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alla Rovinata

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alla Rovinata
LECCOCRONACHE
REDAZIONE CRONACA
redlecco@la provincia.it
Tel 0341.357411 Fax 0341.368547
11
Ernesto Galigani [email protected], Edoardo Ceriani [email protected], Marco Corti [email protected], Gianluca Morassi [email protected], Roberto Crippa [email protected],
Maura Galli [email protected], Eugenio Gizzi [email protected], Nicola Panzeri [email protected], Paolo Giarrizzo [email protected], Lorenza Pagano [email protected]
[ AL SANTUARIO DELLA MADONNA DI GERMANEDO ]
Notte brava e vandalismi alla Rovinata
Muri imbrattati con scritte blasfeme. Acceso un falò, rifiuti ovunque. Domani messa di riparazione
Una messa di riparazione sarà celebrata domani sera nel Santuario della Madonna della Rovinata. Di riparazione per le scritte blasfeme e oltraggiose trovate nei giorni scorsi sulle pareti esterne del Santuario che sorge sopra il vecchio nucleo di Germanedo.
I fedeli di Germanedo hanno saputo la
notizia ieri pomeriggio, nel corso della messa vespertina del sabato. La risentiranno oggi, nel corso delle messe
domenicali.
L’episodio risale alla notte tra martedì
e mercoledì. Nel tardo pomeriggio di
martedì, infatti, i volontari degli "Amici della Rovinata", che quotidianamente salgono al santuario effettuando tutti gli interventi necessari quali, ad
esempio, la manutenzione della mulattiera, la pulizia del bosco circostan-
te, il presidio delle cappelle della Via
Crucis che accompagna la salita, sono scesi a Germanedo e tutto era in ordine. Mercoledì mattina, alle prime luci dell’alba, l’allarme è stato lanciato
da una persona salita in preghiera al
Santuario. Alcuni dei volontari sono
subito accorsi, assieme al parroco di
Germanedo, si sono trovati di fronte ad
uno spettacolo sconcertante: i muri
esterni imbrattati con scritte offensive e blasfeme contro la Chiesa e in particolare la Madonna, altre scritte inneggianti a personaggi del fascismo, il tutto completato dalle vistose e vergognose tracce dell’assolvimento dei propri
bisogni corporali.
Contando sommariamente i quali, racconta uno dei volontari, si
può ipotiz-
[precedenti ]
I «satanisti»
e l’oltraggio
di Versasio
Sono molti, purtroppo, i precedenti di vandalismi ai danni dei luoghi di culto. Scritte oscene, bestemmie,
sfregi... il campionario della maleducazione è davvero stato mostrato in tutto il suo squallore. Ma l’episodio più
grave, che ancora oggi si ricorda in
città, risale alla notte del 7 aprile del
1999: un allucinante raid sacrilego
messo a segno da una banda di giovanastri, poi assicurati alla giustizia.
Il luogo di culto preso di mira - la chiesetta della Beata Assunta a Versasio, ai
piedi del Resegone - era stato violato,
devastato e dato alle fiamme. Era accaduto prima dell’albae a lanciare l’allarme attorno alle 3.30 era stato un anziano abitante del luogo. Purtoppo era
già troppo tardi. La chiesa - ristrutturata nel 1997 ed esistente già all’inizio
del XVI secolo - era gonfia di fiamme.
C’erano volute due ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco per salvare le
strutture portanti e il tetto della chiesa. All’interno era stata trovata solo devastazione. Sulla parete interna accanto all’ingresso erano state tracciate tre
date più che significative: 6/2/’99,
6/3/’99, 6/4/’99. Erano le notti dei primi affronti compiuti nel cuore di Acquate e a Belledo, date legate a doppio
filo con l’ultimo raid sacrilego.
Una volta forzati gli ingressi, gli incursori si erano dati da fare per ammucchiare davanti all’altare le panche e diversi altri preziosi arredi della chiesetta. Realizzate le scritte e messa a soqquadro la piccola sacrestia, erano state appiccate le fiamme. La statua della Madonna - strappata dal suo piedistallo - era stata gettata sul rogo ma è
rimasta danneggiata solo in parte, anche se in maniera grave. Insomma, uno
sfregio incredibile. Dopo la messa di
riparazione - ed in parallelo con le indagini che portano all’identificazione di una banda di vandali nascosti
dietro improvvisati emblemi di satanismo - erano partiti i lavori di ristrutturazione, inaugurati dopo neppure
due anni dall’allora cardinale Carlo
Maria Martini.
zare che i responsabili siano tra i sei e
gli otto. Accanto alla chiesetta i resti di
una abbondante libagione. Hanno acceso il fuoco, hanno cucinato salsicce
(inequivocabili i resti), hanno mangiato patatine ma soprattutto hanno bevuto in abbondanza, a giudicare dalla
quantità di bottiglie di vino e di birra
abbandonate. Poi, con i resti carbonizzati del fuoco usato per cucinare, si sono scatenati contro i muri del Santuario. E per fortuna hanno utilizzato i legni carbonizzati. Così che, con qualche
ora di lavoro, è stato possibile lavare
tutte le scritte, senza danneggiare l’intonaco delle pareti esterne.
Difficile ipotizzare quanto questa documentazione possa essere utile per risalire ai responsabili. Anche le scritte
più politicizzate non sono granché uti-
li. Associare ad alcuni protagonisti del
fascismo anche l’inneggiamento a Galeazzo Ciano, che i fascisti considerarono un traditore e fucilarono a Verona, non è certo indice della coerenza
ideologica di chi ha tracciato quelle
scritte. Oltraggiose e blasfeme, proprio
all’indomani di un dibattito che ha invocato la libertà di opinione e di espressione artistica con l’imbrattamento dei
muri. Ma qui siamo davanti alla volgarità della bestemmia, allo sfregio osceno - accompagnato dai propri bisogni
fisiologici lasciati in evidenza - del sentimento e del senso religioso. Una somma di volgarità che comunque la si
guardi offende credenti e non credenti. Domani alle 20,30, come detto, la
messa di riparazione: salendo al Santuario ciascuno dei partecipanti por-
terà nel cuore il peso di un insulto grave e pubblico fatto alla Madonna. Saliranno per chiedere perdono e per riparare una bestemmia nei confronti
della Madre di Dio, e quindi nei confronti di ogni credente. Ma anche una
ingiustizia commessa nei confronti dell’intera città, tanto è caro e vivo questo
luogo, testimone di quanto sta accadendo in questi nostri tempi. La Rovinata è oggi la meta devota preferita dalle badanti provenienti dall’Europa dell’Est che quotidianamente vi salgono
oranti nelle prime ore del pomeriggio
e, per la contiguità con l’Ospedale Manzoni, faro di speranza nella situazioni
più drammatiche, come testimonia proprio un faro che ogni notte illumina la
chiesetta alle pendici del Resegone.
Angelo Sala
Qui sotto, nella fotografia grande, il santuario della Madonna della Rovinata che è stato preso di mira nei
giorni scorsi. A sinistra i vandalismi nella chiesa di Versasio: prima la devastazione e, due anni dopo, i
restauri che vennero benedetti dal cardinale Carlo Maria Martini, allora arcivescovo di Milano
[ LA STORIA DI UN LUOGO MOLTO AMATO ]
Costruita dopo la frana miracolosa del Resegone
La furia della natura risparmiò la cappella col dipinto dell’Addolorata. E si realizzò la chiesetta
Non è una novità, per la Rovinata, essere bersaglio di atti vandalici, il
più grave dei quali risalente al 1976.
La chiesetta è intitolata alla Beata Vergine Addolorata, ma tutti la conoscono come Rovinata per via dell’episodio che ha dato origine alla devozione popolare. La devozione nasce nel
1849. La tradizione vuole infatti che
in quell’anno, per la forte pioggia, una
frana precipitò dalle pendici del Resegone, arrivando fino ad una cappelletta con il dipinto dell’Addolorata tra
i Santi Carlo e Francesco: la cappelletta rimase intatta. Questo fatto fu subito giudicato miracoloso dalla popolazione di Germanedo e cominciarono
ad organizzarsi i primi pellegrinaggi.
Il parroco don Andrea Magni, vedendo l’entusiasmo e la devozione della
popolazione, e dopo alcune grazie con-
cesse per l’intercessione dell’Addolorata, nello stesso anno decise di erigere una chiesina vicino alla cappelletta. Ogni domenica, dopo le funzioni,
uomini, donne e giovani salivano portando quanto serviva per la costruzione: il 16 agosto 1859 benediceva il
nuovo santuario, accanto al quale, in
prosecuzione della facciata sulla sinistra, rimaneva la cappella originaria
della Madonna Addolorata rinominata poi, nella tradizione popolare, Madonna della Rovinata.
Don Fiorenzo Biffi fece poi erigere le
cappellette affrescate (gli unici due affreschi superstiti sono conservati all’interno della chiesetta) e dedicate
ai Misteri del Rosario che, nel 1859,
furono ristrutturate e trasformate in
stazioni della Via Crucis in terracotta.
Nel 1976, come accennato, le formel-
le in cotto contenute nelle cappellette venivano danneggiate irreparabilmente da atti vandalici. Nel 1989, nel
130° del Santuario, per iniziativa degli Amici della Rovinata si mettevano
in atto le prime iniziative di restauro.
Il primo intervento riguardò le cappelle, dapprima risanate nella struttura e
poi rinnovate nelle finiture. Il 19 settembre 1993 don Giovanni Meraviglia
(parroco uscente) e don Mario Bodega (il successore) benedicevano la nuova Via Crucis con le formelle in bronzo eseguite dallo scultore Fulvio Simoncini. Era il primo passo del nuovo, radicale intervento di restauro su
tutto il santuario, completato nel 1999
con parroco di Germanedo don Lorenzo Passoni. Il santuario - la cui festa si
celebra la terza domenica di settembre ma che è meta di processioni, pel-
legrinaggi e Vie Crucis in numerose ricorrenze liturgiche oltre che di una
quotidiana devozione individuale - è
un oratorio ad una navata dalle contenute dimensioni planimetriche e dalle semplici forme architettoniche. Si
raggiunge a piedi (una mezzoretta di
cammino) con la mulattiera che da
Germanedo sale verso il Resegone, lungo la quale sono distribuite le prime
tredici cappelle delle stazioni della Via
Crucis. Le ultime due cappelle sono
invece poste a fianco del santuario. Sul
vecchio altare è il quadro raffigurante
la Madonna Addolorata. Il nuovo altare, al centro del presbiterio, è in serizzo e poggia su un masso dello smottamento del 1849. Su questo altare, domani sera, verrà celebrata la messa di
riparazione.
an. sa.
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