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paper - Dipartimento di Scienze Economiche Matematiche e
Dipartimento di Scienze Economiche, Matematiche e Statistiche
Università degli Studi di Foggia
____________________________________________________________________
GENDER MAINSTREANING
NELLA STORIA DELLA MATEMATICA
Maria Antonietta De Martinis e Lucia Maddalena
Quaderno n. 25/2008
“Esemplare fuori commercio per il deposito legale agli effetti della legge 15 aprile 2004 n. 106”
Quaderno riprodotto al
Dipartimento di Scienze Economiche, Matematiche e Statistiche
nel mese di dicembre 2008 e
depositato ai sensi di legge
Authors only are responsible for the content of this reprint.
_______________________________________________________________________________
Dipartimento di Scienze Economiche, Matematiche e Statistiche, Largo Papa Giovanni Paolo II, 1,
71100 Foggia (Italy), Phone +39 0881-75.37.30, Fax +39 0881-77.56.16
Indice
Introduzione
pag.
1
PARTE PRIMA
“
4
1.La scienza occidentale: nuova religione
“
4
2.Una pesante eredità del passato
“
6
3.Non incapacità, ma suggestione
“
10
4.Nel presente:
“
13
o le ragazze in classe
“
13
o le ragazze all’università
“
14
o le donne nella ricerca
“
22
PARTE SECONDA
“
25
Qualche biografia
“
26
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
26
27
27
28
29
30
30
31
32
32
33
33
34
34
35
35
36
37
37
38
38
1.ALICE ROTH (1905-1977)
2.ANNA STAFFORD HENRIQUES (1905-2004)
3.MURRAY BREWSTER (1906-1992)
4.ANGELINA CABRAS (1898 - ?)
5.CORA DE RATTO SADOSKY (1912-1981)
6.DOROTHY LEWIS BERNSTEIN (1914-1988)
7.DOROTHY McCOY (1903-2001)
8.EDNA KRAMER LASSAR (1902-1984)
9.ELENA FREDA (1890-1978)
10.GABRIELLA DEL GROSSO (1944-1990)
11.GERTRUDE MARY COX (1900-1978)
12.GIUSEPPINA BIGGIOGERO MASOTTI (1894-1977)
13.HANNA NEUMANN (1914-1971)
14.IRMGARD FLUGGE- LOTZ (1903-1974)
15.KATE SPERLING FENCHEL (1905-1983)
16.MABEL SCHMEISER BARNES (1905-1993)
17.MARGARET JARMAN HAGOOD (1907-1963)
18.MARIA ALES (1899- ?)
20.MARIA CINQUINI CIBRARIO (1905-1992)
21.MINA REES (1902-1997)
22.PIA NALLI (1886-1964)
23.NINA KARLOVNA BARI (1901-1961)
24.OLGA TAUSSKY TODD (1906-1995)
25.LIA PREDELLA LONGHI (1870- ?)
26.ROZSA PETER (1905-1977)
27.RUTH MOUFANG (1905-1977)
28.SHEILA SCOTT MACINTYRE
(1910-1992)
29.SOPHIE PICCARD (1904-1990)
30.CESARINA TIBILETTI MARCHIONNA (1920-2005)
31.ELDA VALABREGA GIBELLATO (1924-1993)
“
“
“
“
“
“
“
“
“
39
40
41
41
42
42
43
43
44
Conclusioni
“
45
Bibliografia
“I progressi della ragione
sono lenti, le radici dei
pregiudizi profonde”
Voltaire
Introduzione
Da qualche decennio
la pubblicazione di libri o
lavori
sul
tema
Donne
e
matematica
richiama
l'attenzione della stampa nazionale e non solo.
Sheila
Tobias,
docente
di
scienze
politiche
nell'Università dell'Arizona, laureata alla Columbia di
New York, figura di primo piano nel Movimento di
Liberazione della donna nel suo libro “Come vincere la
paura
della
matematica”
cerca
di
combattere
il
pregiudizio secondo cui le donne sarebbero negate per la
matematica.
Questa spinta politica non risponde comunque solo ad
astratti criteri illuministici ma piuttosto alle esigenze
di un mercato del lavoro che ha continue richieste di
riqualificazione della manodopera in senso
sempre più
accentuatamente tecnologico e scientifico.
Di recente è apparso sulla rivista Science una ricerca
condotta da quattro economisti
italiani in cui si
evidenzia che non c'è nessuna predisposizione genetica
dei maschi ad avere successo in matematica ma si tratta
di mancata emancipazione delle donne in termini politici,
sociali e culturali.
Non bisogna indagare sul DNA ma sulle regole sociali.
I quattro economisti non hanno scritto un articolo
sociologico sul tema, la loro è stata un'indagine sui
sistemi economici i loro punti di forza e di debolezza.
Il problema era rispondere alla domanda: come mai metà
della forza lavoro (le donne)
non ottiene risultati
positivi nelle materie scientifiche?
Quello che emerge è che il gap tra maschi e femmine
nelle materie scientifiche
si correla con un altro
indice, utilizzato anche dal World Economic Forum che
segnala il livello di emancipazione delle donne.
L'Italia è al 36°posto su 40 paesi nella graduatoria
che misura il gap tra maschi e femmine sulla matematica.
Questo gap ha radici storiche lontanissime.
Nei testi di Storia
della matematica
le donne non
compaiono.
1
Uno dei più famosi libri di Storia della matematica,
“Men of Mathematics”, ignora completamente i contributi
piu significativi delle donne nella storia.
La storia delle donne nella cultura e nella vita
civile dei paesi industrializzati è stata spesso una
storia di emarginazione fino alla fine dell’Ottocento e
in gran parte fino alla metà del Novecento.
In molti paesi in via di sviluppo la situazione è
ancor più grave perché, come è noto, le donne
sono
ancora ben lontane dal veder riconosciuti i più
elementari diritti umani.
Per
secoli
le
donne
non
hanno
avuto
accesso
all’istruzione e ancora all’inizio del XX secolo in molti
paesi europei alle ragazze era precluso l’accesso alle
università.
Non meraviglia quindi
che il numero di donne
matematiche presenti nei diversi periodi storici seppure
crescente risulti insignificante se confrontato con
quello dei maschi.
Le
donne dedite
alla scienza nelle diverse epoche
sono state veramente poche e i
dati sono sintetizzati
nella Tabella 1
Donne
scienziate
diverse epoche
Antichità
20
Medioevo
10
Dal 1400 al 1500
0
1600
16
1700
24
1800
108
nelle
Solo di recente, da qualche decennio, ci si è chiesto
come mai alle donne fosse stato
precluso l’accesso al
mondo della matematica, della scienza e più in generale
dell'istruzione per così tanto tempo.
Ancora oggi, nel mondo occidentale in cui si parla
tanto di pari opportunità di fatto la discriminazione tra
i sessi, spesso indiretta, ha ancora posto nella
strutturazione della scienza
e influenza lo sviluppo
della comunità scientifica.
2
A porsi tali domande e a cercare di dare delle
risposte che fossero per lo meno un tentativo di
introdurre una presa di coscienza del problema hanno
cominciato gli americani; in effetti proprio negli USA
sono
nate
le
prime
associazioni
finalizzate
alla
promozione dell’ingresso delle donne nel mondo della
scienza,
grazie
alle
quali
è
stato
catalizzato
l’interesse di alcuni ricercatori (soprattutto donne) a
studiare il problema e produrre pubblicazioni per
un'opportuna sensibilizzazione.
Anche in Europa sono sorte associazioni analoghe, e
crescono
gli scritti e i documenti che fotografano la
realtà.
Con questo lavoro vogliamo da una parte approfondire
le ragioni di tanti stereotipi, mettere in luce
le
radici di tanti pregiudizi e cercare di capire quali sono
le
ragioni
storiche
di
tanta
presunta
diversità
culturale, dall’altra vogliamo anche
contribuire ad
evidenziare come qualcosa sta cambiando.
Approfondiremo il presente attraverso dati statistici
sullo stato delle cose nelle nostre scuole, nelle
università e nel mondo delle carriere.
Poiché i nomi di donne che si trovano con ricorrenza
nei
testi
di
storia
della
matematica
riguardano
essenzialmente matematiche dei secoli passati e le donne
in
Matematica
stanno
crescendo,
in
questo
lavoro
riporteremo informazioni su donne che in quest'ultimo
secolo si sono distinte per aver dato significativi
contributi allo sviluppo della matematica.
Si tratta quasi sempre di donne che sono riuscite ad
affermarsi combattendo non solo contro i pregiudizi, ma
soprattutto quotidianamente con i tempi e gli spazi del
privato questo perché la vita professionale di ogni donna
si mescola indissolubilmente con la propria vita privata.
3
PARTE PRIMA
Solo due donne matematiche nella storia,
Sofia Kovaleskaja e Emmy Noethere:
la prima non era una matematica,
la seconda non era una donna.
Hermann Weyl
1. La scienza occidentale: nuova religione
Nel mondo occidentale “le donne sono state escluse
dalla pratica della scienza seria più sistematicamente
che in qualunque altra attività sociale” come scrive
Sandra Harding e riporta Margatet Wertheim in ”I
pantaloni di Pitagora”.
Per tentare di spiegarci il perché di tale stortura
possiamo partire dalla considerazione che le scoperte
scientifiche degli ultimi quattrocento
anni
hanno
influenzato profondamente la nostra vita e il nostro modo
di concepire la realtà tutta intera plasmando, insieme ai
poteri politici, economici e religiosi la cultura
occidentale moderna. La matematica rafforza sempre più il
suo ruolo di regina incontrastata di tutte le scienze
poiché è con il suo linguaggio che tutte le scienze, non
solo quelle naturali, ma anche quelle sociali, cercano di
spiegare il mondo che ci circonda. E’ quindi logico che
una
cultura
profondamente
patriarcale
come
quella
occidentale tenga lontane le donne da un così importante
centro di potere qual’è il mondo scientifico e da una
scienza così fondamentale a questo scopo come la
matematica.
Quattrocento anni fa la visione occidentale del mondo
era forgiata non dalle conoscenze scientifiche, ma dalla
religione.
La
concezione
del
cosmo
era,
per
il
Cristianesimo medievale, di natura spirituale, ma tale
concezione venne soppiantata da quella della scienza
moderna che introdusse una cosmologia fisica. La visione
cristiana durò circa un migliaio di anni, poi le
spiegazioni religiose della realtà non convinsero più e
4
la scienza fondata sulla matematica soppiantò pian piano
la religione nella necessità umana di dare qualche
risposta alle domande su quelli che i filosofi chiamano
“i massimi problemi” insite nell’animo umano.
Nonostante la concezione laicista della scienza
moderna, essa mantiene tutt’oggi una connotazione di
stampo religioso. Sin dai tempi della Grecia antica e poi
dell’Europa
medievale,
la
scienza
fondata
sulla
matematica nacque come assimilazione dei numeri a
divinità e delle relazioni matematiche ad espressioni
divine.
Come scrive Barrow in “Perché il mondo è
matematico?”, anche oggi nella vasta gamma di punti di
vista filosofici sulla natura e sull’acquisizione delle
conoscenze matematiche ce n’è uno, quello degli idealisti
che crede nell’esistenza di un mondo esterno alla nostra
mente in cui le cose esistono indipendentemente da noi e
la nostra conoscenza è il risultato di un processo di
scoperta. Tale concezione idealista venne portata alle
sue estreme conseguenze da un nuovo platonismo matematico
che scaturisce dal tentativo del progetto Bourbaki, nato
nel 1939, di salvare la concezione formalistica della
matematica sostenuta da Hilbert secondo cui la matematica
non ha alcun significato autonomo: gli assiomi e le
regole non sono necessariamente collegati alla realtà.
Anche questo era, in realtà, un tentativo di mostrare la
coerenza interna della matematica. Tale tentativo fu però
minato dal famoso teorema di Godel nel 1931 col quale si
dimostrò che la verità matematica va al di la degli
assiomi e delle regole e che se si vuole comprendere
appieno la matematica occorre uscire da essa. Nonostante
le scoperte di Godel, il gruppo Bourbaki cercò di
codificare in maniera unificata la parte decidibile della
matematica e di organizzarne le parti separate in un
unicum. Per essi la matematica è semplicemente una
creazione umana, non una rivelazione divina. Ma poi non
riescono a spiegare come mai essa, pur essendo solo un
prodotto del pensiero umano indipendente dalla realtà, si
adatti così sorprendentemente agli oggetti della realtà
stessa. Si giunge così a ribaltare le conseguenze
dell’affermazione che le strutture matematiche formali
sono prive di significato e, invece di dire che per
questo esse non possono essere applicate a nulla, si
sostiene che sono applicabili a tutto ciò che è
osservabile. Si giunge quindi alla concezione opposta
secondo cui il mondo è profondamente matematico ed i
5
concetti matematici esistono e sono scoperti e non
inventati
dai
matematici.
Questo
nuovo
platonismo
matematico sostiene l’esistenza di un altro mondo fatto
di forme matematiche perfette che costituiscono le
matrici dalle quali scaturisce la nostra esperienza
imperfetta. Tali convinzioni portano a pensare che Dio
sia un matematico e che se l’Universo materiale può
essere descritto dalla matematica deve esistere una
logica immateriale più vasta. Gli stessi Einstein e
Hawking hanno presentato la loro opera come un tentativo
di illuminare il disegno matematico della Creazione,
implicitamente riconosciuto di origine divina.
Viene spontaneo dunque pensare che in una tale
concezione “sacerdotale” della scienza le donne siano
state culturalmente ostacolate e che si rafforzi la
vecchia credenza che (proprio come la cura di un culto)
la scienza matematica sia di pertinenza prettamente
maschile.
2 .Una pesante eredità del passato
Questa storia di emarginazione ha avuto un carattere
eclatante fino alla fine dell’Ottocento e in parte fino
alla metà del Novecento.
Accanto alla concezione mistica della scienza, ci sono
altre cause alla base di questo gap: prima fra tutte le
differenze biologiche e quindi di ruolo tra uomo e donna,
che sono state concepite da sempre come causa di
inferiorità sia fisica che intellettuale della donna
rispetto all’uomo. Heritier in “Maschile e femminile, il
pensiero della differenza” riporta che poco più di un
secolo fa, alla voce “Donna” il Grand dictionaire
universel du XIX siecle (1866-76)scriveva: ”In che cosa
consiste l’inferiorità intellettuale della donna? Che
cosa le manca? Il fatto di non produrre germi e quindi
idee”, assimilando rapidamente l’idea creatrice al seme
riproduttore.
Viene
così
postulata
l’inferiorità
intellettuale della donna senza bisogno di ulteriore
indagine.
Tale
(presunta
a
priori)
inferiorità
intellettuale della donna deve necessariamente, come la
sua inferiorità fisica, comportare conseguenze sociali
sul complesso insieme di idee e di valori impiegati per
giustificarla e tali conseguenze sono ancora in opera in
tutte le società umane.
6
Sulla base di tali congetture anche le modalità con le
quali,
nel
passato,
venivano
istruite
le
nuove
generazioni si sono rivelate fortemente penalizzanti per
le donne e per un loro ingresso nella scienza: prima del
sorgere dell’istituzione scolastica l’istruzione veniva
impartita all’interno della famiglia da maestri pagati
privatamente, dando sempre la precedenza o l’esclusiva ai
maschi. Per secoli l’istruzione delle donne è avvenuta
all’interno dei conventi dove si coltivava “quel” certo
pregiudizio verso le materie scientifiche e quindi le
donne si sono dedicate solo a materie umanistiche o
artistiche per le quali bastava avere l’attitudine e non
era necessario, come lo era per le scienze, avere una
preparazione
di
base
e
la
guida
di
un
maestro
(significativo è il divieto che gravava sulle donne,
anche nei conventi, di dedicarsi allo studio della
Teologia, considerata per secoli appannaggio esclusivo
degli uomini).
Ad emergere sono state solo poche, favorite dall’avere
un padre, un fratello o un marito scienziato disposto a
condividere le proprie conoscenze.
Anche a livello superiore le difficoltà di inserimento
delle donne sono state tante e durature.
Ancora all’inizio del XX secolo in molti paesi europei
era precluso l’accesso alle Università alle ragazze.
Negli Stati Uniti, le prime Scuole Pubbliche furono
fondate a Boston nel 1642, ma le ragazze vi furono
ammesse nel 1789 solo per imparare a leggere e a scrivere
Negli USA, il primo college femminile fu Vassar College,
fondato nel 1865.
Harvard College fu istituito nel 1636 per “la gioventù
inglese indiana” ma le donne non furono ammesse fino alla
fine del XX secolo: ad Harvard, il Radcliffe College
divenne parte ufficiale dell’Università nel 1894, ma le
studentesse non potevano frequentare le lezioni assieme
ai loro colleghi maschi fino al 1943 (la fusione completa
tra Harvard e Radcliffe si ebbe solo nel 1999!).E fino al
1967 le ragazze non potevano frequentare alcune delle
biblioteche per non turbare i colleghi maschi che
studiavano...
A Cambridge i primi Colleges femminili furono fondati
nel 1869 (Girton) e nel 1872 (Newnham).
A Oxford il primo Collages femminile è del 1878.
A Durham la prima volta che una donna venne iscritta
all’Università fu nel 1896.
7
Nelle Università Svedesi le donne acquisirono il diritto
di sostenere l’esame di maturità, che definisce lo
standard per essere ammessi all’Università nel 1870.
Nel 1873 le donne poterono finalmente studiare e
sostenere esami all’Università, con l’eccezione delle
facoltà di teologia e legge, cui venne concesso l’accesso
assai più tardi e nel 1880 la prima donna studente fu
ammessa all’Università di Lund, laureandosi in Medicina
nel 1892.
In Polonia alla Jagellonian Università di Cracovia,
nel Dipartimento di Filosofia nel 1897/98 c’erano 94
donne ammesse come “liberi studenti”, cioè senza aver
dovuto passare l’esame di maturità.
All’ Università of Lvov nel 1897/98 due donne furono
amesse come studenti regolari e 40 come “liberi” nel
Dipartimento di Filosofia; nello stesso anno furono anche
ammesse le donne alla Facoltà di Medicina.
L’ Università di Varsavia fu fondata nel 1816, le
donne furono ammesse, in tutte le facoltà, dopo la
riapertura dell’Università alla fine della Prima Guerra
Mondiale. La prima donna Professore all’Università di
Varsavia fu Cezaria Baudounin de Courtnenay-Ehrnkrtz,
Professore di etnografia nel 1934.
L’Università di Poznan fu fondata negli anni 1915-18
ed ammetteva ragazzi e ragazze fin dall’inizio.
Erano questi gli anni in cui, in queste ed altre
Università del Nord Europa la Scienza faceva passi da
gigante. Per fare qualche esempio, nel 1820 il fisico
danese
Hans
Cristian
Oersted,
all’Università
di
Copenhagen, costruì una pila elettrica (basata sul lavoro
di
Alessandro
Volta)
contribuendo
a
far
nascere
l’elettromagnetismo; nel 1871 James Clerk Maxwell ritornò
a Cambridge come il primo Cavendish Professor e pubblica
il suo fondamentale “Trattato sull’Elettromagnetismo”;
nel 1897, J.J. Thompson, Cavendish Professor of Physics
at Cambridge, scoprì l’elettrone.
Da questi e da altri grandi progressi le donne furono
quasi completamente escluse a causa del sistema di
istruzione superiore che le relegava fuori dal mondo
accademico.
La prossima tabella e il relativo grafico mostrano il
numero di donne laureate in Italia in campo scientifico
dal 1881 al 1970, anno in cui fu liberalizzato l’accesso
alle università (prima bisognava aver fatto un liceo).
8
Donne laureate in Italia in campo scientifico
dal 1881 al 1970
40000
DONNE LAUREATE IN ITALIA IN
CAMPO SCIENTIFICO
DAL 1881 AL 1970
%
ANNI
TOTALE DONNE DONNE
1881-90
2912
21
0,7
1891-00
3681
233
6
1901-10
3951
211
5
1911-20
4622
368
8
1921-30
8279
1188
14
1931-40
11628
2020
17
1941-50
8479
5115
28
1951-60
29871
6542
31
1961-70
35474
13637
38
35000
30000
25000
TOTALE
20000
DONNE
15000
10000
5000
0
1881-90
1891-00
1901-10
1911-20
1921-30
1931-40
1941-50
Potremmo
così
riassumere
le
principali
dell’emarginazione femminile nel mondo scientifico
- ruolo biologico della donna
9
1951-60
1961-70
cause
- forme di educazione familiare
- diffusione della cultura nei conventi
- esclusione delle donne dall’accesso ai licei e alle
università fino all’inizio del XX sec.
3. Non incapacità, ma suggestione
Che
l’inferiorità
femminile
provenisse
da
una
presunta inferiorità biologica o da una “diversità” a
livello cerebrale tra i due sessi, è stata una idea
strisciante nel mondo della scienza e dell’istruzione
fino a qualche anno fa. Anche se ormai anche la scienza
stessa nega certi pregiudizi ci vorranno ancora molte
generazioni perché essi possano essere estirpati anche
dal sentire comune.
Riguarda i tempi moderni l’idea che le donne non siano
inclini al pensiero astratto e questo sembra scaturire da
uno studio condotto alla fine dell’Ottocento sul cervello
della scimmia. Sulla base di alcune misure inconcludenti
sulla dimensione e la densità del cervello della scimmia,
si
affermarono
teorizzazioni
selvagge
su
presunte
differenze tra i cervelli dei due sessi (estese, ad
libitum, anche alla razza umana)
e queste furono
tradotte in una minore capacità analitica e di astrazione
delle donne.
Anche il mito secondo cui l’emisfero cerebrale
sinistro, più sviluppato negli uomini, sia preposto alle
attività logico-matematiche, mentre quello destro, più
femminile, alla visione spaziale intuitiva è ormai stato
superato da recenti ricerche sulla neurofisiologia del
cervello: si è dimostrato che i due emisferi funzionano
nello stesso modo nei due sessi.
Più recentemente, nell’ottobre 2006, la University
British Columbia di Vancouver (Canada), ha reso pubblica,
sulla rivista "Science", una ricerca dal titolo "Exposure
to scientific theories affects women's math performance"
sulle
presunte
differenze
congenite
tra
la
mente
maschile, considerata da sempre razionale e quella
femminile, reputata invece sensibile. Gli psicologi,
della University British Columbia, hanno preso in esame
per tre anni, 120 donne, di età media compresa tra i 20 e
i 25 anni, divise in tre gruppi e le hanno poi sottoposte
10
a test. Dai risultati si evince che non esistono
differenze genetiche per cui l'uomo sia più portato verso
la
matematica,
sfilze
di
numeri, complicatissime
equazioni e formule indecifrabili. L'elemento che emerge
è invece che i pregiudizi e gli stereotipi sulle capacità
razionali della mente femminile condizionano fortemente
il cervello. La discriminazione, sottolinea Julio Garcia,
psicologo dell'Università di Yale, ha quindi conseguenze
pesanti sia sul rendimento delle studentesse sia sul
rapporto che gli insegnanti riescono ad instaurare con
gli allievi, maschi o femmine.
Lo studio ha dimostrato che nella scienza dei numeri
le ragazze che si convincono di essere geneticamente
svantaggiate rispetto ai colleghi maschi hanno meno
possibilità
di
sfondare:
non
esistendo
difficoltà
naturali che ostacolano il successo delle donne nella
matematica, la possibilità di riuscire o meno dipende da
come le donne stesse percepiscono l’esistenza di un
pregiudizio nei loro confronti.
I ricercatori dell’Università della British Columbia
hanno
somministrato a ciascun gruppo del campione
letture che sostenevano posizioni opposte a riguardo del
problema del genere nella scienza. A un gruppo è stata
fornita
una
documentazione
che
sosteneva
e
dava
spiegazioni sul perché le donne sono geneticamente
svantaggiate rispetto alla matematica. All’altro gruppo è
stato fornito materiale che parlava di come gli
insegnanti
di
matematica
trattino
diversamente,
soprattutto nei primi anni delle elementari, i bambini
rispetto alle bambine. A tutte sono stati somministrati
test di matematica.
Alla fine i ricercatori sono arrivati ad una
conclusione netta: il gruppo che riceveva materiale su un
presunto handicap genetico di genere aveva performance
matematiche peggiori.
Al contrario, il gruppo a cui si era spiegato che questo
handicap
ha
esclusivamente
ragioni
sociali,
di
pregiudizio
verso
le
donne,
aveva
le
performance
migliori. Si tratta quindi non di incapacità, ma di
suggestione. Il cervello reagisce ad essa bloccando o
potenziando la sua attività.
È anche discriminazione, che si avvale di teorie
apparentemente scientifiche ma non vere. È la debolezza
della mente umana e la prova della forte relazione tra
inconscio e azione: se qualcuno ci convince che non siamo
11
in grado di fare una cosa non riusciremo mai, se invece
proviamo a credere nelle nostre possibilità tutto può
succedere. Del resto ciò è noto da secoli a tutti coloro
che detengono il potere: suggestione e paura sono le
migliori armi di sempre.
Nel 2005
il luogo comune dello svantaggio biologico
delle donne nel campo scientifico è costato il posto di
Rettore della prestigiosa università americana di Harvard
all'ex ministro del tesoro di Bill Clinton, il professor
Lawrence Summers.
In un discorso pubblico aveva infatti sostenuto che ci
sono
meno
donne
matematiche
e
nelle
professioni
scientifiche in generale, proprio perché esiste un
vantaggio biologico a favore degli uomini, furono tali e
tante le proteste che diede le dimissioni.
In seguito è stato
smentito con articoli pubblicati
su “Science”.
Purtroppo, però, le difficoltà a fare carriera e a farsi
riconoscere i propri meriti scientifici è ancora una
realtà per le donne di tutto il mondo.
Per esempio, a nessuna donna è stata mai assegnata la
medaglia Fields, il massimo riconoscimento per la
matematica.
Bisogna indagare sulle regole sociali afferma lo
studio di Luigi Guiso, Ferdinando Monte, Paola Sapienza e
Luigi Zingales pubblicato su «Science» il 30 maggio 2008.
La ricerca ha preso in esame i risultati di 260mila
ragazzi in 40 Paesi che nel 2003 avevano partecipato al
Pisa (Programme for international student assessment),
test standardizzato a livello internazionale per valutare
le capacità matematiche, scientifiche, di lettura e di
risoluzione dei problemi.
Un'indagine che aveva dimostrato che in generale, in
matematica i ragazzi tendono ad avere risultati migliori
delle femmine. Analizzando però i dati per Paese, e
associandoli al Gender gap index (misura dell'uguaglianza
effettiva uomo-donna) hanno visto che dove c'è meno
differenza tra i sessi non vi sono disparità tra i due
sessi. Anzi, in Islanda o in Svezia le donne battono
largamente gli uomini, mentre accade l'opposto in Italia
e in Turchia.
Non è una questione di ricchezza: lo stesso accade nei
Paesi in via di sviluppo a seconda che le donne siano più
o meno emancipate.
12
Sono, quindi, i fattori culturali che portano le
femmine ad essere meno brillanti in matematica, non la
composizione dei loro geni.
Inoltre, se le ragazze
migliorano in matematica, si
registra
che anche le performance maschili lo fanno in
letteratura. Sembra che più donne al potere produca più
donne scienziate e più uomini in letteratura.
4. Nel presente
• le ragazze in classe
Dati più
o meno aggiornati anche se spesso non
raccolti col rigore di una pubblicazione scientifica
presentano una amara realtà. I risultati degli esami di
maturità in Italia da anni dimostrano una preoccupante
disaffezione verso la matematica da parte di entrambi i
sessi.
Le ragazze
si dimostrano più diligenti ,resta
però il dato che in qualunque campo della nostra società,
le donne sono sempre più sottorappresentate man mano che
si sale di livello.
L’analisi di A.M. Caputo e B. Vertecchi “La scuola in
Italia, anno 1998-1999”, dell’Istituto Nazionale per la
Valutazione del Sistema dell’Istruzione, su oltre 5000
quindicenni diceva gia che le ragazze sono più brave dei
colleghi maschi in quasi tutte le materie e che risultano
più attente ai rapporti interpersonali, meno inclini alle
reazioni umorali, più pronte a domandarsi perché hanno
sbagliato e a trovare le soluzioni.
Se la prendono meno dei maschi con la sfortuna o il
destino cinico se un compito in classe non va bene e
hanno in genere chiara e costante capacità di affrontare
meglio gli episodi negativi della vita scolastica, dei
rapporti con i compagni e con i professori, rispetto alla
media dei maschi.
Le ragazze in classe riescono meno bene dei ragazzi nel
problem-solving e in certi test attitudinali evitano la
competizione e le gare individuali e
preferiscono il
lavoro di gruppo.
13
Alle
Olimpiadi
di
matematica
preferiscono
non
partecipare. Infatti nell’anno 2000 su 300 partecipanti
alle finali nazionali di Cesenatico solo 20 erano donne
con una percentuale del 6,6%, mentre nel 2005 su 297
partecipanti 33 erano donne cioè l’11%. La situazione è
simile anche negli altri stati con una percentuale più
alta nelle gare a squadra.
• le ragazze all’università
Vediamo ora la situazione nelle Università. Da anni
ormai
il numero delle ragazze
immatricolate è
percentualmente superiore a quello dei ragazzi: gia nel
2001/2002 si presentava al 53,5%, con una crescita che
rimane costante. Per analizzare la realtà universitaria
italiana, è importante valutare sia il numero di
immatricolati, cioè quelli che intraprendono la carriera
universitaria iscrivendosi al primo anno, sia il numero
di iscritti, cioè gli studenti che si scrivono ad anni
successivi al primo. Il numero di iscritte agli anni
successivi
al
primo
si
dimostra
superiore
alle
immatricolate e raggiunge per il 2001/2002 e per il
2003/2004 rispettivamente il 56% e il 55,8%, con una
tendenza alla crescita che si è mantenuta costante anche
negli ultimi anni. Questa tendenza è interessante perché
dimostra come le ragazze siano più stimolate ad allungare
il loro percorso di studi, cercando attraverso lo studio
maggiori possibilità a livello lavorativo, in un paese
come l’Italia dove il numero di laureati
è ancora
piccolo rispetto alla popolazione totale.
Le
ragazze
scelgono
maggiormente
le
facoltà
umanistiche,
nelle
quali
sono
la
maggioranza,
rappresentano quasi la metà degli iscritti nelle Facoltà
di Architettura (49%), Economia (47%) e Agraria (45%).
Nella facoltà di Scienze c’è una situazione molto
particolare visto che all’interno della facoltà è
presente il corso di laurea in Scienze e Tecnologie
Informatiche
che
vede
ancora
molto
bassa
la
partecipazione
femminile:
nel
2007/2008
su
25178
iscrizioni, solo il 14% sono ragazze, ma sono presenti
anche i corsi di laurea in scienze della natura e
dell’universo e i corsi di matematica nei quali il numero
di donne iscritte all’a.a. 2007/2008, confermando la
tendenza di qualche anno, ha superato di parecchio il
14
numero dei colleghi maschi. Nel corso di scienze della
natura la percentuale di donne iscritte sul totale è del
60%, in quello di scienze dell’universo è del 53% e in
quello di matematica si arriva al 61%. Se guardiamo poi
le iscritte al primo anno vediamo che le percentuali
rispetto al totale delle iscritte si abbassano, dato
questo che conferma la tendenza delle donne ad allungare
il loro corso di studi. Esiste invece una forte disparità
nelle
discipline
più
tecniche
e
tradizionalmente
considerate maschili, anche se il numero di ragazze che
si iscrivono a queste facoltà tende ad aumentare.
Ingegneria e Scienze restano comunque le facoltà con
il minor numero di ragazze: sul totale di iscritti nell’
anno 2007/2008 alla Facoltà di Scienze la percentuale di
donne è solo del 32%, dato che precipita al 18% se si
considera la Facoltà di Ingegneria. La situazione
femminile nel tempo è sicuramente migliorata, anche per
quanto riguarda gli ambiti scientifici.
Per esempio, considerando gli iscritti alle facoltà di
tipo ingegneria, nel periodo che va dal 1984 al 2002 la
percentuale di donne è aumentata del 13,8%. Inoltre,
sempre considerando questo gruppo di corsi, in dieci anni
(dal 1986 al 1996) il numero di donne è più che
raddoppiato
rispetto
alla
situazione
di
partenza,
mostrando un incremento del 230% con i valori più alti
registrati a ingegneria elettronica, dove l’aumento è
stato del 389%.
15
Iscritti alle facoltà di ingegneria
dal 2002 al 2007
Per quanto riguarda, invece, la situazione delle
laureate in Italia a conferma della tendenza della
maggiore scolarizzazione universitaria delle ragazze ci
riferiamo ai dati dei laureati 2007: la percentuale
complessiva di laureati nelle aree disciplinari tecnico–
scientifica e delle scienze umane e sociali non è
cambiata negli ultimi 5 anni; si sono invece verificati
alcuni importanti mutamenti all’interno di ogni area: è
diminuito il peso dei gruppi architettura e giuridico, è
cresciuto
quello
dei
gruppi
politico–sociale
e
insegnamento. Nel passaggio dal vecchio al nuovo sistema
universitario si è manifestata una tendenza all’aumento
della presenza maschile fra i laureati dell’area tecnico–
scientifica, e una parallela diminuzione della presenza
16
femminile. Il 63 % dei laureati 2005 appartiene a corsi
dell’area delle scienze umane e sociali contro il 37 %
dell’area tecnico–scientifica. La netta predominanza
della prima area è stabile nel tempo, dal 2000 al 2005.
Mutamenti rilevanti si sono verificati invece all’interno
delle aree. Negli ultimi 5 anni, nell’area tecnico–
scientifica, il calo di laureati nei gruppi architettura,
chimico–farmaceutico e medicina ed odontoiatria è stato
compensato da un aumento per i gruppi ingegneria,
educazione fisica (quest’ultimo ha raddoppiato il suo
peso) e delle professioni sanitarie. Nell’area delle
scienze umane e sociali, si sono contratti di circa
quattro punti percentuali i gruppi economico–statistico e
giuridico, a fronte di un aumento della stessa rilevanza
del
gruppo
politico–sociale
e
di
incrementi
meno
rilevanti dei gruppi insegnamento e psicologico.
La tabella seguente mostra i laureati 2007 distinti
per gruppi di corsi e per sesso secondo i dati del MIUR
al 31/01/08
gruppo di corsi
GRUPPO AGRARIO
GRUPPO ARCHITETTURA
GRUPPO CHIMICOFARMACEUTICO
GRUPPO DIFESA E SICUREZZA
GRUPPO ECONOMICOSTATISTICO
laureati
totale
5681
donne
laureate
2521
% donne
laureate
44,38%
15064
7668
50,90%
6859
4385
63,93%
800
86
10,75%
41413
20386
49,23%
3820
1617
42,33%
GRUPPO GEO-BIOLOGICO
13561
8915
65,74%
GRUPPO GIURIDICO
25706
15215
59,19%
GRUPPO INGEGNERIA
36017
7622
21,16%
GRUPPO INSEGNAMENTO
15487
14201
91,70%
GRUPPO LETTERARIO
25740
18261
70,94%
GRUPPO LINGUISTICO
15774
13753
87,19%
GRUPPO MEDICO
32995
22273
67,50%
GRUPPO POLITICO-SOCIALE
39985
23686
59,24%
GRUPPO PSICOLOGICO
13385
11078
82,76%
7844
2447
31,19%
GRUPPO EDUCAZIONE FISICA
GRUPPO SCIENTIFICO
Le tabelle seguenti mostrano gli iscritti nell’anno
2007/2008 e i laureati nel 2007 nelle università italiane
nelle facoltà di scienze e di ingegneria distinti per
corso di studio e per genere.
17
ISCRITTI 2007
FACOLTA DI SCIENZE
Dati MIUR al 31.01.2008
TUTTI GLI ATENEI
70000
60000
50000
ISCRITTI TOTALE TOTALE
ISCRITTI TOTALE DI CUI DONNE
ISCRITTI 1° ANNO TOTALE
ISCRITTI 1° ANNO DI CUI DONNE
40000
30000
20000
10000
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ISCRITTI a.a. 2007/2008
FACOLTA' DI SCIENZE MM.FF.NN.
dati MIUR 31/01/2008
CLASSE E CORSI DI STUDIO
CORSI VECCHIO ORDINAMENTO
25-SCIENZE E TECNOLOGIE DELLA VITA
26-SCIENZE E TECNOLOGIE INFORMATICHE
32-SCIENZE MATEMATICHE
20/S-FISICA
23/S-INFORMATICA
45/S-MATEMATICA
66/S-SCIENZE DELL' UNIVERSO
68/S-SCIENZE DELLA NATURA
TOTALE
%
%
ISCRITTI TOTALE
ISCRITTI 1° ANNO DONNE DONNE
TOTALE
TOTALE 1°ANNO
DI CUI TOTALE DI CUI
DONNE
DONNE
9246
4918
2
1
53%
50%
8589
2698
2844
893
31%
31%
25178
3529
6013
824
14%
14%
8267
4642
3288
1859
56%
57%
1190
621
734
239
52%
33%
3553
590
1207
162
17%
13%
1565
947
607
358
61%
59%
274
144
102
57
53%
56%
908
542
389
228
60%
59%
58770
18631
15186
4621
32%
30%
18
LAUREATI 2007
FACOLTA DI SCIENZE
Dati MIUR al 31.01.2008
TUTTI GLI ATENEI
12000
10000
8000
TOTALE
DONNE
6000
4000
2000
LE
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LAUREATI 2007
FACOLTA' DI SCIENZE
dati MIUR 31/01/2008
CLASSE DI CORSI DI STUDIO
CORSI VECCHIO ORDINAMENTO
25-SCIENZE E TECNOLIGICHEFISICHE
26-SCIENZE E TECNOLOGICHE INFORMATIVE
32-SCIENZE MATEMATICHE
20/S- FISICA
23/S- INFORMATICA
45/S-MATEMATICA
66/S-SCIENZE DELL' UNIVERSO
68/S-SCIENZE DELLA NATURA
TOTALE
19
%
TOTALE DONNE DONNE
3342
1816
54%
1016
342
34%
2892
473
2%
803
483
60%
514
163
32%
749
144
19%
367
229
62%
49
27
55%
203
129
64%
9935
3806
38%
ISCRITTI 2007
FACOLTA DI INGEGNERIA
Dati MIUR al 31.01.2007
TUTTI GLI ATENEI
200000
180000
160000
ISCRITTI TOTALE TOTALE
140000
120000
ISCRITTI TOTALE DI CUI
DONNE
100000
ISCRITTI 1° ANNO TOTALE
80000
ISCRITTI 1° ANNO DI CUI DONNE
60000
40000
20000
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ISCRITTI a.a. 2007/2008
FACOLTA' DI INGEGNERIA
dati MIUR 31/01/2008
ISCRITTI TOTALE
TOTALE
CLASSE DI CORSI DI STUDIO
CORSI VECCHIO ORDINAMENTO
08-INGEGN. CIVILE ED AMBIENTALE
09-INGEGN. DELL'INFORMAZIONE
10-INGEGN.INDUSTRIALE
30/S-INGEGN.DELLE TELECOMUNICAZIONI
32/S-INGEGN. ELETTRONICA
34/S-INGEGN. GESTIONALE
35/S-INGEGN. INFORMATICA
36/S-INGEGN. MECCANICA
TOTALE
16196
29747
52155
59459
3055
3624
5939
5807
5499
ISCRITTI 1° ANNO
%
DONNE
%
DONNE
DI CUI
TOTALE
DI CUI
TOTALE 1° ANNO
DONNE
DONNE
2885
9
1
18%
11%
7710
7714
2090
26%
27%
7806
12538
1960
15%
16%
10639
17109
3197
19%
19%
524
863
148
17%
17%
409
1103
133
11%
12%
2179
2184
818
37%
37%
765
1684
233
13%
14%
405
1902
148
7%
8%
181481
33322
20
45106
8728
18%
19%
LAUREATI 2007
FACOLTA DI INGEGNERIA
Dati MIUR al 31.01.2007
TUTTI GLI ATENEI
35000
30000
25000
20000
TOTALE
DONNE
15000
10000
5000
LE
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LAUREATI 2007
FACOLTA' DI INGEGNERIA
dati MIUR 31/01/2008
CLASSE DI CORSI DI STUDIO
08-INGEGNERIA CIVILE ED AMBIENTALE
09-INGEGNERIA DELL'INFORMAZIONE
10-INGEGNERIA INDUSTRIALE
30/S-INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
32/S- INGEGNERIA ELETTRONICA
35/S-INGEGNERIA INFORMATICA
34/S-INGEGNERIA GESTIONALE
36/S-INGEGNERIA MECCANICA
CORSI VECCHIO ORDINAMENTO
TOTALE
21
%
TOTALE DONNE DONNE
3479
7739
8105
871
922
1313
1929
1305
6819
32482
1025
1327
1621
145
137
165
664
86
1499
6669
29%
17%
20%
17%
15%
13%
34%
7%
22%
21%
• Le donne nella ricerca
Il Gap di genere sembra acquistare una valenza
particolare nella realtà della ricerca scientifica e
tecnologica, e sta assumendo sempre più rilevanza il
problema della carenza di ricercatori nelle discipline
scientifiche e di specialisti nel settore delle nuove
tecnologie,
dall’informatica
alla
genetica.
Questo
problema è sentito soprattutto in USA e in Europa ed ha
rafforzato l'interesse su studi e iniziative mirate a
favorire le pari opportunità in questi settori. Sono
state condotte numerose indagini a livello italiano,
europeo
ed extra-europeo: in Italia nel 2000 esce il
rapporto Figlie di Minerva , sulla scia del rapporto
ETAN del 1999 che indaga le posizioni di ricerca delle
donne in area europea. Negli USA esce invece uno studio
condotto dal MIT sulla posizione delle donne nelle
facoltà di Scienze. I tre rapporti concordano nel mettere
in evidenza l’esistenza di un fenomeno di genere nel
mondo scientifico, caratterizzato da forti squilibri sia
numerici, sia squilibri qualitativi nella presenza
femminile e maschile nelle università, negli istituti di
ricerca e nell’industria. Il dato che rimane costante a
livello mondiale è che le donne sono presenti in
percentuali minori rispetto agli uomini nelle posizioni
di ricerca e lo squilibrio infatti si accentua con il
progredire dei livelli di carriera.
Questa situazione si evince anche dalle tabelle
seguenti che mostrano la situazione nelle università
italiane al 31/12/2007 dal lato delle carriere con
specifico riguardo alle facoltà di scienze e di
ingegneria dove il divario si fa sempre maggiore man mano
che si sale nelle posizioni di carriera.
22
I PROFESSORI NELLE UNIVERSITA’ ITALIANE AL 31/12/2007
Tutte le aree disciplinari
Dati del MIUR-Ufficio di Statistica
70000
60000
50000
40000
PROF. ORDINARI
PROF. ASSOCIATI
RICERCATORI
TOTALE
30000
20000
10000
0
DONNE
UOMINI
TOTALE
%DONNE
CARRIERE UNIVERSITARIE
DATI MIUR AL 31/12/07
DONNE UOMINI TOTALE %
DONNE
TUTTE LE
AREE DISCIPLINARI
PROF. ORDINARI
3631
15994
19625 18,50%
PROF. ASSOCIATI
6280
12453
18733 33,50%
RICERCATORI
10658
12913
23571 45,20%
TOTALE
20569
41360
61929 33,20%
23
TABELLA DELLE CARRIERE UNIVERISTARIE
DATI MIUR AL 31/12/07
%
DONNE
UOMINI
TOTALE DONNE
SCIENZE MATEMATICHE ED
INFORMATICHE
PROF. ORDINARI
187
905
1092
17,10%
PROF. ASSOCIATI
443
675
1118
39,60%
RICERCATORI
505
686
1191
42,40%
TOTALE
1135
2266
3401
33,40%
SCIENZE FISICHE
PROF. ORDINARI
62
792
854
7,20%
PROF. ASSOCIATI
161
760
921
17,40%
RICERCATORI
235
589
824
28,5%
TOTALE
458
2141
2599
17,60%
SCIENZE BIOLOGICHE
PROF. ORDINARI
432
1128
1560
27,70%
PROF. ASSOCIATI
747
834
1581
47,20%
RICERCATORI
1383
793
2176
63,50%
TOTALE
2562
2755
5317
48,20%
INGEGNERIA CIVILE E
ARCHITETTURA
PROF. ORDINARI
162
1032
1194
13,60%
PROF. ASSOCIATI
285
967
1252
22,80%
RICERCATORI
526
917
1443
36,4%
TOTALE
973
2916
3889
25,00%
INGEGNERIA
INDUSTRIALE
PROF. ORDINARI
95
1772
1867
5%
PROF. ASSOCIATI
201
1329
1530
13,10%
RICERCATORI
353
1385
1738
20,30%
TOTALE
649
4486
5135
12,60%
24
PARTE SECONDA
“ Non sono le vite a fornire i modelli,
ma le storie. Possiamo soltanto narrare
e vivere secondo le storie che abbiamo
letto e sentito. Noi viviamo le nostre
vite attraverso i testi.
Testi che possono essere letti o cantati
o diffusi elettronicamente o, ancora,
che sono giunti fino a noi con i
mormorii delle nostre madri..."
Carolyn G. Heilbrun,
Scrivere la vita di una donna
Qualche biografia
In questa seconda parte abbiamo riportato alcune delle
biografie di alcune donne di scienza, soprattutto
matematiche,
vissuto
nel corso del XX secolo senza
pretesa di completezza e uniformità. La
scelta delle
donne ,i dati e
le curiosità sulla loro vita sono
lasciate esclusivamente al gusto e al piacere di chi
scrive che ha scelto i profili assecondando le proprie
predilezioni.
Non possiamo permetterci di raccontare la loro storia, la
loro tenacia, le difficoltà che sicuramente hanno
incontrato, ci limiteremo ad elencare i campi in cui si
sono distinte.
Ne risulta, non già una piccola enciclopedia, bensì un
intreccio di relazioni che permettono
a chi legge di
entrare in contatto con altre esperienze
e quindi
riferirsi ad altre donne è il solo modo che abbiamo per
realizzare il nostro desiderio nel mondo, modificando
l'ordine esistente.
25
1. ALICE ROTH (1905-1977)
Alice Roth nacque il 6 febbraio 1905, a Berna in
Svizzera. Studiò matematica, fisica e lingue straniere a
Zurigo e ciò le permise di essere ammessa all’università.
Dal 1925 al 1929 studiò matematica, fisica ed
astronomia all’ Istituto Federale di Tecnologia Svizzera
(ETH) a Zurigo.
Nel
1930
finì
la
sua
tesi
sul
teorema
dell’approssimazione di Weierstrass in un piano complesso
e nell’ intervallo infinito sotto la supervisione di
George Polya.
Per i 10 anni successivi insegnò in varie scuole
femminili a Zurigo, compresa quella in cui lei studiò da
bambina. Insegnò matematica, geometria e contabilità
oltre a continuare il suo lavoro sulla funzione all’ ETH.
Ottenne il suo dottorato quando completò la sua tesi
sulle proprietà delle approssimazioni e i limiti radiali
delle funzioni. Fu un tale successo che ottenne la
medaglia d’ argento.
Dal 1940 fino al suo pensionamento nel 1971, insegnò
matematica e fisica in una scuola privata a Berna.
Pubblicò
vari
documenti
sulla
teoria
dell’
approssimazione, inoltre lavorò con Paul Gauthier all’
Università di Montreal, dove all’ età di 70 anni diede
una conferenza.
Purtroppo nel 1976 fu colpita dal cancro e morì il 22
luglio 1977.
2. ANNA STAFFORD HENRIQUES (1905-2004)
Nell’ ottobre 1933, Anna Stafford Henriques divenne un
membro dell’ Istituto per lo studio avanzato e della
Scuola Matematica di Princeton, in cui condusse un
generoso lavoro nel corso degli anni. Fu qui che conobbe
Albert Einstein, il quale uni’ le facoltà dell’ Istituto
formato di recente e la Stafford fu una delle sole due
donne ( l’ altra era Mabel Schmeisen) a lavorare in
questo nuovo istituto.
Per guadagnarsi da vivere durante quegli anni della
depressione, Anna Stafford si organizzò lavorando in una
scuola secondaria privata a Mendham, nel New Jersey,
lavorando anche nel nuovo istituto di pomeriggio.
Anna Stafford nacque a Chicago il 20 agosto 1905, ereditò
da sua madre la passione per la matematica sulla quale,
26
già a 14 anni, sapeva che avrebbe investito per il suo
futuro sognando di diventare astronomo.
La svolta per Anna avvenne a Chicago dove fu tenuta una
conferenza di topologia dal matematico Raymond, anche lui
membro della scuola di matematica nel 1933-1934.
Amava insegnare e nel 1935 accettò una cattedra nel
Nebraska come insegnante di matematica . Dopo 2 anni si
trasferì all’ Università dell’ Utah, dove conobbe e sposò
il giudice amministrativo Douglas. Con la famiglia
finalmente si trasferì a Washington.
Morì all’ età di 99 anni per un infarto.
3. MURRAY BREWSTER (1906-1992)
Nacque a New York il 9 dicembre 1906.
Già all’ età di sette anni mostrava particolare interesse
per i dispositivi: smontava sveglie per capire come
funzionassero. Ereditò l’ amore per la matematica da sua
madre, che studiava geometria. Suo padre era un
assicuratore ben affermato malgrado gli fossero stati
amputati entrambi i piedi. Egli proprio in virtù del suo
problema fisico. Esortava i propri figli a sfruttare le
loro menti per riuscire nei loro intenti.
Dal 1923 la sua vita fu legata all’ Università di
Vassar, dove si laureò in matematica e fisica. All’ età
di
23
anni
ricevette
la
laurea
in
matematica
all’Università di Yale. Lo stesso anno sposò Vincent, un
istruttore inglese. Dal 1931 al 1943 insegnò matematica a
Vassar con uno stipendio di 800 dollari all’ anno.
Con lo scoppio della guerra, la sua vita cambiò,
perché decise di servire il proprio paese, ma non fu
facile soprattutto perché donna, ma anche perché troppo
esile per entrare in marina e troppo giovane, quindi le
fu consigliato di non arruolarsi. Ma tutto ciò non la
fermò e ottenne una licenza speciale dal governo ed una
licenza dall’ Università di Vassar, dove insegnava.
Nel dicembre 1943 divenne generale della riserva
navale degli Stati Uniti. Elaborò il primo calcolatore
digitale per calcolare gli angoli per le pistole navali
in cattive condizioni climatiche. Poiché il calcolatore
era di una precisione enorme, Murray ed i suoi assistenti
furono assunti spesso per operare e controllare il
sistema 24 ore su 24.
27
Nel 1946, a 40 anni, era considerata troppo “anziana”
per rimanere in marina, rifiutò un posto di ripiego a
Vassar e scelse di rimanere ad Harward come collega
civile di ricerca di ingegneria navale fino al 1949.
Lasciò Harward per entrare nella Eckert-Mauchley
Computer Corporation come matematico principale, ma il
suo successo rallentò quando nell’ elaborazione dei dati
fu
introdotto
il
BINAC,
un
calcolatore
binario
automatico, programmato usando il codice C-10 anziché le
schede perforate dalla serie del calcolatore da lei
inventato.
Ciò
fece
strada
ai
nuovi
calcolatori
commerciali UNIVAC I ed II.
Continuò a rimanere a bordo della Remington fino a
quando si fuse con la Sperry Corporation. Durante questo
periodo si diffuse il primo calcolatore, A-O., che
traduceva il codice matematico simbolico in codice
macchina. Nel 1952 pubblicò un documento sui compilatori
e diede vita al compilatore B-O , che successivamente
divenne noto come FLOW-MATIC
e poteva essere usato per
il
calcolo
del
libro
paga
e
la
fatturazione
automatizzata.
La grande perseveranza e la condotta ineccepibile la
portarono a grandi risultati con medaglie e onori per i
suoi 47 anni di servizio.
Morì il 1° gennaio del 1992 e fu sepolta con tutti gli
onori militari nel cimitero di Arlington.
4. ANGELINA CABRAS (1898 - ?)
Nacque ad Oristano il 23 dicembre 1898.
Laureata in Matematica a Torino nel 1924 ed in Fisica a
Cagliari nel 1927, aveva inizialmente insegnato per
alcuni anni nelle scuole medie (tra cui l’ Istituto
Industriale di Cagliari). Successivamente, aveva occupato
il posto di assistente (supplente prima ed incaricata
poi)
di
Fisica
matematica
presso
l’Università
di
Cagliari. L’aveva lasciato nel 1923 per occupare la
cattedra di ruolo presso l’ Istituto Industriale di
Intra. Nello stesso anno aveva conseguito la libera
docenza di Meccanica razionale. E’ stata a lungo
professore incaricato a Cagliari dell’ insegnamento di
Istituzioni di Matematiche e di Meccanica razionale (dal
1941 al 1946).
La sua produzione scientifica riguarda la teoria
matematica della misura delle induttanze, la Relatività e
28
la meccanica dei corpi rigidi negli spazi non euclidei ad
n dimensioni.
5. CORA DE RATTO SADOSKY (1912-1981)
Nacque il 3 gennaio del 1912 in una famiglia borghese,
si laureò presso l’ Università di Buenos Aires, dove era
leader del FUA ( Federazione Universitaria Argentina). Si
oppose attivamente al fascismo ed al nazismo, tanto che
durante
la
seconda
guerra
mondiale,
subito
dopo
l’invasione nazista dell’ Unione Sovietica, creò la
‘Junta de la Victoria’, un’ organizzazione di donne che
lottavano contro il nazismo. Nel 1945 ‘la Junta de la
Victoria’ aveva 50.000 aderenti ed aveva aiutato l’URSS,
la Cina e gli Stati Uniti inviando migliaia di dollari in
capi di abbigliamento, prodotti alimentari e materiale da
guerra.
Nel 1946 Cora e suo marito Manuel Sadosky si
trasferirono a Parigi dove lavorarono sotto la direzione
del celebre professore M. Frachet. Quando le università
argentine
riacquistarono
autonomia,
Cora
e
Manuel
divennero membri della Scuola di Scienze
di Buenos
Aires. Nel 1958, a 46 anni, Cora divenne Professore
Associato di Matematica. Avviò una serie di pubblicazioni
di ricerca in matematica e fisica quantistica e contribuì
ad organizzare corsi avanzati per matematici e scienziati
in varie parti dell’ America Latina, in Nord America e in
Europa.
Cora scrisse la sua tesi sull’ ‘Introduzione all’
algebra
lineare’
e
scrisse
molti
testi
per
la
preparazione degli insegnanti delle scuole superiori.
Uno dei suoi più importanti contributi fu quello di
creare
la
‘Fondazione
Albert
Einstein’,
nata
per
sostenere economicamente studenti di talento. Era la
prima tappa verso la creazione di un sistema di borse di
studio.
Nel 1966 la dittatura militare assunse il controllo in
Argentina. Molte scuole furono assalite e molti docenti
dovettero scappare. Cora lottò a lungo per far valere i
diritti umani, infatti diede vita al ‘Columna 10’ una
rivista mensile dove metteva in risalto tutte le
ingiustizie della guerra e tutte le atrocità commesse dal
regime di Saigon e dagli americani in Vietman.
Sotto varie minacce Cora e Manuel dovettero scappare e
vissero in esilio a Caracas poi a Barcellona ed il sogno
29
di ritornare in patria non si avverò mai. Cora morì il 2
gennaio 1981, un giorno prima del suo 69° compleanno.
Lasciò come eredità a tutti i suoi studenti l’impegno
a cambiare il sistema, la passione per la giustizia, il
suo calore umano.
6. DOROTHY LEWIS BERNSTEIN (1914-1988)
Fu la prima donna presidente dell’ associazione
matematica d’ America (1979-1980).
Grazie al suo impegno sorse il collegio Goucher, prima
scuola femminile a disporre di propri computer. Fu una
dei tre fondatori della Maryland Association, scuola per
l’insegnamento e l’uso didattico del computer. Nel corso
della sua frequenza all’Institute for Advanced Study di
Princepton scrisse “Esistenza di teoremi di equazioni e
derivate parziali”.
7. DOROTHY McCOY
(1903-2001)
Dorothy McCoy nacque nel 1903 nell’ Oklahoma, vicino
ad Enid. Quando Dorothy aveva tre anni, suo padre morì e
sua madre si risposò trasferendosi in una piccola città
del Missouri insieme all’ altro figlio piu’ piccolo,
Neal.
I due fratelli studiarono con ottimi risultati ed
ebbero entrambi il Phd in matematica all’Università
dell’Iowa nel 1929. Dorothy fu la prima donna a ricevere
il dottorato.
Neal McCoy divenne professore di matematica all’
Università Smith e fu autore del libro “Introduzione all’
algebra moderna”.
Dorothy insegnò all’ Università di Belhaven nel
Mississipi per 20 anni e divenne professore di matematica
all’ Università Battista di Wayland nel 1949. Qui insegnò
a lungo e divenne responsabile del dipartimento di
matematica e fisica
e dal 1949 al 1972 di quello di
Scienze fisiche e biologiche.
Continuò i suoi studi matematici all’ Università di
Chicago, della Colombia e del Colorado . Cominciò a
viaggiare e ad insegnare in Sudamerica, Africa ed
Indonesia. Conobbe
più di 60 paesi ed in Rodesia (ora
Zimbabwe) dedicò una conferenza agli insegnanti della
High School elementare.
Mentre visitava diverse città
30
africane le fu chiesto di aiutare, come missionaria, i
bambini africani insegnando loro la matematica.
Dorothy lasciò Wailand nel 1975 con il titolo di
professore emerito di matematica: fu l’ unico membro
della facoltà a ricevere tale nomina. Poco prima della
sua morte, nell’ Università del Wailand, le fu intitolato
un dormitorio.
8. EDNA KRAMER LASSAR (1902-1984)
Nacque a Manhattan l’11 maggio 1902, figlia di
immigrati ebrei. Apprese l’ amore per la matematica da
suo zio ed in suo onore si impegnò a diventare un
matematico.
Edna dapprima voleva diventare insegnante di tedesco,
ma il suo sogno fu infranto dalla II guerra mondiale.
La
svolta avvenne quando conobbe il presidente del
dipartimento di matematica della High School di Wadleigh,
il quale si accorse subito delle grandi capacità di Edna.
Ricevette il dottorato in matematica e fisica e
continuò i suoi studi all’ Università di New York e nel
1941 arrivò anche all’ Università di Chicago.
Grazie ad un piccolo aiuto da parte di Swenson divenne
la prima donna docente di matematica nel New Jersey.
Il 2 luglio 1935 Edna sposò Benedict Taxier Lassar, un
insegnante francese e consigliere alla High School
Abraham Lincoln a Brooklyn, poi divenuto psicologo nel
1964.
La depressione economica, l’antisemitismo, ancora più
accentuato nei confronti delle donne e gli stipendi bassi
non scoraggiarono Edna, che iniziò ad insegnare a New
York dove fece carriera.
Il
lavoro
più
importante
di
Edna
Kramer
può
considerarsi il libro ‘Natura e sviluppo della matematica
moderna’, pubblicato nel 1970.
Morì il 9 luglio del 1974 colpita del morbo di
Parkinson.
Ancora oggi i suoi libri sono studiati e adottati come
testo principale di matematica e supplementare di
aeronautica e matematica secondaria.
31
9. ELENA FREDA (1890-1978)
Nacque a Roma il 25 marzo 1890 e vi morì il 25
novembre 1978.
Laureatasi in matematica
a Roma nel 1912 con G.
Castelnuovo, continuò gli studi per laurearsi in Fisica
nel 1915 con O. M. Corbino e nello stesso anno fu
borsista presso l‘ appena fondato “Seminario Matematico”.
Nel 1918 ottenne la libera docenza in Fisica
matematica, poi definitivamente confermatale nel 1929.
Dopo aver tenuto a Roma un corso integrativo di
Meccanica superiore, nell’ anno accademico 1923-1924 è
incaricata di Fisica matematica e di Meccanica razionale
presso l’ Università di Messina.
L’ anno successivo è di nuovo a Roma, dove insegnerà
per il resto della sua carriera fino al ritiro nel 1959,
alternando nei vari anni corsi su “Equazioni integrali e
loro applicazioni”, “ Equilibrio e movimento dei corpi
elastici”, “ Onde elettromagnetiche” (inserendovi anche
Relatività e Meccanica quantistica), etc.
Pur avendo esordito con una ricerca in Geometria
proiettiva suggeritale da Castelnuovo, i suoi interessi
di ricerca furono presto indirizzati nella tradizione di
Volterra e Corbino (Analisi funzionale, Fisica matematica
e Fisica sperimentale). Sul finire degli anni ’20 si
sposta
anche
verso
il
paradigma
volterriano
di
matematizzazione della biologia.
Ma il suo maggior contributo scientifico è forse
rappresentato da un libro in francese (prefazione di
Volterra) sui “Metodi d’ integrazione delle equazioni
alle derivate parziali del secondo ordine di tipo
iperbolico” (Paris 1937), che è
sostanzialmente la
trascrizione di un corso di lezioni del 1931.
10. GABRIELLA DEL GROSSO (1944-1990)
Era nata a Roma il 4 ottobre 1944; è morta l’ 11 maggio
1990.
Dopo essersi laureata con Bruno de Finetti nel 1968,
ne è stata una delle prime collaboratrici presso l
‘Istituto Matematico “G. Castelnuovo” dell’ Università
“La Sapienza” di Roma. Ha successivamente lavorato presso
diverse sedi universitarie (Camerino, Roma e Messina),
prima come professore incaricato,
poi associato ed
infine ordinario.
32
La sua attività scientifica è stata principalmente
rivolta alla Teoria dei processi aleatori, sia dal punto
di vista teorico che applicativo (nei sistemi biologici,
nella meccanica statistica e nell’ affidabilità). Ciò
l’aveva portata ad interagire con ricercatori di diverse
discipline e nazionalità.
11. GERTRUDE MARY COX (1900-1978)
Fu
leader
nella
promozione
dei
moderni
metodi
statistici. Nacque a Dayton, nell’ Iowa, nel 1900. Dopo
il diploma studiò per diventare diaconessa alla Chiesa
metodista
episcopale.
Si
iscrisse
nel
1925
all’Università di Stato dell’Iowa e si laureò in
matematica nel 1929.
Fino al 1931 perfezionò i suoi studi in statistica e
nel 1939 fu nominata assistente professore di statistica
nell’ Iowa Sate, poi divenne professore di statistica nel
1940 all’ Università del Nord Caroline.
Contribuì a fondare il Dipartimento di Statistica
Sperimentale nel Nord Caroline. Dopo il suo pensionamento
dal NCSU nel 1960, divenne il primo capo della divisione
statistica di ricerca al Reserch Triangle Institute. Nel
1965, lavorò come consulente per promuovere lo sviluppo
di programmi statistici in Egitto e Thailandia. Fu una
dei fondatori della Società Biometrica nel 1947 e
nel
1949 capo dell’ Internetional Statistical Institut. Nel
1950 insieme a William G. Cochran scrisse il libro
“Progetto sperimentale”.
La Cox continuò ad essere attiva professionalmente
fino alla sua morte per leucemia.
12. GIUSEPPINA BIGGIOGERO MASOTTI (1894-1977)
Era nata a Melegnano (MI) nel 1894; è morta nel 1977.
Conseguì nel 1912 il diploma di maestra e subito si
dedicò all’ insegnamento elementare. Successivamente,
conseguita la licenza della sezione fisico-matematica,
poté iscriversi al Politecnico di Milano da dove nel 1918
passò al corso di laurea in Matematica di Pavia,
laureandosi nel 1921 e divenendo assistente di Gherbaldi
e di Berzolari.
Nel 1924 ritornò a Milano, come assistente e
professore al Politecnico fino a quando (1948) vinse la
33
cattedra di Geometria al Politecnico, che lasciò nel 1969
all ‘atto del collocamento a riposo.
Fra numerosi argomenti da lei trattati, si ricordano
questioni di isotopia riguardanti la forma delle curve
algebriche reali dotate di massimi d’ inclusione. Larga
parte della sua produzione scientifica è comunque
dedicata alla Geometria algebrica, settore cui era stata
avviata da Oscar Chisini. In quest’ ambito è da
segnalare la costruzione di piani tripli e quadrupli
effettuata a partire dalla loro curva di diramazione. Un
altro settore di suo interesse fu la Geometria integrale
metrica
in
cui
Giuseppina
Bioggiogero
generalizzò
classici risultatati di Crofton, Lebesgue e Santalò non
vanno neppure dimenticati i suoi lavori di Storia della
Matematica, tra cui la nota memoria su Maria Gaetana
Agnesi scritta assieme al marito Arnaldo Masotti, e
quelli in Matematiche elementari.
13. HANNA NEUMANN (1914-1971)
Nacque a Berlino dove si laureò. Continuò i suoi studi
ad Oxford dove nel 1944 ricevette il suo dottorato con la
supervisione di Olga Taussky Todd. Scrisse la sua tesi a
lume di candela in una roulotte in affitto, a causa delle
difficoltà di trovare un alloggio.
Dopo anni di insegnamento in Inghilterra, nel 1964
diventò capo del Dipartimento di Matematica Pura alla
Nationality School in Australia. Fu una dei fondatori
australiani
di
un’associacione
di
insegnanti
di
matematica nel 1966. E’ nota per aver scritto e
pubblicato nel 1967 il libro “Varietà dei gruppi”.
14. IRMGARD FLUGGE- LOTZ (1903-1974)
Nacque in Germania il 16 luglio 1903 ed ebbe un ruolo
fondamentale
nel
settore
aeronautico
del
mondo
occidentale.
Sviluppò
una
grande
passione
per
l’
ingegneria.
In seguito alla morte del padre dovette sostenere
economicamente la famiglia col suo lavoro in campo
matematico e con l’ insegnamento del latino.
Nel 1923 si diplomò all’ Università Tecnica Maschile
di Hannover dove studiò matematica applicata. Nel 1929
divenne la prima donna ingegnere, ma le fu molto
difficile trovare lavoro nel suo campo, infatti ricevette
34
solo due offerte: una da un’ industria siderurgica e l’
altra da un istituto di ricerca a Gottingen. Scelse la
seconda offerta, così da potersi dedicare alla ricerca.
Qui lavorò a stretto contatto con due leader di studi
aerodinamici Ludwig Prandt e Albert Bets.
Nel 1938
sposò l’ ingegnere civile Flugge, il quale
si rese conto del talento della moglie e le offrì un
posto come consulente in aerodinamica e dinamica del
volo.
Si trasferirono nel 1948 negli Stati Uniti dove, all’
Università di Stanford, il marito fu assunto a tempo
pieno come professore e supervisore di ricerca, mentre a
lei fu dato un incarico meno importante perché donna.
Nel frattempo conseguì il dottorato di ricerca in
teoria aerodinamica e nel 1949 insegnò all’università di
Stanford in vari corsi di matematica e idro-aerodinamica.
Anche se andò in pensione nel 1968 continuò le sue
ricerche fino al 1974, anno in cui morì.
15. KATE SPERLING FENCHEL (1905-1983)
Nacque
a
Berlino
nel
1905,
studiò
matematica,
filosofia e fisica all’ Università di Berlino dal 1924 al
1928. Le fu consigliato di scrivere una tesi, ma non ci
riuscì perché gli studi e le ricerche delle donne non
erano bene accettati.
Infatti nonostante non ebbe il suo dottorato in
matematica, dal 1931 al 1933 insegnò matematica alla High
School, ma dovette scappare quando i Nazisti scoprirono
che era ebrea. Emigrò in Danimarca con Wermer Fenchel, un
ex allievo e si sposarono nel dicembre del 1933.
Dovettero rimanere in Danimarca fino alla fine della
guerra, dove Fenchel ottenne il lavoro di conferenziere
all’ Università di Aarhus dal 1965 al 1970.
16. MABEL SCHMEISER BARNES (1905-1993)
Mabel Schmeiser nacque nell’ Iowa, da sempre aveva la
passione per la matematica, anche se aveva l’ intenzione
di diventare insegnante di latino perchè pensava le
sarebbe stato più agevole in quanto donna. Cambiò idea
dopo la laurea nel 1926 in matematica e così conseguì
anche il dottorato nel 1928. Dopo la laurea ottenne un
lavoro provvisorio in una scuola del Nebraska, dove fu la
prima donna ad essere accettata. Poi fece domanda ed
35
entrò alla Princepton, dove conobbe John Barnes, un
allievo laureato in matematica. Si sposarono un anno dopo
ed insieme si spostarono verso il Massachusetts per
insegnare matematica.
Nel frattempo John cominciò ad insegnare alla facoltà
di ingegneria a UCLA
nel 1947 e nel 1950 anche lei fu
assunta all’ Università della California dove insegnò
fino al suo pensionamento nel 1971.
17. MARGARET JARMAN HAGOOD (1907-1963)
Margaret Jarman Hagood diede contributi significativi
per l’ applicazione della statistica nella ricerca
sociologica. Il suo libro più importante fu “Statistiche
per Sociologi”, pubblicato nel 1941.
Nacque in Georgia il 26 ottobre 1907. Durante la
primavera del 1926, quando seguì un corso in calcolo
differenziale, frequentò il Chicora College di Columbia e
trascorse un anno alla Agnes Scott.
Lasciò la Agnes Scott per sposare Middleton Hagood, un
amore di infanzia e si trasferì al Qeen’s College di
Charlotte, NC, dove suo padre era presidente. Durante
questo periodo diede alla luce un’ unica figlia, ma
divorziò nel 1936.
Margaret conseguì un master in matematica alla Emory
University
nel
1930.
Dopo
l’
insegnamento
della
matematica per diversi anni presso il Parco nazionale del
Seminario per ragazze vicino a Washington entrò nel
programma di laurea presso l’ Università del North
Caroline, dove si specializzò in sociologia e statistica
della demografia. Completò il suo dottorato di ricerca
nel 1937 con una tesi, che diventò poi il suo libro “Le
madri del Sud”.
Dopo aver ricevuto il suo dottorato seguì un corso di
insegnamento presso l’ istituto per la ricerca nelle
scienze sociali all’ Università del North Caroline. Il
suo compito era quello di insegnare statistica ai
dottorandi in sociologia. Nel 1942 si trasferì presso
l’ufficio di presidenza di Economia agraria presso il
Dipartimento dell’ energia degli Stati Uniti.
Trascorse
l’
anno
accademico
1951/1952,
come
professore ospite presso l’ Università del Wisconsin e
nel 1952 fu nominata capo dell’istituto di popolazione
agricola e rurale.
36
Fu la prima ad utilizzare tecniche come l’ analisi
della varianza e della covarianza per la soluzione di
problemi di demografia e di economia agraria. Pubblicò
diversi rapporti di ricerca e articoli in materia
demografica e fu notevole il suo contributo nel
censimento del 1950 e del 1960 , in qualità di membro
della presidenza del comitato consultivo in materia di
popolazione.
A causa delle sue condizioni di salute dovette andare
in pensione nel 1962, morì un anno più tardi per un
infarto.
Margaret ricevette molti riconoscimenti durante la sua
vita. Fu direttore della American Association dal 1953 al
1955, presidente della Popolation Association of American
nel 1955 e presidente della Società Sociologica rurale
nel 1956.
18. MARIA ALES (1899- ?)
Nacque a Trapani il 27 dicembre 1899.
Si laureò in matematica a Palermo nel 1927 ed rimase all’
Università quale assistente dal 1929 alla cattedra di
Geometria analitica e proiettiva. Libero docente di
Introduzione alla Geometria superiore, fu a lungo
incaricata di Geometria superiore presso la Facoltà di
Scienze a Palermo.
Si occupò di Geometria proiettiva e di Geometria
algebrica. Autrice, fra l’ altro di alcuni “Esercizi di
geometria algebrica” e di un’ altra opera dal titolo
“Caratterizzazione geometrica delle varietà di Picard”.
19. MARIA CINQUINI CIBRARIO (1905-1992)
Nacque il 6 settembre nel 1927 e si laureò all’
università di Torino in matematica. Divenne insegnante di
matematica nel 1928 e insegnante di analisi nel 1932
prima a Torino e poi a Pavia.
Sposò Silvio Cinquini nel 1938, anch’ egli professore
di matematica ed ebbe tre figli.
Divenne professore di analisi matematica prima a
Cagliari, poi a Modena e a Pavia dal 1950 in poi.
Pubblicò
oltre
1000
scritti
sulle
equazioni
differenziali parziali.
Il
suo
lavoro
contribuì
a
realizzare
la
classificazione delle equazioni differenziali parziali
37
lineari di secondo ordine di tipo misto. Inoltre ricercò
le equazioni ed i sistemi iperbolici non lineari di tali
equazioni
e
risolse
il
problema
di
Coursat
per
l’equazione iperbolica del secondo ordine.
20. MINA REES (1902-1997)
Mina Rees nacque il 2 agosto 1902, a Cleveland, nell’
Ohio e studiò alla High School a New York. Si laureò nel
1923 con la lode ed iniziò a lavorare part-time in un
corso di matematica e poco dopo si iscrisse all’
Università della Colombia, dove però non vedevano di buon
occhio candidati al dottorato che fossero donne.
Quindi nel 1925 accettò di insegnare matematica alla
Hunter School e ricevette il suo dottorato nel 1931.
Ritornò alla Hunter School come assistente e poi
divenne professore nel 1940.
Dopo la guerra, lavorò ai problemi militari in campo
navale e si dedicò alla ricerca scientifica e matematica.
Nel 1952-1953 divenne delegato dell’ ONR (Office di Naval
Research).
Nel 1953 fu nominata alla Hunter SChool preside di
facoltà fino al 1961. Andò in pensione nel 1972 dopo che
diventò anche rettore universitario.
21. PIA NALLI (1886-1964)
Nacque a Palermo il 10 febbraio 1886; morì a Catania
nel 1964, quasi dimenticata.
Si laureò in matematica a Palermo nel 1910, discutendo
una tesi assegnatale da Giuseppe Bagnera. Libero docente
nel 1914, diventa professore straordinario di Analisi a
Cagliari
(1921-1923)
e
successivamente
professore
ordinario nella stessa sede fino al 1927, quando si
trasferì alla cattedra di Analisi algebrica di Catania.
La sua aspirazione ad insegnare nella sua città
natale, Palermo, venne sempre frustrata e fu per lei
motivo di grande amarezza vedersi preferire matematici di
statura
ben
diversa
dalla
sua.
Ritiratasi
dall’insegnamento, non ebbe dalla Facoltà di Catania, che
per 30 anni ella aveva servito, il riconoscimento della
proposta di nomina a Professore Emerito. Ma anche in
campo nazionale Pia Nalli fu lasciata nel più completo
oblio.
38
Nessuna accademia pensò di accoglierla mai fra i suoi
membri, mai fu chiamata a giudicare un concorso
universitario, mai ebbe un incarico di distinzione e di
prestigio. Dall’ altra parte ella possedeva l’ orgoglio
dell’ autentico scienziato di razza, che le impediva di
mendicare i riconoscimenti e le cariche.
Tutto ciò, malgrado una produzione scientifica di
grande rispetto: aveva esordito con alcune ricerche nell’
indirizzo degli studi di Bagnera ma, dove esprime doti di
autentica originalità, è negli studi sulla teoria dell’
integrale in cui si riallaccia alle fondamentali ricerche
di Borel, Lebesgue, de la Valeè Poussin, Vitali e Denjoy.
La sua tesi di
abilitazione alla libera docenza,
“Esposizione
e
confronto
critico
delle
diverse
definizioni proposte per l’ integrale definito di una
funzione limitata o no”, rivela come la giovane analista
abbia saputo penetrare e profondamente impadronirsi di
una materia che a quell’ epoca era ancora tutt’ altro che
assestata ed anzi in via di formazione. Negli anni
immediatamente successivi, le sue ricerche riguardano la
sommazione delle serie, l’ Analisi reale e quella
funzionale mentre, dal 1928 in poi, la sua attenzione si
sposta
decisamente
verso
il
calcolo
differenziale
assoluto di Ricci e Levi-Civita, con cui intrattiene un
vivace scambio epistolare.
22. NINA KARLOVNA BARI (1901-1961)
Nina Karlovna Bari diede un grande contributo alla
matematica. Visse nel periodo in cui la matematica
iniziava a diffondersi in Russia e guadagnò il rispetto
di tutti i matematici del suo tempo grazie al suo lavoro
ed alla sua eccellente personalità.
Nacque il 19 novembre del 1901 a Mosca. Sviluppò
grandi abilità matematiche mentre era alla High School,
dove divenne la prima studentessa. Nel 1918 si unì ad un
gruppo di matematici: la Luzitania, dove gli allievi
seguivano le idee matematiche di Nikolai Nikolaevich
Luzin.
Luzin insegnava a Mosca all’ università di Stato ed il
suo obiettivo era studiare la funzione in campo
matematico.
Anche quando il gruppo si sciolse, Bari continuò i
suoi studi e si laureò nel 1921 e cominciò ad insegnare
39
all’ istituto di silvicoltura a Mosca e nell’ istituto
comunista.
Si iscrisse alla facoltà di matematica dove cominciò i
suoi studi sulla trigonometria e contemporaneamente
continuò ad insegnare. Si impegnò a risolvere il problema
dell’ unicità della serie trigonometrica, tanto da
divenire nel 1922 la prima donna a presentare le
principali conclusioni sulla serie trigonometrica alla
società matematica di Mosca.
Nel 1926 ricevette il premio Glavnauk.
Lo stesso anno andò a studiare all’ estero, lavorò per
sei mesi all’ università Sorbonne a Parigi. L’ anno
successivo visitò Lvov, in Polonia, dove assistette ad un
grande congresso matematico polacco.
Nel 1928 fece un viaggio in Italia dove partecipò ad
un congresso internazionale sulla matematica. Nello
stesso anno ricevette l‘ indennità
Rockfeller, che le
diede la possibilità di continuare gli studi a Parigi
fino al 1929.
Pubblicò nel 1952 molti articoli sulle funzioni
primitive e sulla serie trigonometrica. Morì il
15
luglio 1961.
23. OLGA TAUSSKY TODD (1906-1995)
Nacque nel 1906 nell’ impero Austro-Ungarico. Nota per
le sue molteplici conferenze, la sua prima ricerca la
condusse all’ università di Vienna sulla teoria del
numero algebrico, ma si dedicò anche allo studio dell’
analisi funzionale di Hans Hahn e dei sistemi algebrici
di Emmy Noether.
A causa della guerra si trasferì in Inghilterra dove
frequentò l’Università di Cambridge di Girton, dove
rimase fino a dopo la seconda guerra mondiale. Qui si
trovò a collaborare con soli uomini.
Nel 1938 mentre stava lavorando all’ Università di
Londra conobbe e sposò John Todd e trovò lavoro al
Ministero per la produzione di velivoli da guerra.
Grazie ai suoi studi si diffusero vari teoremi: l’
eliminazione
gaussiana,
il
teorema
di
inerzia
di
Sylverster, le formule di Smith e Jordan, la teoria di
Perron-Frobereins.
Passarono molti anni prima di poter insegnare di
nuovo, perché Olga attraversò il periodo in cui le donne
erano escluse dall’ insegnamento. Ma fu benvenuta quando
40
Caltech invitò lei e suo marito ad insegnare nella sua
facoltà.
24. LIA PREDELLA LONGHI (1870- ?)
Nacque il 6 gennaio 1870.
Si laureò in matematica a Pavia nel 1894 e si dedicò
dapprima all’insegnamento secondario. In seguito divenne
ordinaria di matematica presso la scuola normale Giannina
Milli” di Roma e successivamente presso l’ Istituto
tecnico “Germano Sommeiller” di Torino.
E’ ricordata quale prima donna italiana ad aver
pubblicato, nel 1895, un articolo, riguardante le
equazioni differenziali, sul “Giornale di Matematiche” di
Battaglini.
25. ROZSA PETER (1905-1977)
Ròzsa Peter frequentò la scuola femminile Maria
Terezia nel 1922, poi iniziò gli studi di chimica
all’università
Pàzmàny,
la
più
grande
università
ungherese.
Ottenne il dottorato nel 1935 e non insegnò mai a
tempo pieno fino al 1945 , quando aderì al collegio
ungherese per la formazione degli insegnanti. Nel 1955
divenne professore ordinario presso la Eötvös Lorànd
University fino al suo pensionamento nel 1975.
Nel 1952 divenne la prima donna a diventare
Dottore
di Matematica. Ottenne diversi riconoscimenti tra cui il
Premio Kossuth dal governo ungherese per le sue ricerche
scientifiche; il premio Beke dalla società matematica
Janos Bolilay (1953);
il premio di Stato; la Medaglia
d’argento (1970) e la Medaglia d’ oro (1973).
Nel 1973 fu eletta prima scienziata di matematica in
Ungheria. Fu l’ autrice di “Playing with Infinity,
Mathematical Exploration and Excursions”, tradotto in 14
lingue.
Scrisse anche “Recursive Function in Computer
Theory”, il secondo libro matematico ungherese, che fu
pubblicato
in
Unione
Sovietica
perché
ritenuto
indispensabile per lo studio dei computer.
26. RUTH MOUFANG (1905-1977)
Studiò matematica all’ Università di Francoforte dove
si laureò nel 1929. Ricevette nel 1931 il dottorato in
41
geometria proiettiva a Roma. Continuò i suoi studi per
l’abilitazione in Germania, ma poiché era una donna non
le fu permesso di insegnare agli allievi maschi.
Fu la prima donna tedesca ad avere un dottorato in
matematica industriale ed andò a lavorare presso l’
Istituto di Ricerca Krupps nel 1937. Nel 1946 insegnò
all’ Università di Francoforte e nel 1957 divenne la
prima donna in Germania ad essere nominata professore
ordinario. Chandler e Magnus riconobbero in lei la donna
che diede un eccezionale contributo all’analisi algebrica
con i suoi “Fondamenti di geometria”.
27. SHEILA SCOTT MACINTYRE
(1910-1992)
Sheila Scott nacque ad Edimburgo , in Scozia, dove
frequentò la Edimburgo Ladies College dal 1926 al 1928.
Ricevette il suo MA con la lode in matematica e filosofia
naturale nel 1932 all’ Università di Edimburgo. Proseguì
i suoi studi al Collegio Girton presso l’ Università di
Cambridge, dove ricevette la First Honors nel Tripos
Teorico. Durante il suo ultimo anno a Cambridge fece
delle ricerche insieme a Maria Cartwright.
Tornata in Scozia insegnò in diverse scuole, tra cui
quelle per ragazze. Nel 1940 si sposò con il matematico
James Archinbald Macintyre. L’ anno successivo fu
nominata assistente presso l’ Università di Aberdeen,
dove il marito insegnava. Mentre insegnava e si dedicava
anche alla famiglia, perfezionò il suo dottorato di
ricerca nel 1947 sotto la supervisione di Edward M.
Wright con una tesi su alcuni casi di interpolazione
delle funzioni. Alcuni risultati furono pubblicati in due
numeri del Jounal of London Mathematical Society.
Continuò il suo insegnamento e le sue attività di
ricerca e pubblicò altri nove lavori matematici tra cui
un dizionario di matematica tedesco-inglese. Fu scritto
per aiutare i matematici inglesi a leggere il tedesco, lo
stesso valeva per i matematici tedeschi che volessero
parlare e scrivere in inglese.
Fu membro della Royal Society di Edimburgo.
Morì il 1° gennaio del 1992.
28. SOPHIE PICCARD (1904-1990)
Nacque a S. Pietroburgo, in Russia nel 1904 da padre
svizzero-francese e madre russa. Ricevette la laurea in
42
matematica nel 1925 all’ Università di Smolensk, ma poi
fuggì in Svizzera con i suoi genitori a causa delle serie
difficoltà sociali in Russia.
Poiché in Svizzera la sua laurea conseguita in Russia
non fu riconosciuta, ricominciò i nuovi studi accademici
all’ Università di Losanna conseguendo il suo dottorato
nel 1929. Non trovando occupazione nella formazione
secondaria, lavorò dal 1929 al 1932 come segretaria al
giornale locale. Avendo un grande desiderio di continuare
le sue ricerche matematiche, divenne conferenziere parttime in geometria alla facoltà universitaria di Neuchàtel
in Svizzera nel 1936, nonostante nessuna esperienza. Nel
1938 ebbe la nomina di professore straordinario di
geometria e di conferenziere part-time nel campo delle
scienze attuariali e della teoria della probabilità.
Nel 1940 fondò il Centro di Matematica Pura e ne
divenne il direttore. A causa del suo temperamento russo
ebbe rapporti difficili con i suoi colleghi. Tuttavia nel
1943 fu la prima donna a ricevere il titolo di professore
ordinario. Divenne membro delle società matematiche degli
Stati Uniti, dell’ Austria, della Francia, della Polonia
e della Svizzera, così come dell’ Associazione per lo
Sviluppo delle Scienze. Morì a Freiburg nel 1990.
29. CESARINA TIBILETTI MARCHIONNA (1920-2005)
Era nata nel 1920; è morta a Milano il 7 novembre
2005.
Si
era
laureata
in
Scienze
matematiche
presso
l’Università degli Studi di Milano il 30 giugno del 1943,
discutendo una testi in Geometria Algebrica sotto la
guida di Oscar Chisini. Fu assistente volontaria e poi
incaricata e quindi di ruolo ed Aiuto alla Cattedra di
Geometria
analitica
con
elementi
di
proiettiva
e
Geometria descrittiva con Disegno.
Nel 1954 conseguì la libera docenza in Geometria
algebrica
e
nel
1959
venne
nominata
professore
straordinario e poi ordinario di Geometria analitica con
elementi di proiettiva e Geometria descrittiva con
Disegno presso l’ Università di Ferrara. Nel 1961 ottenne
l ‘incarico di Algebra presso le Università di Ferrara e
Milano e dal 10 novembre 1962 si trasferì sulla cattedra
di Algebra delle Facoltà di Scienze dell’ Università
degli Studi di Milano, titolarità che conservò fino al
pensionamento nel 1996.
43
Dall’
anno
accademico
1962-1963
tenne
inoltre
ininterrottamente l‘incarico di insegnamento di Geometria
Superiore.
Fu autrice di oltre una settantina di pubblicazioni
scientifiche e vari articoli di didattica e divulgazione.
Le sue ricerche scientifiche riguardarono dapprima la
Geometria algebrica dove portò contributi originali e
profondi alla Teoria delle curve multiple non diramate,
ai problemi di esistenza delle curve algebriche di piu’
variabili, alla rappresentazione topologica delle curve
algebriche e ai problemi di intersezione di curve e
superfici algebriche.
In questo ambito i contributi di Cesarina Tibiletti
riguardarono prodotti di gruppi permutabili e immersioni
in prodotti completi, ampliamento di auto morfismi,
operatori di chiusura, proprietà reticolari di complessi
di un gruppo, problemi di distanza di permutabilità per
gruppi.
30. ELDA VALABREGA GIBELLATO (1924-1993)
Nacque a Torino il 12 febbraio 1924, dove morì il 14
dicembre 1993.
Dopo aver compiuto gli studi medi presso il Liceo
Cavour di Torino, si laureò in Matematica e Fisica nel
1946 col massimo dei voti e la lode discutendo una tesi
di Analisi superiore. Passata all’ insegnamento medio,
era rientrata all’ Università quale assistente ordinario
di Matematiche complementari nel periodo 1950-1958.
Subito dopo, pur mantenendo il posto di ordinario di
Matematica e Fisica presso l’ Istituto Commerciale “Q.
Sella “ di Torino, aveva contemporaneamente esercitato le
funzioni di Professore incaricato presso quell’ Ateneo:
di ”Esercitazioni di Matematica per i Chimici” e poi di
“Matematiche elementari dal punto di vista superiore”,
disciplina di cui, dal 23 febbraio 1983, divenne
professore associato.
La sua attività scientifica, riguardò sia i temi di
ricerca di Analisi sviluppati sotto la guida del suo
maestro Ascoli, sia la Storia della Matematica e,
soprattutto, la Didattica della Matematica, settore in
cui pubblicò numerosi articoli manuali scolastici ed
universitari.
44
Conclusioni
Con questa raccolta vogliamo dar merito a chi ha dato
esempio di coraggio, tenacia e forza di volontà
nell’imporre e affermare le proprie idee, le proprie
certezze,
in
un
contesto
qualche
volta
ostile
all’ingresso femminile nel sociale
e quindi nel mondo
della matematica.
Oggi, come abbiamo detto, molto è cambiato, da oltre
trent’anni
la maggior parte degli iscritti ai corsi di
laurea in matematica sono donne che
credono nelle
opportunità di carriera che la matematica può offrire.
Alcuni ritengono che le ragazze siano più adatte a
studiare matematica, perché pazienti nei conti, ordinate,
sistematiche, logiche..., ma non sono queste le qualità
importanti.
E’ necessario che si apprezzi l’aspetto creativo,
immaginifico ed estetico della matematica, è necessario
credere nella realtà e nella bellezza di questa
disciplina.
E' necessario abbandonare l’immagine della matematica
come quella disciplina
dura, maschile, riservata a chi
non ha impegni mondani.
Tra le donne matematiche, abbiamo visto,
ci sono
madri di 6 figli e single, donne mascoline e donne molto
femminili...
la
matematica ha bisogno essenzialmente
della passione e
del sentimento che sono comunque
considerati appannaggio femminile.
45
Bibliografia
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A.M.Leggett-Princeton University Press (2005)
(2) I pantaloni di Pitagora. Dio, le donne e la
matematica di Margaret Wertheim – Instar Libri (1996)
(3) Perché il mondo è matematico? di J.D.Barrow – Editori
Laterza (1992)
(4) Maschile e femminile. Il pensiero della differenza di
F. Heritier – Editori Laterza (1996)
(5) Un mondo senza donne. La cultura maschile della
Chiesa e la Scienza occidentale di D.F.Noble – Bollati
Boringhieri (1994)
(6) La matematica del Novecento. Dagli insiemi alla
complessità di P. Odifreddi – Einaudi Editore (2000)
(7) La crisalide e la farfalla. Donne e Matematica di G.
Lolli - Bollati Boringhieri (2000)
(8) Donne di scienza. 55 biografie dall’antichità al
duemila di S. Sesti e L. Moro – Centro Priatem Bocconi
(9) Il rapporto ETAN , Politiche della scienza
nell’Unione Europea 2001, promuovere l’eccellenza
attraverso l’uguaglianza di genere (2001)
(10) ISTAT, Donne all’Università: Recensione di Liliana
Moro, Il Mulino (2001)
(11) AA.VV., Donne Politecniche, Recensioni di Sara
Sesti, Libri Scheiwiller (2001)
(12) www.dsi.unive.it, La situazione delle donne al MIT
dal 1995 al 1999 (2001)
(13) www.dsi.unive.it, R.Palomba, Figli di Minerva. Primo
rapporto sulle carriere femminili negli
enti pubblici (2000)
(14) Misurare le disuguaglianze di L.Maddalena e
S.Spadaccino. Quaderno DSEMS 2008
(15) Le donne non amano la matematica?Un secolo di
contributi di L.Maddalena 2007
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