raggiungere gli obiettivi sia della partecipazione della cittadinanza, delle imprese e delle istituzioni, sia della valorizzazione della città a livello nazionale e internazionale. Governance Innovazione - chi è: Soggetto gestore - cosa fa: distretto culturale evoluto piceno - ambito: cultura, formazione, sviluppo del territorio Partecipazione Il valore del Soggetto gestore, dal punto di vista della comunicazione, deriva dal tipo di investimento che esso stabilirà attorno all’universo del suo nome, in termini di conoscenza, fiducia e relazioni, ossia le tre leve attraverso cui attivare un circolo virtuoso per la costruzione e l’articolazione dell’identità istituzionale. La conoscenza del marchio, infatti, è la combinazione dell’immagine e della notorietà che l’istituzione determina attraverso il suo comportamento quotidiano e attraverso processi di comunicazione mirati a tal fine. Quando l’immagine e la notorietà hanno un valore 176 positivo, esse contribuiscono a diffondere la fiducia: il patrimonio più importante, dal punto di vista della governance e del fundraising, per un soggetto che si basa sulla partecipazione. Gestire le relazioni con i soggetti interni ed esterni al Soggetto gestore, investendo sul vettore di tali relazioni, cioè sulla comunicazione, significa allora generare valore, nella continua tensione verso elementi di innovazione che permettano un posizionamento distintivo del Soggetto gestore. Il marchio del Soggetto gestore, primi elementi per il brief La realizzazione del marchio del Soggetto gestore ha i seguenti obiettivi: • ottenere visibilità, riconoscibilità e reputazione • a partire da tali valori, creare un circolo virtuoso che favorisca la fiducia, la partecipazione e il sostegno degli attori del territorio nei confronti della Soggetto gestore e del progetto del distretto culturale evoluto • creare un’occasione per pensare e agire in una prospettiva di concertazione e coordinamento tra le parti partecipanti al progetto • comunicare il cambiamento culturale e socio-economico • rappresentare un marchio di qualità che certifichi e garantisca il valore immateriale degli eventi e dei progetti del distretto culturale evoluto “governati” dal Soggetto gestore • attraverso questo strumento di comunicazione, il Soggetto gestore dimostra simbolicamente l’assunzione di responsabilità nella tutela e promozione del valore del territorio e del ruolo di guida per la realizzazione del distretto culturale evoluto Cosa deve rappresentare il marchio: • (chi è) l’identità del Soggetto gestore, come ente per la governance del distretto culturale evoluto e riferimento per la pluralità dei soggetti coinvolti. • (cosa fa) il progetto del distretto culturale evoluto • (come) la cultura, la formazione e la riconversione innovativa, nella loro accezione più ampia e completa, come approcci strategici per lo sviluppo del territorio Il marchio (elemento grafici) e il naming (elemento testuale) dovranno, quindi, comprendere questi nuclei: Soggetto gestore, distretto culturale evoluto, cultura e formazione Occorre, in particolare, considerare tre punti: • è un marchio culturale e per questo è importante per la sua ideazione e realizzazione procedere dalle persone alla città, dar rilievo ai piceni, alla loro visione e prospettiva; • l’immagine è il punto di convergenza delle altre linee strategiche, per questo il marchio deve rappresentare la loro integrazione. Non si tratterà, quindi, di un marchio declinato in colori diversi a seconda dei settori di applicazione, ma di un marchio unico che al suo interno rappresenta l’integrazione delle linee identità culturale, riconversione innovativa e formazione in modo che tutti gli attori coinvolti nel distretto culturale evoluto possano riconoscersi in tale segno e godere del valore aggiunto di tale integrazione. • il ruolo del design e del paesaggio nella definizione dell’immagine della città costituiscono un valore aggiunto importante Gli ambiti di applicazione del marchio: • progetto del distretto culturale evoluto e tutte le iniziative ad esso correlate; • altre attività culturali e formative del territorio coerenti con la mission del Soggetto gestore; • iniziative di promozione del territorio. Il valore di un marchio secondo le macrocategorie del distretto culturale evoluto • qualità dell’offerta culturale: il marchio rappresenta l’elemento di riconoscimento delle eccellenze della città 177 • • • • • - qualità della governance locale: coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali, economici e sociali verso un unico obiettivo di sviluppo attraverso la governance e non il government del territorio attrazione di imprese esterne: un territorio che dimostra un alto grado di integrazione tra centri di ricerca, istituzioni pubbliche e iniziative private rappresenta un ambito ideale per l’insediamento di nuove imprese, ancor più quando ci sono strumenti concreti come un brand a testimoniare tale livello di sviluppo attrazione del talento esterno: uso del marchio come carta di identità degli attori culturali del territorio in dialogo con l’ambiente nazionale e internazionale networking interno: promozione di progetti coordinati con i soggetti del territorio networking esterno a livello nazionale con partner mirati coerenti con l’identità culturale del territorio e la strategia adottata a livello internazionale con Trans Europe Halles, Art Factories e Cumulus Il caso, Trentino S.p.A. Si ritiene utile ricordare, tra i casi italiani, il marchio del trentino, come esempio prevalentemente orientato al turismo, quindi diverso dagli obiettivi del progetto di Ascoli Piceno, ma significativo per aver dato un’immagine unitaria al territorio e identità a Trentino S.p.A, la società di marketing territoriale che deriva dalla precedente A.P.T. Il Marchio territoriale promosso da Trentino S.p.A. per l’industria e l’artigianato Il Marchio territoriale promosso da Trentino S.p.A. per il turismo Il Marchio territoriale promosso da Trentino S.p.A. per il settore agroalimentare Il Marchio territoriale promosso da Trentino S.p.A. per la cultura e la formazione il caso. Ruhr 2010 Il programma per the European Capital of Culture RUHR.2010 è l’occasione per il territorio di ripensare la propria vision per il futuro. Tra la pianificazione predisposta che ha permesso alla regione di aggiudicarsi il titolo di Capitale della Cultura ci sono i seguenti: il ripensamento del disegno urbanistico dell’area metropolitana; il compito assegnato agli artisti di modificare la regione per farne un contesto stimolante di esperienze per gli abitanti e i visitatori; porre al centro dell’attenzione le creative industries, sottolineando il valore dell’arte e della cultura nel portare nuove idee e innovazione nei processi tecnologici e produttivi; dare rilevanza all’immigrazione come nuova forza di sviluppo. Dal punto di vista della comunicazione è stato innanzitutto definito il marchio qui riportato – con la versione dove si evidenziano le città coinvolte. Trattandosi di un percorso verso il 2010, la comunicazione ha il ruolo di mantenere alta l’attenzione verso le iniziative attivate. Per questo sono particolarmente importanti, da un lato, le attività di ufficio stampa e dall’altro il progetto di raccolta di immagini del territorio 178 tramite il coinvolgimento di fotografi free-lance (vedi box di approfondimento nei paragrafi successivi). Un’iniziativa collaterale utile è la possibilità di scaricare dal sito screensaver e poster e di inviare cartoline elettroniche della regione. Rispetto al progetto di Ascoli Piceno, questa regione può essere considerata di particolare interesse per il ruolo che vi ha assunto il settore del design, come testimonia il red dot. Red dot è un concorso riconosciuto a livello internazionale, a partire dal quale sono state sviluppate altre iniziative: red dot design museum, red dot editions, red dot projects, red dot trend reports, red dot lectures e red dot on tour. Dall’esposizione degli oggetti di design prodotti dagli studenti, al confronto sulle principali tematiche d’attualità con seminari e conferenze, fino all’allestimento del progetto in altre città (in questo caso città come Tokyo, Mosca, Singapore e Praga) Le risorse Per le attività di comunicazione sarà costituito un nucleo operativo per la comunicazione che tradurrà le linee guida, individuate dal Soggetto gestore, nelle azioni e negli strumenti che saranno necessari nel corso della realizzazione del distretto culturale evoluto. Le competenze necessarie sono quelle di progettazione e realizzazione di strumenti di comunicazione, promozione, organizzazione di eventi, media relation. Tale nucleo si avvarrà delle competenze e della collaborazione degli studenti universitari, degli artisti e dei designer in residenza. L’articolazione dell’identità: le attività e gli strumenti La pianificazione delle azioni di comunicazione permette di strutturare azioni e strumenti che seguono le varie fasi di evoluzione del “soggetto gestore” in modo da assicurare che il lancio, la crescita, l’affermazione e la maturità della sua identità e immagine. Oltre a considerare il Soggetto gestore come un organismo che si modifica nel tempo e rispetto al suo contesto, è parimenti importante ponderare la comunicazione in base ai propri interlocutori, che di volta in volta potranno appartenere all’ambito locale, nazionale o internazionale. La tabella che segue riassume il quadro complesso della comunicazione in cui dovrebbe operare il Soggetto gestore e mette in evidenza che le attività proposte rispondono, in particolare, alle dimensioni della partecipazione, in ambito locale, e della visibilità in quello nazionale e internazionale. Ambito Locale Obiettivo strategico principale Nazionale Partecipazione Internazionale Visibilità, notorietà, reputazione e attrazione Fundraising Presentazione e - Presentazione istituzionale - Invito lancio del del Soggetto gestore - Ufficio stampa Soggetto gestore - Presentazione ufficiale del bando di concorso per l’ideazione del marchio del Soggetto gestore - Presentazione della Soggetto gestore ai network nazionale “rete città strategiche” e i network nazionali e internazionali già individuati presentazione del primo progetto del Soggetto gestore Promozione dei - Pubblicazioni - Ufficio stampa servizi e delle - Comunicazione “below the - Website attività strutturali line” - Eventi 179 Iniziative per la visibilità Media relation Networking e pubbliche relazioni Valorizzazione dei progetto del Soggetto gestore e delle singole attività dei soggetti che la compongono Press kit del Soggetto gestore, dei soggetti che ne fanno parte e del progetto del distretto culturale evoluto Strategia di influenza dei media nazionali nella veicolazione dell’immagine del territorio piceno attraverso le attività del Soggetto gestore Coinvolgimento degli organi di informazione coinvolti e interessati ai temi: economia della cultura, modelli di governance urbana e innovazione dei progetti artistici e culturali Presenza del marchio del Forum di incontro sui Partecipazione ai Soggetto gestore nelle temi attinenti il network europei e iniziative e nei progetti già distretto culturale internazionali esistenti coerenti con la logica evoluto e, più in del distretto culturale evoluto generale, il ruolo della cultura e della formazione per lo sviluppo del territorio Lancio e presentazione del Soggetto gestore Il momento di presentazione sancisce la nascita del Soggetto gestore; è importante creare un’occasione di incontro per definire ufficialmente questo momento; il Soggetto gestore assume le responsabilità del proprio progetto di fronte ai principali stakeholder e opinion leader e dichiara, in questo momento, di voler iniziare con loro un percorso di lungo periodo. Sarà una presentazione ufficiale aperta alla città a cui saranno invitati i rappresentati delle istituzioni pubbliche e culturali così come gli operatori economici e gli esponenti della comunità finanziaria. Parallelamente, il lancio potrebbe avere un maggior impatto con il contributo di un progetto concreto, allo scopo di dare visibilità e porre al centro dell’interesse l’ente gestore come soggetto già attivo, nonchè contribuire alla ridefinizione dell’immaginario collettivo, di chi abita o visita il territorio piceno. Il progetto da presentare in occasione del lancio potrebbe essere il festival saggipaesaggi (progetto già attivo e in crescita) e il festival del design (nuovo progetto), ribadendo così i due cardini della strategia, appunto il paesaggio e il design. A livello nazionale e internazionale, invece, si propone di dare visibilità alla nascita del Soggetto gestore tramite l’attività di ufficio stampa e un invito esteso a partecipare all’evento. Il canale di relazione con la comunità finanziaria, infine, dovrà essere attivato a partire da questa prima fase di vita dell’istituzione, dal momento che l’indagine e l’intervento riguardanti la sostenibilità e i modelli di governance urbani e culturali sono stati indicati come uno dei tre assi per il posizionamento del Soggetto gestore. Si prevede, infine, di organizzare, successivamente al convegno, un incontro con gli attori direttamente coinvolti nel Soggetto gestore per condividere i feedback della presentazione ufficiale. Promozione dei servizi e delle attività strutturali La comunicazione del Soggetto gestore, come soggetto che agisce, si sviluppa parallelamente lungo due linee complementari: il coinvolgimento e la creazione del senso di appartenenza, da un lato, e l’investimento nella visibilità, affermazione e reputazione dall’altro. Per questo motivo si prevede un piano di comunicazione a “due vie” tra loro complementari: la prima utilizza soprattutto una comunicazione “below the line”, la seconda invece dovrebbe essere tale da avere un rilevante impatto sui molteplici stakeholder e opinion leader coinvolti. L’affollamento e la saturazione dello spazio mediatico costringe sempre più spesso a scegliere forme di comunicazione non convenzionali; tuttavia, nel caso del Soggetto gestore, si tratterebbe soprattutto di una modalità di comunicazione che raggiunga un 180 territorio esteso come quello provinciale a partire dai centri urbani. Pubblicazioni con format inediti, contenuti diversificati sulle attività del Soggetto gestore, una periodicità prestabilita e, soprattutto, con una distribuzione nei luoghi dello scambio sociale veicoleranno l’idea di un ente che intende incontrare e sostenere la domanda culturale dei residenti. La comunicazione del Soggetto gestore dovrebbe predisporre un canale diretto e specifico con i decision maker; la creazione di un database dei principali interlocutori, stakeholder e rappresentanti appartenenti alle istituzioni culturali, economiche e sociali permetterebbe di inviare loro una pubblicazione semestrale con gli aggiornamenti sul percorso di sviluppo del distretto culturale evoluto. Si tratta di uno strumento finalizzato all’accountability e alla trasparenza nei confronti delle persone, a cui il Soggetto gestore di rivolge per accreditare la propria reputazione e aprire nuovi canali di fundraising. L’affermazione del Soggetto gestore passa attraverso una strategia di medio e lungo periodo che possa favorire la comunicazione eteroprodotta; l’eccellenza della realtà picena può essere valorizzata più che da messaggi diretti da un attento e mirato lavoro di redazione dell’ufficio stampa, in modo da “far parlare” i potenziali interlocutori del territorio dei progetti effettivi sviluppati dall’ente. L’altro strumento essenziale in questo ambito è il sito internet, da interpretare come medium per valorizzare due tratti essenziali del progetto del distretto culturale evoluto: la volontà di interagire con livelli diversi di interlocutori, dai singoli cittadini alle istituzioni, l’intenzione di essere visibile anche in ambito nazionale e di interagire con quello internazionale. Iniziative per la visibilità L’attività di comunicazione dovrebbe indirizzarsi alla valorizzazione e alla creazione di opportunità specifiche per ciascun contesto. Si tratta di un atteggiamento che deve essere proprio del Soggetto gestore in generale e dell’area comunicazione nello specifico, dal momento che deve presidiare i canali informativi della quotidianità per potersi accreditare presso i media e i vari segmenti di pubblico. Oltre al marchio e all’immagine coordinata, la comunicazione deve proporsi attivamente all’attenzione e all’interesse dei propri interlocutori con una serie di iniziative, come quelle promosse dalle agenzie di sviluppo dei territori inglesi: una banca delle immagini da utilizzare per la comunicazione, campagne di marketing diversificate e momenti e opportunità di incontro tra gli attori già presenti nel territorio che operano in questo settore. Il caso The Northwest Regional Development Agency (NWDA) L’Image è una delle principali aree di cui si occupa l’agenzia per lo sviluppo della regione nord-occidentale. Essa è intesa dall’agenzia come il risultato multisfaccettato delle politiche culturali, turistiche e dei grandi eventi, un valore aggiunto cui dedicare particolare attenzione e risorse. La regione è promossa sul mercato in modo coordinato per valorizzare i suoi asset e affrontare eventuali percezioni negative; in particolare, le iniziative che perseguono questo obiettivo, sono: The England’s Northwest Imagebank L’agenzia ha sviluppato una Imagebank online per le organizzazioni non profit che lavorano per promuovere la regione. Le immagini, ad alta risoluzione, sono disponibili e gratuite per le organizzazioni non profit che si registrano nell’apposita sezione del sito dell’agenzia. Tale iniziativa assicura il coordinamento e la qualità con cui si veicola il territorio della regione e, quindi, un controllo indiretto sulla percezione che ne avrà il pubblico. The Regional Marketing Forum Il Forum è una partnership tra le organizzazioni che si dedicano al marketing della 181 regione; gli sforzi sono indirizzati al business, alla cultura, alla formazione e al turismo. Il Regional Marketing Forum aggiunge valore all’immagine dei partner attraverso le seguenti iniziative. • la coordinamento del piano di marketing dei singoli attori; • la promozione delle attività più significative della regione; • il riconoscimento dei progetti ritenuti chiave per la strategia complessiva Gli atti dell’ultimo Regional Marketing Forum sono sempre disponibili online Media Coverage Strategia di medio e lungo periodo finalizzata a influenzare i media nazionali nel diffondere e nel migliorare l’immagine della regione. Marketing and Advertising L’Agenzia produce documenti e materiali promozionali diversificati, tra cui anche video per comunicare un brand positivo e forte dell’Inghilterra nord-occidentale. Branding Lo sviluppo di un brand “englandnorthwest” è un’attività particolarmente strategica per l’agenzia di sviluppo regionale. Gli obiettivi che si desidera raggiungere sono la valorizzazione dell’identità della regione attraverso la condivisione dei valori e la promozione delle attività con le organizzazioni partner. Il marchio è stato disegnato per essere utilizzato da tutte le organizzazioni che promuovono la regione, non rappresenta un soggetto in particolare ma appartiene a chiunque abbia qualcosa di positivo da raccontare del Northwest. Oltre al marketing del territorio, quindi, il marchio ha la funzione di valorizzare il senso di appartenenza di chi vi abita e opera. Per veicolare la qualità e l’eccellenza del northwest, l’uso del marchio è protetto da specifiche linee guida, descritte nel documento “A brand for our region” scaricabile dal sito dell’agenzia e disponibile in un cd che è possibile richiedere. Le brand guidelines si articolano in: • valori del brand. Due payoff, “this brand is your brand” e “use it with pride” caratterizzano questa sezione per il tentativo di coinvolgere tutti gli attori del territorio nella strategia di comunicazione. Il brand è innanzitutto veicolo di valori; il northwest riconosce come suo tratto essenziale “revolution” e si definisce, quindi, come “competitive, open and surprising”; • uso del brand. Si forniscono le indicazioni per l’utilizzo del brand, ad esempio, in termini di grandezza, colore, sfondo; • declinazioni del brand. Al marchio si associano diversi payoff; a seconda del settore di utilizzo - turismo, cultura, sport, scienza, educazione – si associano messaggi diversi, in modo da “dare voce” al marchio; • le applicazioni. Si forniscono esempi dell’utilizzo del marchio per tipologia di documenti: carta intestata o materiale di un progetto, evento o località, in modo da arricchire e articolare l’identità coordinata della regione; • la protezione del brand per un suo uso coerente e per garantirne la riconoscibilità; • gerarchia del brand. Si specifica la posizione del marchio in documenti che prevedono la presenza anche di altri marchi; • uso delle immagini. Nell’utilizzo di un marchio è fondamentale associare un volto a un nome e per questo le immagini accostate al marchio devono veicolare gli stessi valori. Media relations Nel prospetto generale, riportato precedentemente, si indica, come esempio, la presentazione ai media di una cartella stampa che contenga i comunicati stampa sia del Soggetto gestore sia dei soggetti che ne fanno parte; si tratta di un segnale chiaro nelle media relation per veicolare il principio della partecipazione e dell’articolazione che ha portato a definire il Soggetto gestore stesso. Hanno il medesimo valore: la veicolazione delle figure mediatiche dei settori rilevanti della Città; la copertura delle testate più importanti con articoli e servizi che testimonino e rilancino periodicamente il ruolo di questa istituzione; una rassegna stampa che monitori l’immagine del Soggetto 182 gestore veicolata dai media, in modo da intervenire tempestivamente su eventuali aspetti non costruttivi. L’influenza delle attività di media relation a livello nazionale risulta più impegnativa e i risultati potranno rendersi evidenti o per grandi eventi o nel lungo periodo. Si richiede, quindi, di predisporre una mappatura degli organi di informazione sia curare le relazioni con gli opinion leader e i giornalisti coinvolti e interessati ai temi che ruotano intorno ai tre nuclei di senso individuati ai fini del posizionamento del Soggetto gestore: partecipazione, governance e innovazione. Networking e pubbliche relazioni Il networking “interno” ed “esterno” è uno strumento e un fine in sé per l’accreditamento come realtà di eccellenza nel panorama nazionale e internazionale. In ambito locale, il Soggetto gestore sarà partner costante delle politiche culturali del territorio. Il networking esterno, dall’altra parte, rappresenta un canale di comunicazione particolarmente importante dal momento che questo contribuirà a uno stimolo per l’innovazione di sistema, l’attrazione del talento e dei giovani. Inoltre, dal punto di vista della comunicazione, i partner internazionali rappresentano dei veri e propri moltiplicatori della visibilità, vetrine per l’esposizione e la dimostrazione delle attività del Soggetto gestore. PC3: la comunicazione del territorio piceno Il nucleo operativo per la comunicazione è responsabile anche della comunicazione del territorio, in modo complementare rispetto a quella dell’organo di gestione. Di seguito si indicano le tappe per il percorso di promozione e valorizzazione del territorio piceno in coerenza con il modello del distretto culturale evoluto. Il punto di partenza del percorso La frammentazione e pluralità delle iniziative, emerse nell’analisi interna, dimostrano l’assenza di una visione unica e chiara della città da parte dei soggetti culturali della Provincia di Ascoli Piceno. Il punto di partenza del percorso verso il brand culturale e, più in generale, verso il distretto culturale evoluto vede come utile punti di inizio un’indagine su un eventuale gap tra la percezione attuale e l’immagine desiderata del territorio di Ascoli Piceno da parte: • pubblica amministrazione; • attori culturali; • imprese; • specifici segmenti dei cittadini: bambini, giovani, adulti, anziani e immigrati. Il confronto con i cittadini, oltre che il fine conoscitivo, ha soprattutto il fine di iniziare l’attività di sensibilizzazione e di presa di consapevolezza nei loro confronti dell’importanza di rendere chiaro cosa pensano attualmente del territorio piceno e come essa dovrebbe cambiare. la realizzazione dell’indagine può essere svolta parallelamente in un modo “freddo” e in uno “caldo” così da assicurare sia l’accuratezza scientifica della ricerca sia da avviare una fase di ascolto nei confronti dei cittadini. 1. L’analisi da parte di un ricercatore universitario, secondo le seguenti fasi: a) predisposizione dei criteri per la valutazione del potenziale della città e dell’immagine desiderata rispetto a esso per segmento di campione; b) attribuzione di un punteggio per ciascun criterio indicato all’interno di una scala predefinita; c) costruzione di una matrice immagine percepita-desiderata che permette di individuare il posizionamento dell’immagine della città per ciascun segmento di pubblico di riferimento. 183 Un’altra metodologia di audit della percezione, sempre con interviste a un campione rappresentativo di un mercato obiettivo, è la seguente: a) identificazione delle più significative dimensioni qualitative attraverso cui il pubblico definisce la sua immagine percepita del luogo. Descrizione di ciascuna di queste dimensioni attraverso due parole o aggettivi che rappresentano i suoi estremi; b) definizione di una scala quantitativa per esprimere in valore la percezione che il pubblico ha di ciascuna delle dimensioni in modo da definire l’immagine complessiva del luogo; c) rilevazione della percezione del pubblico target e indicazione dei valori medi ottenuti e delle relative varianze nella scala quantitativa costruita precedentemente. Il monitoraggio del cambiamento dei risultati a questi test è importante per la verifica e il ri-orientamento della strategia di comunicazione. 2. attivazione di specifici progetti con le scuole e di iniziative come l’installazione di un videobox in un punto strategico della città, con il quale i cittadini possano registrare video-messaggi a partire da specifici filoni tematici. Gli studenti universitari rappresentano un target privilegiato per tale indagine. Da tempo sono target di riferimento per le campagne di promozione delle università del territorio, sono sia un pubblico interno (abitanti della provincia) che esterno (studenti fuori sede), sono potenziali “consumatori di cultura” e possono quindi dare un parere motivato sull’immagine e la loro percezione del territorio. Le tappe successive La comunicazione attraverso informazione, interazione e senso di appartenenza, contribuisce alla costituzione dell’immagine di un territorio. Con il termine immagine si intende fare riferimento all’insieme di ricadute e di conseguenze prodotte in modo concreto dalla comunicazione fino a veicolare il senso di un luogo. Si intende ora specificare le azioni e gli obiettivi che costituiscono le tappe di tale processo. obiettivi informazione interazione senso di appartenenza, identità azioni - portale della creatività e archivio di ricerca strategica - progetto fotografia - engage in culture - ragazzi per i festival rendicontazione obiettivi azioni riconoscimento - public e media relation - azioni di promozione adesione - networking scelta e azione - iniziative per le imprese - grandi eventi all’ immagine comunicazione dalla… Portale della creatività e archivio di ricerca strategico Si ritiene necessario un portale, che sia luogo di idee, di discussione e confronto, strutturato per temi e servizi, per il monitoraggio e la valorizzazione dello scambio tra domanda e offerta culturale. Lo scopo è dotarsi di uno strumento che permetta di tener traccia delle proposte, dei progetti e delle osservazioni espresse dai cittadini. L’archivio di ricerca strategica ha invece l’obiettivo di far interagire studiosi e ricercatori con i progetti che effettivamente sono in corso o sono stati proposti nella città. L’obiettivo è, da un lato, attirare l’interesse di giovani universitari così come di studiosi sulla storia e le caratteristiche del territorio piceno, dall’altro, stimolare la ricerca 184 scientifica come supporto essenziale per la realizzazione di progetti innovativi. In questo archivio, consultabile online, sarà dunque possibile avere una visione d’insieme delle tesi, delle ricerche e dei saggi e della loro possibile correlazione con il territorio piceno in generale così come con un singolo progetto che riguarda uno specifico ambito (scientifico o artistico) o un soggetto culturale. Rilevanza particolare avranno, in entrambi gli strumenti, i temi del paesaggio e del design. per la realizzazione del progetto: • definizione dei temi e dei servizi per la strutturazione del portale • coinvolgimento dei responsabili del sito del Comune e del Consorzio Universitario Piceno per il portale della creatività e dell’Università per l’archivio di ricerca strategica • costituzione del gruppo di lavoro responsabile della progettazione e dell’implementazione del portale • realizzazione del portale internet • per l’archivio di ricerca strategico, particolarmente importante è il coinvolgimento delle imprese in modo da creare connessioni concrete tra il mondo della formazione e della ricerca e quello del lavoro. Il caso Birmingham, becreative.info Becreative.info è il portale che permette l’accesso a ogni tipo di informazione che riguarda le “creative industries” della città di Birmingham. Lo sviluppo delle parti che lo compongono è stata realizzata in collaborazione con il gruppo di lavoro “Creative Development Innovation” della città. I servizi offerti, in particolare, mirano alla crescita e alla condivisione delle informazioni e all’incontro tra la domanda e l’offerta di collaborazione per i progetti in questo ambito. Il caso Il piano strategico di Valencia Il piano strategico della città di Valencia è articolato in linee strategiche governate da specifiche commissioni. Tra gli strumenti per l’implementazioni di tale linee, è stato promosso un archivio di ricerca sviluppato in collaborazione con l’Università e promosso dal Municipio. Esso si propone di ottimizzare e orientare la ricerca delle università cittadine nella stessa direzione in cui si muovono la strategia di sviluppo della città e della sua area metropolitana. Progetto fotografia A fianco della tipologia di informazioni che permette di raccogliere un servizio come il portale della creatività e l’archivio di ricerca strategico, nel percorso verso il distretto culturale evoluto è sulle immagini che diviene importante intervenire. La preferenza per la fotografia, tra le arti visive, deriva dalla sua immediatezza e da un linguaggio che, per la sua stratificazione, è accessibile a fasce di pubblico diverse e che può veicolare molteplici messaggi. Gli obiettivi del progetto sono, in particolare, di due tipologie: 1) condurre i cittadini in un percorso di consapevolezza della comunità in cui vivono e dell’ambiente che abitano come luogo di lavoro, incontro e scambio; 2) costituire un primo nucleo di una “banca immagini” del territorio e dei suoi abitanti che sarà poi la base per ridefinire il proprio immaginario e per veicolarsi all’esterno. Il focus del progetto che sarà sviluppato dall’artista attraverso la fotografia sono i cittadini e il paesaggio in relazione ad essi. 185 Per la realizzazione il punto di partenza è la scelta del fotografo. Dato il brief del progetto si ritiene importante lasciare alla sua sensibilità artistica la definizione delle fasi del processo (workshop o reportage, ad esempio). Anche in questo caso sarà necessaria la collaborazione degli operatori culturali e delle imprese ad aprire le porte delle loro sedi. il caso Pixelprojekt_Ruhrgebiet e la regione della Ruhr Pixelprojekt_Ruhrgebiet è una collezione digitale di fotografie che mira a rappresentare la memoria della regione della Ruhr. E’ un progetto di fotografi freelance che si articola in 5 temi principali: persone/società, paesaggio/ecologia, città/architettura, cultura/sport, lavoro/produzione. il caso Bolzano e la fotografia La fotografia è stata nel corso degli anni più volte occasione di contatto tra il Centro culturale gestito dalla Provincia e nuove categorie di pubblico molto spesso richiamate dal forte interesse per il proprio territorio. L’Assessorato alla cultura italiana ha dato risposta a tale desiderio costruendo una mappatura del territorio e della sua società attraverso lo sguardo di grandi fotografi, per aprire nuove prospettive e spesso fa sorgere nuove domande. Missioni fotografiche che hanno saputo parlare agli interessati della cultura territoriale, agli amanti della grande fotografia e a tanto nuovo pubblico che cercava di rivedersi e riconoscersi. I fotografi che hanno letto il territorio provinciale sono stati Berengo-Gardin, Jodice, Kampfer, Radino, Barbieri, Basilico, Schileo, Cresci, Schick, Lotti. A volte era l’appartenenza ad un quartiere che attirava nuovo pubblico alle mostre fotografiche, altre volte, come nel caso della mostra “M’impiego ma non mi spezzo”, l’appartenenza a una determinata classe professionale, in quel caso quella degli impiegati, fetta predominate dell’occupazione locale. il caso Reggio Emilia, Settimana delle Fotografia Europea Con Reggio Emilia | Settimana della Fotografia Europea, il Comune di Reggio Emilia intende esplorare la propria identità nell'orizzonte europeo. Un percorso di ricerca di una nuova visione del paesaggio in trasformazione che si inscrive idealmente in quella corrente della fotografia contemporanea inaugurata in Italia da Luigi Ghirri a partire dai primi anni Ottanta. L'opera del fotografo reggiano è un imprescindibile punto di riferimento, non solo perché ha dato il via al rinnovamento della fotografia italiana negli ultimi decenni ma anche perché ha saputo creare un dialogo tra la fotografia e le arti: l'architettura, la letteratura, il cinema. Obiettivo del programma è sollecitare una riflessione sui luoghi, le identità, i bisogni, le aspirazioni, i progetti delle nostre città, sottolineando la centralità della cultura nelle politiche di pianificazione strategica, in un momento in cui Reggio Emilia è protagonista di un importante processo di trasformazione urbanistica che ne ridefinirà il disegno complessivo. Questo percorso è accompagnato da proposte culturali mirate a coinvolgere un pubblico ampio, sviluppando un più stretto rapporto fra i progetti, le intelligenze e le aspettative della comunità e contribuendo a fare uscire l'urbanistica dai confini specialistici della disciplina, per farla divenire materia che riguarda la vita di tutti. A questo fine, Reggio Emilia invita nella Città del buon vivere alcuni degli sguardi più interessanti del continente per promuovere un confronto tra "visioni urbane" diverse. Engage in culture Engage è un’associazione inglese impegnata nell’accesso e nel coinvolgimento di 186 nuove fasce di pubblico, in particolare dei giovani, nelle arti visive attraverso la cosiddetta “gallery education”. L’arte è intesa contemporaneamente come fine – permettere la sua conoscenza e diffusione - e come strumento – a sua volta è mezzo privilegiato per riflettere su temi di attualità, per formare figure professionali e per fare interagire le persone. Con il titolo indicativo di “engage in culture” si vuole intendere l’attivazione di un programma che ponga effettivamente in connessione cultura e formazione quali asset principali del distretto culturale evoluto piceno. Presso l’Officina culturale sarà costituito un dipartimento educazione basato su tali principi che lavorerà in sinergia con le altre istituzioni culturali della città. Le persone coinvolte da dipartimento non saranno solo studenti, ma gruppi appartenenti alle diverse categorie che si intendono coinvolgere maggiormente nella vita culturale della città. Lo scopo che fa rientrare questo tipo di progetti, delle cui attività si indica una esemplificazione nel box di approfondimento che segue, nella strategia di comunicazione, è agire a livello dell’interazione tra i soggetti per alimentare il background dell’immagine culturale del piceno. Tra gli approcci che hanno dimostrato un particolare successo nel facilitare l’accesso alla cultura di nuove fasce di pubblico vi è il cosiddetto “marketing paritario” o, meglio, la “peer education”. Per aggirare e scalzare il tradizionale circolo di informazioni calate dall’alto vengono formati piccoli gruppi che a loro volta, negli ambienti della quotidianità come le scuole per i ragazzi o gli spazi del tempo libero per gli adulti, trasmettono il loro entusiasmo, per quanto appreso, ai loro “pari”. Si tratta di un metodo che è particolarmente adatto quando quello che si cerca di ottenere è una frequentazione degli spazi della cultura come scelta consapevole del singolo a partire da un uso del processo di emulazione positivo. Questo il metodo proposto; tuttavia Engage in culture dovrà diventare un programma dettagliato di progetti di cui quello pilota dovrebbe avere come obiettivo primario l’integrazione tra le componenti produttive, culturali e sociali della città. Il dipartimento educazione, affiancato da operatori culturali, fornirà un servizio aggiuntivo alle imprese che già l’incubatore dell’Officina culturale segue: con un programma di workshop, un artista o un designer potranno seguire i giovani dipendenti di un azienda nel loro periodo di inserimento e formazione, per sostenerli nell’acquisizione di capacità comunicative, creative e manageriali proprio attraverso l’arte e la familiarizzazione con gli strumenti della creatività. il caso peer education, Tate Gallery Nel 1989, presso Tate Liverpool, fu assunto il primo Curator of Education per permettere al Dipartimento di Educazione di espandere il proprio programma oltre l’educazione formale. In quello stesso anno, Mobile Art Programme (MAP), permise di sviluppare collegamenti tra la cultura dei giovani e quella della galleria, tramite metodologie e risorse innovative. Durante alcuni workshop un artista o un rappresentante del Dipartimento di Educazione approfondiva una specifica tematica incoraggiando i partecipanti alla discussione, a interrogare e rispondere alle opere d’arte e a proporre connessioni sia con altre opere sia con la loro esperienza personale. Nel 1993, in collaborazione con altre istituzioni locali, Tate Liverpool organizzò un “Youth Arts Weekend” con lo scopo di invitare i giovani a fare esperienza della galleria attraverso workshop, performance e dibattiti. Nel 1994 iniziava il programma “Young Tate” teso a introdurre l’arte del ventesimo secolo nella quotidianità dei giovani a cui si rivolgeva. Le implicazioni più evidenti furono: la formazione di un Advisory Group di giovani per indagare quali erano i modi per rendere la galleria accessibile ai loro pari; la flessibilità dell’orario del museo per accogliere gli incontri anche durante la sera; regolari attività per giovani, famiglie e adulti nei weekend. Tra il 1996 e il 1997, il programma intraprese altre forme di sperimentazione, trasformando l’Advisory Group in un più ampio forum di scambio di idee tra i giovani e 187 soprattutto promuovendo la peer education: i giovani con sufficiente esperienza della metodologia della gallery education diventavano mentori per coloro che si avvicinavano per la prima volta al museo. In questo modo si permetteva loro di sviluppare anche capacità manageriali per la gestione di un progetto, di agire in modo professionale, di assumersi delle responsabilità, che erano riconosciute con una retribuzione, e soprattutto si metteva ancora una volta l’accento sulle relazioni piuttosto che sulla conoscenza priva di un contesto. Ragazzi per il festival La prima edizione del festival del design (o del festival del design del territorio) sarà un’occasione importante di promozione dell’identità del territorio. Un progetto importante all’interno delle manifestazioni vuole essere Ragazzi per il festival come occasione di people raising per il coinvolgimento dei giovani che rappresentano una risorsa strategica per la realizzazione dell’evento dal punto di vista dell’organizzazione dei progetti, dell’ideazione di iniziative innovative e dell’accoglienza dei visitatori. In termini di strategia di immagine, il livello a cui con questo progetto si intende mirare è soprattutto quello dell’interazione, con il valore aggiunto in termini di visibilità dato dal fatto di far emergere un territorio giovane e dinamico. Nel box di approfondimento che segue si rende evidente come, a partire dall’evento, le occasioni di coinvolgimento dei giovani siano molteplici e, come nel caso delle Olimpiadi non, si attivino importanti opportunità per far riscoprire il piceno ai suoi abitanti e ai turisti. per la realizzazione • mappatura delle occasioni formative già esistenti rivolte a questa fascia di giovani per riorentarle all’interno di questo programma • raccolta delle adesioni in base alle competenze e agli interessi • realizzazione degli incontri propedeutici (come i corsi di lingua) e predisposizione dei corsi specifici parallelamente alla definizione del programma il caso I Ragazzi del 2006, Torino La città e la provincia di Torino hanno voluto dare un volto giovane al volontariato olimpico, lanciando alla fine del 1999 il progetto “I Ragazzi del 2006”, per coinvolgere i giovani in un grande programma di formazione e di sviluppo di una cittadinanza attiva. Il progetto era rivolto ai ragazzi che nel 2006 avrebbero avuto un’età compresa tra i 18 e i 25 anni e che desideravano vivere da protagonisti la grande avventura olimpica, contribuendo come volontari alla buona riuscita dei giochi. Il progetto oltre all’obiettivo concreto di formare i futuri volontari che presteranno servizio durante le Olimpiadi, si propone di: 1. Favorire la crescita culturale e sociale dei ragazzi attraverso l’offerta di attività formative che mirano a sviluppare specifiche competenze e abilità; 2. Sviluppare una pratica di cittadinanza attiva mediante l’offerta di occasioni di progettazione partecipata, opportunità di partecipazione a eventi e manifestazioni cittadine, esperienze in azioni concrete di volontariato e accoglienza; 3. Sviluppare identità e senso di appartenenza alla città; 4. Accrescere e valorizzare la capacità progettuale dei giovani. A tal fine sono state proposte fin dall’inizio svariate opportunità di formazione in diversi ambiti: dalle lingue all'informatica, dall'arte alla promozione turistica, dall'intercultura alla comunicazione e allo sport. Il progetto dal 1999, ha raggiunto più di 26000 iscritti, 1089 percorsi formativi, 36000 posti complessivamente messi a disposizione dei ragazzi, 9000 giovani che hanno partecipato almeno ad un’offerta formativa. Le tre specializzazioni: 1 Conoscere e valorizzare Torino e il Piemonte. In questi anni i ragazzi del 2006 hanno imparato a conoscere meglio Torino e il Piemonte, a scoprirne la storia, l'arte e la cultura; si sono cimentati come “ambasciatori” in visite guidate al pubblico nei Musei e nelle Gallerie e hanno raccontato la loro passione per l’arte sul sito 188 www.ambasciatorino.it, curato da loro. In più di 40 siti periferici, grazie ad olimpiarte sono stati proposti incontri tematici sull’arte del territorio provinciale strutturati in visite, laboratori didattici e soggiorni. 2 Praticare e promuovere lo sport. I ragazzi del 2006 hanno praticato gli sport olimpici e hanno creato gruppi di supporto tecnico e coreografico utili per gli eventi organizzati in occasione dei Giochi. 3 Saper Comunicare e Organizzare. I ragazzi del 2006 hanno migliorato la loro conoscenza delle lingue straniere, conversando in inglese, francese e spagnolo con insegnanti madrelingua; hanno imparato a usare il computer e a conoscere le nuove tecnologie della comunicazione; hanno sperimentato la pratica giornalistica scrivendo e curando un vero e proprio giornale on line www.006.it. Hanno imparato a gestire dei gruppi, a risolvere conflitti e a trovare la soluzione ai problemi, attraverso uno speciale percorso formativo che li ha portati ad essere Team Leader. memo 2006 è stato il tesserino personale di riconoscimento e il libretto che ha riportato in ordine cronologico tutte le attività svolte da ciascun ragazzo nell’ambito del progetto durante il periodo di formazione. Rendicontazione Al termine di questa prima fase si prevede la realizzazione di una pubblicazione per la rendicontazione del percorso svolto da “raccontare” con dati così come con immagini. A conclusione del progetto nel suo complesso sarà invece realizzato un report del distretto culturale evoluto. L’implementazione dell’immagine del territorio piceno Tali valori si concretizzano nelle azioni verso il pubblico interno già esposte e in quelle verso l’esterno qui esplicitate, rivolte a ottenere riconoscimento, adesione e propensione alla scelta del territorio piceno come destinazione privilegiata per viaggiare, lavorare e vivere. obiettivi informazione interazione senso di appartenenza, identità azioni - portale della creatività e archivio di ricerca strategica - progetto fotografia - engage in culture - ragazzi per i festival rendicontazione obiettivi riconoscimento azioni - public e media relation - azioni di promozione adesione - networking scelta e azione - iniziative per le imprese - grandi eventi all’ immagine comunicazione dalla… Azioni di promozione Per far conoscere/riconoscere la città verso un pubblico eterogeneo esterno è importante ricorrere a quell’insieme di strumenti che permettono, a fianco del marchio, di esprimere l’immagine del luogo in modo sintetico e immediato. Tra questi lo slogan – la loro casistica è veramente ampia, si ricorda qui solo il caso citato in un box di approfondimento precedente di Reggio Emilia come città del buon vivere - e i simboli visivi che si confermano un importante veicolo di differenziazione, come dimostra la loro diffusione tra le città europee che hanno riconosciuto nella comunicazione una priorità strategica. Per la realizzazione: revisione da parte del nucleo operativo per la comunicazione di tutte le immagini e simboli utilizzati nel territorio, scelta dei momenti e progetti che si 189 sono dimostrati maggiormente significativi nel percorso verso il distretto culturale evoluto e loro rielaborazione per arricchire il manuale di immagine del marchio del Soggetto gestore. A partire da questo set di strumenti, il passo successivo è la pianificazione media a livello locale ma anche nazionale. per la realizzazione: • mappatura delle città e delle regioni sia italiane che straniere – in quest’ultimo caso anche con il sostegno delle città partner del network – nelle quali si ritiene di dover essere maggiormente presenti • studio di modalità innovative di presenza sui media, in particolare attraverso il web e il cosiddetto “marketing virale”. Si tratta di tecniche in continuo cambiamento che nascono da idee che interpretano e anticipano e temi d’attualità e le tendenze da realizzare a misura dello specifico caso. • definizione della rete di distribuzione del materiale informativo e proporzionale. Di particolare efficacia risulta essere negli ultimi anni la produzione audiovisiva: fonte di propaganda di un’area sono in particolare le serie televisive e i film fortemente caratterizzati da una determinata ambientazione che permettono inoltre di godere di ulteriori strumenti di comunicazione che ne derivano come il merchandising. Oltre alle città divenute famose come set in Umbria e Piemonte, anche la città di Vicenza ha promosso una serie di itinerari caratterizzati dal fatto di essere stati l’ambientazione di importanti film d’autore. Secondo un’indagine pubblicata da Il Sole 24 Ore (25 agosto 2005) la Regione con il maggior numero di film che segnano percorsi turisti è il Veneto con 250 pellicole, seguita dal Lazio con 200, dalla Campania con 180 e, quarta, l’Emilia Romagna con 165. Per il Piceno si tratta di una nuova strada percorribile attraverso la promozione dei borghi come possibile set cinematografico, in modo da entrare nel circuito di film commission. Public e media relation Le relazioni pubbliche sono rivolte in modo mirato verso i diversi target. Tuttavia, se da un lato è importante influenzare le organizzazioni economiche per far scegliere la città come loro sede, dall’altro tale influenza può avvenire anche in modo indiretto ottenendo spazi di visibilità sui media. In questo modo si intende affiancare all’acquisto di spazi di promozione sui media il lavoro redazione di un ufficio stampa. Il tipo di attività svolto in questo ambito deve essere continuativo e un ufficio stampa dovrebbe essere costantemente attivo per fornire ai mezzi di comunicazione locale e esterni tutte le informazioni che ne evidenziano il posizionamento competitivo e gli elementi di attrattività. Un soggetto privilegiato cui rivolgere particolare attenzione per fornire informazioni in modo proattivo e mirato sono le società che stilano le classifiche di qualità della vita delle città. Per la realizzazione: individuazione del responsabile per le media relation all’interno del nucleo operativo per la comunicazione Le relazioni pubbliche, oltre che a target mirati, si rivolgono all’opinione pubblica e in particolare agli opinion leader con l’organizzazione di manifestazioni, incontri e convegni. Per la realizzazione: • presentazione del progetto all’interno dei saloni e delle fiere della formazione dove il Consorzio Universitario Piceno è già presente • ottimizzazione del materiale informativo e promozionale della città per la loro distribuzione in queste sedi • programmazione annuale e triennale degli eventi • individuazione delle risorse necessarie 190 Parte integrante delle public relation sono i gemellaggi e i network. Gli scambi tra le città partner, basati su temi precisi come potrebbero essere quelli del paesaggio, del design e della formazione, possono riguardare scambi culturali tra le persone promuovendo la visita della città durante particolari eventi. Dal punto di vista più strettamente di immagine, oltre che gli aspetti di interazioni, i gemellaggi possono essere un’occasione importante se le città con cui si è in relazione diventano ulteriori centri di diffusione della visibilità del territorio piceno con la distribuzione di materiale informativo. il caso Stavanger, Capitale Europea della Cultura 2008 La strategia di comunicazione, connessa all’implementazione dei progetti per la Capitale della Cultura, è di fondamentale importanza per la partecipazione e la capacitazione della collettività. Tale strategia ha inizio nel 2005 e prevede la mappatura delle relazioni attuali, per poi svilupparle e implementarle. Per il 2006 si prevede di creare a livello europeo un sistema di basi/satelliti nelle capitali europee e nei centri culturali europei, il PR Network, distribuito nelle seguenti città europee: Oslo, Stoccolma, Helsinki, Reykjavik, Copenhagen, Parigi, Berlino, Vienna, Berna, Amsterdam, Londra, Liverpool, Dublino, Edimburgo, Bruxelles, Varsavia, Cracovia, Praga, Budapest, San Pietroburgo, Mosca, Madrid, Lisbona, Barcellona, Roma, Milano e Atene. Questa rete sarà suddivisa in 5 basi principali: Scandinavia, Europa centrale, Est Europa, Francia e Sud Europa. Nel 2007 sono stati lanciati specifici progetti; in particolare, il network legato alla strategia di comunicazione, creato e rafforzato nel corso del 2006, mette in atto in tutti i paesi in cui è presente con la propria ‘base’ strategie legate alla stampa e alle pubbliche relazioni, tramite newsletter, comunicati stampa, tour in aree selezionate. Nel 2008 le attività di pubbliche relazioni affiancheranno l’implementazione di ciascun progetto. Per ottenere “adesione”, uno degli obiettivi chiave della comunicazione verso l’esterno e fattore determinante nella costruzione dell’immagine del territorio, si ribadisce l’importanza del posizionamento della città. Un posizionamento che è, a un primo livello geografico, e a un secondo livello simbolico. La collocazione della città determina come naturali soggetti con cui relazionarsi: le altre provincia della Regione e in particolare il mantenimento del legame con la futura provincia di Fermo, e la Regione dell’Abruzzo. Dal punto di vista geografico, il territorio continuerà a essere caratterizzato dal duplice aspetto della costiera e dell’entro terra fino agli Appennini, in particolare con il parco dei monti sibillini. L’adesione da parte di questi interlocutori nei confronti del progetto va perseguita attraverso: • la pianificazione delle attività di cooperazione • la definizione di itinerari eco-turistici tematici e la valorizzazione di quelli già esistenti con il collegamento tra le varie aree secondo una logica di sostenibilità ambientale, economica e sociale • l’identificazione della complementarietà tra le mission e i target di ciascuna area all’interno del territorio per un’offerta ampia e diversificata e per una comunicazione chiara ed efficacia. Un territorio ampio come quello della provincia di Ascoli Piceno, racchiude vocazioni territoriali diverse e complementare da conciliare e valorizzare. Nell’analisi emerge la differente strategia adottata da due comuni appartenente al Consorzio Universitario Piceno. Mentre San Benedetto del Tronto rappresenta un esempio di promozione e marketing del territorio rivolta prevalentemente al turismo con lo slogan “I love San Benedetto” - una strategia motivata dalla sua collocazione geografica, Offida ha scelto 191 di dare visibilità alla città come “paese del sorriso”, attraverso un percorso condiviso con la cittadinanza, maggiormente orientato alle iniziative culturali del territorio. Per quanto riguarda il posizionamento non fisico ma simbolico del territorio piceno, come già indicato nella linea strategica identità culturale, esso sarà ridefinito in base ai temi del paesaggio, del design e della formazione. Questi ultimi non devono essere intesi come imposti dall’alto ma come elementi di un progetto da costruire in modo condiviso che dovranno essere confermati anche dalla ricerca dell’immagine sul territorio piceno, indicato come prima fase di questa linea strategica “comunicazione”, per prendere consapevolezza di chi si intende essere e verso che direzione andare come territorio. Se questa fosse la caratterizzazione scelta, allora il posizionamento sarebbe quello di una forte innovazione, con un target di visitatori di alto livello motivati a raggiungere il territorio piceno per l’offerta formativa, la qualità delle proposte culturali e gli eventi. Iniziative nei confronti delle imprese Per quanto riguarda le imprese, intese in primo luogo come pubblico interno, può essere interessante non solo coinvolgerle fin dall’inizio nel percorso di comunicazione del distretto culturale evoluto per sensibilizzarli rispetto alle differenze con l’altro modello del distretto industriale. Il loro ruolo è importante anche nella promozione all’esterno. A questo scopo, occorre: • coinvolgere le imprese nelle fasi di progettazione dello sviluppo del territorio • realizzare e ottimizzare i siti internet attuali e le pubblicazioni per questo specifico target di utenti • utilizzare il direct marketing come strumento di contatto delle imprese per un’azione di comunicazione molto selettiva, un’elevata opportunità di immediata interazione e per favorire lo sviluppo di una relazione stabile e duratura nel tempo. In particolare, è necessario esplicitare l’importanza dell’interazione tra i marchi aziendali e il capitale d’immagine del territorio di appartenenza, evidenziando il vantaggio che ne deriva in termini di competitività: le imprese esportano il marchio del territorio piceno e da questo può derivare un effetto moltiplicatore della loro immagine, credibilità e reputazione. Il made in Ascoli Piceno dovrebbe diventare un moltiplicatore delle valenze più significative dei prodotti esportati. Se questo primo circoli virtuoso di valore-soddisfazione-attrattività funziona, allora può attivarsi un fattore di attrazione anche per le imprese esterne. Grandi eventi Gli eventi identificati dalla linea strategica “identità culturale” costituiranno momenti importanti di visibilità e notorietà per il progetto del distretto culturale evoluto e richiedono un proprio piano di comunicazione nel momento in cui saranno definiti la progettazione e i dettagli organizzativi per la loro realizzazione. Dal punto di vista della comunicazione rappresentano il punto di arrivo del percorso di posizionamento del soggetto gestore e del territorio piceno. La strategia di fundraising La sostenibilità delle attività appartenenti alla linea strategica “comunicazione” deve essere, fin dall’inizio, integrata con le strategie di fundraising delle altre linee strategiche. Per la sua importanza strategica, una parte del budget del sogetto gestore sarà destinata alla comunicazione. Inoltre, ogni strumento sarà realizzato in un’ottica fundraising e people raising oriented, sia per continuare raccogliere partecipazione e sostegno nei confronti del progetto del distretto culturale evoluto. 192 193