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Leggi il discorso del Cardinale Dionigi Tettamanzi
Cardinale: Assemblea: Cardinale: Assemblea: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. La pace sia con voi. E con il tuo Spirito. dE: Siamo contenti della presenza del Cardinale, cerchiamo di vivere bene questo momento che non è una Celebrazione Liturgica, è un incontro con lui [il Cardinale Tettamanzi], come già quando abbiamo inziato la stalla abbiamo fatto i primi anni -’91- con il Cardinale Martini. Adesso siamo contenti che [il Cardinale Tettamanzi] è qui tra di noi. Seguiamo questo momento di preghiera poi lui [il Cardinale Tettamanzi] vi saluterà con calma tutti. Ci sediamo e ascoltiamo Luca del Consiglio Pastorale che ci fa’ un po’ la nostra storia. Luca Bonaccorso: Eminenza Reverendissima, grazie per la sua presenza, segno per noi della Sua benevolenza e occasione di gioia per questa nuova comunità. Comunità che avuto inizio nel 1990, quando nella chiesetta di San Mamete, per la prima volta, abbiamo celebrato la Cena del Signore. Era il 14 Ottobre e da allora, in questo periodo, celebriamo la Festa della Presenza, la Presenza di Gesù nell’Eucaristia e nella Chiesa. E’ stato un periodo di entusiasmo e di impegno, come ricordano i più anziani tra noi. Alcuni, già ci sorridono dal Cielo. La chiesetta era troppo piccola, così entro Natale abbiamo allestito e celebrato, in quella che è diventata la Stalla Cattedrale, come molti di noi ricordano, non senza un po’ di nostalgia. Con la generosità e fatica di tanti nel 1998 siamo entrati in questa Chiesa che il Cardinale Martini ha consacrato il 18 Ottobre di quell’anno. Abbiamo cercato anche di abbellirla: · con la statua del Cristo Risorto, dono di Monsignor Antonio Barone; · con la Sacra Famiglia, opera di don Marco Melzi della scuola Beato Angelico; · con il presbiterio e le vetrate dell’Architetto Pietro Nimis; · e i quadri della passione di Gesù della pittrice Letizia Fornasieri. Nel frattempo sono arrivate almeno altre mille famiglie, che cercano poco a poco di inserirsi, tuttavia oberate di lavoro e dal mutuo per la casa. Due punti cerchiamo di richiamarci: · Gesù nella vita quotidiana di Nazaret, motivo della nostra vita quotidiana; · e la misericordia di Dio dentro il Suo tempio per rinnovare il nostro spirito. Oltre all’impegno semplice di molti al servizio della Parrocchia per la pulizia della Chiesa, per il servizio al bar e per la generità di molte iniziative, forse la cosa più bella che siamo riusciti ad ottenere è poterci salutare quando ci incontriamo per la strada, sulle scale o sull’ascensore, come chi sa di appartenere a questa Comunità, che è la Chiesa. Forse è poco, ma è come un bimbo nel deserto della città. La Sua presenza tra noi questa sera, sia come la presenza di Gesù tra noi, e ci renda più capaci di comunione e quindi di missione verso tutti. Grazie. Chiara Legnazzi: Gesù a Nazaret. Gesù a Nazaret ci chiamiamo. Gesù a Nazaret: Dio coinvolto con la nostra umanità. Vive lì la concretezza della quotidianità. E per ricordare questo, cantiamo insieme l’Inno a Nazaret. Canto: INNO A NAZARET dE: Prima di lasciare la parola a Sua Eminenza, volevo ricordare i nostri amici don Marco Cannavò e don Costantino Fiore, che sono due vocazioni che abbiamo accompagnato dal seminario di Teologia fino al Sacerdozio che in questi dieci anni hanno detto la loro prima Messa tra di noi. Uno è a Cologno Monzese (don Marco) e l’altro a Santa Francesca Romana dove andrà mi pare dopodomani (don Costantino Fiore). Io volevo ricordare i vari gruppi presenti perché sono segno di una vita e di un desiderio di vivere insieme. Innanzitutto il Consiglio Pastorale Parrocchiale che in gran parte è qui presente, qui davanti. Poi il Coro che con tanto amore e con tanto impegno si prepara per rendere belle le liturgie di tutti. Poi abbiamo qui davanti, con qualche infiltrato e qualcuno qui seduto i gruppi dei ragazzi e ragazzi che faranno la Cresima quest’anno, nel mese di Novembre nella festa di Cristo Re al termine dell’anno liturgico. Poi abbiamo il gruppo del servizio all’altare: i Chierichetti e Accoliti che dividiamo in Chierichetti, Chierici e Accoliti secondo l’età, sono in gran parte lì presenti e altri sono presenti inseriti nei vari gruppi. C’è anche un gruppettino di fidanzati che ci tenevo a richiamare: sono un po’ nascosti, sparsi dietro queste colonne qui, perché sono un po’ timidi, che stanno iniziando a prepararsi al Sacramento del Matrimonio. C’è il gruppo sportivo che vede con qualche divisa i nostri colori (sono il verde e l’arancione) che si impegnano moltissimo. Poi vorrei presentare anche tutte le altre realtà, ma come si fa’… Gruppo liturgico, gruppo missionario, gruppo cultura, gruppo famiglia (che facciamo fatica a mettere insieme), gruppo Caritas: sono tutti, abbiamo detto, strumenti per educarci a vivere in comunione come insegna Gesù e in questo foglietto che ti ho dato ci sono gli slogan di tutte le feste che abbiamo fatto in questi anni, le Feste della Presenza. E nello spirito della lettera pastorale di quest’anno lo slogal quest’anno è “Chiesa: Famiglia e missione” come in questo adesivo che benevolmente hai messo… Cardinale: …veramente me lo hai messo tu!! dE: …te l’ho messo io e tu hai accettato! Cardinale: Carissimi, saluto ognuno e ciascuno in maniera particolare, però è evidente che il primo saluto io lo devo dare a don Egidio, che conosco da una vita… poi ci siamo persi e finalmente ci siamo ritrovati qui a Milano. Con lui saluto il coadiutore don Marco e poi i due sacerdoti che sono cresciuti in mezzo alla vostra comunità, don Marco e don Costantino. E poi dovrei riprendere i saluti fatti da don Egidio, a cominciare dal Consiglio Pastorale e poi il coro, la cantoria, e poi i ragazzi che devono fare la Cresima e poi – come hai detto? – i Chierichetti, dai Chierici agli Accoliti e poi il gruppo dei fidanzati e poi gli impegnati nello sport, e poi il gruppo liturgico, la Caritas, le missioni, il gruppo Famiglia, e poi tutti gli altri gruppi che sono qui presenti ma soprattutto io in una maniera - come dire? - sintetica, saluto tutti i presenti, dal bambino più piccolo che è in mezzo a noi – non so chi sia, e dove si trovi – ecco, dal bambino più piccolo su su fino alla persona più avanti negli anni. Ma in questo mio primo incontro qui a Gesù a Nazaret sento il bisogno di non salutare soltanto chi è presente, vorrei che il saluto uscisse dalle pareti di questa… non è più una Stalla Cattedrale! E’ una Chiesa Cattedrale!!! Ecco, vorrei che uscisse dalle pareti di questa chiesa e che entrasse nelle pareti di ogni casa soprattutto in quelle case dove c’è la prova, la fatica, la delusione, la paura, l’angoscia; ma forse c’è anche la fiducia, il coraggio, il sogno, la speranza. E allora il saluto che io faccio vorrei che sia un segno della benedizione di Dio che ci invita a riprendere il cammino uniti insieme al Signore Gesù, uniti tra di noi proprio come Chiesa per diventare sempre di più una Chiesa Missionaria. Don Egidio, mi hai detto che dovevo arrivare così da riuscire a vedere le persone che venivano da due strade di questo quartiere con le fiaccole accese e cantando “andate per le strade in tutto il mondo”. Io sono venuto forse un po’ in ritardo e allora non ho avuto la gioia di vedere le persone con la fiaccola accesa per arrivare in questa chiesa. Però ho avuto la gioia di sentire cantare, e in parte l’ho cantato anche io, il canto “Andate per le strade in tutto il mondo”. Si, mi paiono significative queste due realtà: la fiaccola accesa e “Andate in tutto il mondo”. La fiaccola accesa perché è soltanto un segno, perché la realtà vera siamo noi Cristiani. Il Signore Gesù ha una definizione semplicissima e bellissima di chi è Cristiano: è “luce del mondo”. Quindi portare la fiaccola accesa è un fare memoria della identità del valore che ciascuno di noi possiede proprio grazie al Signore Gesù. Lui è la Luce del Mondo e noi in Lui siamo chiamati ad essere luminosi e quindi ad irradiare luce. Quanto poi al canto “Andate per le strade in tutto il mondo” mi ha fatto venire – come dire? - una perplessità; perché avete cantato “andate”, mentre voi siete “venuti”! Avreste dovuto cantare “Venite, venite, venite qui in questa chiesa”! Può sembrare una cosa strana, in realtà è molto eloquente perché ci dice: soltanto se noi abbiamo il coraggio di venire qui in questa chiesa e se qui davvero ci incontriamo con il Signore Gesù che è presente in mezzo a noi, così come in passato è stato presente nella Sua casa di Nazaret, dentro un paese tra i tanti della Palestina - appunto Nazaret -, se veniamo qui e il Signore Gesù lo incontriamo se noi gli diciamo la nostra Fede perché accogliamo il Suo Vangelo, la sua verità, la bellezza, il fascino di questo Vangelo, di questa Sua verità. Se noi, di più, ci uniamo profondamente a Lui perché Lui è venuto per essere nostro cibo, nostra bevanda, nostra gioia, ora noi abbiamo il diritto di mangiarlo, di berlo, di sfamare la nostra fame e dissetare la nostra sete proprio unendoci profondamente a Lui. Se noi ci incontriamo con Lui venendo in questa chiesa, poi Lui stesso ci cambia, ci rende persone nuove e rendendoci persone nuove allora ci dice “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”. Oppure, per usare altre parole, ci dice: “Avrete forza nello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in Giudea, in Samaria sino ai confini della Terra”. Quindi, avete cantato un “andate” venendo in chiesa e mi avete richiamato questa Verità formidabile: soltanto se noi veniamo in chiesa e ci incontriamo con il Signore Gesù e facciamo unità profonda con Lui, poi possiamo andare… andare a fare che cosa? Io penso di poter rispondere “a fare quello che ha fatto il Signore Gesù a Nazaret: ha vissuto una vita profondamente umana”, penso che abbia ubbidito a Maria e a Giuseppe, abbia lavorato con le sue mani, abbia faticato, abbia giocato, abbia incontrato le altre persone. Allora, a questo punto l’insegnamento che il Signore Gesù ci dà e che noi vogliamo vivere: in questo modo diventiamo testimoni nei riguardi degli altri, delle persone che incontriamo quando viviamo in maniera Evangelica secondo la Fede che il Signore Gesù ci dona. Proprio nei rapporti di tutti i giorni, che sono i rapporti di casa nostra, i rapporti del mondo del lavoro, i rapporti che abbiamo negli incontri con le persone che incontriamo, che in qualche modo ci fanno capire che hanno esigenze alle quali noi abbiamo risposta con il nostro sorriso, con la nostra parola, il nostro aiuto, con il nostro servizio. Vorrei concludere, perché a me interessa incontrarmi con le persone, dire che da un lato sono molto contento di partecipare a questa tredicesima Festa della Presenza. Don Egidio, chiamami anche per il prossimo anno, così un po’ per volta imparerò i vari temi, forse ci riesco ad impararne 13 o 14 ma, questo è un richiamo a un ritorno nella tua bella comunità parrocchiale. Quindi, sono contento di partecipare a questa 13ma Festa della Presenza e devo dire che il testo che mi ha dato in mano don Egidio dice che Chiesa e famiglia devono andare, devono diventare missionarie. E’ interessante “Chiesa-famiglia”: perché è la Chiesa! La Chiesa in definitiva che cos’è se non una Famiglia di tante famiglie? E la famiglia se è davvero Cristiana vive e cresce, ama, lavora, si dona agli altri proprio perché è parte viva e vitale di questa grande realtà che appunto è la Chiesa. “Chiesa e famiglia in missione”. Ma quello che mi ha colpito di più, devo dirlo, che è un versetto del Vangelo di Luca, che più di una volta ho ricordato ai miei ex diocesani di Genova. Venendo a Milano devo dire che l’ho riferito anche nel percorso pastorale Diocesano “mi sarete testimoni”. “Ma il figlio dell’uomo, quando tornerà, troverà ancora Fede sulla Terra?”. Io dico di sì, ma non posso dirlo soltanto io, perché io cerco di vivere profondamente la mia fede, con tutti i limiti e sbagli che ogni uomo esperimenta nella sua giornata. Non solo cerco di vivere io la mia Fede, ma mi do da fare perché anche le persone che incontro abbiamo a ricevere da me una parola evangelica, una testimonianza e quindi uno stimolo a conservare, anzi a far maturare la Fede. Io dico così: se tutti noi che siamo qui questa sera ci impegniamo, non soltanto ad essere credenti per noi, ma ad per aiutare anche gli altri a crescere insieme nella Fede che è fonte di vera e profonda gioia, io penso che possiamo rileggere ancora una volta questa domanda e con tanta umiltà ma anche con tanto coraggio dire al Signore: “no, quando verrai, quando tornerai, qui in questo quartiere a Gesù a Nazaret troverai ancora non pochi credenti, ma tanti credenti.” Se noi preghiamo il Signore per questo motivo io penso che sia uno dei motivi più belli e proprio per questo il Signore non può non ascoltarci. Ed il bello è che poi questa preghiera la facciamo insieme, è bello che questa preghiera io come Vescovo la faccia per voi e voi come fedeli, fatela anche per me, perché ne ho bisogno, non meno di voi. Chiara Legnazzi: La gratitudine al Signore per questa sera, per gli avvenimenti del passato, per quello che ci vorrà concedere, la condensiamo in un canto di gioia: “Vive Jesus”. Canto: VIVE JESUS Don Egidio: Facciamo un momento di raccoglimento e riceviamo la benedizione del nostro Vescovo. Cardinale: Assemblea: Cardinale: Assemblea: Il Signore sia con Voi. E con il tuo Spirito. Kyrie Eleison, Kyrie Eleison, Kyrie Eleison. Vi benedica Padre Onnipotente. Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen. Don Egidio: Con questa benedizione, ci sentiamo e ascoltiamo il coro che ci canta un mottetto in Latino che dice “Non a noi Signore, ma dà Gloria al tuo nome. Vivere nella Chiesa per la Gloria di Dio perché tutti incontrino il Signore”. Canto: NON NOBIS Don Egidio: Bene, ringraziamo gli amici del Coro e speriamo che altri si uniscano a loro. Sua Eminenza adesso rimane qui perché vuole salutare, comincerà magari da qui con quelli che ho indicato prima e poi con quelli che vuole lui. Intanto, magari, non accalcatevi tutti davanti, lui sta qui! Mi ha detto di lasciarlo andare a casa per mezzanotte! Intanto fuori cominciate a mangiare le castagne, che dopo passa anche lui e le mangerà anche lui. Grazie. Cardinale: C’è un’ultima cosa: ho sentito che don Antonio Barone vi ha regalato questo Gesù Risorto. Poi don Marco Melzi ha regalato questa Sacra Famiglia e poi non so se c’è da regalare qualche altra cosa, don Egidio?! La tua presenza e la tua amicizia! No, no… Magari qualche vestito liturgico, qualche paramento, qualche calice, qualche cosa, se no… Torna a trovarci! Va bene, volentieri! Grazie! Don Egidio: Cardinale: Don Egidio: Cardinale: Don Egidio: A cura di Marino De Stena