La SIAE e la riscossione dell`EQUO COMPENSO dei documentari
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La SIAE e la riscossione dell`EQUO COMPENSO dei documentari
La SIAE e la riscossione dell’EQUO COMPENSO dei documentari L’EQUO COMPENSO è il compenso che viene pagato all’autore di un’opera audiovisiva che ne abbia ceduto i diritti di sfruttamento commerciale - ogni volta che questa viene utilizzata mediante trasmissioni televisive o in altre forme (home video). Per quello che riguarda la televisione, la Siae ha stipulato accordi specifici con le diverse emittenti (Rai, Mediaset, La 7 e gruppo Sky) che prevedono il pagamento di una tariffa al minuto calcolata in base al loro fatturato annuo secondo un sistema detto “a scaglioni d’incasso” (tranne che con Sky, con cui è in vigore un altro sistema detto “a coefficiente”). Le tariffe diminuiscono a partire da un coefficiente 100 (le riduzioni si chiamano “abbattimenti”) a seconda della rete di messa in onda, della fascia oraria e del tipo di prodotto. La tariffa piena (ossia con coefficiente 100) è solo per i film o le miniserie in due puntate trasmessi in prima serata sulla rete ammiraglia del network. Per maggiori dettagli consultare lo schema sul sito della Siae alla voce “ripartizione diritti”: http://www.siae.it/Cinema.asp?click_level=0800.0500.0100&link_page=Cinema_Incasso_e_Ri partizione_Diritti_1.htm I documentari prendono il 40% della fiction. I contratti sono al momento scaduti con tutte le emittenti. LA PRIMA TRATTATIVA DI RINNOVO in corso è quella con RAI a cui seguiranno quella con SKY, RTI (Mediaset) e il gruppo TELECOM (La7 e MTV). Attualmente – essendo scaduto il precedente accordo (nel 2008) ed essendo ancora aperta la trattativa per il triennio in corso (2009-2011) – la Rai sta pagando solo l’80% dell’e.c. riservandosi di saldare il resto a trattativa conclusa, quando le tariffe saranno state ricalcolate. L’ostacolo principale della trattativa è rappresentato dallo sfruttamento delle opere sui nuovi canali (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, etc) e le nuove piattaforme (il web) per cui adesso non è previsto e.c.. La Rai si dice disposta a pagare solo se questi compensi saranno bilanciati da una drastica riduzione sul fronte delle reti generaliste, soprattutto Rai 2. Questo porterebbe a una sensibile diminuzione dell’intero ammontare dell’e.c. con cui le associazioni di autori non sono d’accordo. La Rai chiede agli autori di condividere la riduzione di introiti e di ascolti delle reti, ma dimentica che questo già succede: l’ammontare dell’equo compenso è infatti legato al fatturato dei diversi canali. PER QUELLO CHE RIGUARDA SPECIFICATAMENTE I DOCUMENTARI, in seguito a molte lamentele raccolte tra i documentaristi, a partire dal 2009 Doc/it ha portato avanti varie iniziative tra cui: - Un tavolo di lavoro con la Sezione Cinema della Siae per studiare i punti critici della riscossione dell’e.c. - Un questionario rivolto a registi e produttori per fotografare la situazione esistente Da quest’ultimo è emerso lo spiacevole primato della RAI nel mancato pagamento dell’e.c. agli autori di documentari. La ragione principale è che la messa in onda non viene dichiarata, oppure viene fatta rientrare nei cosiddetti “programmi contenitore” in cui sono trasmessi (e quindi l’e.c. viene attribuito all’autore del programma o non attribuito affatto). In altri casi il mancato pagamento è motivato affermando che si tratti non di documentario, ma d’informazione giornalistica. Inoltre - fatto ancora più grave - da un paio d’anni è in uso l’inserimento nei contratti di una clausola che costringere autori e produttori a dichiarare che quello che stanno vendendo alla Rai non è un documentario bensì un filmato “e pertanto non trova applicazione quanto previsto dalle condizioni generali di contratto in materia di equo compenso”. Dalla primavera del 2010 Doc/it ha unito le sue forze con quelle delle altre associazioni di autori (Anac, Art, 100 Autori, Sact) per portare avanti una piattaforma di richieste comuni. La Siae, in consonanza con la sua funzione di società mandataria per la riscossione dei diritti degli autori, ha recepito tali richieste, che sta cercando di portare avanti nelle trattative in corso con i rappresentati della Rai. Lo stesso Gianluigi Rondi, attuale commissario della Siae, è intervenuto di recente per tentare di sbloccare la trattativa scrivendo ai vertici Rai. Nella trattativa per il nuovo contratto LE PRINCIPALI RICHIESTE PER I DOCUMENTARI sono: - innalzamento del coefficiente dall’attuale 40% all’80% per il documentario unitario, anche se trasmesso in più parti (a prescindere dall’utilizzo di materiale d’archivio) e al 50% per il documentario seriale in due o più episodi; - L’eliminazione dell’obbligo (esistente solo per i documentari) che, per vedersi corrisposto l’e.c., i documentari debbano essere “commissionati come tali”. È questo il “cavallo di troia” che permette attualmente a molte redazioni di scrivere nei contratti che quello che stanno commissionando è solo un “filmato” e, come tale, non dà diritto a percepire l’equo compenso. Richieste di maggiore rilevanza comuni a tutti i generi: - pagamento dell’e.c. anche per le opere messe in onda nelle reti minigeneraliste (Rai 4 e seguenti), nelle tematiche e sul portale rai.tv; - e.c. della prima messa in onda pagato al 50% e non (come ora) al 10% e remunerazione decrescente solo se le repliche sono sullo stesso canale. Per repliche su canali diversi si ripartirà dal pagamento al 100%. Tutte queste richieste sono oggetto della trattativa ancora in corso e per cui si auspica al più presto una conclusione. Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani