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VAPORIZZAZIONE PROSTATICA CON LASER a luce VERDE

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VAPORIZZAZIONE PROSTATICA CON LASER a luce VERDE
VAPORIZZAZIONE PROSTATICA
CON LASER a luce VERDE (“GREEN LASER”)
Con il Laser a Luce verde (KTP Laser) l’Urologia della Casa di Cura Giovanni XXIII° può trattare
l’ostruzione prostatica da ipertrofia benigna in maniera mini invasiva, evitando il ricorso al
bisturi ed al sanguinamento anche nelle prostate voluminose e si propone come Centro di
Riferimento per la Vaporizzazione Laser della Prostata.
L'ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (IPB ), è una condizione caratterizzata dall'aumento
di volume della ghiandola prostatica.
«L’ipertrofia prostatica benigna , è la malattia più diffusa negli uomini incrementata sempre di più
dall’invecchiamento tanto che l’Italia è ai primi posti per numero diagnosi effettuate ogni anno.
I sintomi sono di due tipi: quelli urinari di tipo ostruttivo, e quelli di tipo irritativo. Fra gli ostruttivi
si ricordano la difficoltà a cominciare la minzione, l'intermittenza di emissione del flusso,
l'incompleto svuotamento della vescica, il flusso urinario debole e lo sforzo nella minzione.
L'IPB può essere una patologia progressiva, specialmente se non viene curata. L'incompleto
svuotamento della vescica può portare all'accumulo di batteri aumentando i rischi di infezioni e di
formazione di calcoli dovuti alla cristallizzazione di sali nel residuo post-minzionale. La ritenzione
urinaria, acuta o cronica, è un'altra forma di progressione della malattia. La ritenzione urinaria
acuta è l'incapacità a vuotare completamente la vescica, mentre quella cronica vede il progressivo
aumentare del residuo e della distensione della muscolatura della vescica.
L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita con sintomi che vanno dalla dalla difficoltà a
urinare, alla minzione imperiosa o urgenza minzionale, frequenza minzionale notturna che
disturba il sonno dei pazienti e spesso anche dei loro familiari. Infine nei casi più seri porta alla
completa ritenzione urinaria che richiede il ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica),
IL laser a luce verde (KTP) è in grado di vaporizzare completamente il tessuto prostatico
adenomatoso e risparmiando la capsula prostatica. La procedura viene pertanto denominata PVP
(Photoselective Vaporisation of the Prostate).
Rispetto alle vecchie metodiche (TURP, Chirurgia) il tessuto prostatico è selettivamente
vaporizzato, evitando i sanguinamenti provocati dall’ansa diatermica della resezione endoscopica
o dal bisturi che taglia e può coagulare solo in un secondo momento. Infatti quando il tessuto
prostatico viene tagliato, la prostata sanguina abbondantemente. Di contro durante la
vaporizzazione foto selettiva della prostata il tessuto non sanguina. . Il laser a luce verde, infatti,
ha una lunghezza d'onda che viene assorbita dall’emoglobina, che è presente nel sangue. Pertanto
il tessuto ben irrorato (come la prostata) è selettivamente vaporizzato, con minimo o nullo
sanguinamento. Questa procedura non necessita, infatti, di predeposito di sangue o trasfusioni
anche in caso di grossi adenomi. Una volta che la capsula della prostata è raggiunta, la
vaporizzazione cessa e la procedura è completa, infatti la capsula prostatica è fibrosa ed è meno
vascolarizzata per cui di regola si “auto-protegge” dal raggio laser.
E’ necessario comunque che la procedura venga condotta da operatori esperti nella chirurgia
endoscopica della prostata e della vescica.
La metodica, spiega il Dott. Andrea Fandella , direttore dell’Unità operativa di Urologia della casa
di Cura Giovanni XXIII di Monastier di Treviso, «sfrutta l’azione di un potente laser al triborato di
litio (un cristallo in grado di emettere una luce con una particolare lunghezza d’onda altamente
assorbita dai tessuti), che vaporizza selettivamente millimmetro per millimetro l’eccesso di
tessuto prostatico, trasformandolo in bolle di vapore. Rispetto agli interventi del passato,
salvaguarda la potenza sessuale, la continenza urinaria e affronta con efficacia l’emergenza
prostata in Italia dove l’IPB è in continuo aumento a causa del progressivo invecchiamento della
popolazione maschile».
Il «Greenlight laser» induce una vaporizzazione/coagulazione immediata dell’area trattata che
consente di intervenire in tutta sicurezza anche su pazienti ad alto rischio come quelli affetti da
malattie cardiovascolari in profilassi antitrombotica e affetti da disturbi della coagulazione in
terapia con anticoagulanti, che ora possono essere operati senza più essere convertiti, di regola,
alla eparina a basso peso come si impone sempre per gli interventi tradizionali. Inoltre il
Greenlight è più adatto ai pazienti con pacemaker, in quanto non richiede impiego di elettrobisturi
e quindi di onde elettriche che possono interferire con la trasmissione elettrica dei “pace maker
cardiaci”.
A due anni dall’intervento con Greenlight il 95% dei pazienti si dichiara molto soddisfatto con la
completa risoluzione dei sintomi, ripresa immediata della minzione e netto miglioramento delle
disfunzioni sessuali”.
Come funziona?
Una fibra sottile è inserita nell'uretra attraverso un cistoscopio, uno strumento che consente al
medico di esaminare la vescica e la prostata dall’interno. La fibra trasporta energia laser verde che
vaporizza rapidamente e rimuove il tessuto della prostata. L’urologo è in grado di visualizzare e
controllare in sicurezza l'area di trattamento, adattandola alla diversa anatomia ed alle esigenze
individuali. Poiché il tessuto prostatico è vaporizzato e rimosso con il liquido di lavaggio, si viene a
creare viene un ampio canale: il flusso urinario è immediatamente ripristinato e sintomi urinari
sono alleviati. Dopo l’intervento il catetere vescicale post-operatorio viene rimosso di regola in I^
giornata ed il paziente viene dimesso solitamente alla sera o in II^ giornata post-operatoria.
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