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tra abbracci e maschere
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 Periodico gratuito di informazione sulle eccellenze delle Marche tra mare, territorio e cultura 02 002 N C O N A • M A 07 PAGINA Questo Carnevale dolce e colorato San Valentino, ecco le bisbetiche domate Il parka, un'icona venuta da lontano Zeppole, cicerchiate e castagnole, tanti gustosi modi per declinare la festa... Tanti appuntamenti tra prosa e musica con Vecchioni, Brian May, Ferilli, Brilli e Piccolo... Furono gli inuit i primi ad indossarlo. Nel 2003 Kate Moss lo ha rilanciato... 04 ANNO A PAGINA 08/09 PAGINA 10 PAGINA PAGINA Benvenuto Stracca celebre giurista Marina Dorica Gli eventi del 2016 Fu il padre del diritto marittimo e commerciale. Ancona l'ha dimenticato... Una pagina dedicata a tutte le manifestazioni sportive che si terranno nel porto turistico... R C H E • A D R I A T I C O Il mese breve tra Foto di Corrado Maggi / www.corradomaggi.it abbracci e maschere F ebbraio corto e amaro, recita un antico adagio. Ma se dal punto di vista meteo può essere vero, è vero pure che questo mese breve ci riserva dolci consolazioni. Tra San Valentino e Carnevale, baci alla nocciola e castagnole, i giorni freddi si scaldano di feste. Chi si mette in maschera e celebra i riti pagani e chi, con l’altra metà della mela, si scambia regali ed abbracci. Per la nostra copertina abbiamo scelto appunto un abbraccio. Una bella foto di Corrado Maggi, che ha vinto anche un premio. Un’immagine che dice, ma suggerisce anche molto. Il mare, l’amore, la passione di chi quel mare lo attraversa, per respirarne l’odore e condividerne la vita. Un bianco e nero che ha però tanto colore dentro, che ci suggerisce, e pare di sentirli, le frasi che i due ragazzi si scambiano davanti a quella distesa azzurra, coprendo il rumore della risacca. L’autore doveva cogliere il rapporto stretto della città con l’Adriatico, e mentre scendeva dallo stradello del Passetto ha fermato l’istante di questi Innamorati del mare. m.r. • 02 LA FESTA PIù DOLCE NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Da giallozafferano.it I consigli in cucina Arancini o limoncini protagonisti Alcuni suggerimenti utili per prepararli a casa I Immancabili protagonisti del Carnevale, gli 'arancini' o limoncini. La ricetta ce la suggerisce il sito Giallo Zafferano. Ecco gli ingredienti: 2 uova, 50 gr di burro, 250 ml di latte, 600 gr di farina, 25 gr di lievito di birra, la buccia grattugiata di 3 arance, 260 gr di zucchero, olio di arachide per friggere. Mescolate 200 gr di zucchero con la buccia grattugiata delle tre arance, intiepidite il latte e scioglieteci il lievito di birra. Disponete la farina a fontana e preparate la pasta aggiungendo i rimanenti 60 gr di zucchero, le uova, il latte con il lievito sciolto e il burro ammorbidito. Impastate, formate una palla e mettetela in un recipiente infarinato a lievitare per due ore coprendolo con un panno. Stendete la pasta con un mattarello ad uno spessore di circa mezzo centimetro e coprite la sfoglia con il mix di scorza grattugiata e zucchero, poi arrotolatela in modo molto stretto. Tagliate a fettine di circa 1 cm e lasciatele riposare per mezz’ora. Friggete in abbondante olio caldo e scolateli su carta paglia o carta da pane (per evitare che si attacchino alla carta assorbente classica). Per renderli più leggeri si possono anche cuocere in forno a 180° per 20 minuti anziché ta.fre. friggerli. • PERIODICO DI INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Marina Roscani PROGETTO GRAFICO Sergio Giantomassi IMPAGINAZIONE Icselle Design Studio S.a.s EDITORE Cristina Cognini ANNO 002 STAMPA Gruppo Manservigi Registrazione presso il Tribunale di Ancona N. 3638/2015 RCC del 28 agosto 2015 Per informazioni commerciali Cristina Cognini Cell. 392.2049761 [email protected] Zeppole, cicerchiata e castagnole: tanti gustosi modi di scherzare Questo dolce e pazzo Carnevale Ogni città una tradizione e una ricetta da declinare in viaggio sul carrozzone della festa golosa di Talita Frezzi U n'antica superstizione del Maceratese dice che se un estraneo entra in cucina mentre si preparano gli scroccafusi - o 'strummeri' come li chiamano ad Arquata del Tronto o 'cecetti' a Osimo - allora i dolci non verranno buoni. Ed è festa (e ci si maschera) almeno finchè sulle nostre tavole compaiono le gustosissime castagnole, vuote o ripiene di crema pasticcera, spolverate di zucchero o bagnate con alchermes, perchè secondo un vecchio detto popolare “finito Carnevale, finito amore, finito di mangiare le castagnole”. Zona che vai, ricetta che trovi. Ma ovunque, nelle Marche, la festa inizia a tavola: dimmi dove vivi e ti dirò cosa cucinare, senza scherzi. Nelle Marche non è davvero Carnevale senza i tradizionalissimi 'scroccafusi', delle palline di pasta croccanti e spolverate di zucchero poi bagnate con alchermes. Una ricetta dalle radici antiche e legate al mondo rurale del Maceratese. Si parla sempre di palline - ma minuscole e tenute insieme da una colata di miele bollente - quando in tavola si erge regina indiscussa la 'cicerchiata', dolce arricchito da mandorle tritate e abbrustolite, pinoli o noccioline, tipico dell'Anconetano. In alcune zone delle Marche viene preparata la versione al cioccolato e il suo nome deriva da 'cicerchia' il famoso legume presidio slow food della nostra regione, di cui ricorda la forma. Tipicamente jesine le 'castagnole', tonde e simbolo di allegria. Nel primo quarto del secolo scorso durante i veglioni danzanti, nei teatri e nelle sale dei circoli ricreativi, ogni famiglia portava la sua scorta di castagnole per un tradizionale scambio di auguri e dolci a mezzanotte. Stessa dolcezza ma forma diversa: tonde a Jesi, allungata nel Pesarese e piccole e tonde come bignè nell'Ascolano. Di antica origine romana, le 'sfrappe' attingono alla tradizione della frictilia, i dolci fritti preparati nel periodo dell'odierno Carnevale. Ma la festa più bizzarra e colorata dell'anno è anche all'insegna delle 'ciambelline fritte di patate', delle 'bombe di Carnevale' alla marmellata, crema o cioccolato; dei 'ravioli di castagne' tipici del Piceno. • Scroccafusi, strummeri o cecetti: tre nomi per una preparazione segreta, come vuole la superstizione 03 L'IDIOMA CHE CAMBIA NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Con le influenze di mass media, web e inglese, la lingua si è evoluta, ma niente catastrofismi Sempre caro ci fu questo italiano jobs act, shopping, selfie tante le parole straniere entrate nell’uso comune basta non abusarne PROF. GIANLUCA FRENGUELLI di Alessandra Bruno L a lingua italiana è la quarta più studiata al mondo e da Dante a Galileo, da Leopardi a Fellini, è la specifica forma con cui si articolano il nostro pensiero e la nostra creatività. Per questo è bene preservare quel patrimonio di bellezza, cultura, storia e idee che lì sono custodite. «Una questione che impazza negli ultimi anni è: in che direzione sta andando la lingua italiana?», spiega il docente di linguistica di Unimc, Gianluca Frenguelli. «Su questo argomento - prosegue- si sono espresse le opinioni più diverse: si va dai catastrofisti, che descrivono una lingua in rapido declino, impoverita e assoggettata all’inglese, agli entusiasti del cambiamento, che plaudono a una lingua moderna. Da più parti si parla di italiano imbarbarito, di italiano semplificato, di essemmessiano, di italiano 2.0, e chi più ne ha più ne metta. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo: tutte le lingue vive cambiano, si evolvono per adattarsi ai tempi e ai cambiamenti sociali, culturali e tecnologici. I linguisti parlano di deriva, termine che in sé non ha nulla di catastrofico. Se si guarda al passato e si analizza la nostra lingua con un atteggiamento distaccato, senza affrettarsi a trarre conclusioni spicciole ci si rende conto di un fatto: la rovina dell’italiano, preconizzata già a partire dal Settecento da illustri grammatici non è an- cora avvenuta». Un sospiro di sollievo. «È però vera una cosa - sottolinea il professore - rimasto immobile per diversi anni, l’italiano, dal momento in cui da lingua letteraria è divenuto la lingua parlata, ha conosciuto un periodo di evidente evoluzione. Sono poi arrivati la globalizzazione, internet e i nuovi media, e questa evoluzione si è fatta via via più frenetica. Venuto meno il modello letterario, i parlanti hanno cercato nuovi modelli di lingua nei mass media, primo fra tutti la televisione». C’è un altro “complice”: «Un elemento di forte contaminazione - sottolinea Fren- Se si conosce a fondo l’italiano non servono vocaboli inglesi e espressioni preconfezionate guelli - è rappresentato dalla lingua inglese, il cui uso, ha investito tutti gli ambiti della comunicazione sia quotidiana sia professionale, ed è penetrato in quei luoghi dai quali fino a pochi anni fa era escluso. Come, ad esempio, nei dipartimenti di studi umanistici dell’università, dove sempre più spesso si sente parlare di management didattico, di mission e, ahinoi, di customer satisfaction. In sostanza, a vari livelli si assiste a un uso ostentato dell’inglese, che ha molto di provinciale. E quando l’uso diventa abuso, allora si crea un problema. Purtroppo, il difetto è nel manico: per primi, il nostro Governo e i nostri politici sciorinano anglismi a tutto spiano, a partire da Premier che ha ormai totalmente soppiantato Presidente del Consiglio, passando per il Welfare, per la Spending review, per il Jobs act e la Social Card. Così le nostre attività quotidiane devono fare i conti con l’inglese: basta uscire a fare compere - pardon: shopping per trovare qui un outlet, lì un temporary shop. Non c’è da stupirsi se i giovani, ridefinendo le frontiere del dialogo, chattino dai loro telefoni, picturino o si facciano selfies, taggando su Facebook o su altri social, oppure Whatsuppino con i loro smartphones, riempiendo i loro messaggi con varie emoj. C’è modo di porre un freno a tutto ciò? Il compito spetterebbe alla scuola, che riveste, oggi più che mai, un ruolo nodale nell’educazione linguistica. Se si conosce a fondo la ricchezza della nostra lingua, non si ha bisogno di ricorrere a vocaboli inglesi e a espressioni preconfezionate». • 04 FATTI & PERSONAGGI NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA BENVENUTO STRACCA Sono stato un giurista Anzi esatto sarebbe definirmi giureconsulto ma non vorrei apparire troppo esigente A destra un'incisione che rappresenta la città di Ancona ai tempi di Benvenuto Stracca A sinistra una delle sue opere Sotto lo stemma della famiglia Per primo estrapolò dal diritto privato le norme legate alla mercatura e ne fece un famoso trattato di Claudio Desideri B È considerato nel mondo il padre del diritto commerciale e di quello marittimo, ma pochi anconetani lo sanno Giurista. Anzi esatto sarebbe definirmi giureconsulto, ma non vorrei apparire troppo esigente. Già i miei concittadini mi hanno completamente dimenticato, non vorrei divenire anche antipatico. Lei infatti è considerato in tutto il mondo il padre del diritto commerciale e marittimo, ma pochi anconetani lo sanno. Si è così. Per primo ho estrapolato dal diritto privato quelle norme legate alla mercatura e ne ho fatto un trattato: "De Mercatura sive de Mercatore". Lo pubblicai nel 1553. Non era la mia prima opera, avevo già scritto altri trattati di diritto, la mia passione. Allora avevo 56 anni. Perché questa passione? La mia era una famiglia di commercianti e uomini di legge. Originaria di Foligno si era trasferita ad Ancona da più generazioni e rapidamente si era affermata nel commercio, nel notariato e nella vita pubblica. Nacqui da Anton Giacomo, notaio e nobile commerciante, nel 1509, nella nostra residenza di Piazza Stracca, allora si chiamava della Farina, di fronte al Palazzo degli Anziani. Oggi non è rimasto nulla di quella casa. La guerra e l'incuria l'hanno cancellata, come la scritta che avevo inciso nella finestra del mio studio: "urna vitalis". Anche la tomba della mia famiglia, a San Francesco alle Scale, dove ero sepolto è scomparsa durante le vicende edilizie conseguenti all'espropriazione postunitaria di questa bellissima chiesa che è stata anche caserma e ospedale. Le mie ossa sono finite in un ossario comune. Di lei non abbiamo ritratti, bassorilievi o lapidi. Solo i documenti pubblici e i libri testimoniano la sua esistenza. Come se il destino avesse voluto avvolgermi con un velo. Eppure ai miei tempi ero un uomo molto importante. Mi ero laureato a Bologna, durante il periodo in cui la mia famiglia era esule in quella città, dopo che Ancona era stata sottomessa al papato nel 1532. Tornato nel 1538 fui ammesso all'attività forense l'anno seguente. Avvocato, uomo di governo ero spesso a Roma come rappresentante degli interessi anconetani che ho sempre portato avanti con spirito laico. Forse è scomparso dalla memoria degli anconetani perché di lei non è rimasto quasi niente? Probabilmente è così. Ma resta la mia opera ancora oggi oggetto di studio in tutto il mondo, nelle università dove si formano gli agenti e gli assicuratori marittimi. Nel XVI secolo altri giuristi si erano dedicati alla realizzazione di trattati di diritto ma nessuno aveva ancora pensato a fare una sintesi per le norme sull'attività dei mercanti e del commercio. Vede prima della mia opera le con- envenuto Stracca, nobile signore, governatore, mercante, avvocato, giurista. Benvenuto quale di questi •titoliMesser le è più appropriato? • • • Benvenuto Stracca “Ma la mia città mi ha dimenticato” • troversie di carattere mercantile erano regolate dal diritto comune. I mercanti non erano visti di buon occhio per la loro attività che li vedeva arricchiti in un mondo ancora governato dalla nobiltà di origine feudale, dove la Chiesa voleva imporre anche nella giustizia il pensiero evangelico. I miei trattati, potremmo dire, sdoganarono la figura del commerciante per portarlo all'onore del mondo come professione importante è legittima. Riuscì a convincere i giuristi del tempo sulla serietà della mercatura che non era solo traffico, a volte illecito, prestito e usura, guadagno ad ogni costo. De Mercatura ebbe successo? Se fosse stato pubblicato oggi, sarebbe un best seller. Talmente richiesto da essere stampato assiduamente per tutto il secolo XVI. Ricercato da giuristi, avvocati, magistrati ma anche dai mercanti per i quali era stato realizzato un formato portatile per averlo sempre con se comodamente nella propria borsa. Dopo questa mia opera tanti altri giuristi mi seguirono in questo percorso per costruire il diritto com- • merciale internazionale di oggi. Amava la sua città natale? Moltissimo. Anconitano seguiva il mio nome nei frontespizi delle mie opere. E Ancona, ho inserito spesso nel formulare esempi esplicativi di norme, come il caso di un incidente notturno causato da illuminazioni non riconoscibili di barche dedite alla pesca del polipo sotto il colle Guasco. O altri ancora, dove i nomi presi ad esempio erano quelli delle famiglie nobili anconetane. So che ad Ancona oltre alla piazza hanno intitolato a mio nome anche un istituto superiore è una sala della Camera di commercio. Pochi sanno che quando ero in vita, nel 1550, cercai di istituire la prima università anconetana di giurisprudenza. Nel 1562 Pio IV concesse il Collegio dei dottori, ma con la mia scomparsa, nel 1578, il mio progetto svanì nel nulla. La città non era ancora pronta, scollegata alla vita universitaria e alle sue grandi potenzialità. Spero che oggi qualcosa sia cambiato. • • NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 05 GIOCATTOLI IN MOSTRA PAGINA Bambole, teatrini, dondoli dal '700 al primo dopoguerra: benvenuti al museo del bambino Il fascino degli antichi balocchi Un antenato dei moderni flipper Oltre 2000 giocattoli e pezzi originali nella suggestiva collezione della famiglia PREVETTI GABRIELE OGIVA PROPRIETARIO di Talita Frezzi La vera chicca è una pupa di cera del 1800 uguale a quella donata dalla regina Vittoria a Edoardo VII° L e bambole col volto di cera scrutano i visitatori, mentre ogni passo è come un salto all'indietro in un mondo magico, antico, appartenente più ai nostri nonni e al ricordo lontano della loro infanzia che alla nostra epoca troppo moderna e fatta di sogni di byte. Siamo all'interno del suggestivo “Museo del giocattolo e del bambino Musam&co”, in vicolo Bonarelli, vicino al Palazzo del Governo. Dal novembre scorso qui abita la fantasia e si rifugia il ricordo di quando i giochi erano più semplici ma capaci di evocare la fantasia. Pezzi unici, i più antichi del '700 e i più recenti del primo dopoguerra. Un museo che è espressione della sensibilità della signora Gioia Prevetti e di suo figlio Gabriele Ogiva, che in vent'anni hanno raccolto con pazienza 2000 pezzi originali (e funzionanti) che sono il tesoro del museo. Ed è proprio Gabriele a raccontarci questa bella storia. Perchè un Museo del giocattolo? “Il museo è stato creato per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi dell'infanzia e in particolare per la salvaguardia del diritto di ogni bambino al gioco. E poi io e mia madre volevamo condividere un'importante collezione, rendendola bene della collettività un po' come succede nel resto d'Europa”. Quanti oggetti e balocchi avete In alto al centro l'antichissima e pregiata pupa di cera realizzata dall'azienda Pierotti, custodita in una teca lontana da fonti di calore e di luce; le marionette, i Pinocchio in legno di varie dimensioni, i teatrini dei burattini e un'altra bambola con abito cucito a mano • • raccolto? R: “In vent'anni abbiamo riunito oltre 2000 pezzi, tra bambole, cavallucci, antichi flipper, case delle bambole, teatrini e marionette. Alcuni reperiti tramite donazioni private o in mercatini internazionali. Oggi, ogni singolo elemento racconta il nostro passato attraverso il gioco”. Il museo è sempre stato in vicolo Bonarelli? “Veramente no, aprii il mio primo Museo in via della Loggia alla fine degli anni '90. Il museo poi fu itinerante con diverse mostre anche fuori dall'Italia, la più importante al centro storico di Lisbona. L'ultima, al salone Liberty delle • Un primitivo gioco da tavolo composto da dama e roulette Terme Excelsior a Montecatini, visitata da 15.000 persone in poco di due mesi. Le ultime sedi quattro anni fa a Sirolo e adesso finalmente Ancona. Con la riqualificazione di un sito storico quali le fondamenta di Palazzo Marcolini (risalenti al '500) la nuova struttura ospita il museo, il teatrino del Guasco e un caffè letterario di cui Ancona aveva tanto l'esigenza con eventi curati dalla signora Maria Lampa”. Qual'è il pezzo più antico della collezione? “Si tratta di una Pupa Pierotti con il viso di cera e l'abitino di pizzo cucito a mano. E' stata realizzata da un'antica famiglia italiana che si era stabilita • Abbigliamento 0-14 Corso Amendola, 46/E Ancona Tel. 071.2075182 a Londra e che ha portato le bambole di cera nel mondo. Custodita in una teca, lontana da una luce come meriterebbe per la paura che si sciolga, risale al 1800. E' diventata famosa perchè nel 1841 una Pupa Pierotti della stessa serie limitata di quella custodita al museo fu regalata dalla Regina Vittoria al primogenito Edoardo VII°. Ha un enorme valore, l'abbiamo acquistata da un antiquario londinese come un'altra bambola di cera, realizzata dalla famiglia Montanari (diretta concorrente della Pierotti). Il museo è visitabile il martedì e giovedì dalle ore 15 alle 18, il mercoledì-venerdì-sabato e domenica dalle 18 all'1. • 06 Le PICCOLE falsità NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Frottole e buoni propositi, anche nel 2016 le false promesse in agenda La verità sulle innocenti bugie In psicologia una formula spiega l’autoinganno, l’equazione perfetta sta tra intenzione e azione di Alessandra Bruno U n nuovo anno quasi sempre è l’occasione per millantare (s)propositi da concretizzare nel lungo arco temporale che si spalanca all’orizzonte. Obiettivi e traguardi procrastinati ad oltranza, che a Capodanno, però, appaiono inspiegabilmente conquistabili. Anche per questo 2016, quindi, la lista delle menzogne raccontate a se stessi ,prima ancora che agli altri, non può mancare. L’ autoinganno scatta in donne e uomini, senza distinzioni. Tranne che in fatto di alimentazione. Il gentil sesso, secondo le statistiche, arriva a mentire sui peccati di gola fino alle 474 volte in 365 giorni. E chi poi non ha mai giurato “Da domani dieta”, “Anno nuovo, vita nuova”, “Quest’anno mi iscrivo in palestra” . Espressioni così comuni da essere diventate quasi un clichè. Ma cosa succede nella nostra mente? «L’uomo è probabilmente l’unico animale che può mentire, sicuramente l’unico che può mentire a se stesso - sottolinea lo psicologo Paolo Scapellato - E non c’è occasione migliore per farlo che nel momento in cui, dopo un bilancio dell’anno passato o dopo una grande delusione, progettiamo il prossimo futuro. Esiste dentro di noi un meccanismo di autoconservazione che spesso ci illude di decidere liberamente i nostri cambiamenti, mettendoci allo stesso tempo in un sistema di alibi e menzogne che li rendono inattuabili Come diceva Hermann Hesse: L’uomo si differenzia dal resto della natura soprattutto per una viscida gelatina di menzogne che lo avvolge e lo protegge». Poi prosegue: «Esistono due tipi di bugie che l’uomo racconta a se stesso: la prima è una vera e propria menzogna che, attraverso meccanismi inconsci, tende a proteggere uno stato L’esperto Scapellato È un nuovo anno ricordiamoci di capire chi siamo e dove vogliamo arrivare L'inizio del nuovo anno è il momento per tutti dei buoni propositi, una dieta, l'iscrizione in palestra, comportamenti più congrui verso il prossimo. Ma spesso sappiamo di mentire a noi stessi. Un esperto ci dice perché mentale tutto sommato accettabile basandosi su un compromesso tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. È il caso dell’uomo che tenta di giustificare il suo tradimento dicendo che comunque ama la propria donna, ripromettendosi, spesso invano, di non caderci più. L’altro tipo di bugia in realtà è più un errore di valutazione; in psicologia esiste una formula per spiegare il divario tra intenzione e azione: M=VxA (M= motivazione, V=valore percepito, A=grado di accessibilità percepita). La spinta motivazionale, e quindi la forza con cui ci muoviamo verso un obiettivo, dipende da due macro - fattori, il valore che soggettivamente diamo a quell’obiettivo e l’accessibilità, cioè quanto pensiamo che ci è possibile raggiungerlo. Un’ errata valutazione di questi due fattori ci potrebbe spingere a ricercare con costanza il raggiungimento di un obiettivo di fatto impossibile. E così riempiamo il nostro futuro di progetti che poi non realizziamo: la dieta da lunedì, l’assoluto bisogno della palestra, la promessa di non litigare più, di essere più buoni, progettare unagrande rivoluzione nella propria vita, da domani inizio a dire dei no, da domani penserò di più a me stesso. Se queste promesse risulteranno reali o delle auto-bugie, dipende però da un cambiamento interiore, non dalle parole che diciamo». L’esperto conclude con un consiglio: «Essendo all’inizio del nuovo anno, e quindi in piena progettazione dei nostri cambiamenti, ricordiamoci di capire davvero chi siamo e dove vogliamo portare la nostra vita, di cogliere i nostri bisogni profondi e personali, per poi riprometterci di fare quelle cose che davvero ci faranno stare meglio». • 07 LUPI DI MARE NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Chi va per mare inizia a pensare alle cose da fare per navigare di nuovo Febbraio, l’inverno è già finito Per questo si organizza una cena con gli amici sul tema: quando partire, dove andare e quando tornare di Andrea Giorgetti F inalmente abbiamo girato la boa di gennaio e da domani i giorni voleranno velocissimi verso la prossima stagione estiva. Sembra ieri che avevamo sistemato le nostre barche per l'inverno che già possiamo iniziare a pensare a tutte quelle cose da fare per essere pronti a navigare di nuovo. Io verso novembre, preparo la mia barca per l'inverno facendo tutte quelle cose che mi aiutano a passare le domeniche. Il controllo delle prese a mare, lo sbarco dei vestiti estivi, delle tante cose inutili che durante la stagione piano piano imbarchiamo senza nemmeno rendercene conto, permettono di vivere la barca in un rapporto sempre più intimo. Come vi dicevo, girata la boa di capodanno già possiamo pensare a preparare la nostra barca per la prossima stagione è così inizio a programmare le varie attività in vista della prima crociera ad aprile. Avere una data certa di nuovo utilizzo permette di passare in rassegna a tutte quelle cose che ogni anno dobbiamo fare per avere la massima efficienza e non rischiare di rimanere all'ormeggio o in mezzo al mare con un problema! Tra le cose da fare di solito: 1) programmo il posto a terra per la rifare carena 2) organizzo il tagliando al motore 3) rinnovo l'assicurazione 4) lavo le drizze che avevo tolto a novembre 5) pulisco i winch 6) controllo la linea della bombola del gas 7) controllo le fascette dell'impianto idrico 8) pulisco gli acciai 9) lucido l'opera morta (fiancate) 10)controllo delle dotazioni di sicurezza 11)riporto le vele a bordo pronte ad essere issate 12)faccio girare l'acqua nei serbatoi per togliere l'odore dell'amuchina. 13)organizzo una bella pulizia degli interni, visto che da qualche mese la polvere l'ha fatta da padrone 14)controllo le luci di via e l'impianto degli strumenti elettronici. 15)muovo il salpa ancora e controllo la catena 16)incomincio a pensare alla cambusa... E da questo ultimo appunto che inizia la nuova stagione e la prima e forse più bella crociera dell'anno, quella del 25 aprile con gli amici di sempre. Non è una crociera estiva, potrebbe fare freddo ma il navigare tra le isole della Croazia in questo periodo è una meraviglia. L’atmosfera è unica, il silenzio la fa da padrone e tutto è tranquillo e rilassato se non spesso sferzato da un po’ di bora che sappiamo come gestire. Tutti i porti dei paesini sono vuoti, i paesani sono contenti di vederti perché possono riaprire i ristoranti, l'acqua è' di una trasparenza da mozzare il fiato e senza meta sarà possibile andare a zonzo con l'unico problema di scegliere dove andare a dormire la notte per cambiare posto. Tutto inizia con l'analisi del possibile ponte da sfruttare per non perdere troppi giorni di lavoro. Per questo tocca organizzare una cena con gli amici con il tema di quando partire, dove andare e quando tornare a casa! Iniziano a girare le mail, l'equipaggio da dieci anni è' sempre lo stesso, Stefano, Alessandro, Roberto e Umberto sulla mia barca. Francesco, Paolo, Antonio, Ugo, Marco, Carlo, Gigi e i loro equipaggi, sulle altre barche. Navigare in flotta è un altro piacere che bisogna provare! Alla domanda dove andiamo la risposta è sempre la stessa, comanda il vento ed il mare. Se avremo vento da nord andremo a sud se avremo scirocco andremo al nord. Stabilita la data della partenza incominciamo ad organizzare la barca. Avremo a bordo delle coperte calde una cambusa importante, pronti anche al freddo e qualche temporale. La scelta dell'ora per lasciare l'ormeggio a Marina Dorica, vista la stagione è al contrario dell'estate, dove preferisco navigare di notte, verso le 8 del ANDREA GIORGETTI Girata la boa di capodanno possiamo pensare a preparare la barca per la prima crociera ad aprile mattino per attraversare con le ore più calde. La traversata di solito scorre veloce e le otto ore di navigazione volano sapendo che inizia la vacanza. Appena arrivati, verso le 17 al porto di entrata per la dogana ( Lussino o Bozava o Sali), facciamo i documenti pagando le tasse annuali. L'equipaggio si rilassa con una passeggiata nel bosco o sistemando la propria cabina in attesa della cena. A noi piace mangiare a bordo e appena fa buio il nostro cuoco interessato inizia le operazioni. Dovete sapere che chi cucina non la va i piatti, chi apparecchia non sparecchia, così ognuno può scegliere come rendersi utile..... Una cosa è certa dopo cena o dopo pranzo la barca deve essere sempre pronta a navigare e sbandare. Per questo consiglio di non lasciare mai le cose in giro perché in caso di vento improvviso possiamo occuparci della barca e non delle cose che cadono in quadrato di sotto! Dopo cena, sistemata la barca, si va a terra per una passeggiata ed un gelato. Presto, diciamo verso le 23,torniamo a bordo e dopo due chiacchiere andiamo a dormire. Non riesco a spiegare cosa vuol dire andare a dormire dopo una giornata intensa nel silenzio assoluto e al caldo della stufetta. Dico solo che se uno legge il libro, gira al massimo una pagina, se guarda un video o un film regge solo ai titoli iniziali. Al mattino con calma e solo grazie alla prima luce del sole, l'equipaggio si sveglia e affronta la tosta prima colazione. Le crostate di Manuela e le torte di Umberto sono lì che aspettano di essere divorate. Alle 8,00 tutti gli equipaggi sono pronti alla passeggiata del mattino che ci porterà per un paio di ore nei boschi intorno al porto dove siamo ormeggiati. Alle 11,00, dopo una sana doccia e dopo il briefing con gli altri equipaggi per decidere, a seconda del vento, dove andare, lasciamo gli ormeggi. Questa parte della giornata la passiamo a vela ad incrociare bordi tra di noi sino alla tappa del pranzo che è sempre in una rada protetta all'ancora. Arrivati a destinazione, si prende un po' di sole e poi si prepara il pranzo. Un sano caffè, un riposino pomeridiano molto veloce e verso le 16 salpiamo per raggiungere il porticciolo per la notte. La scelta prevede che l' ormeggio che deve essere sicuro perché siamo sempre ad aprile, costare poco o niente, ed avere la corrente elettrica. È così scorrono velocemente i giorni sino al dovuto rientro. In effetti non ci scordiamo che il tempo potrebbe giocare contro e un paio di giorni prima iniziamo a controllare il meteo per scegliere la data della partenza e soprattutto il posto da dove lasciare la Croazia. Lussino, Baia Pantera, Telascica, sarà l’ultima meta della vacanza pronti a muovere alle 7 del mattino. Con un po' di rammarico perché pure questa vacanza va a finire, ormeggiamo di nuovo la barca a Marina Dorica, sbarchiamo le borse e ci avviamo verso le macchine per tornare in famiglia. • 08 09 LE COSE DA FARE NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINE 4/7 FEBBRAIO 12 FEBBRAIO 24 / 25 FEBBRAIO 4 marzo 15 MARZO 1 APRILE PESARO Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Rossini “La Bisbetica Domata” di William Shakespeare produzione la Pirandelliana con Nancy Brilli regia Cristina Pezzoli MAIOLATI SPONTINI Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Spontini “Sogni e Bisogni” Diana Or.i.s Scritto e diretto da Vincenzo Salemme con Nicola Acunzo, Domenico Aria, Andrea Di Maria Antonio Guerriero, Giovanni Ribò, Biancamaria Lelli ASCOLI PICENO Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Ventidio Basso “Il Bugiardo” di Carlo Goldoni con Valerio Binasco Compagnia Popular Shakespeare Kompany CIVITANOVA ALTA Stagione Civitanova danza Teatro Annibal Caro “Jupiter and beyond + Venus” Tir danza e Nicola Galli nell'ambito di Residenze Marche Spettacolo progetto promosso da Direzione generale per lo spettacolo dal vivo del MiBact Regione Marche, Consorzio Marche Spettacolo/Amat JESI Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro G.B.Pergolesi “Nudi e crudi” Artisti Associati di Alan Bennett con Maria Amelia Monti e Paolo Calabrese e con Nicola Sorrenti regia Serena Sinigaglia MONTEMARCIANO Stagione teatrale Teatro Alfieri Concerto dei Quintorigo “Experience” con Valentino Bianchi (sax), Andrea Costa (violino), Stefano Ricci (contrabbasso) Gionata Costa (violoncello) e con Moris Pradella (voce) 13 | 14 FEBBRAIO GRADARA Castello di Gradara e borgo storico “Gradara d'Amare” 13 FEBBRAIO FABRIANO Stagione prosa Teatro Gentile “Camera con vista” Residenza di allestimento Synergie Teatrali di Edward Morgan Forster con Benedicta Boccoli, Selvaggia Quattrini, Stefano Artissunch regia Stefano Artissunch 5 FEBBRAIO JESI Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro G.B.Pergolesi di Jesi “I suoceri albanesi” Officine del Teatro Italiano di Gianni Clementi con Francesco Pannofino, Emanuela Rossi regia Claudio Boccaccini MACERATA Stagione teatrale Teatro Lauro Rossi “Tu regalo la mia morte, Veronika” Emilia Romagna Teatro Fondazione di Federico Bellini e Antonio Latella con Monica Piseddu liberamente ispirato alla poetica del cinema fassbinderiano regia di Antonio Latella Prima ed esclusiva regionale 6 MARZO JESI Rassegna prosa by Amat Teatro G.B.Pergolesi “Il Prezzo” di Arthur Miller Compagnia Umberto Orsini con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton regia Massimo Popolizio 14 FEBBRAIO SERRA DE' CONTI Ristorante L'Infinito Spettacolo di cabaret Paolo Migone organizzazione Ramset studio FINO AL 28 FEBBRAIO JESI "Artemisia" via Giordano Bruno, 4/A “DIVERSIONI” OPERE DI SERGIO GIANTOMASSI Mostra di illustrazioni realizzate a china, acrilico e grafite, esposte all'interno del negozio di belle arti 28 FEBBRAIO 19 febbraio CIVITANOVA ALTA Stagione Civitanova danza Teatro Annibal Caro “Occhio di bue” Progetto di residenza Mk nell'ambito di Residenze Marche Spettacolo progetto promosso da Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo del MiBACT Regione Marche, Consorzio Marche Spettacolo/Amat URBANIA Stagione teatrale Teatro Bramante “Liberaci dal bene” con Giorgio Montanini CIVITANOVA ALTA Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Annibal Caro “Madame Bovary” di Gustave Flaubert produzione Khora.teatro con Lucia Lavia Anteprima nazionale 21 febbraio ANCONA Concerto live Teatro delle Muse Brian May and Kerry Ellis prevendite Ticket one JESI Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro G.B.Pergolesi “Trincea” di e con Marco Baliani regia Maria Maglietta 4 marzo ANCONA Concerto live Teatro delle Muse Franco Battiato e Alice prevendite Ticket one Tornano le suggestioni al castello per “Gradara d’amare”nel weekend degli innamorati Le bisbetiche di San Valentino In arrivo anche i concerti di Battiato, Vecchioni e un tris di CELEBRITY Ferilli, Brilli e Lavia di Talita Frezzi C oriandoli e scherzi di Carnevale, love song per un romantico San Valentino. Tanti e variegati gli appuntamenti in programma nella nostra regione per questo mese di febbraio che si apre con l'incredibile concerto di Brian May, il leggendario chitarrista dei Queen, che il 21 febbraio alle ore 21 al Palarossini di Ancona duetterà con l'attrice-cantante Kelly Ellis. Un sold-out annunciato, mentre a Jesi al PalaTriccoli si attende il professor Roberto Vecchioni (21 marzo) e alle Muse un duo d'eccezione, Franco Battiato e Alice (4 marzo). Al teatro Spontini di Maiolati la bellissima Nancy Brilli porta in scena “La Bisbetica domata” di Shakespeare (in replica anche al Rossini di Pesaro) mentre Lucia Lavia a Civitanova farà rivivere “Madame Bovary” un classico di Flaubert. L'Amat porta al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno “Il Bugiardo” di Goldoni e attesissimo anche un tris di grandi attori: Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli e Pino Quartullo in scena con lo spettacolo “Signori... le paté de la maison!”. Il weekend in love per eccellenza del 13 e 14 febbraio è nella suggestiva rocca di Gradara, con il tradizionale appuntamento “Gradara d'amare” dedicato agli innamorati. In programma visite guidate al castello nei luoghi dell'amore maledetto di Paolo e Francesca, mostre e concorsi fotografici, speciali e romantici effetti luminosi... Entra nel vivo anche la rassegna “Civitanova Danza” al Teatro Annibal Caro di Civitanova Alta con quattro appuntamenti ed altrettanti interessanti progetti artistici, da “Occhio di Bue” a “Jupiter and Beyond + Venus”, “L.a.n.d.” e “Short Stories” che ci accompagneranno dal 5 febbraio al 3 maggio (la conclusione al teatro Rossini di Civitanova Marche). Su il sipario per una stagione di prosa di grandi nomi anche al teatro G.B.Pergolesi di Jesi che il 5 febbraio ospita “I suoceri albanesi” di Gianni Clementi con Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi. Mentre il 12 febbraio ancora al teatro Spontini di Maiolati, “Sogni e bisogni” una commedia scritta diretta e interpretata da Vincenzo Salemme. Altri grandi nomi in scena al teatro Pergolesi di Jesi: Massimo Popolizio che firma anche la regia di “Il Prezzo” di Arthur Miller (6 marzo), Maria Amelia Monti (in “Nudi e crudi” il 15 marzo) e il duo Massimo Dapporto - Tullio Solenghi (in “Quei Due”, il 29 marzo). Tra gli appuntamenti da segnalare, una mostra imperdibile: “Diversioni, inchiostro&grafite” una suggestiva raccolta di opere originali dell'artista, visual designer Sergio Giantomassi, allestita presso il negozio d'arte “Artemisia” (via Giordano Bruno 4/B a Jesi) e visitabile con orari 9,30-13 e 16-20 escluso il lunedì. • Il giornale è anche disponibile in digitale nel sito: www.d-mare.it Seguici anche su Facebook: D.Mare Per info commerciali contattare: Cristina Cognini [email protected] phone 392.2049761 Via Piave, 29 Corso Carlo Alberto,10 Ancona D.mare è disponibile anche gratuitamente presso le librerie Feltrinelli e Canonici di Ancona CHIARAVALLE Stagione Prosa Teatro Valle “Il mio amico Giorgio Gaber” teatro-canzone di Gian Piero Alloisio di Gian Piero Alloisio con Gianni Martini 10 / 13 MARZO PESARO Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Rossini “Signori....le paté de la maison” da "Le prenom" di Matthieu DeLaporte, Alexander De La Patellière, adattamento di Carlo Buccirosso e Sabrina Ferilli con Pino Quartullo, Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli regia Maurizio Micheli 19 MARZO CIVITANOVA ALTA Rassegna Civitanova danza Teatro Annibal Caro “L.a.n.d. - where is my love?” Codeuomo/ Daniele Ninarello nell'ambito di Residenze Marche Spettacolo progetto promosso da Direzione generale per lo spettacolo dal vivo del MiBact Regione Marche, Consorzio Marche Spettacolo/Amat MAIOLATI SPONTINI Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Spontini “Fissòarmonikòs” Esteuropaovest uomini e fisarmoniche scritto, diretto e interpretato da Giorgio Felicetti con Valentina Bonafoni e con la partecipazione della Piccola Orchestra Armonikòs 29 MARZO FERMO Rassegna prosa by Amat Teatro dell'Aquila “Una giornata particolare” Compagnia gli Ipocriti autori dell'opera originaria Ettore Scola e Ruggero Maccari adattamento teatrale Gigliola Fantoni con Giulio Scarpati e Valeria Solarino regia Nora Venturini 12 marzo JESI Concerto live PalaTriccoli Roberto Vecchioni organizzazione Radiocitylight e Eventi live 1 / 3 aprile FANO Stagione teatrale Teatro La Fortuna “Venere in pelliccia” di David Ives Pierfrancesco Pisani e Parmaconcerti in collaborazione con Infinito srl regia di Valter Malosti con Sabrina Impacciatore e Valter Malosti residenza di allestimento e prima nazionale 5 APRILE MAIOLATI SPONTINI Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Spontini “7 Minuti” Ert Emilia Romagna Teatro Fondazione Teatro Stabile dell'Umbria Teatro Stabile del Veneto di Stefano Massini uno spettacolo di Alessandro Gassmann con Ottavia Piccolo 9/10 APRILE PESARO Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro Rossini “Mummenschanz” 29 MARZO JESI Stagione prosa 2015/2016 by Amat Teatro G.B.Pergolesi “Quei due” con Massimo Dapporto e Tullio Solenghi 3 MAGGIO CIVITANOVA MARCHE Rassegna Civitanova Danza Teatro Rossini “Short Stories – All that falls – Immersion - Mandala” Carolyn Carlson company 10 LUPI DI MARE NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Nel porto turistico una serie di iniziative da seguire con passione Tutti gli eventi sportivi del 2016 Manifestazione Data Circolo organizzatore Tipo di Gara/Regata • Luca’s days Meteor Cup • Luca’s days Meteor Cup • Luca’s days Meteor Cup • "XXVIII Camp. Primaverile del Conero 19-20 marzo A.S.D. Assonautica An - Ondanomala A.S.D 2-3 aprile A.S.D. Assonautica An - Ondanomala A.S.D 9-10 aprile A.S.D. Assonautica An - Ondanomala A.S.D • Match race • Match race • Match race 10 aprile Ancona Yacht Club • Libera + ORC 17 aprile Ancona Yacht Club 8 maggio A.S.D. Four Sailing 15 maggio A.S.D. Assonautica An 21 maggio Comit. Intercircoli di MD/ Tipicità in blu 5 giugno A.S.D. Assonautica An 18-19 giugno Sef Stamura 18-19 giugno L.N.I. sez. Ancona 16-19 giugno Comune di Ancona/Marina Dorica 22-26 giugno L.N.I. sez. Ancona 6-7-8-9 luglio Comitato Intercircoli di Marina Dorica 22-23-24 luglio Amici del Mare A.S.D./Big Game Ancona 4 settembre Comitato Intercircoli di Marina Dorica 18 settembre L.N.I. sez. Ancona 25 settembre Amici del Mare A.S.D. 2 ottobre A.S.D. Assonautica An 11 dicembre A.S.D. Assonautica An • Libera + ORC • Libera VB • Libera + ORC • Regata + gara di cucina • Libera + ORC • ORC • Endurance - Freestyle • Giochi Macroregione • Libera • Farr Class 40 • Gara di pesca in drifting • Libera • Libera • Libera • Libera - ORC • Libera - ORC Trofeo «A. Stasi»" • "XXVIII Camp. Primaverile del Conero Trofeo «A. Stasi» " • Trofeo Four Sailing Lei & Lui • Veleggiata di Primavera • SailingChef • Conerissimo • Trofeo Riccardo Stecconi • Prova di Campionato Italiano Moto d'acqua • Youth Games • XXVI Middle Adriatic Off-shore Cup • Tappa Circuito Internazionale Farr 40 • Conero Tuna Cup • Regata del Conero • X Trofeo Colle Guasco x 2 • Amici in vela • Veleggiata d’Autunno • Veleggiata di Natale P O R T O w w w . m a r i T U R I S T I C O n a d o r i c a . i t NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 11 MODA & MODE PAGINA Furono gli inuit i primi ad indossarlo al Polo nord Il Parka, un’icona di stile che viene da lontano Nella preistoria erano composti di tre pellicce sovrapposte per difendersi dal freddo glaciale di Marina Roscani U n capospalla che viene da lontano, in termini di tempo e luogo, che ha attraversato mode, modi e continenti. Ha rappresentato un’icona per più di una generazione, ed è arrivato fino a noi carico di significati e fascino. Parliamo del parka, impermeabile come il trench, più facile del cappotto, multitasking come una giacca a vento. Arricchito o spogliato dalle varie griffe, a seconda delle stagioni, è ormai un passepartout per ogni look. Le sue origini risalgono alla preistoria, precisamente nelle popolazioni inuit del circolo polare artico. Fatti di pelliccia di orso polare, di volpe e di foca, erano indossati uno sopra l’altro, per proteggersi dal freddo. Ed infatti “parka”, letteralmente significa “pelle di animale” e deriva dalla lingua nenets parlata nella regione a nord della Russia. Nel lontano 1954 il brand Refrigiwear crea il capo resistente alle temperature sotto lo zero, per i lavoratori che operano nelle celle frigorifere per il trattamento di carni. Restiamo negli anni ’50 e parliamo dell’aspetto iconico del nostro cappotto, che viene adottato dai Mod, corrente giovanile che prende il nome da “modernism”, (con riferimento ai fan del modern jazz) che si sviluppò a Londra alla fine di quegli anni. I parka dei Mod, erano quelli dei militari americani nella seconda guerra mondiale, il cui unico colore era verde. Arricchito da spille, toppe e disegni, era lungo, avvitato, con la coda di rondine e il cappuccio. Più tardi, nei primi anni ’90 passa ad arricchire un nuovo mood style: il grunge. Kurt Cobain dei Nirvana e Eddie Vedder dei Pearl Jam, li indossavano per accentuare un look ribelle. Ma facendo un po’ di storia non si può dimenticare l’eskimo. Che, come il parka, viene adottato quasi negli stessi anni, ma in contesti differenti. Contesto militare per l’uno e valenza politica per l’altro, divenuto simbolo delle lotte studentesche del ’68, era infatti utilizzato dai giovani Adottato dagli inglesi Mod negli anni ’50 è stata poi la top model Kate Moss a rilanciarlo nel 2003 di sinistra perchè era di fattura semplice, di solito tela (Guccini gli dedica una canzone dove dice “portavo allora un eskimo innocente dettato solo dalla povertà”). Oggi si assiste alla fusione dei due capi tanto che è diventato difficile distinguerli. Ma chi è stato a far diventare il parka un must have 2.0? Siamo nel 2003, quando la top model e trend setter, Kate Moss, si fa fotografare con il giubbotto parka sul cui retro è verniciato il titolo di una famosa canzone dei Sex Pistols “ God Save The Queen”. Dopo di lei, star come Siena Miller, Stella McCartney e Agyness Deyn lo hanno indossato abbinandolo ai più svariati look. Per vederlo in passerella dobbiamo aspettare le sfilate di Burberry London, Fay e Acquascutum. Rispetto al verde militare degli inizi, la tavolozza dei colori si è arricchita nei toni del fango, del terra, del blu navy ma anche dei pastello e del bianco per la stagione più calda. Molto usati i tessuti con filo d'acciaio, la flanella spalmata per il confezionamento dei parka, e possono essere rifiniti da pelliccia, montone e accessori di gusto vario. Woolrich è stato uno dei primi brand a reinterpretare il parka in versione piumino. Di ultimissima generazione è il parka tecnologico che si ricarica e ti ricarica grazie a un rivoluzionario sistema termico che genera calore. Tre superfici termiche posizionate sulla zona lombare del dorso e sulla zona cervicale, sprigionano calore attraverso un telecomando da tene-re sempre in tasca. • 12 LOCALI DA BERE NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Il locale più cool del momento dove assaggiare una selezione di vini e distillati dal mondo Alla Picca ogni drink diventa arte Uno staff giovane e molto qualificato di sei amici ha rivoluzionato il modo di vivere l'happy hour di Talita Frezzi M FEDERICO MOROSETTI Come in Educazione siberiana, anche per noi è una lama, ma che taglia la gioventù dall'età adulta Nelle foto, aperitivi, stuzzicherie cocktail e drink punto forte del nuovo locale jesino, scelto da clienti di tutta la regione etti la selezione dei più famosi cocktails del mondo, dosa la creatività nel metal poor, frulla nel blender tradizione e futuro, poi shakera e ottieni un sorso genuino e appassionato di Picca. Nel locale più cool del territorio, niente è insignificante, tutto è arte, trasformazione, crescita, futuro. Ogni dettaglio è carico di simboli impressi sulla pelle dei titolari Andrea Barchiesi e Federico Morosetti, giovani (neanche 30 anni), dinamici e qualificati. “La Picca è un segno di riconoscimento, il coronamento di un percorso, la lama che taglia la gioventù dall'età adulta”, spiega Federico. Che poi la picca la troviamo nel romanzo di Nicolai Lillin (e nel film di Gabriele Salvatores) “Educazione siberiana”. E' una lama, la stessa usata per tagliare il cordone ombelicale. La picca è come la croce, ci accompagna per l'intera nostra vita e quando si muore va spezzata: una parte tenuta con sé e l'altra che resta alla persona più amata al mondo, affinchè nel giorno del giudizio ci si possa ritrovare e ricongiungere in pace. Un'idea romantica che prende corpo a giugno 2014 nel cuore storico di Jesi, su piazza Spontini, e che oggi rivoluziona il modo di bere e di vivere l'happy hour. Andrea e Federico possono contare su uno staff composto dagli amici di sempre: Alessandra Morosetti l'incantevole sorella di Federico e addetta alla sala insieme all'infaticabile Matteo Quajani, Giovanni Zannini lo chef cui si devono le stuzzicherie. Poi c'è Luca Giorgi, il barman, ultimo acquisto, grande esperienza nel settore, le mani d'oro che miscelano, sperimentano, creano. Sulla loro pelle, sulla loro idea futuristica di contrasti che si sposano, di evoluzioni e arte, viene progettata la location. Gli architetti Moreno e Barbara Vannini interpretano gli spazi come un incontro di materiali diversi, la pietra, il mattone, il ferro grezzo e il legno non trattato. I colori della terra, del bronzo. Linee semplici, un mondo in divenire come un tatuaggio che negli anni si modifica. Il clou è nel bicchiere. “La Picca ha una piccola ma attenta selezione di vini dall'Italia e dalle Marche - spiega Luca Giorgi - oltre a vini naturali, amari e distillati con cui reinventare i cocktail classici. Distillati come il Calvados (acquavite di sidro di mele francese), il Sakè giapponese, il Mezcal (distillato messicano ottenuto dalla pianta dell'agave), Vermut italiani e Whisky giapponesi. La nostra miscelazione è un twist sui grandi classici, nel segno della rivisitazione”. Grande attenzione soprattutto ai vini marchigiani, il core business è il Verdicchio. Tra le aziende fornitrici, il Podere Santa Lucia con il suo Verdicchio dei Castelli di Jesi classico “Romita incrocio Bruni” e Lacrima di Morro d'Alba doc. Il cocktail della casa è l'Americano Emigrato, variazione del classico Americano con aggiunta di thè early gray infuso nel Bitter Campari che conferisce una connotazione english. • 13 la bellezza IN TESTA NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Fila tutto liscio Genetica e professionalità, la bellezza si fa in due Mai più capelli deboli con proteine della seta e l'impacco nutriente S empre al passo con i trattamenti più innovativi il salone Silvio Coiffeur ha in serbo due “chicche” per lasciar risplendere una chioma fluente in vista dell’estate 2016. Nelle sedute di relax in salone non può mancare una coccola professionale: il “Kerasilk Keratin Treatment” della Goldwell che «cambia il dna del capellocome sottolinea il parrucchiere- togliendo il crespo, donando corpo e lucentezza». Grazie alla tecnologia altamente performante, alla cheratina e ad una componente di seta liquida, il prodotto restituisce le sostanze nutritive ai capelli, lasciandoli morbidi e lisci dai 3 ai 5 mesi. Un’altra novità da provare comodamente è il trattamento rigenerante della Wella “Nioxin”,sbarcato in Italia dopo vent’anni di esperienza nei saloni americani. La formula si ispira allo skin care: considera il cuoio capelluto come estensione della pelle del viso, meritevole delle stesse cure e attenzioni mirate. Il siero rafforza le fibre del capello dall’interno, donando dinamicità e volume anche alla chioma più indebolita. • a.b. Dalle passerelle al salone linee e colori unisex L'amore è sempre nell'aria basta un colpo di testa La frangia è in, pizzi rouches e fantasie, così anche l'uomo sprigiona il suo lato tenero di Alessandra Bruno T remate, tremate, le frange son tornate. La frangetta è uno dei trend prepotentemente (ri) saliti alla ribalta nella moda e allo stesso tempo un’irrefrenabile tentazione, a cui si cede almeno una volta nella vita. Basta una sforbiciata, infatti, per regalare al taglio di capelli un’aria completamente nuova e frizzante. Per il noto coiffeur dorico Silvio Forini, è sicuramente uno dei must del 2016, da sfoggiare in ogni occasione. Un dettaglio romantico, in tema con il San Valentino alle porte: «Il 14 febbraio è una festa che vale tutto l’anno- spiega l’hair stylist- ogni giorno ci si dovrebbe ricordare di amare l’altro e se stessi». Una visione anticonvenzionale che ritrae lo spirito di Silvio, estroso artista della chioma: «La frangia non sta bene a tutti - precisa - ma si può costruire la frangia perfetta per ogni viso, senza stereotipi preconfezionati, studiando i lineamenti e le espressioni del cliente. Pesante o più leggera, con la frangia si può giocare, rendendola multicolor e creando riflessi scenografici. Il raccolto è andato scomparendo, piacciono le lunghezze medie e la testa ondulata, morbida e femminile. La frangia in versione maschile crea un look particolare. Perché no?». Una provocazione, quella di Silvio, che descrive il progressivo avvicinamento dei pianeti “Venere” e “Marte”, anche nell’estetica: «L’uomo può finalmente mostrare il lato tenero Parola di hair stylist San Valentino è una festa tutti i giorni è bello innamorarsi dell’altro e di sè Ecco come Silvio interpreta San Valentino tra tante sfumature di colore e acconciature. Foto di Luigi Sauro e dolce, l’anima romantica - prosegue - come si è visto sulle passerelle più prestigiose: stesse fantasie, stessi colori, stesse forme. Pizzi, fiori, rouches sulle camicie, e in testa un bel caschetto. Il maschio ha uno stile più curato, rifinito, via la barba incolta. Così anche dall’acconciatore perdono quota le rasature forzate. E’ ancora difficile osare, nella grandi metropoli la strada è spianata». Una rivoluzione unisex, in questo caso, dalla radice alle punte: «Per la primavera - estate ci sarà un’esplosione di colori, i capelli saranno baciati dal sole. Useremo tutte le sfumature del biondo, calde e avvolgenti come la luce naturale. L’era del silver è passata, così come quella dello shatush. Le ciocche si animano manualmente, con i guanti, senza l’uso dei prodotti, è arte pura», conclude Silvio. • 14 NOVITA' DA LEGGERE NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA La Giacobelli, giornalista di Falconara, ha raccontato la regione con due libri, in modo molto personale È autrice del recente caso editoriale “Forse non tutti sanno che nelle Marche…” Newton Compton Un manipolo di collaboratori arricchisce alcune pieghe di questo volume che si legge tutto d’un fiato E Chiara racconta le Marche segrete Duemila copie in tre settimane con curiosità e storie inedite, ha preso la forma di un fenomeno di Giovanni Filosa Q Nelle immagini l'autrice Chiara Giacobelli e alcuni momenti della presentazione del suo nuovo libro che è diventato un caso editoriale Qui sopra con lo chef Mauro Uliassi uando me la sono trovata di fronte, alcuni anni fa, le ho dato una sbirciata di sfuggita. Un ammasso giovanissimo di capelli che sfumano su tutte le tonalità del rosso, e questo andava già bene, un fisico asciutto, che prende lo slancio e si fa fatica a trattenerlo, perché sembra voler andare da tutte le parti e cercare un altro Egitto. Occhi di una mobilità sorprendente, colore delle tonalità preferite, naso all’insù, orecchie nella norma, labbra carnose e sottili allo stesso tempo, a prima vista estroversa, gentile, allegra, generosa non avevo capito quanto. Era Chiara Giacobelli, con la quale stavo, a mia insaputa, cominciando un’avventura di collaborazioni editoriali che avrebbe fatto crescere lei e a me, invece, avrebbe riservato il posto in prima fila da spettatore. Quel giorno parlammo di tutto ma, giuro sull’onorevole Brunetta, che non avrei mai pensato che prima o poi Chiara da Falconara, quella Chiara lì, sarebbe diventata un caso editoriale. Dopo tanti articoli scritti per la rivista che dirigevo allora, gradevoli e carichi di annotazioni accattivanti e precise, un giorno si presenta e mi spara a bruciapelo che aveva scritto un libro. Vedeva la luce “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita”, editore Newton Compton. Da quella volta è stato un crescendo rossiniano (siamo nelle Marche …), saggi su saggi, dal cinema alla letteratura che confina con una attenta visione del nostro Paese. E … tanti racconti, ed anche alcuni romanzi - mi voglio rovinare con gli annunci! - ancora non pubblicati ma che fra poco, appena scoppia la bomba, la narrativa italiana del 2016… etc etc., capito? L’altra bomba, quella del caso editoriale di cui sopra, di cui sono state vendute 2.000 copie in sole tre settimane, cioè “Forse non tutti sanno che nelle Marche…”, curiosità, storie inedite, misteri e chi più ne ha più ne metta, editore Newton Compton, ha preso la forma di un fenomeno che ha fatto entrare nelle case, nella testa e negli occhi di migliaia di persone, la voglia di cercare, fra le pagine del libro, una identità nascosta, magari dietro l’angolo e mai conosciuta. Ho preso personalmente parte alle presentazioni di questo libro di Chiara, entusiasta ma non frastorna- ta dall’ amore della gente, degli amici, di chi non conosceva neppure, e ovunque ha fatto registrare curiosità, voglia di far capire che questa nostra regione “dai mille volti”, se ben raccontata, assume le trame della sinfonia lasciando in sottofondo quel retrogusto di tradizione popolare che prende ciascuno di noi. Di quanti leggono, riflettono, svariano con occhio interessato ed innamorato fra le colline ed i ritratti più o meno marcati della nostra terra. Un manipolo di collaboratori, affascinati dal viaggio che Chiara andava ad intraprendere, ha arricchito alcune pieghe di un volume che si legge tutto d’un fiato (si dice sempre, n.d.r., ed è vero), con la voglia di incontrare l’aneddoto o il racconto successivo. Ne sono usciti caratteri che arricchiscono chi legge, con una leggerezza narrativa sorprendente, e se ne accorgeranno anche alle prossime presentazioni, al Pio Sodalizio dei Piceni di Roma a fine gennaio, a quella presso la casa museo di Alda Merini in collaborazione con l'Associazione dei Marchigiani e degli Umbri in Lombardia e l'altra nel calendario della Regione Marche presso la BIT, grazie al sostegno dell'Assessorato al Turismo e alla Cultura. E poi, in marcia su Bologna e Firenze!!! www.chiaragiacobelli.com • 15 PAROLE NELLO SCAFFALE NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Reportage in Bosnia Un puzzle a più voci Viaggio sui resti della guerra Dalla penna di Curzi fotoreporter con zaino U Illustrazione di Sergio Giantomassi n lucido, intenso e struggente reportage sulla tragedia dell'ex Jugoslavia a vent'anni dalla fine del conflitto andato in scena a meno di 300 chilometri dalle nostre coste. Macchina fotografica in mano, taccuino in tasca, l'auto trasformata in un caravan, il cibo di strada e lo sguardo attento a ogni sfumatura e ogni espressione: il giornalista e viaggiatore anconetano Pierfrancesco Curzi (Momi) descrive tre settimane on the road in cui ha ripercorso le tappe principali della guerra tra il 1991 e il 1995. Interviste, incontri toccanti, testimonianze inedite per comporre una storia tra cronaca e romanzo della società bosniaca del nuovo ta.fre. millennio • Da un appartamento alle strade di Parigi e Nassiriyah Missioni di pace e d'amore comunque è tutta vita “In Bosnia” Un affascinante viaggio sui resti della guerra, della pace e della vergogna... “Parigi è sempre una buona idea” Nicolas Barreau FELTRINELLI 272 PAGINE € 15,00 Storie di ricostruzione del quotidiano e di illusioni, di sogni spezzati e avventure in trincea di Talita Frezzi U na storia di sogni, speranze e rituali. Una storia di amore per la vita. Nicolas Barreau ci porta in una Parigi delicata e romantica, che fa da sfondo alla malinconia di desideri affidati a bigliettini lanciati nel vento dalla cima dei 704 scalini della Tour Eiffel e la voglia di cambiare di una giovane talentuosa illustratrice in marcia verso il suo futuro. Una Parigi che “è sempre una buona idea”, per riprendere il titolo del libro edito da Feltrinelli, e che è molto diversa dalla capitale francese ferita e fragile dai recenti attentati terroristici. Rituali, sogni, desideri e illusioni sono gli ingredienti di questo affascinante romanzo in cui le vicende della protagonista sono una salita carica di aspettative, come quei gradini della Tour Eiffel da cui lancia i bigliettini con i suoi desideri. Di un amore post bellico parla invece Fabio Volo nel suo ultimo romanzo “E' tutta vita” (Mondadori editore), descrizione delicata ma sagace di chi si trova ad affrontare quello che viene dopo l'innamoramento, la responsabilità e la complessità dello stare insieme per davvero. Quello descritto da Volo è un quadro di coppia dalle molteplici sfumature, un incantesimo rotto, una magia esaurita. E sorprende la capacità dell'autore di dare un nome ai sentimenti, anche a quelli meno nobili e non per questo meno comuni. Un romanzo diretto, sincero, spudorato che fa ridere e commuovere, pensare e fermarsi come quando qualcosa ci riguar- Pierfrancesco Curzi EDITORE INFINITO 176 PAGINE € 14,00 “E' tutta vita” “Stavano così bene insieme, cosa è successo alla loro vita? Dove sono finite la passione, la complicità?...” “Professione peacekeeper” La vita in prima linea di un funzionario Onu che attraversa alcune tra le più gravi crisi mondiali. Fabio Volo MONDADORI EDIZIONI 240 PAGINE € 19,00 Andrea Angeli EDITORE RUBBETTINO 344 PAGINE € 12,00 da da vicino. Storie in prima linea, non nella vita quotidiana ma nella trincea da Sarajevo a Nassiriyah, sono quelle raccontate con incredibile lucidità dal giornalista maceratese Andrea Angeli nel suo “Professione peacekeeper”. Pagine intense in cui il giornalista – già portavoce dell'autorità di coalizione a Nassiriyah nel 2003 e 2004 – descrive in maniera autobiografica quello che comporta l'impegno del portavoce di missioni impossibili. Aneddoti e riflessioni di un osservatore privilegiato sulla vita dei caschi blu dall'America Latina alla Namibia, dal Sudest asiatico ai Balcani e all'Iraq. Episodi registrati dai giornali e dalle tv che riemergono dalla penna di chi più di altri è stato al fianco dei 'soldati di pace' italiani. E proprio “ai diciannove amici lasciati a Nassiriyah il 12 novembre 2003” è dedicato il volume, arricchito anche di documentazione fotografica. Il giornale è anche disponibilein digitale nel sito: www.d-mare.it Seguici anche su Facebook: D.Mare Per info commerciali contattare: Cristina Cognini [email protected] phone 392.2049761 D.mare è disponibile anche gratuitamente presso le librerie Feltrinelli e Canonici di Ancona Illustrazione di Sergio Giantomassi • 16 NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016 PAGINA Informazione pubblicitaria 12 gennaio 2016 OPEL MOKKA TAGLIA IL TRAGUARDO DEI 500.000 ORDINI Al vertice del segmento più in crescita in Europa S i è imposta grazie ad un design elegante, un'elevata praticità, motori tecnologicamente modernissimi e dai bassi consumi, trazione integrale attiva e servizio di connettività e assistenza personale On Star all'avanguardia. Tutte queste caratteristiche hanno consentito a questo suv di ottenere numerosi prestigiosissimi riconoscimenti come la 4x4 dell'Anno per due volte consecutive e anche eletta "Company car of the year 2015". Chi è alla ricerca di un suv compatto e robusto molto funzionale comodo e dalla massima qualità a un prezzo accessibile sceglie Opel Mokka. Nel 2015 in Italia le vendite sono aumentate quasi del 37%. Mokka è una vettura adatta all'uso quotidiano che offre 5 posti comodi in soli 4,28 metri di lunghezza. Tra i suoi sofisticati motori oltre al modernissimo turbodiesel 1,6/136cv troviamo lo straordinario gpl 1,4 turbo/140cv propulsore "unico" nel suo genere in quanto è davvero l'unico ad essere studiato direttamente dalla casa costruttrice (unitamente all'impianto gpl) per funzionare con il convenientissimo propano liquido, garantendo prestazioni fuori dal comune , nessuna manutenzione straordinaria, affidabilità eccellente e costi chilometrici da non credere. Nella gamma troviamo anche il 4x4 che riconosce automaticamente su quali ruote è necessario applicare la massima trazione e ripartisce automaticamente la coppia di conseguenza, aumentando considerevolmente la sicurezza sui fondi scivolosi. ANCONA Zona Baraccola - Tel. 071.2868755 | FALCONARA Zona Industriale - Tel. 071.9156004 | SENIGALLIA Borgo Bicchia - Tel. 071.7927001