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UTER PROTO SPIN, MOON e PING PONG ελ3 Lo schema di Tyro è

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UTER PROTO SPIN, MOON e PING PONG ελ3 Lo schema di Tyro è
UTER PROTO SPIN, MOON e PING PONG
G
PIN-PON
N
N
e
e
PING
PONG
f
E
PEN
N
e
Ping-Pong
E
ORBIT
P
Q
Y
ter
P
roto
spin
Ping Pong
e
N
e
elektron
P
anti-elektron
Q
rn - risonanza
el3
rin, rinos
Ε-ρινύες Ἀλέκτωρ di Ἕκτωρ o Dodecapoli XII tr (le XIII troie o tribus di Is-ra-el)
Tyro
τὸ πρῶτον
Οὐρανός
Πλούτων
ἴσος τόπος
Uranio
N
Plutone (Plutocrazia del Tyranio)
N-uter
Isòtopi
Lo schema di Tyro è relativo alla fissione nucleare, ma la sua potenzialità va ben oltre la capacità di
produrre πῦρ-λύων, il fuoco che discioglie (to pour), ionizzante o non ionizzante (laser), essendo
adattabile, come schema solare, alla generazione di altre forme di Energia, di gran lunga più
potenti, come quella Levitazionale-Gravitazionale.
Gli antichi Egizi conoscevano la tecnica del motore a levitazione, come desumibile dai racconti de
Le Mille e una Notte1 in cui si parla del Tappeto Magico.
La levitazione è una forza contraria alla forza della gravitazione e consiste nel il G-ra-vis in G-levis mediante la vis rotativa inversa (giro) 
1
<<Le mille e una notte (in arabo: ΔѧѧѧѧѧѧϠ
ϴϟϭ
ΔѧѧѧѧѧѧϠ
ϴϟ
ϒѧѧѧѧѧѧϟ΃
, Alf layla wa layla; Persiano: ‫ ̵ھﺰار و‬ΐ ѧѧη
̭ , Hezār-o yek šab) è una
celebre raccolta di novelle orientali, costituita a partire dal X secolo, di varia ambientazione storico-geografica,
composta da differenti autori>>. (Wikipedia, Le mille e una notte).
MOON e MONOS (monsone)
MN + OO
M+N
CANIS
serra denti laser
Man-Men
Knee
AQVA εὕρηκα o ηὕρηκα
Woman
Le sfere ruotano in virtù del principio
MOON-MONOS o SION
EYPHKA
E KAYPH
EYPH
στέφανος
σφαῖρα
s
SION
f
S
N
s
befana
epifania
ϑ
n
N
θ turbofan
卐
N
n
Medina-mo-r del Turbofan o ψυχή
UBI THYBI
卐
ro 卐 卍
rotation
SOLO UD-EN
οὐδέν
sdl
sol oud
s-olo-oud
SOLO OLOS UD-EN
SOLE DYO
卐卍
MONO DYO
TRINITAS
sdg
οὐ-D-ἐνέργεια
ἀπονία
afanìa
Sole - Geoide
Sempre nelle Novelle si narra del tubo magico e della mela magica.
Il primo è una metafora dell’Energia Ubiquitosa (ubiquitas), la seconda è una metafora
dell’Energia Palingenetica-Plasmatica.
Plasmare, dare forma al plasma informe, deriva dal verbo greco πλάσσω, che è all’origine dei
termini inglesi place e palace, paste, dei termini spagnoli plaza, palacio, pastel, italiani pasta,
plastilina, plastica.
La radice λάσ esprime il concetto di laccio, lazo, lace (enlace o link), palindromo, orizzontale o
verticale, ragion per cui esprime anche quello di lato del place o del palace: Palatium.
πλάσσω πράσσω la quadratura del cerchio
sr
P
sr
Il laccio (lazo), a sua volta, esprime il concetto di lasciare the place (lasser) e rientrarvi2.
In latino l’idea è espressa dai verbi egredior et regredior, D-ex-eo e Red-eo.
In spagnolo dal verbo dejar, cioè uscire del δέκα X e regresar (redigo, redacto, redire).
Nel momento in cui si applica l’energia del πράσσω (principio del del o della rotazione) the
place diventa the sphere of displace, il latus diventa un ratus (rotacismo di in ) che rota 卐 o 卍
(radius rotante, rato e ratòn)3.
P
Q
ra
rat
raton
ratus
rat
In sfera il due diventa tre, the two diventa three per effetto del tree.
Prima del 900 a.C. nella lingua sassone la parola three era trēo, mentre nell’antico olandese e
norvegese era trē, nel Gotico triu, voci simili al greco δρῦς (oak) e al sanscrito-avestico dru
(wood).
2
laissez faire, laissez passer ‹lesé fèer lesé pasé› (fr. «lasciate fare, lasciate passare»). – Massima, attribuita
all’economista fr. J.-C.-M.-V. de Gournay (1712-1759), che nel sec. 18° costituì una sorta di slogan per i fisiocrati e i
liberisti nella loro campagna rivolta a ottenere l’abolizione di ogni vincolo imposto dallo stato all’attività economica, e
divenuta quindi simbolo del liberismo economico; la sua origine più remota va ricollegata alla risposta Laisseznous
faire, data dal mercante Legendre al ministro J.-B. Colbert (1619-1683) che chiedeva cosa si poteva fare per aiutare il
commercio. È anche diffusa la forma abbreviata laissez faire, che può essere usata come s. m., invar.: la politica del
laissez faire (Vocabolario Online, Treccani).
La frase famosa per essere citata allorquando si invoca la giustezza del liberismo economico oppure quando si critica
lassismo economico, politico-istituzionale, rimonta, nel suo significato ermetico, al “leggendario” commercio
schiavistico dei marchi spediti nella Marsica (Mars, M-Ares) o tra le Colonne J.B. del Tempio Massonico “Colbert”.
3
Per l’ebreo il rat 卐 o 卍 significava ratto che rode nella mastrozza o nella sfera del dispiacere.
Il ratto era la vittima (la roba) rapita e rapta cioè sottoposta a the rape of the rab (arab, rapist, rapper, robber).
La mastrozza azera – azzeratrice - non si lasciava a causa della cerra-dura (serratura) che permetteva al laser di asar essa
era chiamata sabas o sabbas, sabaoth, sabadìa (Sabaudia, Sabbazia) e il sàbato era il giorno di festa per Sara y Evo, la
festa di sabra e del sahara, la sabrosa sabrosura).
Il ratto in τόπος era il mus uratus, il mus uratur in urna o muratus in κύκλος o in γῦρος dal guru (G-uratio-russea o
rutila).
Ratus nel senso di ratificare, rato e consumato è il matrimonio, cioè la boda, the body, urato e consumato, cioè la Festa
dei Genitalia (the rapt and the rape after the rating).
I nomi latini Volscus, Turnus, Volturnus, Rutulus, Rutenus, Erulus, Romanus lasciano supporre che cotali popolazioni
fossero a conoscenza della Gabbia del Raggio della Morte, dove il ratto veniva giustiziato in maniera atroce, e delle
energie cinesi cioè cinetiche, medie cioè dinamiche, trinacrie cioè elettriche.
I Romani riuscirono ad impossessarsi del correlativo know-how tecnologico e coltivarono il progetto di realizzare in
Italia una seconda Roma, soprattutto per vendicarsi sulle popolazioni afro-musulmane e, in prospettiva, sulle
popolazioni indo-cinesi e indo-amerinde (perros peruanos).
Tuttavia il loro progetto si rivelò velleitario e con la caduta dell’Impero, propiziata anche dai giudei, si aprì in Europa
un lungo periodo di stasi e di regresso, che sarebbe terminato nel secolo dei Lumi e la Rivoluzione industriale, cioè
tecnologica, inglese.
In grecoil YO, la δύναμις, si trasforma in TREIS (tree)  e TETTAREIS gonfia γόνo per
effetto della σiφon-αῖρα (σφαῖρα)4 quasi fosse la pancia di una ragazza che rimane in cinta (sipho,
siphonis, inglese siphon, spagnolo sifòn).
Per quanto riguarda la Piramide Energetica la Dinamo alimentava la Piramide che diventava -ρῦς:
dyo, treis, tettareis, pente o Stella Rossa di Belgrado (Bell G Radius)  δυναστεία  κράτος 
ἐξουσία  ἰσχύς  δαίμων.
1
d
2
8
PALEOS
Tree
3
PALIN
Three
2
TH ῥέει
ἔρρει
3
ἔρρεε o ῥέε

4
Nella iconografia cristiana la vittima “gonfiata” è la Vergine Maria del Gonfalone.
Essa è stata “gonfiata” dal falò quindi è γόνος-φάος in fossa (φώς)quindi è “in cinta” di Gesù Bambino.
In realtà è M-air F-air cioè Maria “in fire” (Phair o Phairao) e Maria “in agonia” cioè ἀήρ-γωνία con il suo γόνος in
seguito all’agone (ἀγών αγῶνος).
Si può dire anche che è ἐν ἔργον e, insieme a tutte le altre vittime, è Energia (in verità energumeni inerti).
Maria, dopo essere stata gonfiata, M-air, diventava air, cioè Zaire, Zero o Z-Ἔρως (Cupidus in Cupa o in Cuba:
incubo).
La vittima Fair in Δρῦς è Drusa cioè D-russea (Drusillo o Drusilla), mentre il Faraone artefice del Faro o Falò è
Δαρειος (Dareus), ma -aerei o eterei sono anche i suoi familiari e parenti (Fara).
I Romani, acerrimi nemici dei Parti (Spartani degli Spartiati), si fregiarono di nomi come Drusus, Germanicus, Varus
per vantare la loro ostilità nei confronti dell’odioso Δρῦς (Druso) Avarus (avens dell’avena), God of the Her-man e
Nocchiero della sua Nave (varare).
Sempre secondo la logica “bifronte” o “biunivoca” la vittima è Ὠρίων γαστήρ mentre il Faraone è Ὠρίων ἀστηρ.
Nella lingua akkadica la vittima è Uru-anna cioè Heaven's light.
Δρῦς era il δόρυ, dā́ ru, the drew-stem, the tree-oak dove l’Oka finiva in χάος per la O-key-O- oppure O-kay-O.
Dalla Casa del Caos o dall’O-Casus, l’Oca Occisa (O-Giza), dopo il χαίνειν, χάσκειν, ne usciva κακόβιος o,
semplicemente, κακόν: nella lingua assira Akka- in quella ebraica Akko, oggi nome della città crociata di Acri.
L’Oca in the wood era la w-ὠδίς (odalisca vodoo o VII), la Giulia Giuliva in ὕλη cioè ule-ma-ter, materia, ma etera,
madera.
soakkaos
ςοάχάος
Il κόσµος era il χάος per il μῦς, latino mus (cosmo hermoso), dove il mos bloccato come un ratto era com-movens
(moveo),
Nello stemma della città di l’Aquila il concetto è condensato nel motto PHS immota manet: la Res o Pes Ichtus
rimaneva in motu, accesa, nel marchingegno Manetone.
Questo era il mos maiorum mosaicus, che i Romani detestavano.
I Re Parti o Persiani si fregiarono dell’epiteto Δαρειος essendo ambiziosi emuli dei Faraoni egizi.
I Greci li chiamarono Parti cioè cacciatori di παρθένοι e Persi perché facevano a pezzi (portio, partis) “le vergini
dorate” (Dori o Danai) e le ardevano con il sistema ENE (i Parsi erano Farsi cioè dediti al φ[αλός-κἁθ]αρσις o ars del
faro).
Vedi il verbo πέρθω o πέρσω (perire pretium pretiosum), to pierce, cioè piro e trafiggo (porpora porfirica).
In realtà anche i Greci erano cacciatori spietati di Vergini Bianche e, in quanto tali, combatterono a lungo contro i
Persiani, che uscirono perdenti dal confronto (Persae).
Entrambi i popoli erano appassionati del πείρω e del περαωe del πυροω dell'Eire, passione ereditata da Ur egizia (Ur
dei Caldei) e da K-ur cinese (Kurdistan).
Il ratus, cioè il radius, the ray, el rayo torna o volge (in inglese to turn around, in spagnolo volver).5
L’Energia Ubiquitosa è l’energia del Tubus, che TI porta come un (auto)bus a destinazione e TI
riporta al punto di partenza nello spazio o nel tempo oppure nello spazio-tempo.
È la Porta Spazio-Temporale della Palingenesi
 ὀρθόω
Π είρω e Π εραω


La Porta -ργον
sposta nello spazio e nel tempo (desplazamiento y reemplazamiento, displacement and
replacement), ma può anche erigere, resuscitare.6
Infatti ἔργον, da cui ἐνέργεια, significa erigo il γόνος, il filius, il φίλος o filo (ἡ γωνία).
5
Volver e revolver significa volver a ver la vuelta o la curva (bòveda celeste).
La Vuelta de España era El Giro o La Gira (Egira), the Loop (λύπη), the Hood (ὠδίς) del Ra cioè della Clara e del
Clarus.
Nella cripto-geografia la Vuelta de España è la Mujer Eu-ra, che, girando, puede ver la bòveda celeste con las
estrellas, ma solo orizzontalmente e uni-verso (raggio equatoriale).
Tuttavia la Mulier Eu-ra può diventare Europa cioè Eu-re-σφαῖρα o Eu-re-σαῖρα.
Nell’allegoria tellurica l’Europa si solleva in volo verso l’alto, trasformandosi in America del Nord, e si tuffa
nuovamente giù dalla Siberia, divenendo Eurasia (παράλλαξις).
La configurazione geomorfica del Pianeta è l’effetto del o GESV, la Geo-Vis o Iovis Tellurica, Tettonica.
6
N-Ene-Alios cioè N-, doveNè la 卐 delνεάζω da OY (οὐ) a SY a SYT a H-λύω 
ἥλιος
ne a e ne os
neon
8
H
H=e e EE
H=8
Bee Cell
ma anche Ty, Thy, little TY-οὐ non più in croce, cioè LIBERT-TY.
κῆρυξ
Ὀρφεύς
filos
r
Eros -Cupi dus
yuch
sequor
HERUS
ζώνη
URSUS
ARSUS
ζωή
zero ooa ZOHO
HIRSUS
ζῷον
zero oòn ZOION
τύμβος
Ta na del l 'Ors o
θάνατος
ayuda
behind
φυγ ή
βίος
via ad hortum ovinum o εἰς ᾠὰ
νεκρός
ὅσος ὀρΘός
beyond
L’aggettivo numerale cardinale inglese three, tre, va interpretato congiuntamente al sostantivo tree,
albero.
The-ree o T-ree nella crittografia l’arbor latino cioè the harbor (harbour) dell’arborescenza
vitale.
Come H-arbor, porto eliaco o solare, esso è The Spaceport da dove la Naus ῥέειν o, se si vuole, il
Naos da dove la Naus salpa tra le onde dello spazio-tempo (δρόμος del θοός: θέω, θέλω, telumen).
Nella simbologia massonica l’idea è metaforizzata da Baphomet, al comando della Nave con il
timone ed il ταχύτης per azionare The Tree, l’albero motore della Nave.
Egli è Cupidus, il Faraone dell’Incubo di Cuba (Cupa, Cup, Copa), il Timoniere Cinese7, il Tintore
Orion-Osiris (Califfo dell’U-sura della Cura Nera).
TH Tree o TH-ree è il T-Hλιοςvale a dire il  Ἥλιος o Tao Ἥλιος.
Il T-Hλιος è non tanto il Sol Omnipotens nel sistema solare, quanto il S-ὅλος, la Sorgente
dell’ἅλες (il Sale della Vita), mediante il quale è possibile governare lo spazio ed il tempo.
Così inteso il Sole, l’Unicum, è l’Energia N, da non confondersi con l’Energia Cosmica, che è una
sua derivazione.
Questa può essere pura, cioè gassosa, lacteosa o pulviscolare, oppure solida8.
7
Nello slang nazionalista afrocubano il succube (succŭba) dell’incubans è mi vida, mi cielo, mi cielito lindo e l’amore
dell’afro-cubista è mi celos.
<<Dal latino tardo incŭbus cioè "essere che giace sul dormiente", da incubare ossia "giacere sopra" riferito allo
spirito maligno che, secondo le credenze popolari, si posava sul dormiente; composto di in-, cioè "sopra", e da un
derivato di cubare ovvero "giacere">>. Definizione tratta da http://it.wiktionary.org/wiki/incubo
8
Esce dalla G-asa o L-asa cioè dalla Casa del Sole C-asa (Quasar), è poesia della ulva o vulva (the Glider).
La Vulva Mater è l’Occhio di Ra, The Eye Lids dal quale esce il Solidus.
L’Occhio è il Soldo cioè l’Orificium del Solido, the Eye-lids that S-old in G-old.
Il solido, la materia, la madera, esce dai lidi della Vulva Mater (par-par-dos), proveniente dalla Sala, l’Alvo Utero, in
forma di onde del mare, las sales, in greco s-αλες.
Le onde, in latino undae, in greco κύματα escono dalla Pupilla od O-culus - Pupilla dell’Occhio Creatore - e inondano
il Cosmo: olas en aula, cioè ὅλα ἐν ὅλῳ.
Al momento della genesi sono pulvis, pulviscolo stellare, o pluvia pulviscolare, che condensandosi dà forma ai pupi, i
Figli della Pupilla.
Quindi dalla pelvis o, sotto altro aspetto, dal cor esce rispettivamente la pellis o il corium.
Dal pubes esce il pupus, cioè la pulpa, il πλάσμα ὠχρόν, il gelo o hielum, the jellow gel, che, diventato adulto e
vecchio, solidificherà in solidi o soldi, nell’antica accezione di barre o monete di metallo, G-old (è l’aes aeris, the Old
Rotation, il contrario dell’aer, aeris, the Air o the Eire).
Questi ultimi sono quindi the G-olds, la genesi pietrificata, l’ὅλος trasformato in λίθος per όλος (the odd lights).
Adultus significa ultimum ad ultionem ultoris, senex, significa ex-sino o exitus dal sinus, cui fa seguito l’ultroneus,
ultra nova energia (eas, aeris  aer, aeris).
La Genesi, vale a dire l’estromissione dalla Xasa (Quasar) delle onde, las olas o τα ὅλα, è the G-oal of the Emanation.
Essa si sostanzia nel Xaos cosmico rispetto all’Ordine della Xasa.
Il Caos è il Casus o, per usare una metafora, il caseus (queso) prodotto in caseificio ma nello stato di caglio.
Il vortice eNe (rappresentato dalla Svastica) scaglia l’ ἔργον, cioè l’-ῥέειν, prodotto nella γωνία della γυνή nello
spazio vuoto.
Sempre nel linguaggio metaforico questo è l’e-vacuum o evacuatio della vacca.
L’energia evacuata sono ὅλοι καὶ ὅλαι, τα ὅλα o le olae.
Il parto della particula (separazione, partizione) è il -λυων καὶ -λυουσα e le particulae sono φίλοι καὶ φίλαι
(φίλα), filii et filiae, bisognosi di luce cioè di lac, lactis (leche), τὸ γάλα, γάλακτος, the milk of the mill, cioè the flour,
the flower, the flavor (harina, farina, farro, cioè αρης o faro).
Le particulae sono destinate prima o poi all’Occaso (ἔργον aeger).
L’Emanazione è il Gog Magog, cioè “Mother-go-go”, il “Cock Ma-Cock” cioè “The Mother Fowl” (Volo della Madre o
Follada).
L’Occhio, l’Orificium della Vulva, è Solis O-culus cioè , la Fonte del Φύω, la Fons del Fluo, la Sorgente delle olae
(S-ol, nell’italiano volgare Fica).
In realtà l’Alma Mater ha due Occhi (Oculi), il Sol-O-culus (οψ-ὠόν) ed il Sol-O-culo (κατὰ-ὕλη o culus), uno solare
produttivo e poetico (Πέλοψ del Πέπλος del Πελοπόννησος), che emette -αλες, le particulae del parto, l’altro nero ed
oscuro, dove la vita è risucchiata e muore (buco nero o sole nero).
Volendo usare un’allegoria di tipo militare si può dire che il soldato, solido e roccioso, cioè la materia, è stato prima:
- Pulvis in pelvis
E il -ὄρνις, il π-όρνη (φάος-ὄρνις) del γυμνός (γυνή μνᾶ), cioè l’a-vis (ave) nel pelvis, che è il luogo del bellum
avis, pelvis o belua (the bell), il polus a-vis (the pool of the poles)
- Pulvis nel pubis
E’ polus lux vis, πόρος του λευκοῦ, light pouring, polvo desde el horno (paraclito, presso il clito o flumen clitoris).
- Pulvis che si trasforma in pupus
Il pupus esce dal babulus, pabulum o pabillus (παραβάλλω), bibens (bĭbo, bĭbis, bibi, bibitum, bĭbĕre), bebans
(bēbo, bēbas, bēbāre e bēbo, bēbas, bēbāre) et belans (bēlo, bēlas, belavi, belatum, bēlāre).
I pupi viventes sono pupi bibentes, bebantes et belantes, cioè the bebies, los bebes o las Pepitas di Pepi, il
Pharaos, che è The BAB–Y: <<Par῾ōh Babel, babae !>> o, in inglese, <<Baby Baboon! Baby Baboom!>>.
Faraone deriva dal tardo latino Pharăo (Pharăonis), dal verbo greco Φαραώ e dall’ebraico Par῾ōh, voce di origine
egiziana che significava propriamente «casa elevata» e indicò dapprima il palazzo reale (Treccani);
- Pluvia che precipita in avia, è pluvia di βίαι e βίοι ἐν βία cioè pluvia di vitae in via inviate da Dio all’Invidia,
inviate In Vi[t]am, inviate Invitae In Vitem all’Invictus. 
En la Historia o Leyenda Negra los enviados en vi[d]am eran enviados a la envidia, en su sentido de “en-vida”, de
“en contra de la vida”, odiada por las Negras Madrastas de Madrid, porquè la vida es videre lucem mientras que
la muerte negra es negar o negrecer la vida (La Vida Europa).
Da Madrid a Madras dominava The Mad Race, la Razza Atra di Adria o Razza dell’Atra Traia, cioè i Veientes o
Tyranni della Trimurti o di Troia (Madre de Dios). 
Vehere vectigalia ad lectigalia era Verbum Dei e a ciò provvedevano i vectores, i quali nave vehebant ad turres o
nave ferebant ad turres (le iuliae da trasformare in iura per rotacismo degli ulema di Tullius Ostilius).
 o Emmaus era enavigare cioè r-attizzare con le EN-aves (seni per il senex), in inglese to Energize the Mouse
in the Navy after the envoy of the boys to The Bay-Bay (the Bey Buy), in spagnolo-portoghese enegrecer (m-atizar)
los Bueyes enviados a la Baja o Bahìa, in francese tisonner le boeuf envoyé a le Basse (Bas, Bassora, Basse-Terre).
Nel linguaggio criptico il concetto è EN  LAND piovono e
Nel senso di pluvia polvere e pulviscolo, corpi e corpuscoli celesti sono P-lebes, cioè P-lus, il Populus della Prole,
the Bebies People o El Pueblo de los Bebes, las Pepitas di Pepi “on the way”.
Il Pube o Pelvi è il Polter Geist, il Boiler, il Geyser di Vapore, il Vanus Vaporis o Ewes Pouring (Eve), il “Volk-Geist”
o “Volk-Wagen”.
The Bebies Mares (mas, maris) o The Bebies Ales (ἁλς, ἁλός), the BeaM, in semeiotica 
(the nightmare
spears matching o-zone cioè lo σπέρμα μαχόμενος ζ-ῶον o μαχόμενος-ζώνη) diventano, prima o poi, bold soldiers
(the bold, the sold), rocky soldiers (la rota suelta  la roca sueldo), energia solida, una forma energetica
solidificata, poco utile nella “guerra cosmica riproduttiva”, perché da Vapor Vapidus di Cupidus proveniente, attraverso
il varco, dal vacuum (cueva) sono diventati massi o sassi, a meno che non riescano a produrre, grazie al Cupidus
Solvens 
altri bebies o nepotes.
Fino a tale momento essi sono pavidi pavores (pavos, patos o paure), pavimentum o pavitum del Pavo (maceria, maceras o m-a-ceros), Favo o Φάος, passus passionis o πάθεᾰ, passati per la Passion, The Sun Pussies.
Nell’Empty Space sono The Past rispetto a The Lyon, The Sun, The Pass-Key (πάσχειν).
Il Sole Leone è il Cupidus Solvens, il Sol Λυών (Sol Leòn o Lione), che può trasformare il Pavo in Gallus-Pavo
(păvĭo, păvis, pavii, pavitum, păvīre, păvĭto, păvĭtas, pavitavi, păvĭtāre, pavitatio).
Egli è l’Enigma,  o  o Q-ene-sig-mater
ENIGMA
ENE-SIGMA
SIG
MAT

CUPIDUS
QUPDUS Q-ENE
Wadi
Varco
S-picus
V-ark
SOL
Q-ra
WINDOW
Ku-ran
I nipoti, nepotes, sono a loro volta “ne-posse” del potus o ποταμός, the nefews, cioè the ene[rgies] few, ma nel senso di
ene[rgies] flux o flow (fluo): the Fever of the Five .
Secondo la logica della catena nepotistica essi sono senza potere, perché nella faida feudale (the feud, la viuda) nulla
possono, ma nella logica cosmogonica della levitas i nipoti sono un livello importante di energia.
Sono infatti i Figli della Vedova o Figli della Vendita.
La Vedova è la Viuda cioè la VIV-DOOR del Fallo, che entra vivo ed esce morto, lasciando nella vedova i suoi figli, filii
et filiae, φίλοι καὶ φίλαι (Φιλαδέλφεια, Filadelfia).
Questi sono i Nani di Inanna, gli Inanes Nani (οἱ νεᾱνίαι), gli Ani-Agni, vale a dire la Ligna per alimentare l’Ignis (οἱ
ἅλες).
È the WI-N-DOW, è la  (ni-ni) della V per la creazione o ἔργον, the Doble Knee for the Energy cioè le Salpingi,
卐
卍
VTER
nn
Sal-Pinges, Σ-ἅλες-Σφίγξ o Σ-ἅλες-Σ-Φίξ (genitivi Σφιγγός attico e Φικός beotico).
Le onde cosmiche sono the waves palpitation from the pool pit, il Quasar, in codice Wapiti: the waves pit.
Il wapiti è the elk, cioè l’alce che vive nell’algor, è un animal algidus: alce.
Il termine elk deriva da bell carve e significa curva della calotta polare o ball carve.
Le due calotte polari corrispondono alle due calotte del cosmo, ma per calotta bisogna intendere la calata del cervo o le
sue corna cioè le due curve contrapposte del globo che si congiungono all’altezza dell’equatore celeste (emisferi)
ἄρκος
ἄρθρον
ἀκτίς
QUASAR
kasar
calotte
ra
elk
calor
Deltau
ἄρκος
ἀκτίς
Lungo le due curve corrono le correnti magnetiche analogamente alle linee magnetiche del globo terrestre.
Così intese le calotte possono essere simboleggiate dalla lettera greca theta  cui fa da contraltare la lettera phi 
+=
Il Cervo che ritorna al freddo è the red-deer, egli si mette in cammino per reddere cioè retro-ire, il το ρέω (return).
Nell’allegoria l’alce o il cervo è il toro, in greco βοῦς: esso funge da autobus nel trasportare l’energia toroidale del
toroide, che è il Pianeta con le corna (Corn-Wall, Cornuum Vallum).
Utilizzare l’energia terrestre significa “prendere il toro per le corna”, cioè piegare le sue corna, oppure “mettere le ali”,
cioè spiegare le ali del γάλα-ἀκτίς, il raggio galattico o raggio delle ali del G-allòs (G-H-all)
picus - peak
piega
 
bull
picus - peak

Y
πηγάς
πηκτός
PEG
AGASOS
AGAQS
G
PHGASOS
ἀγαθός
Πήγασος
olla - bolla - ball - bull
eye-ball
boil
Nella teurgia il Cervo è l’Europa Vaga che alfine si inclina per l’Asse (vaga roma del κυλίω).
Nella storia dello Shoà il Cervo del Freddo è la Renna che migra (αρην ρέω o araràt, el rehèn correo) verso
l’emisfero australe, cioè la Calata di Calais, mentre il Cervo del Calore è il Cervo giunto al Kalor (Κελωρ).
Ma the Elk è anche El Khan che sale da Algeri (Africa) verso l’Algor dell’Emisfero Nord in caccia di Algide Alci
(Egira o Giro di caccia).
L’emisfero è la E-μέση-σφαῖρα, ma l’emisfero australe, oltre ad essere la metà inferiore della sfera, era la landa degli
strali del τὸ ἥμισυ (E-midio) ὁ σκοπός (scoppio, estallido): the Australian Fire, the Star.
L’emisfero era il terribile rito dell’Insieme o della Sfera, ἐν σύν σφαῖρα, basato su simpatia ed empatia, passione e
compassione tra incubans e succuba.
Era operato in officina o fucina da una gilda di vasai (potters o alfareros), abili conoscitori del sincretismo
(κεράννυμι), l’arte di plasmare il vas (vax) in creta (Dante Alighieri parla a tal proposito di Vas d’Elezione
riprendendo la definizione di Paolo in Atti degli Apostoli, 9, 15: paulus è il paucus in luce o il parvulus, saulus è il saurum in s-aula).
Essi (definiti anche, con terminologia artigiana, fabbri, orefici etc.) “cretizzavano” e “cratizzavano” la ὠχρά-χήν, la
vergine bianco-gialla, trasformandola in sostanza rosso-nera “craterizzata o vulcanizzata” (crasi, κρησσακρής
κρέας), al termine di uno struggente rito tirannico incube-succube (τρύω e τρύχω, τρύχος, struo et destruo, true and
truth), imperniato sulla familia romana o, meglio, da romanizzare, composta da cras, crastina e crastini, cioè cristo,
crista, cristina e cristino.
Era preceduto dalle prove della proroga o procrastinatio (probatio diabolica).
I famuli della familia, eseguite le prove, imploravano di rimandare l’esecuzione (familia castratio) e di rimanere
ancora in stato di schiavitù.
A titolo esemplificativo si può immaginare una prex gratiosa di tal fatta: <<castrum et cast[r]ellum cras, mane, te
rogo>>.
Una richiesta di rinviare la castrazione nel maniero all’indomani (de mane).
Nella lingua inglese suonerebbe <<the crash, the domain, the family dome moreover>>, dove the domain è il dominio
maniacale (brit o priest dominion) del d[uck]man in d-manus cioè 5+5=10= X (Saint Andrew Cross o Croce del Anèr,
andròs).
The domain significava d-home-main cioè dome with mane, maniacare “to nip upon the Heads of the family before
the Family Head”, mentre il moreover era il tomorrow (mortum ovum row).
In spagnolo la preghiera di rimando era la mañana por la mañana o managua: <<el mango en la manga y las agujas a
la mama agua, mañana>> (in latino mane, magnus anus ad agnam et ad agnatos).
La proroga si otteneva con la rogatio al magister o magistratus, tenendo presente però che a Roma il magistrato
romano era l’antimagistrato elladico o palladico del Grex, di origine isiaca.
Questi era il Magis Ter (magistrus del magisterium) o Minus Ter (ministrum del ministerium), era il Magis del
Minus-Ister o Minor Austrus, Australis, il minore Ostro-Goto.
Il magistratus era presso il Greci il Magis Strategus (στρατηγός) dei Layers (στρατιώτες) immobili in stratagema o
stratagemma.
Nella crastinatio in castro si usava per castrare l’hasta con lo status in statio o stadera, gli hastati e gli astantes.
Nella tergiversatio – che era anche la taxatio del ter give o teren tergini con imen versatio – si deflorava, si saziava o
saturava, si procedeva al sator-rotas.
La cunctatio era la Maxima Concitatio e la Maxima Conca (congojo) per Familia Appia Cuncta, l’intera familia apismellis.
Il famoso Fabius Maximus Cunctator della guerra punica fu vindice della conca o conclave cartaginese <<Quintus
Fabius Maximus Cunctator, Verrucosus a verruca in labris sita, Ovicula a clementia morum dictus, consul de
Liguribus triumphavit. Hannibalem mora fregit>> Aurelio Vittore, De Viris Illustribus Urbis Romae, 43.
« Missus adversus Hannibalem postea a Romanis Q. Fabius Maximus. Is eum differendo pugnam ab impetu fregit,
mox inventa occasione vicit» Eutropio, Breviarium ab Urbe condita lib. III,9.
I carnefici erano Daemones Incubes o Tyranni Cubicularii della “destrucciòn del trigo” (τρυγώ), abbrustolito in
κριθή (Cresima o Cresmòn del κρητίζω, κρατεω, κρατυνω Crizia.
La vittima era:
- Ἥφαιστος o Ἇφαιστος, vulcanizzata o craterizzata con la fusione plastica o fusione plasmatica.
- Νέα-φάος, fosforizzata mediante il procedimento φα cioè  in  cioè Cafro Farsi o Capro
Farsi;
- Κρήτη,ridotta in Κρής, Νη-Κρυς, che era τὸ κρέας (κρέατος) attraverso la crocefissione rossa (kriti, gridi, to
scream in the grid);
- Χριστός, trasformata in Eu-Carestia, messa in Carestia, il Carrus-Stia o Carrus-Stiva, the Famine o the Foe-Mine,
incastrata, castrata in cresta (Φοιβος ἔφηβος κρηστων, Eve-Cristal, Eve-Christmas crashed in the crest, XMAS, Kṛṣṇa
o Khrisna).
- Κυρήνη o Κυράνα (dorico), sottoposta al Kuran o Quran, che era la Cura della κρήνη (lo-cura) cioè Q-urare
(Cur) il cranium calvo (calva) e mettere la crena cornorum o criniera (corona).
La criniera era la sorgente, fontana di crini, κρήναι, scaturente dal κρηναιος, la vittima sorgiva (Argiva), “the mane
of emanation from the bald corn-man” (Calvinism) ed era una manìa, anzi La Manìa.
Dai verbi κραίνω, κρίνω (καινω+ῥίς, ῥινός), deriva Canario o Canarino (Cane-Eros), che era l’Ukro-Turk,
l’Ukraino del Grano, the Man-E of the U-K-RAIN, vale a dire The Man of the Grain in the Rain (Gamma-RayN).
The Mane era the Epsilon Maniac cioè l’ἀνήρ ἐπὶ-σιλος, l’ἀνήρ εὖ, cioè ἐπὶὑποo “the ewil man of the ewes”.
Il silos, l’uomo dal naso all’insù, era la vittima del siro o sileno (chilly of the chilean, camuso di cam o camerùn) ed
era collocata nel silo, il terribile Sy-lus Silens/Sirens (<<silentium oris et pedum>>, Ocre, AQ, Monastero di
Sant’Angelo).
Anche l’Italia ebbe le sue Σειρῆνες Lucane ed uno dei luoghi simbolo della Cirene Italica è il Monte Sirente
dell’Altare d’Italia nel Brutium centrale, ma tutta la penisola era un Silo (Silius Italicus) di Aprutini per i Bruti,
non dissimili - per ferocia - dai B[ey]ruti o Bey arabi, ebrei ed africani (cioè afrabrei degli scarabei), possessori del
vero e proprio A-Bruso.
L’espressione inglese “skull and bones” significa “bones” for the “skull” nel senso di “bona ad ob-scurum-calorem”
presso la Scurra (κρανίον, Golgota o Calvario).
Prima di giacere nel secretus cioè manere in cribro, cribello o κρίβανος subiva dallo Scirus, lo stesso Cribrarius
(l’aguzzino addetto a crepare il pedes nella crepida crepax, il sutor), lo ski o sky (σχίζω).
ὁ κρίβανος era, secondo la definizione reperibile su http://www.perseus.tufts.edu, “an earthen vessel, a pan, wider at
bottom than at top, wherein bread was baked by putting hot embers round it, Hdt., Ar.”, cioè la casa o casilla con la
hembra in hambre.
Nell’antica Roma la hembra era la foemina in casilina o mulier in molino.
Contrariamente a quanto era accaduto nel sistema “indocinegro” la Hembra dell’antica Roma, la Pruna Carbo
Candens (l’Ostia o the Candy) era l’Appius, nome collettivo per apiceni, apicentini, considerati aperi, capri et cafri,
il Brutius, nome collettivo per Aprutii e Aprutinii, considerati Bruti Pyrri del Cave Canem o B[ey]ruti (Perri
Capherri), il Graecus di Sibari e il Graecus della Sila, il Caecilianus Caecus della Sicilia Sicana, Messena, Mes-sina
Mes-sicana (la Sina Sicaria operava dall’Andalusia alla Μεσσηνία ed era il κατὰ Σινᾶ I, mentre il Messico era il κατὰ
Σινᾶ O cioè l’America e la Cina era l’OO con il Fallo I in Africa; la Cina + l’Africa era Ioppure Ioppure☥,
simboli della ricerca infinita di Dio (Y-Deus): cercare, to check, buscar  cerchiare, cercar, to circle  cecare, cegar,
to chock  abbruscare, abruscar, to brushfire in The Czech Jacket), il Sardus dell’Ignis, dell’Agnus e dell’Angelus
(Sardegnolo di Sardi) e così via.
I nemici dei Romani erano chiamati anche Salii, ma non nel senso di clari, bensì nel senso di sud-alii o sudanesi del
Nihilo ed erano sterminati dai Sodalii (Socii) di Roma Amarilla (S.P.Q.R.), con la tecnica della Via Sacra del PreHonestus in Pyra-ene-aestus nel Tibur Salius in Cassia Flaminia (Roma Amarilla era il contrario di A-mor-s per Ilia
Amarillys Melibea, Troia Adri-agna Satrica).
I Romani, mèmori della Mole dei Monos -monos (i Sy-monos Simoniaci della Simia Diabolus Dei), realizzarono il
Molimen Molimentum Monumentum per il Moneo (monere e mōlĭri cioè demoniare e demolire).
Roma nacque con lo scopo di vendicare la Nèmesi Numidica, la Niamey Nigeriana, cioè per -Monere, demonizzare,
gli indemoniati della Dea Moneta o, per attualizzare la terminologia, i Monetaristi o Numismatici della Monetazione,
the Monetaries of the Money (the Mel-Honey).
The Money era the M-honey, cioè la M.H.NEY , la Mors H cioè la Mors Ηλιακή (Magneto-Elettro-Nucleare,
Μαγνης Ηλέκτρα Νοῦς) degli νέοι/νέαι (honey), dovuta ai morsi elettromagnetici (The Honey Morsels and The
Moor or the Mourning of the Morning).
Per tale tipo di morte era utilizzato quello che i Romani chiamarono Macina Molina (Mole Adriana – Castel
Sant’Angelo).
Mol + N-umen: Nux humanus O  NO-man O-man, NO-men O-men, il Nomen Romanus
Mol + L-umen: Lux humanus O  LY-man, LY-men,
Una delle capacità della Machina Macina Molina
卐卍
era quella di produrre la mollis mollitia o mollica cioè di trasformare un essere umano, previamente schiavizzato, in
mollusco, cioè in un essere sub-umano: LY-μῦν o Lymo del Nilo.
Il termine mollusco rimanda anche alla miscela Magnesia Alba (magnesio/manganese) usata per “ammorbidire” la
vittima in aggiunta all’energia elettromagnetica.
Esso significa Μαγνησία-ὅλος-λουσα (il Lusus Eroticus o Η Λυών si concludeva con la lascivia, che, nella lingua
croata è definita ustasha).
La vittima era detta anche molecula, perché di preferenza era bambina o adolescente, ma anche perché la parola
molecula deriva da μολύνω (contaminare, insudiciare) μέλλω (indugiare) μελαίνω (rendere nero), μέλι (miele),
μελιτόω (riempire di miele) e κυλίω (rotolare).
In altri termini la molecula era l’ape produttrice di miele per l’apicultore e, al termine della sua utilità, trasformata in
mosca nera (μυῖα).
Molecula era l’equivalente di copia, in quanto la molecula, composta per lo meno da due atomi, è la metafora del
DNA del figlio di una coppia escisso o a-tomizzato (in spagnolo tomato, perché tomare significa prendere e portare
via da, cioè separare, nonché tomate, perché il figlio veniva anche insanguinato e ustionato).
Nell’antica lingua farsi il nome della coppia era parsi, latinizzato in persae come etnonimo, in quella greca Πέρσαι e
παρθένος, termini analoghi al vocabolo spagnolo pareja, composto da pares orejas del parir (bi-lobo genetico,
partes e, in relazione, al molino particulas).
In inglese la paritas del parto, the pair, nel senso di birth, è the peer pears (o+o o-pera), the ibrid (bride + bird),
the peer pea/pie, o the even, cioè l’espulso dalla eve niece (noce), l’evenus (event), la neve, nova o novus, l’e-nix-vs,
il nix ni-a-vis (l’esclamazione di soddisfazione per l’annullamento della nix era evax!).
In francese le P-air è Paris, toponimo che è equivalente a Bari (Italia).
A parte ciò, la copia era la copiosità di moleculae che venivano sistematicamente sottoposte al procedimento in
argomento.
Erano definite opes (ops), ὄπες (ὄψ), operes (opus), operae (opera), apes (apis), capri (caper), nonché cafri (in arabo
kafir) o cafferi, perchè andavano incontro al caput afèresi o κεφαλή ἀϕαίρεσις (cafè).
Da opera deriva l’inglese pea (the key-pea è the pea in the key o kepì).
In Roma la Machina Macina appositamente dedicata al grano era detta anche mollusca, un ulteriore crittogramma
che significa mola linum lustralis, cioè mulino della lux, dell’au-stralis e della tractio.
Era la lux statio rotans del lunypharius.
Da au-stralis e tractio deriva il termine italiano strazio, corrispondente al latino cruciatus o laniatus.
In particolare cruciatus significa messo in croce elettrica (clavis-ru-x o crux), mentre laniatus significa dilaniato dal
Delta (il Delta Fiammeggiante della Massoneria o the Elk, l’Alce, el Alcalà, al Qalai o al Qahirah, Ἀλκαῖος, Alceus).
- Καιρός: ridotta in caro (carnis) o cosa-res, cioè κρής (Res Publica Romana, al Qahirah).
Per la vittima l’espressione εν καιρω significava in cura cioè essere messa en-Q-ura (Qur'an o Koran), nell’Ang o in
the Angle-saxon (Ankh).
Ma significava anche che la vittima era viva, respirava in modalità clausa-aire, κλείς-ἀήρ, bruciava (καίω) e piangeva
(κλαίω) nell’ègira, ancyra o ankara (ἀνὰ-γῦρος), in stato di agonìa (ἀνὰ-γωνία), mentre il Faraone, trionfante,
ascendeva κατὰ-αἴρω o ἀνὰ-αἴρω (κλέος ἀλλήλων, gloria bilanciata).
Era questa la Croce Ansata o Anseatica, la Crux dell’Anser, la Crux Anglia (Ank), il Nihilum Anglorum.
L’agonìa era un coma vigile nell’ancus o ἀνὰ-κλείς, ἐκκλησία, in latino il coculum del cocus (la cucina del cuoco),
nel linguaggio botanico anguria (angelus urens).
Nel caso di esecuzioni familiari coram populo l’agonìa era il motivo dell’angoscia, the anguish, il congojo per i
congiunti, che assistevano impotenti prima alla coniugio, violenza sessuale sub iudice o sub iugo, quindi all’uncus od
ὄγκος, che era il vero e proprio δαίμων (demonio).
Si procedeva con la coniuctio, il matrimonium, la Boda del Body, che era il collegamento della vittima in botte (the
body era abbot in abey), al generatore elettro-ionico -μόνος (δύναμις o δαίμων) o Matrona (Mater Troni) o Μάρκος
(Μακρός o Macer).
Ciò determinava, unitamente all’utilizzo della miscela Serpens o Serps (conosciuta in chimica sotto il nome di
Serpente di Faraone, da non confondere con la miscela Seps o Σήψις per la putrefactio o Putra), l’ὄγκος, che era il
gonfiamento di 6 inches del corpo della vittima (tonel-hada in tonnel o tunnel per il bangalore), come si desume dalla
parola spagnola hinchamiento, che ha lo stesso etimo di inch.
Dato che inch deriva dal latino linx, lincis e dato che LI equivale a 51 cioè 5+1=6, si ha 6 inches per la nix in X.
La NIX (Λευκη) era la L-in-X cioè in LX, che era la  della Lux o Sinai , simboleggiata dalla $ come sintesi di 5=S
e 1=I.
La macchina della lux era la Lanx (lancis), vocabolo da interpretarsi come dardo, strale, ma anche come lancha, che in
spagnolo significa piccola barca o piccola nave.
La Porta dei Leoni in Micene (Argolide) contiene la simbologia del generatore di energia M-ὄνος o Demonio
Assassino: la E formata dall’intersezione dell’ogiva dell’arco con la colonnina, i Poli magnetici -/+ del motore
magnetico di tipo Spear o φαῖρα (YR-M-ἅλες), la scritta il sarcofago per la ψυχή, il
κηλον (kilon) ed il pinnacolo, strumenti utilizzati per arrivare al risultato finale della cottura e della mutilazione della
vittima (secondo la logica σκύμνος ψυχή o U.K. dell’animalanima o animula, θηρίον, θώς o ζῷον  ὠόν).
Il verbo Ονυχιζω riassume le operazioni del sadico volte a nuclearizzare l’O-neu nella croce X-ray (the cray-cross).
Il verbo significa NY-σχίζω e NY-κλείω (Κλειώ), cioè il nucleus scindo e annichilisco con il NY-κῆλον (Nichel) per
raggiungere lentamente la ἡ νίκη.
La νίκη ottenuta mediante il Βέλος nel νοῦς (nux) era il bello del bellum (debellatio).
Era the Nike in the Nuke, the Nike in the Bell ed era il κλέος, la Gloria del Killer Achille, lento artifex del nichil o
nichel acheus.
La nuke era la nux/nox per conseguire la morte del νοῦς, il neus, novus o novissimus incastrato nella nuca.
Era la nox inmens, notte immensa della mente, la nox intra mentem, notte tremenda per la mente del novius o
novitius, l’ovitio no-vizio (in spagnolo sarebbe la boda o esposa del novio: noviazgo, de nuevo hago, boda, cioè boas
hago, esposa, cioè explosion).
Onerare e funerare l’O-νοῦς del O-neu significava rendergli onore, honos.
L’O-nus, era l’O-novus, l’Ovum Novum, ma era anche l’Unus cioè il Nucleus o Unitas della Familia, della Gens e
della Natio.
The nuke, la noce, era anche il generatore elettromagnetico trasportabile o da campo (Doppia Bobina di Faraday)
rispetto alla mega-dinamo (Medina) per la mega-ara (Megara).
I Romani lo chiamavano asino, che equivale ai termini spagnoli burro e asno, perché la vittima, sottoposta alle
bruciature del radium, ragliava.
Ragliare è uno spagnolismo che deriva dallo spagnolo rayo e rayar (subrayar va riferito ai genitali, così come rasgar,
rayos guardare, e rasguño, rayos cuño).
Asino ed asno sono crittogrammi che celano la parola assassinio.
Stessa cosa può dirsi dell’inglese ass, the donkey, e, per traslato, the buttocks, the anus.
Asino, asno e ass derivano da εἰς ὄνον (accusativo di ὄνος), letteralmente “verso l’asino” o “hacia el burro”, nel
significato latino di butyrum, burro, e quindi di manteca, che è “humano en manta teca” o μένων-ϑήκη (Herman
Czech o Zadek del Main/Meno).
Da ὄνος deriva il numerale spagnolo once, corrispondente al numerale inglese eleven, da interpretarsi come ele-(L)uve-(V)-ene(N) cioè  N
Tale sigla rappresenta l’eNe, l’energia radiante  (Y o LV) dell’Uno (ὄνος, one, unus, hun), indispensabile per il
ciclo della Luna: MONOS con OVO
STUPEFACTIO
olo
The ass era la k-assis, cioè la -εἶς ὄνος, la classis (clipeata), la cassa o, in francese, le chassis avec les axes (a Roma
le casse erano ubicate nella Cassia-Casilina).
Il burro era l’ὑπο-ροή, cioè sub-urare la pauca burina o la puerina.
Ciò avveniva nella Suburra.
L’aggettivo paucus deriva dal greco παῦρος e πόρος, da cui deriva anche l’italiano paura, vocabolo composto dalla
radice pau, legata a φάος, e dal verbo ρέω.
Nella lingua latina si ha forum, che era sì la trafittura ma anche il foro dell’ornis o forno, in spagnolo horno per la
cottura della harina in pan (pain, panic), in norreno far in farrum, in gótico fawai in fever (few), in anglosasone
fēa, cioè: Pharaoh, the Lighter was the fee-d of the few, the light of the littles, the fear of the peas, the litter.
Gli aggettivi paucus, parvus, puer, pauper (povero), piccolo, pequeño, con i quali ci si riferiva e tuttora ci si riferisce
all’infanzia, derivano da φάος/φῶς (fws, the few).
Il piccolo e pequeño era il picus aequus dell’aenus (nea e neus in nus o naus), il paqueno cioè il paganus del pago, il
pacuvius o paqualis, che era il pares aequalis (squalo), il parcus delle parche o porche.
Gli arabi definirono hashashin (hashish smoke) l’asno e il burro lo chiamarono buraq, sigla che significa:
- Butyrum-Ura-Q
- Butyrum-Ura-Qoph
- Qoppa
La cremazione del Butyrum – Buraq - avveniva in Bara-Q, che era la barca (baracca, barrack) o Burqa.
La singola Buraq era definita anche Al Aqsa, La Qasa e, essendo Qasa della Q, era la Casa della Cura, cioè Casa
della Locura o, semplicemente, Quran, ma Al Aqsa era anche il Tempio che ospitava i burqas.
Dai termini ὄγκος e uncus deriva angaria (Ungaria, Ungheria).
L’ὄγκος o uncus, l’angaria, comportava anche la moncatura, parola accomunabile al termine inglese monkey, che
discende da m-ank o m-ancus, da cui derivano anche manico (mango), manica (manga), manichino (e ai nomi
geografici Manciuria, La Mancha, Comancheria).
The monk (the friar nel senso di to fry) era la figura addetta a the donkey-monkey, parola composta da d-mono-key
cioè --ὄνος-καίω (δόμος N-K, D-Home-NK o Domus del Dominicus).
Per la moncatura le vittime erano tirate con un argano o verricello munito di filo: A-δελφίς φίλων ἀδελφῶν o
Φιλαδέλφεια.
L’Assassinio rituale era chiamato anche Sica dei Sicari (sìgari), Σικελία, da σίκλος, la moneta del Fiscus Iudaicus, o
anche Saeculum.
Il seculum o, meglio, era il centu-mani (Centimani o Ἐκατόγχειρες), sui secolari introdotti nel Tempio, che era il
Tempus, l’Hora del Temporale o Tempus Alarum.
Prima del Temporale, in cui si aveva la teofanìa o rivelazione del sacro, il secolare o profano subiva la profanatio.
Le cento mani erano 100 x 10 = 1.000 M cioè i mille fori (la vera agopuntura) o mille fiori (narcisi), il decus (decoris),
la decoratio dell’Avis, cui seguivano le cento mani di tintura.
Si aveva quindi decoratio e poi adornatio cioè passaggio dell’ornis ad fornum, che era l’῞Αδης ὄρνις (ave adorno cioè
ave ad-orno, hacia el horno).
Il Centum della Χήν, E-ken-athon o Akenathen, era the deck o desktop per Eκάτη (Selene, Artemis, Luna, Moon in -ὄνος), il κάτορθος o catorcio, il κατόχιον per la catechesi e la comunione (fusione) del catecumeno (κατέχω).
Il numero latino decem, greco δέκα significava deck per Eκάτη (desk, cioè desco, disco per il discepolo, quindi discopolo per docere la doctrina della docilitas e del docis, the dock to the duck)
Combinando i due numeri decem e centum, δέκα e ἑκατόν, si ha κ-ατcioè , cioè δέκαinατόν
X   
il radius rotundus per l’ecatombe, cioè la tomba-casa di E (in spagnolo el rodeo del ratòn, vedi anche i verbi tundo,
tondeo etc.).
Siccome deca-centum è δέκα in χήν cioè X nella canna  o X in the can, si ha le Cannae (the cans) erano i contenitori
dove venivano sadicamente giustiziati gli schiavi ed i prigionieri (la canna cubica o barile o botte era un’unità di misura
volumetrica, mentre il vocabolo latino canna, declinato al plurale, Cannae, può essere considerato il nome della seconda
guerra punica combattuta dai Romani contro i Musulmani ante-litteram dal 218 a.C al 202 a.C.).
Nella lingua latina il ricordo ossessivo della decimazione (decem), dell’ecatombe (centum) e della humiliatio aemilia
(milia) della Χήν (Y-smile o Ismail, riso sardonico) si ritrova nel concetto di decentia e di census: per essere civis
romanus bisognava appartenere al census, cioè essere decens, non appartenere alle nationes sinenses (cinesi, camiti,
semiti).
Il censimento militare per la leva mirava a verificare la Decentia dei Mores, bisognava essere incensurati, incensi o
amici del Census, cioè accensi (adcensi), vale a dire Hostes dei Manes del Serpente, gli uomini della mania romana sul
mus, che doveva ro-manere (-μένω).
I Manes e i Lares erano Romeni, Samnites, Graeci, Troiani, Moses, Isiaci, Sini, Sinenses o Sinici (Cinesi anche nel
senso di Cinici) e la loro vittima preferita era quella che i Romani chiamavano Mena o Mentula.
Il decem-centum era il dex m-n-t cioè dextus manere in mina, in greco μένω in μνᾶ  cioè nel deck-δέκα (hymen e
hymenaeus, υμήν ναῦς, sanscrito kama, nella toponomastica italiana Mantova, derivante dai termini latini Mantua,
Mentus, Mantile, travasati in mentovare)
Un 1/4 quarto della canna  è Quater, quattro volte quattro, Quater Quattuor del Quadrum, serviva per Quatefacere il
Quassus o Equatio (nella lingua spagnola era el cuarto, nella toponomastica russa è Ekaterinburg).
A tale scopo si usava il Catorcio, la Casa Torcia, che era il Quattordecim o, in spagnolo, el Qatorce
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L’ἕκατος di Ἑκάβη o Εκατηβόλος (Equator di Hecuba o, meglio, dei popoli di Ecuba) poteva essere ubicato in un
Tempio o altro ambiente chiuso, cioè essere utilizzato come postazione fissa oppure poteva essere mobile, cioè una
macchina trasportabile nei territori sottomessi e colonizzati (nella crittografia inglese è The Kit of The Kilt, , in
quella spagnola come El Quito de Mosquito o El Quito de Moscù).
Nell’antica Roma, la Machina Gestatoria, era stato nominata Quădrŭla, il quadro che rulla (The Ruler o The Rule of
Law) e da Quadrus erano stati tratte numerose altre nomenclature Quădrŭpĕdus, Quădrŭpĕdans, Quădrĭrēmis
Quădrĭsēmus, Quădrĭsyllăbus, Quădrĭvĭum.
Il Quădrŭpulus era manovrato dal Manipulus dei Pi-Ro-Mani.
I manipoli delle vittime erano manipolate in Viginta (5 dita x 4 mani cioè 2 mani e 2 piedi) con saeves sevitiae (sex
vitii) “usque ad Equationem” o fino ad ottenere il Tronco della Vedova nel linguaggio della Massoneria.
Πεντάπολις
VIG
QUADRA
cinta
cinta
Δὲκαπὸλἰς
mira, mira l'olandesina
Δωδεκάπολις
Essi erano ἄνεμοι ἐν νέα πόλις dei ν-πόλοιs (πολλοί ἐν πόλοιs), animae et animulae napoletanizzate (elettrificate ed
alchemizzate), rese apule (spoglie), etrusche, abruzzesi o lucane (brutalizzate e bruciate), siciliane (essiccate), osche o
tosche (intossicate e oscurate), liguri (lugubri), friulane (fritte) e così via.
Questo avveniva in Νεάπολις, Napoli o Nablus, che non era solo l’Egitto dei νέοι e dei νεοτεροι bensì The Poland
vale a dire tutta la terra “Eu-Rus” sotto il dominio egizio (The Poles Land o Polar Land, πολεω, πολευω. πόλεμος).
Animales, animae et animulae erano considerati res animalia per la πολιτεία o civitas (cives cioè cibi per alimentare
le cannae), ma in realtà erano Apples, vittime del Nipponic Nipper (Ni-apples) e, nel loro insieme, erano The People,
cioè Pips for the Pipes del Σινά Κύων (Sicana, Sika o The Sink).
La sinistra figura musulmana che gestiva la Manipolazione fu appellata dai Romani Quădrŭplātŏr del Quădrŭplāri,
derivazione del Sicofante greco ed egizio (the Jest for the Joke, the Jolly-Roger, in spagnolo los Gerentes de Girona o
Algeciras para Los Barrios, la Machina del Giro di Algeri, l’Egira o in greco Ὁ Γῦρος).
La Canna era la Curia, cioè la Canna Urens, per la Cura nel Templum di Isis dei Romani, che erano detti urati o
iura (ius equivale all’inglese jew).
A Roma la Curia assolse una funzione contraria ed opposta alla Curia Coranica, cioè fu ripresa ed esemplata su
quest’ultima ma per servire contro le popolazioni islamiche (africane, mediorientali ed asiatiche).
In Egitto i C-uratores curavano (curo et uro) i C-urati cioè gli Oratii (Ori o Dori) e furono definiti Coranici perché, tra le
altre cose, amavano particolarmente estrarre il Cuore delle vittime, in latino Cor, utilizzando non solo la lama ma anche
la flama.
I C-uratores o Quratores erano detti anche Quirites perché uomini del X o Q ritus (Key Rite) e uomini del Quaerere i
Quirini, così detti anche perché urinati dopo l’esecuzione.
Gli A-quirini erano A-quilini, figli degli Aquilii e delle Aquilae.
Aquilii, Aquilae ed Aquilini erano A-X-Ilii di Ilion (Ἀχίλλειος, Αχιλλέας) ed erano condotti “ad aquilam” (Ilion o
Troia), dove erano messi in vincolo, divenendo, dopo la servitus, V-incolae, cioè inquilini della Vis Romana, la
Machina Avifera o Aquigena o Robur.
Essi, dopo essere stati arrestati da Quaestores e Procuratores, venivano condotti in agro, dove prima erano coltivati
come incolae (cultura) e poi presi in Giro, cioè eliminati nel Quiro.
Incola era chi viveva in culto nell’ager o nella rus in attesa della Cura in-Cola o NI cola, che era il colon, il colum, la
columna, la canna.
Nell’ager publicus romanus vivevano i plebei proletarii, prigionieri di guerra, servi appartenenti ai popoli “piro-latori”
della Polis Lybia Africana, l’ Egitto, ove per millenni i labicani, labiae e labeones avevano consumato la Libatio Afer
sul Λαός (The Lab of the Lamb into Lamp). cioè Labes dell’analabos e del sillabos).
La colonia di schiavi era così chiamata perchè contraddistinta dalla columna, la canna dell’orrore (rus, ruris).
Da A-Quilini nel Quiro (Giro) passavano ad essere A-Quirini a causa del λίνον della macchina ῥήν, ῥημός (ren, renis) o
ῥίς, ῥῑνός (nasus, nasi), che era l’arnese o naso greco L per l’αρην, αρνος (in ebraico aron).
Gli Aquilii erano AX Illyrii in lyra, ἀχίλλειοι καὶ ἀχίλλειαι in λύρα, bloccati e trafitti lentamente dagli aculei della lyra
(ὄνος λύρας ἀκούων) per il delirium degli astanti (Lyra dell’Illyria, Lyra di Alexandria o The Killing of the Alfa
Chillies).
AXIllIRII
naso greco
L
I Curetes curavano i Coretes cioè i piccoli cuori o cornicini dei Cornish (Oratii) nel tubus ed erano corifei e coreuti,
tubicini-cornicini.
I Curiatii curavano i Cuori o Cornes in Curia iacti et urati con il jaculum o ictus nella corazza (ucorax per il coraticum o
cor habere o Actium o Attica γάλα-ἀκτίς o Jack and Bite JB).
Le Cannae per la Cura, considerate in serie, erano le Decuriae (dieci), le Centuriae (cento), le Militiae (mille) Xilioi
Muriae (Myrioi).
Le Curiae Militum costituivano la Mirabilis Miriade (ἡ μυριάς, μυριάδος), cioè l’ammirevole portento del sistema
per lo sterminio ariano, il Murum Purpureum o Murum di Roma: 1.000.000 di Cannae.
Il sistema delle Cannae serviva per la Muria Piscium, morìa dei pesci in salamoia (ἁλς e μυρος).
La Salamoia era la Sala per uccidere lentamente il μῦς: morìa, morte lenta ed immobile (μὴ ὀρθός).
La sigla moia, che nella lingua spagnola si ritrova nel verbo mohar, deriva da m-oo-r-ia, traslitterazione della sigla
greca μύ-ρ-ᾠά.
La Salamoia o Sala dell’ἁλς (la parola sala deriva dallo stesso ἁλς) era la Sala del μῦς cioè mus in uru o murum o μῦς
in ροή.
La ροή è la ρο ἔαρ, il flusso elettromagnetico μυρος μυρίος ροή
Il Murum di Roma era μυρυ ροή cioè il μυρυ-ρώμη, la potenza irresistibile di Roma Mur, Maura.
μυρυρο-ἔαρ era the Moor of the Earth.
Da ἔαρ deriva Terra e Earth perché the Ears sono le quattro orecchie del Pianeta Quadripartito.
L’ἔαρ è il τέρας cioè il Tao = tau-alfa-O = 卐卍), ma τέρας era anche il portento della Tear Area.
In tale Area (Sahara), ripartita in sub-aree territoriali, il Murum era Τὸ Mύρον del πῦρ (Mur di Ur o Murmur del
μυμῦ, μυμῦ  λαλεῖν).
XX
MVrVS
MVS
Moses
Μοῦσα
Mosaico
red
a
Mᾶ o Mat
χίλιοι χίλιοι
mur-mur = pur-pur
won
wa
Μύριοι
Μύριοι
Μυλος
diecimila
1.000 x 1.000 XX
(rwa = roo ra).
PURO
Bureau Buraq Burina
Nella toponomastica crittata è ricordato come Roma o Mururoa, perché il contrario di ρώμη cioè Eamoor è Elam e
Cina: The Moor. mentre Mururoa è M ro oa YP YP
Il termine seculum deriva dal verbo sequor (sequi), verbo da cui deriva anche secutio ed executio, anzi è il diminutivo
di secus, variante di sexus.
Si può ipotizzare, quindi, che con il termine seculum ci si riferisse ai piccoli sessi (seculi), mentre con secus o sexus ai
sessi adulti (nel monachesimo medievale essi furono ribattezzati rispettivamente benedettini e benedetti e conventum
l’insieme di fratres terribiles che si dedicavano all’”ora et labora” e al “silentium oris et pedum”, vedi iscrizione del
Convento di Sant’Angelo d’Ocre).
Si distingueva l’intra-seculum, il seculum e l’ultra-seculum cioè l’intra-sica, la sica e l’ultra-sica o iper-sica cioè ancora
la sub-equatio, la par-equatio (peraequatio) e l’iper-equatio.
Il Super Equus era Iperione cioè lo ὑπέρ πῦρ αχαιός o υπερίων (The Level of the Leveler, la Livella Massonica, la
Fusione Nihil o Nilo
Giro in S-Quadra
κατὰ -ορθος L

Qatorce
L
SEX
G
GHS
GESUS
JEESE
GOODS
many goose
G
Nell’Abruzzo centrale, sull’Altopiano delle Rocche, l’aequatio o peraequatio come si può indurre dal toponimo Valle
Subequana, sottostante l’Aequus-Aquilius delle Rocche, e dal toponimo Valle dell’Amiternum, coniato per alludere
all’Amnis Ternus, la tenera acqua o il tenero agnello (ἀμνός, τέρην, terni, ternīdēni, ternox), cioè la vittima puerile
portata prigioniera dalle Gallie all’Amnita, l’Altopiano stesso, come dono per i Samnitae (gli Amnitae, οί Αμνιται
erano un antica trìbù delle Gallie o forse della Britannia, Dyonis. 571).
Un altro nome ancora del rito sicario era Sicania o Sicambria.
Nella lingua araba veniva detto suq (sea) degli aswaq (swan) o souk, in quella greca συκος o σηκός del sicofante,
figura analoga allo ἱεροϕάντης egizio.
La sucula, di sesso femminile, e il saeculum (sacculi), di sesso maschile, erano tirati dall’argano fino all’escissione dei
cocculi (coccus, κόκκος), con l’asse in culo nel primo caso e l’asse in sucula nel secondo caso, cioè in culo e sub
culum (cucullum o cocullum, culleus malleus).
Nel caso di sacrificio cruento il mancus era l’estrazione del cuore (lato manco o mancino) dalla gabbia toracica con
l’ancus, dopo che era stata eseguita la moncatura degli arti, e the skilift cioè the lift toward the sky (to lift the left
leaf or life).
Era conosciuto anche come sinister, cioè sinus extractio, signare et extrahere, sinus aster, cioè innalzare al cielo (Sun
G-aster) il prelevato dal grēmium o pectus (ūbera, uterum e tuba in generale).
I carnefici con il grembiule (tunica o toga) erano i sinenses del sinus o signum del Cygnus, gli histerici dell’Ister che,
durante la gremita feria tiburtina o contubernium, procedevano all’isterectomia delle vittime e dei loro familiari (per la
questione del tubus, dei tuberes o tubera (Tyber o Tybris) era stata appellata in Grecia Tebaide di Tebe, in Giudea
Tiberiade di Tebe, in Cina Tibet, ed era el Tiburòn o lo Squalo).
L’Ister era la vittima ἴσος τέρην (easy), proveniente dall’Extensio, che era la Terra Extra-Piramidale X (la Piramide è
Xen, Zen, Ten).
L’insieme delle piccole vittime era New, cioè North, EastWest.
Il νέος τέρην veniva sottoposto all’Hystrix o E X TENSIO (eat, eaten).
L’Hystrix era l’Ys, il puercus, nel Thrix, cioè tra i Tres Carnifices e immobilizzata tra i Fili (capelli), in greco ὕστριξ
ὕστριχος (sì che il puer puerilis era per i sadici il Puerco o Peru, il C-aper, il K-abiru egizio).
Le vittime erano originarie dell’Istria o Austria (Osterreich o Ostiae Regnum), terra dominata dall’Au-Stralis Pharao,
terra East-Ovest, Este-Oeste, cioè Extensio O Vestia (Terra Vestalis, Terra Bestialis).
Dal termine spagnolo congojo, filiazione del greco σύν ὄγκος υἱός (οἶος), deriva il nome geografico Congo (conga ojo
e conga oigo), mentre dall’insieme di termini ὄγκος, ancus, angelus deriva il nome geografico Angola, che era la
Goshen, l’Angoscia degli ebrei.
Il congojo era la concia o conciatura della lana, cioè dei Candidi Agni o Angeli Divini (lanaanal).
Era il munus onustus della venustas e praticarlo era un honos (cursus honorum).
El ojo era l’o-culus, el mango era il monopodium in o-culo, el monje era il monacus moncans, los ojos erano gli oculi muniti e miranti mancina (moncherina) et mancinus (moncherino), a destra e a manca (monje y monja moncadas
en el cuarto de los chulos o chilenos).
Il Kairo era poi το κακόν (Kakko, abbreviato in Akko), cioè la sequenza da κακρυς a νεκρός o νέκυς, derivante dal
καίω- (calor) del Can-Cross sulla κόρη o κόρος, κύριος e κύρια (Cirus e Cira), Quirites o Curetes curati dal
κυρίαρχος nei κύρβεις (Quirites del  ritus o Curetes, Κρίτων, Χείρων).
Il Can-Cross fu chiamato Is[t]rael cioè  [cioè STRL, strale australe.
Il rito sadico catartico o κατὰ (ka-y/ta-y, ka-ta-os, calor-talio) era la Cura Coranica (-κυρ, ob-scurus cioè ops scura
o Scurra) o Cura di Ur, che prevedeva anche il cactus o κακτος, cioè le trafitture con agoni o stiletti, l’impiego del
 sulla vittima κακός e la sua “scoratura” compiuta dallo skier con the skid-sky (σχίζω, σκιάζω o σκιάω, σκαιός):
era το κακόν.
Lo skier (scissor) utilizzava la σκίλλα o σκύλλα per giungere alla σκιά nella σκιάς (sun-akia, canopy, arbour, carburo) o al κελαινός nel κάλαμος.
La radice sanscrita di càlamus è calah, radice comune a calor, calore, e clarus, chiaro.
Implica l’idea di “Volo del Gallo”, in quanto il Gallo è κατὰ-ἅλες o γ-άλα-ἀκτίς cioè -ἀκτίς (lac, lactis), che ala e
alimenta (alimentum), che gela, G-ἥλιος del γάλα (gelus, gelatio, giallo, jellow), e cela, K-ἥλιος del κελαινός.
Come tale è Helium-Hielum cioè Helius Eluens o Katay (κάτω), καίω ὑπὸ-ὑπέρ (ἵππος Ύπέριον κνισάω) o
Svastica, Shiva cioè Sol Vas, Vishnu, cioè Vis Nuclearis, Brahama, cioè Ra Ramus Radiorum.
I Cinesi e gli Egizi paragonarono l’energia nucleare-elettro-magnetica alla Svastica Solare.
Svastica è infatti sinonimo di Devastatio, perché simboleggia l’onda devastatrice Caos-Taos o καίω (τὸ κῦμα,
κῦματος).
La radice calah è una radice ambivalente che esprime il concetto di chiarore e calore ma, per converso, esprime il
risultato del calore cioè la caligo (caliggine), così come avviene nel binomio cielo (caelum)-celato (caelare), laddove il
cero, lo zero luminoso rotante, cala per celarsi all’orizzonte e calando lascia la caligo (calèdone).
Il calare della luce sul clarus o pre-clarus (i Lares Romani vittime del Calor) e la sua illuminazione (Καλημέρα cioè
καλός αἶμα ἔρως), era ottenuta mediante la scintilla (σκίλλα) del κηλον (κηλιδόω), la chela che, prima di trasformare la
vittima in nera caligine, la rendeva un gambero rosso, camaron, aragosta o langosta.
La parola spagnola camaron deriva da καμάρα, camera, cam-ray dei camusi o camiti, mentre la parola aragosta
deriva da Ara dell’Augusta Mater, cioè area destinata all’Aura Gens Augusta: au[ra]g[ens]usta o justa.
Nell'alfabeto grecohe Tree è la Torre di Tyro o Τύρσις del Τυρρηνός (Tityrus).
Si trattava della Gens Judaea, i Comunes della Cum-Unione, vittime della fissione/fusione, chiamata anche Sina,
Samnia o Somnium, Sunna per combinazione dei vocaboli greci σύν-εἷς, σύν-μία, σύν-ἕν.
Erano the Jews of the Came, coming to the Common Camin, dalla camera alta, camera dei lords, alla camera bassa,
camera dei comuni, dall’oro-d all’ara-d, dalla camera a-ras alla camera o-ros alla camera o-ney (nekrus).
L’insieme delle camere era il Kamasutra con a capo the Lord of the Lard (The Hard), era l’Ordo di Oro, l’Orno
dell’Ornis.
L’Orda d’Oro fu un tentativo nostalgico di ripristinare il sistema kamasutra (detto anche aura mazda, masada, mashid e
basato sull’au-ra-dium).
La Gens Augusta era la Gens Hostis, ostile nel senso di ostaggio e di ostia in angustia o in angoscia (the people g-hosts
in anguish for the gush in the shell, due to the cushion and the fusion, flash, flush and flesh).
L’angoscia dei Giusti alimentava il Gustus dei Potentes della Potnia Mater (fashion, passion).
I Giusti erano il Mare di Botnia verso la Bosnia, il Mare di Baalth verso Baal, τα Βοτανια verso la Betania, la
Tibetania o Tebe del βοτηρ: i Balti finivano nel Cob Alt dove si teneva the Job of the Balls o the Ka-Baal, la Cabala
in Kaba, the Job in the Cage, the Job of the Wool in Kabol/Kabul (l’endiadi deriva dalla sigla ka-w-oo-l-oo-w).
Il Baltici derivano il loro nome da bald, perché così diventavano nella Camardia della Co-dardia, gestita dal Codardo,
che aveva ricevuto dal Co-bardo della Co-bardia i beard (long-bear of the long-beards to the Bear).
Il Co-dardo seguiva il Codex e la Lex del C[arb]O- (carbonizzazione) e del L[εγώ]S (immobilizzazione e sevizie ai
genitali).
La vittima diventava, in καμάρα, un ray-ghost, una langosta, lanx ostia, un ghost for the launch (lanx) o uno spiritus
sanctus: la cottura era eseguita in καμάρα od οἴκημα, la οἰκία di khemi cioè della quema alquemica.
Da σκιά e κλείς deriva sclavus, schiavo, mentre da σκύλλα deriva culla, colare, cola e skull, nonché skill e killer (the
skill of the killer).
Circa il concetto di κακός presso i Greci vedi il volume “Kakos: Badness and Anti-value in Classical Antiquity”, a cura
di Ineke Sluiter, Ralph Mark Rosen.
Il Kairo era preceduto dal κείρω, che era non tanto la tosatura dell’intonso e la sua intasatura, quanto la sua
mutilazione e la sua pelatura o tostatura alchemica nella ναῦς del ναός.
Qualora non si optasse per il rito sadico e sanguinario culminante nell’orrore sopra schematizzato, la vittima non
squartata né bruciata, ma in coma vigile era messa “a dimora” nei sarcofagi templari del Gymnasium/Palestra oppure
bucolici o arvali (gli avelli infuocati danteschi), che erano i κύμᾰτᾰ.
L’insieme delle vittime cretesi o cretine era το κρηταριον, la segregatio del grex (Grecia, Ellade o Pallade).
Esse erano secreti nel greto del flumen cui sovrintendeva un Segretario o Camerario (Camerùn de los Camarones).
Nel linguaggio faunistico la fusione sarebbe the squirrel in the skirt (squirt) o la ardilla roedor en el correo
(corriente).
Nella lingua tedesca sarebbe il Fuhrer dal latino fur e furtus: la vittima era il furatus furiosus nell’Elektro-Fuhrer.
Lo schema del sarcofago o sacello può essere rinvenuto nella pianta del tempio greco
I sacelli Σηκός o Σακός, in latino sicarius, costituivano la sica (σῆκα, plurale di Σηκός), sicania o sikelìa
Il sacello era τό Σάκος, il sacco, recipiente o scafo della nave.
Era definito anche Λαύρα, cioè lyra aurea e aurale (corrente elettromagnetica) per il labor e la labes (lavoro massonico
in officina).
Il Collegium Vas o Bas era composto da Germani, cioè gemelli che gemevano con la Gemma (in simpatia, empatia o
compassione) o, altrimenti detto, gemini che gemevano con il ges-o-man, the jeese-herman, the yeoman, the yellow
man, yema[n].
Era la Festa della Germania o Alemania (Bonn, bona, for the Stockard, ad stilum).
Nell’antica Africa i sacerdoti erano gli sciamani del s-her-man (uomo-donna, woman od ovo-man, sia nel senso di ὁμός
a γυνή, sia nel senso di reso γυνή per castrazione), nell’antica Cina gli shatzu (vedi verbo schiatto).
È rappresentato nel bassorilievo dove però va visto come numero greco τρεῖς, τρία.
Il Tsee (distensio) è Teseus (Θησεύς) cioè TH-SION o TH-ZEUS.
Nella mitologia greca, che riprende il mito egizio, Teseo è Prometeo che, dipanato il bandolo della
matassa del labirinto di ἀράχνη, grazie ad αριάδνη, riesce a fuggire via, ma inseguito dal Faraone e
dai suoi Cani da caccia (alani del dilanio), è inchiodato per l’eternità sul monte Ararat.
Nella mitologia cosmogonica Teseo è l’Universo in espansione (tensus o extensus), dopo The Big
Bang, ed è l’Essere Umano che tenta di seguire il tenue filo che lo condurrebbe alla fonte della sua
creazione.
卍
reter
exter
tree
tsee
88
卍

卐
tao, tao
卐
xaos, xaos
ciao, ciao
w
a
Xnee
Intensitas
rotula
Universus
daimoon
moon
mono
aim-oon
rotula
dS
D-S-TEN-S-OON
ἰόντες
euntes
Eoni
ovo
dam
dimensions
Distensio
flos infinitus
Xnee
N
fluxus
sig-mater
Bi-uno
Quadrivio dello schiavismo indocinegro
bun
Yn o Kyna
Ynnan
bunny
gis
jeese
bonum
Bonn
good
God
buna
Siria
Bona
Sera
Serrare
Bombix
Seres
Bombay
Serikòs
Ma
Sed
卐  卍
Qui la Svastica è la lettera  (il tao cinese), la  è il retro (zero) e la sigma è l’εἰς (εἷς, μία, ἕν).
Three è quindi l’albero tre, nel senso di albero-motore che trae, tira l’energia e deforma le
dimensioni spazio-temporali.
È come un motore-reattore, un motore retorico, ακτωρ-ρετωρ, che agit ad zerum (zefirum) e reagit, retro-agit o re-trahet: ἔμπαλιν.
Può tirare avanti e indietro, in alto e in basso, nel tridimensionale sferico, tritando ciò che vi
galleggia (τρεῖς, τρία, τρίτος, τρίς) oppure può unire ciò che vi è disperso (Tritone della Creta o
Critone della Creta).
Il motore Tria, cioè trita, non tanto nel senso di tripartire quanto nel senso di tirare la ruota che
macina e frantuma (Tritone, Τρίτων) oppure Cria, cioè crea le creature (criaturas) dalla creta
(Critone, Κρίτων).
Il Tubus, the Tube of Love di Dover (revo--over), the Spaceport o The Gate era chiamata
dai greci σίφων, σίφωνος (nella mitologia Sisifo), dai latini Fovea (.
Il sifone era il φαον o φαον, cioè da un lato stufa (st-oven) per bruciare degli ebrei,
dall’altro il favorevole Favonio per i Faraoni che procurava loro il φάος divino (Faraone Busiris,
che ha abusato, Faraone Orion, che è levitato: levitas o le[vi]titia).
Gli ebrei lo chiamavano Sephirot cioè Zaffiro, perché il Faraone grazie all’energia Fos/Faos era
messo in condizione di trasformarsi in Fotos.
Ma la transustanziazione doveva essere preceduta dal rito edonistico del Miele, cibo degli Dei.
Il Miele era l’Ostia Candida, Nettare e Ambrosia.
Sacrificata l’Ostia Sacra in Fovea o Favea, il Faraone azionava l’energia trascendentale che lo
faceva ascendere, levitare al Cielo (the mistic ecstasy after the misty, l’ἡβάσκω o l’ἡβάω del
κουροτρόφος, Dio τηλίκος, dopo il sacrificio del νεαρός).
Come semi-Dio capace di involarsi egli era Zefiro, il Vento Turchese Favonio che spirava dopo
l’uccisione della Fata Turchina (Hada in the Hades, Fairy in the Turkey or in the Tower).
Turchese, tinta di colore azzurrina, deriva da:
- tour-chess cioè tour-kiss, γῦρος con lo σχιζος, para matizar (Χερσόνησος o Tinta Quina);
- tour-chess cioè tour in the chess-board of the jeese di Ermete Trismegisto Mercuriale.
Il prodotto del Favo Europeo cioè il Miele, il Mel Melior era the M-honey, cioè the Money da
“spendere”: era liquido o spicciolo e le monete si chiamavano Ney-Moons cioè New-Moons.
Spendere significava, oltre che appendere, sottoporre i Denari Danai, le Monetine, al Penetralis
dell’Interpres Sacerdos.
Penetralis significa “pater intra penetra penis in alis, intra petra πέντε”.
Era la pena della penetrazione elettromagnetica in panca, banca o bancale (sanscrito páñca) inflitta
dall’Interpres Pontifex cum Sacris Duo Viris, costituenti il Triangulus Trinitarius Occultus, durante
il Pentrum dell’Alfa, Pentalfa o Pentacolo o, anche, Pentrite dei Pentri.
In occasione di festività particolarmente importanti i Viri Sacri Faciundi potevano essere più dei
canonici Duo Consules (consulenti) fino ad arrivare ad essere una nutrita schiera (nel linguaggio
medievale scherani, sgherri, lancieri, spadaccini, moschettieri etc.).
Monte Ca rmel
Sexus
Pa -ter
1-2-3=6
del l e Ca ra mel l e
Pa -tri a
Pa -tres
Fa ther
Troi a
M-other
2
Me-other
ἑταῖρος
3
ἑταίρα
1
ἕτερος
alter
otro
ἕτερα
altera
otra
τέρην
alter - ego Ti ro a l Tri tone O-τέρην
ἄλλος, a l i us
ajeno











THE MOON NEL MALLEUS MALEFICARUM
In Egitto the Alquemic Moon, alimentata dalla MH Dinamo, cioè dalla Dinamo Helio-Magnetica,
che chiamata dagli arabi al-Madīna al-munawwara, era utilizzata per mordere, per fare l’amore e
per uccidere i Leviti mediante la tecnica μὴ-δύναμις.
La loro morte era lentissima e seguiva la Levitazione, durante la quale essi venivano gonfiati come
pani nel forno, in spagnolo Horno cioè H ὄρνις.
La parola pane deriva dal greco παν, da cui deriva anche il termine inglese pain, l’italiano panico.
The pain era arrecato mediante the pen o the pin ed era the panic pain (dolore totale).
Al termine del processo di panificazione i Lieviti rimanevano bruciati, cioè erano ridotti in muslim
o moslem (in greco μῦς, in latino mus e mos), amo-res o res morae (mori, moreni)9.
Da morus fu tratto il nomen della gens romana Murena
Morus deriva da mors, mortis e dall’aggettivo mortus, con eliminazione della lettera t,
corrispondente alla lettera greca tau simbolo dell'energia elettromagnetica usata per sopprimere
la vittima dell’Horreum di Horus in modo horrendo nel F-ornum (fotus-ornīthōn o fotusornīthŏtrŏphīŏn).
Mè ortus
Tuttavia è possibile anche ipotizzare che i Leviti venissero così chiamati per il fatto che, dopo la
morte o, più precisamente, dopo il coma, ma prima dell’avvio della fase della carbonizzazione,
potevano essere fatti levitare, cioè potevano essere richiamati in vita (la Vita Nova di Dante
Alighieri).
S ortus
9
Amorrèi o Amoriti o Amorriti: sumerico Martu, accadico Amurru, ebraico 'Ĕmorī.
The Moored People o The Moor (nella toponomastica inglese Forest Moor, Morwenstow).
In tal senso il Levita era ala-vita, uccello che dal forno torna a volare: ὄρνις avitus.
Questo era possibile grazie all’ἁλς, ἁλός, un’onda energetica che restituiva l’aura, il respiro, e
“alzava”.
Tale energia era ambivalente, poteva cioè bruciare (khemi) l’areopagita (il p-neu-mater) in ārĕŏla
(la p-nea-mater o pneuma), causando l’apnea, oppure poteva provocare l’aevus, la laevitas.
Nel primo caso si aveva la quema o khemi, in latino aura, cioè aer urat, laddove la lettera a è la
lettera greca alfa, che significa a-life.
Il verbo latino correlativo è ārēre (ārĕo, āres, arui, ārēre), da non confondersi con arare, che
esprime il concetto di tagliare (il primo è kau, il secondo è tau, insieme sono katay).
Dall’alfa-life cioè a-lift of the alfa - auge dell’ala fotonica o alfa – si ha la Leaf of the Tree,
l’Albero della Vita, The O-liver-R, cioè la Vita Oriens dal λίπος (ὑπο λύπη).
The Leaf of the Tree sarebbe the Life, the Live o the Leave (Alae Avis o Levis Avis).
The Tree Three proteso verso The Air è The Eire o The Greenland.
The O-liver-R è nello schema del traffico schiavistico l’Ascensio degli schiavisti e la Discensio
degli stessi con gli schiavi Alfa-Life o Leaf.
The O-live-R of the O-live-S era l’Ossessione o l’Ob-Sex dell’Orco, la cui essenza è sintetizzata
dal nome delle Isole Ebridi e Orcadi: PH Orca dellle Ebridi (horca de los pequeños hebreos).
LIFE
LIVE
The Turkey - Il Turchese



O-LIVE-R
O-LIVE-S


Leafs of the Leave

lift
underneath
brown
beneath

eagles
turquoises
turkeys
Up Sides Down
sex
leafs of leave
lit
B-rux-sell
Bey - route
Cl-oro
Genesis Caloris
Lux
R
Fάος
flos
fluxus
φύω λύω
Y
arbor
āēr bassus oriens
βαθύς
βαρύς
oro
L-avis
aura
Mag-ma
auris/aures
ogogololo
des trors o - l evogi ro
Ma gna Ma ter Κυβέλη
go-go-l ol
Aevus è un vocabolo che presenta lo stesso etimo di lava (lavare), aqua (nel senso di acus e lacus) e
αὐγή, termini riconducibili al dittongo au di aurum, uno dei nomi di  il Sole, che, dopo
l’immersione nel mare torna a galla: τὸ γάλα, γάλα-ἀκτίς.
Il simbolo dell’energia bivalente, mortifera o miracolosa, era la lettera lambda .
L’energia lambda combinata con l’aura era capace di determinare l’aurora o, altrimenti detto,
combinata con aevus produceva la levitazione, la laevitas, il lievito, l’aer vis o laevis (levy,
levitation).
La laura o l’alloro era l’ἁλς  che come urina corre (a-urea au ῥεῖ) verso il basso  (borea) e
verso l’alto  (aura o austra), cioè la flama, il focus-lama dello Scaelus Οὐρανός.
La Οὐρανός era la O quae urat, levantesi verso il Caelum.
La aura, la Lux Aura alimentava the Lamp/Lamb fino a determinare the Limb/Lumber o
Limbus.
Poteva levare, togliere la vita, tagliare l’albero della vita, facendolo cadere a terra senza rami (ἀνὰ
Αἰτωλία, Ἀνατολή, Μικρὰ Ἀσία) oppure elevare, sollevare o allevare (levare sugli scudi).
Nel caso in cui l’energia venisse impiegata per resuscitare la vittima in coma, la morte definitiva era
un miraggio per il malcapitato e l’avvenuta resurrezione un miracolo per il Faraone.
Miracolo deriva da oracolo ed auricula, diminutivo di auris, e insieme a miraggio (in francese
mirage, in arabo miraje) rimanda al verbo mirare, cioè vedere la luce, il Ra.
Nella linguistica gli oracoli sono piccole ores, orificii, per il quali passa il raggio:
- luminoso, nel qual caso sono o-culi
- sonoro, nel qual caso sono aures
- neumatico, nel qual caso sono nari, cioè neuma-aures
- etereo, nel qual caso sono εὖ-colon per l’ἔαρ-ρέω (θεωρέω) o eiaculatio (colum, κοῖλος)
- ematici, ossei etc.
In generale gli oracoli sono cinetici, perché, alla stessa stregua della skin, consentono un ricambio
membranaceo di tipo “main-brain interchange”.
The skin è un insieme di cans, cells, mines munite di pompa Na+/K+ATP:
εἰς-X-ἔνδον εἰς-κ-άρα (Euskera Pais Vasca: ὁ παῖς πάσχει εἰς κάρα).
Il Membro per eccellenza è The Brain (Il Capo), esso membra e rimembra, cioè supera la
membrana (limen imeneo o lumen) e retro membra (rima o lima).
Ma in Egitto il Kapher superava il limite della penetrazione, rimava, limava e remava fino a
cromare e cremare, producendo il biscotto - The Biscuit o The Cookie - per effetto della Bis-XRoma/Bis-X-Remo (BXP).
Il Biscotto era in codice il βύσσος, bisso o bossolo della bis-ροή o bis-ρώμη, cioè il Byzantium o
Bisonte (bis-onde).
Entrare nel bisso (buzòn) significava sprofondare nell’abyssus (abismo della locura).
romaXroma, omerXremo, rimeXemir
lu-w
CRONO
lu-w-μήν
῾Υμήν
χρώννυμι
χρῶμα
σῶμα
LU-W
XX
ly
F
limen del lumen
XY
Il Capo come comandante delle membra dell’organismo cammina in avanti e prevede, si volta,
cammina all’indietro e rimembra.
La memoria romana era il ricordo della MH Morìa o Μνημοσύνη, vocabolo creato per riferirsi alla
tremenda μνᾶ μόσσυν o μοσυλιτις del μόσχος-μοῦσα (νέμος del νέμω, motivo della nèmesi)10.
In forma abbreviata era μνήμη, μνᾶ μὴ (mina emere emo-nero nemo sum).
10
I musulmani la chiamavano Mossul, gli ebrei Mossad, i Greci μοσχεία (moschea o mesquita), gli Italici traendo
spunto dal greco ὄσχος (ὄζος) la chiamavano T-osca o Tuscia (in latino oscenitas, fescennius, fascius).
Famosi sono i poeti georgici Μόσχος e Βίωνος, cacciatore di vitelli e violentatore, ed altresì famoso è il racconto di
’Ιάσων e degli Ἀργοναῦται alla ricerca del Vello d’Oro.
’Ιάσων è storicamente l’omologo greco di Ἰησοῦς o Yeshua di Yerushaláyim.
Essi sono esempi della caccia spietata che, sin dal tempo dei Faraoni d’Egitto, veniva data alla famiglia bovina (cowboys o gaul-boys), composta da vitello e vitella (velli) con relativi vitellini.
I popoli venatori cacciavano per Mosè il Faraone, ricevendo come ricompensa una quota della fauna per la loro propria
decimatio (venalitas).
Il Moses utilizzava i fanciulli (il moscato) per il Mos-ca o Mos-cu (Москва, Moskva o Moscow).
Il membrum per il pater familias romanus era mittere brachium nella mater e ritrarlo per avere
filii: trahere φίλοι del -῎Ιλιος o dalla φύσις (flux, flow of flower)11.
Nell’ambito schiavistico, invece, il brachium, preceduto dal bracconeria, è il B-radium e
l’abbraccio della mater, mentre il bras o brassiere (bas) è l’abrasio dell’amplexus o complexus
(abrazo-abarco abrasa).
Nella lingua spagnola el miembro è definibile come el hombre che miembra la hembra e retro
hembra, ottenendo il mam-brote, ma con l’ausilio della lingua inglese si capisce che el miembro en
hembra è the member of the embers (non mambrot ma nembrot) e con l’ausilio della lingua latina si
desume altresì che il M-imber (Mars Imber) accende le ambre e poi le spegne.
Il miracolo è ores aperiri, cioè aprire bocca, narici, orecchie, occhi (mirini) e tutti gli orifici vitali,
e aer respirare12.
In tale contesto oracolo significa oro-colare-in-ora, cioè oracolare, inviare energia “luminosa” per
ridestare il μειδαω, il μὴ-εἶδον, la negazione della tomba o edicola (IDA o IDEM) ed il risveglio
dell’attività eidetica.
In latino l’operazione miracolosa è crittata nel verbo ridere, da re-ideo, torno a pensare uscendo dal
coma o morte apparente (κατάληψις), verbo di significato contrario a in-ridere (irridere),
predicabile dell’irredento, colui che è impigliato nel ciclo vita

morte: the rider (to ride) o in
codice INRI.
È colui che torna in vita e muore nuovamente, l’ὀρνις dell’ὀρνύναι (horno torno).
Redentor nel senso di redden tor è l’uomo del ρεῦμα-δεμω dino e ρεῦμα-δύω diminish, nel senso
di redeem è il Retiarius emptor che rediit al Redden 
In inglese la resurrectio è to smile e to laugh, cioè -αὐγή, auge, l’aumento della Semen Mila
o Σεμέλη (in spagnolo semilla) che è:
- χρυσός in γῆ
11
12
Ilios od Ilion nella cartografia crittata è l’Europa che al tempo delle Piramdi partoriva figli agli indocinegri.
 è εός del εωρέω cioè εός dell’ὁράω e del ὁρέω, il Due Teorico o Due Infinito cioè -οκτώ
E’ The Doordel
Il ciclo del dies cioè del dye-die è prerogativa di DEVS (deus).
In greco θαῦμα, miracolo, significa -αἶμα, -υμός, -υμιάω, ma, al di là del significato negativo, il vocabolo possiede
anche il significato crittato 
- -aus o -aurum
- Avis, A-vis o -vis
- AV-IS-RA-EL (IS-T-RA)
L’Oracolo od Oro Colato sarebbe -aura vitale (se si vuole l’urina pitale o urina pottale, metafora
della luce), inviata dall’Emiro, colui che tutto Mira, o Miracolo13.
εός Miracolo
εός Mira X ὅλος
εός Mira Q ὅλος
È anche τέτταρες o τέσσαρες, tessitore delle tessere del textus o della tela (tez).
Ma, data l’ambiguità duale di DYO, creativa-distruttiva, si può avere il Miracolo o l’Oracolo:
- H-oro-colare, oracolare, cioè colare l’Oro nell’Os (Oris) per infondere L-vita H-ora.
L’Oro in Os (Osiris) è the aura in the cell, la EU-Κ-ΕΛΛΑΣ che levita, eleva la vita.
- Μὴ-oro-colare, miracolare, cioè non colare l’oro e quindi μὴ-ὀρθός o mors o moor (maurum,
murum).
Il primo è appannaggio esclusivo del Pharaone, padrone del Phaos, il secondo è riservato ai profani
del Tempio.
H oro
S
M
e
roh
eo-r-oe
oro
μνᾶ
naoV
nauV
MNA
M
FAOS
ὀρθός
MANA
OS
f
FOOS
foro
r-emanare
MSA
ἄξων
M-AXES
MASSA
M-AXES
MAZZA
PIROETTA
PROIETTA
σανίς
ammassa
ammazza
sana
lambda
gamma

Nel primo caso il Phaos omnipotens o totipotens permette al Pharaone di levitare dalla cella della
vita, levitazione e perdita di massa, cioè diventare σφαῖρα non più legato alla gravitazione delle
masse.
Nel secondo caso il Phaos è utilizzato come Diavolo che De-energizza (HORO-TOTH).
13
Dalla radice M-ra deriva il toponimo Palmira.
The Dewil de-will cioè elimina the will, preposizione semplice latina de+will, lasciando the ill14.
The will è the wave, termine che deriva dall’ideogramma dinamico wowo (nella toponomastica
slava Vojvodina), che contiene in sé l’ovum (ὠόν), cioè la particella alfa (wawa) energetica (wawe)
che si propaga (de-wave).
La De-energizzazione consisteva nel togliere energia vitale mediante l’applicazione di energia eNe.
La de-energizzazione era il Demonio (δαίμων) o Diavolo (Διάβολος), perchè si sostanziava nel
διαβάλλειν la vittima in μα Δία (Madia del Mahdi) per il διὰ 
Nella Madia si verificava:
- il , la deminutio, cioè ilμένειν, manere infermus in infernus.
La victima minus o minor (mnos) era firmis nel , the showel (shoe) with the fireiron o the wire (scarpa di ferro).
Lì dentro era in furia a causa dell’infuriare del φᾶρος πῦρ (fury) ed in fermento fino alla
fermentazione (ὀπή ἀγο-ρά, forum in ops, pen in opening).
La μνᾶ con il ταῦ era la mantica o mantelum del mantis o mantuanus per mantare (manto,
mantas, mantāre) con manticum e mantisa il follis (nel cristianesimo Manto della Vergine Maria,
nel rito greco μανδακη e μάνδρα cioè la almendra o mandorla).
La μνᾶ con il δέλτα era il Mandylion, Μανδύλιον, Mandil.
Era detta anche --ὄνος per produrre monadi, monaca e monaco, monatti pestilenziali.
14
Nel caso del devilish si ha de-wish cioè de+vis o de+robor.
Il de-wish era privilegio dei dervisci e dei vishnu delle Piramidi.
Essi de-rubavano e de-rubricavano cioè conoscevano la tecnica per trasformare gli essere umani in res rubra e in visus
nuoro o noir (necrotizzazione o nigerizzazione).
Derviscio, nella sua accezione di de-wish, significa anche de-uios e quindi tolgo il desiderio di vivere (devilish will o
devs vilis).
La monade leibniziana era il φερόμενος ἐν ὁρμή, il servus latus dalla fiera alla feria della torma o
tormenta, cioè all’ὁρμή (gli insiemi di servi da giustiziare erano tormae verso la tormenta in latomia
o lamia).
- il , la nobilitas optima opima, ottenuta mediante il μασσειν che magnifica e rende
magnati cioè μαζα (mais, mayas)15.
Gli opimi (opima spolia), per i Greci τὸ φρυκτώριον, furono definiti dai Romani Magistri.
La parola Magister, in particolare, equivale a Master, che era la vittima del Mastodonte
Magistralis Per gli Isiaci era il Magis o Mas ed era il Monstruum, cioè il monos-structum, destinato
alla monstratio coram populo Cor- (nella toponomastica tedesca Münster o Mönster e Munich).
Molti altri termini latini adottati dai Romani alludono ai sistemi di sterminio egizi e, più in generale,
mosaici, cioè appartenenti ai mores maiorum di arabi, ebrei, turchi, greci etc..
I milites (miles), per esempio, erano le vittime del mulus, i cives (civis) erano le vittime del cibus, i
mores (mos, moris o amor, amoris) erano le vittime del Mossad, il Μολοσσός ῞Αδης, Μασαδα o
Mesalah.
Dall’ebraico Mesalah derivarono i nomi Μεσσάλας, cioè Messalla, Messalinus e Messalina
(pronipote di Augusto e moglie di Claudio), adottati dai membri della Gens Valeria per esprimere
l’ostilità romana verso i Massylii o Marsilii, le popolazioni Μασσανάσσης, Massinissa o Manasseh.
La gens Valeria, la gens del Vallum dell’Eire e della caccia alle Messi di Allah, i Falerii o Falisci,
era di probabili origini brètoni.
Il miracolo della resurrezione e della morte ciclica si verificava nell’antico Egitto, dove il Levita
Faraone, dotato dell’energia divina ORS-M-ORS (ὄρθος μὴ ὄρθος), ne abusava delirando con la
Lyra, λύρα della λύπη, Lura della Lupa Romana (allure and failure, cioè ad luram falli urentis o to
the Flour of Florentia).
15
Nella moderna terminologia politica musulmana il Mais o Mayas è Hamas (ammassare il mais o grano turcosaraceno nei campi di ammassamento e farne marrocche o pannocchie).
Nella lingua spagnola il concetto di maya è passato nell’aggettivo maja/majo, che a sua volta di riallaccia a mayo,
mayor cioè al Mos Maiorum dei popoli di Mosè.
Sempre nel linguaggio metaforico di tipo botanico si rinviene Arachide, che sarebbe la vittima di Aracne, Farro,
vittima del Faraone, Soya, vittima di Sua-Sus (Soua), il porcus del σωω, σαόω, σάω o σώζω (Soana, Saona, Siona,
Siena).
La Soya era in realtà il Maometto, Muhammad o Mahoma ΣΑΟΣ  MAOM WAOW.
Nella terminologia greca era il  o σῶς (sus) dell’ὠχρός compiuto dal sacerdote Σωκράτης.
La Soya (the sows) era coltivata (to soar) in So-Area (Area Sapone o Japon o Weapon).
In Cina la coltivazione era la Sayonara, definita dagli spagnoli Desayuno, dai Romani ieiuno cioè I E I ad unum, che
equivale a D-E-S-aunar, cioè Dexter E Sinister ad unum: la vittima desideria (DES-I-D-Eire del Braccio Destro cioè
Gran Bretagna).
Ayun in spagnolo significa “aun y ayuda no” cioè “ancora again, ancora bargain” cioè accanimento sadico di tipo
razzista sulla vittima in B-arca (Barcelona o Barga).
In Africa era il Soweto Lesotho cioè the exotic pigsty, in greco l’Εξωτικός ὠτίς, l’ottarda in οὖς (ὠτός), il πούς
(ποδός) per il παῖς, παιδός.
Nella lingua inglese il ricordo del to make pig è rintracciabile nell’espressione avverbiale <<so!>> e <<wow!>>.
Con questo sistema a disposizione, qualora lo stesso non fosse definitivamente esploso per un
evento catastrofico, il Faraone da un lato sarebbe stato in grado di arrecare alle sue vittime
predilette l’Eterno Dolore e l’eterna illusione della fuga dal ciclo perverso, dall’altro di donare a sé
stesso la vita eterna e l’eterna beatitudine.
The Moon - la vagina con utero fertile – donava nuova vita alle vittime per un nuovo ciclo di
dolore.
L’ὠδίς delle vittime, lune gravide nel grave (moon-grave), era per il Faraone la luna di miele, cioè
levitazione e delirio.
Quelle vedevano la luna nel pozzo infernale (ὄνος, onus), mentre il Faraone vedendo la Hora Una e
la Runa, lo spiraglio di luna aprirsi 12/13/14/15, trasaliva o trasecolava.
In questa storia di morti e resurrezioni, che rimonta alle Piramidi d’Egitto, s’inserisce la storia di
Jesus di Nazareth, vissuto sotto l’Impero romano.
Era uno dei Yoshua filoromani, nemici dei giudei, grandi mercanti di schiavi bianchi.
I Yoshua si erano giovati dell’invasione romana della Palestina, che aveva scardinato il Mercato
Giudeo, il novello Muro Gerosolimitano, filiazione del Muro per antonomasia, che era stata La
Piramide o The Wall.
Il giudeo ebreo, ebbro di sangue delle Ostiae (vino e farina), era all’epoca il vero redentore del
Gregge di Israele, cioè colui che conduceva gli schiavi bianchi nel dominio giudeo-islamico: the
Hebrew of Love who lows the jellows.
Il Giudeo era INRI, Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, ma non degli ebrei comunemente intesi, bensì
dei Jews, Jewish o Jellowish, i Galati (γάλακτᾰ ὦχροι) portati al Cresto-Gallo.
Costoro erano i Figli del Sole o Sunniti, schiavi del Zelota, in spagnolo Celos, in inglese Zealot, the
Man of the Jealous Wish toward the Jail of the Jellows in vista del
Z
ALOT
Lo schiavo bianco era the Sun e suo figlio Sun-son, Sansone dai capelli d’oro, biondochiomato o
fair-haired, destinato a perdere i capelli e a diventare νεκρός.
Dal punto di vista storico egli è la figura del plurisecolare Redentore biblico che può tornare ad
opprimere Israele.
Dal punto di vista cripto-ebraico o ermetico egli è colui che non muore, Jesus INRI, l’irredento,
l’irredimibile, Dio che resuscita (reddens).
Ebbe una vicenda analoga a quella dei tanti Lazzari che, nel corso dei millenni precristiani, erano
tornati in vita dopo la morte, per influsso di forze soprannaturali.
Misteriosamente fu giustiziato e segretamente fu fatto scomparire per essere sepolto in un luogo
celato ed anonimo, dove tuttora vive in condizione di zombie catalettico.
Nel linguaggio irriverente degli ebrei egli è Gesù Gesso e Cesso vivente, immobile nel sepolcro
segreto: Gaza, Giza o al-Gīzah.
κῦμα
κῶμα
cima
Gleba
Zolla
grave-greve
gravel
Baal-th
G-levis
Y

G-revis
Bigotes
Baffi
βαρύς
βαθύς
Y-man
O-man
lava o magma
della macchina
magna magna
Moustaches
Immundus
Santa Lucia o Man d- ylion
Uomo-Donna
ὁ, ἡ παρθένος
μανδύλιον ‫ﻞﻳﺪﻨﻣ‬, mandīl
Il sepolcro segreto, secondo l’assunto della tesi, potrebbe essere celato nell’Utero della Cagna
d’Abruzzo, l’Altopiano delle Rocche.
Qui Yoshua sarebbe da tempo immemorabile condannato a nascere e a morire per l’eternità
(rinascita, rinascimento o risorgimento) come Gesù Bambino.
Durante la plurimillenaria civiltà egizia gli Zombies facevano parte della realtà ordinaria e non del
paranormale.
Lo Zombie era σῶμα ἐν βίος, corpo (corpse) in buio (βίος) che ritorna vivo (βίος), salma o salam
cioè σῶμα in Sala Mater che per effetto delle  ἅλες M ater o M uter mutava e da muto (mud),
cioè da immobile e silente, saliva e tornava ad alare ed alitare (Sali della Vita o della Levitazione di
Gesù Bambino).
La Mater-Uter era il Commuter ὑστέρα (Euskera), il Cuma-Uter, Emir Mirror o Milagro Comedor:
poteva ustionare e carbonizzare (Ύστερα Ustionis Hostiae), procurare il κῶμα φάρμακον o
φαραώ-μακος, vigile o catalettico e, commutando l’energia, riportare al pristino stato (vulva dello
status quo ante).
La figura dello schiavo zombie fu appellato dai Greci Πυθαγòρας in Αρχιμήδης cioè Archimede
Pitagorico, dai Cristiani Figlio di Dio (Filius Dei Carum Factum), ΙΧΘΥΣ (Ἰησοῦς Χριστός Θεοῦ
Ὑιός Σωτήρ), dicitura equivalente ad Απόλλων, Ἀσκληπιός, Άρης, Ἑρμῆς, Ποσειδῶν, secondo la
logica mitologica Dèmetra, Ade, Persèfone, Prosèrpina o Sìsifo (nel mondo osco-latino Mars,
Mamers, Mavors etc., nel mondo indù Vishnù, Shiva e Brahma, nel mondo sinaitico Confucio, cioè
inficio, conficio e sufficio).
Archimede Pitagorico, ᾿Αρχιμήδης Πυθαγορικός, era nell’antica Grecia un epiteto per riferirsi al
fenomeno resurrettivo-ascensionale, definito dagli ebrei e dai cristiani Yeshua/Yoshua
(Jeshua/Joshua).
Tale epiteto è uno dei probabili pseudonimi segreti di Yoshua di Gerusalemme, vissuto al tempo
di Augusto Imperatore ed accusato, durante la sua vita, di essere un Archimandrita dell’Arco
Fotovoltaico e dell’Agorà Pitagorico.
Infatti leggendo il nome ᾿Αρχιμήδης Πυθαγορικός come Arco =᾿Αρχ, Rocca = ρχι, Mezzo =
μήδης, Arconte = Αρχιμήδης è possibile risalire alla piccola Gerusalemme Celeste dell’Abruzzo
interno.
Il significato decifrato dello pseudonimo sarebbe <<nell’Arco di Rocca di Mezzo è l’Arconte>>,
cioè nel tunnel di Rocca di Mezzo, Arx Media, dentro l’Arca-Barca, the Tonnel, the Barrel o Croce
del Barile, giace - Zombie Eterno - il Figlio di Roma, artefice dello Shoà giudeo.
Il Figlio di Dio, il Figlio dell’Uomo, Filius Homo è il Filius di R-omo, Romolo, il parcus, parvus,
pauper Romanus da sottoporre al RHO-OMO o ρώμη.
Il nome Yeshua o Jeshua significa Io (Yo, Je) esco, Io sono la Pasqua, cioè passo dalla morte
(aqua) alla vita (aquila): the pass over, the pass through the key o almond
YO
YE
W
$
Ypsilon
Y
Il tunnel che conduce alla Pozza dove giace lo zombie è O Πίθος, per cui altri suoi pseudonimi
sono Σίβυλλα Πυθία (Pithia) e Σίβυλλα Cumana cioè in Coma (κῶμα) nel Gorgo (κῦμα) di Rocca
Gorgona o Cumae cioè Utero di Rocca di Mezzo (Roca de Medio)16.
La famosa frase dello scienziato greco e cripto-ebreo <<Datemi un punto d'appoggio ed una leva e
solleverò il mondo>>, oltre ad avere la nota valenza scientifica, è riferibile all’Immondo nel
Mundus (Immondities).
NAZI
ROCCA DI MEZZO
Al Gizah
Sfinge
Leucio
Lucia
Leu Re u
Ley Re u
Yoshua di Nazareth, Jesus, Brutus del Brutium “cucuma”, come brace, sotto la Cenere del Segreto
Cenacolo Abruzzese della Compagnia di Gesù.
Fu ribattezzato Curcumello di Capistrello per essere stato uno dei Moses del <<Cur, Camelus, Ὗς
κάμηλος?>>.
16
Il nome Sibilla, mascolinizzato, fu lo pseudonimo del famoso poeta latino Tibullus, Albius Tibullus.
Altri pseudonimi satirici, equipollenti, nel mondo letterario romano sono Ovidius, Horatius, Jovenalis, ma si può dire, in
generale, che molti praenomina, nomina e cognomina dell’antica Roma erano stati coniati per ironizzare sulla disumana
esecuzione Coma-Cuma.
Nell’Italia pre-romana i Cumani Campani, insieme agli altri popoli “servi della Serpe” (Serbi) rappresentavano il Quran
Nabateo di Nablus (Neapolis o πόλις νέων o Ciudad de las Novias o New Yolks City).
È il Brutus Rutilus dell’Ultima Cenere di Gerusalemme (lo Shoà Romano), il Bruto della Botte o
Croce del Barile (la Rota Rutilans), il Brutius degli Apruti ed Aprutini, l’Aquila dei Piceni e
Picentini, l’Afer-Aper delle Capellae Haediliae, prole di Caper e Capra, familia rutilata.
E’ un Caporcinus Extraneus del Πλήρωμα mosaico, come desumibile dai toponimi abruzzesi
Caporciano e Capestrano.
Sarebbe da secoli Capher Ruptus in custodia al Cenacolo di Gesù nell’Aquila delle Rocche17.
17
Capo-Ruota, in dialetto rocchigiano Capa-Rota o Macerola.
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