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tra abbracci e maschere

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tra abbracci e maschere
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
Periodico gratuito di informazione sulle eccellenze
delle Marche tra mare, territorio e cultura
02
002
N
C
O
N
A
•
M
A
07
PAGINA
Questo Carnevale
dolce e colorato
San Valentino, ecco
le bisbetiche domate
Il parka, un'icona
venuta da lontano
Zeppole, cicerchiate e castagnole, tanti gustosi modi per
declinare la festa...
Tanti appuntamenti tra prosa
e musica con Vecchioni, Brian
May, Ferilli, Brilli e Piccolo...
Furono gli inuit i primi ad indossarlo. Nel 2003 Kate Moss
lo ha rilanciato...
04
ANNO
A
PAGINA
08/09
PAGINA
10
PAGINA
PAGINA
Benvenuto Stracca
celebre giurista
Marina Dorica
Gli eventi del 2016
Fu il padre del diritto marittimo e commerciale.
Ancona l'ha dimenticato...
Una pagina dedicata a tutte le
manifestazioni sportive che si
terranno nel porto turistico...
R
C
H
E
•
A
D
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I
A
T
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C
O
Il mese
breve
tra
Foto di Corrado Maggi / www.corradomaggi.it
abbracci
e maschere
F
ebbraio corto e amaro,
recita un antico adagio.
Ma se dal punto di vista
meteo può essere vero, è vero
pure che questo mese breve ci
riserva dolci consolazioni.
Tra San Valentino e Carnevale,
baci alla nocciola e castagnole,
i giorni freddi si scaldano di
feste. Chi si mette in maschera
e celebra i riti pagani e chi,
con l’altra metà della mela, si
scambia regali ed abbracci.
Per la nostra copertina abbiamo scelto appunto un abbraccio. Una bella foto di Corrado
Maggi, che ha vinto anche un
premio.
Un’immagine che dice, ma
suggerisce anche molto.
Il mare, l’amore, la passione di
chi quel mare lo attraversa, per
respirarne l’odore e condividerne la vita.
Un bianco e nero che ha però
tanto colore dentro, che ci
suggerisce, e pare di sentirli,
le frasi che i due ragazzi
si scambiano davanti a
quella distesa azzurra,
coprendo il rumore della
risacca.
L’autore doveva cogliere il rapporto stretto
della città con l’Adriatico, e mentre scendeva
dallo stradello del Passetto ha fermato l’istante
di questi Innamorati del
mare.
m.r.
•
02
LA FESTA PIù DOLCE
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Da giallozafferano.it
I consigli in cucina
Arancini
o limoncini
protagonisti
Alcuni suggerimenti utili
per prepararli a casa
I
Immancabili protagonisti del
Carnevale, gli 'arancini' o
limoncini.
La ricetta ce la suggerisce il
sito Giallo Zafferano.
Ecco gli ingredienti: 2 uova,
50 gr di burro, 250 ml di
latte, 600 gr di farina, 25 gr
di lievito di birra, la buccia
grattugiata di 3 arance, 260 gr
di zucchero, olio di arachide
per friggere. Mescolate 200
gr di zucchero con la buccia
grattugiata delle tre arance,
intiepidite il latte e scioglieteci
il lievito di birra.
Disponete la farina a fontana
e preparate la pasta aggiungendo i rimanenti 60 gr di
zucchero, le uova, il latte con
il lievito sciolto e il burro ammorbidito. Impastate, formate
una palla e mettetela in un
recipiente infarinato a lievitare
per due ore coprendolo con
un panno.
Stendete la pasta con un
mattarello ad uno spessore
di circa mezzo centimetro e
coprite la sfoglia con il mix di
scorza grattugiata e zucchero,
poi arrotolatela in modo molto
stretto. Tagliate a fettine di
circa 1 cm e lasciatele riposare
per mezz’ora.
Friggete in abbondante olio
caldo e scolateli su carta
paglia o carta da pane (per
evitare che si attacchino alla
carta assorbente classica).
Per renderli più leggeri si possono anche cuocere in forno
a 180° per 20 minuti anziché
ta.fre.
friggerli.
•
PERIODICO
DI INFORMAZIONE
DIRETTORE
RESPONSABILE
Marina Roscani
PROGETTO
GRAFICO
Sergio Giantomassi
IMPAGINAZIONE
Icselle Design
Studio S.a.s
EDITORE
Cristina Cognini
ANNO
002
STAMPA
Gruppo Manservigi
Registrazione presso
il Tribunale di Ancona
N. 3638/2015 RCC
del 28 agosto 2015
Per informazioni commerciali
Cristina Cognini
Cell. 392.2049761
[email protected]
Zeppole, cicerchiata e castagnole: tanti gustosi modi di scherzare
Questo dolce e pazzo Carnevale
Ogni città una tradizione
e una ricetta da declinare
in viaggio sul carrozzone
della festa golosa
di Talita Frezzi
U
n'antica superstizione del
Maceratese dice che se un
estraneo entra in cucina
mentre si preparano gli scroccafusi
- o 'strummeri' come li chiamano ad Arquata del Tronto o
'cecetti' a Osimo - allora
i dolci non verranno
buoni. Ed è festa (e ci
si maschera) almeno
finchè sulle nostre
tavole compaiono
le gustosissime castagnole, vuote o
ripiene di crema
pasticcera, spolverate di zucchero o bagnate
con alchermes,
perchè secondo
un vecchio detto
popolare “finito
Carnevale, finito
amore, finito di
mangiare le castagnole”. Zona che vai,
ricetta che trovi. Ma
ovunque, nelle Marche,
la festa inizia a tavola: dimmi dove vivi e ti dirò cosa cucinare, senza scherzi. Nelle Marche non è davvero Carnevale senza i
tradizionalissimi 'scroccafusi', delle
palline di pasta croccanti e spolverate
di zucchero poi bagnate con alchermes. Una ricetta dalle radici antiche
e legate al mondo rurale del Maceratese. Si parla sempre di palline - ma
minuscole e tenute insieme da una
colata di miele bollente - quando in
tavola si erge regina indiscussa la 'cicerchiata', dolce arricchito da mandorle tritate e abbrustolite, pinoli o
noccioline, tipico dell'Anconetano.
In alcune zone delle Marche viene
preparata la versione al cioccolato e
il suo nome deriva da 'cicerchia' il
famoso legume presidio slow food
della nostra regione, di cui ricorda la forma. Tipicamente jesine le 'castagnole', tonde e
simbolo di allegria. Nel
primo quarto del secolo scorso durante
i veglioni danzanti,
nei teatri e nelle
sale dei circoli
ricreativi, ogni
famiglia portava
la sua scorta di
castagnole per
un tradizionale scambio di
auguri e dolci
a mezzanotte.
Stessa dolcezza
ma forma diversa: tonde a
Jesi, allungata nel
Pesarese e piccole
e tonde come bignè
nell'Ascolano. Di antica origine romana, le
'sfrappe' attingono alla
tradizione della frictilia, i
dolci fritti preparati nel periodo
dell'odierno Carnevale. Ma la festa
più bizzarra e colorata dell'anno è
anche all'insegna delle 'ciambelline fritte di patate', delle 'bombe di
Carnevale' alla marmellata, crema o
cioccolato; dei 'ravioli di castagne'
tipici del Piceno.
•
Scroccafusi, strummeri
o cecetti: tre nomi
per una preparazione
segreta, come vuole
la superstizione
03
L'IDIOMA CHE CAMBIA
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Con le influenze di mass media, web e inglese, la lingua si è evoluta, ma niente catastrofismi
Sempre caro ci fu questo italiano
jobs act, shopping, selfie
tante le parole straniere
entrate nell’uso comune
basta non abusarne
PROF. GIANLUCA
FRENGUELLI
di Alessandra Bruno
L
a lingua italiana è la quarta più
studiata al mondo e da Dante a
Galileo, da Leopardi a Fellini, è
la specifica forma con cui si articolano il nostro pensiero e la nostra creatività. Per questo è bene preservare
quel patrimonio di bellezza, cultura,
storia e idee che lì sono custodite.
«Una questione che impazza negli
ultimi anni è: in che direzione sta
andando la lingua italiana?», spiega
il docente di linguistica di Unimc,
Gianluca Frenguelli. «Su questo argomento - prosegue- si sono espresse le opinioni più diverse: si va dai
catastrofisti, che descrivono una lingua in rapido declino, impoverita e
assoggettata all’inglese, agli entusiasti
del cambiamento, che plaudono a
una lingua moderna.
Da più parti si parla di italiano imbarbarito, di italiano semplificato, di
essemmessiano, di italiano 2.0, e chi
più ne ha più ne metta.
Come spesso accade, la verità sta nel
mezzo: tutte le lingue vive cambiano,
si evolvono per adattarsi ai tempi e ai
cambiamenti sociali, culturali e tecnologici. I linguisti parlano di deriva,
termine che in sé non ha nulla di catastrofico.
Se si guarda al passato e si analizza la
nostra lingua con un atteggiamento
distaccato, senza affrettarsi a trarre
conclusioni spicciole ci si rende conto di un fatto: la rovina dell’italiano,
preconizzata già a partire dal Settecento da illustri grammatici non è an-
cora avvenuta». Un sospiro di sollievo. «È però vera una cosa - sottolinea
il professore - rimasto immobile per
diversi anni, l’italiano, dal momento
in cui da lingua letteraria è divenuto
la lingua parlata, ha conosciuto un
periodo di evidente evoluzione. Sono
poi arrivati la globalizzazione, internet e i nuovi media, e questa evoluzione si è fatta via via più frenetica.
Venuto meno il modello letterario,
i parlanti hanno cercato nuovi modelli di lingua nei mass media, primo
fra tutti la televisione». C’è un altro
“complice”: «Un elemento di forte
contaminazione - sottolinea Fren-
Se si conosce a fondo
l’italiano non
servono vocaboli
inglesi e espressioni
preconfezionate
guelli - è rappresentato dalla lingua
inglese, il cui uso, ha investito tutti
gli ambiti della comunicazione sia
quotidiana sia professionale, ed è penetrato in quei luoghi dai quali fino
a pochi anni fa era escluso. Come,
ad esempio, nei dipartimenti di studi umanistici dell’università, dove
sempre più spesso si sente parlare di
management didattico, di mission
e, ahinoi, di customer satisfaction.
In sostanza, a vari livelli si assiste a
un uso ostentato dell’inglese, che ha
molto di provinciale. E quando l’uso
diventa abuso, allora si crea un problema.
Purtroppo, il difetto è nel manico:
per primi, il nostro Governo e i nostri politici sciorinano anglismi a tutto spiano, a partire da Premier che ha
ormai totalmente soppiantato Presidente del Consiglio, passando per il
Welfare, per la Spending review, per
il Jobs act e la Social Card. Così le
nostre attività quotidiane devono
fare i conti con l’inglese: basta uscire
a fare compere - pardon: shopping per trovare qui un outlet, lì un temporary shop. Non c’è da stupirsi se i
giovani, ridefinendo le frontiere del
dialogo, chattino dai loro telefoni,
picturino o si facciano selfies, taggando su Facebook o su altri social, oppure Whatsuppino con i loro smartphones, riempiendo i loro messaggi
con varie emoj.
C’è modo di porre un freno a tutto
ciò?
Il compito spetterebbe alla scuola,
che riveste, oggi più che mai, un ruolo nodale nell’educazione linguistica.
Se si conosce a fondo la ricchezza
della nostra lingua, non si ha bisogno di ricorrere a vocaboli inglesi e a
espressioni preconfezionate».
•
04
FATTI & PERSONAGGI
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
BENVENUTO
STRACCA
Sono stato un giurista
Anzi esatto sarebbe
definirmi giureconsulto
ma non vorrei apparire
troppo esigente
A destra un'incisione che rappresenta
la città di Ancona ai tempi
di Benvenuto Stracca
A sinistra una delle sue opere
Sotto lo stemma della famiglia
Per primo estrapolò dal
diritto privato le norme
legate alla mercatura e ne
fece un famoso trattato
di Claudio Desideri
B
È considerato nel mondo il padre del diritto commerciale
e di quello marittimo, ma pochi anconetani lo sanno
Giurista. Anzi esatto sarebbe definirmi
giureconsulto, ma non vorrei apparire
troppo esigente. Già i miei concittadini mi hanno completamente dimenticato, non vorrei divenire anche
antipatico.
Lei infatti è considerato in tutto il
mondo il padre del diritto commerciale e marittimo, ma pochi anconetani lo sanno.
Si è così. Per primo ho estrapolato dal
diritto privato quelle norme legate alla
mercatura e ne ho fatto un trattato:
"De Mercatura sive de Mercatore".
Lo pubblicai nel 1553. Non era la mia
prima opera, avevo già scritto altri trattati di diritto, la mia passione. Allora
avevo 56 anni.
Perché questa passione?
La mia era una famiglia di commercianti e uomini di legge. Originaria di
Foligno si era trasferita ad Ancona da
più generazioni e rapidamente si era
affermata nel commercio, nel notariato e nella vita pubblica.
Nacqui da Anton Giacomo, notaio e
nobile commerciante, nel 1509, nella
nostra residenza di Piazza Stracca, allora si chiamava della Farina, di fronte
al Palazzo degli Anziani. Oggi non è
rimasto nulla di quella casa. La guerra
e l'incuria l'hanno cancellata, come la
scritta che avevo inciso nella finestra
del mio studio: "urna vitalis". Anche
la tomba della mia famiglia, a San
Francesco alle Scale, dove ero sepolto
è scomparsa durante le vicende edilizie
conseguenti all'espropriazione postunitaria di questa bellissima chiesa
che è stata anche caserma e ospedale.
Le mie ossa sono finite in un ossario
comune.
Di lei non abbiamo ritratti, bassorilievi o lapidi. Solo i documenti
pubblici e i libri testimoniano la sua
esistenza.
Come se il destino avesse voluto avvolgermi con un velo. Eppure ai miei
tempi ero un uomo molto importante.
Mi ero laureato a Bologna, durante il
periodo in cui la mia famiglia era esule
in quella città, dopo che Ancona era
stata sottomessa al papato nel 1532.
Tornato nel 1538 fui ammesso all'attività forense l'anno seguente. Avvocato,
uomo di governo ero spesso a Roma
come rappresentante degli interessi anconetani che ho sempre portato avanti
con spirito laico.
Forse è scomparso dalla memoria
degli anconetani perché di lei non è
rimasto quasi niente?
Probabilmente è così. Ma resta la mia
opera ancora oggi oggetto di studio in
tutto il mondo, nelle università dove
si formano gli agenti e gli assicuratori
marittimi. Nel XVI secolo altri giuristi si erano dedicati alla realizzazione
di trattati di diritto ma nessuno aveva
ancora pensato a fare una sintesi per le
norme sull'attività dei mercanti e del
commercio.
Vede prima della mia opera le con-
envenuto Stracca, nobile signore, governatore, mercante, avvocato, giurista.
Benvenuto quale di questi
•titoliMesser
le è più appropriato?
•
•
•
Benvenuto Stracca
“Ma la mia città
mi ha dimenticato”
•
troversie di carattere mercantile erano
regolate dal diritto comune. I mercanti
non erano visti di buon occhio per la
loro attività che li vedeva arricchiti in
un mondo ancora governato dalla nobiltà di origine feudale, dove la Chiesa
voleva imporre anche nella giustizia il
pensiero evangelico.
I miei trattati, potremmo dire, sdoganarono la figura del commerciante per
portarlo all'onore del mondo come
professione importante è legittima.
Riuscì a convincere i giuristi del tempo
sulla serietà della mercatura che non
era solo traffico, a volte illecito, prestito e usura, guadagno ad ogni costo.
De Mercatura ebbe successo?
Se fosse stato pubblicato oggi, sarebbe un best seller. Talmente richiesto
da essere stampato assiduamente per
tutto il secolo XVI. Ricercato da giuristi, avvocati, magistrati ma anche dai
mercanti per i quali era stato realizzato
un formato portatile per averlo sempre
con se comodamente nella propria
borsa. Dopo questa mia opera tanti
altri giuristi mi seguirono in questo
percorso per costruire il diritto com-
•
merciale internazionale di oggi.
Amava la sua città natale?
Moltissimo. Anconitano seguiva il mio
nome nei frontespizi delle mie opere.
E Ancona, ho inserito spesso nel formulare esempi esplicativi di norme,
come il caso di un incidente notturno
causato da illuminazioni non riconoscibili di barche dedite alla pesca del
polipo sotto il colle Guasco. O altri
ancora, dove i nomi presi ad esempio
erano quelli delle famiglie nobili anconetane.
So che ad Ancona oltre alla piazza
hanno intitolato a mio nome anche
un istituto superiore è una sala della
Camera di commercio.
Pochi sanno che quando ero in vita,
nel 1550, cercai di istituire la prima
università anconetana di giurisprudenza.
Nel 1562 Pio IV concesse il Collegio
dei dottori, ma con la mia scomparsa, nel 1578, il mio progetto svanì nel
nulla. La città non era ancora pronta,
scollegata alla vita universitaria e alle
sue grandi potenzialità. Spero che oggi
qualcosa sia cambiato.
•
•
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
05
GIOCATTOLI IN MOSTRA
PAGINA
Bambole, teatrini, dondoli dal '700 al primo dopoguerra: benvenuti al museo del bambino
Il fascino degli antichi balocchi
Un antenato dei moderni flipper
Oltre 2000 giocattoli
e pezzi originali nella
suggestiva collezione
della famiglia PREVETTI
GABRIELE OGIVA
PROPRIETARIO
di Talita Frezzi
La vera chicca è una
pupa di cera del 1800
uguale a quella
donata dalla regina
Vittoria a Edoardo VII°
L
e bambole col volto di cera
scrutano i visitatori, mentre
ogni passo è come un salto
all'indietro in un mondo magico, antico, appartenente
più ai nostri nonni e al ricordo lontano della loro
infanzia che alla nostra
epoca troppo moderna
e fatta di sogni di byte.
Siamo all'interno del
suggestivo “Museo del
giocattolo e del bambino
Musam&co”, in vicolo
Bonarelli, vicino al Palazzo del
Governo. Dal novembre scorso
qui abita la fantasia e si rifugia il
ricordo di quando i giochi erano
più semplici ma capaci di evocare la fantasia. Pezzi unici, i più
antichi del '700 e i più recenti
del primo dopoguerra. Un museo che è espressione della sensibilità della signora Gioia Prevetti
e di suo figlio Gabriele Ogiva, che in
vent'anni hanno raccolto con pazienza
2000 pezzi originali (e funzionanti) che
sono il tesoro del museo.
Ed è proprio Gabriele a raccontarci
questa bella storia.
Perchè un Museo del giocattolo?
“Il museo è stato creato per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi
dell'infanzia e in particolare per la salvaguardia del diritto di ogni bambino al
gioco. E poi io e mia madre volevamo
condividere un'importante collezione,
rendendola bene della collettività un
po' come succede nel resto d'Europa”.
Quanti oggetti e balocchi avete
In alto al centro l'antichissima
e pregiata pupa di cera realizzata
dall'azienda Pierotti, custodita in
una teca lontana da fonti di calore e
di luce; le marionette, i Pinocchio in
legno di varie dimensioni, i teatrini
dei burattini e un'altra bambola
con abito cucito a mano
•
•
raccolto?
R: “In vent'anni abbiamo riunito oltre
2000 pezzi, tra bambole, cavallucci, antichi flipper, case delle bambole, teatrini e marionette. Alcuni reperiti tramite
donazioni private o in mercatini internazionali. Oggi, ogni singolo elemento
racconta il nostro passato attraverso il
gioco”.
Il museo è sempre stato in vicolo
Bonarelli?
“Veramente no, aprii il mio primo
Museo in via della Loggia alla fine degli
anni '90. Il museo poi fu itinerante con
diverse mostre anche fuori dall'Italia, la
più importante al centro storico di Lisbona. L'ultima, al salone Liberty delle
•
Un primitivo gioco da tavolo
composto da dama e roulette
Terme Excelsior a Montecatini, visitata
da 15.000 persone in poco di due mesi.
Le ultime sedi quattro anni fa a Sirolo
e adesso finalmente Ancona. Con la
riqualificazione di un sito storico quali le fondamenta di Palazzo Marcolini
(risalenti al '500) la nuova struttura
ospita il museo, il teatrino del Guasco e
un caffè letterario di cui Ancona aveva
tanto l'esigenza con eventi curati dalla
signora Maria Lampa”.
Qual'è il pezzo più antico della
collezione?
“Si tratta di una Pupa Pierotti con il
viso di cera e l'abitino di pizzo cucito
a mano. E' stata realizzata da un'antica famiglia italiana che si era stabilita
•
Abbigliamento
0-14
Corso Amendola, 46/E
Ancona
Tel. 071.2075182
a Londra e che ha portato le bambole
di cera nel mondo. Custodita in una
teca, lontana da una luce come meriterebbe per la paura che si sciolga, risale
al 1800. E' diventata famosa perchè
nel 1841 una Pupa Pierotti della stessa serie limitata di quella custodita al
museo fu regalata dalla Regina Vittoria
al primogenito Edoardo VII°. Ha un
enorme valore, l'abbiamo acquistata da
un antiquario londinese come un'altra
bambola di cera, realizzata dalla famiglia Montanari (diretta concorrente
della Pierotti).
Il museo è visitabile il martedì e giovedì
dalle ore 15 alle 18, il mercoledì-venerdì-sabato e domenica dalle 18 all'1.
•
06
Le PICCOLE falsità
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Frottole e buoni propositi, anche nel 2016 le false promesse in agenda
La verità sulle innocenti bugie
In psicologia una formula
spiega l’autoinganno, l’equazione
perfetta sta tra intenzione e azione
di Alessandra Bruno
U
n nuovo anno quasi sempre è l’occasione
per millantare (s)propositi da concretizzare
nel lungo arco temporale che si spalanca
all’orizzonte. Obiettivi e traguardi procrastinati ad
oltranza, che a Capodanno, però, appaiono inspiegabilmente conquistabili.
Anche per questo 2016, quindi, la lista delle menzogne
raccontate a se stessi ,prima ancora che agli altri, non può
mancare. L’ autoinganno scatta in donne e uomini,
senza distinzioni. Tranne che in fatto di alimentazione. Il gentil sesso, secondo le statistiche, arriva
a mentire sui peccati di gola fino alle 474 volte in 365 giorni. E chi poi non ha mai giurato
“Da domani dieta”, “Anno nuovo, vita nuova”,
“Quest’anno mi iscrivo in palestra” . Espressioni così comuni da essere diventate
quasi un clichè.
Ma cosa succede nella nostra mente?
«L’uomo è probabilmente l’unico animale che può mentire, sicuramente l’unico che può
mentire a se stesso - sottolinea lo psicologo Paolo Scapellato - E non c’è occasione migliore per farlo che nel momento in cui, dopo
un bilancio dell’anno passato o dopo una
grande delusione, progettiamo il prossimo
futuro. Esiste dentro di noi un meccanismo
di autoconservazione che spesso ci illude di
decidere liberamente i nostri cambiamenti,
mettendoci allo stesso tempo in un sistema di alibi e menzogne che li rendono
inattuabili Come diceva Hermann Hesse: L’uomo si differenzia dal resto della
natura soprattutto per una viscida gelatina di menzogne che lo avvolge e lo
protegge». Poi prosegue: «Esistono due
tipi di bugie che l’uomo racconta a se
stesso: la prima è una vera e propria
menzogna che, attraverso meccanismi
inconsci, tende a proteggere uno stato
L’esperto Scapellato
È un nuovo anno
ricordiamoci di capire
chi siamo e dove
vogliamo arrivare
L'inizio del nuovo anno è
il momento per tutti dei buoni
propositi, una dieta, l'iscrizione
in palestra, comportamenti più congrui
verso il prossimo. Ma spesso sappiamo
di mentire a noi stessi.
Un esperto ci dice perché
mentale tutto sommato accettabile basandosi su un compromesso tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. È il caso
dell’uomo che tenta di giustificare il suo tradimento dicendo
che comunque ama la propria donna, ripromettendosi, spesso
invano, di non caderci più. L’altro tipo di bugia in realtà è
più un errore di valutazione; in psicologia esiste una formula
per spiegare il divario tra intenzione e azione: M=VxA (M=
motivazione, V=valore percepito, A=grado di accessibilità percepita). La spinta motivazionale, e quindi la forza con cui ci
muoviamo verso un obiettivo, dipende da due macro - fattori,
il valore che soggettivamente diamo a quell’obiettivo e l’accessibilità, cioè quanto pensiamo che ci è possibile raggiungerlo.
Un’ errata valutazione di questi due fattori ci potrebbe spingere a ricercare con costanza il raggiungimento di un obiettivo di
fatto impossibile. E così riempiamo il nostro futuro di progetti
che poi non realizziamo: la dieta da lunedì, l’assoluto bisogno
della palestra, la promessa di non litigare più, di essere più
buoni, progettare unagrande rivoluzione nella propria vita, da
domani inizio a dire dei no, da domani penserò di più a me
stesso. Se queste promesse risulteranno reali o delle auto-bugie,
dipende però da un cambiamento interiore, non dalle parole
che diciamo». L’esperto conclude con un consiglio: «Essendo
all’inizio del nuovo anno, e quindi in piena progettazione dei
nostri cambiamenti, ricordiamoci di capire davvero chi siamo
e dove vogliamo portare la nostra vita, di cogliere i nostri bisogni profondi e personali, per poi riprometterci di fare quelle
cose che davvero ci faranno stare meglio».
•
07
LUPI DI MARE
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Chi va per mare inizia a pensare alle cose da fare per navigare di nuovo
Febbraio, l’inverno è già finito
Per questo si organizza
una cena con gli amici sul
tema: quando partire, dove
andare e quando tornare
di Andrea Giorgetti
F
inalmente abbiamo girato la boa
di gennaio e da domani i giorni
voleranno velocissimi verso la
prossima stagione estiva.
Sembra ieri che avevamo sistemato
le nostre barche per l'inverno che già
possiamo iniziare a pensare a tutte
quelle cose da fare per essere pronti a
navigare di nuovo.
Io verso novembre, preparo la mia
barca per l'inverno facendo tutte
quelle cose che mi aiutano a passare
le domeniche.
Il controllo delle prese a mare, lo sbarco dei vestiti estivi, delle tante cose
inutili che durante la stagione piano
piano imbarchiamo senza nemmeno
rendercene conto, permettono di vivere la barca in un rapporto sempre
più intimo.
Come vi dicevo, girata la boa di capodanno già possiamo pensare a preparare la nostra barca per la prossima
stagione è così inizio a programmare
le varie attività in vista della prima
crociera ad aprile.
Avere una data certa di nuovo utilizzo
permette di passare in rassegna a tutte
quelle cose che ogni anno dobbiamo
fare per avere la massima efficienza e
non rischiare di rimanere all'ormeggio
o in mezzo al mare con un problema!
Tra le cose da fare di solito:
1) programmo il posto a terra per
la rifare carena
2) organizzo il tagliando al motore
3) rinnovo l'assicurazione
4) lavo le drizze che avevo tolto
a novembre
5) pulisco i winch
6) controllo la linea della bombola
del gas
7) controllo le fascette
dell'impianto idrico
8) pulisco gli acciai
9) lucido l'opera morta (fiancate)
10)controllo delle dotazioni di
sicurezza
11)riporto le vele a bordo pronte
ad essere issate
12)faccio girare l'acqua nei serbatoi
per togliere l'odore dell'amuchina.
13)organizzo una bella pulizia degli
interni, visto che da qualche mese
la polvere l'ha fatta da padrone
14)controllo le luci di via e l'impianto
degli strumenti elettronici.
15)muovo il salpa ancora e controllo
la catena
16)incomincio a pensare alla
cambusa...
E da questo ultimo appunto che inizia la nuova stagione e la prima e forse
più bella crociera dell'anno, quella del
25 aprile con gli amici di sempre.
Non è una crociera estiva, potrebbe
fare freddo ma il navigare tra le isole
della Croazia in questo periodo è una
meraviglia.
L’atmosfera è unica, il silenzio la fa da
padrone e tutto è tranquillo e rilassato se non spesso sferzato da un po’ di
bora che sappiamo come gestire.
Tutti i porti dei paesini sono vuoti, i paesani sono contenti di vederti
perché possono riaprire i ristoranti,
l'acqua è' di una trasparenza da mozzare il fiato e senza meta sarà possibile
andare a zonzo con l'unico problema
di scegliere dove andare a dormire la
notte per cambiare posto.
Tutto inizia con l'analisi del possibile ponte da sfruttare per non perdere
troppi giorni di lavoro.
Per questo tocca organizzare una cena
con gli amici con il tema di quando
partire, dove andare e quando tornare
a casa!
Iniziano a girare le mail, l'equipaggio
da dieci anni è' sempre lo stesso, Stefano, Alessandro, Roberto e Umberto
sulla mia barca.
Francesco, Paolo, Antonio, Ugo,
Marco, Carlo, Gigi e i loro equipaggi,
sulle altre barche. Navigare in flotta è
un altro piacere che bisogna provare!
Alla domanda dove andiamo la risposta è sempre la stessa, comanda il
vento ed il mare.
Se avremo vento da nord andremo
a sud se avremo scirocco andremo al
nord.
Stabilita la data della partenza incominciamo ad organizzare la barca.
Avremo a bordo delle coperte calde
una cambusa importante, pronti anche al freddo e qualche temporale.
La scelta dell'ora per lasciare l'ormeggio a Marina Dorica, vista la stagione
è al contrario dell'estate, dove preferisco navigare di notte, verso le 8 del
ANDREA
GIORGETTI
Girata la boa di
capodanno possiamo
pensare a preparare
la barca per la prima
crociera ad aprile
mattino per attraversare con le ore più
calde.
La traversata di solito scorre veloce e le
otto ore di navigazione volano sapendo che inizia la vacanza.
Appena arrivati, verso le 17 al porto
di entrata per la dogana ( Lussino o
Bozava o Sali), facciamo i documenti
pagando le tasse annuali. L'equipaggio si rilassa con una passeggiata nel
bosco o sistemando la propria cabina
in attesa della cena.
A noi piace mangiare a bordo e appena fa buio il nostro cuoco interessato
inizia le operazioni.
Dovete sapere che chi cucina non la
va i piatti, chi apparecchia non sparecchia, così ognuno può scegliere come
rendersi utile.....
Una cosa è certa dopo cena o dopo
pranzo la barca deve essere sempre
pronta a navigare e sbandare. Per questo consiglio di non lasciare mai le
cose in giro perché in caso di vento
improvviso possiamo occuparci della
barca e non delle cose che cadono in
quadrato di sotto!
Dopo cena, sistemata la barca, si va a
terra per una passeggiata ed un gelato.
Presto, diciamo verso le 23,torniamo
a bordo e dopo due chiacchiere andiamo a dormire.
Non riesco a spiegare cosa vuol dire
andare a dormire dopo una giornata
intensa nel silenzio assoluto e al caldo
della stufetta. Dico solo che se uno
legge il libro, gira al massimo una
pagina, se guarda un video o un film
regge solo ai titoli iniziali.
Al mattino con calma e solo grazie
alla prima luce del sole, l'equipaggio
si sveglia e affronta la tosta prima colazione.
Le crostate di Manuela e le torte di
Umberto sono lì che aspettano di essere divorate.
Alle 8,00 tutti gli equipaggi sono
pronti alla passeggiata del mattino
che ci porterà per un paio di ore nei
boschi intorno al porto dove siamo
ormeggiati.
Alle 11,00, dopo una sana doccia e
dopo il briefing con gli altri equipaggi per decidere, a seconda del vento,
dove andare, lasciamo gli ormeggi.
Questa parte della giornata la passiamo a vela ad incrociare bordi tra di
noi sino alla tappa del pranzo che è
sempre in una rada protetta all'ancora.
Arrivati a destinazione, si prende un
po' di sole e poi si prepara il pranzo.
Un sano caffè, un riposino pomeridiano molto veloce e verso le 16 salpiamo per raggiungere il porticciolo
per la notte. La scelta prevede che l'
ormeggio che deve essere sicuro perché siamo sempre ad aprile, costare
poco o niente, ed avere la corrente
elettrica.
È così scorrono velocemente i giorni
sino al dovuto rientro.
In effetti non ci scordiamo che il
tempo potrebbe giocare contro e un
paio di giorni prima iniziamo a controllare il meteo per scegliere la data
della partenza e soprattutto il posto da
dove lasciare la Croazia. Lussino, Baia
Pantera, Telascica, sarà l’ultima meta
della vacanza pronti a muovere alle 7
del mattino.
Con un po' di rammarico perché pure
questa vacanza va a finire, ormeggiamo di nuovo la barca a Marina Dorica, sbarchiamo le borse e ci avviamo
verso le macchine per tornare in famiglia.
•
08 09
LE COSE DA FARE
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINE
4/7 FEBBRAIO
12 FEBBRAIO
24 / 25 FEBBRAIO
4 marzo
15 MARZO
1 APRILE
PESARO
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Rossini
“La Bisbetica Domata”
di William Shakespeare
produzione la Pirandelliana
con Nancy Brilli
regia Cristina Pezzoli
MAIOLATI SPONTINI
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Spontini
“Sogni e Bisogni”
Diana Or.i.s
Scritto e diretto da Vincenzo
Salemme con Nicola Acunzo,
Domenico Aria, Andrea Di
Maria Antonio Guerriero,
Giovanni Ribò,
Biancamaria Lelli
ASCOLI PICENO
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Ventidio Basso
“Il Bugiardo”
di Carlo Goldoni
con Valerio Binasco
Compagnia Popular
Shakespeare Kompany
CIVITANOVA ALTA
Stagione Civitanova danza
Teatro Annibal Caro
“Jupiter and beyond
+ Venus”
Tir danza e Nicola Galli
nell'ambito di Residenze
Marche Spettacolo
progetto promosso da
Direzione generale per lo
spettacolo dal vivo del MiBact
Regione Marche, Consorzio
Marche Spettacolo/Amat
JESI
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro G.B.Pergolesi
“Nudi e crudi”
Artisti Associati
di Alan Bennett con Maria
Amelia Monti e Paolo
Calabrese e con Nicola
Sorrenti regia Serena Sinigaglia
MONTEMARCIANO
Stagione teatrale
Teatro Alfieri
Concerto dei Quintorigo
“Experience”
con Valentino Bianchi (sax),
Andrea Costa (violino),
Stefano Ricci (contrabbasso)
Gionata Costa (violoncello) e
con Moris Pradella (voce)
13 | 14 FEBBRAIO
GRADARA
Castello di Gradara
e borgo storico
“Gradara d'Amare”
13 FEBBRAIO
FABRIANO
Stagione prosa
Teatro Gentile
“Camera con vista”
Residenza di allestimento
Synergie Teatrali
di Edward Morgan Forster con
Benedicta Boccoli, Selvaggia
Quattrini, Stefano Artissunch
regia Stefano Artissunch
5 FEBBRAIO
JESI
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro G.B.Pergolesi di Jesi
“I suoceri albanesi”
Officine del Teatro Italiano
di Gianni Clementi
con Francesco Pannofino,
Emanuela Rossi
regia Claudio Boccaccini
MACERATA
Stagione teatrale
Teatro Lauro Rossi
“Tu regalo
la mia morte,
Veronika”
Emilia Romagna Teatro Fondazione di Federico Bellini e
Antonio Latella con Monica
Piseddu liberamente ispirato alla poetica del cinema
fassbinderiano regia di Antonio
Latella
Prima ed esclusiva regionale
6 MARZO
JESI
Rassegna prosa
by Amat
Teatro G.B.Pergolesi
“Il Prezzo”
di Arthur Miller
Compagnia Umberto Orsini
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale,
Elia Schilton regia Massimo
Popolizio
14 FEBBRAIO
SERRA DE' CONTI
Ristorante L'Infinito
Spettacolo di cabaret
Paolo Migone
organizzazione
Ramset studio
FINO AL 28 FEBBRAIO
JESI
"Artemisia"
via Giordano Bruno, 4/A
“DIVERSIONI”
OPERE DI SERGIO
GIANTOMASSI
Mostra di illustrazioni
realizzate a china,
acrilico e grafite, esposte all'interno del negozio di belle arti
28 FEBBRAIO
19 febbraio
CIVITANOVA ALTA
Stagione Civitanova danza
Teatro Annibal Caro
“Occhio di bue”
Progetto di residenza Mk
nell'ambito di Residenze
Marche Spettacolo
progetto promosso da Direzione Generale per lo Spettacolo
dal Vivo del MiBACT
Regione Marche, Consorzio
Marche Spettacolo/Amat
URBANIA
Stagione teatrale
Teatro Bramante
“Liberaci dal bene”
con Giorgio Montanini
CIVITANOVA ALTA
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Annibal Caro
“Madame Bovary”
di Gustave Flaubert
produzione Khora.teatro
con Lucia Lavia
Anteprima nazionale
21 febbraio
ANCONA
Concerto live
Teatro delle Muse
Brian May
and Kerry Ellis
prevendite Ticket one
JESI
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro G.B.Pergolesi
“Trincea”
di e con Marco Baliani
regia Maria Maglietta
4 marzo
ANCONA
Concerto live
Teatro delle Muse
Franco Battiato
e Alice
prevendite Ticket one
Tornano le suggestioni al castello per “Gradara d’amare”nel weekend degli innamorati
Le bisbetiche di San Valentino
In arrivo anche i concerti
di Battiato, Vecchioni
e un tris di CELEBRITY
Ferilli, Brilli e Lavia
di Talita Frezzi
C
oriandoli e scherzi di Carnevale, love song per un romantico San Valentino.
Tanti e variegati gli appuntamenti
in programma nella nostra regione
per questo mese di febbraio che si
apre con l'incredibile concerto di
Brian May, il leggendario chitarrista dei Queen, che il 21 febbraio
alle ore 21 al Palarossini di Ancona
duetterà con l'attrice-cantante Kelly Ellis.
Un sold-out annunciato, mentre a
Jesi al PalaTriccoli si attende il professor Roberto Vecchioni (21 marzo) e alle Muse un duo d'eccezione,
Franco Battiato e Alice (4 marzo).
Al teatro Spontini di Maiolati la
bellissima Nancy Brilli porta in
scena “La Bisbetica domata” di
Shakespeare (in replica anche al
Rossini di Pesaro) mentre Lucia
Lavia a Civitanova farà rivivere
“Madame Bovary” un classico di
Flaubert. L'Amat porta al Teatro
Ventidio Basso di Ascoli Piceno “Il
Bugiardo” di Goldoni e attesissimo anche un tris di grandi attori:
Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli
e Pino Quartullo in scena con lo
spettacolo “Signori... le paté de la
maison!”.
Il weekend in love per eccellenza
del 13 e 14 febbraio è nella suggestiva rocca di Gradara, con il tradizionale appuntamento “Gradara
d'amare” dedicato agli innamorati.
In programma visite guidate al castello nei luoghi dell'amore maledetto di Paolo e Francesca, mostre
e concorsi fotografici, speciali e romantici effetti luminosi...
Entra nel vivo anche la rassegna
“Civitanova Danza” al Teatro Annibal Caro di Civitanova Alta con
quattro appuntamenti ed altrettanti interessanti progetti artistici, da
“Occhio di Bue” a “Jupiter and Beyond + Venus”, “L.a.n.d.” e “Short
Stories” che ci accompagneranno
dal 5 febbraio al 3 maggio (la conclusione al teatro Rossini di Civitanova Marche).
Su il sipario per una stagione di
prosa di grandi nomi anche al teatro
G.B.Pergolesi di Jesi che il 5 febbraio ospita “I suoceri albanesi” di
Gianni Clementi con Francesco
Pannofino ed Emanuela Rossi.
Mentre il 12 febbraio ancora al teatro Spontini di Maiolati, “Sogni
e bisogni” una commedia scritta
diretta e interpretata da Vincenzo
Salemme.
Altri grandi nomi in scena al teatro
Pergolesi di Jesi: Massimo Popolizio che firma anche la regia di “Il
Prezzo” di Arthur Miller (6 marzo),
Maria Amelia Monti (in “Nudi e
crudi” il 15 marzo) e il duo Massimo Dapporto - Tullio Solenghi (in
“Quei Due”, il 29 marzo).
Tra gli appuntamenti da segnalare,
una mostra imperdibile: “Diversioni, inchiostro&grafite” una suggestiva raccolta di opere originali
dell'artista, visual designer Sergio
Giantomassi, allestita presso il negozio d'arte “Artemisia” (via Giordano Bruno 4/B a Jesi) e visitabile
con orari 9,30-13 e 16-20 escluso il
lunedì.
•
Il giornale è anche disponibile
in digitale nel sito:
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Cristina Cognini
[email protected]
phone 392.2049761
Via Piave, 29
Corso Carlo Alberto,10
Ancona
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gratuitamente presso le librerie
Feltrinelli e Canonici di Ancona
CHIARAVALLE
Stagione Prosa
Teatro Valle
“Il mio amico
Giorgio Gaber”
teatro-canzone di Gian Piero
Alloisio di Gian Piero Alloisio
con Gianni Martini
10 / 13 MARZO
PESARO
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Rossini
“Signori....le paté
de la maison”
da "Le prenom" di Matthieu
DeLaporte, Alexander De La
Patellière, adattamento
di Carlo Buccirosso e Sabrina
Ferilli con Pino Quartullo,
Sabrina Ferilli, Maurizio
Micheli
regia Maurizio Micheli
19 MARZO
CIVITANOVA ALTA
Rassegna Civitanova danza
Teatro Annibal Caro
“L.a.n.d. - where is
my love?”
Codeuomo/ Daniele Ninarello
nell'ambito di Residenze
Marche Spettacolo progetto
promosso da Direzione
generale per lo spettacolo
dal vivo del MiBact
Regione Marche, Consorzio
Marche Spettacolo/Amat
MAIOLATI SPONTINI
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Spontini
“Fissòarmonikòs”
Esteuropaovest
uomini e fisarmoniche
scritto, diretto e interpretato
da Giorgio Felicetti con
Valentina Bonafoni e con la
partecipazione della Piccola
Orchestra Armonikòs
29 MARZO
FERMO
Rassegna prosa by Amat
Teatro dell'Aquila
“Una giornata
particolare”
Compagnia gli Ipocriti
autori dell'opera originaria
Ettore Scola e Ruggero Maccari adattamento teatrale Gigliola Fantoni con Giulio Scarpati
e Valeria Solarino regia Nora
Venturini
12 marzo
JESI
Concerto live
PalaTriccoli
Roberto Vecchioni
organizzazione
Radiocitylight e Eventi live
1 / 3 aprile
FANO
Stagione teatrale
Teatro La Fortuna
“Venere in pelliccia”
di David Ives
Pierfrancesco Pisani
e Parmaconcerti
in collaborazione con Infinito
srl regia di Valter Malosti con
Sabrina Impacciatore e Valter
Malosti residenza
di allestimento e prima
nazionale
5 APRILE
MAIOLATI SPONTINI
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Spontini
“7 Minuti”
Ert Emilia Romagna
Teatro Fondazione
Teatro Stabile dell'Umbria
Teatro Stabile del Veneto
di Stefano Massini uno spettacolo di Alessandro Gassmann
con Ottavia Piccolo
9/10 APRILE
PESARO
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro Rossini
“Mummenschanz”
29 MARZO
JESI
Stagione prosa
2015/2016 by Amat
Teatro G.B.Pergolesi
“Quei due”
con Massimo Dapporto
e Tullio Solenghi
3 MAGGIO
CIVITANOVA MARCHE
Rassegna Civitanova Danza
Teatro Rossini
“Short Stories – All
that falls – Immersion - Mandala”
Carolyn Carlson
company
10
LUPI DI MARE
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Nel porto turistico una serie di iniziative da seguire con passione
Tutti gli eventi sportivi del 2016
Manifestazione
Data
Circolo organizzatore
Tipo di Gara/Regata
• Luca’s days Meteor Cup
• Luca’s days Meteor Cup
• Luca’s days Meteor Cup
• "XXVIII Camp. Primaverile del Conero
19-20 marzo
A.S.D. Assonautica An - Ondanomala A.S.D
2-3 aprile A.S.D. Assonautica An - Ondanomala A.S.D
9-10 aprile A.S.D. Assonautica An - Ondanomala A.S.D
• Match race
• Match race
• Match race
10 aprile
Ancona Yacht Club
• Libera + ORC
17 aprile
Ancona Yacht Club
8 maggio
A.S.D. Four Sailing
15 maggio
A.S.D. Assonautica An
21 maggio
Comit. Intercircoli di MD/ Tipicità in blu
5 giugno
A.S.D. Assonautica An
18-19 giugno
Sef Stamura
18-19 giugno
L.N.I. sez. Ancona
16-19 giugno
Comune di Ancona/Marina Dorica
22-26 giugno
L.N.I. sez. Ancona
6-7-8-9 luglio
Comitato Intercircoli di Marina Dorica
22-23-24 luglio
Amici del Mare A.S.D./Big Game Ancona
4 settembre Comitato Intercircoli di Marina Dorica
18 settembre
L.N.I. sez. Ancona
25 settembre
Amici del Mare A.S.D.
2 ottobre
A.S.D. Assonautica An
11 dicembre
A.S.D. Assonautica An
• Libera + ORC
• Libera VB
• Libera + ORC
• Regata + gara di cucina
• Libera + ORC
• ORC
• Endurance - Freestyle
• Giochi Macroregione
• Libera
• Farr Class 40
• Gara di pesca in drifting
• Libera
• Libera
• Libera
• Libera - ORC
• Libera - ORC
Trofeo «A. Stasi»"
• "XXVIII Camp. Primaverile del Conero
Trofeo «A. Stasi» "
• Trofeo Four Sailing Lei & Lui
• Veleggiata di Primavera
• SailingChef
• Conerissimo
• Trofeo Riccardo Stecconi
• Prova di Campionato Italiano Moto d'acqua
• Youth Games
• XXVI Middle Adriatic Off-shore Cup
• Tappa Circuito Internazionale Farr 40
• Conero Tuna Cup
• Regata del Conero
• X Trofeo Colle Guasco x 2
• Amici in vela
• Veleggiata d’Autunno
• Veleggiata di Natale
P O R T O
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T U R I S T I C O
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NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
11
MODA & MODE
PAGINA
Furono gli inuit i primi ad indossarlo al Polo nord
Il Parka, un’icona di stile
che viene da lontano
Nella preistoria erano
composti di tre pellicce
sovrapposte per difendersi
dal freddo glaciale
di Marina Roscani
U
n capospalla che viene da
lontano, in termini di tempo
e luogo, che ha attraversato
mode, modi e continenti. Ha rappresentato un’icona per più di una
generazione, ed è arrivato fino a noi
carico di significati e fascino. Parliamo del parka, impermeabile
come il trench, più facile del cappotto, multitasking come una giacca a
vento. Arricchito o spogliato dalle
varie griffe, a seconda delle stagioni,
è ormai un passepartout per ogni
look.
Le sue origini risalgono alla preistoria, precisamente nelle popolazioni
inuit del circolo polare artico. Fatti
di pelliccia di orso polare, di volpe
e di foca, erano indossati uno sopra
l’altro, per proteggersi dal freddo. Ed
infatti
“parka”, letteralmente significa “pelle
di animale” e deriva dalla lingua nenets parlata nella regione a nord della
Russia.
Nel lontano 1954 il brand Refrigiwear crea il capo resistente alle temperature sotto lo zero, per i lavoratori
che operano nelle celle frigorifere per
il trattamento di carni.
Restiamo negli anni ’50 e parliamo
dell’aspetto iconico del nostro cappotto, che viene adottato dai Mod,
corrente giovanile che prende il nome
da “modernism”, (con riferimento ai
fan del modern jazz) che si sviluppò
a Londra alla fine di quegli anni. I
parka dei Mod, erano quelli dei militari americani nella seconda guerra
mondiale, il cui unico colore era verde. Arricchito da spille, toppe e disegni, era lungo, avvitato, con la coda
di rondine e il cappuccio. Più tardi,
nei primi anni ’90 passa ad arricchire
un nuovo mood style: il grunge. Kurt
Cobain dei Nirvana e Eddie Vedder
dei Pearl Jam, li indossavano per accentuare un look ribelle.
Ma facendo un po’ di storia non
si può dimenticare l’eskimo. Che,
come il parka, viene adottato quasi
negli stessi anni, ma in contesti differenti. Contesto militare per l’uno e
valenza politica per l’altro, divenuto
simbolo delle lotte studentesche del
’68, era infatti utilizzato dai giovani
Adottato dagli inglesi
Mod negli anni ’50
è stata poi la top
model Kate Moss a
rilanciarlo nel 2003
di sinistra perchè era di fattura semplice, di solito tela (Guccini gli dedica una canzone dove dice “portavo
allora un eskimo innocente dettato
solo dalla povertà”). Oggi si assiste
alla fusione dei due capi tanto che è
diventato difficile distinguerli.
Ma chi è stato a far diventare il parka
un must have 2.0?
Siamo nel 2003, quando la top model e trend setter, Kate Moss, si fa fotografare con il giubbotto parka sul
cui retro è verniciato il titolo di una
famosa canzone dei Sex Pistols “ God
Save The Queen”. Dopo di lei, star
come Siena Miller, Stella McCartney
e Agyness Deyn lo hanno indossato
abbinandolo ai più svariati look. Per
vederlo in passerella dobbiamo aspettare le sfilate di Burberry London,
Fay e Acquascutum.
Rispetto al verde militare degli inizi,
la tavolozza dei colori si è arricchita
nei toni del fango, del terra, del blu
navy ma anche dei pastello e del bianco per la stagione più calda. Molto
usati i tessuti con filo d'acciaio, la flanella spalmata per il confezionamento dei parka, e possono essere rifiniti
da pelliccia, montone e accessori di
gusto vario. Woolrich è stato uno dei
primi brand a reinterpretare il parka
in versione piumino.
Di ultimissima generazione è il parka
tecnologico che si ricarica e ti ricarica grazie a un rivoluzionario sistema
termico che genera calore. Tre superfici termiche posizionate sulla zona
lombare del dorso e sulla zona cervicale, sprigionano calore attraverso
un telecomando da tene-re sempre
in tasca.
•
12
LOCALI DA BERE
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Il locale più cool del momento dove assaggiare una selezione di vini e distillati dal mondo
Alla Picca ogni drink diventa arte
Uno staff giovane e molto
qualificato di sei amici
ha rivoluzionato il modo
di vivere l'happy hour
di Talita Frezzi
M
FEDERICO
MOROSETTI
Come in Educazione
siberiana, anche per
noi è una lama, ma
che taglia la gioventù
dall'età adulta
Nelle foto, aperitivi, stuzzicherie cocktail
e drink punto forte del nuovo locale
jesino, scelto da clienti di tutta la regione
etti la selezione dei più famosi cocktails del mondo,
dosa la creatività nel metal
poor, frulla nel blender tradizione e
futuro, poi shakera e ottieni un sorso
genuino e appassionato di Picca.
Nel locale più cool del territorio,
niente è insignificante, tutto è arte,
trasformazione, crescita, futuro. Ogni
dettaglio è carico di simboli impressi
sulla pelle dei titolari Andrea Barchiesi e Federico Morosetti, giovani
(neanche 30 anni), dinamici e qualificati. “La Picca è un segno di riconoscimento, il coronamento di un percorso, la lama che taglia la gioventù
dall'età adulta”, spiega Federico. Che
poi la picca la troviamo nel romanzo
di Nicolai Lillin (e nel film di Gabriele Salvatores) “Educazione siberiana”.
E' una lama, la stessa usata per tagliare il cordone ombelicale. La picca è
come la croce, ci accompagna per
l'intera nostra vita e quando si muore
va spezzata: una parte tenuta con sé e
l'altra che resta alla persona più amata al mondo, affinchè nel giorno del
giudizio ci si possa ritrovare e ricongiungere in pace. Un'idea romantica
che prende corpo a giugno 2014 nel
cuore storico di Jesi, su piazza Spontini, e che oggi rivoluziona il modo di
bere e di vivere l'happy hour. Andrea
e Federico possono contare su uno
staff composto dagli amici di sempre:
Alessandra Morosetti l'incantevole
sorella di Federico e addetta alla sala
insieme all'infaticabile Matteo Quajani, Giovanni Zannini lo chef cui si
devono le stuzzicherie. Poi c'è Luca
Giorgi, il barman, ultimo acquisto,
grande esperienza nel settore, le mani
d'oro che miscelano, sperimentano,
creano. Sulla loro pelle, sulla loro idea
futuristica di contrasti che si sposano,
di evoluzioni e arte, viene progettata la location. Gli architetti Moreno
e Barbara Vannini interpretano gli
spazi come un incontro di materiali
diversi, la pietra, il mattone, il ferro
grezzo e il legno non trattato. I colori
della terra, del bronzo. Linee semplici, un mondo in divenire come un tatuaggio che negli anni si modifica. Il
clou è nel bicchiere. “La Picca ha una
piccola ma attenta selezione di vini
dall'Italia e dalle Marche - spiega Luca
Giorgi - oltre a vini naturali, amari e
distillati con cui reinventare i cocktail
classici. Distillati come il Calvados
(acquavite di sidro di mele francese),
il Sakè giapponese, il Mezcal (distillato messicano ottenuto dalla pianta
dell'agave), Vermut italiani e Whisky
giapponesi. La nostra miscelazione è
un twist sui grandi classici, nel segno
della rivisitazione”.
Grande attenzione soprattutto ai
vini marchigiani, il core business è
il Verdicchio. Tra le aziende fornitrici, il Podere Santa Lucia con il suo
Verdicchio dei Castelli di Jesi classico
“Romita incrocio Bruni” e Lacrima
di Morro d'Alba doc. Il cocktail della casa è l'Americano Emigrato, variazione del classico Americano con
aggiunta di thè early gray infuso nel
Bitter Campari che conferisce una
connotazione english.
•
13
la bellezza IN TESTA
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Fila tutto liscio
Genetica e professionalità, la bellezza si fa in due
Mai più capelli deboli con proteine
della seta e l'impacco nutriente
S
empre al passo con i trattamenti più innovativi il salone
Silvio Coiffeur ha in serbo due
“chicche” per lasciar risplendere una chioma fluente in vista
dell’estate 2016.
Nelle sedute di relax in salone
non può mancare una coccola
professionale: il “Kerasilk Keratin Treatment” della Goldwell
che «cambia il dna del capellocome sottolinea il parrucchiere- togliendo il crespo, donando
corpo e lucentezza».
Grazie alla tecnologia altamente
performante, alla cheratina e ad
una componente di seta liquida,
il prodotto restituisce le sostanze
nutritive ai capelli, lasciandoli
morbidi e lisci dai 3 ai 5 mesi.
Un’altra novità da provare
comodamente è il trattamento rigenerante della Wella
“Nioxin”,sbarcato in Italia dopo
vent’anni di esperienza nei saloni americani.
La formula si ispira allo skin
care: considera il cuoio capelluto come estensione della pelle
del viso, meritevole delle stesse
cure e attenzioni mirate.
Il siero rafforza le fibre del
capello dall’interno, donando
dinamicità e volume anche alla
chioma più indebolita.
• a.b.
Dalle passerelle al salone linee e colori unisex
L'amore è sempre nell'aria
basta un colpo di testa
La frangia è in, pizzi
rouches e fantasie, così
anche l'uomo sprigiona
il suo lato tenero
di Alessandra Bruno
T
remate, tremate, le frange son
tornate. La frangetta è uno dei
trend prepotentemente (ri)
saliti alla ribalta nella moda e allo
stesso tempo un’irrefrenabile tentazione, a cui si cede almeno una volta nella vita. Basta una sforbiciata,
infatti, per regalare al taglio di capelli un’aria completamente nuova e
frizzante. Per il noto coiffeur dorico
Silvio Forini, è sicuramente uno dei
must del 2016, da sfoggiare in ogni
occasione. Un dettaglio romantico,
in tema con il San Valentino alle
porte: «Il 14 febbraio è una festa
che vale tutto l’anno- spiega l’hair
stylist- ogni giorno ci si dovrebbe
ricordare di amare l’altro e se stessi». Una visione anticonvenzionale
che ritrae lo spirito di Silvio, estroso artista della chioma: «La frangia
non sta bene a tutti - precisa - ma
si può costruire la frangia perfetta
per ogni viso, senza stereotipi preconfezionati, studiando i lineamenti
e le espressioni del cliente. Pesante
o più leggera, con la frangia si può
giocare, rendendola multicolor e
creando riflessi scenografici. Il raccolto è andato scomparendo, piacciono le lunghezze medie e la testa
ondulata, morbida e femminile. La
frangia in versione maschile crea un
look particolare. Perché no?». Una
provocazione, quella di Silvio, che
descrive il progressivo avvicinamento dei pianeti “Venere” e “Marte”,
anche nell’estetica: «L’uomo può
finalmente mostrare il lato tenero
Parola di hair stylist
San Valentino è una
festa tutti i giorni
è bello innamorarsi
dell’altro e di sè
Ecco come Silvio interpreta San
Valentino tra tante sfumature di colore
e acconciature. Foto di Luigi Sauro
e dolce, l’anima romantica - prosegue - come si è visto sulle passerelle
più prestigiose: stesse fantasie, stessi
colori, stesse forme. Pizzi, fiori, rouches sulle camicie, e in testa un bel
caschetto. Il maschio ha uno stile
più curato, rifinito, via la barba incolta. Così anche dall’acconciatore
perdono quota le rasature forzate.
E’ ancora difficile osare, nella grandi
metropoli la strada è spianata». Una
rivoluzione unisex, in questo caso,
dalla radice alle punte: «Per la primavera - estate ci sarà un’esplosione
di colori, i capelli saranno baciati
dal sole. Useremo tutte le sfumature del biondo, calde e avvolgenti
come la luce naturale. L’era del silver è passata, così come quella dello
shatush. Le ciocche si animano manualmente, con i guanti, senza l’uso
dei prodotti, è arte pura», conclude
Silvio.
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NOVITA' DA LEGGERE
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
La Giacobelli, giornalista di Falconara, ha raccontato
la regione con due libri, in modo molto personale
È autrice del recente
caso editoriale
“Forse non tutti sanno
che nelle Marche…”
Newton Compton
Un manipolo di
collaboratori arricchisce
alcune pieghe di questo
volume che si legge
tutto d’un fiato
E Chiara racconta
le Marche segrete
Duemila copie in tre
settimane con curiosità
e storie inedite, ha preso
la forma di un fenomeno
di Giovanni Filosa
Q
Nelle immagini l'autrice
Chiara Giacobelli e alcuni momenti
della presentazione del suo nuovo libro
che è diventato un caso editoriale
Qui sopra con lo chef Mauro Uliassi
uando me la sono trovata di
fronte, alcuni anni fa, le ho
dato una sbirciata di sfuggita.
Un ammasso giovanissimo di capelli
che sfumano su tutte le tonalità del rosso, e questo andava già bene, un fisico
asciutto, che prende lo slancio e si fa
fatica a trattenerlo, perché sembra voler
andare da tutte le parti e cercare un altro
Egitto. Occhi di una mobilità sorprendente, colore delle tonalità preferite,
naso all’insù, orecchie nella norma, labbra carnose e sottili allo stesso tempo,
a prima vista estroversa, gentile, allegra,
generosa non avevo capito quanto. Era
Chiara Giacobelli, con la quale stavo,
a mia insaputa, cominciando un’avventura di collaborazioni editoriali che
avrebbe fatto crescere lei e a me, invece,
avrebbe riservato il posto in prima fila
da spettatore. Quel giorno parlammo
di tutto ma, giuro sull’onorevole Brunetta, che non avrei mai pensato che
prima o poi Chiara da Falconara, quella Chiara lì, sarebbe diventata un caso
editoriale. Dopo tanti articoli scritti per
la rivista che dirigevo allora, gradevoli
e carichi di annotazioni accattivanti e
precise, un giorno si presenta e mi spara
a bruciapelo che aveva scritto un libro.
Vedeva la luce “101 cose da fare nelle
Marche almeno una volta nella vita”,
editore Newton Compton. Da quella
volta è stato un crescendo rossiniano
(siamo nelle Marche …), saggi su saggi,
dal cinema alla letteratura che confina
con una attenta visione del nostro Paese. E … tanti racconti, ed anche alcuni
romanzi - mi voglio rovinare con gli annunci! - ancora non pubblicati ma che
fra poco, appena scoppia la bomba, la
narrativa italiana del 2016… etc etc.,
capito? L’altra bomba, quella del caso
editoriale di cui sopra, di cui sono state
vendute 2.000 copie in sole tre settimane, cioè “Forse non tutti sanno che nelle Marche…”, curiosità, storie inedite,
misteri e chi più ne ha più ne metta,
editore Newton Compton, ha preso la
forma di un fenomeno che ha fatto entrare nelle case, nella testa e negli occhi
di migliaia di persone, la voglia di cercare, fra le pagine del libro, una identità
nascosta, magari dietro l’angolo e mai
conosciuta. Ho preso personalmente
parte alle presentazioni di questo libro
di Chiara, entusiasta ma non frastorna-
ta dall’ amore della gente, degli amici,
di chi non conosceva neppure, e ovunque ha fatto registrare curiosità, voglia
di far capire che questa nostra regione
“dai mille volti”, se ben raccontata, assume le trame della sinfonia lasciando
in sottofondo quel retrogusto di tradizione popolare che prende ciascuno
di noi. Di quanti leggono, riflettono,
svariano con occhio interessato ed innamorato fra le colline ed i ritratti più
o meno marcati della nostra terra. Un
manipolo di collaboratori, affascinati
dal viaggio che Chiara andava ad intraprendere, ha arricchito alcune pieghe di
un volume che si legge tutto d’un fiato
(si dice sempre, n.d.r., ed è vero), con
la voglia di incontrare l’aneddoto o il
racconto successivo. Ne sono usciti caratteri che arricchiscono chi legge, con
una leggerezza narrativa sorprendente, e
se ne accorgeranno anche alle prossime
presentazioni, al Pio Sodalizio dei Piceni di Roma a fine gennaio, a quella
presso la casa museo di Alda Merini in
collaborazione con l'Associazione dei
Marchigiani e degli Umbri in Lombardia e l'altra nel calendario della Regione
Marche presso la BIT, grazie al sostegno
dell'Assessorato al Turismo e alla Cultura. E poi, in marcia su Bologna e Firenze!!! www.chiaragiacobelli.com
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PAROLE NELLO SCAFFALE
NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Reportage in Bosnia
Un puzzle a più voci
Viaggio sui resti
della guerra
Dalla penna di Curzi
fotoreporter con zaino
U
Illustrazione di Sergio Giantomassi
n lucido, intenso e
struggente reportage sulla
tragedia dell'ex Jugoslavia a
vent'anni dalla fine del conflitto
andato in scena a meno di 300
chilometri dalle nostre coste.
Macchina fotografica in mano,
taccuino in tasca, l'auto trasformata in un caravan, il cibo
di strada e lo sguardo attento a
ogni sfumatura e ogni espressione: il giornalista e viaggiatore
anconetano Pierfrancesco Curzi
(Momi) descrive tre settimane
on the road in cui ha ripercorso
le tappe principali della guerra
tra il 1991 e il 1995. Interviste,
incontri toccanti, testimonianze
inedite per comporre una storia
tra cronaca e romanzo della
società bosniaca del nuovo
ta.fre.
millennio
•
Da un appartamento alle strade di Parigi e Nassiriyah
Missioni di pace e d'amore
comunque è tutta vita
“In Bosnia”
Un affascinante viaggio sui
resti della guerra, della pace
e della vergogna...
“Parigi è sempre una buona idea”
Nicolas Barreau
FELTRINELLI
272 PAGINE € 15,00
Storie di ricostruzione
del quotidiano e di
illusioni, di sogni spezzati
e avventure in trincea
di Talita Frezzi
U
na storia di sogni, speranze e
rituali. Una storia di amore
per la vita. Nicolas Barreau ci
porta in una Parigi delicata e romantica, che fa da sfondo alla malinconia
di desideri affidati a bigliettini lanciati
nel vento dalla cima dei 704 scalini
della Tour Eiffel e la voglia di cambiare di una giovane talentuosa illustratrice in marcia verso il suo futuro.
Una Parigi che “è sempre una buona
idea”, per riprendere il titolo del libro edito da Feltrinelli, e che è molto
diversa dalla capitale francese ferita e
fragile dai recenti attentati terroristici.
Rituali, sogni, desideri e illusioni sono
gli ingredienti di questo affascinante
romanzo in cui le vicende della protagonista sono una salita carica di aspettative, come quei gradini della Tour
Eiffel da cui lancia i bigliettini con i
suoi desideri.
Di un amore post bellico parla invece
Fabio Volo nel suo ultimo romanzo
“E' tutta vita” (Mondadori editore),
descrizione delicata ma sagace di chi
si trova ad affrontare quello che viene
dopo l'innamoramento, la responsabilità e la complessità dello stare insieme
per davvero. Quello descritto da Volo
è un quadro di coppia dalle molteplici
sfumature, un incantesimo rotto, una
magia esaurita. E sorprende la capacità
dell'autore di dare un nome ai sentimenti, anche a quelli meno nobili e
non per questo meno comuni. Un romanzo diretto, sincero, spudorato che
fa ridere e commuovere, pensare e fermarsi come quando qualcosa ci riguar-
Pierfrancesco Curzi
EDITORE INFINITO
176 PAGINE € 14,00
“E' tutta vita”
“Stavano così bene insieme,
cosa è successo alla loro
vita?
Dove sono finite
la passione, la complicità?...”
“Professione peacekeeper”
La vita in prima linea di
un funzionario Onu che
attraversa alcune tra
le più gravi crisi mondiali.
Fabio Volo
MONDADORI EDIZIONI
240 PAGINE € 19,00
Andrea Angeli
EDITORE RUBBETTINO
344 PAGINE € 12,00
da da vicino. Storie in prima linea, non
nella vita quotidiana ma nella trincea
da Sarajevo a Nassiriyah, sono quelle
raccontate con incredibile lucidità dal
giornalista maceratese Andrea Angeli
nel suo “Professione peacekeeper”. Pagine intense in cui il giornalista – già
portavoce dell'autorità di coalizione a
Nassiriyah nel 2003 e 2004 – descrive
in maniera autobiografica quello che
comporta l'impegno del portavoce di
missioni impossibili. Aneddoti e riflessioni di un osservatore privilegiato sulla vita dei caschi blu dall'America Latina alla Namibia, dal Sudest asiatico
ai Balcani e all'Iraq. Episodi registrati
dai giornali e dalle tv che riemergono
dalla penna di chi più di altri è stato
al fianco dei 'soldati di pace' italiani.
E proprio “ai diciannove amici lasciati
a Nassiriyah il 12 novembre 2003” è
dedicato il volume, arricchito anche di
documentazione fotografica.
Il giornale è anche disponibilein digitale nel sito:
www.d-mare.it
Seguici anche su Facebook:
D.Mare
Per info commerciali contattare: Cristina Cognini
[email protected] phone 392.2049761
D.mare è disponibile anche
gratuitamente presso le librerie
Feltrinelli e Canonici di Ancona
Illustrazione di Sergio Giantomassi
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NUMERO 07 | FEBBRAIO 2016
PAGINA
Informazione pubblicitaria
12 gennaio 2016
OPEL MOKKA TAGLIA
IL TRAGUARDO
DEI 500.000 ORDINI
Al vertice del segmento più in crescita in Europa
S
i è imposta grazie ad un design elegante, un'elevata praticità, motori tecnologicamente modernissimi e dai bassi
consumi, trazione integrale attiva e servizio
di connettività e assistenza personale On
Star all'avanguardia.
Tutte queste caratteristiche hanno consentito a questo suv di ottenere numerosi prestigiosissimi riconoscimenti come la 4x4
dell'Anno per due volte consecutive e anche
eletta "Company car of the year 2015".
Chi è alla ricerca di un suv compatto e robusto molto funzionale comodo e dalla
massima qualità a un prezzo accessibile sceglie Opel Mokka.
Nel 2015 in Italia le vendite sono aumentate quasi del 37%.
Mokka è una vettura adatta all'uso quotidiano che offre 5 posti comodi in soli 4,28
metri di lunghezza.
Tra i suoi sofisticati motori oltre al modernissimo turbodiesel 1,6/136cv troviamo
lo straordinario gpl 1,4 turbo/140cv propulsore "unico" nel suo genere in quanto
è davvero l'unico ad essere studiato direttamente dalla casa costruttrice (unitamente all'impianto gpl) per funzionare con il
convenientissimo propano liquido, garantendo prestazioni fuori dal comune , nessuna manutenzione straordinaria, affidabilità
eccellente e costi chilometrici da non credere.
Nella gamma troviamo anche il 4x4 che riconosce automaticamente su quali ruote è
necessario applicare la massima trazione e
ripartisce automaticamente la coppia di
conseguenza, aumentando considerevolmente la sicurezza sui fondi scivolosi.
ANCONA Zona Baraccola - Tel. 071.2868755 | FALCONARA Zona Industriale - Tel. 071.9156004 | SENIGALLIA Borgo Bicchia - Tel. 071.7927001
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