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San Francisco. California
January
February
March
April
May
June
July
San Francisco. California
Renzo Piano: “L’architettura dovrebbe
imparare a respirare al ritmo della terra. Questo
edificio ha l’ambizione di attirare l’attenzione
degli architetti verso un linguaggio che si ispira
alla natura e alla sua energia”.
Renzo Piano: “The architecture should learn
to breathe with the earth’s rhythm. This building has
the ambition to direct the architects’ attention
towards a language inspired by nature and its energy.”
Steinhart Aquarium
Prendersi cura degli
edifici: sopralluogo
post-costruzione
alla California
Academy of Sciences.
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497
Prese d’aria sul living green roof: l’edificio respira / Air vents on the living green roof: the building is able to breath
D
all’atmosfera immobile del cultural district di Fort Worth all’affollamento Pop della California Academy of Sciences – secondo
le statistiche 1.000.000 di visitatori nei sei mesi trascorsi dall’inaugurazione, nel settembre 2008. Città eco-friendly per vocazione, San
Francisco sembra aver apprezzato il nuovo assetto di questo grande
museo didattico, un luogo di ricerca che comunica informalmente e
diverte. Inizia a parlarcene il taxista, la sua media è di una visita alla
settimana. Quando arriviamo, l’Academy è aperta da poche decine
di minuti ma già invasa dalle scolaresche. L’unica entità fissa è l’alligatore albino immerso nelle acque limacciose dello Swamp: con una
certa dose di sadismo, inizierà a dare segni di vita solo nel tardo pomeriggio, dopo la chiusura del museo. Piano ha sottobraccio un dossier che chiama “post-occupancy report”, in pratica un elenco di potenziali problemi e anomalie di funzionamento rispetto a quanto
stabilito dal suo progetto. Il suo uomo qui è Brett Terpeluk, che ha
lavorato per lo studio una decina di anni, di cui quattro nel cantiere
dell’Academy. Quando i lavori sono finiti ha deciso di restare. La rete
degli ex collaboratori è un punto di forza per RPBW, molti di loro
mantengono i contatti e funzionano come emissari. Piano e Terpeluk
devono incontrare Gregory Farrington, il direttore del museo, e partecipare a varie riunioni. La prima inizia intorno a uno dei tavoli della
grande lobby vetrata, tra le due sfere del Planetario e della Rainforest.
Proprio questo spazio è uno dei punti critici, il timore è che stia progressivamente perdendo la sua natura di piazza per trasformarsi in un
immenso ristorante. Piano legge con sospetto il menu stampato su un
cartello. Se guarda fuori, oltre il concourse può vedere la sagoma severa del de Young Museum di Herzog & de Meuron. A un certo punto,
Piano lascia la riunione, si allontana e ricompare al centro di un gruppo di visitatori francesi: ha organizzato una visita guidata per i redattori di “Mon quotidien”, un giornale parigino per bambini di cui suo
figlio Giorgio è redattore in erba. Racconta, risponde alle domande e
poi saluta. Subito ripartono le riunioni, che dureranno tutto il giorno.
L’ultimo impegno in programma è un’intervista per “Super Quark”
sul green roof, quando ormai è sera e fa piuttosto freddo. (af)
F
rom the motionless atmosphere of the Fort Worth cultural district
we move to the crowded Pop setting of the California Academy of
Sciences, which has attracted some 1,000,000 visitors in the six months
since its inauguration, in September 2008. San Francisco has chosen to be
an eco-friendly city, and it seems to like this new didactic museum, which
is a site of research and communication and which is also accessible and
fun. The first person to talk about it is the taxi-driver, who comes here, on
average, once a week. When we arrive, the Academy has just opened but
is already packed with schoolchildren. The only fixed item here is the albino alligator swimming in the muddy water of the Swamp who, in a
slightly sadistic way, only begins to show any signs of life in the late afternoon, after the museum has closed. Piano is carrying a dossier which is
entitled “post-occupancy report”. It consists of a list of potential problems
and working anomalies which were not foreseen in the original project.
Piano’s contact here is Brett Terpeluk, who worked for the office for ten
years or so, and for four years at the Academy building site. When the
work was finished he decided to stay. This network of ex-collaborators is a
real strength of RPBW, and many of these people keep their contacts
open and act as emissaries in their new jobs. Piano and Terpeluk are supposed to be meeting Gregory Farrington, the museum’s director, in order to take part in a series of meetings. The first is held around one of the
tables in the big glass lobby, between the two spheres of the Planetarium
and the Rainforest. This space is a critical one, and there is a feeling that
it is losing its sense as a public space and it is becoming an enormous
restaurant. Piano looks suspiciously at the menu printed on a sign. If you
look outside, beyond the concourse you can see the severe outline of the
de Young Museum by Herzog & de Meuron. After a bit, Piano leaves the
meeting and turns up in the middle of a group of French visitors. He has
also had the time to organise a guided tour for the editorial staff of “Mon
Quotidien”, a Parisian newspaper for children where his son Giorgio is
kind of a child-editor. Piano talks about the building, answers some
questions and says goodbye. The meetings begin again, and they last all
day. The final task is an interview for “Super Quark” Italian TV series on
the green roof, in the evening when it is already quite cold.
(af)
Looking after
finished buildings:
a post-construction visit
to the California
Academy of Sciences.
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Renzo Piano: “È stata una bella avventura.
Lavorare con gli scienziati dell’Academy,
dall’interno del loro ambito di studio, è stata
un’esperienza straordinaria. Anche l’edificio
che abbiamo realizzato vuole essere terra
di esplorazione”.
Renzo Piano: “It was a real adventure, an
extraordinary experience to work with the scientists
of the Academy, on their ground. The building
that we have created is meant to be in turn
a land to be explored.”
Preparando il giro di ricognizione / Preparing the building survey
Presa diretta / On the air > San Francisco, 16.06.2009, h 09:19
Sulle strade di San Francisco
RP [...] Qui c’è un clima
particolarissimo, d’estate non è mai
troppo caldo, d’inverno non è mai
troppo freddo. In autunno poi c’è
questo strano periodo che chiamano
“Indian summer”, un’estate
che nessuno ormai si aspetta più.
Là c’è Alcatraz... Ogni volta
che vengo qui sto cinque giorni, al
massimo una settimana, mai di più.
Una città si conosce molto meglio
tornandoci tre o quattro volte
all’anno per pochi giorni che non
fermandosi una volta sola per un
mese. Si capiscono meglio i ritmi,
le stagioni. Dopo dieci anni di viaggi
avanti e indietro, ormai mi sento
a casa. L’unico problema
di San Francisco e di Los Angeles
è il fuso di 9 ore rispetto all’Europa,
che praticamente impedisce
di comunicare durante il giorno,
si riesce solo di mattina presto,
poi non si trova più nessuno.
Taxista A sinistra potete vedere
l’Exploratorium...
RP Grazie, sì, questo è il famoso
Exploratorium che fece costruire
Frank Oppenheimer, che era anche
lui uno scienziato... È una fabbricona,
un edificio molto interessante.
C’è stato un momento in cui
si parlava addirittura di riunire
Exploratorium e Academy,
ma sono due organismi troppo grandi
per avere una stessa sede.
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Taxista A destra potete vedere
il Presidio...
RP È il presidio militare, all’ingresso
della baia, dall’altra parte
c’è Sausalito. La faglia passa
dappertutto. Il Golden Gate è una
costruzione eccezionale dal punto
di vista antisismico, se mai facessero
il ponte di Messina – non so bene
se augurarmelo – bisognerebbe
che si mettessero in mente
che è un tema ingegneristicamente
molto complesso, avrebbe delle
portate triple rispetto a questo
e appoggerebbe su due terreni
che si muovono, come è noto,
un centimetro all’anno. Dopo cento
anni diventa un metro, non si può
mica scherzare...
Adesso c’è una riunione per discutere
un po’ di cose, ormai sono passati
nove mesi da quando l’Academy
è stata inaugurata. Il nostro studio
ha un avvocato bravissimo
specializzato nei diritti d’autore
degli architetti, che manda lettere
così concepite: “Sia chiaro, voi
non avete diritto di fare tutto quello
che volete”. Quando si compra un
libro non si può decidere di cambiare
la storia. È una cosa molto
importante, un gesto d’amore
verso quello che si è progettato.
Ci sono dei clienti che lo fanno in
automatico, la maggior parte, devo
dire. Però per non sapere né leggere
né scrivere, sempre meglio prendere
Tra i redattori di “Mon Quotidien” / Amongst the editorial staff of “Mon Quotidien”
delle precauzioni. Ecco, stiamo
arrivando, questo è il “concourse”,
questo è il famoso pezzo di terreno
regalato alla comunità dal
discendente del capo indiano
il giorno dell’inaugurazione.
Lì c’è il de Young Museum, più tardi
potreste salire sulla torre e fare
delle foto dall’alto all’Academy.
The streets of San Francisco
RP [...] Here there is a particular
type of climate. It is never too hot
in the summer and never too cold
in the winter. In the autumn there
is this strange period which they call
“Indian summer”, a summer when
everyone thinks it has already
finished. That is Alcatraz... Every
time I visit here I stay for five days
or at the most for a week, never
more. You get to know a city more
if you come three of four times a year
for a few days than once for a month.
You start to understand a city’s
rhythms, the seasons. After ten years
of coming here, I feel at home.
The only problem with San Francisco
and Los Angeles is the 9 hour time
difference with Europe, which means
you can’t talk to anyone during
the day, but only early in the morning.
After that, there is nobody around.
Taxi-driver On the left there is
the Exploratorium...
RP Thanks, yes, this is the famous
Exploratorium built by Frank
Oppenheimer, he was also a scientist...
It is a big factory-like structure,
a very interesting building. At one
time there was an idea to reunite
the Exploratorium and the Academy,
but these are two organisations
which are too big to fit in one place.
Taxi-driver On the right you can see
the Presidio...
RP This is the military presidio,
at the entrance to the bay, on the
other side there is Sausalito. The fault
line passes everywhere. The Golden
Gate is an extraordinary building
from an anti-seismic point of view.
If they ever build the Messina Bridge
– and I don’t know if it is such a
good idea – it will be a very complex
engineering feat, three times as long
as this bridge and built on land which
moves, as we well know, a centimetre
every year. After a hundred years this
becomes a metre. It is not a joke...
Now we have a meeting, nine months
have gone by since the opening of the
Academy. Our studio has a very good
lawyer specialised in architectural
copyright, who sends letters which
say things like: “Be careful, you can’t
do whatever you want now”.
When you buy a book you can’t
decide to change it. This is very
important, a homage towards things
you have built. Most clients do this
automatically, I must say. However,
it is always better to be careful.
Now we have arrived.
This is the concourse.
Here is the famous piece of land
presented to the community by a
descendent of an Indian chief on the
day of the inauguration. That is the
de Young Museum, later on you could
go up to the tower to take some
photos of the Academy from above.
Scatto dalla torre del de Young Museum (in primo piano il concourse) / A photo from the tower of the de Young Museum (in the foreground, the concourse)
Primi schizzi di Renzo Piano per
la California Academy of Sciences:
relazione tra il nuovo edificio
e il terreno, nel Golden Gate Park.
La copertura si alza e diventa
un porzione staccata da terra
di “native California landscape”.
First sketches by Renzo Piano for the
California Academy of Sciences, showing
the link between the new building
and the land, in the Golden Gate Park.
The roof lifts up and becomes an example
– detached from the ground –
of a “native California landscape”.
Herzog & de Meuron, de Young
Museum, San Francisco, 2005.
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“A vast amount of recycled material was used
to build the California Academy of Sciences: more
than 15,000 cubic metres of concrete, 5000 tons
of steel, wall isolation made from scraps of old denim.
Silva, take me a picture, please!”
“ Nella costruzione della California Academy
of Sciences è stata impiegata un’enorme quantità
di materiale riciclato: più di 15.000 mc
di calcestruzzo, 5000 tonnellate di acciaio,
il materiale di isolamento è costituito da vecchio
tessuto jeans. Silva, fammi una foto per favore!”
Cosa non funziona qui / What is not working here
Prima riunione / First meeting
RPBW – California Academy of Sciences
San Francisco, USA, 2000-2008
In collaborazione con: Stantec Architecture (San Francisco)
Committente: California Academy of Sciences
L’Academy of Sciences è una delle più prestigiose e amate istituzioni culturali di
San Francisco. Fondata nel 1853, era organizzata in vari edifici costruiti nel Golden
Gate Park durante tutto il secolo scorso. Il terremoto del 1989 ha danneggiato
pesantemente le strutture esistenti, tanto da rendere necessario un intervento radicale di ricostruzione. L’idea di partenza è stata quella di riunire tutti gli spazi sotto
una copertura unitaria, il green roof, che è diventato l’elemento fondativo e simbolico
del progetto. L’ipotesi di spostare buona parte delle raccolte del museo in una sede
decentrata è stata decisamente scartata da Piano per non tradire lo spirito originario dell’Academy, che ha sempre considerato complementari l’attività di ricerca e
quella didattico-espositiva. Il green roof, su cui sono state piantate quasi 2.000.000
di specie vegetali, è una porzione di paesaggio naturale californiano ricreata e sollevata da terra per accogliere e proteggere i nuovi spazi dell’Academy, trasparenti e
respiranti. L’uso sistematico di materiali da costruzione riciclati, la ventilazione
naturale, il sistema fotovoltaico a copertura del portico perimetrale sono alcuni dei
principi di sostenibilità ambientale seguiti nella realizzazione dell’edificio.
Nello Swamp, l’alligatore albino americano / The albino American alligator, in the Swamp
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Piazza
Morrison Planetarium
Rainforest
Living green roof
Steinhart Aquarium
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RPBW – California Academy of Sciences
San Francisco, USA, 2000-2008
In collaboration with: Stantec Architecture (San Francisco)
Client: California Academy of Sciences
The Academy of Sciences is one of the most prestigious and popular cultural institutions in San Francisco. Founded in 1853, it occupied various buildings in Golden
Gate Park over the whole span of the last century. The 1989 earthquake badly damaged those structures, and a radical reconstruction project was deemed necessary.
The idea was to bring all these spaces together under a unitary cover, a green roof,
and this became the main feature of the project, both functionally and symbolically.
Piano quickly dropped any plans to move most of the collection to an outside building, as this would have betrayed the original spirit of the Academy, which has always
seen research, exhibitions and education as complementary and united activities.
The green roof, which saw the planting of some 2,000,000 species of vegetation, is
a part of natural Californian landscape recreated and lifted from the land in order
to host and protect new spaces for the Academy, which are transparent and can also
breath. The systematic use of recycled material, the natural ventilation and the
photovoltaic systems on the canopy mean that the principles of environmental sustainability have been maintained in the whole building.
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Registrazione della puntata di “Super Quark” / Recording an episode of “Super Quark”
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Sezione longitudinale est-ovest / East-West long section
Prospetto principale sul concourse / General elevation on the concourse
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