Italia Creativa - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
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Italia Creativa - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
CAPITOLO 14 Italia Creativa Strategie e azioni per la crescita e il posizionamento internazionale dell’Italia nell’economia della creatività e delle industrie culturali Michelangelo Pistoletto “Love Difference, Mar Mediterraneo” 2003-2005 specchio e legno 738 x 320 cm nella mostra Voltjeti Razlike/Amare le differenze, Zagabria 2007 Foto: D. Fabijanic 345 Questo capitolo ripercorre le analisi precedenti per offrire suggerimenti di politica culturale e raccomandazioni per i decisori politici. In particolare il capitolo è articolato in: o Ambizioni e Obiettivi che delineano il quadro di attese strategiche e di breve periodo emerse durante il lavoro della Commissione. o Decisioni e Azioni che i vari settori possono accogliere nei propri ambiti di competenza e di governance. I target di riferimento sono : o il quadro istituzionale, concepito come tutti i livelli dell’ordinamento territoriale, nazionale ed europeo che esprimono in un perimetro vasto di competenze responsabilità in ordine a politiche, normazioni, e ascolto codecisionale del sistema; o il quadro economico-produttivo, concepito come il punto di incontro delle risorse intellettuali, finanziarie, tecnologiche e imprenditoriali che operano nella ricerca, nella sperimentazione, nella produzione e nella diffusione di prodotti e servizi che esprimono caratteri propri della nozione di “creatività” come qui definita; o il quadro della ricerca di base e dell’educazione, concepito come l’intera filiera formativa che, soprattutto nel sistema universitario, affianca l’offerta didattica ai profili di ricerca, così da rigenerare costantemente la riflessione sui modelli evolutivi del settore e sui suoi caratteri peculiari in ordine al cross disciplinare che lo qualifica. 346 AMBIZIONI E DECISIONI FONDAMENTALI Ambizione 1 Maggiore concertazione tra le istituzioni che si occupano di creatività e industrie culturali Molte istituzioni, sia ministeriali (Ministero Industria, Beni culturali, Istruzione, Ambiente, Agricoltura) che locali (Regioni, Province, Comuni,) sia pubbliche che private o non profit devono trovare un luogo di governance della creatività in tutti i settori in cui appare come indispensabile. Da questa ambizione può derivare una nuovo ruolo per il MiBAC che sotto la nuova denominazione di “Ministero per la Cultura” dovrà sovrintendere anche alle politiche di produzione di cultura e creatività in Italia e ad un loro eventuale coordinamento. Decisione fondamentale 1 Riorganizzare il MIBAC in modo da istituire una Direzione Generale della Produzione di Cultura in Italia che possa occuparsi di design, industria del gusto, made in Italy, moda, fiction, videogiochi, etc. integrandosi con i saperi acquisiti dalle direzioni generali storiche. Il nome del ministero dovrebbe cambiare in “Ministero per la cultura” sottolineando così anche nel nome un cambiamento epocale. Il ministero così riorganizzato si porrebbe naturalmente come un centro di responsabilità per le politiche sulle industrie culturali e creative. In effetti questa decisione è destinata ad individuare in modo più adeguato i luoghi in cui una razionalizzazione dell’incrocio delle competenze istituzionali (nel campo almeno della cultura, dell’educazione, dell’innovazione, delle attività produttive, delle politiche territoriali), a tutti i livelli degli ordinamenti, creano condizioni di più facile dialogo e concertazione con gli operatori. Operatori che agiscono nella dinamica propria della ricerca e del mercato. Tale razionalizzazione trova la sua più forte ragione nei nessi che i settori, presi in considerazione in questo rapporto, esprimono – l’uno con l’altro – proprio attorno alla loro appartenenza ad una identità creativa. Grazie a tali nessi il sistema si percepisce appunto correlato, mentre la sua interlocuzione con le istituzioni si colloca in un quadro frammentato, spesso conflittuale, raramente concertativo. Da qui l’ambizione culturale, organizzativa e decisionale di ricomporre – in materia di “creatività” – questa frammentazione e questi conflitti. Ambizione 2 Elevare l’eccellenza della creatività nelle città e sul territorio Creare modelli da emulare: quanto maggiore è il numero dei creativi riconosciuti in una generazione, tanto maggiore sarà il numero dei creativi della generazione successiva. 347 Decisione fondamentale 2 Sviluppare iniziative urbane e territoriali che consentano di : * lavorare sull’incrocio urbano fra diverse discipline (creare maggiore trasversalità, contaminare gli ambienti, rinforzare legami o crearne quando mancano); * riconoscere i talenti coinvolti nel contesto (tranne che per pochi settori molto esposti ai media, i creativi eccellenti sono sconosciuti alla maggioranza); * aumentare la “dignificazione” dei talenti e diffondere modelli di ruolo; * attivare programmi di tutoring (“adotta un creativo”); * supportare la nascita e lo sviluppo di comunità creative; * riconoscere e fare emergere i luoghi di apprendimento creativo. Ambizione 3 Garantire la successione generazionale dei talenti creativi nelle industrie culturali La creatività si esprime in modalità che si rivelano nel tempo e nello spazio con ondate generazionali: la moda a Milano negli anni 70, la moda a Parigi negli anni 60, il design a Milano negli anni 70, il cinema della commedia all’italiana a Roma negli anni 60. Questa dinamica richiede che ogni generazione esprima un tasso di creatività almeno pari a quella precedente, altrimenti la creatività tende a declinare. Per mantenere elevato il tasso di creatività e la competitività a livello internazionale dei prodotti italiani è necessario, dunque, selezionare nuove coorti di stilisti, designer, artisti, compositori, registi, architetti e creativi cosÏ da garantire il passaggio generazionale ad un tasso di creatività elevato. Decisione fondamentale 3 La creatività può essere prodotta almeno secondo tre modalità che dovranno essere oggetto di politiche riformatrici: * migliorare la formazione accademica e professionale, aumentandone la qualità dell’insegnamento e dei contenuti programmatici, sviluppando interdisciplinarità e libertà espressive; * integrare nei piani formativi il learning by doing e l’apprendimento sul luogo di lavoro, in modo da trasferire ai giovani conoscenze tacite ed esplicite fondate sulle pratiche delle imprese e sui saperi tradizionali; * sviluppare politiche di attrazione di giovani nuovi talenti dall’estero e trattenere i talenti italiani da una forzosa emigrazione. Ambizione 4 Sistemi formativi e capitale umano: all'origine della creatività Il sistema dormativo accademico italiano mostra un gap qualitativo rispetto a quello europeo, giapponese e anglosassone. E' urgente una riforma, non solo amministrativa, ma soprattutto delle tecniche didattiche e dei contenut, affinché la formazione diventi una reale incentivo alla libera espressione della creatività da parte degli studenti. La formazione sul campo è una opportunità eccellente territorialmente diffusa in Italia. Per altro il suo utilizzo nel mondo formativo accademico e professionale è sottodeterminato e spesso coincide con l'idea di 'stages' deludenti e inutili. Decisione fondamentale 4 348 Sul lato della domanda di creatività è necessario dare trasparenza e informazioni universali e il più possibile oggettive al sistema delle Accademie, dei Conservatori di musica e delle Università, coinvolte nella formazione artistica e culturale, organizzando un sistema di rating delle istituzioni universitarie da aggiornare annualmente. Un organismo indipendente dovrebbe redigere la graduatoria delle istituzioni accademiche universitarie e non, procedendo alla valutazione dei contenuti formativi e dei risultati ottenuti. Per quanto in Italia non esista un mercato privato delle istituzioni accademiche una classificazione per qualità costituirebbe in ogni caso un incentivo all'efficienza del sistema formativo. Ambizione 5 Italia Società Creativa. Migliorare la reputazione internazionale della cultura italiana perchè sia identificata come “nazione creativa” per eccellenza L’Italia gode già della reputazione internazionale di “nazione creativa”, grazie alla sua storia, al suo patrimonio culturale, agli architetti, artisti, scrittori, cantanti, designer, stilisti che hanno conquistato notorietà all’estero. Occorre sostenere il potenziale creativo italiano perche’ raggiunga risultati tali da tornare ad essere una nazione di riferimento. Questo genere di supporto, se coordinato in un ottica di sistema, soprattutto sul piano internazionale, puo’ generare ricadute sul turismo culturale e in settori importanti della produzione italiana e in particolare del made in Italy. Decisione fondamentale 5 La reputazione è un capitale che per essere mantenuto e accresciuto richiede investimento di importanti risorse pubbliche e private. Questa decisione comporta un investimento in reputazione internazionale che sviluppi innanzitutto il primato italiano in termini di qualità del prodotto culturale e creativo, di capacità produttiva e della sua esportazione. Vi sono alcuni segni globali di reputazione che vanno ricercati tenacemente anche attraverso lo sviluppo di una progettualità collettiva: come vincere un Premio Oscar per il cinema? Come vincere un Premio Nobel per la letteratura? Come vincere un Premio Ferruccio Busoni per l'interpretazione pianistica? Il lavoro di squadra, mobilitando risorse istituzionali e private, diventa un complemento essenziale per il successo dei talenti artistici e creativi. In altri casi l’investimento in reputazione globale consiste nell’organizzare mostre d'arte di rilevanza internazionale, nel sottoscrivere contratti di comunicazione con testimoni di fama internazionale,nel valorizzare le Biennali Italiane, nel sostenere e migliorare la qualità dei Festival, nel creare premi internazionali, nel valorizzare il design come segno di cultura materiale. Ambizione 6 Italia Magnete di Talenti Un programma di attrazione di talenti creativi e aumento del tasso di cosmopolitismo delle città italiane Per accrescere la capacità di attrazione di nuovi talenti da paesi esteri, spesso da paesi in via di sviluppo, dove diverse pratiche religiose e diverse culture sono prevalenti, le città devono essere aperte all'integrazione, all'inclusione sociale, e all'offerta dei servizi di cittadinanza agli stranieri. Diversamente l'attrazione culturale è debole e il cosmopolitismo non 349 funziona da magnete di nuovi talenti come oggi accade in città creative come Londra o Parigi, che sono in grado di offrire un ambiente culturale e stili di vita assolutamente allettanti. A fianco della tradizionale immigrazione di forze di lavoro a bassa qualificazione questa ambizione ri-orienta le politiche pubbliche verso la gamma alta dell'immigrazione dei talenti, fornendo borse di studio e stage garantiti presso aziende creative o istituzioni culturali, supportando gli aspetti cultural-logistici (corsi di italiano, supporto nel trovare accomodation) e creando fast-track all'interno dei meandri della burocrazia (ad es. per i visti consolari o per il rinnovo dei permessi di soggiorno). Decisione fondamentale 6 Per essere una società aperta è opportuno: * Ridurre al massimo i costi esterni di accesso al paese. * Sviluppare politiche tolleranti di riconoscimento di culture diverse, sia in campo religioso, sia in campo storico-artistico. * Sviluppare politiche di inclusione sociale. * Creare condizioni di multilinguismo per i servizi pubblici e sociali (biblioteche, scuole, palestre) rivolti agli stranieri. Ambizione 7 Sostenere l’accesso e il consolidamento di nuovi talenti creativi, stimolandone l’emersione attraverso l’abbattimento di barriere all’ingresso e sostenendone il rafforzamento attraverso quote di proventi conseguiti dalle attività creative di successo. Decisione fondamentale 7 Il settore creativo è caratterizzato da un’endemica difficoltà di ingresso per individui e gruppi giovani, fragili ed esordienti. La filosofia dell’azione pubblica a sostegno delle attività creative è di norma basata sul criterio della selezione dell’eccellenza e del premio per le attività di successo (ne sono esempi il contributo agli incassi cinematografici e la distribuzione dei diritti d’autore non attribuibili in proporzione ai diritti riscossi). E’ quindi necessario orientarsi, individuando i proventi delle attività creative capaci di conseguire un reddito elevato, verso strumenti di sostegno e incoraggiamento finalizzati all’ingresso e al rafforzamento della creatività emergente. Ambizione 8 Cultura e sviluppo Sostenere la crescita delle industrie culturali e creative italiane per rafforzare il loro forte impatto sul sistema economico nazionale Il sistema dell’economia globale, con l’impiego delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione e con la crescita di importanza della componente qualitativa dei prodotti, richiede in misura crescente creazione di beni ad alto contenuto simbolico, di immagini culturali e di sofisticato branding. Le industrie culturali rappresentano il macrosettore economico che più è capace di sostenere le nuove sfide della globalizzazione dei mercati, di posizionare l’Italia a livelli elevati nei ranking internazionali per paesi e di avere un impatto rilevante e trainante sul sistema economico nazionale. Decisione fondamentale 8 350 Manca in Italia un coordinamento politico delle strategie per lo sviluppo e la crescita delle industrieculturali. Molte istituzioni, molti ministeri, molte fondazioni think-tank si occupano di un macrosettore sempre più trasversale. Il risultato è insoddisfacente. Se il Ministero per i Beni e ele Attività Culturali deve riconvertirsi in "Ministero per la Cultura", incorporando il settore della produzione di beni della cultura materiale e del design industriale, della musica, del cinema, della editoria, della fiction televisiva, della pubblicità e altro secondo le linee delinate in questo rapporto. Una visione strategica globale pu disegnare il profilo creativo e cultuarle dell'Italia al 2015: un paese che sa conservare il suo passsato, ma e soprattutto produrre il suo futuro nel campo della cultura. Decisione fondamentale 9 Rafforzare la presenza di un’offerta capillare di arte e cultura sul territorio per consentire ai distretti industriali periferici di incorporare input di creatività e di nuove conoscenze nell’ambito delle competenze industriali più tradizionali. Decisione fondamentale 10 La normativa Europea del settore della cultura e dell’industria culturale è estremamente eterogenea: gli incentivi variano in maniera consistente da paese a Paese e andrebbero resi il più possibile omogenei. Attualmente le industrie culturali sono regolate dalla stessa normativa dell’industria tradizionale: è evidente però che l’industria culturale non possa essere assimilata ad un’industria “pesante”. Sarebbe, inoltre, opportuno differenziare nell’industria culturale le attività artistiche che si avvalgono dagli aiuti di stato da quelle che non ne sono soggette. Un altro tema, a cui già più sopra si è fatto riferimento è quello relativo al contributo dei settori creativo e culturale alla crescita economica e conseguentemente all’occupazione. In particolare l’attenzione si dovrebbe concentrare sull’elevata quota di PMI operanti nei settori. Gli studi condotti e le riflessioni in merito fanno emergere la necessità di adottare politiche competitive e fiscali in grado di riequilibrare il mercato, considerato che gli operatori tanto del settore culturale quanto di quello creativo sono per lo più costituiti da PMI o addirittura da microimprese che si trovano svantaggiate dalla presenza dei “big player”. Decisione fondamentale 11 Dare solidità e respiro al tessuto delle giovani imprese culturali nate nell'ultimo ventennio, in modo da -valorizzare le professionalità che vi si sono formate -farne un tramite fra settori diversi dell'industria culturale -dare loro maggiore tenuta finanziaria e occupazionale. In particolare ciò comporta: -l'analisi sistematica dei processi produttivi -lo studio dei modi di inserimento delle giovani imprese culturali nelle filiere produttive quali si sono modificate negli ultimi anni -il confronto sistematico tra le competenze acquisite on the job in queste situazioni e le competenze impartite da centri di istruzione formale negli stessi settori, anche al fine di possibili integrazione tra i diversi livelli formativi 351 -l'istituzione ove possibile di sportelli informativi mirati e, d'intesa con le maggiori istituzioni finanziarie, di sportelli bancari specializzati in grado di comprendere le specificità di questo comparto -la definizione di specifiche forme contrattuali che tengano conto dell'inevitabile precarietà, del carattere prevalentemente collaborativo, dell'autorialità implicita nelle prestazioni. AMBIZIONE 9 Sviluppare i diritti di proprietà intellettuale Il riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale in Italia è in una fase di non generalizzata applicazione rispetto agli standard europei, americani e giapponesi, soprattutto nel settore della contraffazione e della pirateria commerciale. In altri casi, l’applicazione è ridotta a causa di una limitata domanda e capacità di registrazione di diritti che non rispecchia la reale potenzialità innovativa dei settori produttivi. Decisione fondamentale 12 Dal punto di vista dell’offerta di enforcement dei diritti di proprietà intellettuale, è necessario accrescere la capacità di monitoraggio ispettivo sui prodotti protetti e la probabilità di cattura e condanna dei contraffattori. Questa decisione deve anche essere sostenuta da opportune politiche fiscali che favoriscano l’emersione graduale e programmata delle piccole imprese dal mercato nero. Allo stesso tempo, la lotta alla criminalità organizzata, principale produttore e distributore di beni contraffatti, deve essere condotta in modo rigoroso e non negoziabile. Decisione fondamentale 13 Dal punto di vista della domanda di applicazione dei diritti di proprietà intellettuale è necessario incentivare il ricorso all’uso dei diritti di proprietà nei settori del made in Italy e dell’architettura. Sensibilizzare i creativi alla protezione delle idee e indirettamente alla loro valorizzazione economica, anche creando un processo sistematico (che possa utilizzare bandi finanziati o concorsi) che tolga le tecnologie dal torpore dei laboratori e le trasformi in soluzioni necessarie e attraenti per il mercato. Un contributo a questo processo viene certamente dal coinvolgimento dei creativi nel proporre, oltre che nuove innovazioni, anche modalità di valorizzazione di brevetti depositati ma mai utilizzati. Ambizione 10 Esprimere una posizione italiana in sede europea sul tema delle industrie culturali e creative Per quanto concerne il MiBAC, è palese la necessità di una struttura organizzativa ad hoc flessibile, che si avvalga di competenze qualificate e specifiche, e che, consentendo di entrare in relazione con le istituzioni chiave dell’Unione Europea, porti avanti quel necessario processo di consultazione con tutti gli attori italiani e non, coinvolti nel settore della Cultura. Decisione fondamentale 14 Al fine di consolidare una politica attiva europea nel campo delle industrie culturali e creative è opportuno: 352 * * * * Presentare la posizione italiana nei momenti decisionali con un approccio propositivo e non reattivo Organizzare attività di consultazione con le differenti istituzioni comunitarie sul temi oggetto di interesse (industria creativa e culturale) Mappare le strategie comunitarie sul tema delle industrie culturali e creative a livello Commissione, Consiglio e Parlamento Organizzare momenti di consultazione sulle proposte della CE con gli attori interessati alla Cultura al fine di elaborare una posizione Italiana comune Decisione Fondamentale 15 La normativa del settore della cultura e dell’industria culturale è estremamente eterogenea nei 27 Stati Membri: gli incentivi variano in maniera consistente da paese a Paese. Attualmente le industrie culturali sono regolate dalla stessa normativa dell’industria tradizionale: è evidente però che l’industria culturale e creativa, per le sue caratteristiche specifiche (prevalenza di piccole e micro imprese, mercato del lavoro flessibile e intermittente, alta partecipazione di addetti con livelli di istruzione elevata, presenza del fenomeno delle superstar, dimensione simbolica e identitario dei beni fondati sulla cultura, alta componente di proprietà intellettuale) richiede politiche economiche uniformi capaci di far emergere una impostazione europea comune sul settore. Ambizione 11 Setting National Priorities: Investire nel Patrimonio Culturale Il patrimonio culturale e il suo impatto sul sistema economico nazionale, dall'occupazione alle esportazioni, alla competizione globale, occupa nell'agenda politica italiana una posizione di basso profilo. E' necessaria una colletiva presa di coscienza del suo valore economico a partire dalla stima effettuata in questo rapporto, che colloca il macrosettore delle industrie creative e culturali vicino al 10% del PIL. Inoltre una ridefinizione delle priorità nazionali deve tener conto dell'impatto positivo, non monetario, sulla qualità sociale e della vita degli italiani. Decisione fondamentale 16 Aumentare le risorse pubbliche destinate al mondo della cultura, della creatività e delle industrie culturali. L'obiettivo di dedicare l'1% del bilancio dello Stato alla cultura (oggi assestato ad un piccolo 0,22%)va riconsiderato e riconfermato anche tenendo conto delle spese degli enti locali e delle fondazioni non-profit. Moltiplicare dunque per cinque l'attuale impegno dello Stato, consentirebbe di sviluppare politiche di promozione delle industrie culturali e creative italiana, modificando il rapporto tra politiche di conservazione e politiche di produzione di nuova cultura Decisione fondamentale 17 Aumentare gli incentivi alla donazione dei privati sia perseguendo una strategia di successo nei paesi anglossassoni, che presuppone incentivi fiscali di detrazione o deduzione sui redditi dei donatori, sia riprendendo una tradizione radicata nella cultura italiana, ossia sviluppare gli incentivi con motivazioni pro-sociali o morali alle donazioni. 353 Decisione fondamentale 18 Valorizzare il Patrimonio storico, artistico e il paesaggio (da qualificare) Sollecitare azioni per una presa di coscienza a livello nazionale. Accrescere con strumenti opportuni l'attratività del territorio italiano. Servizi culturali come servizi alla persona Aumentare l'accessibilità ai beni culturali anche attraverso strumenti di riduzione tariffaria o contribuzioni volontaria. 354 I. LE CITTA' CREATIVE E IL TERRITORIO OBIETTIVO Favorire e coordinare attività istituzionali legate alla creatività e alla produzione di cultura nelle città e sul territorio. AZIONE 1 Creazione di “Agenzie Cittadine per la Creatività” Dare voce alla città creativa Le competenze in materia di creatività e produzione di cultura sono suddivise tra diverse istituzioni ed enti pubblici; i fondi provengono dal livello comunitario, dal bilancio comunale, dalle fondazioni. Le problematiche di un’area che va dal cinema al design sono molte e tra loro molto diversificate. Il rischio, quindi, è quello di interventi a pioggia senza una reale conoscenza del contesto e senza una coordinazione delle politiche specifiche . Le Agenzie Cittadine per la Creatività dovrebbero svolgere un ruolo di coordinazione delle iniziative e delle risorse pubbliche e private legate alle attività creative e alla produzione di cultura. L’Agenzia per la creatività dovrebbe configurarsi come una partnership pubblico-privato costituita da rappresentanti delle associazione commerciali, funzionari delle istituzioni amministrative locali che intervengono in diversa misura nel campo culturale e nei settori creativi, istituzioni educative locali (Università) e personalità del settore urbanistico e dell’aiuto all'occupazione. L’Agenzia dovrà individuare le molteplici aree di interesse e intervento socio-economico che favoriscono le iniziative creative e culturali. Individuare programmi di azioni coordinate pubbliche e private. Ad esempio raccomandare alcune iniziative di “zoning” urbano per favorire l’inclusione sociale, per mantenere livelli di diversità nei centri urbani e anche per stimolare lo sviluppo di comunità creative urbane. Un’idea sarebbe quella di istituire una commissione che abbia l’obiettivo di studiare, discutere e delineare dei nuovi percorsi strategici per le città italiane – che tengano in considerazione la varietà delle dimensioni, delle strutture economiche e produttive, il ruolo dei centri storici, il rapporto con le periferie ecc. - in modo da identificare delle strategie comuni e delle policies specifiche per un alcune tipologie di territori/realta’. AZIONE 2 Istituzione di un Fondo delle Comunità Creative Fondi Pubblico-Privati per stimolare la creatività culturale nel territorio Per creare incentivi per la creatività è necessario istituire fondi pubblicoprivati per finanziare gli sforzi degli artisti. I modelli internazionali di riferimento sono: 355 * il Creative Capital Fund inglese cui contribuiscono l’agenzia di sviluppo di Londra ed i Fondi strutturali che ha una dotazione di 5 milioni di sterline; * The New York City Cultural Innovation Fund, che si avvale di fondi della Rockefeller Foundation ed ha una dotazione di 2.7 milioni di dollari. La struttura del progetto in generale è la seguente: * si ottengono risorse o da privati o dal settore pubblico; * si costituisce il Fondo; * ne viene affidata la gestione a privati che redigono un bando, scelgono gli interventi sulla base di criteri preventivamente stabiliti e infine erogano i finanziamenti a tasso agevolato o mediante contributi. Grazie all’istituzione di tali fondi è possibile: * stimolare idee e creatività culturale in una determinata comunità; * non sviluppare ingerenza politica nel processo di scelta delle iniziative da finanziare; * selezionare le iniziative in base a criteri di qualità o di capacità di ottenere riscontri economici. OBIETTIVO L’importanza di un “Creative Social Network”. Uno dei problemi principali vissuti quotidianamente da chi svolge professioni “creative” soprattutto in contesti limitati e periferici e’ quello di entrare in contatto con un mercato della domanda dinamico e vivace, di capire chi e dove possano essere i potenziali clienti e quali le loro esigenze, nonche’ trovare un modo per “farsi vedere”. Similmente le aziende che si trovino in un certo momento ad aver bisogno di una professionalita’ originale e creativa fanno spesso fatica a trovarla nel mercato tradizionale del lavoro. AZIONE 3 Un database per fare incontrare la domanda e l’offerta di creatività Costituire un database/software strutturato in modo interattivo, come uno dei siti di social network che oggi sono molto diffusi (da LinkedIn a Facebook) e dotato di uno spazio per domande, messaggi, forum ecc. e magari un sistema di “rating” per cui chi abbia usufruito dei servizi di alcuni individui/aziende lasci una valutazione del servizio acquisito/ricevuto. Il tutto dovrebbe essere anche tradotto in inglese per consentire alle imprese straniere di avere facile accesso ai talenti creativi del nostro paese. Il network avrebbe costi relativamente ridotti sia perché ormai si tratta di programmi abbastanza consolidati e non troppo complicati da sviluppare, sia perché potrebbe essere finanziato, almeno in parte, con delle fees da parte delle imprese e delle scuole che ne fanno uso (ma non da parte degli individui, il cui accesso deve essere libero e gratuito). Questa iniziativa avrebbe il pregio di essere semplice e accessibile a tutti, di superare barriere legate allo stato sociale e alla localizzazione, aiutando chi vive in centri piccoli e periferici ad entrare in contatto con mercati più ampi e altre risorse. Si tratterebbe, insomma, di un modo relativamente semplice e poco costoso di aiutare l’incontro tra domanda e offerta di idee e talenti creativi. 356 II. INNANZITUTTO, VALORIZZARE LA CULTURA MATERIALE COME SEGNO ITALIANO DI ECCELLENZA MODA OBIETTIVO Garantire La successione generazionale di qualità per gli stilisti Per mantenere elevato il tasso di creatività e la competitività nel settore della moda a livello internazionale è necessario puntare su nuove generazioni di stilisti, così da generare nuove ondate di creatività. AZIONE 4 Laboratori Creativi Si tratta di mettere a disposizione di un nucleo di giovani stilisti, selezionati sulla base di una forte progettualità e di un concorso internazionale, laboratori creativi, spazi e servizi produttivi, legali e commerciali che consentano loro di sperimentare, produrre collezioni e avere un’impalcatura per la promozione della loro attività. Tra i servizi offerti dai laboratori ci saranno anche incentivi per viaggi di studio e ricerca in Italia e all’estero. La creazione di Laboratori Creativi, permetterà di attrarre talenti stranieri e di scoprire talenti italiani. OBIETTIVO Favorire l’ingresso dell’industria distributiva italiana nel segmento “retailer”. Il settore distributivo vede il grande successo internazionale del segmento dedicato al pubblico dei giovani consumatori cui si offrono prodotti di buon design a prezzi bassi, che riflettono una qualità medio bassa. Gli esempi dei marchi spagnoli Zara, Mango; dello svedese H&M,, del francese Promod; dell’americano Gap, non trovano adeguato seguito nel settore distributivo italiano, che per altro ha prodotto come leader Benetton. AZIONE 5 Favorire la localizzazione efficace dei centri commerciali di abbigliamento low cost. Mettere in comunicazione designer di moda giovane e produttori di beni a basso costo, favorendo la gestione diretta rispetto alla ormai matura tecnica del franchising. Avviare uno studio economico e finanziario su questo segmento della distribuzione italiana, sviluppando al contempo la conoscenza di esperienze estere analoghe, come ad esempio il caso di IKEA che fattura 6,5 miliardi di euro l’anno. Assistere progetti di sviluppo in Italia e all’estero di questo segmento della distribuzione. 357 OBIETTIVO Colmare la lacuna di competenze professionali che contraddistingue la moda AZIONE 6 Organizzare un sistema di monitoraggio e formazione relativo a diverse figure professionali: gestore di eventi culturali, project manager dell’industria della moda, gestore di prodotto, gestore di collezioni, gestore di immagini, mediatore culturale. OBIETTIVO Attrazione turistica AZIONE 7 Attrarre turisti ad eventi-sfilate nel grani luoghi di promozione delle collezioni nazionali. AZIONE 8 Attrarre compratori e consumatori negli outlet localizzati nelle aree lontane dalle mega-città, dove il costo della rendita è basso e la possibilità di costruire grandi centri di distribuzione commerciale è alta. OBIETTIVO Tutela dei marchi AZIONE 9 Rafforzare la lotta contro la contraffazione commerciale. Sviluppare politiche di emersione dai mercati illegali di piccole imprese di produzione e distribuzione di prodotti falsificati. Aumentare il gradi protezione dei marchi di fabbrica. AZIONE 10 Fornire un servizio al mondo della produzione in termini di stile, creazione di immagine collettiva, di reputazione internazionale, assistenza archivistica, di sperimentazione con bassi rischi di impresa e formazione di profili professionali speciali. La moda è l’immagine simbolica dell’industria tessile, della confezione e degli accessori. OBIETTIVO Potenziare le infrastrutture a sostegno dell’industria della moda, AZIONE 11 Creare centri archivistici da cui i creatori possono riprendere vecchi modelli originali. Il servizio favorirebbe soprattutto per le piccole imprese con stilisti integrati. OBIETTIVO Creare condizioni logistiche appropriate per lo sviluppo di economie di agglomerazione 358 AZIONE 12 Istituire, sull’esempio dell’industria cinematografica, fashion commission a livello di città e macro-aree. DESIGN, CULTURA MATERIALE E ARTIGIANATO OBIETTIVO Rafforzare la reputazione internazionale del design italiano AZIONE 13 Organizzare mostre ed eventi internazionali sul design italiano e sul Made in Italy E’ necessario promuovere il design italiano all’estero non solo in termini di marketing e immagine delle aziende, ma anche mediante nuovi canali di comunicazione, come mostre ed eventi internazionali che spieghino con maggiore forza comunicativa la filosofia e i significati culturali sottostanti al design italiano. Un punto di partenza dovrebbe essere il riconoscimento della missione culturale del prodotto italiano, significante portatore di valori specifici che da sempre ne caratterizzano l’eccezionalità e che possono essere definiti in otto punti: paesaggio; motivazione del lavoro; capacità inventiva e imprenditorialità; tessuto produttivo; valorizzazione delle differenze; etica, estetica, eccellenza del prodotto; sfera familiare; la persona come laboratorio dell’umano. Questi otto punti valore sono il patrimonio immateriale su cui si fonda l’eccellenza del made in Italy, riconosciuta a livello internazionale. Per rendere operativi i progetti di mostre ed eventi internazionali si può partire dal progetto Italia in Persona, proposto da Michelangelo Pistoletto. Secondo questo progetto: la produzione italiana è quasi interamente costituita da beni per la persona: la persona, quindi, è assunta come punto di riferimento e destinatario privilegiato; è necessario attivare e diffondere la consapevolezza della missione culturale del prodotto italiano sia nei confronti dei produttori che dei cittadini e consumatori è oggi necessario per lo sviluppo competitivo del Sistema Italia; rifondare il senso del rapporto tra Prodotto, Produttore e Consumatore vuol dire che ogni prodotto deve riappropriarsi di una storia, di una sua artigianalità, di un valore simbolico ed affettivo. Il progetto Italia in Persona si prefigge di organizzare una mostra internazionale sul design e made in italy italiano, ma anche costruire un momento di ricerca, analisi e riflessione tra gli attori italiani dell’arte, creatività, produzione e territorio. 359 OBIETTIVO Promuovere e valorizzare i giovani designer italiani a livello internazionale. La competizione nel settore del design, sia esso design di prodotto, di servizi o di comunicazione si gioca oramai nei mercati internazionali. Il settore del design è caratterizzato da un mercato del lavoro in cui vi sono enormi potenzialità dal lato dell'offerta, ma emergono -a livello mondialesolo poche superstar che non solo per il loro talento ma anche per la loro ormai acquisita notorietà comportano minori rischi e rendimenti crescenti ai committenti. Vi sono quindi elevate barriere all'ingresso per i giovani talenti connesse alle difficoltà di carattere sia economico sia relazionale, soprattutto nella fase di traduzione delle idee e dei progetti in modelli e prototipi. Questo obiettivo è particolarmente rilevante non solo per il settore specifico ma per l'intera economia italiana in quanto attraverso la promozione dei designer e dei loro progetti si promuove quel sistema di valori simbolici e culturali espressi dall'ambiente in cui il designer vive e di cui si fa interprete. AZIONE 14 Laboratori creativi nelle città e nei distretti industriali del made in Italy; concorsi di idee realizzati con il coinvolgimento di attori pubblici e privati. Promuovere laboratori creativi nei "luoghi" del design: progettare nelle città "quartieri creativi", così come avviene in molte altre realtà internazionali, coniugando politiche di riqualificazione urbana con politiche di promozione delle attività artistiche, favorendo la localizzazione di studi di design e più in generale di "creativi" in particolari aree dotate di adeguate infrastrutture materiali e immateriali funzionali all'attività creativa (biblioteche, archivi digitali, musei d'impresa, ecc.); rafforzare i rapporti di collaborazione tra le strutture preposte alla formazione dei designer e le imprese dei distretti organizzando nelle aree distrettuali summer school, incontri tra docenti, studenti e imprenditori che possano costituire un primo momento di incontro per l'elaborazione di progetti comuni. Realizzare concorsi di idee per giovani designer finalizzati alla realizzazione di un progetto specifico e in cui grazie all'intervento di sponsor privati, il progetto o i progetti selezionati abbiano la garanzia di essere riprodotti e collocati sul mercato apponendo anche il nome del designer e non solo dell'azienda produttrice; favorire, anche attraverso opportune incentivazioni fiscali, analoghe iniziative autonome da parte di imprese private. AZIONE 15 Incentivi per la costituzione di studi associati di giovani designer La complessità della professione del designer, che comprende sempre più non solo la fase di progettazione industriale ma anche quella di elaborazione di un progetto complessivo sul prodotto, richiede un insieme di competenze altamente specializzate, che rientrano sempre nell'ambito del design ma che difficilmente possono essere racchiuse nelle competenze di un singolo individuo. La competizione internazionale richiede anche economie di scala che solo studi di design di una certa dimensione possono realizzare. E' pertanto opportuno promuovere, attraverso agevolazioni di varia natura (normativa, fiscale, ecc.) la costituzione di studi associati di giovani 360 designer in cui le diverse competenze maturate nell'ambito del design dai diversi componenti vengano spese a favore del progetto comune societario: ciò dovrebbe dar luogo a rendimenti crescenti di scala e favorire l'affermazione sul mercato. Si promuoverebbero in questo modo anche forme di lavoro autonomo in settori in cui sono molto diffuse forme di lavoro precario. AZIONE 16- Definire l'identità professionale del designer; istituire un Osservatorio permanente del design ed effettuare rapporti annuali di categoria. Dal punto di vista normativo, avvalendosi del lavoro svolto dalle associazioni di categoria in questi anni, è opportuno definire l'identità professionale del designer per garantire a questa figura professionale quella rappresentatività nelle sedi istituzionali che sinora le è mancata. La recente istituzione del Consiglio Nazionale del Design, avvenuta nel 2007, quale organo consultivo del Ministero dei Beni Culturali e del Ministero dello Sviluppo Economico, potrebbe essere l'occasione ideale per avviare un dialogo fattivo tra i policy-maker e le associazioni di categoria, che molto in questi anni si sono prodigate per valorizzare e tutelare il design italiano. Tra i principali compiti di questo Consiglio dovrebbe rientrare, sempre in collaborazione con le associazioni di categoria, l'istituzione di un Osservatorio permanente del Design che annualmente si impegni a redigere un rapporto annuale, così come avviene in molti altri paesi, sull'andamento economico dell'attività professionale. OBIETTIVO Rafforzare la consapevolezza del ruolo che la cultura materiale e il design diffuso esercitano nelle produzioni nei distretti del cosiddetto "made in Italy" E' unanimemente riconosciuto che peculiarità delle produzioni di design italiane di maggior successo è quella di avere origine nella tradizione artigianale di alta qualità del nostro Paese, che meglio si è consolidata e trasmessa di generazione in generazione nelle aree distrettuali. Il processo innovativo spesso non è frutto di una singola figura professionale, tipicamente del designer, ma della stretta collaborazione tra le diverse figure professionali che partecipano al processo produttivo: l'imprenditore, il tecnico specializzato e l'operaio. E' opportuno acquisire maggiore consapevolezza del ruolo giocato dalle aree distrettuali e cercare di rafforzare il dialogo tra questi due diversi luoghi: i distretti industriali, anche solo potenziali, diffusi sul territorio, depositari della cultura materiale della zona, dove realizzare la produzione, e i distretti culturali metropolitani dove avvalersi dei servizi per la comunicazione e la commercializzazione dei prodotti. La creazione di laboratori creativi nelle aree distrettuali che abbiamo indicato in precedenza (Azione 8) quale opportunità di incontro tra giovani designer e imprese che operano nei distretti è sicuramente un'azione che risponde ad entrambi gli obiettivi individuati. Altre azioni, di seguito riportate, rispondono più specificatamente al conseguimento di questo secondo obiettivo 361 AZIONE 17 Costituire istituzioni preposte alla conservazione e valorizzazione della cultura materiale dei distretti La conservazione e valorizzazione del patrimonio comune costituito dalla cultura materiale di un territorio è frutto dell'azione congiunta di un insieme di soggetti pubblici e privati: •musei ed archivi storici che svolgano non solo una funzione di conservazione delle collezioni ma rendano più facilmente fruibili, grazie anche ai supporti digitali e audiovisivi di cui possono dotarsi, modelli e progetti che possano essere fonte di nuova ispirazione; •scuole e istituti tecnici specializzati che si sforzino di codificare il know-how diffuso nel territorio e, attraverso attività di tirocinio e apprendistato garantiscano la trasmissione delle conoscenze diffuse anche a coloro che non hanno maturato una tradizione familiare al riguardo; le istituzioni scolastiche devono inoltre sviluppare un linguaggio comune e facilitare la libera espressione creativa che permetta una più diffusa e consapevole partecipazione al processo e una maggiore capacità di dialogo con i designer interni o esterni all'area; •comitati e agenzie locali a cui afferiscono sia rappresentanti degli enti locali sia rappresentanti delle associazioni di categoria per la creazione di marchi collettivi che mirino a preservare la qualità media della produzione locale e a sviluppare un maggiore orientamento all'innovazione di processo e di prodotto. Si contribuirà così a garantire nel tempo il valore economico del marchio collettivo e conseguentemente dei marchi individuali degli operatori del distretto, cioè della componente immateriale della produzione, che costituirà sempre più, nel settore del design, un elemento determinante per l'accesso ai finanziamenti privati. • Forme di mecenatismo distrettuale che siano di stimolo per le medie e piccole imprese del settore offrendo risorse finanziarie per sviluppare progetti e costituendo fondi privati per programmi di valorizzazione. AZIONE 18 Promuovere attività di design di comunicazione e di servizi in centri urbani di riferimento per le produzioni distrettuali La piccola dimensione sia delle imprese sia dei centri urbani che costituiscono i distretti, comporta che i costi per la realizzazione della componente immateriale del prodotto relativa alla comunicazione possono essere sostenuti solo da poche imprese leader. La distanza anche fisica dai luoghi in cui questa componente del design è attualmente concentrata (tra Milano e Torino) accresce i costi soprattutto per quelle aree distrettuali che sono localizzate nella dorsale adriatica (dalla Romagna, alle Marche sino alla Puglia) e nella parte centro-meridionale del paese. Anche al fine di promuovere e coinvolgere nell'attività di comunicazione delle produzioni distrettuali una serie di operatori culturali (case editrici, fotografi, organizzatori di eventi) presenti sul territorio, sarebbe opportuno individuare dei centri urbani in cui questo tipo di servizi sono maggiormente concentrati e farli diventare gli hub di riferimento per i distretti industriali dell'area. Ci si chiede infatti oggi, giustamente, se il sistema design Milano sia in grado di far fronte a questa crescente domanda diffusa di campagne di promozione o sia esso stesso replicabile in altre aree del paese dove la forma di produzione distrettuale risulta prevalente. 362 INDUSTRIA DEL GUSTO OBIETTIVO Promuovere e proteggere il patrimonio eno-gastronomico italiano AZIONE 19 Promuovere in sede UNESCO (Salvaguardia del patrimonio mondiale intangibile - 2003) la candidatura della Cucina Italiana a patrimonio mondiale dell’umanità La cultura della cucina italiana, al pari di quella francese e di altre importanti nazioni, ha a tutti gli effetti i requisiti richiesti dalla convenzione UNESCO per essere inserita nella lista del patrimonio culturale intangibile. AZIONE 20 Promuovere in sede UNESCO (Convenzione sulla protezione del World Cultural and Natural Heritage - 1972 ) la candidatura dei distretti culturali del vino a patrimonio mondiale dell’umanità La cultura enologica e i paesaggi del vino in Italia hanno a tutti gli effetti i requisiti richiesti dalla convenzione UNESCO per essere inserita nella lista del patrimonio culturale tangibile dell’umanità. Altri paesi, come Francia, Svizzera, Portogallo, Angheria e Germania hanno già avuto riconoscimenti legati alle colture vitivinicole e inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. OBIETTIVO Rinsaldare il legame fra industria del gusto e “qualità” culturale del territoriale AZIONE 21 Unire la fruizione del patrimonio culturale con i beni enogastronomici Per consentire di saldare o di consolidare il legame percepito fra la qualità culturale dei territori e il sistema del gusto, occorre operare affinché i “luoghi della cultura” si aprano, secondo le modalità più appropriate, temporanee o permanenti, a seconda della loro stessa natura (siti archeologici, aree monumentali, centri storici, biblioteche, musei, archivi, ecc…) ai contenuti della cultura enogastronomia, nei loro aspetti iconografici e conoscitivi, ma anche nella loro concreta dimensione di prodotti da degustare. Particolare attenzione si dovrebbe dedicare alla comunicazione di questa unità sostanziale in direzione dei mercati esteri. Inoltre, è necessario “formare” gli operatori turistici così da renderli attivi nella promozione del valore culturale del territorio in cui operano. 363 OBIETTIVO Rafforzare il sistema delle tutele delle produzioni di qualità AZIONE 22 Favorire la diffusione di informazioni sulla qualità e origine dei prodotti Lato della domanda Fornire al consumatore, a tutti i livelli, un’informazione chiara e succinta sull'origine del prodotto, in modo da permettergli di orientarsi meglio nella scelta, ed evitare confusione e aspettative errate sulle sue qualità; infatti il campo d'applicazione delle DOP e IGP dovrebbe limitarsi ai prodotti agricoli e alimentari per i quali esiste un chiaro legame fra le caratteristiche del prodotto o dell'alimento e la sua origine geografica. AZIONE 23 Promuovere l’educazione all’alimentazione di qualità Promuovere l’educazione all’alimentazione di qualità nelle scuole, con visite sul campo alle aziende agricole che producono alimenti tipici, rivolte anche ai genitori, in modo che tramite l’informazione e l’educazione alla qualità alimentare si instauri un circolo virtuoso di acquisti diretti. AZIONE 24 Supporto ai produttori nella tutela dei prodotti registrati * Favorire un processo informativo capillare ed un supporto giuridico agli agricoltori e ai loro rappresentanti mirato a evitare dispersioni di risorse umane e finanziarie su progetti che prevedano l’uso del toponimo nei casi non consentiti dalla normativa nazionale e comunitaria. * Incentivare la pubblicizzazione e vendita su internet dei prodotti tipici tradizionali in modo da assicurare la più ampia diffusione possibile e l’azzeramento dell’intermediazione. * Incentivare la filiera corta, ossia la commercializzazione diretta dei prodotti tutelati da parte delle aziende consorzi di produttori. * Sconfiggere l’agrobiopirateria, potenziando il sistema di monitoraggio delle DOP, IGP e dei prodotti tipici, costituito di controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali, nonché su un sistema di controlli diretto ad assicurare il rispetto del disciplinare dei prodotti agricoli e alimentari interessati al fine di evitare frodi e contraffazioni dei prodotti. In modo da garantire che le denominazioni registrate siano effettivamente tutelate contro: a) qualsiasi impiego commerciale diretto o indiretto di una denominazione registrata per prodotti che non sono oggetto di registrazione, nella misura in cui questi ultimi siano comparabili ai prodotti registrati con questa denominazione o nella misura in cui l'uso di tale denominazione consenta di sfruttare la reputazione della denominazione protetta; b) qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se l'origine vera del prodotto è indicata o se la denominazione protetta è una traduzione o è accompagnata da espressioni quali 'genere', 'tipo', 'metodo', 'alla maniera', 'imitazione' o simili; c) qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all'origine, alla natura o alle qualità essenziali dei prodotti usata sulla 364 confezione o sull'imballaggio, nella pubblicità o sui documenti relativi ai prodotti considerati nonché l'impiego, per il condizionamento, di recipienti che possono indurre in errore sull'origine; d) qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine dei prodotti. OBIETTIVO Sviluppare e promuovere sistemi gastronomici e culturali territoriali. AZIONE 25 Recuperare le ricette della cucina tradizionale italiana per reinterpretarle in una logica di alta cucina. Sviluppare una attività di ricerca sul valore economico, gastronomico, nutrizionale delle cucine regionali e locali. 365 III. DARE SPAZIO ALLA CREATIVITA' NEL MONDO DELL’INFORMAZIONE, DELLE COMUNICAZIONI E DELLA PRODUZIONE DI CONTENUTI SOFTWARE, COMPUTER E ICT OBIETTIVO Favorire la produzione di consulenza informatica sostenendo il modello italiano di adozione creativa legato alle odierne innovazioni informatiche e ICT Oggi in Italia la consulenza nel campo del software ammonta a più di dieci miliardi di euro di valore aggiunto, il cui impatto sul sistema economico nazionale è ad altissima produttività. Per migliorare il processo di informatizzazione delle imprese e delle pubblica amministrazione (e*government), con ricadute positive sull’intera economia, è necessario favorire l’adattamento e personalizzazione di software, sostenendo il settore che fornisce questi servizi. AZIONE 26 Incentivi dal lato della domanda In analogia con la “legge del 2%”, elaborata da Bottai per l'arte contemporanea, finalizzare una percentuale della spesa per opere pubbliche nella all'informatizzazione delle procedure amministrative e di gestione. BRANDING, COMUNICAZIONE E PUBBLICITÀ OBIETTIVO Fare sistema: La relazione pubblico-privato. Regolare il negoziato su norme e regole Da sempre il settore della comunicazione ha una debole interazione con il quadro istituzionale. Competenza cioè considerata storicamente propria del mercato e regolata da normative tecniche specifiche ma meno da politiche pubbliche. In realtà, l’assunzione di responsabilità da parte di Stato e istituzioni come soggetti comunicanti o come soggetti interagenti (il settore del branding pubblico e del marketing territoriale sono due evidenti ambiti applicativi di questo orientamento sinergico) ha aperto da anni una contaminazione culturale e professionale tra ambiti istituzionali e culture professionali della comunicazione. 366 AZIONE 27 Istituire un organo per facilitare la relazione tra competenze istituzionali e imprese nel campo della comunicazione Immaginare uno strumento più strutturato e di relazione tra competenze istituzionali e comparti creativi della comunicazione. In tale raccordo tre specifiche istituzioni andranno adeguatamente coinvolte sollecitando il loro profilo attenzionale a sviluppare iniziativa in questo campo. Si tratta del Consiglio superiore delle Comunicazioni, presso l’omonimo Ministero (soprattutto per il raccordo con i nuovi processi tecnologici della comunicazione) e le due Autorità garanti per le Comunicazioni e per i dati personali (privacy). AZIONE 28 Individuare un luogo-evento per la rappresentazione complessiva dei processi nel settore Il carattere frammentato delle organizzazioni professionali di settore potrebbe essere sollecitato ad una iniziativa di “rappresentazione” del rapporto evolutivo di questi comparti rispetto ai caratteri di un’area di costruzione del valore aggiunto che come si è visto ha una sua non marginale quota nel perimetro complessivo di ciò che è qui definito come “comparto creativo”. Da anni si è posto il problema di un evento per rappresentare l’insieme dei fenomeni connessi a questo dato, ma ancora non si sono date le condizioni per qualcosa di stabile e condiviso. Anche se un’opzione in tal senso deve essere compiuta dai soggetti professionali, lo stimolo istituzionale (che trova cornice nel quadro interpretativo di questo rapporto) potrà giovare. Recenti forum promossi dal mondo degli operatori tesi a costruire una Creativity industry map così come l’avvio delle prime sedute del Consiglio nazionale del design, incardinato a Milano nel corso del 2007 dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali hanno dimostrato il bisogno e il contributo di ambiti di rappresentazione di una cultura professionale per ora in condizioni di esprimere in modo insufficiente e inadeguato non tanto il proprio profilo di performance ma l’apporto che globalmente fornisce alle dinamiche di sviluppo della comunità nazionale. OBIETTIVO Promuovere il Product placement Con l’entrata in vigore della “Legge Urbani sul Cinema” (DLS 28/2004), che include un capitolo riservato al product placement, si è aperta per le aziende la possibilità di inserirsi e di inserire i loro prodotti all'interno delle pellicole cinematografiche di produzione italiana (come è noto il fenomeno del product placement trova da sempre ampio riscontro all’estero, soprattutto nelle produzioni statunitensi, mentre in Italia era stato bandito dal decreto legislativo 74 del 1992 che lo equiparava alla pubblicità occulta. Dal 2004 ad oggi non sembra che questa opportunità sia stata colta in maniera adeguata dalle aziende italiane: sono ancora relativamente pochi, infatti, i casi di produzioni cinematografiche nostrane che hanno beneficiato degli investimenti in questo strumento (le eccezioni sono rappresentate da film come “Natale a Miami”, o “Il mio miglior nemico”, 2005, in cui numerose aziende hanno inserito i loro marchi e i loro prodotti). 367 AZIONE 29 Product placement per le produzioni televisive Il grande limite del Decreto Urbani, però, è quello di non aver legittimato l’inserimento di brand e prodotti all’interno delle produzioni televisive (quasi “dimenticandosi” che, nella logica della long tail, i film approdano comunque all’interno mura domestiche, prima grazie al mercato dell’home video, poi attraverso i canali satellitari e, infine, attraverso le reti televisive tradizionali). In questo senso l’Italia (e l’Europa) è rimasta indietro rispetto a quanto avviene nel resto del mondo (si pensi che il mercato mondiale del product placement in tv è cresciuto del 46% nel 2004, raggiungendo un volume di 1,8 miliardi di dollari e superando quello nel cinema). È solo nel dicembre del 2005 che la Commissione Europea approva uno schema di aggiornamento per la direttiva sulla "Tv senza frontiere" del 1989, che tiene conto dei progressi fatti in questi anni sui linguaggi e sulle tecnologie televisive. In questo schema, il posizionamento dei prodotti sarebbe autorizzato insieme con altre nuove forme di pubblicità, come quella virtuale o interattiva, con l'obbligo però di informare preventivamente i telespettatori. Il passo successivo viene fatto nel maggio del 2007 quando viene siglato l’accordo tra Commissione e Parlamento Europeo sulla direttiva che rinnova le norme sulla televisione che, ammorbidendo le regole sulla pubblicità, consente l’introduzione di prodotti sponsorizzati negli show televisivi e accantona il divieto di inserire product placement nei set televisivi. L’attuazione è prevista per il 2009 ma in Italia se ne è parlato pochissimo, questo perché se questo nuovo strumento rappresenta un’opportunità per le imprese è visto però come una minaccia dalle agenzie di pubblicità che prevedono un’ulteriore frammentazione del budget di comunicazione a discapito dell’advertising classico. OBIETTIVO Ridisegnare il rapporto del settore con l’Università e la formazione I corsi di laurea in scienze della comunicazione (e percorsi affini, quali relazioni pubbliche e pubblicità) hanno avuto radicamento universitario all’inizio degli anni novanta, dopo decenni in cui le professioni fino allora prevalenti del sistema – quella dei giornalisti e quella dei pubblicitari – si facevano spesso vanto di non avere una laurea universitaria ma di concepire la validazione professionale “a bottega”, ovvero nell’esperienza dei luoghi di esercizio della professione. Il contesto professionale, l’incidenza delle nuove tecnologie, la costruzione di un ambito di riferimento disciplinare di tipo mediologico, la straordinaria crescita del rilievo dell’economia immateriale attorno a questo quadro di funzioni e professioni, l’interdipendenza essenziale che si è andata costruendo tra molti settori e quello della comunicazione, questo vasto numero di fattori pone l’alta formazione (universitaria e prost-universitaria) nella condizione di reagire efficacemente alle ironie di chi ancora qualche anno fa criticava la crescita di questo ambito disciplinare vagheggiando il bisogno di “ingegneri” contro il rischio di sviluppo di professioni “effimere”. Approccio che in realtà doveva essere inteso come stimolo a qualificare sempre di più l’offerta formativa nel settore, non dando spazio a offerte deboli e riciclate ma 368 sostenendo invece ambiti di solida competenza e di capacità dimostrata nella ricerca e nell’innovazione legate alla didattica. AZIONE 30 Coordinamento tra istituzioni, imprese e sistemi professionali per migliorare l’offerta formativa e adattarla alle emergenti figure professionali La connessione con il contesto della formazione in cui il fattore qualitativo è al centro di alleanze tra istituzioni, imprese e sistemi professionali è molto importante. Le competenti istituzioni (educazione, lavoro, cultura e soprattutto università e ricerca) hanno compiti di sensibilizzazione nei confronti dell’intero campo della creatività con al centro un “filo rosso” rappresentato dalle scienze della comunicazione, dagli studi sul design, dalle scienze legate al turismo e alla cultura e alla promozione del territorio, dalle scienze legate all’information & communication technology. Sensibilità che deve trovare nel costante ascolto dei sistemi professionali e di impresa la fonte di un continuo aggiornamento dell’offerta formativa che, nel settore, si muove con dinamiche tra le più veloci esistenti nel campo della formazione universitaria. CINEMA OBIETTIVO Aumentare le ricadute del cinema sul territorio Fare in modo che il settore cinematografico e i contenuti cinematografici contribuiscano a innalzare il patrimonio cognitivo del territorio. AZIONE 31 Incentivare l’educazione al cinema Sostenere le sale cinematografiche delle città nell’educazione al cinema per i giovani in età scolare. AZIONE 32 Riconoscere il ruolo culturale e sociale delle sale cinematografiche nelle realtà urbane Aiutare le sale cinematografiche che operano in zone desertificate o in città storiche al fine di mantenere un luogo vivo di programmazione culturale anche in centro città (deterrente rispetto anche alla criminalità urbana) AZIONE 33 Supporto alle film commision per la promozione del territorio * Aiutare le film commission a “vendere” le città e il paesaggio come prodotto di marketing territoriale. * Aiutare le film commission nel ruolo di assistenza alla fruizione del territorio nei confronti delle produzioni che decidono di utilizzarlo AZIONE 34 Supporto alle professionalità del settore audiovisivo 369 Aiutare la nascita di nuove professionalità dell’audiovisivo e la messa in rete di tali professionalità in specifici distretti geografici. OBIETTIVO Intensificare l’uso dei film in televisione Dopo un lungo periodo di programmazione dei film in TV, ora sul piccolo schermo si registra un calo drammatico dei film programmati, decurtando pertanto la produzione cinematografica di un fondamentale introito (il “diritto di antenna”) per il proprio business model. AZIONE 35 Promozione di film in televisione Liberare le televisioni (almeno quelle pubbliche) dalla scacco dell’audience, inserendo film in prime e second time con una linea editoriale precisa, in cui il film non sia solo una “soluzione tampone” di controprogrammazione a qualche evento particolarmente significativo della televisione concorrente. AZIONE 36 Programmazione televisiva finalizzata Programmare trasmissioni che adeguatamente promuovano il cinema italiano e la sua cultura. e costantemente AZIONE 37 Promuovere gli autori italiani Fare da traino alle più importanti uscite cinematografiche dei nostri autori, recuperando le pellicole precedenti e svolgendo l’utilissimo ruolo di educatore al pensiero cinematografico OBIETTIVO Aiutare le professionalità giovanili ad emergere Fare in modo che le giovani professionalità cinematografiche (registi, attori, tecnici, sceneggiatori, montatori, fotografi, costumisti, ecc.) abbiano occasioni per cimentarsi in progetti che incontrano il mercato AZIONE 38 Incentivi finanziari alla produzione cinematografica L’incertezza connessa al mercato cinematografico spesso riassunta nella formula “nobody knows” rende il finanziamento dei giovani autori molto rischioso. Di qui l’utilità finanziamenti agevolati per prodotti filmici opere prime e seconde AZIONE 39 Concorsi Il bando di concorsi per dare riconoscimenti ai migliori talenti delle scuole professionali è un modo per creare un nesso robusto tra scuola e lavoro. AZIONE 40 I festival Premi ai festival più reputati per selezionare i talenti e qualificare la domanda attraverso contesti competitivi internazionali. 370 EDITORIA LIBRARIA, RADIO E TELEVISIONE OBIETTIVO Una editoria libraria italiana competitiva sul mercato interno e internazionale offrendo pubblicazioni multilingue Le pubblicazioni in lingua italiana sono necessariamente limitate, in termini di lettori e di vendite, dalla diffusione della nostra lingua. Un modo per superare l'ostacolo linguistico è quello di pubblicare nelle lingue più diffuse (inglese, spagnolo, francese) per penetrare in nuovi mercati. AZIONE 41 Incentivi alla traduzione Mediante incentivi alla traduzione è possibile che la casa editrice si fa direttamente carico della traduzione dell’opera in altre lingue. Questo permettere una maggiore diffusione delle opere di autori italiani tra comunità di lingua straniera in Italia e all’estero. Allo stesso tempo, la traduzione offre alle case editrici uno stimolo per la selezione di autori di lingua straniera residenti in Italia. Promuovere la traduzione e la promozione in lingue straniere di testi brevi (racconti, poesie, saggi) di autori italiani, per la pubblicazione in riviste letterarie e di lettura destinata al pubblico colto, un format di grande influenza nel mondo culturale soprattutto statunitense e pressoché assente in Italia AZIONE 42 Attivare, d'intesa con sindacati e associazioni di categoria, uno o più centri di formazione per la filiera del libro. AZIONE 43 Promuovere attraverso incentivi di ordine finanziario, giuridico, promozionale, la formazione di consorzi tra editori di medie dimensioni, al fine di fare crescere la dimensione media d'impresa AZIONE 44 Favorire lo sviluppo di premi letterari di livello e fama nazionale, con oggettivo effetto calmierante verso il proliferare eccessivo di premi a carattere locale OBIETTIVO Governare il settore radio e televisivo AZIONE 45 Regolamentare la compravendita delle frequenze radiofoniche e televisive tenendo conto 371 -che si tratta di un bene per sua natura pubblico, i cui detentori non sono quindi proprietari ma concessionari -che la frequenza è concessa per un preciso servizio, definito dalla legge del 1990; coloro che detengono le frequenze senza una programmazione radiofonica o televisiva regolare, o con una programmazione non rispondente ai criteri di legge (ad esempio, senza programmi d'informazione appositamente prodotti), possono vedersi revocata la licenza AZIONE 46 Stimolare la nascita di una promozione radiofonica indipendente, sia da parte di aziende specializzate sia da parte di consorzi tra emittenti, con incentivi alla progettazione e alla promozione di programmi dalle caratteristiche innovative AZIONE 47 Regolamentare il mercato della produzione televisiva indipendente, attraverso il sostegno pubblico alla progettazione e alla produzione di “piloti” sia per serie di fiction, sia per serie documentaristiche, sostegno che verrà attribuito sulla base di valutazioni di qualità dei progetti da parte di commissioni costituite con rigorosi criteri di qualità (formate ad esempio da critici e docenti a esclusione di funzionari del settore, produttori e altri soggetti in potenziale conflitto d'interesse) AZIONE 48 Dedicare parte dei proventi del canone e/o dei ricavati di eventuali aste di frequenze alla produzione, promozione e messa in onda, sulle reti RAI e anche su reti private sulla base di apposite convenzioni, di programmi innovativi e sperimentali AZIONE 49 Promuovere con i paesi dell'area latina una rete televisiva di qualità dedicata alla reciproca conoscenza culturale e alla produzione e circolazione di prodotti innovativi OBIETTIVO Stimolare la lettura creativa per avvicinare i giovani alle lettere Si tratta di una modalità di lettura che Giuliano Soria fondatore del Premio Grinzane-Cavour definisce “semplicemente, come loisir, come piacere.” La sua realizzazione, richiede la messa in opera di un sistema istituzionale radicato sul territorio. AZIONE 50 Lettura Creativa Uso delle istituzioni letterarie quali premi ed eventi per riavvicinare i giovani alla lettura creatrice. Ad esempio il Premio Grinzane Cavour nel suoi primi 27 anni di vita ha coinvolto 300000 giovani nelle iniziative, 85000 372 partecipanti ai concorsi, oltre 3000 scuole hanno aderito alle iniziative, 250 giurie scolastiche. IV. VALORIZZARE IL PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO ARCHITETTURA OBIETTIVO Sostenere il potenziale creativo delle giovani generazioni di architetti In Italia ci sono molti studi di architettura giovani, il 49% degli architetti iscritti alla cassa di previdenza Inarcassa ha meno di 40 anni, ben 22.416 il 22% ha meno di 36 anni, che vivono oggi la fase di avvio della professione, investendo energie, talento e denaro. Misure di valorizzazione di questo potenziale creativo e di rimozione di blocchi e ostacoli che costringono a ripiegare su soluzioni consolidate, consentono loro di non abbandonare la strada della ricerca, incoraggiandoli e motivandoli a lavorare sulla sperimentazione e innovazione. Azione 51 Promuovere l’uso del concorso di architettura da parte delle Amministrazioni pubbliche ponendo particolare attenzione alla effettiva realizzazione delle opere Dopo anni di stasi i concorsi di idee e progettazione stanno aumentando notevolmente ampliando la possibilità per i giovani architetti di inserirsi nel mercato a seguito di competizione e farsi conoscere per la qualità dei progetti ma troppo spesso i progetti vincitori non vengono realizzati. La concreta realizzazione delle opere premia chi ha investito nella ricerca e consente agli studi emergenti di crescere e reinvestire nella strada dell’innovazione. Azione 52 Incentivare un clima culturalmente vivace e stimolante che crei nuove opportunità per la giovane architettura Le opere di architettura nascono per iniziativa di committenti, pubblici o privati. Le attività di promozione di architettura contemporanea di qualità, le realizzazioni eccellenti, il dibattito pubblico sui nuovi interventi agiscono sulla cultura della committenza potenziale e sulla sua propensione ad accettare le novità. Fanno parte di questo genere di azioni le mostre, le biennali di architettura e gli Expo, i premi di progettazione e quelli alla committenza illuminata, i 373 convegni e gli incontri con architetti contemporanei in luoghi aperti ai non specialisti, lo svolgimento di attività didattica nelle scuole. Azione 53 Promuovere in sede UNESCO la candidatura di un sito italiano di architettura moderna La candidatura alla lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO di un sito italiano di architettura moderna o contemporanea pu costituire una importante azione a livello nazionale ed internazionale per sensibilizzare la cultura della committenza. OBIETTIVO Supportare l’internazionalizzazione degli architetti italiani Gli architetti italiani partecipano con difficoltà a gare e concorsi internazionali, per carenza di informazione, barriere linguistiche, difficoltà di comprensione dei contesti normativi locali. Un architetto italiano che vinca un importante concorso internazionale con un progetto innovativo e di qualità pu contribuire a migliorare la reputazione complessiva dell’Italia. La realizzazione di opere fuori dai confini nazionali concertata in un ottica di sistema architetto*impresa pu trainare imprese italiane del settore per inserirsi in nuovi mercati. Azione 54 Costituire “teste di ponte” nelle realtà più dinamiche nel settore Il Ministero del Commercio Estero oggi non fornisce supporto agli architetti per la partecipazione a concorsi internazionali in quanto non sono considerati vera e propria impresa. Un grosso supporto potrebbe venire dalla costituzione di strutture di riferimento che possano realizzare studi di settore aggiornati, fornire supporto locale per la realizzazione delle opere aggiudicate, connettere e integrare diversi operatori italiani, informare tempestivamente sulle opportunità. OBIETTIVO Supportare la ricerca e l’innovazione applicate Esiste una innegabile relazione fra dimensione dell’impresa, investimento in ricerca e sviluppo e quindi innovazione e competitività e il modello diffuso italiano non agevola il dialogo fra ricerca e produzione di nuovi materiali e sistemi costruttivi e di soluzioni innovative in architettura, che in altri paesi europei danno luogo ad un consistente deposito di brevetti. Non si modifica in poco tempo questo modello ma si possono adottare accorgimenti per creare un terreno più favorevole e concentrare le energie in settori strategici. Azione 55 Concentrare la ricerca in centri di eccellenza di riferimento Il modello italiano diffuso non consente agli studi investimenti in ricerca e innovazione. Occorre promuovere la creazione e suppportare centri di eccellenza dove concentrare ricerca e sperimentazione interdisciplinare applicate al settore, orientati allo sviluppo di soluzioni innovative orientate al 374 mercato sul modello dell’ex Interaction Design di Ivrea. Non luoghi chiusi ma concepiti in modo che possano affiancare gli architetti in fase di progettazione di opere complesse e impegnative, un riferimento ai quali il professionista possa rivolgersi per esigenze di ricerca mirata. Azione 56 Identificare e supportare i settori strategici italiani Se e’ vero che la dimensione di impresa italiana rende difficile raggiungere la massa critica per competere sul piano globale nel settore delle nuove costruzioni e’ anche vero che ci sono ambiti dove abbiamo maturato un know*how che ci fornisce una base di conoscenze tali da poter contribuire fortemente alla ricerca e innovazione globale, come ad esempio nel settore tradizionale del restauro o nel terreno innovativo del rapporto fra recupero dell’architettura storica e risparmio energetico. IL PATRIMONIO CULTURALE OBIETTIVO Aumentare la domanda e il sostegno al patrimonio culturale AZIONE 57 Contribuzione volontaria e gratuità di accesso. Una fase sperimentale Un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella fruizione del proprio patrimonio storico e artistico. Sperimentare il finanziamento attraverso contribuzione volontaria e libertà di accesso in un campione di musei. Monitorare i risultati in termini di aumento di domanda, di presenza di nuovi visitatori, di durata della visita, del consumo di servizi accessori. Incoraggiare la partecipazione attraverso un sistema che finalizzi le donazioni monetarie. Istituire un ufficio per l’offerta volontaria. Incrementare il volontariato, deregolamentare e desindacalizzare. AZIONE 58 Finalizzare le donazioni private, attualmente erogabili solo al ministero in quanto tale, con l’istituzione di un ufficio di accoglienza. OBIETTIVO Sviluppare e migliorare l’offerta per il turismo culturale Per aumentare la domanda di turismo culturale sono necessarie misure volte a potenziare l’informazione sui siti del patrimonio culturale, migliorare la qualità della visita ai siti e dei servizi connessi alle visite. Inoltre, in caso di eventi culturali temporanei, l’insufficiente lasso di tempo tra comunicazione e realizzazione di un evento è oggi uno dei maggiori ostacoli nella promozione degli eventi culturali italiani all’estero. 375 AZIONE 59 Promozione dei siti minori e miglioramento della fruibilità dei siti e musei maggiori E’ necessaria la definizione di una segnaletica urbana/territoriale di qualità e integrata tra patrimonio “maggiore” e siti “minori” in grado di contribuire alla promozione del patrimonio minore e, nelle grandi città d’arte, alla redistribuzione dei flussi. * Migliorare la gestione dei flussi nei “grandi attrattori” sia tramite adeguate politiche di discriminazione di prezzo (non solo a seconda delle caratteristiche dei visitatori ma anche tenendo conto delle fasce orarie) sia con una segnaletica interna (es. percorsi brevi “turistici”, percorsi approfonditi, percorsi tematici ecc.). * Definire standard di qualità e ampliamento dei servizi presenti nei musei. AZIONE 60 Interazione tra l’organizzazione di eventi culturali e tour operator Incentivare la programmazione e comunicazione degli eventi culturali che metta i tour operator nella condizione di organizzare e vendere pacchetti, in Italia e all’estero, contenenti tali eventi (circa con un anno di anticipo). L’insufficiente lasso di tempo tra comunicazione e realizzazione di un evento è oggi uno dei maggiori ostacoli nella promozione degli eventi culturali italiani all’estero. OBIETTIVO Accrescere l’offerta e migliorare la qualità delle esposizioni temporanee AZIONE 61 Armonizzare i calendari delle mostre. Incentivare i musei a una programmazione di lungo periodo. Promuovere l’allestimento e ideazione di esposizioni temporanee. Promuovere all’estero l’esposizione di oggetti d’arte e collezioni italiane OBIETTIVO Migliorare la promozione del patrimonio archeologico Il patrimonio archeologico rappresenta uno degli elementi maggiormente distintivi dell’offerta culturale italiana. Tuttavia, a fronte di alcuni grandi siti con grande visibilità * Pompei con 2,6 milioni di visitatori o il Colosseo con oltre 4 * la stragrande maggioranza dei siti archeologici italiani presenta flussi di visitatori molto limitati. Tra i primi dieci siti archeologici più visitati come Paestum, Ercolano, Ostia e Sirmione, solo Paestum supera i 300.000 visitatori l’anno: ciò contrasta in parte con il grande interesse riscontrato per l’archeologia in occasione di grandi mostre dedicate a questa tipologia di patrimonio. AZIONE 62 Istituzione della Settimana dell’Archeologia 376 Istituire una settimana in cui l’ingresso ai siti archeologici sia gratuito. MUSICA E SPETTACOLO DAL VIVO OBIETTIVO Potenziare l’autonomia progettuale e l’imprenditorialità Il settore dello spettacolo dal vivo attraversa una lunga fase di transizione caratterizzata dal progressivo arricchimento tecnologico sul piano produttivo e distributivo, dall’accrescimento del grado di interdisciplinarietà sul piano linguistico e creativo, da inedite aspettative di un pubblico più vasto e diversificato che in passato. Sostenerne le dinamiche contribuisce a facilitare l’acquisizione di autonomia progettuale e di responsabilità imprenditoriale purché si abbandoni progressivamente l’attuale meccanismo di finanziamento, del tutto privo di efficaci incentivi, e si identifichino obiettivi, criteri e meccanismi dell’azione pubblica di sostegno in modo coerente ed efficace. Azione 63 Ridisegnare la struttura istituzionale del settore dello spettacolo dal vivo E’ necessario ridisegnare la struttura istituzionale del settore dello spettacolo, caratterizzata da una tassonomia rigida di categorie. Questa da una parte impedisce l’indispensabile flessibilità progettuale, condannando le organizzazioni a produrre secondo protocolli prefissati e formalistici; dall’altra agisce come ostacolo nei confronti dell’ingresso di nuove organizzazioni nel mercato di prima grandezza, facendo mancare un efficace stimolo alla crescita, alla diffusione e al consolidamento della creatività. Eliminare le etichette formali e spostare il peso del finanziamento dall’organizzazione all’attività può superare molti dei vincoli attuali, liberando energie creative e gestionali in un settore tuttora zavorrato da regole e prassi obsolete. Azione 64 Ripensare i criteri e meccanismi del finanziamento pubblico E’ necessario ripensare criteri e meccanismi del finanziamento pubblico, alla luce di alcuni semplici principi: * l’azione statale deve essere combinata, quanto agli obiettivi e ai meccanismi del finanziamento dello spettacolo dal vivo, con le azioni perseguite dalle regioni e dagli enti locali, in modo da evitare duplicazioni e sovrapposizioni che hanno l’effetto di allargare il gap tra organizzazioni forti e deboli; * tra gli obiettivi dell’azione statale un ruolo fondamentale deve essere ricoperto dall’innovazione e dalla sperimentazione, indirizzando una proporzione rilevante della regolamentazione e del finanziamento del settore a festival, nuove produzioni, commissioni di lavori originali, prime assolute, scambi internazionali, forme interdisciplinari di creazione e produzione artistica, diversificazione del repertorio; * esplicito favore deve essere riservato a progetti e iniziative che “restituiscano” lo spettacolo dal vivo al proprio territorio di appartenenza, attraverso la collaborazione con università, enti di ricerca, associazioni 377 culturali, conservatori e accademie, organizzazioni nonprofit e altri gruppi formali o informali che svolgono attività culturale; * incentivi specifici vanno indirizzati alle connessioni tra le attività di spettacolo dal vivo e l’economia del territorio, con particolare attenzione alle imprese produttive e commerciali che occupano settori contigui (turismo, editoria, informatica, audiovisivo, etc.) ma nell’ambito di uno spettro ampio di relazioni con l’intero tessuto economico. OBIETTIVO Produzione e distribuzione più attenta ai cambiamenti sociali La prassi produttiva e distributiva dello spettacolo dal vivo, tuttora basata su una concezione ottocentesca della società e della sua gerarchia dei valori, deve essere impostata in modo da recuperare l’interesse, l’attrazione e la partecipazione di una fascia ampia, crescente e sempre più diversificata della società. Incidere sui percorsi formativi * tanto specifici quanto generali * può contribuire in misura molto rilevante all’instaurazione di un rapporto di normalità e quotidianità tra spettacolo dal vivo e vita della comunità territoriale, coerentemente con la gerarchia dei valori della società della conoscenza. Azione 65 Potenziare la formazione all’interno delle scuole artistica, musicale e coreutica E’ necessario ridisegnare i curricula formativi della scuola dell’obbligo e dell’istruzione superiore inserendovi una componente sostanziale dedicata allo studio, alla pratica e all’analisi della musica, del canto, della prosa e della danza, anche incentivando specificamente l’esecuzione pubblica individuale e in gruppo, e incentivando la costituzione di formazioni stabili per l’esecuzione musicale, teatrale e coreutica. Lo studio e la prassi vanno completati con un programma di tirocini da realizzare alla fine dei percorsi formativi obbligatori presso istituzioni operanti nel settore dello spettacolo dal vivo (teatri d’opera, teatri di prosa, orchestre sinfoniche e associazioni concertistiche, industrie dell’audiovisivo, compagnie di danza). Azione 66 Ridisegnare il ruolo e la funzione dei conservatori di musica E’ necessario completare il processo di trasformazione dei conservatori di musica in istituzioni di alta formazione realmente equipollenti rispetto all’università, e al tempo stesso attivare un simile processo per accademie di arte drammatica e di danza; nei confronti di tali strutture è indispensabile creare un “vivaio” studentesco orientato alla specializzazione nel campo dello spettacolo dal vivo, attraverso scuole medie e licei che garantiscano l’acquisizione di solide competenze di base nelle diverse discipline. Infine, l’inserimento di discipline legate allo spettacolo dal vivo deve essere consentito a tutti i corsi universitari, includendole quanto meno nell’ambito degli insegnamenti opzionali a libera scelta. 378 Arte contemporanea OBIETTIVO Usare positivamente la leva fiscale per sostenere l'arte contemporanea Azione 67 Abbattere l'iva sulla compravendita delle opere d'arte al 4 per cento. Azione 68 Rendere fiscalmente deducibile l'adozione di un museo appartenente ad una lista predeterminata: un piano di donazione di almeno tre anni per una cifra minima prefissata OBIETTIVO Creare domanda per l’arte contemporanea Azione 69 Rimettere in funzione la cosiddetta "Legge Bottai del 2%". Oggi portata al 3%, gestita da ARCUS, Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo S.p.A., limitata negli obiettivi appare inadeguata a sostenere la domanda d'arte. Azione 70 Creare un fondo di 'creative capital' sostenuto dal MIBAC, dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero delle Politiche Giovanili e invitando a farne parte i maggiori gruppi bancari del paese. Il fondo destina una somma annuale determinata sulla base delle disponibilità al sostegno di progetti artistici e creativi sulla base di una rigorosa peer review condotta da esperti internazionali, con quote riservate a categorie particolari (giovani artisti under 35, artisti con una carriera significativa, associazioni non profit, ecc.) la/le categorie di destinatari potrebbero cambiare anche annualmente secondo un calendario prefissato. Azione 71 Creare un fondo di sostegno alla partecipazione degli artisti italiani a mostre e residenze internazionali di rilievo. nel momento in cui l'artista ricerve un invito importante (partecipazione ad una biennale, mostra personale o collettiva in un museo importante o in uno spazio di ricerca qualificato) riceve dal fondo un grant da desitnarsi alla produzione dei lavori, alla pubblicazione di un catalogo, ecc. AZIONE 72 Assistere i giovani artisti delle arti visive italiani con iniziative sistematiche. In particolare riconoscere la scarsa utilità di esposizioni “one shot” con presenza irrilevante ed effimera dell’artista al “vernissage”. Aiutare invece progetti articolati in base ai quali si programmino su un determinato periodo di tempo, ad esempio almeno sei mesi, diverse attività di promozione, quali 379 una mostra, una tavola rotonda con i critici e curatori locali, recensioni e monografie in inglese, sviluppo delle relazioni dell’artista con la società locale, quali incontri e seminari sull’arte, artist talk nel quale l’artista o gli artisti coinvolti discutono con il pubblico, e iniziative comuni con altri artisti e contatti con il mondo accademico. Questo dovrebbe essere, ad esempio, l’orientamento delle istituzioni italiane all’estero, come gli Istituti Italiani di Cultura. Un programma di medio periodo può essere di reale sostegno alla creazione della reputazione internazionale di un giovane artista. Un programma di brevissimo respiro rischia il fallimento. 380