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n.1 colori - Oratorio Salesiano Michele Rua

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n.1 colori - Oratorio Salesiano Michele Rua
Scuola Media “Michele Rua”
Via Paisiello 44, 10154 Torino
Una strana ricetta: cenere ed acqua…
Notavo che la nonna prendeva sempre il
bucato, lo metteva in un catino e poi,
insieme alle amiche di contrada, si
avvicinava alla fontana che allegramente
dispensava spruzzi d’acqua per tutti. Sul
bucato poneva della …cenere, sì la cenere,
quella strana cosa che il nonno carpiva dalla
stufa per sparpagliarla sulla terra della compostiera. Cenere sul bucato! Poi
scaldava dell’acqua sul fuoco e la versava sopra i panni. E io vedevo il bucato
sporcarsi. Da bambino non capivo come mai i miei vestiti venivano lavati così
mentre tutte le altre nonne compravano il Dash. Non capivo: forse un po’ mi
vergognavo. Però… che splendore quei pantaloni che indossavo sotto il
grembiule della scuola! Quel segreto mi rapiva!
Cenere! Quella che, quand’ero adolescente, il parroco – il mercoledì delle ceneri
– mi metteva sul ca-po e che io non volevo perché rovinava il gel. Ricordo bene
l’eco di una frase che diceva: “Convertiti e credi al Vangelo” oppure “ricordati,
uomo, sei polvere e in polvere ritornerai”. E a me quelle parole allora facevano
un po’ di paura. Polvere: la volevo sempre evitare perché provocava allergia…
Un secondo segno che mi colpiva era l’acqua con cui il parroco aspergeva
abbondantemente tutti, in particolare noi truzzi radunati sempre nello stesso
angolo della chiesa , nella funzione del triduo santo.
Cenere e acqua per fare il bucato. Cenere e acqua per il viaggio della quaresima.
Lo capii più tardi, a sacerdozio compiuto: ma la scoperta era commovente! La
mia nonna, saggia nella sua ignoranza, usava il Vangelo per ripulire gli
indumenti. Lo stesso miscuglio con il quale lavare l’anima: la cenere in testa il
mercoledì delle ceneri e l’acqua nel triduo pasquale. E’ il viaggio della quaresima
che la liturgia ogni anno pubblicizza e finanzia per tentare la scalata alla santità.
Diventare santi? Perché no? Dicono che nel calendario ne manchi sempre uno.
Forse sono io? Forse sei tu? Non importa: proviamoci insieme! Con un pugno di
cenere e un goccio d’acqua.
Don Jacek Jankosz, direttore
Ciao a tutti, io sono Erica. Volevo dirvi che nella nostra scuola si fanno dei giochi
sportivi, fuori dall’istituto scolastico, a Rivalta. I giochi si tengono generalmente nel
mese di Aprile. Voi adesso vi chiederete come si fa per partecipare a questi giochi
scolastici? E’ molto semplice,ci sono due opzioni: la prima possibilità è la convocazione
da parte del prof. Bononi che sceglie i ragazzi che sono bravi nello sport, hanno un
buon voto di condotta e non hanno preso note durante il periodo scolastico; la seconda
opzione viene dai tornei di calcio balilla e ping pong organizzati dal il prof. Basso, che
si svolgono durante l’intervallo del pranzo: i vincitori potranno partecipare alle gare che
si di Rivalta.
Adesso sentiamo il parere di alcune persone che hanno potuto partecipare a questo
magnifico evento. Myriam Germanetto dice: «A Rivalta ho gareggiato per la corsa
campestre. Non avevo mai fatto gare di questo tipo quindi ero un po’ agitata. Alla fine
però sono riuscita a passare il turno. La gara era subito al mattino e per il resto della
giornata mi sono divertita a fare il tifo per gli altri miei compagni nelle altre discipline
(pallavolo, velocità, basket…). E’ stata proprio un’allegra giornata sportiva per tutti.»
Lorenzo Maccarrone racconta: «Le mie impressioni riguardo a Rivalta in generale sono
buone, perché è un posto in cui noi ragazzi possiamo praticare lo sport. Mi piace
l’organizzazione di ping-pong perché vengono fatti collaborare la maggior parte dei
ragazzi partecipanti; o giocano o arbitrano le partite.» Maria Chiara Capetti dice:
«Adoro Rivalta non solo perché si salta un giorno di scuola, ma perché è
divertentissimo. A Rivalta ci sono gare di diversi sport: pallavolo, calcio, basket, tennis,
ping-pong, calcio balilla, velocità, nuoto, corsa campestre… In prima ci sono andata per
la campestre e nonostante la fatica è bello sentire tutta la scuola che fa il tifo per te.
Invece in seconda per pallavolo e siamo riusciti ad andare in finale classificandoci al
secondo posto. Bè non so cosa succederà in terza so solo che sarà il giorno del mio
compleanno».
Simone Gianotti racconta: «Rivalta! L’unica cosa che posso dire è che è stata proprio
una bella esperienza. Io ho partecipato a calcio, sia in prima che in seconda, dal mio
punto di vista è stata organizzato molto bene, ma credo come tutti gli altri sport. In
prima oltre a calcio sono stato convocato anche per la campestre e se devo essere
sincero vi dico che è stato molto faticoso. Adesso, giunto in terza, sono sempre più
ansioso di sapere se ci andrò, in ogni caso vi consiglio di godervela al 100%.». L’ ultima
persona intervistata è Rebecca Callegaro che ci dice: «I miei ricordi di Rivalta sono
bellissimi, io sono stata convocata a Rivalta per nuoto sia in prima che in seconda, mi
sono divertita molto a stare con i miei compagni di scuola, e mi sono sentita incitata,
più sicura, grazie al favoloso tifo dei miei compagni. Con i ragazzi di terza mi sono
trovata benissimo, erano molto simpatici e disponibili se avevo bisogno, e credo che
quest’anno sentirò la loro mancanza. Spero di essere anche io un punto di riferimento
come loro! » Concludiamo chiedendoci: Quest’anno Rivalta sarà bella come l’anno
scorso? Soddisferà le nostre aspettative? Saremo capaci di accogliere i nostri compagni
più piccoli? Aspettiamo con ansia l’arrivo del 4 Aprile!
Erica Ceccon 3B
2
Buongiorno a tutti! Abbiamo scelto di
offrirvi la possibilità di conoscere una
persona per noi un po’ speciale… siccome
era imbarazzata dalla fama che avrebbe
ottenuto dopo questo articolo, le abbiamo
fatto qualche domanda!
1) Che materia preferisce tra matematica e
scienze?
Scienze è la mia vera passione (e lo
sappiamo tutti ndr), ma amo anche la
matematica!
2)Qual è la sua classe preferita?
1B, ma perché sono la loro animatrice… di
per sé voglio bene a tutte le classi!
3)Cosa le piace di questa scuola?
Gli allievi, i colleghi e il clima che si
respira… perché è allo stesso tempo di
impegno e allegria.
4)Qual è il suo piatto preferito?
La pizza con melanzane e parmigiano!
5)Per che squadra tifa?
Toro! Ci vuole classe per farlo!
6)Quali sono stati i suoi cantanti preferiti al
Microfono d’Oro 2014?
Lorenzo Pavarallo, Rebecca Callegaro,
Cecilia Riscaldina e Martina Felletti, ma i
migliori sono stati i presentatori…
(soprattutto il contadino che, grazie ai miei
stivali a fiori, è diventato un boss dello
zucchino) con cui mi sono divertita molto
a fare la personal trainer.
3
Ciao ragazzi e ragazze! Rieccoci a
In questo numero vi racconterò del leone
e della sua vita. Il leone è l’unico felino che vive
in branco. Generalmente le leonesse restano
tutta la loro vita nello stesso gruppo, a differenza
dei leoni che, all’età di 3 o 4 anni, lo abbandonano.
Le leonesse vanno in calore più volte l’anno e, dopo una gestazione (=
periodo in cui la femmina è gravida) di circa 100 giorni, si isolano dal
gruppo per andare a partorire. Di preferenza scelgono luoghi rocciosi e
appartati per dare alla luce fino a 5 cuccioli.
Dall’età di 14 settimane i piccoli leoni seguono le leonesse nella caccia; a un
anno di età, i cuccioli inseguono le prede e a due anni escono a caccia da
soli.
Diversamente da molti altri mammiferi, la femmina può allattare anche
cuccioli non suoi e adottare giovani leoncini.
Cento anni fa, il leone era presente praticamente in tutta l’Africa, in Arabia,
nell’Asia minore fino all’Himalaya, mentre attualmente, oltre agli ultimi
leoni asiatici (circa 200 esemplari), la popolazione dei leoni è confinata
nelle riserve di Tanzania e Kenya, con alcune presenze anche in Sud Africa e
nell’Africa occidentale.
Questo splendido animale sta lentamente scomparendo dal nostro pianeta
per il surriscaldamento globale e la riduzione del suo habitat naturale e per
il bracconaggio.
Salviamo i leoni (ma anche le leonesse)!
Francesca Marraffa 2B
4
’
Immaginate una fresca e limpida mattinata di
fine settembre…. Risuonano ancora le note di
“Vamos a la playa”. I Righeira sono stati il
tormentone dell’estate di quell’ anno ormai
lontano, il 1983! E’ l’epoca di “Flashdance” e
del “Ritorno dello Jedi”, ma, visto ciò che sto
per intraprendere, il film dal titolo più calzante tra quelli appena usciti è “STATE
BUONI SE POTETE”…
Figuratevi l’oratorio, i suoi cortili, gli alberi (molti più di quanti ce ne sono ora…) le
cui foglie cominciano ad assumere tutte le sfumature del giallo e dell’ocra. Ma la
poesia dell’autunno quel giorno non ha su di me alcun effetto: passo attraverso quei
cortili con un po’ di batticuore.
Immaginatevi i locali che oggi ospitano la scuola primaria ( allora la scuola media era
lì!), i corridoi, le aule, ben più seriosi, grigi, un po’ severi... E ora provate a visualizzare
una giovane (e sprovveduta) neo-prof appena laureata che con un po’ di emozione
percorre il lungo corridoio. Silenzio di tomba. Solo dalle classi che attendono l’arrivo
del severissimo preside (e professore di inglese) si levano misteriose cantilene: “To be,
was, been, to begin, began, begun…”: gli alunni, ammaestrati a dovere, sfruttano al
meglio anche le pause dei cambi d’ora per ripassare.
E infine la mano sulla maniglia, la porta che si apre, l’ingresso in classe. Ma la scena
non è quella che mi attendevo. Gli allievi, rigorosamente solo maschi e selezionati con
un severissimo test di ammissione, si girano a guardarmi, chi con una scarpa in mano,
chi occupato a infilarsi i calzini, chi in canottiera. Sì, perché, non esistendo ancora la
palestra, si faceva ginnastica (allora si diceva così) in cortile e ci si cambiava in aula!
Al mio iniziale stupore - e al loro imbarazzo- si sostituisce subito una fragorosa risata…
il ghiaccio è rotto, incomincia un’avventura da vivere insieme giorno dopo giorno.
Cari exallievi della terza A di allora, vi rivedo tutti come se fosse ieri… avete ormai
superato da un pezzo i quarant’anni, qualcuno di voi addirittura mi ha già affidato
come alunni i suoi figli ( non mi sono mai sentita nonna come allora!), eppure per me
resterete sempre i ragazzi di allora. In questi trent’anni di lavoro alla scuola Michele
Rua sono cambiate tante cose, ma in ogni classe nuova che affronto (con la stessa
emozione di allora, devo dire) rivedo gli stessi vostri sguardi curiosi e un po’
preoccupati, la vostra simpatia e voglia di vivere, la gioia e l’emozione di scoprire il
mondo.
E’ grazie a voi e a tutti quelli e quelle che vi hanno seguito che sono cresciuta e ho
imparato ad affrontare con più coraggio le sfide della vita, cercando di costruire con
voi (e con i fantastici colleghi che il Signore ha messo sulla mia strada) la scuola dei
nostri sogni, quella in cui ognuno si sente accolto e protagonista perché amato…
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quella scuola per cui lottiamo ogni giorno perché assomigli sempre più alla scuola che
sognava Don Bosco!
Graziella
Il torneo Don Bosco delle terze è ormai alla penultima giornata. Al
momento la sezione A è in vantaggio sulla sezione B per sei punti perciò,
secondo i calcoli fatti, alla A manca un solo punto per portarsi a casa la coppa
per la prima volta.
Nella giornata appena conclusa si sono svolte le partite di Calcio e Pallamano.
PALLAMANO: è stato un incontro molto combattuto su entrambi i fronti, tant’è
vero che la partita è terminata sul punteggio di 6-6.
Nella prima metà del primo tempo la B domina e manda a rete Francesco
Aucello, ma la A non demorde e va in gol con Enrico Di Benedetto. La B riparte
e riesce a guadagnarsi due rigori messi a segno entrambi da Davide Cerisola, ma
la A recupera di nuovo con le reti di Marco Cammarata e
Erik Montalbano. Il primo tempo si chiude sul risultato di 3-3.
Nel secondo tempo la A rientra con un altro spirito e segna subito due gol con
Alessandro Scavone e ancora Erik Montalbano.
Questa volta è la B che recupera e anzi, va anche in vantaggio mandando in gol
Davide Bellosta, Lorenzo Maccarrone e di nuovo Francesco Aucello.
Ormai la partita sembra terminata, ma ecco che arriva il pareggio in extremis
della A con la rete di Alessandro Scavone.
La partita termina con un pareggio giusto per come si è svolta la gara.
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CALCIO: Primo tempo molto noioso con poche occasioni, dice il cronista, ma
dominato dalla B.
Per la prima metà del secondo tempo la situazione rimane uguale, ma la svolta
arriva su una punizione di Edoardo Righetti “che la piazza” e la A passa così in
vantaggio (1-0).
Pochi minuti dopo la A segna di nuovo con Matteo Correnti, ma la B accorcia
le distanze con Costantin Dimitriu che mette a segno un gol splendido: siamo
sul 2-1.
La A riparte subito e questa volta è Matteo Cherubini (cioè io che scrivo) che
va in gol su assist di Correnti.
Manca poco, ma la A continua ad attaccare e Edoardo Righetti va di nuovo a
rete.: la B sembra arrendersi
Restano pochi minuti, ma il colpo di grazia arriva quando Samuele Frattallone
rinvia lungo per Matteo Cherubini (sempre io!) che fa il pallonetto al portiere.
La partita termina così sul risultato di 5-1 per la A.
7
Il figlio al papà: “Sai come chiamerò mio figlio?”
e il papà: “No, come?”
e il figlio: “Mozart!” e il padre: “Perché?”
e il figlio “Perché suona bene!”
Perché l’insalata non sale?
Perché se no dovrebbe chiamarsi insalita!
Un buon uomo va dal cartolaio e gli chiede: c’è “Oggi”?
E il cartolaio risponde: “Perché, non mi vede?”
Un caffè dice a un cappuccino: hai capito?
No? Mi sa che non mi sono espresso bene…
Una signora ad una contadina: “Ha delle uova?”
“Naturalmente!”
“Sono di giornata?”
“Certo che sono di giornata, che domande!
Di notte le galline dormono!”
Con il
contributo di
Federico
Quaglia 3B
Ogni giorno per mesi e mesi un ragazzo entra al bar e sfoglia la
pagina mortuaria e dice “Anche oggi non ci sono!”.
E il barista lo guarda sconcertato.
Una mattina non vede il ragazzo arrivare e, con curiosità, va a
cercare la pagina mortuaria.
Con grande sorpresa vede la foto del ragazzo e dice “Ma
guarda che scemo… oggi che c’è non è venuto!”
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Altro giro, altra musica, ma il succo non cambia!
Questa volta prendo spunto dal testo dell’ultima canzone di Katy Perry,
Unconditionally. So che con l’inglese magari non siete molto ferrati, però confido
che possiate fare bene (e poi su internet si trovano anche le traduzioni, quindi è
alla portata di tutti!)!
Il testo è una bellissima lettera d’amore che l’autrice scrive… ma noi, rileggendola
in chiave religiosa vogliamo vederla come una lettera di Dio all’uomo, in questo
tempo di Quaresima!
Già il Papa (prossimamente santo) Giovanni Paolo II, in una lettera agli artisti,
diceva che essi sono suscitati da Dio perché con la loro arte, facciano amare il
mondo e la vita e conducano le creature al loro Creatore… e allora leggendo
questo testo capiamo cosa voleva dire!
“Vieni da me così come sei/Non c’è bisogno di scuse/So che sei meritevole/Prendo
le brutte giornate con la tue buone/Passeggiare attraverso questa tempesta, lo
farei/Lo farei tutto perché ti amo, ti amo/Incondizionata, in maniera
incondizionata/Ti amerò incondizionatamente”
Questo ci dice Katy Perry, questo è quanto ci dice Dio fin da quando ha scelto
ognuno di noi e ci dato forma, perché diventassimo “Sua immagine”! e se anche
nella vita magari non tutto gira come vorremmo, anche se ci sono giornate
brutte, c’è sempre Uno che per noi passeggerebbe in mezzo alla tempesta, per
dirci sempre e solo una cosa… che ci Ama!
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2. SPAGHETTI
PANNA E SALMONE
di Carlotta Ciacci 3A
Ingredienti:
5/6 fette di salmone
1 noce e ½ di burro
½ bicchiere di Vodka
(Tranquilli, poi
evapora!)
50 ml di panna
1 cucchiaio di allegria
Fate a pezzi piccoli il salmone e poi fatelo rosolare in una pentola con il burro.
Quando prenderà un colore più scuro potete toglierlo e versarci sopra un altro
po’ di burro (non troppo, giusto per dare sapore).
Il burro avanzato non buttatelo! Mettete la pasta in un’altra pentola per farla
cuocere. Intanto rimettete il salmone nella pentola dove c’era il burro e
aggiungete la panna e la vodka.
Mi raccomando, con un cucchiaio di legno girate il tutto, per non far formare
grumi al vostro sugo!
Scolate gli spaghetti e aggiungeteli al vostro sugo. Miscelate bene e servite caldo!
La ricetta è terminata, ma da questo numero voglio aggiungere un sondaggio!
Ho chiesto a 13 maschi e 11 femmine se “è meglio il dolce o il salato?”
E il risultato è stato che i ragazzi sono più per il salato, con pasta, pizza, pane e
torte salate, mentre le ragazze hanno un bisogno maggiore di dolce, tipo nutella,
cioccolato, gelato e torte!
10
Alla prossima!
’
Di solito fare l’artista non è un buon mestiere (con la crisi che c’è), anche se
sapere che i nostri “antichi” facevano delle vere e proprie opere d’arte… ma
cos’è che ci attira di più nei dipinti degli “antichi”? Il fatto che c’è una vera e
propria bellezza dietro tutto questo o il
fatto che non ne sappiamo riprodurne
l’esatta copia?
Ai nostri giorni si può dire che di arte non
ne vediamo più come una volta…
Il dipinto qui a destra è un tipico esempio
di ARTE CONTEMPORANEA.
Gli artisti odierni esprimono l’arte in
modo
più
astratto
rispetto
alle
caratteristiche (come prospettiva centrale,
bellezza e perfezione formale) dipinte
dagli “antichi”, ma come facevano a
creare opere perfette e nel momento
stesso esprimere sentimenti?
Perché l’arte non è solo un dipinto o un
disegnino che fai durante una lezione di scuola, ma è uno dei tanti modi per
esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni tramite i vari colori, le
ombre e le luci.
Molti dicono che l’ARTE RINASCIMENTALE abbia in ogni dipinto “la
perfezione” stessa e hanno ragione… sì o no?
Un esempio di “perfezione” stessa è “L’ annunziata di Palermo” di Antonello
de Messina. Quest’opera è stata realizzata nel
1476 ed è uno dei più famosi capolavori
ricordati nella storia… dagli alunni di 2° e di
3° medie!!!
Ma come si può definire l’arte nei giorni
nostri? Come?? Ogni artista è diverso
dall’altro… prendiamo esempio Van Gogh e
Picasso o Masaccio e Botticelli ( per chi non li
conosce
chieda alla prof. Zilioli) sono
ARTISTI della stessa epoca, ma che trattano
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argomenti diversi… l’arte dei nostri giorni è così diversa da quella
rinascimentale?
Nel Rinascimento si voleva rappresentare la “perfezione” stessa, mentre qui
si vuole solo esprimere la propria emozione e basta. Ora a voi lettori l’ardua
sentenza:
è MEGLIO l’arte RINASCIMENTALE o l’arte MODERNA?
MODERNA
SI / NO
RINASCIMENTALE
SI / NO
Certo che per quelli di 1° media l’argomento sarà di sicuro una domanda
difficile .
Ma tutti possono provarci!
Raffaele Sanua 2B
(ssandra Picciariello 3B)
Tendenze primavera/estate 2014
E’ arrivata la primavera! Il colore di tendenza in questa stagione sarà
l’orchidea!
In quest’immagine troviamo due elementi di
grande tendenza: i pois e la blusa (camicia da
ragazza ) dal colore delicatissimo in tessuto
scivolato abbinata a dei jeans skinny slim
(aderenti) molto semplici e ad una borsa bauletto
nera che riprende il colore dei pois sulla blusa e
ad una collana a cerchio silver che dona luce al
viso.
In questi outfit sono rappresentate le tendenze, ma
ricordatevi che bisogna sempre contare sullo stile
anche per indossare capi rètro, vintage o che
dovranno ancora essere di moda, perché, come
diceva Coco Chanel: “La moda passa, lo stile resta”.
E lo stile NON è solo quello esteriore! Anche
l’occhio vuole la sua parte, ma se oltre a
preoccuparsi di vestire il corpo, non si veste anche
l’anima, non si va da nessuna parte! (andate a
leggervi il Vangelo di Matteo, capitolo 6, versetti
dal 25 al 34!
Ciao e alla prossima!
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