Comments
Transcript
Credo per comprendere, non comprendo per credere
Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI INTERNET: www.mariabolognesi.it ANNO XXI N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2012 E-mail: [email protected] Credo per comprendere, non comprendo per credere In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta. (S. Agostino) Editoriale “Un po’ dormi, un po’ sonnecchi, un po’ incroci le braccia per riposare… e… AMMALATI DI ACCIDIA CRONICA: CA: VUOTI A PERDERE ….e intanto arriva a te la povertà come un vagabondo” D urante la caldissima estate appena trascorsa, mi è capitato spesso di imbattermi in personaggi che incarnavano perfettamente la caricatura di certe vignette umoristiche. Un uomo corpulento in canottiera, quasi sempre vistosamente macchiata, spaparanzato su una poltrona, davanti al televisore acceso, con un sacchetto di noccioline appoggiato alla pancia e nella mano destra una bottiglia di birra; tutto intorno a lui un gran disordine. Questa è sicuramente un’immagine limite, ma credo che ciascuno di noi possa annoverare, tra le proprie conoscenze, più di un soggetto menefreghista, che batte sempre la fiacca e che ha fatto suo il motto “ma chi me lo fa fare!”. Paradossalmente capita che queste persone “nate stanche” riscuotano anche la nostra ammirazione; in special modo quando stiamo vivendo un momento di sconforto, la loro “immobilità” – fisica e psichica – ci appare più saggia e proficua del nostro inconcludente “dannarsi”. Troppo spesso non ci rendiamo conto che ci troviamo di fronte ad uno dei sette peccati capitali: l’accidia, o ignavia che dir si voglia. Una malattia moderna Quella dell’accidia è, sotto molti aspetti, una malattia moderna, anche se definirla tale potrebbe sembrare voler giustificare il suo “portatore”; ma il termine malattia descrive perfettamente la sua capacità di attaccare in modo subdolo – proprio come un virus – la vita del cristiano fino ad impadronirsi sia della sua intelligenza che della sua volontà. La Siesta di Vincent Van Gogh In realtà, l’accidia è a tutti gli effetti un peccato moderno perché, senza alcun dubbio, implica la nostra responsabilità. Il primo sintomo è una banale svogliatezza che in poco tempo si trasforma in mancanza di stimoli e, via via, di ideali e soprattutto di passione per la verità, concetto oggigiorno piuttosto impopolare in questa società dove “ci si scalda” per una partita di calcio e non per difendere la propria fede. Il peccato dell’accidia non è semplice pigrizia, è mancanza di finalità realmente capaci di dare un senso alla vita. Viviamo in un mondo caratterizzato dalla noia, dal torpore e dalla depressione. Bambini, giovani, adulti e anziani: tutti infinitamente annoiati. Non vi sembra forse strano che i nostri bambini, dopo il 2 (Pr 6,10-11) secondo giorno di vacanze estive, inizino a trascinarsi come zombie da una stanza all’altra lamentandosi che si annoiano? Eppure hanno a disposizione giochi supertecnologici, ma non sanno più accendere la fantasia senza l’elettricità. La crisi economica mondiale si offre come un ottimo alibi per giustificare la mancanza di impegno; c’è ragione di credere che proprio un’epidemia lunga e latente di accidia abbia contribuito ad affermare l’individualismo sul bene comune e la ricerca del benessere edonistico a discapito dei veri valori morali che richiedono sacrifici. Giriamo come giostre L’accidia non è, quindi, solo pigrizia, ma anche freddezza di spirito, morte interiore, un vero e proprio peccato di omissione. Ciò può sembrare assurdo, soprattutto per il fatto che siamo una società irrequieta, affannata, ansiosa, stressata dai ritmi caotici, dello stile dell’evangelica Marta ma all’ennesima potenza. Dunque come può essere che pecchiamo di indolenza? In verità è che spesso giriamo a vuoto proprio come una giostra. L’essere indaffarati, infatti, non significa produrre cose buone e durevoli. Un’auto può avere il motore acceso, fare molto fumo ma rimanere ferma. L’accidia, in fondo è proprio questo: negligenza nell’esercizzio delle virtù cristiane e nell’attività spirituale tendente alla santificazione. Per S. Tommaso d’Aquino era inconciliabile tristezza davanti a Dio nostra somma gioia. Ecco perché la predica del sacerdote diventa “pesante”, la lettura della Bibba “una barba” e la preghiera personale “una perdita di tempo”. Meglio dedicarsi ad attività banali, che non creano preoccupazioni e non richiedono nessun tipo di “sforzo”. Solitamente l’accidia è accompagnata da una ricerca spasmodica del sensazionale. I Mass Media ce ne danno quotidianamente prova; a luglio, ad esempio, è scoppiato un gran clamore per la scoperta scientifica della “particella di Dio”, ma poi quando Dio bussa alla nostra porta trova la scritta “non disturbare”. L’Anno della Fede, ormai alle porte, voluto da Benedetto XVI, nasce proprio dall’esigenza di riprendere la ricerca di Dio per riscoprire chi siamo veramente: “Uomo, non andare fuori, ritorna in te stesso, la verità risiede nell’intimo dell’uomo” (S. Agostino). Finestre Aperte Oh fossi tu freddo o caldo! (Ap 3,15) Ora forse ci è chiaro perché alcuni Padri della Chiesa consideravano l’accidia più pericolosa della superbia, il peccato per eccellenza. Ma oggi, c’è qualcuno che confessa questo peccato? Qualcuno, durante le prediche o il catechismo, parla di accidia? Sembra un vizio sorpassato, così diffuso da diventare una caratteristica antropologica dell’uomo. Permettetemi di pensare che proprio questa è una delle cause della perdita dello spirito militante nella Chiesa. Il peccato mortale dell’accidia è in grado di “contaminare” completamente la vita dell’uomo, come un tarlo che, piano piano, fa crollare la sequoia rodendola dall’interno. La vita familiare diventa solo un bagaglio di obblighi asfissianti, lo stesso accade per il lavoro. Così i matrimoni finiscono perché ci si annoia e le giornate di lavoro vanno avanti per forza d’inerzia, “tanto non serve a niente!”. La vita interiore diventa monotona quando è assente l’amore per il prossimo, quando il cuore si raffredda e l’unione con Dio si affievolisce. L’accidia rifiuta di esercitare la volontà verso il bene, verso l’ideale; perciò, spesso, si manifesta anche nella “tiepidezza”, quella che viene ben descritta nel capitolo 3 dell’Apocalisse. Dio detesta l’insipidezza dell’accidia spirituale: un ateo onesto è più accettabile al Signore che una persona religiosa compiaciuta di se stessa. Un’altra forma particolarmente devastante di accidia è quella di non prendere mai una posizione netta su niente e nessuno, atteggiamento che mal si cela nel termine “tolleranza”, infatti si tratta di indifferenza, madre di tutti i vizi! Se diventiamo indifferenti alle cose del Signore, se sentiamo qualcuno bestemmiare e restiamo “tolleranti”, allora siamo già stati infettati dall’accidia. Editoriale Ammalati di accidia cronica: vuoti a perdere ......................................... pag. 2 Aiutaci ad aiutare ..................................... » 4 L’intervista Maria Bolognesi: quotidiana, ferma e semplice ...................................... » 5 Il Signore dà... il Signore toglie... .......... » 7 Concorso artistico: un ritratto per la venerabile Maria Bolognesi........... » 8 Sulle ali della Poesia Una poesia per la venerabile Maria Bolognesi....................................... » 9 Missâo Belém Benedetta provvidenza! ........................... » 13 Edizioni MB, dieci anni di attività .......... » 14 Briciole di saggezza Quarta parola chiave: fede... .................... » 15 Oltre lo spazio e il tempo Silvia, sorriso dell’anima ......................... » 16 Il volto di Maria Bolognesi La Venerabile, un volto consacrato al Signore ............................... » 17 Da resuscitare come Lazzaro Sì, si può guarire dall’accidia. Dante Alighieri scrisse: “Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza”. Dobbiamo ritrovare la consapevolezza di chi siamo: creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio, perciò solo in Lui possiamo realizzare pienamente la nostra umanità. È indispensabile abbracciare un nuovo modo di pensare, perché l’accidia è nichilismo e non un’invenzione del Sommo Poeta. La nostra vita è un dono meraviglioso, non un circolo vizioso dove “si lavora per mangiare” e “si mangia per lavorare”. Il Salvatore Gesù Cristo mette a nostra disposizione prospettive concrete, ci mostra il Tutto a cui tendere. Così si apre per noi la possibilità di uno stile di vita diverso: “chi rubava non rubi più, anzi lavori operando il bene con le proprie mani, per poter condividere con chi si trova nel bisogno” (Ef 4,28). Lo Spirito Santo non mancherà di aiutarci a ritrovare la fortezza, a riscoprire l’insaziabile fame e sete di giustizia, menzionata da Gesù nelle Beatitudini. Chi “soffre” di accidia è un po’ come se si trovasse nella “posizione” di Lazzaro: solo la Parola di Cristo, fulgida nella sua potenza, può scuoterlo e riportarlo alla vita. L’Amore di Dio è l’unica cura capace di trasformare le “ossa continua a pag. 4 Finestre Aperte sso m m a r io o Omaggio alla Vergine Maria .................... » 18 Appuntamenti ........................................... » 20 In ossequio al decreto di Urbano VIII, si dichiara di non voler attribuire a quanto di straordinario è narrato in questo giornale altra fede se non umana e di non voler prevenire il giudizio definitivo della Chiesa, al quale la Redazione intende sottomettere in tutto il suo. Il Consiglio Direttivo del Centro ringrazia per le offerte pervenute per la Causa e le opere di Maria. Per offerte: Conto Corrente Postale 26145458 FINESTRE APERTE [email protected] Direttore Responsabile: Mons. Daniele Peretto Direttore: Giuseppe Tesi Vicedirettore: Ludovica Mazzuccato Sede e Redazione: Centro Maria Bolognesi Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Telefax: 0425.27931 Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992 Stampa: Papergraf S.p.A. Piazzola sul Brenta (Pd) 3 continua da pag. 3 secche” di cui parla il profeta Ezechiele, in un’armata di cuori pulsanti. Rigenerati tramite la fede in Cristo, sconfiggeremo l’accidia, il peccato dimenticato che provoca tanti danni, e ritroveremo lo spirito combattivo necessario per recuperare questo mondo alla deriva. “Va dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio” (Pr 6,6) La Didaché, un manuale della Chiesa primitiva, cita l’accidia come segno distintivo dei falsi profeti. Lo stesso apostolo Paolo, predicatore itinerante, si sosteneva producendo tende. È sufficiente conoscere la biografia di un qualsiasi santo per renderci conto che “apatia” non fa rima con “santità”. Ciò risulta lampante anche nel vissuto di Maria Bolognesi: la Venerabile è stata infaticabile ape operaia dell’alveare di Dio, produttrice copiosa di miele di carità. Ella, non solo era in continuo movimento per far giungere il suo aiuto dove ce n’era bisogno e non vacillava se era necessario riprendere un’anima che stava commettendo degli errori, ma altresì si impegnava profondamente nella preghiera. Sì, perché non dobbiamo dimenticarlo mai, che anche con la preghiera si “costruisce”, si “aiuta”, si “agisce”, si spostano anche le montagne. Nelle pagine dei Diari di Maria si legge con quale insistenza chiedesse al Signore una “parentesi” di salute, non per riposarsi, ma per poter andare ad assistere un malato all’ospedale o lavorare per i suoi poveri, per la costruzione del suo presepe... Dopo una lunga giornata di lavoro, iniziata all’alba senza nulla nello stomaco, nei campi o peggio ancora nel macero della canapa, la Venerabile ancora giovanissima, seppure stremata fisicamente, aveva ancora energie da spendere per il suo prossimo, trovava ancora la voglia di lavorare nella vigna del suo amato Gesù. Questa è la straordinarietà delle anime salite in cielo in odore di santità: vincere con la virtù la tentazione dei peccati quotidiani! Ed è da questa caratteristica che dobbiamo lasciarci ispirare. Le membra di Maria Bolognesi non hanno mai conosciuto la noia e nella stanchezza hanno assaporato l’appagamento della comunione con il Padre. Nemmeno nella malattia si è abbandonata al dolce far niente: quando le sue gambe non potevano correre, il suo cuore metteva le ali e volava a portare conforto dove c’era sofferenza. L’esempio della Venerabile non può che incoraggiarci: abbiamo i mezzi per vincere la pusillanimità, per smettere di bearci della nostra mediocrità e accettare con gioia la vocazione che il Padre ha plasmato pensando a ciascuno di noi. Solo in questo modo non saremo “vuoti a perdere” ma il “sale della terra”. Ludovica Mazzuccato Curiosità In copertina il bosone di Higgs, noto con la denominazione di “Particella di Dio”, derivantee dal titolo del libro di fisica divulgativa di Leon Lederman “The God Particle”, pubblicato nel 1993. Tale titolo derivò da un cambiamento da parte dell’editore del soprannome di “Goddamn particle” (particella maledetta), originalmente scelto dall’autore in riferimento alla difficoltà della sua individuazione. La successiva errata traduzione di “God particle”, “particella di Dio”, ha aggiunto un’ulteriore storpiatura mirata a creare scalpore. 4 AIUTACI AD AIUTARE Continuano le iniziative di “raccolta” per i bisognosi Del trimestre, che si sta concludendo, non abbiamo “dati” confortanti da comunicarvi: purtroppo dobbiamo fare i conti con un riscontro non del tutto positivo. La crisi economica rende difficile esercitare la carità, ma come scrisse Jack London “Un osso al cane non è carità; carità è l’osso diviso con il cane, quando sei affamato quanto il cane”. Perciò, noi non ci lasciamo scoraggiare e continuiamo a perseguire coraggiosamente i nostri propositi. L’esempio di Maria Bolognesi ci sostiene sempre, lei povera tra i poveri, non si preoccupava di donare il poco che aveva al bisognoso incontrato lungo il suo cammino: sapeva che la provvidenza non abbandona mai i cuori sinceramente generosi. La Venerabile sapeva che “la carità è la regina delle virtù, come le perle sono tenute insieme dal filo, così le virtù dalla carità” (San Pio da Pietrelcina). I terremotati di maggio e giugno 2012 non hanno smesso di esistere perché i giornali e la televisione non ne parlano più! Vi rinnoviamo, dunque, la possibilità di offrire il vostro contributo: Il francobollo per la carità: inviate i vostri francobolli. Pensate che con 60 centesimi – un francobollo! – si può comperare un litro di latte per tanti che hanno veramente fame. Raccolta tappi: portateci i tappi di plastica delle bottiglie, diventeranno gocce di un mare capace di portare un po’ di sollievo a chi è in difficoltà. Fate colorare ai vostri bambini un contenitore di cartone in cui, poi, praticare un foro: diventerà il vostro “raccoglitore personale” di tappi di plastica! Una volta “pieno” potrete consegnare il “raccolto” presso il Centro Maria Bolognesi. Provate ad immaginare se in questa iniziativa si riuscissero a coinvolgere condomini, vicini di casa, amici, ecc… una “rete” di solidarietà proprio come quella che riusciva a tessere la Venerabile. In fondo si tratta solo di fare un piccolo gesto pratico: svitare il tappo di plastica, invece di buttarlo nella spazzatura! Raccolta cents: le monetine da 1, 2 e 5 cents se raccolte possono fare la differenza; invece di lasciarle disperse nel fondo delle tasche o nella borsa, donatele al Centro Maria Bolognesi, che si preoccuperà di farle arrivare dove l’avere anche un solo Euro in più fa la differenza. Per tutte le nostre iniziative e per avere maggiori informazioni potete fare riferimento a tutti i recapiti del Centro. La Redazione Finestre Aperte L’intervista Maria Bolognesi: quotidiana, ferma e semplice Cinque domande al Postulatore Padre Raffaele Talmelli Ci sembra interessante offrire ai nostri lettori un’intervista di Padre Raffaele Talmelli, dal 2012 Postulatore della Causa di Canonizzazione della venerabile Maria Bolognesi. Il più recente profilo biografico “Maria Bolognesi: anzitutto il Signore!” – stampato nel maggio 2012, in occasione della Dichiarazione di venerabilità – porta proprio la firma di Padre Raffaele insieme a quella di Giuseppina Giacomini, Presidente del Centro. Il Postulatore sta già lavorando per una più ampia biografia in vista della Beatificazione della Venerabile. 1. Nel mese di maggio la Chiesa ha dichiarato Maria Bolognesi venerabile, ovvero nella sua vita terrena è stato riconosciuto l’esercizio eroico delle virtù. Può farci un esempio pratico di come Maria viveva la chiamata universale alla santità? Più che qualche esempio pratico, mi sento di testimoniare che quella di Maria era una attitudine costante a vivere alla presenza di Dio ogni momento della vita. Vicino a lei si capiva bene che il momento presente era l’occasione speciale per santificarsi; mi sembra che bene si possano applicare a Maria le parole di Guy De Larigaudie: «È ugualmente bello sbucciare patate per amore del buon Dio, quanto costruire cattedrali». Non posso dimenticare che persino incontri molto sgradevoli erano vissuti da Maria come stimoli per presentare a Dio quelle persone e offrire sacrifici per loro. Una volta commentò: «E chi mi dice che il Signore non abbia permesso che tu vedessi quelle persone proprio perché ti ricordassi di loro? Chi prega per loro? Quando ti tornano in mente, presentale al Signore, come facevano i discepoli che presentavano le persone a Gesù». Diciamo che per Maria la chiamata alla santità era davvero universale, nel senso che era applicata in modo veramente universale, a tutti i settori della vita. Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio (1Cor 10,31). 2. Dalle sue parole, così cariche di calore, traspare che lei ha avuto modo di conoscere Maria Bolognesi di persona. Spesso è difficile immaginare che gli uomini e le donne salite al cielo in odore di santità siano uomini e donne “normali”, anime che possiamo incontrare quotidianamente: perciò le chiedo se vorrebbe condividere con i nostri amici lettori un aneddoto legato alla Venerabile. Sì, ed è un ricordo che mi dà ancora una certa amarezza. Avevo conosciuto alcune persone che avevano grande fiducia di Maria e mi avevano parlato di lei come di una santa. Ero incuriosito e desideravo conoscerla e alla fine ci riuscii. Nella mia fantasia mi aspettavo una piccola casa-santuario, supponeFinestre Aperte vo che Maria si sarebbe presentata con aspetto ieratico in una stanza piena di immagini sacre, magari con qualche candela accesa e profumo d’incenso. E invece mi trovai in una normalissima casa che non sembrava affatto un santuario; Maria vestiva un normalissimo grembiule, aveva le gambe grosse, era senza calze e portava le ciabatte! Sentii vacillare qualcosa in me: mi accorsi che nel mio immaginario non c’era posto per una santa con le ciabatte (ovviamente non avevo capito che gli edemi declivi e la gravissima vasculopatia le rendevano impossibile calzare le scarpe!). Devo confessare che, pur accorgendomi che Maria era una persona speciale, con una fede e una chiarezza di idee veramente fuori del comune, la ritenni troppo normale per essere una santa! E purtroppo mi unii anch’io alla sempre innumerevole schiera degli abitanti di Nazareth per i quali Gesù restò sempre «il figlio del falegname» (Mt 13,55) i cui fratelli e sorelle hanno continuato ad abitare tra noi (cf Mc 6,3)… E la punta d’amarezza sgorga ogni volta che mi rendo conto di non aver colto a fondo la grazia che il Signore mi aveva donato. 3. Se dovesse descrivere Maria Bolognesi con tre aggettivi, quali userebbe? Quotidiana, ferma, semplice. 4. Quale brano delle Sacre Scritture le sembra più rappresentativo della spiritualità della Venerabile? Maria amava i bambini, coglieva tutte le occasioni per parlarne. Quando io la conobbi, Maria era molto ammalata e quasi non usciva più di casa e, a pensarci bene, anche in lei era rimasto un tratto fanciullesco, nello sguardo, nel sorriso, nel dare spiegazioni. Le era molto chiaro che, in un certo senso, i bambini possiedono le chiavi del Regno. E allora, c’è una frase evangelica che mi ricorda sempre Maria: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Così pure la sua persona, pur semplice e gioviale, emanava una certa fermezza che si traduceva in una sorta di autorità capace di infondere sicurezza. Più volte, dialogando con lei, mi sono dovuto accorgere che le sue frasi brevi e incisive non ammettevano replica… e ancor oggi penso sempre a Matteo che ci ricorda che Gesù «insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi» (Mt 7,29). 5. In questa nostra società secolarizzata quale funzione hanno, secondo lei, esempi di vita come quello di Maria Bolognesi? Quale impatto sociologico può portare la sua beatificazione nel nostro Polesine? Gli aggettivi per descrivere la nostra società si potrebbero sprecare… ma francamente non credo che ci sia stata un’epoca 5 Cinque domande al Postulatore Padre Raffaele Talmelli esente da aggettivi negativi. Già sant’Agostino rimproverava i suoi contemporanei di lasciarsi andare a una visione troppo pessimistica del proprio tempo: Che cosa di nuovo e insolito, o fratelli, patisce ai nostri tempi il genere umano, che non abbiano patito i nostri padri? Anzi possiamo noi affermare di soffrire tanto e tanti guai quali dovettero soffrire loro? Eppure troverai degli uomini che si lamentano dei loro tempi, convinti che solo i tempi passati siano stati belli. Ma si può essere sicuri che se costoro potessero riportarsi all’epoca degli antenati, non mancherebbero di lamentarsi ugualmente. Se, infatti, tu trovi buoni quei tempi che furono, è appunto perché quei tempi non sono più i tuoi.1 E d’altronde, se riflettiamo che Gesù definì il suo tempo «l’impero delle tenebre» (Lc 22,53), non possiamo credere che viviamo in tempi peggiori di quelli in cui fu brutalmente assassinato il Figlio di Dio. Papa Giovanni XXIII nel famoso discorso di apertura del Concilio Vaticano II stigmatizzò un atteggiamento che, in perfetta buona fede, resta sempre tanto diffuso: Spesso infatti avviene, come abbiamo sperimentato nell’adempiere il quotidiano ministero apostolico, che, non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengano riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa. A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo. Nello stato presente degli eventi umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della Chiesa.2 Io credo che l’esempio principale che ci ha lasciato Maria sia quello della responsabilità personale: lei si preoccupò ben poco del bene che avrebbero dovuto fare gli altri; pur constatando deviazioni e peccati, si sentì sempre chiamata in prima persona a fare qualcosa affinché il male fosse vinto dal bene (cf Rm 12,21). Anche se tante volte fu sferzante nel descrivere il peccato che vedeva davanti ai suoi occhi ed ebbe visioni funeste sulle conseguenze dei peccati, la sua reazione fu sempre e solo una: «Oggi cosa potrò fare per il bene delle anime? Voglio lavorare sempre per il bene delle anime, lavorare per i poveri, cercare l’ufficio che più mi pesa per farne un fioretto da offrire a Gesù in riparazione per tutta l’umanità». 6 Mi sembra che noi cristiani non dobbiamo lasciarci ingannare su questo punto. Prima di venire travolti dal vortice delle analisi negative sui mali del mondo e assumere la mentalità dei telegiornali che spaziano dal tragico all’effimero, dobbiamo ricordarci che Gesù ha «vinto il mondo» (Gv 16,33) e continua a vincere grazie a creature deboli e disprezzate (cf 1Cor 1,28). Maria non fondò nessun istituto, non promosse nessuna grande opera, non scrisse alcun libro; seppe però offrire tutta la sua vita a Dio, e comprese che la sofferenza personale poteva acquistare un significato salvifico se associata alla Passione del Redentore. Maria ci ricorda, forse in maniera un po’ scomoda, che ognuno di noi, nessuno escluso, ha la sua parte di responsabilità: se a Sodoma si fossero trovati dieci giusti l’intera città corrotta e peccatrice non sarebbe stata ingoiata in un mare di fuoco e zolfo (cf Gn 18,32)... Una volta Maria mi disse che persino la pace nel mondo era sempre minacciata dal peccato e una vera cultura di pace si sarebbe potuta costruire solo vivendo nell’amore di Dio e nel rispetto dei suoi comandamenti... Credo quindi che l’esempio di Maria sia soprattutto un richiamo alla responsabilità e al valore dell’uomo che, per quanto piccolo, ha sempre a disposizione una potente arma: la preghiera unita all’offerta. Penso che in ogni epoca ci sia stata la tendenza a rinnegare il valore di coloro che per qualsiasi ragione non erano considerati esseri produttivi e certamente la nostra epoca non fa eccezione. Maria dice ad ogni cristiano che il «Sì» a Dio pronunciato nel proprio «oggi» è il segreto per non perdere mai il significato della vita, per noi stessi e per il mondo intero. Sono ferrarese, ma vivo a Siena da ventisette anni; non conosco bene la situazione del Polesine. C’è però un particolare che mi ha profondamente colpito e non posso pensare che si tratti di un caso: nell’arco di un anno, la Chiesa di Adria-Rovigo ha visto dichiarata la venerabilità di tre sue figlie, madre Elisa Andreoli (1861-1935), suor Dolores Inglese (1866-1928) e Maria Bolognesi (1924-1980). Ebbene, la vita di tutte tre fu caratterizzata da una particolare esigenza di riparare con atti d’amore gli strappi che il peccato continua a produrre. Il decreto di venerabilità di suor Dolores recita: Visse l’esperienza del dolore, come un mezzo di unione al mistero pasquale di Cristo che rende solidali con tanti fratelli e sorelle crocefissi dalla malattia, oppressi dall’ingiustizia e dal potere egoistico; in tal modo raggiunse una profonda comunione con Dio e testimoniò con coerenza la forza salvifica della croce. Forse in questo «linguaggio duro» (Gv 6,60) è racchiuso l’invito a percorrere una strada impervia ma necessaria. E la beatificazione di Maria Bolognesi – che ci auguriamo prossima – potrebbe essere lo stimolo giusto per riaccendere nel cuore dei cristiani l’amore per quegli “ultimi” che ogni società infatuata dal mito della produttività calpesta e distrugge. (intervista a cura di Ludovica Mazzuccato) Note 1) SANT’AGOSTINO, Discorsi, 2,92. 2) GIOVANNI XXIII, Discorso di apertura del Concilio Vaticano II, 4,2-4. Finestre Aperte IL SIGNORE DÀ... IL SIGNORE TOGLIE... Credo che in ogni famiglia ci sia la bella abitudine di “custodire” – attraverso le foto – la memoria del nostro passato! Il “custodire le foto” sic et simpliciter, non avrebbe senso, se non ci fosse in noi anche la consapevolezza che il nostro “ieri” è in stretta connessione, in armonia oppure in disarmonia con il nostro “oggi”. L’armonia e la disarmonia, poi, sono la conseguenza - immediata o meno - del nostro libero agire, della nostra determinazione a operare per la vita e il bene comune, a partire dalla propria famiglia. In questo mio personale cammino a ritroso, mi lascio trasportare dai ricordi suscitati da alcune foto: tre in tutto! Nella prima, risalente al 1945, mi rivedo sulle ginocchia di Elisa, la nonna materna; nella seconda – anno 1946 – sono insieme alle sorelle Maria Vittoria e Rita; nella terza – anno 1948/49 – sono ancora accanto alle sorelle, ma anche al fratello Vincenzo, il primogenito. Mi soffermo sulla prima foto per sottolineare che la nonna, a quel tempo, aveva circa 70/72 anni! Immediato il raffronto con persone che oggi hanno 70 anni: non c’è paragone, anzi! Sarei tentata di dire che la nonna sembra avere minimo 10 o 15 anni di più… Che salto di qualità ha subito la nostra vita in virtù delle scoperte scientifiche, di un progresso senza precedenti, ma anche di una alimentazione adeguata, non più povera come quella del tempo sopra indicato. Mi chiedo: ce ne siamo resi conto che ciò non è merito nostro, ma dono di quel Dio della vita, che a tutto provvede? Foto 1 Finestre Aperte Passo ora alla seconda foto, scelta di proposito, perché desidero soffermarmi sull’abbigliamento di noi sorelle, bambine di 1 - 3 - 4 anni! Foto 2 Mi colpisce la semplicità dell’abbigliamento, dalle calze alle scarpette, ma non dimentichiamo che eravamo nei primi anni del dopoguerra, periodo difficile, di crisi, di disoccupazione, di emigrazione, di viaggi della speranza oltre oceano, alla ricerca di quel benessere economico che anche l’Italia avrebbe assaporato nel decennio successivo. E passo ad esaminare la terza foto perché la stessa ci indica il fiorire di una realtà luminosa: il grigio di un’epoca postbellica, con sfumature di povertà generalizzata a più livelli, lascia il posto alla luce di un benessere palpabile: tutto diventa più sfavillante e armonioso! Anche il volto di noi fratelli si apre al sorriso, consapevoli di avere alle spalle una famiglia unita, operosa, una famiglia lavoratrice e soprattutto cristiana, che ha sempre messo al primo posto Dio; non solo, che ha voluto e saputo offrirci una buona educazione cristiana oltre che una valida preparazione culturale, con l’inserimento in Scuole cattoliche parificate, presenti nella nostra piccola, ma dignitosa cittadina veneta: Oderzo (TV). Grazie alle scelte dei nostri genitori, abbiamo potuto usufruire di elementi validi per crescere sempre più fermi nel Vangelo. In famiglia, attraverso poi l’esempio dei genitori, abbiamo imparato a ringraziare il Signore per tutto il bene ricevuto, senza insuperbirci per i vari traguardi raggiunti dai singoli componenti; si è continuato a vivere in semplicità, anche in umiltà, senza mai suonare la tromba, senza mai mettersi in prima fila! “Il Signore dà, il Signore toglie… Sia benedetto il Signore, ora e sempre”. Prima di mettere la parola fine a queste semplici considerazioni, mi è spontaneo pensare che questo passato “povero” che abbiamo lasciato alle spalle, sta lentamente ri-affiorando in vari ambiti: c’è una povertà sempre più emergente, non più prerogativa solo del ceto povero, ma anche di quello medio, con sorprendenti ramificazioni anche per le persone più benestanti. La nostra Venerabile Maria Bolognesi, già nel 1979, in una lettera a persone amiche, esprimeva la sua preoccupazione per un domani estremamente “povero” che ci avrebbe “livellato” tutti! Foto 3 Saremo dunque tutti più poveri? Ma questo “mal comune” quale reazione produrrà nell’intimità del nostro cuore? Reagiremo con sentimenti di fratellanza e di condivisione, o ci lasceremo condizionare dall’ egoismo, isolandoci? Personalmente auspico che la prima ipotesi abbia il sopravvento, per cui mi permetto di aggiungere: ben venga anche la povertà, se questa ci consentirà di recuperare quella dimensione verticale della nostra vita, che per anni è stata relegata o schiacciata dalla dimensione orizzontale. Presto impareremo a mettere ancora al primo posto Dio, la sua legge e la sua giustizia, per ottenere dall’Altissimo la sua Misericordia e la sua Pace. Giuseppina Giacomini 7 CONCORSO ARTISTICO UN RITRATTO PER LA VENERABILE MARIA BOLOGNESI Il Centro Maria Bolognesi in collaborazione con il trimestrale “Finestre Aperte” e con la casa editrice Edizioni Mb indicono il Concorso artistico “Un ritratto per la Venerabile Maria Bolognesi”. Al concorso possono partecipare artisti italiani e stranieri con un’opera ispirata al volto di Maria Bolognesi, di formato non superiore a 21 x 29,7 cm (A4) e a tecnica libera. L’artista partecipante dovrà apporre a tergo dell’opera nome e cognome. L’opera deve essere accompagnata da un foglio contente: • le generalità dell’autore (nome, cognome, indirizzo, data di nascita, telefono, e-mail); • un breve curriculum artistico; • una spiegazione della tecnica usata; • l’autorizzazione al trattamento dei dati personali; • la seguente dichiarazione firmata “Autorizzo il Centro Maria Bolognesi a utilizzare la mia opera, previa comunicazione, senza nulla pretendere”. Le opere possono essere consegnate nei seguenti modi: a mano, per posta o per corriere presso Centro Maria Bolognesi - via Giovanni Tasso, 49 - 45100 Rovigo. La scadenza del concorso è fissata per il 15 gennaio 2013. Farà fede il timbro postale. Per posta elettronica verrà data conferma del ricevimento dell’opera; a tal proposito, chi non fosse munito di e-mail è pregato di allegare un francobollo da 0,60 €. Il concorso è totalmente gratuito. Non si accettano fotografie o scansioni ricevute per e-mail: è necessario spedire l’opera originale. Sarà istituita una sezione speciale per gli under 20. Le opere ritenute meritevoli saranno premiate nel corso di una cerimonia pubblica, in data e in luogo ancora da destinarsi. Partecipate numerosi! [ Hai già visitato la “permanente”? ] Ricordiamo agli amici lettori che presso il Centro Maria Bolognesi è sempre possibile visitare la mostra permanente dei quadri dipinti dalla Venerabile. La mostra, inaugurata nell’ottobre del 2011, è un piccolo tesoro che merita di essere ammirato e conosciuto anche dai più piccoli. L’entrata è gratuita. Concordate la vostra visita telefonando al cell. 340.6162504. 8 Finestre Aperte Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato UNA POESIA PER LA VENERABILE MARIA BOLOGNESI Le poesie premiate Q uale modo migliore per “festeggiare” la Dichiarazione di Venerabilità, se non quello di porre l’evento come tema di ispirazione per i nostri poeti! Poteva sembrare un passo azzardato e invece la sensibilità artistica non ha tradito le nostre aspettative. Oltre centocinquanta le poesie pervenute, tutte di elevata qualità. Molti degli autori delle opere “vincitrici” sono per lo più “nomi” conosciuti alle pagine di Finestre Aperte, dimostrazione che chi conosce Maria Bolognesi da più tempo ha avuto modo di interiorizzarla e di apprezzarla fino in fondo. A onor di cronaca, ci piace ricordare, che le poesie ricevute vengono valutate dalla nostra “giuria” in forma del tutto anonima. Se la provvidenza ci assiste, ci piacerebbe trasformare i risultati di questa iniziativa in una pubblicazione da presentare durante la Giornata Mondiale della Poesia 2013 (marzo). SPIGA SILENZIOSA VENERABILE SEI VENERABILE MARIA Fátima Rocío Peralta García di Lima – Perù Antonella Scagnolari di Lendinara (Ro) Daniela Sias di Ceresio (Va) Come rugiada di bosco all’alba cadde la Tua parola, sfondo dell’anima manna del silenzio. Fertile vigna sulla terra sprofonda dei labirinti dell’uomo. Maria, spiga silenziosa al Vangelo Divino. Venerabile sei e nell’aria un profumo di rose colora il respiro del vento. Ai piedi di un cielo infinitamente azzurro m’inchino alla tua umiltà e ammirazione porto alla tua cristianità. Sulla soglia di una Beata si eleva un’umile preghiera nell’immensità di un universo che applaude nei cuori questo maggio di profonda gioia. E mi accorgo che amorosamente brillano le spine, e mi accorgo che ancora di più profumano le rose. Mi sei arrivata a casa in un quadretto; lo sguardo mite, il sorriso radioso ed anche senza trucco, senza ombretto il volto tuo è bello e luminoso. “il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano, piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio.” (Sal 92, 12-13) In pochi versi l’incisività della Parola si intreccia con la vita della Venerabile ricamando sospiri di fede. Finestre Aperte Ti guardo e penso che ora casa mia è un po’ più ricca, vale un po’ di più perché ci sei o venerabile Maria casta ed umile serva di Gesù. La poesia racconta, con straordinaria intensità, come si possa “conoscere” la Venerabile per puro caso, ma come tale “incontro” cambi inevitabilmente la vita. Versi capaci di esalare quel profumo delicato e contemporaneamente persistente delle rose, la preziosa essenza dell’anima di Maria Bolognesi. 9 Sulle ali della Poesia L’ANNUNCIO DONO DI VITA A MARIA BOLOGNESI Ines Scarparolo di Vicenza Caranti Stefano di S. Maria Maddalena (Ro) Donato Ladik di Torino Ti ha sollevato l’Infinito Amore sino ai Cieli più alti dov’è solo Luce, dov’è solo Misericordia, dove dimorano gli Angeli. Quel giorno nell’aria, come canto è risuonato l’Annuncio: “Venerabile è Maria, Serva di Dio Altissimo!” E il cielo s’è tinto di rosa, il ciliegio del giardino ha sparso al suolo i petali più belli. Si riempie di gioia il cuore. Ti sussurro quanto T’amo e Tu sorridi. Venerabile Maria, Sorellina Santa tendimi le braccia come ieri, come sempre e non avrò paura. Ho bisogno di speranza, quella che accende il sorriso nei momenti di sconforto. Ho bisogno di parole, quelle che scaldano il cuore nei giorni più freddi. Ho bisogno di credere in un mondo migliore per ritrovare la pace. Ho bisogno delle tue parole, semplici e sincere, quelle che nutrono l’anima. Ho bisogno del tuo esempio di fede, quella tua forza nell’affrontare la vita e il tuo rispetto nell’onorarla. Ho anche bisogno dell’umiltà che hai seminato, delle tue gesta senza tempo che faranno brillare, come ora, nuovi occhi non più ciechi all’eternità. Dolce creatura di beltà intrisa, serena presenza nella nostra vita, ascolta l’umile preghiera condivisa nel chiedere al Padre la gioia infinita. Tu che conosci del povero le pene rafforza chi nel tuo amor confida, e nel rompere del disagio le catene, creda insieme a noi e sorrida. Accogli l’autentica passione di coloro che vedono in te vita generosa e compassione per giungere in quel giorno che tutti vedranno: la resurrezione. Con pennellate intime e toccanti, l’autrice apre il suo cuore alla Venerabile, le braccia diventano ali e le parole si trasformano in frutti di fede. Una poetica preghiera capace di emanare quell’unica luce che sconfigge il buio: l’amore del Padre meravigliosamente testimoniato dalla Venerabile. Il ricordo di Maria Bolognesi, attraverso questi armoniosi versi, diventa presenza costante e necessitante: un faro nella vita dell’autore. “UNA POESIA PER LA SACRA FAMIGLIA” FAMIGLIA” Nuovo numero, nuova tematica. Inviateci entro il 14 novembre 2012, le poesie ispirate alla SACRA FAMIGLIA – pensieri e emozioni “profumate” di Natale – che non superino i 30 versi, in un’unica copia, corredata delle proprie generalità e dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali. Per spedire le opere (per posta, per fax o per e-mail in file .doc), per richiedere Finestre Aperte e ricevere informazioni, rivolgersi a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Telefono e fax: 0425.27931 e-mail [email protected] - www.mariabolognesi.it Un invito particolare a partecipare è rivolto ai bambini e ai ragazzi! 10 Finestre Aperte Sulle ali della Poesia FIORI DI CARITÀ Dante Iagrossi di Caiazzo (Ce) Madre di purissima luce, che ancora generosamente diffondi, attraverso il buio profondo delle coscienze, dentro fitte foreste di indifferenza… E fai germinare ancora semi di bontà, sotto la neve dell’egoismo, spargendo nuovi fiori di carità nei deserti della solitudine… Troppe volte abbiamo dimenticato d’essere fratelli, aiutaci a perdonare le notti di odio, i giorni di sangue, quando la violenza sommerge i cuori indifesi degli innocenti, regalaci ancora il profumo del tuo sorriso e con le tue mani invisibili altre carezze di pace. In un mondo dove la Carità è fin troppo trascurata, l’esempio di Maria sboccia come un fiore che questi versi sanno cogliere con grazia eccezionale. O MARIA BOLOGNESI, VENERABILE NEL SIGNORE Bertilla Cusin di Sant’Urbano (Pd) O Maria Bolognesi Venerabile nel Signore in un giorno di ottobre è nato un fiore, giovinetta tu eri, e tracciavi un cammino di luce e di amore, per consolare gli ammalati, stendere la mano a chi soffre, per asciugare quelle lacrime e portarle in fondo al tuo cuore, MARIA Maria Cristina Biasoli di Molinella (Bo) Mi riempie di stupore, ne parlo a lungo seduta sui gradini. Con prodigioso fervore gentilmente la immagino offrire il suo cuore. Indelebile delicato gesto nell’anima, nella vita di tanti. Come candido cigno la sua luce purissima si posa dolce; accarezza, aiuta, solleva. Lei, come venerabile alba di ogni giorno. ma quanta gioia, nel sorriso di un bambino! Maria Bolognesi, tu amavi i colori, per dipingere su quel quadro la bellezza del Creato. Lo stupore prende corpo in questi versi diventando l’alba di un nuovo giorno dove c’è ancora posto per le virtù esercitate eroicamente da Maria. Ma quando Dio ti ha chiamata, lassù in Cielo, una schiera di Angeli ti cantava le dolci melodie. O Maria Bolognesi Venerabile nel Signore sulla terra di Bosaro in un giorno di ottobre è nato un fiore. Ora ti prego volgi il tuo sguardo quaggiù su di noi, perché quella luce viva in ogni cuore. Quasi un “salmo” che trasuda fede e speranza. Il “fiore” Maria sboccia quotidianamente nel cuore dell’autrice, emanando il suo meraviglioso profumo. Hai una raccolta di poesie nel cassetto? Inviala a: [email protected] Finestre Aperte 11 Sulle ali della Poesia MARIA, CAREZZA DI GRAZIA A MARIA BOLOGNESI ANGELO DI BOSARO Enrica Meloni di Siliqua (Ca) Teresa Corrado di Guardavalle Marina (Cz) Sublime vitalità d’una nitida purezza. Beata fra le genti. Dolce, ingentilita dalla semplicità dei suoi passi, seppur scalzi orma di genuino splendore. Preghiera oltre il mai affranto pianto. Perpetua d’un bene lodato agli altari. Dono d’un giorno che diede consolazione ai calvari. Come rifiorire di gesti gioiosi, fosti tu, carezza di grazia e parola d’amore al mondo. Sorrise il Cielo alle cose belle, quel dì che a Bosaro sei nata… la nera zolla, le colline i ruscelli han fatto festa per la tua venuta. Ogni verso di questa poesia diventa una carezza che si posa affettuosa sul volto del lettore trasmettendogli il calore della Venerabile. Povera, paziente e pia hai guardato il mondo con gli occhi del Cuore, hai amato Creato e Creatore, il tuo penare hai offerto a Maria! I piccoli, gli ammalati, gli indigenti hai seguito, i soli senza compagnia hai consolato, tu debole e ammalata hai curato i mendicanti incontrati per la via. Hai nutrito pescando in quel mare chi non aveva nulla da mangiare. Candido giglio di nero vestita con Gesù hai condiviso il gran dolore, dimmi… quanto era bello il Redentore… Bellissimo; il suo volto, luminoso, soave la voce che ti ha chiamato ti ha rivelato che Lui era lo sposo: ti ha prescelta e ti ha inanellata. ALLA “VENERABILE MARIA BOLOGNESI” IL MIO CANTO DI GIOIA Mariarosa Cera di Vicenza La tua anima è limpida come sorgente che zampilla: innalzo lungo la mia via un canto di gioia. E più donerai il tuo splendore più diventerà ricco, come il fiume che colmerà le due sponde con il dono dei suoi frutti. In te vediamo il volto sorridente di Dio nella luce in cui il fratello vede il fratello. A te canti di lode, il sole del mattino ha fugato le tenebre: nel tuo sorriso un abbraccio luminoso. Un canto che, come vento di primavera, espande il polline di una gioia contagiosa e trascendente. Una poetica biografia che ritrae con tratti nitidi il volto della Venerabile che si sovrappone a quello del Redentore che attraverso di lei ci ama. Le nostre iniziative “poetiche” sono sempre GRATUITE, ma se all’atto della tua partecipazione hai la possibilità di inviarci almeno qualche francobollo ci aiuterai a continuare il nostro cammino! 12 Finestre Aperte Missâo Belém chiama Maria Bolognesi di Luigi Ambrosini BENEDETTA PROVVIDENZA! Carissimi amici lettori di Finestre Aperte, vi comunico che giovedì 16 agosto 2012 sono rientrati in Italia i fondatori di Missâo Belém Padre Gianpietro Carraro e Cacilda, provenienti rispettivamente da Sao Paulo (Brasile) e da Port Au Prince (Haiti). Il giorno dopo, venerdì 17, il nostro amato padre Gianpietro ha celebrato la S. Messa presso la Parrocchia di Premaore di Camponogara, in provincia di Venezia, su invito del loro grande amico Don Massimo Donà, sempre aperto ed accogliente a queste iniziative. È stato bellissimo ed estremamente intenso ritrovarci insieme con buona parte della Missâo Belém del nord-est, come ad esempio: missionari, volontari e simpatizzanti, che, come noi, aiutano concretamente quest’opera di Dio, fortemente voluta dall’Alto e amorevolmente seguita dalla nostra Madre celeste. L’omelia di Padre Gianpietro è iniziata con un toccante e pressante invito a tutti i presenti, affinché si impegnino a CONOSCERE MARIA BOLOGNESI, DICHIARATA VENERABILE da Papa Benedetto XVI lo scorso 10 maggio 2012. Tutti i partecipanti sono rimasti colpiti dalle parole del missionario, che si è addentrato in una profonda lettura della vita di Maria Bolognesi, proprio lei, più povera dei poveri che assisteva! Efficace il parallelo presentato dal sacerdote tra la vita di questa martire dell’amore a Dio e al prossimo con i fra- telli missionari. Questi ultimi, privi di tutto, vivono – come Maria Bolognesi – la radicalità del Vangelo in povertà e letizia, in virtù del loro abbandono fiducioso nelle mani dell’Altissimo, consegnati integralmente a Gesù Cristo, certi che la Provvidenza non verrà meno, così da poter portare la “buona novella” negli angoli più sperduti del pianeta. Come la Venerabile Serva di Dio si è lasciata guidare da Gesù in totale obbedienza al suo Direttore di spirito, così i “nostri” missionari, in primis Padre Gianpietro, stanno donando tutta la loro vita a Gesù sotto la sapiente guida del Cardinale di Sao Paulo Dom Odilo Pedro Scherer. Durante l’Omelia Padre Gianpietro ha fatto riflettere i presenti, formulando per loro alcune domande: come è possibile avere ogni giorno almeno 200 kg di riso, altrettanti fagioli... carne… tapioca? Da dove può arrivare una tale quantità di cibo, necessaria per alimentare tutta la missione Belem? Ecco la risposta:la Divina Provvidenza! Da anni, infatti, solo la Provvidenza ha potuto aiutare a piene mani le oltre 100 case di Missâo Belém in Brasile e le persone che vi abitano, essendo state accolte dai missionari, che le aiutano a trovare una soluzione per superare i loro gravi problemi inerenti la salute del corpo e dello spirito. Accanto ai missionari, sempre coadiuvati dai coordinatori, ci sono ben 1400 persone da sfamare ogni giorno, in territori brasiliani! Non dimentichiamoci, poi che la Provvidenza opera con larghezza anche ad Haiti, dove vivono ben 400 bambini; ci sono pure più di 60 mamme presenti per rendere funzionali le strutture create sul posto, in pochissimo tempo, da Missâo Belém. Riprendendo il discorso iniziale, dopo la S. Messa, i presenti sono stati accomunati da una prolungata e fervente Adorazione Eucaristica. Con me alcuni amici di Rovigo e di Adria, i quali mi hanno informato di una splendida iniziativa che si svolgerà in Rovigo centro sabato sera 13 ottobre prossimo. In breve, si tratta di una serata di preghiera pubblica, intesa ad avvicinare la gente alla parola di Dio, come già avviene in tante città italiane ed estere tramite la “pastorale di strada”. Finestre Aperte 13 EDIZIONI MB, dieci anni di attività IL MONDO ATTRAVERSO GLI OCCHIALI DI MARIA BOLOGNESI Edizioni MB nasce a Rovigo nel settembre del 2002 per coraggiosa iniziativa di Giuseppina Giacomini, dottoressa in Lingue e insegnante in pensione di Oderzo (TV), nonché Presidente del Centro Maria Bolognesi. Il logo – accuratamente studiato – racchiude lo spirito con il quale la Casa Editrice è stata fondata. Le iniziali “MB” sono quelle della venerabile Maria Bolognesi e gli occhiali sono quelli che ella indossava; essi sono stati scelti proprio per simboleggiare il desiderio di Edizioni MB di proporre agli amanti della lettura una nuova “visione” della vita: l’idea di “vedere” attraverso gli occhi di Maria Bolognesi, per scoprire tutti gli aspetti intrinsechi della cultura! Edizioni MB coltiva l’aspirazione di far sorridere gli occhi ai lettori, equilibrando sapientemente la qualità dei contenuti con l’aspetto esteriore delle pubblicazioni. Tra gli obbiettivi principali di Edizioni MB emerge l’intento di diffondere la figura luminosa della Venerabile attraverso degli studi biografici, approvati dal Postulatore, e protetti anche dal Copyright, dettaglio non trascurabile in vista dell’ormai prossima beatificazione, avvenimento che dovrebbe coinvolgere anche il Veneto. Altrettanto radicata risulta l’idea di promuovere scrittori esordienti e tematiche che abbraccino il territorio e la cultura regionale. Edizioni MB punta non sulla quantità di pubblicazio- ni, ma bensì sulla qualità, garantendo almeno un’uscita annuale. Proprio nel 2012 è stata inaugurata – per la collana “logo rosso” – la linea “Quaderni di Poesia” che chiuderà l’anno con sei titoli, quattro dei quali già pubblicati e di cui due con traduzione in spagnolo. La Casa Editrice, grazie alla sua partnership con il C Centro Maria Bolognesi, ha stretti contatti e sens sibili interazioni con il mondo del volontariato e d socialmente utile. Ciò fa di Edizioni MB, prodel babilmente, un’attività un po’ atipica nel mondo dell’editoria, perché si opera dando sempre la precedenza all’etica e poi al profitto. Quando, dieci anni fa è iniziata questa avventura, nessuno avrebbe scommesso che una così piccola realtà avrebbe fatto tanta strada e invece, oggi è un piccolo “gioiellino” che consente al Centro di divulgare la figura della Venerabile nella più completa serietà e che, in futuro, dopo la beatificazione, permetterà di curare e “proteggere” tutto il materiale riguardante la stessa. Perciò acquistare un libro Edizioni MB è garantirsi un valore aggiunto! In questi dieci anni i sacrifici non sono mancati e la strada è ancora più che mai in salita, ma quando qualcuno ci scrive o ci racconta che anche una sola delle nostre pubblicazioni ha lasciato un segno nella propria anima, ci sentiamo appagati di tanti sforzi. NOVITÀ sullo scaffale Maria Bolognesi: anzitutto il Signore! Natale 1997 I miei figli Giocando con il tempo di Garda Gardina Quaderni di Poesia Quaderni di Poesia GIUSEPPINA GIACOMINI PADRE RAFFAELE TALMELLI Stupori in dialogo di Maria Bertilla Franchetti Giocando con il tempo Maria Bolognesi: anzitutto il Signore! Stupori in dialogo Garda Gardin G. Giacomini - R. Talmelli Maria Bertilla Franchetti Per info: [email protected] - cell. 340.6162504 14 Finestre Aperte Briciole di saggezza di Giuseppina Giacomini SAGGEZZ A QUARTA PAROLA CHIAVE: FEDE È arrivato il momento di consegnare ai nostri lettori un’altra parola “chiave” che ci permette di camminare più speditamente sulla via del bene e di conseguire quel grado di “perfezione” che il Signore domanda a ciascuno di noi, perché figli di quel Padre che è perfetto. La quarta parola, dopo le precedenti – risparmio, silenzio e preghiera – è fede. Non sarà facile addentrarmi in questa tematica, tanto cara ai Teologi, sarà ugualmente non facile presentarla ai nostri lettori con un linguaggio semplice e chiaro per tutti, anche per i fanciulli, se per caso ci fossero dei fanciulli che prendono in mano il nostro Periodico. Ed è proprio quest’ultima parola “fanciulli” che mi spinge a guardare al mio passato, che mi riporta indietro di circa 60 anni, al 1953, anno in cui per la prima volta ricevetti nel mio cuore Gesù Eucaristia. A quel tempo, il sacerdote che ebbe il delicato compito di prepararci al grande giorno, lo fece con pazienza, con tatto e con un pizzico di severità, quel tanto che bastava per essere diligenti nell’imparare, anche a memoria, le varie preghiere del cristiano e a rispondere prontamente, senza esitazioni, alle varie domande presenti nel libretto di catechismo voluto da Papa Pio X. Conoscitore delle debolezze proprie dei bambini delle scuole elementari, Don Giuseppe ci interrogava ad ogni nostro incontro, incoraggiandoci a proseguire, spronandoci a fare sempre di più e meglio, oppure a rimproverarci per le inevitabili “lacune” riscontrate, frutto di poco impegno. Tra le varie preghiere che ci fece memorizzare, e mai dimenticate, anche l’Atto di fede, che qui riporto con gioia, perché credo sia la strada maestra da indicare proprio ai nostri amici lettori, senza timore di compiere abusi, di presentare delle interpretazioni o fare delle manipolazioni pericolose. Ecco il testo di questa preghiera, in cui la parola “Fede” si sposa con la parola “Credo”. “Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato e la santa chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in te, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Finestre Aperte Figlio e Spirito Santo. E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede”. Credere in Dio Padre, nel Figlio, nello Spirito Santo, ovvero in quel Dio Uno e Trino, ci permette di vedere le cose nel modo in cui Dio le vede: tutto nel mondo è degno di comprensione, attenzione e cura. La nostra professione di Fede nella Trinità è una dichiarazione sulla vera natura dell’amore, cui siamo chiamati a partecipare. Concludo con questi pensieri di San Pio da Pietrelcina: “Benedico di cuore Iddio che mi ha fatto conoscere delle anime veramente buone ed anche ad esse ho annunziato che le loro anime sono la vigna di Dio; la cisterna è la fede; la torre è la speranza; il torchio è la santa carità; la siepe è la legge di Dio che le separa dai figli del secolo” (Frammenti di luce. San Giovanni Rotondo 1935, n. 61) […]. “La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione alla autorità costituita da Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è il lume che risplende nell’alta punta di ogni spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il nato Messia. Questa è la stessa profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua anima, dirigono i tuoi passi perché tu non vacillassi; fortificano il tuo spirito nel Divino affetto e senza che l’anima li conosca, si avanza sempre verso l’eterna meta. Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma non è necessario. Tu non vedrai che tenebre ma esse non sono quelle che coinvolgono i figli della perdizione, sebbene sono desse quelle che circondano l’eterno Sole. Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo Sole è appunto quello di cui il veggente di Dio cantò: E nel tuo lume vedrò il lume. (Lettere di Padre Pio, presentate dal Cardinale Giacomo Lercaro, Vicenza, 1969 , n. 16) Ricette di saggezza Arriva l’autunno, e porta nella luce e nell’aria il profumo dell’estate. Un frutto racchiude la fatica dell’uomo, il risultato del cammino sulla terra arsa e il dolce succo del sole a picco: l’uva. L’uva spessissimo diventa nelle parole del Signore il simbolo di verità, si trasforma in vino, nelle Parabole è esempio per la strada da seguire. Ma nelle nostre tavole diventa il gradito ingrediente per tutti. MARMELLATA DELLA VENDEMMIA Ingredienti: 450 gr. di uva bianca; 300 gr. di mele sbucciate; 250 gr. di kiwi sbucciati; succo di 1 limone; 1 busta di Frutapec (addensante naturale); 800 gr. di zucchero. Passare al setaccio l’uva. Tagliare a piccoli pezzi le mele e i kiwi. Mettere tutta la frutta in una pentola capiente con il succo di limone e il Frutapec, mescolare bene e a fuoco moderato portare ad ebollizione. Far bollire un minuto. Mescolare ogni tanto aggiungendo a poco a poco lo zucchero. Portare di nuovo a bollore, mescolando per 10 minuti. Togliere poi, la pentola dal fuoco, eliminare eventuale schiuma di superficie e versare nei vasi bollente. Capovolgere i vasi, coprirli con un canovaccio e farli raffreddare. Riporli in dispensa. A Natale è pronta per l’assaggio. Lucia Sabbadin 15 Oltre lo spazio e il tempo SILVIA, SORRISO DELL’ANIMA Nel precedente numero di Finestre Aperte, mi ripromet- l’intero organismo senza però scalfire lo splendore di uno tevo di scandagliare la santità di Silvia Marenda, la gio- sguardo immerso in Dio. Nel Messaggero di Sant’Antonio (luglio-agosto 2012) vane di Cadignano, in provincia di Brescia, che è entrata leggo: “Per raggiungere qualsiasi traguardo, bisogna prima nell’eternità di Dio il 17 novembre 2008. Sono convinta di aver provocato, con tale affermazione, guardarsi dentro con coraggio, cullare la propria anima e tante domande dentro il cuore dei lettori di questa Rubri- farla tornare a sorridere” (pag. 83). Ebbene, sono convinta che Silvia, sorretta dall’amore dei ca, in modo particolare queste due: a che titolo? per quale genitori Assunta e Aldo e del fratello Sandro, – che l’hanno scopo? Rispondo alla prima: a titolo puramente personale! “educata” a pregare senza stancarsi – ha vissuto con fede e procedo con la seconda: con lo scopo di educare i lettori a nella fede il suo martirio quotidiano. In breve, questa fede che sposta le montagne, è risultaprendere coscienza del fiorire della Santità di Dio, in vari ambiti, perché la Santità è un dono non solo da accogliere, ta per Silvia, insieme alla preghiera, un’arma potentissima, concreta e avvolgente, talmente ma da divulgare con generosità e efficace da farle scoprire la belcostanza, senza condizionamenti “Essere luce indica la capacità che lezza della vita. di sorta. il cristiano ha di illuminare ogni Forgiata dal dolore e dagli Ai lettori di Finestre Aperte, situazione di vita, di farla brillare ostacoli, Silvia è e resta creatura soprattutto agli amici e conoscenti con la sua presenza” di luce, cui fare riferimento nei di Silvia, io dico: riuniamo le nomomenti bui della nostra vita. stre forze, mettiamo a confronto (p. Mario Vecchiato). Affidiamoci a Silvia, anima le nostre idee e vediamo di tenere bella che ha conosciuto il martirio aperta questa Rubrica, perché questa giovinetta potrebbe diventare per tante persone “model- e confidiamo di poter trasmettere e regalare a tante persone lo” da imitare, soprattutto in questa nostra “società dell’ap- il suo sorriso e la sua pace. Mi piace concludere queste semplici considerazioni con parire”, dove l’attenzione alla forma è ormai un diktat. Mi soffermo sulla parola forma! Quale pena per i ge- una preghiera di offerta scritta da Charles de Foucault, pernitori di Silvia vedere la bellezza della loro bimba sana, ché in essa ritrovo tutto lo spirito d’amore e di abbandono lasciare il posto al progressivo, impietoso decadimento, che alberga nel cuore di tante anime sante: causato da una devastante malattia, che ha compromesso Padre mio, io mi abbandono a te fai di me ciò che ti piace! Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Non desidero niente altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle tue mani, te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo. Ed è per me una esigenza d’amore il donarmi il rimettermi nelle tue mani senza misura, con una confidenza infinita perché tu sei il Padre mio. Mi corre l’obbligo di informare i lettori che la Rubrica – per il momento dedicata solo a Silvia – potrebbe in futuro essere estesa anche ad altre luminose figure. Giuseppina Giacomini 16 Finestre Aperte Il volto di Maria di Padre Stanislao Avanzo LA VENERABILE, UN VOLTO CONSACRATO AL SIGNORE NONA PUNTATA Padre Stanislao Avanzo ci guida, in questa penultima puntata, ad osservare il volto di Maria Bolognesi, donna ormai matura. Un viso, il suo, segnato dalle tante vicissitudine della vita, ma sempre carico di quello splendore che contraddistingue le anime belle! MARIA DONNA ADULTA Il volto di Maria Bolognesi contemplato nello zenit della sua piena maturità umana, psicologica e spirituale non lascia indifferenti. Questo volto di donna adulta ispira sicurezza, equilibrio e disponibilità a servire il suo prossimo. La sorella maggiore tutto slancio e vigore sulla pista della carità, è ora la “madre” saggia e intelligente sulla quale tutti possono contare. Il suo sguardo profondo e sicuro, e soprattutto lungimirante, ci protegge e ci assicura. Maria Bolognesi nel suo vestito nero, collarino bianco, occhiali grandi e capelli corti, sembrerebbe piuttosto un’ “hostess” o una assistente sociale. Ma il suo sorriso appena abbozzato e il suo sguardo penetrante dicono che essa è molto più di questo; Maria è una consacrata che ha dato tutta se stessa a Dio e ai fratelli, senza alcuna riserva. Maria è una candidata alla santità. Ecco come testimoniano quelli che l’hanno conosciuta personalmente: “Non mi sono mai spiegato come Maria potesse conoscere così profondamente le persone nel loro animo. Lei leggeva dentro di noi e ci conosceva meglio di noi stessi. Non importava parlare molto. La sua sensibilità penetrava insensibilmente in noi stessi ed induceva alla confidenza; e quante volte ha sollevato da pesanti preoccupazioni o Finestre Aperte situazioni familiari ormai disperate” (Gino Mantovani). “Maria era molto discreta e molto delicata. Non l’ho sentita mai lamentarsi, anche quando era molto sofferente per molti disturbi… Ricordo che quando stava benino, Maria si dedicava agli ammalati, dimostrandosi premurosa in tutto, aveva la stessa premura e cura per i poveri, ai quali portava, a secondo delle necessità, indumenti, coperte, biancheria. Ricordo che a Natale Maria faceva il Presepio; le offerte in denaro che la gente deponeva ai piedi di Gesù Bambino, Maria le donava ai poveri, oppure aiutava gli ammalati di lebbra di un villaggio della Tanzania… Poi diceva: “Antonietta, io so che cosa vuol dire essere poveri, perché io ho patito la fame; pensi che i miei fratellini avevano tanta fame, sa che cosa ho fatto? Ho preso un ombrello vecchio, con i ferri ho fatto gli ami e poi andavo a pescare…”. Maria era molto ingegnosa, abile a lavorare con le mani. Sapeva fare di tutto e lo faceva bene” (Antonia Sguotti). “Come medico vorrei descrivere la figura di Maria. Era di statura medio alta, di costituzione apparentemente florida… L’incarnato del viso era roseo, la pelle era bianca, liscia; l’andatura era sicura, indice di una persona psichicamente equilibrata… Era umile, discreta, severa, sapeva ascoltare con attenzione ogni argomento che veniva trattato, sia di ordine morale che fisico e materiale. Sapeva altresì rispondere con sicurezza e discrezione ad ogni domanda o consiglio, che le veniva chiesto” (Dott. Mario De Poli). “Il tuo amore ai poveri e alla Chiesa povera – le scriveva il suo direttore spirituale – mi ha veramente commosso. Mi rallegro con te per le tante carità che riesci a fare e che fai fare anche agli altri. Il Signore te ne darà certamente la più bella ricompensa… So che Egli ti domanda, in questi giorni specialmente, tante sofferenze. Sei ben fortunata di patire insieme con Lui e per Lui. Con Lui ancora godrai” (Mons. Rodolfo Barbieri). 17 Parrocchia di Borsea – 6 settembre 2012 OMAGGIO ALLA VERGINE MARIA La devozione mariana: faro nella vita di Maria Bolognesi Il Centro Maria Bolognesi è stato invitato da don Silvio Baccaro, parroco di Borsea, a prendere parte ad un serata organizzata in preparazione alla Festa della Natività della Beata Vergine Maria. All’incontro intitolato “Omaggio a Maria” – che si è tenuto giovedì 6 settembre presso la sala parrocchiale “Beata Madre Teresa di Calcutta” – hanno preso parte anche l’Associazione socio-culturale “Renzo Barbujani” di Rovigo, il Centro Mariano di Rovigo e il Gruppo Unitalsi di Rovigo. Ogni Associazione ha portato la propria testimonianza di devozione mariana. L’Associazione Barbujani, rappresentata dal suo Presidente Alrnaldo Pavarin, ha fatto la sua dichiarazione d’amore alla Madonna con la lettura delle poesie scritte dai membri del laboratorio di scrittura. Il Centro Mariano, attraverso suor Michela ha raccontato come la Madonna sia il loro modello per essere sempre attente lettrici dei tempi, aperte ad accogliere le sofferenze del prossimo. I rappresentanti dell’Unitalsi – Mara, Noemi e Antonio – hanno coinvolto il pubblico illustrando le intense esperienze vissute durante i pellegrinaggi a Lourdes. Un coro di voci che si è unito nel «Totus tuus» di San Luigi Maria Grignon de Montfort, motto “sposato” con tanto fervore dal Beato Giovanni Paolo II: «Io sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo. [...] Ti accolgo come ogni mio bene. Offrimi il tuo cuore, o Maria». A rappresentare il Centro Maria Bolognesi, Ludovica Mazzuccato, vice direttore di “Finestre Aperte” e curatrice delle iniziative culturali del Centro. Non è stato certo un compito arduo individuare il filo rosso di devozione mariana che attraversa la vita di Maria Bolognesi. Un momento della serata 18 Ludovica Mazzuccato e don Silvio Baccaro Già nei ricordi vividi della sua infanzia, messi in evidenza nel Diario, emerge il suo desiderio di pregare la Vergine: infatti, la Venerabile, fin da subito, si preoccupava per le difficoltà riscontrate nell’imparare l’Ave Maria, quando piccola frequentava la dottrina. Quando poi ha inizio la sua esperienza scolastica – breve e travagliata a causa del profondo stato di povertà della famiglia Bolognesi – Maria, prima di entrare in classe, seppure stanca per i tanti chilometri percorsi a piedi e a stomaco vuoto, non dimenticava mai di entrare nella Chiesa di Crespino; qui, dopo aver sostato in preghiera davanti a Gesù nel tabernacolo, passava dalla Madonna del Buon Consiglio: è alla Madonna che si rivolge, dedicandole “tanti fioretti di silenzio” per sedare i gravi problemi di famiglia. Sempre più innamorata di Gesù Eucaristia, Maria non perde mai alcuna occasione per testimoniare il suo amore di figlia e la sua devozione verso la Madre di tutti: eccola anche a Lendinara, al Santuario Madonna del Pilastrello, per renderLe testimonianza e onorarLa, in special modo nella giornata del 12 settembre, quando in questo Santuario mariano si celebra la giornata degli ammalati. Ritornando indietro nel tempo, desideriamo ricordare ai nostri amici ascoltatori che sicuramente la Vergine fu vicino a Maria Bolognesi quando il 5 Marzo 1948 la giovane ventiquattrenne fu aggredita da tre malviventi: erano le 17.40! Maria, pur camminando da sola tra i campi innevati per portarsi a casa dai suoi genitori, leggeva l’“Ufficio della Madonna”. Questo suo amore per la Vergine Santa, Maria lo trasmise subito anche ai suoi bambini dell’asilo. Possiamo dire senza alcun dubbio che Maria Bolognesi, grazie all’abilità delle sue mani calde e generose Finestre Aperte nel donare amore, ha potuto e voluto rendere omaggio alla Vergine Santa anche attraverso l’uso dei pennelli e dei colori ad olio: in via Giovanni Tasso sono infatti conservate due tele di quel volto santo, di quella Madre che la faceva sentire protetta ed amata. A questo punto si fa dovere per noi ricordare la particolare attenzione espressa da Maria per la Madonna durante la preparazione dei suoi presepi; spesso la Venerabile cercava di immedesimarsi nella gioia della Madonna nell’avere tra le braccia l’adorato Gesù Bambino. Maria Bolognesi aveva chiaramente compreso che la Madonna è il modello per eccellenza per un pellegrinaggio di fede: da Maria Vergine impariamo ad abbandonarci alla volontà di Dio in tutte le cose; dalla Regina della Pace impariamo ad avere fiducia anche quando ogni speranza sembra svanita; dalla Madre Celeste impariamo ad amare Cristo, suo figlio e Figlio di Dio, perché ella non è solo Madre di Dio ma anche Madre della Chiesa. La devozione di Maria Bolgonesi era interiore, tenera, santa, costante e disinteressata, le medesime caratteristiche indicate da San Luigi Maria Grignon, nella “vera devozione”. Proprio a ricordo di questa serata ai presenti è stata donata un’immaginetta che riproduce il simulacro in cera della B.V. Maria Bambina, confezionato dalla Venerabile e conservato presso il Centro. La Mazzuccato ha concluso il suo intervento con un duplice invito: il primo è quello a conoscere in modo più approfondito la vita della Venerabile, affinché la sua prossima beatificazione, evento e dono straordinari per il nostro territorio, non ci colga impreparati; il secondo, invece, è più un impegno a recitare quotidianamente il Santo Rosario, proprio come faceva Maria Bolognesi, mossi solo dall’amore per la Vergine, affinché il suo “fiat” sia il nostro quotidiano “sì” al Signore. Una serata di preghiera, un’occasione per costatare come la devozione mariana non faccia parte solo del passato del nostro Polesine, un’esperienza che ci insegna come unendo le forze delle varie associazioni si possa ancora combattere la secolarizzazione e lavorare tutti in armonia, per il bene comune, sotto il manto dalla Madre celeste. Vergine dell’Annunciazione del card. Carlo Maria Martini Vergine dell’annunciazione, rendici, ti preghiamo, beati nella speranza; insegnaci la vigilanza del cuore, donaci l’amore premuroso della sposa, la perseveranza dell’attesa, la fortezza della croce. Dilata il nostro spirito perché nella trepidazione dell’incontro definitivo troviamo il coraggio di rinunciare ai nostri piccoli orizzonti per anticipare, in noi e negli altri, la tenera e intima familiarità di Dio. Ottienici, Madre, la gioia di gridare con tutta la nostra vita: “Vieni, Signore Gesù, vieni, Signore che sei risorto, vieni nel tuo giorno senza tramonto per mostrarci finalmente e per sempre il tuo volto!”. La Redazione Il 31 agosto 2012, il card. Carlo Maria Martini ha fatto il suo ritorno alla Casa del Padre. Il card. Martini “ha amato intensamente la Sacra Scrittura e proprio per questo è stato capace di insegnare ai credenti e a coloro che sono nella ricerca della verità che l’unica Parola degna di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio, perché indica a tutti il cammino della verità e dell’amore”, ha scritto Papa Benedetto XVI nel messaggio che monsignor Angelo Comastri ha letto all’inizio della cerimonia funebre. Vogliamo ricordarlo con la preghiera sopra riportata da lui composta in onore della Madonna. La Redazione B.V. Maria Bambina - opera in cera confezionata dalla venerabile Maria Bolognesi e custodita presso il Centro Finestre Aperte 19 Appuntamenti Sabato 20 ottobre 2012 - ore 10.30 e Domenica 21 ottobre 2012 - ore 11.00 presso la Chiesa Parrocchiale di S. Sebastiano Martire Bosaro (RO) 88° Anniversario della nascita della venerabile Maria Bolognesi Sante Messe COMUNICAZIONE Il giorno 22 di settembre e di ottobre alle ore 17.30 incontro di preghiera presso il Centro Maria Bolognesi. Per informazioni: Tel. 0425.27931 A T T E N Z I O N E Compila e spedisci questo tagliando per ricevere il materiale desiderato riguardante Maria Bolognesi e per segnalare eventuali variazioni di indirizzo. Anche il tuo contributo ci permette di far conoscere Maria Bolognesi. Verranno prese in considerazioni solo le richieste accompagnate da un contributo base di € 1,50 – anche in francobolli – per le spese di spedizione. Cognome Finestre Aperte Nome Biografia Via Breve profilo Cap. Città Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30), viene celebrata una S. Messa per la venerabile Maria Bolognesi presso il Tempio “La Rotonda” di Rovigo Preghiera Fotografa il Qr code e potrai vedere sul Variazione Indirizzo Spedire a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo cellulare il sito del Centro Maria Bolognesi. (Il servizio funziona solo su cellulari abilitati alla lettura Qr code)