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Esiste il poliziotto ideale?

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Esiste il poliziotto ideale?
Selezione del personale
Quali sono, oggi, i requisiti
di idoneità fisica, psichica
e attitudinale di coloro che
aspirano a diventare poliziotti?
Questi requisiti possono
aiutarci a individuare
il poliziotto ideale?
Massimo Montebove
Esiste il poliziotto
Val di Susa, febbraio 2012
marzo-aprile 2013
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n manifestante “No Tav” arriva a meno di un palmo dal naso di un carabiniere e inizia ad insultarlo: «Che pecorella sei? Non c’hai un numero o un
nome, niente? Sei un illegale... Sei proprio una bella pecorella, gli dài anche i bacini alla tua ragazza con quella
mascherina? Ci vai pure in pensione vestito così, come
uno stronzo. E noi ci divertiamo a guardare voi stronzi!».
A dividere il manifestante (che sarà poi arrestato) dal
carabiniere, statuario nella divisa antisommossa, era soltanto il guard rail di metallo dell’autostrada di Chianocco.
Questo spiacevole episodio, interamente ripreso da un
video e diffuso da siti Internet e tv, ha certamente fatto
comprendere, meglio di mille parole, quanto sia importante per l’operatore di Polizia l’equilibrio psico-fisico e
una specifica formazione che consenta di affrontare al
meglio i fattori stressogeni.
I
poliziotti oggi sono circa 100000 e
operano in tutta Italia in migliaia di
questure, commissariati, reparti, distaccamenti, sezioni e uffici.
La Polizia del 2012 è molto diversa
da quella di trenta o quarant’anni fa
e, in tal senso, una data spartiacque è
certamente quella del 1° aprile 1981,
quando entrò in vigore la Legge 121
che ridisegnò il sistema sicurezza nel
nostro Paese, adeguandolo alle necessità dei tempi.
La smilitarizzazione della Polizia di
Stato ha contribuito alla crescita culturale e professionale dei suoi appartenenti. La maggior parte degli agenti è in
possesso di un diploma di scuola media
superiore e alto è il numero di laureati. Le famiglie di provenienza non sono
Le idoneità da sviluppare
ideale?
più, se non in minima parte, quelle del
cosiddetto “proletariato” o “sottoproletariato”, ma si tratta ormai di figli della
classe media e medio-alta: dipendenti
pubblici e privati, commercianti, piccoli
imprenditori, professionisti. È cambiata pure la distribuzione geografica: resta una prevalenza di appartenenti alla
Polizia di Stato dal Centrosud, con una
incidenza di circa il 70%, ma un agente su quattro proviene dalle regioni del
Nord.
Il Ministero dell’Interno e il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, inoltre,
hanno puntato sulla formazione psicologica del personale in divisa, anche
con una speciale scuola, il Centro per
la tutela dell’Ordine pubblico di Nettuno (Montebove, 2010).
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er quel che riguarda l’idoneità fisica, occorrono, in primo luogo, un
campo visivo normale ed è richiesta
un’altezza non inferiore a 165 cm per gli
uomini e a 161 cm per le donne. Di particolare rilievo il rapporto altezza-peso, il
tono e l’efficienza delle masse muscolari, la distribuzione del pannicolo adiposo e il trofismo che devono rispecchiare
un’armonia atta a configurare la robusta
costituzione e la necessaria agilità indispensabile per l’espletamento dei servizi
di polizia. Per ciò che concerne l’idoneità
psichica e attitudinale, i requisiti richiesti variano in funzione dei vari ruoli e delle varie qualifiche esistenti in Polizia. Le
diversità dipendono dai compiti e dalle
mansioni. Nel box (“I quiz nei concorsi
di polizia”) sono illustrate, in sintesi, le
caratteristiche dei test psico-attitudinali,
con particolare riferimento ai test psicologici obiettivi e a quelli proiettivi.
Per quanto attiene al ruolo operativo
degli agenti, sono richiesti: in primo luogo, un livello evolutivo che esprima una
valida integrazione della personalità, con
riferimento alla capacità di elaborare le
proprie esperienze di vita, alla fiducia di
sé, alla capacità sia critica che autocritica, all’assunzione di responsabilità e alle doti di volontà, connotato, inoltre, sia
da abilità comunicativa che da determinazione operativa; in secondo luogo, un
controllo emotivo contraddistinto dalla
capacità di contenere le proprie reazioni
comportamentali dinanzi a stimoli emotigeni imprevisti o inusuali, da una funzionale coordinazione psico-motoria in
situazione di stress, da una rapida stabilizzazione dell’umore nonché da una sicurezza di sé in linea con i compiti operativi che gli sono propri.
Per le qualifiche di ispettori-marescialli i requisiti attitudinali e psichici necessari si sostanziano in una preparazione
psicologica fondata, oltreché su significative esperienze di vita, integrate dalla consapevolezza di sé e dal senso di
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Il controllo emotivo, richiesto in tutti i
gradi e qualifiche, per chi occupa posti
di responsabilità e di comando assume
una valenza fondamentale
responsabilità, anche e soprattutto sulla capacità di assumere autonome iniziative e ruoli decisionali in situazioni di
media complessità, sostenuta da un patrimonio culturale che permetta una giusta capacità comunicativa sia scritta che
orale; una capacità di tenuta emotiva che
parta in primo luogo dalla sicurezza di sé
e dalla capacità di gestire lo stress, da
una risposta comportamentale sintonica
e razionale dinanzi alle difficoltà ed alle frustrazioni tale da consentire un’adeguata rapidità decisionale ed operativa,
anche al fine di ritrovare in tempi brevi
uno stato di calma.
Per quanto riguarda, infine, i funzionari di polizia, le peculiarità richieste
sono altre e “alte” rispetto ai ruoli operativi precedenti. Si va da una accentuata capacità di valutazione e di giudizio
ad un ampio patrimonio socio-culturale,
ad una modalità espressiva articolata ed
efficace. Deve sussistere la capacità di
assumere autonomamente decisioni e
iniziative incentrate sulla realistica consapevolezza delle proprie potenzialità;
inoltre, il controllo emotivo, richiesto in
tutti i gradi e qualifiche, per chi occupa
funzioni di responsabilità e di comando
assume una valenza fondamentale, dove la fiducia in se stessi, l’equilibrio del
tono dell’umore, la sopportazione dello
stress conseguente alla gestione di situazioni problematiche di media-alta complessità nonché la necessità di contenere
la tensione conseguente ad un impegno
direttivo in circostanze operative risultano essere elementi irrinunciabili.
I “quiz” nelle Forze di Polizia
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ei concorsi delle Forze
di Polizia e delle Forze
Armate sono utilizzati i
test di personalità (o “quiz” nel
linguaggio comune) i quali, in
linea generale, possono definirsi
come una situazione-stimolo
standardizzata in cui il comportamento di una persona viene
osservato e descritto. Questo
strumento, unitamente al colloquio, è fondamentale per fornire
misurazioni e parametri relativi
al soggetto che si sottopone alla
selezione. I test più utilizzati sono quelli “proiettivi” che
si basano, come suggerisce il
termine stesso, sul concetto di
“proiezione”, inteso non in senso freudiano, ma come espressione di bisogni e sentimenti
che costituiscono la base per
la percezione e il giudizio degli
stimoli esterni. Questi permettono al soggetto di “proiettare”
i propri conflitti, giungendo a
conoscere la struttura e la funzione della propria personalità,
compresi gli eventuali motivi di
disagio (sui test proiettivi nel
mondo del lavoro, si veda anche
Castiello D’Antonio, 2012).
I principali test proiettivi possono essere così suddivisi:
•Tecniche associative.Il soggetto deve riferire cosa provoca in lui lo stimolo fornito.
Tra i più famosi, il test di Rorschach (quello delle famose
macchie d’inchiostro dove il
candidato è invitato a dire che
cosa possono rappresentare) e
lo Z-Test (simile al precedente, ma con un numero ridotto
di tavole che rappresentano le
macchie d’inchiostro).
•Tecniche di costruzione. Il
soggetto ricevi stimoli diretti
a verificare la propria immaginazione. Molto noto è il TAT
(la persona è invitata a raccontare storie basandosi sugli
stimoi forniti da alcune tavole
in bianco e nero).
•Tecniche di completamento. Richiedono al soggetto di
completare una frase o una
storia. Il Test Sacks, in particolare, richiede al soggetto di
completare le frasi in modo
che abbiano senso compiuto,
senza contraddizioni.
• Tecniche espressive. Al
soggetto è richiesto un atto
artistico o creativo. Tra i più
utilizzati i test grafici, dove
vengono analizzati i tratti, le
cancellature, i ricalchi, i dettagli, le ombre ecc.
A
lla luce di quanto abbiamo analizzato fino adesso, certamente l’aspetto psicologico riveste un ruolo
primario. L’equilibro psico-fisico, la gestione delle situazioni legate allo stress,
l’abilità nell’agire velocemente e con
adeguate capacità logico-deduttive, sono
tre componenti fondamentali alle quali
deve aggiungersi una buona preparazione culturale di base e una struttura fisica
consona. Naturalmente, esistono almeno due grandi distinzioni da fare. La prima è relativa ai diversi ruoli: al poliziotto appartenente alle qualifiche iniziali,
all’agente che tutti i giorni vediamo in
strada, sono richieste – come si è visto
– caratteristiche psicologiche e attitudinali diverse da chi ha responsabilità di
comando o di coordinamento di uffici.
La seconda è inerente alle mansioni: per
svolgere servizi di ordine pubblico le peculiarità fisiche hanno in genere un’importanza diversa rispetto a chi si occupa
di indagini e attività di polizia giudiziaria
a tempo pieno.
Una cosa è certa e non va mai dimenticata: il poliziotto è comunque un essere
umano, con le sue fragilità e i suoi difetti.
Nessun criterio di selezione, nessun corso di formazione, nessuna preparazione
potrà mai eliminare criticità e problematicità.
Il poliziotto non è sicuramente quello proposto da certi telefilm di successo
dove si vedono giovani e aitanti operatori
che risolvono indagini e delitti in poco
tempo, sempre col sorriso sulle labbra e
tra gli applausi della gente. Il poliziotto
non è neppure quello illustrato da certi
film come Acab o Diaz dove si rappresentano soggetti che appaiono a tratti violenti e desiderosi solo di menar le mani.
La Polizia del presente e, ancor più
quella del futuro, potrà migliorare ed essere più efficiente e preparata se coloro che hanno responsabilità di Governo
comprenderanno che non si può disinve-
Una cosa è certa e non va mai
dimenticata: il poliziotto è comunque
un essere umano, con le sue fragilità
e i suoi difetti
stire in formazione e aggiornamento, che
occorre implementare e rafforzare la presenza e l’attività degli psicologi del Corpo, che bisogna in primo luogo guardare all’uomo che indossa una divisa, non
perdendo mai di vista le debolezze e le
emozioni che caratterizzano ciascuno di
noi. Anche un poliziotto.
Riferimenti bibliografici
Castiello D’Antonio A. (2012), Test proiettivi
e mondo del lavoro, Psicologia contemporanea, 234, 76-80.
D. M. 30 giugno 2003, n. 198, «Regolamento concernente i requisiti di idoneità fisica, psichica e attitudinale di cui devono
essere in possesso i candidati ai concorsi
per l’accesso ai ruoli del personale della Polizia di Stato e gli appartenenti ai
predetti ruoli», Gazzetta Ufficiale n. 177
dell’1 agosto 2003.
Lucchetti L. (2005), Comunicazione per la
Polizia di Prossimità, Laurus Robuffo,
Roma.
Lucchetti L. (2003), L’operatore di Polizia
sfida lo stress, Laurus Robuffo, Roma.
Montebove M. (2010), «Per una cultura
dell’ordine pubblico», Psicologia contemporanea, 220, 20-25.
Massimo Montebove
durante il convegno fiorentino del
10 ottobre 2012,
Mobbing, burn-out,
stress, organizzato
dal Sindacato Autonomo di Polizia in
collaborazione con
Psicologia contemporanea.
Pietrantoni L., Prati G., Morelli A. (2003),
«Stress e salute nelle Forze dell’Ordine»,
Nuove Tendenze della Psicologia, 3, 1-21.
Materiale psicodiagnostico
Psicodiagnostica di Rorschach, Giunti O.S.
Organizzazioni Speciali, Firenze, 1956.
Zulliger H. (1979, 1995), Z-Test (trad. it),
Giunti O.S. Organizzazioni Speciali, Firenze.
Murray H. A. (1960), TAT . Test di Appercezione Tematica. Manuale (trad. it.), Giunti O.S. Organizzazioni Speciali, Firenze.
Massimo Montebove, giornalista pubblicista, cultore di psicologia, è dirigente
nazionale del Sap, Sindacato autonomo
di polizia.
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Più formazione
e aggiornamento
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