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Credo per comprendere, non comprendo per credere

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Credo per comprendere, non comprendo per credere
Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale
PERIODICO
DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI
ATTORE DELLA CAUSA
DI CANONIZZAZIONE
DELLA SERVA DI DIO
MARIA BOLOGNESI
INTERNET: www.mariabolognesi.it
ANNO XXI N. 3
LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2012
E-mail: [email protected]
Credo per comprendere,
non comprendo per credere
In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta.
(S. Agostino)
Editoriale
“Un po’ dormi, un po’ sonnecchi, un po’ incroci le braccia per riposare…
e…
AMMALATI DI ACCIDIA CRONICA:
CA:
VUOTI A PERDERE
….e intanto arriva a te la povertà come un vagabondo”
D
urante la caldissima estate appena trascorsa, mi è capitato
spesso di imbattermi in personaggi che incarnavano perfettamente la caricatura di certe vignette umoristiche.
Un uomo corpulento in canottiera, quasi sempre vistosamente
macchiata, spaparanzato su una poltrona, davanti al televisore
acceso, con un sacchetto di noccioline appoggiato alla pancia e
nella mano destra una bottiglia di birra; tutto intorno a lui un gran
disordine.
Questa è sicuramente un’immagine limite, ma credo che
ciascuno di noi possa annoverare, tra le proprie conoscenze, più
di un soggetto menefreghista, che batte sempre la fiacca e che ha
fatto suo il motto “ma chi me lo fa fare!”.
Paradossalmente capita che queste persone “nate stanche”
riscuotano anche la nostra ammirazione; in special modo quando
stiamo vivendo un momento di sconforto, la loro “immobilità”
– fisica e psichica – ci appare più saggia e proficua del nostro
inconcludente “dannarsi”.
Troppo spesso non ci rendiamo conto che ci troviamo di
fronte ad uno dei sette peccati capitali: l’accidia, o ignavia che
dir si voglia.
Una malattia moderna
Quella dell’accidia è, sotto
molti aspetti, una malattia
moderna, anche se definirla tale
potrebbe sembrare voler giustificare il suo “portatore”; ma il
termine malattia descrive perfettamente la sua capacità di attaccare in modo subdolo – proprio
come un virus – la vita del cristiano fino ad impadronirsi sia
della sua intelligenza che della
sua volontà.
La Siesta di Vincent Van Gogh
In realtà, l’accidia è a tutti
gli effetti un peccato moderno perché, senza alcun dubbio, implica la nostra responsabilità.
Il primo sintomo è una banale svogliatezza che in poco
tempo si trasforma in mancanza di stimoli e, via via, di ideali e
soprattutto di passione per la verità, concetto oggigiorno piuttosto
impopolare in questa società dove “ci si scalda” per una partita di
calcio e non per difendere la propria fede.
Il peccato dell’accidia non è semplice pigrizia, è mancanza di
finalità realmente capaci di dare un senso alla vita.
Viviamo in un mondo caratterizzato dalla noia, dal torpore e
dalla depressione. Bambini, giovani, adulti e anziani: tutti infinitamente annoiati.
Non vi sembra forse strano che i nostri bambini, dopo il
2
(Pr 6,10-11)
secondo giorno di vacanze estive, inizino a trascinarsi come zombie da una stanza all’altra lamentandosi che si annoiano? Eppure
hanno a disposizione giochi supertecnologici, ma non sanno più
accendere la fantasia senza l’elettricità.
La crisi economica mondiale si offre come un ottimo alibi per
giustificare la mancanza di impegno; c’è ragione di credere che
proprio un’epidemia lunga e latente di accidia abbia contribuito
ad affermare l’individualismo sul bene comune e la ricerca del
benessere edonistico a discapito dei veri valori morali che richiedono sacrifici.
Giriamo come giostre
L’accidia non è, quindi, solo pigrizia, ma anche freddezza
di spirito, morte interiore, un vero e proprio peccato di omissione. Ciò può sembrare assurdo, soprattutto per il fatto che
siamo una società irrequieta, affannata, ansiosa, stressata dai
ritmi caotici, dello stile dell’evangelica Marta ma all’ennesima
potenza. Dunque come può essere che pecchiamo di indolenza?
In verità è che spesso giriamo a
vuoto proprio come una giostra.
L’essere indaffarati, infatti, non
significa produrre cose buone e
durevoli. Un’auto può avere il
motore acceso, fare molto fumo
ma rimanere ferma.
L’accidia, in fondo è proprio
questo: negligenza nell’esercizzio delle virtù cristiane e nell’attività spirituale tendente alla
santificazione. Per S. Tommaso d’Aquino era inconciliabile
tristezza davanti a Dio nostra
somma gioia.
Ecco perché la predica del
sacerdote diventa “pesante”, la
lettura della Bibba “una barba” e la preghiera personale “una perdita di tempo”. Meglio dedicarsi ad attività banali, che non creano
preoccupazioni e non richiedono nessun tipo di “sforzo”.
Solitamente l’accidia è accompagnata da una ricerca spasmodica del sensazionale. I Mass Media ce ne danno quotidianamente
prova; a luglio, ad esempio, è scoppiato un gran clamore per la
scoperta scientifica della “particella di Dio”, ma poi quando Dio
bussa alla nostra porta trova la scritta “non disturbare”.
L’Anno della Fede, ormai alle porte, voluto da Benedetto
XVI, nasce proprio dall’esigenza di riprendere la ricerca di Dio
per riscoprire chi siamo veramente: “Uomo, non andare fuori,
ritorna in te stesso, la verità risiede nell’intimo dell’uomo” (S.
Agostino).
Finestre Aperte
Oh fossi tu freddo o caldo! (Ap 3,15)
Ora forse ci è chiaro perché alcuni Padri della Chiesa consideravano l’accidia più pericolosa della superbia, il peccato per
eccellenza.
Ma oggi, c’è qualcuno che confessa questo peccato? Qualcuno, durante le prediche o il catechismo, parla di accidia?
Sembra un vizio sorpassato, così diffuso da diventare una
caratteristica antropologica dell’uomo.
Permettetemi di pensare che proprio questa è una delle cause
della perdita dello spirito militante nella Chiesa.
Il peccato mortale dell’accidia è in grado di “contaminare”
completamente la vita dell’uomo, come un tarlo che, piano piano,
fa crollare la sequoia rodendola dall’interno.
La vita familiare diventa solo un bagaglio di obblighi asfissianti, lo stesso accade per il lavoro. Così i matrimoni finiscono
perché ci si annoia e le giornate di lavoro vanno avanti per forza
d’inerzia, “tanto non serve a niente!”.
La vita interiore diventa monotona quando è assente l’amore
per il prossimo, quando il cuore si raffredda e l’unione con Dio
si affievolisce.
L’accidia rifiuta di esercitare la volontà verso il bene, verso
l’ideale; perciò, spesso, si manifesta anche nella “tiepidezza”,
quella che viene ben descritta nel capitolo 3 dell’Apocalisse.
Dio detesta l’insipidezza dell’accidia spirituale: un ateo onesto è più accettabile al Signore che una persona religiosa compiaciuta di se stessa.
Un’altra forma particolarmente devastante di accidia è quella
di non prendere mai una posizione netta su niente e nessuno,
atteggiamento che mal si cela nel termine “tolleranza”, infatti si
tratta di indifferenza, madre di tutti i vizi!
Se diventiamo indifferenti alle cose del Signore, se sentiamo
qualcuno bestemmiare e restiamo “tolleranti”, allora siamo già
stati infettati dall’accidia.
Editoriale
Ammalati di accidia cronica:
vuoti a perdere ......................................... pag. 2
Aiutaci ad aiutare ..................................... »
4
L’intervista
Maria Bolognesi: quotidiana,
ferma e semplice ...................................... »
5
Il Signore dà... il Signore toglie... .......... »
7
Concorso artistico: un ritratto
per la venerabile Maria Bolognesi........... »
8
Sulle ali della Poesia
Una poesia per la venerabile
Maria Bolognesi....................................... »
9
Missâo Belém
Benedetta provvidenza! ........................... » 13
Edizioni MB, dieci anni di attività .......... » 14
Briciole di saggezza
Quarta parola chiave: fede... .................... » 15
Oltre lo spazio e il tempo
Silvia, sorriso dell’anima ......................... » 16
Il volto di Maria Bolognesi
La Venerabile, un volto
consacrato al Signore ............................... » 17
Da resuscitare come Lazzaro
Sì, si può guarire dall’accidia.
Dante Alighieri scrisse: “Fatti non foste per vivere come bruti,
ma per seguire virtude e conoscenza”. Dobbiamo ritrovare la
consapevolezza di chi siamo: creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio, perciò solo in Lui possiamo realizzare pienamente
la nostra umanità.
È indispensabile abbracciare un nuovo modo di pensare,
perché l’accidia è nichilismo e non un’invenzione del Sommo
Poeta.
La nostra vita è un dono meraviglioso, non un circolo vizioso
dove “si lavora per mangiare” e “si mangia per lavorare”.
Il Salvatore Gesù Cristo mette a nostra disposizione prospettive concrete, ci mostra il Tutto a cui tendere. Così si apre per
noi la possibilità di uno stile di vita diverso: “chi rubava non rubi
più, anzi lavori operando il bene con le proprie mani, per poter
condividere con chi si trova nel bisogno” (Ef 4,28).
Lo Spirito Santo non mancherà di aiutarci a ritrovare la fortezza, a riscoprire l’insaziabile fame e sete di giustizia, menzionata da Gesù nelle Beatitudini.
Chi “soffre” di accidia è un po’ come se si trovasse nella
“posizione” di Lazzaro: solo la Parola di Cristo, fulgida nella sua
potenza, può scuoterlo e riportarlo alla vita.
L’Amore di Dio è l’unica cura capace di trasformare le “ossa
continua a pag. 4
Finestre Aperte
sso m m a r io
o
Omaggio alla Vergine Maria .................... » 18
Appuntamenti ........................................... » 20
In ossequio al decreto di Urbano
VIII, si dichiara di non voler attribuire
a quanto di straordinario è narrato
in questo giornale altra fede se non
umana e di non voler prevenire il
giudizio definitivo della Chiesa, al
quale la Redazione intende sottomettere in tutto il suo.
Il Consiglio Direttivo
del Centro ringrazia per le offerte
pervenute per la Causa
e le opere di Maria.
Per offerte:
Conto Corrente Postale 26145458
FINESTRE APERTE
[email protected]
Direttore Responsabile:
Mons. Daniele Peretto
Direttore:
Giuseppe Tesi
Vicedirettore:
Ludovica Mazzuccato
Sede e Redazione:
Centro Maria Bolognesi
Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo
Telefax: 0425.27931
Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92
del 30/07/1992
Stampa:
Papergraf S.p.A.
Piazzola sul Brenta (Pd)
3
continua da pag. 3
secche” di cui parla il profeta Ezechiele, in un’armata di cuori
pulsanti. Rigenerati tramite la fede in Cristo, sconfiggeremo
l’accidia, il peccato dimenticato che provoca tanti danni, e ritroveremo lo spirito combattivo necessario per recuperare questo
mondo alla deriva.
“Va dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e
diventa saggio” (Pr 6,6)
La Didaché, un manuale della Chiesa primitiva, cita l’accidia
come segno distintivo dei falsi profeti. Lo stesso apostolo Paolo,
predicatore itinerante, si sosteneva producendo tende.
È sufficiente conoscere la biografia di un qualsiasi santo per
renderci conto che “apatia” non fa rima con “santità”.
Ciò risulta lampante anche nel vissuto di Maria Bolognesi:
la Venerabile è stata infaticabile ape operaia dell’alveare di Dio,
produttrice copiosa di miele di carità.
Ella, non solo era in continuo movimento per far giungere il
suo aiuto dove ce n’era bisogno e non vacillava se era necessario
riprendere un’anima che stava commettendo degli errori, ma altresì si impegnava profondamente nella preghiera. Sì, perché non
dobbiamo dimenticarlo mai, che anche con la preghiera si “costruisce”, si “aiuta”, si “agisce”, si spostano anche le montagne.
Nelle pagine dei Diari di Maria si legge con quale insistenza
chiedesse al Signore una “parentesi” di salute, non per riposarsi,
ma per poter andare ad assistere un malato all’ospedale o lavorare
per i suoi poveri, per la costruzione del suo presepe...
Dopo una lunga giornata di lavoro, iniziata all’alba senza nulla
nello stomaco, nei campi o peggio ancora nel macero della canapa,
la Venerabile ancora giovanissima, seppure stremata fisicamente,
aveva ancora energie da spendere per il suo prossimo, trovava
ancora la voglia di lavorare nella vigna del suo amato Gesù.
Questa è la straordinarietà delle anime salite in cielo in odore
di santità: vincere con la virtù la tentazione dei peccati quotidiani!
Ed è da questa caratteristica che dobbiamo lasciarci ispirare.
Le membra di Maria Bolognesi non hanno mai conosciuto
la noia e nella stanchezza hanno assaporato l’appagamento della
comunione con il Padre.
Nemmeno nella malattia si è abbandonata al dolce far niente:
quando le sue gambe non potevano correre, il suo cuore metteva
le ali e volava a portare conforto dove c’era sofferenza.
L’esempio della Venerabile non può che incoraggiarci: abbiamo i mezzi per vincere la pusillanimità, per smettere di bearci
della nostra mediocrità e accettare con gioia la vocazione che il
Padre ha plasmato pensando a ciascuno di noi.
Solo in questo modo non saremo “vuoti a perdere” ma il “sale
della terra”.
Ludovica Mazzuccato
Curiosità
In copertina il bosone di Higgs, noto con la
denominazione di “Particella di Dio”, derivantee
dal titolo del libro di fisica divulgativa di Leon
Lederman “The God Particle”, pubblicato nel
1993. Tale titolo derivò da un cambiamento da
parte dell’editore del soprannome di “Goddamn particle” (particella maledetta), originalmente scelto dall’autore in riferimento
alla difficoltà della sua individuazione. La successiva errata
traduzione di “God particle”, “particella di Dio”, ha aggiunto
un’ulteriore storpiatura mirata a creare scalpore.
4
AIUTACI AD AIUTARE
Continuano le iniziative
di “raccolta” per i bisognosi
Del trimestre, che si sta concludendo, non abbiamo
“dati” confortanti da comunicarvi: purtroppo dobbiamo
fare i conti con un riscontro non del tutto positivo. La crisi
economica rende difficile esercitare la carità, ma come
scrisse Jack London “Un osso al cane non è carità; carità
è l’osso diviso con il cane, quando sei affamato quanto il
cane”.
Perciò, noi non ci lasciamo scoraggiare e continuiamo a
perseguire coraggiosamente i nostri propositi.
L’esempio di Maria Bolognesi ci sostiene sempre, lei
povera tra i poveri, non si preoccupava di donare il poco
che aveva al bisognoso incontrato lungo il suo cammino:
sapeva che la provvidenza non abbandona mai i cuori sinceramente generosi.
La Venerabile sapeva che “la carità è la regina delle
virtù, come le perle sono tenute insieme dal filo, così le
virtù dalla carità” (San Pio da Pietrelcina).
I terremotati di maggio e giugno 2012 non hanno
smesso di esistere perché i giornali e la televisione non ne
parlano più!
Vi rinnoviamo, dunque, la possibilità di offrire il vostro
contributo:
Il francobollo per la carità: inviate i vostri
francobolli. Pensate che con 60 centesimi –
un francobollo! – si può comperare un litro
di latte per tanti che hanno veramente fame.
Raccolta tappi: portateci i tappi di plastica
delle bottiglie, diventeranno gocce di un
mare capace di portare un po’ di sollievo
a chi è in difficoltà. Fate colorare ai vostri
bambini un contenitore di cartone in cui,
poi, praticare un foro: diventerà il vostro “raccoglitore
personale” di tappi di plastica! Una volta “pieno” potrete
consegnare il “raccolto” presso il Centro Maria Bolognesi.
Provate ad immaginare se in questa iniziativa si riuscissero
a coinvolgere condomini, vicini di casa, amici, ecc… una
“rete” di solidarietà proprio come quella che riusciva a
tessere la Venerabile.
In fondo si tratta solo di fare un piccolo gesto pratico: svitare il tappo di plastica, invece di buttarlo nella spazzatura!
Raccolta cents: le monetine da 1, 2 e 5
cents se raccolte possono fare la differenza;
invece di lasciarle disperse nel fondo delle
tasche o nella borsa, donatele al Centro
Maria Bolognesi, che si preoccuperà di farle arrivare dove
l’avere anche un solo Euro in più fa la differenza.
Per tutte le nostre iniziative e per avere maggiori informazioni potete fare riferimento a tutti i recapiti del Centro.
La Redazione
Finestre Aperte
L’intervista
Maria Bolognesi: quotidiana, ferma e semplice
Cinque domande al Postulatore Padre Raffaele Talmelli
Ci sembra interessante offrire ai nostri lettori un’intervista di
Padre Raffaele Talmelli, dal 2012 Postulatore della Causa di
Canonizzazione della venerabile Maria Bolognesi.
Il più recente profilo biografico “Maria Bolognesi: anzitutto
il Signore!” – stampato nel maggio 2012, in occasione della
Dichiarazione di venerabilità – porta proprio la firma di Padre
Raffaele insieme a quella di Giuseppina Giacomini, Presidente
del Centro.
Il Postulatore sta già lavorando per una più ampia biografia in
vista della Beatificazione della Venerabile.
1. Nel mese di maggio la Chiesa ha dichiarato Maria Bolognesi
venerabile, ovvero nella sua vita terrena è stato riconosciuto
l’esercizio eroico delle virtù.
Può farci un esempio pratico di come Maria viveva la chiamata
universale alla santità?
Più che qualche esempio pratico, mi sento di testimoniare
che quella di Maria era una attitudine costante a vivere alla
presenza di Dio ogni momento della vita. Vicino a lei si capiva bene che il momento presente era l’occasione speciale per
santificarsi; mi sembra che bene si possano applicare a Maria
le parole di Guy De Larigaudie: «È ugualmente bello sbucciare
patate per amore del buon Dio, quanto costruire cattedrali».
Non posso dimenticare che persino incontri molto sgradevoli
erano vissuti da Maria come stimoli per presentare a Dio quelle
persone e offrire sacrifici per loro. Una volta commentò: «E chi
mi dice che il Signore non abbia permesso che tu vedessi quelle
persone proprio perché ti ricordassi di loro? Chi prega per loro?
Quando ti tornano in mente, presentale al Signore, come facevano i discepoli che presentavano le persone a Gesù».
Diciamo che per Maria la chiamata alla santità era davvero
universale, nel senso che era applicata in modo veramente universale, a tutti i settori della vita.
Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio
(1Cor 10,31).
2. Dalle sue parole, così cariche di calore, traspare che lei ha
avuto modo di conoscere Maria Bolognesi di persona. Spesso
è difficile immaginare che gli uomini e le donne salite al cielo
in odore di santità siano uomini e donne “normali”, anime che
possiamo incontrare quotidianamente: perciò le chiedo se vorrebbe condividere con i nostri amici lettori un aneddoto legato
alla Venerabile.
Sì, ed è un ricordo che mi dà ancora una certa amarezza.
Avevo conosciuto alcune persone che avevano grande fiducia di Maria e mi avevano parlato di lei come di una santa. Ero
incuriosito e desideravo conoscerla e alla fine ci riuscii. Nella
mia fantasia mi aspettavo una piccola casa-santuario, supponeFinestre Aperte
vo che Maria si sarebbe presentata con aspetto ieratico in una
stanza piena di immagini sacre, magari con qualche candela
accesa e profumo d’incenso. E invece mi trovai in una normalissima casa che non sembrava affatto un santuario; Maria
vestiva un normalissimo grembiule, aveva le gambe grosse, era
senza calze e portava le ciabatte! Sentii vacillare qualcosa in
me: mi accorsi che nel mio immaginario non c’era posto per
una santa con le ciabatte (ovviamente non avevo capito che gli
edemi declivi e la gravissima vasculopatia le rendevano impossibile calzare le scarpe!). Devo confessare che, pur accorgendomi che Maria era una persona speciale, con una fede e una
chiarezza di idee veramente fuori del comune, la ritenni troppo
normale per essere una santa! E purtroppo mi unii anch’io alla
sempre innumerevole schiera degli abitanti di Nazareth per i
quali Gesù restò sempre «il figlio del falegname» (Mt 13,55) i
cui fratelli e sorelle hanno continuato ad abitare tra noi (cf Mc
6,3)… E la punta d’amarezza sgorga ogni volta che mi rendo
conto di non aver colto a fondo la grazia che il Signore mi
aveva donato.
3. Se dovesse descrivere Maria Bolognesi con tre aggettivi,
quali userebbe?
Quotidiana, ferma, semplice.
4. Quale brano delle Sacre Scritture le sembra più rappresentativo della spiritualità della Venerabile?
Maria amava i bambini, coglieva tutte le occasioni per
parlarne. Quando io la conobbi, Maria era molto ammalata e
quasi non usciva più di casa e, a pensarci bene, anche in lei era
rimasto un tratto fanciullesco, nello sguardo, nel sorriso, nel
dare spiegazioni. Le era molto chiaro che, in un certo senso, i
bambini possiedono le chiavi del Regno. E allora, c’è una frase
evangelica che mi ricorda sempre Maria: «Se non diventerete
come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3).
Così pure la sua persona, pur semplice e gioviale, emanava
una certa fermezza che si traduceva in una sorta di autorità
capace di infondere sicurezza. Più volte, dialogando con lei,
mi sono dovuto accorgere che le sue frasi brevi e incisive non
ammettevano replica… e ancor oggi penso sempre a Matteo
che ci ricorda che Gesù «insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi» (Mt 7,29).
5. In questa nostra società secolarizzata quale funzione hanno,
secondo lei, esempi di vita come quello di Maria Bolognesi?
Quale impatto sociologico può portare la sua beatificazione nel
nostro Polesine?
Gli aggettivi per descrivere la nostra società si potrebbero
sprecare… ma francamente non credo che ci sia stata un’epoca
5
Cinque domande al Postulatore Padre Raffaele Talmelli
esente da aggettivi negativi. Già sant’Agostino rimproverava
i suoi contemporanei di lasciarsi andare a una visione troppo
pessimistica del proprio tempo:
Che cosa di nuovo e insolito, o fratelli, patisce ai nostri
tempi il genere umano, che non abbiano patito i nostri
padri? Anzi possiamo noi affermare di soffrire tanto e
tanti guai quali dovettero soffrire loro? Eppure troverai
degli uomini che si lamentano dei loro tempi, convinti
che solo i tempi passati siano stati belli. Ma si può essere sicuri che se costoro potessero riportarsi all’epoca
degli antenati, non mancherebbero di lamentarsi ugualmente. Se, infatti, tu trovi buoni quei tempi che furono,
è appunto perché quei tempi non sono più i tuoi.1
E d’altronde, se riflettiamo che Gesù definì il suo tempo
«l’impero delle tenebre» (Lc 22,53), non possiamo credere
che viviamo in tempi peggiori di quelli in cui fu brutalmente
assassinato il Figlio di Dio.
Papa Giovanni XXIII nel famoso discorso di apertura del
Concilio Vaticano II stigmatizzò un atteggiamento che, in perfetta buona fede, resta sempre tanto diffuso:
Spesso infatti avviene, come abbiamo sperimentato
nell’adempiere il quotidiano ministero apostolico, che,
non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengano
riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo
per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente
obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni
della società umana essi non sono capaci di vedere altro
che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se
si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto
peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come
se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è
maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina
cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.
A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio,
quasi incombesse la fine del mondo.
Nello stato presente degli eventi umani, nel quale
l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose,
sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina
Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di là delle loro
aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le
avverse vicende umane, per il bene della Chiesa.2
Io credo che l’esempio principale che ci ha lasciato Maria
sia quello della responsabilità personale: lei si preoccupò ben
poco del bene che avrebbero dovuto fare gli altri; pur constatando deviazioni e peccati, si sentì sempre chiamata in prima
persona a fare qualcosa affinché il male fosse vinto dal bene (cf
Rm 12,21). Anche se tante volte fu sferzante nel descrivere il
peccato che vedeva davanti ai suoi occhi ed ebbe visioni funeste sulle conseguenze dei peccati, la sua reazione fu sempre e
solo una: «Oggi cosa potrò fare per il bene delle anime? Voglio
lavorare sempre per il bene delle anime, lavorare per i poveri,
cercare l’ufficio che più mi pesa per farne un fioretto da offrire
a Gesù in riparazione per tutta l’umanità».
6
Mi sembra che noi cristiani non dobbiamo lasciarci ingannare su questo punto. Prima di venire travolti dal vortice delle
analisi negative sui mali del mondo e assumere la mentalità dei
telegiornali che spaziano dal tragico all’effimero, dobbiamo
ricordarci che Gesù ha «vinto il mondo» (Gv 16,33) e continua
a vincere grazie a creature deboli e disprezzate (cf 1Cor 1,28).
Maria non fondò nessun istituto, non promosse nessuna grande
opera, non scrisse alcun libro; seppe però offrire tutta la sua vita
a Dio, e comprese che la sofferenza personale poteva acquistare
un significato salvifico se associata alla Passione del Redentore.
Maria ci ricorda, forse in maniera un po’ scomoda, che ognuno
di noi, nessuno escluso, ha la sua parte di responsabilità: se a
Sodoma si fossero trovati dieci giusti l’intera città corrotta e
peccatrice non sarebbe stata ingoiata in un mare di fuoco e zolfo
(cf Gn 18,32)... Una volta Maria mi disse che persino la pace nel
mondo era sempre minacciata dal peccato e una vera cultura di
pace si sarebbe potuta costruire solo vivendo nell’amore di Dio
e nel rispetto dei suoi comandamenti...
Credo quindi che l’esempio di Maria sia soprattutto un
richiamo alla responsabilità e al valore dell’uomo che, per
quanto piccolo, ha sempre a disposizione una potente arma: la
preghiera unita all’offerta. Penso che in ogni epoca ci sia stata
la tendenza a rinnegare il valore di coloro che per qualsiasi
ragione non erano considerati esseri produttivi e certamente
la nostra epoca non fa eccezione. Maria dice ad ogni cristiano
che il «Sì» a Dio pronunciato nel proprio «oggi» è il segreto
per non perdere mai il significato della vita, per noi stessi e per
il mondo intero.
Sono ferrarese, ma vivo a Siena da ventisette anni; non
conosco bene la situazione del Polesine. C’è però un particolare che mi ha profondamente colpito e non posso pensare che
si tratti di un caso: nell’arco di un anno, la Chiesa di Adria-Rovigo ha visto dichiarata la venerabilità di tre sue figlie, madre
Elisa Andreoli (1861-1935), suor Dolores Inglese (1866-1928)
e Maria Bolognesi (1924-1980). Ebbene, la vita di tutte tre fu
caratterizzata da una particolare esigenza di riparare con atti
d’amore gli strappi che il peccato continua a produrre. Il decreto di venerabilità di suor Dolores recita:
Visse l’esperienza del dolore, come un mezzo di unione
al mistero pasquale di Cristo che rende solidali con
tanti fratelli e sorelle crocefissi dalla malattia, oppressi
dall’ingiustizia e dal potere egoistico; in tal modo raggiunse una profonda comunione con Dio e testimoniò
con coerenza la forza salvifica della croce.
Forse in questo «linguaggio duro» (Gv 6,60) è racchiuso
l’invito a percorrere una strada impervia ma necessaria. E la
beatificazione di Maria Bolognesi – che ci auguriamo prossima
– potrebbe essere lo stimolo giusto per riaccendere nel cuore
dei cristiani l’amore per quegli “ultimi” che ogni società infatuata dal mito della produttività calpesta e distrugge.
(intervista a cura di
Ludovica Mazzuccato)
Note
1) SANT’AGOSTINO, Discorsi, 2,92.
2) GIOVANNI XXIII, Discorso di apertura del Concilio Vaticano II,
4,2-4.
Finestre Aperte
IL SIGNORE DÀ... IL SIGNORE TOGLIE...
Credo che in ogni famiglia ci sia la
bella abitudine di “custodire” – attraverso le foto – la memoria del nostro
passato!
Il “custodire le foto” sic et simpliciter, non avrebbe senso, se non ci fosse
in noi anche la consapevolezza che il
nostro “ieri” è in stretta connessione,
in armonia oppure in disarmonia con il
nostro “oggi”.
L’armonia e la disarmonia, poi, sono
la conseguenza - immediata o meno
- del nostro libero agire, della nostra
determinazione a operare per la vita e
il bene comune, a partire dalla propria
famiglia.
In questo mio personale cammino a
ritroso, mi lascio trasportare dai ricordi
suscitati da alcune foto: tre in tutto!
Nella prima, risalente al 1945, mi
rivedo sulle ginocchia di Elisa, la nonna
materna; nella seconda – anno 1946 –
sono insieme alle sorelle Maria Vittoria
e Rita; nella terza – anno 1948/49 – sono
ancora accanto alle sorelle, ma anche al
fratello Vincenzo, il primogenito.
Mi soffermo sulla prima foto per
sottolineare che la nonna, a quel tempo,
aveva circa 70/72 anni! Immediato il
raffronto con persone che oggi hanno
70 anni: non c’è paragone, anzi! Sarei
tentata di dire che la nonna sembra
avere minimo 10 o 15 anni di più… Che
salto di qualità ha subito la nostra vita
in virtù delle scoperte scientifiche, di un
progresso senza precedenti, ma anche
di una alimentazione adeguata, non più
povera come quella del tempo sopra
indicato. Mi chiedo: ce ne siamo resi
conto che ciò non è merito nostro, ma
dono di quel Dio della vita, che a tutto
provvede?
Foto 1
Finestre Aperte
Passo ora alla seconda foto, scelta di
proposito, perché desidero soffermarmi
sull’abbigliamento di noi sorelle, bambine di 1 - 3 - 4 anni!
Foto 2
Mi colpisce la semplicità dell’abbigliamento, dalle calze alle scarpette,
ma non dimentichiamo che eravamo nei
primi anni del dopoguerra, periodo difficile, di crisi, di disoccupazione, di emigrazione, di viaggi della speranza oltre
oceano, alla ricerca di quel benessere
economico che anche l’Italia avrebbe
assaporato nel decennio successivo.
E passo ad esaminare la terza foto
perché la stessa ci indica il fiorire di una
realtà luminosa: il grigio di un’epoca
postbellica, con sfumature di povertà
generalizzata a più livelli, lascia il posto
alla luce di un benessere palpabile: tutto
diventa più sfavillante e armonioso!
Anche il volto di noi fratelli si apre al
sorriso, consapevoli di avere alle spalle
una famiglia unita, operosa, una famiglia lavoratrice e soprattutto cristiana,
che ha sempre messo al primo posto
Dio; non solo, che ha voluto e saputo
offrirci una buona educazione cristiana
oltre che una valida preparazione culturale, con l’inserimento in Scuole cattoliche parificate, presenti nella nostra
piccola, ma dignitosa cittadina veneta:
Oderzo (TV).
Grazie alle scelte dei nostri genitori,
abbiamo potuto usufruire di elementi
validi per crescere sempre più fermi nel
Vangelo.
In famiglia, attraverso poi l’esempio
dei genitori, abbiamo imparato a ringraziare il Signore per tutto il bene ricevuto, senza insuperbirci per i vari traguardi
raggiunti dai singoli componenti; si è
continuato a vivere in semplicità, anche
in umiltà, senza mai suonare la tromba,
senza mai mettersi in prima fila!
“Il Signore dà, il Signore toglie…
Sia benedetto il Signore, ora e sempre”.
Prima di mettere la parola fine a
queste semplici considerazioni, mi è
spontaneo pensare che questo passato “povero” che abbiamo lasciato alle
spalle, sta lentamente ri-affiorando in
vari ambiti: c’è una povertà sempre più
emergente, non più prerogativa solo del
ceto povero, ma anche di quello medio,
con sorprendenti ramificazioni anche
per le persone più benestanti.
La nostra Venerabile Maria Bolognesi, già nel 1979, in una lettera a persone
amiche, esprimeva la sua preoccupazione per un domani estremamente “povero” che ci avrebbe “livellato” tutti!
Foto 3
Saremo dunque tutti più poveri? Ma
questo “mal comune” quale reazione
produrrà nell’intimità del nostro cuore?
Reagiremo con sentimenti di fratellanza e di condivisione, o ci lasceremo
condizionare dall’ egoismo, isolandoci?
Personalmente auspico che la prima
ipotesi abbia il sopravvento, per cui
mi permetto di aggiungere: ben venga
anche la povertà, se questa ci consentirà
di recuperare quella dimensione verticale della nostra vita, che per anni è stata
relegata o schiacciata dalla dimensione
orizzontale. Presto impareremo a mettere ancora al primo posto Dio, la sua
legge e la sua giustizia, per ottenere
dall’Altissimo la sua Misericordia e la
sua Pace.
Giuseppina Giacomini
7
CONCORSO ARTISTICO
UN RITRATTO
PER LA VENERABILE MARIA BOLOGNESI
Il Centro Maria Bolognesi in collaborazione con il trimestrale “Finestre Aperte” e con la casa editrice
Edizioni Mb indicono il Concorso artistico “Un ritratto per la Venerabile Maria Bolognesi”.
Al concorso possono partecipare artisti italiani e stranieri con un’opera ispirata al volto di Maria Bolognesi, di formato non superiore a 21 x 29,7 cm (A4) e a tecnica libera.
L’artista partecipante dovrà apporre a tergo dell’opera nome e cognome.
L’opera deve essere accompagnata da un foglio contente:
• le generalità dell’autore (nome, cognome, indirizzo, data di nascita, telefono, e-mail);
• un breve curriculum artistico;
• una spiegazione della tecnica usata;
• l’autorizzazione al trattamento dei dati personali;
• la seguente dichiarazione firmata “Autorizzo il Centro Maria Bolognesi a utilizzare la mia opera,
previa comunicazione, senza nulla pretendere”.
Le opere possono essere consegnate nei seguenti modi: a mano, per posta o per corriere presso Centro
Maria Bolognesi - via Giovanni Tasso, 49 - 45100 Rovigo.
La scadenza del concorso è fissata per il 15 gennaio 2013. Farà fede il timbro postale.
Per posta elettronica verrà data conferma del ricevimento dell’opera; a tal proposito, chi non fosse munito di e-mail è pregato di allegare un francobollo da 0,60 €.
Il concorso è totalmente gratuito.
Non si accettano fotografie o scansioni ricevute per e-mail: è necessario spedire l’opera originale.
Sarà istituita una sezione speciale per gli under 20.
Le opere ritenute meritevoli saranno premiate nel corso di una cerimonia pubblica, in data e in luogo
ancora da destinarsi.
Partecipate numerosi!
[ Hai già visitato la “permanente”? ]
Ricordiamo agli amici lettori che
presso il Centro Maria Bolognesi è sempre possibile visitare la
mostra permanente dei quadri
dipinti dalla Venerabile.
La mostra, inaugurata nell’ottobre del 2011, è un piccolo tesoro
che merita di essere ammirato e
conosciuto anche dai più piccoli.
L’entrata è gratuita.
Concordate la vostra visita telefonando al cell. 340.6162504.
8
Finestre Aperte
Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato
UNA POESIA PER LA VENERABILE
MARIA BOLOGNESI
Le poesie premiate
Q
uale modo migliore per “festeggiare” la Dichiarazione di Venerabilità, se non quello di porre l’evento come tema di ispirazione
per i nostri poeti! Poteva sembrare un passo azzardato e invece la sensibilità artistica non ha tradito le nostre aspettative. Oltre
centocinquanta le poesie pervenute, tutte di elevata qualità. Molti degli autori delle opere “vincitrici” sono per lo più “nomi” conosciuti
alle pagine di Finestre Aperte, dimostrazione che chi conosce Maria Bolognesi da più tempo ha avuto modo di interiorizzarla e di
apprezzarla fino in fondo.
A onor di cronaca, ci piace ricordare, che le poesie ricevute vengono valutate dalla nostra “giuria” in forma del tutto anonima.
Se la provvidenza ci assiste, ci piacerebbe trasformare i risultati di questa iniziativa in una pubblicazione da presentare durante
la Giornata Mondiale della Poesia 2013 (marzo).
SPIGA SILENZIOSA
VENERABILE SEI
VENERABILE MARIA
Fátima Rocío Peralta García
di Lima – Perù
Antonella Scagnolari
di Lendinara (Ro)
Daniela Sias
di Ceresio (Va)
Come rugiada di bosco all’alba
cadde la Tua parola,
sfondo dell’anima
manna del silenzio.
Fertile vigna
sulla terra sprofonda
dei labirinti dell’uomo.
Maria,
spiga silenziosa
al Vangelo Divino.
Venerabile sei
e nell’aria un profumo di rose
colora il respiro del vento.
Ai piedi di un cielo
infinitamente azzurro
m’inchino alla tua umiltà
e ammirazione porto
alla tua cristianità.
Sulla soglia di una Beata
si eleva un’umile preghiera
nell’immensità di un universo
che applaude nei cuori
questo maggio di profonda gioia.
E mi accorgo
che amorosamente brillano le spine,
e mi accorgo
che ancora di più profumano le rose.
Mi sei arrivata a casa in un quadretto;
lo sguardo mite, il sorriso radioso
ed anche senza trucco, senza ombretto
il volto tuo è bello e luminoso.
“il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano,
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.”
(Sal 92, 12-13)
In pochi versi l’incisività della Parola
si intreccia con la vita della Venerabile
ricamando sospiri di fede.
Finestre Aperte
Ti guardo e penso che ora casa mia
è un po’ più ricca, vale un po’ di più
perché ci sei o venerabile Maria
casta ed umile serva di Gesù.
La poesia racconta, con straordinaria
intensità, come si possa “conoscere”
la Venerabile per puro caso, ma come
tale “incontro” cambi inevitabilmente
la vita.
Versi capaci di esalare quel profumo
delicato e contemporaneamente persistente delle rose, la preziosa essenza
dell’anima di Maria Bolognesi.
9
Sulle ali della Poesia
L’ANNUNCIO
DONO DI VITA
A MARIA BOLOGNESI
Ines Scarparolo
di Vicenza
Caranti Stefano
di S. Maria Maddalena (Ro)
Donato Ladik
di Torino
Ti ha sollevato
l’Infinito Amore
sino ai Cieli più alti
dov’è solo Luce,
dov’è solo Misericordia,
dove dimorano gli Angeli.
Quel giorno
nell’aria, come canto
è risuonato l’Annuncio:
“Venerabile è Maria,
Serva di Dio Altissimo!”
E il cielo s’è tinto di rosa,
il ciliegio del giardino
ha sparso al suolo
i petali più belli.
Si riempie di gioia il cuore.
Ti sussurro quanto T’amo
e Tu sorridi.
Venerabile Maria,
Sorellina Santa
tendimi le braccia
come ieri, come sempre
e non avrò paura.
Ho bisogno di speranza,
quella che accende il sorriso
nei momenti di sconforto.
Ho bisogno di parole,
quelle che scaldano il cuore
nei giorni più freddi.
Ho bisogno di credere
in un mondo migliore
per ritrovare la pace.
Ho bisogno delle tue parole,
semplici e sincere,
quelle che nutrono l’anima.
Ho bisogno del tuo esempio di fede,
quella tua forza nell’affrontare la vita
e il tuo rispetto nell’onorarla.
Ho anche bisogno dell’umiltà
che hai seminato,
delle tue gesta senza tempo
che faranno brillare, come ora,
nuovi occhi non più ciechi
all’eternità.
Dolce creatura di beltà intrisa,
serena presenza nella nostra vita,
ascolta l’umile preghiera condivisa
nel chiedere al Padre la gioia infinita.
Tu che conosci del povero le pene
rafforza chi nel tuo amor confida,
e nel rompere del disagio le catene,
creda insieme a noi e sorrida.
Accogli l’autentica passione
di coloro che vedono in te
vita generosa e compassione
per giungere in quel giorno che
tutti vedranno: la resurrezione.
Con pennellate intime e toccanti, l’autrice apre il suo cuore alla Venerabile,
le braccia diventano ali e le parole si
trasformano in frutti di fede.
Una poetica preghiera capace di emanare quell’unica luce che sconfigge il
buio: l’amore del Padre meravigliosamente testimoniato dalla Venerabile.
Il ricordo di Maria Bolognesi, attraverso questi armoniosi versi, diventa presenza costante e necessitante: un faro
nella vita dell’autore.
“UNA POESIA PER LA SACRA FAMIGLIA”
FAMIGLIA”
Nuovo numero, nuova tematica.
Inviateci entro il 14 novembre 2012, le poesie ispirate alla SACRA FAMIGLIA – pensieri e
emozioni “profumate” di Natale – che non superino i 30 versi, in un’unica copia, corredata
delle proprie generalità e dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali.
Per spedire le opere (per posta, per fax o per e-mail in file .doc), per richiedere Finestre Aperte
e ricevere informazioni, rivolgersi a:
Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo
Telefono e fax: 0425.27931
e-mail [email protected] - www.mariabolognesi.it
Un invito particolare a partecipare è rivolto ai bambini e ai ragazzi!
10
Finestre Aperte
Sulle ali della Poesia
FIORI DI CARITÀ
Dante Iagrossi
di Caiazzo (Ce)
Madre di purissima luce,
che ancora generosamente
diffondi, attraverso il buio
profondo delle coscienze, dentro
fitte foreste di indifferenza…
E fai germinare ancora
semi di bontà, sotto la neve
dell’egoismo, spargendo
nuovi fiori di carità
nei deserti della solitudine…
Troppe volte abbiamo
dimenticato d’essere fratelli,
aiutaci a perdonare
le notti di odio, i giorni di sangue,
quando la violenza sommerge
i cuori indifesi degli innocenti,
regalaci ancora il profumo
del tuo sorriso e con le tue mani
invisibili altre carezze di pace.
In un mondo dove la Carità è fin troppo
trascurata, l’esempio di Maria sboccia
come un fiore che questi versi sanno
cogliere con grazia eccezionale.
O MARIA BOLOGNESI,
VENERABILE NEL SIGNORE
Bertilla Cusin
di Sant’Urbano (Pd)
O Maria Bolognesi
Venerabile nel Signore
in un giorno di ottobre è nato un fiore,
giovinetta tu eri,
e tracciavi un cammino
di luce e di amore,
per consolare gli ammalati,
stendere la mano a chi soffre,
per asciugare quelle lacrime
e portarle in fondo al tuo cuore,
MARIA
Maria Cristina Biasoli
di Molinella (Bo)
Mi riempie di stupore,
ne parlo a lungo seduta sui gradini.
Con prodigioso fervore
gentilmente la immagino
offrire il suo cuore.
Indelebile delicato gesto
nell’anima,
nella vita di tanti.
Come candido cigno
la sua luce purissima si posa dolce;
accarezza, aiuta, solleva.
Lei, come venerabile alba
di ogni giorno.
ma quanta gioia,
nel sorriso di un bambino!
Maria Bolognesi,
tu amavi i colori,
per dipingere su quel quadro
la bellezza del Creato.
Lo stupore prende corpo in questi versi
diventando l’alba di un nuovo giorno
dove c’è ancora posto per le virtù esercitate eroicamente da Maria.
Ma quando Dio ti ha chiamata,
lassù in Cielo,
una schiera di Angeli
ti cantava le dolci melodie.
O Maria Bolognesi
Venerabile nel Signore
sulla terra di Bosaro
in un giorno di ottobre è nato un fiore.
Ora ti prego
volgi il tuo sguardo
quaggiù su di noi,
perché quella luce
viva in ogni cuore.
Quasi un “salmo” che trasuda fede
e speranza. Il “fiore” Maria sboccia
quotidianamente nel cuore dell’autrice,
emanando il suo meraviglioso profumo.
Hai una raccolta di
poesie nel cassetto?
Inviala a:
[email protected]
Finestre Aperte
11
Sulle ali della Poesia
MARIA,
CAREZZA DI GRAZIA
A MARIA BOLOGNESI
ANGELO DI BOSARO
Enrica Meloni
di Siliqua (Ca)
Teresa Corrado
di Guardavalle Marina (Cz)
Sublime vitalità d’una nitida purezza.
Beata fra le genti.
Dolce,
ingentilita dalla semplicità
dei suoi passi,
seppur scalzi
orma di genuino splendore.
Preghiera oltre il mai affranto pianto.
Perpetua
d’un bene lodato agli altari.
Dono d’un giorno
che diede consolazione ai calvari.
Come rifiorire di gesti gioiosi,
fosti tu,
carezza di grazia
e parola d’amore al mondo.
Sorrise il Cielo alle cose belle,
quel dì che a Bosaro sei nata…
la nera zolla, le colline i ruscelli
han fatto festa per la tua venuta.
Ogni verso di questa poesia diventa
una carezza che si posa affettuosa
sul volto del lettore trasmettendogli il
calore della Venerabile.
Povera, paziente e pia
hai guardato il mondo
con gli occhi del Cuore,
hai amato Creato e Creatore,
il tuo penare hai offerto a Maria!
I piccoli, gli ammalati, gli indigenti
hai seguito, i soli senza compagnia
hai consolato, tu debole
e ammalata hai curato
i mendicanti incontrati per la via.
Hai nutrito pescando
in quel mare
chi non aveva nulla
da mangiare.
Candido giglio di nero vestita
con Gesù hai condiviso il gran dolore,
dimmi… quanto era bello
il Redentore…
Bellissimo; il suo volto, luminoso,
soave la voce che ti ha chiamato
ti ha rivelato che Lui era lo sposo:
ti ha prescelta e ti ha inanellata.
ALLA “VENERABILE
MARIA BOLOGNESI”
IL MIO CANTO DI GIOIA
Mariarosa Cera
di Vicenza
La tua anima è limpida
come sorgente che zampilla:
innalzo lungo la mia via
un canto di gioia.
E più donerai il tuo splendore
più diventerà ricco,
come il fiume
che colmerà le due sponde
con il dono dei suoi frutti.
In te vediamo il volto
sorridente di Dio
nella luce in cui il fratello
vede il fratello.
A te canti di lode,
il sole del mattino
ha fugato le tenebre:
nel tuo sorriso un abbraccio
luminoso.
Un canto che, come vento di primavera, espande il polline di una gioia
contagiosa e trascendente.
Una poetica biografia che ritrae con
tratti nitidi il volto della Venerabile che
si sovrappone a quello del Redentore
che attraverso di lei ci ama.
Le nostre iniziative “poetiche” sono sempre GRATUITE,
ma se all’atto della tua partecipazione
hai la possibilità di inviarci almeno qualche francobollo
ci aiuterai a continuare il nostro cammino!
12
Finestre Aperte
Missâo Belém chiama Maria Bolognesi
di Luigi Ambrosini
BENEDETTA PROVVIDENZA!
Carissimi amici lettori di Finestre Aperte, vi comunico
che giovedì 16 agosto 2012 sono rientrati in Italia i fondatori di Missâo Belém Padre Gianpietro Carraro e Cacilda,
provenienti rispettivamente da Sao Paulo (Brasile) e da Port
Au Prince (Haiti).
Il giorno dopo, venerdì 17, il nostro amato padre Gianpietro ha celebrato la S. Messa presso la Parrocchia di Premaore di Camponogara, in provincia di Venezia, su invito
del loro grande amico Don Massimo Donà, sempre aperto
ed accogliente a queste iniziative.
È stato bellissimo ed estremamente intenso
ritrovarci insieme con buona parte della
Missâo Belém del nord-est, come ad
esempio: missionari, volontari e simpatizzanti, che, come noi, aiutano concretamente quest’opera di Dio, fortemente voluta
dall’Alto e amorevolmente seguita dalla nostra
Madre celeste.
L’omelia di Padre Gianpietro è iniziata con un toccante
e pressante invito a tutti i presenti, affinché si impegnino
a CONOSCERE MARIA BOLOGNESI, DICHIARATA
VENERABILE da Papa Benedetto XVI lo scorso 10 maggio 2012.
Tutti i partecipanti sono rimasti colpiti dalle parole del
missionario, che si è addentrato in una profonda lettura
della vita di Maria Bolognesi, proprio lei, più povera dei
poveri che assisteva!
Efficace il parallelo presentato dal sacerdote tra la vita
di questa martire dell’amore a Dio e al prossimo con i fra-
telli missionari. Questi ultimi, privi di tutto, vivono – come
Maria Bolognesi – la radicalità del Vangelo in povertà e
letizia, in virtù del loro abbandono fiducioso nelle mani
dell’Altissimo, consegnati integralmente a Gesù Cristo,
certi che la Provvidenza non verrà meno, così da poter
portare la “buona novella” negli angoli più sperduti del
pianeta.
Come la Venerabile Serva di Dio si è lasciata guidare da
Gesù in totale obbedienza al suo Direttore di spirito,
così i “nostri” missionari, in primis Padre Gianpietro, stanno donando tutta la loro vita a Gesù sotto
la sapiente guida del Cardinale di Sao Paulo Dom
Odilo Pedro Scherer.
Durante l’Omelia Padre Gianpietro ha
fatto riflettere i presenti, formulando per
loro alcune domande: come è possibile avere
ogni giorno almeno 200 kg di riso, altrettanti fagioli...
carne… tapioca? Da dove può arrivare una tale quantità di cibo, necessaria per alimentare tutta la missione
Belem?
Ecco la risposta:la Divina Provvidenza! Da anni, infatti,
solo la Provvidenza ha potuto aiutare a piene mani le oltre
100 case di Missâo Belém in Brasile e le persone che vi
abitano, essendo state accolte dai missionari, che le aiutano
a trovare una soluzione per superare i loro gravi problemi
inerenti la salute del corpo e dello spirito. Accanto ai missionari, sempre coadiuvati dai coordinatori, ci sono ben
1400 persone da sfamare ogni giorno, in territori brasiliani!
Non dimentichiamoci, poi che la Provvidenza opera con
larghezza anche ad Haiti, dove vivono ben 400 bambini; ci
sono pure più di 60 mamme presenti per rendere funzionali
le strutture create sul posto, in pochissimo tempo, da Missâo Belém.
Riprendendo il discorso iniziale, dopo la S. Messa, i
presenti sono stati accomunati da una prolungata e fervente
Adorazione Eucaristica. Con me alcuni amici di Rovigo
e di Adria, i quali mi hanno informato di una splendida
iniziativa che si svolgerà in Rovigo centro sabato sera 13
ottobre prossimo.
In breve, si tratta di una serata di preghiera pubblica,
intesa ad avvicinare la gente alla parola di Dio, come già
avviene in tante città italiane ed estere tramite la “pastorale
di strada”.
Finestre Aperte
13
EDIZIONI MB, dieci anni di attività
IL MONDO ATTRAVERSO GLI OCCHIALI
DI MARIA BOLOGNESI
Edizioni MB nasce a Rovigo nel settembre del 2002 per
coraggiosa iniziativa di Giuseppina Giacomini, dottoressa
in Lingue e insegnante in pensione di Oderzo (TV), nonché
Presidente del Centro Maria Bolognesi. Il logo – accuratamente studiato – racchiude lo spirito con il quale la Casa
Editrice è stata fondata. Le iniziali “MB” sono quelle della
venerabile Maria Bolognesi e gli occhiali sono
quelli che ella indossava; essi sono stati scelti
proprio per simboleggiare il desiderio di Edizioni MB di proporre agli amanti della lettura una
nuova “visione” della vita: l’idea di “vedere”
attraverso gli occhi di Maria Bolognesi, per scoprire tutti gli aspetti intrinsechi della cultura!
Edizioni MB coltiva l’aspirazione di far sorridere gli occhi ai lettori, equilibrando sapientemente la qualità dei contenuti con l’aspetto esteriore delle
pubblicazioni.
Tra gli obbiettivi principali di Edizioni MB emerge
l’intento di diffondere la figura luminosa della Venerabile
attraverso degli studi biografici, approvati dal Postulatore,
e protetti anche dal Copyright, dettaglio non trascurabile in
vista dell’ormai prossima beatificazione, avvenimento che
dovrebbe coinvolgere anche il Veneto.
Altrettanto radicata risulta l’idea di promuovere scrittori esordienti e tematiche che abbraccino il territorio e la
cultura regionale.
Edizioni MB punta non sulla quantità di pubblicazio-
ni, ma bensì sulla qualità, garantendo almeno un’uscita
annuale.
Proprio nel 2012 è stata inaugurata – per la collana
“logo rosso” – la linea “Quaderni di Poesia” che chiuderà
l’anno con sei titoli, quattro dei quali già pubblicati e di cui
due con traduzione in spagnolo.
La Casa Editrice, grazie alla sua partnership con il
C
Centro
Maria Bolognesi, ha stretti contatti e sens
sibili
interazioni con il mondo del volontariato e
d socialmente utile. Ciò fa di Edizioni MB, prodel
babilmente, un’attività un po’ atipica nel mondo
dell’editoria, perché si opera dando sempre la
precedenza all’etica e poi al profitto.
Quando, dieci anni fa è iniziata questa avventura, nessuno avrebbe scommesso che una così
piccola realtà avrebbe fatto tanta strada e invece, oggi è un
piccolo “gioiellino” che consente al Centro di divulgare la
figura della Venerabile nella più completa serietà e che, in
futuro, dopo la beatificazione, permetterà di curare e “proteggere” tutto il materiale riguardante la stessa.
Perciò acquistare un libro Edizioni MB è garantirsi un
valore aggiunto!
In questi dieci anni i sacrifici non sono mancati e la
strada è ancora più che mai in salita, ma quando qualcuno ci scrive o ci racconta che anche una sola delle nostre
pubblicazioni ha lasciato un segno nella propria anima, ci
sentiamo appagati di tanti sforzi.
NOVITÀ sullo scaffale
Maria Bolognesi:
anzitutto il Signore!
Natale
1997
I miei
figli
Giocando
con il tempo
di
Garda Gardina
Quaderni di Poesia
Quaderni di Poesia
GIUSEPPINA GIACOMINI
PADRE RAFFAELE TALMELLI
Stupori
in dialogo
di
Maria Bertilla Franchetti
Giocando con il tempo
Maria Bolognesi: anzitutto il Signore!
Stupori in dialogo
Garda Gardin
G. Giacomini - R. Talmelli
Maria Bertilla Franchetti
Per info: [email protected] - cell. 340.6162504
14
Finestre Aperte
Briciole di saggezza
di Giuseppina Giacomini
SAGGEZZ
A
QUARTA PAROLA CHIAVE: FEDE
È arrivato il momento di consegnare ai
nostri lettori un’altra parola “chiave” che
ci permette di camminare più speditamente
sulla via del bene e di conseguire quel grado
di “perfezione” che il Signore domanda a
ciascuno di noi, perché figli di quel Padre
che è perfetto.
La quarta parola, dopo le precedenti –
risparmio, silenzio e preghiera – è fede.
Non sarà facile addentrarmi in questa
tematica, tanto cara ai Teologi, sarà ugualmente non facile presentarla ai nostri lettori
con un linguaggio semplice e chiaro per tutti,
anche per i fanciulli, se per caso ci fossero
dei fanciulli che prendono in mano il nostro
Periodico.
Ed è proprio quest’ultima parola “fanciulli” che mi spinge a guardare al mio
passato, che mi riporta indietro di circa 60
anni, al 1953, anno in cui per la prima volta
ricevetti nel mio cuore Gesù Eucaristia.
A quel tempo, il sacerdote che ebbe il
delicato compito di prepararci al grande
giorno, lo fece con pazienza, con tatto e con
un pizzico di severità, quel tanto che bastava
per essere diligenti nell’imparare, anche a
memoria, le varie preghiere del cristiano e
a rispondere prontamente, senza esitazioni,
alle varie domande presenti nel libretto di
catechismo voluto da Papa Pio X.
Conoscitore delle debolezze proprie dei
bambini delle scuole elementari, Don Giuseppe ci interrogava ad ogni nostro incontro,
incoraggiandoci a proseguire, spronandoci
a fare sempre di più e meglio, oppure a
rimproverarci per le inevitabili “lacune”
riscontrate, frutto di poco impegno.
Tra le varie preghiere che ci fece memorizzare, e mai dimenticate, anche l’Atto di
fede, che qui riporto con gioia, perché credo
sia la strada maestra da indicare proprio ai
nostri amici lettori, senza timore di compiere
abusi, di presentare delle interpretazioni o
fare delle manipolazioni pericolose.
Ecco il testo di questa preghiera, in
cui la parola “Fede” si sposa con la parola
“Credo”.
“Mio Dio, perché sei verità infallibile,
credo fermamente tutto quello che tu hai
rivelato e la santa chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in te, unico vero
Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre,
Finestre Aperte
Figlio e Spirito Santo. E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto
per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i
meriti, il premio o la pena eterna. Conforme
a questa fede voglio sempre vivere. Signore,
accresci la mia fede”.
Credere in Dio Padre, nel Figlio, nello
Spirito Santo, ovvero in quel Dio Uno e
Trino, ci permette di vedere le cose nel modo
in cui Dio le vede: tutto nel mondo è degno
di comprensione, attenzione e cura.
La nostra professione di Fede nella Trinità è una dichiarazione sulla vera natura
dell’amore, cui siamo chiamati a partecipare.
Concludo con questi pensieri di San Pio
da Pietrelcina: “Benedico di cuore Iddio
che mi ha fatto conoscere delle anime veramente buone ed anche ad esse ho annunziato che le loro anime sono la vigna di Dio; la
cisterna è la fede; la torre è la speranza; il
torchio è la santa carità; la siepe è la legge
di Dio che le separa dai figli del secolo”
(Frammenti di luce. San Giovanni Rotondo
1935, n. 61) […].
“La fede viva, la credenza cieca e la
completa adesione alla autorità costituita da
Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò
i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è
il lume che risplende nell’alta punta di ogni
spirito accetto al Padre. Questo è il lume che
condusse i magi ad adorare il nato Messia.
Questa è la stessa profetizzata da Balaam.
Questa è la fiaccola che dirige i passi di
questi spiriti desolati.
E questo lume e questa stella e questa
fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua
anima, dirigono i tuoi passi perché tu non
vacillassi; fortificano il tuo spirito nel Divino affetto e senza che l’anima li conosca, si
avanza sempre verso l’eterna meta.
Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma
non è necessario. Tu non vedrai che tenebre
ma esse non sono quelle che coinvolgono i
figli della perdizione, sebbene sono desse
quelle che circondano l’eterno Sole. Tieni
per fermo e credi che questo Sole risplende
nella tua anima; e questo Sole è appunto
quello di cui il veggente di Dio cantò: E nel
tuo lume vedrò il lume. (Lettere di Padre Pio,
presentate dal Cardinale Giacomo Lercaro,
Vicenza, 1969 , n. 16)
Ricette di saggezza
Arriva l’autunno, e porta nella luce e nell’aria il profumo dell’estate. Un frutto racchiude
la fatica dell’uomo, il risultato del cammino sulla terra arsa e il dolce succo del sole a
picco: l’uva.
L’uva spessissimo diventa nelle parole del Signore il simbolo di verità, si trasforma in
vino, nelle Parabole è esempio per la strada da seguire. Ma nelle nostre tavole diventa il
gradito ingrediente per tutti.
MARMELLATA DELLA VENDEMMIA
Ingredienti:
450 gr. di uva bianca;
300 gr. di mele sbucciate;
250 gr. di kiwi sbucciati;
succo di 1 limone;
1 busta di Frutapec (addensante naturale);
800 gr. di zucchero.
Passare al setaccio l’uva. Tagliare a piccoli pezzi le mele e i kiwi. Mettere tutta la frutta
in una pentola capiente con il succo di limone e il Frutapec, mescolare bene e a fuoco
moderato portare ad ebollizione. Far bollire un minuto. Mescolare ogni tanto aggiungendo a poco a poco lo zucchero. Portare di nuovo a bollore, mescolando per 10 minuti.
Togliere poi, la pentola dal fuoco, eliminare eventuale schiuma di superficie e versare nei
vasi bollente. Capovolgere i vasi, coprirli con un canovaccio e farli raffreddare. Riporli
in dispensa. A Natale è pronta per l’assaggio.
Lucia Sabbadin
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Oltre lo spazio e il tempo
SILVIA, SORRISO DELL’ANIMA
Nel precedente numero di Finestre Aperte, mi ripromet- l’intero organismo senza però scalfire lo splendore di uno
tevo di scandagliare la santità di Silvia Marenda, la gio- sguardo immerso in Dio.
Nel Messaggero di Sant’Antonio (luglio-agosto 2012)
vane di Cadignano, in provincia di Brescia, che è entrata
leggo: “Per raggiungere qualsiasi traguardo, bisogna prima
nell’eternità di Dio il 17 novembre 2008.
Sono convinta di aver provocato, con tale affermazione, guardarsi dentro con coraggio, cullare la propria anima e
tante domande dentro il cuore dei lettori di questa Rubri- farla tornare a sorridere” (pag. 83).
Ebbene, sono convinta che Silvia, sorretta dall’amore dei
ca, in modo particolare queste due: a che titolo? per quale
genitori Assunta e Aldo e del fratello Sandro, – che l’hanno
scopo?
Rispondo alla prima: a titolo puramente personale! “educata” a pregare senza stancarsi – ha vissuto con fede e
procedo con la seconda: con lo scopo di educare i lettori a nella fede il suo martirio quotidiano.
In breve, questa fede che sposta le montagne, è risultaprendere coscienza del fiorire della Santità di Dio, in vari
ambiti, perché la Santità è un dono non solo da accogliere, ta per Silvia, insieme alla preghiera, un’arma potentissima,
concreta e avvolgente, talmente
ma da divulgare con generosità e
efficace da farle scoprire la belcostanza, senza condizionamenti
“Essere luce indica la capacità che
lezza della vita.
di sorta.
il cristiano ha di illuminare ogni
Forgiata dal dolore e dagli
Ai lettori di Finestre Aperte,
situazione di vita, di farla brillare
ostacoli, Silvia è e resta creatura
soprattutto agli amici e conoscenti
con la sua presenza”
di luce, cui fare riferimento nei
di Silvia, io dico: riuniamo le nomomenti bui della nostra vita.
stre forze, mettiamo a confronto
(p.
Mario
Vecchiato).
Affidiamoci a Silvia, anima
le nostre idee e vediamo di tenere
bella che ha conosciuto il martirio
aperta questa Rubrica, perché questa giovinetta potrebbe diventare per tante persone “model- e confidiamo di poter trasmettere e regalare a tante persone
lo” da imitare, soprattutto in questa nostra “società dell’ap- il suo sorriso e la sua pace.
Mi piace concludere queste semplici considerazioni con
parire”, dove l’attenzione alla forma è ormai un diktat.
Mi soffermo sulla parola forma! Quale pena per i ge- una preghiera di offerta scritta da Charles de Foucault, pernitori di Silvia vedere la bellezza della loro bimba sana, ché in essa ritrovo tutto lo spirito d’amore e di abbandono
lasciare il posto al progressivo, impietoso decadimento, che alberga nel cuore di tante anime sante:
causato da una devastante malattia, che ha compromesso
Padre mio, io mi abbandono a te
fai di me ciò che ti piace!
Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo.
Ed è per me una esigenza d’amore il donarmi
il rimettermi nelle tue mani senza misura,
con una confidenza infinita
perché tu sei il Padre mio.
Mi corre l’obbligo di informare i lettori che la Rubrica
– per il momento dedicata solo a Silvia – potrebbe in futuro
essere estesa anche ad altre luminose figure.
Giuseppina Giacomini
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Finestre Aperte
Il volto di Maria
di Padre Stanislao Avanzo
LA VENERABILE, UN VOLTO CONSACRATO AL SIGNORE
NONA PUNTATA
Padre Stanislao Avanzo ci guida, in questa penultima puntata, ad osservare il volto di Maria Bolognesi, donna ormai matura.
Un viso, il suo, segnato dalle tante vicissitudine della vita, ma sempre carico di quello splendore che contraddistingue le
anime belle!
MARIA DONNA ADULTA
Il volto di Maria Bolognesi contemplato nello zenit della sua piena
maturità umana, psicologica e spirituale non lascia indifferenti. Questo
volto di donna adulta ispira sicurezza,
equilibrio e disponibilità a servire il
suo prossimo.
La sorella maggiore tutto slancio
e vigore sulla pista della carità, è ora
la “madre” saggia e intelligente sulla
quale tutti possono contare.
Il suo sguardo profondo
e sicuro, e soprattutto lungimirante, ci protegge e ci
assicura.
Maria Bolognesi nel suo
vestito nero, collarino bianco, occhiali grandi e capelli
corti, sembrerebbe piuttosto
un’ “hostess” o una assistente sociale. Ma il suo sorriso
appena abbozzato e il suo
sguardo penetrante dicono
che essa è molto più di questo; Maria è una consacrata
che ha dato tutta se stessa a
Dio e ai fratelli, senza alcuna riserva.
Maria è una candidata
alla santità.
Ecco come testimoniano
quelli che l’hanno conosciuta personalmente: “Non mi
sono mai spiegato come Maria potesse conoscere così profondamente le
persone nel loro animo. Lei leggeva
dentro di noi e ci conosceva meglio
di noi stessi. Non importava parlare
molto. La sua sensibilità penetrava
insensibilmente in noi stessi ed induceva alla confidenza; e quante volte ha
sollevato da pesanti preoccupazioni o
Finestre Aperte
situazioni familiari ormai disperate”
(Gino Mantovani).
“Maria era molto discreta e molto
delicata. Non l’ho sentita mai lamentarsi, anche quando era molto sofferente per molti disturbi… Ricordo
che quando stava benino, Maria si
dedicava agli ammalati, dimostrandosi premurosa in tutto, aveva la stessa
premura e cura per i poveri, ai quali
portava, a secondo delle necessità,
indumenti, coperte, biancheria.
Ricordo che a Natale Maria faceva
il Presepio; le offerte in denaro che
la gente deponeva ai piedi di Gesù
Bambino, Maria le donava ai poveri,
oppure aiutava gli ammalati di lebbra
di un villaggio della Tanzania… Poi
diceva: “Antonietta, io so che cosa
vuol dire essere poveri, perché io
ho patito la fame; pensi che i miei
fratellini avevano tanta fame, sa che
cosa ho fatto? Ho preso un ombrello
vecchio, con i ferri ho fatto gli ami e
poi andavo a pescare…”.
Maria era molto ingegnosa, abile
a lavorare con le mani. Sapeva fare
di tutto e lo faceva bene” (Antonia
Sguotti).
“Come medico vorrei
descrivere la figura di Maria.
Era di statura medio alta, di
costituzione apparentemente florida… L’incarnato del
viso era roseo, la pelle era
bianca, liscia; l’andatura era
sicura, indice di una persona
psichicamente equilibrata…
Era umile, discreta, severa,
sapeva ascoltare con attenzione ogni argomento che
veniva trattato, sia di ordine
morale che fisico e materiale. Sapeva altresì rispondere
con sicurezza e discrezione
ad ogni domanda o consiglio, che le veniva chiesto”
(Dott. Mario De Poli).
“Il tuo amore ai poveri e
alla Chiesa povera – le scriveva il suo direttore spirituale – mi ha veramente commosso. Mi rallegro con te per le tante
carità che riesci a fare e che fai fare
anche agli altri. Il Signore te ne darà
certamente la più bella ricompensa…
So che Egli ti domanda, in questi
giorni specialmente, tante sofferenze.
Sei ben fortunata di patire insieme
con Lui e per Lui. Con Lui ancora
godrai” (Mons. Rodolfo Barbieri).
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Parrocchia di Borsea – 6 settembre 2012
OMAGGIO ALLA VERGINE MARIA
La devozione mariana: faro nella vita di Maria Bolognesi
Il Centro Maria Bolognesi è stato invitato da don Silvio
Baccaro, parroco di Borsea, a prendere parte ad un serata
organizzata in preparazione alla Festa della Natività della
Beata Vergine Maria.
All’incontro intitolato “Omaggio a Maria” – che si
è tenuto giovedì 6 settembre presso la sala parrocchiale
“Beata Madre Teresa di Calcutta” – hanno preso parte
anche l’Associazione socio-culturale “Renzo Barbujani” di
Rovigo, il Centro Mariano di Rovigo e il Gruppo Unitalsi
di Rovigo.
Ogni Associazione ha portato la propria testimonianza
di devozione mariana.
L’Associazione Barbujani, rappresentata dal suo Presidente Alrnaldo Pavarin, ha fatto la sua dichiarazione
d’amore alla Madonna con la lettura delle poesie scritte dai
membri del laboratorio di scrittura.
Il Centro Mariano, attraverso suor Michela ha raccontato come la Madonna sia il loro modello per essere sempre
attente lettrici dei tempi, aperte ad accogliere le sofferenze
del prossimo.
I rappresentanti dell’Unitalsi – Mara, Noemi e Antonio
– hanno coinvolto il pubblico illustrando le intense esperienze vissute durante i pellegrinaggi a Lourdes.
Un coro di voci che si è unito nel «Totus tuus» di San
Luigi Maria Grignon de Montfort, motto “sposato” con
tanto fervore dal Beato Giovanni Paolo II: «Io sono tutto
tuo e tutto ciò che è mio è tuo. [...] Ti accolgo come ogni
mio bene. Offrimi il tuo cuore, o Maria».
A rappresentare il Centro Maria Bolognesi, Ludovica
Mazzuccato, vice direttore di “Finestre Aperte” e curatrice
delle iniziative culturali del Centro.
Non è stato certo un compito arduo individuare il filo
rosso di devozione mariana che attraversa la vita di Maria
Bolognesi.
Un momento della serata
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Ludovica Mazzuccato e don Silvio Baccaro
Già nei ricordi vividi della sua infanzia, messi in evidenza nel Diario, emerge il suo desiderio di pregare la Vergine: infatti, la Venerabile, fin da subito, si preoccupava per
le difficoltà riscontrate nell’imparare l’Ave Maria, quando
piccola frequentava la dottrina.
Quando poi ha inizio la sua esperienza scolastica –
breve e travagliata a causa del profondo stato di povertà
della famiglia Bolognesi – Maria, prima di entrare in classe, seppure stanca per i tanti chilometri percorsi a piedi
e a stomaco vuoto, non dimenticava mai di entrare nella
Chiesa di Crespino; qui, dopo aver sostato in preghiera
davanti a Gesù nel tabernacolo, passava dalla Madonna del
Buon Consiglio: è alla Madonna che si rivolge, dedicandole “tanti fioretti di silenzio” per sedare i gravi problemi
di famiglia.
Sempre più innamorata di Gesù Eucaristia, Maria non
perde mai alcuna occasione per testimoniare il suo amore
di figlia e la sua devozione verso la Madre di tutti: eccola
anche a Lendinara, al Santuario Madonna del Pilastrello,
per renderLe testimonianza e onorarLa, in special modo
nella giornata del 12 settembre, quando in questo Santuario
mariano si celebra la giornata degli ammalati.
Ritornando indietro nel tempo, desideriamo ricordare
ai nostri amici ascoltatori che sicuramente la Vergine fu
vicino a Maria Bolognesi quando il 5 Marzo 1948 la giovane ventiquattrenne fu aggredita da tre malviventi: erano le
17.40! Maria, pur camminando da sola tra i campi innevati
per portarsi a casa dai suoi genitori, leggeva l’“Ufficio
della Madonna”.
Questo suo amore per la Vergine Santa, Maria lo trasmise subito anche ai suoi bambini dell’asilo.
Possiamo dire senza alcun dubbio che Maria Bolognesi, grazie all’abilità delle sue mani calde e generose
Finestre Aperte
nel donare amore, ha potuto e voluto rendere omaggio
alla Vergine Santa anche attraverso l’uso dei pennelli e
dei colori ad olio: in via Giovanni Tasso sono infatti conservate due tele di quel volto santo, di quella Madre che
la faceva sentire protetta ed amata. A questo punto si fa
dovere per noi ricordare la particolare attenzione espressa
da Maria per la Madonna durante la preparazione dei suoi
presepi; spesso la Venerabile cercava di immedesimarsi
nella gioia della Madonna nell’avere tra le braccia l’adorato Gesù Bambino.
Maria Bolognesi aveva chiaramente compreso che la
Madonna è il modello per eccellenza per un pellegrinaggio
di fede: da Maria Vergine impariamo ad abbandonarci alla
volontà di Dio in tutte le cose; dalla Regina della Pace
impariamo ad avere fiducia anche quando ogni speranza
sembra svanita; dalla Madre Celeste impariamo ad amare
Cristo, suo figlio e Figlio di Dio, perché ella non è solo
Madre di Dio ma anche Madre della Chiesa.
La devozione di Maria Bolgonesi era interiore, tenera,
santa, costante e disinteressata, le medesime caratteristiche indicate da San Luigi Maria Grignon, nella “vera
devozione”.
Proprio a ricordo di questa serata ai presenti è stata
donata un’immaginetta che riproduce il simulacro in cera
della B.V. Maria Bambina, confezionato dalla Venerabile e
conservato presso il Centro.
La Mazzuccato ha concluso il suo intervento con un
duplice invito: il primo è quello a conoscere in modo
più approfondito la vita della Venerabile, affinché la sua
prossima beatificazione, evento e dono straordinari per il
nostro territorio, non ci colga impreparati; il secondo, invece, è più un impegno a recitare quotidianamente il Santo
Rosario, proprio come faceva Maria Bolognesi, mossi solo
dall’amore per la Vergine, affinché il suo “fiat” sia il nostro
quotidiano “sì” al Signore.
Una serata di preghiera, un’occasione per costatare
come la devozione mariana non faccia parte solo del passato del nostro Polesine, un’esperienza che ci insegna come
unendo le forze delle varie associazioni si possa ancora
combattere la secolarizzazione e lavorare tutti in armonia,
per il bene comune, sotto il manto dalla Madre celeste.
Vergine dell’Annunciazione
del card. Carlo Maria Martini
Vergine dell’annunciazione,
rendici, ti preghiamo, beati nella speranza;
insegnaci la vigilanza del cuore,
donaci l’amore premuroso della sposa,
la perseveranza dell’attesa, la fortezza della croce.
Dilata il nostro spirito
perché nella trepidazione dell’incontro definitivo
troviamo il coraggio di rinunciare ai nostri piccoli orizzonti
per anticipare, in noi e negli altri,
la tenera e intima familiarità di Dio.
Ottienici, Madre, la gioia di gridare con tutta la nostra vita:
“Vieni, Signore Gesù, vieni, Signore che sei risorto,
vieni nel tuo giorno senza tramonto
per mostrarci finalmente e per sempre il tuo volto!”.
La Redazione
Il 31 agosto 2012, il card. Carlo Maria Martini ha fatto il
suo ritorno alla Casa del Padre.
Il card. Martini “ha amato intensamente la Sacra Scrittura
e proprio per questo è stato capace di insegnare ai credenti e
a coloro che sono nella ricerca della verità che l’unica Parola
degna di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio,
perché indica a tutti il cammino della verità e dell’amore”,
ha scritto Papa Benedetto XVI nel messaggio che monsignor
Angelo Comastri ha letto all’inizio della cerimonia funebre.
Vogliamo ricordarlo con la preghiera sopra riportata da
lui composta in onore della Madonna.
La Redazione
B.V. Maria Bambina - opera in cera confezionata dalla venerabile Maria
Bolognesi e custodita presso il Centro
Finestre Aperte
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Appuntamenti
Sabato 20 ottobre 2012 - ore 10.30 e
Domenica 21 ottobre 2012 - ore 11.00
presso la Chiesa Parrocchiale
di S. Sebastiano Martire
Bosaro (RO)
88° Anniversario della nascita
della venerabile Maria Bolognesi
Sante Messe
COMUNICAZIONE
Il giorno 22 di settembre e di ottobre alle ore 17.30
incontro di preghiera
presso il
Centro Maria Bolognesi.
Per informazioni: Tel. 0425.27931
A
T
T
E
N
Z
I
O
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E
Compila e spedisci questo tagliando per ricevere il materiale desiderato
riguardante Maria Bolognesi e per segnalare eventuali variazioni di indirizzo.
Anche il tuo contributo ci permette di far conoscere Maria Bolognesi.
Verranno prese in considerazioni solo le richieste accompagnate da un
contributo base di € 1,50 – anche in francobolli – per le spese di spedizione.
Cognome
‰ Finestre Aperte
Nome
‰ Biografia
Via
‰ Breve profilo
Cap.
Città
Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00
(se festivo ore 10.30),
viene celebrata una S. Messa
per la venerabile Maria Bolognesi
presso il Tempio “La Rotonda” di Rovigo
‰ Preghiera
Fotografa il Qr code e potrai vedere sul
‰ Variazione Indirizzo
Spedire a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo
cellulare il sito del Centro Maria Bolognesi.
(Il servizio funziona solo su cellulari abilitati alla lettura Qr code)
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