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Anno I - Numero 5 - Vatican City State
notizie di varia “vaticanità” ANNO 1 | N. 5 foglio informale per i dipendenti del Governatorato 11 Dicembre 2007 PRIMA EDITORIALE PAGINA La vera grande speranza dell’uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio, il Dio che ci ha amati e ci ama. Buon Natale Benedetto XVI di S. Ecc.za Mons. Renato Boccardo C 2 In memoria del Card. Castillo Lara 3 Notizie dalle Direzioni e Uffici 4 Gli 80 anni del Card. Sodano I-VIII INSERTO SPECIALE: il Concistoro 5 Notizie dalle Direzioni e Uffici 6 Un momento di festa in onore del Card. Szoka Il cuore che pensa 7 La parola del Papa L’Angolo di cultura 8 Per fare buon sangue Notizie liete e... tristi ’è un momento nella storia dell’umanità, di questo succedersi di secoli e millenni della presenza dell’uomo sulla terra, in cui Dio riveste la sua stessa natura, nasce da una donna, vive in un luogo preciso, inserito nella storia concreta di un popolo; c’è un momento in cui l’uomo si accorge di avere accanto a sé, in un altro uomo uguale, una Presenza misteriosa che supera infinitamente le sue possibilità. Dio viene: ecco il mistero del Natale. È un fatto storico ed è un mistero: un bambino qualunque nasce come tutti i bambini, anche se in una cornice di estrema povertà e solitudine, da una donna sposata ad un uomo ma senza il suo concorso fisico. È un bambino che lungo gli anni manifesterà di non essere un uomo come tutti gli altri e rivelerà di essere Dio, il Figlio di Dio venuto per congiungere in modo ormai irreversibile l’uomo con Dio. Ma Dio viene ancora. Il Natale non è soltanto un avvenimento di venti secoli orsono, un rapido passaggio che ha lasciato dietro a sé una scia di nostalgia e di rimpianto, non è una fiaba da raccontare ai bambini. Se si vuole, se si resta aperti e disponibili alle sue gesta, se non ci si chiude in pregiudizi o in atteggiamenti orgogliosi di autonomia esasperata, Dio è sempre colui che viene, che si rivela e si fa capire all’uomo. Perché Dio non si è stancato né pentito di aver creato l’uomo: egli viene ad abitare con noi, a condividere la nostra situazione di uomini, perché sa che essa è positiva e buona se la viviamo così come lui l’ha pensata. Dio non è lontano, è qui, su questa nostra terra dove noi viviamo ogni giorno, è quell’uomo che ha percorso le strade della Palestina e ancora oggi, nel mistero della sua vita di risorto, percorre le nostre strade. Perché non lasciarci sedurre da quell’antico evento che di fatto ha scosso le fondamenta del vivere umano? Perché non cercare la strada sulla quale Dio ancora ci aspetta, anzi sulla quale ci sta venendo incontro? Bisogna avere il cuore umile che si arrende di fronte al gesto concreto di Dio e lo riconosce nel Bambino che nasce, umile nell’accettare che Dio sia sempre e ancora più grande di noi, più grande anche della nostra miseria. | all’ombra del cupolone 11 Dicembre 2007 C’è un orgoglio da vincere. Non siamo noi i padroni assoluti di noi stessi, i costruttori solitari della nostra storia, gli inventori geniali del nostro destino. Siamo creature, usciti dalle mani di Chi ha voluto farci esistere e ora vuole farci rinascere a vita nuova, ad un rapporto più pieno con lui. C’è una pigrizia da superare. Non basta quello che nasce e cresce da solo nel povero giardino del nostro vivere quotidiano, ciò che non chiede fatica, quello che già troviamo dentro di noi; non bastano quegli elementi che sembrano naturali solo perché emergono in noi senza essere generati da noi. Siamo chiamati a decidere, a scegliere, a conquistare qualcos’altro che ci viene offerto come risposta alle attese più profonde e più vere del nostro animo, siamo chiamati a fare la fatica e lo sforzo per non deludere noi stessi. C’è una paura da sfatare. Non tutto in noi è visibile, garantito, misurato e pesato, libero da sorprese: anzi, ciò che più attira la nostra curiosità è proprio ciò che sembra più misterioso, ignoto, non assicurato. Siamo fatti per il nuovo, per il grande, per il rischio. Ma c’è sempre la paura di perdere, di non godere abbastanza, non vogliamo aprire la mano per cogliere ciò che ci viene offerto lasciando andare quanto ci sembra di stringere già. La novità suprema, l’Eterno, l’Infinito, ci chiamano e si offrono a noi. Natale è Dio che viene ancora. Siamo invitati ad aprirgli le porte, ad offrirgli ancora una volta almeno una grotta, una stalla di fortuna, un luogo povero e dimesso, un angolo del nostro cuore. Perché il Natale continua ad essere una storia di porte che possono rimanere ostinatamente chiuse: «Non c’era posto per loro nell’albergo» (Lc 2,7). Lo stile del Signore non è di sfondarle, se mai di rispettare le resistenze... Sono porte che si aprono solo dall’interno. Perché l’amore non si impone e non costringe, e accetta anche di essere respinto. L’augurio è che queste porte, che sono poi quelle del nostro cuore, si aprano senza paura, senza ostentazione, nel rispetto della pazienza di Dio, di questo eterno mendicante che bussa soltanto per dare. A Natale un Bambino nasce per noi: accogliamolo come il Salvatore che ci porta il suo amore e la sua pace, mettiamolo al centro delle nostre famiglie come punto di riferimento e di confronto, con amore, con riverenza, con stupore o, almeno, con nostalgia. Non ci tradirà mai, anche se noi lo abbiamo tradito tante volte. Auguro a tutti un Natale con le porte aperte a Colui che è venuto per liberarci, non per un giorno ma per sempre. In memoria del Cardinal Rosalio José Castillo Lara, SDB di Mons. Giorgio Corbellini I l 16 ottobre, dopo circa un mese di ricovero in ospedale per una grave infezione respiratoria, è deceduto a Caracas, all’età di 85 anni, il Card. Rosalio José Castillo Lara, SDB, dal 31 ottobre 1990 al 14 ottobre 1997 Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Nato il 4 settembre 1922 a San Casimiro (Venezuela) in una famiglia molto vicina allo spirito di Don Bosco, compì gli studi nei collegi salesiani di Valencia e di Los Teques. Conseguita brillantemente la maturità, entrò nella Congregazione salesiana, compiendo il noviziato a Bogotà (Colombia) e realizzando la necessaria formazione filosofica e teologica. Ordinato sacerdote dallo zio paterno, Arcivescovo di Caracas, il 4 settembre 1949, fu inviato dai Superiori a studiare Diritto Canonico a Torino (Ateneo Salesiano), dove si laureò summa cum laude nel 1953 con una tesi in diritto penale. Dopo solo un anno dal suo rientro in Venezuela, i Superiori lo richiamarono a Torino, per insegnare diritto penale all’Ateneo Salesiano, attività che svolse fino al 1965. Nominato Superiore dei Salesiani in Venezuela nel gennaio 1966, e poco dopo, Superiore Regionale per l’America Latina, fu eletto nel Capitolo Generale del 1971 come Consigliere per la Pastorale Giovanile. Il 26 marzo 1973 Paolo VI lo nominò Vescovo Coadiutore di Trujillo e fu ordinato il 24 maggio successivo. Meno di due anni dopo (12 febbraio 1975) fu chiamato a Roma come Segretario della Pontificia Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico. Egli, nel nuovo servizio ecclesiale, profuse la sua vasta e profonda competenza giuridica, la sua grande capacità di lavoro, la sua determinazione e la sua saggezza, dando, a fianco del Presidente, Card. Pericle Felici, e con la collaborazione degli Officiali e dei Consultori, una notevole accelerazione ai lavori, al punto che, dopo l’invio ed il riesame dei molteplici schemi parziali, nel 1980 fu possibile redigere uno schema unitario del futuro Codice, e il 25 gennaio 1983 fu finalmente promulgato il vigente Codice di Diritto Canonico, definito dal Papa Giovanni Paolo II, per la sua fedeltà alla dottrina ecclesiologica del Concilio, “ultimo documento conciliare”. A seguito dell’improvvisa scomparsa del Card. Felici a Foggia, al termine di una processione mariana (22 marzo 1982), Mons. Castillo Lara, in qualità di Arcivescovo Pro-Presidente dell’apposita Commissione, dovette seguire la conclusione dei lavori di revisione del Codice. In tale veste egli partecipò al lavoro, condotto di persona dal Santo Padre con un ritretto gruppo di giuristi, sull’ultimo schema del Codice (1982) ed illustrò, insieme al Card. Casaroli, il Codice finalmente promulgato, nel solenne atto di presentazione, presieduto dal Papa, il 3 febbraio 1983. Nominato Pro-Presidente della Commissione interprete del Codice nel gennaio 1984, creato Cardinale nel Concistoro del 25 maggio 1985, diresse con la saggezza di sempre tale Dicastero - divenuto, con la Costituzione Pastor Bonus (28 giugno 1988), alla cui redazione egli collaborò con il consueto suo entusiasmo e con la sua grande saggezza, Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi - fino al dicembre 1990. Fu a lungo anche Presidente della Commissione Disciplinare della Curia Romana e Membro di vari Dicasteri, dal dicembre 1989 all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007 fino al 1996 anche Presidente dell’APSA e, per un certo periodo, Presidente della Commissione Cardinalizia di vigilanza dello IOR. Il 31 ottobre 1990 fu nominato Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, conservando tale incarico fino al 14 ottobre 1997, quando, dopo ripetute richieste, ottenne dal Santo Padre la facoltà di ritornare in Venezuela, nella sua amata Güiripa, andando a vivere nella casa paterna, presso la Chiesa di Maria Ausiliatrice, edificata dal nonno paterno nel 1896, tra la gente semplice di quella località, da cui, egli diceva, aveva ricevuto tante testimonianze di fede e alla quale riteneva di dover esprimere la sua gratitudine con la sua presenza ed il suo ministero sacerdotale. Lì lavorò soprattutto per creare un centro di formazione cristiana per i giovani e di servizio pastorale per tutti i fedeli. Gli ultimi suoi anni non furono facili, per i vari problemi di salute, ma soprattutto per le gravi difficoltà politiche del Venezuela, che egli cercò di affrontare con il suo abituale coraggio e la riconosciuta chiarezza di idee, mosso dal desiderio di assicurare al suo popolo un avvenire di libertà, messa in pericolo dal nuovo regime. Della sua attività al Governatorato - non dimenticando innanzitutto lo stile e lo spirito con cui egli ha lavorato, promovendo al massimo la collaborazione di tutti -, ricordo solo le realizzazioni più importanti, in campo giuridico ed edilizio. Fu lui a sostenere la necessità della revisione della legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, avviando uno studio adeguato, elaborando di persona un iniziale progetto e passando poi l’iniziativa al suo Successore, il Card. Szoka, che vide la promulga- zione della nuova legge fondamentale preparata da una Commissione presieduta dallo stesso Card. Castillo Lara (26 novembre 2000). Lavorò personalmente, dedicandovi molto del suo tempo, alla redazione del nuovo Regolamento Generale per il Personale del Governatorato, promulgato il 3 maggio 1995. Raccogliendo un’idea che già circolava, assunse con coraggio il progetto di realizzare quella che oggi è la “Domus Sanctae Marthae”, così utile per ospitare personale vaticano e Personalità convocate ad incontri ufficiali o in visita alla Sede Apostolica e tanto preziosa per il Conclave. Sotto di lui è stato realizzato anche il parcheggio interrato della Stazione ferroviaria e sono stati approvati ed iniziati gli impegnativi lavori, che hanno portato al nuovo, funzionale ingresso dei Musei Vaticani, completato sotto la presidenza del Card. Szoka. Ci siamo ritrovati insieme nella nostra Chiesa, venerdì 19 ottobre, con la partecipazione di molti dipendenti, per una Celebrazione Eucaristica di suffragio, carica di riconoscenza, presieduta dal Card. Tarcisio Bertone, che ha illustrato con linguaggio affettuoso e familiare la vita e l’opera del Cardinale Castillo Lara. Hanno concelebrato con lui i Cardd. Julián Herranz ed Attilio Nicora, gli Arcivescovi Giovanni Lajolo, Raffaele Farina e Bruno Bertagna, il Vescovo Renato Boccardo, Mons. Giorgio Corbellini, Mons. Piero Pioppo, Mons. Roberto Zagnoli, Don Elio Torrigiani, P. Edward J. Fox, ed altri sacerdoti. Il suo stile di vita e di servizio alla Chiesa, il suo amore alla Vergine Maria, la sua fede sicura e gioiosa, come pure la sua coraggiosa schiettezza nel trattare le persone e le situazioni, restano un grande esempio per tutti noi. NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI Il restauro del Portone di Bronzo di Pier Paolo Cuscianna I l monumentale “ Portone di Bronzo”, recentemente restaurato in tutte le sue componenti lignee e metalliche e riordinato nelle architetture circostanti, è stato inaugurato da S.S. Benedetto XVI, nella tarda mattinata del 12 ottobre scorso. Il restauro del Portone, che costituisce l’ingresso più rappresentativo in Vaticano, è stato curato dalla Direzione dei Servizi Tecnici, richiedendo quasi 20 mesi di lavoro (luglio 2005 - marzo 2007), mentre i restauri delle architetture circostanti e del mosaico di sommità sono stati eseguiti dalla Direzione dei Musei Vaticani, per una durata di altri 6 mesi. Il grande Portone viene da lontano, sia come età, che luogo di provenienza; alcune stampe quattrocentesche lo riportano alla destra della Basilica Costantiniana, mentre quelle seicentesche lo ritraggono in posizione più avanzata rispetto alla nuova facciata del Maderno; infine il Bernini, lo volle nella posizione attuale, come accesso al Braccio di Costantino. Il rivestimento in bronzo non è originario, in quanto inizialmente il Portone era unicamente in legno. con la struttura portante in essenza di pino ed il fronte esterno in noce, legno pregiato che costituiva la facciavista ornamentale. Le lamine in bronzo, dovute a recuperi di epoche pre-rinascimentali, vennero utilizzate successivamente e ne sono testimonianza le insegne di Paolo V. La prevedibile complessità e la durata dei restauri hanno da subito esclusa l’ipotesi di operare in sito, lasciando le ante montate sui cardini, oppure collocandole su piani di lavoro; l’atrio di ingresso al Vaticano verso la Scala Regia sarebbe divenuto, per molti mesi, una impropria falegnameria con annessa officina. Il Portone ha così iniziato un ulteriore viaggio, più lungo dei precedenti, diretto verso un attrezzato e capiente laboratorio, sito in Campagnano, di proprietà della Ditta Picalarga, da quattro generazioni impegnata nei settori più delicati della ebanisteria e del restauro. | all’ombra del cupolone 11 Dicembre 2007 Lo smontaggio e successivo trasporto del Portone sono stati affidati alla Ditta Minguzzi, specializzata in operazioni particolarmente difficili, delicate e che prevedono la movimentazione di grandi manufatti, sia per volume che peso. Per la rimozione delle ante è stato necessario usare contemporaneamente due gru, una interna al Braccio di Costantino e l’altra esterna sul selciato del colonnato, mentre la scalinata di raccordo era stata protetta da un piano inclinato in legno di scorrimento. La gru interna ha sollevato le singole ante, sfilandole dai cardini, per deporle sullo scivolo, mentre la gru esterna le ha prese in consegna, trasferendole su un rimorchio in attesa nella Piazza di S. Pietro. Le quattro ante costituenti il Portone, del peso complessivo di quasi 70 qli, sono state adagiate all’interno del laboratorio di falegnameria. Dopo una accurata ricognizione, si è subito esclusa la asportazione del rivestimento di bronzo dal supporto di legno, per evitare di alterare la pur labile coesione ancora esistente tra i vari componenti. Le superfici in legno sono state gradualmente pulite asportando tutti gli strati di vernice ed impregnante, applicati nei secoli, sino al vergine delle fibre di legno. I successivi interventi hanno comportato la sostituzione di numerosi ed ampi tasselli in legno, soprattutto nelle zone inferiori delle ante, con essenze identiche a quelle originarie. Il riassetto strutturale del portone è stato invece ottenuto con una robusta cerchiatura in acciaio del perimetro delle ante e da barre di collegamento, anch’esse in acciaio, tese tra i telai di bordo. Infine, un invecchiamento dei nuovi inserti ed una mordenzatura di tutta la superficie hanno uniformato l’aspetto del portone, unitamente ad una ceratura protettiva finale, applicata sul posto dopo il montaggio. Completato il restauro sul legno, le 4 ante sono state trasferite in un capannone provvisorio, appositamente realizzato nelle adiacenze, per consentire gli interventi sulla superficie in vista in bronzo. Il restauro della spessa scorza in bronzo e gli interventi meccanici per la movimentazione delle ante sono stati curati dalla Ditta Tavani, supportata dalla competenza del Dott. Nazareno Gabrielli. La metodologia dell’intervento, messa a punto dai tecnici, è stata la seguente: -pulitura generalizzata di tutte le superfici con acqua demineralizzata; -campionatura con tasselli di prova di pulizia; -impacchi con sostanze chimiche per asportare incrostazioni calcaree e depositi vari; -inibizione del processo di corrosione. Il portone è infine ritornato nella sua sede naturale con le stesse modalità e mezzi di sollevamento già utilizzati per lo smontaggio iniziale, operazioni eseguite più rapidamente e con minore difficoltà a motivo della esperienza ormai acquisita e della maggior robustezza delle singole ante restaurate. Gli 80 anni del Card. Sodano di Mons. Giorgio Corbellini I l 21 novembre, memoria liturgica della Presentazione al tempio della B. V. Maria, e nell’imminenza dell’80° genetliaco (23 novembre) dell’Em.mo Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato emerito, Decano del Collegio cardinalizio, da anni Membro della Pontificia Commissione SCV, per iniziativa dell’Ecc.mo Mons. Presidente del Governatorato, ha avuto luogo, alle ore 8,00, nella nostra Chiesa, la Concelebrazione di una Santa Messa, presieduta dal medesimo Porporato, a cui hanno preso parte numerosi dipendenti. Hanno concelebrato gli Ecc.mi Mons. Lajolo e Boccardo, i Rev.di Mons. Di Felice, Zagnoli e Pioppo, e P. Vada. L’Ecc.mo Presidente ha ricordato in apertura di celebrazione il significato dell’incontro eucaristico, come un momento per rendere grazie al Signore per il lungo e prezioso servizio reso dal Card. Sodano alla Chiesa e per esprimere, così, nel Signore, il grazie del Governatorato al Cardinale. Nel corso dell’omelia, il Porporato, rifacendosi alla memoria liturgica, ha sottolineato come il senso cristiano della vita sia un incessante stare alla “presenza” del Signore, nella gioia di sentirsi oggetto del suo amore. Ciascuno è chiamato a svolgere il proprio servizio, dove la Provvidenza di fatto lo pone, come una collaborazione con tutti, e innanzitutto con Chi, come Creatore, ci ha chiamati alla vita, mettendo sempre a frutto con generosità le proprie capacità di bene. Nel tardo pomeriggio, alle ore 18,00, sempre presso la Chiesa del Governatorato, si è tenuto un applaudito concerto d’organo del giovane organista Marco Bidin, che ha eseguito brani di Frescobaldi, De Cabezon, Bach, Brahms, Couperin, Schlick, Reger e Correa de Arauxo. Il piacevole incontro musicale, programmato come omaggio al Card. Sodano, è stato introdotto da un intervento dell’Ecc.mo Mons. Presidente e concluso con un grato pensiero del festeggiato. L’organista ed i brani musicali sono stati presentati dal Dott. Rosario Tronnolone, della Radio Vaticana, che di ciascuna composizione ha illustrato l’autore e il significato, in riferimento al momento storico della loro produzione e all’uso liturgico a cui erano destinati. La Radio Vaticana ha inserito il concerto tra i suoi programmi. Una Signora giapponese - Mayumi Araki, della scuola Ohara ha voluto aggiungere un tocco di finezza, abbellendo l’altare con una “ikebana”, composizione di fiori, con significato augurale, offerta dalle Monache dei Carmeli del Giappone. Il concerto - a cui hanno preso parte alcuni Prelati, Dirigenti del Governatorato, religiose e un numeroso pubblico - è stato onorato dalla presenza dei Sigg. Cardd. Re e Tauran, Membri della Pontificia Commissione SCV, e degli Ecc.mi Monterisi, Marini, Sardi, Semeraro, Farrel e Boccardo. inserto speciale all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007 24 NOVEMBRE 2007: creati da Papa Benedetto XVI 23 nuovi Cardinali Il Concistoro di Saverio Petrillo È l’assemblea dei Cardinali, convocata e presieduta dal Sommo Pontefice. Sebbene se ne possano far risalire le più antiche origini almeno alla prima metà del secolo IX, quale organo di governo in senso stretto, tuttavia, il Concistoro fu istituito nel secolo XI per la trattazione di tutte le questioni relative alla fede e alla disciplina ecclesiastica, al disbrigo dei normali affari di politica estera ed interna, nonchè alla definizione di tutte le cause deferite al giudizio della Sede Apostolica. I Concistori si riunivano di regola nel Palazzo di residenza del Papa e, dopo il 1870, solo in Vaticano; da ricordare alcuni Concistori tenuti fuori Roma, come quelli di Pio VI e Pio VII, convocati rispettivamente a Vienna nel 1782 e a Parigi nel 1804 o quello di Pio IX a Gaeta nel 1849. Il “Concistoro”, sempre presieduto dal Papa personalmente, può essere: ordinario, se ad esso vengono convocati tutti i Cardinali, o almeno quelli che si trovano a Roma (saltem in Urbe versantes), per una consultazione circa i problemi di particolare incidenza nella vita della Chiesa, o per compiere atti di massima solennità; in quest’ultimo caso può essere “pubblico”, con la presenza, oltre che dei Cardinali, di altre persone; straordinario, se all’assemblea vengono convocati tutti i Cardinali quando lo suggeriscano particolari necessità della Chiesa o la trattazione di questioni particolarmente gravi. Il Concistoro straordinario è sempre “segreto”, cioè all’assemblea con il Papa sono presenti solo i Cardinali. Il Concistoro ordinario pubblico a noi più familiare e che più coinvolge il popolo di Dio, una vera festa per la Chiesa, è quello per la creazione di nuovi Cardinali. Ad esso, oltre ai Cardinali, vengono ammessi i prelati, i legati delle società civili ed altri che vi siano invitati (can 353, § 4) e pertanto il II | all’ombra del cupolone 11 Dicembre 2007 Concistoro si celebra nell’Aula Paolo VI o, come avvenuto di recente, nella Basilica o in Piazza S. Pietro, dove intervengono i membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, le delegazioni dei vari paesi e delle diocesi dei neocardinali e numerosi fedeli. In apertura della Cerimonia, nella forma di Celebrazione della Parola, il Santo Padre, dopo il saluto liturgico, legge la formula di creazione e proclama solennemente i nomi dei nuovi Cardinali. Riceve quindi un indirizzo di omaggio da parte del primo dei nuovi Porporati. Dopo l’omelia, tenuta dal Santo Padre, segue la Professione di Fede ed il Giuramento dei nuovi Cardinali. Il momento centrale e più emozionante è quello della imposizione della berretta rossa (accipe biretum rubrum). Il colore rosso vuole ricordare ai Cardinali il loro impegno a testimoniare la fede fino all’effusione del sangue. Il Santo Padre infine assegna ad ogni Cardinale un Titolo o una Diaconia in Roma, costituendoli così preti romani. Nel pomeriggio si svolgono le “visite di calore” (oggi chiamate visite di cortesia) ai nuovi porporati: nel Vaticano è tutto un andirivieni di ecclesiastici e laici che testimoniano ai nuovi Cardinali i loro sentimenti di stima, di affetto e di gioia. Il giorno successivo il Santo Padre celebra la Santa Messa con i nuovi Cardinali e consegna loro l’anello, “segno di dignità, di sollecitudine pastorale e di più salda comunione con la Sede di Pietro”. all’ombra del cupolone | III 11 Dicembre 2007 La Diaconia del Cardinale Giovanni Lajolo di Claudio Ceresa A l momento della nomina dei nuovi Cardinali, il Papa assegna a ciascuno di essi una Chiesa, situata nella diocesi di Roma. Ai porporati che sono vescovi, o vescovi emeriti, di diocesi residenziali viene generalmente conferito un titolo presbiterale; agli altri, una Diaconia. E, in effetti, i Cardinali traggono origine dagli antichi presbiteri e diaconi dell’urbe, oltre che dai Vescovi delle diocesi suburbicarie; queste ultime, con quella di Roma che le presiede e le guida, formano la provincia ecclesiastica romana. Al Cardinale Giovanni Lajolo è stata assegnata la Diaconia di Santa Maria Liberatrice, rimasta vacante dal febbraio 2007 per la morte del Cardinale spagnolo Antonio Maria Javierre Ortas. Tale Chiesa, anche se non ha la rilevanza storico-artistica di altri luoghi sacri di Roma, riveste grande interesse per la sua importanza e per il profondo radicamento nel tessuto urbano. Nella facciata, sono riprodotti antichi dipinti, ed è importante ricordare che l’attuale Diaconia si ricollega ad una Chiesa esistente, fin dal medioevo, nella zona del Foro romano, intitolata anch’essa a Santa Maria Liberatrice. Più precisamente, con l’antica denominazione del tempio situato nel foro, si chiedeva alla Madonna, in lingua latina, la nostra liberazione dalle pene eterne; da qui l’appellativo di “Maria Liberatrice”. E’ bene ricordare che quel sito del Foro Romano era chiamato “inferno”, in quanto, secondo una leggenda, era infestato da un drago, che venne ucciso, o reso innocuo, dal Papa San Silvestro. Agli inizi del ‘900, in relazione agli scavi in corso di effettuazione per riportare in luce le antichità, la Chiesa ubicata nel foro venne demolita; in essa si trovava una Madonna con il Bambino in braccio, che era particolarmente venerata dai romani. Venne deciso di trasferire l’immagine cara ai Romani nel nuovo tempio che era in costruzione nel quartiere “Testaccio” e di dedicarlo a “S. Maria Liberatrice”. Le riproduzioni che, come si è accennato, si vedono sulla facciata dell’attuale Chiesa, hanno riferimento ad importantissime pitture medioevali, esistenti in Santa Maria Antiqua, i cui resti erano stati ritrovati nel Foro sotto la Chiesa demolita. Il nome esatto della Diaconia, come riportato nell’Annuario Pontificio, è “Santa Maria Liberatrice al Monte Testaccio”, e sembra interessante soffermarsi brevemente sull’ultima parte di tale denominazione. La parola latina “testa” può essere tradotta con l’italiano “vaso”, od “anfora”; in tal senso, il quartiere prende il nome dalla collina artificiale che si era formata per l’accumulo dei frammenti dei recipienti di terracotta che, nell’antichità, abbondavano nella zona. IV | all’ombra del cupolone Non va dimenticato che, nelle vicinanze, esisteva il porto fluviale di Ripa Grande; pertanto, erano numerosi i depositi e i magazzini, e la presenza dei contenitori di derrate era eccezionalmente elevata. Nel medioevo, e nei secoli successivi, il Testaccio fu soprattutto luogo di svolgimento di giochi popolari, e meta di gite; in ragione di tali feste e scampagnate, nella località, che era denominata “prati del popolo romano”, sorsero numerose osterie. Alcuni tratti di terreno furono coltivati a vigne e ad orti, ma ancora nella prima metà dell’800 si era lontani dall’attuale configurazione. Nel novembre 1871, fu approvato uno schema di piano regolatore che prevedeva il sorgere, al Testaccio, di un quartiere industriale, artigianale ed operaio; i lavori iniziarono nel 1883, e nel rione, o nelle vicinanze, vennero edificate anche importanti attrezzature necessarie alla vita della città, quali il mattatoio, i mercati generali e la centrale del gas. In un tessuto urbano di così grande importanza si imponeva la presenza di una Chiesa, con le opere parrocchiali, tanto più che, nel rione, la pratica ed il rispetto della religione si rivelavano piuttosto scarsi; i sacerdoti, anzi, correvano il rischio di esservi presi a sassate. Una prima parrocchia, dedicata alla Madonna Madre della Divina Provvidenza, fu istituita nel 1889, in una casa di 11 Dicembre 2007 suore in Via Galvani. Il Papa Leone XIII, però, capì che si trattava di una soluzione provvisoria, ed offrì una notevole somma per l’acquisto di un terreno, sul quale costruire la nuova e definitiva Chiesa. L’impresa fu iniziata dai benedettini, ma presto abbandonata; nei primi anni del ‘900, il nuovo Papa Pio X si rivolse ai salesiani, i quali, in persona del Beato Michele Rua, primo successore di Don Bosco, accettarono l’incarico. La nuova Chiesa fu aperta al culto il 29 novembre 1908; tra circa un anno, pertanto, essa compirà il primo centenario, e, nella prossima quaresima, è prevista la visita del Santo Padre. Il sacro luogo, opera dell’architetto Mario Ceradini, contiene la ricordata venerata immagine mariana, collocata nell’ambito di un ciborio, nella zona dell’altare maggiore. Colpisce il carattere di imponenza dell’interno del tempio, che sottolinea la destinazione per un importante quartiere romano; sul fondo, è raffigurato Gesù sulla croce e, sotto di Lui, compare una grande immagine di Maria. In altari laterali, sono ricordati San Giovanni Bosco ed altri Santi della sua Congregazione; del resto, la parrocchia, subito dopo l’apertura, ha visto l’impegno di uno dei più grandi sacerdoti Salesiani, il Venerabile Don Luigi Olivares, che fu poi vescovo di Nepi e Sutri. 11 Dicembre 2007 all’ombra del cupolone | Curriculum Vitae di S. Em.za il Card. Giovanni Lajolo Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato - Nato a Novara (Piemonte - Italia), il 3 gennaio 1935. - Ordinato sacerdote il 29 aprile 1960, nel Santuario mariano di Re; incardinato nella diocesi di Novara. - Licenziato in Filosofia (1955) e Teologia (1959), presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma). - Laureato in Diritto Canonico (1965), presso l’Università di Monaco (Germania). - Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede (1970), ha prestato servizio nella Nunziatura Apostolica di Bonn (Repubblica Federale di Germania, 1970-1974), nella Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato (19741988), facendo parte anche della Commissione vaticana per la revisione del Concordato con l’Italia (1979-1985). - Docente della Pontificia Accademia Ecclesiastica (19851989). - Nominato Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e promosso Arcivescovo titolare di Cesariana, il 3 ottobre 1988. - Consacrato Vescovo da S.S. Giovanni Paolo II, il 6 gennaio 1989, nella Pontificia Basilica di San Pietro in Vaticano. - Nominato Nunzio Apostolico in Germania, il 7 dicembre 1995. Ha presentato le Lettere Credenziali al Presidente della Repubblica Federale di Germania, il 12 febbraio 1996. - Nominato Segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, il 7 ottobre 2003. - Nominato Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato, il 15 settemþre 2006. - Elevato alla dignità Cardinalizia nel Concistoro pubblico del 24 novembre 2007 da Papa Benedetto XVI. - Lingue conosciute: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo. VI | all’ombra del cupolone 11 Dicembre 2007 I giorni del Concistoro di Mons. Giorgio Corbellini C ome Egli stesso aveva annunciato al termine dell’Udienza generale del 17 ottobre, il Santo Padre, nella mattinata del 24 novembre, ha tenuto nella Basilica Vaticana un Concistoro Ordinario Pubblico, per la creazione, nel contesto di una Celebrazione della Parola, di 23 Cardinali (Arcivescovi, Vescovi ed ecclesiastici di tutto il mondo). Il Santo Padre ha imposto a ciascuno la berretta cardinalizia, assegnando ad essi un Titolo presbiterale o una Diaconia. Tra di loro era l’Ecc.mo Mons. Giovanni Lajolo, dal 15 settembre del 2006 Presidente della Pontificia Commissione SCV e Presidente del Governatorato, al quale il Santo Padre ha assegnato la Diaconia di S. Maria Liberatrice al Monte Testaccio. Un numero molto elevato di Cardinali, di Arcivescovi e Vescovi, di Prelati, di sacerdoti, di religiosi e religiose, di seminaristi e di laici, provenienti da tutto il mondo, come pure numerose delegazioni ufficiali dai Paesi di provenienza dei nuovi Porporati, ha riempito la Basilica e vasti settori della Piazza di San Pietro, in un clima di grande partecipazione emotiva e di festa. Analogo clima di partecipazione e di festa si è verificato domenica mattina, solennità di Cristo Re dell’Universo, quando il Santo Padre, nel corso di una solenne Concelebrazione Eucaristica con i nuovi Cardinali, ha loro consegnato l’anello cardinalizio. Lunedì mattina, il Santo Pa- dre ha dato Udienza ai nuovi Cardinali, ai loro famigliari e accompagnatori, nell’Aula Paolo VI, ricreando un clima di festosa partecipazione, al quale si sono molto volentieri uniti anche i Dirigenti e alcuni dipendenti del Governatorato. Nel pomeriggio di sabato, in vari ambienti del Palazzo Apostolico e della Città del Vaticano, i nuovi Cardinali sono stati salutati da migliaia di persone, in occasione delle visite di cortesia, anticamente indicate come “visite di calore”.Il 11 Dicembre 2007 all’ombra del cupolone | VII QUOD BENEDICTUS XVI PONT. MAX. QUANTI LAVORANO SAPIENS MERITORUM AESTIMATOR PRESSO IL GOVERNATORATO DD. IOANNEM LAJOLO SOTTO LA SUA PRESIDENZA ARCHIEPISCOPUM TIT. CESARIENSEM SI CONGRATULANO CON ANIMO GRATO E RIVERENTE INTER S.R.E. PATRES CARDINALES DEL RECENTE INSERIMENTO TRA I PADRI CARDINALI NUPER COOPTAVIT DA PARTE DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI OMNES QUOTQUOT EO PRAESIDE SAPIENTE STIMATORE DEI MERITI APUD PRAEFECTURAM CIVITATIS VATICANAE DI MONSIGNOR GIOVANNI LAJOLO EX OFFICIO DANT OPERAM ARCIVESCOVO TIT. DI CESARIANA LAETABUNDO REVERENTIQUE ANIMO GRATULANTUR CON L’ASSICURAZIONE DELLA PREGHIERA SIMUL ADHIBITIS DEO PRECIBUS AFFINCHÉ EGLI UT QUI DOCTRINA ACTUOSAQUE SOLLERTIA SUA CHE GIÀ TANTO HA CONTRIBUITO AD BONUM APOSTOLICAE SEDIS CON LA SUA DOTTRINA E IL SUO FATTIVO SERVIZIO IAM TANTOPERE CONTULIT AL BENE DELLA SEDE APOSTOLICA IDEM NUNC ROMANAE PURPURAE ACCRESCIUTO ORA DELLA DIGNITÀ DIGNITATE AUCTUS DELLA PORPORA ROMANA OPE MARIAE MATRIS FAMILIAS CON L’AIUTO DI MARIA MADRE DELLA FAMIGLIA DIU ECCLESIAE FRUCTUS AFFERRE PERGAT CONTINUI A PORTARE ALLA CHIESA UBERRIMOS LAETISSIMOS FRUTTI FECONDI E LIETI nostro Presidente, nel primo pomeriggio, ha ricevuto per oltre due ore e mezzo, la visita e le congratulazioni di molte Personalità e di numerosissime persone nell’atrio del Governatorato e, nel tardo pomeriggio, è stato salutato da una “folla” di invitati nel corso di un ricevimento organizzato al Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, allietato dall’esecuzione di vari brani musicali. Martedì pomeriggio, alle ore 17,00, ci siamo stretti attorno a lui nella Cappella del Governatorato, per esprimergli, in un clima di famiglia, la nostra vicinanza affettuosa, sostenuta dalla preghiera e dalla volontà di collaborare quotidianamente con lui. Introdotta da un saluto, a nome di tutti, da S.Ecc. za Mons. Boccardo, la Concelebrazione ha visto la partecipazione di molti dipendenti, che hanno assiepato la nostra Chiesa, ed è stata accompagnata dall’organo e arricchita da appropriati canti liturgici. L’Em.mo Cardinale Presidente, che aveva desiderato questo momento di comunione con tutti noi attorno all’altare, celebrando la Messa in onore della B. Ver- gine Maria, ha commentato il Vangelo delle Nozze di Cana, sottolineando il significato dell’intervento di Maria presso il Figlio e delle sue parole, indirizzate a Gesù e ai servi, come anche delle parole di Gesù ai servi, e traendone serene riflessioni per la nostra vita di rapporto con il Signore e di cooperazione tra noi, sempre memori che il Signore, come aveva fatto con il popolo dell’Antica Alleanza, ci accompagna e ci porta “su ali di aquila”. Hanno concelebrato l’Arcivescovo Rizzato, il Vescovo Boccardo, Mons. Corbellini, Mons. Zagnoli, Mons. Amato, Don Murtas, e Mons. Braida con altri assistenti spirituali dei vari reparti di lavoro. Verso le ore 18,30, presso la mensa di servizio ha avuto luogo un ricevimento “rinforzato”, al quale, come alla S. Messa, era invitato tutto il personale, e che ha visto una partecipazione numerosa, in un clima di grande familiarità. VIII | all’ombra del cupolone 11 Dicembre 2007 Lo Stemma del Cardinale Giovanni Lajolo L o stemma è diviso verticalmente in campi d’argento (o bianco) e rosso. Ai due colori si attribuisce in araldica un proprio significato: argento - colore del metallo argento, dell’acqua viva, della luce - significa purezza, rettitudine, valore, preziosità, fecondità, nobiltà di spirito, vita; rosso - colore del fuoco e del sangue - significa sacrificio, amore, luce, ardore nell’impegno, forza, gioia di vita, noncuranza di ciò che passa. Lo stemma porta la figura di tre rose, disposte in forma di triangolo: rossa in campo d’argento, bianca in campo rosso e bicolore al vertice, rossa in campo d’argento e bianca in campo rosso. La rosa in araldica significa bellezza, virtù (cf. 2 Cor 2, 15), nobiltà. La disposizione del triangolo equilatero è stata scelta principalmente come simbolo della Santissima Trinità. Alle tre rose si possono attribuire diversi significati: - La rosa al vertice, che ha due colori: il Padre, dal quale procedono il Figlio e lo Spirito Santo. La rosa bianca: il Figlio, che, facendosi uomo, entrando nell’umanità (campo rosso), ha conservato la purezza della divinità. La rosa rossa: lo Spirito Santo, inviato come fuoco, che è centro di vita (simboleggiata dal color argento). - La rosa al vertice, bicolore: Cristo vero Dio e vero Uomo, attribuendosi ai due colori i simboli delle due nature, divina (argento) ed umana (rosso). La rosa rossa: la Vergine Maria, a cui, come regina, compete il manto purpureo, madre di grazia e circondata di purezza (campo argento), rosa mistica. La rosa bianca: la Chiesa, che porta la stola candida, lavata nel sangue dell’Agnello (campo rosso) (cf. Ap 7, 14). - Le tre rose ricordano le tre rose della Madonna di Re, Mater Sapientiae, che nella vita del Cardinale ha un posto particolare: Re fu la prima condotta medica del padre (193031), ed il santuario il luogo della sua ordinazione sacerdotale (29 aprile 1960). Le tre rose che la Vergine tiene in mano vengono tradizionalmente interpretate come le tre virtù teologali: fede, speranza, carità. Nello stemma, la rosa rossa può simboleggiare la fede; la rosa bianca la speranza; e la rosa al vertice, bicolore, la carità, che comprende le altre due virtù ed è ad esse superiore, perché non passa (cf. 1 Cor 13, 13). La scelta delle rose intende anche essere un omaggio alla Mamma Teresa, che le coltivava con predilezione: fiore gentile, profumato, che accetta e nasconde il dolore (le spine) e si corona nella bellezza dell’amore gratuito (la corolla aperta). Il motto - “Deus Dominus et illuxit nobis” - è tratto dal salmo 117 della Volgata. Si traduce: “Dio è il Signore e rifulse a noi”. Esprime la verità fondamentale della rivelazione dell’Antico e del Nuovo Testamento: la signoria di Dio, il suo rivelarsi, che illumina la vita dell’uomo. Questa verità è accettata da tutti coloro che credono in Dio. Nella sua pienezza è una verità cristologica: “Dio che disse: rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2 Cor 4, 6). Così le prime parole si possono anche tradurre: “il Signore (Gesù) è Dio”. Esse ben si adattano anche ai Magi, i quali videro rifulgere la luce del Cristo nell’Epifania, festa in cui il Cardinale ricevette l’ordinazione episcopale, il 6 gennaio 1989. L’applicazione cristologica è connaturale al salmo 117, che è un salmo messianico. L’ornamento è costituito dal cappello cardinalizio, con cordoni e quindici nappe per lato, di colore rosso, ad indicare lo stato ed il grado ecclesiastico, e dalla Croce arcivescovile, di color oro, ad indicare che, come Vescovo, annuncia “Cristo, e Cristo crocifisso” (1 Cor 1, 23). La Croce ha forma di spada per indicare “la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (Ef 6, 17). Come successore degli Apostoli, ogni Vescovo deve proclamare la Parola di Dio, al cui centro sta Cristo crocifisso, “potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor 1, 24). all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007 NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI I Musei Vaticani alla Fiera del Libro di Francoforte di Francesco Riccardi D al 10 al 14 Ottobre si è svolta a Francoforte la 59ma Fiera Internazionale del Libro, alla quale hanno partecipato più di 7000 espositori provenienti da tutto il mondo disposti su 13 livelli di saloni per un totale di 172.000 metri quadri di spazio espositivo. L’Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni ha partecipato, per il terzo anno consecutivo, condividendo lo stand con la Libreria Editrice Vaticana, la Biblioteca Apostolica Vaticana, l’Urbaniana University Press e la Unitelm sotto l’insegna “Vatican City State”. Le Edizioni Musei Vaticani hanno presentato, in anteprima, il Catalogo della Pinacoteca Vaticana, prima pubblicazione completa delle opere pittoriche della collezione dei Musei Vaticani, insieme alle sei pubblicazioni più importanti, recentemente aggiornate nei contenuti e nella veste grafica, che compongono due nuove collane editoriali: “i Rossi”, i tre volumi istituzionali, Città del Vaticano, Musei Vaticani e la monografia Michelangelo e Raffaello, e “i Blu”, le tre guide divulgative Cappella Sistina, Uno Sguardo sul Vaticano e Un Giro nei Giardini Vaticani. Molto apprezzato Corpo dei Vigili del Fuoco di Antonio Perfetti Festa dei Patroni San Leone IV Papa e Santa Barbara Giovedi 6 dicembre u.s. si è svolta la Festa del Corpo dei Vigili del Fuoco in onore dei Patroni San Leone IV Papa e Santa Barbara. I festeggiamenti sono iniziati alle ore 11,00, con la Santa Messa celebrata nella Cappella di San Pellegrino da Sua Em.za Rev.ma il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente del Governatorato. Successivamente nel cortile interno della caserma del Corpo della Gendarmeria, dopo gli onori alla bandiera dello Stato da parte di una formazione del Corpo dei Vigili del Fuoco ed una del Corpo della Gendarmeria e con la partecipazione della Banda Musicale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco della Repubblica Italiana, il Dott. Domenico Giani, Direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile, ha indirizzato un discorso ai presenti relazionando sui servizi svolti dai Vigili nel corso dell’anno. Di seguito ha preso la parola il Card. Lajolo per ringraziare, anch’egli, i Vigili per l’opera svolta, procedendo poi alla consegna delle onorificenze ai pensionati dei Vigili del Fuoco Giovagnoli, Suprano e Pelos. Quindi, nelle sale interne della caserma, si è svolto un incontro conviviale. Erano inoltre presenti alla cerimonia: Sua Ecc.za Mons. Renato Boccardo, Segretario del Governatorato, Mons. Giorgio Corbellini, Vice Segretario del Governatorato, alcuni Direttori del Governato- dal pubblico dei visitatori è stato il recente volume Museum of the Papal Carriages in the Vatican, realizzato grazie ad un finanziamento dei Patrons of the Arts e dedicato all’omonimo Museo delle Carrozze. Ma...non solo libri! L’Ufficio Vendita ha, inoltre, allestito un corner espositivo, con i più rappresentativi prodotti di merchandising museale, realizzati in esclusiva per le EMV e ispirati alle opere d’arte del patrimonio museale. A fine Fiera il corner è stato “preso d’assalto” dai visitatori che hanno acquistato l’intera collezione di prodotti. rato ed i Vigili pensionati, l’Ing. Giorgio Mazzini, Capo del Corpo Nazionale dei VV.F., l’Ing. Luigi Abate, Direttore Regionale dei VV.F., l’Ing. Guido Parisi, Comandante Provinciale dei VV.F., il Dr. Domenico Riccio, Direttore Generale per la Formazione dei VV.F., il Cav. Gino Gronchi, Presidente Nazionale dei VV.F. Volontari ed altri illustri ospiti. Nomine Il 3 novembre il Santo Padre ha nominato Vice Direttori della Direzione dei Servizi Generali il Dott. Giovanni Amici, al momento Capo Contabile della Direzione della Ragioneria di Stato, e l’Ing. Paolo Sagretti, Floriere (Direzione dei Servizi Generali). Il 1° dicembre il Cardinale Presidente ha nominato Capo Ufficio dell’Ufficio dei Sistemi Informativi l’Ing. Marco Lucani, al momento Funzionario di Ia del medesimo Ufficio. Il 4 dicembre il Santo Padre ha nominato Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e Ispettore della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra il Dott. Francesco Buranelli, al momento Direttore della Direzione dei Musei. Nella medesima data il Santo Padre ha nominato Direttore della Direzione dei Musei il Prof. Antonio Paolucci. | all’ombra del cupolone 11 Dicembre 2007 Un momento di festa in onore del Card. Szoka di Mons. Giorgio Corbellini L ’Em.mo Card. Presidente ha voluto programmare un momento di festa in onore del Card. Edmund C. Szoka, dal 15 settembre 2006 Presidente emerito della Pontificia Commissione e del Governatorato SCV, che, il 14 settembre u.s., ha compiuto 80 anni. Ci siamo stretti attorno al nostro ex Presidente, oggi 11 dicembre, alle ore 8,00, durante una Concelebrazione Eucaristica, da lui presieduta, nella Chiesa del Governatorato. Alla celebrazione, introdotta da un affettuoso e grato saluto del Card. Presidente, erano presenti numerosi dipendenti. Hanno concelebrato il Card. Presidente, S. Ecc.za Mons. Boccardo, Mons. Corbellini e Mons. Zagnoli. All’omelia, il Celebrante ha commentato la parabola della pecorella smarrita, fornendo attente riflessioni sulle caratteristiche dell’amore di Dio verso di noi, sempre bisognosi di essere da Lui recuperati e perdonati. Nel pomeriggio, alle ore 18,00 ha avuto luogo un concerto del Coro della Cappella Sistina, diretto dal M° Mons. Giuseppe Liberto. Il concerto, introdotto da un saluto del Cardinale Presidente, che ha rievocato la lunga storia della Cappella Sistina e il suo grande prestigio nel passato e nel presente, è consistito nell’esecuzione di vari brani di musica gregoriana e polifonica di P.L. Da Palestrina, T.L. Da Victoria, T.L. Da Viadana, L. Perosi, D. Bartolucci e G. Liberto. All’organo il M° Gianluca Libertucci, che ha pure eseguito alcuni brani per organo del M° Liberto. I brani sono stati presentati dal Dott. Marco Lauciani, Amministratore della Cappella. Al concerto, seguito con viva partecipazione da tutti, erano presenti, oltre all’Em.mo nostro Presidente, il Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato emerito e Decano del Collegio Cardinalizio, S. Ecc.za Mons. Boccardo, la Sig.ra Hanna Suchocka, Ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede, numeroso pubblico, Dirigenti e dipendenti del Governatorato. Alla fine, il Card. Szoka ha ringraziato il Cardinale Presidente per questo gesto di affetto verso di lui, il M° Liberto, i componenti della Cappella, in modo particolare i “pueri cantores”, il M° Organista e tutti i presenti per essersi voluti unire a questo momento di festa familiare. A tutti ha rivolto un affettuoso Augurio di Buon Natale. IL CUORE CHE PENSA Il “gran libro” Il mio gran libro, da cui qui innanzi dovrò attingere con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta sapienza, è il Crocifisso. Mi debbo fare un abito di giudicare dei fatti e di tutta la scienza umana alla stregua dei principi di questo gran libro. E’ troppo facile lasciarmi ingannare dalle facili apparenze e dimenticarmi della vera fonte della verità. Guardando al Crocifisso sentirò sciogliermi tutte le difficoltà, le questioni moderne, teoriche e pratiche, nel campo degli studi. “Solutio omnium difficultatum Christus” ... (Cristo è la soluzione di tutte le difficoltà) … Scuola Francese. Giuseppe di Arimatea raccoglie il Sangue del Cristo Crocifisso (vellum). Biblioteca Nazionale di Parigi. Il Crocifisso mi deve essere sempre argomento di grande conforto e sollievo nelle mie miserie. Gesù estende le sue braccia sulla croce per abbracciare i peccatori. Quando avrò commesso qualche mancanza o mi sentirò turbato, mi immaginerò di prostrarmi ai piedi della croce, come la Maddalena, e di ricevere sul mio capo quella pioggia di sangue e di acqua che uscì dal cuore ferito del Salvatore. Giovanni XXIII (Il Giornale dell’anima) all’ombra del cupolone | 11 Dicembre 2007 LA PAROLA DEL PAPA Ciò che conta è porre al centro della pro- pria vita Gesù Cristo, sicchè la nostra identità sia contrassegnata essenzialmente dall’incontro, dalla comunione con Cristo e con la sua Parola. Alla sua luce ogni altro valore viene recuperato e insieme purificato da eventuali scorie. (Udienza generale del 25 ottobre 2006) Questo vale per tutti - senza eccezione. La Messa domenicale è un momento inderogabile di verifica e di “riappropriazione” di ciò che conta. Ma la Messa quotidiana ci invita a tenerci sempre “al passo” e rinnova quotidianamente l’esperienza impareggiabile dell’incontro con Cristo. Dà luce e forza per la giornata. Da noi puoi avere la Messa quotidiana nella nostra Chiesa della Madre della Famiglia, tutti i giorni, alle 7,30. Se ci sei anche tu, ne abbiamo tutti piacere. Raffaello. La Disputa del SS. Sacramento (particolare). Stanza della Segnatura. Stanze di Raffaello. Musei Vaticani. L’ANGOLO DI CULTURA C’è speranza e …Speranza Con la sua seconda enciclica “In spe salvi” il Papa ci ha parlato della speranza. Ecco un piccolo florilegio sulla speranza, con interessanti punti di vista: Eraclito: “Chi non spera l’impossibile, non lo troverà”. Orazio: “L’anno e l’ora che rapisce il giorno ti ammonisce: non sperare nulla d’immortale”. Seneca: “Ecatone dice: cesserai di temere se cesserai di sperare. Come un’unica catena tiene legati il prigioniero ed il suo guardiano, così queste cose, che sono tanto dissimili, procedono insieme: il timore tien dietro alla speranza (…), la memoria ci riporta il tormento del timore, la “previdenza” (cioè, l’immaginazione del futuro, n.d.r.) lo anticipa. Nessuno è infelice solo per i mali presenti”. Tommaso d’Aquino: “La speranza è per qualcosa di difficile. Gli ubriachi ed i giovani hanno la speranza facile.” Ugo Foscolo: “Anche la speme, ultima dea, fugge i sepolcri”. Block: “Quel che importa è imparare a sperare. La speranza amplia l’orizzonte dell’uomo”. Nella nostra bella Chiesa della Madre della Famiglia noi cantiamo sovente: “Salve, Madre della Misericordia, Madre della Speranza e Madre della Grazia!” S. Paolo: “Il Dio di ogni speranza vi riempia di ogni gioia” (Rom. 15, 13) E questo è l’augurio natalizio del “Cupolone” ai suoi lettori! Andrea Pisano. La Speranza. Porta Sud, Battistero di San Giovanni. Firenze. | all’ombra del cupolone 11 Dicembre 2007 La Luce PER FARE BUON SANGUE La luce guardò in basso e vide le tenebre: “Là voglio andare”, disse la luce. La Pace guardò in basso e vide la guerra: “Là voglio andare”, disse la pace. L’amore guardò in basso e vide l’odio: “Là voglio andare”, disse l’amore. Così apparve la luce e inondò la terra; così apparve la pace e offrì riposo; così apparve l’amore e portò la vita. “E il Verbo si fece carne e dimorò in mezzo a noi”. Due mamme: “Mio figlio, pensi, ha un anno, cammina, parla, balla già lo shake … Una cosa meravigliosa, di una intelligenza! …” “Pensi al mio! Ha un mese e mezzo e già sa tutto sulla politica!” “Come sarebbe a dire? Ma se ancora non parla!” “Sì, ma piange sempre!” Giuseppe Pellegrino Gino Bramieri Al Distretto Militare. Un vecchietto si presenta: “Vorrei essere arruolato come volontario”. “Quanti anni avete?” “ 72 “. “Beh, come soldato siete troppo anziano”. “Va beh! Arruolatemi come generale”: “Oh, lo sai che un mio prozio ha avuto il coraggio di entrare in una gabbia occupata da cinque ferocissimi leoni?” “Chissà che festose accoglienze gli avranno riservato quando è uscito!” “E chi ha detto che è uscito?” NOTIZIE LIETE E ...TRISTI Matrimoni Alcuni nostri colleghi hanno formato una nuova famiglia: - Daniele Chiappara e Arianna Cortellessa (13/10); - Alessandro Fadda e Valentina Amici (17/11). “Ci sono anch’io!” Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono state allietate in questo periodo dalla nascita di figli: - Emanuele (15/10), di Flora Feliciani; - Sofia (17/10), di Catherine Razzetti; - Giada (26/10), di Andrea Lisi; - Eleonora (27/10), di Emiliano Arciero; - Gabriele (13/11), di Alessandro Portolano; - Anita (16/11), di Riccardo Saveri; - Leonardo (30/11), di Stefano Veneziani; - Camilla (06/12), di Vincenzo Soldano. Nella luce della Gerusalemme celeste Alcuni nostri colleghi hanno avuto recentemente lutti in famiglia. Ricordiamo nella preghiera: - Massimo (13/10), fratello di Mauro Grilli; - Luciano (19/10), padre di Sandro Minotti; - Michelina Angelucci (25/10), madre di Fernando Dante; - Giovanni (04/11), padre di Orietta Robino; - Carlo (20/11), padre di Roberto Belloni; - Gianfranco (20/11), padre di Stefano Gorga; - Rosa Milite (21/11), madre di Angelo Ampolo; - Alfio (22/11), padre di Emilio Caredda; - Vincenza Di Tommaso (04/12), madre di Roberto Mignucci; - Fiorinda Silvestrone (08/12), madre di Francesco Rossi; - Carlo (09/12), padre di Ermanno Panella. notizie di varia vaticanità ANNO 1 | N. 5 REDAZIONE presso Mons. Vice Segretario Generale IMPAGINAZIONE Alessandra Murri (Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni) STAMPA Tipografia Vaticana