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Frammenti di Mosaico

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Frammenti di Mosaico
Frammenti di Mosaico
2012/2013
il MOSAICO
Società Cooperativa Sociale “Il Mosaico” - 22070 BULGAROGRASSO (Como)
Frammenti di Mosaico
2012/2013
Frammenti di Mosaico
2012/2013
Numero unico a cura della
Società Cooperativa Sociale “Il Mosaico”
Via C. Battisti, 15 - 22070 BULGAROGRASSO (Como)
Tel. 031.890.752 - Fax 031.891.138
[email protected] - www.cooperativamosaico.it
Dicembre 2012
il MOSAICO
Società Cooperativa Sociale “Il Mosaico” - 22070 BULGAROGRASSO (Como)
Il rilancio futuro
Redazione:
Fabio Ferrario
Federica Sciaini
Annamaria Molteni
Elisabetta Micari
Stampa:
Laboratorio Grafico Veniano
Veniano (CO)
[email protected]
SOMMARIO
Il rilancio futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La cooperazione sociale alla prova della verità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Calati giunco che passa la piena... e poi?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Guardando al futuro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “L’obbedienza non è più una virtù” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Quale legalità? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Legalità: non sempre e solo regole, ma buon senso e amore . . . . . . . . . . . . . Un caloroso saluto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nessuno si salva da solo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mosaico Junior . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Che confusione a Conchigliopoli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Una lettera per te, che ti affidi al nostro lavoro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I nostri giornalisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Hablamos Espagnol. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Laboratorio teatrale... eccoci! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Laboratorio di Danzaterapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La vita in comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Correva l’anno 1598... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 settembre 2011: effetto domino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Se io fossi la linea del tempo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a cura di FABIO FERRARIO
1
di ANNA CESAREO
2
di ELISABETTA MICARI
3
a cura della REDAZIONE
4
di ELENA PUGNO
5
di LUCA CLERICI
6
di ANNA GELLI
8
di DANIELA ROVEDA
9
a cura della REDAZIONE
9
a cura della REDAZIONE
12
a cura del LABORATORIO CULTURALE
13
di “ZIA TINA”
14
a cura della REDAZIONE del FRAMMENTINO
16
a cura della REDAZIONE del FRAMMENTINO
16
a cura della REDAZIONE del FRAMMENTINO
17
a cura della REDAZIONE del FRAMMENTINO
18
a cura della REDAZIONE del FRAMMENTINO
19
a cura della REDAZIONE del FRAMMENTINO
20
a cura della REDAZIONE del FRAMMENTINO
22
a cura dei ragazzi dello “Smeraldo” e della “Giada”
24
a cura di Fabio Ferrario
EDITORIALE
L’
argomento “Legalità” scelto
quest’anno
come tema conduttore della
programmazione dei laboratori della nostra Cooperativa,
mi porta a riflettere su cosa è
bene e cosa non lo è. Se è vero
che la legalità è un “auspicabile punto di partenza” su
tutte le azioni che compiamo
come cittadini e come lavoratori, è altrettanto vero che le
regole non debbono solo essere rispettate. La consistenza
del nostro futuro dipenderà
da ciascuno di noi, dalla forza
che riusciremo a mettere in
campo per combattere tutti
insieme, ogni giorno, per avere più giustizia.
Non stiamo dunque a guardare, non affidiamo le nostre
vite e le nostre speranze né al
politico di turno né alla nuova legge.
Per il nostro Mosaico abbiamo pensato che il rilancio futuro dovrà passare attraverso
l’innovazione dei servizi offerti.
La crisi generale che ha avuto
ovvie conseguenze anche sul
Welfare e la riduzione della
spesa pubblica in questo ambito porta la nostra realtà in
una situazione di “limbo”.
Da un lato ci siamo trovati
a doverci sostituire ad Enti
Pubblici senza fondi ma an-
Il rilancio futuro
che spesso incapaci di far
fronte alle nuove esigenze
della società. D’altro lato dipendiamo dagli stessi Enti
per quanto riguarda servizi
già in essere ma soprattutto
ci si trova bloccati sul fronte
dell’innovazione.
Erroneamente si pensa che
una Cooperativa Sociale
possa dare i servizi senza le
giuste entrate (pubbliche o
private che siano). Ci si è trovati nella condizione di dover
giustamente offrire la stessa
qualità dei servizi offerti a
prezzi richiesti che nemmeno
lontanamente sono reali prezzi di mercato. Dobbiamo forse
lavorare in perdita per sopperire alle carenze del Pubblico?
Se il futuro prevede che il
privato sociale vada in sostituzione del pubblico sociale
devono essere riconosciute
le giuste competenze ed economie a realtà che, e questo
è lampante, in numerosi casi,
riescono ad ottimizzare professionalità, competenze ed
economie che troppo spesso
nel settore pubblico non sono
sfruttate a dovere.
Questo lungo e difficoltoso
percorso ci ha portato ad una
serie di forti valutazioni interne alla nostra organizzazione
che hanno avuto come riflessioni finali la scelta di non
regredire sulla qualità dei servizi offerti, anche a fronte di
maggiori costi, per garantire
lo stile Mosaico che pensiamo
di aver sempre portato avanti
in tutti questi anni.
Ovviamente avremmo potuto uscire
dal nostro
mercato
prendendo come
punto di
partenza
il mancato
contributo
e suddividendo lo
stesso per il
numero degli
utenti : sarebbe stato facile
ma non sarebbe in linea con
la Mission
della Cooperativa. Si è
cercato quindi una giusta
mediazione
tra il “quanto ci
servirebbe” e il
“quanto è giusto” : tutto ciò
ci ha portato
a l l a p re s e n tazione di un
budget comunque difficile ma che ci dà anche un fondo di speranza per
il nuovo anno. Spostando lo
sguardo fuori dalla sola visione economica e ripercorrendo
velocemente l’anno passato
non possiamo non posare la
nostra attenzione sui festeggiamenti per il Ventennale
della nostra Cooperativa.
E’ stato sicuramente un momento che ha visto la parte
più bella della vita di Cooperativa.
Un momento che ha fatto riscoprire la soddisfazione del
lavorare e costruire qualcosa
insieme. Un momento che ci
ha fatto sentire ancora
parte di un
territorio;
un momento
che ci ha fatto ritrovare
molte persone che nel corso degli anni ci
hanno aiutato
sotto molteplici
punti di vista.
Un momento che
ci ha dato la conferma che quando tutti insieme
rincorriamo un
obbiettivo siamo in grado di
raggiungerlo.
Il Ventennale deve
essere però considerato come un punto
di partenza per
continuare, per
rilanciare, per
migliorare.
Questo spirito dovrà obbligatoriamente accompagnarci nei momenti
economicamente e socialmente difficili che ci circondano e
che purtroppo si prospettano
ancora all’orizzonte.
Siamo certi che i nostri gruppi di lavoro sapranno affrontare con rinnovata fiducia i
prossimi anni di lavoro.
2
di Anna Cesareo
La Cooperazione Sociale
alla prova della verità
L’anno 2012 è stato dichiarato
dall’ONU “Anno Internazionale delle Cooperative”.
In Italia ed in particolare in
Lombardia si sono svolti diversi convegni che hanno realizzato un percorso per celebrare l’evento ed i temi posti
all’attenzione affondano nella
concretezza delle situazioni e
dell’attualità.
La Cooperazione Sociale in
questi 20 anni di attività regolata dalla Legge 381/91 ha
saputo reggere ai cambiamenti, alle difficoltà, alla crisi generale, attraverso originali e
differenti aree d’intervento e
promuovendo numeri significativi d’inserimento lavorativo
per le fasce di disoccupati in
condizioni di svantaggio.
Le Cooperative Sociali “Il Mosaico” e “ Oasi Mosaico 2000
onlus” , hanno cercato di testimoniare che il Modello di
Comunità, va oltre al modello
cooperativo, in quanto attraverso l’ impegno territoriale,
si intercettano i cambiamenti
delle questioni sociali, senza rinunciare all’identità originaria,
quella dell’attenzione alla persona disabile e al suo divenire
adulta.
In questi ultimi anni la “que-
stione sociale” si è ri-scritta,
non è più la stessa: povertà e
vulnerabilità, nuovi bisogni
culturali ed economici ci invitano ad osservare le variabili
interne ed esterne alle cooperative sociali in quanto alcuni
servizi hanno saturato il territorio, altri risultano obsoleti e
dunque è questo un tempo per
progettare, guardando a come
ridefinire i settori d’intervento
per essere veramente sostegno
alla società civile a alla rete di
servizi organizzati che gli ambiti distrettuali possono offrire.
La Cooperazione sociale fa
parte della storia e dei suoi
cambiamenti, non può restare
un vagone fermo, bensì riparte
come una locomotiva che sa
trascinare e aggregare con modelli virtuosi di innovazione.
L’innovazione non dimentica
il passato. Oggi è necessaria,
forse indispensabile, per continuare ad avere il ruolo di partner efficace ed utile al sistema
d’interventi sociali. Non è una
sfida, ma la prova della verità.
Le riflessioni opportune per
innovare passano da variabili
esterne ed interne.
Valutazioni esterne: - La competizione provocata da politiche pubbliche non sempre
corrette, non porta lontano e
va bene per selezionare grandi
erogatori di servizi e non quelli
che scelgono il Modello di Comunità. Anche alcune formule
di accreditamento sclerotizzante possono affossare lo spirito imprenditoriale e creativo
della progettazione funzionale
al periodo. La nostra storia
di cooperatori sociali passa
attraverso legami di coordinamento e di sussidiarietà. La
sussidiarietà non va confusa
con il consumismo, bensì per
noi significa costruire un sistema dove le persone si aiutano,
collaborano, cooperano.
Valutazioni interne : - Per promuovere innovazione alla cooperativa serve una solidità
organizzativa ed economica,
una cultura imprenditoriale legata a partnership territoriali,
governances plurali, reti intersettoriali e valutazione della
dipendenza pubblica rispetto
a quella privata in termini di
patti contrattuali.
Ciò che serve è creare un mix
tra modelli innovativi perché
“ innovazione” non sia una
parola da spendere, bensì sia
un’esperienza da realizzare,
che genera occupazione e miglioramento della qualità della
vita nel territorio dove si esprime.
Innovazione e giustizia sociale!
Questa è la formula che ispira
il lavoro delle nostre cooperative guardando al futuro. Rinunciando ad essere cooperative
deleganti e lavoriste a favore di
interventi opportuni realizzati
con responsabilità e passione
per le politiche sociali. E’ possibile quando si costruiscono
le condizioni per utopie perseguibili.
“ Il più bello dei mari
è quello che non navighiamo.
Il più bello dei nostri figli,
non è ancora nato.
I più belli dei nostri giorni,
non li abbiamo ancora vissuti,
e quello che vorrei dirti
di più bello,
non te l’ho ancora detto”
(1991/ Nazim Hikmet)
di ELISABETTA MICARI
Riflessioni a bassa voce
Calati giunco
che passa la piena... e poi?
Legalità … tutti conosciamo il
significato della parola, tutti
vediamo come anche e proprio
in questi giorni i suoi limiti siano spesso superati …
Ma non sarà stato superato lo
stesso concetto ?
Non stiamo sentendo che alcuni dei nostri rappresentati
giustifica il proprio operato dicendo che quello
che è stato fatto
era conforme alla
legge?
Forse bisogna
chiedersi se sia
possibile scindere il concetto di
legalità da quello
di moralità e di
etica.
Ma qualcuno
ha cantato che
“L’etica è una vittima incosciente
della storia” (Franco Battiato,of
course).
E, cantando cantando, mi viene in mente il testo di un’altra canzone, questa volta di
Giorgio Gaber, precisamente
“Libertà”.
Possiamo essere liberi, vogliamo esserlo se è vero che “Libertà è partecipazione”?
O è più facile rassegnarsi al
degrado che ci circonda, senza
più la forza di alzare la testa?
E’ più facile far credere alle
nuove generazioni che tutto
resterà come prima o si può
fare lo sforzo di insegnare loro
che si può costruire un mon-
do migliore? Siamo capaci di
insegnare che essere liberi di
contravvenire alle regole è in
realtà essere schiavi di qualcosa?
Noi che abbiamo queste responsabilità siamo davvero
convinti che questo sia possibile?
I tempi che stiamo vivendo
dovrebbero essere l’occasione
per riscoprire quali sono le
cose che hanno valore, preferendole a quelle che hanno un
prezzo.
Diventa però molto difficile
oggi, poiché viene a mancare
uno dei diritti fondamentali:
quello al lavoro, indispensabile
per la dignità delle persone
perché è il diritto che consente
di progettare il futuro.
Chissà che non siano alla fine
i nostri giovani ad insegnarci
che “si può”, che essere in tanti
a volere qualcosa di diverso
sia già la forza necessaria per il
cambiamento …
3
a cura della REDAZIONE
Guardando al futuro
Vogliamo che il nostro sguardo sia costruttivo. Né catastrofico, né ingenuo. Vogliamo osservare il futuro dandoci
delle linee che cerchiamo di sintetizzare di seguito.
Quattro punti cardine che spieghino la filosofia che seguiremo nel nostro prossimo cammino:
RENDERE VISIBILE
IL PROPRIO LAVORO
L’autoreferenzialità è sempre
stata oggetto di discussione
all’interno dei nostri Centri.
Non dovevamo essere noi a
dire come lavoravamo. Dovevamo solo dimostrarlo concretamente. Allora, dall’esterno,
sarebbero arrivate conferme e
gratificazioni. E, queste, negli
anni, sono arrivate. Ci troviamo, però, oggi, a dover sottolineare il patrimonio dei valori
che si respirano all’interno delle nostre Cooperative. Non solo
al Mosaico, sia ben chiaro, ma
in tutti quei luoghi dove, come
qui, la spinta motivazionale va
ben oltre al mero svolgimento
di funzioni al fine di “portare
a casa” il proprio stipendio. Il
lavoro nel sociale è un lavoro
di fondamentale importanza per l’intera comunità. Per
questo dobbiamo valorizzarlo,
dobbiamo comprenderne le intense soddisfazioni, ma anche
le forti emozioni, spesso anche
negative. L’operatore sociale è
un lavoratore che entra empaticamente in relazione con le
vite che incontra e noi crediamo che questo forte coinvolgimento, supportato da una
formazione continua, debba
essere compreso e riconosciuto
a livello sociale.
4
FINALIZZARE
OBIETTIVI
E CONTENUTI
Consapevoli delle fatiche da
affrontare, dobbiamo concentrare la nostra attenzione su
tutte le azioni necessarie per
l’ottimizzazione delle spese.
La nostra bravura sarà quella di riuscire a mantenere la
qualità dei Servizi del nostro
Mosaico, dando forme più definite per poter essere ancora
protagonisti della storia della
Cooperazione sociale.
RIDARE IMPORTANZA
ALLE PAROLE:
DIRITTI,
DIGNITA’,
GIUSTIZIA
Perché la scarsità di risorse
deve essere la risposta che
chiude il dialogo fra chi ha
bisogno di aiuto e gli enti nati
appositamente per dare risposta a queste richieste?
Non è giusto e non ci si deve
stancare di urlare i propri diritti, di pretendere dignità, di
avere giustizia.
Le Cooperative Sociali sono
nate per dare risposte e creare percorsi di benessere e di
emancipazione.
Non siamo nati per fare profit,
ma per servire i cittadini con
responsabilità.
L’Operatore Sociale è infatti
“colui che opera” al fine di
dare dignità e fiducia alle persone che accedono ai Centri
come Il Mosaico.
METTERE IN CRISI
LE PROPRIE
CERTEZZE
Per affrontare la complessità
dei temi tracciati è fondamentale concentrare la propria attenzione sulla creazione di
nuovi sistemi organizzativi.
Come?
Innanzi tutto “mettendo in crisi le proprie certezze”, ovvero
scardinando il piacevole rituale delle nostre abitudini.
Cosa vogliamo dire?
Vi stiamo dicendo che per combattere i sentimenti fatalistici e
per vincere la paura è necessario che ciascuno di noi reagisca,
affinchè la crisi (come tutte le
crisi) porti rinnovamento, idee,
strategie risolutive.
Non paralizziamoci di fronte alle difficoltà, uniamoci e
troviamo la strada giusta da
percorrere.
di ELENA PUGNO
“L’obbedienza non è più una virtù”
P
er ragioni
di studio
ho avuto
occasione
di leggere
questo testo, che sicuramente
molti di voi già conosceranno,
che raccoglie gli scritti di un sacerdote degli oppressi, di una
parrocchia di montagna, che
lottava contro le discriminazioni di classe, sorretto dalla consapevolezza che l’ignoranza
fosse il principale nemico delle
classi povere. Per questo don
Milani scelse di essere oltre che
prete anche insegnante, poiché
considerava l’istruzione come
principale mezzo per uscire da
una situazione di umiliante subalternità culturale e sociale. Ci
sono alcune frasi del suo libro,
sul tema della coscienza e della
responsabilità individuale, che
reputo molto consone all’argomento di cui tratta quest’anno
il giornalino del Mosaico e che
vorrei sottoporre all’attenzione
di tutti, per poi farne motivo di
riflessione e condivisione:
“Bisogna avere il coraggio di
dire ai giovani che essi sono
tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una
virtù, ma la più subdola delle
tentazioni; che non credano
di potersene fare scudo né davanti agli uomini né davanti a
Dio, che bisogna che si sentano
ognuno l’unico responsabile di
tutto”
“Ho studiato il principio della responsabilità in solido. Il
popolo lo conosce sotto forma
di proverbio: -Tant’è ladro chi
ruba che chi para il sacco-”
(dal libro omonimo di Don Lorenzo Milani)
“L’unico modo di amare la
legge è di obbedirla.Bisogna
tenere in considerazione le
leggi degli uomini e osservarle
quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole).
Quando invece vedranno che
non sono giuste (cioè quando
sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
La politica è l’arte della trasformazione del mondo e la buona
scuola rafforza la volontà di
leggi migliori, spinge quindi a
battersi politicamente contro le
leggi ingiuste, che sanzionano
i privilegi e i soprusi dei più
forti. Don Milani è stato quindi
un sostenitore dell’omnicrazia,
il “potere di tutti”, in cui ciascuno è chiamato a partecipare
al potere per quanto è nelle
sue possibilità e nessuno è in
linea di principio escluso dalla
gestione e dall’organizzazione
del potere.
Questo sarebbe l’atteggiamento più auspicabile per essere
davvero liberi, ma molti (me
compresa), forse per pigrizia,
paura, stanchezza, lassismo,
ignoranza, ottusità…per tanti
motivi, purtroppo non vogliono o non sono in grado di
dare espressione alle infinite
ricchezze racchiuse nelle menti
e nei cuori di ciascuno.
5
di LUCA CLERICI
Quale legalità?
Il grande Maestro e Poeta Bernardo Bertolucci
ancora una volta, ci insegna qualcosa ...
Q
uando parliamo
di legalità, spesso
pensiamo all’impegno eroico di
due magistrati
come Falcone e Borsellino o alla
cronaca più recente di brutte vicende che raccontano delle pericolose infiltrazioni andranghetiste
nel nostro territorio.
Ma la battaglia per la legalità non
è solo quella più visibile e assolu-
tamente necessaria che combattono le forze dell’ordine contro
i gravissimi reati di riciclaggio,
estorsione, omicidio, associazione a delinquere, etc… Legalità
è anche combattere tante altre
“minori” ingiustizie a cui spesso
non tutti danno la necessaria
importanza, ma che sono causa di
umiliazione e sofferenza per centinaia di migliaia di persone.
Legalità significa anche far rispet-
Una nuova voce
a favore della disabilità
trasmissione di Fabio Fazio
“che tempo che fa”, ha raccontato della sua difficoltà di
vivere a Roma girando su una
sedia a rotelle a causa della sua
malattia (ndr. sclerosi multipla) ed in particolare di un episodio imbarazzante accaduto
al Campidoglio.
BERNARDO BERTOLUCCI,
non ha bisogno di alcuna presentazione. Basta ricordare
alcuni dei suoi film: Il conformista, Ultimo tango a Parigi,
Novecento, La tragedia di un
uomo ridicolo, L’ultimo imperatore (vincitore nel 1988 di
ben 9 oscar!), Il tè nel deserto,
Piccolo Budda, etc. …. Nella
6
La sua testimonianza:
“Circa un anno fa, a Roma, ero
in ritardo al matrimonio dei
miei amici Mario Martone e
Ippolita Di Majo, in Campidoglio. Sono arrivato lì in sedia
a rotelle, accompagnato dal
mio assistente. Mi sono reso
conto, però, che l’edificio della
Sala Rossa, quella dove si stava svolgendo il matrimonio,
aveva due gradoni di accesso
per tutto il suo perimetro. Abbiamo cercato un guardiano,
o qualcuno che ci aiutasse con
una rampa movibile in modo
tare i diritti sanciti dalla nostra
costituzione, e garantirli per tutte
le persone, non solo per alcune.
Ci sono delle cose che possono
essere insignificanti o “normali”
per una maggioranza di persone,
ma le stesse si trasformano in un
ostacolo insormontabile (in una
vera e propria ingiustizia, o meglio illegalità!) per una minoranza
di persone.
Mi ha fatto pensare proprio a
questo, quello che è accaduto al
regista Bernardo Bertolucci nella
città di Roma: l’impossibilità di
muoversi autonomamente a causa della sua nuova condizione di
vita, che lo costringe su una poltrona con le ruote.
Benvenuto Maestro! Benvenuto
in un girone infernale fatto di
gradini, sguardi morbosi, diritti
calpestati… di ex presidenti di
società pubbliche che bucano le
gomme.
da superare i gradoni. Evocati
con fatica pochissimi impiegati
mi guardavano sconcertati dalla richiesta (se non vagamente irritati). Alla fine quattro
persone generose mi hanno
sollevato insieme alla carrozzina. Intanto il matrimonio si
era concluso. Io ero profondamente umiliato e anche molto
arrabbiato. Avrei voluto scrivere al Sindaco per segnalargli
che in casa sua, il Comune di
Roma, non c’era accesso per
le persone, come me, prive di
mobilità e affidate totalmente
all’ausilio della sedia a rotelle.
Così mi sono accorto che quello era anche l’accesso ai bellissimi Musei Capitolini. Caro
Sindaco, Lei chiude la porta in
faccia a tutti quei turisti, e non
credo siano pochi, che arrivano
in sedia a rotelle per visitare
il famoso Campidoglio. Forse non se ne rende conto ma
Lei ogni giorno, puntualmen-
te, manca di rispetto a chissà
quanti disabili…
Confesso di avere sempre provato affetto e curiosità per tutti
coloro che vengono definiti
“diversi”: socialmente, culturalmente e sessualmente. Il
mio lavoro mi ha portato molto lontano e ogni volta mi sono
innamorato delle culture che
andavo scoprendo, così diverse dalla mia.
Passo molto tempo a Londra.
Lì non esistono marciapiedi senza rampa o con rampe
bloccate da auto parcheggiate
abusivamente. Per non parlare dei black cabs, i tipici taxi
neri inglesi, tutti muniti di una
mini rampa pieghevole che
permette alle carrozzine di entrare facilmente all’interno. Mi
vedo arrivare con un black cab
in Campidoglio e lì essere bloccato dalla mancanza di sensibilità e di civiltà in auge a Roma
nei nostri giorni. Che fare? Ci
trasferiamo tutti a Londra?”
Abbattere le barriere
architettoniche:
Ne parla la costituzione!
Forse non servirebbe ribadirlo, ma visto che per alcuni la
“mania” dell’accessibilità è un
“pallino” delle persone disabili, è il caso di dire che, nel
nostro Paese, l’accessibilità si
fonda direttamente sulla Costituzione Italiana.
Fin dall’articolo 3 infatti la
nostra carta costituzionale sancisce che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale che, limitando, di fatto, le libertà e l’uguaglianza
dei cittadini, impediscono il
primo sviluppo della persona
umana”.
Tenendo conto che la legge
principale che riguarda le barriere architettoniche è del 1989,
segnaliamo di seguito qualche
precedente.
Dal 1948, data in cui la nostra
Costituzione entra in vigore,
passiamo allora al 1971, quando la legge numero 118, all’articolo 27, prevede tra le altre
cose che:
• “in nessun luogo aperto al
pubblico può essere vietato
l’accesso ai disabili”.
• “i nuovi edifici pubblici, e
quelli di interesse sociale,
devono essere sprovvisti di
barriere architettoniche”.
• “i luoghi dove si svolgono
manifestazioni o spettacoli
pubblici debbono prevedere
e riservare posti per disabili
non deambulanti”.
• “Gli alloggi di edilizia economica e popolare, posti a
pian terreno, vanno assegnati prioritariamente ai disabili
non deambulanti, se ne fanno richiesta”.
La stessa legge 118/71, all’articolo 28, prevede anche che
“vanno rimossi gli ostacoli
negli edifici scolastici, per consentire l’accesso ai ragazzi disabili”.
Infine, pochi anni prima della
13/1989, nel 1986, la legge
41 fa “divieto alle pubbliche
amministrazioni di approvare
progetti pubblici senza l’eliminazione delle barriere architettoniche”.
Quali barriere
architettoniche da
abbattere anche
nel tuo comune?
Anche se non sei un disabile,
ti è mai capitato di fare un giro
per il tuo paese spingendo
un passeggino per gemelli, o
reggendoti su delle stampelle?
o magari spingendo un amico
e/o un parente in carrozzina?
Se non ti è mai capitato prova
a farlo anche solo una volta per
scoprire quali e quanti ostacoli
ci sono … Spesso può risultare
impossibile compiere queste
semplici azioni da solo: entrare
in un negozio o in un edificio pubblico, accedere ad una
piazza rialzata o ad un parco,
salire/scendere da un marciapiede per attraversare la strada
sulle strisce pedonali, visitare
una mostra o un museo, etc…
Gli ostacoli sono veramente tanti, sia nelle grandi città
come nei piccoli comuni …. Ma
noi cittadini che cosa possiamo
fare? A mio avviso possiamo
fare tanto!
7
Innanzi tutto bisogna tornare
ad indignarci smettendo di
rassegnarci e di pensare che
tanto oggi non ci sono più soldi per nessuno e dunque non si
può mai fare niente.
Questo non è vero!
Se è vero che in questi tempi di
crisi i soldi (sia pubblici che privati) sono sempre di meno, però
è anche vero che molto spesso i
soldi pubblici (cioè i nostri soldi delle tasse che paghiamo!)
vengono spesi male per un atteggiamento di superficialità e
pressapochismo da parte degli
amministratori pubblici.
Dobbiamo cominciare ad assumere tutti un atteggiamento
duplice: di controllo e segnalazione (sempre scritte! mai solo
verbali!) delle problematiche a
chi di dovere, ma nello stesso
tempo essere persone positive
che propongono delle soluzioni concrete e praticabili.
Se su situazioni urbanistiche
già esistenti e piuttosto datate
è obiettivamente più difficile
e costoso abbattere le barriere
architettoniche esistenti (anche se non impossibile!), sulla
realizzazione di nuovi spazi
urbanistici il problema è invece
facilmente risolvibile e spesso
anche a costo zero.
Ogni qualvolta viene realizzata
una nuova opera pubblica, non
basterebbe progettare e realizzare il tutto dedicando un piccolo pensiero a tutte le persone
che non hanno la fortuna di
poter muoversi in autonomia?
Non interessa a nessuno perché si tratta di una minoranza
di almeno 250.000 persone circa in tutta Italia?
Anche i più ottusi egoisti però
dovrebbero ricordarsi che fra
quelle persone un giorno potrebbero finirci anche loro, magari per una fase più o meno
lunga della propria vita.
8
di ANNA GELLI
Legalità: non sempre e solo regole,
ma buon senso e amore.
Appena letto il tema di
quest'anno mi sono detta "questo discorso non va troppo
bene per me, come si suol dire
non è nelle mie corde". Non
sono assolutamente un'asociale o una specie di terrorista ma
tutto quanto è " regola +regola
+ regola uguale buono, giusto,
meraviglioso” mi lascia molto
perplessa. Un po' di sregolatezza, di fantasia o di follia mi
piace molto di più.
E' ovvio che tutto questo deve
essere fatto con moderatezza,
con misura, con amore: insomma con buon senso senza
essere superbravi, perfettini,
pesanti quasi dei macigni.
L'amore, mi chiederete, cosa
c'entra. L'amore c'entra sempre: ci fa essere più gentili, più
ben disposti verso gli altri, più
rispettosi dei bisogni e dei sentimenti del nostro prossimo, ci
fa capire e soprattutto non ci
fa solo giudicare e criticare
perchè determinate regole non
sono seguite.
Difficile parlare di legalità perchè è un termine che racchiude
mille concetti.
A volte basta un piccolo spunto per far volare tutti i nostri
pensieri come se avessero le
ali. Vanno qui e là : ci si ricorda
allora di alcuni sgarbi e ingiustizie che ti lasciano perplessi. E' giusto per esempio approfittarsi della gente, dei bambini o
ancora peggio dei portatori di
handicap? Mi è capitato di assistere ad una scena di questo
genere: qualcuno voleva vendere ad uno dei nostri ragazzi
un oggetto che per lui non
andava assolutamente bene
perchè era grande, spropositato, quando la settimana successiva arrivava quello giusto. Ecco lo spunto. Ma come
si fa ad essere così mascalzoni
e approfittarsi di una persona
debole senza avere conseguenze legali?
Dov'è il senso di giustizia, di
rispetto, di bontà d'animo e
di cuore? Cosa si deve fare in
questi casi: denunciare l'accaduto? Ci sono regole che determinano cosa fare per queste
piccole cose del quotidiano?
Dov'è la giustizia quando si
legge tutti i giorni delle ruberie
che fanno alcuni personaggi
quando il resto delle persone
normali fanno fatica ad arrivare
alla fine del mese e ci sono degli anziani che devono ancora
lavorare per aiutare i figli che
non hanno più lavoro o hanno
due famiglie da mantenere per
questo problema attuale che è
la crisi della famiglia?
Non si vuole parlare di politica
ma certamente qualcosa non
va in questo mondo di oggi.
Le regole vanno insegnate, certo, a tutti perchè la vita senza
regole è sregolatezza, è confusione, è caos; ma va insegnato
all'individuo che non vive da
solo, che ci sono anche gli altri
con gli stessi diritti e doveri
e che si può andare avanti in
questa vita meravigliosa che
Dio ci ha donato e che dobbiamo vivere nel migliore dei
modi tutti insieme nel reciproco rispetto. Un caloroso saluto
Mi presento: sono Daniela
Roveda, mamma di Sara
Clerici che frequenta il CSE
di Bulgarograsso. Come già
sapete dal 24 maggio u.s.
faccio parte del consiglio
di amministrazione della
cooperativa quale rappresentante dei genitori.
Sostituisco Anna Gelli che
fino ad ora ha svolto questo
sevizio e che ringrazio per
l’impegno che ha sempre
dimostrato.
Ho accettato questo incarico
perché ritengo importante
che il parere dei genitori e
dei parenti sia rappresentato
all’interno del C.d.A. dove
vengono prese le decisioni che
riguardano l’andamento del
Mosaico e quindi, di riflesso, le
vite dei nostri cari.
Vorrei essere veramente “rappresentante” cioè portavoce
delle esigenze che i genitori e i
parenti esprimono.
Capisco che l’impegno che i
nostri cari ci richiedono quotidianamente può dare origine a
stanchezza, a una modalità di
delega nei confronti della struttura che li ospita soprattutto se
questa svolge con competenza
la sua funzione. Tuttavia penso che una presenza propositiva, anche critica, all’interno
del Mosaico possa migliorarne
ulteriormente il servizio.
La visione che hanno i genitori e i parenti su ciò che
è meglio per il proprio caro può essere diversa o complementare, sempre e comunque utile, a quella che
possono avere gli operatori
e le persone che lavorano
all’interno del Mosaico.
Vi chiedo di partecipare attivamente alla gestione del
Mosaico, perché molta parte
della vita dei nostri cari qui
si svolge e non possiamo rimanerne estranei.
Daniela Roveda
Dal comunicato stampa dell’assemblea di FEDERSOLIDARIETÀ LOMBARDIA
a cura della REDAZIONE
Nessuno si salva da solo
L
a cooperazione
sociale di Federsolidarietà
si riunisce in
assemblea perché, lo sappiamo bene, nessuno
si salva da solo, e la nostra voce
comune e decisa si deve sentire
con forza.
Veniamo da anni di politiche
sociali regionali in cui si è parlato tanto di sussidiarietà ma
spesso il peso burocratico posto a carico del Terzo Settore e
degli enti gestori ha minacciato
L o m bardi a
la possibilità di una loro azione sussidiaria. Abbiamo più
volte evidenziato questa deriva. Abbiamo chiesto dialogo
e abbiamo ottenuto circolari
esplicative. Abbiamo chiesto di
investire in politiche sociali e
abbiamo avuto regole che hanno irrigidito i servizi. Abbiamo
proposto di ragionare sui bisogni e abbiamo ottenuto regole
di accesso ai voucher.
Nel frattempo i nostri servizi,
vicini ai bisogni, sono sempre più in difficoltà perché se i
problemi sociali crescono, gli
appesantimenti imposti dalle
regole per l’accreditamento lo
fanno ancora di più, fino a mettere a rischio la possibilità stessa di rispondere ai bisogni.
Questa assemblea registra una
possibile differenza: il nuovo
Assessore Regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Carolina Elena
Pellegrini interviene all’Assemblea per ascoltare le difficoltà e
le proposte della cooperazione
sociale. Nella Regione troviamo
9
quindi l’attenzione ad ascoltare le nostre ragioni. Nessuno
si salva da solo. Non sono solo
in pericolo le cooperative ma
le persone e i loro bisogni. Noi
sappiamo che non possiamo
agire senza la Regione per fare
bene il nostro lavoro, ma la Regione ha bisogno del contributo
della cooperazione sociale per
rispondere ai bisogni dei cittadini.
Perché così non va!
Le difficoltà delle cooperative
a cui vogliamo dar voce, sono
difficoltà di contesto per la crisi
che investe tutti i settori, i tagli
delle diverse spending review a
fronte della crescita dei bisogni
delle persone. In questo scenario Regione Lombardia introduce con semplici atti amministrativi, senza alcun confronto,
una riforma del sistema delle
regole socio sanitarie incalzante, onerosa perché di fatto riduce le risorse disponibili per
gli operatori e appesantisce di
oneri burocratici le imprese del
settore.
L’ingiusto mercato
dei bisogni
Con l’utilizzo dei voucher e con
il connesso disimpegno degli
enti pubblici, si incappa nelle
dinamiche tipiche del mercato profit: i gestori si rivolgono
solo ad aree dove ci sono clienti, tralasciando zone dove i potenziali “utenti” sono pochi o
raggiungibili con alti costi. La
cooperazione sociale invece nasce nel territorio e lì rimane.
Non solo: il meccanismo del
voucher è tipicamente individuale. Ciascuno (o meglio
quelli che riescono ad accedere
10
ai voucher) resta da solo con il
suo bisogno e il suo “buono”.
La cooperazione sociale invece
aggrega le persone e i loro bisogni dando servizi alla Comunità.
Siamo provati!
Le cooperative sociali di Federsolidarietà sono molto preoccupate per gli effetti che le delibere di quest’anno avranno,
sia dal punto di vista dell’appesantimento burocratico (e
quindi dei costi crescenti richiesti dal sistema di accreditamento che ne minano la stabilità economica) sia, parimenti,
per gli effetti sugli utenti ed in
particolare su quelli più fragili.
Il welfare che vogliamo
In fatto di welfare abbiamo
esperienza, competenza e storia. Vogliamo un welfare che:
1. Riduca le disuguaglianze
anche attraverso una funzione redistributiva delle risorse.
2. Superi la logica delle erogazioni monetarie per sostenere la rete dei servizi.
3. Orienti la spesa all’integrazione e al territorio:
spostare poche risorse dalla
sanità al sociale garantisce
i servizi territoriali, rispondendo alle esigenze di welfare leggero più vicino ai bisogni dei cittadini.
4. Sostenga le famiglie, premiando chi investe nella
cura prima che nei consumi.
5. Garantisca un patto intergenerazionale.
6. Promuova politiche attive
del lavoro in un momento
in cui il lavoro resta l’unica
protezione dalla fragilità sociale dei nostri utenti.
7. Combatta la precarizzazione
del lavoro, che mina qualunque ipotesi di ripresa economica, a partire dalla valorizzazione dei 65.000 operatori
della cooperazione sociale
nella sola Lombardia.
Sentiamo il peso e la responsabilità dei tempi attuali, riteniamo essenziale richiamare tutte
le nostre cooperative alla massima vigilanza e difesa dei valori a cui facciamo riferimento.
E’ questa la ragione per cui
chiamiamo le cooperative a una
mobilitazione straordinaria!
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a cura della REDAZIONE
MOSAICO JUNIOR
I
l Mosaico nell’ultimo decennio ha
sviluppato una
buona esperienza in ambito
scolastico attraverso interventi
di sostegno scolastico in favore
di minori in difficoltà, percorsi
artistici/espressivi (musicali,
teatrali, di danza/movimento,
di arte/terapia) realizzati dal
Laboratorio dell’Espressività
“il Mulino” nelle scuole di
vario grado del territorio, progetti formativi sul tema “disabilità” presso Istituti Superiori
ad indirizzo sociale.
Il tema dell’Educazione, che
da sempre ci incuriosisce, ci
invita a riflettere sulla grande
influenza che i primi anni formativi avranno su ciò che sarà
l’essenza della persona nel suo
divenire adulta.
Il bimbo che frequenta le scuole dell’obbligo getta oggi un
seme per il futuro.
Mossi da questa “passione
educativa”, che è l’anima del
nostro lavoro, abbiamo deciso di implementare questa
esperienza attivando, a partire
dall’anno 2012, il nuovo Servizio denominato MOSAICO
JUNIOR.
Gli obiettivi
•Promuovere percorsi personalizzati per lo svolgimento
dei compiti.
•Personalizzazione di un metodo di studio efficace.
•Attivare interventi educativi finalizzati allo sviluppo
dell’autonomia personale.
12
•Accrescere l’autostima attraverso il raggiungimento
degli obiettivi formativi scolastici.
•Valorizzazione delle capacità/potenzialità di ciascuna
persona.
La metodologia
•L’approccio utilizzato è basato su tecniche centrate sul
potenziamento degli stimoli
e sul rinforzo
.
•L’approccio è meta cognitivo, costruttivistico, attivo.
•Si utilizzano mediatori didattici di tipo linguistico ,
visivo, simbolico.
•Ad ogni soggetto è garantito
uno spazio di espressione,
libero da condizionamenti e
giudizi.
Risorse umane
•La Cooperativa IL MOSAICO garantisce la selezione
e la presenza di figure professionali idonee a fornire
un Servizio competente e di
qualità.
•Il personale è in possesso di
Laurea in Scienze dell’Educazione ed ha comprovata
esperienza ed idoneità all’intervento di accompagnamento e sostegno scolastico.
•Oltre ad educatori professionali di comprovata esperienza, la Cooperativa si avvale
del sostegno di una Psicoterapeuta, che svolge una
funzione
di consulenza rispetto agli
interventi messi in atto dagli
Educatori.
I destinatari
I percorsi formativi sono aperti
a qualsiasi piccolo studente,
anche a soggetti H, soggetti con disfunzioni specifiche
dell’apprendimento, soggetti
con disturbi del comportamento.
Le iscrizioni
•Le iscrizioni dovranno pervenire alla Segreteria della
Cooperativa che organizzerà
un primo incontro di conoscenza.
•Le ammissioni avverranno in
base all’ordine d’iscrizione.
•E’ possibile richiedere sia
sostegni individuali che di
gruppo.
Quando e dove
•Le ore di sostegno e ripetizione sono concordate con i
diretti interessati in base alle
singole esigenze.
Gli incontri
si terranno presso
Cooperativa Sociale
il Mosaico
Bulgarograsso
Via Battisti, 15
a cura del LABORATORIO CULTURALE
Che confusione a Conchigliopoli!
Nelle profondità del mare c’è un
paese che si chiama Conchigliopoli
dove da un po’ di tempo la vita dei
cittalini (parola nata dall’incrocio
di cittadini e pesciolini) è diventata molto difficile.
Là dove fino a qualche tempo fa gli
animali e le piante di quell’angolo
di mare avevano sempre vissuto in
tranquillità, ultimamente regna
una gran confusione, perché
ognuno fa come gli pare.
Nessuno rispetta più alcuna regola, perché le regole non piacciono;
sono fastidiose e rispettarle costa
fatica.
E’ così che tra i cittalini di Conchigliopoli troviamo Anna e Paola,
due meravigliose e adorabili sirenette dall’ugola d’oro, che appena
arrivate hanno avuto una calorosa
accoglienza da parte dei cittalini
di Conchigliopoli, felici di avere
tra loro due così splendide creature. Ma da un mese a questa parte
hanno dovuto ricredersi perché le
due sirene sono diventate “insopportabili”. Sapete perché?
Anna e Paola si stanno allenando
per partecipare al festival canoro
di Molluscopoli e cantano senza
sosta giorno e notte in barba al
divieto di suonare e cantare dopo
la mezzonotte, del sindaco di Conchigliopoli il gran polpo capitan
Ventosa e indifferenti alle lamentele dei loro vicini.
Tutti gli abitanti sono nervosi,
stanchi e arrabbiati con le sirenette perché da tante notti nessuno
riesce più a dormire.
Un altro cittalino che non rispetta
le regole è il paguro Matteo che
come tutti i paguri dovrebbe occupare solo le conchiglie abbandonate da lumache e molluschi. Ma
Matteo non si accontenta di una
sola conchiglia, ne vuole tante
tutte per sé e per averle qualche
volta fa il prepotente e “butta
fuori casa/conchiglia” i molluschi
indifesi che devono ricostruirsi
un nuovo guscio.
I molluschi di Conchigliopoli sono
davvero stanchi dei prepotenti
come il paguro Matteo!
Per non parlare dell’imbroglio
fatto da dalle due cernie clienti del
ristorante “Mauro e Lucrezia “.
Che dopo aver fatto un abbondante pranzo se la sono data a pinne
levate senza pagare il conto. Ci
sono poi pesci che buttano rifiuti
nei cespugli di alghe, molluschi
che parcheggiano in divieto di
sosta e tanti altri casi che portano
i cittalini onesti di Conchigliopoli, disperati per la situazione,
a rivolgersi allo sceriffo Marino
Stella che interviene subito con alcuni provvedimenti per riportare
l’ordine a Conchiglopoli.
Marino Stella, dopo una bella
sgridata, consiglia alle sirenette
di fare le prove di canto in una
grotta insonorizzata così non disturberanno più i loro concittalini
e per farsi perdonare dovranno
offrire loro uno spettacolo gratuito
alla festa di fine estate.
Il paguro Matteo, invece dovrà
pagare una tassa per ogni casa
che possiede. Forse così gli passerà la voglia di avere tante case.
Le due cernie imbroglione come
punizione dovranno lavare i piatti
del ristorante “Mauro e Lucrezia” per un mese.
Per evitare che la confusione torni
a Conchigliopoli Marino Stella
invita un ospite d’eccezione in occasione della festa di fine estate.
Mentre le sirenette tengono il loro
concerto, a Conchigliopoli arriva
un sottomarino giallo che dopo
essere stato calato in acqua da una
grande gru, raggiunge la piazza
di Conchigliopoli non senza difficoltà. Durante il suo percorso
infatti ha incontrato un’auto anfibia telecomandata da un ragazzo
che giocava sulla spiaggia che ha
rischiato di andargli contro.
A bordo c’è il famoso, saggio Capitan Clarck che viene dalla terra
ferma e per questo deve indossare
una tuta subacquea per poter restare a lungo in acqua.
Capitan Clarck organizza una
assemblea con tutti concittalini
di Conchigliopoli dove spiega cosa
succede sulla terra dove gli umani
vivono sempre peggio a causa dei
loro comportamenti scorretti e
irresponsabili; chi ruba, chi imbroglia, chi danneggia le cose altrui,
chi fa il prepotente, ecc..
Al termine del racconto di Capitan Clarck, gli abitanti di Conchigliopoli sono molto meravigliati
dal comportamento degli umani
che ammiravano e che li incuriosivano molto. Non si aspettavano
che gli umani fossero così poco
corretti e pensano che non è così
che loro vogliono diventare e che
l’unico modo per poter continuare
a vivere come sempre hanno fatto,
è quello di avere rispetto gli uni
degli altri e delle regole concordate
e scritte nel loro grande libro blu:
“la costituzione del mare”.
Soddisfatto del risultato Capitan
Clarck torna sulla terra ferma
dove c’è ancora molto da fare per
riportare ordine e legalità.
13
spesa al bennet, magari la prossima volta ci vai oltre che per
comperare la centesima borsetta,
anche per fare la spesa per te con
la tua lista parallela.
Vuoi tanto uscire dalla Comunità, ritrovare spazi e momenti
tuoi. Da sola non puoi più. Ma
pre i compagni che ti danno più forse sarebbe bello ritagliare un
momento anche per andare a cugioia.
Adesso dobbiamo proprio fermar- riosare nei supermercati e impaci e pianificare. Che cosa? Una rare a conoscere un altro modo
dieta per te, su misura per te, di nutrirci con tanti alimenti
con alimenti che ti piacciono ma alternativi che non abbiamo mai
che non ti fanno stare male, che assaggiato. Magari ti piaccionon fanno peggiorare la tua con- no anche quei biscotti e tutte le
dizione di salute. Sei diabetica. cose che ci sono lì. Magari così
E stai invecchiando. Le cose che non mangi più otto yogurt in un
mangiamo, anche quelle che un giorno, e quando noi si banchetta
tempo ti piacevano, ora non piac- banchetti anche tu… non è più
ciono più. Quasi sempre quello necessario che ti chiudi nella tua
che viene proposto alla mensa lo camera a sfogare la rabbia battenrifiuti, e le cose che vorresti man- do i pugni sul muro.
In questi giorni hai perso il congiare ti sono nocive.
Io direi di preparare un elenco di trollo. Non possiamo più dire
nulla, sono
alimenti che ti
continue le risono concessi
Dove a te
chieste di cibo
e di preparare
un menù con
manca la comprensione e s i g a r e t t e ,
continui i furte, parallelo al
e l’accettazione
ti e la ricerca
nostro, che posdi questa nuova realtà.
spasmodica di
sa soddisfare
cibo e nicotina.
la tua fame ma
La nuova vita.
E la rabbia creanche il tuo deIl cambiamento.
sce sempre di
siderio. PossiaLa trasformazione.
più, non riesci
mo patteggiare
Queste parole...
a trattenerla
questo? Quama io penso che
le deve essere
dentro me...
tu hai ragione,
nello specifico
per te...
mi metto nei
l’alimentazione
tuoi panni e mi
per una donna
diabetica? Non mi sento prepa- dico che non hai più nulla adesrata in questo, è stato tralasciato so di quello che amavi. Niente
alla provvisorietà questo aspetto uscite, niente cibo, niente sigarette, niente autonomia. Il nuodella vita per te fondamentale.
Mi si stringe lo stomaco ogni vo compagno è l’ossigeno. E non
volta che noi si mangia questo deve essere bello vivere con i tubi
o quello a “4 ganasce” e io devo attaccati al viso giorno e notte,
darti l’assaggino mignon o addi- scarrozzarti bombole e bomborittura nulla… possiamo creare loni ovunque. Gli amici non ci
delle alternative concrete e sod- sono più, nel tempo i rapporti si
disfacenti? Vai sempre a fare la sono disgregati. Anche per il tuo
di “ZIA TINA”
Una lettera per te, che ti affidi al nostro lavoro
N
...mentre la vita trascorre
on posso impedirmi, nel
parlare di te,
di far riaffiorare nella
mente tutte le immagini belle e
brutte del passato, fin dai nostri
primi incontri. Ecco la rabbia e
anche lo smarrimento nel pensare a cosa faremo adesso, proprio
mentre ci troviamo nel centro
dell’uragano, in una tempesta
che non trova pace. Dobbiamo
cercare e trovare il modo per rimettere ordine su tante cose, sul
caos che si è creato. Mi chiedo da
dove partire e quali possibilità ci
rimangono.
Quanto è lungo il viale da percorrere?
Sugli ultimi mesi
L’inizio del nuovo anno ti ha
portato ad attendere la ricorrenza come il Vero Natale: il compleanno si staglia all’orizzonte. Prospettiva di regali e di concessioni
attese con tutta te stessa, una su
tutte il ritorno alla “vita di prima”.
Chissà se non hai voluto capire
che quel 19 febbraio non sarebbe
cambiato nulla e che il tuo corpo
non sarebbe guarito. E proprio
quel corpo, in quel giorno di festa, ti ha tradito.
Hai trascorso il compleanno
all’ospedale, un evento significativo.
Partiamo allora con il racconto
di questo corpo che desidera, anela al cibo e alle sigarette, da sem14
compleanno quasi nessuno ha risposto all’invito…un tempo era
l’evento della comunità, un momento che riuniva persone per te
importanti. Anche qui il vuoto.
La vita va avanti, le cose cambiano, e anche la tua famiglia
ha preso tante direzioni, i tuoi
fratelli sono diventati genitori, zii, invecchiano anche loro, i
problemi sono tanti. E i rientri a
casa, una volta frequenti, si sono
ridotti ora solo alle feste comandate. Sei rimasta da sola. Ti senti
sola? Comunque le persone di un
tempo non ci sono più, o ci sono
in modo differente… anche qui
dobbiamo trovare un sistema per
aiutarti a viverla questa nuova
condizione.
Quando sei tornata dall’ospedale
per me avresti già dovuto trovare
qualcosa di concreto per riempire
il vuoto delle nuove e ora tassative privazioni. Per aiutarti a capire che c’è un cambiamento nel
tuo modo di vivere, ma che questo
non vuol dire punizione, peggioramento. Ma trasformazione in
meglio per vivere meglio. Certo,
non senza fatica, ma noi dobbiamo essere la tua forza, noi dobbiamo mettere quel pezzo in più
per aiutarti…dove a te manca la
comprensione e l’accettazione di
questa nuova realta’ . La nuova
vita. Il cambiamento. La trasformazione. Queste parole... dentro
me... per te...
Ma dobbiamo sforzarci di trovare
il modo di far si che sia bello questo cambiamento, ci deve essere
la chiave da qualche parte. Non
hanno più senso oggi le prediche
e i no. Dobbiamo agire e offrire a
te lo strumento . Noi dobbiamo
dartelo.
Non ci abbiamo provato davvero
fino in fondo in questi mesi. Noi.
Tu invece sei stata fin troppo brava e forse anche un po’ lasciata
sola. Per questo oggi cedi? L’ossigeno lo porti sempre, con le si-
garette ci provi è vero, ma quanti
avrebbero saputo smettere come
hai fatto tu? Con il cibo non scendi a compromessi, tu come tutti
vuoi mangiare ciò che ti piace. E’
colpa? No.
Tu ci sei stata. Ora tocca a noi
fare la nostra parte.
Un episodio
E’ pomeriggio, tu sei all’ospedale. Io vado a lavorare, sono irrequieta e ci vado prima dell’orario.
Non so cosa cerco ma vado li. Mi
pervade qualcosa quel pomeriggio
ma non so cosa sia. Entro in casa
e vado in camera tua. Sto cercando una soluzione per te.
Mi siedo sul tuo letto a pensare,
guardo le tue fotografie, i mille oggetti, poi, sentendomi una
ladra, non posso fare a meno di
aprire i tuoi cassetti, e lì capisco
che forse non ho capito niente di
te. Che ho fatto del gran scrivere
e parlare ma la donna che sei tu,
quella vera, è lì nei tuoi cassetti,
nei tuoi armadi.
Trovo un mondo in camera tua.
Un mondo parlante. Rimango
davvero senza parole. Non si contano le decine di portaocchiali,
penne, astucci, borse, ricami, fili,
tutti gli stessi oggetti in quantità
esorbitanti. Pigne e pigne e pigne di oggetti uguali, messi con
massimo ordine e separati per
categoria. Cose che non ti ho mai
visto usare ma che sono lì. Cassetti parlanti. Armadi parlanti.
Tu sei piena di quello. E svuotata
di molto altro. Io lo sapevo. Ma è
brutale vederlo.
Arriva l’estate
Sei contenta che l’inverno è passato, arriva la bella stagione, hai
scelto due vacanze, hai la fortuna
di poterti permettere qualcosa in
più degli altri. Alla fine ti fai un
bel regalo, due vacanze al mare la
cosa che più ti piace. Cibo, riposo, meno regole, negozi…
Anche qui sento che la forbice incombe… mi chiedo se la vacanza
a Rimini e Cattolica è mirata per
te. Vuol dire soggiornare in alberghi con tanti buffet di buon cibo e
poterne usufruire come vorresti,
vuol dire il caldo e la vita della
spiaggia con la bombola dell’ossigeno. E la fatica a reggere ritmi
che, malgrado tu non lo ammetta,
fai sempre più fatica a sostenere.
Sei spesso stanca, dormi profondamente quando sei a casa e nel
tempo libero, sulle uscite si legge
la fatica nel tuo pallore e nelle tue
continue soste. Anche qui fermiamoci e non lasciamo al caso
quelle vacanze, perché non diventino una sofferenza e una privazione dietro l’altra. Ma che sia
vacanza. Se deve essere Rimini
che sia, ma con un lavoro nostro
dietro che ti permetta di vivere il
soggiorno nel miglior modo possibile.
Oggi
Queste sono alcune delle cose che
ho pensato su te, per te. Cose che
devono essere indirizzate al lavoro concreto. Aspetti della tua vita
che è cambiata che non si possono ignorare o lasciare all’intervento del singolo e del momento.
L’attualità è questa ma con tanto
altro, con tutto quello che ti porti dentro e quello che sei tu oggi.
Ma non è tutto così irrimediabile. Fermiamoci e confrontiamoci e pensiamo a come affrontare
insieme questa fase della vita.
Rimettendo ordine e pensando al
tuo futuro con prospettive ottimiste e di benessere.
Ripartendo da te adesso. Non è la
fine, è l’inizio.
Io per te lo spero di cuore .
15
I nostri giornalisti
Ecco a voi alcuni degli articoli più esilaranti prodotti dalla nostra
REDAZIONE DEL FRAMMENTINO. Grazie ai nostri carissimi
Giornalisti Tatiana, Luca, Roberto, Cristina, Francesco, Fabrizio,
Mattia e Silvia. Grazie per la Vostra simpatia e professionalità!
Hablamos Espagnol
A cura della REDAZIONE DEL FRAMMENTINO
Milioni e milioni di anni fa, una
giovane e curiosa studentessa di
nome Chiara si è iscritta di fresco
alla facoltà di lingue.
Oltre al bergamasco, ha voluto
approfondire la conoscenza di russo, inglese e, per nostra fortuna,
spagnolo.
Ballando flamenco, sorseggiando
sangria e mangiando paella e tapas a volontà l’allora giovanissima
Camo si è perfettamente integrata
nella cultura spagnola.
Non abbiamo sufficienti informazioni per affermare che si sia
anche introdotta segretamente nel
KGB o che abbia conosciuto da
vicino la regina fingendosi una
cameriera di Buckingham Palace,
ma al momento non desideriamo
approfondire.
Sappiamo però che nel 2009, a
seguito di una sentita richiesta di
16
maggioranza dell’assemblea consiliare dei membri dello Smeraldo,
è nata l’idea di inserire uno spettacolare corso di spagnolo.
Le persone iscritte, ad oggi, sono
circa una dozzina: alcune seguono
il corso sin dall’inizio, e quindi
sono ormai ad un livello di conoscenza avanzato; altre sono al
livello base.
Da qui è nata l’esigenza di assumere una nuova insegnante. La
ricerca è stata lunga e faticosa, ma
un incontro totalmente inaspettato e casuale ha risolto la situazione
in un lampo.
Nel luglio 2011 le nostre due insegnanti si sono trovate in questa
sorprendente circostanza:
L’intesa è stata subito perfetta!
Dopo questa durissima lotta le
due si sono rese conto che sarebbe
stato molto meglio scendere a
patti e collaborare, dividendosi
opportunamente i compiti.
Mentre Chiara toglieva sacconi di
polvere dai suoi storici libri, Marina impiegava ogni minuto del suo
tempo libero per cercare di capirci
qualcosa.
Recitando a memoria tutte le poesie di Pablo Neruda e ascoltando
per mesi e mesi solo ed esclusivamente le canzoni di Julio Iglesias
è riuscita a preparare un programma di studi per i neo allievi del
corso di spagnolo.
Quest’anno la paella è passata da
Marina a Marta che si sta occupando dell’insegnamento di balli
e canti spagnoli…che dire…dalla
Paella alla brace!
Laboratorio teatrale... eccoci!
A cura della REDAZIONE DEL FRAMMENTINO
Per presentarvi il laboratorio
teatrale abbiamo realizzato
un’intervista alla conduttrice
e a due rappresentanti dei ragazzi che vi partecipano.
L’
idea del laboratorio teatrale nasce dall’incontro
di due persone
con interessi comuni, sulla base anche di esperienze già fatte all’interno della
cooperativa “Il Mosaico”. La
conduttrice, Laura Bernasconi,
ci ha raccontato che fa parte di
una compagnia teatrale a livello amatoriale e che, nel lontano
2007, parlando con l’allora
collega Manuela Alfieri (che
speriamo ci legga e che salutiamo) neodiplomata alla scuola
di drammaterapia, hanno pensato di dare vita ad una nuova
esperienza teatrale.
La proposta è stata bene accolta da tutti, sia colleghi che
ragazzi.
La prima esperienza riguarda
la creazione di sagome disegnate, ritagliate e addobbate
interamente dai ragazzi.
Le sagome si sono poi trasformate in veri e propri personaggi con fisionomia e carattere
propri e con una storia da raccontare.
Il gruppo, pian piano, ha sentito l’esigenza di mettere in scena queste storie e da qui è nato
uno spettacolo teatrale dal titolo “Nessuno è perfetto” che ha
riscosso grandissimo successo
all’interno della rassegna del
febbraio 2009 organizzata dalla Vol.A.Mos (associazione di
volontariato legata alla nostra
Cooperativa).
Dopo il debutto si è continuato
a lavorare all’interno dei laboratori e sono nate nuove idee.
Attualmente, i nostri piccoli
grandi talenti stanno lavorando a due progetti diversi: la
preparazione di una sorpresa
di cui presto sveleremo il segreto e la costruzione di un
personalissimo teatro dei burattini.
Non riuscite a resistere? Volete
sapere subito il segreto?
E vabbè …..per stavolta vi riveleremo lo scoop di cui siamo
venuti a conoscenza: presto,
ma non troppo, assisteremo
ad un remake
di “Nessuno è
perfetto”, riveduto, corretto,
scremato e modificato!
Non ce la sentiamo proprio
di svelarvi la
data di uscita,
sappiate solo
che già da oggi
si sta lavorando sodo per preparare questo
evento. Passiamo ora a descrivere, con l’aiuto di Sara e Lino
ciò che accade all’interno di
questo laboratorio.
Entrambi ci hanno raccontato
che all’inizio si fanno degli
esercizi di movimento con la
musica utilizzando il corpo e
la voce per aiutare il gruppo
a creare un clima positivo e a
superare la vergogna.
Sara ci ha detto che è molto
contenta di fare teatro e che
si trova benissimo con il suo
gruppo.
La prima volta che è salita sul
palco è stata in occasione della
messa in scena di “Nessuno
è perfetto”, dove recitava la
parte di un’abitante della città. L’esperienza è stata per lei
commovente.
Ora partecipa al gruppo dei
“burattini”, attività nuova per
tutti. Sara ci ha spiegato che,
mettendo tre dita in una specie
di guanto si possono muovere
i burattini creando delle storie fantastiche. “Ognuno di
noi” – dice – “dovrà scegliere
il personaggio che meglio lo
rappresenta, e io penso proprio
di scegliere la FATA”.
Brava Sara! Anche noi pensiamo che la fata sia proprio
adatta a te! Lino, invece, ci ha
spiegato che per lui questa
non è stata la prima esperienza
teatrale, ma che era già stato
sul palco diversi anni fa con
“Andiamo Tutti a Quel Paese”
e “Mosaico In”. In “Andiamo
Tutti a Quel Paese” Lino ha recitato la scena finale con nientepopòdimenochè BARBARA
VILLA! Non ci potevamo credere!
Lino ora ha fatto carriera e,
grazie alla sua splendida voce,
è diventato il narratore ufficiale
di “Nessuno è perfetto”, anche
nella prossima edizione.
Speriamo di essere riusciti, con
questo articolo, a farvi conoscere un po’ meglio la nostra
avventura nel mondo del teatro e..state pronti... presto vi arriverà un invito specialissimo!
17
Laboratorio di danzaterapia
D
A cura della REDAZIONE DEL FRAMMENTINO
opo aver esplorato
insieme il fantastico mondo del teatro
abbiamo pensato di
continuare il nostro viaggio
approfondendo la conoscenza
di un altro dei nostri laboratori
espressivi.
Dopo una lunga e faticosa consultazione, la Redazione ha deciso di intervistare Maria Rosa,
quale conduttrice del laboratorio di Danzaterapia. Ecco quello che ci ha raccontato.
La Danzaterapia nasce negli
Stati Uniti subito dopo la seconda guerra mondiale,grazie
al contributo di due ballerine
professioniste della cosiddetta
“modern dance”. Esse hanno
fatto esperienza in prima persona del superamento delle
tradizionali e rigide tecniche di
danza classica cominciando a
centrare l’accento sul piacere
di ballare e sul benessere che
la danza è in grado di regalare,
sostenendo l’espressione con il
corpo e sulla musica attraverso
forme spontanee di movimento. Le più famose applicazioni
hanno coinvolto principalmente reduci di guerra con problematiche di depressione, psicosi
o forme di isteria.
La Danzaterapia è una danza
libera in cui ognuno si muove
seguendo una musica proposta
o scelta insieme nel modo che
più preferisce.
È la voglia di esprimersi liberamente in un contesto dove tutto ciò che accade va bene, dove
non c’è niente di sbagliato.
Al mosaico la danza terapia è
presente da 5 anni.
Maria Rosa ci ha confidato che
la sua vita è sempre stata accompagnata dalla danza, ma
che non sapeva come sfruttare
18
questa dote nel suo lavoro. Ad
un certo punto ha incontrato
un’insegnante che l’ha avvicinata a questo metodo spiegandole che non esistono delle
regole precise da seguire per
far ballare le persone, ma che
basta dargli una musica, una libertà e queste si esprimono.
Per nostra fortuna ha frequentato un corso triennale di formazione alla danza terapia a
Milano e ha poi proposto ai
suoi colleghi un progetto per
realizzare il laboratorio che ancora oggi viene frequentato dai
nostri ragazzi.
È lunedì, è mercoledì, è venerdì...
Sono le 14:00 e la porta del Mulino finalmente si spalanca.
Perché non dare una sbirciatina?
E allora entriamo, ma in punta
di piedi, perché non vogliamo
disturbare né farci notare, ma
vogliamo lo stesso scoprire il
mistero della danza.
Troviamo persone intente a
slacciarsi le scarpe, altre ad infilarsi strane calze più o meno
colorate con degli assurdi pallini sotto, qualcuno che sembra
dormire su una sedia e qualcun
altro che si tappa il naso non si
sa bene per quale motivo.
Dopo queste operazioni preliminari ognuno prende una
sedia e, con aggraziati passi di
danza, le sedie cominciano a
muoversi e a prendere vita fino
a formare un cerchio.
Si sente una soave voce femminile che invita tutti a rilassarsi:
qualcuno butta un braccio a
destra, qualcun altro muove la
testa, un altro una gamba, un
altro ancora chiude gli occhi
...insomma... ognuno cerca di
preparare al meglio il proprio
corpo per lasciarsi trasportare dalle note che risuonano
nell’aria che li circonda.
Silenzio...
La musica si fa più forte e più
veloce; le sedie svaniscono; le
persone si risvegliano e iniziano a muoversi leggere come
farfalle con il sorriso sulle labbra.
Inizia la magia...
Compaiono teli colorati, piume, elastici... che si trasformano in un unico colore e che
completano i movimenti in
modo armonioso.
E come d’incanto i nostri mitici
ballerini sembrano spiccare il
volo verso un mondo dove tutto è meraviglia, pace e gioia.
...Ma che peccato!
Sono già le 15.30 e la realtà li
richiama dal sogno ...piano
piano però! Con molta delicatezza...
E ancora si sente quella voce
che invita tutti a sdraiarsi e rilassarsi per recuperare le energie... Tutto tace...
Dopo qualche minuto alcuni
iniziano ad alzarsi, stiracchiarsi, stropicciarsi gli occhi e, per
finire, tutti in cerchio a raccontarsi come è stato vissuto
il viaggio nella fantasia della
musica e della danza.
La vita in comunità
A cura della REDAZIONE DEL FRAMMENTINO
Alla scoperta di una nuova famiglia
C
ome in ogni casa che
si rispetti anche le
nostre preziose “Perla e Corniola” hanno
un piccolo capo famiglia. Dopo
varie e interminabili notti di
appostamenti e pedinamenti
nei pressi degli orologi timbratori della cooperativa, siamo
riusciti ad incontrarlo presso i
nostri uffici e a farci raccontare
la sua storia.
Il nostro piccolo capitano ci ha
spiegato che dopo varie esperienze scolastiche e lavorative
(Assistente Sociale, Aspirante
Avvocato, Asa, Comunità psichiatriche, minori, scuole, inserimenti lavorativi…Ah però! )
nel 2006 è sbarcato al Mosaico
e ha gettato finalmente la sua
ancora.
Dopo estenuanti turni in Perla,
nel 2007 gli vien proposto un
avanzamento di carriera. Tra
sentimenti di sorpresa, terrore
e stupore il nostro eroe accetta
il ruolo di responsabile di comunità nella convinzione che
pur essendo molto faticoso,
se ci si crede, dà anche molte
soddisfazioni.Tra le varie attività da organizzare e coordinare c’è l’ASSEMBLEA DELLA
CASA: momento settimanale
di riunione dove gli ospiti discutono dei loro problemi e
condividono i loro particolari
stati d’animo in momenti sia
piacevoli che di disagio. Vengono inoltre proposte uscite
per il tempo libero stilando un
calendario della durata di due
mesi.
La partecipazione non è obbligatoria, ma vivamente consigliata!!
Viene comunque esposto un
verbale per comunicare le decisioni prese. L’assemblea della casa si svolge il mercoledì
sia in Corniola che in Perla alle
18:30.
Altro appuntamento settimanale fisso è la spesa a cui partecipano quasi tutti i ragazzi
rispettando dei precisi turni.
Verso le 16:00 , chi di mercole
chi di giove, si sale su un furgoncino in direzione bennet
per saccheggiare ogni corsia
disponibile e riempire carrelli
su carrelli di ogni ben di Dio.
Chi pagherà?
Intanto facciamo la fattura e
poi si vedrà!
Una volta giunti a casa decine
e decine di braccia possenti e
instancabili scaricano il prezioso bottino e riempiono frigoriferi, scaffali, dispense e ogni
buco disponibile con i prodotti
acquistati di fresco.
Cosa si mangerà stasera?
Diamo un occhiata al menù.
Appeso in cucina c’è un foglio
che ci racconta le abitudini alimentari della casa:
è un foglio che all’inizio di
ogni stagione viene sostituito;
è un foglio che rispetta i corretti apporti nutrizionali;
è un foglio che viene discusso
durante l’assemblea della casa;
Partire volontari per un nuovo viaggio:
Esplorare la patria che non c’è.
Stare insieme su una buccia di banana
Come una coppia
che sogna una seconda opportunità.
La forza della semplicità
È la mia nuova arma.
Io guardo…
E vedo occhi per scoprire che la vita è bellezza
Io ascolto…
E sento storie nate per caso di ragazzi come me.
Già me lo sento,
Mi aspettano mille seduzioni :
Umili massaggi,
trattamenti relax e qualunque cosa per me.
Il fascino di un sorriso
Mi scolpisce nel cuore
La libertà di condividere questo viaggio.
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è un foglio che viene compilato in base al menù del Centro
Diurno.
Dopo la veloce preparazione
del pasto, a cui a volte partecipa anche qualche “praticante chef”, finalmente ci si può
mettere a tavola e gustare ottime pietanze in un caldo clima
familiare.
Ora il meritato riposo…
Qualcuno si accomoda sul
divano e cerca di accaparrarsi
la scatoletta del potere per primo , altri preferiscono ritirarsi
nelle proprie camere per dare
inizio a concerti a più voci.
Spunta un nuovo giorno...
Un giorno fatto di amicizia,
di affetti, a volte di nuove conoscenze, di condivisione di
momenti speciali di gioia, ma,
per fortuna non sempre, anche
di tristezza e di dolore.
Ricordiamo con il sorriso sulle
labbra Nello e Silvano…
Abbiamo voluto sentire anche
la voce di chi vive all’interno
della casa e abbiamo avuto
l’onore di intervistare due valorosi rappresentanti del popolo comunità:
dott. Fontana e dott. Kouche.
Si racconta che sia in Perla che
in Corniola si vive bene, ma
”la Perla è stretto come posto e
c’è uno che non mi fa dormire
la notte perché dice sempre
TORTA”.
“Ci sono giorni buoni e giorni meno buoni, ma, cerco di
non abbandonarmi a cattivi
pensieri ascoltando i passi del
Corano che per me sono una
terapia per il cuore e per tutto
il corpo”.
Per concludere vorremmo comunicare a chi gestisce le comunità che urge un cambiamento di menù: d’ora in poi
solo formaggio in grana, taleggio, gorgonzola, crescenza con
Coca Cola e Birra Moretti!!!
20
Correva l’anno 1598...
A cura della REDAZIONE DEL FRAMMENTINO
Correva l’anno 1589... oopsss... abbiamo fatto un po’ di confusione nell’ordinare i numeri: siamo vecchi, ma non così tanto!!!!
Era il 1985, quando un baldo giovane di nome Enrico incontrò
un’altrettanto giovane donzella di nome Anna, ma non sbocciò
l’amore romantico: nacque una solida amicizia che li portò a creare un luogo dove poter realizzare dei sogni comuni. Appiano
Gentile, via Mazzini n°8: ecco da dove tutto ebbe inizio.
“Che fatica raccogliere i fondi per sostenere una nobile causa! Per
fortuna tante persone ci hanno creduto e hanno voluto condividere il proprio tempo per realizzare lo stesso sogno!”
11 settembre 2011:
grande festa per il ventennale del nostro Mosaico
E
ccoci qua in un giorno veramente speciale: una giornata
ricca di avvenimenti, una giornata voluta, pensata
e desiderata, una giornata da
raccontare.
In una tiepida serata di aprile
la nostra piccola, ma valorosa “Chicca” ha dato la prima
spinta per riuscire a creare un
evento speciale per la nostra
Cooperativa.
I capoccia del Consiglio di Amministrazione hanno affidato
l’incarico di organizzare la festa ai tre moschettieri: Mauros,
Laurabos e Arachiccas.
La voce si è sparsa rapidamente e in un baleno i nostri tre
moschettieri sono stati contattati dagli U2 per la musica, da
Vissani per la cucina, Bonolis
voleva venire per l’intrattenimento e il corpo di ballo del
Teatro La Scala per lo spettacolo in prima serata.
Dopo varie consultazioni il
verdetto dei tre è stato quello
di rifiutare le celebrità in quan-
25 luglio 1991
Nasce ufficialmente
il Mosaico
Tante persone hanno lavorato
duramente ed ora eccoci qui in
un posto per noi magnifico.
... e
sono passati vent’anni
... e
sono passate tante persone
... e
abbiamo assistito a tanti
cambiamenti
... e
sono rimasti tanti ricordi
delle esperienze
vissute insieme
to a talento non abbiamo niente da invidiare a nessuno!!!
Guidati dalla mente esperta di
Arachiccas abbiamo assistito
ad un gigantesco effetto domino che ha avuto come risultato
un evento magico e indimenticabile.
La giornata è cominciata con
le soavi voci del nostro coro
diretto dall’intramontabile
dott. Riccardo De Agostini (in
arte Tati) che hanno allietato le
orecchie di tutti i partecipanti
alla Santa Messa. Ahimè abbiamo ricevuto qualche lamentela
perché non è stato possibile
ballare durante l’esibizione
Gospel. Rassicuriamo però i
nostri lettori comunicando che
sarà possibile assistere ad un
remake natalizio.
Successivamente, rinfrescati da
un’ottima sangria gentilmente
offerta dal gruppo spagnolo capitanato dalla mitica e paziente
Chiara, abbiamo ascoltato le
parole che hanno raccontato
vent’anni di ricchezza vissuti
al Mosaico.
È stato emozionante, poi, vedere su grande schermo le
immagini del video appositamente creato dal nostro Mauro
che hanno raccontato la nostra
storia suscitando nel numeroso
pubblico tantissimi sorrisi, ma
anche qualche lacrimuccia.
Ed ora tutti con le gambe sotto
al tavolo per gustare i piatti
preparati dal nostro impareggiabile chef che è riuscito a
soddisfare il palato di quasi 300
persone in tempi da record!
Il nostro Gigi ha espresso la sua
creatività in cucina in modo
semplicemente eccezionale: i
piatti tornavano indietro già
lavati!
Gigi ci ha confessato che si è
sentito “SPLEDIDAMENTE
ORGOGLIOSO PER IL MOSAICO” e noi vogliamo qui
ringraziarlo nella speranza che
possa offrire un bel pranzetto a
“quelli della redazione”.
Una moltitudine di persone sudaticce e con la panza piena ha
poi assistito ad una divertente
lettura del Bilancio Sociale
della mitica Laura B. continuamente interrotta da validissimi
attori, cantanti e ballerini: altro
che La Scala!!!!
Mentre alcuni folletti vestiti
tutti uguali (arancione) lavoravano per riordinare la cucina e
la sala ricevimenti, gran parte
della folla si è ritirata per una
breve pennichella.
Nonostante alcuni trascurabi-
li “problemi tecnici” alle ore
19.00 in punto tutto era pronto
per la riapertura della sala. Ridendo e scherzando sono state
sfornate quasi 250 pizze: che
successo!!!!
Tra una margherita e una capricciosa i nostri numerosi
ospiti hanno partecipato ad
una fantastica JAM SESSION
capitanata dagli affezionatissimi 7grani in cui si sono esibiti
amici del presente e del passato.
Ed è giunta mezzanotte, ma
la magia dell’atmosfera che
si è respirata durante tutta la
giornata è rimasta per giorni,
giorni e giorni……
Abbiamo raccolto alcuni commenti importanti, ma prima
di renderli noti a tutti diamo
il nostro originale contributo
“poetico”.
“Che cos’è per noi il Mosaico”
– ci siamo chiesti –
Ecco la risposta:
Momenti
Originali per
Sognare e
Aiutarsi
Incoraggiando
Collaborazione e
Ottimismo
21
Carissimi Volontari,
11 settembre 2011: effetto domino
T
utti diversi, ma tutti
insieme. Tutti animati da un desiderio
comune di costruire
qualcosa insieme.
Questo è successo nella giornata celebrativa del ventennale
del Mosaico.
E questo succede da sempre fra
le nostre, umili, ma caldissime,
pareti.
Una piccola spinta dallo staff
organizzativo e…via!
Circa 300 persone a pranzo ed
altrettante alla sera, senza contare tutti gli ospiti e gli amici
intervenuti alla grande Jem
Session musicale. Sicuramente
nell’arco della giornata almeno
un migliaio di persone sono
venute a dimostrare il loro
legame e la loro appartenenza
a “Il Mosaico”. Un riconoscimento di affetto difficilmente
narrabile, entusiasmante,
incredibile!
I tempi attuali ci dicono
che il valore dipende
dal prezzo. E’ confortante accorgersi che
solo ciò che non ha
prezzo è un valore!
Grazie!
Grazie alle volontarie
del Laboratorio Bomboniere
e della Bottega del Mosaico
22
il tempo passa e anno
dopo anno, stagione dopo
stagione, ci siete sempre
accanto in tutte le attività delle nostre Cooperative.
Il Mosaico e Oasi Mosaico 2000 vogliono rivolgere
la loro più sincera gratitudine per l’impegno e per
il tempo che ci avete dedicato. Anche solo un’ora
del vostro tempo per noi è
preziosa.
La presenza dell’Associazione VOL.A.MOS.
(Volontari Amici del Mosaico) è un grande stimolo per noi, è carica di
entusiasmo, è la forza che
ci spinge a continuare con
passione il nostro lavoro.
Grazie agli esuberanti
camerieri
della Festa della Giada!
Grazie al
Gruppo Pizza
di “Enrico&Company“!
Grazie ai volontari
della “Giada “
e del “Capannone”
per la loro laboriosa
partecipazione
alle nostre
“lavorazioni c/ terzi”!
23
I ragazzi dello SMERALDO e della GIADA
Se io fossi la linea del tempo...
...S
arei irregolare
e tratteggiata,
a puntini o a
ruota e girerei
in modo vorticoso; cercherei un’altra linea
come me e ci starei per vedere
le stelle comete.
Sognare è bellissimo e per realizzare certi sogni sarei anche
disposto a sopportare certe
sofferenze, ma se io fossi il padrone del tempo mi piacerebbe
cancellare le sofferenze.
Il tempo deve andare avanti e
non può fermarsi, ma se potessi fermarlo come vorrei lo farei
scorrere più veloce quando
mi annoio e lo fermerei quando mi fanno qualche coccola,
quando sono in falegnameria,
in piscina, quando sto con i
miei amici e con la persona che
mi piace.
Vorrei rallentare il tempo ...vorrei che la mia vita fosse su un
treno per poter girare tutto il
mondo e vedere posti che non
ho mai visto.
Non sono un grande poeta, ma
lascio tutto al futuro: il futuro è
tempo da vedere e sperare.
Vorrei conoscere il mio futuro e mi piacerebbe vedere le
case del futuro; nel futuro noi
verremo cambiati con altre
persone...
Vorrei migliorare delle cose
importanti; vorrei rinascere
senza problemi e preoccupazioni, vorrei andare a lavorare
in polizia e far costruire un
pullman sempre in orario che
mi porti in un tempo perfetto
dove vivere la vita con più calma e serenità.
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24
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