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Anno I - Numero 5 - Vatican City State

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Anno I - Numero 5 - Vatican City State
notizie di varia “vaticanità”
ANNO 1 | N. 5
foglio informale per i dipendenti del Governatorato
11 Dicembre 2007
PRIMA
EDITORIALE
PAGINA
La vera grande speranza dell’uomo,
che resiste nonostante tutte
le delusioni, può essere solo Dio,
il Dio che ci ha amati e ci ama.
Buon Natale
Benedetto XVI
di S. Ecc.za Mons. Renato Boccardo
C
2 In memoria del Card. Castillo Lara
3 Notizie dalle Direzioni e Uffici
4 Gli 80 anni del Card. Sodano
I-VIII INSERTO SPECIALE: il Concistoro
5 Notizie dalle Direzioni e Uffici
6 Un momento di festa in onore del Card. Szoka
Il cuore che pensa
7 La parola del Papa
L’Angolo di cultura
8 Per fare buon sangue
Notizie liete e... tristi
’è un momento nella storia dell’umanità, di questo
succedersi di secoli e millenni della presenza dell’uomo sulla terra, in cui Dio riveste la sua stessa natura, nasce da
una donna, vive in un luogo preciso, inserito nella storia concreta di un popolo; c’è un momento in cui l’uomo si accorge
di avere accanto a sé, in un altro uomo uguale, una Presenza
misteriosa che supera infinitamente le sue possibilità.
Dio viene: ecco il mistero del Natale. È un fatto storico
ed è un mistero: un bambino qualunque nasce come tutti i
bambini, anche se in una cornice di estrema povertà e solitudine, da una donna sposata ad un uomo ma senza il suo
concorso fisico. È un bambino che lungo gli anni manifesterà
di non essere un uomo come tutti gli altri e rivelerà di essere
Dio, il Figlio di Dio venuto per congiungere in modo ormai
irreversibile l’uomo con Dio.
Ma Dio viene ancora. Il Natale non è soltanto un avvenimento di venti secoli orsono, un rapido passaggio che ha
lasciato dietro a sé una scia di nostalgia e di rimpianto, non
è una fiaba da raccontare ai bambini. Se si vuole, se si resta
aperti e disponibili alle sue gesta, se non ci si chiude in pregiudizi o in atteggiamenti orgogliosi di autonomia esasperata, Dio è sempre colui che viene, che si rivela e si fa capire all’uomo. Perché Dio non si è stancato né pentito di aver creato
l’uomo: egli viene ad abitare con noi, a condividere la nostra
situazione di uomini, perché sa che essa è positiva e buona se
la viviamo così come lui l’ha pensata.
Dio non è lontano, è qui, su questa nostra terra dove
noi viviamo ogni giorno, è quell’uomo che ha percorso le
strade della Palestina e ancora oggi, nel mistero della sua
vita di risorto, percorre le nostre strade. Perché non lasciarci sedurre da quell’antico evento che di fatto ha scosso le fondamenta del vivere umano? Perché non cercare la
strada sulla quale Dio ancora ci aspetta, anzi sulla quale
ci sta venendo incontro? Bisogna avere il cuore umile che
si arrende di fronte al gesto concreto di Dio e lo riconosce
nel Bambino che nasce, umile nell’accettare che Dio sia
sempre e ancora più grande di noi, più grande anche della
nostra miseria.
| all’ombra
del cupolone
11 Dicembre 2007
C’è un orgoglio da vincere. Non siamo noi i padroni assoluti di noi stessi, i costruttori solitari della nostra storia, gli inventori geniali del nostro destino. Siamo creature, usciti dalle
mani di Chi ha voluto farci esistere e ora vuole farci rinascere
a vita nuova, ad un rapporto più pieno con lui.
C’è una pigrizia da superare. Non basta quello che nasce e
cresce da solo nel povero giardino del nostro vivere quotidiano, ciò che non chiede fatica, quello che già troviamo dentro
di noi; non bastano quegli elementi che sembrano naturali solo
perché emergono in noi senza essere generati da noi. Siamo
chiamati a decidere, a scegliere, a conquistare qualcos’altro
che ci viene offerto come risposta alle attese più profonde e
più vere del nostro animo, siamo chiamati a fare la fatica e lo
sforzo per non deludere noi stessi.
C’è una paura da sfatare. Non tutto in noi è visibile, garantito, misurato e pesato, libero da sorprese: anzi, ciò che
più attira la nostra curiosità è proprio ciò che sembra più misterioso, ignoto, non assicurato. Siamo fatti per il nuovo, per
il grande, per il rischio. Ma c’è sempre la paura di perdere,
di non godere abbastanza, non vogliamo aprire la mano per
cogliere ciò che ci viene offerto lasciando andare quanto ci
sembra di stringere già.
La novità suprema, l’Eterno, l’Infinito, ci chiamano e si
offrono a noi. Natale è Dio che viene ancora. Siamo invitati
ad aprirgli le porte, ad offrirgli ancora una volta almeno una
grotta, una stalla di fortuna, un luogo povero e dimesso, un
angolo del nostro cuore. Perché il Natale continua ad essere
una storia di porte che possono rimanere ostinatamente chiuse: «Non c’era posto per loro nell’albergo» (Lc 2,7). Lo stile
del Signore non è di sfondarle, se mai di rispettare le resistenze... Sono porte che si aprono solo dall’interno. Perché
l’amore non si impone e non costringe, e accetta anche di
essere respinto.
L’augurio è che queste porte, che sono poi quelle del nostro cuore, si aprano senza paura, senza ostentazione, nel rispetto della pazienza di Dio, di questo eterno mendicante che
bussa soltanto per dare. A Natale un Bambino nasce per noi:
accogliamolo come il Salvatore che ci porta il suo amore e
la sua pace, mettiamolo al centro delle nostre famiglie come
punto di riferimento e di confronto, con amore, con riverenza,
con stupore o, almeno, con nostalgia. Non ci tradirà mai, anche se noi lo abbiamo tradito tante volte.
Auguro a tutti un Natale con le porte aperte a Colui che è
venuto per liberarci, non per un giorno ma per sempre.
In memoria del Cardinal Rosalio José Castillo Lara, SDB
di Mons. Giorgio Corbellini
I
l 16 ottobre, dopo circa un
mese di ricovero in ospedale per una grave infezione respiratoria, è deceduto a Caracas,
all’età di 85 anni, il Card. Rosalio José Castillo Lara, SDB, dal
31 ottobre 1990 al 14 ottobre
1997 Presidente della Pontificia
Commissione per lo Stato della
Città del Vaticano.
Nato il 4 settembre 1922 a
San Casimiro (Venezuela) in una
famiglia molto vicina allo spirito
di Don Bosco, compì gli studi nei
collegi salesiani di Valencia e di Los Teques. Conseguita brillantemente la maturità, entrò nella Congregazione salesiana, compiendo
il noviziato a Bogotà (Colombia) e realizzando la necessaria formazione filosofica e teologica.
Ordinato sacerdote dallo zio paterno, Arcivescovo di Caracas,
il 4 settembre 1949, fu inviato dai Superiori a studiare Diritto Canonico a Torino (Ateneo Salesiano), dove si laureò summa cum laude
nel 1953 con una tesi in diritto penale.
Dopo solo un anno dal suo rientro in Venezuela, i Superiori
lo richiamarono a Torino, per insegnare diritto penale all’Ateneo
Salesiano, attività che svolse fino al 1965. Nominato Superiore dei
Salesiani in Venezuela nel gennaio 1966, e poco dopo, Superiore
Regionale per l’America Latina, fu eletto nel Capitolo Generale del
1971 come Consigliere per la Pastorale Giovanile.
Il 26 marzo 1973 Paolo VI lo nominò Vescovo Coadiutore di
Trujillo e fu ordinato il 24 maggio successivo. Meno di due anni
dopo (12 febbraio 1975) fu chiamato a Roma come Segretario della
Pontificia Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico. Egli, nel nuovo servizio ecclesiale, profuse la sua vasta e
profonda competenza giuridica, la sua grande capacità di lavoro, la
sua determinazione e la sua saggezza, dando, a fianco del Presidente,
Card. Pericle Felici, e con la collaborazione degli Officiali e dei Consultori, una notevole accelerazione ai lavori, al punto che, dopo l’invio ed il riesame dei molteplici schemi parziali, nel 1980 fu possibile
redigere uno schema unitario del futuro Codice, e il 25 gennaio 1983
fu finalmente promulgato il vigente Codice di Diritto Canonico, definito dal Papa Giovanni Paolo II, per la sua fedeltà alla dottrina ecclesiologica del Concilio, “ultimo documento conciliare”.
A seguito dell’improvvisa scomparsa del Card. Felici a Foggia, al termine di una processione mariana (22 marzo 1982),
Mons. Castillo Lara, in qualità di Arcivescovo Pro-Presidente dell’apposita Commissione, dovette seguire la conclusione dei lavori
di revisione del Codice. In tale veste egli partecipò al lavoro, condotto di persona dal Santo Padre con un ritretto gruppo di giuristi,
sull’ultimo schema del Codice (1982) ed illustrò, insieme al Card.
Casaroli, il Codice finalmente promulgato, nel solenne atto di
presentazione, presieduto dal Papa, il 3 febbraio 1983. Nominato
Pro-Presidente della Commissione interprete del Codice nel gennaio 1984, creato Cardinale nel Concistoro del 25 maggio 1985,
diresse con la saggezza di sempre tale Dicastero - divenuto, con
la Costituzione Pastor Bonus (28 giugno 1988), alla cui redazione
egli collaborò con il consueto suo entusiasmo e con la sua grande
saggezza, Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi - fino al dicembre 1990.
Fu a lungo anche Presidente della Commissione Disciplinare
della Curia Romana e Membro di vari Dicasteri, dal dicembre 1989
all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007
fino al 1996 anche Presidente dell’APSA e, per un certo periodo,
Presidente della Commissione Cardinalizia di vigilanza dello IOR.
Il 31 ottobre 1990 fu nominato Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, conservando tale
incarico fino al 14 ottobre 1997, quando, dopo ripetute richieste,
ottenne dal Santo Padre la facoltà di ritornare in Venezuela, nella
sua amata Güiripa, andando a vivere nella casa paterna, presso la
Chiesa di Maria Ausiliatrice, edificata dal nonno paterno nel 1896,
tra la gente semplice di quella località, da cui, egli diceva, aveva
ricevuto tante testimonianze di fede e alla quale riteneva di dover
esprimere la sua gratitudine con la sua presenza ed il suo ministero
sacerdotale. Lì lavorò soprattutto per creare un centro di formazione
cristiana per i giovani e di servizio pastorale per tutti i fedeli.
Gli ultimi suoi anni non furono facili, per i vari problemi di
salute, ma soprattutto per le gravi difficoltà politiche del Venezuela,
che egli cercò di affrontare con il suo abituale coraggio e la riconosciuta chiarezza di idee, mosso dal desiderio di assicurare al suo
popolo un avvenire di libertà, messa in pericolo dal nuovo regime.
Della sua attività al Governatorato - non dimenticando innanzitutto lo stile e lo spirito con cui egli ha lavorato, promovendo al
massimo la collaborazione di tutti -, ricordo solo le realizzazioni più
importanti, in campo giuridico ed edilizio.
Fu lui a sostenere la necessità della revisione della legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, avviando uno studio
adeguato, elaborando di persona un iniziale progetto e passando poi
l’iniziativa al suo Successore, il Card. Szoka, che vide la promulga-
zione della nuova legge fondamentale preparata da una Commissione presieduta dallo stesso Card. Castillo Lara (26 novembre 2000).
Lavorò personalmente, dedicandovi molto del suo tempo, alla
redazione del nuovo Regolamento Generale per il Personale del Governatorato, promulgato il 3 maggio 1995. Raccogliendo un’idea
che già circolava, assunse con coraggio il progetto di realizzare
quella che oggi è la “Domus Sanctae Marthae”, così utile per ospitare personale vaticano e Personalità convocate ad incontri ufficiali
o in visita alla Sede Apostolica e tanto preziosa per il Conclave.
Sotto di lui è stato realizzato anche il parcheggio interrato della
Stazione ferroviaria e sono stati approvati ed iniziati gli impegnativi
lavori, che hanno portato al nuovo, funzionale ingresso dei Musei
Vaticani, completato sotto la presidenza del Card. Szoka.
Ci siamo ritrovati insieme nella nostra Chiesa, venerdì 19 ottobre,
con la partecipazione di molti dipendenti, per una Celebrazione Eucaristica di suffragio, carica di riconoscenza, presieduta dal Card. Tarcisio Bertone, che ha illustrato con linguaggio affettuoso e familiare la
vita e l’opera del Cardinale Castillo Lara. Hanno concelebrato con lui
i Cardd. Julián Herranz ed Attilio Nicora, gli Arcivescovi Giovanni
Lajolo, Raffaele Farina e Bruno Bertagna, il Vescovo Renato Boccardo, Mons. Giorgio Corbellini, Mons. Piero Pioppo, Mons. Roberto
Zagnoli, Don Elio Torrigiani, P. Edward J. Fox, ed altri sacerdoti.
Il suo stile di vita e di servizio alla Chiesa, il suo amore alla Vergine Maria, la sua fede sicura e gioiosa, come pure la sua coraggiosa
schiettezza nel trattare le persone e le situazioni, restano un grande
esempio per tutti noi.
NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI
Il restauro del Portone di Bronzo
di Pier Paolo Cuscianna
I
l monumentale “ Portone di Bronzo”, recentemente restaurato in tutte le sue componenti lignee e metalliche e riordinato
nelle architetture circostanti, è stato inaugurato da S.S. Benedetto
XVI, nella tarda mattinata del 12 ottobre scorso.
Il restauro del Portone, che costituisce l’ingresso più rappresentativo in Vaticano, è stato curato dalla Direzione dei Servizi Tecnici,
richiedendo quasi 20 mesi di lavoro (luglio 2005 - marzo 2007),
mentre i restauri delle architetture circostanti e del mosaico di sommità sono stati eseguiti dalla Direzione dei Musei Vaticani, per una
durata di altri 6 mesi.
Il grande Portone viene da lontano, sia come età, che luogo di
provenienza; alcune stampe quattrocentesche lo riportano alla destra della Basilica Costantiniana, mentre quelle seicentesche lo ritraggono in posizione più avanzata rispetto alla nuova facciata del
Maderno; infine il Bernini, lo volle nella posizione attuale, come
accesso al Braccio di Costantino. Il rivestimento in bronzo non è
originario, in quanto inizialmente il Portone era unicamente in legno. con la struttura portante in essenza di pino ed il fronte esterno
in noce, legno pregiato che costituiva la facciavista ornamentale. Le
lamine in bronzo, dovute a recuperi di epoche pre-rinascimentali,
vennero utilizzate successivamente e ne sono testimonianza le insegne di Paolo V.
La prevedibile complessità e la durata dei restauri hanno da subito esclusa l’ipotesi di operare in sito, lasciando le ante montate sui
cardini, oppure collocandole su piani di lavoro; l’atrio di ingresso al
Vaticano verso la Scala Regia sarebbe divenuto, per molti mesi, una
impropria falegnameria con annessa officina. Il Portone ha così iniziato un ulteriore viaggio, più lungo dei precedenti, diretto verso un
attrezzato e capiente laboratorio, sito in Campagnano, di proprietà
della Ditta Picalarga, da quattro generazioni impegnata nei settori
più delicati della ebanisteria e del restauro.
| all’ombra
del cupolone
11 Dicembre 2007
Lo smontaggio e successivo trasporto del Portone sono stati
affidati alla Ditta Minguzzi, specializzata in operazioni particolarmente difficili, delicate e che prevedono la movimentazione di grandi manufatti, sia per volume che peso. Per la rimozione delle ante
è stato necessario usare contemporaneamente due gru, una interna
al Braccio di Costantino e l’altra esterna sul selciato del colonnato,
mentre la scalinata di raccordo era stata protetta da un piano inclinato in legno di scorrimento. La gru interna ha sollevato le singole
ante, sfilandole dai cardini, per deporle sullo scivolo, mentre la gru
esterna le ha prese in consegna, trasferendole su un rimorchio in
attesa nella Piazza di S. Pietro. Le quattro ante costituenti il Portone,
del peso complessivo di quasi 70 qli, sono state adagiate all’interno
del laboratorio di falegnameria. Dopo una accurata ricognizione, si
è subito esclusa la asportazione del rivestimento di bronzo dal supporto di legno, per evitare di alterare la pur labile coesione ancora
esistente tra i vari componenti.
Le superfici in legno sono state gradualmente pulite asportando
tutti gli strati di vernice ed impregnante, applicati nei secoli, sino al
vergine delle fibre di legno. I successivi interventi hanno comportato la sostituzione di numerosi ed ampi tasselli in legno, soprattutto
nelle zone inferiori delle ante, con essenze identiche a quelle originarie. Il riassetto strutturale del portone è stato invece ottenuto
con una robusta cerchiatura in acciaio del perimetro delle ante e da
barre di collegamento, anch’esse in acciaio, tese tra i telai di bordo.
Infine, un invecchiamento dei nuovi inserti ed una mordenzatura
di tutta la superficie hanno uniformato l’aspetto del portone, unitamente ad una ceratura protettiva finale, applicata sul posto dopo il
montaggio.
Completato il restauro sul legno, le 4 ante sono state trasferite in un capannone provvisorio, appositamente realizzato nelle
adiacenze, per consentire gli interventi sulla superficie in vista in
bronzo. Il restauro della spessa scorza in bronzo e gli interventi
meccanici per la movimentazione delle ante sono stati curati dalla Ditta Tavani, supportata dalla competenza del Dott. Nazareno
Gabrielli.
La metodologia dell’intervento, messa a punto dai tecnici, è stata la seguente:
-pulitura generalizzata di tutte le superfici con acqua demineralizzata;
-campionatura con tasselli di prova di pulizia;
-impacchi con sostanze chimiche per asportare incrostazioni calcaree e depositi vari;
-inibizione del processo di corrosione.
Il portone è infine ritornato nella sua sede naturale con le stesse
modalità e mezzi di sollevamento già utilizzati per lo smontaggio
iniziale, operazioni eseguite più rapidamente e con minore difficoltà
a motivo della esperienza ormai acquisita e della maggior robustezza delle singole ante restaurate.
Gli 80 anni del Card. Sodano
di Mons. Giorgio Corbellini
I
l 21 novembre, memoria liturgica della Presentazione al tempio della B. V. Maria, e nell’imminenza dell’80° genetliaco
(23 novembre) dell’Em.mo Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato emerito, Decano del Collegio cardinalizio, da anni Membro della
Pontificia Commissione SCV, per iniziativa dell’Ecc.mo Mons. Presidente del Governatorato, ha avuto luogo, alle ore 8,00, nella nostra
Chiesa, la Concelebrazione di una Santa Messa, presieduta dal medesimo Porporato, a cui hanno preso parte numerosi dipendenti.
Hanno concelebrato gli Ecc.mi Mons. Lajolo e Boccardo, i Rev.di
Mons. Di Felice, Zagnoli e Pioppo, e P. Vada.
L’Ecc.mo Presidente ha ricordato in apertura di celebrazione il
significato dell’incontro eucaristico, come un momento per rendere grazie al Signore per il lungo e prezioso servizio reso dal Card.
Sodano alla Chiesa e per esprimere, così, nel Signore, il grazie del
Governatorato al Cardinale.
Nel corso dell’omelia, il Porporato, rifacendosi alla memoria liturgica, ha sottolineato come il senso cristiano della vita sia un incessante stare alla “presenza” del Signore, nella gioia di sentirsi oggetto
del suo amore. Ciascuno è chiamato a svolgere il proprio servizio,
dove la Provvidenza di fatto lo pone, come una collaborazione con
tutti, e innanzitutto con Chi, come Creatore, ci ha chiamati alla vita,
mettendo sempre a frutto con generosità le proprie capacità di bene.
Nel tardo pomeriggio, alle ore 18,00, sempre presso la Chiesa
del Governatorato, si è tenuto un applaudito concerto d’organo del
giovane organista Marco Bidin, che ha eseguito brani di Frescobaldi,
De Cabezon, Bach, Brahms, Couperin, Schlick, Reger e Correa de
Arauxo. Il piacevole incontro musicale, programmato come omaggio al Card. Sodano, è stato introdotto da un intervento dell’Ecc.mo
Mons. Presidente e concluso con un grato pensiero del festeggiato.
L’organista ed i brani musicali sono stati presentati dal Dott. Rosario
Tronnolone, della Radio Vaticana, che di ciascuna composizione ha
illustrato l’autore e il significato, in riferimento al momento storico
della loro produzione e all’uso liturgico a cui erano destinati. La Radio Vaticana ha inserito il concerto tra i suoi programmi.
Una Signora giapponese - Mayumi Araki, della scuola Ohara ha voluto aggiungere un tocco di finezza, abbellendo l’altare con
una “ikebana”, composizione di fiori, con significato augurale, offerta dalle Monache dei Carmeli del Giappone.
Il concerto - a cui hanno preso parte alcuni Prelati, Dirigenti del
Governatorato, religiose e un numeroso pubblico - è stato onorato
dalla presenza dei Sigg. Cardd. Re e Tauran, Membri della Pontificia Commissione SCV, e degli Ecc.mi Monterisi, Marini, Sardi,
Semeraro, Farrel e Boccardo.
inserto speciale
all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007
24 NOVEMBRE 2007:
creati da Papa Benedetto XVI
23 nuovi Cardinali
Il Concistoro
di Saverio Petrillo
È
l’assemblea dei Cardinali, convocata e presieduta dal
Sommo Pontefice. Sebbene se ne possano far risalire le
più antiche origini almeno alla prima metà del secolo IX, quale
organo di governo in senso stretto, tuttavia, il Concistoro fu
istituito nel secolo XI per la trattazione di tutte le questioni relative alla fede e alla disciplina ecclesiastica, al disbrigo dei normali affari di politica estera ed interna, nonchè alla definizione
di tutte le cause deferite al giudizio della Sede Apostolica.
I Concistori si riunivano di regola nel Palazzo di residenza del Papa e, dopo il 1870, solo in Vaticano; da ricordare
alcuni Concistori tenuti fuori Roma, come quelli di Pio VI
e Pio VII, convocati rispettivamente a Vienna nel 1782 e a
Parigi nel 1804 o quello di Pio IX a Gaeta nel 1849.
Il “Concistoro”, sempre presieduto dal Papa personalmente, può essere:
ordinario, se ad esso vengono convocati tutti i Cardinali, o almeno quelli che si trovano a Roma (saltem in Urbe
versantes), per una consultazione circa i problemi di particolare incidenza nella vita della Chiesa, o per compiere
atti di massima solennità; in quest’ultimo caso può essere
“pubblico”, con la presenza, oltre che dei Cardinali, di altre
persone;
straordinario, se all’assemblea vengono convocati tutti i
Cardinali quando lo suggeriscano particolari necessità della
Chiesa o la trattazione di questioni particolarmente gravi. Il
Concistoro straordinario è sempre “segreto”, cioè all’assemblea con il Papa sono presenti solo i Cardinali.
Il Concistoro ordinario pubblico a noi più familiare e che
più coinvolge il popolo di Dio, una vera festa per la Chiesa,
è quello per la creazione di nuovi Cardinali. Ad esso, oltre ai
Cardinali, vengono ammessi i prelati, i legati delle società
civili ed altri che vi siano invitati (can 353, § 4) e pertanto il
II | all’ombra
del cupolone
11 Dicembre 2007
Concistoro si celebra nell’Aula Paolo VI o, come avvenuto
di recente, nella Basilica o in Piazza S. Pietro, dove intervengono i membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la
Santa Sede, le delegazioni dei vari paesi e delle diocesi dei
neocardinali e numerosi fedeli. In apertura della Cerimonia,
nella forma di Celebrazione della Parola, il Santo Padre, dopo
il saluto liturgico, legge la formula di creazione e proclama
solennemente i nomi dei nuovi Cardinali. Riceve quindi un
indirizzo di omaggio da parte del primo dei nuovi Porporati.
Dopo l’omelia, tenuta dal Santo Padre, segue la Professione di Fede ed il Giuramento dei nuovi Cardinali. Il momento centrale e più emozionante è quello della imposizione
della berretta rossa (accipe biretum rubrum). Il colore rosso
vuole ricordare ai Cardinali il loro impegno a testimoniare
la fede fino all’effusione del sangue. Il Santo Padre infine
assegna ad ogni Cardinale un Titolo o una Diaconia in Roma,
costituendoli così preti romani. Nel pomeriggio si svolgono
le “visite di calore” (oggi chiamate visite di cortesia) ai nuovi
porporati: nel Vaticano è tutto un andirivieni di ecclesiastici e
laici che testimoniano ai nuovi Cardinali i loro sentimenti di
stima, di affetto e di gioia.
Il giorno successivo il Santo Padre celebra la Santa Messa con i nuovi Cardinali e consegna loro l’anello, “segno di
dignità, di sollecitudine pastorale e di più salda comunione
con la Sede di Pietro”.
all’ombra del cupolone | III
11 Dicembre 2007
La Diaconia del Cardinale Giovanni Lajolo
di Claudio Ceresa
A
l momento della nomina dei nuovi Cardinali, il Papa
assegna a ciascuno di essi una Chiesa, situata nella
diocesi di Roma. Ai porporati che sono vescovi, o vescovi
emeriti, di diocesi residenziali viene generalmente conferito
un titolo presbiterale; agli altri, una Diaconia. E, in effetti,
i Cardinali traggono origine dagli antichi presbiteri e diaconi dell’urbe, oltre che dai Vescovi delle diocesi suburbicarie;
queste ultime, con quella di Roma che le presiede e le guida,
formano la provincia ecclesiastica romana.
Al Cardinale Giovanni Lajolo è stata assegnata la Diaconia di Santa Maria Liberatrice, rimasta vacante dal febbraio
2007 per la morte del Cardinale spagnolo Antonio Maria Javierre Ortas.
Tale Chiesa, anche se non ha la rilevanza storico-artistica di altri luoghi sacri di Roma, riveste grande interesse per
la sua importanza e per il profondo radicamento nel tessuto
urbano.
Nella facciata, sono riprodotti antichi dipinti, ed è importante ricordare che l’attuale Diaconia si ricollega ad una
Chiesa esistente, fin dal medioevo, nella zona del Foro romano, intitolata anch’essa a Santa Maria Liberatrice. Più
precisamente, con l’antica denominazione del tempio situato
nel foro, si chiedeva alla Madonna, in lingua latina, la nostra
liberazione dalle pene eterne; da qui l’appellativo di “Maria
Liberatrice”. E’ bene ricordare che quel sito del Foro Romano
era chiamato “inferno”, in quanto, secondo una leggenda, era
infestato da un drago, che venne ucciso, o reso innocuo, dal
Papa San Silvestro.
Agli inizi del ‘900, in relazione agli scavi in corso di effettuazione per riportare in luce le antichità, la Chiesa ubicata
nel foro venne demolita; in essa si trovava una Madonna con
il Bambino in braccio, che era particolarmente venerata dai
romani. Venne deciso di trasferire l’immagine cara ai Romani
nel nuovo tempio che era in costruzione nel quartiere “Testaccio” e di dedicarlo a “S. Maria Liberatrice”.
Le riproduzioni che, come si è accennato, si vedono sulla
facciata dell’attuale Chiesa, hanno riferimento ad importantissime pitture medioevali, esistenti in Santa Maria Antiqua, i cui
resti erano stati ritrovati nel Foro sotto la Chiesa demolita.
Il nome esatto della Diaconia, come riportato nell’Annuario Pontificio, è “Santa Maria Liberatrice al Monte Testaccio”,
e sembra interessante soffermarsi brevemente sull’ultima parte di tale denominazione.
La parola latina “testa” può essere tradotta con l’italiano
“vaso”, od “anfora”; in tal senso, il quartiere prende il nome
dalla collina artificiale che si era formata per l’accumulo dei
frammenti dei recipienti di terracotta che, nell’antichità, abbondavano nella zona.
IV | all’ombra
del cupolone
Non va dimenticato che, nelle vicinanze, esisteva il porto
fluviale di Ripa Grande; pertanto, erano numerosi i depositi e
i magazzini, e la presenza dei contenitori di derrate era eccezionalmente elevata.
Nel medioevo, e nei secoli successivi, il Testaccio fu soprattutto luogo di svolgimento di giochi popolari, e meta di
gite; in ragione di tali feste e scampagnate, nella località, che
era denominata “prati del popolo romano”, sorsero numerose
osterie. Alcuni tratti di terreno furono coltivati a vigne e ad
orti, ma ancora nella prima metà dell’800 si era lontani dall’attuale configurazione.
Nel novembre 1871, fu approvato uno schema di piano
regolatore che prevedeva il sorgere, al Testaccio, di un quartiere industriale, artigianale ed operaio; i lavori iniziarono nel
1883, e nel rione, o nelle vicinanze, vennero edificate anche
importanti attrezzature necessarie alla vita della città, quali il
mattatoio, i mercati generali e la centrale del gas.
In un tessuto urbano di così grande importanza si imponeva la presenza di una Chiesa, con le opere parrocchiali, tanto
più che, nel rione, la pratica ed il rispetto della religione si
rivelavano piuttosto scarsi; i sacerdoti, anzi, correvano il rischio di esservi presi a sassate.
Una prima parrocchia, dedicata alla Madonna Madre della Divina Provvidenza, fu istituita nel 1889, in una casa di
11 Dicembre 2007
suore in Via Galvani. Il Papa Leone XIII, però, capì che si
trattava di una soluzione provvisoria, ed offrì una notevole
somma per l’acquisto di un terreno, sul quale costruire la nuova e definitiva Chiesa.
L’impresa fu iniziata dai benedettini, ma presto abbandonata; nei primi anni del ‘900, il nuovo Papa Pio X si
rivolse ai salesiani, i quali, in persona del Beato Michele
Rua, primo successore di Don Bosco, accettarono l’incarico. La nuova Chiesa fu aperta al culto il 29 novembre
1908; tra circa un anno, pertanto, essa compirà il primo
centenario, e, nella prossima quaresima, è prevista la visita
del Santo Padre.
Il sacro luogo, opera dell’architetto Mario Ceradini,
contiene la ricordata venerata immagine mariana, collocata
nell’ambito di un ciborio, nella zona dell’altare maggiore.
Colpisce il carattere di imponenza dell’interno del tempio,
che sottolinea la destinazione per un importante quartiere
romano; sul fondo, è raffigurato Gesù sulla croce e, sotto
di Lui, compare una grande immagine di Maria. In altari
laterali, sono ricordati San Giovanni Bosco ed altri Santi
della sua Congregazione; del resto, la parrocchia, subito
dopo l’apertura, ha visto l’impegno di uno dei più grandi
sacerdoti Salesiani, il Venerabile Don Luigi Olivares, che fu
poi vescovo di Nepi e Sutri.
11 Dicembre 2007
all’ombra del cupolone | Curriculum Vitae di S. Em.za il Card. Giovanni Lajolo
Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano
e Presidente del Governatorato
- Nato a Novara (Piemonte - Italia), il 3 gennaio 1935.
- Ordinato sacerdote il 29 aprile 1960, nel Santuario mariano
di Re; incardinato nella diocesi di Novara.
- Licenziato in Filosofia (1955) e Teologia (1959), presso la
Pontificia Università Gregoriana (Roma).
- Laureato in Diritto Canonico (1965), presso l’Università di
Monaco (Germania).
- Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede (1970), ha
prestato servizio nella Nunziatura Apostolica di Bonn (Repubblica Federale di Germania, 1970-1974), nella Sezione
per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato (19741988), facendo parte anche della Commissione vaticana per
la revisione del Concordato con l’Italia (1979-1985).
- Docente della Pontificia Accademia Ecclesiastica (19851989).
- Nominato Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio
della Sede Apostolica e promosso Arcivescovo titolare di Cesariana, il 3 ottobre 1988.
- Consacrato Vescovo da S.S. Giovanni Paolo II, il 6 gennaio
1989, nella Pontificia Basilica di San Pietro in Vaticano.
- Nominato Nunzio Apostolico in Germania, il 7 dicembre
1995. Ha presentato le Lettere Credenziali al Presidente della
Repubblica Federale di Germania, il 12 febbraio 1996.
- Nominato Segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli
Stati, il 7 ottobre 2003.
- Nominato Presidente della Pontificia Commissione per lo
Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato,
il 15 settemþre 2006.
- Elevato alla dignità Cardinalizia nel Concistoro pubblico del
24 novembre 2007 da Papa Benedetto XVI.
- Lingue conosciute: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo.
VI | all’ombra
del cupolone
11 Dicembre 2007
I giorni del Concistoro
di Mons. Giorgio Corbellini
C
ome Egli stesso aveva annunciato al termine dell’Udienza generale del 17 ottobre, il Santo Padre,
nella mattinata del 24 novembre, ha tenuto nella Basilica Vaticana un Concistoro Ordinario Pubblico, per la creazione,
nel contesto di una Celebrazione della Parola, di 23 Cardinali
(Arcivescovi, Vescovi ed ecclesiastici di tutto il mondo).
Il Santo Padre ha imposto a ciascuno la berretta cardinalizia, assegnando ad essi un Titolo presbiterale o una Diaconia.
Tra di loro era l’Ecc.mo Mons. Giovanni Lajolo, dal 15 settembre del 2006 Presidente della Pontificia Commissione SCV
e Presidente del Governatorato, al quale il Santo Padre ha assegnato la Diaconia di S. Maria Liberatrice al Monte Testaccio.
Un numero molto elevato di Cardinali, di Arcivescovi e
Vescovi, di Prelati, di sacerdoti, di religiosi e religiose, di seminaristi e di laici, provenienti da tutto il mondo, come pure
numerose delegazioni ufficiali dai Paesi di provenienza dei
nuovi Porporati, ha riempito la Basilica e vasti settori della
Piazza di San Pietro, in un clima di grande partecipazione
emotiva e di festa. Analogo clima di partecipazione e di festa
si è verificato domenica mattina, solennità di Cristo Re dell’Universo, quando il Santo Padre, nel corso di una solenne
Concelebrazione Eucaristica con i nuovi Cardinali, ha loro
consegnato l’anello cardinalizio. Lunedì mattina, il Santo Pa-
dre ha dato Udienza ai nuovi Cardinali, ai loro famigliari e
accompagnatori, nell’Aula Paolo VI, ricreando un clima di
festosa partecipazione, al quale si sono molto volentieri uniti
anche i Dirigenti e alcuni dipendenti del Governatorato.
Nel pomeriggio di sabato, in vari ambienti del Palazzo
Apostolico e della Città del Vaticano, i nuovi Cardinali sono
stati salutati da migliaia di persone, in occasione delle visite
di cortesia, anticamente indicate come “visite di calore”.Il
11 Dicembre 2007
all’ombra del cupolone | VII
QUOD BENEDICTUS XVI PONT. MAX.
QUANTI LAVORANO
SAPIENS MERITORUM AESTIMATOR
PRESSO IL GOVERNATORATO
DD. IOANNEM LAJOLO
SOTTO LA SUA PRESIDENZA
ARCHIEPISCOPUM TIT. CESARIENSEM
SI CONGRATULANO CON ANIMO GRATO E RIVERENTE
INTER S.R.E. PATRES CARDINALES
DEL RECENTE INSERIMENTO TRA I PADRI CARDINALI
NUPER COOPTAVIT
DA PARTE DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI
OMNES QUOTQUOT EO PRAESIDE
SAPIENTE STIMATORE DEI MERITI
APUD PRAEFECTURAM CIVITATIS VATICANAE
DI MONSIGNOR GIOVANNI LAJOLO
EX OFFICIO DANT OPERAM
ARCIVESCOVO TIT. DI CESARIANA
LAETABUNDO REVERENTIQUE ANIMO GRATULANTUR
CON L’ASSICURAZIONE DELLA PREGHIERA
SIMUL ADHIBITIS DEO PRECIBUS
AFFINCHÉ EGLI
UT QUI DOCTRINA ACTUOSAQUE SOLLERTIA SUA
CHE GIÀ TANTO HA CONTRIBUITO
AD BONUM APOSTOLICAE SEDIS
CON LA SUA DOTTRINA E IL SUO FATTIVO SERVIZIO
IAM TANTOPERE CONTULIT
AL BENE DELLA SEDE APOSTOLICA
IDEM NUNC ROMANAE PURPURAE
ACCRESCIUTO ORA DELLA DIGNITÀ
DIGNITATE AUCTUS
DELLA PORPORA ROMANA
OPE MARIAE MATRIS FAMILIAS
CON L’AIUTO DI MARIA MADRE DELLA FAMIGLIA
DIU ECCLESIAE FRUCTUS AFFERRE PERGAT
CONTINUI A PORTARE ALLA CHIESA
UBERRIMOS LAETISSIMOS
FRUTTI FECONDI E LIETI
nostro Presidente, nel primo pomeriggio, ha ricevuto per oltre
due ore e mezzo, la visita e le congratulazioni di molte Personalità e di numerosissime persone nell’atrio del Governatorato e, nel tardo pomeriggio, è stato salutato da una “folla”
di invitati nel corso di un ricevimento organizzato al Braccio
Nuovo dei Musei Vaticani, allietato dall’esecuzione di vari
brani musicali.
Martedì pomeriggio, alle ore 17,00, ci siamo stretti attorno a lui nella Cappella del Governatorato, per esprimergli, in
un clima di famiglia, la nostra vicinanza affettuosa, sostenuta
dalla preghiera e dalla volontà di collaborare quotidianamente con lui. Introdotta da un saluto, a nome di tutti, da S.Ecc.
za Mons. Boccardo, la Concelebrazione ha visto la partecipazione di molti dipendenti, che hanno assiepato la nostra
Chiesa, ed è stata accompagnata dall’organo e arricchita da
appropriati canti liturgici. L’Em.mo Cardinale Presidente, che
aveva desiderato questo momento di comunione con tutti noi
attorno all’altare, celebrando la Messa in onore della B. Ver-
gine Maria, ha commentato il Vangelo delle Nozze di Cana,
sottolineando il significato dell’intervento di Maria presso il
Figlio e delle sue parole, indirizzate a Gesù e ai servi, come
anche delle parole di Gesù ai servi, e traendone serene riflessioni per la nostra vita di rapporto con il Signore e di cooperazione tra noi, sempre memori che il Signore, come aveva fatto
con il popolo dell’Antica Alleanza, ci accompagna e ci porta
“su ali di aquila”.
Hanno concelebrato l’Arcivescovo Rizzato, il Vescovo
Boccardo, Mons. Corbellini, Mons. Zagnoli, Mons. Amato,
Don Murtas, e Mons. Braida con altri assistenti spirituali dei
vari reparti di lavoro.
Verso le ore 18,30, presso la mensa di servizio ha avuto luogo un ricevimento “rinforzato”, al quale, come alla S.
Messa, era invitato tutto il personale, e che ha visto una partecipazione numerosa, in un clima di grande familiarità.
VIII | all’ombra
del cupolone
11 Dicembre 2007
Lo Stemma del Cardinale Giovanni Lajolo
L
o stemma è diviso verticalmente in campi d’argento (o bianco) e rosso. Ai due colori si attribuisce in
araldica un proprio significato: argento - colore del metallo
argento, dell’acqua viva, della luce - significa purezza, rettitudine, valore, preziosità, fecondità, nobiltà di spirito, vita;
rosso - colore del fuoco e del sangue - significa sacrificio,
amore, luce, ardore nell’impegno, forza, gioia di vita, noncuranza di ciò che passa.
Lo stemma porta la figura di tre rose, disposte in forma
di triangolo: rossa in campo d’argento, bianca in campo rosso
e bicolore al vertice, rossa in campo d’argento e bianca in
campo rosso. La rosa in araldica significa bellezza, virtù (cf.
2 Cor 2, 15), nobiltà. La disposizione del triangolo equilatero
è stata scelta principalmente come simbolo della Santissima
Trinità. Alle tre rose si possono attribuire diversi significati:
- La rosa al vertice, che ha due colori: il Padre, dal quale procedono il Figlio e lo Spirito Santo. La rosa bianca: il
Figlio, che, facendosi uomo, entrando nell’umanità (campo
rosso), ha conservato la purezza della divinità. La rosa rossa: lo Spirito Santo, inviato come fuoco, che è centro di vita
(simboleggiata dal color argento).
- La rosa al vertice, bicolore: Cristo vero Dio e vero
Uomo, attribuendosi ai due colori i simboli delle due nature,
divina (argento) ed umana (rosso). La rosa rossa: la Vergine
Maria, a cui, come regina, compete il manto purpureo, madre
di grazia e circondata di purezza (campo argento), rosa mistica. La rosa bianca: la Chiesa, che porta la stola candida,
lavata nel sangue dell’Agnello (campo rosso) (cf. Ap 7, 14).
- Le tre rose ricordano le tre rose della Madonna di Re,
Mater Sapientiae, che nella vita del Cardinale ha un posto
particolare: Re fu la prima condotta medica del padre (193031), ed il santuario il luogo della sua ordinazione sacerdotale
(29 aprile 1960). Le tre rose che la Vergine tiene in mano
vengono tradizionalmente interpretate come le tre virtù teologali: fede, speranza, carità. Nello stemma, la rosa rossa può
simboleggiare la fede; la rosa bianca la speranza; e la rosa al
vertice, bicolore, la carità, che comprende le altre due virtù
ed è ad esse superiore, perché non passa (cf. 1 Cor 13, 13). La
scelta delle rose intende anche essere un omaggio alla Mamma Teresa, che le coltivava con predilezione: fiore gentile,
profumato, che accetta e nasconde il dolore (le spine) e si
corona nella bellezza dell’amore gratuito (la corolla aperta).
Il motto - “Deus Dominus et illuxit nobis” - è tratto dal
salmo 117 della Volgata. Si traduce: “Dio è il Signore e rifulse a noi”. Esprime la verità fondamentale della rivelazione
dell’Antico e del Nuovo Testamento: la signoria di Dio, il suo
rivelarsi, che illumina la vita dell’uomo. Questa verità è accettata da tutti coloro che credono in Dio. Nella sua pienezza
è una verità cristologica: “Dio che disse: rifulga la luce dalle
tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2
Cor 4, 6). Così le prime parole si possono anche tradurre: “il
Signore (Gesù) è Dio”. Esse ben si adattano anche ai Magi, i
quali videro rifulgere la luce del Cristo nell’Epifania, festa in
cui il Cardinale ricevette l’ordinazione episcopale, il 6 gennaio 1989. L’applicazione cristologica è connaturale al salmo
117, che è un salmo messianico.
L’ornamento è costituito dal cappello cardinalizio, con
cordoni e quindici nappe per lato, di colore rosso, ad indicare
lo stato ed il grado ecclesiastico, e dalla Croce arcivescovile,
di color oro, ad indicare che, come Vescovo, annuncia “Cristo, e Cristo crocifisso” (1 Cor 1, 23). La Croce ha forma di
spada per indicare “la spada dello Spirito, che è la Parola di
Dio” (Ef 6, 17). Come successore degli Apostoli, ogni Vescovo deve proclamare la Parola di Dio, al cui centro sta Cristo
crocifisso, “potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor 1, 24).
all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007
NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI
I Musei Vaticani
alla Fiera del Libro di Francoforte
di Francesco Riccardi
D
al 10 al 14 Ottobre si è svolta a Francoforte la 59ma Fiera
Internazionale del Libro, alla quale hanno partecipato più
di 7000 espositori provenienti da tutto il mondo disposti su 13 livelli
di saloni per un totale di 172.000 metri quadri di spazio espositivo.
L’Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni ha partecipato,
per il terzo anno consecutivo, condividendo lo stand con la Libreria
Editrice Vaticana, la Biblioteca Apostolica Vaticana, l’Urbaniana
University Press e la Unitelm sotto l’insegna “Vatican City State”.
Le Edizioni Musei Vaticani hanno presentato, in anteprima, il
Catalogo della Pinacoteca Vaticana, prima pubblicazione completa delle opere pittoriche della collezione dei Musei Vaticani, insieme alle sei pubblicazioni più importanti, recentemente aggiornate
nei contenuti e nella veste grafica, che compongono due nuove
collane editoriali: “i Rossi”, i tre volumi istituzionali, Città del Vaticano, Musei Vaticani e la monografia Michelangelo e Raffaello,
e “i Blu”, le tre guide divulgative Cappella Sistina, Uno Sguardo
sul Vaticano e Un Giro nei Giardini Vaticani. Molto apprezzato
Corpo dei Vigili del Fuoco
di Antonio Perfetti
Festa dei Patroni San Leone IV Papa e Santa Barbara
Giovedi 6 dicembre u.s. si è svolta la Festa del Corpo dei Vigili
del Fuoco in onore dei Patroni San Leone IV Papa e Santa Barbara.
I festeggiamenti sono iniziati alle ore 11,00, con la Santa Messa celebrata nella Cappella di San Pellegrino da Sua Em.za Rev.ma
il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente del Governatorato.
Successivamente nel cortile interno della caserma del Corpo
della Gendarmeria, dopo gli onori alla bandiera dello Stato da parte
di una formazione del Corpo dei Vigili del Fuoco ed una del Corpo
della Gendarmeria e con la partecipazione della Banda Musicale
del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco della Repubblica Italiana,
il Dott. Domenico
Giani, Direttore dei
Servizi di Sicurezza
e Protezione Civile, ha indirizzato un
discorso ai presenti
relazionando sui servizi svolti dai Vigili
nel corso dell’anno.
Di seguito ha
preso la parola il
Card. Lajolo per ringraziare, anch’egli, i Vigili per l’opera svolta,
procedendo poi alla consegna delle onorificenze ai pensionati dei
Vigili del Fuoco Giovagnoli, Suprano e Pelos. Quindi, nelle sale
interne della caserma, si è svolto un incontro conviviale.
Erano inoltre presenti alla cerimonia: Sua Ecc.za Mons. Renato
Boccardo, Segretario del Governatorato, Mons. Giorgio Corbellini,
Vice Segretario del Governatorato, alcuni Direttori del Governato-
dal pubblico dei visitatori è stato il recente volume Museum of the
Papal Carriages in the Vatican, realizzato grazie ad un finanziamento dei Patrons of the Arts e dedicato all’omonimo Museo delle
Carrozze. Ma...non solo libri! L’Ufficio Vendita ha, inoltre, allestito un corner espositivo, con i più rappresentativi prodotti di merchandising museale, realizzati in esclusiva per le EMV e ispirati
alle opere d’arte del patrimonio museale. A fine Fiera il corner è
stato “preso d’assalto” dai visitatori che hanno acquistato l’intera
collezione di prodotti.
rato ed i Vigili pensionati, l’Ing. Giorgio Mazzini, Capo del Corpo
Nazionale dei VV.F., l’Ing. Luigi Abate, Direttore Regionale dei
VV.F., l’Ing. Guido Parisi, Comandante Provinciale dei VV.F., il
Dr. Domenico Riccio, Direttore Generale per la Formazione dei
VV.F., il Cav. Gino Gronchi, Presidente Nazionale dei VV.F. Volontari ed altri illustri ospiti.
Nomine
Il 3 novembre il Santo Padre ha nominato Vice Direttori della
Direzione dei Servizi Generali il Dott. Giovanni Amici, al momento Capo Contabile della Direzione della Ragioneria di Stato, e
l’Ing. Paolo Sagretti, Floriere (Direzione dei Servizi Generali).
Il 1° dicembre il Cardinale Presidente ha nominato Capo Ufficio
dell’Ufficio dei Sistemi Informativi l’Ing. Marco Lucani, al momento Funzionario di Ia del medesimo Ufficio.
Il 4 dicembre il Santo Padre
ha nominato Segretario della
Pontificia Commissione per
i Beni Culturali della Chiesa
e Ispettore della Pontificia
Commissione di Archeologia
Sacra il Dott. Francesco Buranelli, al momento Direttore della Direzione dei Musei.
Nella medesima data il Santo Padre ha nominato Direttore della Direzione dei Musei
il Prof. Antonio Paolucci.
| all’ombra
del cupolone
11 Dicembre 2007
Un momento di festa in onore del Card. Szoka
di Mons. Giorgio Corbellini
L
’Em.mo Card. Presidente ha voluto
programmare un momento
di festa in onore del Card.
Edmund C. Szoka, dal 15
settembre 2006 Presidente
emerito della Pontificia Commissione e del Governatorato
SCV, che, il 14 settembre
u.s., ha compiuto 80 anni.
Ci siamo stretti attorno al
nostro ex Presidente, oggi 11
dicembre, alle ore 8,00, durante una Concelebrazione Eucaristica, da lui presieduta, nella
Chiesa del Governatorato.
Alla celebrazione, introdotta da un affettuoso e grato saluto del Card. Presidente, erano presenti numerosi dipendenti.
Hanno concelebrato il Card. Presidente, S. Ecc.za Mons. Boccardo, Mons. Corbellini e Mons. Zagnoli.
All’omelia, il Celebrante ha commentato la parabola della pecorella smarrita, fornendo attente riflessioni sulle caratteristiche
dell’amore di Dio verso di noi, sempre bisognosi di essere da Lui
recuperati e perdonati.
Nel pomeriggio, alle ore 18,00 ha avuto luogo un concerto del
Coro della Cappella Sistina, diretto dal M° Mons. Giuseppe Liberto.
Il concerto, introdotto da un saluto del Cardinale Presidente,
che ha rievocato la lunga storia della Cappella Sistina e il suo
grande prestigio nel passato e nel presente, è consistito nell’esecuzione di vari brani di musica gregoriana e polifonica di P.L.
Da Palestrina, T.L. Da Victoria, T.L. Da Viadana, L. Perosi, D.
Bartolucci e G. Liberto.
All’organo il M° Gianluca Libertucci, che ha pure eseguito alcuni brani per organo del M° Liberto.
I brani sono stati presentati dal Dott. Marco Lauciani, Amministratore della Cappella.
Al concerto, seguito con viva partecipazione da tutti, erano presenti, oltre all’Em.mo nostro Presidente, il Card. Angelo Sodano,
Segretario di Stato emerito e Decano del Collegio Cardinalizio, S.
Ecc.za Mons. Boccardo, la Sig.ra Hanna Suchocka, Ambasciatore
di Polonia presso la Santa Sede, numeroso pubblico, Dirigenti e dipendenti del Governatorato.
Alla fine, il Card. Szoka ha ringraziato il Cardinale Presidente per questo gesto di affetto verso di lui, il M° Liberto, i componenti della Cappella, in modo particolare i “pueri cantores”, il
M° Organista e tutti i presenti per essersi voluti unire a questo
momento di festa familiare.
A tutti ha rivolto un affettuoso Augurio di Buon Natale.
IL CUORE CHE PENSA
Il “gran libro”
Il mio gran libro, da cui qui innanzi dovrò attingere
con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta
sapienza, è il Crocifisso. Mi debbo fare un abito di giudicare
dei fatti e di tutta la scienza umana alla stregua dei principi
di questo gran libro.
E’ troppo facile lasciarmi ingannare dalle facili apparenze
e dimenticarmi della vera fonte della verità. Guardando al
Crocifisso sentirò sciogliermi tutte le difficoltà,
le questioni moderne, teoriche e pratiche, nel campo
degli studi.
“Solutio omnium difficultatum Christus” ...
(Cristo è la soluzione di tutte le difficoltà) …
Scuola Francese. Giuseppe di Arimatea raccoglie il Sangue
del Cristo Crocifisso (vellum). Biblioteca Nazionale di Parigi.
Il Crocifisso mi deve essere sempre argomento di grande
conforto e sollievo nelle mie miserie. Gesù estende le sue
braccia sulla croce per abbracciare i peccatori. Quando
avrò commesso qualche mancanza o mi sentirò turbato,
mi immaginerò di prostrarmi ai piedi della croce, come la
Maddalena, e di ricevere sul mio capo quella pioggia di
sangue e di acqua che uscì dal cuore ferito del Salvatore.
Giovanni XXIII
(Il Giornale dell’anima)
all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007
LA PAROLA DEL PAPA
Ciò che conta è porre al centro della pro-
pria vita Gesù Cristo, sicchè la nostra identità
sia contrassegnata essenzialmente dall’incontro,
dalla comunione con Cristo e con la sua Parola.
Alla sua luce ogni altro valore viene recuperato e
insieme purificato da eventuali scorie.
(Udienza generale del 25 ottobre 2006)
Questo vale per tutti - senza eccezione. La Messa domenicale è
un momento inderogabile di verifica e di “riappropriazione” di
ciò che conta. Ma la Messa quotidiana ci invita a tenerci sempre
“al passo” e rinnova quotidianamente l’esperienza impareggiabile
dell’incontro con Cristo. Dà luce e forza per la giornata.
Da noi puoi avere la Messa quotidiana nella nostra Chiesa della
Madre della Famiglia, tutti i giorni, alle 7,30.
Se ci sei anche tu, ne abbiamo tutti piacere.
Raffaello. La Disputa del SS. Sacramento (particolare).
Stanza della Segnatura. Stanze di Raffaello. Musei Vaticani.
L’ANGOLO DI CULTURA
C’è speranza e …Speranza
Con la sua seconda enciclica “In spe salvi” il Papa ci ha
parlato della speranza.
Ecco un piccolo florilegio sulla speranza, con interessanti
punti di vista:
Eraclito: “Chi non spera l’impossibile, non lo troverà”.
Orazio: “L’anno e l’ora che rapisce il giorno ti ammonisce:
non sperare nulla d’immortale”.
Seneca: “Ecatone dice: cesserai di temere se cesserai di
sperare. Come un’unica catena tiene legati il prigioniero
ed il suo guardiano, così queste cose, che sono tanto
dissimili, procedono insieme: il timore tien dietro alla
speranza (…), la memoria ci riporta il tormento del timore,
la “previdenza” (cioè, l’immaginazione del futuro, n.d.r.)
lo anticipa. Nessuno è infelice solo per i mali presenti”.
Tommaso d’Aquino: “La speranza è per qualcosa di
difficile. Gli ubriachi ed i giovani hanno la speranza
facile.”
Ugo Foscolo: “Anche la speme, ultima dea,
fugge i sepolcri”.
Block: “Quel che importa è imparare a sperare.
La speranza amplia l’orizzonte dell’uomo”.
Nella nostra bella Chiesa della Madre della Famiglia noi
cantiamo sovente: “Salve, Madre della Misericordia,
Madre della Speranza e Madre della Grazia!”
S. Paolo: “Il Dio di ogni speranza vi riempia di ogni
gioia” (Rom. 15, 13)
E questo è l’augurio natalizio del “Cupolone” ai suoi
lettori!
Andrea Pisano. La Speranza.
Porta Sud, Battistero di San Giovanni. Firenze.
| all’ombra
del cupolone
11 Dicembre 2007
La Luce
PER FARE BUON SANGUE
La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
“Là voglio andare”, disse la luce.
La Pace guardò in basso
e vide la guerra:
“Là voglio andare”, disse la pace.
L’amore guardò in basso
e vide l’odio:
“Là voglio andare”, disse l’amore.
Così apparve la luce
e inondò la terra;
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l’amore
e portò la vita.
“E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi”.
Due mamme:
“Mio figlio, pensi, ha un anno, cammina, parla, balla già lo shake … Una cosa meravigliosa, di una intelligenza! …”
“Pensi al mio! Ha un mese e mezzo e già sa tutto sulla politica!”
“Come sarebbe a dire? Ma se ancora non parla!”
“Sì, ma piange sempre!”
Giuseppe Pellegrino
Gino Bramieri
Al Distretto Militare. Un vecchietto si presenta:
“Vorrei essere arruolato come volontario”.
“Quanti anni avete?”
“ 72 “.
“Beh, come soldato siete troppo anziano”.
“Va beh! Arruolatemi come generale”:
“Oh, lo sai che un mio prozio ha avuto il coraggio di entrare in una gabbia occupata
da cinque ferocissimi leoni?”
“Chissà che festose accoglienze gli avranno riservato quando è uscito!”
“E chi ha detto che è uscito?”
NOTIZIE LIETE E ...TRISTI
Matrimoni
Alcuni nostri colleghi hanno formato una nuova famiglia:
- Daniele Chiappara e Arianna Cortellessa (13/10);
- Alessandro Fadda e Valentina Amici (17/11).
“Ci sono anch’io!”
Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono
state allietate in questo periodo dalla nascita di figli:
- Emanuele (15/10), di Flora Feliciani;
- Sofia (17/10), di Catherine Razzetti;
- Giada (26/10), di Andrea Lisi;
- Eleonora (27/10), di Emiliano Arciero;
- Gabriele (13/11), di Alessandro Portolano;
- Anita (16/11), di Riccardo Saveri;
- Leonardo (30/11), di Stefano Veneziani;
- Camilla (06/12), di Vincenzo Soldano.
Nella luce della Gerusalemme celeste
Alcuni nostri colleghi hanno avuto recentemente lutti in
famiglia. Ricordiamo nella preghiera:
- Massimo (13/10), fratello di Mauro Grilli;
- Luciano (19/10), padre di Sandro Minotti;
- Michelina Angelucci (25/10), madre di Fernando Dante;
- Giovanni (04/11), padre di Orietta Robino;
- Carlo (20/11), padre di Roberto Belloni;
- Gianfranco (20/11), padre di Stefano Gorga;
- Rosa Milite (21/11), madre di Angelo Ampolo;
- Alfio (22/11), padre di Emilio Caredda;
- Vincenza Di Tommaso (04/12), madre di Roberto Mignucci;
- Fiorinda Silvestrone (08/12), madre di Francesco Rossi;
- Carlo (09/12), padre di Ermanno Panella.
notizie di varia vaticanità
ANNO 1 | N. 5
REDAZIONE
presso Mons. Vice Segretario Generale
IMPAGINAZIONE
Alessandra Murri
(Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni)
STAMPA
Tipografia Vaticana
Fly UP