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Rigenerazione urbana - Living Urban Scape | Abitare lo Spazio

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Rigenerazione urbana - Living Urban Scape | Abitare lo Spazio
Paradigmi possibili per la
rigenerazione urbana
La lezione europea nei quartieri residenziali
Arch. PhD. Milena De Matteis
Università IUAV di Venezia
RICERCA
R
ICERCA
Living Urban Scape
abitare lo spazio urbano
www.livingurbanscape.org
RIGENERAZIONE URBANA
NEGLI
INSEDIAMENTI RESIDENZIALI PUBBLICI
attraverso
traverso la riqualificazione fisica, semantica e sociale di
d
SPAZI APERTI E VUOTI URBANI
ed attraverso la
PARTECIPAZIONE
Essenziale perchè prova a creare qualità della vita
…la città non si
espande più, ma
si rinnova…
in interi settori urbani già esistenti e abitati
che al momento ne sono privi o stentano ad averne
Perché lavorare sulla rigenerazione urbana delle periferie?
NUMEROSI DISAGI
BASSA QUALITÀ
DELLA VITA
degrado e obsolescenza edilizia
mono-funzionalità
marginalità e isolamento
depressione socioeconomica
vuoti urbani e abbandono
perdita di “significato” spazi pubblici
Necessario un cambio di prospettiva:
non tanto gravi problematiche urbane e sociali, ma contesti potenziali
dove esprimere nuove qualità di “nodi urbani strutturanti” portatori di welfare
La riqualificazione di un quartiere, con nuova qualità spaziale e ambientale insieme a
miglioramenti di tipo economico e sociale, contribuisce a rigenerare la città cui appartiene,
migliorando nel complesso le condizioni di vivibilità e sostenibilità.
RIGENERAZIONE URBANA e SOSTENIBILITÀ
INDIRIZZI ED INTERVENTI EUROPEI
esemplari sulle aree residenziali periferiche
Rigenerazione in Europa Æ
Carta di Lipsia sulle
città europee
sostenibili, 2007
aree
residenziali
periferiche
Approccio integrato
Politiche & leader forti
Partecipazione
Sostenibilità
•
evitare il consumo di altri spazi verdi per costruire
•
strutturare gli insediamenti in modo compatto
•
riunire diverse attività in un solo quartiere
•
creare spazi pubblici di qualità e a misura d’uomo
•
coinvolgere i cittadini nel processo di recupero
•
potenziare l’economia locale e le politiche di sostegno
•
sostenibilità ambientale degli edifici esistenti
•
rigenerare i quartieri degradati per creare coesione sociale
Molti gli esempi validi di rigenerazione in Europa:
a: BEST PRACTICES
CONCETTO DI «SOSTENIBILITÀ»
Our common future, Commissione Brundtland su ambiente e sviluppo, 1987
« lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza
compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni»
Sostenibilità ÅÆ Rigenerazione urbana
- Fisica
- Ambientale
- Sociale
- Economica
...VERSO IL CONCETTO DI «PROSPERITÀ»
UN-Habitat 2012 - State of the world’s cities 2012/2013: Prosperity of cities
«Prosperità fa riferimento a sentimento di sicurezza socioeconomica individuale e
collettiva rispetto a un futuro prossimo e prevedibile, che viene da altri tipi di
soddisfazione: di bisogni e aspirazioni immateriali connotate da un cambio di
passo, profilo e attività urbane, e fornisce le condizioni sociali, politiche ed
economiche di prosperità - una città che è inclusiva e accessibile a tutti»
Æ
SPAZIO PUBBLICO
O Æ QUALITA’ DELLA VITA
inscindibile dagli ASPETTI SOCIALI
dal coinvolgimento strutturato,
e da «recenti» fenomeni di cura dal basso
Spazi di vita quotidiana…
che si riappropriano di significati attraverso
l’azione spontanea degli abitanti
luoghi di interazione, di coesione sociale, di
condivisione, di autoproduzione,
luoghi simbolici, rappresentativi della cultura e
delle memorie locali…
Convenzione europea
del Paesaggio, 2000
“il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante
della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree
urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in
quelli di grande qualità, nelle zone considerate
eccezionali, come in quelle della vita quotidiana”
PRATICHE SPONTANEEE DI
APPROPRIAZIONE
FENOMENI
NI DII ARTE URBANA
Esempio, in Francia: rete municipale dei
Street art: forme di arte che si manifestano
in luoghi pubblici, spesso illegalmente
Jardins Partagès
anche in Italia alcune amministrazioni favoriscono la
pratica dei
GIARDINI CONDIVISI
o gli abitanti se ne prendono cura autonomamente,
spesso per esasperazione!
esigenze legate alla ricerca di una migliore
condizione di vita
microprogettualità diffusa e
progetti informali di riappropriazione
«buone pratiche» europee di rigenerazionee top
opp-down e bottom
mm-up
Quadro di principi e strategie di riferimento
FISICO
OO-AMBIENTALI
e SOCIO
OO-ECONOMICI
per la rigenerazione urbana dei quartieri residenziali
che contemplano l’utilizzo e la valorizzazione di risorse
- fisiche (edifici, spazi, ambiente naturale)
- socio-politiche (abitanti, soggetti politici ed economici)
De Matteis, M. & Faraone, C. (2013), Paradigmi possibili per la rigenerazione, in De Matteis, M. & Marin, A. (a cura di)
«Nuove qualità del vivere in periferia. Percorsi di rigenerazione nei quartieri residenziali pubblici». Edicom Edizioni, Gorizia.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ INSEDIAMENTO
A.1 STRATIFICARE, DENSIFICARE, ACCRESCERE
Nuovi parametri di “densità” degli edifici, dello spazio aperto e delle funzioni (intensità d’uso), sono
necessari per quartieri incompleti, rarefatti, poco densi di “cose” e della vitalità dell’ambito urbano.
La strategia dello stratificare può densificare gli edifici verso una giusta compattezza dell’insediamento,
considerato non “concluso” (anche per la frequente mancata edificazione di attrezzature e servizi
previsti) bensì “trasformabile”: si interviene layer su layer, con operazioni di riempimento ed infill su
spazi aperti, interstizi, piani pilotis, terrazze.
Stratificare può anche consistere nell’accrescere: la trasformazione di luoghi abitati ha una chiara
dimensione spazio-temporale, in cui rientra il concetto d’incrementalità. Una continuità e successione
di trasformazioni parziali, programmate, con ambienti più flessibili per una società in continua
mutazione, è spesso preferibile a operazioni di rinnovo incisive e stravolgenti.
ESEMPIO1. La densificazione dell’edificato esistente attraverso la stratificazione - con riempimento dei PT con alloggi e
servizi e l’addizione di un piano in copertura - è stata proposta con il concorso PASS nel quartiere Tiburtino 3 a Roma.
ESEMPIO2. Le proposte dello studio cileno Elemental SA sono i più recenti casi esemplari di progetto di accrescimento,
dove oggetto architettonico e impianto urbano evolvono e cambiano nel tempo con l’uso degli abitanti.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ INSEDIAMENTO
A.2 DIVERSIFICARE, ARTICOLARE, FUNZIONALIZZARE
Diversità ed articolazione, mixitè tipologica, funzionale, sociale, contro mono-funzionalità prevalente
e monotonia, realizzando servizi incompiuti ed opportune dotazioni di welfare.
In alcuni contesti, periferici e/o poco caratterizzati, viene definita una vocazione specialistica di livello
locale o sovra-locale, con funzioni che ne possono rivalutare il ruolo nei confronti della più ampia città,
con un’attenzione particolare verso attività sportive, culturali, di servizio pubblico.
Nell’articolare una nuova funzionalità e vivibilità del quartiere, è notevole l’importanza dei piani terra,
spesso caratterizzati da pilotis, spazi residuali o di servizio e sottoutilizzati, valorizzabili in diversi modi
per nuovi legami dentro-fuori
ESEMPIO1. Il quartiere Zukunftswerkstad a Leinefelde, nella Germania dell’Est, è stato ri-funzionalizzato con attività a
prevalente destinazione sportiva e per il tempo libero. Nel quartiere Poptahof a Delft, la diversificazione viene attuata
anche sulle tipologie edilizie, come espresso dai desiderata degli abitanti.
ESEMPIO2. Un’altra modalità di diversificazione è attraverso l’offerta di servizi e aree pubbliche di svago, come nella
rigenerazione urbana del Brunswick Centre: un complesso di negozi integrato alla ristrutturazione e costruzione exnovo di residenze secondo la strategia “LOTS-Living over the shop”s.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ INSEDIAMENTO
A.3 RIMODELLARE, DEMOLIRE, RICOSTRUIRE
La trasformabilità degli insediamenti può portare a un forte rimodellamento e la possibile demolizione
e ricostruzione parziale degli edifici, strategia piuttosto incisiva e spesso poco sostenibile.
Sebbene strategia economicamente impegnativa, il ridimensionamento degli edifici, con varie operazioni
di riduzione del numero di piani - aperture nelle lunghe e impenetrabili stecche, demolizioni e
sostituzioni con tipologie edilizie più piccole, ecc... - riconfigura positivamente l’aspetto e l’attrattività
dell’insediamento.
Spesso ha risolto situazioni critiche di grande degrado, sia fisico che sociale, difficilmente risolvibili con
altra soluzione in tempi brevi.
ESEMPIO. Demolizioni intensive e ricostruzioni di edifici sono state ampiamente adottate nei quartieri di Bijlmermeer ad
Amsterdam, Ballymun a Dublino, Angell Town a Londra e Attwood Green a Birmingham, tra i casi più esemplari.
La più famosa tra queste operazioni rimane la rimodellazione del quartiere olandese, che ha lavorato sul progetto di
suolo e contemporaneamente sull’edificato in maniera molto incisiva: totale demolizione di alcuni degli edifici
esagonali, demolizione solo parziale con rimodellazione dei bordi degli edifici, introduzione di attività al piano terra,
riformulazione del rapporto con gli spazi aperti di prossimità e le connessioni.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ SPAZIO APERTO
A.4 SIGNIFICARE, INTENSIFICARE, VALORIZZARE
Restituire significato allo spazio pubblico come luogo di aggregazione e di interazione, dove si svolge la
vita urbana: massimizzare l’intensità di usi e le relazioni nell’attribuire una vocazione sociale
Negli ultimi anni molte proposte progettuali hanno lavorato sulla densità urbana orizzontale cioè
l’“intensità relazionale” e di uso collettivo degli spazi aperti, nell’ottica di poter “abitare” anche fuori dal
proprio alloggio puntando ad una chiara caratterizzazione degli spazi aperti come leganti urbani.
Condizioni per nuove attività portatrici di urbanità, vitalità e relazioni, ben oltre il concetto di zoning: lo
spazio aperto è un bene comune, che ospita attività collettive, servizi diversificati e non solo per la
residenza, con spazi-occasioni di incontro informale.
ESEMPIO1. Negli ultimi 20 anni Lione ha sviluppato un programma di riqualificazione della città incentrato sui suoi spazi
pubblici, coinvolgendo la popolazione: riqualificazioni di tutte le piazze, a formare un sistema con i boulevard di
connessioni dolci, costruzione di parcheggi interrati sotto ogni piazza, giochi d’acqua in superficie, cavee-teatro, ecc...
ESEMPIO2. Nel concorso di idee per la riqualificazione dei quartieri Borgo San Sergio e Rozzol Melara a Trieste (2002),
nel centenario dell’Ater di Trieste, i progettisti hanno rivisitato in modi innovativi il senso, la forma e la funzione degli
spazi aperti, collettivi e di relazione, ridisegnando e risignificando questi luoghi, consentendone una migliore fruizione.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ SPAZIO APERTO
A.5 LOCALIZZARE AL CENTRO, FOCALIZZARE, DIFFONDERE
Creare o enfatizzare la centralità di un quartiere, costituire un luogo d’incontro distintivo attraverso gli
spazi aperti per stimolare coesione sociale e stimolare senso di appartenenza al luogo.
Uno dei caratteri/criticità principali dei quartieri di edilizia residenziale pubblica consiste nella loro non
attrattività: queste porzioni di città sono spesso dei quartieri “dormitorio” in cui lo spazio aperto è uno
spazio neutro senza significati e gerarchie.
La definizione o il rafforzamento di un chiaro centro della vita pubblica locale, dove dislocare le principali
attività, risulta una strategia efficace per aumentare la riconoscibilità di un quartiere: un luogo cardine
centrale, puntuale o lineare all’interno del sistema più articolato degli spazi aperti, con funzione
simbolica d’identificazione e appartenenza.
ESEMPIO1. A Lobeda (Germania), quartiere degli anni ‘70 composto da stecche isolate a 7 km dal centro della città, si è
puntato a creare una nuova centralità: la vecchia stazione degli autobus è stata sostituita da una piazza centrale, nuovo
punto di riferimento del quartiere in cui gli spazi aperti sono stati scalati a una dimensione più gestibile.
ESEMPIO2. In Belgio, nel quartiere IGLO Europark di Anversa, la centralità si sviluppa lungo un asse che attraversa il
quartiere calamitando i servizi sociali e commerciali e gli spazi verdi, generando un riferimento fisico formale ed
esplicito: un viale con un’ampia pista ciclabile riservato a macchine leggere e autobus.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ SPAZIO APERTO
A.6 VALORIZZARE PAESAGGI, NATURALIZZARE, EQUILIBRARE
Riconoscere e valorizzare l’importanza dei sistemi naturali, del paesaggio - nelle sue nuove accezioni
(Convenzione europea del paesaggio, 2000) - e del verde come strategia di rigenerazione e di qualità
della vita: la congiunzione tra residenze e spazi verdi è una reale esigenza dell’abitare contemporaneo.
La presenza, l’estensione, la forma, la connessione delle aree verdi non edificate condiziona ampiamente
la qualità ambientale e climatica della città e dei quartieri. Questo richiede necessariamente la
ridefinizione di un equilibrio ambiente naturale/ambiente costruito che deve saper mediare tra la
“densificazione” e il “vuoto”, valorizzando paesaggi e connessioni naturali.
Le periferie residenziali, con i loro spazi aperti “vuoti” distinguibili in nuove categorie di lettura,
rappresentano per l’uomo contemporaneo una valida alternativa al vivere “in città”, dove spesso la
dimensione naturale è carente o soffocata, in una direzione di “ritorno alla natura” sempre più sentita.
ESEMPIO. Nel suo manifesto Gilles Clément propone l’ormai noto concetto di terzo paesaggio, dove sottolinea
l’importanza della distinzione, nei territori contemporanei, tra ciò che è residuo (una sorta di brownfields) e ciò che è
riserva (una sorta di piccoli residuali greenfields). A partire da questo importante riferimento, si stanno sviluppando
diverse tendenze alla valorizzazione della wilderness, dell’incolto naturale, della rinaturalizzazione, come accade nel
caso del quartiere di Silberhöhe a Hall, Germania.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ LEGAMI
MI-RELAZIONI
-
A.7 CONNETTERE, RELAZIONARE, SISTEMATIZZARE
A dispetto dell’anelata autosufficienza dei “quartieri autonomi”, le connessioni esterne con la “vera”
città attraverso legami bi-direzionali, non univoci di dipendenza dal centro, sono un elemento chiave.
Non si tratta di lavorare solo sulle connessioni fisiche e infrastrutturali, ma di sviluppare connessioni di
contenuto, immateriali, che puntino a mettere in evidenza le possibili relazioni tra le “parti di città”, i loro
ruoli specifici, le attrattività.
La rigenerazione urbana dei quartieri periferici passa attraverso un approccio tran-scalare, che lavori
anche alla grande scala per quanto riguarda le connessioni, le relazioni d’uso e di movimento che ne
conseguono, puntando agli obiettivi dell’accessibilità, del superamento della marginalità, della continuità
urbana ed ecosistemica.
ESEMPIO1. L’esperienza tedesca anni ’90 del GrünGürtel di Francoforte disegna una cintura verde capace di contenere e
nello stesso tempo far comunicare la città oltre i suoi “limiti”, con visione sistemica di tutti gli spazi verdi (terreni
agricoli, boschi, aree militari dismesse). Questa fascia con funzione di infrastruttura mette in connessione trasversale le
diverse parti urbane e periurbane.
ESEMPIO2. Connessioni più “ecologiche” basate sul mezzo e non sul supporto fisico è stato focus di rigenerazione in
America latina. Mezzi pubblici e spostamenti lenti nella democratizzazione spaziale dell’uso della città come obiettivo di
agopuntura urbana a Curitiba, potenziando l’infrastruttura e la rete degli autobus.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ LEGAMI
MI-RELAZIONI
-
A.8 RIORGANIZZARE, RICUCIRE, RIDIMENSIONARE
La diluizione dello spazio pubblico e la sua conseguente inadeguatezza, causa disorientamento e
scollamento degli abitanti dai loro “luoghi di vita”, con spazi non riconosciuti come davvero “abitabili”.
Attraverso una ridefinizione delle relazioni interne tra gli spazi, la riorganizzazione può avvenire secondo
una serie di variabili ben note: orientamento, ridimensionamento, riconoscibilità, qualità, fruibilità,
percorsi e reti (di mobilità dolce), gerarchie di luoghi diversamente “utili” e vissuti.
Spesso è proprio attraverso una semplice riduzione delle quantità degli spazi pubblici, con la proposta di
forme più contenute e identificabili, o attraverso un aumento dei livelli di controllo e “profondità
territoriale”, ossia di gradualità pubblico/privato, che si riescono a risolvere diversi mal funzionamenti dei
quartieri studiati.
ESEMPIO. Un esempio è Il caso francese della Caravelle a Villeneuve-la-Garenne è stato riorganizzato nei suoi spazi
aperti tra il 1998-2007 dall’Agency Hyl. La rigenerazione del quartiere si lega in prima istanza alla rete per una sua
migliore connessione col centro della città. Mentre la ri-articolazione degli spazi pubblici aperti, ri-organizzati secondo
una gradualità di usi e attività permette una “ricucitura” funzionale e di senso dall’alloggio, passando per gli spazi di
prossimità, fino alla strada ed agli spazi collettivi.
FISICO
OO-AMBIENTALI
/ LEGAMI
MI-RELAZIONI
-
A.9 RIFERIRSI AL CONTESTO, RICONOSCERE, INFILTRARSI
Riconoscere e valorizzare i legami con le “tracce esistenti” nel contesto locale: fare riferimento ai
caratteri endogeni (morfologici, culturali, sociali) come valido principio per la rigenerazione.
Non scardinare valori, simboli, pattern, tessuti tipo, riferimenti locali di qualsiasi genere, bensì
“infiltrarsi” nella realtà locale e valorizzarne gli elementi che già danno carattere: dai più evidenti e
importanti (riferimenti storico-culturali), a quelli meno evidenti o più recenti (legami instaurati dagli
abitanti con gli spazi del loro quotidiano in contesti di scarsa qualità ma di alto valore funzionale).
È il lavoro sull’immateriale depositato sullo spazio che aiuta a produrre un cambiamento, attraverso il
riconoscimento di un valore territoriale, di un “patrimonio del quotidiano” che sappia mettere a valore
quel che (di positivo) “c’è già”, storico o recente.
ESEMPIO1. Il processo di riqualificazione di Torbella Monaca a Roma è un esempio che prova a sviluppare le potenzialità
del quartiere senza stravolgerlo nelle sue specificità con un’azione più “sensibile” alle potenzialità locali già esistenti,
come ad esempio il nuovo teatro, nuovo punto di riferimento culturale sin dalla sua inaugurazione nel 2005.
ESEMPIO2. Attenta al valore del contesto e alle previsioni di trasformazione è la proposta per il Parco fluviale dell’Oreto
a Palermo (UniPa, M. Carta). I progetti cercano di ricucire e implementare le potenzialità del parco per una ricaduta
anche sulla qualità urbana dell’intorno, con il CdQ II per il Borgo Ulivia, la riqualificazione della foce del fiume, il
riassetto delle mobilità urbana.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / GOVERNANCE
B.1 COOPERARE, COSTRUIRE RETI, CREARE PARTNERSHIP
Il ruolo vincente di una governance più aperta, con virtuose e imprescindibili partnership pubblicoprivato e il costante coinvolgimento dei cittadini, è dichiarato in molti programmi e strumenti recenti.
È risaputo che “l’unione fa la forza” e in tempi di crisi sembra l’unica strada perseguibile. Essenziale
superare le difficoltà riscontrate nell’organizzazione e nell’inadeguatezza degli strumenti utilizzati, troppo
complessi e rigidi per gestire le specificità locali. La questione urbana è interdisciplinare con una
“cooperazione” tra diverse competenze e settori, in un chiaro passaggio concettuale da piano
conformativo a programma d’azione trasformativa. Nella cooperazione interdisciplinare, un particolare
ruolo rivestono Università ed Enti di ricerca, che non avendo specifici interessi economico-territoriali,
possono divenire mediatori di interessi, oltre che portatori di conoscenze esperte.
ESEMPIO1. Nel 1997, con il PIC Urban "Progetto Tergeste", la città di Trieste ha avviato la riqualificazione di Città
Vecchia, un’area fortemente degradata del centro storico, con un ampio programma di recupero urbano, architettonico,
economico e sociale basato sulla cooperazione di molti attori diversi.
ESEMPIO2. L’elevata cooperazione tra diversi soggetti (Urban Center metropolitano, Stilema, Parco Arte Vivente, e la
popolazione) è stata alla base del progetto “Barriera C’Entro” a Torino, con diversi programmi d’intervento fisicoambientale, economico, socio-culturale, ed il progetto dei Giardini di Barriera, che ha trasformato alcuni spazi verdi
sconnessi in nuovi giardini e orti urbani “condivisi”, progettati e realizzati dagli abitanti.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / GOVERNANCE
B.2 CREDERCI, CHIARIRE OBIETTIVI, GARANTIRE TRASPARENZA
Una visione condivisa del futuro con scenari e obiettivi chiari, con una buona programmazione e forte
leadership da parte del soggetto pubblico, è determinante per raggiungere esiti positivi e concreti.
La chiarezza nel portare avanti con determinazione obiettivi condivisi e trasparenti è un fattore di
successo importantissimo nelle trasformazioni urbane coordinate da amministrazioni ed enti locali. Sono
vincenti anche situazioni in cui l’iniziativa di miglioramento urbano, economico e sociale sia partita “dal
basso”, quando ben strutturata. Tutti i soggetti - cittadini, associazioni, collettivi - sono portatori di un
sapere di dettaglio che si affianca e ibrida con quello esperto e, ad avvalorare il senso dei processi
partecipati, dispongono di motivazioni e determinazione ben più forti, non derivanti da convenienze
economiche o politiche, ma di vita reale.
ESEMPIO1. A livello italiano esempio virtuoso sono le politiche di rigenerazione urbana di Torino, con il Progetto Speciale
Periferie degli anni ’90, che da progetto pilota si è trasformato in Settore Rigenerazione Urbana del Comune di Torino.
Mentre a livello europeo, in Francia, troviamo le politiche e i programmi rigenerazione urbana coordinate dall’ Agence
nationale pour la Rénovation Urbaine – ANRU.
ESEMPIO2. Per le iniziative nate dal basso, un buon esempio sono le azioni condotte sin dal 1996 dal gruppo City-Repair
a Portland, Stati Uniti, nelle intersezioni stradali o nelle carreggiate dei quartieri residenziali che diventano luoghi di
ritrovo, e con la determinazione di riappropriarsi dello spazio urbano inutilizzato.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / GOVERNANCE
B.3 PARTECIPARE, INCLUDERE, CONDIVIDERE
La progettazione urbana partecipata è una componente basilare della “ricetta” per la rigenerazione,
ormai dichiarata come essenziale in tutti i più recenti strumenti di governo italiani ed europei.
Garantire processi inclusivi, apertura, ascolto, impegno attivo, con il coinvolgimento anche delle
categorie più deboli, ha rappresentato un elemento di successo in molti processi di rigenerazione dove la
partecipazione è stata intrapresa con convinzione e le più opportune tecniche.
Il “principio” della partecipazione deve seguire le giuste modalità di attuazione, caso per caso, evitando
situazioni di fallimento collegate all’inadeguatezza di alcune scelte: perseguirla senza reale convinzione,
solo per “applicare la legge”; non utilizzare le giuste tecniche, o avviarla in momenti e contesti poco
opportuni; considerarla solo un mero strumento consultivo, informativo o, peggio, demagogico.
ESEMPI. Importanti esempi per l’attivazione di processi partecipati che hanno prodotto esiti di riqualificazione
significativi sulle periferie nelle diverse parti d’Italia sono il caso già menzionato di Torino, così come quelli del Lazio, in
particolare a Roma con il progetto “Periferia partecipata”, e della Puglia con la proposta dei PIRP – programmi integrati
di riqualificazione delle periferie.
Molti strumenti recenti hanno provato ad adeguarsi all’esigenza di sviluppare percorsi partecipati. Ben noto il caso dei
contratti di Quartiere, in entrambe le stagioni emanate, che hanno avuto esiti molto diversificati, positivi e negativi.
Esemplare la normativa dell’Emilia Romagna, tra le più avanzate in Italia: la Regione investe concretamente nei processi
partecipativi per garantire reale qualità ed efficacia delle trasformazioni.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / COESIONE
B.4 COMUNICARE, COMPRENDERE, SENSIBILIZZARE
La comunicazione multidirezionale e la comprensione dei valori in gioco sono elementi essenziali in un
percorso di rigenerazione che non punti solo ad una trasformazione fisica degli insediamenti.
L’obiettivo della coesione sociale viene raggiunto attraverso sistemi che garantiscono una continua
comunicazione tra le parti e tra i residenti stessi, per sensibilizzare, risolvere conflitti, affidare
responsabilità. Nell’epoca dell’individualismo e delle relazioni “virtuali”, la comunicazione e la
sensibilizzazione si rivelano strategie di rigenerazione vincenti verso la sostenibilità. Favoriscono un
cambiamento di mentalità e comportamentale, singolo e collettivo, che può far tornare a riflettere sul
senso del bene “pubblico”, sui legami di vicinato, su una diversa gestione delle criticità, consentendo un
miglioramento della vita di residenti e utenti dei quartieri, non solo prestazionale ma anche relazionale.
ESEMPIO. Il processo di rigenerazione del quartiere Ekostaden Augustenborg a Malmö, prima di qualsiasi intervento
fisico, ha puntato alla “comunicazione” con e tra i residenti. Nel quartiere, in cui il livello di degrado architettonico ed
urbano era elevatissimo, come anche le problematiche sociali e lo stigma, è stato attuato un ampio processo
“comunicativo” e partecipativo a opera della City Authority e della Housing Association. La comunicazione insistente,
attuata attraverso workshop, incontri, iniziative informali e formali, ha creato nuove relazioni sociali e il miglioramento
non solo degli elementi urbani, ma anche della qualità dell’abitare nel quartiere.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / COESIONE
B.5 APPARTENERE, ACCOGLIERE, INTEGRARE
I “gruppi sociali” riscontrabili nelle periferie residenziali sono di diversa origine e composizione. Il
fenomeno dell’immigrazione, con altri fattori, hanno creato la presenza di una variegata mixitè sociale.
Fenomeni come l’alienazione degli alloggi, il naturale rinnovo demografico e gli specifici interventi per
“alzare” il ceto sociale, insieme alla presenza di diverse etnie, rendono la capacità di convivenza ed
accoglienza alla base della qualità della vita in tali contesti. La rigenerazione urbana deve affrontare
questa problematica, ove presente, come una tra le più sostanziali: l’abitante odierno delle periferie
pubbliche, non più appartenente ad un gruppo sociale omogeneo, può “scontrarsi” o “incontrarsi” con i
suoi vicini.
Sono differenti i modi in cui vengono intese e gestite nei processi di rigenerazione questioni riguardanti
l’identità locale, il senso di appartenenza ad una comunità, i simboli condivisi, la riconoscibilità,
l’integrazione, la valorizzazione delle diversità, la solidarietà sociale, la convivenza; ovvero le questioni
socio-antropologiche che hanno nello spazio collettivo e pubblico uno dei riscontri più significativi.
ESEMPIO. Molto interessante è il progetto di ricerca sulla casa di vicinato Collingwood Neighbourhood House di
Vancouver (Attili and Sandercock, 2009) che si basa sullo story turn nella pianificazione. Nello spazio comune di
Collingwood House, esito di una negoziazione con l’amministrazione pubblica, la ricerca audiovisiva racconta le storie di
vita che si intrecciano in questo spazio e l’interazione della comunità multietnica e multiculturale che ha accolto.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / COESIONE
B.6 CURARE, CONTROLLARE, AUTOGESTIRE
La cura e la manutenzione dell’ambiente urbano sono direttamente relazionate alla sua capacità di
essere, anche solo a livello percettivo, un luogo sicuro, controllato da chi vi abita.
Una strategia riconoscibile riguarda i frequenti fenomeni di appropriazione e autogestione spontanea
degli spazi urbani abbandonati, che può farsi risalire al fenomeno dei community gardens americani.
Si tratta di processi di “collettivizzazione” (talvolta privatizzazione) che danno vita a pratiche d’uso
innovative e insolite, illegali/legali, da riorganizzare adeguatamente per non risultare frammentarie ed
autoreferenziali, valorizzando così realmente gli spazi urbani. Elementi che rivelano un potenziale sociale
latente, carico di valori, che cerca opportunità di espressione nella personalizzazione di spazi marginali;
nell’opportunità di controllo locale e di legame identitario; nella capacità di autoproduzione e di nuove
microeconomie.
ESEMPI. Significativo e ben noto il caso dei Jardin Partages parigini, organizzati nella rete municipale del programma
“Charte Main Verte” del 2002, una carta ufficiale che regola la trasformazione di aree comunali generalmente
abbandonate in giardini collettivi gestiti dalla popolazione che si propone di farsene carico. Un altro esempio parigino, il
caso del progetto 56/Eco-Interstice in cui l’AAA-Atelier d’Architecture Autogérée ha aiutato un gruppo di cittadini a
trasformare uno spazio interstiziale in un luogo collettivo, con orti e giardini. Anche in Italia questa strategia inizia ad
essere utilizzata e riconosciuta diffusamente, si pensi alle reti di orti urbani e i vari progetti «Adotta un’aiuola».
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / FATTIBILITÀ
B.7 GESTIRE RISORSE, FINANZIARE, ECONOMIZZARE
La crisi economica in corso rende più difficoltoso intervenire per la rigenerazione urbana,
economicamente e spesso anche politicamente.
La rigenerazione è priorità ed elemento essenziale delle politiche europee, dotata di diversi fondi ad hoc.
Specifici programmi per la rigenerazione basati su concorso stimolano una forte competitività urbana tra
città e paesi, che porta innovazione.
Il naturale e progressivo deterioramento dell’ambiente urbano impone la continua ricerca di nuovi
“motori economici”, con strumenti in evoluzione e modalità attuative spesso basate su partnership
pubblico-privato e project financing. Vi sono nuove possibilità di coinvolgere soggetti altri e risorse
diversificate (cooperazione): nella valorizzazione del capitale sociale, economizzare può significare
“affidare” spazi e servizi, gestendo la risorsa fisica attraverso quella sociale locale.
ESEMPIO. Nel 2010 la regione Emilia-Romagna ha emanato il Programma di Edilizia Residenziale Sociale, per alloggi di
edilizia agevolata convenzionata in locazione. Il Comune di Comacchio integra a questo programma un PRU per il
disagiato quartiere Peep Raibosola, affiancando ai nuovi alloggi alcuni interventi di riqualificazione sugli spazi aperti
pubblici. La “convenienza” dell’operazione, con buona riuscita, è data dalla cooperazione di soggetti pubblici e privati,
dalla partecipazione dei cittadini, e dalla flessibile gestione delle risorse, basata su alcune leve (socio)economiche.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / FATTIBILITÀ
B.8 ESSERE PRAGMATICI, DARE RISCONTRO, CONSENTIRE USI TEMPORANEI
Interventi migliorativi low-cost, un’interpretazione del “progetto” più flessibile e basata sulla
temporaneità, possono portare a maggiore efficacia, concretezza e fattibilità d’interventi.
La “realizzazione” dei progetti non è sempre così scontata come dovrebbe essere, soprattutto nei
percorsi partecipati, pena la credibilità politico-amministrativa. La concretezza d’interventi fattibili e
temporalmente accettabili nell’esecuzione, necessita di programmazione con interventi a breve, medio e
lungo termine, e di specifici punti informativi di cosa accade nel territorio (es. Urban Center).
Interventi low-cost, flessibili e temporanei sono talvolta più efficaci di enormi progetti inattuabili,
soprattutto nella progettualità italiana, ma pur sempre garanti di trasformazioni significative. Lo stesso
“progetto” di riqualificazione degli spazi aperti può talvolta essere sostituito da un più semplice e
accorto “programma di gestione”, che magari coinvolga la popolazione locale, a sottolineare un
cambiamento di paradigma concettuale-operativo.
ESEMPIO1. Il caso del quartiere Sant’Elia a Cagliari, CdQ 2004, è “contraddittorio” nei termini del pragmatismo qui
inteso: il percorso partecipato ha avuto subito dei riscontri immediati e concreti, coinvolgendo la popolazione in attività
trasformative di modi di vita e relazioni, ma non si è realizzato il progetto partecipato di rinnovo fisico del quartiere.
ESEMPIO2. Il caso dell’area portuale a Fredericia, in Danimarca mostra l’efficacia della temporaneità: dal 2004 è stato
avviato un programma di rigenerazione con un parco temporaneo su progetto dello studio Urbanity Strategy
Landscape. Il parco già aperto al pubblico sarà rimosso quando il progetto della nuova aerea urbana sarà realizzato.
SOCIO
OO-ECONOMICI
CI / FATTIBILITÀ
B.9 CREARE VALORE, STIMOLARE CREATIVITÀ, INNOVARE
Valorizzare le risorse già esistenti a livello locale, in termini fisici (es. spazi aperti) e socioeconomici,
dando spazio alla creatività locale è strategia efficace per “rigenerare” in tempi di crisi e low budget.
Creare opportunità di lavoro, di sviluppo locale, occasioni di crescita collettiva, rivalutando il ruolo del
terzo settore, delle cooperative locali, delle associazioni informali. È importante promuovere opportunità
di autoproduzione, consentendo un’interpretazione più flessibile dello spazio urbano, dei suoi usi e delle
dinamiche connesse, valorizzando la creatività singola o di gruppo e l’innovazione in un’idea di città che
sappia essere “smart”, al di là degli apparati e delle tecnologie.
ESEMPIO1. Un esempio interessante in tal senso è il caso del Il concorso internazionale di progettazione di Housing
Sociale del 2009 “Abitare Milano”, promosso dal Fondo immobiliare etico per l’edilizia sociale “Abitare Sociale 1” ha
proposto, come stimolo all’economia locale, al lavoro e all’autoproduzione, nonché alla creazione di comunità e di
legami di vicinato, il servizio “mamme di giorno”, per il quale una famiglia con bambini stanziata nei nuovi alloggi in
Social Housing, offre un asilo di vicinato in casa, in accordo con il gestore sociale locale.
ESEMPIO2. Creare valore con la cultura è ciò che fa a Palermo col progetto Cantieri Culturali della Zisa per il riuso delle
ex-officine Ducrot. Nonostante la ristrutturazione completa il loro uso è stato temporaneo e sporadico. Dal 2012 però un
gruppo di 78 soggetti aderenti, tra cui associazioni, cittadini, operatori, artisti si è riunito nell’associazione “Cantieri che
Vogliamo” per reclamarne l’uso e proporre la cultura come bene comune.
NOTE CONCLUSIVE
•
in Europa c’è una forte consapevolezza riguardo l’importanza della scala umana e della
componente temporale nelle città e dei suoi legami interni
•
promozione di strategie integrate, realizzazione di progetti di spazi pubblici, il
finanziamento di ricerche accademiche e applicate
•
azioni e strategie volte non solo allo spazio fisico ma anche alla sua componente sociale
e percettiva, con percorsi progettuali partecipati, azioni di place-making
•
un sistema di governance innovativo, che pur si scontra con difficoltà economiche,
culturali e sociali, in carenza di risorse e iper-tecnicismo normativo
BUONE PRATICHE
DI RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE E PARTECIPATA
il caso di EKOSTADEN Augustenborg,
Malmö, Svezia
Arch. Milena De Matteis
Università IUAV di Venezia
Il quartiere pubblico di Augustenborg è stato
costruito nella periferia sud-est di Malmo tra il
1948 e il 1956. Dopo 50 anni è iniziato il lungo
processo per la sua rigenerazione, ancora in corso
AUGUSTENBORG
Conta circa 3200
abitanti (nel
2007) di cui più
del 60%
immigrati
Ha 1800 alloggi
pubblici, di cui
1600 in affitto
sociale
Anni ‘50: quartiere con abitazioni innovative,
abitato da giovani coppie.
Anni ‘60-’70: crisi economica generale e
decadenza, svuotamento degli alloggi e degrado.
Anni ‘80-’90: ripopolamento con residenti per lo
più immigrati, spesso occupanti abusivi.
PROBLEMI PRINCIPALI:
Alloggi piccoli, vuoti o occupati
Servizi locali insufficienti
Disoccupazione e delinquenza
Problematiche di smaltimento fognario e
inondazioni frequenti
LA RIGENERAZIONE dal 1998
SOGGETTI COINVOLTI: la Municipalità, il Distretto di Fosie, i Dipartimenti Tecnici, la
MBK Housing Association, altri stakeholders locali, i residenti.
FONDI e PROGRAMMI: Città di Malmö, Local Investment Program of the Swedish
government for deprived neighborhoods; MBK Housing association; EU Community
Program LIFE; EU URBAN program for physical and social regeneration.
RICONOSCIMENTI: World Habitat Award 2010.
“EKOSTADEN” per la RIGENERAZIONE di AUGUSTENBORG
Ad AUGUSTENBORG il progetto di rigenerazione, denominato EKOSTADEN, puntava a realizzare
un “eco-friendly parco industriale aperto”. È stato definito con un APPROCCIO INTEGRATO tra
diverse discipline e con la COOPERAZIONE di diversi attori, con una forte leadership della
Housing Association MKB e della municipalità.
Importantissimo è stato il coinvolgimento della popolazione, effettuato a diversi livelli, dalla
sensibilizzazione (es. miglioramento dei rapporti di vicinato e attenzione agli sprechi), alle più
dettagliate fasi progettuali (es. nuovo sistema di gestione dei rifiuti , parco giochi scolastico).
OBIETTIVI
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•
•
•
•
Rendere Augustenborg un quartiere più sostenibile socialmente,
economicamente ed ecologicamente.
Sperimentare soluzioni innovative dal punto di vista dell’energia, dello
smaltimento, della gestione e della condivisione delle scelte.
Consentire ai cittadini di guidare il processo decisionale, attraverso la
progettazione partecipata e l’auto-costruzione.
Ringiovanire il quartiere e renderlo una zona dove gli abitanti sono
orgogliosi di vivere.
Ridurre l'impatto delle inondazioni, integrando i flussi di drenaggio
dell’acqua all’aperto, col suo rallentamento.
SOLUZIONI FISICHE DEL PROGETTO DI RIGENERAZIONE
• Spazi aperti: playground per giochi e multi-sport;
attrezzature sportive; piccoli lotti per orti; tetti
verdi; giardini collettivi.
• Rifiuti: ci sono diversi centri di raccolta rifiuti, riuso
e scambio, riciclo e compostaggio, che trattano il
90% dei rifiuti del quartiere.
• Acqua: sistemi innovativi di raccolta e gestione
dell’acqua piovana, in una zona soggetta a
inondazioni, con canali e stagni di rallentamento.
• Attrezzature: scuola locale eco-sostenibile, con tetti
verdi e vasche per l’educazione alle creature
sottomarine; Eco-Padiglione costruito con materiali
ecologici e sistema di riciclaggio dell’acqua piovana.
• Energia: stazione solare per la produzione di
energia elettrica (solare termico, fotovoltaico,
pompe di calore, piccola stazione eolica). Aumento
dell’efficienza energetica degli edifici.
• Housing: nuove abitazioni per anziani con
attrezzature e spazi verdi. Miglioramento
dell’efficienza energetica in tutti gli edifici, senza
alterare i caratteri architettonici.
SOLUZIONI SOCIO-ECONOMICHE
• Coinvolgimento dei residenti in: progettazione partecipata (organizzazione del sistema di
raccolta dei rifiuti, progetto degli spazi aperti con soluzioni per raccolta-smaltimento
dell’acqua, sistema di car-sharing, ecc). 1/5 della popolazione ha partecipato attivamente
• Coinvolgimento dei residenti attraverso: attento piano di comunicazione; eventi regolari
per supportare la coesione sociale, come laboratori di comunità, eventi sportivi-culturali,
incontri e iniziative informali organizzate dalla municipalità e le housing association.
• Sviluppo dell’impresa locale: un
caffè gestito dai residenti supporta
attività sociali e culturali. Anche un
sistema di car-sharing con auto
elettriche è gestito dai residenti. Il
Giardino Botanico organizzato sui
tetti verdi ha assunto alcuni dei
residenti, ed è un centro di ricerca
e dimostrazione.
• Opportunità di lavoro: create
attraverso il business locale su tutti
i sistemi di rigenerazione del
quartiere (gestione delle acque,
tetti verdi, gestione dei rifiuti,
nuove attività, ecc..)
Il progetto ha definito innanzitutto un
nuovo sistema di gestione delle acque, che
interrompesse le inondazioni e migliorasse
il paesaggio e la fruibilità del quartiere.
Il Sustainable Urban
Drainage System (SUDS)
è scollegato dalla rete
fognaria esistente,
ottenuto movimentando
la terra sulle zone dove le
acque si accumulavano,
distribuendole in un
sistema di canali che
convogliano in laghettitroppopieno, attorno ai
quali sono state
predisposte aree di
allagamento
Elemento caratterizzante il progetto è quindi l’acqua, in un sistema di canali e laghetti che si
articola fra le corti di ogni blocco residenziale, lungo i percorsi pedonali, negli edifici scolastici.
La ristrutturazione delle facciate degli edifici ha contribuito a migliorare l’immagine del
quartiere; alcuni appartamenti sono stati ingranditi, gli edifici sono stati ammodernati e
dotati di ascensore.
I materiali utilizzati per gli interventi
sono stati scelti in base al loro
riciclaggio e alle caratteristiche
ambientali. Diversi interventi su
spazi aperti e facciate sono ancora
in corso.
Il costo degli affitti sociali è
stato mantenuto basso,
consentendo un interesse
anche da classi medio-alte che
hanno portato un positivo mix
sociale : ora Ekostaden
Augustenborg è un quartiere
molto ambito
Il sistema del traffico, prima poco accessibile, è stato
riorganizzato: priorità è data a ciclisti, pedoni e
trasporti pubblici; già dal 2003 il quartiere è una zona
a 30 Km/h. È stato introdotto il tram elettrico e dei
veicoli elettrici ricaricabili nella piazza del quartiere.
Elemento molto peculiare di EKOSTADEN sono i tetti
verdi, di cui 9.500 mq sono occupati dal Giardino
Botanico di Augustenborg, che copre il vecchio tetto
dell’ex complesso industriale locale.
Diverse attività collettive sono sorte
nel quartiere e vengono autogestite
dagli abitanti:
- dalla «Green Roof Center», un luogo
dove i bambini possono interagire con
gli animali e le piante, imparando a
curarli e rispettarli, sotto la guida di un
adulto volontario;
- agli orti di quartiere condivisi e
facilitanti i rapporti sociali tra residenti;
-alle aree gioco e svago attrezzate
secondo le richieste espresse dagli
abitanti, anche i più piccoli.
Altro punto chiave dell’intervento di rigenerazione, riguarda la gestione dei rifiuti ed il
sistema di riciclaggio . Gli abitanti, inizialmente scettici, hanno partecipato alle dimostrazioni
degli schemi di funzionamento da cui hanno imparato a fare la cernita corretta.
RESIDENTI ATTIVI
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Coinvolgimento dei residenti nella programmazione di attività
Gestione del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti
Sistemazione degli spazi aperti per la raccolta dell’acqua piovana
Gestione del sistema car-sharing elettriche
Organizzazione di eventi per la coesione sociale
Organizzazione di workshop, riunioni e iniziative di convivialità
Gestione di un Caffè per appoggiare le attività socio-culturali
Gestione del “Green Roof Center” che insegna ai bambini la
biodiversità
Il coinvolgimento e la
comunicazione con (e tra) i
residenti sono stati elementi
chiave di tutto il processo,
consentendo reale
sensibilizzazione e creazione
di “comunità”
La Housing Association MKB insieme alla municipalità sono stati attori promotori e
realizzatori fortemente coinvolti e motivati nella rigenerazione del quartiere, convogliando
anche finanziamenti esterni (EU Community Program LIFE; EU URBAN program for physical
and social regeneration) su cui non contavano inizialmente e che hanno ingrandito le
opportunità e gli interventi effettuati.
MKB in questi anni ha sviluppato un modello comportamentale nato dalle esperienze di
self management cominciate ad Augustenborg, detto MKB Model:
- strumento di gestione dei rapporti sociali e professionali che identifica l’iter da seguire
per proporre un’idea alla comunità e svilupparla insieme, modificandola in base ad altre
idee e al contesto; questo iter si basa sul rispetto reciproco e la volontà di ascoltarsi.
- Tre sono le regole base: essere all’altezza del motto “Complete, Clean and Tidy”, cioè
completare ciò che si inizia, realizzare ciò che si promette; comportarsi equamente con
tutti; porre attenzione all’ambiente e ai valori della sostenibilità.
- Il sentirsi competenti e responsabili del luogo ha reso i residenti controllori e auto
gestori dello stesso. Oggi loro stessi notano i problemi presenti nelle altre aree,
attivandosi per trovarvi una soluzione. È così favorito il miglioramento sociale ed
ambientale del luogo tramite azioni responsabili, fra cui sono selezionate quelle
economicamente sostenibili.
LESSONS LEARNT E PUNTI DI FORZA
-
Forte leadership: la convinzione e l’entusiasmo dei partecipanti coinvolti, combinati con
un team di professionisti creativi, ha portato al successo dell’iniziativa, oggi identificata
tra le migliori best practices europee.
-
Progetto integrato ed olistico: la rigenerazione ha considerato contemporaneamente
aspetti architettonici, tecnici, ambientali, sociali ed economici, gestendo tutti questi
aspetti con coerenza ed abilità.
-
Partecipazione: il coinvolgimento degli abitanti nella fase progettuale ha stimolato un
senso di appartenenza/possesso, con buoni risvolti per la coesione sociale e il controllogestione successivo agli interventi.
-
Finanziamenti: le autorità locali e l’Housing Association coinvolta hanno garantito un
cospicuo e cruciale finanziamento. L’EU è intervenuta solo successivamente e per
iniziative circoscritte.
-
Comunicazione: una strategia puntata alla comunicazione con (e tra) i residenti, con
semplice accesso alle informazioni e continuatività ha assicurato fiducia, credibilità e
una buona comprensione del processo e degli interventi.
-
Interventi «sostenibili»: sono state realizzate soluzioni fisiche ed architettoniche
innovative, di successo nell’ambito della rigenerazione urbana, capaci di stimolare
l’interesse di studiosi e altri soggetti, portando a ottenere riconoscimenti, pubblicità e a
realizzare un «business» sul quartiere.
ATTENZIONE: E’ SUFFICIENTE PARLARE DI RIGENERAZIONE ?
«La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche,
si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più
perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche che dall’ultimo
modello d’apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d’ieri
aspettano il carro dello spazzaturaio. […] l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno
vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia
davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé,
il mondarsi d’una ricorrente impurità. […]
Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori dalla città, certo; ma ogni
anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta
e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. […]
Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero
premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre città, che anch’esse respingono lontano da sé
le montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura,
ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono
bastioni infetti in cui i detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano. Più
ne cresce l’altezza, più incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un
fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni trascorsi, fiori
secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello
delle altre città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa,
cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli
compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse, allontanare i nuovi
immondezzai».
Italo Calvino, Le città invisibili
Fly UP