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Bob De Vita, il “correttore” del “Roma”
TESTIMONIANZE SESSANTA ANNI DI GIORNALISMO, GRAN PARTE TRASCORSI NELLA REDAZIONE DEL QUOTIDIANO DI ACHILLE LAURO Bob De Vita, il “correttore” del “Roma” di Mimmo Sica il capo dell’Economato, il barone Alberto Siniscalchi, che distribuiva il materiale di cartoleria con il contagocce. Poi i segretari di redazione da Lattuada a Sante Feliciello e Vittorio Como. Gli stenografi Angelo Maggi, Alberto Di Martino, Peppino Di Bianco che poi divenne capo degli Spettacoli, un grande giornalista che aveva lasciato un incarico amministrativo all’Ascalesi per il “Roma”, Armando Gloria, Peppe Vivard, Gianfranco Valerio, Lello Stabile». i avvia a festeggiare i novant’anni, con quella abbronzatura marcata che lo accompagna da quando era giovane e frequentava i Vip degli anni Cinquanta e Sessanta con trasferte volanti in barca dal molo Luise a Capri, subito dopo aver ultimato il suo lavoro di correttore di bozze al “Roma” di Achille Lauro. Roberto Maria D’Artagnan De Vita, per tutti Bob, a fine estate ha tirato su la sua barchetta nel porticciolo del Circolo Posillipo, dove è socio da una vita, per i suoi viaggi a Torino, dove lavora uno dei suoi due figli, entrambi medici come la moglie Luisa Anna Magrì, che continua la sua attività di ginecologa a Napoli. Il suo tesserino di giornalista pubblicista dell’Ordine della Campania porta come data di iscrizione l’1 gennaio 1952... S «Sì, sessanta anni di iscrizione all’Albo. Una vita dedicata al giornalismo. Mio padre, cronista del “Mattino” e del “Corriere di Napoli”, morì proprio nel 1952, quando io mi innamorai di queRoberto Maria dʼArtagnan De Vita, sessanta anni di iscrizione allʼAlbo dei giornalisti sta professione. Fu il grande Arturo Assante ad aprirmi le porte della redazione del “Corriere di vano a pennello con la mia vita Savignano, mio carissimo amiNapoli”, inviandomi subito a Riby night. Poi come extra mi veco. Con il vicedirettore Ludovico mini ad uno dei primi concorsi di nivano pagate le rubriche del Greco, Sandro Calenda, MicheMiss Italia. Poi mi fu anche affiLotto. Insomma, quando Gatti mi le Della Valle, Umberto Borsacdata la rubrica del Lotto da Anpropose di andare in redazione, chi, uscivamo spesso in barca. tonio De Cesare, che ho consernon esitai ad opporre un secco Poi avevo anche una piccola garvato sino al 1980, anno in cui sorifiuto». çonnière a Pozzuoli dove organo andato in pennizzavamo serate a cui, in qualsione in coinci- «Fu il grande Arturo Assante ad che occasione, partecipava andenza con la chiu- aprirmi le porte del “Corriere di Nache il direttore Alfredo Signoretsura del “Roma” di poli” nel ’52 inviandomi a Rimini ad ti, che si invaghì di una mia amivia Marina». ca molto bella». uno dei primi concorsi di Miss Italia. Poi mi fu affidata la rubrica del Lotto Il “Roma”, il che ho conservato sino al 1980, anno “Roma”.... della chiusura del “Roma” di Lauro» «È stata la mia vita, il mio primo amore e devo ringraziare Gioacchino Lauro che mi segnalò al padre, subito dopo essermi laureato in Giurisprudenza con un diciotto a maggioranza. Il Comandante chiamò subito l’amministratore Giovanni Gatti e gli disse di sistemarmi in redazione. Ma in quel periodo non era possibile fare assunzioni e mi consigliò di accettare, per il Meglio la bella vita? «E sì. Ero molto amico di Gioacchino Lauro, un uomo eccezionale. Amava come me le belle ragazze e quindi ce la spassavamo. Mi regalò anche un gozzo cabinato che custodivo gelosamente a Mergellina, proprio accanto al “Karama”, il panfilo in legno lungo 31 metri del Comandante Circolo della Stampa, marzo 1957: un pranzo offerto da Ernesto Grassi con Nino Miraglia, Baldo Fiorentino, Ennio Mastrostefano, Bob De Vita, i proti Quattrucci e Panaro, il reporter Marinelli momento, il posto libero come correttore di bozze». E poi? «Cominciai subito a guadagnare bei soldini: domenicali, festivi, straordinari con il “Roma del pomeriggio”, notturni fino alle quattro del mattino. Orari che calza- Lauro. Lì portavamo le nostre amiche e spesso salpavamo per trasferirci a Capri in qualsiasi ora del giorno. Ma la mia barca era a disposizione di tutti gli amici». Anche dei direttori e dei giornalisti del “Roma”? «Certamente. Chiedete a Tony I giornalisti, invece, che hanno lasciato il segno nella storia del “Roma”? «Potrei fare un elenco infinito. Alcuni, come Mario Gherarducci e Gianni Nicolini, lasciarono Napoli, altri passarono al “Mattino”, come Canessa, Scandone, Dell’Uva, Dell’Orefice, Ambrosino, Nardacchione, Monti, De Filippis, Marolda, altri alla Rai, come Baldo Fiorentino, Ennio Mastrostefano, Joe Marrazzo, Maurizio Romano, Marisa Figurato, Lelia Meola, Nando Spasiano, Italo Kuhne. Poi c’erano i “capi” Gino Grassi, Ugo Irace, Tonino Scotti, Ciro Schioppa, Mimì Manzon, Sergio Lori, Gigi Valletta, Aldo Tramontano, il grande Mimmo Carratelli, Clemente Hengeller, Carlo Di Nanni. E i più giovani Achille Lauro, editore, con Giovanni Gatti, amministratore del “Roma” di via Marina ra, la manifestazione Maremoda Capri con lo sbarco sull’isola dei grandi stilisti italiani e stranieri come Dior, le modelle di Eileen Ford e tanti attori stranieri. Anche qui collaboravo con Antonio Pugliese e Sergio Capece». E chiudiamo con il rapporto con la famiglia Lauro... «Don Achille era amico di mio padre, erano stati insieme al campo di Padula. Diciamo che sono stato cerimoniere del Comandante, nel senso che quando arrivavano a Napoli i grandi armatori, come il greco Karamanlis, na Merolla, quella che poi divenne la sua seconda moglie. Se ne invaghì subito e affidò al regista Amato la realizzazione di tre film con partecipazione di quella che poi venne chiamata Kim Capri, appunto la Merolla. In verità quei film ebbero poco successo. Mia madre, invece, era amica di Angelina Lauro, la moglie del Comandante. Con lei e il sostegno della Curia di Napoli organizzava i treni per portare a Lourdes tanti malati. Ma Achille Lauro armatore, editore e sindaco di Napoli faceva anche tanta beneficenza, indimenticabili sono le consegne dei pacchi dono ai poveri in occasione delle feste natalizie. Era una tradizione che vedeva sfilare migliaia di persone indigenti al teatro Mercadante prima e successivamente giù alle palestre del Coni ai Cavalli di Bronzo». Ma Bob De Vita D’Artagnan anche dopo la chiusura del “Roma” di Achille Lauro non mollò la sua passione per il giornalismo. Vero? «Infatti, riuscii a rilevare la testata laurina del pomeriggio “Napolinotte” e a riportarla in edicola nell’ottobre del 1983 con la collaborazione di Gigi Avolio. Fu una avventura da editore che mi diede tante soddisfazioni. Affidai la direzione a Gino Grassi, un altro ex grande giornalista del vecchio “Roma”, e ad un gruppo di giovani poi diventati direttori. I nomi? Ne faccio tre: Antonio Sasso, Roberto Napoletano e Mario Orfeo. Raggiungemmo anche interessanti successi di vendita, soprattutto in occasione dell’arrivo a Napoli di Diego Armando Maradona, ma dopo alcuni anni, sotto la direzione di Cesare Marcucci, ci fu la chiusura. Peccato, fu un vero peccato per una testata che, comuque, era legata alla storia del “Roma” e di Achille Lauro». Ma ritorniamo nelle stanze del palazzo Lauro in via Marittima. «Quando entrai come giovane correttore di bozze, al “Roma” c’erano i professori che alternavano la loro attività scolastica o universitaria con quella di correzione. Occorreva una buona conoscenza della lingua italiana e grande attenzione negli errori che spesso e volentieri sfuggivano ai giornalisti anche più quotati. Tra i miei capi ricordo l’avvocato Iadevito, il professore UmIl comandante Achille Lauro con il figlio Gioacchino marino, che curava anche la rubrica del toto-pronostici, il capitano De Rosa, Mimmo FerrazzaNicola Pugliese, figlio del vicedimi incaricava di organizzare la no. Poi successivamente Ettore rettore Antonio, Emiddio Novi, serata al “Trocadero” in via ParBernabò, che faceva anche l’inMario Nava, Umberto Carli, Frantenope. Io requisivo tutto il locaviato sportivo, Aldo De Franceco Landolfo, Piero Aveta. E tanle e gli facevo trovare tante belsco, che passò in redazione alla ti, tanti ancora che ora mi sfugle ragazze che venivano ricomProvincia, Aldo Olivares, che lagono dalla memoria». pensate con gioielli e profumi. vorava anche al Provveditorato Lauro mi chiamava “micione”. La agli Studi e conduceva il teleMa il “Roma” era famoso ansua simpatia per me si rafforzò giornale di Canale 21. Io me la che per le organizzazioni di quando insieme con Zanfagna e cavavo abbastanza bene tanto varie manifestazioni.... Pugliese gli presentammo Eliache i direttori Alfredo Signo- «Ero molto amico di Gioacchino Lauro, retti, Alberto un uomo eccezionale. Amava come me le Giovannini e belle ragazze e quindi ce la spassavamo. Piero Buscaro- Mi regalò anche un gozzo cabinato che li davano di- custodivo gelosamente a Mergellina, prosposizione che prio accanto al “Karama”, il panfilo in lei loro fondi do- gno lungo 31 metri del Comandante» vevo correggerli io. Quasi sempre ero io il re«Tante. Innanzitutto la Settimana sponsabile della Terza pagina, del Cinema a Sorrento, con la quella di cultura». partecipazione di registi e attori famosi. Io affiancavo Settimia CiE i rapporti con la tipografia? cinnati e Maria Bonifacio nell’or«Molto familiari. Lavoravamo ore ganizzazione. Mentre collaborae ore insieme. C’erano i proti stovo con Marcello Zanfagna e Anrici come Mario Panaro, Peppino tonio Pugliese nel concorso la Quattrucci, Amedeo Savino con Commessa Ideale che coinvoli figli Gastone, Sergio e Mario, i geva i rappresentanti di tantissilynotipisti che bevavano tanto me aziende campane: una vaCircolo della Stampa, aprile 1958: lʼattrice Coccinella a Napoli con Aldo Gianfreda, Bob De Vita, latte come Marson, Cadavero, langa di tagliandi, un successo Gianni Nicolini, Silvio Giovenco, Michele Della Valle, Sergio Lori e Clemente Hengeller Daniele. In amministrazione c’era di vendite eccezionale. Ed anco-